Portfolio Progetti

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L’amore innato per la velocità, la lotta contro il tempo e il voler arrivare alla meta scelta, mi hanno spinto e guidato nel mondo del design, col desiderio di cogliere ogni minimo segnale, per proporre nuove tendenze e nuovi orizzonti sensoriali.La propensione a lavorare in team, mi ha permesso di raggiungere i traguardi pre�s-sati con estrema velocità, cercando sempre di tendere all’eccellenza.

Ho 25 anni, sono cintura nera di Karate, laureato in Design & Engineering con l’obiettivo di progettare e rendere producibili gli oggetti creati, sia individualmente sia in squadra.Tra i miei interessi, l’irrefrenabile trasporto per i motori è quello che pervade le mie giornate.

Durante l’esperienza universitaria ho puntato su un disegno di vita atto alla massima resa ed e�cienza, sfruttando le mie principali doti di tenacia, �ducia nel prossimo e responsabilità.

Presentazionedesigner

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LABORATORIO DI DISEGNO INDUSTRIALE

In questo laboratorio, svoltosi durante il primo anno acca-demico, ho appreso le tecniche basilari di analisi di problemi e bisogni dell’utente.Il laboratorio è stato svolto creando in fase iniziale dei gruppi di lavoro composti da due persone, in merito è stato possibile analizzare il proprio utente durante la routine universitaria, portando alla luce problematiche relative alle strutture che a�ollano l’università.Dopo un’analisi etnogra�ca, nella quale ho potuto ritrarre tramite fotogra�e e �lmati il mio utente di riferimento, sono arrivato all’individuazione dell’idea progettuale.Dall’analisi delle postazioni dell’università, in particolare una determinata tipologia di aule, ne scaturisce il concept.Il progetto in se prende il nome di “Leggiscrivo”.Il leggiscrivo viene utilizzato per migliorare le condizioni di lavoro in università e non solo, utilizzato anche per la lettura di riviste, o comunque quando se ne sente la necessità.

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Il leggiscrivo può essere utilizzato anche come comoda cartellina porta fogli.Infatti essendo ripiegabile esso crea due semi metà di misura pari ad un A4.

Altri punti caratterizzanti il progetto sono i seguenti:

IL TRASPORTODate le dimensioni ridotte e il basso peso dell’oggetto, viene comodamente riposto nello zaino come se fosse un quadernone.

Osservando nel dettaglio l’oggetto, si nota il pratico porta-penna ricavato sulla parte superiore del leggiscrivo, senza di esso la penna , poggiata sul piano inclinato, rotolerebbe.

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Per allestire la postazione

Il leggiscrivo è costiuito da elementari soluzioni progettuali, grazie a questo è possibile allestire la postazione di lavoro con estrema semplicità e naturalezza di movimenti, una volta aperto acquista una posizione ergonomica costituita dal piano inclinato che permette all’utilizzatore di non dover assumere posture scomode ottenendo così maggior possibilità di seguire la lezione.

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LABORATORIO DI COMUNICAZIONE VISIVA

In questo laboratorio ho appreso le diverse tecniche di rappresentazione dei contenuti di un progetto, andando a scoprire come anche una solo fotogra�a possa essere utile per comunicare un concetto.Al variare del carattere e della grandezza, cambia anche l’importanza di ciò che si vuol comunicare.Questo è stato utile per poter portare a termine con suc-cesso il progetto �nale di questo insegnamento che preve-deva la realizzazione di un libro che avesse come titolo “Il voto è segreto”.Tale progetto era mirato a ra�gurare tramite fotogra�e il signi�cato dei testi che compongono gli articoli inerenti al tema assegnato.Da qui l’idea di realizzare un libro fotogra�co, costituito da immagini evocative del testo.Di seguito sono riportate alcune pagine del libro per poter mostrare il lavoro realizzato.La prima immagine ritrae la copertina essenziale e austera del tema.

IL VOTO È

SEGRETO

IL VOTO È

SEGRETO

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In questa sequenza di immagini, vengono ritratti i due momenti storici più importanti nel passo verso il diritto al voto per tutti.La prima in questo caso ra�gura il Su�ragio Universale, mentre la seconda illustra il Voto alle Donne testimoniato dal documento che ne attesta la veridicità.

Il suffragio universale

Il suffragio universale maschile fu introdotto con la legge del 30 giugno 1912, n. 666. L'elettorato attivo fu esteso a tutti i cittadini maschi di età superiore ai 30 anni senza alcun requisito di censo ne di istruzione, restando ferme per i maggiorenni di età inferiore ai 30 anni le condizioni di censo o di prestazione del servizio militare o il possesso di titoli di studio già richiesti in precedenza.Il corpo elettorale passò da 3.300.000 a 8.443.205, di cui 2.500.000 analfabeti, pari al 23,2% della popolazione. Non si attuò invece la revisione dei collegi elettorali in base ai censimenti.La Camera respinse con votazione per appello nominale la concessione del voto alle donne (209 contrari, 48 a favore e 6 astenuti).Nel clima culturale del primo Novecento, in cui la fiducia nel progresso tecnico e scientifico attribuisce agli inventori il compito di risolvere ogni problema, anche la Commissione parlamentare che esamina il disegno di legge sull'allargamento del suffragio dedica attenzione a decine di inventori di "votometri" e "votografi", precursori del voto elettronico.Al termine del primo conflitto mondiale la legge 16 dicembre 1918, n. 1985, ampliò il suffragio estendendolo a tutti i cittadini

il 21^ anno di età e, prescindendo dai limiti di età, a tutti coloro che avessero prestato servizio nell'esercito mobilitato.L'idea di una riforma del sistema elettorale in senso proporzionale acquistò sempre maggiori consensi nel paese nel dopoguerra. Protagoniste di questa tendenza furono le forze politiche d'ispirazione socialista e cattolica, organizzate in partiti di massa, le quali aspiravano ad offrire una più estesa rappresentanza a quelle classi sociali che maggiormente avevano sopportato il peso della guerra. Il 9 agosto 1918 la Camera votò a scrutinio segreto la nuova legge elettorale con 224 voti a favore e 63 contrari. Alla votazione finale non presero parte gli ex Presidenti del Consiglio Giovanni Giolitti ed Antonio Salandra. Con la legge 15 agosto 1919, n. 1401, fu introdotto il sistema proporzionale. Base dei collegi divennero le province, ma con riguardo anche alla popolazione in modo tale che ad ogni collegio corrispondessero

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LABORATORIO DI METAPROGETTO

Nel laboratorio metaprogettuale ho appreso la tecnica del lavoro di gruppo gestendo più colleghi essendo nominato come responsabile del gruppo, ho diretto il lavoro portando a termine il progetto il quale ha riserva-to un ottimo risultato complessivo.Nel laboratorio è stata o�erta una vasta gamma di opportunità ed abbiamo scelto l’ambito dei parchi, andando ad analizzare come avviene il processo di aggregazione tra diversi clan.E’ stato possibile individuare diversi clan, appartenenti a diverse etnie che popolano i parchi durante i giorni della settimana; a questo punto ho scelto di analizzare e stu-diare un gruppo di Skater che mi hanno a�ascinato per il loro modo originale di gestire l’evento, un momento conviviale per poter condividire lo stesso interesse.Da un’attenta analisi dei vari mondi e da un’analisi di mercato condotta tra i competitors più rilevanti del set-tore di accessori per campeggio e tempo libero, spazian-do da Victorinox e Keen Sport, abbiamo deciso di pro-porre un gadget che possa unire la passione per lo skate, quindi la necessità di riparare il proprio mezzo, al condi-videre momenti di totale relax,come un pic-nic.

Nasce qui l’idea del TwinStick, composto da una chiave per riparazione, un coltellino ed una forchetta, inoltre è un oggetto utile ad identi�carsi come status symbol degli skater.Dalle fotogra�e è possibile vedere la composizione origina-le e particolare per gli skater.

poster dello scenario [fotogramma chiave rielaborato]

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Perchè TWINSTICK

TWINSTICK è un accessorio che risponde a due esigenze fondamentali del nostro tipo di utente: distinguersi come skaters e avere un accessorio multifunzionale.TWINSTICK con la sua forma pratica ed ergonomica è facil-mente trasportabile e maneggevole.Alle due estremità presenta un moschettone per appender-lo ovunque (dai jeans allo zaino) ed una chiave esagonale utile per avvitare e svitare i bulloni dello skate.Internamente presenta 2 posate: in questo modo ognuno potrà scegliere a seconda delle sue esigenze quali compo-nenti avere nel suo TWINSTICK; nel nostro concept presen-tiamo l’opzione con forchettone e coltello.

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LABORATORIO DI COMPUTER GRAFICA

Nel laboratorio di computer gra�ca ho appreso come è possibile tramite un programma adatto, nella specie Alias Studio Tools, realizzare un oggetto virtualmente.La consegna del laboratorio consisteva nel ricreare un oggetto, nel merito una lampada, la quale è stata smontata, analizzata e ridisegnata a mano, in seguito i disegni tecnici son serviti per poter ricreare al compu-ter la lampada.Dopo aver realizzato il modello siam passati alla fase successiva, che richiedeva di realizzare il rendering della lampada andando a ricreare un set fotogra�co precedentemente ideato, nel nostro caso il tutto sem-brava iscriversi in un triangolo, questa scelta è voluta da noi membri del gruppo, in quanto la scatola di im-ballo della lampada aveva forma triangolare.Di seguito sono illustrati i vari passaggi della modella-zione

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Passo successivo è stato quello di modellare i vari componenti della lampada, tra cui altri oggetti utiliz-zati per realizzare il set fotogra�co della lampada, il quale descrive la situazione che l’acquirente trova davanti a se nel momento in cui apre la scatola di im-ballo.

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In questa schermata si possono osservare le modellazio-ni riguardanti la lmpadina e la base della lampada, la quale è stata costruita per metà in quanto simmetrica ed in un secondo momento è stata specchiata rispettando le condizioni di continuità.

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Dopo il passo precedente abbiamo modellato le bac-chette che sorreggono la lampada ed in�ne il corpo lampada, questo tipo di geometria ha richiesto l’utilizzo della funzione “revolve”che permette di trac-ciare un pro�lo e farlo ruotare di 360° per generare una super�cie.

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In�ne, il passo più importante è stato quello di dare un signi�caato visivo a tutto ciò che è stato modellato in precedenza, quindi sno stati associati a tutti gli ogget-ti i materiali con i relativi colori, successivamente sono state posizionate le luce nel set virtuale ed in ultimo è stato lanciato il rendering con il seguente risultato.

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WORKSHOP

Durante il secondo semestre del secondo anno, è stato realizzato un workshop il quale voleva dare un secondo utilizzo al polistirolo che viene lasciato inutilizzato dopo che svolge la sua funzione prima-ria, quella di contenere e proteggere un prodotto.Il polistirolo è un materiale che può essere modella-to con molta facilità, creando delle forme originali semplici e non, ma tutte dettate dalla purezza del suo colore, specie bianco.Inoltre si presta moltissimo alla colorazione che lo rende brillante e vivace, sottolineando i tratti carat-teristici del suo valore.In questo workshop realizzato in team con un com-pagno universitario, abbiamo deciso di cimentarci nella costruzione di un Robot in polistirolo che po-tesse svolgere la funzione di indicatore di direzione o come semplice espositore per parchi di diverti-mento.Nelle seguenti fotogra�e, è possibile notare un terzo utilizzo del Robot, da noi chiamato Polibot, nel quale svolge la funzione di semplice e divertente arredo in un ambiente high-tech.

Grazie all’utilizzo di tinte sobrie ma brillanti, come l’argento, il Polibot diventa espressivo, giudicato come una delle migliori costruzioni dell’intero corso, in quanto in grado di soddisfare una funzione con il minimo dispendio economico.Nella pagina accanto seguono le fotogra�e del Polibot.

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Ecco il Polibot accostato ad una poltrana Frau e ad un impianto surround Bose; due marchi esponenti del mondo del lusso grazie alla massima cura dei particolari e delle �niture dei materiali.Anche il colore stesso della parete impreziosisce il design semplice ed e�cace di Polibot.

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Ed in�ne il suo sguardo, deciso e sottolineato da cerchi concentrici nel suo bulbo oculare, de�niscono al meglio il suo punto focale rosso, espressione della sua vita.

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LABORATORIO DI SINTESI FINALE

Durante il corso dell’ultimo anno, si è svolto il labo-ratorio di sintesi �nale, nel quale ho sviluppato il progetto �nale che è stato presentato in sede di laurea.Nel corso, tenuto dal Prof Bisson Mario, ho potuto mettere a punto quello che sono le tecniche di rea-lizzazione di un’idea progettuale.Dopo aver scelto quale fosse l’ambito più consono al mio interesse, ho deciso di realizzare un progetto inerente al settore motociclistico, nel merito dei portaoggetti miniaturizzati nel telaio stesso della moto.Dopo una lunga fase di analisi, ho appreso quanto fosse importante ritrarre anche mondi di�erenti, che in realtà non avevano un diretto collegamento con il mio progetto, ma rappresentavano il trend da segui-re.Ecco che nasce l’idea di realizare un gadget, che è parte di un kit di accessori utile per personalizzare un modello preciso di moto, nel merito la Moto Guzzi Norge.

Il progetto consta di più parti il cui utente può sce-glierle in totus od in parte, ma ciò che spicca per rievocazione storica del marchio di Mandello, sono i portoggetti laterali ricavati dalla struttura esistente del paraspruzzi della moto.Dalle immagini seguenti, è possibille capire di cosa si sta parlando andando a de�nire un nuovo trend di immagine per il marchio Guzzi.

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Nella prima immagine, è possibile notare il punto di partenza per il progetto, da dove in realtà si sviluppa il de�nitivo �anchetto portaoggetti.

Dalla seconda immagine è possibile notare il parti-colare portaoggetti ricavato dal �ancheto originale ed in�ne montato sul modello di riferimento.

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Il �anchetto portaoggetti, denominato Heritage, proprio per il fatto che si ispira ad un prodotto del passato, è capiente, inoltre prevede diversi tipi di allestimenti, in questo caso BASIC, il quale contiene una rete fermacarico per poter riporre e portare con se il contenuto della stessa.

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Inoltre grazie alle geometrie semplici e lineari, il �anchetto portaoggetti Heritage, non entra in con-tatto né con la gamba del pilota, né con la gamba del passeggero.

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Il progetto del portaoggetti Heritage, è pensato per tutti coloro che desiderano de�nire al meglio il pro-prio motoveicolo, arricchendolo di dettagli, ma soprattutto di particolari utili al viaggio.Il portaoggetti è possibile averlo in tre diversi allesti-menti, Basic, Key, Technology.

BASIC

TECHNOLOGY Con : -supporto per cellulare

-presa multipla

KEY Con più scomparti

Con rete ferma carico

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LABORATORIO DI PRODOTTOProgetto Sparachiodi FP-s

In questo laboratorio, svoltosi durante il quarto anno accademico, ho potuto sviluppare singolarmente un progetto teso alla realizzazione di una nuova sparachiodi per corniciai.In questa esercitazione è richiesta la riprogettazione di una macchina sparapunti pneumatica modello FP-18 prodotta ed assemblata dall’azienda ROMEO MAESTRI.Nel merito del lavoro da svolgere è stato richiesto di re-alizzare un prodotto che possa soddisfare l’esigenza sempre più preponderante quale quella dell’econommicità.Proprio seguendo questa linea guida si sviluppa un pro-getto che ha come punto fondamentale quello di ridurre i pezzi componenti la macchina e realizzare più parti possi-bili in materiale plastico, lasciando invariate le caratteris-tiche di durata nel tempo della macchina stessa. Essa esprime chiaramente la funzione che deve svoglere, la sua immagine austera e ben delineata dalla sua linea squadrata e dia con chiarezza valore e sicurezza di risul-tato nel lavoro svolto. La macchina sparachiodi originale

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IL FUNZIONAMENTO DEL PROGETTO

Grazie alla pressione sul pulsante è possibile avere come risultato una escursione del pistone pari alla corsa del pulsante in quanto il fulcro è posizionato al centro della leva, oltre al fatto che permette di avere un ingombro ridotto del manico stesso, dove la sua sezione misura (nella macchina riprogettata) solo 23mm di altezza e 22mm in larghezza, recando estrema facilità e comodità all’utilizzatore stesso. Il ritorno del pulsante in posizione di riposo è assicurato dalla molla che è parte integrante del pulsante stesso, il quale viene realizzato in RTP200E AMORPHOUS NYLON (PA) avente le seguenti caratteristiche meccaniche:- TENSILE MODULE 2.34 GPa- FLEXURAL YIELD STRENGTH 124 MPaDopo aver e�ettuato i calcoli di veri�ca strutturale del componente ho optato per la soluzione che annulla la tradizionale molla elicoidale metallica.La parte costituente la molla di rinvio, ha una forma ad arco con una sezione interna rettangolare di 1x5mm.La macchina così ricostrutita, vede un rifacimento estetico poco invasivo da un punto di vista funzionale, infatti la macchina integra all’interno della scocca il

sistema di regolazione del precarico della molla ed una sede che permette la riposizione della macchina appesa ad una parete attrezzata, così come sono soliti fare i cor-niciai a �ne lavoro. La scocca è realizzata in ABS, con inserti metallici per la chiusura dela macchina oltre all’utilizzo di snap �t per il serraggio del serbatoio di freccette o chiodini.La macchina sulla scocca esterna presenta due seager e due perni, che enfatizzano i punti di rotazione dei sistemi di attuazione, il tutto per dare un’impronta acnor più tecnica alla macchina.Segue un’immagine esplicativa della macchina con il sistema interno di attivazione.

Fulcro

Pulsante

Otturatore

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La macchina nella sua espressione tecnica

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LABOATORIO DI PRODOTTOProgetto A�ettatrice Berkel

In questo laboratorio, svoltosi durante il quarto anno accademico, ho potuto sviluppare in collaborazione con un team di lavoro, supportati dall’azienda Berkel, il pogetto di automazione del modello di a�ettatrice Avantgarde.Il suddetto modello, rappresenta il top di gamma Berkel per quanto riguarda macchine da banco manuali, realiz-zata in colata di alluminio, la macchina presenta una linea accattivante ed innovativa se si tiene conto dei trend comuni.Il progetto seguito dal team del quale son stato coordina-tore, ha visto il susseguirsi di proposte che hanno portato alla minimizzazione degli interventi strutturali sul mac-china esistente.Ciò che è stato il binario guida del progetto è la seguente �loso�a progettuale: rendere automatica una macchina che originalmente è manuale col minor numero di inter-venti possibili.Questo porta ad una razionalizzazione degli elementi presenti in macchina, oltre a dover considerare che l’introduzione di un sistema automatico, contempla

l’aggiunta di nuovi elementi, i quali occupano spazio all’interno della macchina.Il problema fondamentale dei modelli automatici, utiliz-zati nella rete della grande distribuzione, vede il foro inevitabile sulla fetta di a�ettato.Essa infatti, utilizza degli uncini che perforano il prodotto trasportandolo sul piano di ribaltamento fetta.Dovendo quindi gestire diverse poblematiche, è stato utili in fase di brainstorming gestire una checklist che mettesse dei vincoli progettuali, trasformatisi poi in spunti.Da questo inizia il progetto, che vede l’attenzione per:-eliminazione dei fori sul prodotto;-migliorare la pulizia della macchina;-minimizzare gli interventi;-attenzione ai componenti aggiuntivi.

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LA MACCHINA ESISTENTE

Un’occhiata veloce al modello ha portato alla realizzazi-one di una proposta semplice, che oltre all’e�cienza sulla qule si basa, vede anche il rispetto di tecnologie già utiliz-zate dall’azienda per la realizzazione delle parti della macchina attuale.

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LA PROPOSTA DI PROGETTO

Essa consta di quattro diverse parti che vengono integra- te nel modello manuale per rendere il funzionamento ottimale e veloce.Esse sono:-sistema di ribaltamento fette-basamento-vassoio motorizzato-carterizzazione esternaRIBALTAMENTO FETTELa parte di ribaltamento e trasporto fette è composta, come è posibile vedere in fotogra�a, da un sistema di rulli che tendono e pongono in rotazione dei nastri in mate-riale polimerico elastico, i quali hanno il compito di prele- vare la fetta senza bucarla come facevano i precedenti uncini; si dispone inoltre di un rullo di pressione nelle immediate vicinanze della vela della macchina(parte mobile verticale), il quale garantisce l’adesione della fetta sul sistema di nastri.Il ribaltamento dell fetta è a�dato ad una mano metallica la quale, azionata tramite un motore magnetico, distacca il prodotto dal sistema di acquisizione senza rovinare la fetta.

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Grazie al nottolino rosso, il quale scorre all’interno di una boccola, il sistema di pressione del prodotto viene distac-cato dal complesso, l’albero che attraversa il tutto è soli-dale ad una molla che permette di e�ettuare una torsione ed una traslazione

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LA PULIZIA

La pulizia della macchina, o meglio del sistema di rulli, è a�data ad una sella pulente che ingloba i nastri e gli igienizza, così facendo la sella sarà poi igienizzata a sua volta e pronta per la successiva pulizia della macchina.

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IL BASAMENTO

Il basamento è il punto focale della macchina, dove viene appoggiata e �ssata tramite poppette, l’intera macchina esistente, questo garantisce diverse funzioni:-posizionameto inclinato di 8°(derivante da prove speri-mantali) della macchina per garantire l’adesione di fette di spessore elevato sul sistema nastri;-montaggio dell’intera struttura di movimentazione fetta;-aggancio del vassoio;-sistemazioni componenti interni(derivazione elettrica, trasformatori,ecc).

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IL VASSOIO

Il vassoio è realizato per stampaggio di lamiera, grazie ad un archetto piegato viene movimentato dal sistema di gestione elettronico della macchina, permettendo la disposizione secondo schemi di�erenti del prodotto.La ruota invece serve ad appoggiare il vassoio sul piano della macchina per evitare che �etta per azione del suo peso sul lato destro.

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CARTERIZZAZIONE

Il carter di colore rosso, realizzato in materiale polimerico, cela al suo interno il sitema di azionamento della mano di ribaltamento del prodotto.Utile sia ad un �ne estetico ma anche funzionale, in quanto evita che lo sporco entri nelgi ingranaggi della macchina.Grazie ad una linguetta che funge da snap, viene incas-trato nella sede ricavata nel basamento.

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PANORAMICA MACCHINA

Nell’immagine seguente possiamo notare come il sistema si integra nel miglior modo con lo stile della macchina esistente, risultando un completamento della stessa.

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LABORATORIO DI SINTESI FINALEProgetto di una lavastoviglie

Il progetto si è svolto durante il quinto ed ultimo anno di università. Il concept che ha guidato l’intero iter progettuale è “l’integrazione lavandino / lavastoviglie”.Siamo nell’era della vita frenetica, una vita dove nulla può essere lasciato al caso, dal lavoro alla casa.Proprio in questo ambito, sono principalmente in�uen-zati i nuovi progetti, che devono rispondere ad esigenze di�erenti e potersi o�rire come valide opportunità a soluzioni oramai obsolete e di comune reperibilità.Il progetto quindi prende valenza estetica e funzionale; dal suo stilema deve essere chiaro che rappresenti sicurezza e facilità di utilizzo.Proprio su questo nuovo input, vengono realizzate pro-poste che delimitano aree tematiche diverse, la casa intesa non più come imponente struttura, ma come pic-cola costruzione dotata di tutti i comfort, un piccolo con-centrato di funzioni, passioni e cultura.L’appartamento quindi ha per tendenza spazi ridotti che convergono nella soluzione scelta dalla maggior parte

della popolazione; la casa dunque deve essere il rifugio, il riparo da una giornata lavorativa frenetica e provante.Per questo non deve prescindere da alcuna comodità e deve essere equilibrata nelle soluzioni e nel suo design.Se quindi la riduzione dello spazio abitativo risulta essere così preponderante, allora non possiamo privarci di alcuna comodità all’interno di queste tipologie di appar-tamenti.Dunque il target utente del concept desidera avere all’interno della propria abitazione soluzioni che integ-rino diverse tipologie di sistemi in unico volume o modulo.Il concept quindi, parte dalla de�nizione di un modulo con ingombri 60x60x90cm, dove poter riporre all’interno una lavastoviglie di medie dimensioni, e un lavello che abbia la cubatura di uno standard.Il nome stesso dell’elettrodomestico diventa così l’icona del concetto di integrazione perfettamente riuscito: “Lavastovello”.

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FILOSOFIA Lavastovello: già dal nome è chiaro, esso è l’integrazione nata da un elettrodomestico quale la lavastoviglie ed un lavello.I due sistemi, se pur usano l’acqua per il lavaggio, hanno ubicazioni di�erenti.Si parla di lavastoviglie da incasso, da libera installazione.Da questa denominazione per classe o tipologia di mac-china, dipende la loro riconoscibilità all’interno dell’ambiente cucina.La macchina proposta quindi è un elettrodomestico a se stante, che si pone volutamente come tale.

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IL PROGETTO

Lavastovello si presenta come modulo di larghezza e profondità di 60 cm con un’altezza da terra di 90 cm.Esso consta di una lavastoviglie al suo interno con capac-ità di 10 coperti IEC, quindi garantendo una capienza media, ed un lavello avente geometrie di riferimento studiate per interagire con gli accessori della lavastovi-glie.Lavastovello è composto da un basamento, sul quale viene appoggiata e �ssata la cassa di lavaggio della mac-china, avvolta da un telaio che oltre a irrigidirla, è l’organo di giuntura tra il lavandino ed essa stessa.Sui laterali l’elettrodomestico è chiuso con cover in lam-iera che celano al loro interno tutta la parte di funzion-amento della macchina.Oltre alla struttura fondamentale, sono comprese quindi tutte le parti di funzionamento della lavastoviglie, dalla pompa al motore alle varie connessioni elettriche.Il portellone della macchina, rispetto alla consueta porta incernierata, è un cassetto, vincolato a guide lineari tele-scopiche, �ssate a loro volta sulla cassa della macchina.

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Al cassetto è vincolato il cestello inferiore di carico, dove trovano ubicazione le stoviglie di maggior ingombro come pentole e piatti da portata.Mentre la parte superiore di carico è caratterizzata da cestelli amovibili, che hanno concorso alla stilizzazione del lavello in quanto trovano accesso nel lato corto di quest’ultimo; inoltre è presente il sistema di riposizione delle tazzine e il porta posate; il tutto è appoggiato su di un telaio solidale alle guide.Questi ultimi accessori, tranne i cestelli amovibili, sono realizzati in materiale plastico.Il cestello superiore, è montato su guide standard, sia per dimensioni che per tipologia, sono le medesime delle lavastoviglie Candy ora in commercio.Il sistema di lavaggio della macchina resta invariato, avente irroratori a girandola sia nella parte inferiore della cassa che nel parte mediana.

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La macchina è gestita da un sistema di strumentazione caratterizzato dalla forma originale generata dall’o� set del perimetro del lavello.La scelta del materiale e la tecnologia di riferimento, non sono stati a�atto un compito semplice: vediamone i motivi.La strumentazione, voluta e posta sul top del lavello, potrebbe essere casualmente danneggiata da un utente distratto che, inavvertitamente, appoggiasse un tegame bollente su di essa.Da qui, l’idea di proporre la strumentazione in vetroc-eramica, materiale utilizzato per la costruzione dei piani cottura a induzione.Questo garantisce il funzionamento della strumentazione anche se esposta a choc termico.La strumentazione è comandata grazie alla tecnologia a s�oramento o�erta da pulsanti capacitivi; nel merito essa è costituita da:-struttura vetroceramica;-scheda elettrica-struttura plastica di di�usione e sostentamento del sistema

La gra�ca di semplice lettura è voluta per garantire all’utente medio di non avere di�coltà nell’avviare l’elettrodomestico, questo è possibile grazie a scritte serigrafate e illuminate da led monocromatici.Giocando sulla regolazione della luminosità del diodo, si può dare maggiore spicco al comando selezionato.

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Tre le di�erenti varianti disponibili:-color-essenza-inox

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