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STORIA E ATTUALITÀ dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione Val Susa N° 3 Settembre 2015 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO Valsusino Lo Scarpone INTERVIENE LA PROTEZIONE CIVILE Il TGV fermo per un guasto GAF Gli alpini senza penna LA STORIA DI MATTIE Ricordi della vita del Gruppo IN FESTA AD OULX Novant’anni di storia Il TGV fermo per un guasto RADUNO INTERSEZIONALE DEL 1° RAGGRUPPAMENTO Susa - 10/11 settembre 2016 I MARINAI DI MONTAGNA

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STORIA E ATTUALITÀ dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione Val Susa

N° 3 Settembre 2015 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/TORINO

ValsusinoLo Scarpone

INTERVIENELA PROTEZIONECIVILE

Il TGV fermo per un guasto

GAFGli alpini senza penna

LA STORIA DI MATTIERicordi della vita del Gruppo

IN FESTA AD OULXNovant’anni di storia

Il TGV fermo per un guasto

RADUNO INTERSEZIONALE DEL 1° RAGGRUPPAMENTO • Susa - 10/11 settembre 2016

I MARINAI DI MONTAGNA

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Pubblicazione trimestrale della Sezione A.N.A. Val Susa

Lo Scarpone ValsusinoVia Brunetta,45 - Susawww.anavalsusa.it - [email protected]

FondatoreFranco Badò

PresidenteGiancarlo Sosello

Direttore responsabileMario Tonini

CondirettoreDario Balbo

RedazioneLuca Barone, Davide Corona, Alain Garnier, Valerio Olivero

Hanno collaborato a questo numeroAmato Anselmetto, Luca Baro, Giovanni Barotto, Carlo Bert, Giorgio Blais, Remo Blandino, Valerio Olivero, Paolo Parisio, Cesare Olivero Pistoletto, Mario Perotto, Giovanni Pesce, Roberto Ronco, Riccardo Tabasso, Silvia Tamburini, Edizioni Utet.

Referenze fotograficheReferenze fotografiche: Alessandra Verzone Arcidiacono, Dario Balbo, Paolo Parisio, Luca Prin, Cesare Olivero Pistoletto, Susalibri, Riccardo Tabasso, Silvia Tamburini, Archivio Tonini, Edizioni Utet, Famiglia Vota.

Grafica e stampaGraffio, Borgone Susa (To)Questo numero è stato stampato in 3700 copie

SEZIONE ANA VALSUSAPresidente Giancarlo Sosello

Vice presidenti Dario Balbo, Gianfranco Bartolotti, Carlo Bert

Consiglio sezionale Vittorio Amprimo, Amato Anselmetto, Mimmo Arcidiacono, Giovanni Baro, Luca Barone, Michele Bosco, Mario Botteselle, Aldo Calliero, Fiorenzo Combetto, Riccardo Demuti, Francesco Foglia, Alain Garnier, Pier Paolo Giors, Valerio Olivero, Paolo Parisio, Mario Perotto, Enrico Sacco, Ruggero TisserandAutorizzazione del Tribunale di Torinonr. 2441 dell’8.10.1974

In questo numero

Rubriche

ATTUALITÀ

10 Festa ad Exilles

11 Tutti al Colle di Nava

12 La storia di Mattie

13 Oulx, novant’anni di storia

15 Al Rocciamelone

19 CRONACA DAI GRUPPI

27 LE VOSTRE LETTERE

28 ANAGRAFE ALPINA

30 OFFERTE PRO SCARPONE

31 NOTIZIARIO SEZIONALE

3 STORIA Lo Chaberton

6 PERSONAGGIO Antonio Cantore7 Modesto Vota

14 ALTRE ASSOCIAZIONI I marinai di montagna

16 PROTEZIONE CIVILE TGV bloccato17 Operazione Val Cenischia 2015

18 ESERCITO OGGI Cambio di comandante al Reparto comando della “Taurinense” Cambio di comandane al 3° Alpini

24 PRIMA GUERRA Cento anni orsono, 1915... È l’ora dell’Italia

25 LE NOSTRE FOTO

Cari lettori,poco tempo fa si è fermato il TGV giù per la valle con centina-ia di passeggeri bloccati all’in-terno. La cronaca ha scritto che sono intervenuti i soccorsi. Vero. I primi ad arrivare (e per molto tempo gli unici) sono stati i no-stri alpini della Protezione Civile. Un soccorso difficile svolto con professionalità acquisita in anni di servizio e esercitazioni. Pro-prio in una di queste, svolta a Novalesa, la nostra Protezione Civile ha sperimentato un drone da ricerca aiutando l’Università di Genova a testare l’apparec-chio. Complimenti! Sul numero troverete il resocon-to delle feste dei Gruppi di Oulx e Mattie; auguri e buon comple-anno. Si è fatto un gran parlare sul divieto di leggere la preghie-ra dell’alpino dopo una funzione religiosa in quel di Treviso. Valanghe di carta hanno investi-to il mondo alpino, discussioni in televisione, pagine e pagine sui giornali, sui social discussioni accuse e pentimenti. Per cosa? Per una preghiera che non ar-riva dal nulla, che ha una sua storia, un suo accadimento non casuale che viene recitata da migliaia di uomini e donne italia-ne. Il testo originale è su una let-tera del luglio del 1935 che un colonnello mandò alla mamma. Nello scritto ecco la sua pre-ghiera per gli alpini del suo bat-taglione. Nel 1943 la preghiera, quasi nella forma attuale, veniva insegnata agli alpini impegnati in armi. Il testo, datato 1° set-tembre, servì molto qualche giorno più tardi quando dopo l’armistizio agli uomini in gri-gioverde non rimase, appunto, che pregare. Fu nel 1972 che il nostro mattiese monsignor Aldo Parisio, cappellano capo del 4° Corpo d’Armata alpino sostituì alla preghiera alcune frasi. In-somma tutta questa polemica ci deve far riflettere sul fatto che la cristianità e gli alpini interessa-no molto: meno male. Probabil-mente aveva ragione Martin Lu-ther King quando affermava che “Meno sono le parole, migliore è la preghiera”. Amen.

Mario ToniniDirettore

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STORIA

DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRAAssistiamo in questi giorni alle celebrazioni in ricordo dell’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915 in cui migliaia e migliaia di soldati, di entrambi gli schieramenti, sopportarono prove incredi-bili, compiendo atti di grande valore, di coraggio e di solidarietà. A venticinque anni di distanza da quell’evento il nostro paese si trovò nuovamente in guerra. I soldati italiani, in maggioranza contadini, provenienti da storie e regioni diverse, si scoprirono ancora una volta uniti, nel senso del dovere, nella silenziosa rassegnazione, nella condizione di precarietà. In tale contesto si svilupparono gli eventi che nel giugno 1940 videro protagonisti gli artiglieri di un avamposto di montagna posto a 3.130 metri di quota sulle Alpi Occidentali, la 515a batteria dello Chaber-ton. Umberto Orsenigo, Bruno Nannipieri, così come molti altri componenti della guarnigione, pur consci dei rischi a cui erano esposti non esitarono ad eseguire gli ordini sacrificando le loro stesse vite. Ma torniamo alle origini. Nel 1898 vennero avviati i lavori per la costruzione di quella che sarà la batteria fortificata più alta d’Europa; un’impresa che fino a pochi anni prima sarebbe stata impensabile da realizzare.

I LAVORI IN VETTALa punta della piramide calcarea del Monte Chaberton fu spia-nata per far posto al blocco di calcestruzzo che ospiterà le otto torri da 149/35. Vista l’ardita posizione e la spiccata vocazione offensiva che dovrà assumere fu collocata in quella che la dot-trina dell’epoca chiamava “opera autonoma ad azione lontana”, ovvero fortificazioni costruite su posizioni elevate e prossime al confine, dominanti una zona di importanza militare oltre frontie-

ra. Il “Titano delle Alpi”, così era stato battezzato, con le lunghe volate dei pezzi, in fila come tante sentinelle, dall’alto del suo nido d’aquila, vigilava alla sicurezza del confine italiano. Quella della Battaglia delle Alpi fu un’epopea breve ma cruenta. Gli ar-tiglieri erano a conoscenza che il loro forte, la cui invulnerabilità era garantita dalla sua alta quota, era stata per molto tempo irraggiungibile dalle artiglierie dell’epoca. Lo Chaberton era visto dagli abitanti del brianzonese come una vera e propria spada di Damocle posata sulla loro testa; anche per questo motivo vigeva l’ordine tassativo che le bocche da fuoco fossero rigorosamente rivolte verso il territorio italiano per evitare “incidenti diplomatici”. Ma col tempo era divenuto vulnerabilissimo nelle sue strutture ed installazioni allo scoperto e scarsamente corazzate per le so-praggiunte artiglierie a tiro curvo degli obici e dei mortai.

IL GIORNO FATALEAllo scoppio delle ostilità vi furono alcuni giorni di stasi, ma il 21 giugno 1940 i francesi aprirono il fuoco con quattro obici Schneider da 280 mm piazzati a sud est di Briançon con l’ ob-biettivo di distruggere la tanto odiata fortezza. Quando sentirono i primi fremiti della roccia dello spalto anti-stante colpita dal tiro di aggiustamento degli obici francesi, e poco dopo videro la retrostante stazione della teleferica colpita in pieno dal colpo lungo della raggiunta forcella, gli artiglieri capi-rono il loro tragico ed imminente destino e riversarono sul nemi-co grappoli di fuoco tonante in rapida successione. I boati dello Chaberton rimbombarono sinistramente lungo le sottostanti valli.

Una fortezza immobile al suo destinoLo Chaberton

In alto: le torrette del forte puntate verso la Francia.In basso: il giorno della commemorazione in vetta.

Riccardo TabassoAppassionato di storia militare

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STOR

IA

All’imbrunire una densa coltre nebbiosa coprì la cima ed il forte, la bruma protettrice avvolse i resti delle 6 torri colpite mentre si raccolsero i poveri resti dei Caduti. Rimasero intatte la settima e l’ottava torre i cui pezzi ripresero il fuoco ancor più rabbioso per proseguirlo sino al cessate il fuoco del 24 giugno. In una relazione dell’Esercito venne fatto notare che “il vecchio forte aveva incassato bene una grande quantità di proietti di tutti i calibri, le corazzature avevano discretamente resistito; i colpi sui bordi delle torrette furono i più dannosi, causando guasti ai meccanismi. I locali in caverna sottostanti offrirono ottima pro-tezione al personale, alla centrale di tiro, alle apparecchiature radiofoniche ed all’infermeria. Nel duello tra il cannone e la co-razza, lo Chaberton, opera non più moderna, ne usciva con onore, confermando le più fulgide tradizioni eroiche dell’Artiglierie e del Genio.”

UN GIORNO PER RICORDAREIn occasione del 75° Anniversario della Battaglia delle Alpi del Giugno 1940, il Comune di Cesana Torinese ha ospitato due giorni di eventi a ricordo della storica ricorrenza. Sabato 27 giu-gno, alla presenza di un picchetto armato della Brigata Alpina “Taurinense” e della Scuola d’Applicazione dell’Esercito di Tori-no, innanzi alle autorità italiane e francesi si è svolta la solenne commemorazione a ricordo dei Caduti della Battaglia delle Alpi e della batteria dello Chaberton.Il corteo si è formato alle ore 16.00 davanti al Palazzo Munici-pale ed ha attraversato il centro di Cesana sino ad arrivare al Monumento ai Caduti dello Chaberton. Qui il sindaco di Cesa-na Torinese, Lorenzo Colomb, ha ripercorso i momenti salienti della storia della Batteria dello Chaberton aprendo gli interventi da parte delle numerose autorità civili e militari: il Vice Prefetto di Torino Maurizio Gatto, il Senatore Lucio Malan, il Consigliere Città Metropolitana di Torino Gemma Amprino ed il Consigliere Andrea Tronzano in rappresentanza della Città di Torino, il Co-lonnello Domenico Brero per brigata alpina “Taurinense”, il con-

sigliere Mimmo Arcidiacono per la Sezione ANA Val Susa, il Vice Sindaco di Briançon Challad.Presenti inoltre i sindaci dei comuni limitrofi, Franco Capra (Cla-viere) e Maurizio Beria d’Argentina (Sauze di Cesana) oltre ai rappresentanti dell’Ana Val Susa, di Torino e della Liguria, del Gruppo di Cesana, dell’Associazione Nazionale Paracadutisti, dei reduci della 40a batteria e delle analoghe associazioni d’oltralpe. La commozione è salita quando il sindaco Colomb ha elencato i nomi dei 10 artiglieri caduti, seguito dal trombettiere che ha intonato il Silenzio. In serata, presso la Biblioteca Comunale, gli autori Mauro Minola e Ottavio Zetta hanno presentato il libro “Il mito dello Chaberton” in una conferenza - dibattito moderata da Alberto Colomb.La manifestazione è proseguita nella giornata di domenica 28 in vetta allo Chaberton, in concomitanza con la prova di corsa in montagna “Trofeo Monte Chaberton”. Grande la partecipazione di pubblico anche grazie al servizio di trasporto in elicottero che dal comune di Claviere ha consentito a molti degli spettatori di raggiungere la vetta. Durante la cerimonia sono state issate le bandiere italiana e francese ed una Corona d’alloro è stata de-posta sulla piazza d’armi antistante la vecchia batteria fortificata; la cerimonia è stata presenziata da un alto ufficiale della Guardia di Finanza.A seguire il Gruppo Musici di Condove ha eseguito alcuni pezzi di musica alpina.

Riccardo Tabasso

In alto a sinistra: i tricolori francese e italiano sventolano in segno di pace dopo 75 anni dalle ostilità.

A destra: la sfilata d’onore con le autorità militari e civili.

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STORIA

GLI ALPINI SENZA PENNA

Negli anni trenta nelle fortezze e ai confini non c’erano più gli alpini, che fino ad allora avevano controllato la nostra Patria, ed al loro posto arrivò un nuovo Corpo che nelle fotografie, quanto nei ricordi, è facile confon-dere con le penne nere. La divisa era la stessa, così come il capello. Cosa c’era dunque di differente tra gli alpini e i soldati della Guardia Alpina alla Frontiera? La penna nera o meglio la sua assenza sul capello del-la GaF tanto da farla da subito soprannominare, con molta goliardia, la vedova. La GaF nacque nel 1934, ufficialmente istituita nell’a-prile 1937, come corpo speciale che aveva il compito di vigilare in permanenza sulla linea fortificata di tutto il confine italiano e comprendeva reparti di fanteria, arti-glieria, genio e servizi. Nello stesso anno il Capo di Sta-to Maggiore dell’Esercito dispose la trasformazione di cinque reggimenti d’artiglieria d’armata in reggimenti artiglieria GaF. Al corpo furono assegnate tutte quelle componenti amministrative indispensabili per assolvere i compiti affidati. Furono previsti, all’atto della mobilitazione, la costitu-zione di compagnie e battaglioni di mitraglieri da posi-zione che avevano il compito di difendere i tratti di con-fine privi della fortificazione permanente o non battuti dalle armi delle opere. La GaF terminò la sua breve vita l’8 settembre del 1943 con il dissolversi dell’esercito dopo la firma dell’armistizio. In alto: militari artiglieri della GaF.

In basso a sinistra: lo stemma sul monumento di Bar Cenisio.

A destra: un soldato senza penna.

Alpi occidentali 1943-1945 L’ultima difesa della frontiera alpinaMauro Minola Susalibri - 144 pagine - f 8,90

Il mito dello ChabertonStoria ed escursioniMauro Minola e Ottavio Zetta Susalibri - 144 pagine - f 8,90

Per saperne di più

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PERS

ONAG

GIO

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Se cercate informazioni su Wikipedia, l’enciclopedia libera su in-ternet, troverete che Antonio Tommaso Cantore nacque a Sam-pierdarena il 4 agosto del 1860 e morì a Tofana di Rozes il 20 luglio del 1915. Si legge anche che è stato un generale italiano, comandante di battaglione durante la guerra Italo-Turca e che divenne generale di divisione allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Ecco la fine. Fu colpito a morte durante una ricognizio-ne sulla prima linea del fronte diventando il primo comandante di alto grado del Regio Esercito a cadere durante il conflitto e ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Adesso cerchiamo insieme le sue particolarità al di la del nozionismo. Nessun alpino ha mai avuto la volontà di andare anzi tempo in paradiso, questo è certo. Almeno, non in quello in cui vanno tutti. Gli alpini se ne sono creati uno tutto loro: il paradiso di Cantore. Nei trafiletti di condoglianze, nei ricordini, nelle brevi di cronaca mortuaria e nei requiem ecco spuntare sempre questo Caronte in penna nera, il generale Antonio Cantore. Anche lui era piemontese di origine, più precisamente valsusino di Chiusa di San Michele, un piccolo paese che prende l’ombra della Sacra e lì quelli che si chiamano Cantore rappresentano ancor oggi la maggioranza. Papà Felice trovò impiego in ferrovia e, dopo aver combattuto le guerre risorgimentali, traslocò la famiglia in Ligu-ria. Antonio, uscito dalla Scuola Militare di Modena, fu mandato in fanteria. Quale onta! Si ravvide più tardi e, dopo aver frequen-tato la Scuola di Guerra, fu inquadrato come ufficiale superiore negli alpini. Eccolo in Libia a comandare l’8° Reggimento chia-mato poi proprio “Cantore” e c’era già in lui una certa vena topo-nomastica, a guadagnarsi i galloni da comandante. Allo scoppio della Grande Guerra, la sua predisposizione guerresca lo portò a ricevere la prima stella da generale. Che persona era Cantore? Soldato tutto d’un pezzo era il più ammirato e temuto ufficiale egli alpini. Aveva appena 55 anni quando Cadorna l’aveva chiamato in una zona difficile, dopo aver silurato il suo predecessore, ritenuto troppo lento e prudente. Era un bell’uomo, alto, un John Wayne con la penna nera, con una fortissima personalità. Con i sottoposti era spietato, era tra i tanti che consideravano i ragazzi niente più che pedine nello spietato gioco della guerra. Riteneva che, poiché le postazioni nemiche erano più in alto e ben difese, bisognasse organizzare un assalto adeguato, che sarebbe costato sicuramente molte vite. Gli uomi-ni avrebbero dovuto percorrere uno stretto canalone senza ripari. Per gli austriaci sarebbe stato un tiro al bersaglio. Cantore voleva fare l’attacco, era là per sfondare il fronte nemico, per vincere.

Gli ufficiali non condividevano il suo piano d’attacco e in loro nacquero sentimenti sempre più rancorosi. Fino alla giornata fa-tidica in cui cadde colpito il primo generale della Grande Guerra, il famoso ufficiale. Eccolo Cantore mentre da una postazione sul-le montagne intorno a Cortina osservava la trincea nemica con gli austriaci duecento metri sopra, lui, berretto in testa e cannoc-chiale in mano, si sporgeva col torace da una roccia per vedere l’esatta posizione della mitragliatrice nemica. Mentre pensava come organizzare l’assalto, una pallottola lo sfiorò. Gli ufficiali gli dissero si stare più indietro, ma Cantore eroicamente, insistette per studiare il nemico e si sporse di nuovo. Bang! Il cecchino stavolta non sbagliò la mira e una pallottola gli trapassò il cranio, forando la visiera del poi famoso berretto. Questa la versione ufficiale scritta sui rapporti, ma, da subito, si mormorò che a uccidere Cantore fossero stati i suoi ufficiali, esasperati dalla sua durezza. Secondo questa versione il gene-rale sarebbe stato ucciso altrove e poi portato in trincea per co-prire la verità e inscenare l’agguato. Quel giorno sarebbe bastato poco per verificare da dove fosse partito il proiettile. Austriaci e italiani usavano due calibri diversi, da otto millimetri e mezzo i primi, da sei e mezzo i secondi. Misurando il buco nel berretto si sarebbe potuto capire il calibro del colpo e, dunque, da quale arma era stato sparato. In quei giorni la gente moriva, a miglia-ia, e non c’era il tempo di indagare. Oggi, il famoso berretto è portato come talismano alle riunioni alpine. Guardando il foro e provando gli esemplari di pallottole d’epoca, quella austriaca proprio non passa dal buco, quell’italiana sì. È anche vero che il cuoio con il tempo si stringe... e dunque il dubbio rimane. La differenza è poca, due millimetri, che comunque hanno portato il generale Antonio Cantore in paradiso, il suo.

Mario Tonini

Il generale con il suo paradisoAntonio Cantore

Grande guerra, piccoli generaliUna cronaca feroce della prima guerra mondialeLorenzo del Boca UTET - 223 pagine - f 14,00

Alpini di ChiusaStorie e memorie A.N.A. Gruppo di Chiusa San Michele - Torino Susalibri - 160 pagine - f 19,00

Per saperne di più

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Quest’anno ricorre il centenario della conquista del Monte Nero da parte della 35ª compagnia del battaglione “Susa” al comando del capitano Vittorio Varese e della 84ª compagnia del battaglio-ne “Exilles” al comando del capitano Vincenzo Arbarello. Nomi e persone rimaste da allora nella nostra storia militare e nazionale che ancora oggi fanno capolino durante manifestazioni e ricor-renze. Tra gli altri partecipanti a questa impresa prese parte anche il nostro concittadino Modesto Vota. Soldato del 3° reggimento al-pini, era nato il 16 marzo 1893 a Bruzolo e aggregato alle truppe in prima linea si distinse per il suo valore. Fu eroico e in battaglia tanto da meritarsi la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Comandante di una pattuglia di esplo-ratori, noncurante del fuoco di fucileria e di artiglieria nemica, concorreva con altri compagni a far prigioniero un colonnello”. La data dell’encomio porta la data del 16 giugno del 1915 il luogo in cui gli fu conferita: Monte Nero! La sua guerra non finì quel giorno e in seguito, tra il 22 e il 23 ottobre sulle pendici del Monte Vodil, da caporale ottenne un’al-tra medaglia, questa volta d’argento al Valor Militare perché: “Dimostrava mirabile slancio e coraggio in due successivi com-battimenti, in uno dei quali entrava, tra i primi, in un trincerone nemico, riuscendo a farvi parecchi prigionieri e nell’altro, quale comandante di plotone, riusciva a respingere violenti attacchi nemici”. Fu promosso Aiutante di Battaglia per meriti di guerra con Ordine del giorno del Comando 1° Corpo d’Armata del 1° luglio 1917. Dopo la guerra nel 1920 sposò Melania Cevrero, insegnante elementare ed ebbero tre figli: Bruno (che ebbe una brillante carriera nell’ambito scolastico fino a diventare Provveditore agli

Studi di Rieti), Sandro che dopo un periodo di insegnamento en-trò alla RAI e Dolores, anche lei insegnante elementare. I maschi, entrambi ufficiali degli alpini, dopo l’8 settembre formarono un gruppo partigiano che operò sulle montagne condovesi. Iscritto al Gruppo alpini, nel 1956 venne eletto capogruppo, ca-rica che conservò fino alla sua scomparsa e per il quale molto si prodigò nell’organizzare sempre la partecipazione alle Aduna-te nazionali e ad altre sezionali con l’accompagnamento di un gruppo musicale. Destino volle che la morte lo raggiungesse, a 72 anni, il 16 giugno 1965 giorno anniversario della conquista del Monte Nero. Al suo funerale, una grande folla ad accompa-gnarlo, unita a molti alpini ed autorità dell’Associazione e Com-battenti, con la banda musicale che nel cimitero eseguì in suo onore il canto “Monte Nero”.

Valerio Olivero

Un valoroso della Grande Guerra

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PERSONAGGIO

Modesto Vota

In alto da sinistra:Vota soldato

con la medaglia di cavalierato

di Vittorio Veneto. A destra: una trincea.

In basso da sinistra: Vota con il suo Gruppo

e un suo ritratto negli anni del conflitto.

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ATTU

ALIT

À

A TRINO PER VALORE ALPINOA Vercelli per festeggiare il GruppoEccoci alla festa sezionale di Vercelli e all’85° di fondazione del Gruppo di Trino. Nell’occasione è stato deciso di attribuire ufficialmente la paternità del canto “Valore Alpino” a Eugenio Pa-lazzi con lo scoprimento di una targa davanti alla casa dove lui aveva vissuto. Considerato che le parole di questo brano sono state scritte dall’avvocato Camillo Fabiano di Susa, la nostra Se-zione è stata invitata per la manifestazione. La rappresentanza composta dal presidente Sosello con l’alfiere Gallina e dai consiglieri Amprimo e Anselmetto si è recata a Trino con il Vessillo. Presso la stazione ferroviaria siamo stati ricevuti dalla Banda musicale “Giuseppe Verdi” di Trino e poi scortati fino al Palazzo Comunale dove ci siamo ricongiunti con la rappresen-tanza della Sezione di Vercelli scortata dalla Fanfara alpina “Valle Elvo”. Successivamente le due Sezioni, dopo aver reso omaggio al patriota e partigiano Audisio, hanno poi presenziato alla sco-primento della targa al Maestro Eugenio Palazzi. Dopo i discorsi ufficiali da parte del Sindaco di Trino, del presi-dente della Sezione di Vercelli, del presidente della Sezione “Val Susa” e del capogruppo di Trino, le due Sezioni, con gli alpini del Gruppo locale e tutti gli altri partecipanti alla manifestazione, si sono recate presso il palazzo “Paleologo Aleramico” dove si è svolto il concerto delle due bande musicali. La manifestazione si è conclusa con un grande e spettacolare rinfresco nel salone polivalente di Trino Vercellese.

Amato Anselmetto

SPUNTA L’ALBA DEL 16 GIUGNO...100 anni dalla conquista del Monte Nero1915. Alle 23,30 del 15 giugno cominciano i movimenti ordi-nati dei nostri alpini, abilissimi ormai nel muoversi senza fare il minimo rumore. Dopo un paio di ore, all’una del 16 tutto è pronto per l’attacco. Il Monte Nero è nel silenzio assoluto. Taccio-

no gli austriaci e tacciono gli alpini strozzando in gola quell’urlo “Avanti!!!” che vorrebbero gridare lanciandosi all’assalto. Alle due comincia a muoversi la 102, mentre la 85 resta nella sua posizione. Si muove anche la 35 che avrà un ruolo determinante poche ore dopo. Scrive Pietro Barbier “Agli incerti chiarori dell’alba, contro lo sfondo rossastro del cielo, che sembra voler dare con questo colore una più sinistra cornice al tragico quadro, i primi gruppi di alpini della 35 appaiono ora in piedi sulle rocce. Le lame delle baionette mandano bagliori e gli alpini ritti sui sassi aguzzi sem-brano essi stessi altrettante lame appuntite sulla penna del loro cappello”. Comincia l’attacco.2015. Sono passati cento anni. È l’alba del 16 giugno, siamo ad Exilles il nostro luogo simbolo è una splendida giornata di sole. Arrivano i gagliardetti che hanno risposto all’appello della memoria condivisa. Quindici, per la precisione. Possono essere pochi, ma possono essere tantissimi a seconda delle aspettative, ma sono sicura-mente quindici Gruppi che ci credono con i fatti e non solo con le parole, che la onorano con il sacrificio di una sveglia anticipata come anche ha fatto il sindaco di Exilles. Risuona la tromba di Bellando mentre un vento complice della gioia dei nostri cuori sinceri ed umili ci regala lo spettacolo di una bandiera mai così bella. Il doveroso canto del Monte Nero idealmente accompagna i nostri alpini all’attacco ed il “Silenzio” ci riporta alla commozio-ne. Avremmo voluto leggere tutti i nomi dei caduti, i luoghi di loro provenienza, ma pochi ci hanno aiutati nella ricerca svolgendo il compitino assegnato mesi orsono. Ma è mai possibile che dopo cento anni non ci sia la voglia di

In alto e in basso:la manifestazione ad Exilles

per ricordare il 16 giugno del 1915, giorno della conquista del Monte Nero.

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ATTUALITÀscoprire chi fossero coloro che chissà quante volte abbiamo onorato nelle cerimonie locali? Possibile che solo pochi abbiano voluto sapere? Perché?Si sono letti invece i nomi dei decorati, caduti o superstiti. Alme-no quelli sono sui libri di storia. I nomi scorrevano lentamente mentre il vento agitava il gagliardetti dei luoghi di nascita di molti di loro. Per gli altri il nome volava via mentre il gagliardetto di casa giaceva in oscure sedi senza che alcuno abbia sentito il dovere di accompagnarlo con il proprio agitare. Un vero peccato la vittoria dell’oblio e della pigrizia.Ma i presenti sono stati ammirevoli, la Sezione può essere or-gogliosa di loro. Dieci minuti e poi chi doveva è fuggito per il luogo di lavoro, mentre gli altri in allegria e con la coscienza mai così serena si dedicavano al piazzale della festa. Anche questa è memoria. Molti ad Exilles ed il presidente con pochi altri sul Monte Nero. La Val Susa pensiano abbia fatto il poprio dovere grazie a loro.

Dario Balbo

FESTA DEL PIEMONTE ALL’ASSIETTAInsieme per commemorare gli eroi del passatoSono passati 268 anni dal 19 luglio 1747 ma intatto è rimasto il ricordo dell’eroismo dei nostri progenitori piemontesi che quel giorno sull’Assietta, benché in numero grandemente inferiore, seppero tener testa e battere le soverchianti forze francesi con-tribuendo a mantenere l’autonomia e la libertà del Piemonte. Da allora infatti i piemontesi vengono definiti “bogia nen” cioè persone che non recedono, che restano ferme sulle loro posizio-ni e sui loro principi (la storia racconta che il conte Cacherano di Bricherasio, comandante delle truppe piemontesi abbia concluso il suo discorso alla truppa prima della battaglia decisiva appunto con le parole “e ricordeve, da si as bogia nen”).La manifestazione centrale della Festa del Piemonte viene or-ganizzata ogni anno appositamente all’Assietta per unire questa importante ricorrenza con la volontà di mantenere viva la nostra piemontesità, le nostre radici, le nostre tradizioni in una giornata in cui dominano sia la lingua piemontese (anche la SS. Messa viene celebrata in piemontese) sia l’antico “Drapò” rosso con la croce bianca anche se ovviamente affiancato dalle bandiere italiana ed europea.Anche quest’anno centinaia di persone sono salite fino alla testa dell’Assietta in una giornata di festa e commemorazione che il gruppo storico con le sue splendide divise ed armi del’700 ha reso ancor più suggestiva con la rievocazione della battaglia sui luoghi stessi in cui essa è avvenuta.Non sono stati naturalmente dimenticati i tanti uomini che lassù lasciarono la loro vita indipendentemente dall’esercito di appar-tenenza: per loro una corona di alloro, un deferente pensiero, una sincera preghiera

Il tutto alla presenza dei Granatieri di Sardegna in armi giunti ap-positamente da Roma accompagnati dal loro Colonnello coman-dante, di numerose autorità civili e militari, gonfaloni di Regione e Comuni, gagliardetti e vessilli dell’A.N.A. fra i quali faceva bella mostra di sé quello della sezione Val Susa.

Mario Perotto

I LEPROTTI IN MARCIAGiovani e “lupi” per i sentieri di montagnaL’11 agosto, in occasione della passeggiata montana organizza-ta dal Comune e dalla Pro Loco di Claviere, si è svolta la seconda marcia dei giovani “Leprotti alpini”, in collaborazione con l’unità cinofila della nostra Sezione. La presenza di tre bambini insieme alle loro famiglie è stata l’oc-casione per trascorrere una bellissima giornata tra i nostri monti, a spasso per quei sentieri che d’inverno diventano suggestive piste da sci. A far da motore organizzativo è stato Franco Capra, sindaco alpino di Claviere, che ha aderito con entusiasmo alla proposta di abbinare alla “sua” passeggiata la “nostra” marcia dei bimbi. Un esperimento, che da quelle parti non si esclude possa venir ripetuto in futuro, rivelatosi senz’altro prezioso come “buona semina” per coinvolgere tanti altri bimbi per le prossime edizioni. Programma molto semplice, che prevedeva il ritrovo dei partecipanti davanti al Comune a metà mattinata, distribuzione magliette ai “grandi” e cappellini ai piccoli “leprotti” e partenza per la scarpinata. La sosta con pranzo al sacco era prevista al culmine dell’ascesa, in località La Coche, per poi ridiscendere presso il rifugio Mon Soleil con piccola dimostrazione di attività con i fedeli amici a quattro zampe e successivo assalto a caffè e gelati. Ritemprato e adeguatamente rifocillato, il piccolo ma agguerrito plotone di 14 bipedi, tra cui è doveroso menzionare i piccoli “leprotti” Pietro, Matteo e Tommaso, e 6 quadrupedi ri-partiva quindi per tornare al punto di partenza verso le 17. Imprevisto e divertentissimo prosieguo è stato il coinvolgimento, dalle 18 fino a tarda sera, di Roberto Ronco per i cinofili e Luca Barone per il coordinamento giovani in qualità di più o meno provetti “goffratori” durante la festa dei goffri organizzata presso il piazzale antistante la sede della locale scuola di sci. Tra balli improvvisati durante la cottura dei goffri e tante risate è stata la degna conclusione per festeggiare tutti insieme la splen-dida giornata passata sulle nostre amate montagne, coccolati dagli amici di Claviere.

Luca Barone

In basso da sinistra: i figuranti delle truppe dell’esercito sabaudo

sfilano sul costone della Assietta. Fotografia ricordo della marcia dei leprotti a Claviere.

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Ancora una volta il forte è lassù, silente e umiliato da un recen-te e tribolato passato, mentre le note del concerto del sabato cercano, speriamo non invano, di regalargli un barlume di spe-ranza. Da poche ore, dopo tante tribolazioni, buone mani potran-no finalmente tentare di restituire la dignità perduta. Trombe e tromboni, clarini e bombardini, tamburo, piatti e batteria magi-stralmente diretti dal maestro Danilo Bellando suonano anche per loro quale augurio di buon lavoro.20 giugno, finalmente una bella sera di inizio estate, clima pia-cevole e come sempre pubblico delle grandi occasioni ma con un posto tristemente vuoto, quello lasciato dal buon Daniel che è “andato avanti” troppo presto stroncato vigliaccamente da un male crudele. Un grande concerto, applausi scroscianti e tante emozioni. Mancava la dolce Cristina a fare da liaison tra i brani, ma Mario Tonini l’ha brillantemente sostituita sotto lo sguardo attento di Fiorenzo Combetto che come un buon padre di fami-glia vigilava sui suoi ragazzi.In prima fila il sindaco di Exilles Michelangelo Castellano ed il presidente Giancarlo Sosello, che hanno portato i rispettivi sa-luti, e gli assessori Giuseppe Petrera e Barbara Patria che per l’occasione vestiva un elegante abito d’antan.Allo scoccare della mezzanotte, dopo il consueto rinfresco di chiusura e la sonatina in libertà, il doveroso Silenzio chiudeva la serata della vigilia. Anche la domenica si presentava nel miglio-re dei modi. Splendido sole e vento generoso per lo sventolare della nostra bandiera. Erano passati pochi giorni dal ricordo dei cento anni del Monte Nero e quel tricolore impetuoso era anche per loro, per i giovani dei battaglioni “Susa” ed Exilles” caduti lassù per sua conquista. Tutto era perfetto, l’organizzazione non presentava sbavature di sorta. Saluti ed abbracci dominavano

l’attesa dello schieramento ed era un piacere scoprire la gioia del ritrovarsi anche se, nella vita, solo pochi chilometri separano le persone. La festa della Sezione è anche questo: il ritrovarsi, il vivere insieme almeno per un giorno. Il corteo intanto è bello per la sua unità, per il colore, per la perfezione dello schieramento. Più sindaci del solito, la Gemma Amprino per la neonata città metropolitana, il colonnello Di Somma per il 3° alpini, la fanfara in testa, la protezione civile a vigilare silenziosa.Alzabandiera, Onori ai caduti, discorsi, Mameli e la Marsigliese per la delegazione francese sono da sempre l’alchimia del ceri-moniale della mattina dove purtroppo qualche chiacchiericcio di troppo da parte del pubblico ne inquina la sacralità. Ma anche questo fa parte del gioco. Fortunatamente, almeno durante la lettura dei nomi dei decorati di cento anni prima, il silenzio non è stato violato ma rispettato. Il resto racconta di pranzo in allegria, di canti, di concertino della fanfara, di fotografie, di soddisfazione perché tutto era filato bene, di strette di mano e di appuntamenti futuri. Molti, cagionevoli di salute, affollavano la farmacia gestita dai medici di Novalesa che dispensavano con piacere e saggezza antiche cure a base di generosi panini e freschi bicchieri di vino. Intan-to gli alpini di Exilles, ordinati ed efficienti come sempre, pian piano riponevano il materiale che nel ventre del forte passerà l’inverno in attesa della prossima festa. Ancora saluti e la gioia di dirsi arrivederci. Momenti lunghi quasi per allontanare l’andar via. Peccato che molti, troppi, fuggiti dopo la Messa o intenti a banchetti lontani non li abbiano potuti condividere svilendo la bellezza della festa e ferendone l’essenza. L’orgoglio dell’essere alpini della stessa Sezione non lo meriterebbe.

Dario Balbo

Al forte per ricordare i caduti del Monte NeroFesta ad Exilles

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Non si può certo dire che il Nava ogni anno, la prima domenica di luglio, non crei una magia. Chi sale sin lassù è conscio di andare ad un pellegrinaggio e non ad un raduno come tanti. Lassù c’è la storia, il ricordo, il mito. E che sia un evento particolare lo si percepisce anche dalla partecipazione che è più ordinata e at-tenta che altrove. La magia comincia il sabato quando, formiche laboriose, uomini e donne della Sezione di Imperia cominciano a preparare piazzale e tribuna, a porre un mazzetto di fiori sulle lapidi delle medaglie d’oro della “Cuneense” e ad addobbare la cappella. Tanti i fiori e tanti i girasoli che sono il fiore simbolo del martirio alpino in terra di Russia. Leggenda o realtà raccontano che sotto i girasoli di Nikolajewka, di Nowo Postojalowka, di Valuiki ci siano fosse comuni create da premurose o crudeli mani russe e in cui riposano da anni i resti di tanti sconosciuti che il tepore della primavera del 1943 restituiva dopo il gelo dell’inverno.Dal Sacrario intanto, idealmente, il gen. Emilio Battisti osservava il lavoro dei volontari quasi ad accertarsi che il massimo rispetto e impegno fosse per i suoi alpini, per quegli uomini che crede-vano in lui e con i quali ha voluto essere idealmente sepolto su quel crinale tra Liguria e Piemonte, le terre che avevano fornito la stragrande maggioranza degli uomini della “Cuneense”. C’era un gran caldo, sia il sabato che la domenica. Qualche refo-lo di vento agitava le fronde degli alberi, i fiori di lavanda ed i fiori di campo. Semplice vento per chi non conosce la storia, ma per gli alpini è il sospiro dei caduti, il fiato di povere anime, il grazie per la nostra presenza.La sera del sabato porta i canti nel forte ed il falò di fronte al Sacrario, guidando l’attesa di coloro che hanno scelto di dormire lì, al cospetto di Battisti e dei suoi alpini.

Arriva poi la domenica ed il colle si anima di gagliardetti, vessilli e di tanti alpini. Un lungo serpentone verde che si snoda per il tradizionale breve percorso che porta allo spiazzo antistante il Sacrario dove si celebra il ricordo, dove ognuno scava nel ricordo per dare un senso al futuro proprio e della società. Un percorso spirituale, mistico, perché quel piazzale è qualcosa di più di un luogo di ritrovo, è un luogo sacro e come tale deve essere vissu-to. Solo i simboli entrano al cospetto dell’altare, solo il celebran-te, il coro ed i pochi reduci rimasti. Solo le consuete autorità, ma ci possono stare se tra loro ci sono il comandante del 2° ed il vice comandante delle Truppe alpine, Massimo Bellacicco, ligure e iscritto ad Imperia. “Dove c’è un alpino c’è un pezzo dell’Italia migliore. Che sia qui o che sia all’estero” ha detto Bellacicco e chi può dargli torto.Altri discorsi, altri saluti. Il presidente di Imperia Daprelà, il con-sigliere nazionale Curasì, tutti ad invocare il ricordo dei martiri...L’ultimo atto è l’onore ai caduti, ultima fatica per i reduci che con le poche forze che l’età dona ancora loro, in piedi sull’attenti e con la mano al cappello, onorano i loro compagni e poi con fatica e sorretti dalle braccia dei giovani, ancora una volta rendono onore al loro generale all’interno della cappella.Da lunedì sul Nava tornerà il silenzio. Il vento riprenderà ad agi-tare fronde e fiori di campo, il profumo di lavanda la farà da padrone, i fiori sulle lapidi pian piano appassiranno. Un anno passerà presto, e “loro” sanno che torneremo lassù, il 3 luglio del prossimo anno.La Sezione era presente e con essa i Gruppi di Novalesa, Giaglio-ne e Chiusa San Michele ed i giovani Corona e Foglia.

ATTUALITÀ

Commemorazione dei martiri della “Cuneense”Tutti al Colle di Nava

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Nasceva nel febbraio 1892 a Mattie, partiva per il servizio mili-tare nel 1912 ed infine a febbraio del 1919 andava in congedo dopo sette anni passati tra i fronti di Tripolitania e italiani nelle file prima del battaglione “Exilles”, poi del “Fenestrelle”, quindi del “Monte Albergian” ed infine del “Susa”. Questi era Amedeo Favro, il fondatore di quel Gruppo alpino che oggi ha festeggiato i suoi primi novant’anni con Andrea Riffero a guidare l’attuale manipolo di alpini mattiesi. Venne poi un’altra guerra e tanti altri caduti dopo quelli del primo conflitto sono purtroppo finiti sulla lapide a loro dedicata che ha fatto da sfondo ai discorsi ufficiali di domenica 28 giugno, il giorno della festa. Molti gli intervenuti, tanti i gagliardetti, tutti attenti ad ascoltare i discorsi di saluto del sindaco Francesca Vernetto, del presidente Sosello e naturalmente del capogruppo Riffero che a fatica riu-sciva a celare una palese emozione. Per le FF.AA. erano presenti il ten. Vittorio del 3° alpini ed il col. Giai comandante del Centro documentale di Torino.Uno splendido sole faceva da contorno al lungo corteo che, aper-to dalla nostra fanfara diretta dal mattiese Danilo Bellando, si snodava verso la parrocchiale dei SS. Cornelio e Cipriano per la Santa Messa al termine della quale veniva benedetto il nuovo gagliardetto del Gruppo tenuto a battesimo da una giovanissima e senza ombra di dubbio decisamente carina madrina. D’altron-de quello di Mattie è un Gruppo abbastanza giovane, allegro e spensierato ed una madrina giovane si integra perfettamente con lo spirito dello stesso. Con il gagliardetto nuovo si passava quindi al cimitero per un seconda cerimonia ai caduti prima di riprendere la via verso il centro sulle note della fanfara.Un querelle estiva legata alla Preghiera dell’alpino, sulla presen-za della parola armi nel proprio testo, ha portato indirettamente alla ribalta un alpino di Mattie che certamente ha fatto una bril-lante carriera militare. Don Aldo Parisio, classe 1919, responsabile del servizio assi-stenza spirituale del 4° Corpo d’Armata alpino, proponeva in-fatti nel 1972 la sostituzione del “rendi forti le nostre armi” con il “rendici forti” generando la versione che dal novembre dello stesso anno diventava la sola indicata dall’Ordinario Militare Mons. Mario Schierano e riconosciuta dalla Santa Sede quale “Preghiera dell’alpino” da recitare nell’ambito militare.Tornando alla festa mattiese, il sabato sera un applaudito con-certo dei cori “Alpi Cozie” e “Montenero” di Alessandria apriva i festeggiamenti e come di prammatica il ricco pranzo della do-menica ne poneva fine. Quale simpatica iniziativa, al termine del pranzo, il discorso del capogruppo veniva messo all’incanto con

una decisamente interessante quotazione.Da queste pagine infine Andrea Riffero ed i componenti del diret-tivo ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla manifesta-zione e naturalmente a tutti gli intervenuti ai festeggiamenti per questi primi novant’anni del loro Gruppo.

Dario Balbo

Da Favro a Riffero i ricordi della vita del Gruppola storia di Mattie

MOSTRA DI RICORDIIn occasione della tradizionale festa di San Rocco, che si celebra il 15 e 16 agosto, il Gruppo ha colto l’occasione per allestire una mostra dedicata al propria storia. Così nella palestra delle scuole, cartoline d’epoca, fotografie dei soci andanti avanti, divise d’antan e oggetti originali hanno dato vita alla mostra “Mattie 90 anni di vita”. Un occasione per proseguire con stile i festeggiamenti che il Gruppo ha organizzato per lasciare un segno tan-gibile della propria appartenenza al paese e per mostrare con alcuni segni la propria realtà. L’esposizione ha avuto successo ed è stata molto visita-ta, nelle calde giornate estive, da un numeroso pubblico mattiese e dai numerosi villeggianti che ogni anno sal-gono nella terra dei castagneti per godersi il magnifico clima su questa sponda valsusina.

In alto da sinistra: la madrina riceve i fiori dai piccoli alpini; due momenti della commemorazione a Mattie.

In basso: le nipoti di Amedeo Favro.

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ATTUALITÀ

E anche i novanta sono passati! Il Gruppo del comandante delle Truppe Alpine li ha festeggiati in una grande due giorni di luglio abbinando il 7° raduno dei “lupi” della 34. Non poteva esserci connubio migliore in virtù del fatto che proprio ad Oulx, e alla 34, il generale Federico Bonato muoveva i suoi primi passi da ufficiale. Certamente Giacomino Genesio, fondatore del Gruppo, non poteva immaginare simile longevità, ma certamente il seme era ottimo ed i suoi successori, Antonio Capello, Valerio Borello, Virgilio Leschiera, Luigi Gonon, Pier Augusto Clataud sino all’attuale Franco Bernard lo hanno ben accudito sino a portarlo allo splendore dei primi anni 2000 quando il Gruppo vantava quasi 250 soci. Seme buono, aria buona e vocazione alpina fanno di Oulx una terra che tanto ha dato agli alpini ed all’esercito in generale, sia come semplici soldati sin dai tempi delle prime compagnie, sia in termini di ufficiali dalle brillanti carriere. Vogliamo ricordare così ancora una volta il col. Barbier del Monte Nero, ma anche i generali Bernardi, Guy, Silvio e Aurelio, quest’ultimo già comandante delle truppe operative terrestri, sino a chiudere con Federico Bonato ulcense di adozione. La grande festa iniziava la sera di sabato 11 nella magia di piazza Mistral, una piazza della Viere, dal fascino indiscusso, silenziosa, intima, con una acustica di primordine, con il forno degli alpini a fare da quinta e con lavatoio e fontana a dare un tocco d’antico.La piazza era colma di pubblico come da tempo non si vedeva, sullo schermo scorrevano immagini della Grande Guerra mentre sul simbolico palcoscenico si alternavano testimonianze sulla conquista del Monte Nero, lette da Teresa Grosso, Pietro Amato, Mino Ambrosiani e Franco Bernard, e canti, eseguiti dal coro Alpi Cozie, che davano un significativo senso musicale alle letture appena udite. Clima perfetto, attenzione e passione nel pubblico,

bravura degli interpreti e fascino del luogo. Memorabile. La mattina del dì di festa, il 12, iniziava alla stazione, un luogo che certamente i “lupi” avranno amato e odiato durante la loro naja. Tantissima gente, tra cui gli amici del Gruppo di Loano, e in tutti il gusto del ritrovarsi, del riabbracciarsi e del raccontare, tra il brusio della colazione alpina servita dalle associazioni locali di San Marco, Gad e Chateau.Alzabandiera doverosamente nella caserma “Assietta” con la salita del tricolore, sulle note della nostra fanfara, certamente vissuto con attenzione e rispetto per quello che la caserma e la compagnia rappresentano per la città di Oulx. Grande onore quindi per la presenza del col. Di Somma, comandante del 3° alpini, del gen. Abbiati, già comandante della 34, del gen. Blais e naturalmente del presidente Sosello e del sindaco De Marchis. Fanfara in testa, lungo corteo quindi lungo le vie di una Oulx in festa, pronta ad abbracciare i “suoi” alpini e la “sua” concittadina onoraria, la 34. Ultima sosta infine Sotto la Rocca per la benedizione da parte del parroco don Sandro Federici, del monumento dedicato agli alpini “andati avanti”, eretto simbolicamente di fronte a quella che era l’abitazione del compianto Pier Augusto Clataud, e fortemente voluto dal Gruppo e realizzato con la collaborazione del Consorzio forestale guidato da Massimo Garavelli. Chiusura infine con la Santa Messa nei Jardin dla tor e con i saluti di circostanza del sindaco De Marchis, del capogruppo Bernard, del presidente Sosello, del col. Di Somma e del gen. Abbiati, e con, ciliegina sulla torta, il messaggio del comandante delle TT.AA. che terminava simpaticamente il suo saluto con un W il Gruppo di Oulx e W i lupi.

Dario Balbo

Dal Monte Nero alle Truppe AlpineOulx, novant’anni di storia

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Tra le particolarità della nostra Valle, una spicca nella piazza d’Armi del capoluogo. Sull’angolo dei giardini, dove si trova la statua degli alpini, c’è un altro particolare monumento: quello dedicato ai marinai. Per capire la bizzarria di un riconoscimento alla Marina Militare in una valle alpina bisogna tornare indietro nella storia fino al 1804. Fu in quell’anno che l’ammiraglio Giorgio Andrea Des Ge-neis fondò la marina del Regno di Sardegna. Da allora, una cima collegò la nostra valle ai militari del mare. Dagli anni venti, difatti, con la grande crescita industriale in tutta la media e bassa Valle di Susa, cominciarono le produzioni per la Marina Militare, che continuarono fino agli anni settanta. Dalla fabbrica alla Marina: per i tecnici la leva era lì obbligatoria. Così centinaia di giovani valsusini, uscirono dai cancelli dell’ASSA, dell’IMP, della Ferro, della Magnadyne, della Monceniso per im-barcarsi sulle navi da guerra. Ragazzi specializzati sulle mac-chine da produzione che durante la lunga leva, a volte anche ventiquattro mesi, diventavano tecnici dei motori diesel delle navi che affrontavano il mare nel mondo. Per unire tutti i marinai in congedo, nel 1973, esattamente il 9 dicembre, un gruppo di appassionati fondò il gruppo Valle di Susa dell’Associazione Marinai d’Italia. Furono quattro i soci fon-datori: Giuseppe Mussa, primo presidente, Luigi De Cecio, Gio-vanni Schiari e Carlo Tonini. In quell’anno fu deciso di intitolare il connubio con il mare a una medaglia d’oro al valor militare il Capitano di Corvetta Enea Picchio, scomparso in mare durante un combattimento durante la seconda Guerra Mondiale. Nacque così il Gruppo Picchio del Marinai valsusini. Negli anni Ottanta si alternarono alla guida del gruppo Luigi De Cecio e Evasio Del Savio e fu nominato presidente onorario l’ingegner Tonini.

Dal 1983, per un buon ventennio, il gruppo fu letteralmente tra-scinato dal marinaio Rocco Ritorto, instancabile organizzatore di eventi e gite al mare e non. Ed eccoci al monumento, inaugurato il 7 settembre del 1986. Dedicato ai caduti del mare, fu realizzato su progetto dell’archi-tetto Valerio Tonini, con offerte dei soci e di simpatizzanti. Nel 1994 il gruppo si gemellò con i francesi dell’Associazione Mari-nai di La Farlade vicino a Tolone. Tra manifestazioni, gite e visite in tutta Italia e all’estero il gruppo Picchio ha raccolto sulla “plancia” i soci per quarant’anni. Nel 2013 fu festeggiato il quarantesimo con una ricca agenda di manifestazioni tra le quali il monumento a Chiomonte, la lapide a Susa e la targa ricordo a Condove.Il ricordo dei marinai caduti in servizio e quanti hanno prestato il loro servizio alla Patria è lo scopo che porta l’associazione alla sua vita odierna. I soci oggi sono più di un centinaio e proven-gono da tutti i comuni da Bardonecchia ad Avigliana, per una lunghezza da “da prora a prua” di circa cento chilometri.

Cesare Olivero Pistoletto

I marinai di montagnaDal Regno di Sardegna ad oggi

Cesare Olivero PistolettoPresid. A.N. Marinai d’Italia

In alto: il gruppo onora il tricolore.In basso da sinistra:

due marinai con la bandiera; lo scoprimento della targa a Condove.

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ATTUALITÀ

Quando il Generale Ferretti, il “papà degli alpini”, da Presidente della Sezione A.N.A. alla fine degli anni ’20, decise che l’ultima domenica di luglio sarebbe stata la data del pellegrinaggio an-nuale degli alpini della Val Susa alla Madonna del Rocciamelone, non avrebbe immaginato che la sua iniziativa negli anni e nei decenni, si sarebbe sviluppata fino a diventare un momento di altissimo significato morale e spirituale.Anche quest’anno, il 26 luglio, si sono ritrovati in vetta centinaia di alpini, provenienti non solo dalla valle di Susa, ma da altre valli del Piemonte e del Nord Italia. Assieme al vessillo della Val Susa, anche il vessillo della Sezione di Cuneo, assieme a decine di gagliardetti di parecchi gruppi. Ma particolarmente significativa è stata anche la presenza del Colonnello Carlo Di Somma, il Comandante del 3° reggimento alpini, che si è voluto unire alla Sezione nel ricordo e nella ce-lebrazione.Con vero spirito alpino, il Presidente sezionale Giancarlo Sosello, dopo il pernottamento a Ca’ d’Asti (rifugio pieno, almeno novanta presenze, non un buco libero) è salito in vetta, portando il vessillo e, al termine della Santa Messa, ha letto la nostra “Preghiera dell’Alpino”. Bellissima la giornata, magnifico il colpo d’occhio attorno, anche se con l’immancabile sconforto di vedere il ghiacciaio sempre più ridotto, splendida la statua della Vergine.La giornata, talmente bella e anche con qualche sorpresa (due alpini erano venuti da Bari per la celebrazione e perfino un grup-po di cinesi ha affrontato il Rocciamelone quel giorno) potrebbe essere considerata addirittura di routine, vista la semplicità e la consueta rigorosa serietà degli alpini partecipanti, se non fosse per tre aspetti che ho piacere di riportare.Il primo riguarda il sacerdote celebrante. Non è facile trovare, oggi, un religioso che possa sacrificare i suoi impegni domenicali per dedicare il suo tempo agli alpini, non solo, ma che sia anche in grado e in condizioni di salire in vetta. Anche quest’anno, don Vincenzo Caccia ha celebrato con fervente spirito la Santa Mes-sa dedicata alla Madonna. Don Vincenzo, direttore dell’Istituto Salesiano di Benigno Canavese, è salito in vetta come un camo-scio e, nella sua omelia, ha reso onore allo spirito e alla tenacia degli alpini, portatori sempre di pace. Don Vincenzo è un fedele amico degli alpini e devotissimo alla Madonna del RocciameloneUn secondo aspetto riguarda quel gruppo di musici della fanfara sezionale che è salita in vetta portando gli strumenti al segui-to e che ha suonato, durante la Messa di fronte al Santuario la commovente “Stelutis alpinis”, poi, durante la Comunione

“Signore delle Cime” e poi, al termine, il nostro “Trentatrè”. È una emozione ascoltare la fanfara sulla vetta del Rocciamelone, quello che io ho più volte definito “il posto più bello del mondo”. E vorrei rendere omaggio a questi bravissimi ragazzi e ragazze che, diretti dal Maestro Danilo Bellando, coraggiosamente salito in vetta con encomiabile sforzo di volontà, ci hanno deliziato e reso ancora più suggestiva la cerimonia. Desidero quindi citarli, perché se lo meritano, e naturalmente lo faccio in rigoroso ordi-ne alfabetico: Gioele e Joshua Barella, Laura Cugno, Nada Ma-rangoni, Alex Meyer, Graziella Pellissero, Walter Rumiano, Renzo Vair. Era presente anche Marco Gillo con la sua tromba che, pur non essendo organico alla fanfara, da anni la accompagna.Il terzo aspetto è riferito a Fulgido Tabone, per il quale non sono capace di trovare una definizione e di collocarlo nel posto che si merita. Possiamo chiamarlo gestore di Ca’ d’Asti, custode del Santuario, factotum del Rocciamelone? È tutto questo, ma non solo questo. Fulgido sta raggiungendo un traguardo da guinness dei primati, che non verrà mai ugua-gliato. Fulgido è già salito in vetta, anzi il 26 luglio era salito in vetta, 948 volte! Da quando sono iniziati i lavori di ricostruzione di Ca’ d’Asti e del Santuario, Fulgido è sempre stato la colonna portante. Semplice, silenzioso, modesto, capacissimo ha porta-to sulle sue spalle da Ca’d’Asti in vetta tonnellate di materiali da costruzione, derrate alimentari, oggetti di qualunque genere. Si è ingegnato, ha aggiustato, ha ripristinato, ha modificato, ha abbellito. Ha sistemato da solo il percorso per arrivare in vetta, con le sue mani e la sua iniziativa, senza chiedere ricompense o gratificazioni. Il percorso per la vetta è ora senza ostacoli ed è un piacere percorrerlo. Ha ripristinato la statua della Madonna quando un vandalo imbe-cille le aveva rotto il naso, tiene il rifugio di Ca’ d’Asti, fino a due anni fa con l’aiuto della moglie Angela, con scrupolo e amore, sempre gentile, disponibile, generoso, corretto.Mi piace parlare di Fulgido e del suo carattere, delle sue capacità e del suo spirito.Quando dovrà cedere le armi sarà impossibile trovare una per-sona come lui. Ma la Madonna veglierà e interverrà perché si possa trovare qualcuno che almeno gli assomigli lontanamente.

Giorgio Blais

Al RocciameloneIl nostro pellegrinaggio

In alto da sinistra:la Santa Messa in vetta

celebrata all’ombra della Madonna;foto ricordo in vetta.

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Tutto è successo il 20 luglio quando alle ore 17.30 ho ricevu-to la telefonata dal referente Framarin Claudio che mi avvertiva che il treno TGV proveniente dalla Francia e diretto in Italia era fermo causa rottura sulla linea nel comune di Meana in frazione Rodetti. Tra le richieste, la più immediata, era quella di porta-re almeno 600 bottigliette d’acqua, reperite presso la Coop e da Nicolas entrambi a Susa, da distribuire ai passeggeri che ho reperito presso la Coop e Nicolas entrambi in Susa. Immediata-mente contattavo i capi squadra ANA più vicini: Susa, Chiomonte e Bussoleno per uscire immediatamente con i nostri volontari reperiti. Ho ricevuto poco dopo indicazioni di prelevare l’acqua dalla ditta Nicolas e quindi avvertivo la squadra “Assietta” di re-carsi presso il magazzino per prendere il materiale. La Squadra “Orsiera” invece stava raggiungendo sul posto il treno. La squa-dra di Susa arrivava al deposito acqua alle 17.55 e con il mezzo, carico anche di torce a lungo termine e gazebo, partiva verso il treno verso il quale ho mandato anche il furgone Ducato e un pulmino Ducato a 9 posti per un eventuale carico di passeggeri. Eccoci sul luogo. La prima ad arrivare è stata la squadra “Orsie-ra” giunta alle 18.00 che osservava che le porte del treno erano solo in parte aperte lato montagna. Il Caposquadra aveva un colloquio con il Capo Treno e chiedeva di aprire tutte le porte per far circolare l’aria. Nel frattempo i volontari salivano a bordo e rassicuravano i passeggeri circa l’ar-rivo di personale della Protezione Civile con l’acqua da distribu-ire. La discussione nel frattempo si protraeva, veniva rilevato un caldo soffocante all’interno con alcuni passeggeri che iniziavano a star male. Tutte le porte del treno venivano aperte e noi abbia-mo assicurato l’incolumità dei passeggeri lungo la massicciata. Il Capo Treno acconsentiva ed apriva tutte le porte del convo-glio facilitando così la circolazione d’aria. Nel frattempo verso le 18.15 arrivava l’autocolonna dei soccorsi e tutti i volontari iniziavano a scaricare l’acqua dall’automezzo, in colonna a rag-giungere le varie carrozze e a salire a bordo del treno per la di-stribuzione. I passeggeri nonostante l’inconveniente e la calura, ringraziavano e si sentivano visibilmente sollevati dalla presenza della Protezione Civile e molti anche dalla presenza dei Cappelli Alpini!!! Distribuita l’acqua, mentre alcuni passeggeri scendevano e altri stavano nei corridoi o ai propri posti, arrivava anche il Personale del 118 sia per sicurezza ma anche per una passeggera che si sentiva poco bene. I lavori preparatori per il traino si protraevano nel tempo e, ricevuto assicurazione della partenza, i volontari aiutavano i passeggeri a salire in carrozza e devo dire che anche altri giovani passeggeri si offrivano di aiutare a far salire persone

più anziane. Alcuni passeggeri protestavano vivacemente contro la necessità di chiudere le porte per il traino a valle e rompevano un finestrino per far circolare l’aria. Con tutti i passeggeri a bordo, si attendeva la fine di alcune ope-razioni propedeutiche al traino da parte delle Ferrovie, si cercava di calmare i più esagitati ed il treno partiva alla volta di Busso-leno. Subito il personale ferroviario sul posto si rendeva conto di alcu-ne anomalie sulla “forza frenante del treno” e dava comunicazio-ne di bloccare immediatamente il transito sull’intera tratta e di assicurare l’assoluta libertà dei binari per il transito del convoglio avendo lo stesso seri problemi di frenatura. L’intera colonna si mobilitava per raggiungere la stazione di Bussoleno ma il treno era già oltre poiché non era stato in grado di arrestare la sua corsa. In Stazione venivamo informati che era riuscito a fermarsi alcuni chilometri a valle poco prima della stazione di Bruzolo. Lì facevo convergere l’autocolonna. Raggiunto il treno ormai fermo, avuta l’autorizzazione delle Fer-rovie, dopo alcuni momenti si facevano scendere tutti i 330 pas-seggeri e, in fila indiana, si facevano scendere tramite scalinata accanto ad un ponte sulla strada che dalla Strada Statale 25 conduce all’abitato di Bruzolo. Si bloccava l’accesso alle auto in detto tratto e si faceva area di accoglienza in strada e si attende-va arrivo dei bus che facevano salire i passeggeri a seconda del-le destinazioni. Alcuni problemi sorgevano tra alcuni passeggeri con personale delle ferrovie per problemi di destinazione ma nel frattempo arrivavano i Carabinieri. Particolare attenzione veniva riservata ad una disabile assistita dalla Croce Rossa. Verso le 21.00, con i pullman, tutti i passeggeri lasciavano il luogo del trasbordo tranne una passeggera disabile che veniva lentamente fatta evacuare dal personale medico su proprio automezzo at-trezzato. Valuto buona la nostra risposta all’emergenza sia nella tempistica di attivazione, reperimento, caricamento acqua e di-stribuzione in treno, sia come dispiegamento di volontari ed au-tomezzi ma anche una buona ed ordinata evacuazione del treno con tutte le persone caricate sui pullman messi a disposizione delle Ferrovie; ottima la seconda parte dell’intervento ancora più emergenziale.

Paolo Parisio

TGV bloccatoLa nostra Protezione Civile soccorre i passeggeri

In alto: immagini del soccorso ai passeggieri del TGV

da parte dei membri della Protezione Civile e delle altre associazioni.

Paolo ParisioCoordinatore P.C.A.N.A. Val Susa

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PROTEZIONE CIVILE

Si è svolto il 19 luglio a Novalesa l’addestramento alpinistico con le verifiche di operatività annuali. Sono stati impegnati 38 alpini-sti o allievi e 22 volontari di altre specialità della sede nazionale e delle Sezioni di Bergamo, Val Susa, Torino, Vercelli, Saluzzo, Aosta, Alessandria, La Spezia e Genova. Della Sezione Val Susa erano presenti Ponti, Rizzo, Sanson, Albertelli, Gambelli, Mon-taldo e Zanovello. Come tutti gli anni al termine del ciclo adde-strativo ai lavori in quota, si fanno le qualificazioni operative dei volontari. Tali qualifiche vengono effettuate, oltre che per chi ha partecipato alle uscite addestrative dei nuclei sezionali, anche per coloro che devono rinnovare la qualifica che, come da re-golamento, ha una durata di cinque anni. Così ci siamo trovati il venerdì pomeriggio a Novalesa per sistemare il “campo”, ovvero alcuni gazebo, una zona comune e tre tende ad uso dormitorio. Grazie alla disponibilità del sindaco e dell’amministrazione co-munale ci siamo sistemati all’inizio del paese su un’area pia-neggiante dietro il parco della Rimembranza. Abbiamo a dispo-sizione due container servizi con le docce, la corrente elettrica e l’acqua: meglio di così non si può! Il cielo è sereno, fa un caldo boia e le previsioni danno caldo afoso con locali piogge. Sabato 18: sveglia alle 6 e si ricomincia a lavorare al campo. Arrivano gli amici di Vercelli e alcuni altri di Torino. Aspettiamo ancora un po’, ma non vediamo Saluzzo. Il sindaco Faletti, il rappresentan-te della Sezione Botteselle, il capogruppo Roccia e gli alpini di Novalesa sono puntualmente schierati davanti al pennone. Ini-ziamo la giornata con l’alzabandiera e con la deposizione di due mazzi di fiori ai Caduti. Arrivano intanto anche i saluzzesi che possono quindi presenziare alla riunione organizzativa di inizio attività. Con loro ci sono dei volontari CRI iscritti alla PC A.N.A. con l’ambulanza dell’A.N.A, un medico PC A.N.A. della Sezione di Saluzzo ed un gruppo di altri volontari di Saluzzo e di Susa che si occupano di droni. Sono accompagnati dal prof. Gianni Ver-celli dell’Università di Genova e da tre costruttori di APR appo-sitamente venuti dalla Svizzera con cui condividono un progetto sul loro impiego in attività di PC. Oggi si prevede infatti di fare manovre e test operativi anche su un nuovo modello prototipo in prova. Definite le postazioni di lavoro ed i volontari ad esse as-segnati, definiti anche i gruppi di allievi e la sequenza operativa, un gruppo di operatori parte per attrezzare il terreno mentre i discenti fanno i test teorici per la qualifica di assistente di cui si faranno oggi le prove. Dopo mezz’ora, terminato il test, ci trasfe-riamo tutti alla palestra di roccia del Thoupè (da noi ripulita nei mesi scorsi) dove si sono predisposte una decina di postazioni di lavoro in quota. Massimo Sanson gira fra le postazioni dando indicazioni tecniche e organizzative, Ponti invece si sobbarca la

parte logistica, altrimenti in breve saremmo tutti affamati e a secco. Le comunicazioni si attuano con radio A.N.A. fornite dalla Sezione di Torino in diretta 1. Una volta avviate le operazioni in quota abbiamo il tempo di fare un breve giro a vedere i “droni” e qui scatta la prima sorpresa. La lingua ufficiale del “nucleo droni” è l’inglese! I nostri volontari (professori ed ingegneri) devono infatti poter comunicare con i costruttori che sono svizzeri. Iniziano con il pro-totipo ad ala gonfiabile. È un piccolo deltaplano con tre ruotine mosso da un’elica posteriore. L’ala è realizzata con un involucro gonfiabile irrigidito da barre metalliche. C’è però difficoltà a tro-vare un’area di decollo adeguata. I prati non sono pianeggianti e si teme un rovesciamento mentre la strada provinciale è stretta ed ai lati ci sono alberi o pali. Si opta quindi per la strada che va all’Abazia dove finalmente possono far decollare il prototipo. Di fatto ci pare però più utile per le ricognizioni a largo raggio da media quota che non per le osservazioni, la ricerca o il controllo puntuale, men che meno per l’attività di trasporto o il supporto diretto alle nostre squadre a terra. In seguito si effettuano però altri test e riprese con l’uso dei droni classici, a decollo verticale, mezzi che sono più leggeri e più si adattano, per dimensioni, maneggevolezza e possibilità di star fermi in aria, a dare un otti-mo supporto alle nostre attività. La calura è quasi insopportabile. Sulla placca al sole della postazione cinque ci saranno 38 gradi, al tocco la roccia è ben più calda della mano, anche se non scot-ta. Non c’è un filo di vento, ma il cielo un po’ si vela e iniziano a cadere un po’ di goccioloni che aumentano ancora l’umidità e fanno sospendere l’attività nel settore centrale. Si rientra poco per volta al campo. Domenica 19 si inizia con le prove da assistente: i quattro allievi superano tutti le prove e due di loro chiedono di essere ammessi alle prove da operatore, che iniziano poco dopo sul settore de-stro della palestra di roccia ove ci sono tre postazioni più impe-gnative. Fra i tre che si presentano alla prova, due la superano ed il terzo si arresta solo sull’ultima manovra (soccorso al ferito) che ha provato finora solo poche volte. Nulla di male, la prossima volta sarà pronto. È finita la parte più rischiosa. Complessiva-mente quindi è andata bene. Nessun inconveniente, attività fatta in modo corretto, nessuna discussione, buon rapporto fra tutti e tanta allegria nei momenti di riposo.

Paolo Parisio

Operazione Val Cenischia 2015All’opera la squadra alpinistica del 1° Raggruppamento

In alto da sinistra: il gruppo APR e il gruppo degli alpinisti operatori a fine esercitazione.

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CAMBIO COMANDANTE AL REPARTO COMANDO E SUPPORTI TATTICI “TAURINENSE”A Torino, il 7 agosto, il tenente colonnello Stefano Peroncini ha assunto il comando del Reparto Comando e Supporti Tattici del-la brigata “Taurinense”. A cedere il comando è stato il tenente colonnello Massimo Tripodi, nel corso di una cerimonia tenutasi nella sede del reparto, caserma “Monte Grappa”, alla presenza del Comandante della brigata “Taurinense” gen. Federici.Nell’ultimo anno di attività operative e addestrative, il Reparto Co-mando ha supportato tutte le operazioni della brigata, sia in ambito internazionale, contribuendo in modo determinante alla prepara-zione dell’unità per un futuro impiego all’estero, sia sul territorio nazionale, in particolare nella operazione “Strade sicure”.Eccellenti sono stati anche i risultati della Fanfara “Taurinense”, che il Reparto Comando ha impiegato in più di 70 eventi, istitu-zionali e culturali, anche di livello internazionale.Il tenente colonnello Peroncini, che ha già prestato servizio alla brigata “Taurinense” nelle file del 3° reggimento alpini, proviene dal Comando per la Formazione di Torino e nel passato ha anche comandato la 34ª compagnia. del “Susa” ad Oulx.Il tenente colonnello Tripodi, che ricordiamo è un nostro iscrit-to del Gruppo di Susa, sarà impiegato presso il Comando della stessa “Taurinense”.

CAMBIO DI COMANDANTE AL 3° ALPINIARRIVERCI A DI SOMMA E BENVENUTO A VEZZOLIVenerdì 4 settembre, a Pinerolo, alla presenza del comandante della brigata “Taurinense” Franco Federici, il colonnello Carlo Di Somma ha ceduto il comando del 3°reggimento alpini al colon-nello Alberto Vezzoli.Grande la partecipazione di ospiti, tra cui il consigliere della città metropolitana e segusina Gemma Amprino e del vicesindaco di Oulx Paolo Terzolo di scorta al gonfalone del comune dell’alta valle che ospita la 34ª compagnia del “Susa”.Di Carlo Di Somma serberemo sempre un bellissimo ricordo le-gato alla sua disponibilità ed alla sua innata cortesia. Sempre presente ad ogni nostro invito e sempre disponibile ad inviare qualcuno in sua sostituzione quando impegni di servizio lo chia-mavano altrove. Ancora in questi mesi lo ricordiamo ad Exilles, ad Oulx e sul Rocciamelone. Ora lo aspetta il nuovo incarico di Capo Ufficio bilancio presso lo stato maggiore difesa.Il subentrante Alberto Vezzoli è nato a Bergamo nel 1969 ed è laureato in Scienze Politiche con Master in Scienze Strategiche e Studi Internazionali Strategico-Militari.Fino al 1994 ha comandato la 35ª compagnia “Vipera” del batta-glione “Susa”con la quale ha partecipato all’esercitazione “Artic Express” in Norvegia, ai “Vespri Siciliani” a Palermo e alle opera-zioni di soccorso nell’alluvione del novembre 1994 in Piemonte. A fine 1994 viene trasferito presso la SMALP dove comanda la

Compagnia AUC e poi la compagnia Comando e Supporto Logi-stico del battaglione “Aosta”. Nel 1998 viene trasferito presso il 7° reggimento alpini a Feltre, dove comanda la 66ª compagnia fucilieri “El Camors”. Nel 2001 viene assegnato alla Scuola di Guerra quale insegnante aggiunto di Analisi d’Area per i corsi di Stato Maggiore. Nel 2002 partecipa all’operazione SFOR in Bosnia con l’incarico di Cimic Coordination Officer presso la DMNSE di Mostar. Nel 2005, al Comando Truppe Alpine, ricopre l’incarico di Capo Sezione Pianificazione Futura nell’ambito dell’Ufficio Piani. Nel 2008- 2009 partecipa all’Operazione ISAF in Afghanistan quale Mentor del Capo di SM del 207° Corpo dell’Afghan Na-tional Army. Nel 2009 viene trasferito al 3° reggimento alpini di Pinerolo dove assume l’incarico di comandante del battaglione alpini “Susa”. Con la sua unità si reca nuovamente in Afghani-stan nell’estate del 2010. Rientra nel mese di novembre e viene trasferito presso l’Accademia Militare di Modena come coman-dante del battaglione Allievi Ufficiali. Al termine del periodo di formazione degli allievi viene trasferito presso lo Stato Maggiore dell’Esercito a Roma dove, a partire dal mese di ottobre 2012, assume l’incarico di Capo sezione Relazioni Internazionali dello Stato Maggiore. Sposato con Marcella, Architetto, ha 2 figlie.Auguri quindi al col. Vezzoli. Importanti impegni lo attendonoe siamo certi che la nostra Sezione sarà sempre orgogliosa di aiutarlo quando e se ci sarà bisogno a partire già dai prossimi CaSTA. Nel corso della cerimonia il col. Di Somma ha ricevuto una decorazione al merito per episodi di valore durante il periodo di servizio in Afghanista nel 2008.

Dario Balbo

In alto da sinistra: il tenente colonnello Peroncini;il generale Federici e il colonnello Di Somma.

In basso: la consegna della bandiera del Terzo Alpini.

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CRONACA DAI GRUPPI

GRUPPO DI BARDONECCHIACommemorazione a Grange PicreauxL’estate 2015 appena terminata ha visto gli alpini del Gruppo impegnati in diverse attività e manifestazioni.Si parte con la tradizionale commemorazione a Grange Picreaux. Quest’anno, a causa della concomitanza con altri eventi organiz-zati nel Comune, si è deciso di posticipare al 26 luglio il ricordo degli alpini in esercitazione travolti da valanga nel gennaio 1931, portandolo dalla consueta terza, alla quarta domenica di luglio. Variazione che non ha comunque fatto mancare il nostro gagliar-detto in vetta al Rocciamelone ad opera del consigliere sezionale Alain Garnier, per l’ascensione programmata nella stessa data!A differenza dello scorso anno, il clima estivo ha fatto il suo do-vere regalandoci una bella giornata di sole fino a pomeriggio inoltrato che ha permesso di svolgere tutto secondo i piani e soprattutto ha invogliato un discreto numero di persone a pre-senziare. Alle 11.00 è stata celebrata da don Paolo Di Pascale la S. Messa presso l’altare posto a ricordo dei Caduti, il “nuovo acquisto” del gruppo tenente colonnello Saverio Piccoli ha reci-tato la preghiera dell’Alpino, il capogruppo Renato Nervo ha dato lettura della nota di agenzia dell’epoca in cui si comunicavano i nomi degli Alpini deceduti nella disgrazia. Dopo la S.Messa la polentata ha fatto trascorrere ai partecipanti alcune ore in com-pagnia. Il Gruppo ringrazia le molte autorità e amici che hanno partecipato, dal sindaco Borgis di scorta al gonfalone del Comu-ne, ai rappresentanti di Polizia e Carabinieri, alla rappresentanza dell’Associazione Paracadutisti Folgore, non ultimo a don Paolo sempre disponibile. Un grazie agli amici alpini che hanno par-tecipato: il Vessillo sezionale scortato dal vicepresidente Balbo, ed i gagliardetti: di Cumiana, immancabile come ogni anno a ricordo della provenienza di tre alpini deceduti nella valanga del 1931, di Bussoleno, Susa, Cesana, Oulx e tutti quelli che posso involontariamente non aver nominato.Il secondo impegno per le penne nere si è presentato il 2 agosto quando l’amministrazione comunale ha deciso, per il secondo

anno consecutivo, di affidare al gruppo alpini il compito di fornire il pranzo in occasione della 5° tappa del Giro d’Italia Hand Bike. Dunque, sfoderata la cucina da campo con tecnica ormai collau-data, atleti ed accompagnatori provenienti da tutta Italia, hanno trovato ristoro in un pasto caldo esprimendo soddisfazione, che per l’orgoglio alpino non fa mai male!Terzo impegno, istituzionale più che faticoso, è stato il 5 agosto quando, un gruppo di alpini ha presenziato con gagliardetto all’i-naugurazione della mostra per il centenario della Grande Guerra tenutasi al Palazzo delle Feste dal 5 al 24 Agosto.Ultima e più impegnativa attività della stagione, è stata la pre-parazione della cena per la Festa Patronale di Bardonecchia il 13 agosto, giorno di S.Ippolito. Da anni viene affidato agli alpini il compito di preparare la polentata per amici e turisti giunti per assistere ai festeggiamenti, che si aprono con la SS.Messa so-lenne del mattino e terminano alla sera con il ballo in piazza e i fuochi artificiali. Nonostante le bizze del tempo, anche questa festa è andata a buon fine, concludendo la stagione per la cucina ed i pentoloni che possono godersi tutti un meritato riposo aspettando il pros-simo anno.

Silvia Tamburini

GRUPPO DI BORGONEFesta all’AchitIl 26 luglio scorso si è svolta presso la frazione Achit l’annuale festa del Gruppo. È stata un’occasione al tempo stesso felice e triste, perché ci si è potuti ritrovare, dopo la funzione religiosa dedicata alla Madonna degli Angeli, a festeggiare dopo un anno di comprensibile sospensione, nell’incantevole frazione al riparo dalla calura estiva in una cornice rilassata e gioiosa. Il lato triste

In alto e in basso a sinistra: la commemorazione della valanga che uccise gli alpini sopra Bardonecchia.

In basso a destra: la festa nella frazione Achit di Borgone.

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purtroppo riguarda la mancanza di due attori di prim’ordine del nostro Gruppo recentemente “andati avanti”, nelle persone degli alpini Giuseppe Ala e di Germano Ronchi, che ha sempre gene-rosamente ospitato nel suo cortile il pranzo e la cui famiglia ha deciso di proseguire con la sua disponibilità nel segno della tra-dizione. Impossibile non ricordare con commozione, nell’occa-sione dell’onorare chi non c’è più, la recentissima scomparsa di Deanna Bergamini, moglie del consigliere Dino Caldana, sempre presente alle nostre feste e capace con dolcezza e semplicità di farsi apprezzare e voler bene da tutti. La nostra festa, prima di qualsiasi altro significato, è stata dedicata al loro ricordo e all’apposizione sul nostro gagliardetto di ben tre medaglie, di cui una d’argento e due di bronzo, alla memoria di altrettanti alpini borgonesi caduti nella grande Guerra del ‘15/’18.

Luca Barone

GRUPPO DI CESANAFesta del GruppoCome da tradizione l’ultimo fine settimana cesanese coincide con la due giorni di festa del Gruppo. Il sabato pomeriggio con-sueto giro attraverso le vie di Cesana al suono della nostra fan-fara, mentre la domenica è dedicata all’ufficialità con gli Onori ai caduti, alla Santa Messa alla cappella di località Massarello, ai discorsi ufficiali ed infine al solito e suggestivo pranzo pre-parato dagli alpini e da tanti altri volontari e servito nella pineta sottostante la sede del Gruppo. Presenti numerosi gagliardetti, i sindaci di Cesana, Claviere e Sauze di Cesana ed in rappresen-tanza della base di Bousson del luogotenente Ruggero e del suo vice Popolizio. Sempre brillante la nostra fanfara mentre molta attenzione hanno suscitato i cani del nucleo cinofili della nostra Protezione Civile guidati Roberto Ronco. Per la Sezione ovvia-mente presente il presidente Sosello, ed i consiglieri Balbo, Bar-tolotti, Anselmetto e Perotto oltre naturalmente ai locali Demuti e Tisserand.Nel consueto saluto l’inossidabile capogruppo Giuseppe Ferraris

ha voluto ricordare le attività appena concluse e gli appuntamen-ti ancora da venire che coinvolgeranno come sempre gli uomini del suo Gruppo. Impegni anche sottolineati con simpatia e rico-noscenza dal sindaco Colomb e dal parroco don Paolo Gallizio. Le note della cantoria hanno accompagnato la Santa Messa e la distribuzione del pane benedetto mentre Giorgio Gambelli ha recitato, rigorosamente a memoria, la Preghiera dell’Alpino in versione cerimoniale A.N.A.

Dario Balbo

GRUPPO DI CHIUSA SAN MICHELEI cinofili raccontano...Il 15 giugno i cinofili della nostra Sezione sono stati invitati dalla scuola materna di Chiusa di San Michele per spiegare ai bambini in cosa consiste il loro lavoro. Spiegare loro cosa fanno i nostri volontari aiuta a far crescere in loro la propensione ad aiutare il prossimo con piccoli ma grandi gesti, proprio come fanno i nostri cinofili i quali dedicano molto del loro tempo libero a tutti coloro che hanno bisogno di un aiuto in più. La sensibilizzazione su questo tema è fondamentale ed è per questo che si rendono sempre disponibili per dimostrazioni soprattutto ai più piccoli. Un grazie di cuore al capogruppo Vittorio Amprimo per la sua ospitalità e attenzione da sempre dimostrata verso le nostre uni-tà cinofile.

Roberto Ronco

In alto da sinistra: deposizione della corona di alloro al monumento di Cesana;

soldati in armi della caserma di Rivoli e il gagliardetto del Gruppo di Condove.

In basso: due immagini del gruppo cinofili con i bambini della scuola.

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GRUPPO DI CLAVIEREFesta patronale e del GruppoCome di consueto il 4 luglio a Claviere il Gruppo ha partecipato alla consueta festa patronale che coincide con la festa del Grup-po. Sempre numerosa la partecipazione di pubblico facilitata da una splendida giornata di sole.

GRUPPO DI CONDOVECommemorazione di VaccherezzaIl gagliardetto del Gruppo ha presenziato alla commemorazio-ne dell’eccidio di Vaccherezza sulle montagne di Condove. Oltre Emilio Perotto era presente il socio Luciano Midellino che ha poi fatto da guida ad un gruppo di visitatori sui luoghi della memoria. Presenti alla manifestazione una rappresentanza dalla caserma “Ceccaroni” composta dal sergente Ernesto Luongo, dal capora-le Francesco Trane, dal caporale Michelangelo Settanni e dall’al-pina Maria Teresa Rota. Gli alpini hanno eseguito l’alzabandiera con compostezza dando spessore alla cerimonia.

Mario Tonini

GRUPPO DI EXILLESConferma per Silvio MoutIn occasione dei festeggiamenti per l’85° anniversario del Grup-po, tenutisi domenica 23 agosto 2015 presso il Circolo “Amici di Cels”, si sono svolte contemporaneamente le elezioni per la scelta del nuovo consiglio direttivo che resterà in carica per il triennio 2015-2017. Nonostante le condizioni climatiche poco favorevoli, folta è stata la partecipazione alla giornata di festa di soci, soci aggregati e simpatizzanti. Il nuovo consiglio direttivo si è successivamente riunito martedì 25 agosto, presso la sede socia-le, per l’assegnazione delle cariche interne al Gruppo, che risulta-no così ripartite: Capogruppo: Silvio Mout, vice capogruppo: Aldo Chiamberlando, tesoriere: Luigi Marre, segretario: Giorgio Abbà, alfiere: Franco Lambert, consiglieri: Angelo Rougier e Celestino Chiamberlando, revisori dei conti: Albino Casse e Giulio Pazè. Al nuovo consiglio direttivo è doveroso augurare un grosso in bocca al lupo da parte di tutti i soci e soci aggregati.

GRUPPO DI MEANAFesta del Sacro CuoreA Meana le tradizioni e le buone abitudini vengono assolutamen-te mantenute. È infatti dal 1948 che si celebra la festa del Sacro Cuore, anno in cui è sto eretto il monumento sul monte Fassolino a ringraziamento per la fine della guerra e che fa da contraltare alla statua della Madonna del Rocciamelone posta praticamente di fronte dall’altra parte della valle, entrambe a braccia aperte in un simbolico abbraccio di protezione di tutta la Valle di Susa.Da allora ogni anno, la 2° domenica di luglio, ci si reca al Collet-to, dove, dopo essere stati accolti da un rinfresco di benvenuto

offerto dagli alpini di Meana, viene deposta una corona di alloro al monumento che ricorda la guerra partigiana. Si sale quindi al monumento al S. Cuore per la celebrazione della SS.Messa (con immancabile recitazione della “Preghiera dell’alpino”).La giornata prosegue poi in località Arneirone con pranzo e po-meriggio di festa con la banda musicale di Meana.

Mario PerottoGrandi sacerdotiI meanesi hanno poche fortune ma certamente una grande ed importante: avere come parroco e guida spirituale don Enzo Cal-liero, un grande uomo, un grandissimo sacerdote.Infatti, don Enzo, venuto a conoscenza dell’episodio in cui un sacerdote di Vittorio Veneto aveva proibito la recitazione in chie-sa della “Preghiera dell’alpino”, ha voluto lui stesso leggere la Preghiera durante la celebrazione della SS.Messa domenicale commentando il fatto successo in Veneto con parole molto forti ed evidenziando come le armi di cui parla la preghiera non si-ano armi da fuoco ma “armati come siamo di fede e di amore” ricordando poi anche l’importanza degli alpini nel campo del vo-lontariato.A don Enzo il ringraziamento di tutti gli alpini e che il Signore lo benedica e ce lo conservi perché noi abbiamo troppo bisogno di persone come lui.

Mario Perotto

GRUPPO DI NOVALESAFesta dell’estateSabato 22 e domenica 23 agosto il Gruppo ha organizzato l’an-nuale festa del gruppo denominata “Festa dell’estate”. Come già da anni avviene l’iniziativa ha avuto parecchia eco in tutto il paese e la partecipazione è stata numerosa e molto gra-dita. Alle ore 17,30 del sabato l’ammassamento presso il Parco della Rimenbranza ha dato inizio alla cerimonia che con l’alza-bandiera accompagnata dall’inno di Mameli, l’onore ai caduti con il Piave e il silenzio suonato con maestria dal giovanissimo musico Andrea, ha trasmesso un momento di austerità e com-mozione a tutti i presenti. È iniziata quindi la celebrazione del-la Santa Messa officiata dal parroco don Gianluca Popolla che nell’omelia ha voluto ricordare quanto gli alpini si siano prodigati nella realizzazione di opere religiose volte sopratutto alla Madon-na del Rocciamelone loro protettrice. A fine messa la preghiera dell’alpino recitata dal sergente alpino Mario Botteselle ha dato un tocco di alpinità alla funzione. Sul finire le allocuzioni delle autorità: il capogruppo Gianfranco Roccia, che ha calorosamente ringraziato tutti i presenti e so-pratutto coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo

In basso: foto ricordo della festa dell’estate a Novalesa.

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evento, il sindaco Tullio Faletti che si è complimentato per l’otti-ma riuscita della manifestazione ed infine il consigliere nazionale Mario Botteselle che ha portato i saluti del Presidente Nazionale Sebastiano Favero e parole di vera gratitudine per l’impegno di tutto il Gruppo. La domenica è stata totalmente dedicata alla preparazione del pranzo giudicato dai commensali veramente eccezionale. Al pai-uolo per la polenta sei alpini impegnatissimi, al girarrosto per le costine e salciccia gli alpini Gino e Guido, ma il pezzo forte è stato dato dalle nostre cuoche che hanno realizzato gli antipasti e il dessert e servito il pranzo come dei chef di alta classe. Un grazie ai consiglieri sezionali presenti Bartolotti, Bosco e Pe-rotto oltre a quelli del Gruppo di Novalesa. Il Gruppo ringrazia tutti coloro che con la loro presenza hanno dato vita a questa magnifica manifestazione e li invita numerosi per il prossimo anno.

Giovanni Barotto

L’alpino di legno di GilloChe Gillo Giai avesse la testa dura era risaputo, che nel mon-do si trovasse un alpino che lo superasse in questa qualità era impresa difficile. Ecco i due insieme. Il primo in legno posa con indomita fierezza, braccia ai fianchi, con sguardo fisso verso il futuro: è un najone del 1958. Il secondo, al suo fianco, è lo scultore Gillo che ha eseguito magistralmente quest’opera per ricordare quando vestiva la divisa. Bravo Gillo e complimenti per le tue qualità artistiche!!!

Mario Tonini

GRUPPO DI RUBIANAPra del Col Anche quest’anno al 4 luglio il Gruppo e gli amici del AIB Rubia-na, si sono ritrovati numerosi, dopo una bellissima passeggiata con partenza dalle muande Soffietto, al Pra del Col come avviene dal 1979, anno in cui è stato costruito il monumento a ricordo

degli alpini del Gruppo “andati avanti”.La cerimonia è iniziata con la liturgia della parola, officiata dal diacono Iginio De Santis, a ricordo in modo particolare del volon-tario AIB Alessandro Bugnone nel ventesimo anniversario della morte e dei nostri alpini “andati avanti”. A chiusura sono state lette dal presidente AIB Luca Fabroni la preghiera dei volontari antincendio e dal capogruppo Remo Blandino la preghiera dell’alpino, creando un momento di grande commozione.In questa bellissima giornata non poteva mancare una abbon-dante e gustosa braciolata innaffiata da buon vino, apprezzata da tutti i partecipanti. Un grazie lo dobbiamo anche a Mauro Greppi e ai suoi due quadrupedi per aver trasportato tutti i viveri e le attrezzature. La gioiosa discesa pomeridiana si è conclusa con una merenda sinoira presso l’agriturismo “Muanda Nuova”. Un grazie anche al nostro socio Andrea Cogerino per l’organizzazione, al diacono per la sua disponibilità e a tutti coloro che hanno collaborato, un arrivederci numerosi al prossimo anno.

Carlo Bert

PaspardoIl Gruppo in rappresentanza della Sezione ha partecipato il 9 agosto al 38° di fondazione del Gruppo di Paspardo (Brescia). Come da tradizione la festa di questo Gruppo assume dimensioni inusuali di partecipazione ed il ricco programma ne giustifica l’attenzione. Si passa infatti da mostre, da giri escursionistici e da concerti che evidentemente, vista anche la collocazione du-rante il periodo feriale, attira un numero veramente grande di vessilli e gagliardetti da tutta Italia.

In alto: Gillo Giai, artista del legno, e la sua opera. In basso: cinque super alpini del Gruppo di Rubiana .

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CRONACA DAI GRUPPI

Gara di bocce Il giorno 3 agosto si è svolta, presso i campi di bocce della sede del Gruppo, l’annuale a gara a bocce per il “19° Trofeo Bruno Destefanis”. Numerosa la partecipazione, superiore a quella de-gli scorsi anni, visto che si sono raggiunte le 15 coppie. Al termi-ne della gara, in serata, un ricca cena alpina preparata dal cuoco Renzo e dalle nostre signore sempre disponibili e che soprattutto ci sopportano.La gara ha visto vincitori l’alpino Boris Ruschena in coppia a Luciano Goffo.Un ringraziamento ai fratelli Destefanis per l’aiuto materiale e a tutti coloro che hanno contribuito allo svolgimento della gara.

Remo Blandino

GRUPPO DI SALBERTRANDUna nuova fontanaGli alpini del Gruppo, in collaborazione con il Consorzio Forestale dell’Alta Valle, hanno installato una nuova fontana all’ingresso del paese per chi scende verso la bassa valle. Bravi gli alpini di Pasquale Viceconte per l’impegno profuso e ancora una volta un grazie a Massimo Garavelli, presidente del Consorzio, sempre sensibile ad ogni attività che possa dar lustro al territorio.

GRUPPO DI SANT’AMBROGIOSistemato il sentiero verso la SacraVenerdì 28 agosto il Gruppo ha provveduto alla tinteggiatura con impregnante delle aree attrezzate lungo la mulattiera che porta alla Sacra. Un lavoro lungo e minuzioso che attendeva da tempo di essere svolto a cui le penne nere hanno provveduto in attesa della salita con le fiaccole prossima ventura. Il capogruppo Mi-chele Ramella vuole ringraziare i soci che con vernice e olio di gomito hanno lavorato tutto il giorno: Carlo Nota, Stefano Nota, Mario Capra, Luigi Bertinotti, Mauro Baldin e Ruggero Marroccu che hanno partecipato all’attività.

GRUPPO DI SESTRIEREFesta del GruppoPuntuale come ogni anno il Gruppo ha organizzato la sua festa annuale domenica 2 agosto in località Monterotta/Fontana degli alpini. Sempre più efficiente la macchina organizzativa che oltre ad impegnare in toto la famiglia Poncet ha visto districarsi tra fornelli e cucina da campo i “veci” e i “bocia” e gli amici, all’in-segna dell’amicizia e del buonumore e soprattutto confortati da un bel sole.Buona la partecipazione anche di gagliardetti ancorché distur-bata da una gara ciclistica che ha bloccato per un paio d’ore l’accesso al colle da entrambi i versanti scoraggiando molte presenze.Nel salutare e ringraziare i presenti oltre che ricordare gli alpini “andati avanti”, il capogruppo Massimo Poncet ha anticipato che la prossima edizione della festa vedrà località Monterotta note-volmente restaurata e pertanto siamo sin d’ora invitati a parteci-pare numerosi per goderci le novità.Portava il suo saluto anche il sindaco Marin e l’inossidabile don Bellissima officiante la Santa Messa. Complimenti ancora al Gruppo che ancora una volta ha permes-so di gustare una genuina festa alpina.

So.Gi

Goffri in piazzaAppena passate le fatiche di Monterotta il Gruppo si è presentato compatto all’appuntamento annuale con i goffri in piazza nella giornata di domenica 9 agosto. Come sempre grande successo di pubblico che pazientemente ha atteso di assaggiare l’ottima produzione degli alpini del Colle.

In alto da sinistra:la nuova fontana a Salbertrand;

il capogruppo Ramella e i suoi alpini al lavoro. In basso: due momenti di vita estiva del Gruppo di Sestriere.

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PRIM

A GU

ERRA

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CENTO ANNI ORSONO, 1915... È l’ora dell’ItaliaLuglio3 Inizio operazioni nel settore di Tolmino.7 Affondato l’incrociatore italiano “Amalfi”. Salvo l’equipaggio.9 Vittoria dell’Intesa nell’Africa sud-occidentale tedesca. Le truppe della colonia

del Sud Africa si arrendono. 10 Si combatte aspramente su tre fronti: trentino, carnico ed orientale.14 Lo sceriffo della Mecca Husayn Ibn Ali chiede al governatore britannico l’indi-

pendenza per gli stati arabi.15 Battaglia sul Monte Piana, sul fronte del Cadore. Cinque giorni di combattimen-

ti e un migliaio di perdite portano alla conquista dei presidi meridionali ma non di quelli settentrionali.

18 Inizia la seconda battaglia dell’Isonzo che si protrarrà sino al 3 agosto. Obbiet-tivo principale Gorizia fortemente difesa dagli austriaci. Drammatico il bilancio delle due battaglie isontine: 67.000 morti italiani e qualcuno in meno gli au-striaci.

18 Al largo di Cattaro (Montenegro) viene affondato l’incrociatore corazzato “Gari-baldi”. Circa cento le vittime su 560 uomini di equipaggio.

27 Albert Einstein e altri 99 intellettuali tedeschi chiedono una pace negoziata. La polizia vieta ogni attività volta a pubblicizzare l’iniziativa.

28 Il papa Benedetto XV si rivolge agli stati belligeranti per chiedere di porre fine “all’orrenda carneficina”.

30 Molti militi russi demoralizzati si arrendono e disertano. Lo denuncia il ministro della guerra Polivanov.

Agosto5 Nei pressi dell’isola di Pelagosa, tra le Tremiti e l’isola di Lagosta, viene affon-

dato il sommergibile italiano “Nereide”. I tedeschi entrano a Varsavia.7 Gabriele D’Annunzio vola su Trieste lanciando volantini con su scritto “Coraggio,

fratelli! Coraggio e costanza! Per liberarvi più presto, combattiamo senza respiro e grande è il valore dei nostri. Ve lo Giuro, fratelli, la nostra vittoria è certa: la bandiera d’Italia sarà piantata sul colle di San Giusto! Coraggio e costanza! La fine del vostro martirio è prossima. L’alba della vostra allegrezza è imminente. Dall’alto di queste ali italiane, a voi getto per pegno questo messaggio e il mio cuore!”.

10 Massacro di truppe neozelandesi a Gallipoli da parte delle truppe turche.21 L’Italia dichiara guerra alla Turchia.

Settembre4 Il comandante in capo dell’esercito francese, Joseph Joffre, incontra a Monfal-

cone il re Vittorio Emanuele III e i generali Cadorna e Porro. Insieme, guidati dal duca d’Aosta, visitano alcuni avamposti dello schieramento italiano.

5 Lo zar Nicola II assume personalmente il comando supremo esecutivo dell’eser-cito russo con il generale Mikhail Alekseev come capo di stato maggiore.

6 Il generali Falkenhayn, il generale Conrad e il colonnello bulgaro Ganchev si-glano un accordo militare in base al quale la Bulgaria entrerà in guerra con gli imperi centrali, mandando quattro divisioni contro la Serbia e una contro la Ma-cedonia serba. In cambio riceverà, come compensi territoriali, la Macedonia, un porto nell’Adriatico e un territorio turco.

18 La X armata tedesca conquista Vilnius, capitale della Lituania. In una guerra per lo più di trincea l’offensiva tedesca è la più spettacolare di tutto il conflitto.

27 Sabotatori austriaci distruggono la corazzata italiana “Benedetto Brin”, ancora-ta nel porto di Brindisi. Muoiono 456 marinai.

28 Circolare del Comando supremo: “Deve ogni soldato essere certo di trovare, all’occorrenza, nel superiore il fratello o il padre, ma anche deve esser convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i re-calcitranti e i vigliacchi. ( ) Ognuno deve sapere che chi tenti ignominiosamente di arrendersi e di retrocedere, sarà raggiunto prima che si infami dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti e da quella dei carabinieri incari-cati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia stato freddato da quello dell’ufficiale”.

Diario di guerra Parco della Rimembranza

Alpino Riccardo Chianale, Bardonecchia classe 1894, appartenente al 3° alpini e de-ceduto il 3 luglio 1915 sul Monte Nero per ferite riportate in combattimento.

Alpino Augusto Bouvet, Salbertrand classe 1895, appartenente al 3° alpini e deceduto il 3 luglio 1915 sul Monte Nero per ferite ripor-tate in combattimento.

Alpino Severino Traversa, San Giorio classe 1893, appartenente al 3° alpini e deceduto il 3 luglio 1915 sul Monte Nero in combat-timento.

Alpino Stefano Rumiano, Villar Focchiardo classe 1889, appartenente al 3° alpini e de-ceduto il 3 luglio 1915 sul Monte Nero per ferite riportate in combattimento.

Alpino Valeriano Ainardi, Mattie classe 1890, appartenente al 3° alpini e disperso il 3 luglio 1915 sul Monte Nero.

Alpino Giovanni Allemand, Bardonecchia classe 1891, appartenente al 3° alpini e deceduto l’11 luglio 1915 a Millaures per malattia.

Caporalmaggiore Giuseppe Perotto, Villar Focchiardo classe 1893, appartenente al 3° alpini e deceduto il 19 luglio 1915 sul Monte Nero per ferite riportate in combattimento.

Alpino Felice Pognante, Villar Focchiardo classe 1878, appartenente al 3° alpini e deceduto il 19 luglio 1915 nel settore di Tol-mino per ferite riportate in combattimento.

Alpino Ludovico Carrà, Meana classe 1893, decorato con medaglia di argento, apparte-nente al 3° alpini e deceduto il 19 luglio 1915 Monte Nero per ferite riportate in com-battimento.

Alpino Giovanni Arbrun, San Giorio classe 1895, appartenente al 3° alpini e deceduto il 18 agosto 1915 nel Settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento.

Alpino Giuseppe Arbrun, San Giorio classe 1894, appartenente al 3° alpini e deceduto il 18 agosto 1915 nel Settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento.

Alpino Eugenio Pelissero, Meana classe 1891, appartenente al 3° alpini e deceduto il 19 agosto 1915 nel Settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento.

Alpino Paolo Grandieri, San Giorio classe 1881, appartenente al 3° alpini e deceduto il 26 agosto 1915 Settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento.

Alpino Giuseppe Buffa, Villar Focchiardo classe 1892, appartenente al 3° alpini e deceduto il 27 agosto 1915 nel settore di Tolmino per ferite riportate in combattimento.

Segue elenco sul prossimo numero.

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LE NOSTRE FOTO

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Aldo Ainardi, Bruno Ala, Angelo Amprimo, Giovanni Perottino, Luciano RonchiTarvisio, 1948.

Potete mandarci le vostre fotografie o dei vostri cari, indicandoci (se possibile) il luogo e la data dello scatto. Le immagini possono essere spedite per posta a:A.N.A. Sezione Val Susa Via Brunetta, 45 10059 Susa (TO) oppure via mail a: [email protected]

Franco AmprinoPinerolo, 1948.

Silvio Bertolo, Daniele Gally34a compagnia,1954.

Giuseppe Brengetto Exilles, 1941. Adunata 3 alpini in partenza per Armir.

Luigi Bottala Cuneo, 1963.

Renato Bottala Alto Adige, 1994.

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LE N

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VEDIAMO SE TI RICONOSCI?Torna la caccia all’uomo... Altre tre foto misteriose. Vi riconoscete o li riconoscete? Chi sa, parli!!!

Sono ovviamente rappresentate sia la bassa, che la media e l’alta Valle di Susa. Non necessariamente nell’ordine.I giovanotti in questione ci facciano poi sapere se si sono riconosciuti. Un brindisi in Sezione sarà il premio alla notorietà!

COME SE FOSSE IERI

ALPINO CHIAMA ALPINO

Maresciallo chiama GeneraleIn questa immagine vediamo la cena dei conge-danti a Tolmezzo (UD) nel 1959. Il maresciallo Bes-sone, Gruppo di Exilles, è al centro con la camicia più chiara. Alle sue spalle, indicato con una freccia, l’allora tenente Luigi Federici (capocentro tiri del gruppo “Udine”, 3° artiglieria da montagna, brigata “Julia”) che come Generale C.A. arrivò sino al comando delle IV° Corpo d’Armata alpino per approdare poi a Roma come comandante generale dell’arma dei Carabinieri. Il figlio dell’allora tenente Federici, Franco, è attualmente il comandante della brigata “Taurinense”. Attraverso queste pagine il maresciallo Bessone lancia accorato appello per incontrare il suo “ma-gnifico” comandante di allora di cui serba un gran-dissimo ricordo.

Il socio del Gruppo di Chiusa San Michele Giovanni Barella, a sinistra nelle foto, ha rincontrato i suoi commilitoni Giovanni Schiener al cen-

tro e Noè Portè a destra dopo 54 anni dal servizio militare. Correva l’anno 1961 quando i tre baldi giovani si trovarono in caser-ma come artiglieri da montagna prima a Savigliano poi a Rivoli.

Il nostro presidente Giancarlo Sosello, a destra nella foto, ha incontrato i suoi commilitoni in occasione

della festa di Exilles.

Giancarlo Grotti a sinistra, Romano Tonini al centro, frequentarono nel 1970 il corso sottoufficiali alla Scuola Militare Alpina ad Aosta, sono passati ap-pena 45 anni!

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LE VOSTRE LETTERELE VOSTRE LETTERE

SCRIVETE LE VOSTRE LETTERE A: • A.N.A. Sezione Val Susa • ViaBrunetta, 45 - 10059 Susa (TO) oppure via mail a: [email protected]

A.N.A. - QUALE FUTURO?

Sui giornali della nostra Associazione (sia “L’Alpino” sia i giornali sezionali)

da tempo appaiono articoli e lettere aventi come tema il futuro della nostra Associa-zione. L’argomento è stato ripreso anche sul nostro “Lo Scarpone Valsusino” da Da-rio Balbo con un articolo dal significativo titolo “Ritorno al futuro atto secondo”.A premessa, bisogna evidenziare che il calo dell’associazionismo è fattore comu-ne a tutte le Associazioni di volontariato, dalle più “esclusive” alle più “popolari”.Ciò detto, occupiamoci della nostra, gran-de A.N.A. Il “calo” delle iscrizioni, dovute solo in minima parte alla sospensione della leva, allarma, e non solo, i respon-sabili nazionali e locali. L’A.N.A. è nata, e vive, come “Associazione d’Arma”; è una “unione” che prevede (o prevedeva) un solo requisito: aver prestato servizio nelle Truppe Alpine. Il mutare dei tempi, il varia-re delle consuetudini e della “percezione” sociale hanno spinto i responsabili a tro-vare canali di affiliazione alternativi. Così sono stati creati gli “amici”, gli “aiutanti” e chi più ne ha più ne metta. Nulla con-tro, ovviamente, nei confronti degli amici e aiutanti che, di sicuro, sono assolutamen-te degni di rispetto e considerazione, più di quelli che, pur avendone tutti i requisiti (hanno fatto la “naja” nelle Truppe Alpine), non sono iscritti all’Associazione.Con il passare degli anni, quindi, si è as-sistito ad un progressivo stravolgimento, per ora percettivo, della natura stessa dell’Associazione che, da “Associazione d’Arma” si sta trasformando in una As-sociazione di “Boy Scouts”. A riprova di ciò, basta vedere le attività che vengono enfatizzate e leggere “L’Alpino” che asso-miglia sempre di più a un foglio parroc-chiale e ha, non a caso, come Direttore un Ecclesiastico. Sia chiaro: nulla di male o di disdicevole, solo che, a mio personale parere, ci si allontana sempre più dall’idea che spinse, nel 1919, il Cap. Andreoletti e altri alla fondazione dell’A.N.A. La nostra Associazione mi richiama, sempre di più, quelle signore settantenni che si vestono e si truccano da ragazzine sperando, alla fine, di tornare ragazzine.Cosa fare quindi, per evitare il pericolo pa-ventato da Balbo (gli Alpini saranno una minoranza in una associazione di non-Al-pini o, addirittura, di non-militari)? Rendia-moci conto che il mondo cambia e anche l’Associazione dei Garibaldini, di quelli,

cioè, che hanno partecipato all’impresa dei Mille, si è esaurita per il naturale tra-scorrere del tempo. Pertanto, se vogliamo mantenere i principi intravedo una sola soluzione: coinvolgere “con determinazio-ne” i “dormienti” e il personale in servizio, limitare per quanto possibile l’accesso ai non-Alpini, accettando che, nel tempo, il numero degli iscritti sia destinato a ridursi.

Gen. D (aus) Piercorrado Meano Gruppo di Chiomonte

Tirato in ballo per le mie considerazio-ni sul futuro associativo ti ringrazio per l’attenzione che poni al giornale. Pubbli-chiamo volentieri sperando che così si possa aprire un più largo dibattito dove si possano confrontare le posizioni più disparate. I nostri lettori è giusto che sappiano anche che copia della lettera è stata inviata alla redazione de L’Alpino in data 1 luglio per una eventuale pub-blicazione.

Caro Presidente buon giorno, ho ap-pena ricevuto il numero di luglio del

tuo giornale sezionale, l’ho subito sfogliato e letto con interesse e non posso fare a meno di congratularmi con te. È una pub-blicazione che trasuda alpinità da tutte le pagine e l’elevato numero di collaboratori ne garantisce il livello elevato.Ti prego di esprimere a tutto lo staff reda-zionale i miei vivissimi complimenti.Un caro saluto alpino ed un abbraccio.

Ildo Baiesi

Grazie Ildo i tuoi complimenti mi fanno molto piacere e ci invogliano a prosegui-re sulla strada scelta. Un caro saluto ed un abbraccio a te e famiglia.

Giancarlo Sosello

Spett.le Sez. A.N.A. Valsusa, ci pare doveroso comunicare quanto

segue: nel 1996 nostro padre Giovanni, con la mediazione del Gruppo A.N.A. Val Biois Canale d’Agordo - Caviola, raccolse delle pietre per la costruzione di un sacello che doveva far parte di un monumento in località Gares, comune di Canale d’Agordo. Dopo alcuni anni di attesa causa lungag-gini burocratiche, nostro padre, anche se con rammarico, decise di iniziare la costruzione del “Giardino della Memoria” in altra sede, usufruendo di un suo picco-lo terreno a Canale d’Agordo. Per motivi oggettivi, la costruzione del sacello non fu

più possibile, ma le pietre ricevute, con-servate accuratamente, non potevano restare inutilizzate. Sono pertanto state ordinatamente inserite in un muretto a sostegno di altre tre targhe collocate da pochi giorni, ultimo tassello del “Giardino della Memoria”. La pietra incisa donataci dal Gruppo di Villar Focchiardo, arricchi-sce col suo valore intrinseco il Giardino, ideato e voluto da nostro padre e dedicato ai Caduti e Dispersi in Russia 1941-43.

Luciana, Tatiana e Chiara Fontanive

Sapere che le pietre della nostra valle, a volte più tenere della nostra testa, facciano parte del vostro Giardino della Memoria ci onora e ci rende fratelli.

LA PREGHIERA DELL’ALPINOViltà e coraggio

Sono commosso e ammirato.Un bravo e onesto sacerdote ha preso

posizione sulle recenti polemiche relative alla “Preghiera dell’Alpino”. Si è dissocia-to dalla incomprensibile prudente e poco coraggiosa posizione di un suo confra-tello che non ha voluto leggere durante una Messa di una riunione alpina la no-stra preghiera, a meno che non venissero espunte le parole che citavano le nostre armi e la nostra millenaria civiltà cristiana.Il bravo sacerdote cui mi riferisco, duran-te la messa domenicale nella sua chiesa parrocchiale ha avuto parole di ammira-zione e di elogio per gli alpini; ha voluto ricordare tutto il bene e le attività che gli alpini sanno fare e fanno; ha detto che bi-sognerebbe baciare le mani agli alpini per ringraziarli di quanto fanno a vantaggio di tutti. Sopra tutto ha voluto precisare che le armi degli alpini sono, come dice la nostra preghiera, “fede e amore” e sono armi per portare bene e sollievo. E ha insistito sul concetto che non dobbiamo né ver-gognarci né cancellare il riferimento alla “nostra millenaria civiltà cristiana”, ma che anzi dobbiamo esserne fieri e capaci di tenere alto questo valore.E, al termine della Messa ha personal-mente letto la “Preghiera dell’Alpino” nella sua versione originale.Ho ammirato questo sacerdote, cui va il mio apprezzamento e la mia stima. Lo considero un esemplare pastore di anime.Desidero solo ricordare che si tratta del Parroco di Meana e di Gravere. Grazie, Don Enzo.

Giorgio Blais

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ANAG

RAFE

ALP

INA Gruppo di Avigliana

• Il 5 giugno 2015 il nostro so-cio e componente del direttivo Mauro Casati e la sua signora Laura sono diventati nonni del piccolo Alessio. Al piccolo Alessio, al papà Luca e alla mamma Monica, ai nonni paterni Mauro e Laura, ai non-ni materni Antonio e Patrizia e alla 95 enne bisnonna Elda, le più sentite felicitazioni di tutto il Gruppo.

Gruppo di Bardonecchia• Nella notte del 30 agosto è venuto alla luce Mirko, primo-genito del nostro socio alpino Mauro Allizond. Felicitazioni a lui, a mamma Tiziana ed a tutta la famiglia, un abbraccio alpino ed auguri per una vita radiosa al piccolo arrivato.• Congratulazioni al nostro so-cio Mathias con la moglie Sara ed al nostro vicecapogruppo Marco, per la nascita della so-rellina di Matilde, Carlotta.

Gruppo di Condove• Il nostro giovane socio Enri-co Girardi con la cara consorte Claudia annunciano la nascita della loro primogenita Cecilia.

Agli sposini le nostre più vive felicitazioni e alla piccola stella alpina un mondo di felicità.• A casa Tonini è arrivata la piccola Anna! Sappiamo che con i tre fratelli sarà in ottima compagnia, le nostre felici-tazioni a mamma Laura e al nostro socio Mario da adesso salito con quattro stelle al gra-do di papà di Corpo d’Armata.

Gruppo di Rubiana• Per la gioia dei nonni Lu-ciana e Carlo Bert, vice capo-gruppo e vice presidente della Sezione Val Susa - bassa valle, dei genitori Susanna e Stefano e della sorellina Giorgia sono arrivati Edoardo e Tommaso: Felicitazioni e auguri da tutto il Gruppo.

Nascite

Gruppo di Almese• Nello scorso mese di agosto sono decedute: la sig.ra Carla Turone vedova Salsa di anni 79, mamma del socio Gianma-ria Salsa e la sig.ra Nella Goffi vedova Gorda all’età di 95 anni, mamma del socio Ivo Gorda. Ai rispettivi figli, ed a tutti i famigliari in lutto porgia-mo le più sentite condoglianze da parte di tutti gli alpini ed amici simpatizzanti del Gruppo.

Gruppo di Avigliana• È “andato avanti” il nostro socio Sandro Salvaia. Quando un personaggio sto-rico come Te, caro Sandro, va avanti, ci sentiamo tutti più soli, con la pesante responsa-bilità di proseguire per quella strada associativa che tu avevi contribuito in modo così’ fon-

damentale a mantenere viva. Resterà in noi il ricordo della tua presenza nelle attività di Gruppo così come il ricordo delle tue barzellette che giun-gevano pronte, quasi per alleg-gerire le difficoltà della vita. Resterà in noi il ricordo dell’a-more che avevi per la preghie-ra dell’alpino, tanto che lo rite-nevi un onore poterla recitare nelle varie occasioni.

Alla sua signora Carla, ai figli Nicoletta ed Eugenio le più sentite condoglianze di tutto il Gruppo. • È andato avanti il nostro socio Vito Tabone, da decenni nostro iscritto. L’essere alpino, per lui era fondamento di vita. Alla sua signora e a tutti i suoi familiari le più sentite condo-glianze di tutto il Gruppo. • Il nostro socio e componen-te del direttivo, Antonio Bonù è stato colpito da una grave lutto. La sua signora Rosalba è ritornata alla casa del Padre. Al nostro socio Antonio, al figlio Marco, alla nuora Monica e all’adorato nipote Nicolò tutti i componenti del Gruppo, vicini al profondo dolore, porgono le più sentite condoglianze. La cara Rosalba saprà sicu-ramente esservi vicino anche

ora in tutti i momenti della vo-stra vita.

Gruppo di Bardonecchia• Il 18 aprile scorso è venuto a mancare Carlo Barneaud. Classe 1947, da sempre iscrit-to e partecipe nel Gruppo, caro amico e collega di molti. Ai suoi congiunti giungano le più sen-tite condoglianze da parte di tutti i soci. • Il 28 agosto è venuta a man-care Angelina Faure, nonna del consigliere sezionale Alain Garnier e mamma dei soci Severino ed Andrea. A loro, unitamente ad Angelo ed Almo ed alle famiglie Faure-Garnier tutte, giungano le più sentite condoglianze dal Gruppo.

Gruppo di Borgone• È mancata la signora Dean-

Decessi

Gruppo di Bussoleno• Il 30 maggio si sono uniti in matrimonio a Bussoleno, il signor Nicola Buscarino, figlio del nostro socio e consigliere del gruppo Luogotenente. Giu-seppe, con la signorina Fede-rica Liut. Ai novelli sposi le più vive fe-licitazioni di un felice matri-monio dal direttivo e da tutto il Gruppo.

Gruppo di Condove• Il socio Bruno Borla con la consorte Valeria, annunciano il matrimonio della loro cara figlia Sara con il signor Andrea Vair. Agli sposini auguriamo una lunga e felice vita coniugale e, come si dice, figli maschi.

Gruppo di Sant’Antonino• Sabato 5 settembre 2015 ci sono state le nozze di Stefania Goi, figlia del nostro revisore dei conti Dino Goi. Il Gruppo augura un futuro sereno a tutta la famiglia.

Gruppo di Villar Focchiardo• Il 29 giugno 2015 la signo-rina Elena Martellosio, figlia del nostro socio Giovanni, si è unita in matrimonio con il Sig. Sergio Dufour. Ai novelli sposi il Gruppo porge le più sentite felicitazioni.

Matrimoni

Gruppo di Rubiana• Complimenti a neo laureato Ing. Emil Rossato figlio di Remo Rossato.

AnniversariGruppo di Rubiana• Congratulazioni dal direttivo e dal Gruppo al nostro socio alpino Piero Fostinelli, compo-nente del direttivo, e alla con-sorte Elsa che hanno raggiunto il ragguardevole traguardo dei 55 anni trascorsi insieme.

Laurea

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ANAGRAFE ALPINA

na Bergamini, moglie di Dino Caldana nostro revisore dei conti. Il Gruppo sentirà la sua mancanza perché era sempre presente a tutte le manifesta-zioni. A Dino, ai figli e ad Edo-ardo, anche lui alpino, le più sentite condoglianze.• È mancata alla veneranda età di 98 anni Carola Bar, non-na degli alpini Fabrizio e Gian Marco Carnino. Ad entrambi ed alle rispettive famiglie vadano le più sentite condoglianze del Gruppo.

Gruppo di Bussoleno• Il giorno 8 agosto a Busso-leno è mancata a 89 anni la signora Elvira Pellissero ved. Bellando, mamma del nostro socio alpino Walter. Il direttivo e tutto il Gruppo si uniscono al dolore di Walter, della mo-glie Anna, e dei nipoti Flavio e Marco e porgono le più’ sentite condoglianze. • Il giorno 9 agosto presso la residenza S.Giacomo di Susa è mancato dopo lunga malattia il signor Francesco Pesando, suocero del nostro socio al-pino e vicecaposquadra della P.C “Orsiera” Felice Angelini. Il direttivo, tutto il Gruppo e la squadra di protezione civile “Orsiera”si uniscono al dolore della moglie Ida, delle figlie Carla con Secondino, Maria con Felice e dei nipoti France-sca e Maurizio e della pronipo-te Beatrice, e porgono le più sentite condoglianze.

Gruppo di Caprie• Il nostro socio Giovanni Du-rando, classe 1934, è andato avanti e mercoledì 8 luglio 2015 si sono svolti i suoi fu-nerali.Viveva con la moglie Rina a Novaretto, aveva due figli: Elio e Luciano, un nipote: Gianni ed un fratello Franco.Artigliere alpino, ha svolto il suo servizio militare a Saluzzo.Giovanni ha iniziato a lavorare alla Magnadyne di Sant’Anto-nino e successivamente alla Fiat, prima a Torino e poi alle Ferriere di Avigliana. Raggiunta la pensione, si è dedicato sem-pre ai lavori di campagna. Una vita impostata sul lavoro e sulla

famiglia. Giovanni partecipava volentieri alle feste organizzate dal nostro. Gruppo.Tante le persone che hanno partecipato al suo funerale e che hanno dimostrato affetto. Numerosi sono stati i Gruppi che hanno partecipato con i loro gagliardetti e la Sezione ha partecipato con il vessillo sezionale. Alla moglie, ai figli e a tutti i famigliari, le più sentite con-doglianze da parte del Gruppo.

Gruppo di Chiusa S. Michele• È mancata la signora Liliana Prelide sorella della nostra so-cia aggregata Adriana e zia dei soci alpini Roberto Maritano e Walter Perotto. A loro e alle loro famiglie giungano le con-doglianze del Gruppo• È mancato il signor Giorgio Ferrante suocero del nostro socio alpino Gilberto Talmelli. A lui e alla moglie Giovanna le condoglianze del Gruppo

Gruppo di Condove

• Il nostro socio, ma soprat-tutto amico, Martino Dosio è “andato avanti”. Della classe 1928 fece il servizio militare in Friuli in un periodo assai difficile. Consigliere del Grup-po, sempre disponibile ha partecipato a tutte le necessità che l’associazione richiedeva a cominciare dal terremoto in

Friuli a Villa Santina. Anche nel Gruppo era una presenza indi-spensabile, ricordiamo il suo impegno nella costruzione del-la nostra casetta, nel costruire il monumento alle penne moz-ze, al monumento alla civiltà alpina a Mocchie. Nelle varie attività del Gruppo era sempre presente e da persona efficace dimostrava tutte le sue capa-cità. Purtroppo aggiungeremo il suo nome agli oramai tanti soci che ricordiamo con tanto affetto. A Emilia, la moglie, che da poco tempo la morte del figlio, è difficile trovare delle parole che possano consolarla, tuttavia a Lei e a tutti i familiari rinnoviamo la nostre fraterne condoglianze.

Giovanni Pesce• È mancata la mamma del nostro socio Oscar Betti. La si-gnora Enza da qualche tempo era sofferente e questo caldo, probabilmente, è stato fata-le. A Oscar e a tutti i familiari rinnoviamo le nostre fraterne condoglianze.

• Gruppo di ExillesIl giorno 12 giugno è mancata la signora Ada Blais, mamma del nostro socio Angeo Rougier. Ad Angelo, alle figlie Silvana e Franca, al fratello Ugo e a tutti i parenti il Gruppo porge le più sincere e sentite condoglianze.

• Gruppo di ForestoÈ deceduta recentemente la signora Concessa Allasio ved. Zeppegno, suocera del socio Valter Pistone. Al caro Valter ed ai famigliari tutti, il gruppo por-ge sentite condoglianze.

• Gruppo di GravereÈ “andato avanti” l’artigliere al-pino Angelo Gastaudo, per anni stimato e valevole capogruppo,

sempre presente alle nostre adunate. Tanti erano i suoi im-pegni e si rischia di tralasciar-ne qualcuno.Alla famiglia vadano le più sentite condoglianze da tutto il Gruppo.

Gruppo di Meana

• Dal 23 luglio 2015 Meana è un po’ più povera perché ha perso un grande uomo. È infat-ti “andato avanti” il socio alpino sten. Luciano Pelissero. La notizia della sua scomparsa ha lasciato attonito tutto il pa-ese, tanto Luciano era stimato e benvoluto da tutti. Egli era persona di alto livello cultura-le e intellettuale e costituiva una specie di istituzione nella comunità di Meana. Impren-ditore di successo, ha sempre partecipato a tutte le attività del paese, per decenni am-ministratore comunale dove ha ricoperto ruoli di assessore e consigliere; socio e per un lungo periodo presidente della Squadra Protezione Civile di Meana non avendo mai nel suo pensiero ciò che era stato fatto ma sempre ciò che bisognava ancora fare. E poi la sua grande passione, il canto, ed eccolo sempre pre-sente ed attivo nella Cantoria Parrocchiale ma per noi alpini l’importante era che fosse un nostro socio. La sua presenza non veniva mai richiesta ma data per scontata, sempre en-tusiasta ed orgoglioso di quel cappello che ha tanto amato e rispettato. Nell’ambito del Gruppo ha ri-coperto tutti i ruoli, soprattutto per anni è stato il nostro capo-gruppo sempre con la simpatia e la cordialità che lo distingue-vano e se talvolta arrivavano i suoi rimbrotti era sempre e

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ANAG

RAFE

ALP

INA

Offerte pro ScarponeIl direttore, la redazione e il consiglio sezionale ringraziano quanti con le donazioni aiutano il lavoro che permette l’uscita del nostro giornale sezionale. Le donazioni si posso fare direttamente tramite i Gruppi o per posta sul CONTO CORRENTE POSTALE 83325274• Ezio Castagno - Avigliana € 10,00 • Gruppo alpini Rubiana € 50,00 • Tavano Riccardo - Asti € 20,00 • Lucia e Bruno Borro-ni - Condove. A ricordo del loro 50° di matrimonio € 20,00 • Famiglia Nicol - Caprie. In memoria di Date Nicol. € 50,00 • Italo Barbier - Oulx € 50,00 • Enrica e Giuseppe Fiore - Mattie. In memoria del papà € 20,00 • Valeria e Bruno Borla - Condove. In ricordo del matrimonio della figlia Sara € 50,00 • La famiglia in memoria di Angelo Gastaudo - Gravere € 30,00 • Totale € 300

soltanto per stimolo ad essere più presenti e a fare di più. In sintesi nella sua mente c’era un solo obiettivo ed una sola priorità: il bene di Meana e dei meanesi.Alla famiglia giunga il cordoglio di tutti gli alpini meanesi nel-la certezza che il vostro dolo-re viene un po’ mitigato dalla consapevolezza di aver avuto il privilegio di vivere accanto ad una persona eccezionale che anche da dove si trova adesso saprà esservi di aiuto.

Mario Perotto

Gruppo Novalesa

• Il giorno 28 luglio è mancato l’alpino Silvio Gattiglio iscritto al Gruppo da molti anni e va-lidissimo collaboratore. Al figlio Maurizio, alla sorella Maria e ai famigliari tutti giungano le più sentite condoglianze da tutto il Gruppo.• Il giorno 23 luglio è manca-ta la signora Luigia Belmondo, mamma del nostro consigliere sezionale, nonché tesoriere, Francesco Foglia da anni iscrit-to presso il nostro Gruppo e prezioso per la volontà e l’im-pegno sempre profuso. A lui e a tutta la sua splendida famiglia giungano le più sentite condo-glianze da tutto il Gruppo.

• Il giorno 2 settembre è mancata la signora Zenaide Chiapusso mamma del nostro revisore dei conti nazionale e consigliere sezionale Ma-rio Botteselle e dell’altro figlio Bruno anch’egli alpino e iscrit-to nel nostro Gruppo da lunga data. Mamma di grande valore e maestra scolastica amata e stimata, ha occupato da sem-pre un posto di prestigio nella società e nel paese. Ai figli e parenti tutti giungano le più sentite condoglianze da tutto il Gruppo.

Gruppo di Rubiana• Il Gruppo porge le più sentite condoglianze per la scomparsa del nostro socio alpino Teresio Ferrero alla moglie Anna e a tutti i famigliari.• È “andato avanti” il nostro socio amico Mario Giorda. Sentite condoglianze alla mo-glie Laura, alla figlia Marina e a tutti i famigliari.• Condoglianze dal Gruppo per la scomparsa del nostro socio alpino Carlo Scaini ai figli Delia ed Ermanno.• Il Gruppo porge le più sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Rosanna Gallo ved. Bonavero nostra socia e mamma del nostro socio alpi-no Danilo.

Gruppo di Susa• Il giorno 28 maggio si sono svolti i funerali della signo-ra Maria Fantino ved. Peirolo mamma del nostro socio ar-tigliere alpino Marco. Ai fa-migliari tutti colpiti da questo grave lutto il Gruppo porge le più sentite condoglianze

Gruppo di Sant’Ambrogio• L’8 di luglio è mancato Er-nesto Gallo, classe 1919, no-vantesei anni portati in piena forma con lucidità e grande memoria. Santambrogese doc nato e vissuto nella casa di

famiglia nel centro storico del paese sotto la Sacra. Ernesto fu inquadrato nelle truppe al-pine, battaglione di servizio ad Exilles dentro la fortezza utilizzata come centro di ve-stiario e approvvigionamento. Siamo negli anni Quaranta e da lì passarono centinaia e centinai di giovani appena arruolati. Ricordo di quando il signor Ernesto mi racconta-va di quel periodo, di quando era li a dare le divise ai suoi coetanei, ad armarli e vestirli. Nessuno sapeve fare lo zaino e così al costo di una cena in trattoria lui faceva da maestro! Terminata la guerra eccolo alle prese con i macchinari della “Moncenisio” a Condove. Il sorriso sempre bonario, una lucidità fresca e consapevole erano le sue caratteristiche ol-tre la sua alpinità manifestata in tante occasioni come deca-no del Gruppo. Il direttore della rivista e il Gruppo formulano le più sentite condoglianze alla famiglia.

Gruppo di Sant’Antonino• Il 18 agosto è mancata la sig.ra Teresa Bergamo ved. Andol-fatto, mamma del nostro socio Renzo Andolfatto. Il Gruppo porge le più sentite condo-glianze a tutta la famiglia.

Gruppo di Villa Focchiardo• Il 30 luglio è mancato il si-gnor Luigi Miletto di anni 84, suocero del socio Luciano Alpe.Alla famiglia giungano le no-stre più sentite condoglianze.• Il 10 agosto è mancato il si-gnor Giuseppe Rovere di anni 78, papà del socio Claudio. A Claudio e famiglia il Gruppo porge sentite condoglianze.La Sezione e la redazione dello “Scarpone Valsusino” parte-cipano la dolore di Claudio ex direttore del giornale

Ana ValsusaSeguiteci su: www.anavalsusa.it LS lo scarponcino valsusino

Anniversario di morte

Gruppo di Mattie• Federico e Enrica in ricordo di Virginio Fiore nel 5° anniver-sario della morte.

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NOTIZIARIO

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Notiziario sezionale

GIUGNO3 giugno Susa • Consiglio Sezionale6 giugno Annecy • Incontro annuale con il 27° BCA. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Balbo e consi-glieri Anselmetto e Tisserand.6 giugno Susa • Santa Messa in onore dei caduti della grande guerra. Presente: vicepresidente Bartolotti.7 giugno Vinovo • 95° di fondazione della Sezione di Torino. Presente: consigliere Anselmetto.7 giugno Santo Stefano Roero • 16° raduno degli alpini del Roero. Presenti: presidente Sosello, consiglieri Amprimo e Bosco.8 giugno Oulx • Premiazione vincitore concorso mani-festo 2016. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Balbo ed il con-sigliere Tisserand.12 giugno Susa • Serata del coro “Primavera” a ricordo della grande guerra. Presente: vicepresidente Bartolotti.14 giugno Susa • Festa dei Carabinieri. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Bartolotti e pre-sidente della Fanfara sezionale Combetto.16 giugno • Salita al Monte Nero per il 100° anniversa-rio della conquista. Presenti: presidente Sosello, consigliere Demuti e gli alpini Gen. Blais, ten. Corona, Baudracco e Campo Bagatin.16 giugno Exilles • 100° anniversario del Monte Nero. Presenti: vicepresidenti Balbo e Bert, consiglieri Amprimo, Anselmetto, Baro, Bosco, Giors, Perotto, Sacco, Tisserand ed il presidente della Fanfara sezionale Combetto.20 giugno Colle del Moncenisio • Inaugurazione del sen-tiero della pace. Presenti: vicepresidenti Bartolotti e Bert.21 giugno Exilles • Festa sezionale. Presente il consiglio al completo con due sole defezioni, la Protezione civile sezionale e la Fanfara sezionale.27 giugno Cesana • 75° anniversario della battaglia delle Alpi. Presenti: presidente Sosello, vicepresidente Balbo, consiglie-ri Arcidiacono, Tisserand e presidente della Fanfara seziona-le Combetto.28 giugno Mattie • 90° di fondazione del Gruppo. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresi-denti Balbo e Bartolotti, consiglieri Amprimo, Arcidiacono, Baro, Bosco, Perotto, Sacco e la Fanfara sezionale.28 giugno Chiaverano • 85° di fondazione del Gruppo. Presente: vicepresidente Bert.28 giugno Fenestrelle • Festa sezionale Pinerolo. Presente: consigliere Anselmetto.

LUGLIO5 luglio Colle di Nava • Commemorazione “Cuneense”. Presenti: vicepresidente Balbo ed i consiglieri Amprimo, Giors e Baro.12 luglio Oulx • 90° di fondazione del Gruppo e 7° ra-duno dei “lupi” della 34. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresi-dente Bert, consiglieri Amprimo, Anselmetto, Baro, Bosco, Garnier, Sacco, Tisserand e la Fanfara sezionale ed il refe-rente giovani Barone.12 luglio Meana • Sacro Cuore. Presente: consigliere Perotto.19 luglio Colle dell’Assietta • Festa del Piemont. Presenti: consigliere Perotto.26 luglio Pellegrinaggio al Rocciamelone. Presenti: presidente Sosello ed il consigliere Garnier.26 luglio Picreaux • 84aᵃ commemorazione della sciagura. Presente: vicepresidente Balbo.1 agosto Gravere • Festa al Deveis. Presente: consigliere Bartolotti.2 agosto Sestriere • Festa a Monterotta. Presenti: presi-dente Sosello ed i consiglieri Demuti e Tisserand.3 agosto Susa • Consiglio Sezionale.5 agosto Mompantero • Processione trittico. Presenti: presidente Sosello e alcuni membri del CDS.5 agosto Paspardo • 38° di fondazione del Gruppo. Presente: vicepresidente Bert7 agosto Torino • Cambio Comandante Compagnia co-mando e supporti tattici “Taurinense”. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vicepresi-dente Bartolotti, consiglieri Foglia, Garnier, Olivero, Sacco ed il presidente della Fanfara sezionale Combetto.9 agosto Giaglione • Festa di Santa Chiara. Presenti: consiglieri Baro, Bosco e Giors.9 agosto Bar Cenisio • Festa del Grupo di Venaus. Presente: vicepresidente Bartolotti.20 agosto Giaveno • Incontro con il Comandante delle TT.AA. gen. Bonato. Presente: presidente Sosello23 agosto Novalesa • Festa d’Estate. Presenti: vicepresidente Bartolotti, consiglieri Baro, Bosco, Foglia, Perotto ed il consigliere nazionale Botteselle.30 agosto Cesana • Festa del Gruppo. Presenti: presidente Sosello, vicepresidenti Balbo e Barto-lotti, consiglieri Anselmetto, Demuti, Perotto e Tisserand e la Fanfara sezionale.31 agosto Susa • Consiglio Sezionale.4 settembre Pinerolo • Cambio di comandante al 3° alpini. Presenti: presidente Sosello con l’alfiere Gallina, vi-cepresidenti Balbo, Bartolotti e Bert, consiglieri Anselmetto, Bosco, Calliero, Foglia, Sacco ed il presidente della Fanfara sezionale Combetto.

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L’annunzio deLL’armistizio

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