Corriere economia

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LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 www.corriereconomia.com ANNO XVIII - N. 1 Distribuito con il Corriere Della Sera non vendibile separatamente Direzione, Redazione, Amministrazione, Tipografia Via Solferino 28, Milano 20121 - Tel. 02.62.82.1 S .63.79.75.10 Bonino Non solo diplomazia Convinceremo gli investitori IL PUNTO I l lamento non aiuta Puntiamo su noi stessi e la ripresa arriverà A fine 2013 la crisi ha compiuto sei anni. Ogni anno sembrava quello buono per la svolta; invece si sono accumulati licenziamenti, bancarotte e sempre meno speranze di recupero. È stata la transizione più radicale, più strutturale, più antropologica cui la mia generazione abbia assistito. E si è accompagnata al terrore di un tempo senza promesse. A un venire meno della stessa idea di futuro. Ad una convinzione che i famosi calabroni del made in Italy – fatti i conti con la legge di gravità – fossero definitivamente caduti a terra. Ad un tramonto anche della leggenda italica che con un colpo di reni ai tempi supplementari si potessero sempre evitare baratri e catastrofi. La crisi non è stata solo macroeconomica e finanziaria. Le concause aziendali sono state molte: chi veniva da un mercato troppo a lungo ristagnante; chi presentava debolezze in ambito tecnologico o organizzativo; chi correva senza il necessario patrimonio; chi aveva lasciato il volante in mano a patriarchi conservatori, testardi e disinformati; chi troppo legato ad un unico cliente o fornitore. In questi anni di souplesse e di decadenza abbiamo però anche accumulato energia e forza inespressa. Accanto al malessere, alcune aziende sono riuscite a metabolizzare l’occasione di trasformazione: sono stati cancellati lussi, illusioni, privilegi, sovrastrutture, burocrazie. E ora che qualche barlume illumina la ripartenza, che qualche filo d’erba è rispuntato, lo spirito di iniziativa è pronto per straripare, per convogliare verso un nuovo obiettivo. I gruppi medi e medio-grandi dei settori della moda, del design, dell’agroalimentare, dei macchinari, del farmaceutico, delle forniture medicali, della progettazione — che poi sono la vera locomotiva nazionale — stanno assicurando al sistema italiano una rinnovata vitalità. DI SEVERINO SALVEMINI Fisco Nel 2014 si prende altri due giorni Al lavoro per le tasse fino al 21 giugno DI MASSIMO FRACARO, GIUDITTA MARVELLI E ANDREA VAVOLO D ue giorni di lavoro in più per arrivare al traguardo della liberazione fiscale. Il calcolo del Tax Freedom Day, rea- lizzato come ogni anno in collabo- razione con Cgia Mestre, rivela che un quadro con uno stipendio da poco più di 48 mila euro l’anno do- vrà lavorare fino al 21 giugno (nel 2013 era fino al 19) per saldare i conti con l Erario. ALLE PAGINE 20 E 21 Credito Mps, Bpm, Carige Riparte la caccia a 4,3 miliardi di euro DI STEFANO RIGHI A PAGINA 8 Fonte: 73% 25% 2% S. Franchino Le tasse da pagare nel 2014 saranno... sicuramente di più come lo scorso anno di meno come sostiene il governo 1 Il sondaggio Matricole Alibaba, Pinterest, Dropbox e... Hi-tech Vince a Wall Street Ecco tutte le nuove Twitter DI COMETTO E SCLAUNICH L’ Asia va alla conquista di Wall street. Alibaba, il sito cinese di ecommerce che vale da solo circa 100 miliardi di dollari, sarà l’apripista. Ma nel 2014 so- no previsti molti arrivi eccellen- ti. Tra le Ipo a stelle e strisce nel 2014 è previsto il debutto di Pin- terest (il social basato sulle im- magini), Dropbox (archiviazio- ne e condivisione di file), Spotify (radio online personalizzata) e tanti altri. Il 2013 è stato un anno d’oro con quotazione record e prezzi saliti in media del 77%. Si sta gonfiando un’altra bolla? ALLE PAGINE 2 E 3 DI BIANCA CARRETTO E DANIELE SPARISCI D opo la realizzazione del «sogno» — salire al 100% di Chrysler — per Fiat inizia una sfida più impegnativa, che va dal rilancio dell’Alfa Ro- meo all’espansione in Cina, alla ripartenza del- l’Europa. La road map inizia oggi al North Ameri- can Show, la più importante vetrina Usa. Intanto, l’America si è chiusa alle spalle la recessione. ALLE PAGINE 4 E 5 Disegno di S.Franchino Azioni, bond, casa, fondi: la guida pratica e facile per investire in sicurezza ALLA PAGINA 22 I l made in Italy di nuovo nel mirino del fondo Emerisque SACCHI A PAGINA 13 R iorganizzare la rete diplomatica «non significa trasformare gli ambasciatori in piazzisti, ma affiancarli con professionisti preparati a convince- re gli investitori stranieri della bontà del rischio Italia». Emma Bonino, ministro degli Esteri, spiega come l’Italia diventerà più attraente dopo aver in- contrato fondi sovrani e top manager stranieri. A PAGINA 7 Affari Esteri Emma Bonino Compagnie aeree Alitalia e le altre, se fallire fa bene DI ALESSANDRA PUATO A PAGINA 10 Intervista Ecco come attrarre nuove risorse MODA IN EDICOLA DI PAOLO VALENTINO Previsioni Dai cellulari alla tv: chi sale e chi scende Sarà l’anno della tecnologia da indossare. Continuerà la feb- bre per i tablet e gli smartphone con guerra dei prezzi. La Cina sorpasserà gli Usa. CON ARTICOLI DI SOTTOCORONA TORELLI E TRIULZI ALLE PAGINE 15, 16 E 17 DI PAOLO OTTOLINA Chrysler I veri piani di Marchionne La leadership si decide in America Detroit Da oggi fino al 26 gennaio il North American Show CONTINUA A PAGINA 10

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Supplemento economico del giornale "Il Corriere della Sera" del 13 gennaio 2014

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Page 1: Corriere economia

LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 www.corriereconomia.comANNO XVIII - N. 1 Distribuito con il Corriere Della Sera non vendibile separatamente

Direzione, Redazione, Amministrazione, Tipografia Via Solferino 28, Milano 20121 - Tel. 02.62.82.1 S .63.79.75.10

Bonino Non solo diplomaziaConvinceremo gli investitori

IL PUNTO

Il lamento non aiutaPuntiamo su noi stessie la ripresa arriverà

Afine 2013 la crisi ha compiuto seianni. Ogni anno sembrava quellobuono per la svolta; invece si sono

accumulati licenziamenti, bancarotte e sempre meno speranze di recupero. È stata la transizione più radicale, più strutturale, più antropologica cui la mia generazione abbia assistito. E si è accompagnata al terrore di un tempo senza promesse. A un venire meno della stessa idea di futuro. Ad una convinzione che i famosi calabroni del made in Italy – fatti i conti con la legge di gravità – fossero definitivamente caduti a terra. Ad un tramonto anche della leggenda italica che con un colpo di reni ai tempi supplementarisi potessero sempre evitare baratri e catastrofi. La crisi non è stata solo macroeconomica e finanziaria. Le concause aziendali sono state molte: chi veniva da un mercato troppo a lungo ristagnante; chi presentava debolezze in ambito tecnologico o organizzativo; chi correva senza il necessario patrimonio; chi aveva lasciato il volante in mano a patriarchi conservatori, testardi e disinformati; chi troppo legato ad un unico cliente o fornitore.In questi anni di souplesse e di decadenza abbiamo però anche accumulato energia e forza inespressa. Accanto al malessere, alcune aziende sono riuscite a metabolizzare l’occasione di trasformazione: sono stati cancellati lussi, illusioni, privilegi, sovrastrutture, burocrazie. E ora che qualche barlume illumina la ripartenza, che qualche filo d’erba è rispuntato, lo spirito di iniziativa è pronto per straripare, per convogliare verso un nuovo obiettivo. I gruppi medi e medio-grandi dei settori della moda, del design, dell’agroalimentare, dei macchinari, del farmaceutico, delle forniture medicali, della progettazione — che poi sono la vera locomotiva nazionale — stanno assicurando al sistema italiano una rinnovata vitalità.

DI SEVERINO SALVEMINI

Fisco Nel 2014 si prende altri due giorniAl lavoro per le tasse fino al 21 giugnoDI MASSIMO FRACARO, GIUDITTA MARVELLI E ANDREA VAVOLO

Due giorni di lavoro in piùper arrivare al traguardodella liberazione fiscale. Il

calcolo del Tax Freedom Day, rea-lizzato come ogni anno in collabo-razione con Cgia Mestre, rivela cheun quadro con uno stipendio dapoco più di 48 mila euro l’anno do-vrà lavorare fino al 21 giugno (nel2013 era fino al 19) per saldare i conti con l Erario.

ALLE PAGINE 20 E 21

” Credito

Mps, Bpm, CarigeRiparte la cacciaa 4,3 miliardi di euroDI STEFANO RIGHI

A PAGINA 8Fonte:

73% 25%

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S. F

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Le tasse da pagare nel 2014saranno...

sicuramentedi più

comelo scorso

anno

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sostieneil governo

1 Il sondaggio Matricole Alibaba, Pinterest, Dropbox e...

Hi-tech Vince a Wall StreetEcco tutte le nuove TwitterDI COMETTO E SCLAUNICH

L’ Asia va alla conquista diWall street. Alibaba, il sito

cinese di ecommerce che vale dasolo circa 100 miliardi di dollari,sarà l’apripista. Ma nel 2014 so-no previsti molti arrivi eccellen-ti. Tra le Ipo a stelle e strisce nel2014 è previsto il debutto di Pin-terest (il social basato sulle im-magini), Dropbox (archiviazio-ne e condivisione di file), Spotify(radio online personalizzata) etanti altri. Il 2013 è stato un annod’oro con quotazione record eprezzi saliti in media del 77%. Sista gonfiando un’altra bolla?

ALLE PAGINE 2 E 3

DI BIANCA CARRETTO E DANIELE SPARISCI

D opo la realizzazione del «sogno» — salire al100% di Chrysler — per Fiat inizia una sfida

più impegnativa, che va dal rilancio dell’Alfa Ro-meo all’espansione in Cina, alla ripartenza del-l’Europa. La road map inizia oggi al North Ameri-can Show, la più importante vetrina Usa. Intanto,l’America si è chiusa alle spalle la recessione.

ALLE PAGINE 4 E 5

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Azioni, bond, casa, fondi:la guida pratica e facile per investire in sicurezza

ALLA PAGINA 22

Il made in Italydi nuovo nel mirino del fondo Emerisque

SACCHI A PAGINA 13

R iorganizzare la rete diplomatica «non significatrasformare gli ambasciatori in piazzisti, ma

affiancarli con professionisti preparati a convince-re gli investitori stranieri della bontà del rischioItalia». Emma Bonino, ministro degli Esteri, spiegacome l’Italia diventerà più attraente dopo aver in-contrato fondi sovrani e top manager stranieri.

A PAGINA 7

Affari EsteriEmma Bonino

” Compagnie aeree

Alitalia e le altre,se fallire fa bene DI ALESSANDRA PUATO

A PAGINA 10

Intervista Ecco come attrarre nuove risorse

MODAIN EDICOLA

DI PAOLO VALENTINO

” Previsioni

Dai cellulari alla tv:chi sale e chi scende

Sarà l’anno della tecnologiada indossare. Continuerà la feb-bre per i tablet e gli smartphonecon guerra dei prezzi. La Cina sorpasserà gli Usa.

CON ARTICOLI DI SOTTOCORONATORELLI E TRIULZI ALLE PAGINE

15, 16 E 17

DI PAOLO OTTOLINA

Chrysler I veri piani di MarchionneLa leadership si decide in America

Detroit Da oggi fino al 26 gennaio il North American Show

CONTINUA A PAGINA 10

Page 2: Corriere economia

2 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

La stanza dei bottoni a cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa

Monti, addio Tasi: il Professore vola a LondraChicco Testa fa Winston Churchill. E Romiti cerca manager che sappiano il cinese

Alle bizze di Palazzo,dove la sua Scelta ci-vica sta combatten-

do la battaglia contro la Ta-si, Mario Monti preferisceil più familiare ambientelondinese della Alumni-Bocconi. L’associazione de-gli ex bocconiani di stanza aLondra, guidata dal capo diBlackrock Stefano Donati,ha deciso di inaugurare ilnuovo anno organizzandouna cena di gala con l’expremier, oggi presidentedell’ateneo milanese, ospited’onore. I tavoli (prezzi po-

polari per gli ospiti: da 55 fino a 140 sterline a testaper chi deve rinnovarel’iscrizione al club) sonoandati tutti esauriti. Ad ac-cogliere questa sera Montial Royal Academy of ArtsRestaurant, che ospiterà ilgala, ci saranno il suo consi-gliere diplomatico ai tempidi Palazzo Chigi, PasqualeTerracciano, «promosso» nel frattempo ambasciatorenel Regno Unito, e un centi-naio di ex alunni ai quali èstata riservata anche unasessione post prandiale di

Q&A con l’ex primo mini-stro.

***Il Professore non è tutta-

via il solo nel suo partito acoltivare interessi lontanodai Palazzi. Mercoledì sera,al Teatro Parioli di Roma,l’ex sostituto procuratore edeputato di Sc, nonché que-store della Camera, StefanoDambruoso, insieme alsuo capogruppo a Monteci-torio, Andrea Romano,porteranno in scena «Col-pevole o innocente?», il ci-clo di processi ai personag-

gi storici ideato dall’asso-ciazione culturale Prospec-tus, che dopo aver messoalla sbarra a Milano Gali-leo Galilei e Ippocrate,sbarca a Roma per occupar-si di Sir Winston Chur-chill, impersonato per l’oc-casione dal manager «ver-de» Chicco Testa. Dam-bruoso sarà presidentedella Corte, Romano il di-fensore e il giudice del Tarcampano, Sergio Zeuli in-terpreterà l’accusa. Testi-moni d’eccezione: la giorna-lista Myrta Merlino e la«banchiera del Papa»,Francesca ImmacolataChaouqui.

***L’appuntamento è per il

15 gennaio in Assolombar-da per il quarto «Careerday» organizzato dalla Fon-

dazione Italia-Cina presie-duta da Cesare Romiti perfavorire l’incontro tra leaziende italiane che voglio-no sfondare in Asia e giova-ni laureati cinesi e non. Ilmercato cinese non è più ilBengodi di qualche anno fae di conseguenza la qualifi-cazione del personale è de-cisiva per competere con glialtri Paesi europei esporta-tori, in primo luogo i fran-cesi. Avere alle proprie di-pendenze un giovane ma-nager bilingue (cinese e ita-l i a n o ) p u ò f a r e l adifferenza. Tra le aziendepiù affezionate ai Careerday ci sono Max Mara, Vi-bram ed Elica ma quest’an-no ci saranno tre importan-ti new entry: Technogym,Ferragamo e Bialetti.

© R PRODUZ ONE RISERVATA

Volti Mario Monti. A sini-stra: Francesca Chaouqui e (in basso) Chicco Testa

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No, non ci sarà nessunabolla tech. E quelli cheinvece la danno perimmediata «non san-

no di cosa stanno parlando». In-tervistato dal Wall Street Jour-nal Marc Andreessen, guru del Web e venture capitalist del set-tore tech, non ha dubbi: lo sbarcoin Borsa delle aziende legate aInternet e ai social non ha nientea che vedere con la bolla del2000. Di analisi (e rassicurazio-ni) però ce n’è bisogno, perché inumeri raccontano un’altra sto-ria. Secondo la società di analisiBirinyi Associates, che ha messoin fila tutte le Ipo del settore dal1997 ad oggi, il 2013 è stato l’an-no d’oro per le aziende internet esocial in Borsa: ben 26 si sonoquotate (per un valore totale di5,39 miliardi di dollari), segnan-do un picco rispetto agli anniprecedenti. Il core-business? A360 gradi: si occupano di ecom-merce ma anche di advertisingonline, cloud, cyber sicurezza,pagamenti online, mobile, solu-zioni per web hosting e creazio-ne siti.

ParagoniNel 2012 le Ipo erano state so-

lo 17, ma lo sbarco a Wall Streetdi Facebook (che da solo valeva 5miliardi) aveva portato il totaledegli investimenti a 18,3 miliardidi dollari. Una cifra monstre, so-prattutto se comparata a quelle di una decina di anni fa: nel 1999si quotarono 188 società per untotale di 15,86 miliardi, nel 2000invece le 89 aziende diventatepubbliche raggiunsero comples-sivamente 9,58 miliardi.

«Le bolle sono fenomeni spe-cifici legati alla psicologia dimassa. Ora non c’è nulla del ge-nere: stiamo parlando di un nu-mero di aziende piuttosto picco-lo», analizza Andreessen. Picco-lo ma remunerativo: ad aver in-vestito in tutte le 26 aziendequotatesi nel 2013 si sarebbe

guadagnato un buon 77,84% se-condo i calcoli del Birinyi Asso-ciates. La più interessante, conun ritorno sugli investimenti chesu base annuale dovrebbe arri-vare a sfiorare il 230%, è quelladi Qiwi, società che si occupa dipagamenti virtuali. Pure Twitter,che al debutto sui listini avevafatto tremare gli investitori, do-vrebbe reggere: ci si aspetta un+133% sugli investimenti in 12mesi. Ma, al di là delle proiezionia lungo termine, già le prime set-timane fanno ben sperare: in unmese il valore delle azioni è salitodel 72,88% e a inizio gennaio dai26 dollari iniziali sono arrivate asuperare i 60 per poi scendereun po’. Performance simili le

hanno registrate anche FireEye,società che si occupa di cyber si-curezza (da 20 a 60 dollari per azione in 4 mesi), RocketFuel,azienda di digital advertising (da29 a 59 dollari per azione in 4mesi), la piattaforma di cloudMarketo (da 13 a 41 dollari perazione in 7 mesi), i due siti cinesi58.com (da 17 a 40 dollari in duemesi) e Autohome (da 17 a 32dollari in un mese).

Stando alle proiezioni di Bi-rinyi, ben 10 società su 26 po-trebbero far raddoppiare gli in-vestimenti degli azionisti nel gi-ro di un anno, mentre un altrogruppetto di sette dovrebbe rea-lizzare crescite dal 67% al 99%.Chi ha puntato sulle società sba-gliate subirà perdite importanti:Tremor Video, la peggiore, do-vrebbe segnare un -46,40% in unanno. Le altre tre che arrancano(Marin Software, YuMe, Li-ghtInTheBox) invece scendonorispettivamente del 26,50%, del15,56 e dell’11,47%.

Prospettive Insomma, un settore da tene-

re d’occhio. Soprattutto perchépure nel 2014 ci si aspetta il de-butto di una serie di matricole dirazza. Per esempio la cinese Ali-baba, colosso dell’ecommerceche non solo è in corsa per diven-tare la leader mondiale del retail(dovrebbe scalzare WalMart dalprimo posto entro il 2016) ma hapure messo un piede nel settoresocial alleandosi con Sina, ilTwitter cinese. Da mesi si preve-de il suo sbarco in Borsa e i detta-gli dell’Ipo sono da urlo, con unavalutazione che potrebbe arriva-re fino a 100 miliardi di dollari.La Cina ed i suoi colossi sarebbe-ro così al centro dell’attenzione,ma già osservando la lista delle Ipo del 2013 le società asiatichebalzano all’occhio: su 26 ben ottonon sono americane, e di questesei sono cinesi (poi ce n’è unaisraeliana e una francese).

Tra le Ipo a stelle e strisce inarrivo nel 2014, invece, ci potreb-bero essere Dropbox, Box, Ever-note (tutte e tre si occupano diarchiviazione e condivisione difile) e Pinterest, il social basatosulle immagini. Nei prossimimesi, inoltre, potrebbe muovere iprimi passi a Wall Street ancheSquare, la startup per i paga-menti via smartphone del fonda-tore di Twitter Jack Dorsey. Mac’è chi guarda con interesse purea Uber (servizio di trasporto pri-vato), Shazam (app che ricono-sce brani musicali), Spotify (ra-dio online personalizzata). Chis-sà che, dietro al rifiuto di Evan Sp i e gel d i ve n d e re l a s u aSnapchat a Facebook, non ci siail progetto di un imminente esor-dio in Borsa dell’app di messag-gistica. Per quanto riguarda i vi-deogiochi in lizza per la quota-zione ci sarebbero due grandinomi: da un lato la britannicaKing (che ha firmato Candy Cru-sh Saga) dall’altro i finlandesi diRovio (inventori degli uccelliniarrabbiati di Angry Birds).

© R PRODUZIONE RISERVATA

L’ultimo boomLe matricole internet che si sono quotatea Wall Street nei vari anni

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Le debuttantidel 2013

ChannelAdvisor, LightInTheBox,RetailMeNot, Zulily, 500.com

Marin Software, YuMe,Rocket Fuel, Criteo

58.com, Autohome

Twitter

Tremor Video

Textura

RingCentral

FireEye, Barracuda Networks

Mavenir Systems, Sungy Mobile

Xoom, Qiwi

Ecommerce,couponing, retail

Advertisingonline e digitale

Portali

Social

Video

Servizi per industria online

Servizi telefonici

Soluzioni per web hostinge creazione siti

Protezione e cyber sicurezza

Mobile (infrastrutture e prodotti)

Pagamenti online

Cloud Marketo, Cvent

Endurance international,Wix.com

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188 record

18.282 recordLa nuovacaricaEcommerce Alibaba

Social Pinterest

Cloud Dropbox, Evernote, Box

Giochi King, Rovio

Musica Spotify, Shazam

Trasporti Uber

Pagamenti via smartphone Square

Messaggistica Snapchat

Le matricole previste per il 2014

77,84%Il guadagno medio

in 12 mesidi quotazioni.Solo in 4 sono

in negativo

Trend Nel 2013 hanno guadagnato il 77%. E se scoppia la bolla?

Internet Alibaba guidala corsa delle matricoleWall Street diventa hi-techIl sito cinese di ecommerce vale da solo 100 miliardiIn lizza nel 2014 Pinterest e i dolcetti di Candy CrushDI GRETA SCLAUNICH

In due anni debutti per 24 miliardi. Sempre più matricole dall’Asia

IMPRESE & FINANZAUomini, storiee strategie

Page 3: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 3

IMPRESE & FINANZALa storia

Uomini, storiee strategie

High-tech Il social compie dieci anni e si comporta come un big quotato: insegue i profitti

Facebook Una rivincita (m0bile )Zuckerberg sorprende e cresce grazie alla pubblicità su tablet e cellulari Così il titolo è risalito del 200% dai minimi. Ma i giovani lo amano ancora?DI MARIA TERESA COMETTO

«I’m Ceo, Bitch!», dichia-rava il ventenne MarkZuckerberg sul bigliet-to da visita della sua

neonata azienda (in italiano suone-rebbe «Sono il Capo, Scemo!»). Era ilsuo modo goliardico di prendere ingiro il tradizionale mondo del busi-ness e mostrarsi lontano da WallStreet. «Facebook non é stata creataoriginariamente come un’azienda»,insisteva il giovanissimo ceo (chiefexecutive officer o amministratoredelegato) parlando ai potenziali inve-stitori. Ma dieci anni dopo il lancio del suo social network – avvenuto il 4febbraio 2004 dal dormitorio di Har-vard, la prestigiosa università dove studiava Informatica e Psicologia –Zuckerberg é diventato un vero ceo,impegnato non solo a perseguire isuoi ideali (come Internet accessibilein tutto il mondo), ma anche al fattu-rato e ai profitti della sua azienda. Ese il 29 gennaio, quando annuncerà irisultati 2013, soddisferà o addirittu-ra supererà le aspettative degli anali-sti, Wall Street lo incoronerà come ilmiglior ceo nel settore tecnologico dell’ultimo anno, nonostante non ab-bia ancora 30 anni (li compirà il pros-simo 14 maggio).

AtteseLe attese del mercato sono per un

balzo all’insù di oltre il 40% del fattu-rato, dai 5 miliardi di dollari del 2012a 7 miliardi; e per un raddoppio deiprofitti nel quarto trimestre rispettoallo stesso periodo di un anno fa. Larisalita delle quotazioni di Facebookdai minimi toccati dopo l’Ipo (Initialpublic offering, offerta pubblica ini-ziale) del maggio 2012 ha già antici-pato le buone notizie: scese a 22 dol-lari lo scorso giugno dai 38 dollaridel prezzo iniziale, le azioni sono oraquasi a 60 dollari. E con una capita-lizzazione di Borsa di 144 miliardi didollari, la fortuna personale di Zuc-kerberg oggi vale attorno ai 20 mi-liardi.

Gran parte della crescita dell’ulti-mo anno è dovuta alla svolta impres-sa a Facebook da Zuckerberg dopo ilflop dell’Ipo: il baby ceo si era resoconto allora di non potersene infi-schiare delle aspettative e delle rea-zioni degli investitori, perché – comeha raccontato il Wall Street Journalin un recente lungo articolo – le azio-ni svalutate deprimevano anchel’umore degli ingegneri e dei pro-grammatori di Facebook pagati conle stock option. E Zuckerberg ha capi-to inoltre di doversi rapidamente

adattare al cambiamento di uso delsocial network da parte dei suoi uten-ti, sempre più spesso connessi nonpiù da un desktop ma da uno smar-tphone.

La priorità del ceo è diventata cosìfar soldi, davvero; e per raggiungerel’obbiettivo il mezzo individuato sonostate le inserzioni pubblicitarie inte-grate nelle news degli amici, viste so-prattutto sul piccolo schermo. Mobi-litati i suoi più fidi collaboratori – inparticolare l’ingegnere Andrew“Boz” Bosworth, suo ex insegnantead Harvard — la nuova strategia hafunzionato. Almeno 3 miliardi di dol-lari del fatturato 2013 dovrebbero ve-nire dalla pubblicità su apparecchimobili, secondo le stime degli anali-sti, e questo senza aver infastiditotroppo gli utenti, dicono i 35 milasondaggi quotidiani che Facebook re-alizza fra i suoi seguaci.

Ma Zuckerberg non può dormiresugli allori e le sfide che ha di frontesono molteplici. Per continuare ad at-tirare gli investimenti pubblicitari de-ve mostrare che il suo social network

è sempre il più usato e amato al mon-do: aver raggiunto 1,2 miliardi diutenti non basta, se i giovani comin-ciano a non ritenerlo più cool (di mo-da) e a cercare qualcosa di nuovo, co-me il responsabile finanziario di Fa-cebook David Ebersman ha lasciatointendere lo scorso ottobre commen-tando i risultati del terzo trimestre. Eaver cercato (invano) di comprareper ben 3 miliardi di dollari Snapchat– l’applicazione per scambiarsi fotoche scompaiono in pochi secondi, ul-tra popolare fra i giovanissimi – con-ferma la preoccupazione di Zucker-berg di non perdere l’amicizia delle nuove generazioni.

RispostaUna r isposta di Facebook a

Snapchat è il nuovo servizio di mes-saggi di Instagram, la app per condi-videre foto comprata nel 2012 e cre-sciuta fino a 150 milioni di utenti atti-vi al mese; ma probabilmente dovràinventare qualcos’altro di nuovo pertenere il passo con la concorrenza.Altro problema caldo è quello della

privacy. Zuckerberg ha ammassatouna quantità enorme di informazionisui suoi utenti e lo scandalo del data-gate ha rivelato quanto la loro riser-vatezza sia relativa, a causa del pro-gramma di sorveglianza dell’agenziaamericana per la sicurezza (Nsa). Daagosto Facebook pubblica un Rap-porto sulla trasparenza in cui dichia-ra quante richieste di dati sugli utentiriceve dalla Nsa, sperando così dimantenere la fiducia del pubblico ecercando di opporsi agli eccessi di in-trusioni governative.

Il lato positivo della massa di in-formazioni accumulate sul social è lapossibilità di usarle da parte deglistessi utenti attraverso il motore di ri-cerca interno Graph search, peresempio per trovare un certo risto-rante che piace agli amici. È disponi-bile per ora solo sul pc, ma dovrebbeessere presto lanciato anche sugli ap-parecchi mobili e, secondo Masha-ble, potrebbe diventare la novità piùinteressante del 2014.

@mtcometto© RIPRODUZIONE RISERVATA

La più grossa

Fonte: Birinyi Associates

Jonathan LuChief Executive Officer,Alibaba Group

La più rischiosa

Tremor Video

La più promettente

pagamenti online

piattaforma video online

Sigla: TWTRIpo: 1,82 miliardi di dollari(novembre 2013)Prezzo iniziale azioni: 26 dollariPrezzo attuale: 57,20 dollari Differenza: +120%

Sigla: TRMRIpo: 75 milioni di dollari(giugno 2013)Prezzo iniziale azioni: 10 dollariPrezzo attuale: 5,09 dollari Differenza: -49,1%

Sigla: QIWIIpo: 229,6 milioni di dollari(maggio 2013)Prezzo iniziale azioni: 17 dollariPrezzo attuale: 54,11 dollari Differenza: +218%

TremorVideoLa società

è stata bocciatada Wall Street

Qiwi

Twitter

Alibaba(Cina, 1999)

colosso ecommerce,la valutazione

potrebbe arrivarefino a 100 miliardi

di dollari

Dick CostoloChief Executive Officer,

Twitter

Twitter(Usa, 2006)

social da 140 caratteri,ha superato a fine 2013

i 200 milioni di utentiattivi mensili

Bill Day

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1 4 4Miliardi di dollari

la capitalizzazionedi Borsa

di Facebook

Gli utenti attiviDati in miliardi

I ricavi

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Dati in miliardi di dollari

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II trim. III trim. IV trim. I trim.2013

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Mark Zuckerberg,29 anni, ceo di Facebook

il suo patrimonio personale

vale 20 miliardi di dollari;

nel 2013 è stato il numero1

nella classifica dei filantropi

americani con 1 miliardodi dollari dati in beneficenza

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Page 4: Corriere economia

4 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Il mercato delle quattro ruoteItalia & America

Industria

Strategie Dopo l’accordo tutte le sfide pratiche della fusione. L’Italia nelle vendite pesa meno del 10%

Fiat Chrysler Promossa in finanzaIndustria e modelli i test decisivi Parte dal Salone di Detroit il cammino del gruppo. Investimenti per 9 miliardiLe sfide di Marchionne: il rilancio Alfa, la forza di Jeep e Dodge. La partita BrasileDI DANIELE SPARISCI

LA RIPRESA Le vendite di auto negli Usa, in milioni

Dicembre

Da inizio anno

2013

1,360

15,594

2012

1,356

14,492

Var. %

0,3%

7,6%

LA CLASSIFICA

GM

Ford

Toyota

Chrysler

Honda

Hyundai Gr.*

Nissan

VW Group

Subaru

* Inclusa Kia

DA TORINO A DETROIT

* Incluse Comau, Teksid, Marelli oltre a Ferrari e Maserati** Occupati al 30 settembre 2013

Ricavi netti (mld)

Risultato operativo (mld)

Risultato netto (mld)

Auto vendute (mln)

Dipendenti

20

-0,979

-2

1,778

46.531

Fiat2003

88

3,5 - 3,8

0,9 - 1,2

4,4

214.836**

Fiat-Chrysler2013*

Fonte: elaborazione CorrierEconomia

2.768.078

2.493.918

2.236.042

1.800.368

1.525.312

1.255.962

1.248.420

611.512

424.683

2.595.717

2.250.165

2.082.504

1.651.787

1.422.785

1.260.606

1 141.656

615.321

336.441

7,3%

10,8%

7,4%

8,9%

7,2%

0,0%

9,4%

-0,6%

26,2%

2013 2012 Var. %

1 La mappa

Èun giocatore ma diconoche ami il rischio calcola-to. Non l’azzardo. SergioMarchionne davanti a un

tavolo con le carte in mano e unavalanga di fiche a forma di mac-chinina è il ritratto che il FinancialTimes gli dedica a pochi giornidall’accordo con Veba. Instancabi-le negoziatore, attento ai minimidettagli, capace di condurre l’ulti-ma e decisiva partita con il sinda-cato americano in un resort dellaFlorida pochi giorni prima dellafine dell’anno. Quando anche gliamericani «staccavano» la spina,mentre lui no. Continuava a lavo-rare a «quel sogno» che coltivavada quattro anni e mezzo come hascritto ai 300 mila dipendenti delgruppo all’indomani dell’annun-cio.

SognoOra il «sogno» si è realizzato,

ma le sfide sono tutt’altro che fini-te. Anzi, come fa notare il quoti-diano finanziario britannico chepure non gli risparmia critiche, ilcammino di Fiat-Chrysler entra inuna nuova fase, forse la più delica-ta. Gli investimenti sui nuovi pro-dotti e sulle fabbriche (si parla di 9miliardi), il rilancio dell’Alfa Ro-meo, il «polo del lusso» in Italia,l’espansione sul mercato cinesedove il gruppo è indietro rispettoalla concorrenza, la ripartenza del-le vendite in Europa che gli anali-sti danno per sicura quest’anno.Tutti tasselli di una «road map»che inizia da Detroit: qui Mar-chionne è atteso all’apertura delNorth American Show (al via og-gi), la più importante vetrina perl’industria americana e non solo. Èla prima uscita pubblica dopo l’in-tesa con Veba nel palcoscenico di«casa». Perché numeri alla manoemerge tutto il peso della Chryslernella nuova società che prenderà forma dopo la fusione. A livello divendite l’Italia conta meno del10% sul totale, 4,4 milioni di unitàcirca che valgono il settimo postonella classifica mondiale dei pro-duttori automobilistici.

KlondikeIl grosso dei profitti arriva dagli

Stati Uniti. L’economia si è rimessain moto, le immatricolazioni sonotornate quasi ai livelli pre-crisi su-perando quota 15,6 milioni. Chry-sler ha agganciato la ripresa regi-strando quarantacinque mesi con-secutivi di crescita. Se in Europa leconsegne di Fiat sono destinate asuperare le 700 mila unità — i daticomplessivi sul 2013 si conosce-ranno il 16 gennaio — dall’altraparte dell’Atlantico la bilancia se-gna un milione e 800 mila veicoli,il 9% in più dell’anno precedente.

Ma a leggere i dati emergonoalcune indicazioni importanti: la forza della Chrysler deriva in largaparte dal formidabile contributodei marchi Ram, Jeep e Dodge. Inparticolare Dodge conta per quasi600 mila pezzi, cioè un terzo del totale delle immatricolazioni.

Insomma i mezzi di taglia XXL,suv e pick-up, vanno molto megliodelle automobili, come conferma-no ancora una volta i numeri: 1,24milioni per i primi, 551 mila circaper le seconde. Ecco perché a De-troit considerano fondamentale illancio della nuova Chrysler 200che sarà presentata al Salone diDetroit. Il brand capofila ha chiu-so il 2013 con una contrazione del2% per un totale di 302.492 pezzi.

Fra i critici c’è chi sottolinea leperformance negative di Fiat(-1%), legate al crollo di venditedella 500 (-18%). Compensato so-lo parzialmente dallo sbarco della500L che ha raccolto 7.402 clienti.A conferma che commercializzarevetture piccole oltreoceano è im-presa difficile. Discorso inverso

per la Jeep: il marchio off-road hastabilito un nuovo record storicoconsegnando 731.565 macchine intutto il mondo. Un risultato anco-ra più incoraggiante se si conside-rano alcune difficoltà. Il ritardonel lancio della nuova Cherokee— per un problema, poi risolto, di

messa a punto del cambio — hapesato sui conti del terzo trimestree lasciato a secco i concessionari.La Jeep è uno dei pilastri del grup-po: Marchionne lo considera unodei brand globali insieme ad AlfaRomeo. Quest’anno partirà la pro-duzione in Cina per il mercato lo-

cale e in Italia a Melfi.

Spine europeeLa crisi ha colpito durissimo,

non solo la Fiat ma tutti i costrut-tori generalisti tranne la Volkswa-gen. Il Lingotto ha perso quote dimercato finendo dietro a Bmw, al

settimo posto. I conti continuano aessere in rosso, il piano industrialeatteso per aprile farà luce anchesulle strategie continentali. Dauna parte il lusso di Alfa e Masera-ti, dall’altro il marchio Fiat alleprese con una trasformazione:prodotti a valore aggiunto derivatida Panda e Cinquecento. Perché,secondo lo stesso Marchionne,non ha più senso competere in al-tri settori dove si guadagna po-chissimo.

BrasileIn Sud America l’anno che si è

appena aperto è cruciale. Entreràin funzione la seconda fabbricabrasiliana, quella di Pernambucocon una capacità produttiva di 250mila veicoli l’anno. A dirigerla èStefan Ketter, uno dei manager al-l’interno del Gec, il consiglio stra-tegico del gruppo. La Fiat dovràdifendere un primato che in Brasi-le dura da dodici anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 La battaglia nell’alto di gamma

Il lusso parla solo tedesco: numeri record per Audi, Bmw, Mercedes e Porsche

T empo di bilanci, di classifiche e di previsioniper i produttori del lusso «made in Ger-

many». Non sarà facile ripetere una stagione co-me quella appena passata per Audi, Bmw e Mer-cedes. Tutte e tre hanno registrato record di ven-dite assoluti. A Ingolstadt, quartiere generale del-la Casa degli anelli, hanno sfiorato il milione e600 mila pezzi (1,57 per la precisione) grazie alleperformance della Cina (+21%) e degli Stati Uniti

(+13,5%). Mercedes è cresciuta complessiva-mente del 10,7% con un milione e 462 mila im-matricolazioni. La domanda di vetture compatte della famiglia della Classe A e B è schizzata del 64%. Sul gradino più alto del podio si piazzeràBmw, che non ha ancora reso noti i dati per il2013. Le previsioni parlano di un milione e 770mila pezzi (inclusi i marchi Mini e Rolls-Royce), numeri enormi per un costruttore «premium». E

che dire della Porsche? Ha chiuso il 2013 con piùdi 162 mila vetture. È già considerato il marchiopiù redditizio al mondo, con margini superiori al20% e quest’anno potrebbe tagliare il traguardodelle 200 mila unità con l’arrivo del suv compattoMacan. Con quattro anni di anticipo rispetto aipiani. Ed è stato un anno d’oro anche per la Rolls-Royce —3.630 macchine- che presto potrebbeaggiungere benzina con un inedito suv.

L’analisi

I Btp, le banche e i veri conti del nostro debitoEcco perché la discesa dello spread è un’ultima occasione da non sprecare

Il nuovo anno ci haportato uno spreadsotto i 200 punti base

ma, ancor più importan-te, tassi sui Btp decen-nali sotto il 4%. In termi-ni reali in realtà siamo inlinea con le medie delpassato: anzi con un’in-flazione ormai prossimaallo zero ci sarebbe spa-zio ancora per qualchelimatura dei tassi nomi-nali rispetto all’attuale3,9%.

Le conseguenze sonotutte positive per l’au-

spicato e tanto sospiratorimbalzo dell’economiaitaliana, che a molti pareormai un miraggio. Losono ovviamente ancorpiù per i conti pubblici:ma solo se si sfrutteràquesta — probabilmen-te ultima — occasioneper ridurre l’esorbitantedebito pubblico e caricofiscale e non per trasfe-rire, ancora una volta, aspesa pubblica i risparmiche ne derivano.

Il costo medio per ilTesoro attualmente pari

al 4,2% è quindi desti-nato nei prossimi mesi acalare, tenendo peròconto che la vita mediaresidua dei titoli pubbliciè leggermente superioreai sei anni e quindi il calosarà necessariamentelimitato e graduale.

Ma c’è un altro gran-dissimo beneficio su cuisi focalizza meno l’at-tenzione: la crescita divalore dei Btp in porta-foglio alle banche ed aiprivati nell’ultimo anno.Il cosiddetto fenomeno

della «balcanizzazione»dei debiti pubblici del-l’eurozona, che ha ri-guardato in modo parti-colare il debito italiano,ha portato la quota inmano agli investitoriesteri, pari al 44% a fine2010, all’attuale 34%.Ciò significa che supera-ta la fase più critica cheha messo a serio rischiola stabilità del sistemabancario italiano alla fi-ne del 2011, il calo deitassi r iscontrato nel2013 è andato soprat-

tutto a vantaggio deglioperatori domestici chene detengono oltre dueterzi. Se si pensa che ilsistema bancario nazio-nale ha attualmente inportafoglio oltre 200 mi-liardi solamente di Btpquesto comporta che ilmaggior valore in porta-foglio in un solo anno siconti in molti miliardi dieuro. Questo rende me-no amara la pillola rap-presentata per le banchedai debiti in sofferenza:rispetto alla f ine del

2009 sia i debiti inca-gliati che quelli inesigibilisono infatti quadrupli-cati in termini relativi.Questo quadro per for-tuna negli ultimi mesi siè stabilizzato.

La maggiore rilassa-tezza sul fronte dei bi-lanci grazie alle plusva-lenze implicite sui bondpuò far sperare nel 2014in un atteggiamentomeno apprensivo sulcredito alle imprese esulla concessione deimutui alle famiglie. Ma il

tutto resta assai precarioe quindi è sempre piùnecessario evitare ditrasformare questo divi-dendo per il sistema Ita-lia in una nuova fonte dicrisi e di volatilità.

Quando si pensa coninsensata leggerezza ascenari che prevedonol’abbandono dell’euro sidovrebbe anche ricor-dare che vent’anni fa,con un debito di entitàpari al 45% e di duratamedia pari alla metàdell’attuale, il Tesoro pa-gava qualche miliardo inpiù di interessi rispetto aquelli che paga attual-mente. Basterebbe que-sto dato per dire che tor-nare indietro sarebbefolle.

© R PRODUZ ONE RISERVATA

di CARLO MARIA PINARDI

Famiglia John Elkann, presidente del gruppo torinese

Page 5: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 5

Il mercato delle quattro ruoteLa grande kermesse di Detroit

Industria

LE VENDITE

DI FIAT-CHRYSLER

Il consuntivo 2013

* Primi 11 mesi e compresa Italia

S. A

valtr

oni

ITALIA

374.

217

Usa

1.80

0.36

8

Europa

673.

634*

Brasile

762.

950

Trend Nel 2013 lo zio Sam ha immatricolato 15,6 milioni di auto, con una crescita del 7,6% e un boom di interesse

Usa Addio crisi, la sfida è tutta a stelle e strisceDa GM a Fiat Chrysler, da Ford ad Audi, da Lexus al lusso delle europee Mercedes e Bmw: i piani dell’industria negli States che ora amano non solo i suv ma anche le «500» e le Mini DI BIANCA CARRETTO

Sono passati solo quat-tro anni dall’epoca incui sembrava che l’in-dustria americana del-

l’automobile fosse spacciata. Il2013 si è chiuso con 15,6 milio-ni di vetture immatricolate, il7,6% in più rispetto all’annopassato. Anche le ultime trac-ce di recessione sono alle spal-le, General Motors ha visto lesue vendite progredire del7,3% grazie al lancio di 18 mo-delli, alcuni assolutamentenuovi, altri rivisitati, Ford èaddirittura cresciuta del10,8%, il miglior dato dal 2006:il suo pick-up F-150 è il veicolopiù venduto negli Stati Unitiper il 32° anno consecutivo,con le consegne salite del 18%.

Ma è sul fronte sportivo cheil marchio dell’Ovale Blu pun-ta per continuare a destarel’attenzione. Ad esempio conla mitica Mustang che, natanel 1964, indica come un’iconapossa rimanere se stessa pursubendo una profonda evolu-zione in campo tecnologico.

SfilataPer Chrysler la storia è an-

cora diversa, quattro anni diintegrazione con l’italianaFiat, «avvenuti sul campo»come hanno scritto il presi-

dente John Elkann e l’ammini-stratore delegato Sergio Mar-chionne ai dipendenti, dopol’acquisizione del 100% delleazioni del costruttore ameri-cano da parte di Fiat.

Sono state consegnate 1,8milioni di Chrysler, il 9% inpiù rispetto al 2012, con lanuova Jeep Cherokee che insoli due mesi ha venduto oltre25 mila pezzi, la prima vetturaa vocazione mondiale delgruppo, attualmente prodottaa Toledo, potrebbe essere co-struita anche in Cina dal pros-simo anno.

Al Salone di Detroit, dal 13al 26 gennaio, viene presenta-ta la berlina Chrysler 200 che,però, non verrà esportata inEuropa, pur dimostrandosi dicarattere e qualità compatibilicon il nostro Continente. I co-struttori stranieri hanno otte-nuti risultati variegati sullostrategico mercato americano.Toyota, con 2,2milioni di vei-coli, presenta un più 7%, Nis-san, ancora meglio, un più9,4%, Volkswagen è stata inve-ce penalizzata dalla ristruttu-razione in corso della sua filia-le americana, per cui ha subitouna flessione del 7%.

Gli analisti prevedono un2014 ancora più favorevole: levendite potrebbero superare i16 milioni di veicoli, ma la pas-

sione degli americani per l’au-tomobile passa attraversonormative che prevedono unacostante riduzione dei consu-mi, legata alla contemporaneadiminuzione dei volumi e deipesi dei veicoli.

Negli Stati Uniti si riscontraormai una rivoluzione cultu-rale nel rapporto tra l’uomo ela macchina, anche le strade,pur conservando per noi euro-pei, dimensioni dilatate, han-no cambiato aspetto, princi-palmente nelle grandi città. Ilpossesso di una vettura di duetonnellate, con motore da 5mila cc, non è più la dimostra-zione di uno status symbol.

Nel 2020 Ford aspira a sfio-rare il 70% delle sue venditecon auto che montano propul-sori a 4 cilindri. Una tendenza

che dimostra il cambiamentoavvenuto in una società più re-sponsabile, attenta ai risvoltiecologici ed economici. Esisteormai un’America che amacircolare con la piccola Fiat500. Rimangono intoccabili,comunque, i grossi pick-up egli imponenti suv, le auto per illavoro e per la famiglia, consi-derando le distanze dell’im-menso Paese.

LussoTra i marchi del lusso Mer-

cedes ha battuto, nel 2013, la sua storica rivale Bmw per3.248 unità, immatricolandoquasi 313 mila veicoli, il 14% inpiù rispetto all’anno preceden-te, primato che aveva personel 2000. Grande merito diquesta escalation del brand

della Stella va al successo dellanuova CLA, che è arrivata acirca 15 mila pezzi, affiancatadal gradimento per la Classe Sed E e all’accresciuto migliora-mento della soddisfazione deiclienti. Il capo di MercedesBenz Usa, Steve Cannon, hagià dichiarato che i prossimimodelli in arrivo permette-ranno di conservare questaposizione di testa anche nel2014. Da parte sua Bmw recri-mina la poca disponibilità diX5 come causa del sorpasso,ma conta sull’arrivo della vet-tura elettrica i3, della nuovacabrio serie 2 e del crossoverX4, per rimontare.

ProiezioniLexus, il marchio alto di

gamma di Toyota, si è classifi-

cato al terzo posto , dopo esse-re stato, sino al 2011, per undi-ci anni consecutivi, al primo.Audi lancia la sua sfida pun-tando tutto sui motori dieselche pur essendo ideali per isuv, non hanno mai conqui-stato il cuore degli americani.Un concept di un suv compat-to è esposto al Salone di De-troit con la sigla Q1, linee tesee sportive, in stile coupé, do-vrebbe sviluppare questa scel-ta. Ma il 2014 è l’anno di Mini(ha venduto, nel 2013, in Usacirca 66 mila pezzi ) che inizie-rà la commercializzazione del-la sua terza generazione.

Chi invece può vantarsi diun successo raramente regi-strato in campo automobilisti-co è Maserati, che a dicembreha visto le sue vendite più chetriplicate negli Stati Uniti, ilsecondo mercato del mondo,dopo la Cina. Il brand del Tri-dente ha venduto 1.053 veicoli,con una crescita del 216,2%.Con le nuove Quattroporte eGhibli, costruite nello stabili-mento torinese di Grugliasco,ha registrato un aumento,sempre negli Usa, del 74,7%con 4.768 veicoli. Anche per laFerrari un 2013 positivo, 180vetture consegnate a dicem-bre (+5,9%), 2.053 nell’interoanno (+8,6%).

© R PRODUZIONE R SERVATA

Ford Alan Mulally

General Motors Mary Barra

Fiat ChryslerSergio Marchionne

Page 6: Corriere economia

6 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Verso l’Unione Bancaria La maggior severità richiesta agli istituti potrebbe accelerare la tendenza verso un altro «credit crunch»

Basilea 3 Come far arrivare i soldi alle impreseI vincoli per il credito e la «zona franca» per le Pmi. Ma Draghi avverte: nuova liquidità solo se verrà investitaDI STEFANIA TAMBURELLO

Che il problema del credito, omeglio del non credito, alleimprese sia prioritario nonlo segnalano solo i dati della

Banca d’Italia che hanno registrato uncrollo del 6% dei prestiti in novembre.Lo dicono, e non da ora, le autoritàmonetarie a Roma come a Bruxelles ea Francoforte. Il presidente della Bce,Mario Draghi, in particolare, lo hasottolineato nel suo intervento del 16dicembre scorso al Parlamento euro-peo spiegando che le misure anchenon convenzionali prese dalla Bce edin particolare le decisioni sui tassi diinteresse «hanno affrontato le distor-sioni, alleviato pressione sui finanzia-menti delle aziende non finanziarie eaiutato le piccole e medie imprese».Quelle imprese che in Italia, avevasottolineato in un intervento prece-dente, ricevono finanziamenti «trop-po pochi» e «troppo cari».

Relazione deboleLa Banca centrale europea in realtà

dopo l’abbondante immissione di li-quidità alle banche con le due opera-zioni di Ltro tra fine 2011 e inizio 2012,poco ha potuto fare per deviare i suoiprestiti verso l’economia, un compitoquesto, quello di fare prestiti, che – haspiegato ancora Draghi – attiene allescelte del singolo intermediario. Gio-vedì scorso, poi, nella prima conferen-za stampa del 2014 il numero uno del-la Banca centrale europea è tornato arassicurare su nuove misure espansi-ve della Banca centrale semmai ce nefosse bisogno. Ed in precedenza avevadetto che una possibile nuova opera-zione di iniezione di liquidità sarà fat-ta solo a fronte di un impegno ad im-piegare i fondi nell’economia reale.

L’obiettivo non è facile perché con-tro l’espansione dei prestiti giocano lacrisi che non è finita, ed i cui effettipersistono soprattutto in Italia non-

ché, assieme, le stesse misure anticrisicome le nuove regole di Basilea 3 chepuntano a rafforzare i patrimoni dellebanche ma che proprio per questo de-terminano una riduzione delle risorsedisponibili per il credito all’economia.

Il nuovo accordo internazionale,denominato appunto Basilea 3, è en-trato in vigore il primo gennaio anchese si può dire che il mercato abbia giàscontato, favorendone l’anticipata ap-plicazione, le nuove regole. Le banchehanno già varato gli aumenti di capi-tale per rimettersi in linea – gli istitutiitaliani sono già in regola con i nuoviparametri – e sono già a buon puntonegli adeguamenti strutturali richie-sti dai nuovi paletti sulla liquidità el’indebitamento. Nei prossimi giorni l’Abi darà tutte le istruzioni necessa-rie per accogliere le novità procedura-li e di vigilanza, ma il più negli istitutidi credito, come si è detto, è stato giàfatto. La questione è che all’avvio uffi-ciale di Basilea 3 si aggiungono gli

vità dell’attività bancaria», spiegal’economista Franco Tutino, che hastudiato a fondo il processo di Basilea3. Il rispetto di parametri più severidel capitale riduce dunque le disponi-bilità di impiego mentre l’attenzioneal rischio aumenta la prudenza nelconcedere prestiti alle aziende, so-prattutto alle medie e piccole. In ter-mini pratici tutto ciò vuole dire che lebanche, come del resto stanno già fa-cendo, chiederanno il rientro dei fidipiù a rischio o comunque di clientinon graditi e saranno ancora menogenerose di prima nel fare credito.

Il prossimo pericoloAnche Draghi, nella conferenza

stampa di giovedì a Francoforte, lo hariconosciuto. Ci potrà essere, ha detto,una ulteriore stretta creditizia nel bre-ve termine, ma ci sarà anche, a fine2014, «un sistema bancario più sano epiù solido» e si avrà la riapertura deimercati dei capitali alla raccolta dellebanche. Nel frattempo però, complicela crisi ed i ritardi, in particolare inItalia, della ripresa economica, i pre-stiti alle imprese e famiglie resterannodifficili. Anche se qualcosa in più perneutralizzare quantomeno l’impattodei parametri di Basilea 3 sulle Pmi, èstato in realtà fatto con la decisionedel Parlamento europeo di non appli-care i nuovi standard più restrittivi aicrediti erogati alle imprese fino a 1,5milioni. È però tutto da vedere quantoquesti accorgimenti riusciranno ad al-leggerire la situazione delle Pmi. An-che perché è da chiarire quanto delcredit crunch sia dovuto al calo degliinvestimenti e della domanda e quan-to all’azione prociclica di Basilea 3. Cisono peraltro delle cifre che possonoaiutare nell’analisi del fenomeno e lefornisce l’Abi indicando l’andamentoriflessivo dei prestiti anche nei Paesiin cui l’economia ha continuato a tira-re, come la Germania.

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Usa Molti istituti locali americani rischiano il tracollo per rispettare le nuove regole. Così l’Abi americana ha fatto ricorso contro la Fed

Zion Attacco alla «Volcker rule» dal lontano Utah La nuova legge vieta operazioni strutturate. La banca, fondata dai mormoni, si scaglia contro la Fed

Appena approvata, dopo tre anni disofferte diatribe, la Volcker rule stagià perdendo dei pezzi. E questo

proprio mentre il ministro del Tesoroamericano Jacob Lew sta facendo pressio-ne sui partner europei perché adottinonuove regole bancarie come quelle previ-ste dalla riforma finanziaria Dodd-Frank– compresa appunto la Volcker rule – perprevenire crisi finanziarie simili a quelladevastante del 2008.

Questa settimana infatti è attesa la pri-ma modifica alla norma che prende il no-me dall’ex governatore della Federal re-serve Paul Volcker, il suo primo promoto-re: entro il 17 gennaio la Fed (Banca cen-trale Usa) e altre due autorità finanziarieamericane (la Fdic, Federal deposit insu-rance corporation e l’Occ, Office of thecomptroller of the currency) devono de-cidere se cancellare il divieto alle banchedi investire nei Cdo (Collateralized debt obligation) basati sui Trups (Trust pre-ferred securities).

L’ha chiesto l’associazione americanadei banchieri Aba (American bankers as-sociation) dopo lo scoppio del caso Zions,la maggiore banca dello Utah — fondatadal mormone Brigham Young nel 1873 eceduta negli anni Sessanta del secoloscorso alla Keystone Insurance and Inve-stment Company — che lo scorso dicem-bre ha dichiarato che per rispettare il di-vieto dei Trups Cdo avrebbe dovuto sva-lutare di 387 milioni di dollari il suo por-tafoglio titoli. Secondo Aba quasi 300 altre banche locali americane sono nellestesse condizioni della Zions, con il rischio

zioni che le possono portare al fallimentocostringendo il governo a usare soldi pub-blici per salvare i depositi dei risparmia-tori. Ma la definizione pratica di quelprincipio si è rivelata molto complessa e cisono voluti tre anni — dall’approvazionedella riforma finanziaria nel 2010 fino alloscorso 10 dicembre — per l’approvazionedefinitiva delle nuove regole. Fra queste c’è anche il bando dei Cdo basati suiTrups, che sono titoli con caratteristiche

ibride fra obbligazioni e azioni e offronoalcuni vantaggi fiscali e contabili.

Soprattutto le banche locali americaneavevano sia emesso Trups Cdo sia investi-to parecchio in questi titoli prima del2008. Poi anche questi derivati si sonosvalutati con la crisi e per questo sono ri-masti nei loro portafogli nella speranza diuna ripresa o con l’intento di tenerli finoalla scadenza. Ma non sono titoli «perico-losi» secondo l’Aba, che ha querelato laFed, la Fdic e l’Occ per il danno che la Vol-cker provocherebbe ai bilanci delle ban-che costrette a venderli oggi. Resta il fattoche sono strumenti complessi e difficilida valutare, come mostra il caso di Zions.

Dal suo ultimo bilancio pubblico (al 30settembre 2013) emerge che la banca del-lo Utah possiede Trups Cdo per 1,23 mi-liardi di dollari: ma questa è una valuta-zione teorica, tanto che la stessa banca hadichiarato che per venderli sul mercato aiprezzi reali deve «scontarli» di circa unterzo.

Oltre cinque anni dopo la crisi finan-ziaria, insomma, c’è ancora incertezza sul-la vera salute finanziaria di certe banche.Eppure la Fed e le altre autorità sembranofavorevoli ad accogliere la richiesta del-l’Aba e a togliere i Trups Cdo dalla listadei derivati vietati dalla Volcker rule.

Un’altra fetta dell’industria finanziariascontenta dell’impatto delle nuove regolecomprende sia le banche sia i gestori difondi impegnati nelle transazioni tender-option, in cui prendono prestiti a breve termine per investire in bond municipali alunga scadenza, sperando di guadagnaresulla differenza fra i tassi pagati e quelliincassati. La Volcker rule vieta alle grandibanche anche queste operazioni e il loromercato è quindi destinato a prosciugarsi.

MARIA TERESA COMETTO

mtcometto© RIPRODUZIONE RISERVATA

di perdere in tutto 600 milioni di dollari.Cdo è una sigla diventata tristemente

famosa durante la grave crisi finanziaria del 2008: è un tipo di titolo «derivato» ba-sato su debiti di varia natura. I Cdo di al-lora erano fatti di tranche di mutui immo-biliari: quando il mercato della casa crollòe i debitori meno affidabili (i cosiddettisubprime) smisero di pagare le rate deiloro prestiti, gran parte dei Cdo divennecarta straccia o «tossica», creando buchiprofondi nei bilanci delle istituzioni che lipossedevano. «Armi finanziarie di distru-zione di massa», li aveva definiti il «Sag-gio» degli investimenti, Warren Buffett.

Così i Cdo sono finiti nel mirino dellaVolcker rule, il cui principio generale èvietare alle grandi banche di scommette-re il proprio capitale in rischiose opera-

1 La mappaDa Salt Lake City, sede di Zions Bank,

alla capitale Washington

Utah

Salt Lake City

Washington, DcS A

FrancoforteIl presidente della Banca centrale euro-pea, Mario Dra-ghi.L’impatto dei parametri degli accordi di Basi-lea 3 sarà più soft per le pic-cole e medie imprese, dopo la decisione del Parlamento europeo che esclude le Pmi dalla applicabi-lità degli stan-dard più re-strittivi sui cre-diti erogati fino a 1,5 milioni di euro

SaggioPaul Volcker, 86 anni, è stato presi-dente della Federal re-serve sotto le amministra-zioni Carter e Reagan (1979-87).Si è battuto recentemen-te perché le banche non effettuino in-vestimenti speculativi

1 Glossario

Volcker rule Chiamata così perché l’ex governatore della Federal reserve Paul Volcker fu il primo a proporre nuove regole per vietare alle grandi banche di scommettere il proprio capitale in rischiose operazioni di trading. Fa parte della riforma finanziaria Dodd-Frank del 2010, ma è stata pubblicata solo nel dicembre 2013.Cdo (Collateralized debt obligation) Titoli strutturati con caratteristiche ibride fra obbligazioni e azioni; sono investimenti vietati alle banche dalla Volcker rule.

1 Gli altri numeri

Quei 119 miliardidi rate sospesea famiglie e Pmi

B anche nel mirino (anche) delpresidente della Bce, Mario

Draghi. I numeri non lasciano spa-zio a interpretazioni, il calo del 6 percento nelle erogazioni nel mese dinovembre 2013 si aggiunge alla sequenza registrata nei mesi prece-denti. Ma all’interno di una tenden-za evidente e protratta, il sistema bancario italiano si trova spesso tradue fuochi. Lo ammette lo stessoDraghi, tanto più che le nuove rego-le di Basilea 3 potranno acuire neiprossimi mesi il credit crunch.

Nonostante ciò le banche italia-ne continuano a svolgere un ruoloinsostituibile nel tamponare situa-zioni spesso al limite della sosteni-bilità. Lo confermano i dati del set-tore, forniti dall’Abi. Dal 2009, daquando cioè i morsi della crisi inter-nazionale si son fatti famelici anchein Italia, il totale delle sospensionidelle rate dei prestiti a famiglie ePmi, hanno raggiunto i 119 miliardidi euro. A questa somma non indif-ferente si aggiungono i 732 milionidi euro di debito residuo sospesi per18 mesi a 7.605 famiglie dal luglio2013, attraverso il nuovo Fondo disolidarietà, sostitutivo della mora-toria Abi sui mutui. In particolare,con la moratoria dei mutui alle fa-miglie sono stati sospesi 98.158mutui, per un controvalore di 10,9miliardi di debito residuo.

STEFANO RIGHI© R PRODUZ ONE R SERVATA

adempimenti richiesti dalle indaginidella Bce in vista della partenza, ilprossimo novembre, della Vigilanzaunica. Una serie di esami e verifiche –una sorta di due diligence – dei bilan-ci delle banche e della loro capacità aresistere ad eventuali nuovi stress fi-nanziari che comporterà una maggio-re selettività nella politica del creditogià in restrizione per la crisi e per leregole di Basilea.

«Siamo di fronte al congiunto ope-

rare da un lato degli effetti della crisieconomica su imprese e famiglie, dal-l’altro della regolamentazione che lebanche sono chiamate a rispettare.Basta pensare al peso delle rettifichesu crediti e alla più incisiva richiestadelle regole di Basilea 3 per un capita-le più elevato e di migliore qualità. Nederivano, inevitabilmente, spinte allariduzione dei rischi e alla conseguenterivisitazione delle politiche di credito,il tutto aggravato dalla scarsa redditi-

LE PARTITE A RISCHIO Valore aggregato dei primi 10 istituti italianial 30 settembre 2013 (e variazione su 2012)

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RETTIFICHE SU CREDITI

+28%

12,62miliardidi euro

CREDITI DETERIORATI NETTI

+8,2%

135,54miliardidi euro

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Dopo un dibattito durato tre anni, le nuove regole sono state approvate solo lo scorso 10 dicembre

I nodi del creditoI grandi temi internazionali

Primo Piano

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 7

Intervista Venerdì il titolare della Farnesina ha incontrato i top manager di grandi multinazionali e fondi sovrani riuniti nell’Ibac.

Bonino «Non siamo un outlet, ma un buon investimento»Il ministro degli Esteri: serve una nuova cultura. Vendere può valorizzare i nostri asset. Il ruolo delle ambasciateDI PAOLO VALENTINO

Tra la «sirena stan-ca», lo «squalo fa-melico» e il «delfinointelligente», Emma

Bonino per l’Italia sceglie de-cisamente la terza immagi-ne. La prima l’ha usata SirMartin Sorrell, presidentedell’International BusinessAdvisory Council (Ibac) perdescrivere il modo in cui og-gi viene percepito nel mondoil nostro Paese. La seconda èquella che alcuni ci consiglia-no per invertire la rotta e tor-nare ad attirare investimentidall’estero. Ma è il delfino, spiega il ministro degli Este-ri, l’animale cui ispirarsi:«Robusto, agile, intelligentee molto elegante, esprimebene la nostra identità».

Venerdì scorso, Bonino haospitato alla Farnesina unariunione dell’Ibac, l’organi-smo composto dai top mana-ger di grandi multinazionalie fondi sovrani, che ha la fun-zione di suggerire «bestpractices» per attrarre inve-stimenti, migliorare la quali-tà della vita, sviluppare tec-nologie e infrastrutture, inmodo da rendere più compe-titiva un’area a livello inter-nazionale. Era però la primavolta che un incontro delCouncil fosse dedicato non a

una città, com’è successo inpassato per Londra o Roma,ma a un sistema Paese, incollaborazione con il gover-no nazionale.

«È stata una discussionemolto franca – dice EmmaBonino nell’intervista a Cor-rierEconomia —. Per esem-pio gli investitori già presentiin Italia hanno sottolineatogli aspetti positivi della loropermanenza. Gli altri hannoapprezzato il nostro progettoDestinazione Italia, perchéne condividono l’individua-zione delle criticità e le solu-zioni indicate per cominciarea superare quelle più impor-tanti. Com’è noto, anche gra-zie alle indicazioni ricevutedalla consultazione online,abbiamo deciso di privile-giarne 10 su 50, cercando diaffrontarle in tempi rapidi.Sette di queste sono già stateoggetto di normative del de-creto legge di dicembre. Il di-battito ha confermato che c’èconsenso su quali siano iproblemi».

Ce li elenca, in ordined’importanza?

«In generale, secondoSorrell, l’ostacolo principaleè la rigidità del mercato dellavoro. Ma in tanti hannomesso l’accento sull’incertez-za totale di tempi e procedu-re, prima ancora della buro-

crazia: quanto dura una pra-tica, quanto ci vuole per ave-r e u n p e r m e s s o oun’autorizzazione. A tal pro-posito, la cosa più apprezzataè stata la riforma della confe-renza dei servizi prevista dal

decreto. L’altra questioneemersa è che, oltre a mag-gior coraggio da parte degliinvestitori, ce ne vorrebbe dipiù anche da parte dei nostri,che non sempre sono dispo-sti al rischio e preferisconoaree, per così dire, protette».

Si è parlato di resistenzedi alcuni poteri all’ingres-so di investitori stranieri inItalia. Ne abbiamo avutoesempi con Finmeccanica eil progetto di vendere alcu-ni asset importanti come

Ansaldo Energia, o conl’annuncio del governo divendere quote residue diEni o Enel. Dove si annida-no le resistenze più forti?

«Non c’è dubbio che siaparte della cultura di questoPaese l’idea che occorra unaforte industria di Stato. Sechiedi in giro quali siano i co-siddetti settori sensibili, inpratica tutti i comparti sem-brano esserlo. La scorsa esta-te, quando Loro Piana decisedi vendere e nella stessa set-

timana venne annunciata lavendita di Cova, la storica pa-sticceria di Milano, la reazio-ne generale fu: ci rubano igioielli. È quella che io chia-mo la sindrome di Fort Apa-che, al cui opposto sta un’al-tra sindrome tipicamenteitaliana: quella dell’outlet,prego venite, compratevi tut-to. L’Italia ha sempre oscilla-to tra questi due estremi.Non sarà facile cambiarementalità, specialmente in tempi di crisi. Ma occorre faravanzare una nuova cultura,che vede anche nella venditala possibilità di valorizzare inostri asset. E le resistenzenon vengono solo da sinistra.Non è che la destra sia statacosì liberale in Italia. Guardialle municipalizzate».

Sorrell ha parlato di unabuona strategia, sottesa aDestinazione Italia, ma diproblemi ancora da risol-vere quanto a struttura ecomunicazione. Come cimuoviamo?

«Prevediamo per esempiodi avere un dipartimento diInvitalia dedicato solo all’at-trazione degli investimenti».

E quale sarà il ruolo del-le nostre ambasciate?

«Noi cerchiamo di far pas-sare il concetto che una cosaè l’export e un’altra attrarreinvestimenti in Italia. Com-

portano due professionalità diverse. Riorganizzare e rio-rientare la rete diplomaticanon significa trasformare gliambasciatori in piazzisti, maaffiancarli con figure profes-sionali, che siano specifica-mente preparate a convince-re gli investitori stranieri del-la bontà del rischio Italia. Po-trebbero per esempio nonessere diplomatici di carrie-ra, dislocati in alcuni mercatistrategici, facilmente indivi-duabili. E non parlo solo deiBrics, ma anche di Paesi co-me l’Angola e il Senegal in Africa, o la Birmania inAsia».

L’instabilità politica èstata citata come una dellepreoccupazioni dei poten-ziali investitori in Italia.Che tipo di rassicurazioniavete dato lei e il premierLetta?

«Nessuno può garantirenulla. La situazione italiana èquella che è. Ma noi avevamodue strade: o non facevamonulla perché non abbiamo 5anni assicurati davanti, ovve-ro usavamo bene il tempoche abbiamo. Quanto dure-remo non lo sa nessuno. Maabbiamo iniziato un proces-so, nella speranza che chiverrà dopo possa continuar-lo».

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Una cosa è l’export, altro è portare nel nostro Paese capitali esteri

Farnesina Emma Bonino, ministro degli Esteri

Se chiedi in giro quali sianoi cosiddetti settori sensibili, in pratica tutti icomparti sembrano esserlo. Le resistenze nonsono solo a sinistra

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I nodi della ripresaI protagonisti

Primo Piano

Page 8: Corriere economia

8 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Fondazioni

Nel mirinole prossimecedole

D all’esercizio 2008, iniziodella crisi in Italia, la

multiutility A2A ha pagato dividendi per complessivi 0,302 euro per azione, evidenziando un rapporto dividend/yeld che ha raggiunto, nel 2010, l’8 per cento. Nello stesso periodo, il totale dei dividendi distribuiti dal Monte dei Paschi di Siena ha sommato 0,0703 euro. Sette centesimi contro trenta. Il responsabile della finanza del Montepaschi (cfo), Bernardo Mingrone, in occasione di una conference call con gli analisti finanziari, lo scorso 7 ottobre, ha evidenziato come Mps, che non ha pagato cedola a maggio, non si aspetta di poter pagare dividendi nel brevissimo termine. Il parallelo tra A2A e Mps è sul tavolo della Fondazione Cariplo. L’ente milanese, che controlla circa l’1 per cento della multiutility lombarda, è stato da più parti indicato come il naturale acquirente di quelle quote, pari a circa il 5 per cento del capitale di A2A, messo in vendita dai comuni di Milano e Brescia. Ma la Fondazione milanese ha

smentito di avere al vaglio un dossier su A2A: non ha intenzione di aumentare la propria quota. Mentre rimane in discussione il possibile intervento nel Monte dei Paschi. Una libera scelta. Di sicuro le fondazioni coinvolte nello studio dell’operazione-Mps stanno considerando tutte le variabili. Non ultima il dettato della stessa legge istitutiva delle fondazioni, che raccomandava la progressiva uscita degli enti dal capitale delle banche conferitarie. L’Italia è il paese delle acrobazie giuridiche e gli ultimi anni sono stati caratterizzati da molte acrobazie finanziarie, per cui tutto è possibile. Ma enti che lamentano difficoltà di erogazione (recente il caso di Carige), non possono ignorare il fatto che – a fronte di un auspicabile guadagno in conto capitale – le prospettive di redditività di Mps, sono al momento modeste. L’ultimo dividendo è stato pagato nel 2011 e difficilmente si vedranno cedole a breve. Lo ammette lo stesso management senese.

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Tra governance e conti Domani giornata decisiva per il futuro senese di Profumo. Tra i casi a rischio, la Banca delle Marche

Banche Anno nuovo (vecchia) caccia ai capitali Rari segnali di ripresa, mentre le nuove regole europee impongono maggiore solidità. Il nodo sofferenzeDI STEFANO RIGHI

An n o n u ovo , v i t anuova? Diff ici lecredere che bastivoltare pagina al ca-

lendario per veder risolti, dicolpo, i non pochi problemiche il mondo italiano del cre-dito si è trascinato per tutto il2013. Rettifiche su crediti,sofferenze in aumento, neces-sità di capitale a cui si aggiun-gono problemi di governan-ce, tanto che l’anno si è chiusocon un’attività del tutto inu-suale: il 20 dicembre l’assem-blea della Popolare di Milanoha eletto Piero Giarda presi-dente; il 28 dicembre l’assem-blea del Monte dei Paschi diSiena ha bocciato tempi emodi del piano di riassettoproposto dal managementcontrapponendo, in un derbytutto senese, gli interessi del-la banca, guidata da Alessan-dro Profumo e Fabrizio Viola,a quelli delle fondazione, pre-sieduta da Antonella Mansi.

Ma è stato un fine anno digrande attività anche per ilservizio di Vigilanza dellaBanca d’Italia, alle prese connon poche situazioni a ri-schio. Non solo Genova eMontebelluna, dove Carige eVeneto Banca stanno corren-do ai ripari, ma anche diversialtri centri sono in fibrillazio-ne.

Tra tutti spunta la Bancadelle Marche, che ha attiratol’attenzione di tre diverse pro-cure: Ancora, Roma e Peru-gia. Sotto la lente dei magi-strati gli esercizi 2011 e 2012:sembra siano finiti nel regi-stro degli indagati una quin-dicina tra ex manager ed examministratori. A far chia-rezza ha contribuito il nuovodirettore generale, LucianoGoffi, che ha presentato piùdi un esposto alla magistratu-ra. Ma la situazione è ancorapesantissima: la banca è com-missariata dallo scorso otto-bre e si teme un buco a bilan-cio vicino al miliardo di euro.

Altra città in difficoltà sulfronte del credito è Ferrara,dove la Carife è commissaria-ta. A fine anno ha lasciato ildirettore generale DanieleForin e l’istituto è al quartobilancio in rosso consecutivosu cui pesano le svalutazionidei crediti, nonostante un au-mento di capitale da 150 mi-lioni e la messa in vendita didiverse partecipate non core.

Non mancano i piccoli cen-tri: la Popolare di Marostica, in provincia di Vicenza, va inassemblea domenica prossi-ma, l’ex direttore generaleGianfranco Gasparotto si pre-senta con una lista contrap-posta al presidente uscenteGiovanni Cecchetto e, compli-ce una governance articolata,potrebbe tornare in sella do-po il defenestramento deimesi scorsi e il fallimento del-le trattative con la Banca del-l’Alto Adige Volksbank.

Fortunatamente i piùgrandi stanno meglio: Uni-credit e Intesa Sanpaolo sem-brano al sicuro anche dalleprossime severe verifiche del-la Bce sulla qualità degli atti-vi, sulla dotazione di capitalee sulla liquidità. Ma domanisi ricomincia: sono convocatii consigli di amministrazionedi molti istituti di credito. Do-po le parole, spazio ai fatti.

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MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Il Monte torna a casa. E si concentra sulla ToscanaN el 2008 il patrimonio della fondazione Mps sommava 6

miliardi di euro. Oggi siamo a 600 milioni. La banca, im-pegnata nei confronti dello Stato italiano da un prestito obbli-gazionario di 4 miliardi (Monti bond), deve affrontare un au-mento di capitale da 3 miliardi di euro che la fondazione haottenuto di rinviare almeno a metà maggio, sperando nel frat-tempo di recuperare denaro cash che le permetta di mantene-re una posizione di rilievo tra gli azionisti dell’istituto di credito.Dopo il duello vinto dalla fondazione in assemblea – e non po-teva andare diversamente visto il ruolo di primo azionista –domani si riunirà il consiglio di amministrazione della banca.Fabrizio Viola, a cui è stata offerta la guida della Banca Popo-lare di Milano, rimarrà a Siena. Alla Banca d’Italia non piaccio-no i «salvatori della Patria» e soprattutto a Siena ci sono an-cora molte cose da sistemare. Anzitutto la posizione di un pre-sidente «ingombrante» come Alessandro Profumo.

Entrato in rotta di collisione con Antonella Mansi, numerouno della Fondazione, ora Profumo deve trovare il modo di de-

clinare il proprio impegno senese: cosa vorrà fare nei prossimimesi? Cosa potrà fare? Il cda di domani offrirà le prime rispo-ste.A fianco delle spinose questioni legate alla governance e alruolo della fondazione come rappresentante delle ammini-strazioni senesi – chissà cosa facevano quei pubblici ammini-stratori negli anni scorsi… – la banca ha bisogno di ritrovarerapidamente redditività, ed è su questo fronte che si sta impe-gnando Viola. A presidiare il Nordest, dopo il buon lavoro di Giuseppe Menzi, che ha raggiunto l’età della pensione, è arri-vato Massimo Fontanelli a guidare Antonveneta. La banca pa-dovana, fusa in Mps e declassata ad Area territoriale del grup-po senese, è indicata da alcuni come la causa dei guai di Siena,quando in verità l’istituto veneto ha pagato le conseguenze dicomportamenti al vaglio della magistratura.Il futuro del Monte dei Paschi, la più antica banca al mondo, èda scrivere. Fallita la «campagna d’Italia» (da Banca 121 nelSalento a Biver in Piemonte, fino ad Antonveneta) ora il Montesembra destinato a un ridimensionamento. Quello patrimo-niale c’è già stato, quello territoriale è in arrivo.

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Gli equilibri nel mondo del creditoI riflessi domestici

Finanza

3.000MILIONI DI EURO L’importo atteso dell’aumento di capitale

Mps Fabrizio Viola

BANCA POPOLARE DI MILANO

La guerra di Piero e le attese del mercatoI l puzzle si sta componendo. Lentamente, ma ormai in ma-

niera netta. Con ogni probabilità non sarà Fabrizio Viola aguidare la ripartenza della Banca Popolare di Milano. Il primocandidato alla carica di amministratore delegato, con il bene-stare della Banca d’Italia e la benedizione di Andrea Bonomi,primo azionista dell’istituto dove ancora vige il voto capitario,è Giuseppe Castagna, già responsabile della Banca dei Territo-ri di Intesa Sanpaolo. Staccato, nelle valutazioni dei bookmaker,Fabio Innocenzi, oggi in Ubs Italia.

Dopo l’assemblea di fine anno, il percorso delle nomine (perla presidenza del consiglio di gestione si gioca un derby acca-demico tra Mario Anolli della milanese Cattolica e Giorgio DiGiorgio della romana Luiss) è strategico e delicatissimo, ma altempo stesso non può protrarsi troppo a lungo. La banca è ret-ta ad interim da Davide Croff, ma la delicata situazione richiedeuna continuità di guida e di vedute. Bpm è stata portata in li-nea di galleggiamento da Piero Luigi Montani, dopo perdite pesanti e consistenti svalutazioni degli asset, ma la situazione

permane delicata. Anche dal punto di vista patrimoniale. Re-stituiti i Tremonti bond, si profila la necessità di un aumento dicapitale da 500 milioni di euro suggerito dalla Banca d’Italia,anche in vista della Asset quality review della Bce.

Soprattutto va riformata la governance: l’attacco alla baio-netta di cui è stato pragmatico protagonista Bonomi si è risol-to con poco. È stata fatta pulizia di molte situazioni che si era-no sedimentate negli anni, ma Bonomi non ha ancora rag-giunto il proprio obiettivo. Ora è la volta di Giarda e della suacapacità di mediatore: è lui che deve trovare la quadra tra l’anima popolare di una banca carica di storia e le richieste dimodernità che vengono dai mercati dei capitali e dai soci in-ternazionali. È questa la sfida del 2014 per un istituto che datempo vive una situazione paradossale e, per molti versi, lon-tana dalla realtà degli altri istituti di credito, popolari e non. Lasintonia dei vertici dell’istituto con i sindacati nazionali dei la-voratori, unitamente allo svuotamento di alcune sacche di re-sistenza interna, inducono a pensare che i tempi siano maturiper l’atteso cambiamento. Ma la cronaca insegna che in Bpmpuò (sempre) accadere di tutto.

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500MILIONI DI EURO L’importo atteso dell’aumento di capitale

Bpm Dino Piero Giarda

BANCA CARIGE

In cerca di liquidità per evitare l’aumentoL a fotografia della crisi di Banca Carige è nella posizione

della sua principale azionista, la Fondazione Carige. L’entevive un momento di tale difficoltà che stanziamenti già delibe-rati, per un totale di 20 milioni di euro, non hanno assistenza dicassa e saranno dilazionati nel tempo: versati a rate. Non ci sono soldi. Anche a Genova infatti, come a Siena, la crisi delcredito si gioca – pur con dimensioni diverse – su un doppiobinario: gli errori della banca, le casse vuote dell’azionista fon-dazione.

Piero Luigi Montani a fine 2013 ha lasciato di corsa la Po-polare di Milano ed è tornato nella sua città, nel tentativo disalvare il salvabile, come gli è già riuscito in un paio di occasio-ni. Ma la situazione è complessa. Lo sa bene anche il neo pre-sidente, Cesare Castelbarco Albani, alle prese con la pesanteeredità lasciata da Giovanni Berneschi. Sulle ultime gestioni più che la Banca d’Italia sta oggi indagando la magistratura.La quotidianità è scandita dalla necessità di ritrovare redditi-vità e soprattutto capitale e liquidità. Servono 800 milioni. Per

ora se ne sono trovati un centinaio, vendendo la Sgr di casa adArca. Un aumento di capitale (l’ennesimo) è al momento im-probabile per l’intera cifra.

Si cerca di vendere, ma gli asset più sostanziosi, le due com-pagni di assicurazione Vita e Danni, sono sotto scacco. La ve-ronese Cattolica si è già pronunciata: non è interessata allapartita. Generali in Italia non ha spazi di manovra. UnipolSai èalle prese con una complessa fusione. L’unico segnale di inte-resse concreto viene dal gruppo belga Ageas, ma è subordina-to a due fattori. In primis, alla trattativa della stessa Ageas conUnipolSai per acquisire Milano assicurazioni, boccone ben piùgoloso. In secondo luogo, alla lunga ispezione dell’Ivass a Ge-nova. Finché non sarà conclusa, finché non saranno chiari i profili di rischio insiti nelle due compagnie, gli interessi di Age-as e di cento altre possibili acquirenti, resteranno nel libro deidesideri. Così, su Castelbarco e Montani rischia di abbattersi lascure della Bce e della temutissima Asset quality review. E iltempo diviene un fattore ogni giorno più importante. Montaniprocede con l’accetta nel tagliare i costi e nell’operazione dipulizia del bilancio. Ma da solo non può farcela.

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800MILIONI DI EURO La necessità di rafforzamento patrimoniale

Carige Piero Luigi Montani

VENETO BANCA

Asset in vendita e un partner (già) alla portaU n bond triennale da 350 milioni di euro riservato agli

operatori specializzati e sottoscritto in poche ore, anchedall’estero, è la migliore notizia arrivata negli ultimi mesi daMontebelluna, sede di Veneto Banca.

Il gruppo, cresciuto attorno all’esuberanza di VincenzoConsoli, sta attraversando una delicatissima fase della pro-pria crescita, che potrebbe non essere più completamenteautonoma. I termini della vicenda sono stati svelati sulle pa-gine del Corriere del Veneto da Federico Nicoletti, che ha ripor-tato gli esiti della lunga ispezione della Banca d’Italia.

L’istituto centrale, visti i conti, chiede a Veneto Banca divalutare integrazioni con altre banche. Il nodo è la soliditàpatrimoniale. L’indicatore Common equity Tier 1 (Cet1) è, se-condo gli ultimi dati disponibili, al 6,92 per cento. Dovrà es-sere al 9,5 per cento entro il prossimo 30 giugno. Come fare?La strada dell’aumento di capitale non è praticabile. Gli oltre60 mila soci dell’ex Popolare di Asolo e Montebelluna hannogià mal digerito il mancato stacco del dividendo dello scorso

maggio. Difficile, al momento, ipotizzare una cedola fra quat-tro mesi, visto che ai 40 milioni di rosso nel 2012 se ne sonoaggiunti 38 nel primo semestre 2013 e che ora i vertici dellabanca ammettono che il risultato dell’intero ultimo eserciziopotrebbero essere inferiore alle originarie attese.

Con simili premesse è impensabile oggi chiedere ulteriorisacrifici ai soci. Per cui la strada è diversa: si convertirà in azioni il prestito obbligazionario da 350 milioni in scadenza,recuperando 135 basis point. E si è attenderanno poi gli esitidella messa in vendita di Banca Intermobiliare (Bim). Venetobanca infatti controlla il 71,3 per cento della quotata Bim econta di ricavare dalla cessione dell’istituto torinese almenoquel centinaio di basis point che la porterebbero a ridosso del9,5 per cento di Cet1 richiesto dalle autorità di vigilanza. Manon è semplice: Bim è informalmente sul mercato da più diun anno. Il momento è particolare: oggi ai tavoli delle tratta-tive è chi compera che fa il prezzo, in qualsiasi settore, ban-cario compreso. Vincenzo Consoli e gli amministratori di Ve-neto Banca lo sanno bene. Ma Banca d’Italia è stata chiaris-sima.

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350MILIONI DI EURO L’importo del«bond» che verrà convertito

Veneto Banca Vincenzo Consoli

Cariplo Giuseppe Guzzetti

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10 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Flop & consolidamentoL’esempio delle compagnie aeree straniere

Imprese

1 I tre casi esteri

Mercato del trasporto aereo, milioni di passeggeri

Si fonde con British AirwaysNasce Iag (International Airlines Group)Iag registra perdite per 885 milioni di euroPasseggeri transitati sull’aereoporto di Madrid, 2010-’12Passeggeri transitati sullo scalo di Barcellona, 2010-’12 Fo

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IL PUNTO

Per la ripresapuntiamosu noi stessi

«Basta piangere!» allora, come esorta Aldo Cazzullo, e avanti emulando le imprese che hanno saputo reagire. Sono quelle che una volta il Censis chiamava «resilienti», intendendo con ciò la capacità di riconoscere e fronteggiare l’inatteso (la resistenza agli urti) e di mantenere un habitus di attenzione fluttuante verso gli eventi (il rafforzamento delle proprie capacità di risposta). Sono le imprese che, uscite dal «tunnel depressivo» senza aspettare che sia il contesto esterno a sbloccare positivamente le condizioni, hanno scommesso su un tragitto evolutivo proprio, riconoscendo la forza delle proprie competenze distintive e abbandonando un raggio di azione troppo ampio (le differenziazioni, gli sbandamenti e le inutili distrazioni delle decadi scorse). Sono le imprese che hanno approfittato di un mercato stordito per rafforzarsi con acquisizioni e con aggregazioni. In queste organizzazioni virtuose la leadership ha delineato un’agenda più chiara e propositiva. Il modello dell’«uomo solo al comando» è stato superato dalla squadra direttiva e dalla coesione dell’intera cultura aziendale. Uno stile di direzione più determinato e rassicurante ha infuso nuova fiducia al personale, energizzando gli individui. Gli intenti strategici si sono più delineati, attraverso una rivincita della pianificazione di lungo periodo (anche se consapevoli delle insidie della predeterminazione) e ci si è rifocalizzati su quei mercati che non incoraggiano vane ambizioni. Dopo un ventennio di ubriacatura di traguardi finanziari basati sul prezzo delle azioni, sui valori dell’intangibile e dei redditi pro forma si è rivalutata l’attenzione al ruolo della manifattura e dei servizi reali. È stata una sana disintossicazione del management rispetto alla confusione metodologica che distorceva le decisioni aziendali, partendo dall’assunto riduzionistico che gli unici portatori di interesse fossero i possessori delle azioni. E ciò ha rimesso anche in gioco il ruolo del territorio, perché le aziende oggi pronte al rimbalzo sono consapevoli che il loro livello di competitività e di creatività dipende soprattutto dalla qualità dell’ambiente in cui sono immerse (il famoso genius loci con l’intelligenza di mestiere incorporata). La crisi non è (ancora) finita. Siamo seduti sul cratere del vulcano. Non dobbiamo però rimanere immobili a constatare le nostre cicatrici sociali. Come le imprese che ce la stanno facendo, rilasciamo muscoli e spirito e rialleniamoci per la nuova corsa. Il rischio più grosso è oggi quello di non rischiare. E speriamo che i giovani fili d’erba riescano a bucare la neve dell’inverno.

SALVATORE SALVEMINI© R PRODUZ ONE RISERVATA

SEGUE DALLA PRIMA

Confronti La ricerca dell’Istituto Bruno Leoni sui precedenti in Belgio, Svizzera, Spagna, Olanda, Ungheria, Lituania

Alitalia E se fallisse? Si vola lo stessoDopo SwissAir, Sabena, Klm gli scali nazionali hanno aumentato i passeggeri. Effetto low costDI ALESSANDRA PUATO

L’Alitalia? Se anche fal-lisse domani, gli italianicontinuerebbero a vola-re. E l’aeroporto di Fiu-

micino a far transitare turisti. Nien-te fine del mondo, insomma (se siriesce a prescindere dall’impattooccupazionale). È la tesi dell’ultimaricerca dell’Istituto Bruno Leoni(Ibl), che ha analizzato i casi esteridi Belgio (Sabena), Svizzera (Swis-sair), Spagna (Iberia), Ungheria(Malev), Lituania (FlyLal), Olanda(Klm). Conclusione: dove altrecompagnie aeree di bandiera sonofallite, o si sono fuse, i cittadini han-no continuato a viaggiare e gli scalidi riferimento a lavorare, recupe-rando dopo un momento iniziale difrenata. «Il governo ha detto chec’era un problema d’interesse na-zionale con Alitalia, che se fosse fal-lita sarebbe diminuito il turismo e iltraffico sugli aeroporti — dice Car-lo Stagnaro, direttore ricerche diIbl — . L’esperienza di compagnieestere smentisce questa tesi. Nor-malmente il traffico rientra. È suc-cesso in Svizzera e in Belgio, dove ilvettore aveva oltre il 50% del mer-cato. In Italia Alitalia-AirOne vale il20-21%, anche se chiudesse conti-nueremmo a viaggiare».

Per l’Alitalia con le pubblichePoste come socio oggi è il giornodella ripartenza. L’assemblea degliazionisti dovrebbe nominare ilnuovo consiglio, confermando perun anno Roberto Colaninno allapresidenza e Gabriele Del Torchio

amministratore delegato e aprendoa due new entry dalle Poste (attesiAlessandro Zurzolo, direttore fi-nanziario, e Paolo Luca StanzaniGhedini, capo pianificazione strate-gica). Il tutto in attesa che arrivil’auspicato socio arabo, l’Ethiad cheper oggi ha in programma una con-ferenza stampa a Zurigo e di Alita-lia potrebbe acquisire fino al 49%.Ci si attende la formalizzazione del-la proposta entro la primavera.«Ethiad? Benissimo — dice UgoArrigo, docente di Finanza pubbli-ca all’Università Bicocca, che conLucia Quaglino ha curato l’analisiIbl — .Ha mezzi per investire sulletratte intercontinentali. Ma potreb-be ridurre i voli domestici o intra-europei». L’impatto occupaziona-le? «C’è, ma altro personale verreb-be assunto: anche non italiano».

Zurigo e Bruxelles In Svizzera, Swissair fallì nel

2002 e si fuse con Crossair, diven-tando Swiss International Airlines.Nel 2005 fu assorbita da Lufthansa.Da allora al 2012, dice la ricerca Ibl,i passeggeri transitati sull’aeropor-to di Zurigo sono cresciuti del 44%(da meno di 14 milioni a quasi 25)ed è salito del 64% l’indice Rpk(Revenue Passengers Kilometres), che misura il numero di viaggiatorisui chilometri volati. «La Swiss al-l’inizio recupera due terzi dei pas-seggeri e, nel 2006, anche l’ultimoterzo», commenta la ricerca.

In Belgio, Sabena fallì nel 2001 .Nacque Sn Brussels Airlines, che

nel 2007 si fuse con Virgin Express.Nel 2009 entrò, anche qui (al 45%),la salvifica Lufthansa. All’inizio,anche il traffico sullo scalo di Bru-xelles diminuisce: i passeggeriscendono da 21,6 milioni nel 2000 a14,4 milioni nel 2002. Ma dal 2002riprende a salire: +36% al 2012, a18,8 milioni. L’indice Rpk dellacompagnia è salito del 6,77% nel2009-2010 e del 62% nel 2005 -2010.

La Spagna è un caso a sè. Iberia

si fonde nel 2010 con British Ai-rways e l’anno dopo nasce Iag. Tut-to marcia fino al 2012, quando Iagva in rosso per 885 milioni: «A cau-sa delle perdite di Iberia e dei mi-nori profitti di British Airways»,sottolinea la ricerca. L’indice Rpkdella compagnia nei due anni dopola fusione è negativo, -6,2%. E nellostesso periodo i passeggeri su Ma-drid calano del 9% a 45,1 milioni(+20% quelli dello scalo low cost di

Barcellona): ma è un valore più altodel 2005 e pari al 2006: la discesa cominciò allora. Pesa la crisi, fortein Spagna. «Dopo il marcato calotra il 2010 e il 2011 di Iberia — dicelo studio — Iag è stata in grado direcuperare i passeggeri dell’excompagnia di bandiera spagnola».

L’analogia di MalevAltri casi: in Olanda l’aeroporto

di Amsterdam-Schipol ha aumen-tato i passeggeri del 15%, dopo lacessione di Klm ad AirFrance nel2003. In Lituania la FlyLal fu priva-tizzata nel 2005, ma su Vilnius«transitano oggi 2,2 milioni di pas-seggeri, contro gli 1,3 del 2009». In-fine c’è l’Ungheria con la Malev, cheha qualche analogia con Alitalia.

Fallì nel febbraio 2012, dopo chel’Ue le impose di restituire gli aiutidi Stato ricevuti fra il 2007 e il 2010,su ricorso della concorrente lowcost Wizzair. Nel 2007 era stata pri-vatizzata «cedendola per un’ine-zia», dice Ibl, a un consorzio russo.Poi fu acquisita da una banca russae quindi rinazionalizzata, dopo cheil traffico passeggeri era crollato.Oggi il 51% del traffico di Budapestè coperto da Ryanair e Wizzair, cheha assorbito parte dei dipendenti diMalev. «La chiusura di Malev hacausato una perdita di 2,8 milionidi passeggeri in Ungheria negli 11mesi 2012 — stima Arrigo —. Diquesti 2,4 sono stati recuperati e 0,4perduti». Sono stati salvati sei pas-seggeri su sette grazie ai vettori lowcost. Com‘è successo in Italia.

© R PRODUZ ONE RISERVATA

BoardRoberto Colaninno: dovrebbe essere ri-confermato presidente di Alitalia.A destra, Massimo Sarmi, a capo delle Poste

Quote di mercato del trasporto aereo nel PaeseQuote di mercato del trasporto aereo nel P70%60%50%40%30%20%10%

0%

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

Compagnie low cost

Paese

AlitaliaAlitalia+AirOne

Altre compagnietradizionali Fo

nte:

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1 Il boom delle tariffe scontate

Industria Safran in pole position per rilevare la divisione del gruppo controllato da Finmeccanica. Servirebbe più peso in Arianespace

Avio spazio Sempre più in orbita franceseIl successo di Vega (per ora) non è bastato

Il futuro del ramo spazialedi Avio dopo la cessionedel settore aeronautico a

General Electric e lunghe trat-tative segnate da incertezzepolitiche, è vicino ad esseredefinito. L’inizio del nuovo an-no sarà propizio essendo or-mai chiariti i ruoli dei preten-denti. Considerata fuori giocoThales, tra i francesi restanoin gara Eads/Astrium e Sa-fran, quest’ultima da semprepiù combattiva e determinata.Ma l’incertezza da sciogliere èda parte italiana dove la politi-ca, attraverso Finmeccanica,deve decidere se il Paese in-tende impegnarsi nella pro-duzione di lanciatori spaziali.La risposta sembrerebbe in te-oria scontata visto che l’Agen-

zia spaziale italiana Asi ha fi-nanziato da vent’anni la co-struzione del nuovo piccololanciatore Vega diventato poieuropeo e garantendo il 60%delle risorse necessarie. Vega,dopo i primi due lanci di suc-cesso ha dimostrato di essereil lanciatore più moderno e af-fidabile della sua classe.

Il futuro prossimo è statointanto garantito da un con-tratto di 280 milioni di euro daparte di Arianespace, la socie-tà che gestisce i lanci dalla ba-se spaziale in Guyana, alla so-cietà Elv (controllata per il70% da Avio e per il 30% dal-l’Asi e fornitrice del vettore)per la produzione di dieci lan-ciatori. La firma è avvenutadurante l’ultimo summit fran-

co-italiano sotto gli occhi deipresidenti Enrico Letta eFrancois Hollande. Avio spa-ziale riceverà già nei prossimimesi una prima quota di 90milioni per avviare la realizza-zione mentre l’importo com-plessivo di sua pertinenza èintorno al 40 per cento del to-tale del contratto. Il restanteva alle altre industrie europeecoinvolte. I dieci vettori ordi-nati si aggiungono ai cinquechiesti dall’agenzia europeaEsa nel 2010 (già sulla catenadi montaggio) e insieme ga-rantiranno l’attività di Vega si-no 2019. La scelta azzeccata disostenere il progetto compiu-ta a metà degli anni Novantadal ministro della RicercaUmberto Colombo si è tradot-

ta nella prospettiva voluta: unveicolo di trasporto spazialeadatto ad essere commercia-lizzato.

«Ora ci impegniamo nellosforzo di rendere il nuovo pic-colo lanciatore sempre piùcompetitivo nel mercato –spiega Stephane Israel, ammi-nistratore di Arianespace –.Siamo convinti di disporre delvettore più adeguato e affida-bile al lancio di satelliti scien-tifici e per l’osservazione dellaTerra e quindi di essere com-petitivi sulla scena internazio-nale».

«È importante – continuaIsrael – mantenere in Italia lacapacità tecnologica e produt-tiva acquisita. Ma è altrettantodeterminante che l’Italia, co-

me Paese, abbia interesse asupportare i vettori europeigarantendo in questo modoun giusto ritorno all’industrianazionale».

Proprio il successo di Vegae l’avvio della sua produzionepone tuttavia un problemache dovrà essere affrontato fi-nalmente con la necessariadecisione. Perché accade che

da una parte siamo i fornitoridel razzo Vega e dall’altra sia-mo praticamente inesistentinell’azionariato della societàArianespace che lo gestisce.Oggi c’è solo una quota de3,5% detenuta da Avio mentreil controllo è saldamente inmano francese (35% l’agenziaspaziale Cnes più 27% traAstrium e Safran). Quindiogni decisione è governata daParigi che in alcuni casi po-trebbe non essere sempre edel tutto favorevole a Vega.Arianespace lancia infatti dal-la Guyana anche il vettore rus-so Soyuz che in certi casi, so-vrapponendosi per una partedelle capacità, sarebbe un po-tenziale concorrente. Perciògli interessi di Arianespacepotrebbero non coinciderecon quelli italiani e, quindi, per tutelarli sarebbe urgenteun nostro peso maggiore nel-l’azionariato.

L’anno scorso il presidentedell’Asi Enrico Saggese aveva compiuto dei passi in tal senso

incontrando anche una certadisponibilità francese. Ma poiil taglio dei fondi in agenzia(servivano circa 20 milioni dieuro) e il cambio della guidain Arianespace ha fatto accan-tonare la prospettiva che peròora diventa urgente oltre chenecessaria proprio per proteg-gere meglio gli investimenti fin qui compiuti su Vega. Manon solo. Nel corso dell’anno iministri della ricerca dovran-no dare il via definitivo al pro-gramma del nuovo vettoreAriane-6 destinato a succede-re all’attuale Ariane-5. Il pesodell’Italia anche nel suo futu-ro impiego oltre che nella rea-lizzazione non può essere tra-scurato. Sempre che, natural-mente, la politica decida che ilnostro Paese si impegni seria-mente nel campo dei lanciato-ri mantenendo, attraversoFinmeccanica, la maggioranzanel controllo di Avio spaziale.La risposta è imminente.

GIOVANNI CAPRARA© RIPRODUZIONE R SERVATA

Avio Il «ceo»Francesco Caio

Page 11: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 11

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12 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

1 Energia

Consumiridottie sotto controllo

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15 a 60 kwh. Mentre un bucatodella lavatrice a 40 gradi con-suma la metà rispetto a uno a60 gradi. Sono solo alcune del-le curiosità che si possono sco-prire con Energy Control, ilnuovo sistema messo a puntoda Edison che permette consi-stenti risparmi energetici.Ogni anno infatti una famigliaitaliana composta da quattropersone paga mediamente unabolletta elettrica di 590 euro,che può essere tagliata del20% grazie alla consapevolez-

za dei consumi resa possibiledall’Energy Control, che forni-sce dati e indicazioni utilizzabilivia web su pc, smartphone etablet. L’installazione è moltosemplice e «fai-da-te», e rendesubito disponibili tante funzio-nalità utili: non solo la visua-lizzazione dei dati di consumo edi spesa aggiornati ogni 5 mi-nuti, ma anche servizi aggiun-tivi come la possibilità di rice-vere sms di alert in caso di con-sumi particolarmente elevati, ilconfronto con famiglie similicome riferimento molto concre-to e utile per capire se il proprioconsumo è eccessivo, i consiglipersonalizzati per ridurre l’usodell’energia e migliorare l’effi-cienza degli elettrodomestici dicasa, e molto altro ancora. Ilservizio di visualizzazione deiconsumi permette al cliente,anche quando è fuori casa o invacanza, di controllare in tem-po reale se la casa è in sicurezzao se invece ci sono anomalie.

C. E.© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Industria L’azienda di Cosio Valtellina in crescita del 7% a 155 milioni. Ora la svolta manageriale con la famiglia in una holding

Galbusera Vincere senza esportareProduzione totalmente italiana e mercati esteri quasi inesistenti. Il segreto è nell’innovazione di prodottoDI ROBERTA SCAGLIARINI

Ogni giorno dedi-chiamo le nostremigliori capacità aricercare nuovi pro-

dotti e a perfezionare i pro-cessi di produzione attraversocontinui e cospicui investi-menti. Mario Galbusera hariassunto così la strategia diconcentrazione sui prodottiche ha consentito al biscottifi-cio di Cosio Valtellina di so-pravvivere in un’arena dicompetitori più grandi e in-ternazionali.

Con il chiodo fisso dell’in-novazione il cavaliere 87enneha portato l’azienda fondatadal padre Ermete prima aspostarsi dal mercato generi-co dei prodotti da forno allanicchia dei prodotti salutisti,poi a dominarla e quindi achiudere la prima acquisizio-ne, comperando da Sammon-tana i panettoni delle Tre Ma-rie. Una svolta che proietta ilgruppo valtellinese in uno deisettori di mercato più aridi diprofitti per via del dominiodelle private label (vedi arti-colo al piede).

CambiamentiLa sfida di rilanciare un

marchio fragile come TreMarie (l’ennesimo brand dipanettoni che rischiava lascomparsa) è stata precedutadall’evoluzione della gover-nance dell’azienda da fami-gliare a manageriale. A gui-dare il gruppo a fianco delladinastia giunta alla quartagenerazione, è stato chiamatoil genovese Alessandro Pitta-luga, arrivato a Cosio Valtelli-na come direttore generale epoi promosso amministrato-re delegato. «L’acquisizionedi Tre Marie corrisponde auna strategia precisa chepunta a una crescita in termi-ni di prodotti e di mercati –ha detto Pittaluga -. Il mar-

chio sarà sostenuto da unprogramma di rilancio del-l’attività ricorrenze con inve-stimenti promozionali e pub-blicitari».

Il passaggio delle delegheoperative a Pittaluga è statodefinito nell’ultima assem-blea di Galbusera spa e ha fat-to da complemento ad unasuccessione azionaria com-plicata. Il controllo della Gal-busera è stato trasferito aduna holding (Galbusera Bi-scotti srl) le cui quote sono

divise in quattro parti ugualitra i membri della terza gene-razione: Paolo, Lorenzo e Gui-do con il 25% a testa e il restoa Nicoletta Zamboni, mogliedello scomparso Andrea, coni figli Camilla e Vittorio.

ControlliI membri della terza gene-

razione hanno creato un co-mitato di controllo ristrettoche sovrintende all’attivitàdell’amministratore delegato,verifica e approva i piani e gliinvestimenti aziendali. Nonne fa parte però la primogeni-ta di Mario, la 62enne Cristi-na Galbusera, che non ha rice-vuto quote azionarie dal pa-dre ma solo un posto nel con-siglio di amministrazione. L’imprenditrice ha un ruolo di

spicco nella comunità locale,è stata vicepresidente di As-solombarda ed è appena stataeletta presidente degli indu-striali di Sondrio, prima don-na in 70 anni a guidare l’orga-nismo di rappresentanza. «Èuna grande soddisfazione –commenta - non posso parla-re di Galbusera ma penso chela crisi non sia finita e la leggedi Stabilità non aiuti abba-stanza le imprese». Galbuse-ra è un raro caso di aziendache va bene nonostante una

quota minima di esportazio-ni: è nata a Morbegno nel1938 ed ha un solo stabili-mento a Cosio su un’area di 50mila metri quadri con 9 lineedi produzione che offre lavoroa 550 persone.

Mercato domesticoL’azienda deve i suoi ricavi

(155 milioni in crescita del7%) quasi esclusivamente almercato interno in tre seg-menti: i crackers salutistici do-ve ha una quota di mercato del41%, i biscotti salutistici, doveha una quota del 20%, e lemarche private in cui concen-tra una parte importante delproprio business e con il13,6% del mercato. Nel 2013l’andamento delle vendite èstato positivo a volume anchese, come spiega l’ultimo bilan-cio, «la congiuntura, la man-canza di provvedimenti delgoverno a sostegno dei consu-mi e la situazione critica di al-cuni clienti della grande di-stribuzione concorrono a cre-are u quadro economico forte-mente perturbato».

L’azione difensiva si con-centra «da un lato a contrasta-re l’inflazione attraverso unforte produttività dei costi di-retti industriali e dall’altro sul-l’aumento degli investenti dimarketing e la intensificazio-ne delle attività promozionalicon un taglio prezzi più signi-ficativo da riversare sul consu-mo». Prosegue anche l’orien-tamento «degli investentimarketing ad un maggiore fo-calizzazione sul prodotto».L’altro segnale di allarme chesi trova nel bilancio Galbuse-ra, riguarda la pressione pro-mozionale, un problema cheriguarda tutte le industrie ali-mentari e obbliga ad aumen-tare il sostegno promozionalenecessario per competere edassicurare il mantenimentodelle posizioni acquisite.

© R PRODUZ ONE RISERVATA

Al vertice Mario Galbusera, 87 anni, rappresenta la seconda generazione della famiglia

Terza generazione Cristina Galbusera, nel cda dell’azienda e leader degli industriali di Sondrio

Grande distribuzione Ogni catena presenta fino a 2mila prodotti propri. Centromarca: ancora lontani dai livelli europei

Commercio Marche private oltre il 18%Nella guerra degli scaffali vincono le Pmi Da Coop a Esselunga con la crisi cresce la quota di mercato delle private label

Èun settore che promettedi fare da volano perl’economia italiana, in

particolare per le Pmi e il ma-de in Italy. Sono i prodotti co-siddetti di «marca privata»che si trovano sugli scaffalinon con il nome del produtto-re, ma con quello del distribu-tore.

Nonostante la contrazionedei consumi, la marca privataè in crescita: nel novembre2013, secondo dati Iri diffusidall’Associazione distribuzio-ne moderna che riunisce le im-prese di distribuzione (circa900 associati cui fanno capooltre 32 mila punti vendita),ha superato per la prima voltala quota di mercato del 18 percento. Nel 2008, si fermava al14 per cento. È stato il consu-matore a giocare un ruolo cru-

ciale, mostrando una sempremaggiore propensione all’ac-quisto.

La leva è il prezzo. Una si-mulazione ha mostrato un ri-sparmio del 24% per una spe-sa di quasi 100 euro, il che – se-condo una stima dell’Ufficiostudi di Federdistribuzione –si traduce in un risparmio an-nuo per i consumatori tra i 2,5e i 3 miliardi di euro. «Il ri-sparmio è un dato importante— dice Francesco Pugliese,presidente dell’Associazionedistribuzione moderna e diret-tore generale del gruppo Co-nad —. A parità di qualità conla grande marca, il prodotto amarca privata costa da un 20 aun 40% in meno. Questo per-ché il fornitore, che stipula ac-cordi su base annuale, non ha icosti della pubblicità e delle

forze vendita, ma soltantoquelli di produzione, packa-ging più il loro utile».

La crescita del private label(e di questo si parlerà al conve-gno Il contributo al sistemaPaese della marca del distri-butore che inaugurerà la ma-nifestazione «Marca» alla fie-ra di Bologna il 15 gennaio)non fa bene soltanto alla di-stribuzione, ma anche allaproduzione. «I produttori checi forniscono sono al 92% ita-liani — spiega Pugliese — equesto vale per tutta la distri-

buzione in Italia, sia nazionalesia estera. Di queste aziende,l’80% sono Pmi. Con la nostraofferta diamo un forte contri-buto alla ripresa italiana». An-che perché la grande distribu-zione organizzata con i prodot-ti a marca privata porta il ma-de in Italy anche all’estero.«Noi come Conad vendiamo100 milioni di prodotti di mar-ca privata all’estero ai nostripartner europei. Ma lo stessofanno distributori stranieri co-me Carrefour, Auchan e Me-tro, che portano all’estero i no-stri prodotti tipici con il lorobrand».

In Italia a sostenere lo svi-luppo dei prodotti «Coop»,«Esselunga» e via dicendo so-no stati le promozioni e il lan-cio di nuovi articoli, con unadiversificazione dell’offerta e

l’affermazione del segmentoPremium, cioè dell’alto digamma come i prodotti dellatipicità Dop e Igp: tra fresco,bio, casa e drogheria, oggi me-diamente in tutte le catene cisono tra i 1.200 e i 2 mila pro-dotti del distributore. Sarà

guerra con le marche indu-striali? «Non possiamo fare laguerra a un concorrente che èanche un nostro grande cliente— dice Luigi Bordoni, presi-dente di Centromarca, l’asso-ciazione italiana dell’industriadi marca —. Si tratta di una

competizione asimmetrica.Detto questo, va anche sottoli-neato il fatto che la marca pri-vata in Italia è cresciuta moltomeno rispetto ad altri mercatieuropei e resta molto al di sot-to sia per livello sia per ritmi disviluppo. La Spagna è cresciu-ta velocemente ed è arrivata asuperare il 40%, come il RegnoUnito. L’Italia è al 18 per cento.Questo dimostra che il consu-matore italiano rimane fedelealle marche industriali, nonsoltanto a quelle leader. Lamorte dei marchi follower cheera stata profetizzata non è av-venuta. Inoltre, secondo unaricerca di cui parlerò a Bolo-gna, emerge un’insoddisfazio-ne del consumatore che nontrova più l’assortimento di pri-ma e lamenta che le marcheprivate stanno sottraendo spa-zio alle marche minori».

Secondo un’analisi Nielsen,che ha indagato la variazionedegli acquisti tra marca priva-ta e marca leader, tendenzial-mente la marca privata non haripercussioni sulle vendite de-gli altri prodotti, bensì sostie-ne la crescita generale del lar-go consumo.

FAUSTA CHIESA© RIPRODUZIONE RISERVATA

Capitalismo familiareI personaggi, le strategie

Imprese

Com’è cambiatala quota di mercatodelle Private Label

2009 2010 2011 2012 2013

14,8

15,716,5

17,518,1

Il confronto con l’EuropaRegno Unito

Spagna

Francia

Germania

Italia18,1nel 2013

2009 2010 2011 2012

42,5 42

29,9

36,240,6

21,1 23,2

15,1 17,3

30

Fonte:Nielsen per

Centromarca

s.F

.

1 La dinamica degli acquisti

Alla cassala differenzaraggiunge anche il 40 per cento

PaoloGalbusera

LorenzoGalbusera

GuidoGalbusera

NicolettaZamboni,

Camillae Vittorio

Galbusera

25%

100%

25%

25%

25%

GalbuseraBiscotti srl

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TreMarieMM

Galbuseraspa

1 Dolce assetto

Al manager Alessandro Pittaluga le deleghe operative

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CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 13

Fil di Ferré a cura di Giusi Ferré

Da Pitti un omaggio a Firenze e alle sue maisonRicci, presidente di Cfmi: Hometown of fashion con Ferragamo, Pucci, Cavalli, Gucci, Scervino

Applauditissimo, PittiImmagine Uomo n°85,il più importante salo-

ne internazionale dell’abbi-gliamento maschile di quali-tà, chiude l’edizione dei pri-mati, a cominciare dall’inau-gurazione che, per la primavolta, è avvenuta nella Salad’Armi di Palazzo Vecchio, se-de del Comune. Per seguirecon i 1.030 marchi italiani edesteri, che espongono modaper il prossimo autunno/in-verno, e con l’impegno for-male del viceministro per loSviluppo Economico CarloCalenda a sostenere la fiera,investendo sull’appuntamen-to di giugno il massimo dellerisorse disponibili, circa unmilione e mezzo di euro.

Perché non era ancora ini-ziata l’esplosiva kermesse,che come tema centrale avevail rock e le sue contaminazio-ni, che già si parlava con mol-ta eccitazione della scadenzafutura. Quando si festegge-ranno i 60 anni del Centro diFirenze per la moda italiana.Detto così, per molti questo nome non riveste alcun signi-ficato. Ma si tratta della hol-ding che controlla Pitti, delquale è proprietaria dell’85%,mentre il restante 15 è dete-nuto da Smi, Sistema modaItalia, che rappresenta le54mila imprese del settore.

Presidente di Cfmi dal giu-gno 2012 è Stefano Ricci, 65anni, industriale e stilista fio-rentino che, partendo dall’im-

presa di famiglia, si è poi spe-cializzato nelle cravatte, sol-tanto di seta e soltanto ecce-zionali, passandopoi alla produzio-ne di camicie e ca-pispalla. Accoltinei nuovi mercatida un tale succes-so che lo scorsoanno ha dovutoampliare l’organi-co con 100 assunti.Uomo discreto emolto riservato,p a r l a p o co m aguarda lontano. Ese già nel 1993,scommettendo insolitario sulla Ci-na, ha aperto unaboutique a Shan-

ghai, è stato anche il primonel 1982, quando il fashionitaliano conquistava il mondo

come il più ina-spettato dei feno-meni, a organizza-re una cena sottoil David di Miche-langelo. Tra lameraviglia e le cri-tiche che genera-no simili colpi difantasia. Mentrenel giugno 2012ha sf ilato nellaGalleria degli Uf-fizi, così rispetto-so della bellezza edella storia lì con-centrate che nonha voluto nemme-no fosse esposto il

suo marchio, per non turbarele serene simmetrie.

Non stupisce, quindi, chesia venuta da lui la propostadi Firenze Hometown ofFashion. Un omaggio alla cit-tà del quale saranno protago-nisti cinque marchi fiorentini:Salvatore Ferragamo, EmilioPucci, Roberto Cavalli, Guccied Ermanno Scervino, coneventi coordinati che verran-no realizzati in luoghi simbo-lo della città e collegati allacultura, per esempio al Mag-gio Musicale. «Ho sempre ri-flettuto su quella che consi-dero la magia di questo luogo– spiega Stefano Ricci –. Con-ta soltanto 300mila abitanti,eppure ha saputo esprimerealcune delle griffe più celebri,che hanno rivoluzionato il co-stume e la percezione stessadel sociale. Penso spesso checrescere qui, camminare perqueste strade, godere l’armo-nia di colori e proporzioni di-sponga quasi naturalmente al

senso del bello».Ma la situazione generale

non è facile. Basta pensareche la recentissima LondonCollections:Men, con moltaaggressività e senza alcunatrattativa, ha scelto di sovrap-porsi a Pitti. E forse Milano,dove si tengono le sfilate ed èappena entrato in carica l’am-ministratore delegato dellaCamera nazionale della mo-da, Jane Reeve, non sarà entu-siasta di questo elegante scip-po, anche se momentaneo.«Io penso che dobbiamomuoverci tutti insieme – ri-sponde Ricci – rilanciando undialogo che ci consenta diproporre la più completa del-le offerte, sottolineando e va-lorizzando nella sua interezzail nostro patrimonio, che con-siste anche di territorio, cul-tura, rapporto tra le arti di-verse del vivere. E anche la si-gnora Reeve pensa nello stes-so modo».

© R PRODUZ ONE RISERVATA

CravatteStefano Ricci, presidente Cfmi

Made in ItalyPersonaggi e nuovi protagonisti

Imprese

Investitori Dopo l’ingresso in Mcs e in Industries, parla la rappresentante del fondo Usa

Emerisque C’è l’Italia nel mirinoPronti nuovi acquisti nella modaBetsy Mc Cullar: ci interessano anche gioielli, accessori e prodotti per la casaDI MARIA SILVIA SACCHI

Ha fatto due acquisizioniin Italia in sei mesi ed èdeciso a farne altre. Ilnuovo protagonista del

risiko del made in Italy si chiamaEmerisque ed è un gruppo di in-vestimento fondato nel 2004 da Ajay Khaitan e specializzato inturnaround aziendali.

Nei primi anni della sua vita hagià investito su società come LeeCooper, Hickey Freeman, HartSchaffner Marx, Bobby Jones,Jack Nicklaus, Exclusively Mi-sook, Christopher Blue, Palm Be-ach, Sansabelt e Monarchy.

Adesso, invece, ha «messo gliocchi» sull’Italia, Paese sul qualedichiara di aver progetti di lungotermine, come spiega in questa intervista Betsy Mc Cullar, la ma-nager cui è affidato lo scoutingdegli investimenti.

Primi passiLo scorso aprile Emerisque ha

rilevato (da Valentino fashion group) il 100% di Mcs, l’ex Marl-boro Classics. E a novembre haacquistato il 70% (da Moncler, cuiè rimasto l’altro 30%) di Indu-

stries, il gruppo del casual cui fan-n o c a p o i m a r c h i M a r i n aYachting, Henry Cottons, Co-ast+Weber+Ahaus, oltre alla li-cenza per 18Crr81.

«Siamo molto soddisfatti diqueste due prime operazioni —dice Mc Cullar —. Si tratta dimarchi molto conosciuti e con ot-time possibilità di sviluppo. SuMcs ci siamo già messi al lavoroinsieme al nostro rappresentantein Italia, Massimo Gasparini, epossiamo già vedere i primi risul-tati che, però, si trasferiranno neinumeri solo a partire dal 2015.Per Industries siamo solo agli ini-zi, ma è una società sana di cui bi-

sogna solo accelerare lo sviluppo.Porteremo i prodotti di entrambisui mercati emergenti, la loro ani-ma — il design, il centro decisio-nale — resterà, invece, rigorosa-mente italiana».

State guardando altri dossier?«La strategia di Emerisque hanella moda il suo core business, inparticolare in quella del lusso ac-cessibile oggi ancora non presen-te sui mercati emergenti, dove si trovano o marchi locali o marchidi altissima gamma. E le aziendedella moda sono in Italia, in Fran-cia, comunque in Europa... Masiamo interessati anche agli ac-cessori più in generale, come lecalzature o i gioielli, e anche aiprodotti consumer per la casa.Abbiamo una disponibilità finan-ziaria per investimenti in societàil cui fatturato va da 100 milioni a1 miliardo di dollari, in genere fi-no a 200 milioni di dollari per sin-gola operazione». Di più non dice.

SviluppiMarchi europei per i mercati

emergenti, dunque. Perché l’80%della crescita globale dei consu-mi, secondo Emerisque, in futurosi avrà in quattro regioni del mon-do, i Crim: Grande Cina, Russia,India e Medio Oriente. A cui vaaggiungendosi anche il Nord Afri-ca. «Il nostro scopo è di offrire unsupporto per la crescita a marchidi medie dimensioni, in generegià presenti nella Ue, in Giapponee negli Usa, ma che non hanno leforze per sviluppare ulteriormen-te il loro business nei Paesi emer-genti».

È questa la strada intrapresaper Mcs e che presto riguarderàIndustries (in quest’ultima socie-tà è stato confermato il manage-ment guidato dall’amministratoredelegato Enrico Acciai).

La «cura» per Mcs (a lungomarchio in licenza al gruppo Mar-zotto, poi Valentino, come Marl-

boro Classics, dall’anno scorsobrand di proprietà con il nuovo nome Mcs) ha richiesto un inter-vento sul personale. «Negli ultimicinque anni Mcs aveva registratoun calo di fatturato e di profittabi-lità — spiega Gasparini, nel curri-culum P&G, Guccio Gucci e Mis-soni —. Quanto abbiamo rilevatola società, abbiamo deciso per pri-ma cosa di tagliare la linea donna,contribuiva per meno del 15% alfatturato generale, d’altra parteMcs è un marchio molto maschi-le, identificato con il cow boyamericano... Ci siamo detti cheera meglio investire tutte le nostrerisorse sull’uomo. Nella ristruttu-

razione — prosegue Gasparini —abbiamo eliminato la façon perandare direttamente sul prodottocommercializzato».

Ma questo significa perderemade in Italy... «Mcs aveva già daanni rapporti consolidati conpartner esteri, la façon rappresen-tava il 10-15% della produzione edera realizzata in piccola parte inItalia e per il resto all’estero, c’èstata solo una razionalizzazione.Abbiamo aperto la cassa integra-zione straordinaria, partita in ot-tobre, e devo dire che abbiamoavuto una trattativa molto tran-quilla e rapida con il sindacato. Pensiamo di aver raggiunto unbuon accordo, abbiamo per esem-pio garantito l’asilo nido anche aidipendenti in cassa integrazione,che sono una sessantina, e alcunidi loro li stiamo già riassorbendonelle nostre attività».

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La cura per il brand «del cowboy»: tagliata la linea donna, si investe sull’uomo

Page 14: Corriere economia

14 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Storie Sul tavolo di Mino business anti crisi e il passaggio dell’azienda ai figli

Zucchetti Il re dei cedolinifa la guerra al gigante ingleseFatturato in crescita e utili reinvestiti per allargare il gruppo:così la famiglia di Lodi tiene a bada il concorrente SageDI FABIO TAMBURINI

310 milioni

20% la quota dei ricavi ottenuta all'estero

2.630 i dipendenti, negli ultimi 4 annine sono stati assunti 100 all'anno

Il fatturato 2013 in crescita dell'8% sul 2012

35 anniL'età mediadei dipendentiZucchetti

Domenicoe AlessandroZucchetti

s.F.O

gni mese 4 milionie mezzo di lavora-tori ricevono i ce-dolini delle buste

paga elaborati con prodottiZucchetti. Oltre 15 mila com-mercialisti e 20 mila opera-tori nell’area gestione risorseumane utilizzano softwaredel gruppo. Circa 70 milionidi persone all’anno varcano itornelli di stadi e autodromipredisposti dall’azienda, cheè cresciuta molto nel CentroNord ma ha mantenuto ilquartier generale a Lodi, nel-la sede progettata dall’archi-tetto Renzo Piano. E non in-tende cambiare.

ModelloIl gruppo, guidato da Mi-

no Zucchetti che sta gesten-do il passaggio delle conse-gne alla seconda generazio-ne, i figli Alessandro e Cristi-na, rappresenta un caso damanuale di come sia possibi-le battere la crisi. Un altronumero risulta emblemati-co: oltre 4 mila clienti con-quistati ogni anno, che in re-altà sono di più, perché«quelli già acquisiti diminu-iscono per fallimenti, crisi,

concentrazioni aziendali,trasferimenti all’estero»,spiega Alessandro Zucchetti,che poi aggiunge: «Noi ab-biamo imparato a resistere e,nonostante tutto, continuia-mo a rilanciare».

Proprio i numeri sono ilcuore delle attività del grup-po. E i numeri parlano chia-ro. Dal 2010 Zucchetti ha fat-to in media 100 assunzioniall’anno che, escluse dome-niche e giorni festivi, signifi-cano una ogni tre giorni.«Praticamente tutte a tempoindeterminato — spiegaAlessandro Zucchetti —perché, secondo la nostra fi-losofia, chi entra viene sceltoper farne parte a pieno tito-lo, senza limiti d’impegno».Così nel 2013 i dipendentisono arrivati a quota 2.630(metà sono donne, l’età me-dia complessiva è di 35 anni)e il fatturato è cresciuto finoa 310 milioni, al netto delleacquisizioni, l’8% in più sul-l’anno precedente che, a suavolta, era aumentato del 10%rispetto al 2011. I punti diforza sono tre aree di attivi-tà: software e progettazioneper studi professionali (chevalgono ricavi per circa 100milioni), prodotti gestionaliper le imprese (80 milioni),sistemi di sicurezza, automa-zione e robotica (130 milio-ni).

Ma la crisi non è il solonemico da battere perché lapreoccupazione principaleviene da oltre frontiera, dalRegno Unito. Il nome è Sagegroup, un colosso che haraggiunto e superato ricaviper 1 miliardo e 340 milioni,

chiudendo il 2012 con unEbitda, indice di redditivitàtra i più diffusi, di 366 milio-ni. Tradotto in altri terminisignifica che ogni anno Sagefa più profitti del fatturatoZucchetti. E punta sulla cre-scita. Per questo ha uffici in24 paesi, è entrata in Germa-nia, ha consolidato posizioniimportanti in Spagna e, so-prattutto, è riuscita a sfonda-re in Francia, scegliendo Pa-rigi come sede delle attivitàeuropee.

Questo è particolarmentesignificativo perché le diffi-coltà di entrata sul mercatofrancese sono ben conosciu-

te e il software non è mercequalunque, ma un prodottochiave per il mondo delle im-prese e, dunque, per l’indi-pendenza e l’autonomia na-zionale.

ConfiniFinora Sage non è arriva-

ta in Italia ma l’impressioneè che sia soltanto questionedi tempo, mentre altre mul-tinazionali come Microsoft eIbm hanno preferito concen-trarsi sui business tradizio-nali. Nell’attesa il concorren-te più dinamico resta Te-amSystem, che fa capo a unfondo di private equity e ha

soffiato a Zucchetti propriole attività cedute da Ibm (mail contenzioso è ancora aper-to), mentre il gruppo Sole 24Ore risulta venditore. Eccoperché lo scenario competi-tivo si presenta in piena evo-luzione, con Sage pronta agiocare l’asso (oppure gli as-si) e una discreto numero diaziende minori in difficoltàper la crisi economica.

La risposta dei Zucchetti èstata di non prelevare un eu-ro degli utili, pure ragguar-devoli perché superano unterzo dei ricavi, e di destinar-li alla crescita. Il bollettinodelle acquisizioni segna sei

operazioni negli ultimi treanni. Più lo sviluppo per li-nee interne, che ha come fio-re all’occhiello il softwareper la gestione di note spese.

Il tutto senza debiti con lebanche e con la tentazionedella Borsa, finora rimastasulla carta perché, spiegaMino Zucchetti, «il gruppogenera profitti elevati e nonha bisogno della quotazioneper crescere. Anzi, quotarsisignifica distribuire dividen-di e, quindi, avere meno ri-sorse per finanziare lo svi-luppo».

© R PRODUZ ONE RISERVATA

Dal 2010 la società ha fatto cento assunzioni l’anno

La Borsa? Non ci interessa, drenerebbe risorsealla crescita

Lettere

al Corriere

Online: l’Agcome il dirittod’autore

Gentile Direttore,su Corriereconomia di lu-

nedì 23 dicembre è apparsoun intervento della professo-ressa Giovanna De Minicoche muove nei confronti delregolamento Agcom per latutela del diritto d’autoreonline critiche del tutto con-trastanti con le fonti norma-tive.

Non mi soffermo sul fattoche le critiche siano formula-te in termini sovente impro-pri (violazioni «alla» Costitu-zione) e talora oscuri («ese-guire i limiti posti dalla leg-ge»). Venendo alla sostanza,non è affatto vero che non visiano norme di legge poste afondamento della compe-tenza dell’Agcom. Il decretolegislativo 70/2003, che harecepito la direttiva europeasul commercio elettronico,prevede che sia l’autoritàgiudiziaria, sia l’autorità am-ministrativa avente funzionidi vigilanza, l’Agcom, posso-no ordinare al provider diporre fine alle violazioni.L’Agcom, quindi, non usurpa ipoteri del giudice, bensìesercita poteri ad essa attri-buiti dalla legge in vista dellapiù efficace repressione diun’attività illecita. Né po-trebbe sottrarsi a tale com-pito alla luce di un asseritocontrasto tra il diritto d’auto-re e la libertà di espressionedel titolare del sito Internet.La libertà di ciascuno termi-na là dove inizia la lesionedel diritto altrui.

Quanto poi alla responsa-bilità dei provider, essa deri-va, a norma del decreto legi-slativo, dall’inottemperanzanon solo all’ordine del giudi-ce, ma anche a quello del-l’autorità amministrativa. Ilche non comporta, per i pro-vider, alcun obbligo di moni-toraggio preventivo del web,ma solo il dovere di attivarsiin presenza di determinatecircostanze.

Con riferimento alle san-zioni si sostiene che l’Agcomricorrerebbe «a pene alter-native, quali il rallentamentodella velocità o il divieto discaricare il materiale illeci-to». Sul rallentamento dellavelocità riesce difficile ri-spondere, dato che si trattadi un mero frutto della fanta-sia dell’autrice. Quanto alpreteso divieto di scaricare ilmateriale illecito, è vero ilcontrario: il regolamentoesclude esplicitamente dalproprio ambito di applicazio-ne gli utenti finali.

Nell’articolo si ipotizza in-fine che l’Autorità potrebbeapplicare «pene pecuniarie»e successivamente, in caso diinottemperanza, ordinaremisure repressive come la ri-mozione selettiva. Anche quile cose stanno esattamenteall’opposto. L’Agcom può ir-rogare direttamente sanzionipecuniarie (e non pene, percarità!) solo se espressa-mente previsto dalla legge.Quando questo non si verifi-chi, come nel caso in esame,le sanzioni pecuniarie pos-sono conseguire soltanto al-l’inottemperanza ad un ordi-ne. Dunque, prima l’ordine epoi, eventualmente, la san-zione. Questo impone la leg-ge. E questo impone, d’altraparte, anche la logica.

FRANCESCO POSTERAROCommissario AgCom

Capitalismo familiareI personaggi, le strategie

Imprese

Page 15: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 15

MEDIA & TECHFiere A Las Vegas l’elettronica in mostra, dalla nicchia delle stampanti 3D ai braccialetti per sapere quanto pesi e quanto mangi

Smartphone Ok, il prezzo è giusto se scendeOltre un miliardo di pezzi venduti nel 2014, ma costeranno sempre meno. Il business dell’auto iperconnessa

La buona notizia per i consuma-tori è che il mercato globale del-l’elettronica è destinato a calare.L’istantanea scattata al Consu-

mer Electronics Show 2014 di Las Ve-gas dice che si venderanno prodotti percomplessivi 1.055 miliardi di dollari nel2014, l’1 per cento in meno del 2013(1.068 miliardi). Perché è una buona notizia? Il calo è dovuto principalmen-te alla discesa del prezzo medio dismartphone e tablet, che da soli valgo-no oltre la metà di tutto il mercato. Senel 2010 servivano in media 444 dollariper acquistare uno smartphone, l’annoscorso eravamo scesi a 297. Un trendche proseguirà quest’anno, accelerandola trasformazione in commodity diquello che è stato, dall’avvento del-l’iPhone sette anni fa, il mercato piùredditizio dell’elettronica. Un fenome-no che molti produttori è un problema.

FenomenoPer Samsung soprattutto, costretta a

mettere a registro il primo trimestrecon utili operativi in calo dopo due annidi crescita ininterrotta: 5,7 miliardi dieuro ovvero -6,1% su base annua e-18,3% dai tre mesi precedenti. A diffe-renza di Apple, che pure è costretta adavviare un serio ragionamento suiprezzi dei suoi iPhone e iPad, Samsungnon ha un solido settore di contenuti sucui far leva. E dunque sta cercando dimettere un piede in segmenti più reddi-tizi come quello business. Da una partecon soluzioni per rendere più sicuri idevice in ambito aziendale, come Knox.Dall’altra puntando a offrire prodottitagliati sui professionisti: a Las Vegasha svelato la versione Pro dei suoi ta-blet Android, con il debutto di un inedi-to formato da 12,2 pollici. Per le strate-gie sugli smartphone, non solo di Sam-sung, bisognerà invece aspettare fine febbraio, quando a Barcellona andrà inscena il Mobile World Congress.

Con il settore dei device tascabili(mp3 player a parte) che cresce nelle consegne totali ma non a valore, l’indu-stria guarda verso nuovi settori. Il piùpromettente è quello dell’automotive,frutto dell’ibridazione tra le quattro ruote e la tecnologia. L’era delle selfdriving car è ancora lontana. Ma leconnected car sono una realtà: secondouno studio di Gartner, entro il 2016 la maggioranza di chi acquisterà un’autonuova si aspetterà una qualche formadi servizio online a bordo ed entro il2020 più della metà dei nuovi veicoliavranno un collegamento (negli Usagià oggi sono il 17%). Per questo al Cesc’erano ben nove marchi dell’automoti-ve (Audi, Bmw, Chrysler, Ford, General

Motors, Kia, Mazda, Mercedes e Toyo-ta) e decine di aziende dell’indotto. L’annuncio più significativo è stata lacreazione dell’Open Automotive Al-liance, promossa da Google insieme adAudi, Gm, Honda e Hyundai (oltre aNvidia, che fabbrica microchip).L’obiettivo è portare Android nel cuoredei sistemi di infotainment. E contra-stare Apple che con il suo iOs in the Carha già una partnership con brand qualiBmw, Mercedes, Gm, Land Rover, Ja-guar, Audi, Toyota, Chrysler e Honda.Microsoft è alleata con Ford. Lo scontrotra i tre big americani della tecnologiasi rinnova dunque su un nuovo, ricchis-simo, terreno di scontro.

Tornando ai settori più strettamentelegati all’elettronica, Las Vegas ha con-fermato alcuni trend. Quello della stampa 3D, ad esempio. La statuniten-se MakerBot ha creato il primo store dimodelli verificati e professionali, chegli utenti possono acquistare con prezzida App store, da 0,99 dollari in su. Unamossa che potrebbe avere l’impatto cheiTunes ebbe sulla musica anche se siparla per ora di una nicchia, con stime

di vendita per 100 mila stampanti 3Dnel 2014.

FuturibilePiù ampio è già ora il mercato dei

wearables, le tecnologie da indossare. Isoli smartwatch, gli orologi intelligen-ti, valgono quest’anno 1,5 milioni di pezzi e saliranno a 4 milioni nel 2017. Ingrossa crescita anche gli activity trac-ker, i braccialetti che tengono conto deipassi fatti e delle calorie consumate. Di-versi big hanno fatto la loro mossa, daLg a Sony, da Garmin a Epson.

Infine le tv ad altissima definizione.I tv Ultra Hd scenderanno rapidamentedi prezzo già quest’anno, sotto i 2.000euro. La nuova frontiera si chiama Oledla sola Lg sembra crederci: i prezzi deiprodotti con i pannelli organici reste-ranno elevati, sopra i 5.000 euro. Per of-frire una novità , molti produttori, core-ani in testa, hanno deciso di puntare su-gli schermi curvi. Sono attesi circa 2-2,5milioni di pezzi venduti quest’anno.Un’inezia rispetto agli smartphone, chesfonderanno il miliardo

@pottolina© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tecnologia da indossare, per il fitness

Sondaggio Accenture su 6.000 persone in 6 Paesi diversi

Quale tra questi prodotti sarebbe più interessato ad acquistare?

Paesi: Australia, Canada, India, Sud Africa, Inghilterra, Stati Uniti

Notebookpc

Tablet Tivù HD Un paiodi scarponi

Smartwatch Occhialitipo Google Glass

ma....

80%69%65%63%

42%46%52%

*Stime

Cina

USA

1.068miliardi

nel 20131.055

miliardinel 2014*

-1%Valore delle venditedell’elettronica

di consumonel 2014*

Ma il prezzo medio è sceso da 444 dollari nel 2010 a 297 del 2013 e scenderà ancora nel 2014

1,2 miliardi

2,5 milioni

1,5 milioni

99 mila

Smartphone

Tv UltraHD

Smartwatch

Stampanti 3D

a o

50%50%

Il peso dei mercati emergenti

Ricavi nell’elettronica

di consumo, stime 2014

Miliardi282

Miliardi258

$$

Ppar

ra

La nuova alleanza di Google e Android con alcune case automobilistiche persfidare Apple & C.

Premiati i vincitori della 12esima edizione del KWD Webranking 2013 Italy

Imprese, gli Oscar del webEni al primo posto, poi Telecom Italia e Hera

I mprese italiane nell’eccel-lenza nella comunicazione

online. Lo certificano i risulta-ti della 12esima edizione dellaricerca KWD Webranking2013 Italy che ha analizzato laqualità e l’efficacia delle stra-tegie di comunicazione sulweb delle imprese. Anche nel2013 le 26 maggiori societàquotate che rientrano nellaclassifica KWD WebrankingEurope 500 registrano unpunteggio medio di dieci pun-ti superiore alla media conti-nentale (pari a 37,6 punti).

Eni ha riconquistato il pri-

mo posto nella classifica na-zionale e guadagnato, con88,8 punti, uno dei valori piùalti nella storia della ricerca, scavalcando Telecom Italia(86,1 punti) che aveva vinto ledue edizioni precedenti e He-ra (80,5) che scende dalla se-conda alla terza posizione.Mondadori, grazie al lancio diuna nuova area dedicata allaresponsabilità sociale, ha vin-to il titolo di «best improver»come società che ha aumenta-to maggiormente il punteggiorispetto all’anno precedente.

Le società sono state pre-

miate nelle scorse settimanenell’ambito di una manifesta-zione dedicata alla comunica-zione online nella Sala Buzza-ti del Corriere della Sera.

Le imprese italiane si di-mostrano particolarmenteforti nell’area dedicata allapresentazione dell’azien-da,dei risultati finanziari edella governance mentre leinformazioni sulla sostenibili-tà, quelle dedicate ai poten-ziali candidati e la presenzasui social media, risultano learee più deboli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riconoscimenti Il secondo premio al team di Tele-com. In basso da sinistra Roberto Ferrari (respon-sabile Comunica-zione Web Digital di Eni, medaglia d’oro) e Joakim Lundquist (KW D); Giuseppe Gaglia-no (direttore Re-lazioni esterne Hera, medaglia di bronzo) e Helena Wennergren (KWD); Federico Angrisano (diret-tore Comunica-zione e media re-lation di Monda-dori, Best impro-ver) e Sara Ru-sconi (KWD)

Persone, retie consumi

DAL NOSTRO INVIATO

A LAS VEGAS

PAOLO OTTOLINA

Page 16: Corriere economia

16 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

SU

GIÙ GIÙBracciali e orologiTutti in corsaper la tecnologiada indossare

MEDIA & TECHLe tendenze, le novità

Persone, retie consumi

Provati per voi

SmartphoneCol megadisplayscatti in altadefinizione

B lackBerry abbandona latradizionale tastier ina

qwerty, che ne ha contraddistin-to il design negli anni, e punta suuno smartphone a tutto scher-mo. Lo Z30 è un «full touch» dacinque pollici in tecnologia SuperAmoled: garantisce un’alta riso-luzione delle immagini, con buo-na visibilità anche in presenza di

luce inci-dente. Laf o t o c a -m e r a d aotto me-g a p i x e lcon auto-focus con-sente ri-p r e s e d i

foto e filmati in qualità Hd. All’in-terno è già integrato il chip per latrasmissione in banda ultralarga4G (Lte). Mentre il sistema ope-rativo BB10.2, abbinato alla tec-nologia Nfc, abilita lo scambio difile e dei pagamenti elettronici inmobilità. La batteria da 2880

mA/h garantisce un’autonomiarecord di 18 ore di conversazio-ne, con standby di due settima-ne: ideale per i grandi parlatori echi non si stacca mai dal telefo-nino. Il difetto? BlackBerry Wor-ld, lo store da cui scaricare appli-cazioni, è ancora povero rispettoai competitor.

Pro: fotocamera in HdContro: limitata scelta delle

applicazioniUMBERTO TORELLI

MARCA: BlackBerry

PRODOTTO: Z30

PREZZO: 599 euro

© R PRODUZIONE RISERVATA

P uò sembrare un ritorno alpassato questo «Max: The

Curse of Brotherhood», classicovideogioco stile anni Settanta. E’solo un’impressione, perché letecnologie software e la grafica diquest’avventura dettagliata e co-lorata sono al top e la giocabilità èbuona. E’ un videogame perl’Xbox in due versioni, sia per la

360 che per la One, perché (erroredi mercato) oggi l’ultima console di Microsoft, la One appunto, nonè compatibile con la precedente,dunque il giocatore non può uti-lizzare i «vecchi» game. Detto ciò,il nuovo titolo della danese PressPlay è rilassante, con rompicapointelligenti e adatti a tutte le età.

Come dicono i pedagogisti, è«esplorativo», cioè capace di farragionare bambini e ragazzi. Per ipiù «smanettoni» si tratta di unpuzzle-platform game 3D a scor-rimento orizzontale con una gra-fica d’animazione eccellente, stilecartone animato. I difetti? Qual-che complessità nei comandi.

Pro: graficaContro: comandi poco intuitivi

M. GA.MARCA: Press Play

PRODOTTO: Max: The Curse of Brotherhood

PREZZO: 14,99 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IntrattenimentoHa volto svizzerol’alternativa alla Playstation

T ra i tre litiganti Sony, Micro-soft e Nintendo, trova spazio

Ouya, una piccola e rivoluzionariaconsole fissa, motorizzata da unaversione personalizzata del siste-ma operativo Android di Google.Nata grazie a una raccolta di fondiper otto milioni di dollari sul sitoKickstarter, ha un prezzo ben piùbasso delle rivali e una linea ele-

Sarà l’anno dei «weara-ble», i dispositivi digi-tali indossabili: a parti-re dagli occhiali-navi-

ganti Google glass e daglismartwatch, i computer dapolso. Ma sarà anche l’annodegli schermi curvi per i cellu-lari e i grandi televisori, deicomputer trasformabili, dellestampanti 3D, dell’Internetdelle cose, delle app per video-giochi a basso prezzo. Questele previsioni per il consumerelettronico. Nel comparto It(Information technology), in-vece, saranno cloud compu-ting e Big data a farla da pa-droni, e i social network con-nessi ad applicazioni azienda-li: come l’anno scorso.

Salgono i consumiIdc, che ha stilato la classifi-

ca delle tendenze hi-tech per il2014, conferma l’avanzata deidispositivi mobili, a scapitodella flessione di computerdesktop e notebook tradizio-nali. Prevede inoltre un incre-mento del 5% della spesamondiale in It, rispetto al2013, con un giro totale d’affarial picco dei 2.100 miliardi didollari (1.548 miliardi di eurocirca). Le vendite di tablet do-vrebbero crescere del 18% e,quelle di smartphone del 12%.I produttori Android, in testaSamsung, continueranno adominare la scena.

Apple resisteApple dovrebbe restare se-

conda per quota di mercato,per via dei prezzi mediamentesuperiori e del consolidamen-to delle applicazioni. Il terzoattore sarà, si stima, Microsoft,che con l’acquisizione di Nokiasi dovrebbe attestare al 4-5%nel segmento smartphone.

Saturati i mercati america-no ed europeo, nel consumo dihi-tech avanzeranno i Paesiemergenti: è del 10% la cresci-ta prevista da Idc, per il 2014,per l’area Brics (Brasile, Rus-sia, India, Cina e Sudafrica),che dovrebbe coprire il 35%del fatturato complessivo It.

La conseguenza attesa è lospostamento d’investimenti epersonale in queste aree daparte dei produttori di tecno-logie informatiche.

Il boom degli storeUn discorso a parte riguar-

da le app, che ancora dovreb-bero regnare incontrastate sututto il resto: sono le vere pro-tagoniste della rivoluzione di-gitale che nel 2013, nonostantela crisi, non ha registrato fles-sioni.

Le abbiamo scaricate su ta-blet e smartphone per gli usipiù vari: jogging, acquisti onli-ne, mappe, prenotazione diviaggi, salute e medicina, ri-cette di cucina e chat. Dal soloApple Store, che detiene circail 60% del mercato, in dicem-bre sono state scaricate oltretre miliardi di applicazioni datutto il mondo, per un fattura-to superiore al miliardo di dol-lari (circa 740 milioni di euro).

A questo bisogna aggiunge-re le app degli utenti Androide quelle scaricate con i nuovisistemi operativi MicrosoftWindows Phone e AmazonAppstore: un flusso quotidia-no ininterrotto di download,da parte degli utenti con appa-recchi mobili. Per questo seg-mento emergente di mercatogli analisti prevedono nel cor-so del 2014 un’ulteriore cresci-ta. A due cifre.

© RIPRODUZ ONE RISERVATA

L’analisi [email protected]

Silicon Valley e le altreConta davvero il luogo?

Il caso di Supercell, nata in Finlandia e diventata globale in Giappone

Tra le tante competizioni che ilmondo hi-tech ci proponeogni giorno — sui brevetti,

gli smartphone o le app — c’è an-che la gara degli hub, ovvero i di-stretti tecnologici del mondo. LaSilicon Valley californiana, un tem-po regina incontrastata, ha vistocrescere una selezionata schiera diaree concorrenti: dalla New YorkAlley a Londra, da Berlino a Pechi-no.

Ma siamo proprio sicuri che, nelmondo di oggi, la collocazione geo-grafica sia fondamentale? Secondoalcuni, al contrario, la location è

meno importante di un tempo: In-ternet semplifica l’accesso alle in-formazioni e rende meno impellen-te la necessità di stare vicino a ungrande data center. Certo, la conti-guità con grandi università eccel-lenti come quelle californiane, cosìcome l’attivismo di un sistema fi-nanziario evoluto, fanno ancora la differenza. Però meno di un tempo.

Ciò che realmente conta non è illuogo da dove un imprenditoreproviene ma soprattutto la direzio-ne verso cui vuole andare.

Ne porta un esempio interessan-te, sul Financial Times, Niklas

Zennström, co-fondatore di Skype(oggi di Microsoft) e attuale capodella società di investimenti Atomi-co. Supercell — un’azienda di vide-ogame online fondata a Helsinki efamosa per i giochi «Clash ofClans» e «Hay Day», in cui l’im-prenditore 47 enne ha investito unbel po’ di denaro nel 2013 — ha co-minciato da subito a guadagnare.Nell’ottobre scorso la quota di mag-gioranza è stata venduta alla giap-ponese SoftBank con un incasso di3 miliardi di dollari.

E’ la storia di un’idea partita dal-l’Europa (dall’Europa più avanzata,

certo, ma non da San Francisco) ediventata successo planetario. Su-percell è una lezione di geografiaeconomica. Insegna che non è ne-cessario, per un’impresa agli albori,traslocare in Finlandia (anche se èun ottimo posto per la tecnologia)ma che è indispensabile avere am-bizioni globali fin dalla partenza.

Naturalmente l’espansione glo-bale bisogna andarsela a cercaredove i mercati sono più dinamici. IlGiappone, ad esempio, è il paradisodei ricavi da applicazioni mobili,così come la Cina ha il più alto nu-mero di utenti sul web e il Brasile è

secondo solo agli Stati Uniti nelcampo dei social network.

Non si può dunque essere globa-li se non si entra in questi mercati.Cosa, peraltro, non facile. Averebuoni prodotti, un team in gamba ecapitali adeguati non garantisceautomaticamente la capacità di ge-stire un business globale, di assu-mere i talenti migliori dall’altraparte del mondo né, tanto meno, ditessere le giuste relazioni in am-bienti complicati come la Cina (ciòche spesso riesce bene a noi italia-ni, che di ambienti complicati sia-mo esperti).

Per chi ha il coraggio di imboc-care questa strada, comunque, nonsolo i rischi, ma anche le opportu-nità, sono davvero grandi. Gli inve-stitori internazionali lo sanno, le start-up nazionali, talvolta, no.

@SegantiniE© R PRODUZIONE RISERVATA

DI EDOARDO SEGANTINI

Tempo liberoRompicapo per ogni etàcon i cartoni 3D

Le stime Spesa hi-tech su del 5%

Web & App Addio Pc, l’anno è mobileDI UMBERTO TORELLI

ComputerLe scrivaniesono sconfittedal tablet

C aduta libera per le venditemondiali di computer da ta-

volo e notebook: -15,4% nel ter-zo trimestre 2013, rispetto allostesso periodo del 2012 (datiGartner). Responsabile: il tablet.Gli utenti ne premiano la maneg-gevolezza, la semplicità, la gam-ma di prezzo e, soprattutto, lascelta possibile fra tre sistemioperativi, dall’iOs Apple dell’iPadai tanti modelli Google Android,fino al Windows 8 installato sulSurface 2 di Microsoft. All’inizio del 2013 sembrava che gli ultra-book, cioè i notebook superleg-geri e potenti, sempre connessi alcloud, avrebbero contrastato i ta-blet, ma non è stato così.

Ora i rivali in campo sono i«transformer», i tablet tuttofarecon la tastiera da agganciare esganciare. È partita Asus conTransformer Book, seguita daAcer, Hp, Samsung, Sony. Ora c’èYoga 2 della cinese Lenovo, tavo-letta luminosa da 13,3 pollici chepuò assumere quattro posizioni stabili. Il design a cerniera con-sente il ripiegamento a libro a360 gradi, passando dalla posi-zione di tablet a «tutto schermo»a quella di notebook con tastieraretroilluminata.

Di questo passo, nel 2014, ilcammino di notebook e desktop

Pc si presenta sempre più insalita.

U. TOR.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lettori musicaliC’erano una voltaiPod e Mp3,ora canta il telefono

I eri si diceva lettori Mp3, oggi«portable media player»: sono

le prime vittime del boom degli smartphone. La musica portatileormai si ascolta sul telefonino el’arrivo in dicembre di Spotify, ilservizio musicale gratuito in strea-ming anche sui cellulari, è un altrocolpo. Nel gennaio-ottobre 2013 ilmercato in Italia è calato del33,9% a un milione e 320 mila let-tori musicali (dati Gfk): un milionedi unità in meno che in Francia oGran Bretagna, dove il mercatotende a calare meno rapidamente.

Eppure non manca l’attrattivitàdei player Mp3: una vasta scelta dimodelli e prezzi, da meno di 20 a 300 euro, memorie capienti da 16o 32 Giga, design curato. Dal leg-gerissimo Sony Walkman Sport,incorporato agli auricolari, all’in-novativo braccialetto touch di Cre-ative, che comunica senza fili congli auricolari. Per gli sportivi ci sonoi Glass Mp3, occhiali da sole ingomma che incorporano lettore eauricolari. Ma anche i più richiesti,gli iPod, sono in calo. Nel gennaio-agosto 2013 Apple, che ha il 70%del mercato, ne aveva venduti 5,6milioni nel mondo, contro i 7,7 mi-lioni dello stesso periodo 2012. L’ultimo iPod Touch sembra uniPhone: schermo Retina per i video,videocamera HD, 329 euro per ilmodello da 32 Giga. Peccatonon sappia anche telefonare.

C. S.© RIPRODUZ ONE RISERVATA

S i c h i a m a«wearable», è la tecnolo-

gia da indossare. A scommettercisono in molti, da Intel a Google, daSamsung a Lg. «La nuova rivoluzione èrendere ogni oggetto smart, intelligen-te», ha detto al Ces di Las Vegas Brian Krza-

nich, amministratore delegato di Intel,lanciando il concorso «Make it weara-ble» per la migliore tecnologia da in-dossare (in palio un premio da 1,3 mi-lioni di dollari). Saranno presto superati

anche gli attesi Google Glass? Un pro-dotto di cui si sa già tutto, grazie ai test

riportati su Internet, prima ancora del suoarrivo sul mercato. Anche Apple e Sam-

sung hanno depositato brevetti per gli oc-chiali che integrano la realtà aumentata e i

dati connessi. Ci sono poi una start-up ita-liana, GlassUp, e una americana, Meta (con

gli SpaceGlass). Sony Mobile punta invece suuna gamma di prodotti SmartWear: il primo è

il braccialetto SmartBand, che comunica congli smartphone Xperia e le app LifeLong, per

gestire la vita quotidiana. Mentre Lg ha lan-ciato a Las Vegas LifeBand, un bracciale touch

che registra le attività fisiche. Ci sono poi glismartwatch, orologi che avvisano quando ar-

rivano mail, rispondono a richieste vocali o in-dicano la strada. Una decina i modelli, dai più

sofisticati come Sony Experia Z1 (689 euro) aipiù popolari come il Galaxy Gear di Samsung

(299 euro), fino ai più economici e sportivi,come il Pebble (119 euro) o il Run Trainer di

Timex. Nel 2013 sono stati venduti già 10mila smartwatch in Italia secondo Gfk, che

prevede una crescita di oltre il 10%nel prossimo biennio. E le stime di

Generator Research danno a fine2014 un mercato mondiale da

8,9 milioni di unità.CHIARA SOTTOCORONA

© RIPRODUZ ONE RISERVATA

Page 17: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 17

GIÙ

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SU

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MEDIA & TECHI prodotti, le campagne

Persone, retie consumi

P er guardare film, eventisportivi e fiction sui televi-

sori a schermo piatto, oltre allabuona qualità delle immagini,occorrono suoni in alta fedeltà.SoundPlate Lap 340 di LG è unsistema composto da quattrodiffusori acustici che trasforma-no il salotto di casa in sala cine-matografica. Il design ultrapiat-

to (3,5 centimetri di spessore)consente di mettere l’impiantosotto il piano d’appoggio del te-levisore. Basta poi collegarlo al-la presa audio digitale, presenteormai su tutti i nuovi modelli, e ilgioco è fatto. Il sistema funzionain modalità Bluetooth e può es-sere abbinato a dispositivi digi-tali Mp3 come lettori e smar-tphone, per ascoltare compila-tion musicali. La potenza acusti-

ca totale risulta di 120 watt egrazie ai subwoofer integratisono esaltati i bassi, senza di-storsione. Il difetto riguarda iltelecomando che gestisceSoundPlate: non si interfacciacon i vecchi televisori Lcd. Primadell’acquisto, controllate lacompatibilità.

Pro: alta fedeltàContro: non è compatibile

con Lcd-TvU. TOR.

MARCA: LG

PRODOTTO: SoundPlate Lap 340

PREZZO: 399 euro

© RIPRODUZ ONE R SERVATA

AudioL’alta fedeltàs’infila sottoil televisore

gante, a firma del designer sviz-zero Yves Béhar. Utilizza softwarededicato (non è compatibile conle comuni app di Android), dascaricare esclusivamente dallaRete da una biblioteca in costanteaggiornamento, con circa 500 ti-toli, tra giochi e applicazioni di va-ria utilità (come Twitch TV). Diogni software è possibile scarica-re gratis una versione dimostrati-

va. Il comparto grafico e tecnolo-gico di Ouya non è paragonabilealle rivali di nuova generazione, ma più che sufficiente per offrirevideogiochi di qualità, simile a ta-blet e smartphone. La piccolaconsole è una divertente alterna-tiva, indipendente e «open sour-ce», per un’utenza curiosa e anti-conformista.

Pro: alternativa interessanteContro: futuro incerto

M. T.MARCA: Boxer 8

PRODOTTO: Ouya

PREZZO: 119 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pit Spot

Anche farsi la barbadiventa un casodel made in Italy

Londra come New York, Amsterdam come Pari-gi e Rotterdam: anche la qualità della rasaturamade in Italy vuole farsi riconoscere nel mon-

do, come il cibo, la moda, il design, tutto quello chesappiamo fare bene e che riusciamo naturalmente aesportare da tanti anni (e speriamo di poter continua-re a farlo).

La campagna che Proraso dedica ai suoi «maestribarbieri» diventa ora un racconto visivo nello spotcreato dall’agenzia White, Red and Green e in onda sulle reti tv nazionali.

Ecco così materializzarsi le botteghe tradizionalidei grandi artigiani del taglio: in ciascuna di esse, di-slocate a quattro angoli del mondo, vediamo differen-ti protagonisti che si accomodano sulla leggendariapoltrona, e si affidano alle cure di donne e uomini cheripetono gesti del passato, con la calma e l’accuratezzadi un rito. Ognuno di essi è già diventato un perso-naggio.

Alla fine, la domanda cruciale: «Come si sente?»chiede il barbiere Alain di Parigi.

«Perfettamente», risponde il cliente, accarezzan-

dosi le guance lisce dopo il trattamento.Ecco così raccontate piccole storie di eccellenza,

con un marchio italiano che diventa internazionale eglobale, portando una volta in più la bandiera del ma-de in Italy nelle grandi metropoli del Vecchio e del Nuovo Mondo.

La campagna video riprende così quella stampa,già bella, che ritraeva i barbieri al centro della loro bottega, ognuno autentico testimonial del marchio. Ilfilm si chiude con questo legame fra brand e tradizio-ne.

Non è certo impresa facile nobilitare prodotti appa-rentemente complessi da comunicare, come quelli as-sociati alla rasatura e alla cura dell’uomo: la campa-gna, nei suoi vari livelli di pianificazione e con i diffe-renti media impiegati (fra i quali un sito piuttosto cu-rato, www.proraso.com), riesce efficacemente agenerare racconto e atmosfera, a rivitalizzare un mar-chio.

Con l’obiettivo farlo ascendere nell’Olimpo del ma-de in Italy da esportazione.

© RIPRODUZIONE R SERVATA

a cura di ALDO [email protected]

in collaborazione con

MASSIMO SCAGLIONI

SUPPLEMENTO DELLA TESTATA

DEL 13 GENNAIO 2014ANNO XVIII - N. 1

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Trend Nel 2017 la metà dei 15 milioni di televisori venduti sarà di ultima generazione e si potrà collegare a Internet

La tv in abbonamento scopre fiction e serie originaliIl modello di Chili consente il noleggio sporadico per pochi euro di contenuti online. I progetti di Mediaset e Sky

Nel 2017 le smart tv vendutein Italia saranno circa 15 mi-lioni, la metà delle quali con-

nesse a Internet. La fruizione dei vi-deo tramite la rete, già oggi in forteespansione e causa principale dellachiusura delle videoteche fisiche,sarà allora un fenomeno consolida-to.

Per questo i principali broadca-ster nazionali, come Mediaset conl’offerta Infinity e Sky con il proget-to River, stanno entrando nel mer-cato del video streaming con unmodello di business basato sul pa-gamento di canoni di abbonamentoa giornata o mensile. Chi opera giàda più di un anno nel comparto, conun posizionamento però differente,ovvero il transactional video on de-

mand, il noleggio o l’acquisto di unsingolo contenuto dopo la registra-zione gratuita sul sito, è Chili, ilplayer nato nel giugno del 2012 co-me spin off del ramo d’azienda OverThe Top Tv di Fastweb, partecipatooggi al 36% dalla stessa Fastweb, al18% da Antares Private Equity e perle restanti quote dai soci fondatori,tra cui il presidente Stefano Parisi(attualmente anche presidente diConfindustria Digitale) e l’ammini-stratore delegato Giorgio Tacchia.Chili è attivo nella distribuzione di-gitale di film ma presto entrerà an-che nel mercato della serie tv. E nonè tutto, perché la società punta arafforzare l’offerta rivolta all’utenzabusiness e prepara il piano di espansione sul mercato internazio-

nale. «Chili — spiega Stefano Parisi— si avvia a chiudere l’anno con ungiro d’affari di circa 2 milioni di eu-ro, in linea con i nostri obiettivi e con il raggiungimento del breakeven atteso alla fine del 2014».L’operatore offre agli utenti un cata-logo di 3.500 film costantementeaggiornato. «Abbiamo sottoscritto

accordi con i più importanti produt-tori e distributori italiani e interna-zionali, in virtù dei quali possiamovendere e noleggiare i film in coin-cidenza con l’uscita home video, laprima possibile dunque dopo il pas-saggio nelle sale cinematografico».

L’offerta di Chili è multiscreen(l‘applicazione è preinstallata e rac-comandata su tutte le smart tv sulmercato) e multidevice (i film pos-sono essere visti sulle principalipiattaforme video, dai tablet ai pcsino agli smartphone). «A febbraio– aggiunge Parisi — allargheremo l’offerta alla serie tv e alle fictionrendendo tra l’altro disponibili pro-duzioni in lingua originale mai vistein Italia, oltre a proporre sia singoliepisodi sia serie complete già anda-

te in onda sulla pay tv nella versio-ne doppiata». Chili punta a rita-gliarsi una fetta importante nelcomparto del video streaming ondemand. «Il nostro obiettivo è esse-re nel 2017 uno dei cinque principalioperatori con una quota del 20%».Il fatturato del gruppo, secondo ilbusiness plan, toccherà i 30 milionidi euro, di cui il 30-40% garantitodall’attività rivolta alla clientelaaziendale. «Siamo così in grado dioffrire ad aziende ed editori piatta-forme e servizi personalizzati. Unpacchetto chiavi in mano per la di-stribuzione dei loro contenuti videosu tutti i dispositivi connessi a inter-net».

LUCIO TORRI© RIPRODUZIONE R SERVATA

PlayerStefano Parisi, tra i fondatori di Chili

Videogame/2Invece dei solitaripartite collettivesulla nuvola

TelevisoriSchermi curvie ultrapiatti,la tv sarà gigante

I l 2013 si chiude con quasicinque milioni di nuove tivù a

schermo piatto nelle case degli italiani. E prospettive di crescitaper il prossimo anno, dovute inbuona parte ai mondiali di calcio,in giugno, in Brasile. Che cosaaspettarsi per il 2014? Innanzi-tutto un deciso spostamentoverso dimensioni maggiori.«Una tendenza che sposterà incucina e nelle camere dei bam-bini i 32 e 37 pollici del salotto— dice Marco Hannappel, re-sponsabile audiovideo di Sam-sung Italia —, per fare posto aschermi oltre i 46 pollici da guar-dare dal divano». Ma il prossimosarà l’anno della consacrazionedefinitiva degli schermi ultra-Hd, con tecnologia 4K, che rad-doppiano le risoluzione dei tele-visori in Led. E anche degli ultiminati, gli ultrapiatti Oled.

Proprio questa riduzione dispessore segnerà l’arrivo deglischermi curvi, con nuove solu-zioni di design: la vera novità del2014. I grandi produttori comeLg, Sony, Panasonic e Samsungsono già pronti con i primi mo-delli oltre i 55 pollici. La formalievemente concava dovrebbetrasmettere al telespettatore lestesse emozioni del cinema. Infi-ne, un’ultima tendenza per glionnivori digitali: il «second scre-en». Si potrà guardare i pro-grammi tivù sullo schermo deltablet e creare palinsesti perso-nalizzati composti da programmigeneralisti, video on demand,filmati scaricati dal web.

U. TOR.© R PRODUZIONE RISERVATA

C on l’arrivo delle console di nuova generazione diSony e Microsoft, si giocherà sulla nuvola di Internet

(il «cloud gaming»): una novità destinata a rivoluziona-re il mondo dei videogame. Il primo passo è stato quellodi poter giocare in Rete, sfidando concorrenti in tutto ilmondo. Oggi, con la nuvola, è il videogioco a diventareremoto e a superare i limiti fisici della tecnologia della

console. Grafica e animazioni, intel-ligenza artificiale e persino la con-duzione di mondi virtuali persistentisono elaborati da potentissimi com-puter lontani, che decuplicano lepossibilità d’interazione e diverti-mento. Si chiama Gaikai il servizio diclouding di Playstation 4 che Sonyinaugurerà nel 2014, mentre sonogià in funzione gli oltre 300 mila server dedicati a Xbox One.

M. T.© RIPRODUZ ONE R SERVATA

A umentano le possibilità di gioco con le applicazioni peri tablet, inventate da sviluppatori fantasiosi e indipen-

denti, gratuite o in vendita per pochi euro. La conseguenza èche la console portatile per videogame andrà a tramontare.Prezzi bassi e tante nuove idee sono all’origine della svolta,partita nel 2013 quando gli utenti di Android e iOs hannospeso per i videogiochi il triplo rispetto ai possessori di con-

sole portatili targate Nintendo eSony. La tendenza pare destinata aproseguire quest’anno. L’anno scor-so, nel mondo, sono state vendutecirca 40 milioni di Nintendo 3DS esei milioni di Playstation Vita, ma leapplicazioni installate sul solo iPaddi Apple sono più di 170 milioni e il70% di queste è composto da vide-ogiochi. Una percentuale che rimaneimmutata anche nelle vendite disoftware targato Android.

MASSIMO TRIULZI© RIPRODUZ ONE R SERVATA

Videogame/1Si gioca a tavolettae tramonta la console portatile

Page 18: Corriere economia

18 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

5,2 milioni di impreseE’ il numero delle aziende attive nel 2013 sul territorionazionale. Tra i settori più attivi, il commercio (1.417.373

ditte, il 27,3% del totale), le costruzioni (796.038 imprese con unaquota del 15,3%) e l’agricoltura (782.500 aziende. pari al 15,1%).In crescita, il numero di aziende che operano nei comparti per lafornitura di energia elettrica e gas (+17,9%), nelle attività di sup-porto e noleggio (+3%) e nell’assistenza sociale (3,8%).

Il lavoro corre su InternetSono cresciute del 5% nel 2013 le offertedi lavoro online. Tra i settori più presenti,secondo il rapporto annuale di Infojobsquelli legati ai servizi e ai programmi in-formatici (26% delle offerte totali), alle te-lecomunicazioni (23%). In aumento le in-serzioni per le pubbliche relazioni (+1,1%).

Sempre meno sponsor nello sportE’ calato del 7,2%, nel 2013, il mercatodella sponsorizzazioni in Italia. La flessioneriguarda sopratutto gli eventi sportivi(-8,6%), ma non risparmia anche la co-municazione. In controtendenza, le spon-sorizzazioni in cultura e spettacolo(+6,3%), aumentate in vista dell’Expo.

PICCOLE & MEDIEAziende, storiee persone

Mercato Aumentano le attenzioni degli investitori stranieri verso le Pmi

Credito Borsa e fondi,possibili vie per la ripresaA sorpresa le piccole tornano a quotarsi. E aprono al capitale DI ISIDORO TROVATO

IN BACHECA

A cura di FELICE [email protected]

FinanziamentiCredito più facileper le Pmidella Lombardia

S i rinnova «Credito adesso»,l ’ i n i z i a t i v a d i R e g i o n e

Lombardia e Finlombarda per soddisfare i l fabbisogno dicapitale delle micro, piccole emedie imprese lombarde. Tra idestinatari vi sono anche leimprese turistiche. Semplificate le procedure di accesso al creditoe le condizioni di finanziamento.

ManifestazioniPane, pizza, dolci e gelati:l’abbuffata di Rimini

R iapre il Sigepd i R i m i n i , i l

salone riservatoagli artigiani che sioccupano di pro-duzione propria neisettori della gelateria, pasticceria,panificazione e della pizza. La ras-segna, in programma dal 18 al 22gennaio (nella foto il presidente diRimini Fiera Lorenzo Cagnoni), sipresenta come la vetrina europeadelle attività artigianali alimentari.Previsti concorsi internazionali eseminari di aggiornamento pro-fessionale.

1 Il risveglio delle «piccole» di Piazza Affari

NessunoAdvance AdvisorAmbromobiliareHarley Dikkinson FinanceMethorios Capital*ArtiacoSintesiTOTALE

2131811

17

4.5633.711

17.1041.370

43.6592.7543.488

76.648

6%5%

22%2%

57%4%5%

100%

12%6%

18%6%

47%6%6%

100%* di cui quattro passaggi dal MAC all' AIM Italia/MAC

Numerosocietà

Capitaleraccolto in IPO

% su totalesocietà

% su raccolta tot.Dati 2013

Pparra

Cala l’accesso al credito ban-cario e salgono fondi e pri-vate equity. Sembra conso-lidarsi nel 2014 una ten-

denza iniziata nel 2013. Questo perle Pmi sarà un anno discriminante:per le più virtuose potrebbe dav-vero ripartire la crescita. Per farloservono progetti ambiziosi e spic-cate capacità imprenditoriali. Manon basta. Serviranno anche capi-tali per aumentare la competitivitàe sostenere il peso economico diprogetti in espansione.

Per riuscirci le aziende potran-no percorrere due strade (relativa-mente) nuove: la quotazione inborsa e l’ingresso di un fondo nelcapitale sociale. Si tratta di solu-zioni note ma che negli ultimi tem-pi (complice la stretta creditizia)stanno entrando sempre di piùnelle corde delle piccole e medieimprese italiane.

Le potenzialitàConosce bene il fenomeno Enri-

co Ceccato, partner fondatore delfondo Orlando Italy che, dopo es-sere diventato azionista di Limonispa, ha preso il controllo della cate-na La Gardenia Beauty spa, crean-do il Leading Luxury Group, unpolo del Beauty Luxury che si col-loca al vertice del mercato nazio-nale e tra i primi 5 player mondiali.

«Servono progetti ambiziosi edi respiro globale — afferma Cec-cato — . Il contesto internazionale

è sempre più selettivo e anche lePmi devono ragionare in grande.Questo sarà un anno molto parti-colare per le nostre aziende: la crisiha depauperato la media impresaitaliana,i livelli di indebitamento,le insolvenze e i protesti aumente-ranno. Le aziende con queste diffi-coltà potranno attirare l’attenzionesolo da fondi come il nostro e noncerto dai fondi buyout che guarda-no solo ad aziende in salute».

L’attenzione però non sarà indi-scriminata: per attrarre capitali, inquesta fase, servono precise prero-gative. «Ci vuole un brand forte —spiega il manager di Orlando —una chiara volontà di crescita in-ternazionale e un settore di busi-ness con evidenti potenzialità dicrescita. La “perla” la si può scova-re in qualsiasi comparto. ma at-tualmente in Italia ci sono alcunearee particolarmente appetiti daifondi grandi e piccoli: il tessile-ab-bigliamento, l’alimentare, la mec-canica e in generale il lusso. Un di-scorso a parte lo meriterebbe il tu-rismo, la vera miniera dell’Italiache per esprimere realtà davveroimportanti a livello internazionaleavrebbe bisogno del sostegno delsistema paese».

La terza via si chiama quotazio-ne in Borsa. Un altro «strumento»a lungo ignorato o temuto da granparte delle piccole e medie impre-

se italiane. Adesso però il ventosembra cambiato, forse grazie al-l’effetto traino di esperimenti felicicome le recenti quotazioni di Bru-nello Cucinelli e Moncler.

Le sinergieUna tendenza confermata da

operatori del settore come Metho-rios Capital, advisor che lo scorsoanno ha condotto alla quotazione8 società tra cui Italian Indipen-

dent di Lapo Elkann o LeoneGroup (la società cinematograficadei figli di Sergio Leone). «Questosarà un anno fantastico per il mer-cato Aim — prevede Fabio Palum-bo, presidente di Methorios Capi-tal — ancora meglio del già soddi-sfacente 2013 appena concluso. Lacrisi ha accelerato un cambio cul-turale nelle nostre piccole e medieimprese ormai costrette a cercarevie alternative al credito bancario

per poter finanziare la crescita.Inoltre l’arrivo di uno strumento virtuoso come i minibond finiràper rafforzare ancora di più le si-nergie con il mercato azionario.Ormai ci siamo aperti ai sistemi dicapital market e abbiamo aperto alcanale Aim. Questo, insieme alladefiscalizzazione dei minibond eall’alleggerimento dei costi per l’ac-cesso in Borsa, provocherà un’im-pennata di quotazioni».

Una previsione «interessata»che sa tanto di auspicio. Ma qual èl’identikit della Pmi adatta allaquotazione? «È sempre molto piùsemplice riuscire a quotare unbrand affermato su mercati inter-nazionali — afferma Palumbo —perché viene recepito meglio dagliinvestitori stranieri. I settori? quel-li noti: alimentare, l’informationtechnology e il lusso».

© R PRODUZIONE RISERVATA

La storia/Automazione

Macchine per volare (all’estero)La Ffg serve aeronautica e meccanica in tutto il mondo

Le strategie per essere piùcompetitivi sui mercati in-ternazionali variano a secon-

da delle esigenze aziendali. La ri-cetta imprenditoriale scelta da FfgEurope, holding italo-taiwaneseche progetta e fabbrica centri difresatura destinati al mondo aero-nautico, automobilistico e mecca-nico, è chiara da tempo: acquisirealcune tra le più importanti realtàindustriali europee del settore.

Per realizzare quest’obiettivo,però, è necessario impiegare im-portanti risorse finanziarie. Così,dopo l’arrivo delle italiane JobsAutomazione e Sigma Technology,Ffg Europe ha deciso di fare shop-ping nel Vecchio Continente met-tendo sul tavolo 50 milioni di euro.Un investimento che, nel settem-bre scorso, ha permesso l’acquistodella divisione Mag Industrialequipment dell’omonimo gruppo

tedesco. Un patrimonio produtti-vo, confluito nella neonata Ffg We-rke, che comprende cinque branddel comparto macchine utensili,gli stabilimenti produttivi, le unitàdi service e le filiali commerciali inRussia e Corea.

Insomma, un intervento impor-tante per l’holding che nel 2011 haregistrato un fatturato pari a 60milioni di euro, nel 2012 ha rag-giunto i 70 milioni e chiuderà il2013 con un giro d’affari di 80 mi-lioni di euro. Inoltre, le previsionisul 2014 si annunciano altrettantoottimistiche:+10%. «Se grazie al-

l’accordo con i tedeschi siamo piùforti sui mercati esteri, è per unaserie di ragioni —- racconta LuigiManiglio, presidente di Ffg Europee Jobs Automazione —. Anzituttoperché ci consente di aggiungereuna nuova gamma di macchinaricapaci di lavorare con precisionesu numerosi componenti dei mo-tori delle automobili. Inoltre, ren-de possibile creare significative si-nergie di carattere commercialeattraverso le filiali in Francia, StatiUniti, Russia, Cina e Corea. Senza

dimenticare la conseguente ridu-zione dei costi».

Ma per ottenere performanceeconomiche in continua crescita,oggi il 90% del fatturato è raccoltoattraverso l’export, sono indispen-sabili anche altri tipi d’investimen-ti. «Per competere con imprese direspiro mondiale è necessario co-struire macchinari sempre più in-novativi — spiega Maniglio —.Ecco perché ogni anno impieghia-mo tra il 5 e l’8% del giro d’affari inricerca e sviluppo. Così, anche gra-zie a personale altamente specia-lizzato, possiamo creare nuovi mo-delli capaci di essere all’avanguar-dia tecnologica internazionale». Intanto nel quartier generale mila-nese di Ffg Europe si studianonuovi progetti per rafforzare la competitività. «Siamo tra le primecinque imprese europee produt-trici di macchine utensili e inten-diamo crescere ancora — conclu-de Luigi Maniglio —. L’obiettivoprincipale dei prossimi anni sarà acquisire nuove imprese del com-parto in Europa».

MICHELE AVITABILE© R PRODUZIONE RISERVATA

La storia/Alimentare

Quando l’export è cotto a puntinoLa pasta Garofalo: finisce all’estero il 60% della produzione

Correva l’anno 1859 e il com-positore Gioacchino Rossinida Parigi firmava «Rossini

senza maccheroni» una lettera in-dirizzata al suo (ritardatario) for-nitore di pasta napoletano. Neglistessi anni a Gragnano, poco lonta-no da Napoli, si sviluppavano nu-merosi pastifici; tra questi lo Stori-co Pastificio Garofalo, fondato nel1789 e arrivato nel 2013 a fatturarecirca 128 milioni di euro.

«Nel 1982, quando sono entratoin azienda — commenta MassimoMenna, attuale amministratoredelegato — la Garofalo aveva stra-ordinarie competenze tecniche macarenze sul lato commerciale: in al-tre parole sapevamo fare bene lapasta, ma avevamo poca capacitànel venderla». In particolare in Ita-lia, mercato sul quale la Garofalo èquasi del tutto mancata per inca-

pacità di entrare prontamente nel-la grande distribuzione. Almenofino a maggio 2002 quando nei su-permercati nazionali è arrivato ilprimo pacchetto di pasta Garofalo.

«Abbiamo cominciato con la li-nea Firma, quella con la confezio-ne trasparente — continua Menna— poi negli anni abbiamo aggiun-to la linea senza glutine, quella in-tegrale e quella per lo svezzamentodei bambini». Esattamente 75 for-

mati di pasta che oggi rappresen-tano quasi la totalità del giro d’af-fari.

Dallo stabilimento di Gragnanoin Via dei Pastai, la Garofalo espor-ta i suoi prodotti in tutto il mondo,spedendo oltreconfine (anche gra-zie all’ecommerce) gran parte del-la produzione. «Nel 2013 l’exportha costituito quasi il 60% del fattu-rato — dice Menna —. In partico-lare per noi sono importanti i mer-cati di Svizzera e Usa».

Strade alternative l’azienda lesperimenta anche nell’ambito del-

la comunicazione rinunciando allaclassica pubblicità e sfruttando, in-vece, le potenzialità di Internet e del mondo del cinema. «Da anniproduciamo noi stessi cortome-traggi d’autore — prosegue il ma-nager campano — i cui protagoni-sti sono sempre il gusto e la città diNapoli». Cinema, ma anche socialnetwork e interattività digitale. Tra i progetti più recenti che coin-volgono il web, Garofalo ha invecelanciato il blog «Gente del Fud» e,da poco più di un mese, il portale«Unforketable». «Si tratta di unacollaborazione tra Garofalo e lochef stellato Niko Romito — spie-ga Menna —. Online ci sono giàdelle ricette video acquistabili a 3euro l’una: si può imparare così acucinare una perfetta amatricianao delle fettuccine alla salsa di basi-lico». Un sito fruibile anche al-l’estero vista la possibilità di vede-re le ricette in inglese. Nessuno piùa Parigi (o nel mondo) resterà sen-za maccheroni o un’idea per cuci-narli.

ALICE CAPIAGHI© RIPRODUZ ONE RISERVATA

80Il fatturato 2013 di Ffg Europe, holding italo-taiwanese. Il gruppo sta facendo acquisizioni. L’ultima preda la divisione Mag Industrial equipmentdell’omonimo gruppo tedesco

120Il fatturato 2013 in milioni di euro di Garofalo. L’azienda, di Gragnano, produce 75 tipi di pasta e li pubblicizza sul web con blog e cortometraggi. Disponibili a pagamento anche video ricette con chef stellati

ManifatturaLuigi Mani-glio, presi-dente di Ffg Europe e Jobs Auto-mazione

TradizioneMassimo Menna, alla guida dello storico pa-stificio Garofalo

EquityEnrico Cec-cato, part-ner fonda-tore del fondo Or-lando Italy

Mosse anti-crisiMps e Coface:ora il creditoè assicurato

M onte dei Paschi di Siena eCoface insieme a sostegno

delle Pmi. Grazie a un accordo, Mpspotrà offrire alle aziende clienti lepolizze di assicurazione del creditodi Coface a condizioni agevolate. Inquesto modo, le aziende clientidella banca potranno concentrarele risorse finanziarie nello svilupposicuro del proprio business.

UmbriaRitorno alla terra:la Regione aiutai giovani agricoltori

C o n l ’o b i e t t i v o d i fav o r i rel ’ inser imento nel settore

agricolo dei giovani e aiutare ilricambio generazionale, la RegioneUmbria finanzia la realizzazione dipiani aziendali mirati allo sviluppodelle attività agricole. Beneficiariagricoltori di 18-40 anni. Domandeentro il 31 gennaio.

Page 19: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 19

MERCATI & PROFESSIONI Storie, temie personaggi

Diritti Contestato anche il superbollo sulle cause giudiziarie

Riforme Avvocati-governo: sull’auto è scontro frontaleContestate le nuove regole e le nuove procedure per gli indennizzi dopo un incidente stradale: clienti penalizzatiDI ISIDORO TROVATO

La dialettica tra il governo egli avvocati sembra non ave-re mai fine. Il fronte dellecontrapposizioni è sempre

in grande fermento. Le ultime ri-guardano tasse indirette e nuovenorme del Codice della strada.

E così, mentre i parametri per ladefinizione delle parcelle restanoinsabbiati in attesa della pubblica-zione sulla Gazzetta Ufficiale, la pri-ma protesta riguarda un provvedi-mento varato nel 2013, quello relati-vo alla cosiddetta «marca da otto»,ossia il versamento forfettario cheaccompagna il contributo unificatonell’iscrizione di una causa a ruolo:«Prima erano 8 euro, poi sono di-ventati 25 — sottolinea Nicola Ma-rino, presidente dell’Organismounitario dell’avvocatura — ma co-me se non bastasse l’ultima legge distabilità ha fatto lievitare ancora ilcosto della marca: siamo arrivati a27 euro. Tutto ciò accompagnatodai continui aumenti dello stessocontributo unificato e dal filtro pre-visto dalla mediazione obbligatoria.L’accesso alla giustizia è una corsaad ostacoli e anche in questo caso ilcittadino è costretto a pagare balzel-li per avere garantito un diritto co-

stituzionale. È un assurdo, conside-rando poi le enormi disfunzioni delnostro sistema, la lunghezza deiprocessi, la chiusura di moltissimi uffici giudiziari. Si paga sempre dipiù per avere sempre di meno».

Le penalitàIl fronte più acceso riguarda la ri-

forma del Codice della strada cheprevede diverse novità, tra cui ilventilato inasprimento delle peneper gli incidenti stradali. «Una pre-

messa — avverte Marino — le leggici sono, ma si applicano male. At-tenzione, quindi, ad aggiungere ul-teriori interventi “spot” dagli effetticriminogeni, che si sovrappongonoe che possono creare confusione neiTribunali. Attendiamo di avere unquadro più chiaro del progetto e au-spichiamo che il ministro scelga lastrada del disegno di legge e quindidel confronto. È opportuno, infatti,che oltre a sentire i “tecnici” dei dueministeri interessati, Giustizia e In-

terno, vengano coinvolti gli avvocati,cioè coloro i quali sono in prima li-nea e che difendono, appunto, le vit-time degli incidenti stradali. L’Orga-nismo unitario dell’avvocatura daràil proprio contributo fattivo affinchési intervenga con ponderazione sul-la domanda di sicurezza che vienedagli italiani».

Le polizze Rc autoUltima fonte dei contrasti la rivo-

luzione prevista nel settore Rc autoche ha già prodotto un convegnodall’eloquente titolo: «Contro la rot-tamazione dei diritti in materia diRc auto». Il decreto «DestinazioneItalia» (in attesa che il Parlamentolo converta in legge) introduce un risarcimento in forma specifica qua-si obbligatorio. «Le assicurazionimanterranno la possibilità di effet-tuare un risarcimento in denaro —spiega Settimio Catalisano, coordi-natore commissione Rc auto Oua —e potranno risarcire in forma speci-

fica i danni alle cose, dirottando ilcliente presso il carrozziere conven-zionato, senza rimborsare l’automo-bilista. La compagnia, però, dovràfornire idonea garanzia sulle ripara-zioni effettuate, con una validità noninferiore a due anni per tutte le partinon soggette a usura ordinaria».

Ma perché si parla di risarcimen-to in forma specifica sostanzialmen-te obbligatorio? «Perché il danneg-giato può rifiutare il risarcimento informa specifica, individuando uncarrozziere diverso da quello indica-to dalla compagnia; tuttavia, la som-ma corrisposta a titolo di risarci-mento non può superare il costo chel’impresa di assicurazione avrebbesostenuto provvedendo alla ripara-zione tramite il riparatore conven-zionato. Inoltre resta il rischio chevengano ridotti i termini temporalidi prescrizione del diritto al risarci-mento da due anni addirittura a tremesi ».

UZIONE R SERVATATrasporti e Infrastrutture Il ministro Maurizio Lupi

Offshorea cura di Ivo Caizzi

[email protected]

Norme anti-speculazione:riparte l’assalto delle lobbyLe esposizioni di Londra e Berlino

La proposta della Com-missione europea, chesepara le attività ban-

carie creditizie da quellespeculative, è attesa entro leprossime settimane. E aBruxelles è già partita unaintensa pressione delle lob-by (soprattutto di grandibanche della City di Londra,della Germania e dellaFrancia) per far annacquaree rinviare di vari anni que-sto provvedimento, chepunta a impedire ai ban-chieri di continuare a usare isoldi dei depositanti perscommettere miliardi sullaspericolata finanza da casi-nò.

Il presidente degli StatiUniti Barack Obama ha giàfatto introdurre questa divi-sione nel sistema bancarioUsa con la «Volcker rule»,che prende il nome dall‘ide-atore ed ex presidente dellaFederal Reserve Paul Volc-ker. A Washington hannosuperato l’opposizione dipotenti banche di Wall Stre-et perché considerano indi-spensabile questo interven-to per evitare nuove crisi fi-nanziarie come quella sca-t u r i t a d a l l a b o l l aspeculativa sui mutui im-mobiliari subprime. Obamavuole chiudere la stagionedei banchieri che arricchi-scono in proprio, speculan-do con i depositi dei clienti,e possono scaricare il contosullo Stato quando esplodo-no le perdite. La separazio-

ne delle attività consentealla Casa Bianca di di farfallire le entità speculativein dissesto. E di non doverpiù salvare grandi bancheper evitare conseguenze si-stemiche (con effetti nega-tivi sul credito alle impresee alle famiglie).

In Europa il rapportoconsegnato da un gruppodi esperti, guidato dal go-vernatore della Banca cen-

trale finlandese Erki Liika-nen, invita a seguire la lineadi Volcker, che si ispira allavecchia legge Usa GlassSteagal Act. Il commissarioUe per il Mercato interno, ilfrancese Michel Barnier,aveva fatto sapere che laCommissione avrebbe uti-lizzato le indicazioni diVolker e Liikanen. Perfinoil presidente della Bce Ma-rio Draghi si è espresso nel-

l’Europarlamento a favoredella separazione nellebanche tra le attività credi-tizie tradizionali e quellespeculative. Ma, nell’immi-nenza della proposta dellaCommissione, potenti lob-by a matrice inglese e tede-sca hanno fatto trapelareindiscrezioni su un testoche rinvierebbe (addirittu-ra al 2018-2020) quantoObama e Volcker hanno ri-tenuto di introdurre d’ur-genza negli Stati Uniti.

Queste pressioni lobbi-stiche hanno rilanciato idubbi sulla solidità digrandi banche della City edella Germania, che si op-porrebbero alla divisionetra attività creditizie e spe-culative anche perchéavrebbero occultato nel co-siddetto shadow bankingenormi operazioni finan-ziarie ad alto rischio, rea-lizzate con veicoli offshoreformalmente domiciliatinei più riservati paradisi fi-scali. I governi di Londra edi Berlino, secondo i datiufficializzati dal commis-sario spagnolo per la Con-correnza Joaquin Almunia,guidano la classifica euro-pea degli esborsi pubbliciper salvare banche nazio-nali con rispettivamente 82e 64 miliardi di euro. In piùhanno dovuto impiegaregaranzie per centinaia di miliardi per rassicurare imercati sui problemi ban-cari ancora non risolti, chein gran parte riporterebbe-ro sempre allo shadowbanking e alle mega-ope-razioni speculative (so-prattutto su derivati finan-ziari) attuate tramite vei-coli domiciliati nei paradisifiscali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 Giustizia

La terza vitadellamediazione

L a mediazione è tornata. Enon smette di dividere. Il

sistema conciliatorio, sceltoper snellire le lungaggini delprocesso civile, vive ormai lasua seconda (o terza) vita. Perstilare un nuovo bilancio, èstato organizzato a Roma un convegno dal titolo «La me-diazione in Europa e in Italia. Esperienze a confronto in unostudio del Parlamento euro-peo».

All’appuntamento del 16dicembre interverranno (oltreal ministro della Giustizia Ro-sanna Cancellieri): CeciliaWikstrom (componente dellaCommissione giuridica delParlamento europeo), GiorgioSantacroce (primo presidentedella Corte di Cassazione),Guido Alpa (presidente delConsiglio Nazionale Forense),Giuseppe De Palo (presidentedi ADR Center e coordinatoredello studio del Parlamentoeuropeo sull’attuazione dellaDirettiva in materia di media-zione) e Michele Vietti (vicepresidente del Consiglio Su-periore della Magistratura).

In programma un’ampiaanalisi su pro e contro lo stru-mento avversato da buonaparte dell’avvocatura, ma vistodi buon occhio dalla comunitàeuropea.

I. TRO.© R PRODUZ ONE RISERVATA

Ue Michel Barnier (Mercato Interno)

Page 20: Corriere economia

20 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Duecentoventisei minuti.Ogni giorno lavorativo del-l’anno. Dalla mattina allapausa pranzo, e fino alle pri-

me ore della ripresa pomeridiana. E’ iltempo che un rappresentante del cetomedio, — un quadro con un redditodi 48.644 euro lordi, moglie e un fi-glio a carico -— deve lavorare per pa-gare tasse, imposte e contributi previ-denziali. Tradotto il tutto in termini dicalendario vuole dire che dovrà fati-care 172 giorni su 365 solo per sfama-re lo sfrenato appetito dell’Erario, pa-ri a una pressione fiscale che supera il47%.

In totale, tra imposte sui redditi, lo-cali e sui consumi, il conto dell’Erarioarriverà nell’anno appena iniziato aquota 23.187 euro, quasi duemila almese, contro i 22.563 del 2013.

Sempre più lontanoCosì il Tax Freedom Day, il giorno

della liberazione dal giogo delle tassearriverà, nel 2014, solo il 22 giugno,due giorni dopo rispetto al 2013 quando la corvée tributaria termina-va il 20 giugno. Una maratona semprepiù lunga, insomma ci attende in que-sto 2014 che parte con molte incertez-ze all’orizzonte. Dalla mini Imu allaTasi. Saremo, quindi, costretti a un al-tro pericoloso scivolamento verso lecolonne d’Ercole del 30 giugno.

Passarle significherebbe lavorarepiù per lo Stato che per sè e la propriafamiglia. Cosa che, purtroppo, già ac-

cade per i contribuenti ad alto redditoe le imprese.

Va solo un po’ meglio all’altro con-tribuente tipo — un operaio con mo-glie e figlio a carico e reddito di24.000 euro lordi — che dal 1990 Cor-rierEconomia utilizza per valutarequanto incidono, anno dopo anno, Ir-pef, Iva, contribuiti, tasse sui consumie locali sulla vita quotidiana delle fa-miglie. Rispetto al 2013 pareggia iconti con il Fisco: dovrà lavorare 135giorni, fino al 15 maggio, per far fron-te a imposte e contributi. Esattamentecome un anno fa. Una soddisfazione effimera, però, perché i calcoli, realiz-zati in collaborazione con l’Ufficiostudi della Cgia di Mestre, sono statifatti in maniera estremamente pru-denziale. La Tasi, ad esempio, la neo-nata imposta comunale sui servizi in-divisibili (come l’illuminazione stra-dale e la polizia urbana), è stata calco-lata con un’aliquota del 2 per mille —mentre può andare dal 2,6 al 3,3 permille — ipotizzando che gli enti localiapplichino detrazioni significative, al-meno ai nuclei familiari con i redditipiù bassi.

Ma se questo non dovesse accade-re, anche il traguardo della liberazio-ne fiscale dell’operaio rischia di spo-stasi in avanti. Insomma potrebbe an-dare peggio di quanto stimato oggi,anche se il governo ha promesso chenel 2014 le tasse diminuiranno.

L’identikitI contribuenti tipo sui quali si sono

effettuati i calcoli sono i medesimi de-gli anni precedenti: il loro reddito è

stato incrementato del 1,5% rispetto aquello del 2012 sulla base della varia-zione degli indici di rivalutazione con-trattuali Istat. La stima dell’Iva a cari-co del contribuente si basa sul pre-supposto che questi, nelle sue abitu-dini di spesa, rifletta quelle medie delle famiglie italiane di tre compo-nenti come rilevate dall’Istat nell’in-dagine annuale sui consumi.

L’operaio, con moglie e un figlio acarico, abita in una casa di sua pro-prietà di 90 metri quadrati con rendi-ta catastale di 446 euro. Ha un auto di68 kw di potenza. In conto correnteha circa 6.000 euro. Stesso nucleo fa-miliare per il quadro che abita in unacasa di sua proprietà di 150 metri qua-drati con rendita catastale di 1.100 eu-ro. I suoi risparmi ammontano a40.000 euro di cui 12.160 in conto cor-rente e 27.840 in titoli e fondi. Ha unauto 87 kw di potenza.

MotivazioniMa perché il giorno di liberazione

fiscale si sposta sempre più in avanti?Quando abbiamo iniziato la rilevazio-ne, nel 1990 e pur con altri criteri,smettevamo di lavorare nella prima settimana di giugno.

Lo spostamento in avanti del gior-no della liberazione tributaria è un

fatto inevitabile in un sistema forte-mente progressivo come il nostro. So-prattutto se, come avviene da anni, gliscaglioni Irpef e le detrazioni non vengono via via adeguati all’incederedel costo della vita. Ad esempio: il no-stro quadro vede crescere il suo reddi-to imponibile da 47.925 a 48.644 euro,ma di questi 719 euro, oltre 300 se nevanno tra Irpef, contributi e addizio-nali locali. Purtroppo il folle 2013 delFisco non ha portato novità positive econ impatto evidente sul budget fami-liare. Sono molti di più gli aumentiprevisti.

Anche quest’anno l’Imu sull’abita-zione principale non si pagherà, ma laTasi la compenserà quasi completa-mente, specie se i comuni, come èmolto probabile, non introdurrannodetrazioni consistenti.

L’unica modifica positiva è l’au-mento delle detrazioni da lavoro di-pendente: i vantaggi, attorno ai 200euro, sono però concentrati sulle fa-sce di reddito medio basse (15.000 –20.000 euro) e decrescono al cresceredel reddito. Interessano in modo mar-ginale la famiglia dell’impiegato,mentre consentono un risparmio dicirca 100 euro per quella dell’operaio.Rincari sono previsti per le tasse loca-li. Inoltre per l’intero 2014 si farà sen-tire l’aumento dell’aliquota Iva dal 21al 22%, scattato a ottobre 2013. In au-mento anche le accise e il bollo sui de-positi titoli.

Insomma un attacco a tutto campo.Che, speriamo abbia presto fine. Il 30giugno è drammaticamente vicino.

© R PRODUZIONE RISERVATA

Font

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CGI

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Mes

tre

L’OPERAIO

- Stipendio lordo

- Contributi previdenziali e assistenziali

- Oneri deducibili

- Reddito imponibile*

- Irpef lorda

- Detrazioni

- Detrazione spese di ristrutturazione

- Irpef netta

- Addizionali Irpef regionale

- Addizionali Irpef comunale

- Irpef totale

- Reddito netto (stipendio lordo meno tasse e contributi)

- Assegni familiari

- Reddito disponibile (reddito netto più assegni familiari)

- Totale imposte e contributi (1)

24.364

2.239

25

22.099

5.367

2.662

103

2.602

292

142

3.035

19.089

1.013

20.102

5.274

Così le imposte sul reddito... 2014 201324.004

2.206

25

21.772

5.279

2.533

103

2.643

286

133

3.062

18.736

1.004

19.740

5.268

T A X F R E E D O M

IL QUADRO

- Stipendio lordo

- Contributi previdenziali e assistenziali

- Oneri deducibili

- Reddito imponibile*

- Irpef lorda

- Detrazioni

- Detrazione spese di ristrutturazione

- Irpef netta

- Addizionali Irpef regionale

- Addizionali Irpef comunale

- Irpef totale

- Reddito netto (stipendio lordo meno tasse e contributi)

- Assegni familiari

- Reddito disponibile (reddito netto più assegni familiari)

- Totale imposte e contributi (1)

48.644

4.502

46

44.096

13.076

1.520

204

11.352

657

295

12.305

31.838

507

32.345

16.806

Così le imposte sul reddito... 2014 201347.925

4.428

46

43.450

12.831

1.529

204

11.097

645

278

12.021

31.476

506

31.982

16.449

I conti in tasca a due famiglie tiIl giorno di liberazione fiscale di un impiegato e di un operaio con moglie

T A X F R E E D O M

Maramotti

Idee Il leader degli artigiani di Mestre commenta le novità in attesa del «Capodanno» dei contribuenti

«Risparmiateci la tassa sull’incertezza»Bortolussi: segnali positivi intermittenti. Poca visibilità sull’imposizione immobiliare»

«Due giorni i lavoro inpiù per il Fisco a metàanno possono essere

la pagliuzza che spezza la schienaall’asinello». Giuseppe Bortolussi,leader della Cgia di Mestre cheogni anno calcola con puntiglio eprecisione assieme al Corriere ilgiorno della Liberazione fiscale,invita a non sottovalutare l’insof-ferenza dell’impiegato che nel 2014 (nonostante l’abolizione del-l’Imu e il contentino delle detra-zioni Irpef) sottrarrà altre 48 oreai bisogni privati della sua fami-glia per saldare i conti con l Erario.

Ma Bortolussi, che di critiche alFisco eccessivo e disordinato se neintende, tiene anche a sottolineareche il calcolo del 2013 (e la proie-

zione del 2014) hanno apertoqualche spiraglio che annuncia un’inversione di tendenza. O per limeno un desiderio di passo indie-tro, che si vede facendo i conti intasca a chi porta a casa redditimolto bassi. «I giovani senza fi-glio, le coppie con due redditi risi-cati grazie alla sparizione dell’Imue al rinforzo della busta paga cheverrà dallo sconto sul lavoro pos-sono festeggiare un piccolo alleg-gerimento della pressione fisca-le». Che viene subito cancellato,però, se si fa un paragone con il 2012, l’anno in cui la reintroduzio-ne della tassa sulla prima casa hacausato un vero e proprio scivolo-ne in avanti del Capodanno fiscaleper i lavoratori italiani. Insomma

si è accesa una luce intermittente— dice Bortolussi — che riguardaper ora solo le fasce di reddito piùdeboli e che, soprattutto, non è an-cora in grado di affermare il prin-cipio di un vero cambiamento.

«La speranza è che si consolidi eche diventi un vero trend». Al mo-mento la preoccupazione è che in-vece il tasso di incertezza, partico-larmente elevato nel 2013 e, ahi-mè, anche nei primi annunci del

2014, rischi di soverchiare ancorauna volta i segnali positivi. «Le nostre tasse non sono solo pesanti— spiega — sono anche difficilida pagare e incomprensibili».L’odissea della mini-Imu, nata dal-le ceneri della tassa sulla primacasa abolita per la seconda voltadopo il revival del 2012, è uno de-gli ultimi esempi. Ma anche sullanuova Tasi la visibilità è ancora molto scarsa. «Diciamo la verità— dice Bortolussi—. Al momentol’incertezza è ai massimi livelli. I conti che abbiamo fatto per il TaxFreedom Day del 2014 si basanosu una serie di supposizioni chepotrebbero cambiare durante lastrada.

Capita spesso che le cose nonsiano chiarissime, ma adesso tuttol’impianto della tassazione immo-biliare è in discussione. Una cosache non capita spesso, anche nelnostro sistema fiscale sempre piùstratificato e più macchinoso. Bor-

tolussi però non rinuncia ad unamoderata dose di ottimismo. «Sesi trovasse la strada per far scen-dere seriamente la pressione fi-scale sul lavoro le cose andrebberomeglio», dice. Quanto al vortice disigle e di dietro front in cui è finitoil Fisco immobiliare, «una dellepoche certezze è che nel futuroprossimo saranno i sindaci, equindi le amministrazioni locali,ad avere più voce in capitolo».Una condizione che, se ben gioca-ta, potrebbe sviluppare al massi-mo i benefici del collegamentocon il territorio che in genere man-ca al legislatore nazionale. «Civorrebbe però una buona regia ge-nerale», conclude Bortolussi. Al-trimenti la Tasi potrebbe trasfor-marsi in una tassa che recita a sog-getto. E che sarà più salata nei co-muni dove i sindaci hanno le manilegate e qualche deficit di fantasia.

GIUDITTA MARVELLI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Minimi spiragli Giuseppe Bortolussi (Cgia Mestre)

Per i redditi più bassi si vede qualche piccolo beneficio. Ma nonbasta per parlare dimiglioramenti duraturi

PATRIMONI & FINANZACome investiree risparmiare

DI MASSIMO FRACARO E ANDREA VAVOLO

Analisi Via l’Imu ma arrivano la Tasi e tanti piccoli rincari. I conti di CorrierEconomia e Cgia di Mestre

Fisco Dovremo lavorare 172 giorniper pagare tasse e contributiLiberi dalla corvée tributaria solo dal 22 giugno, 48 ore dopo rispetto al 2013 Miglioramenti solo per le detrazioni. E se i comuni avranno bisogno di soldi...

La pressione tributaria sul ceto medio supera ormai stabilmente quota 47 per cento

Page 21: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 21

S Avaltroni

* Il reddito imponibileè calcolato al netto del contributo

al servizio sanitario nazionalepagato sul premio RC auto

e del premio Inail casalinghe

… e così quelle sui consumi

57

2.066

1.048

175

133

114

305

27

13

34

3.972

9.240

143

2.139

1.050

175

133

114

305

-

13

34

4.105

9.380

2014 2013- Tasi per il 2014, mini Imu per il 2013

- Iva su consumi

- Accise (benzina, energia, gas)

- Bollo auto

- Imposte Rc auto

- Canone tv

- Tari per il 2014, Tares per il 2013

- Maggiorazione Tares

- Inail casalinghe

- Bollo su conto corrente

- Totale Imposte sui consumi (2)

TOT. IMPOSTE SU REDDITI E CONSUMI (1+2)

M D A Y

… e così quelle sui consumi

141

3.326

1.363

224

186

114

437

45

13

34

42

189

6.114

22.563

352

3.411

1.366

224

186

114

437

-

13

34

56

189

6.381

23.187

2014 2013- Tasi per il 2014, mini Imu per il 2013

- Iva su consumi

- Accise (benzina, energia, gas)

- Bollo auto

- Imposte Rc auto

- Canone tv

- Tari per il 2014, Tares per il 2013

- Maggiorazione Tares

- Inail casalinghe

- Bollo su conto corrente

- Bollo su dossier titoli

- Imposte sostitutive proventi finanziari

- Totale Imposte sui consumi (2)

TOT. IMPOSTE SU REDDITI E CONSUMI (1+2)

poe un figlio a carico

M D A Y

Dopo 172giorni di lavoro2

01

4 22 giugno

Dopo 170giorni di lavoro

20 giugno

20

13

Dopo 135giorni di lavoro2

01

4 16 maggio

Dopo 135giorni di lavoro

16 maggio

20

13

Scadenze impreviste Versamento entro il 24 per le abitazioni principali non considerate di lusso

Immobili L’Imu è in versione miniMa calcolarla è un percorso ad ostacoliDeve pagare solo chi abita in Comuni con aliquota più elevata dello 0,40%DI STEFANO POGGI LONGOSTREVI*

Questa volta sarà pure mini,ma l’Imu si conferma, nuova-mente, un’imposta molto fa-stidiosa. Almeno venti milio-

ni di italiani, proprietari dell’abitazioneprincipale dovranno passare alla cassa,entro il 24 gennaio, se risiedono in unComune che ha deliberato o confermatonel 2013 un’aliquota Imu sull’abitazioneprincipale superiore a quella standarddello 0,4%. L’obbligo riguarda il 40%della differenza tra l’Imu per l’intero2013 calcolata in base all’aliquota decisadal proprio Comune e l’imposta deter-minata con lo 0,4% di base. L’esenzioneper l’abitazione principale, quindi, non ègeneralizzata.

I Comuni che hanno deliberatoun’aliquota superiore allo 0 4% sono cir-ca tremila, tra cui molte delle principalicittà italiane come Roma, Milano, Bolo-gna, Genova, Napoli, Palermo, Torino.

Chi risiede invece in un Comune cheha mantenuto l’aliquota Imu dello 0,4%sull’abitazione principale, fruisce del-l’esenzione completa e non deve quindiversare alcunché.

I calcoliIl versamento del 24 gennaio è scivo-

loso perché è necessario effettuare undoppio conteggio per l’Imu sull’abita-zione principale e le pertinenze (canti-ne, box e solai nei limiti di una per tipo-logia catastale) calcolando:� l’Imu per l’intero 2013 con l’aliquotadeliberata dal Comune per il 2013 (aMilano è lo 0,6%, a Roma lo 0,5%) e ledetrazioni per abitazione principale,200 euro di base, e altri 50 euro per eventuali figli fino a 26 anni conviventi;� l’Imu, sempre per tutto il 2013. con l’aliquota base dello 0,4% e le detrazioni.

Il 40% della differenza così ottenutava versata entro il 24 gennaio (il restan-te 60% è stato coperto dallo Stato). Il pa-gamento è dovuto se superiore a 12 euroo al limite, eventualmente più basso,stabilito dal proprio comune. Attenzio-ne però: la soglia del versamento mini-mo riguarda l’imposta complessiva-mente dovuta in ciascun comune. Quin-di, se nella stessa località si possiedonopiù immobili (abitazioni e pertinenze),la mini Imu va versata anche se d’im-porto inferiore alle soglie previste.

In caso di acquisto o vendita nel cor-so del 2013, il calcolo va effettuato inbase ai mesi di possesso: bastano 15giorni per fare un mese intero. Se l’im-mobile è in comproprietà, ognuno deiproprietari deve versare l’imposta inproporzione alla propria quota di pos-

sesso. Al fine di non incorrere in errori,è opportuno verificare con attenzionela delibera ed il regolamento Imu delproprio comune, per quanto riguardal’aliquota per l’abitazione principale e le pertinenze.

L’abitazione principale É l’unica unità immobiliare ad uso

abitativo classificata nel gruppo cata-stale A (esclusa la categoria A/10 uffi-ci), nella quale il contribuente e il suonucleo familiare dimorano abitualmen-te e risiedono anagraficamente. Le duecircostanze devono coesistere. La mini Imu non è dovuta per le abitazioni dimaggior pregio, ossia quelle di catego-ria A/1 (immobili signorili), A/8 (ville)e A/9 (castelli e palazzi) anche se utiliz-zate come abitazione principale, per lequali il conto è stato saldato tutto nel2013 (questi immobili, infatti, sono re-golarmente soggetti a Imu). Se il contri-buente utilizza come abitazione princi-pale due appartamenti adiacenti, maaccatastati separatamente, la mini Imuè dovuta solo sull’abitazione su cui nel2013 si era applicata l’esenzione per laprima casa.

Se i componenti del nucleo familiarehanno stabilito la dimora abituale e laresidenza anagrafica in immobili diver-si situati nello stesso Comune, la miniImu per l’abitazione principale si appli-ca al solo immobile che aveva fruito del-l’esenzione nel corso del 2013. Nel casoin cui gli immobili destinati ad abitazio-ne principale siano ubicati in comunidiversi la mini Imu si applica alle abita-zioni di entrambi i coniugi che eranostate finora considerate esenti dall’im-posta municipale.

PertinenzeLa «mini Imu» va calcolata anche

per le pertinenze dell’abitazione princi-pale, ossia:� un’unità immobiliare classificata co-me C/2 (cantina, soffitta o locale di

sgombero), sempre che non vi sia un lo-cale avente le stesse caratteristiche cen-sito unitamente all’abitazione come va-no accessorio;� un’unità immobiliare classificata co-me C/6 (box o posto auto);� un’unità immobiliare classificata co-me C/7 (tettoia).

Se, per esempio, possiede 3 pertinen-ze di cui una cantina accatastata comeC/2 e due box classificati come C/6, ilcontribuente dovrà applicare la miniImu alla cantina e a uno dei box. L’altrobox doveva essere assoggettato all’Imucon aliquota ordinaria entro le scadenzedel 17 giugno e del 16 dicembre.

Altri immobili La mini Imu è espressamente previ-

sta dal decreto legge 30 novembre 2013anche per:� l’abitazione data al coniuge separatoo divorziato assegnatario che, anche senon proprietario della ex casa coniuga-le, ha fruito nel 2013 dell’assimilazionead abitazione principale a condizioneche vi dimori abitualmente e risiedaanagraficamente;� la casa di abitazione, purché non lo-cata, dei soggetti appartenenti alle Forzearmate;� i terreni agricoli posseduti e condottidall’imprenditore agricolo o coltivatorediretto. In questo caso il versamento vaeffettuato se l’aliquota deliberata dalComune è superiore allo 0,76%.

Alla cassaIl versamento della mini Imu va ef-

fettuato con il modello F24, indicando ilcodice tributo 3912 anno 2013 nella se-zione Imu e tributi locali. Per i terreniagricoli si indica il codice 3914. Va bar-rata la casella saldo e inserito il numerodegli immobili. In alternativa si può uti-lizzare il bollettino postale.

*Associazione italianadottori commercialisti

© RIPR ODUZ ONE RISERVATA

PATRIMONI & FINANZAIl colpo di coda

Come investiree risparmiare

L a mini Imu può essere dovuta in alcuni altri casi, se il Comune ne ha stabilito l’as-similazione ad abitazione principale (e quindi nel corso del 2013 hanno fruito

dell’esenzione) anche ai seguenti immobili:1) casa degli anziani o disabili ricoverati in case di riposo o altri istituti di ricovero,

dove hanno trasferito la residenza, se l’immobile non è nel frattempo affittato;2) immobile posseduto dagli italiani residenti all’estero, se non affittato;3) immobile dato in uso gratuito ai figli o ad altro parente in linea retta di primo

grado (esempio casa del figlio in uso al padre o alla madre) nei soli (rari) casi in cui ilComune ne abbia stabilito l’assimilazione all’abitazione principale.

Sotto la lente

Come si calcolala mini Imu 2013sull’abitazione principale

Rendita catastale

1,05 (maggiorazione 5%)

Rendita catastale maggiorata del 5%

160 (mo tipl catore perabitazioni box cantine e solai)

Base imponibile Imu

Aliquota Imu abitazione principale

Imposta netta

Imposta lorda

Detrazioni (200€ oltre a 50€per ogni figlio fino a 26 anni convivente)

Differenza tra Imucon aliquota comunale

e Imu base

160

892,5

142.800

0,4%

571,20

250

321,20

850

1,05

160

142.800

0,6%

856,80

250

606,80

850

1,05

892,5

uee

285,60

Imu da versare(40% della differenza)(40% della differenza)

114,24arrotondata a 114,00€

1 Il percorso

1 Qui Milano

L’aliquota viaggia ai massimi

I l Comune di Milano ha deciso di ap-plicare all’abitazione principale l’ali-

quota massima dello 0,6% (o sei permille). Vediamo un esempio di calcolo. Abitazione principale di categoria A/3posseduta al 100% e con un figlio con-vivente minore di 26 anni. Ecco passodopo passo come procedere:

1) si prende la rendita catastale, adesempio 850 euro, e la si rivaluta del 5per cento: 850 per 1,05 uguale 892,50;

2) si moltiplica la rendita rivalutataper 160 im modo da ottenere la baseimponibile (892,50 per 160 uguale142.800);

3) sul valore così ottenuto va appli-cata l’aliquota stabilita dal Comune perl’abitazione principale, nel nostro caso0,6%. Applicando l’aliquota dello 0,6%alla base imponibile di 142.800 euro

otterremo un’Imu lorda di 856,80 euro;4) si sottrae la detrazione per l’abi-

tazione principale (200 euro) e quella per il figlio convivente (50,00). Ottenia-mo così l’Imu 2013 in base all’aliquotafissata dal Comune: 606,80 euro;

5) si calcola poi l’Imu con l’aliquotabase dello 0,4%. In pratica 142.800 per0,4% uguale 571,20 euro. Anche inquesto caso si sottraggono 250 euro didetrazioni e si ottiene l’Imu teorica 2013 secondo l’aliquota base dello0,4% pari a 321,20 euro;

6) si calcola la differenza tra l’Imucon aliquota comunale e quella con ali-quota base (606,80 meno 321,20) ot-tenendo 285,60 euro. Si versa il 40%della differenza: 285,60 per 40% ugua-le 114,24 euro, arrotondati a 114 euro.

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1 Qui Roma

Due coniugi, una casa e un box

I l Comune di Roma ha deciso di appli-care all’abitazione principale l’aliquota

dello 0,5% (o cinque per mille), quindiinferiore a quella massima. Vediamol’esempio di calcolo per un’abitazioneprincipale di categoria A/3 e una perti-nenza (box, categoria C/6) posseduti al50% da due coniugi, senza figli convi-venti. Ecco come si procede:

1) si prende la rendita catastale dellacasa (1.000,00 euro) e del box (150,00euro) e le si rivaluta del 5%. Ottenendorispettivamente 1.050 e 157,5 euro;

2) si moltiplicano le rendite rivalutateper 160 e si ottiene la base imponibile:168.000 euro per la casa e 25.200 per ilbox;

3) sul valore così ottenuto va applica-ta l’aliquota dello 0,5% (Imu lorda 840per la casa e 126 per il box) e si sottrae la

detrazione per l’abitazione principale (200). L’Imu 2013 in base all’aliquotafissata dal Comune sarebbe di 766 euro(640 la casa e 126 il box);

4) si calcola poi l’Imu con l’aliquotabase dello 0,4% (672 e 100,80 euro).Anche qui si sottrae la detrazione perl’abitazione principale (200 euro) e si de-termina l’Imu teorica secondo l’aliquotabase dello 0,4%, che sarebbe di 572,80euro (472 la casa e 100,80 il box);

5) si calcola la differenza tra l’Imu conaliquota comunale e quella con aliquotabase (766 meno 572,80 uguale a 193,20euro) e si versa il 40% della differenza:193,20 per 40% uguale 77,28 euro. Divi-dendo per due e arrotondando avremoun versamento per ciascun coniuge di 39euro.

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CittàAliquota

2013 CittàAliquota

2013GenovaTorinoLivornoAvellinoFoggiaForlìTerniVerbaniaModenaBellunoBolognaCampobassoNovaraRavennaReggio EmiliaRiminiRomaVeronaPaviaPalermoSalernoTeramoVareseGrosseto

5,85,755,65,55,55,55,55,55,2555555555

4,94,84,74,64,54,4

AgrigentoAlessandriaAnconaBeneventoBresciaCaltanissettaCasertaCataniaCatanzaroCosenzaCremonaCrotoneFrosinoneMessinaMilanoNapoliParmaPerugiaPiacenzaPotenzaRietiRovigoSienaVibo Valentia

666666666666666666666666

Le principalicittà chehannoaumentatole aliquote perl’abitazioneprincipale. Aliquoteper mille

La mappadei rincari

Page 22: Corriere economia

22 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Ci dimenticheremodello spread? PiazzaAffari sarà la Borsadell’anno? L Europa

sarà capace di fare decollarel’Unione bancaria? Se si vo-lesse compilare una classifi-ca delle domande importan-ti (in campo finanziario) chenel 2014 attendono una ri-sposta cruciale queste trepotrebbero essere in lizza.Gli esperti e i giornalisti diCorrierEconomia ne hannomesse in fila cento per co-struire tutti i possibili scena-ri che si profilano sui merca-ti. Il risultato è un libro di160 pagine, «Come investirenel 2014», in edicola a 4,90euro più il prezzo del quoti-diano. Le cento domandesono opinabili, le cento ri-sposte non sono dogmaticheperché nel mondo delle Bor-se, delle obbligazioni, dellequotazioni aurifere e immo-biliari non si possono fareprevisioni certe. I numeri, letendenze, i fatti che costrui-scono ogni giorno il rompi-capo finanziario offrono pe-rò innumerevoli indizi utiliper comprendere la realtà. Equindi per fare scelte saggesul destino dei propri inve-stimenti, anche se i marginidi garanzia sono sempre piùstretti. Soprattutto per chidesidera portare a casa ren-dimenti di un qualche inte-resse.

La guida agli investimentiper il 2014, uno strumentofamiliare per i lettori di Cor-rierEconomia che la trovanoin edicola tutti gli anni nelmese di gennaio, può aiuta-re chi cerca idee e chiavi diinterpretazione prima di fa-re mosse decisive o attivitàdi semplice manutenzionedel patrimonio.

Si parte con il capitolocon dieci domande sulloscenario macro economico,che è sempre più globale e,nel 2014, particolarmentefocalizzato sui traguardi chepotrebbero portare l’Unioneeuropea alla struttura ingrado di mettere insieme lebanche dell’euro. Un obietti-vo ambizioso che, se rag-giunto, potrebbe aprire unafase due dell’euro, utile (for-se) per archiviare la grandecrisi ancora in corso.

L’anno appena comincia-to sarà a molte velocità siasul fronte delle obbligazioniche su quello delle azioni. Per il momento i meccani-smi che hanno inondato imercati di liquidità negli ul-timi cinque anni sono anco-ra funzionanti. Ma qualcosasta cambiando. Gli StatiUniti hanno cominciato achiudere i rubinetti, annun-ciando la diminuzione degliacquisti di titoli da parte del-la Federal Reserve a partiredal mese di gennaio. In Eu-ropa e in Giappone il soste-gno invece continuerà.

Il mondo dei mercati nonè mai semplice: è vero peròche nel 2014 le variabili e ledifferenze potrebbero esse-re più intrecciate e più com-plicate di quanto non sia av-venuto negli ultimi anni. La-speranza è che, anche que-sta volta, il percorso dellecento domande possa ag-giungere qualcosa alle cono-scenze finanziarie di ciascu-no.

© RIPRODUZIONE R SERVATA

L’Unione bancaria, prevista peril 2014, metterà il sistemafinanziario in sicurezza?P er tutto il 2014, la Banca centrale europea condurrà

l’analisi sulle condizioni di salute delle maggiori banchedell’Eurozona, istituti che coprono l’85% dell’attività bancaria dell’area. Compresi gli stress test, cioè simulazioni per capire come potrebbero reagire gli istituti in caso di crisi esterne, ad esempio quella del 2008. Alla fine, a novembre, si saprà quali hanno un patrimonio sufficiente a coprirle da rischi e quali invece avranno bisogno di interventi per mettersi al sicuro: aumenti dei capitale, iniezioni di denaro pubblico, al limite chiusura o fusione tra istituti. La cosiddetta Unione bancaria, però, non si esaurisce con il ruolo di vigilanza della Bce. Prima di tutto si tratta di stabilire quale sarà l’autorità che avrà il potere di decidere la chiusura di una banca considerata non in grado di operare senza creare rischi all’intero sistema. Le autorità nazionali o una europea? Finora, la Germania aveva espresso dubbi sulla possibilità che il potere di chiusura venisse dato alla Commissione Ue (la Bce ha escluso di potere svolgere quel ruolo): ora, però, l’accordo è stato trovato e il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha dato il via libera alla creazione di un «resolution board» europeo. Aperta, inoltre, è la questione di quale fondo di garanzia creare per assicurare i creditori delle banche che falliscono. L’Unione bancaria al momento sembra dunque messa sulla strada giusta per essere realizzata: è un pilastro fondamentale per fare funzionare l’Eurozona e per rompere il circolo vizioso tra crisi bancarie e crisi degli Stati che le devono salvare; e, viceversa, tra crisi degli Stati e banche che vanno in difficoltà perché oberate da titoli pubblici. Il 2014 potrebbe essere l’anno decisivo per definirla.

DANILO TAINO© R PRODUZIONE RISERVATA

Lo spread, la differenza di rendimento tra Btp e titolitedeschi, si restringerà ancora?I l differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani

e quelli tedeschi prende corpo dalle differenti prospettive economiche, dal confronto fra il rapporto tra debito pubblico e il prodotto interno lordo dei Paesi. Ma non solo. Ad avere un ruolo sempre più importante, negli ultimi tempi, è pure la situazione politica. Molto incerta, in Italia, senza problemi particolari, in Germania, alla luce anche della recente nascita dell’ennesimo governo di grande coalizione. Probabilmente se la situazione politica italiana fosse più chiara, lo spread potrebbe stare stabilmente al di sotto dei 200 punti base, cioè sotto il 2%. Il livello raggiunto dal debito pubblico complessivo, già superiore a duemila miliardi di euro, costringe il ministero dell’Economia a pagare ogni anno poco meno di 80 miliardi di interessi ai creditori. I mercati, generalmente guardano al futuro. Il passato viene preso in considerazione per fare stime probabilistiche. Gli analisti, sulla base di quanto è accaduto nel corso degli anni, ipotizzano quello che potrebbe verificarsi. E su questa base emerge un certo ritorno di fiducia verso l’Italia. I mercati pensano che, così come è stata fatta in anni passati una riforma del sistema pensionistico, altre riforme potranno essere portate a termine nell’arco di 12-18 mesi. Se questa prospettiva si realizzerà, il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi scenderà ancora. Dal punto di vista della strategia da applicare al portafoglio, immettere Btp di media e lunga durata può quindi essere una buona scelta. Ma alla probabile ripresa economica potrebbe affiancarsi una rincorsa verso l’alto dei rendimenti. Meglioquindi optare per scadenze non eccessivamente lunghe.

ANGELO DRUSIANI© R PRODUZ ONE R SERVATA

gen2011

gen2012

gen2013

gen2014

800

600

400

200

10 anni

5 anni

2 anni

202La febbre è scesa

Lo spread tra i titoli di Stato italiani e tedeschi a 2, 5 e 10 anni

La Borsa italiana è la grande malata d’Europa.Nel 2014 si riscatterà?A chiederselo non sono soltanto i grandi operatori

internazionali, ma anche i risparmiatori del Belpaeseche, quando investono in azioni, di solito concentrano una fetta imponente del loro denaro proprio sul mercato domestico. I risultati conseguiti nell’anno appena concluso possono sembrare invitanti, ma quando confrontati con altri listini dell’area euro, evidenziano un ritardo che, a sua volta, è la spia dei nodi che il nostro Paese deve ancora sciogliere su molti versanti economici e dei quali, in questa sede, non c’è modo di parlare. In fondo, nel 2013 a primeggiare in Europa sono state, da un lato, le Borse dei Paesi virtuosi e, dall’altro, quelle dei periferici colpiti per primi e che, altrettanto in anticipo, hanno posto mano, con lacrime e sangue, al recupero dei loro squilibri. Per Piazza Affari i prossimi 12 mesi saranno, dunque, affidati ai segnali che concretamente emergeranno dalle manovre già in atto e da quelle che arriveranno ancora. In ogni caso,i parametri di convenienza economica sulla cui base valutare se investire o no in una Borsa giocano di certo a favore del nostro listino, soprattutto quando confrontati con quelli di altri mercati. A cominciare dal rapporto prezzo/utili o p/e (utilizziamo dati forniti da JP Morgan sulla base del p/e elaborato dal premio Nobel Robert Shiller che tiene conto dell’andamento del ciclo economico) che, per l’Italia, è fermo a 9,6 contro una media di lungo termine che lo vede a 26. Lo sconto è senz’altro cospicuo e, in generale, sono queste le situazioni che storicamente preludono poi ai guadagni maggiori. Certo sono ancora molti gli scogli sui quali il nostro listino potrebbe vedere infrangersi il sogno di un 2014 particolarmente brillante.

BERNARDO MILANO© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le prospettive dei mercatiIstruzioni per l’uso

Investimenti

Guide «Come investire nel 2014» in edicola con il Corriere della Sera. Cento domande e cento risposte per scegliere con sicurezza

Risparmi Tutto quello che c’è da sapere per ripartireBorse, bond, liquidità, fondi, oro, beni rifugio, case: una guida per orientarsi tra segnali incoraggianti e crisi ancora apertaDI GIUDITTA MARVELLI

Qual è lo scenario con cui il mercato immobiliaredeve fare i conti adesso?A nche il 2013 è stato archiviato come un anno negativo

per il mattone. È continuata l’erosione dei prezzi, scesinella media delle grandi città del 4%, ed è proseguita la caduta delle vendite. Le stime per fine anno sono di un calo delle transazioni di circa il 9%. Rispetto al 2006, l’anno del boom, le compravendite sono calate del 50%: in pratica si sta tornando ai valori degli anni Novanta.I dati del superindice di CorrierEconomia — un’elaborazioneche da alcuni anni compiamo incrociandole variazioni dei prezzi e il numero delle transazioni— dicono che oggi il mercato tenderebbe a riallinearsi sui prezzi che si pagavano in lire. L’erosione del valore dal 2008, anno di picco dei prezzi, è stata del 14,7% a Milano, del 12,5% a Roma e del 18% nella media delle grandi città; datiai quali va sommata l’inflazione, che nel periodo è stata del 9%. Quindi la perdita in termini reali oscilla dal 20 al 30%. A tutto questo bisogna aggiungere che una buona fetta della domanda potenziale di prime case oggi rimane ancora tagliata fuori dalle possibilità di acquisto, perché le banche hanno ristretto molto i criteri per l’erogazione dei mutui, al punto che rispetto all’epoca del boom sia la domanda di finanziamenti, sia le erogazioni sono dimezzate. Infine, sono lievemente peggiorati due indicatori tipici della salute del mercato: i tempi di trattativa e il divario tra la richiesta e il prezzo effettivo. In media servono 7 mesi per concludere la trattative e il venditore deve concedere uno sconto del 15%.I dati del terzo trimestre 2013 danno però un piccolo segnale positivo: sono tornate a crescere le transazioni a Milano e a Roma. Se il dato si consolidasse, sarebbe un fatto importante perché da sempre le due nostre principali città anticipano il trend di tutto il mercato.

GINO PAGLIUCA© RIPRODUZ ONE R SERVATA

L’unico modo per far renderela liquidità più dell’inflazione sono i conti di deposito?I I conti di deposito (online e non) continuano a

mantenere saldamente la palma di strumento di parcheggio della liquidità più remunerativo e a bassorischio. Nel corso del 2013 i rendimenti sono diminuitidi circa un punto percentuale sulle scadenzea un anno e dello 0,5% su quelle a sei mesi. E, tuttavia,visto il concomitante declinare dell’inflazioneverso una soglia inferiore all’1% (0,7% a novembre2013), gli attuali tassi medi per i depositi convincolo annuale vicini al 2% (netto per i più generosi, lordo per i più avari), e all’1,5% perquelli a sei mesi, riescono ampiamente a garantire ilmantenimento del valore reale del capitale. Il 2014 si prospetta tuttavia come un anno complicato per uno strumento che, grazie all’assenza di costi aggiuntivi e alla semplicità del meccanismo di funzionamento, ha avuto un grandissimo successo tra i risparmiatori nel corso degli ultimi anni. Tanto per cominciare è probabile che lo stillicidio di una continua limatura dei rendimenti proseguirà per tutto l’anno. Anche perché le banche, meno affamate oggi di liquidità e di depositi di quanto non fossero ancora due annifa, limiteranno probabilmente le promozioni e i tassiofferti ai sottoscrittori. Anche il Fisco giocherà, in negativo, la sua partita, con un aumento dell’impostadi bollo (mini patrimoniale) dallo 0,15% allo 0,2%. Infine, a proposito della sicurezza dello strumento, vale la pena ricordare che i conti di deposito godono dell’assicurazione del fondo interbancario di garanzia (in caso di ipotetica insolvenza della banca) per un ammontare pari a 100 mila euro.

MARCO SABELLA© R PRODUZ ONE RISERVATA

Page 23: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 23

Bilanci&Prospettive La tecnica Usa dei «Dog» applicata in Italia

Milano I cani di razzabattono l’indice 25 a 16Performance da record per i big ad alto rendimentoNel 2014 in corsa Stm, Eni, Terna, Snam, Unipol SaiDI ADRIANO BARRI’

Il 2013 è stato un anno da «ca-ni» di razza. Per la Borsa diMilano la stagione appenaconclusa è stata davvero ricca

di soddisfazioni con un rialzo del16,6%, seconda migliore piazze fi-nanziaria d’Europa alle spalle diMadrid. Ma ancora meglio è anda-ta ai fedeli seguaci della teoria deidog (cani, appunto), i titoli sele-zionati in base al criterio dell’altorendimento, che hanno chiuso il2013 con una performance ben su-periore rispetto a quella dell’indi-ce Ftse Mib: +25,7% rispetto al+16,6% delle blue chip. Un passoavanti rispetto all’anno precedentequando i segugi dell’indice eranostati battuti dal listino principaledi quasi 5 punti.

FormazionePer il nuovo anno la muta pre-

senta alcuni cambiamenti conl’uscita di scena di GTech, Media-set e Parmalat che vengono sosti-tuite da A2A, Saipem e Unipol Sai.La selezione dei dog avviene tra ititoli che presentano il valore piùelevato nel rapporto tra l’ultimodividendo distribuito e il prezzo dichiusura dell’anno borsistico. A

Wall Street si utilizzano le societàappartenenti all’indice Dow Jones(dog of the Dow), in Italia si pescanell’Ftse Mib. Le azioni acquistatedevono avere tutte lo stesso pesoin portafoglio, se si decidono di in-vestire 100 mila euro ogni titoloavrà un controvalore di 10 mila, evanno conservate senza interru-zioni per 12 mesi. Statisticamentequesta strategia tende a dare sod-disfazioni agli investitori, soprat-tutto negli anni in cui le quotazionidei listini non hanno brillano inmodo particolare essendo un por-tafoglio composto principalmenteda titoli di valore, con a crescita

lenta ma costante. Limitando losguardo agli ultimi 10 anni i cani diPiazza Affari chiudono però conun risultato di sostanziale pareg-gio. Dal 2004 a oggi in 5 casi i cam-pioni dell’alto rendimento hannofatto meglio dell’indice mentre cu-mulando l’extra rendimento di cia-scuna stagione il dato è legger-mente negativo: -1,3%. Tornandoai risultati del portafoglio made inItaly nel 2013, si nota come in unsolo caso si sia registrata una per-formance negativa: Eni in calo del4,6%. La società ha sofferto di ri-flesso le cattive notizie della con-trollata Saipem, colpita da scanda-

li e risultati deludenti, e il deboleandamento del prezzo del petro-lio. A trascinare la muta è stata in-vece Mediaset balzata del 121,5%sia per ragioni di carattere specu-lativo che per i primi segnali di ri-persa del mercato pubblicitario.

RecordMa ci sono stati altri titoli in

grado di superare la barriera del+20%: Parmalat, Terna e Gtech.Per la società di Collecchio si trattadi un addio visto che dallo scorso23 dicembre non fa più parte del-l’indice delle blue chip. Esce di scena anche Mediaset, che proprioa causa della forte performance havisto crollare il rendimento dellacedola. Ma la sfida continua ed ègià pronta la lista di cani della mu-ta 2014. Il rendimento medio dellecedole distribuite nell’anno appe-na concluso è stato del 4,7% ma laclassifica vede 5 titoli con cedolesuperiori al 5%: Eni, Snam, Terna

e STMicroelectronics. La societàdi semiconduttori partecipata dalministero del Tesoro è anche unadelle new entry insieme a Saipeme Unipol Sai. La neonata compa-gnia viene quindi subito messa al-la prova dalla teoria dei cani. Lecredenziali ci sono tutte conside-rato che nel corso dell’ultimo annoil titolo è salito del 101%.

La strategia dei dog nasce negliStati Uniti oltre 30 anni fa ed èmolto seguita dagli investitori, an-che professionali. Negli Usa le sta-tistiche partono dal 1973, testimo-niando, su base trentennale, un ri-torno medio annuo del 17,7% men-tre nello stesso periodo il DowJones è salito dell’11,9%. Anche icani di razza statunitense nel 2013hanno fatto meglio dell’indiceDow Jones. La squadra a stelle estrisce si è comportata bene gua-dagnando il 30,3% rispetto al26,5% del Dow Jones Industrial.

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1 Risparmio

Una Fieratutta in ReteL a prima Fiera virtuale del risparmio

sarà presto in Rete. E’ la MoneyCon-troller The Worldwide Financial Market-place. Dal 4 marzo, sul sito www.mo-neycontroller.it, tutti potranno visitare,gratuitamente, gli stand virtuali dove,sgr, banche, assicurazioni e softwarehouse, mostreranno i loro prodotti eservizi. E non solo. Sarà possibile ancheentrare in contatto e dialogare con pro-motori e consulenti finanziari, grazie auna Community.

«Per presentare in modo esaurientel’offerta, abbiamo creato un layout adhoc per le diverse categorie di espositori— spiega Bruno Mazzola, fondatore eCeo di MoneyController —. Inoltre ab-biamo previsto una pagina di ecommer-ce, per gestire le transazioni su servizi apagamento, come ad esempio la consu-lenza».

Per facilitare la visita, gli stand sa-ranno raggruppati per categorie el’espositore riceverà un avviso, ogni vol-ta che un visitatore vuole entrare in con-tatto con lui, in modo da potergli inviaretempestivamente informazioni ed, eventualmente, anche chattare e condi-videre il portafoglio salvato su Mo-neyController. «E per aiutare gli esposi-tori a capire a meglio quali siano i servizie i prodotti di maggiore interesse, ognistand sarà dotato di un contatore cheregistrerà il numero di visite e le pagineviste», aggiunge Mazzola.

Il sito, finora, ha funzionato come di-spensatore di informazioni finanziarieper risparmiatori e consulenti, offrendoanche la possibilità di misurare il rischiodel portafoglio e il rendimento atteso.Uno strumento, quest’ultimo, a disposi-zione anche sul sito www.corriere.it.

PATRIZIA PULIAFITO© RIPRODUZIONE RISERVATA

SocietàEnelTernaSnamMediasetTelecom ItaliaParmalatEni STMicroelectronicsAtlantiaGTech

31/122012

31/122013

3,13,03,51,60,71,8

18,35,4

13,717,2

3,23,64,13,40,72,5

17,55,8

16,322,2

Perf.%

1,1%20,1%15,7%

121,5%5,6%

40,7%-4,6%

8,8%19,3%28,8%

Prezzo

SocietàEniSnam TernaSTMicroelectronicsEnel AtlantiaSaipemUnipolTelecom ItaliaA2A

Prezzo31/122013

17,54,13,65,83,2

16,315,6

4,30,70,9

Rend.%dividendo

*6,3%6,1%5,5%5,0%4,9%4,6%4,4%3,5%3,4%3,4%

Fonte: elaborazioneCorrierEconomia(*) Sulle cedoledistribuitenel 2013

%%28,8%8%2 8%%28, A2AAA2 0,99 3,4%3,

4,7%

Perf.%media

Dividendo25,7%Perf.%

Media

17, ,22,2 ,88%8,

252Pe

Me16,6%Perf.%

Ftse Mib

I titoli ad alto rendimento del 2013... ...e quelli del 2014

Il confronto tra i titoliad alto rendimentoe la Borsa italianadal 2004 ad oggi

Dieci annidi storia

Anni

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Cani Ftse Mib

20,2%

17,7%

12,0%

-9,6%

-42,0%

5,8%

-15,6%

-23,8%

3,8%

25,7%

14,9%

15,5%

16,1%

-7,0%

-49,5%

19,5%

-13,2%

-25,2%

7,8%

16,6%

Perf. %cani contro

Indice

5,3%

2,2%

-4,1%

-2,7%

7,5%

-13,7%

-2,4%

1,4%

-4,0%

9,1%

Strategie di lungo periodoI risultati in Piazza Affari

Investimenti

Page 24: Corriere economia

24 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

Previsioni globaliI consigli dei big

Investimenti

Analisi Le opinioni dei guru internazionali ottimisti su Tokyo e Usa, ma soprattutto sul Vecchio Continente. Utili societari in crescita

Borse Dove osa la speranza di ripresaN

onostante un biennio di rialzi e ilraggiungimento di nuovi massimiassoluti su alcuni dei principalimercati azionari, a cominciare da

Wall Street, il 2014, secondo i «guru» dellemaggiori banche d’affari europee e statuni-tensi non sarà un anno di stagnazione, e

tantomeno di arretramento, per i listini glo-bali.

La terribile crisi finanziaria ed economi-ca iniziata nel settembre del 2008 con il falli-mento della banca Lehman Brothers, secon-da per gravità soltanto alla grande crisi del1929, sembra infatti avviata su un sentiero di lenta risoluzione. Il dato più confortante èil ritorno della crescita economica verso le

medie di lungo periodo in tutte le principaliaree del globo. Il Pil mondiale, nel 2014, do-vrebbe aumentare a una velocità compresafra il il 2,9% e il 3,4% , a seconda delle stime.E anche le regioni ch a hanno sperimentatoil doloroso fenomeno del «double dip», ladoppia recessione, come l’eurozona, do-vrebbero riprendere nel 2014 il camminodella crescita della ricchezza (+1,1%).

Gli utili aziendali beneficeranno di que-sto ambiente favorevole e negli Stati Unitipotrebbero salire dell’8% mentre in Europae in Giappone i tassi di aumento, secondo lestime, saranno a doppia cifra. In un contestoin cui le valutazioni dei titoli non appaionoeccessivamente tirate, con un rapporto prez-zo/utili di 16,5 volte negli Stati Uniti e di cir-ca 14,5 in Europa, le borse avranno dunque

spazio per crescere a un livello «fisiologico»compreso fra il 7-8% degli Usa e il 10-12% (opiù) di Europa e Giappone. Solo i mercati emergenti continueranno ad arrancare, do-po una corsa rialzista durata oltre 15 anni.Queste le previsioni, che potrebbero tutta-via essere influenzate in negativo da una ri-presa troppo rapida dei tassi di interesse.

© RIPRODUZIONE RISERVATAA

Vecchio Continente

Ora l’Europa può passare in testaS arà il passaggio da una crescita

economica negativa (-0,5% nel2013) a un aumento del Pil del+1,1%, il principale motore delleperformance delle borse dell’euro-zona nel corso del 2014. Lo preve-dono gli analisti di JPMorgan Caze-nove guidati da Mislav Matejka,convinti che nell’anno appena ini-ziato la regione europea sarà in grado di generare una performan-ce positiva a doppia cifra dell’11% (indice Msci Eurozone).

«Il tasso di crescita economicapuò sembrare modesto ma saràsufficiente a produrre un aumentodegli utili a doppi cifra, dopo il calodi circa il 4% dei profitti societariche si è registrato nel 2013. Attual-mente il livello degli utili aziendalicomplessivi è ancora del 35% infe-riore rispetto ai massimi registratinel 2007», afferma Matejka in unostudio di scenario sulle prospettivedei mercati azionari europei. Lamedia degli analisti prevede un mi-glioramento dei profitti 2014 del

16,3%, mentre gli strategist di JP-Morgan si attestano su di una ban-da di aumento più modesta (e mol-to ampia) compresa fra il 4 e il 14%.

«Questo incremento degli utilisocietari unito alla riduzione delpremio per il rischio che ha pena-lizzato in questi anni l’azionario eu-ropeo dovrebbe dunque generareuna performance a doppia cifra de-gli indici», sottolinea lo studio.

Dallo scenario del 2014 vengonoinfatti esclusi i rischi di rottura del-l’euro o di crisi sistemica del settore

finanziario che hanno pesato cosìnegativamente in questi anni. Diconseguenza anche il rapportoprezzo/utili, che attualmente è paria 14,8 volte i profitti del 2014 po-trebbe crescere ulteriormente, seb-bene ai valori attuali disti appena il7% dai massimi del 2007.

«Un elemento particolarmentepositivo è il calo del differenziale direndimento tra il Bund e le emis-sioni governative dei paesi più in-debitati. Questo fenomeno favoriràin particolare i listini di paesi peri-ferici come l’Italia e la Spagna e i ti-toli del settore finanziario», con-clude lo strategist.

Tutto questo insieme di fattoripositivi potrebbe avere l’ulterioreeffetto di favorire l’afflusso di capi-tali degli investitori extraeuropei verso le borse del Vecchio Conti-nente, generando un circolo vir-tuoso capace di proiettarsi sullequotazioni dei titoli.

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Pro

Contro

Nel 2014crescerannoil Pil (+1,1%)e i profittiaziendali(+14%) La ripresa

economicaè ancoraanemica

Titolo

Eads

Daimler

UBS

Vinci

Akzo Nobel

Nesté

BAT

Generali

Snam

Settore

Difesa

Auto

Banche

Costruzioni

Chimica

Alimentari

Largo consumo

Assicurazioni

Utilities

Borsa

Parigi

Francoforte

Zurigo

Parigi

Francoforte

Zurigo

Londra

Milano

Milano

Fonte:

JPMorgan

Cazenove

Titolo

Sumitomo Mitsui

Dai-Ichi Life Insurance

Toshiba

Sony

Bridgestone

Mitsubishi Materials

Denso

Mitsui Fudosan

Zeon

Inpex

Settore

Banche

Assicurazioni

Elettronica

Elettronica

Pneumatici

Materiali di base

Industria

Immobili

Chimica

Energia

Fonte:

Credit

Suisse

Settore

Hi Tech

Industriali

Finanziari

Salute

Utilities

Energia

Largo consumo

Telecom

Giudizio

Overweight (aumentare)

Neutral (stabile)

Neutral (stabile)

Neutral (stabile)

Neutral (stabile)

Underweight (d minuire)

Underweight (diminuire)

Underweight (diminu re)

Fonte:

Deutsche

Bank

Paese

Polonia

Ungheria

Repubblica Ceca

Corea

Taiwan

BorsaArea geografica

Varsavia

Budapest

Praga

Seul

Taiwan

Europa orientale

Europa orientale

Europa orientale

Asia

Asia

Fonte: Goldman Sachs

PAESI EMERGENTI

EUROPAGIAPPONE

USA

Stati Uniti

E Wall Street potrebbe rallentare U n anno positivo, ma di ordina-

ria amministrazione. Dopo lefaville regalate dall’ultimo bienniodi borsa — nel solo 2013 con unrialzo del 29% per l’indice S&P500e addirittura del 37% per il Nasdaq100, — Wall Street, nel 2014 po-trebbe tirare il fiato e prendersiuna pausa, pur conservando untrend di crescita.

«Per l’anno appena iniziato ciaspettiamo infatti un rendimentorispettabile, compreso fra il 5 e il 10%, accompagnato da una cresci-ta degli utili societari di circa l’8% eun rendimento medio per dividen-di del 2%», afferma in un report difine anno David Bianco, uno deglistrategist del mercato a stelle e stri-sce del colosso bancario tedescoDeutsche Bank. Questa perfor-mance (moderata) della borsaamericana dovrebbe realizzarsi inuno scenario di valutazioni ancoraequilibrate e con un rapporto prez-zo/utili medio di 16,5 volte, in lineacon le medie storiche di lungo peri-

odo. L’aumento previsto degli utilisocietari nel prossimo biennio do-vrebbe consentire alle valutazioni dei titoli di crescere mantenendoinalterato il valore del rapportoprezzo/utili. In altre parole, secon-do gli strategist di Deutsche Bank,non esiste un rischio di bolla sulmercato azionario di Wall Street.

Le principali minacce a questoscenario prudentemente favorevo-le potrebbero tuttavia venire siadall’esterno che dall’interno. Sulversante dell’economia globale è

sempre possibile, infatti, un rallen-tamento della crescita, dovuto a unpeggioramento delle condizionimacroeconomiche dei paesi emer-genti, in particolare della Cina.Mentre sul versante interno il mag-gior rischio potenziale è quello diun forte aumento dei tassi di inte-resse o delle quotazioni del dollaro.

In questo scenario di crescitasenza eccessi gli strategist di Deut-sche Bank fanno scelte settorialiche privilegiano il comparto hi te-ch e le utilities. I titolo tecnologicipotrebbero infatti beneficiare di unaumento della spesa per investi-menti nel 2014.

«Le utilities invece costituisco-no la scelta migliore per chi vuolepuntare sul rendimento per divi-dendi, visto che a parità di cedola ilrapporto prezzo/utili è più bassorispetto a quello di altri settori , adesempio, le telecom», conclude lostudio.

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Pro

Contro

L’economiaè tornatasui livelliprecedentila crisi

Le valutazionidei titoli

sono elevate

Nuove economie

La luna nera dei mercati emergentiL e possibilità di recupero riman-

gono scarse e quasi nessunoprevede un rimbalzo dopo i cali de-gli ultimi due anni. É questo lo sce-nario sposato dalle grandi banchedi investimento — e tra queste Gol-dman Sachs — in merito alle pro-spettive di performance 2014 delleborse delle nuove economie.

L’arretramento medio di circa il5% dell’indice Msci EmergingMarkets, che sintetizza la perfor-mance dei listini ad alta crescita, de-ve infatti essere confrontato coni irialzi di circa il 35% dei paesi indu-strializzati (con la punta del 50%del Giappone) il che determina una«perdita relativa» prossima al 40%.

«Fra tutte le possibili classi di in-vestimento dei paesi emergenti —valute, bond, commodities e azioni— sono ancora queste ultime il seg-mento del mercato finanziario chepotrebbe generare i migliori risul-tati», afferma l’economista interna-zionale di Goldman Sachs Ka-makshya Trivedi in uno studio sulle

prospettive del 2014. «Tuttavia vi-sta la necessità per le nuove econo-mie di affrontare squilibri economi-ci interni, come inflazione e crescitadel debito, ed esterni, tra cui un calodelle esportazioni, è difficile pensa-re chi i listini emergenti potrannobattere le performance delle borsedei paesi più sviluppati», aggiunge.

Il criterio fondamentale per chivuole investire su quelle che fino aqualche anno fa erano le star dei li-stini mondiali è la differenziazione.

Secondo Goldman Sachs, infatti,

potranno andare meglio i mercatiazionari dei paesi più condizionatidalla crescita economica dei paesiindustrializzati, come Polonia, Un-gheria e Repubblica Ceca in Europaoppure Corea e Taiwan in Asia.

«Considerando i paesi caratte-rizzati dalle maggiori fragilità —recita lo studio curato da Trivedi —si potrebbe riscontrare un anda-mento divergente tra le economieche hanno intrapreso politiche dirisanamento credibili, come l’Indiae il Brasile, e altri, come la Turchia,in cui gli squilibri potrebbero au-mentare».

Inoltre i prezzi declinanti di alcu-ne commodities come il rame e imetalli preziosi potrebbero pesarein negativo sulle borse dei paesi chedipendono maggiormente da que-ste risorse, come il Cile e il Sudafri-ca. In sintesi, il miracolo dei listiniemergenti, almeno per il 2014 nondovrebbe ripetersi.

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Pro

Contro

I principaliPaesi hannoattuato riformeeconomichestrutturali

I tassi di crescitaeconomica

del passatosono un ricordo

Giappone

Il sole splenderà con la AbenomicsD opo un rialzo del 53% nel solo

2013, anche per l’anno appenainiziato la borsa di Tokyo si candidaad essere una delle migliori piazzefinanziarie a livello globale. Ne so-no convinti gli strategist del CreditSuisse guidati da Andrew Gar-thwaite, che hanno deciso di au-mentare dal 6 al 12% la quota diazioni nipponiche nei propri porta-fogli internazionali, nell’ipotesi chenel 2014 gli indici giapponesi pos-sano realizzare un rialzo del 13%.

«A dispetto del forte incrementoche si è osservato lo scorso anno, ititoli della borsa giapponese hannovalutazioni ragionevoli e il rappor-to prezzo/utili prospettico è ancoraa sconto del 7% rispetto alla mediadelle azioni statunitensi», recita lostudio previsionale sulle tendenzedel 2014.

Ma al di là dei criteri valutativi,sono molti, a giudizio del CreditSuisse, gli elementi che giocano a favore di una performance positivadel listino del Sol Levante. Innanzi-

tutto c’è l’elevata probabilità di unaprosecuzione della politica mone-taria estremamente espansivaadottata dalla Bank of Japan e cherappresenta una versione rinforza-ta del «quantitave easing» (acqui-sto di titoli di Stato da parte della banca centrale) adottato dalla Fedamericana. «La possibilità che laBank of Japan incrementi il quanti-tative easing è legata al fatto chel’inflazione del paese rimane moltobassa e, secondo i nostri economi-sti, si arresterà nel 2014 ad appena

lo 0,6%, escludendo dal computo ilprevisto aumento dell’Iva», affer-ma Garthwaite. Inoltre l’ossaturadell’economi giapponese è costitui-ta da società industriali, che ten-denzialmente realizzano le miglioriperformance di borsa nelle fasi diaccelerazione della crescita econo-mica, lo scenario più probabile peril 2014 a livello globale.

Anche la tendenza all’aumentodegli utili, secondo il Credit Suisse,rimane più pronunciata per le so-cietà giapponesi rispetto alle azien-de di altre aree geografiche e, ulti-mo fattore, la nuova legislazione fi-scale entrata in vigore dal primo digennaio favorisce l’investimento inborsa per i residenti. Tra i possibilirischi capaci di spingere il mercatoal ribasso, un rallentamento dellafitta agenda di riforme economichemesse in cantiere dal primo mini-stro Shinzo Abe, la cosiddetta Abe-nomics.

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Pro

Contro

La politicadel basso tassodi cambiocontinueràa darei suoi frutti Gli aumenti

dell’Ivapotrebbero

frenarei consumi

DI MARCO SABELLA

Page 25: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 25

Le prospettive dei mercatiLe obbligazioni

Investimenti

Strategie Come destreggiarsi nel labirinto dei tassi bassi che potrebbero rialzare la testa fra qualche mese

Bond L’almanacco delle buone cedoleDa Unicredit ai Cct, da Rwe e Gdf: chi offre fino al 3% per una rendita da gennaio a dicembreDI ANGELO DRUSIANI

Potrebbe essere un annocomplicato per gli amantidelle obbligazioni. Ecco per-ché il consueto appunta-

mento con il calendario delle cedolecostruito da CorrierEconomia (una rassegna di scadenze e rischi diversiper ogni mese dell’anno) nel 2014 as-sume particolari significati. Moltianalisti prevedono infatti la fine del-la lunga fase di bassi rendimenti. Manessuno immagina un processo velo-ce e repentino: nessuno ipotizza unaumento dei tassi ufficiali, se non neimesi finali dell’anno. Saranno ancorale tre principali banche centrali a te-nere sotto stretto controllo le even-tuali difficoltà delle economie di rife-rimento. Lo faranno con relativa faci-lità Stati Uniti e Giappone. Con mi-nori spazi di manovra, ma con moltadeterminazione, lo farà anche laBanca centrale europea, l’unica, for-se, che potrebbe ancora ridurre iltasso di riferimento sotto l’attuale0,25%. Anche se la scelta più sempli-ce, ancorché osteggiata dai paesi vir-tuosi d’area euro, potrebbe essere unnuovo finanziamento al sistema ban-cario con durata media. A condizio-ne che le somme siano poi trasferitealle imprese e alle famiglie che ne fa-ranno richiesta.

ConseguenzeIn tutti i casi si potrebbe essere al

cospetto di nuove immissioni di li-quidità, alimentando il rischio infla-zione. Che, in realtà, non solo non simanifesta, ma, al contrario, tendesempre più a ridursi. I mercati inogni caso non si lasciano incantaredalle sirene delle banche centrali e spostano le lancette del tempo inavanti. Ben oltre i sei -otto mesi con iquali si ritiene che tendano ad antici-pare quanto poi si verificherà nell’an-damento delle economie. Una situa-zione che impone prudenza per chicrede che la stagione dei tassi bassisia inesorabilmente giunta al capoli-nea e che, al tempo stesso, dispone diuna propensione al rischio contenu-ta. Ma che offre discrete opportunitàa chi ritiene che questo anno finiràper non risultare tanto deludente perchi ama investire a medio e lungotermine, anche in virtù di una supe-riore propensione al rischio.

Scegliere tra titoli a cedola fissacon scadenze brevi, medie e lunghe,ma optando per alcune emissioni atasso variabile e per i sempre piùcorteggiati Btp Italia rappresenta la

strategia più adatta a chi desidera non eccedere nel rischio tassi (che siconfigura per emissioni con duratadi poco inferiore ai dieci anni), mache vorrebbe incassare cedole di di-screto valore. Trenta per cento del portafoglio da destinare a titoli a ce-dola fissa con durata massima dueanni, venti per quelli con scadenzatra quattro e sette anni, dieci per le durate fino a dieci anni. Quindici percento alle obbligazioni a tasso indi-cizzato e venticinque per cento ai BtpItalia.

IdeeLa composizione del portafoglio si

completa, se lo si vuole, seguendo uncalendario che preveda flussi cedola-ri mensili. È dai titoli a cedola varia-bile che si ottiene il calendario più af-follato. La caratteristica fondamenta-le di questi strumenti è il pagamentodelle cedole in più rate nello stesso

anno. Merito senza dubbio del para-metro di riferimento, il dato da cuiattingere per determinare il flusso per interessi. Nel caso molto diffusodell’Euribor trimestrale, le cedoleverranno accreditate ben quattrovolte per anno. Raramente il riferi-mento è a indici che vengano rilevatiuna volta all’anno. Se si scelgonoemissioni a cedola fissa, sono soprat-tutto i titoli del Tesoro italiano, i Btp,a pagare due volte gli interessi ognianno. La maggior parte delle obbli-gazioni societarie e dei titoli di Statodi altri paesi stabiliscono il paga-mento con cadenza annuale.

Tecnica Perché dar vita ad un portafoglio

che preveda la maturazione degli in-teressi con cadenza mensile, quando,in teoria, le somme incassate andreb-bero reinvestite nello stesso titoloche le ha prodotte per ottenere il ren-dimento e preservare il capitale?

Semplicemente perché molti ri-sparmiatori preferiscono utilizzaregli importi ricevuti in accredito pergli scopi più diversi. Ecco perchéCorrierEconomia, ogni anno dedicaa questi cacciatori di reddito extra,una selezione di titoli governativi enon che assicura una sorta di calen-dario delle cedole. Ogni mese unascadenza, tendendo conto della pro-pensione al rischio diversa che puòanimare i potenziali investitori. Nellatabella qui a fianco da Unicredit a In-tesa, passando per Volkswagen, Gdf,Rwe e i titoli finlandesi o irlandesi ma anche per i Btp Italia e per i Cctcollegati all’Euribor la rassegna dei titoli individuati per il 2014. Una ce-dola al mese, da poco più di zero finoal 3% dei titoli più generosi perchépiù lunghi i più rischiosi. Per integra-re la pensione. O per avere un extrareddito su cui contare, appoggiando-si sui risparmi messi da parte.

© RIPRODUZ ONE R SERVATA

1 ...e quelle per chi ama il variabile

Una selezione di bond indicizzati per incassare la cedola nel mese dell’anno che più interessa

Titoli a cedola variabile

Btp Italia** (12)

Btp Italia** (12)

Btp Italia **(12)

Btp Italia **(12)

Btp Italia **(12)

Governativo

Governativo

Governativo

Governativo

Governativo

IT0004806888

IT0004821432

IT0004863608

IT0004917958

IT0004969207

BBBBBBBBBBBBBBB

102,55/102,35105,03/104,84102,91/102,44101,90/101,43101,33/100,88

26/3/2016

11/6/2016

22/10/2016

22/4/2017

12/11/2017

medio

medio

medio

medio

medio

1,23/1,81%1,32/1,96%1,47/2,03%1,65/2,22%1,79/2,37%

2,45%3,55%2,55%2,25%2,15%

medio

medio

medio

medio

medio

basso

basso

basso

basso

basso

Unicredit (1)

Enel (2)

Mediobanca (1)

Cct (3)

Volkswagen (4)

General Electric (5)

Cct (6)

Land Nordrhein West.* (7)

Btp €i** (8)

Daimler (9)

Cct €u (10)

Intesa San Paolo (11)

Finanziario

Elettricità

Finanziario

Governativo

Automobilistico

Servizi

Governativo

Ente Locale

Governativo

Automobilistico

Governativo

Finanziario

IT0004669575

IT0004794159

IT0004689755

IT0004716319

XS0927517911

XS0626808223

IT0004518715

DE000NRW0C45

IT0004890882

DE000A1TNK78

IT0004922909

IT0004653850

BBBBBBBBBBBBA-

AA+BBBAA-BBBA-

BBBBaa2 (13)

100,71106,45101,6998,84

100,28100,8999,23

100,53101,61/102,43

100,05101,97100,65

31/1/2017

20/2/2018

31/3/2017

15/4/2018

9/5/2016

15/6/2017

1/7/2016

26/8/2016

15/9/2018

7/10/2016

1/11/2018

3/12/2014

medio

medio

medio

medio

basso

basso

medio

basso

medio

basso

medio

medio

2,41%1,84%2,55%1,67%0,53%0,93%1,22%0,29%

1,32/2,04%0,55%1,75%0,52%

2,65%3,442%

3,12%1,34%

0,628%1,214%

1,12%0,453%

1,70%0,524%2,149%

2,25%

medio

medio

medio

medio

basso

medio

basso

basso

medio

basso

medio

basso

medio

basso

medio

basso

basso

basso

basso

basso

basso

basso

basso

medio

Titolo SettoreCodice IsinRating

S&PPrezzo

(9/1/2014)ScadenzaCedolalorda

Rischiosità

Debitore Tassi LiquiditàRend.%

lordo

* Regione Nord-Reno Westfa ia (Germania); ** Prezzo e rendimento senza e con inflazione, calcolata allo 0,7%; (1) Euribor a 3 mesi e cedola trimestrale; (2) Euribor a 6 mesi + 3,10e cedola semestrale; (3) Bot a 6 mesi + 0,30 e cedola semestrale;(4) Eur bor a 3 mesi + 0,40 e cedola trimestrale; (5) Euribor a 6 mesi + 0,84 e cedola semestrale; (6) Bot a 6 mesi+ 0,30 e cedola semestrale; (7) Euribor a 3 mesi + 0,23 e cedola trimetrale; (8) Inflazione euro (escluso tabacco) e cedola semestrale; (9) Euribor a 3 mesi + 0,30 e cedola semestrale;(10) Euribor a 6 mesi + 1,80 e cedola semestrale; (11) Euribor a 6 mesi e cedola semestrale; (12) Inflazione Italia (escluso tabacco) calcolata allo 0,6%; (13) Rating Moody’s

1 Le scelte per il reddito fisso...

Le emissioni da 2 a 10 anni per incassare la cedola nel mese dell’anno che interessa di più

Titoli con scadenza massima 2,5 anni

Titoli con scadenza tra 4 e 10 anni

Fonte: elaborazione CorrierEconomia - *Strip: titoli privati della cedola

:: == $$xx

++ %%Titolo

Bund Strip *KfwBtpOlandaBtpCtzDaimlerBtp Strip *BundGeneral ElectricFranciaBot

SettoreGovernativo

F nanziario

Governativo

Governativo

Governativo

Governativo

Automobil stico

Governativo

Governativo

Servizi/Tecnologia

Governativo

Governativo

Codice IsinDE0001142487

DE000A1RET56

IT0004805070

NL0010055703

IT0004917792

IT0004938186

DE000A1R0683

IT0003246326

DE0001137438

XS0832873060

FR0011452721

IT0004981251

RatingS&PAAAAAABBBAA+BBBBBBA-

BBBAAAAA+AA+BBB

Prezzo(9/1/2014)Scadenza

99,81100,27101,94100,69102,24

98,61100,71

98,52100,09100,75

99,9599,39

4/1/2015

26/2/2016

1/3/2015

15/4/2015

15/5/2016

30/6/2015

8/7/2016

1/8/2015

11/9/2015

15/10/2015

25/11/2015

12/12/2014

basso

basso

medio

basso

medio

medio

basso

medio

basso

basso

basso

medio

Rend.%lordo

0,11%0,36%0,77%0,19%1,28%0,97%0,68%0,96%0,20%0,77%0,27%0,67%

Cedolalorda

-0,50%2,50%0,75%2,25%

-1,00%

-0,25%1,25%0,25%

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RischiositàDebitore Tassi Liquidità

RweGdf SuezIrlandaFinlandiaNomuraAustriaBayerische Land.BtpBundFranciaBnp ParibasTelekom Fin.

Elettricità

Servizi gas/eletricità

Governativo

Governativo

F nanziario

Governativo

F nanziario

Governativo

Governativo

Governativo

F nanziario

Telefonico

XS0982019126

FR0011261924

IE00B4S3JD47

FI4000062625

XS0937887379

AT0000A0VRF9

DE000BLB6H38

IT0004009673

DE0001135499

FR0011337880

XS0933994807

XS0999667263

BBB+A

BBB+AAA

BBB+AA+

Aaa *BBBAAAAA+A+

BBB-

100,28103,34104,97

95,0498,16

103,62100,43103,67

98,12100,43

98,46100,49

17/1/2024

1/2/2023

20/3/2023

15/4/2023

29/5/2018

18/6/2019

11/7/2022

1/8/2021

4/9/2022

25/10/2022

23/11/2018

3/12/2021

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2,93%2,55%3,25%2,09%2,28%1,25%1,93%3,23%1,74%2,19%1,68%3,03%

3,00%3,00%3,90%1,50%

1,875%1,95%2,00%3,75%1,50%2,25%

1,375%3,125%

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I numeri

339Il valore in miliardi di euro delle emissioni di titoli di Stato previsteper il 2014. La parte del leone la fanno i Bot con 135 miliardi

53,4Il totale in miliardi di euro degli interessi che il Tesoro dovrà pagare nel corso del 2014 per i titoli già emessi

2,02Il rendimento percentuale medio offerto dai titoli di Stato in circolazione nel 2013

1 Settori

Un inizio all’insegnadel credito

M entre il gelo avvolge lepiazze americane tentan-

do di frenarne gli indici azio-nari, in queste prime sedutedel nuovo anno sembra conti-nuare comunque la corsa deisettori finanziari, in particolarequelli bancari e soprattuttoeuropei. Mentre i comparti delmercato americano si sono fer-mati in trend laterale e l’indicedel settore S&P finanziariomostra l unico segno positivocon un rialzo dello 0,96%, nelVecchio Continente in testa algruppo c’è il settore bancariocon un più 3,15% mentre aruota si sono mossi viaggi etempo libero (+1,88%) e tele-com con un +0,77%, energia(+0,61%) e farmaceutico(+0,61%). Da notare che sonotra i settori più capitalizzati equesto ha spinto anche l’indiceStoxx 600 ad un rialzo del 2%.Ancora più evidente il recuperodel mercato italiano, soprat-tutto del paniere dell Ftse Mibche guadagna oltre sei puntipercentuali rispetto a inizioanno, grazie a telecomunica-zioni (+9%), media (+5,7%),automobili e componentistica(+5,2%) e alle banche chehanno messo a segno un rialzodel 6,7%, mentre l’indice ge-nerale Ftse All Share si è fer-mato al 2,64%. E se i settorilegati alla crescita economicaancora soffrono, il mercatomostra segni di fiducia sui set-tori più deboli come quello

bancario e telefonico, a cui siaggiunge l’operazione Chryslerda parte di Fiat che ha sveglia-to il settore auto italiano.

A muovere il comparto fi-nanziario anche il recupero deldollaro americano che controeuro è risalito a 1,36 da 1,38,spinto dalla crescita americanache contribuisce ad un ritornoalla normalità dopo gli anniseguiti alla crisi finanziaria.

In assenza di eventi più si-gnificativi è probabile che isettori deboli continuino a re-cuperare visto anche che l’indi-ce Ftse banche ha un target inarea 14.500 punti e quelloeuropeo a 210, con rialzi po-tenziali rispettivamente di altridieci punti per gli istituiti ita-liani e del 5 per quelle euro-pee.

Ma siamo solo alle primesedute e alla fine della setti-mana, venerdì 17, vi sarannole prime scadenze tecniche del2014 che spesso agiscono daspartiacque per l’andamentodel primo trimestre.

MARCO ZULBERTI© RIPRODUZIONE RISERVATA

In un portafoglio a rischio medio i titoli lunghi possono pesare il 10%

Tesoro Maria Cannata, diretto-re generale del debito pubblico

Perf.%da inizio

annoFtse Mib40

Ftse All ShareTelecomBanche

MediaChimica

AutoBeni immobiliTempo libero

Servizi finanziariSalute

EdiliziaAssicurazioni

Beni industrialiUtilities

DistribuzioneAlimentari

Materie primeEnergia

TecnologiaBeni personali

Trend

+6,80+2,43

+11,21+8,30+7,27+4,86+3,81+3,68+1,76+1,74+1,57+1,44+1,03+0,77+0,20-0,12-0,16-0,56-0,99-3,38-4,46

Indici Italia

Page 26: Corriere economia

26 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

LA POSTARENDITE FINANZIARIE

Capital gaine donazione titoliIn caso di donazione diazioni quotate ai figli sipaga la tassa sulle plusva-lenze maturate?

Lettera firmata - via email

Il trasferimento dei titoli aun dossier intestato a perso-na diversa comporta l’appli-cazione dell’imposta sullaplusvalenza, tranne nel casoin cui il trasferimento av-venga per successione o do-nazione. Occorrerà, quindi, esibire alla banca presso cuii titoli sono depositati l’attopubblico di donazione.

IMU

Se il mini-saldo è sotto i 12 euro Il mio comune ha applica-to per il 2013 l’aliquota del4,5 per mille sull’abitazio-ne principale quindi io do-vrei pagare la «mini-Imu». Dai calcoli fatti ri-sulta che dovrei versare 10euro, mentre il regolamen-to comunale prevede unpagamento minimo di 12euro. Posso star tranquilloo devo versare lo stesso?Nello stesso comune pos-siedo un altro immobile.

Lettera firmata - via email

Il versamento purtroppo de-ve essere eseguito, non rien-trando nei casi di esclusio-ne. Il pagamento minimo di12 euro riguarda l’impostacomplessivamente dovutaper l’anno 2013 al comunedove sono situati gli immo-bili. Se ci fosse stata solol’abitazione principale, il tri-

buto di 10 euro non sarebbedovuto perché inferiore alminimo, ma in presenza dialtri immobili il versamentoImu complessivo, seppureseparato tra giugno, dicem-bre e gennaio, supera il valo-re di 12 euro, a prescinderedall’importo dei singoli ver-samenti.

CONDOMINIO

Come cambiare amministratoreVogliamo cambiare asso-lutamente amministrato-re. Quanti millesimi ci vo-gliono dopo l’entrata in vi-gore della riforma?

Lettera firmata - via email

La legge di riforma del con-dominio non ha modificatoil quorum richiesto per lanomina e la revoca dell’am-ministratore: continua adessere necessario, sia in pri-ma che in seconda convoca-zione, il voto favorevole del-la maggioranza degli inter-venuti all’assemblea, in rap-presentanza di almeno 500millesimi (secondo e quartocomma dell’articolo 1136 delCodice civile). Ovviamente,se l’amministratore si ren-

de responsabile di alcuni deicomportamenti previsti daicommi 11 e 12 dell’articolo1129 dello stesso Codice, va-le a dire in caso di gravi irre-golarità, ciascun condominopuò chiederne la revoca al-l’autorità giudiziaria.

Nuove regoleper il fondo speseCi apprestiamo, nel con-dominio, a lavori straordi-nari di sistemazione deltetto. La riforma del con-dominio prevede obbliga-toriamente l’istituzione diun fondo dove deve essereversata preventivamente

l’intera spesa. C’è chi so-stiene che è sufficiente,per l’avvio dei lavori, unaquota del 50% e chi diceche bisogna arrivare al-l’80%. Come stanno real-mente le cose? Che quotadelle spese deve coprire ilfondo spese?

Lettera firmata - via email

Se il contratto di appaltoprevede che il corrispettivovenga erogato per stadi diavanzamento dei lavori, co-me avviene di solito, i con-domini possono conferire alfondo i relativi importi viavia che maturano le scaden-

ze di pagamento: lo prevedeil nono comma dell’articolo 1del decreto legge n. 145 del23/12/2013 (denominato«Piano destinazione Ita-lia»), che ha integrato il pri-mo comma, n. 4), dell’arti-colo 1135 del Codice civile,rivisto dalla riforma del con-dominio. La norma è all’esa-me del Parlamento e non èancora definitiva.

DETRAZIONE DEL 50%

Ristrutturazione e casa della figliaStiamo acquistando unappartamento per nostrafiglia attraverso una do-nazione indiretta. Miamoglie pagherà lei al rogi-to, ma nell’atto il notaioscriverà che si tratta diuna donazione indiretta.Per mia figlia si tratta, co-munque, della prima casae quindi beneficerà delleagevolazioni sull’acquistoe sulle imposte di proprie-tà. L’appartamento avràbisogno di alcune ristrut-turazioni che logicamentepagherà mia moglie. Potràdetrarle visto che mia fi-glia non ha redditi?

Lettera firmata - via email

L’agevolazione sulle ristrut-turazioni edilizie spetta alproprietario/nudo proprie-tario, titolare di un diritto reale (usufrutto, uso, abita-zione o superficie), locata-rio/comodatario ovvero alfamiliare convivente in rela-zione ad un immobile in cuisi ha la convivenza. Nonrientrando in una di questecasi la mamma non potràdetrarre le spese sostenutesull’immobile della figlia.

Happy �uro a cura di Elfo & Felix Petruska

Per segnalare casi e disavventure o chiedere chiarimenti scrivete a: Corriere Economia, via Solferino 28, 20121 M lano E-mail: [email protected]. Fax: 02-62827604

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1 Gli esperti di «Filo Diretto»

E cco gli esperti chehanno partecipato a

«Filo diretto», lo sportello di consulenza telefonica sul versamento degli acconti e del saldo Imu organizzato da «CorrierEconomia» in collaborazione con l’Associazione italiana dottori commercialisti.

Un grazie a: Elena Negonda, Luca Di Penta,Eleonora Borzani, Chiara Rossini, Cristina Erminero, Paolo Besozzi,Marco Rombolà,Guido Martinelli, Alberto Mugrace, Antonio Manca, Marco Gulisano, Federico Reda, Roberta Bianchi, Corrado Fenici,Carmine Sarnataro.

RispondeMassimoFracaro

13 lunedìRavvedimento sprintUltimo giorno per sanare iversamenti scaduti il 27 di-cembre (acconto Iva) con lasanzione dello 0,2% perogni giorno di ritardo oltreagli interessi (del 2,5% sematurati nel 2013 o del-l’1% dal 2014).

15 mercoledìCommercio al minuto Devono registrare riepilo-gativamente i corrispettivi del mese precedente, certi-ficati da scontrino o ricevu-ta fiscale.Fatturazione differitaEntro oggi, occorre emette-re e registrare le fatture peri beni consegnati o speditidurante il mese preceden-te. ErediVersamento a saldo, con lam a g g i o r a z i o n e d e l l o0,40%, delle imposte e deicontributi dovuti in basealla dichiarazione dei red-diti del defunto (Unico2013), da parte degli eredi,per le persone decedutedopo il 16 di febbraio 2013.Ravvedimento operosoI contribuenti che non han-no versato le imposte (oche le hanno versate in mi-sura ridotta) entro la sca-denza del 16 dicembre,possono farlo entro oggi,pagando anche la sanzioneridotta del 3%, oltre agliinteressi al tasso legale an-

nuo maturati dalla datadella scadenza non rispet-tata (2,5% per il periodomaturato nel 2013, vale adire 15 giorni e 1% perquello maturato nel 2014).

16 giovedì Versamenti unificatiEntro oggi va effettuato ilversamento di imposte, ri-tenute e contributi. Ecco iprincipali adempimenti:� Iva. I contribuenti men-sili, devono effettuare iversamenti riguardanti leoperazioni di dicembre, alnetto dell’acconto se ver-sato, (codice 6012 anno2013); � ritenute. I sostitutid’imposta devono versarele ritenute operate nel me-se precedente: sui redditi dilavoro dipendente e assi-milati; sui compensi di la-voro autonomo; sui redditidi capitale;� contributi. I datori di la-voro devono versare i con-tributi per i lavoratori di-pendenti sulle retribuzionidel mese precedente;� parasubordinati. I com-mittenti devono versare al-la gestione separata Inps icontributi sui compensi pa-gati nel mese precedenteper i rapporti di collabora-zione coordinata e conti-nuativa e per i lavoratori aprogetto.

PAOLO DUBINI© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le scadenze della settimanaL M M G V S D

13 14 15 16 17 18 19

Ottimizzare i consumi diimpianti e apparecchi di il-luminazione pubblica regola-rizzando gli effetti della luceartificiale sullo stato psico-attitudinale dell’uomo da oggiè possibile grazie alle ricerchecondotte da Hera Luce, recepitedalla direttiva regionale su effi-centamento energetico e inqui-namento luminoso.Gli studi condotti da Hera Lucehanno prodotto un’etichettaenergetica e una scala di valorirelativa all’influenza della luceartificiale sul ciclo sonno/veglia:tali indicatori consentiranno aglienti pubblici di ridurre le speseper il funzionamento degli im-pianti di illuminazione, con con-seguente risparmio economicoda parte dei cittadini; inoltresarà possibile stabilire l’intensitàluminosa adeguata ad ambientidi lavoro o domestici. Si trattadi una conseguenza del recepi-mento degli studi di Hera Luceall’interno del testo della diret-tiva della Regione Emilia-Roma-gna pubblicata nei giorni scorsi.Per supportare la Pubblica Am-ministrazione nell’individuaresoluzioni sostenibili e guidarlanell’acquisizione di nuove tec-nologie a bassi consumi e acosti contenuti, Hera Luce hamesso a punto due schede chedefiniscono la classe energeticadegli apparecchi e orientanonella valutazione di costi e be-nefici, traducendo i dati tecniciin indicatori di facile lettura conil metodo dell’energy labelling.

Questa operazione di HeraLuce ha l’obiettivo non solo dipromuovere un benchmarkingenergetico e ambientale lega-to alla pubblica illuminazione,ma anche di dare concretaapplicazione ai CAM (CriteriAmbientali Minimi), utili a clas-sificare come “sostenibile” unprodotto. Lo scopo dei CAMper la pubblica illuminazioneè promuovere l’adeguamentodegli impianti esistenti o rea-lizzarne di nuovi, rispettandole norme di sicurezza per gliutenti, ottimizzando le risorseenergetiche ed eliminando so-stanze pericolose per l’uomoe l’ambiente: i criteri scelti perstabilire il consumo riguardanosia il singolo apparecchio illu-minante sia l’intero impianto,indipendentemente dalla tec-nologia utilizzata, tradizionale orecente che sia.Altri parametri acquisiti dal le-gislatore regionale sono quellicontenuti nel modello sempli-ficato ricavato da Hera Luce incollaborazione con l’UniversitàFederico II di Napoli per la valu-tazione dell’influenza che le sor-genti luminose artificiali hannosul ciclo circadiano, ovvero sullereazioni fisiologiche che deriva-no dall’alternanza veglia/sonno.Hera Luce sarà così in grado diprogettare impianti di illumina-zione a garanzia di una correttavisione, migliorando inoltre leprestazioni psico-attitudinali econtribuendo a tutelare la salu-te dell’uomo.

Hera LuceDouuod Stroili Ariston

Stroili, la maisondi gioielli di design“Made in Italy”conosciuta in tut-to il mondo, hadichiarato di es-sere stata vittima ilsettembre scorsodi contraffazionea danno di alcunesue creazioni ori-ginali. È stata in-fatti rilevata la pre-senza sul mercato di gioielli cheerano copie pedisseque di quellidi sue collezioni, con violazionedi disegni e modelli registrati“Stroili”, nonché aggancio pa-rassitario ai pregi e alla notorietàriconducibile al Marchio stesso.Presentato ricorso d’urgenzapresso il Tribunale di Milano,Sezione Specializzata in Materiadi Impresa, detto Tribunale haprovveduto a concedere coneffetto immediato le misurecautelari di istruzione preven-tiva, permettendo a Stroili diottenere, in pochi giorni, ilritiro dei prodotti contraffattidal mercato. Contemporanea-mente l’Azienda ha messo inatto una serie di azioni rivoltea sensibilizzare il consumatoresull’importanza di acquistarei suoi gioielli solo in boutiquemonomarca e presso rivenditoriautorizzati, quale garanzia di si-curezza e di affidabilità.“Il mercato dei prodotti con-traffatti sta manifestando unacrescita esponenziale - hacommentato Maurizio Meren-

da, Amministratore Delegatodi Stroili Oro Group - che nonsolo danneggia l’economia e leaziende che operano nel rispet-to della legalità, ma anche la sa-lute del consumatore finale…Acquistando articoli contraffatti,quest’ultimo può correre infattiil rischio di imbattersi in ma-teriali nocivi e dannosi per lapropria salute”.L’azienda ha poi ricordato comela commercializzazione di esem-plari contraffatti sia frutto di ille-galità, spesso di sfruttamentodi manodopera clandestina indispregio ad ogni regola uma-nitaria e di sicurezza sul lavoro,nonché di rispetto delle princi-pali norme igienico-sanitarie.La commercializzazione, distri-buzione e promozione di pro-dotti contraffatti, in violazionedi titoli di proprietà industrialeregistrati, costituisce inoltre unillecito che coinvolge chiunquesia intervenuto a qualsiasi titolonella catena produttiva, distri-butiva e di commercializzazionedei prodotti.

Azienda leader a livello mon-diale nel comfort termico,Ariston Thermo offre oggi unagamma completa di soluzioniper il massimo risparmio ener-getico: le sue nuove caldaie acondensazione ad alta poten-za “Genus Premium EVO HP”sono state progettate infattiseguendo tecnologie all’avan-guardia, per garantire massimeperformance e minimi consu-mi, grazie all’innovativo proto-collo Bus BridgeNet.Tutti i componenti Ariston pre-senti nel sistema comunicanotra loro tramite Sensys, il nuovogestore di sistema dal designaccattivante che consente dicontrollare il buon funziona-mento dell’impianto con lamassima semplicità: in questomodo, le nuove caldaie Aristonsi connettono agevolmenteagli altri dispositivi collegati,andando facilmente a inte-grarsi anche con componentidel sistema che utilizzano fontirinnovabili.L’attuale gamma 45, 65, 85 e100 kW si arricchisce di duenuove potenze, 115 e 150 kW,ideali per impianti centralizzatie complessi residenziali: pro-gettate per una gestione sem-plice e intelligente del comfort,ottimizzano le prestazionienergetiche e razionalizzano glispazi installativi grazie alla loroflessibilità e modularità, sia ininstallazione singola, sia in ca-scata. Con queste caldaie è pos-sibile sviluppare installazioni in

cascata (linea) fino a 6 caldaie,raggiungendo la potenza mas-sima di 900 kW, e in cascata(fronte-retro) fino a 8 caldaie,arrivando a una potenza com-plessiva massima di 1200 kW.Le caldaie Genus Premium EVOHP - installate in cascata - sonoideali per soluzioni commercia-li di grandi dimensioni e percomplessi multi-familiari, oltreche per impianti centralizzatiche necessitano di alte potenzetermiche, sia nel caso di nuoviimpianti, sia nella sostituzionedi vecchie centrali termiche.Grazie alla logica di gestioneintelligente di Genus PremiumEVO HP e alla tecnologia acondensazione, con la nuovacaldaia è possibile ottenereil massimo del comfort e unrisparmio energetico fino al35% rispetto a un modello divecchia generazione.Genus Premium EVO HP fa par-te della gamma di prodotti cheAriston presenterà nell’ambitodella prossima Mostra Conve-gno Expocomfort a FieraMilanodal 18 al 21 marzo prossimi.

Jersey, batista di cotone, cache-mire, seta: tessuti pratici, resipreziosi da dettagli e lavorazioniaccurate… Stiamo parlando dellecreazioni per bambini da 0 a 14anni di Douuod: abiti dalle lineepulite, che possono trasformarsia seconda delle occasioni, rega-lando comodità nei momenti digioco ed eleganza nelle occasioniimportanti. Nato nel 2006 dallapassione della designer ElisabettaMambelli, il marchio si è afferma-to via via grazie alla sua forte per-sonalità e al perfetto mix di prati-cità e ricercatezza. Nell’immediatofuturo è prevista l’apertura di altrinegozi monomarca, oltre ai quat-tro di Milano Marittima, Riccione,Bologna e Cesena. Saranno incre-mentate anche le quote destinateall’export, privilegiando Russia,Medio ed Estremo Oriente, Ame-rica; infine Douuod parteciperàal Pitti Bimbo di Firenze, con lanuova collezione Spring Summer2014. www.douuod.com

Collezione Spring Summer 2014

AZIENDE INFORMANO

Douuod: per bambinida 0 a 14 anni

Studi di Hera Luce sulla luce artificialeper ottimizzare i consumi elettrici

Acquistare gioielli Stroili in boutiquemonomarca e da rivenditori autorizzati

Genus Premium EVO HP: nuovi modellidi caldaie Ariston Thermo ad alta potenza

Genus Premium EVO HP

Due creazioni Stroili Desire

A cura di RCS MediaGroup Pubblicitàgraficocreativo

Page 27: Corriere economia

CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014 27

Beni rifugioIl bilancio, gli appuntamenti

Investimenti

New York A fine mese il «derby» tra Christie’s e Sotheby’s: fu parità nel 2013

Aste Le preghiere dei Rothschildinfiammano il gennaio dell’arteLe miniature stimate 18 milioni di dollariMentre Artemisia Gentileschi arriva a 15

DI PAOLO MANAZZA

1 Il calendario

13 lunedì

** Dorotheum — Vienna. Gioielli14 martedì

** Christie’s — Londra. Interni** Christie’s — New York. Interni ** Dorotheum — Vienna. Antiquariato e dipinti15 mercoledì

** Bonhams — Londra. Gioielli**Christie’s — New York. Interni 16 gennaio ** Christie’s — Londra. L’arte del

mangiare e del bere** Dorotheum — Vienna. Gioielli17 venerdì** Dorotheum — Vienna. Gioielli18 sabato** Meeting Art — Vercelli. Arte moderna e contemporanea** Sotheby’s — Hong Kong. Vini19 domenica** Artcurial — Parigi. Aeronautica** Meeting Art — Vercelli. Arte moderna e contemporanea

© R PRODUZ ONE R SERVATA

1 Numismatica

D isse di aver pugnalato a morte Giulio Ce-sare per riportare a Roma la democrazia

ed invece, messi da parte i sue sbandieratisentimenti repubblicani, Bruto non esitò a tra-sformarsi in un deposta. Spingendosi fino afarsi ritrarre su monete, che i numismatici sicontendono per il loro valore storico e icono-grafico. L’aureo Brvtvs Imp, coniato tra il 43 e il42 prima di Cristo da parte di una zecca al se-guito di Bruto, costretto dai romani a rifugiarsiin Oriente, rappresenta probabilmente uno deipezzi più ambiti. Non per niente un numisma-tico londinese — collegato telefonicamentecon la sala vendite zurighese di Numismaticaars classica e deciso a farsi a tutti i costi un re-galo natalizio con i fiocchi — ha sbaragliato l’anno scorso a suon di offerte la concorrenza,staccando alla fine un assegno di 850.000franchi svizzeri. All’aureo dominato da realisti-co ritratto, ritenuto uno dei migliori, di Bruto incorniciato da una corona d’alloro, pesante8,12 grammi, gli esperti di Nac avevano asse-gnato la rilevante stima di 350.000 franchi,spazzati via da una rossiniana gara di rilanci.

Stima raddoppiata da parte di un tremissed’oro (gr.1.44), una delle poche monete di Oli-brio, imperatore d’Occidente per un battitod’ali: da marzo (o aprile) ad ottobre del 472.

Stimata 150.000 franchi, la monetina col pro-filo dell’imperatore dal brevissimo regno e, alrovescio, una grande Croce, ha cambiato diproprietà per 300.000 franchi. Non meno con-tesa una selezione di monete greche e romanein superba conservazione. Basta ricordare i400.000 franchi, a fronte di una partenza da150.000 franchi, pagati per un decadramma diSiracusa firmata Euainetos.

Protagonisti della vendita Bolaffi, confer-mando in tal modo le previsioni della vigilia,sono stati due aurei russi da 10 di Elisabetta I,coniati a San Pietroburgo nel 1756 e nel 1758,i quali hanno spuntato rispettivamente a 24.000 e 30.000 euro. Somme alle quali vaaggiunto il 20 per cento di diritti e tasse.

Rare fin dal momento della loro nascita le100 lire d’oro di Vittorio Emanuele III millesi-mate 1937, sono passate dalla stima di 20.000al realizzo di 28.000 euro mentre due esem-plari delle chiacchierate prove delle 500 liredel 1957, quelle per capirci con le bandierinerovesciate, non sono invece riuscite a schio-darsi dalle stime, nell’ordine, di 7.500 e 6.000euro. Dopo aver macinato aumenti su aumen-ti, evidentemente la prova della prima monetaargentea del dopoguerra ha deciso di darsiuna calmata. Quanto momentanea, non si sa.Meno cara un’altra prova repubblicana: le 500lire Dante del 1965, acquistata da Numismati-ca ars classica per 1.600 euro.

Ben vendute, in generale, le monete di zec-che italiane. A cominciare dal ducato ferraresecol bel ritratto rinascimentale di Alfoso I d’Este,firmato da Giannantonio da Foligno e che at-traverso la rappresentazione, al rovescio, diGesù che riceve la moneta dal fariseo, secondoalcuni studiosi ricorderebbe «la chiarezza didemocratici rapporti che il Duca instaurò sem-pre e comunque con i suoi sudditi». Ha fatto unprezzo martello, al netto perciò da tasse e di-ritti, di 52.000 euro. Piuttosto conteso purel’aureo ducato del 1497 di Filiberto II di Savoia,pesante appena 3,49 grammi, reso affasci-

nante dal ritratto valorizzato da una serie disfritte che hanno la funzione di cornice. Partitada 50.000 euro, la moneta di euro ne ha tota-lizzati 65.000.

Dal confronto con la sala, il doppio ducatomilanese di Gian Galeazzo Maria Sforza, bat-tuto nel 1481 utilizzando 7 grammi del biondometallo, ha guadagnato 10.000 euro, acca-sandosi così a 26.000 euro.

Chiusura con alcune monete papali. Laquadrupla di Innocenzo X, prodotta ad Avi-gnone nel 1645, venduta per 36.000 euro e unquarto di ducato battuto nel 1527, assieme adaltri tagli monetati, che rientra a pieno titolofra le monete ossidionali, coniate cioè duranteassedi, allora frequenti. A essersi rinchiusodentro Castel Sant’Angelo, durante il sacco diRoma, fu Clemente VII, che per la sua libera-zione fu costretto a battere all’interno del for-tilizio, utilizzando tutto ciò che aveva di prezio-so, una montagna di monete. Compreso ilquarto di ducato che da Nac ha cambiato diproprietà in cambio di 6.000 euro. Molte pa-lette alzate per l’elegante fontana di SantaMaria in Trastevere che figura sul rovescio del-la quadrupla del 1694 di Innocenzo XII, dellacui incisione si occupò Pietro Paolo Borner.Proposta a 25.000 euro è volata fino a 40.000euro.

UMBERTO REANO© RIPRODUZIONE R SERVATA

New York chiama e il merca-to dell’arte risponde. Comeogni anno, i primi rumorsulle tendenze giungono

dalle aste dedicate agli Old Master, in calendario a fine mese nella BigApple. Nel gennaio 2013, le duemajor hanno archiviato un incassodi 165,1 milioni di dollari. Con risul-tati in fotocopia (Christie’s 82,4 mi-lioni e Sotheby’s 82,7). Per sapereche accadrà nel gen-naio 2014 basta aspet-tare un paio di setti-mane. Tra il 29 e il 30arrivano gli appunta-menti più importanti,insieme alle sessioniminori e quelle dedi-cate a stampe e dise-gni antichi. Inoltre,due bellissimi catalo-ghi presentano capolavori d’alta epo-ca e antiquariato. Quello di Christie’ssi intitola Renaissance (29 gennaio),quello di Sotheby’s The Courts ofEurope (30 gennaio). Ma vediamonel dettaglio cosa troveranno i molticollezionisti e investitori italiani inprocinto di atterrare nella Big Appleper mettersi a caccia di Old Master.

Impronte italianeDa Christie’s, l’offerta comprende

una serie di eventi, speciali esposi-zioni di qualità museale e cinqueaste. La kermesse si apre con un’asta(il 28 gennaio) dedicata alle stampedi Francisco José de Goya y Lucien-tes. Noto come l’ultimo degli antichie il primo dei moderni, il maestrospagnolo ha lasciato moltissime ope-re grafiche e questa selezione è unadelle poche ancora in mani private.Mercoledì 29 è la volta dei capolavoripittorici.

Il catalogo Old Master PaintingsPart I offre 62 dipinti. Undici gli hi-ghlight tra i quali quattro opere ita-liane. Top lot assoluto, e copertinadel catalogo, un magnifico Autori-tratto suonando il liuto di ArtemisiaGentileschi (1593-1652). Strepitosoesempio di grande pittura e perfettacase history della convenienza negli

investimenti in pittura antica. Acqui-stato in asta a Londra (da Sotheby’s)nel luglio del 1998 da un collezioni-sta americano che lo pagò 419.500sterline (l’equivalente di 684.000dollari), ora questo capolavoro è sti-mato tra i 3 e i 5 milioni di dollari. Ildipinto sembra sia stato commissio-nato dal Gran Duca Cosimo II de’Medici e risulta citato nell’Archivio di Stato, Firenze, Guardaroba Medi-cea 532, Inventario di Villa Artimino,

1638, fol. 16v e in uno successivo del1683. Bellissima la Natura morta con strumenti musicali del berga-masco Evaristo Baschenis (1617-1677) già appartenuta a Ferdinandode’ Medici, Gran Principe di Toscana(1663-1713). È offerta a una quota-zione di 1,2-1,6 milioni di dollari.

Nell’asta Renaissance (sempre il29 gennaio) fa scalpore l’offerta del The Rothschild Prayerbook, un ma-gnifico libro d’ore rinascimentale

venduto daglieredi Roth-s c h i l d n e l1999 per 13milioni e orastimato tra 12e 18 milioni.

OlandesiN e l l ’a s t a

Sotheby’s del30 gennaio lastima più alta(6-8 milionidi dollari) ar-r i va d a u nerotico olio diJean-HonoréF r a g o n a r dche rappre-

senta due donne seminude nel lettomentre giocano con i loro cagnolini.Ma il catalogo è una vera esplosionedi capolavori dell’età d’oro olandese.Bellissimo il grande olio di Gerrit van Honthorst (1590-1656) con unAllegro gruppo che suona il violinoe il liuto dietro a una balaustra. Lastima è di 2-3 milioni. Così come ildipinto di Jacob Ochtervelt (1634-1682) che rappresenta un bambinocon la sua nurse in un elegante foyerd’una casa borghese in fondo allaquale si intravedono i genitori. Sitratta di un olio su tela recentementeriscoperto. Il soggetto e la composi-zione sono ricollegabili ad un grup-po di nove altri dipinti definiti en-trance hall paintings, perché raffi-guranti sale d’ingresso, realizzati daOchtervelt in vent’anni di carriera econsiderati molto innovativi e digrande interesse. La st ima diSotheby’s è compresa tra i 3 e i 4 mi-lioni di dollari.

Da sfogliare anche i cataloghi del-le Day Sale con diversi quadri inte-ressanti a partire dai 20-30 mila dol-lari. Tutti i cataloghi sono già con-sultabili online sui rispettivi siti del-le case d’asta.

© RIPRODUZ ONE R SERVATA

1 Il particolare

U na temibile femmi-na di Girfalco ritrat-

ta come una vera e pro-pria diva. Il quadro di-pinto da un Maestrolombardo verso la metàdel Cinquecento (nel-l’ambito delle scuole diArcimboldo o Figino) èuna delle star dell’astache Sotheby’s ha in ca-lendario per il 30 genna-io a New York. L’opera,ricca di fascino e miste-ro, è stata esposta di re-cente a Milano nella mo-stra Arcimboldo artistamilanese tra Leonardo e

Caravaggio svoltasi aPalazzo Reale nel 2011 ecurata da Sylvia FerinoPadgen. Si tratta di ungrande ritratto di Girfal-co dipinto molto proba-bilmente per il Duca diMantova come omaggioalla sua maestria nellacaccia. La tela ha dimen-sione davvero interes-santi (75x100 centime-tri) ed è presentata conuna stima compresa tra700 mila e 1 milione didollari.

P. MAN.© R PRODUZ ONE RISERVATA

New YorkIn apertura l’Autoritratto suonando il liuto di Artemisia Gentileschi .L’opera del-l’artista nata a Roma nel 1593, la pri-ma donna ad essere am-messa al-l’Accademia di Arte del Disegno di Firenze, an-drà in asta da Christie’s a New York il prossimo 29 gennaio. Elevata la stima, tra 3e 5 milionidi dollari

Aureo Brvtvs Imp, coniato tra il 43 e il 42 prima di Cristo da una zecca al se-guito di Bruto, rifugiatosi in Oriente

Omega

Seamaster AT

La differenzaè (quasi) tuttanelloscappamento

S e si dovesse indicarel’orologio più interes-

sante del 2013, il Seamasterantimagnetico sarebbe unautorevolissimo candidato alpodio. Già in precedenza ilmovimento del Seamasterera da molti considerato for-se il migliore in assoluto, fraquelli industriali: dalle com-ponenti in silicio al bilancieread inerzia variabile c’eranotutte le caratteristiche tipi-che dell’alta orologeria, cui siaggiungeva lo scappamentoCo-Axial.

Spieghiamo in breve acosa serve lo scappamento:la molla, contenuta nel bari-letto cede energia continuache il bilanciere trasforma inimpulsi in senso orario edantiorario (le oscillazioni)che servono a ben poco, dalmomento che una lancettacha fa avanti e indietro rapi-damente è del tutto inutile.Lo scappamento è quellaparte dell’organo regolatoreche trasforma gli impulsi bi-

direzionali del bilanciere inimpulsi monodirezionali cheazionano una ruota (la ruotadi scappamento, appunto)dalla quale il moto viene tra-smesso al resto dell’orologio.Da oltre un secolo si usa loscappamento ad àncora e ilCo-Axial, che comporta pa-recchi vantaggi in più, è laprima novità davvero impor-tante ed utilizzabile in largascala. Il passo successivo èstato quello di eliminare deltutto l’influenza negativa deicampi magnetici. È un pro-blema spesso sottovalutato,ma circa il 70% dei difetti diprecisione lamentati dipen-de, negli orologi meccanici,dall’esposizione a quei campimagnetici che ci circondano.Bene: i tecnici Omega hannosostituito le parti in acciaiocon altrettante realizzate conuna lega amagnetica in via dibrevetto e/o un sistema pertemprare materiali antima-gnetici già conosciuti, matroppo «morbidi».

Sta di fatto che la resi-stenza ai campi magneticidel nuovo calibro schizzaverso l’alto come non mai esale dai 1.000/5.000 Gaussdelle precedenti soluzioni, a15.000 o forse più, visto che15.000 Gauss è il limite at-tuale degli strumenti di mi-sura. Il tutto in un orologioprodotto con sistemi indu-striali, ad un prezzo, viste lecaratteristiche esclusive,molto più che concorrenziale.

AUGUSTO VERONIMARCA: Omega;

MODELLO: Seamaster Aqua Terra >15.000 Gauss Cassa di acciaio (41,5 mm di diametro), impermeabile fino a 15 atmosfe-re. Movimento meccanico a carica automatica, antimagnetico, con bilanciere ad inerzia variabile, scappamento Co-Axial, spirale in silicio e certificato ufficiale di cronometro (Cosc);

PREZZO: 4.900 euro.

© R PRODUZIONE R SERVATA

La fuga d’oro di Bruto vale 850 mila franchi svizzeri

Stellare Il volume di preghiere stimato 18 milioni (Christie’s). Sotto, Il Bacco di Pier France-sco Mola (Sotheby’s)

Jacob Ochtervelt Questo Bambino con la nurse è in asta da Sotheby’s a New York il 30 gennaio. Stima: 3-4 milioni

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28 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 13 GENNAIO 2014

*Da una ricerca di SDA Bocconi

MENTRE LERIFORMENONPARTONO, BRANCALAVORAPER FARANDAREAVANTIL’ITALIA.Branca lavora per MDB Architettura, una società di progettazionedi Milano che collabora con noi.Insieme a MDB Architettura e a tutti i nostri fornitori italiani,abbiamo già creato 24.000* posti di lavoro sul territorio.

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