POSSIBILITA' TRADIZIONALI ED ATTUALI DI UTILIZZO TERAPEUTICO DI ALCUNE PIANTE

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RUSCUS ACULEATUS Azioni ed indicazioni - Il pungitopo è un potente tonico venoso: si usa la sua radice. E’ in grado di aumentare la resistenza delle pareti dei capillari e normalizzarne la permeabilità; per questo rientra nella composizione di molti farmaci (creme, pomate, tisane, ecc.) ad azione antiemorroidale, antivaricosa, vasocostrittrice, capillaroprotettrice, antinfiammatoria, diuretica. Ha anche proprietà lenitive, febbrifughe, lassative, sudorifere e depurative. I frutti sono tossici, con forte azione purgante. Azione vasocostrittrice e vasoprotettiva: malattie delle vene, quali varici, flebiti, pesantezza delle gambe, edemi (ritenzione di liquidi), emorroidi; ma anche sindrome premestruale e retinopatia diabetica. I suoi principi attivi migliorano la circolazione del sistema venoso e rafforzano le pareti dei capillari, diminuendo l'essudazione di liquidi verso i tessuti. Azione diuretica, diaforetica e depurativa: come diuretico potenzia la sua azione benefica sulla circolazione venosa. Il pungitopo agisce anche su gotta, artrite e calcolosi renale per la sua azione depurativa; facilita l'eliminazione dell'acido urico e aumenta la sudorazione, che contribuisce ulteriormente a depurare il sangue. Azione tonificante e riducente: in caso di cellulite. E' anche un ottimo rimedio contro i geloni. Studi in doppio cieco sull’edema linfatico : significativi effetti positivi, con miglioramento dei sintomi clinici: formicolio, dolore, diametro alla caviglia, tensione alle gambe, edema malleolare. Trial clinico di piccole dimensioni : effetti migliorativi dei sintomi in pazienti con edema secondario a terapia con calcio-antagonisti (nifedipina e nicardipina). Trial randomizzato, in doppio cieco , coinvolgente donne con PMS: la somministrazione di ruscus ha ridotto rapidamente i sintomi della mastalgia ed i disordini dell’umore, con tendenza al miglioramento dell’edema delle gambe. Meta-analisi di tre studi in doppio cieco : il rusco aumenta il tono venoso e riduce la filtrazione

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RUSCUS ACULEATUS Azioni ed indicazioni - Il pungitopo è un

potente tonico venoso: si usa la sua radice.

E’ in grado di aumentare la resistenza delle

pareti dei capillari e normalizzarne la

permeabilità; per questo rientra nella

composizione di molti farmaci (creme,

pomate, tisane, ecc.) ad azione

antiemorroidale, antivaricosa, vasocostrittrice,

capillaroprotettrice, antinfiammatoria,

diuretica. Ha anche proprietà lenitive,

febbrifughe, lassative, sudorifere e depurative.

I frutti sono tossici, con forte azione purgante.

Azione vasocostrittrice e vasoprotettiva: malattie delle vene, quali varici, flebiti, pesantezza delle

gambe, edemi (ritenzione di liquidi), emorroidi; ma anche sindrome premestruale e retinopatia

diabetica. I suoi principi attivi migliorano la circolazione del sistema venoso e rafforzano le pareti

dei capillari, diminuendo l'essudazione di liquidi verso i tessuti.

Azione diuretica, diaforetica e depurativa: come diuretico potenzia la sua azione benefica sulla

circolazione venosa. Il pungitopo agisce anche su gotta, artrite e calcolosi renale per la sua azione

depurativa; facilita l'eliminazione dell'acido urico e aumenta la sudorazione, che contribuisce

ulteriormente a depurare il sangue.

Azione tonificante e riducente: in caso di cellulite. E' anche un ottimo rimedio contro i geloni.

Studi in doppio cieco sull’edema linfatico: significativi effetti positivi, con miglioramento dei

sintomi clinici: formicolio, dolore, diametro alla caviglia, tensione alle gambe, edema malleolare.

Trial clinico di piccole dimensioni : effetti migliorativi dei sintomi in pazienti con edema

secondario a terapia con calcio-antagonisti (nifedipina e nicardipina).

Trial randomizzato, in doppio cieco, coinvolgente donne con PMS: la somministrazione di ruscus

ha ridotto rapidamente i sintomi della mastalgia ed i disordini dell’umore, con tendenza al

miglioramento dell’edema delle gambe.

Meta-analisi di tre studi in doppio cieco: il rusco aumenta il tono venoso e riduce la filtrazione

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capillare, con un aumento del flusso linfatico in pazienti con edema.

Modalità d’uso -

Uso interno:

Per le malattie delle vene (varici, flebiti, edemi ...); in caso di gotta, artrite e calcolosi renale.

Estratto alcoolico di pianta integra

0,5-1,5 mL tre volte al giorno.

Estratto secco standardizzato:

secondo diversi autori: 7-11 mg tre volte al giorno (capsule: 10 mg)

Decotto 1

Far bollire 40-60 g di radice o rizoma in 1 litro d'acqua per 10 minuti; se ne prendono da 4 a 6 tazze

al giorno.

Decotto 2

Per curare le varici: porre 40 g di pungitopo (radice) a bollire per 4-5 minuti in 1 litro d'acqua.

Quindi lasciar intiepidire e filtrare. Consumarne 1-2 tazze /die per 6-7 giorni.

Decotto 3

Come diuretico e per combattere la litiasi renale, utile anche per eliminare l’acido urico, risultando

di giovamento per quanti soffrono di gotta: bollire per 2-3 minuti 30 g di pungitopo (rizoma

essiccato) in 1 l d’acqua. Lasciar riposare per 15 minuti quindi filtrare.

Consumarne 2 tazze al giorno lontano dai pasti.

Decotto 4

Come diuretico, depurativo, antinfiammatorio delle vie urinarie, coadiuvante nel trattamento

delle emorroidi e delle varici: versare 2 g di rizoma essiccato in 100 ml d'acqua, lasciare riposare

per circa 2 ore, poi fare bollire brevemente e filtrare. Bere 2-3 tazze al giorno.

Tintura di pungitopo

Versare 5 g di rizoma essiccato in 100 ml di vino bianco e lasciare il tutto a macerare in luogo

fresco e al riparo dalla luce per 10 giorni. Bere 2-3 bicchierini al giorno, contro problemi quali

emorroidi e varici, come depurativo e antinfiammatorio delle vie urinarie.

Uso esterno:

In caso di cellulite.

Decotto di pungitopo

Contro i disturbi emorroidali e le gambe gonfie porre in infusione 5 g di pungitopo (rizoma) in 1 dl

d'acqua. Fare lavaggi, bagni e pediluvi e applicare compresse imbevute di decotto alla parte

interessata

Lozioni

Far bollire 40-60 g di radice o rizoma in 1 litro d'acqua per 10 minuti.

Controindicazioni - Poiché la tiramina del rusco potrebbe precipitare una crisi ipertensiva la

chimica farmaceutica insegna che piante o alimenti con tiramina non vanno mai associati ai MAO

inibitori. Interazioni (basate solo su ragioni teoriche): antagonisti α -adrenergici (prazosina e

terazosina).

Curiosità

• Per le sue proprietà antiarrossamento, antinfiammatorie e rinormalizzanti della

circolazione periferica, è indicato per pelli delicate, sensibili, facili agli arrossamenti, viene

usato in cosmetica, svolgendo una buona azione protettiva contro sole, vento, smog, sbalzi

termici.

• I giovani getti sono commestibili vengono lessati e mangiati come gli asparagi. Il gusto non

è tra i migliori, anzi tende ad essere amaro, ma questi offrono comunque un ottimo piatto

spontaneo. I semi arrostiti sono un sostituto del caffè.

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URTICA DIOICA

Azioni e indicazioni - L'ortica

è depurativa, diuretica,

antiinfiammatoria, ottima per la cura

di malattie reumatiche. E' un buon

ricostituente e rimineralizzante,

attiva le funzioni digestive, ha una

azione tonificante, antidiarroica,

emostatica, ipoglicemizzante,

antianemica, vasocostrittrice,

uricosurica ed emmenagoga.

Indicata anche nelle diete

dimagranti.

L'Ortica è nota nell'erbario soprattutto a livello epatico, contro le infiammazioni, nelle sindromi

influenzali, nella ipertensione arteriosa, nella tensione da sindrome pre-mestruale, nell'acne etc.

Per gli usi esterni l'ortica solitamente è usata per artrosi, lombalgia, sciatalgia, tendiniti,

distorsioni, per il cuoio capelluto.

L’estratto acquoso di urtica dioica agisce sull’omeostasi del glucosio tramite la via extraepatica.

Per l’effetto antiiperglicemico e’ necessaria comunque la presenza dell’insulina.

L'ortica svolge un'azione rivitalizzante sul cuoio capelluto ed è impiegata spesso negli shampoo e

nelle lozioni tonificanti per capelli. Le radici hanno proprietà antiforfora e antiseborrea. Si utilizza

anche in capsule o compresse con dosaggi da 50 a 100 mg, di solito in associazione con pygeum

africanum. L'ortica, fin dai tempi antichi, è stata la pianta più usata per preparare decotti, infusi e

impacchi per la cura dei capelli.

La Urtica Dioica si trova facilmente in erboristeria. Sono disponibili in commercio anche lozioni

pronte per l'uso e la tintura madre per eseguire frizioni anticaduta.

Ha una marcata azione antiseborroica e leggermente revulsiva sul cuoio capelluto, limitando la

formazione della forfora e la caduta del capello; si usa anche nella cura della psoriasi e della

leucorrea.

I semi sono vermifughi, purgativi ed antienuretici. Attualmente in geriatria i semi sono usati sia

come tonici generali che come attivatori delle differenti funzioni organiche.

Controindicazioni - L’ingestione di forti dosi può provocare irritazione gastrica e riduzione della

diuresi. Secondo alcuni, dell'ortica non devono essere consumati o comunque utilizzati i semi.

Modalità d’uso - La pianta può essere usata in infusione, estratto, tintura, sciroppo, decotto,

succo fresco o semplicemente cruda come disintossicante, depuratore e tonico dell'organismo

aiutando ad eliminare l’acido urico, è indicata per affezioni intestinali, artrite ed anemia.

Per iperglicemie borderline o comunque non severe, generalmente in 15-30 gg, si ottengono

risultati eccellenti utilizzando il decotto di ortica: 50 g di pianta in 250 ml di acqua, decotto per 10’,

due volte al dì.

La combinazione di 160 mg di estratto secco di serenoa repens + 120 mg di estratto di radice di

urtica dioica (farmaco già in commercio con questa coppia di estratti), ha dato un miglioramento

sintomatico, ecografico e flussimetrico ed un miglioramento del punteggio nell’indice i-pss (ortica

6-placebo 4), con tollerabilità eccellente, in uno studio di 257 pazienti anziani con i.p.b.

Per i.p.b.: capsule di estratto secco di ortica 200 mg - 1 cps la sera (da far preparare)

Per acne e malattie della pelle in genere esistono pomate a base di ortica, oppure tintura madre e

infusi e decotti. Nel caso di pelle grassa si possono fare suffumigi con un litro e mezzo di acqua

bollente e 3 cucchiai di ortica essiccata. In aggiunta si può preparare anche un astringente a base

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di ortica.

Uso esterno

Nel caso di caduta dei capelli e forfora si può preparare un decotto con tre manciate di radici

d’ortica per mezzo litro d’acqua e mezzo d’aceto di mele, bollire mezz’ora e filtrare. Frizionare poi

il preparato mattino e sera. Il succo fresco combatte la perdita dei capelli e rinforza il cuoio

capelluto. E' molto efficace in caso di seborrea, forfora, acne ed eczema.

Cataplasmi delle foglie sbollentate e tritate sono ottime per le irritazioni cutanee e per le ferite in

quanto l’ortica ha un effetto cicatrizzante.

Curiosità - Previa bollitura viene usate per le minestre ed i risotti o le frittate. Si può utilizzare

come sostitutivo in tutte quelle pietanza che utilizzano spinaci perché ha un gusto astringente e

leggermente acidulo, molto gradevole.

TARAXACUM OFFICINALIS

Azioni e indicazioni - L'uso del

tarassaco come depurativo risale alla

medicina popolare ed è impiegato

principalmente nelle "cure di

primavera" per eliminare le sostanze

tossiche accumulate aiutando così

l'organismo nel periodo che

comporta il maggiore sforzo di

rinnovamento.

Il tarassaco svolge una notevole

azione drenante e depurativa che si

esplica con:

1) azione coleretica: oltre ad aumentare la secrezione biliare, stimola i processi di coniugazione

delle sostanze tossiche facilitando così l' eliminazione dei metaboliti dannosi per l'organismo e

prevenendo anche la formazione dei calcoli biliari ed è in grado di influire non sul calcolo già

formato, bensì sulla predisposizione alla formazione di calcoli, quindi sulla diatesi.

2) azione diuretica: paragonabile a quella della furosemide (verificabile, con il vantaggio rispetto

alla furosemide di essere risparmiatore di potassio !!). Per tale azioni, inoltre, facilita l'

eliminazione delle tossine responsabili di alcune forme infiammatorie.

Ha anche proprietà ipocolesterolemizzanti e lassative, ed è usato anche come coadiuvante

nell'ambito di diete con scopo di perdere peso.

Attualmente possiamo attribuire al tarassaco anche un tropismo connettivale, ed è su questo che

si fonda l'azione del tarassaco nelle artrosi.

L’ effetto coleretico si ottiene solo in periodi di tempo piuttosto prolungati: si dovrà dunque

somministrare il tarassaco per almeno 4-8 settimane. E opportuno anche ripetere la terapia in

primavera ed eventualmente ancora in autunno, anche in considerazione che il tarassaco è del

tutto atossico, e non sono segnalati effetti tossici secondari, anche se somministrato a lungo, e

inoltre presenta un'azione, come si è detto, positiva sui sintomi soggettivi e tonificante generale.

Controindicazioni - E’ sconsigliato l’ utilizzo in caso di flogosi e occlusione delle vie biliari.

Modalità d’uso - Viene usato per diverse indicazioni e composizioni con altri fitorimedi

Si impiega la tisana di Radix Taraxaci cum Herba, 1-2 cucchiaini da tè in 1 tazza di acqua; si fa

bollire brevemente e si lascia in infusione 15 minuti; se ne bevono 1 tazza al mattino e 1 alla sera

per 4-6 settimane consecutive; altrimenti si usa un succo pronto, 1 cucchiaio da tavola colmo in

1/2 bicchiere di acqua, mattina e sera.

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Curiosità - Le foglie del tarassaco sono sovente utilizzate anche crude, condite con olio, aceto e

sale come insalata fresca. Vi è anche in commercio un caffè di tarassaco, prodotto con le radici, già

pronto per l'uso; anch'esso ha i suoi estimatori.

HYPERICUM PERFORATUM

Azioni e indicazioni - L'Iperico,

popolarmente nota come Erba di San

Giovanni, è soprattutto un

antidepressivo, usato per le depressioni

non endogene (va assunto per mesi), è

valido nelle forme ansiose depressive e

nelle distonie neurovegetative

(malumore, malinconia, ansia, insonnia,

agitazione nervosa).

E’ un ottimo antivirale, alza le difese

immunitarie, ed ha anche azione

antibatterica, antiinfiammatoria ed

antifungina.

Utile nella gastrite, nella gastro-duodenite, nell'ulcera gastro-duodenale, per alleviare le nevralgie

croniche, per traumi o lesioni, (uso esterno) che comportino un danneggiamento dei nervi; e’

efficace nella diarrea, nei dolori muscolari da sforzo, è antidolorifico, antispasmodico, sedativo

senza effetto narcotico

Si usa anche in caso di crampi mestruali, congestioni del petto, e come tranquillante.

Essenzialmente utilizzato per:

- Depressione media o moderata, non endogena

- Sindrome premestruale

- Disturbo ossessivo-compulsivo (?)

- Uso topico dell’olio d’iperico.

Dosaggio - In base alla maggior parte degli studi clinici, la posologia ottimale dell'iperico è pari a

300 mg di estratto di iperico, tre volte al giorno. La dose di 300 mg è contenuta in una singola

compressa o capsula.

Secondo alcuni studi, una compressa per pasto - colazione, pranzo, cena - è un modo

conveniente ed efficace di assumere l'iperico. Secondo altri, due dosi da 300 mg a colazione e

una terza dose a pranzo o a cena funzionano meglio.

L'iperico viene tollerato bene dall'organismo. Gli effetti collaterali sono pochi anche con dosi

significativamente superiori. Spesso tali effetti dell'iperico - in particolare quelli più blandi -

vanno incontro a una remissione spontanea con l'assuefazione da parte dell'organismo. Talvolta

invece è necessaria una leggera diminuzione della dose prima che l'organismo si assesti.

Qualora i sintomi siano gravi, comunque, bisogna interrompere l'assunzione di iperico. Tutti i

sintomi dovrebbero scomparire entro pochi giorni.

Se i sintomi della depressione dovessero peggiorare o indurre impulsi suicidi, interrompere

immediatamente il trattamento.

Dopo sei settimane, in funzione del risultato ottenuto, si può decidere se assumere una dose di

iperico leggermente superiore o leggermente inferiore.

I bambini molto piccoli dovrebbero prendere complessivamente 300 mg di iperico al giorno,

mentre quelli un po' più grandi possono arrivare a 600 mg al giorno. Per gli adolescenti si

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consiglia la dose di un adulto. Bisogna comunque essere estremamente cauti nel prescrivere

farmaci ai bambini. Il loro sistema nervoso infatti è ancora in fase di sviluppo, e per questo

motivo si è spesso restii a prescrivere antidepressivi ai bambini. Con l'iperico tale preoccupazione

si riduce di molto.

Analogamente agli antidepressivi tradizionali, l'effetto dell'iperico si manifesta per gradi. Le

ricerche però indicano che, in genere, l'iperico impiega più tempo degli antidepressivi tradizionali

per raggiungere il massimo effetto.

L'efficacia dell'iperico nel curare la depressione non dovrebbe essere valutata se non dopo sei

settimane di trattamento con una dose giornaliera di 900 mg. Se nell'arco di sei settimane non si

avverte alcun effetto benefico, considerare la possibilità di ricorrere a un antidepressivo

tradizionale.

Dati i suoi ridotti effetti collaterali, l'apparente assenza di interazioni con gli altri farmaci e il

costo relativamente basso, l'iperico si propone dunque come la scelta ideale per alleviare i

sintomi depressivi soprattutto nei soggetti più giovani, in quelli anziani e nei malati.

Controindicazioni - Evitare l’uso a dosi elevate, non assumere Iperico a dosi elevate, se si

prendono regolarmente antidepressivi appartenenti alla famiglia delle IMAO. L' uso prolungato e a

dosi elevate provoca fotosensibilizzazione soprattutto in chi ha la carnagione chiara.

E’ controindicato in anziani ipertesi, con malattie cardiovascolari e nei gravi cefalalgici; non va

usato in gravidanza; non bisogna assumere contemporaneamente, alcool, caffeina, triptofano e

tiramina, non va somministrato ai bambini di età inferiore ai 2 anni. Se associato ad IMAO, si può

avere un pericoloso aumento della pressione arteriosa, con cefalea, torcicollo, nausea, vomito,

untuosità della pelle. Non va associato alle anfetamine, ai narcotici, agli inalanti asmatici, ai

decongestionanti nasali, ai medicamenti contro il raffreddore allergico e la febbre da fieno.

Non assumere in gravidanza e allattamento.

L'erba di San Giovanni inoltre causa alterazioni del ciclo mestruale in donne che assumono

contraccettivi orali, anche se non è riportata nessuna gravidanza indesiderata. Sembra che

l'iperico sia da sconsigliarsi in chi assume contraccettivi orali da contatto (cerotto), perché

potrebbe inibirne gli effetti.

Quindi è necessario informare attentamente le donne che usano quest'erba insieme a

contraccettivi orali, che l'effetto contraccettivo di questi ultimi potrebbe essere ridotto,

invitandole ad usare altri metodi anticoncezionali.

Sia case report che esperimenti di laboratorio svelano che l'erba di San Giovanni causa una

riduzione del 18-25% dei livelli serici di digossina.

Sintesi delle interazioni tra farmaci ed iperico

• inibitori della ricaptazione della serotonina: si potrebbero avere sintomi come agitazione,

confusione mentale, manie, turbe della pressione arteriosa, tachicardia, brividi, ipertermia,

tremori

• aloperidolo, paroxetina, trazodone, sertralina, nefazodone, benzodiazepine: non sono stati

decritti casi da interazione

• possibile aumento del catabolismo epatico di teofillina, digossina, anticoagulanti orali,

ciclosporina, indinavir, estrogeni

Modalità d’uso -

capsule di estratto secco titolato, 300 mg.

olio di iperico (chiamato anche Olio di San Giovanni): in caso di dolore e’ efficace

immediatamente, e’ antisettico per foruncoli e brufoli, si può usare su ustioni lievi, scottature da

sole, piaghe (anche da decubito), è antiinfiammatorio, antisettico, cicatrizzante.

succo fresco: se si strofinano tra le dita le infiorescenze dell’iperico, queste danno un succo color

rosso sangue, ed e’ per questo che in antico veniva usata per curare le ferite sanguinolente dei

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soldati; oggi, mettendo alcune gocce dell’olio di iperico sulle lesioni della pelle, si noteranno le sue

proprietà antiinfiammatorie, rinfrescanti e cicatrizzanti, per cui e’ efficace anche contro

infiammazioni, contusioni, ustioni, eritemi, traumi, dolori neuro-muscolari, sciatalgia.

Un buon preparato a base di Iperico deve contenere un quantitativo pari allo 0.2% di Ipericina.

SAMBUCUS NIGRA

Azioni ed indicazioni - Rimedio

sintomatico popolare per il

raffreddore, l’influenza, la tosse,

l’asma, i reumatismi; ai fiori vengono

anche riconosciute proprietà

lassative e antiemorroidarie.

La pianta di Sambuco ha diverse

proprietà: diuretica-diaforetica-

lassativa, antinfiammatoria contro

febbri e reumatismi, coadiuvante

durante l’influenza, insetto-

repellente, espettorante, lenitiva

della gola. diuretica, sudorifera,

lassativa, antireumatica,

antinevralgica, emolliente.

Queste proprietà lo rendono adatto a prevenzione-trattamento di stati infiammatori (specie se di

origine virale) delle alte vie respiratorie. Si ha effetto sinergico con altri fitocomplessi sempre

antiinfiammatori (ribes) o attivi anche nei confronti di batteri (propoli).

Modalità d’uso:

Uso interno:

Come sudorifero, diuretico, antireumatico, emolliente delle vie aeree.

Infuso

3 g dei fiori in 100 ml di acqua. Bere due o tre tazzine al giorno.

Succo

Si bevono uno o due cucchiaini del succo dei frutti ( a cucchiai si manifesta l’effetto lassativo).

Decotto

4 g dei frutti in 100 ml di acqua.

Se ne bevono una o due tazzine all’occorrenza (dosi superiori sono lassative). Vanno usati con

cautela e trovano un’interessante applicazione contro le nevralgie del trigemino.

Decotto

Mettere una manciata della seconda corteccia di sambuco essiccata in 1 litro d'acqua e far bollire

per 15 minuti. Lasciar riposare per 20 minuti dopo avere zuccherato a piacere.

Uso esterno:

Come emolliente e lenitivo su foruncoli, scottature, emorroidi.

Infuso di sambuco

Mettere in infusione 5 g di sambuco (fiori) in 1 litro d’acqua.

Fare lavaggi o applicare compresse imbevute di infuso sulle zone interessate da scottature.

E’ anche un ottimo rimedio come emolliente e lenitivo sui foruncoli e contro le emorroidi.

Lozione al sambuco

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Lasciar macerare 30 g di fiori di sambuco in 1 litro d'acqua per 8-10 ore.

Utilizzare per impacchi, lozioni e lavaggi come tonico con effetto schiarente

Curiosità -

• Il sambuco è noto per la possibilità di usare i frutti nella preparazione di conserve, biscotti,

gelatine.

• Il sambuco può essere mangiato come gli asparagi.

• Il sambuco è un aroma utilizzato molto nella pasticceria e nella produzione vinicola e di

liquori.

• Le bacche sono utilizzate anche in fitoterapia, per prevenire e curare gli stati gravi di

stanchezza e di carenza delle difese immunologiche.

• con i fiori del Sambuco si prepara una gradevole tisana.

EQUISETUM ARVENSE

Azioni e indicazioni - I cauli di

equiseto sono spesso utilizzati in

medicina popolare come agenti

antinfiammatori in Europa, Asia e

America.

Una delle caratteristiche

fondamentali della Coda cavallina,

è l'elevato contenuto in silice che

ne fa una delle piante

rimineralizzanti più valide ai nostri

giorni, per cui da taluni viene

proposto un trattamento a base di

Coda cavallina per accelerare la

guarigione dalle fratture.

1) azione rimineralizzante - L'acido silicico avrebbe la proprietà di aumentare l'elasticità dei

tessuti e di giovare alla ricostruzione dello scheletro, Nell'ambito di un uso esterno tradizionale è

impiegata nei disturbi emorroidali, per le perdite di sangue dal naso, per le varici, per i pruriti e

per le infiammazioni delle mucose della bocca e della gola.

2) azione detossicante: il silicio contribuisce a eliminare le scorie metaboliche (urea, ac. urico,

nicotina etc.).

3) azione coagulante: sembra correlata con l'alto contenuto di calcio.

4) azione diuretica: notevole, è dovuta all'alto contenuto di sali di potassio; per uso interno la

Coda cavallina è eminentemente diuretica ed esercita meglio la sua azione attraverso preparati

alcoolici (tinture). Esercita inoltre una generica azione depurativa e astringente intestinale e

coadiuvante in gotta e reumatismi

Utilizzato da oncologi come integrazione alimentare in ca mammario con interessamento osseo

(lieve erosione), alla dose di un cucchiaino da caffè sciolto negli alimenti per cicli di due mesi con

uno di intervallo. Scopo: unire l‘effetto rimineralizzante a quello antidolorifico.

Uno studio su 246 pazienti trattati con 460 mg/die di estratto secco, ha dimostrato che l’IPSS

diminuisce in maniera significativa rispetto al placebo e che le infezioni urinarie come reazioni

avverse sono molto ridotte, quindi è un’ opzione terapeutica sicura soprattutto per ridurre i

sintomi irritativi e le complicanze di bps, grazie anche all’effetto antiflogistico ed antiproliferativo

L’efficacia dell’estratto secco e quella della finasteride sono comparabili, ma il prodotto

fitoterapico presenta maggior tollerabilità.

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Controindicazioni - Sono ipotizzabili le seguenti interazioni:

- digitale (k+)

- diuretici (k+)

- tetracicline (ioni bivalenti)

- preparati per disassuefazione da fumo

Modalità d’uso -

Uso interno :

Infuso

Porre in infusione 30-40 g di equiseto in 1 litro d'acqua bollente e lasciar riposare per 10 minuti.

Zuccherare a piacere, colare e filtrare.

Tintura

20 grammi in 100 ml di alcool di 20° (a macero per 8 giorni). Assumere due - tre cucchiaini/die.

Decotto

Si prepara mettendo 70 gr. di rami seccati al sole in mezzo litro d’acqua. Calma l’affanno, scioglie i

calcoli renali e la renella, è cura efficace nelle affezioni epatiche, renali, artritiche e nell’artrosi.

Polvere di equiseto

Impastare 1 cucchiaino di coda cavallina (pianta) in polvere con miele o marmellata e assumerlo

tre volte al giorno per combattere la tendenza alle emorragie.

Uso esterno : per detergere le ferite, fermare le emorragie nasali, lenire cute infiammata, bruciore

di gola ed infiammazioni emorroidali.

Infuso di coda cavallina

Mettere in infusione 5 g di coda cavallina (parte aerea) in 1 dl d'acqua.

Applicare batuffoli di cotone o compresse di garza imbevuti di infuso sulle zone interessate come

cura contro le emorroidi.

Bagno di coda cavallina

Porre a macerare 100 g di coda cavallina (fusti sterili) per 1 notte in 1 l d’acqua fredda. Far bollire

per 3-4 minuti a fuoco lento, lasciar riposare in infusione per 15 minuti, poi filtrare e aggiungere il

liquido ottenuto all’acqua del bagno, dove immergersi per 20 minuti, per combattere i disturbi

dovuti ad incontinenza vescicale.

Impacco d'equiseto

Preparare un decotto bollendo per 3 minuti 100 g di equiseto essiccato in 1 litro d'acqua e

lasciando poi raffreddare. Utilizzare per impacchi o lozioni contro le smagliature e la cute rilassata.

La cenere di equiseto, ricca di silicio, cura le piaghe e le ulcere.

Uso cosmetico :

Una manciata di equiseto infusa nell'acqua calda del bagno è utile per le pelli rilassate e rugose.

Curiosità - I fusti fertili di equiseto vanno raccolti quando sono più succosi, togliendo la spiga

terminale e le guaine intercaulinari. Vanno puliti con attenzione lasciandoli a bagno in acqua e

limone per qualche ora. Poi vengono cotti e consumati come gli asparagi, pur possedendo un

sapore decisamente diverso.

Page 10: POSSIBILITA' TRADIZIONALI ED ATTUALI DI UTILIZZO TERAPEUTICO DI ALCUNE PIANTE

BETULA ALBA

Le azione della Betulla sono quella

diuretica e quella depurativa.

E’indicata per litiasi renale,

renella, disturbi reumatici, gotta,

cellulite

La foglia ha proprietà diaforetiche

e diuretiche. La diuresi che si

ottiene è caratterizzata da un

aumento di eliminazione

dell'acqua e non dei sali, per

questo motivo sotto controllo

medico potrebbe essere utile

negli edemi cardio-renali anche se

Commissioni Mediche ne

sconsigliano l'uso in questi casi. Le foglie sono di aiuto in presenza di reumatismi, gotta, litiasi renale e nella prevenzione della

formazione di renella, è un ottima pianta per il "lavaggio" nelle affezioni delle vie urinarie.

Molto utile nella cellulite, dove riduce nettamente l’impastamento e la componente algica, oltre a

contrastare la ritenzione idrica, quasi sempre presente; aiuta la eliminazione e la scomparsa dei

noduli fibroconnettivali, in quanto esercita una azione nella eliminazione dell'acido urico e del

colesterolo. Per queste sue peculiarità e per l’attività ipocolesterolemizzante, rientra negli schemi

terapeutici per il trattamento del sovrappeso. Esternamente le foglie di Betulla sono utili per farne

impacchi contro la caduta dei capelli ( come coadiuvante insieme ad altre piante) e per le afte. Si

possono anche fare dei pediluvi contro il sudore dei piedi. L'estratto fluido e acquoso ottenuto

dalle foglie sembra abbia una lieve attività antibiotica

Le gemme di Betulla hanno una notevole attività coleretica.

La corteccia e il legno di Betulla per distillazione secca danno una sorta di catrame che può essere

utile nelle affezioni cutanee

L'olio essenziale, ottenuto dal catrame di Betulla, in pomata si utilizza per i reumatismi o in

prodotti per il massaggio sportivo.

Il carbone di betulla, finemente polverizzato ha una azione adsorbente ed è utile nelle affezioni

gastrointestinali accompagnate da meteorismo

La linfa di betulla ha attività analgesica, antinfiammatoria e diuretica; è utile per l'iper-uricemia,

in quanto la sua assunzione regolare per 2-3 mesi la riduce del 20-30%., ottenendo una

diminuzione del rischio non solo vascolare, ma anche articolare. Sempre per la sua attività

diuretica, può essere utile nella litiasi urinaria. La linfa di betulla viene raccolta seguendo una

tecnica particolare, all'inizio del mese di marzo, si praticano alcuni fori sulla corteccia esposta a

sud, profondi da 2 a 5 cm leggermente obliqui verso l'alto, nei quali si introduce un tubicino da cui

defluisce il liquido in un recipiente posto a terra, un tronco di 50 cm di diametro fornisce in 4

giorni una media di 3-4 litri di linfa, la raccolta è più proficua quando le betulle sono di media

grandezza.

Controindicazioni - Alle dosi consigliate è una pianta sicura. Non usare in gravidanza e

allattamento, cautela negli ipotesi.

Modalità d’uso - Le foglie si preparano in infuso. In commercio si trovano la polvere ridotta in

compresse, gli estratti fluidi e la tintura madre ricavata dalla corteccia dei giovani rami freschi.

L'infuso di betulla si prepara con 2-4 g per tazza d’acqua bollente; lasciare in infusione per 10

Page 11: POSSIBILITA' TRADIZIONALI ED ATTUALI DI UTILIZZO TERAPEUTICO DI ALCUNE PIANTE

minuti, filtrare e berne parecchie tazze al giorno.

All'acqua, sia sotto forma di decotto o di infuso, si potrà naturalmente sostituire un ottimo vino

dai risultati altrettanto efficaci. Il vino di betulla si prepara bollendo in un litro di vino bianco due

abbondanti manciate di foglie di betulla; assumerne un bicchiere al mattino e uno alla sera. La

cura, per essere debitamente efficace, dovrà prolungarsi per qualche mese almeno.

Dell’estratto fluido se ne assumono 5-10 g/die, tenendo presente che 1 g = 42 gtt.

La polvere viene usata alla dose di 100 mg per capsula, in commercio in associazione ad altri

prodotti.

La tintura madre si ottiene dalla corteccia dei giovani fami freschi, con un titolo di 65°, e se ne

assumono 40 gtt x 3/die.

Si usano poi delle formule, delle associazioni:

• Tisana diuretica: 50 g di foglie sminuzzate sulle quali si versa un litro di acqua bollente.

Quando questa ultima si è molto intiepidita, vi si aggiunge un grammo - una punta di

cucchiaio - di bicarbonato di sodio che rende più facile e veloce lo scioglimento dei principi

attivi contenuti nella foglia di betulla; lasciar riposare per 6 ore, filtrare e berne 2-3

bicchieri al giorno. Questo infuso, molto efficace come diuretico, serve nelle più diverse

manifestazioni dell'ascite, negli edemi di origine cardio-renale, nelle difficoltà di minzione

così tipiche nelle persone anziane, nell'albuminuria e nei gonfiori. Tipico effetto di questo

decotto è un benefico aumento delle minzioni, senza che i reni abbiano a denunziare

alterazione alcuna per il maggior lavoro al quale sono sottoposti. L'infuso di betulla,

inoltre, porta sensibili e rilevanti benefici ai gottosi e facilita lo scioglimento e la relativa

eliminazione dei calcoli urinari.

• Tisana diaforetica: foglie di betulla, fiori di tiglio e fiori di sambuco (ana ad 50 g); 2

cucchiaini da caffè del composto in 250 ml d’acqua bollente, da lasciare in infusione per 3

minuti; assumerne 2-3 tazze al giorno.

• Cura di primavera: tintura madre di betulla, tarassaco e ortica (ana parti); 30 gtt in un

grande bicchiere d’acqua, lontano dai pasti, x 3/die.

• Per reumatismi e gotta: tintura madre di betulla, ribes nero e frassino (ana parti); 50 gocce

x 3/die.

• Per stati febbrili: tintura madre di betulla, spirea e matricaria (ana parti); 20-40 gtt x 3/die.

• Per cistite: tintura madre di betulla, solidago e uva ursi (ana parti); 40 gtt x 3/die.

Curiosità - La betulla veniva chiamata “albero della saggezza” perché i maestri romani ne usavano i

rami per farne verghe … per scopi didattici: emendat rigidos puerorum betula mores!

Inoltre, anticamente, i giovani dei paesi nordici, a maggio ponevano dei rami di betulla appena

sbocciati, davanti agli usci delle fanciulle a cui volevano manifestare il proprio amore.

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MALVA SILVESTRIS

La malva ha delle importanti

proprietà terapeutiche, ed è

sinonimo di sostanza emolliente in

virtù del contenuto in mucillagini di

foglie e fiori. Ha azione lenitiva sulle

mucose infiammate. Da sempre

utilizzata come blando lassativo, ha

essenzialmente funzione regolatrice

intestinale, specialmente per anziani

e bambini. Ha inoltre anche azione

antitussigena, astringente e vaso

protettrice.

E’ indicata per la pelle ricoperta di croste, o infiammata da eruzioni, o dolorante per puntura di

insetto od ustionata da qualche acido; o, ancora, per eruzioni esantematiche dei bambini,

paterecci alle dita, occhi infiammati dalla polvere o dal freddo, ulcere orali, afte o gengive dolenti

per carie.

Fin dai tempi più antichi è molto diffuso l'unguento della foglia santa, come veniva comunemente

chiamato. Si prepara con tre parti di malva fresca che si fanno bollire con quattro parti di burro,

finché l'acqua contenuta nella pianta non sia completamente evaporata. Questo unguento viene

applicato alla sera sul viso dopo averlo perfettamente pulito e cura egregiamente le prime rughe o

la pelle troppo ruvida.

Ottimo anche l'infuso di malva, che si prepara versando su un cucchiaino da caffè di malva secca

una tazza di acqua bollente; 1 tazza 2-3 volte al giorno quando si è afflitti da tosse stizzosa, da

catarro bronchiale, da infiammazioni all'intestino o da fastidiosi bruciori alle vie urinarie. Questo

infuso, inoltre, può servire ottimamente per lavacri interni o per clisteri calmanti, ma anche per

gargarismi (al 5%, preparato estemporaneamente) o come colluttorio (caldo, all’1,5%).

Un rimedio molto efficace e completo contro tutti gli stati infiammatori sia dei bronchi, che

dell'intestino, che delle vie urinarie lo si può trovare in una tisana dagli effetti emollienti e

calmanti. Si prepara bollendo un pugno di malva e tre cucchiai di zucchero in un bicchiere d'acqua,

si filtra e si spreme accuratamente, aggiungendo al liquido tiepido così ottenuto due cucchiai di

succo di limone e un albume d'uovo sbattuto a neve. Una tazzina più volte al giorno.

La tintura madre si prepara dalla pianta fresca, titolo 55°; 40 gtt X3/die.

Per uso esterno si può preparare un cataplasma facendo bollire lungamente in acqua pianta, foglie

e fiori e si applica caldo sulle parti dolenti.

Si può preparare anche un bagno, ponendo in infusione per 15 minuti 200 g di foglie fresche in 3 l

d’acqua, ed aggiungendo l’infuso all’acqua del bagno.

Si possono utilizzare anche delle formule:

• per raucedine ed angor: malva, finocchio ed anice, ana 50, fare un infuso con 2 cucchiaini

da caffè in una tazza di acqua bollente;

• per afte: far decuocere per 20 minuti 50 g di fiori secchi in 1 l d’acqua, ed utilizzare con

spennellature;

• per bronchiti e tosse: decotto con 15 g di fiori secchi in 1 l d’acqua, fatto bollire per 10 min;

• per gargarismi: malva 10 g, semi di lino 15 g, altea 15 g, da far bollire per 15 min in 1 l

d’acqua; un gargarismo ogni due ore;

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• tisana lassativa: frangula 25%, angelica 20%, salvia 15%, malva 15%, semi di lino 25%, da

tenere in infusione per 30 minuti; infuso al 3%, 1 tazza x 2/die aggiungendo, volendo, del

miele;

• gocce antitussigene: tintura madre di inula, malva, timo ed eucalipto, ana parti; assumerne

30 gtt in acqua e miele x 3/die;

• per emorroidi (semicupio): 25% di iperico, 25% di malva, 25% di rosa e 25% di camomilla;

fare due semicupi/die, con infuso al 5%;

• in cosmetologia: per un’azione ammorbidente ed emolliente, associata con aloe,

camomilla, calendula, tiglio, altea, piantaggine; per un’azione rinfrescante e

antiarrosamento, associata con rusco, mirtillo ed hamamelis.

Curiosità - Le foglie, bollite e mangiate all’agro di limone, sono consigliate contro la stitichezza.

VITALBA CLEMATIS

Non trova molto impiego nella

medicina popolare.

Le attività principali sono:

purgativa, diuretica, rubefacente.

Alla pianta viene riconosciuta

un’attività di purgante drastico.

Raramente se ne fa uso come

diuretico (foglie essiccate); più

spesso (foglie fresche pestate e

applicate come cataplasma) per

combattere artriti e sciatica.

L'uso interno è tuttavia sconsigliato in quanto la dose terapeutica risulta troppo vicina a quella

tossica; l’essiccamento riduce la tossicità della pianta.

Le parti verdi e fresche della pianta pestate ed applicate sulla cute manifestano azione

rubefacente e vescicatoria. Tali proprietà venivano sfruttate nel trattamento di reumatismi e

gotta.

L’infuso va fatto con 5-12 g per l di acqua.

La tintura madre viene preparata dai giovani rami fogliari fioriti freschi (titolo 65°).

Per Ledere l'alcolaturo ottenuto dalla pianta poteva essere impiegato, come analgesico locale, in

caso di nevralgie e nevriti. C’è una pomata che utilizza l’alcolaturo di clematide, 10 g, insieme a 0,5

g di estratto di giusquiamo, 15 gtt di essenza di cajeput, 10 g di lanolina e 50 g di vaselina.

Il decotto, ottenuto con le foglie fresche, era impiegato come topico per curare le ulcere atoniche.

Curiosità:

• I mendicanti per ispirare pietà erano soliti procurarsi delle ulcere ricorrendo alle foglie di

Vitalba: per tale motivo la pianta era conosciuta anche come Erba dei Cenciosi.

• I fusti legnosi della Vitalba sono percorsi per tutta la loro lunghezza da piccoli vasi che li

rendono porosi. Per tale caratteristica i fusti essiccati venivano fumati come sigari.

• L'olio, in cui sono messe a macerare le foglie di Vitalba, anticamente serviva per curare la

scabbia. Già Plinio, Galeno e Dioscoride segnalavano la pianta per tale attività.

• I teneri germogli della pianta non sono irritanti e possono essere consumati come gli

asparagi.

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Fiori di Bach – I fiori di Bach sono delle varietà di fiori selvatici che nel loro insieme costituiscono

un metodo di cura semplice e naturale. Questi rimedi, che prendono in considerazione i disordini

della personalità del paziente piuttosto che la singola condizione fisica, furono studiati negli anni

’30 dal Dr. Edward Bach: non importa di cosa soffra il paziente nel suo corpo, la causa prima di tale

condizione potrà essere estirpata se si potrà riequilibrare l’alterazione che è nella psiche del

paziente. I fiori di Bach sono infatti in grado di riportare in armonia uno stato emozionale alterato.

Bach sosteneva che, sebbene vi siano migliaia di sfumature nelle malattie fisiche, le cause

psicologiche sono relativamente poche. I Rimedi di Bach riconoscono 38 condizioni ciascuna

associata ad un preciso stato che causa squilibrio della psiche.

Vi sono due tipi di Rimedi:

• I rimedi di Tipo, che sono in relazione con le caratteristiche della personalità

• I rimedi di Aiuto, che sono da relazionare allo stato transitorio della psiche

I Vari Rimedi in Italia sono riconosciuti come farmaci omeopatici e sono disponibili in farmacia in

flaconi da 10 o 20 ml.

Il Rimedio Clematis, Rimedio di Tipo, è indicato per persone sognatrici, assenti, senza

concentrazione e vitalità, romantiche, non realiste. I sintomi presenti possono includere

sonnolenza, inclinazione a dormire, pallore marcato, lentezza, intontimento, indifferenza. Il tipo

Clematis giunge persino a desiderare la morte.

Vi sono due modalità d’uso:

1. 2 gocce del o dei rimedi scelti in un flacone di 30 ml di acqua minerale naturale,

eventualmente con 2 cucchiaini di brandy come conservante. Da tale soluzione il pz

assume IV gtt x 4/die, da versare in un po’ d’acqua o direttamente sotto la lingua

2. Dal flacone di 10 ml si versano ogni giorno direttamente in un bicchiere d’acqua minerale

naturale II gtt x 4/die

La terapia può variare da poche settimane a due mesi. Gli effetti terapeutici si hanno di solito

dopo 2-3 settimane.

Fitofarmacoterapia cinese - La Clematide fa parte del gruppo di farmaci che disperdono il vento-

umidità e calmano i dolori. Tali prodotti sono indicati nelle “sindromi Bi”, cioè nei reumatismi e

nelle artralgie in genere, in special modo in quelle che peggiorano in concomitanza di vento ed

umidità nell’aria. I rimedi di questo gruppo hanno solo azione disperdente ed analgesica per cui,

per avere un buon effetto terapeutico, devono essere associate ad altre sostanze che mobilizzino il

sangue ed il Qi, che abbiano effetto disostruente sui meridiani, che siano in grado di eliminare le

energie cosmo patogene, e che siano in grado di consolidare ossa e tendini.

La Radix Clematidis Chinensis, Wei Ling Xian, è di natura tiepida e tossica, di sapore piccante e

salato, ed ha la capacità di dirigere la sua azione su tutti i meridiani, soprattutto su quello di

Vescica. Le sue azioni sono di disperdere il vento-umidità, disostruire i meridiani facilitando il

flusso del Qi, di avere effetto analgesico e … di favorire l’eliminazione di spine di pesce od ossicini

dalla gola!

Per cui è indicata per le sindromi Bi e le artralgie e per eliminare le spine di pesce dalla gola. La

posologia è di 3-12 g/die; per le spine di pesce viene associata con aceto e zucchero di canna e si

prepara una decozione molto densa da ingoiare lentamente.

Si può utilizzare con vino per potenziarne gli effetti antireumatici.

E’ controindicata nei deficit di yin e sangue (stati di debilitazione) accompagnati da dolore e segni

di calore (infiammazione).