POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per...

20
ISSN 1724-7594 POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL 35372003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 - N.46) ART. 1, COMMA 2 - DCB - ROMA ANNO XXX NUOVA SERIE - N.4 LUGLIO - AGOSTO 2010 oggi a scuola uniti per i bambini il MONDODOMANI Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus

Transcript of POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per...

Page 1: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ISSN 1724-7594

POS

TEIT

ALI

AN

ES

PA-

SPE

DIZ

ION

EIN

AB

B.P

OS

TALE

DL

3537

2003

(CO

NV

ERTI

TOIN

LEG

GE

27/0

2/20

04-

N.4

6)A

RT.

1,C

OM

MA

2-

DC

B-

RO

MA

AN

NO

XX

XN

UO

VAS

ERIE

-N

.4LU

GLI

O-A

GO

STO

2010

oggi a scuolauniti peri bambini

il MONDODOMANIBimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus

il MONDODOMANIBimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus

Page 2: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

IL TUO IMPEGNOPUÒ FARE LA DIFFERENZA

Verso una scuola amica dei bambini e dei ragazzi:dalla conoscenza alla pratica dei diritti

La Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è una tappa fondamentale lungo lo storico percorso volto a realizzare un mondo “a misura di bambino”.In questi 20 anni sono stati compiuti enormi progressi sul fronte dei diritti dell’infanzia, ma molto resta ancora da fare.

Il Programma “Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi” propone un percorso che vuole coinvolgere il mondo della scuola in un processo di attuazione dei diritti enunciati dalla Convenzione. Non basta infatti conoscere e studiare i diritti dei bambini e dei ragazzi:occorre lavorare e creare i presupposti educativi affinché i bambini e i ragazzi possano viverli e condividerli

Sul sito www.unicef.it potrai trovare tutte le informazioni sul Programma “Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi” e l’indirizzo del Comitato Provinciale UNICEF della tua città. Potrai inoltre consultare il nuovo catalogo dei materiali informativi e didattici che l’UNICEF mette a disposizione delle scuole.

Per informazioni: [email protected] e [email protected].

Adottiamo un progetto: Scuole per l’AfricaUna Scuola Amica è una scuola in cui è forte l’impegno per la solidarietà intesa non solo come sostegno economico ma anche come riconoscimento dei diritti fondamentali per i bambini e i ragazzi in qualsiasi parte del mondo essi vivano.“Scuole per l’Africa” è una Campagna di raccolta fondi lanciata dalla Nelson MandelaFoundation e dall’UNICEF per garantire il diritto all’istruzione e all’educazione di qualità aibambini e ai ragazzi del continente africano.Oggi nei paesi dell’Africa a sud del Sahara un bambino su tre non ha accesso allascuola primaria.Scuole per l’Africa vuole garantire a milioni di bambini il diritto di andare a scuola peressere una risorsa importante per il futuro del loro continente e del mondo intero.Scuole per l’Africa sostiene i seguenti paesi: Angola, Burkina Faso, Etiopia,Madagascar, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Ruanda, Sud Africa e Zimbabwe.

Sostieni anche tu la Campagna Scuole per l’Africa compilando il modulo sul sitowww.unicef.itRiceverai subito il DVD e i materiali informativi sulla Campagna e a fine anno unresoconto con i risultati raggiunti grazie anche al tuo impegno.

Per informazioni: [email protected]

conc

ept:

itsgu

t.it

Page 3: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

il MONDODOMANIBimestrale del Comitato Italiano perl'UNICEF - Onlus

Anno XXX nuova serien°4 luglio-agosto 2010Registrazione Tribunale di Roman. 304 del 25.5.89

DirettoreVincenzo Spadafora

Direttore responsabileSusanna Bucci

RedazioneSilvia Antonini, Patrizia PaternòRaffaella Zannetti

Si ringraziano tutti coloroche hanno collaboratoa questo numero:

Paolo De Sanctis, Ermanno Detti,Speranzina Ferraro, Francesco Melozzi,Aurelio Simone

Si ringrazia la FLCGIL per la concessione dell’articolopubblicato alle pp. 6-7, tratto dall l'intervista di ErmannoDetti a Tullio De Mauro durante il 2°congresso nazionaledella FLC a S. Benedetto del Tronto.

Redazione e amministrazione

Via Palestro, 68 00185 Romatel 06478091 - fax [email protected]/mondodomani

Progetto grafico Silvia PersiImpaginazione KaomaStampa PrimeGrafVia Ugo Niutta, 2 00176 Roma

tel 062428352 - fax 062411356

Finito di stampare il 30/09/2010su carta ecologica e riciclata Symbol Freelife Satin

Le opinioni espresse dagli autori non riflettononecessariamente il pensiero dell’UNICEF e delComitato Italiano per l’UNICEF - Onlus

Contributo annuale per spese di stampa espedizione 20,00 euro da versare sul ccp745000 intestato a Comitato Italiano perl'UNICEF - Onlus, con causale: “ilmondodomani”

INFORMATIVA SULLA PRIVACYAi sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003I dati saranno trattati da Comitato Italiano per l’UNICEF Onlus– titolare del trattamento –Via Palestro 68, 00185 Roma, perle operazioni connesse alla donazione, per informare suiniziative e progetti realizzati anche grazie al contributoerogato e per inviare il catalogo prodotti, la rivista ed ilmateriale informativo riservati ai sostenitori, per campagne diraccolta fondi e sondaggi. Previo consenso, le informazionipotranno essere inviate anche via fax e e-mail. I dati sarannotrattati, manualmente ed elettronicamente con metodologiedi analisi statistica, esclusivamente dalla nostraorganizzazione e dai responsabili preposti a servizi connessi aquanto sopra; non saranno comunicati né diffusi né trasferitiall’estero e saranno sottoposti a idonee procedure disicurezza. Gli incaricati del trattamento per i predetti finipossono essere preposti ai rapporti con i sostenitori, al callcenter, ai sistemi informativi, all’organizzazione di campagnedi raccolta fondi, alla preparazione e all’invio di materialeinformativo. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, si possonoesercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare,cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per l’inviodimateriale informativo rivolgendosi al titolare al suddettoindirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, l’elenco deiresponsabili del trattamento.

editoriale

Nuove tecnologie, vecchi squilibridi Vincenzo Spadafora, Presidente Comitato Italiano per l’UNICEF

03 Istruzione universale:una questione di equità

05 La scuola raggiunge tutti?di Paolo De Sanctis

06 Le cose difficilidi Ermanno Detti

08 L'educazione tra paridi Francesco Melozzi

12 Dall’ardesia alla lavagnadigitaledi Aurelio Simone

14 Verso una scuola amicadei bambini e dei ragazzi

16 Libria cura di Patrizia Paternò

0410

Inqu

esto

num

ero

oggi a scuolauniti peri bambini

il MONDODOMANIBimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus

©U

NIC

EFN

YHQ

2009

-155

1N

URA

HU

SSEI

NI

Spesso mi soffermo a pensare alla possibilità di col-mare il grande divario economico, politico e culturaleesistente tra le culture occidentali e quelle dei paesi invia di sviluppo utilizzando innovativi strumenti infor-matici e tecnologici. Ma è davvero possibile globaliz-zare la conoscenza e il benessere?L’intero pianeta è investito da un’autentica rivoluzionetecnologica che riguarda il mondo dell’informazione edella comunicazione: grazie a internet è ormai possibilel'accesso a un’infinita gamma di risorse e informazioniprovenienti da ogni parte del pianeta. Ogni giorno rice-viamo notizie e immagini: le stesse che ricevono, con-temporaneamente, gli altri europei, gli australiani, igiapponesi, gli americani.La domanda che occorre porsi è se tutti i popoli parte-cipano nello stesso modo a questa rivoluzione che daanni si definisce “globalizzazione” o se ci sono paesiche non ne sono coinvolti. La globalizzazione non con-duce automaticamente a un sistema economico inte-grato, né a un superamento degli squilibri tra le diversezone del pianeta. Anzi, tutte le analisi sono concordinell’affermare che, negli ultimi anni, la forbice tra ricchie poveri nel mondo si è allargata, e la tendenza nonsembra frenarsi.Ancora oggi una minoranza dell'umanità consumal'enorme maggioranza delle risorse. Lo sviluppo dellenuove tecnologie non può eludere la domanda crucialese le nuove tecnologie sono destinate a ridurre la mis-eria e lo squilibrio, oppure tendono ad accentuarli. Iocredo che se non verranno poste in atto azioni corret-tive guidate dal lavoro strategico delle grandi organiz-zazioni internazionali come l’UNICEF, la tendenza spon-tanea porterà all’accentuarsi di questo divario. I paesiricchi hanno una maggiore connettività, un maggior liv-ello di scolarizzazione, e quindi maggiori capacità di uti-lizzare le nuove tecnologie di comunicazione. Se, nelnostro immaginario culturale, la contrapposizione traNord e Sud del mondo ha sempre significato ancheuna differenziazione tra paesi poveri e paesi ricchi.Oggi lo sviluppo delle nuove tecnologie della comuni-

cazione e il fenomeno dellaglobalizzazione demoliscono questi schemi consolidati.Sappiamo, ad esempio, che l'India, il cui reddito procapite medio è tra i più bassi del mondo, ha conosciu-to negli ultimi anni uno sviluppo eccezionale dell'indu-stria informatica. Tuttavia, solo una piccolissima partedella società indiana viene effettivamente coinvoltadalla diffusione delle nuove tecnologie. Senza dimenti-care la creazione di sacche di sottosviluppo e miserianelle periferie delle grandi città occidentali.L'esclusione dalle reti tecnologiche globali determinauna emarginazione economica dai flussi di ricchezza edi sapere. Ma quali sono i fattori che determinanol'esclusione dall'accesso alle nuove tecnologie? Un im-portante fattore di esclusione è legato alla formazionescolastica. Quasi un miliardo di persone sono entratenel ventunesimo secolo incapaci di leggere un libro odi scrivere la propria firma, tanto meno di usare uncomputer o di capire un semplice modulo. Continuanoa vivere tra malattie e miseria, in condizioni peggiori dichi, invece, sa leggere e scrivere. Sono gli “analfabetifunzionali” del mondo, e il loro numero è in aumento.I dati parlano di milioni di bambini in età scolare chestanno crescendo nei paesi in via di sviluppo senzapoter accedere all'istruzione di base. Altri milioni lan-guono in scuole scadenti, dove si impara assai poco emolti paesi non hanno ancora inserito l'accesso al-l’istruzione tra le loro priorità. Parlare di nuove tecnolo-gie applicate all'insegnamento in questi paesi fa parteancora dell'utopia anche se molto è stato fatto. Il prob-lema decisivo è, dunque, quello della formazione.Purtroppo, però, i paesi più poveri sono anche quelli incui i livelli di scolarizzazione rimangono più bassi.Perché possa realizzarsi una partecipazione effettivaalla comunicazione globale, non basta mettere a dispo-sizione dei paesi in via di sviluppo computer e modem.Occorre far avanzare un processo di formazione, chefornisca gli strumenti culturali ed informativi necessariper realizzare un'integrazione ed uno sviluppo dellezone sociali più arretrate del pianeta.

Page 4: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

Mappa mondiale del tasso di iscrizione/frequenza scolastica

Tasso netto d'iscrizione alla scuola primaria

100 milioni di bambini in età scolare non frequentano la scuola (2008); piùdi 75 milioni vivono nell'Asia meridionale e nell’Africa subsahariana.

Numero di bambini in età scolare che non frequentano la scuola, 2008

Meno del 50%50% - 89 %90% - 100%Dati non disponibili

Asia meridionale33 milioni

Africa occidentalee centrale25 milioni

Fonte: Progress for Children - Archieving the MDGs with Equity- Number 9, Semptember 2010, p. 18.

Medio Orientee Nord Africa

8 milioni

Africa meridionalee orientale19 milioni

Asia orientale e Pacifico8 milioni

America latina e Caraibi4 milioni

Paesi industrializzati3 milioni

ECO/CSI2 milioni

Page 5: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

3

«Le ragazze più povere delle comunità più bisognosesono il punto centrale di almeno sei degli Obiettivi disviluppo del millennio. Sono loro la chiave per allevia-re la povertà inter-generazionale. Quindi, se vogliamoabbassare i livelli di povertà dobbiamo investire suqueste ragazze». È quanto sottolinea Judith Bruce,esperta di analisi e consulente del programma pover-tà, differenze di genere e giovani del PopulationCouncil di New York, un’organizzazione internaziona-le senza scopo di lucro che si propone di migliorare ilbenessere e la salute riproduttiva delle giovani gene-razioni.«La mortalità materna continua a essere alta, in parti-colare in quelle aree dove le ragazze hanno menoopportunità e scarsi rapporti sociali. Queste ragazzesenza amici e relazioni sociali sono più soggette asubire ogni tipo di abuso: matrimoni forzati, abusisessuali, sfruttamento lavorativo. Abbiamo emargina-to le ragazze, ma abbiamo anche ostacolato le nostrepossibilità di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo delmillennio, senza aver capito che sono loro il motoredel cambiamento.

L’elemento più importante è che l’infanzia delleragazze è di due anni più breve di quella dei coetaneimaschi. Intorno ai dieci anni, quando il corpo dellebambine comincia a cambiare, le loro opportunità so-ciali si riducono (la possibilità di andare a trovare gliamici, l’interesse delle famiglie alla loro istruzione, lagamma di aspirazioni, la libertà di giocare). D’altraparte, un maschio è ancora un bambino fino a quat-tordici anni. Quando diventa uomo ha più vantaggi epiù scelte. La società decreta la fine dell’infanziadelle bambine molto prima dei bambini al punto chele femmine non fanno neanche in tempo a viverla.Questo fa una grande differenza».

Per misurare il raggiungimento o il fallimento di al-cune sfide globali la comunità internazionale si è do-tata di Obiettivi di sviluppo del millennio e tra questil’istruzione universale rappresenta uno dei traguardifondamentali per un futuro sostenibile di tutta l’uma-nità. Mancano cinque anni al raggiungimento degliObiettivi e come per, gli altri sette, anche il secondo,quello dell’istruzione universale può essere raggiun-to, secondo l’UNICEF, solo se non verranno esclusi ibambini che vivono ai margini, quelli delle zone re-mote e impervie, geograficamente svantaggiate, esoprattutto se tanto ai bambini quanto alle bambine,verranno date le stesse opportunità di essere istruiti.

La costruzione del testoEducazione, informazione, gioco, uso della propria lin-gua madre sono attività grazie alle quali un bambinocostruisce il senso del sé e del mondo che lo circonda.Queste attività sono fondamentali a qualunque latitudi-ne, poiché nessun essere umano sopravvive al di fuoridi una cultura: l'uomo è, sempre di più, un animale cul-turale. L'importanza della cultura, del resto, è testimo-niata dal fatto che i conflitti che insanguinano il mondonella nostra epoca sono quasi tutti di natura etnica o re-ligiosa, cioè culturale. I fattori culturali sono divenutifondamentali quanto quelli economici per garantire laconvivenza sociale o per distruggerla, e questa consta-tazione vale ovunque, dalla ricca Europa alla tormentataAfrica. Per questo non c'è da stupirsi se oggi i diritticulturali sono considerati dei veri e propri diritti umani.

La povertà è da sempre la principale causa dell'ab-bandono scolastico. Andare a scuola è considerato damolte famiglie un mancato guadagno, perché il bambi-no si sottrae a un'eventuale occupazione precoce. Glistrati più deboli della popolazione possono poi esseretagliati fuori dal diritto all'istruzione di base anche sol-tanto per il costo dei libri o dell’uniforme scolastica. Perquesto la gratuità deve essere reale, e possibilmente sidevono agevolare i bambini appartenenti alle fasceeconomiche svantaggiate.

Chi manca all’appello?Secondo le ultime stime dell’UNICEF del 2008, oltrecento milioni di bambini in età scolare non frequentanola scuola e il 52% di questi mancati alunni erano fem-mine. I tassi più bassi si riscontrano nella regione più asud dell’Africa subsahariana, dove solo il 65% dei bam-bini in età scolare frequenta effettivamente le lezioni.

La disparità di ricchezza tra le famiglie è ampiamen-te diversificata nei paesi africani: in Liberia i bambinidelle famiglie più ricche frequentano le scuole elemen-tari 3,5 volte in più rispetto ai bambini delle famiglie piùpovere, mentre nello Zimbabwe, le possibilità dei bam-bini ricchi di accedere all’istruzione sono appena supe-riori rispetto ai bambini più poveri. Anche le differenzetra le zone di residenza sono marcate. Nei dati disponi-bili dei 43 paesi, l’86% dei bambini che abitano nellecittà frequenta le scuole elementari, in confronto alsolo 72% dei bambini delle zone rurali. Le più ampie di-sparità sono presenti in Liberia e in Niger, dove i bambi-ni che frequentano le elementari nelle città sono il dop-pio rispetto a quelli delle zone rurali.

obiettivi internazionali

Istruzione universale:una questione di equitàInvestire nell'istruzione dei più svantaggiati di tutti i paesi del mondo non è soltanto unaquestione di giustizia, ma anche di efficacia. Abolire le tasse scolastiche, sostenere lefamiglie povere e garantire acqua, servizi igienici e programmi di educazione igienica nellescuole sono fattori determinanti per promuovere l'iscrizione scolastica e la frequenza,soprattutto delle bambine e favoriscono al tempo stesso lo sviluppo dell'intera società.

Page 6: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

4

«La scuola raggiunge tutti. La scuola deveraggiungere tutti. Devo far sì che la scuolaraggiunga tutti. Devo spendere tutte le mie forze ele mie energie perché il mio lavoro rauco equotidiano a scuola possa raggiungere tutti i mieialunni o almeno la maggior parte».

Questi (in un’ascendente climax di fatica epartecipazione emotiva) alcuni dei propositi cheall’inizio di ogni anno scolastico girano nella testa dimolti professori delle scuole italiane. Sia sullaspinta di un fisiologico altruismo (fare l’insegnantevuol dire credere nella trasmissibilità dei saperi, neisaperi che si provano a trasmettere e credere chetu stesso sia il volano di quella trasmissione); siasulla spinta di un fisiologico egoismo (chi amapredicare nel deserto o peggio in un’affollata echiacchierosa agorà della quale forse, a guardarbene, proprio tu finisci per essere l’unica macchiadi deserto).

Sintomatico a questo proposito è ricordarecome l’antica sapienza ebraica sottolinei che unadelle prime cose, se non la prima, che deve fareun insegnante è trovarsi degli alunni. Per chiinizialmente intraprenda questa professione o perchi la osservi dall’esterno potrebbe forse risultarecomplicato da comprendere fino in fondo; è disalvifica chiarezza e verità per chi invece ha preso

dimestichezza con la professione in questione.“Trovarsi degli alunni” vuol dire per l’appunto

cercare e trovare delle persone a cui trasmetterealcune delle poche cose che si sanno, persone concui aprire e vivere un dialogo critico, formativo emigliorativo delle parti in causa.

“Trovarsi degli alunni” al contrario certamentenon vuol dire imbattersi in ostacoli cheinterrompano, come scogli in un’aula, l’armoniosaemissione e propagazione di onde sonore dallabocca dell’insegnante, in modo da inficiarne l’ecoperfetta.

L’etimologia della lingua italiana del resto ciaiuta a capire bene cosa sia un “alunno”, o almenocosa sia stato e come è stato concepito.

L’alunno, condividendo curiosamente la stessaradice linguistica di una parola apparentemente adessa lontanissima come “alimento”, legata alverbo latino “alo, far crescere, nutrire”, è infatti“colui che viene alimentato/nutrito”.Alimentato, nutrito, ci si deve domandare, da chi?

La risposta credo sia ovvia: dal suo maestro,cioè dall’insegnamento, dalle nozioni, dalconfronto, dal metodo che il maestro devetrasmettergli nel luogo liberato della Scholè, laquale non è nient’altro che una banca del tempo.Che responsabilità!

Ora che abbiamo stabilito chi dobbiamo trovare,ci si pone la difficile questione del come. Comedevo cercare e trovare questi alunni?

Come ne pesco di più? Come rendo piùefficace il mio lavoro? Cosa devono e possono faregli insegnanti per scoprirne, scovarne il maggiornumero possibile, per migliorare la qualità deglialunni trovati facilmente. Questa la domanda da unmilione di dollari per un professore responsabile?

La ricerca della pietra filosofale per la didattica,la risposta alla domanda «Esiste Dio? Se sì chi è?».

Se fosse facile, la scuola sarebbe il regno delBengodi, una comunità di beati sospesa fra il cieloe la terra. La realtà delle cose e della quotidianitàmostra fin troppo chiaramente che così non è.

Il prosieguo della mia riflessione prescinderà inmaniera scorretta da questioni materialmenteimprescindibili, non considererà cioè i problemiconcreti e reali che impestano l’istituzionescolastica peggiorandone la qualità, come, senza

in classe

La scuola raggiunge tutti?La scuola come banca del tempo dove l’alunno - dal latino alo, far nutrire, crescere - siaappunto “alimentato”dal suo maestro. Come? Rendendo la complessità e la conoscenzadel reale comprensibile e divulgabile, senza renderla superficiale.Questa è la sfida quotidiana del discente e del discepolo.

di Paolo De Sanctis,Professore di Lettere presso gli Istituti superiori

©U

NIC

EFN

YH

Q20

08-1

796

GIA

CO

MO

PIR

OZZ

I

Page 7: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

5

scendere nello specifico, i contratti, i salari, laprecarietà del lavoro, il peso sociale della classedocente, le interferenze, le dinamichediversamente presenti all’interno di ogni singoloistituto, alcune burocrazie. Eliminerò in sostanzaalcune zavorre della realtà, per proseguire così,parlando solo e idealmente di aule.

Certamente le programmazioni del da farsi nonpossono prescindere da preliminari valutazioni dichi abbiamo davanti, di chi siede ai banchi, di unanecessariamente approssimativa valutazionepreliminare del loro potenziale cognitivo escolastico. Da queste valutazioni dobbiamo partireper capire cosa fare e come farlo. Tener conto dichi abbiamo davanti però non vuol dire certorinunciare alla complessità delle materie cheinsegniamo nelle classi. Vuol dire piuttostodomandarsi come, in che grado e misura inserire erendere accessibili le complessità delle disciplineche esercitiamo con gli studenti. Il problema ècertamente maggiore e di più difficile soluzione perle cosiddette materie tecniche. È ovvio che gliinsegnanti non si debbano muovere per stradealtissime dal linguaggio e dai contenuti accademici,ma debbono piuttosto riuscire a rendere (qui sta ladifficoltà, qui il paradosso) quella complessità,quella difficoltà, di cui si diceva sopra,comprensibile e divulgabile.

Accedere alla complessitàNegare, far sparire la complessità delle discipline èuna soluzione ignobile, è come voler chiudere gliocchi degli studenti sulla realtà. Nessuno desideraquesto. Come far passare, come renderecomprensibile quella complessità di cui noi siamosolo una parte e di cui noi stessi comprendiamosolo una parte? L’unico modo empirico che a meviene in mente e che mi sembra applicabile èquello di ridurre le difficoltà, farle scendere al livellodella maggior parte della classe, alla loro capacitàdi poterle leggere. Magari attraverso l’uso di unlinguaggio comune o meglio, dato che “comune”è una parola scivolosa, attraverso il ricorso asituazioni e dinamiche di scambio fra i mondidiversi che i ruoli di studenti e insegnantirappresentano.

L’insegnante deve guidare questa complessitàabbassata e semplificata per dare all’alunno lasensazione che lui gradualmente la possa cogliere,sintetizzare. Quello poi sarà il momento disollevare l’asticella della complessità fin dove siriesce, fin dove riusciamo a sollevarla (in rapportoalle forze sia dell’insegnante stesso sia deglistudenti). Bisognerebbe dunque avvicinarsi aglistudenti per poi allontanarsi. Non farsi raggiungere.

Da questo punto di vista il rapporto docente-discente assomiglierebbe ad una sorta di gioco diacchiapparella, dove l’insegnante scappa (peròscappa a vista, dando cioè l’impressione di poter

essere catturato) e lo studente insegue. Bisognafar assoluta attenzione che questa acchiapparellanon si trasformi nell’altro classico dell’infanzia: ilnascondino. Se a nascondino il giocatore che sinasconde meglio è il più abile a giocare e finisce,se è bravo a fare tana, per vincere la partita,l’insegnante che si nasconde dove non può esserené visto né trovato inesorabilmente perde la suapartita, la partita della sua professione.

Avvicinare il livello della complessità del reale edelle discipline al livello degli studenti, senza maitrasformare però la complessità in facilità.

Nessuno ha bisogno di una scuola facile,spontanea, simpatica e accattivante, nessuno habisogno di una scuola che ci dica solo quantosiamo bravi e che ci rassicuri nelle nostre certezze.

Nessuno ha bisogno di una scuola-truffa. Confatica gli studenti salgono verso i livelli stabiliti dagliinsegnanti che si trovano sempre quel gradino didieci centimetri avanti. L’insegnante tira dunque levolate degli studenti, della loro conoscenza, delleloro conoscenze.

Sempre a proposito di corsa il professoreassomiglierebbe, secondo questa riflessione, aquella buffa figura dell’atletica leggera: la lepre.

Una figura che le prime volte si fatica davvero acapire: perché mai, infatti, un’atleta nelle gare dicorsa di una certa lunghezza comincia a correre piùforte degli altri per imporre un ritmo che non riescea tenere, per essere alla fine superato da tutti eper sparire dalla gara? Questo a mio avviso è illavoro principale del professore, che però restaassolutamente inutile, se isolato e non supportatodall'impegno delle altre parti che compongono lascuola.

La scuola, infatti, non viene fatta solo daidocenti.

È composta allo stesso modo dagli studenti(quelli che si trovano subito, quelli che devonoessere trovati e quelli che non si trovano perniente), dalle dirigenze scolastiche, daiprovveditorati, dai ministeri.

Fra tutte queste figure la parte più importanteperò, la giocano soprattutto gli studenti, gli alunni.

Non lo dico per derogare alle responsabilità o aidoveri che la mia professione prevede; lo dicosolamente mosso da un enorme rispetto per glistudenti e per le loro fresche e vivaci intelligenze.

Se il professore deve recitare il ruolo dellalepre, l’alunno deve impegnarsi a lanciarsi nellacorsa con convinzione e voglia di correre.

Qualsiasi sforzo altrimenti è inutile,improduttivo e inefficace.

La scuola, la Scholè come luogo liberato ecome banca del tempo finisce, a tutti i livelli, peressere raggiunta solo da chi si vuole farraggiungere, da chi si vuole spendereprofondamente nel lavoro del proprio ruolo.

Almeno nel nostro Occidente.

Page 8: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

6

Contrappuntata dalla lettura di filastrocche diGianni Rodari, la conversazione si srotolainanellando i temi della lettura come finestra cheapre orizzonti; della lingua per capire e farsicapire, per ascoltare e riconoscere le ragioni deglialtri; i temi della dignità del lavoro e dei lavori;della scuola italiana e dei suoi grandi meriti, oggipoco riconosciuti.D: Oggi si parla di Rodari, a trent'anni dalla morte,quel Rodari, per il quale era importante "Fare lecose difficili": «È difficile fare le cose difficili:parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco.Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare lamano al cieco, cantare per il sordo, liberare glischiavi che si credono liberi».R: Rodari è stato innanzitutto maestro poipartigiano, poi ha lavorato nei giornali dellasinistra. Ha cominciato come cronista. Girava peri mercati, andava a guardare i prezzi. Lo facevacon grande cura. Finché gli capitò un'occasione:la mamma di una bambina gli chiese di scrivereuna filastrocca. La filastrocca viene pubblicata eha un grande successo. Ne scrive altre, dopopoco arriva a fare un'intera pagina, dedicata airagazzi, alla scuola, al lavoro.

Eccola, si intitola “L'odore dei mestieri": «Io sogli odori dei mestieri: di noce moscata sanno idroghieri, sa d’olio la tuta dell’operaio, di farina sail fornaio, sanno di terra i contadini, di vernice gliimbianchini, sul camice bianco del dottore dimedicine c’è buon odore. I fannulloni, stranoperò, non sanno di nulla e puzzano un po’».

I bambini devono capire che nella vita sipossono fare tante cose diverse e hanno tutteuna loro dignità. Un odore. Fantasia. Gusto delleparole. Delle parole di ogni giorno da mettereinsieme. Questa è la cifra della produzione diRodari, come in “Favole al telefono”: non ilmondo arcaico, ma il mondo di ogni giorno.D: Questo parlare, ascoltare, sentire le ragionidegli altri, era proprio di Rodari.R: Sì, padroneggiare l'italiano standard significausare parole di cui i tre quarti sono già nellaDivina Commedia. Bisogna evitare quello che

Italo Calvino chiamava "Il terrore semantico degliintellettuali italiani" che fa sì, per esempio, che ilPresidente della Repubblica non "va"ma "si reca".Su questo Rodari era attentissimo. Tentava dicapire e di farsi capire. Raccomando a tutti lalettura del vademecum “I nove modi perinsegnare ai ragazzi ad odiare la lettura”. Rodarisapeva bene, che il rapporto col testo scritto èfondamentale per aprire nuovi orizzonti.

Raccomandava di parlare molto in famiglia eche i grandi leggessero racconti e filastrocche aibambini. Le indagini sul campo ci dicono chequesto è molto importante. Insomma, un libro algiorno leva ogni lezione privata di torno.

Oggi, grandi indagini scientifiche dimostranoche la lettura è fattore di crescita, cognitiva,affettiva, globale per i ragazzi e le ragazze.

Rodari lo sapeva già. Al contrario, ancora ogginon lo sanno tanti comuni italiani, tre quarti deiquali non ha una biblioteca. Né lo sanno i lorocittadini. Anche questo fa parte delle cose difficili,di quelle da fare per "liberare gli schiavi che sicredono liberi".D: Un dato Istat: più del 50% di italiani non leggenemmeno un libro all'anno. Tra questi vi sonomolti imprenditori e dirigenti che lo dichiaranotranquillamente.R: Significa che non se ne vergognano. Peraltro,anche non tralasciando i cosiddetti lettori morbidi,cioè quelli che leggono quantomeno un libro diricette o una guida turistica, si legge molto poco.Poco davvero. Anche per la matematica la letturaè fondamentale: se i bambini non sanno leggere,nemmeno capiscono il testo del problema.

A proposito di matematica: «Inventiamo deinumeri? Inventiamoli, comincio io. Quasi uno,quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque,quasi sei. È troppo poco. Senti questi: unostramilione di biliardoni, un ottone di millantoni,un meravigliardo e un meraviglione. Io allorainventerò una tabellina: tre per uno Trento eBelluno; tre per due bistecca di bue; tre per trelatte e caffè;tre per quattro cioccolato; tre percinque malelingue; tre per sei patrizi e plebei;

Le cose difficiliIn questo colloquio con Tullio De Mauro1, entrano in campo la storia, l'attualità, le ragioniprofonde della scuola di tutti e di tutte. Di una scuola che c'è e, nonostante tutto, sicontinua ostinatamente a fare bene, con i sacrifici, la passione, l'impegno di chi ci lavora.

di Ermanno DettiGiornalista, scrittore e docente universitario.È direttore responsabile di alcune riviste tra cui "Valore Scuola".

l’intervista

1 Linguista e politico, ordinario di Linguistica generale all'Università di Roma "La Sapeinza". Ministro della Pubblica istruzione dal 2000 al 2001.

Page 9: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

7

tre per sette torta a fette; tre per otto piselli erisotto; tre per nove scarpe nuove; tre per diecipasta e ceci. Quanto costa questa pasta? Duetirate d'orecchi. Quanto c'è da qui a Milano?

Mille chilometri nuovi, un chilometro usato esette cioccolatini. Quanto pesa una lagrima?

Secondo: la lagrima di un bambino capricciosopesa meno del vento, quella di un bambinoaffamato pesa più di tutta la terra.

Quanto è lunga questa favola? Troppo. Allorainventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dicoio, alla maniera di Modena: unci dunci trinci, quaraquarinci, miri miminci, un fan dès. E io li dico allamaniera di Roma: unzi donzi tenzi, quale qualinzi,melemelinzi, riffe raffe e dieci».D: È un'occasione questa in cui non si può nonparlare dell'idea rodariana di una scuola per tutti.R: La scuola per tutti abbiamo cominciato arealizzarla con la Repubblica. Nel 1951, il 59,80%della popolazione era privo della licenzaelementare. Da questo dato bisogna partire percapire che cosa ha fatto la nostra scuola,soprattutto negli anni '60 e '70, sotto la grandespinta che ha portato a generalizzare la licenzaelementare. Ancora nel 1970, la metà deiragazzini non riusciva ad acquisire la licenza

media. Negli anni '90 ci siamo avvicinati al 90%ed è cominciata la voglia di continuare oltre lemedie: circa il 70%. C'è stato un grande sforzocorale per fare la "scuola di tutti".

C'è stato e c'è ancora: i ragazzi voglionoancora andare alle superiori e perfinoall'università. È una cosa che sconvolge molti!Questo è quello che ha fatto la scuola, traun'ostilità crescente.

Del resto, un paese deculturalizzato, dovevengono depressi i livelli di capacità critica, facomodo a qualcuno. A chi? Metteteci voi il nome!

Adesso c'è la gara a chi ha detto per primoche il pericolo sono le dittature morbide.Studiando, studiando, mi sembrava di essererisalito a Pietro Calamandrei, nel 1946. Ma AldousHuxley, lo scrittore inglese antifascista, ancoraprima spiega in un suo testo che il problema è ilprodursi di dittature dolci che nascono un po’ allavolta, con il consenso generale e perfinomantenendo le elezioni. La scuola è l'antidotomigliore! Non ignoro il dramma delle condizioni incui versa la scuola, ma vedo scuole elementari elicei, nel Nord e nel Sud, che continuanoostinatamente a far bene scuola. Significa che èpossibile, con sacrifici, impegno, passione.

©U

NIC

EFN

YH

Q20

07-2

876

GIA

CO

MO

PIR

OZZ

I

Page 10: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

Anzitutto la peer education è un argomentotroppo variegato e nel nostro paese, per giunta,ancora agli inizi. Questa metodologia èun’occasione unica per dimostrare, e perosservare, che l’adolescenza non è né unacondizione passiva della vita, quasi fosse unamalattia da cui si guarisce crescendo, nétantomeno una sorta di leviatano che inghiottetutto e tutti. L’adolescente è un essere umanoche pensa, sente, ragiona, valuta e ha delleresponsabilità. Inoltre, grazie a metodi comel’educazione tra pari, comprende cosa può volerdire condividere se stesso; e questa è una forma

di responsabilità. L’educazione tra pari è unastrategia educativa volta ad attivare un processonaturale di passaggio di conoscenze, di emozionie di esperienze da parte di alcuni membri di ungruppo ad altri membri di pari status. Ovvero,secondo questa prospettiva, è un intervento chemette in moto un processo di comunicazioneglobale, caratterizzato da un’esperienza profondae intensa e da un forte atteggiamento di ricerca,di autenticità e di sintonia tra i soggetti coinvolti.Comunque questa pratica va oltre il momentoeducativo e diviene una vera e propria occasioneper il singolo adolescente, il gruppo dei pari o la

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

8

L’educazione tra pari«Educazione... significa avere la presenza di qualcuno che sa insegnare, e allo stessotempo di qualcuno che sa imparare... Sì, forse questo è un possibile inizio per parlare diuna cosa così complessa come la peer education».

di Francesco MelozziPedagogistaa colloquio con Benedetto Vertecchi1, titolare della cattedra di Pedagogia Sperimentale Universitàdegli Studi “RomaTre”.

©U

NIC

EFN

YH

Q20

08-1

734

LIK

AO

KR

OPI

RID

ZE

Page 11: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

99

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

classe scolastica, per discutere liberamente esviluppare momenti trasferali (cioè passaggi diesperienze, competenze e partecipazioni ndr)intensi. Molto efficace, ad esempio, e forse piùusato finora, è il cosiddetto metodo tutoriale, cheutilizza un peer tutor, cioè uno studente chesappia già fare con padronanza il compito diapprendimento e che utilizza il “lavorocooperativo” in un piccolo gruppo per facilitarel’apprendimento di uno o più allievi con problemiin quel settore di contenuto.

Esistono di certo molti paradigmi per studiarele relazioni tra pari, ma lo specifico di questoapproccio teorico consiste nel fornire una chiavedi lettura speciale quando si voglia fare luce suglieffetti profondi e sulle motivazioni che ispirano lecondotte amicali degli adolescenti.

Prendiamo il gruppo dei coeatanei.Nell’adolescenza rappresenta un luogo di

esperienza affettiva cruciale per la costruzione delsé e contribuisce in modo determinante a quelprocesso di individuazione che caratterizza questafase di crescita. La sottoscrizione dei legami con ilgruppo diventa un patto, un sodalizio dotato diuno straordinario potere decisionale sulla vita deisuoi membri e nasce dal bisogno di compiere incompagnia il viaggio della crescita, alla ricerca deivalori ai quali affidare il processo disoggettivazione. Durante il periodo dell’infanzia lerelazioni più significative sono quelle parentali,con la mamma, con il papà e tutti coloro che sonoadulti; con l’ingresso in adolescenza si amplifica ilbisogno di relazioni che si esprimono in mododiversificato, con l’elezione di un legame diamicizia preferenziale con la figura dell’amico/adel cuore, stringendo i contatti con il gruppospontaneo degli amici o con quello dei compagnidi classe, di squadra, di oratorio, ecc... Compitoprimario del gruppo dei pari è allentare i vincolifamiliari, costruendo quindi la nuova famigliasociale di riferimento, chiamata ad accompagnaree sostenere l’adolescente nei compiti specificidello sviluppo.

Compiti e funzioniLe funzioni del gruppo dei pari sono più o menoqueste: offrire un sostegno affettivo per compiereil processo di separazione dalla “nicchia” dellafamiglia, cioè dalla cosiddetta sfera affettivaprimaria; consentire quindi all’adolescente disentirsi “buono”, proprio nel periodo della suavita in cui rischia di “far morire di crepacuore” igenitori e in cui viene aperta una nuova stagione

di contrattualità con le norme del padre, delloStato, della scuola e da un riscatto di dipendenzadalla madre; viene offerto un sostegno soprattuttoal gruppo maschile, nell’espressione del bisognoall’avventura, tipico dell’età, esplorando insiemecondotte di sfida, gara, rischio; inoltre, sia algruppo maschile che a quello femminile, il gruppodà modelli, immagini e valori relativi alla nuovacorporeità, all’identità sessuata dalle condotte dicorteggiamento: tutte “doti” che costituiscono unaltro compito evolutivo fase-specifico. Maattenzione: nel caso di offerte di tipo trasgressivo,avviene la trasformazione del gruppo dei pari nelladinamica della banda giovanile. Allora, anche inquesto caso, l’educazione tra pari può essere dinuovo la metodologia “sana” per avviare ilprocesso inverso, cioè togliere quel “rischio” didevianza giovanile da ragazzi e ragazze a cui ilgruppo manca, o il cui gruppo è in realtà uninsieme di disperazioni individuali, senza capacitàdi costruire relazioni né esperienze significativeper tutti.

Facciamo un altro esempio: la classe, che è unesempio paradigmatico di gruppo istituzionale.Infatti, anche in considerazione dell’elevatonumero di ore trascorse insieme, tale gruppopresenta caratteristiche “miste” e livelli dipotenzialità differenti. Ma ecco che accanto alla“classe ufficiale” fatta di programmi, lezioni,materie e insegnanti, vive la “classe segreta”, fattadi intrecci affettivi, di dinamiche di inclusione edesclusione, in cui i ragazzi preadolescenti eadolescenti si cimentano con le materie di vita.Questa classe invisibile e sotterranea si palesamaggiormente negli “interstizi istituzionali”, nei“paraggi” della scuola ufficiale, in occasioni quali lagita scolastica, i corridoi, gli intervalli, in queimomenti cioè in cui la presenza e il controllo degliadulti è meno pressante e in cui la classe siavvicina maggiormente alle dinamiche di un gruppospontaneo. Ecco, l’educazione tra pari è tuttoquesto alla luce del sole: una metodologia dieducazione, di insegnamento, diautoinsegnamento, che sta permettendo unaconsapevolezza maggiore e migliore della sferaadolescente-relazione con il mondo esterno. Conun’osservazione di nuove responsabilità siadell’adolescente verso il mondo esterno, siaviceversa. Ma, ripeto, è solo agli inizi in un paesecome il nostro, dove è “dura” ancora la tradizionedell’alunno, cioè di colui che impara stando sedutoe annoiato al banco e dove le valutazioni sonoancora condotte con metodi decisamente antiquati.

1 Il professor Vertecchi è un pedagogista italiano di livello internazionale. Ha elaborato tra le altre cose il progetto D.I.V.A. grazieal quale ha sperimentato la cosiddetta Didattica Individualizzata mediante Valutazione Analogica, che serve al docente perprevenire i possibili errori, che in via previsionale lo studente potrà compiere, in un determinato settore di contenuto. Unmetodo di valutazione (e di interpretazione del lavoro dell’insegnante, dell’educatore, del “pedagogo”) completamentediverso da quelli ancora in uso oggi in ambiti istituzionali.

Page 12: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

10

La scuola in ospedale è l’esempio più evidente edefficace di come istituzioni diverse, unite nel fine,possano raccordare e garantire due diritticostituzionali: quello alla salute e quelloall’istruzione.

Tale servizio, istituito dal Ministerodell’Istruzione (di seguito MIUR) in tutti i maggioriospedali o reparti pediatrici di ogni regione percontrastare l’abbandono scolastico dovuto allamalattia e all’ospedalizzazione, concorreall’umanizzazione del ricovero e, spesso, diventaintegrante del programma terapeutico.

La scuola in ospedale è un servizio pubblico eunitario reso a tutti quegli alunni malati che, acausa dello stato patologico in cui si trovano,sono temporaneamente costretti a sospendere lafrequenza alle lezioni presso la scuola diappartenenza. Essendo una struttura inseritaall’interno dell’ospedale, la scuola ospedalieratiene conto di questa situazione, adeguando lesue esigenze e le sue modalità a quelle dellastruttura ospitante.

Proprio per le sue peculiari caratteristiche,essa rivoluziona e mette in discussione la

metodologia tradizionale e dirige i suoi interventiformativi secondo alcune particolari finalità esecondo modelli organizzativi e didattici. Nata daun’esperienza episodica sulla base delladisponibilità e volontà di singoli operatori eistituzioni, è diventata una struttura con unaprecisa identità, facilmente riconoscibile erealmente integrata. Essa è, infatti, un concretoesempio di come istituzioni, soggetti, enti,operatori, pur con obiettivi diversi, possano nonsolo incontrarsi ma anche interagirepositivamente per la messa a punto di interventiche hanno un solo fine, quello di promuovere ilbenessere e la crescita della persona in situazionidi difficoltà, nonché di proseguire nella misurapossibile lo sviluppo di capacità e competenze alfine di facilitarne il reinserimento nei contesti diprovenienza e di prevenire eventuali situazioni didispersione scolastica. Per queste sue peculiarità,la scuola in ospedale può costituire un modelloanche per la scuola cosiddetta “normale”. Essa,infatti, sperimenta e mette costantemente inpratica il “modello integrato di interventi” cheogni vera “comunità educante” realizza, in special

«Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppodella personalità umana, al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertàfondamentali»; questo principio sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del1948, in Italia vale anche quando fisicamente si è impossibilitati a trovarsi in aula.

di Speranzina FerraroDirigente scolastico, Ministero dell’Istruzione, Direzione generale per lo studente, l’integrazione, lapartecipazione, la comunicazione; coordinatore nazionale per la scuola in ospedale e l’istruzionedomiciliare.

progetti

Banchi in ospedale

©U

NIC

EFN

YH

Q20

08-0

148

GIA

CO

MO

PIR

OZZ

I)

Page 13: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

11

modo, quando ci si rivolge alle fasce di utenza piùdeboli.

Istruzione a domicilioQuesto servizio nasce in seguito alla

tendenza, imposta dal Piano sanitario nazionale, aridurre al minimo i ricoveri ospedalieri e, allostesso tempo, dalla necessità di garantire ildiritto allo studio agli studenti che, giàospedalizzati, non erano in condizione diriprendere l’attività didattica, con il chiaro intentodi limitare la dispersione scolastica.

Il docente che opera sia in ospedale sia adomicilio deve possedere una solidaqualificazione professionale, didattica emetodologica, accompagnata anche da unapersonale sensibilità. In particolare devepossedere:1. competenze relazionali. Il docente opera inuna “zona di confine” fra l’attenzione alla salutefisica e l’attenzione alla dimensione psico-educativa e il rapporto individuo/contesto chedeve saper coordinare e costruire, sostenendo ilcarico psichico che la situazione comporta egestendo efficacemente comportamenti,relazioni, rapporti.

2. competenze organizzative, cheimpongono flessibilità organizzativa costante,capacità di affrontare l’imprevisto e il nuovo, cheogni giornata può riservare, ma con la costantefinalizzazione dell’intervento didattico a unprogetto/processo di crescita educativa.

3. competenze didattico/disciplinari, chesignificano, innanzitutto, flessibilità didattica ecreatività per inventare percorsi didattici originalie personalizzati, sapendo scegliere lo stile e ilmetodo giusto per ogni occasione, ma ancheconoscenza epistemologica della disciplina perpoter definire contenuti brevi ma significativinella direzione della costruzione di un curricolodisciplinare trasversale e continuo. Usointelligente delle tecnologie per la realizzazione diuna didattica interattiva e per facilitare il contattotra l’alunno malato e la classe di appartenenza oprovenienza.

4. competenze istituzionali, cioè conoscenzadella normativa, formazione continua, nonchécura della documentazione.

Tecnologie per la didatticaOggi le tecnologie sono uno strumentoimportante sia in ospedale che a domicilio, inquanto rappresentano un “ponte”, una finestra sulmondo, insostituibile soprattutto per gli alunniimmunodepressi e isolati. La multimedialità el’informatica costituiscono un sostegnoimportante, in quanto consentono di realizzareforme di studio più coinvolgenti e motivanti,nonché di superare limiti fisici. Inoltre, le attività

didattiche realizzate con l’ausilio degli strumentitecnologici concorrono a mantenere nell’alunno lamotivazione all’impegno e la rete di rapporti conla scuola di appartenenza e l’ambiente.

Per tale consapevolezza, il MIUR ha moltoinvestito nel campo delle tecnologie applicate allascuola in ospedale e all’istruzione domiciliare, apartire dal 2001. Negli anni di sviluppo il progettoha realizzato un importante programma formativoaziendale per docenti ospedalieri, denominato“HSH@Teacher”, sulle problematichedell’insegnamento in ospedale e dell’istruzionedomiciliare e sull’uso delle tecnologie a supportodella didattica rivolta ad alunni malati. Oggiabbiamo un nuovo portale rinnovato nelle forme enei contenuti, orientato verso una maggioreinterattività dello strumento al fine di migliorare laconoscenza del fenomeno e dei relativi datiquantitativi e qualitativi degli interventi messi inatto dall’amministrazione; l’informazione a variecategorie di utenti; la mediazione;l’apprendimento degli studenti; la formazione deidocenti e degli operatori in generale.

Il sito del nuovo portale, realizzato dallaDirezione generale per lo studente, competenteper la scuola in ospedale, è: http://pso.istruzione.it

Le tecnologie svolgono un ruolo importantenella didattica ospedaliera, perché produconoinnovazione, incidono sulla motivazione deidocenti e creano nuove competenze. Lasignificatività del setting dipende dalla situazionedi realtà, quella che si ha davanti, che costituisceuna ricchezza da valorizzare al di là degli strumentia disposizione: cioè la realtà del ragazzo con lesue emozioni, abilità, conoscenze, desideri e nonsolo con le difficoltà connesse alla malattia e alcontesto di appartenenza.

Attualmente il nostro impegno è nelladirezione di rendere attiva e armonica la rete dicollegamento tra le diverse istituzioni e soggettilocali che sono responsabili di azioni rivolte allasalute e all’istruzione dei minori in obbligod’istruzione, nell’ottica del prendersi cura delminore malato.

Una rete capillareOggi, presso ogni Ufficio Scolastico Regionale è istituito un Comitatoregionale per la scuola in ospedale, coordinato da un referente regionale, cheha l’obiettivo di coordinare e sostenere tutte le attività connesse sia allascuola in ospedale sia all’istruzione domiciliare, in pieno raccordo con leindicazioni nazionali fornite dalla Direzione generale per lo studente. Inoltre, inogni Ufficio Scolastico Regionale esiste una scuola polo regionale con propriesezioni scolastiche negli ospedali o nei reparti pediatrici della regione.Compito della scuola polo è anche quello di promuovere un’opportunia azionedi comunicazione, informazione, sensibilizzazione e formazione su questamateria. Attualmente il panorama ospedaliero è composto da 18 scuole poloregionali, 156 scuole ospedaliere, 200 sezioni ospedaliere e 650 docenti circaappartenenti a tutti gli ordini scolastici.

Page 14: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

12

«Certamente l’uomo… ha una mente lucida comeuno specchio sferico sospeso in una stanza, chericeve le immagini di tutte le cose. Di tutte le coseintorno intendo dire. La nostra mente non solocapta le cose vicine, ma avvicina a sé anche quellepiù lontane (nello spazio e nel tempo), si portaall’altezza di quelle più ardue, indaga le occulte,scopre le nascoste, s’impegna nell’indagare anchequelle più imperscrutabili; è infinita e senza limiti lasua forza. Siano pure concessi all’uomo mille annidi vita, durante i quali possa acquistare semprenuove conoscenze e passare dall’una all’altra: avràsempre davanti a sé nuovi argomenti daconoscere. La capacità della mente umana non siesaurisce mai, e quando si rivolge alla conoscenzaè come un abisso. Il nostro piccolo corpo è moltolimitato: la voce va poco più in là; la vista riesce adarrivar solo sino alla volta del cielo; ma alla mentenon si può fissare un limite né in cielo né fuori delcielo; essa si eleva sopra i cieli dei cieli, così comediscende nell’abisso degli abissi; e anche sequesti spazi fossero mille più vasti di quanto nonlo siano, essa li penetra con velocità incredibile.Vogliamo negare che per lei tutto è accessibile?Vogliamo negare che è in grado di conteneretutto?».

1

Al di là delle ragioni ontologiche (l’uomocreatura di Dio deve necessariamenterassomigliare al suo archetipo), l’immagineproposta dice: a) “Ogni uomo è idoneo sin dallanascita ad acquisire conoscenza di ogni cosa”; b)la mente umana, nel suo essere specchio sfericosospeso in aria, stabilisce una comunicazioneglobale con tutte le cose, comprese le altre menti.Comenio scriveva per la scuola e in specie per itanti insegnanti boemi, i didatti, che con lui hannocominciato a costruire l’edificio scientifico delladidattica moderna. Nella scuola primaria, come neilicei, insegnanti e alunni sono tanti specchi sfericireciprocamente tra loro e rispetto al mondo fisicoe ora con Internet del mondo virtuale. E ognispecchio sferico è a un tempo rete informativa alproprio interno, Intranet, e snodo di retiinformative della società globale.

Già nel 2001 la Commissione delle ComunitàEuropea con The e-learning Action Plan. Designingtomorrow’s education ha dato una definizione di e-

learning ormai accreditata in letteratura sebbenenon condivisa del tutto da molti studiosi ancheitaliani, che è: “L’e-learning è l’utilizzo delle nuovetecnologie multimediali e di Internet per migliorarela qualità dell’apprendimento agevolando l’accessoa risorse e servizi nonché gli scambi e lacollaborazione a distanza.” E il 2009 è stato l’annoeuropeo della creatività e dell’innovazione che haposto con forza l’esigenza di accogliere la sfidadeterminata dalle nuove metodologie e tecnologieeducative e didattiche dell’ Information andCommunication Technologies (ICT).

È una sfida che con la distinzione proposta daMarc Prensky nel 2001 i Digital Natives (bambini eadolescenti, gli alunni) pongono ai DigitalImmigrants (adulti, gli insegnanti).

2Si palesa e vive

nelle aule come in Internet, maxime con cosaviene postato su YouTube e/o tramite blog, ecc.,avvalendosi delle risorse proprie del Web 2.0.

Almeno nei paesi del G8 e ora del G20 i natividigitali crescono assieme alle tecnologie, passanocon il loro specchio sferico da ambienti fisici adambienti digitali senza soluzione di continuità.

Vivono senza imbarazzo la presenzacontemporanea e in movimento di iconico, grafico,cromatico oltre che testuale e audio delle nuoveinterfacce proposte dai tanti network sociali(Facebook, Twitter, ecc.), che favoriscono ineditistili e forme di comunicazione interpersonale qualeche sia l’età, la lingua e la cultura. La sfida nonriguarda solo le conoscenze e le competenzetecnologiche; apre prima di tutto problematicheproprie della didattica e della pedagogia perchéInternet si propone come uno spazio aperto diconoscenze e di apprendimento a un tempoampio e generico e riferito agli apprendimentiformale, non formale e informale. Perciò ladisponibilità massiva di computer non basta. Laqualità dell’insegnamento capace di accogliere lasfida richiede insegnanti preparati e motivati ealunni motivati e formati.

Con l’e-learning e le nuove tecnologie va insoffitta la didattica tradizionale che si avvale didiversi livelli di rappresentazione: si pensi al giocofatto di manipolazione su materiali strutturati enon strutturati e poi all’iconico con il disegno eancora alla rappresentazione simbolica ad esempio

Una nuova metodologia formativa si fa sempre più strada, è l’e-learning, che utilizza la reteInternet come canale di comunicazione, perchè le tecnologie multimediali e informatichecontribuiscono ad arricchire i contenuti d'apprendimento e rendendo il sapere piùcoinvolgente e attrattivo, migliorano la qualità e l'efficacia dell’istruzione e della formazione.

di Aurelio SimonePresidente Società Italiana di E-learning, presso la scuola IaD - Università “Tor Vergata” di Roma

tempi moderni

Dall’ardesia alla lavagna digitale

Page 15: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

13

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

13

con il numero. O se si preferisce, sintetizzando almassimo, si passa dall’ardesia alla LIM (LavagnaInterattiva Multimediale), che collegata ad uncomputer registra (output) come su un foglioquanto tramite apposita penna o il semplice ditoviene operato dall’allievo, il cui segnale (input),elaborato da specifico software, offre una serie diopportunità ai discenti: dalla memorizzazione deicontenuti della lezione, all’introduzione di aggiuntee modifiche ai contenuti, allo scambio e alreperimento di materiali digitali anche in repositoryonline, ecc. In breve l’insegnamentomontessoriano arriva a compimento perché ildiscente concorre ed è attore del proprioapprendimento: assieme al docente escedall’isolamento della classe e si apre al mondoesterno (si pensi alle relazioni con altre classi dialtri paesi favoriti da progetti europei) eall’acquisizione di codici e linguaggi che il nativodigitale vive fuori dalla scuola. La LIM si offre allaricerca, alla curiosità e alla creatività del discente.Dal punto di vista pedagogico e didattico la LIMvive come ponte tra realtà fisica e realtà virtuale;l’aula, la classe sono il luogo di questo incontro.

Apprendimento dinamicoI topoi didattici sono sempre spazio e tempo,vissuti come vicino/lontano, ma si palesano comemix di presenza e distanza (didattica blended) al cuiinterno vivono:e-content (un progetto finalizzato allo sviluppo dicontenuti privilegia gli aspetti metodologici etecnologici che ruotano attorno allarappresentazione della conoscenza e tende amantenere sullo sfondo le variabili socio-organizzative e psicosociali influenzanti il processodi apprendimento);

e-teaching (esercizio della funzione docenteorientata alla trasmissione di conoscenze usandoInternet più come “canale trasmissivo” diconoscenze che non come “spazio sociale”);e-learning (predispone alla costruzione sociale dellaconoscenza, secondo il paradigma costruttivista,perché gli strumenti dell’ICT sono utilizzati perfacilitare e sostenere lo scambio di conversazioni ela condivisione e co-generazione di conoscenza).

3

Dal punto di vista pedagogico, concentrarsi sulprocesso di apprendimento, in specienell’istruzione primaria, favorisce l’aquisizione dicompetenze tecniche e operative e proponel’obiettivo di un’integrazione verticale dell’ICT nellascuola, tale che essa consenta l’acquisizione dicompetenze sociali ed etiche da parte dei discenti,perché il lavoro di squadra costruisce, con lamessa in comune di idee, immagini, emozioni econcetti, la comunità educativa. Il cardine è laformazione del cittadino, l’educazione allacittadinanza. L’utilizzo adeguato e responsabiledell’ICT può favorire l’apprendimento di questostile di vita, perché abilità sociali e autonomiapersonale crescono dentro la comunicazione che ècooperazione perché ci sono regole da condivideree da rispettare (la cosiddetta netiquette). Ciòrichiede che i discenti lavorino in modo attento econ impegno per non incorrere in errori chebloccano ogni attività. Ad esempio, sono “classici”gli errori nella digitazione degli indirizzi di postacome il rispetto delle maiuscole e delle minuscolenelle credenziali d’accesso, ecc. Non minore èl’attenzione che gli studenti dovranno portare versogli aspetti giuridici (la proprietà intellettuale),finanziari ed ecologici dell’utilizzo dell’ICT e, nellafattispecie, dell’e-learning che oggi ha un valorestrategico per la scuola e le università.

1 Comenio, Grande didattica, a c. di A. Biggio, La Nuova Italia, Firenze 1993; cap.V, 4.2 M. Prensky, Mamma non rompere. Sto imparando!, Multiplayer.it Edizioni, 2008.3 A. Campi, «E-learning: evoluzione o riposizionamento?» in E-learning: formazione e professioni. Modelli, politiche e strumenti,

III Congresso nazionale della SIe-L, Roma 12-14 luglio 2006.

©U

NIC

EF/N

YH

Q20

06-2

075/

JAS

ON

TAY

LOR

Page 16: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

14

Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazziè il programma promosso dall’UNICEF Italia persostenere le scuole nel difficile compito diaffrontare le tematiche connesseall’interculturalità, alla solidarietà, al dirittoall’ascolto e alla partecipazione, al dirittoall’apprendimento.

Il Programma si pone come tassello coerentecon le altre azioni che l’UNICEF propone a livellointernazionale per creare un sistema organico diprogettualità e di interventi, adottando unapproccio olistico e integrato.

Il Programma intende coinvolgere il mondodella scuola in un processo di attuazione eintegrato dei diritti enunciati dalla Convenzione suidiritti dell’infanzia e dell’adolescenza: non bastainfatti conoscere e studiare i diritti dei bambini edei ragazzi: occorre lavorare e creare i presuppostieducativi affinché bambini e ragazzi possanoviverli e condividerli.

La scuola rappresenta, da sempre, il luogoprivilegiato dove bambine e bambini, ragazze eragazzi si incontrano, condividono esperienze,apprendono, crescono, trascorrendo insiememolto del loro tempo.

In ragione di un ruolo così importante, lascuola “amica” è vicina ai bisogni e ai desideri ditutti coloro che la vivono, a partire dai bambini e

dai ragazzi.Il lavoro e la collaborazione tra l’UNICEF e il

mondo della scuola ha una storia ormaitrentennale ed è in virtù e in ragione di questorapporto di amicizia e di collaborazione che si èritenuto possibile riunire, in maniera rigorosa ecoerente, il lavoro svolto in tanti anni.

Il “Programma Verso una Scuola Amica” deibambini e dei ragazzi intende infatti ricomporre inun insieme coerente e coeso tutti gli elementiche sono stati alla base dell’impegno e delleriflessioni condivisi in tanti anni, attingendo daquel patrimonio di ricerca, esperienze, azioni chehanno visto protagonisti tanti dirigenti scolastici,docenti, famiglie.

Sul sito www.unicef.it si possono trovare tuttele informazioni sul Programma e gli indirizzi deiComitati locali UNICEF. Si può inoltre consultare ilnuovo catalogo dei materiali informativi, didattici eaudiovisivi che l’UNICEF mette a disposizionedelle scuole.

Per informazioni: [email protected], [email protected]

Adottiamo un progetto: Scuole per l’AfricaUna scuola amica è una scuola in cui è fortel’impegno per la solidarietà intesa non solo comesostegno economico ma anche comericonoscimento dei diritti fondamentali per ibambini e i ragazzi in qualsiasi parte del mondoessi vivano.“Scuole per l’Africa” è una campagna di raccoltafondi lanciata dalla Nelson Mandela Foundation edall’UNICEF per garantire il diritto all’istruzione diqualità ai bambini e ai ragazzi del continenteafricano.

Oggi nei paesi dell’Africa a sud del Sahara unbambino su tre non ha accesso alla scuolaprimaria.

“Scuole per l’Africa” vuole garantire a milionidi bambini il diritto di andare a scuola per essereuna risorsa importante per il futuro del lorocontinente e del mondo intero.

“Scuole per l’Africa” sostiene i seguenti paesi:Angola, Burkina Faso, Etiopia, Madagascar,Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Ruanda,Sudafrica e Zimbabwe.

Le scuole che vogliano sostenere “Scuole perl’Africa” possono compilare il modulo sul sitowww.unicef.it. Riceveranno subito un DVD emateriali informativi e a fine anno un resocontodei risultati raggiunti.Per informazioni: [email protected](Manuela D'Alessandro)

programma UNICEF

Verso una Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi

©U

NIC

EF-E

RIT

REA

2010

-01

PATR

IZIA

PATE

RN

Ò

Page 17: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

L'educazione che ricevono, specialmente in Italia, quelli che sono educati (che a dir vero,non sono molti), è un formale tradimento ordinato dalla debolezza contro la forza, dallavecchiezza contro la gioventù. I vecchi vengono a dire ai giovani: «fuggite i piaceri propridella vostra età, perché tutti sono pericolosi e contrari ai buoni costumi, e perché noi chene abbiamo presi quanti più abbiamo potuto, e che ancora, se potessimo, neprenderemmo altrettanti, non ci siamo più atti, a causa degli anni. Non vi curate di vivereoggi; ma siate ubbidienti, sofferite, e affaticatevi quanto più sapete, per vivere quando nonsarete più a tempo. Saviezza e onestà vogliono che il giovane si astenga quanto è possibiledal far uso della gioventù, eccetto per superare gli altri nelle fatiche. Della vostra sorte e diogni cosa importante lasciate la cura a noi, che indirizzeremo il tutto all'utile nostro. Tuttoil contrario di queste cose ha fatto ognuno di noi alla vostra età, e ritornerebbe a fare seringiovanisse: ma voi guardate alle nostre parole, e non ai nostri fatti passati, né alle nostreintenzioni. Così facendo, credete a noi conoscenti ed esperti delle cose umane, che voisarete felici». Io non so che cosa sia inganno e fraude, se non è il promettere felicitàagl'inesperti sotto tali condizioni.L'interesse della tranquillità comune, domestica e pubblica, è contrario ai piaceri ed alleimprese dei giovani; e perciò anche l'educazione buona, o così chiamata, consiste in granparte nell'ingannare gli allievi, acciocché pospongano il comodo proprio all'altrui. Masenza questo, i vecchi tendono naturalmente a distruggere, per quanto è in loro, e acancellare dalla vita umana la gioventù, lo spettacolo della quale abborrono. In tutti i tempila vecchiaia fu congiurata contro la giovinezza, perché in tutti i tempi fu propria degliuomini la viltà di condannare e perseguitare in altri quei beni che essi più desidererebberoa se medesimi. Ma però non lascia d'esser notabile che, tra gli educatori, i quali, se maipersona al mondo, fanno professione di cercare il bene dei prossimi, si trovino tanti checerchino di privare i loro allievi del maggior bene della vita, che è la giovinezza. Piùnotabile è, che mai padre né madre, non che altro istitutore, non sentì rimordere lacoscienza del dare ai figliuoli un'educazione che muove da un principio così maligno. Laqual cosa farebbe più maraviglia, se già lungamente, per altre cause, il procurarel'abolizione della gioventù, non fosse stata creduta opera meritoria.Frutto di tale cultura malefica, o intenta al profitto del cultore con rovina della pianta, si è,o che gli alunni, vissuti da vecchi nell'età florida, si rendono ridicoli e infelici in vecchiezza,volendo vivere da giovani; ovvero, come accade più spesso, che la natura vince, e che igiovani vivendo da giovani in dispetto dell'educazione, si fanno ribelli agli educatori, iquali se avessero favorito l'uso e il godimento delle loro facoltà giovanili, avrebberopotuto regolarlo, mediante la confidenza degli allievi, che non avrebbero mai perduta.

(tratto da: Leopardi,Tutte le opere, vol. I, Sansoni Editore, Firenze 1969)

riflessioni di Giacomo Leopardi

Uno dei più grandi intellettuali dell’età moderna riflette sulla difficoltà dell’educazionee sull’incolmabile divario tra la “vecchiaia” dei discenti e la “giovinezza” dei discepoli.In questo scritto, il pensiero leopardiano, incredibilmente sempre attuale, si rivolge alledifficoltà di trasmissione della conoscenza e del sapere.

ıog

gia

scuo

la-0

4-10

1515

La "professione di cercare il bene"

Page 18: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

Amnesty InternationalIl grande libro dei diritti dei bambiniEdizioni Sonda, Casale Monferrato (AL),2010 pp. 192, Euro 19,50

Questo ricchissimo volume racconta la storia di Alice che escedal paese delle meraviglie per andare a scoprire i dirittidell’infanzia. Del resto uscire da un libro è molto semplice,basta spingere il codice a barre o, in mancanza di esso, aprireuna qualunque lettera e saltare fuori. Il libro, insomma, non èmai una prigione. Così ad Alice non sembra vero di andare aesplorare il paese dell’infanzia.Un incipit originale per un grande viaggio nel mondo dei dirittiche non si esaurisce nel percorso di scoperta di Alice: altermine del racconto, infatti, il libro presenta test, giochi estorie di vita vissuta per ascoltare le testimonianze dirette deibambini di tutto il mondo, sia dei paesi poveri che di quelliricchi.C’è poi una parte dedicata al testo della Convenzione sui dirittidell’infanzia e dell’adolescenza in due diverse versioni: una“riscritta” dai bambini e l’altra nella trasposizione ufficialedelle Nazioni Unite. Ottime le note esplicative che corredano ilpercorso di lettura del testo ufficiale della Convenzione, per la

loro capacità di catturarel’attenzione e chiarire lenorme e i principi contenutidel trattato internazionale.La sezione pratica delvolume presenta icontributi di alcuneesperienze pedagogiche diAmnesty InternationalItalia, del Comune diReggio Emilia e del CentroPsicopedagogico per laPace di Piacenza chepossono essere utili einteressanti in ambito dilaboratori didattici.La presentazione delvolume è del Presidentedella Camera dei deputatiGianfranco Fini, che invita i piccoli lettori a cogliere questabella occasione di lettura perché la loro crescita avvenga inmodo più saggio e consapevole.

ıil

MO

ND

OD

OM

AN

I04.

10-o

ggia

scuo

la

16

Libri a cura di Patrizia Paternò

Emiliano SbaragliaLa scuola siamo noiRoma, Fanucci Editore, 2009, pp. 193, Euro 13,00

È proprio vero che la prima supplenza non siscorda mai, tra sogni, emozioni, energie daspendere, illusioni e preconcetti dadecostruire. È così anche per il protagonistadi questo libro per ragazzi, un professore dilettere delle scuole superiori che inizia alavorare fresco fresco di laurea conseguitabrillantemente. Gli studenti diventano, con leloro idee, i loro caratteri, le loro diffidenzeco-protagonisti di una storia che si ripetesempre uguale e sempre diversa. Per ilprotagonista del libro, dopo la primasupplenza ce ne saranno tante altre e gli annipassano in un precariato che si rinnova senza

soluzione di continuità fino a diventarestabile. In tutto il libro scorre il filo rossodell’insegnamento come supporto allacostruzione dell’identità dei ragazzi e dellaloro visione del mondo. Leggendolo si respiral’impegno di chi crede che l’insegnamento siaelemento fondante della società e che lascuola, al pari della medicina, sia una sorta di“salvavita”. È facile a questo punto tirare inballo Giovenale per ricordare la massima“Mens sana in corpore sano”, certamentemolto abusata per conferire credibilità a unaserie di assunti sempre piuttosto condivisibili.A noi piace ricordare che la conoscenza è unnutrimento necessario, uno di quelli che unavolta assorbiti, difficilmente potrannodisperdersi.

Alessandra LumachelliDistruggere il muro del silenzioDisegno infantile e abuso psicologicoOmnia Office, Venezia, 2009, pp. 136

Il volume si propone di offrire elementi diriflessione e informazioni concrete perriconoscere il dramma dell’abuso infantileed essere in grado di ascoltarlo. È unsupporto a quei genitori, educatori,formatori che si trovano a dover affrontareil vissuto delle piccole vittime per aiutarle auscire dal silenzio, di cui spesso si nutrel’abuso. Il percorso del libro partedall’analisi dell’attaccamento primariomadre-bambino, per spostarsi a indagare ilsignificato di abuso. L’autrice esamina poi imeccanismi di difesa freudiani, l’abuso

psicologico, quello fisico e sessuale. Ma ilcuore dell’analisi è dedicata alla grafologiae al disegno infantile, di cui l’autrice èesperta, che ha un’utilità universale per lasimbolistica presente in ogni traccia scrittadall’individuo, a qualsiasi latitudine. Inquesto senso il disegno o addirittura loscarabocchio rappresentano la vera linguadei bambini, tant’è vero che il disegno vieneutilizzato anche nelle indagini peritali inambito giudiziario e nel contesto dellaconsulenza tecnica in alcuni specifici temi.Supportato da una serie di studi e diletteratura scientifica sull’argomento,nonché di un’appendice legislativa, il librorisulta essere molto interessante anche peruna lettura di più ampio respiro.

Page 19: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

ABRUZZOPescaraTel. 0854219158Fax 0854210251www.unicef.it/pescaraChietiTel. 0871331081www.unicef.it/chietiL'AquilaTel. e Fax 0862420401www.unicef.it/laquilaTeramoTel. e Fax 0861241541www.unicef.it/teramo

BASILICATAPotenzaTel. e Fax 097137529cellulare: 339 5686395www.unicef.it/potenzaMateraTel. e Fax 0835388055www.unicef.it/matera

CALABRIACosenzaTel. 0984481532www.unicef.it/cosenzaCatanzaroTel. 0961771901 - 0961775060Fax 0961771741www.unicef.it/catanzaroCrotoneTel. 096224453www.unicef.it/crotoneReggio CalabriaTel. e Fax 0965810655www.unicef.it/reggiocalabriaVibo Valentiacell. 3409022187www.unicef.it/vibovalentia

CAMPANIANapoliTel. 0817147057Tel. e Fax 081645895www.unicef.it/napoliAvellinoTel. 0825792276Fax 0825281420www.unicef.it/avellinoBeneventoTel. e Fax 0824482065www.unicef.it/beneventoCasertaTel. 0823320055www.unicef.it/casertaSalernoTel. 089756054www.unicef.it/salerno

EMILIA ROMAGNABolognaTel. e Fax 051272756www.unicef.it/bolognaFerraraTel. e Fax 0532211121www.unicef.it/ferraraForlì - CesenaTel. 054334937www.unicef.it/forlicesenaModenaTel. e Fax 059244401www.unicef.it/modenaParmaTel. 0521821547Punto d'IncontroTel. 0521235914www.unicef.it/parmaPiacenzaTel. e Fax 0523335075www.unicef.it/piacenzaRavennaTel. e Fax 05443955www.unicef.it/ravennaReggio EmiliaTel. e Fax 0522454841www.unicef.it/reggioemiliaRiminiTel. e Fax 054123344www.unicef.it/rimini

FRIULI VENEZIA GIULIATriesteTel. e Fax 040351485www.unicef.it/triesteGoriziaTel. e Fax 0481545275www.unicef.it/gorizia

PordenoneTel. e Fax 043443743www.unicef.it/pordenoneUdineTel. e Fax 043221901www.unicef.it/udine

LAZIOFrosinoneTel. e Fax 0775604618www.unicef.it/frosinoneLatinaTel. 0773691746www.unicef.it/latinaRietiTel. 0746498456www.unicef.it/rietiRomaTel. 0647809264www.unicef.it/romaCivitavecchiaTel. e Fax 076620484www.unicef.it/civitavecchiaViterboTel. e Fax 0761325833Punto d'IncontroTel. e Fax 0761304830www.unicef.it/viterbo

LIGURIAGenovaTel. e Fax 010532550www.unicef.it/genovaChiavariTel. 0185320063www.unicef.it/chiavariImperiaTel. 338149107Punto d'IncontroTel. 0184500930www.unicef.it/imperiaLa SpeziaTel. e Fax 0187515707www.unicef.it/laspeziaSavonaTel. 019812358www.unicef.it/savona

LOMBARDIAMilanoTel. 024654771Punto d'IncontroTel. e Fax 0286996612www.unicef.it/milanoCinisello BalsamoTel. e Fax 0266017376www.unicef.it/cinisellobalsamoBergamoTel. 035219517Punto d'IncontroTel. 035249649www.unicef.it/bergamoBresciaTel. e Fax 0303752647www.unicef.it/bresciaComoTel. e Fax 031571174www.unicef.it/comoCremonaTel. 037223577Punto d'incontroTel. e Fax 037230475www.unicef.it/cremonaLeccoTel. e Fax 0341282994www.unicef.it/leccoLodiTel. 0371431660www.unicef.it/lodiMantovaTel. 0376223520www.unicef.it/mantovaPaviaTel. e Fax 038229937www.unicef.it/paviaSondrioTel. e Fax 034336045www.unicef.it/sondrioVareseTel. e Fax 0332238640www.unicef.it/vareseSaronnoTel. 0296280096www.unicef.it/saronno

MARCHEAnconaTel. e Fax 071202750Punto d'IncontroTel. 0712080600www.unicef.it/anconaAscoli PicenoTel. e Fax 0735581227www.unicef.it/ascolipicenoMacerataTel. 0733264406www.unicef.it/macerataPesaro - UrbinoTel. 0721638033www.unicef.it/pesarourbino

MOLISECampobassoTel. e Fax 0874484541www.unicef.it/campobassoIserniaTel. e Fax 0874413752www.unicef.it/isernia

PIEMONTEBiellaTel. e Fax 01521021www.unicef.it/biellaAlessandriaTel. 0131610487Punto d'IncontroTel. 0131821458www.unicef.it/alessandriaAstiTel. e Fax 0141358023www.unicef.it/astiCuneoTel. 0171690291www.unicef.it/cuneoNovaraTel. e Fax 0321390591www.unicef.it/novaraTorinoTel. 0115625272 - 0115622875www.unicef.it/torinoVerbaniaTel. e Fax 032353699www.unicef.it/verbaniaVercelliTel. 0161215788Punto d'IncontroTel. e Fax 016327495www.unicef.it/vercelli

PUGLIABariTel. 0805235482www.unicef.it/bariBrindisiTel. 0831986135www.unicef.it/brindisiFoggiaTel. 0881771605cell. 3498940571www.unicef.it/foggiaLecceTel. e Fax 0832241744www.unicef.it/lecceTarantoTel. e Fax 0994795009www.unicef.it/taranto

SARDEGNACagliariTel. 0702776034www.unicef.it/cagliariNuoroTel. 0784238627www.unicef.it/nuoroOristanoTel. 078371117www.unicef.it/oristanoSassariTel. e Fax 079278981www.unicef.it/sassari

SICILIAMessinaTel. e Fax 09043804www.unicef.it/messinaAgrigentoTel. 092228949www.unicef.it/agrigentoCaltanissettaCell.: 3804593200www.unicef.it/caltanissettaCataniaTel. 095320445Fax 0957151638www.unicef.it/catania

EnnaTel. e Fax 0935960532www.unicef.it/ennaPalermoTel. e Fax 0916810605www.unicef.it/palermoRagusaTel. e Fax 0932682450www.unicef.it/ragusaSiracusaTel. 0931442631www.unicef.it/siracusaTrapaniTel. e Fax 092321500www.unicef.it/trapani

TOSCANAFirenzeTel. 0552207144www.unicef.it/firenzeArezzoTel. 0575908484www.unicef.it/arezzoGrossetoTel. 0564418051www.unicef.it/grossetoLivornoPunto d'IncontroTel. e Fax 0586802188www.unicef.it/livornoLuccaTel. e Fax 0583467791www.unicef.it/luccaMassa CarraraTel. e Fax 0585633590www.unicef.it/massacarraraPisaTel. e Fax 05048663www.unicef.it/pisaPistoiaTel. 057322000www.unicef.it/pistoiaPratoTel. 057427013www.unicef.it/pratoSienaTel. 0577232151Fax 0577232392www.unicef.it/siena

TRENTINO ALTO ADIGETrentoTel. e Fax 0461986793www.unicef.it/trentoBolzanoTel. e Fax 0471982011www.unicef.it/bolzano

UMBRIAPerugiaTel. e Fax 0755849590www.unicef.it/perugiaTerniTel. 0744300711www.unicef.it/terni

VAL D’AOSTAAostaTel. 016541119 - 0161238500www.unicef.it/aosta

VENETOVeneziaTel. 0412793878www.unicef.it/venetoVeneziaTel. 0415239950www.unicef.it/veneziaBellunoTel. e Fax 0437942987www.unicef.it/bellunoPadovaTel. 0498754988Punto d'IncontroTel. 0498751886www.unicef.it/padovaRovigoTel. e Fax 042529449www.unicef.it/rovigoTrevisoTel. e Fax 0422412314www.unicef.it/trevisoVeronaTel. e Fax 045575345www.unicef.it/veronaVicenzaTel. e Fax 0444300484www.unicef.it/vicenza

Sedi e punti d’incontro dei Comitati Regionali e Provinciali UNICEF

Page 20: POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABB.POSTALE DL … · Bimestrale del Comitato Italiano per l'UNICEF - Onlus il MONDODOMANI. IL TUO IMPEGNO ... Amica dei bambini e dei ragazzi”

EMERGENZA PAKISTAN

UUNA CATASTROFE CHE COLPISCE PER PRIMI I BAMBINILe inondazioni hanno già sommerso un quinto del Pakistan: interi villaggi cancellati, 18 milioni di persone coinvolte, oltre 9 milioni di bambini rischiano la vita. La priorità è garantire l’accesso a cibo, acqua potabile, assistenza medica, riparo. L’UNICEF è già presente nelle aree colpite dall’alluvione e sta portando i primi soccorsi. “Questo è il più grandedisastro naturale che ha colpito il Pakistan a memoria d’uomo. La popolazione coinvolta è più numerosa di quella colpi-ta dal terremoto di Haiti di gennaio e dallo tsunami del 2004. Aiutarla è una corsa contro il tempo.” (Martin Mongwanja,rappresentante UNICEF in Pakistan).

FAI SUBITO LA TUA DONAZIONE ALL’UNICEFc/c postale 745000, causale: “Emergenza PAKISTAN”carta di credito www.unicef.it o Numero Verde UNICEF 800-745.000

Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051presso i Comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia

www.unicef.it/pakistan

©U

NIC

EFN

YH

Q20

10-1

562

Asa

dZa

idi