Portfolio Accademico

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Portfolio Accademico di Architettura

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StefanoDalmiglioportfolioaccademico

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Indicelavoriaccademici

Struttura per l’accoglienza all’interno dell’ex com-plesso monastico di Valmarina (BG)Laboratorio di progettazione architettonica 1a.a. 2004/05

Spazio ludico presso la stazione ferroviaria di Mer- gozzo (VB)Laboratorio di progettazione architettonica 2a.a. 2005/06

Residenza per una squadra di canottieri sul lago di Varese a Gavirate (VA)Laboratorio di costruzione dell’architetturaa.a. 2005/06

Insediamento per l’ospitalità giovanile all’interno del borgo di S. Apollonia (SO)Laboratorio di progettazione architettonica 3a.a. 2006/07

Analisi e proposte di riqualificazione urbana per il comune di Boffalora Sopra Ticino (MI)Laboratorio di progettazione urbanisticaa.a. 2009/10

Analisi e proposte di riqualificazione urbana per il quartiere di Lambrate a Milano (MI)Laboratorio di progettazione architettonica e urbanaa.a. 2009/10

Attività diagnostica sul museo storico artistico della Società per gli Studi Patri di Gallarate (VA)Laboratorio di diagnosticaa.a. 2009/10

Progetto di riqualificazione del museo storico artisti-co della Società per gli Studi Patri di Gallarate (VA)Laboratorio integratoa.a. 2010/11

Disegno e allestimento della mostra “Conservare, documentare, esporre. Il museo della Società per gli Studi Patri tra memoria e trasformazione”, Gal-larate (VA)Collaborazione Universitariaa.a. 2010/11

Progetto di riqualificazione e riuso della cascina Bu-rattana di Busto Arsizio (VA)Tesi di Laurea Magistralea.a. 2010/11

2004-2008. Laurea di I° livello

2008-2011. Laurea Magistrale

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Struttura per l’accoglienza all’interno dell’ex complesso monastico di Valmarina (BG)Laboratorio di Progettazione Architettonica 1a.a. 2004/05

All’interno del suggestivo paesaggio del Colle di Bergamo si inserisce l’ex complesso monastico di Valmarina, che lega le sue radici storiche ad una istituzione benedettina. La struttura, sorta intorno alla metà del XII secolo d.C., si presenta oggi come un insieme di corpi di fabbrica distribuiti intorno ad una corte quadrangolare il cui piano segue l’andamento orografico del versante.La nuova destinazione a sede operativa del Consorzio del Parco Regionale dei Colli di Bergamo richiede un intervento di trasformazione orientato ad incrementare le qualità ricettive del complesso, nel rispetto di tutti i caratteri storici preesistenti.La ricerca progettuale, finalizzata all’inserimento di una piccola struttura per l’accoglienza, è orientata a mettere in relazione in maniera coe-rente i caratteri marcatamente contemporanei del nuovo intervento con la dimensione rurale delle preesistenze.

planimetria piano primo. scala 1:1000

sezione trasversale aa. scala 1:1000

maquette di progetto

01 rampa di accesso02 sala ristoro03 sala studio-lettura04 camere da letto

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Spazio ludico presso la stazione ferroviaria di Mergozzo (VB)Laboratorio di Progettazione Architettonica 2 (copartecipazione: Giulietta Galeotti)a.a. 2005/06

Adagiato sulle sponde dell’omonimo lago, il paese di Mergozzo si colloca lungo la spina della Val d’Ossola e viene attraversato, così come altri piccoli nuclei, dall’asse ferroviario che da Verbania si distende fino al territorio svizzero. La futura dismissione di alcune stazioni distribuite lungo il tracciato fornisce, per questi piccoli luoghi, la possibilità di interventi di rifunzionalizzazione.Nel caso studio di riferimento, l’intervento progettuale si articola attraverso una ricerca compositiva finalizzata all’insediamento di un centro artistico polifunzionale, dove il confronto con gli elementi spaziali preesistenti - la stazione, il rilevato ferroviario, l’orografia dello spazi circo-stanti - rappresenta il vero tema dominante.

planimetria generale. scala 1:4000

01 stazione02 ferrovia03 sottopasso04 area studio-produzione05 area esposizione

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sezione longitudinale aa. scala 1:650

sezione trasversale bb. scala 1:650

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schema 3D - area studio/produzione

schema 3D - area esposizione

montaggio 3D - area studio/produzione montaggio 3D - area esposizione

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Residenza per una squadra di canottieri sul lago di Varese a Gavirate (VA)Laboratorio di Costruzione dell’Architettura (copartecipazione: Marcello Facchetti)a.a. 2005/06

L’attività di canottaggio, storicamente legata alla località lacustre di Gavirate, rimane ancora oggi una delle poche attrazioni capaci di mante-nere vive le sue sponde. La progettazione della nuova struttura passa attraverso l’analisi delle esigenze specializzate dell’utenza - 20 canottieri - nel riferimento agli standard prestazionali legati ai temi della fruibilità e del benessere. Il rispetto e la valorizzazione del paesaggio lacustre circostante, nonchè l’aderenza ai principi dell’architettura sostenibile rappresentano le linee guida principali del progetto.

planivolumetria generale. scala 1:1200

01 ingresso02 corpo residenza03 corpo palestra04 cortili05 pista ciclabile06 attracco barche-canoe01

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pianta piani terra. scala 1:650

prospetto sud. scala 1:650

prospetto est. scala 1:650

01 parcheggi02 ingresso-portico03 ufficio04 sala incontri05 servizi06 locali tecnici07 cucina08 soggiorno-pranzo09 palestra

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sezione trasversale aa. scala 1:150

riscaldamento con sistemi solari passivi: il muro di Trombe

funzionamento in regime invernale diurno

funzionamento in regime invernale notturno

Il muro di Trombe-Michel consiste in un muro passivo, posizionato nella parete sud dell’edificio, di un materiale ad alta inerzia termica in grado di captare la maggior quan-tità possibile di radiazione solare, da un vetro che separa il muro di accumulo dall’esterno e da un dispositivo di oscuramento.

Regime invernale diurno: il sistema viene colpito dalla radiazione solare che, grazie all’opacità del vetro alla radia-zione infrarossa, scalda in parte la parete di accumulo ed in parte scalda l’aria contenuta dall’intercapedine fra il muro ed il vetro. Il riscaldamento dell’aria innesca un moto con-vettivo che, una volta aperte le bocchette di aerazione del muro di accumulo, porta l’aria calda a salire e ad introdursi attraverso l’apertura superiore. Attraverso una seconda bocchetta, posta nella parte bassa del muro, l’aria fred-da presente all’interno dell’edificio esce nell’intercapedine dove si riscalda e viene a sua volta reintrodotta attraverso la bocchetta superiore.

Regime invernale notturno: per evitare che si inneschi una circolazione dell’aria inversa rispetto a quella diurna che porterebbe fuori l’aria calda, vengono chiuse le boc-chette. L’interno dell’edificio continua comunque a ricevere calore per conduzione, con un ritardo che dipende dalle caratteristiche di inerzia termica e dallo spessore del ma-teriale utilizzato.

01 plinti di fondazione in c.a.02 vespaio areato03 struttura portante in legno lamellare04 parete d’accumulo in terra-paglia05 parete nord in blocchi termici alveolati06 sistema di oscuramento in lamelle di legno 07 tetto giardino08 impianto solare-termico09 copertura metallica con impianto fotovoltaico

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dettagli costruttivi

01 plinto di fondazione in c.a.02 connessione tramite base in acciaio imbullonata03 pilastro in legno lamellare (b.300 mm - h.300 mm)04 connessione tramite piastra e spinotti in acciaio05 trave in legno lamellare (b.200 mm - h.300 mm)06 connessione tramite scarpa chiodata in acciaio 07 travetto in legno lamellare (b.80 mm - h.200 mm)08 cuffia in acciaio con scarpa per alloggiamento trave09 pilastro profilo HE 100 B10 doppia piastra in acciaio11 travetti in acciaio profilo T 8012 travetti in acciaio profilo U 8013 lamiera grecata - ondulit

assonometria struttura portante. scala 1:50

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parete nord_sezione verticale. scala 1:20

01 intonaco02 laterizio alveolato03 profilo IPE 8004 strato termoisolante05 intercapedine d’aria06 doghe di legno

01 laterizio alveolato02 barriera al vapore03 strato teroisolante04 profilo IPE 8005 doghe di legno06 scossalina07 serramento in legno08 scuri in legno09 controtelaio10 architravi in laterizio e c.a.11 profilo a L 90x200 mm12 travetto in legno lamellare13 assito14 malta di allettamento15 strato bituminoso

parete nord_sezione orizzontale. scala 1:20

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vista tridimensionale del tetto giardino

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Insediamento per l’ospitalità giovanile nel borgo di S. Apollonia (SO)Laboratorio di Progettazione Architettonica 3a.a. 2006/07

Il piccolo nucleo antico di S. Apollonia, situato sul versante settentrionale della Valtellina, venne costruito nel XVII secolo come residenza esti-va per la coltivazione dei vigneti. Oggi è quasi del tutto abbandonato. La posizione solatia e panoramica, nonché la vicinanza al fondovalle, rendono il luogo appetibile quale residenza giovanile di transito (ostello della gioventù).Il progetto prevede l’inserimento di una serie di spazi e di funzioni - 40/60 posti letto - da ottenersi attraverso il recupero dell’architettura pre-esistente, l’integrazione di nuove strutture e la risistemazione degli spazi esterni. I caratteri spaziali e materici del sistema costruito fondono la scala architettonica a quella paesaggistica, e gli elementi compositivi principali - come i luoghi di incontro, gli affacci panoramici, le scale, i muretti e le sedute di pietra - diventano i principali strumenti di controllo progettuale.

01 accoglienza02 cucina-pranzo03 sala polifunzionale04 depositi-tavernette05 camere da letto06 soggiorno07 biblioteca

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planimetria piani terra. scala 1:800

planimetria piani primi. scala 1:800

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sezione trasversale territoriale. scala 1:800

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edificio nuovo: piante. scala 1:500

01 cucina, 28 mq02 dispensa, 14 mq03 sala pasti, 66 mq04 soggiorno a, 43 mq05 soggiorno b, 79 mq

progetto del nuovo

edificio nuovo: prospetto est. scala 1:150

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01 hall, 24 mq02 ristoro, 17 mq03 deposito a, 26 mq04 deposito b, 24 mq05 vano scala, 13 mq06 camera da letto a, 26 mq07 camera da letto b, 24 mq08 camera da letto c, 23 mq09 camera da letto d, 17 mq

edificio recuperato: piante. scala 1:500

progetto di recupero

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edificio recuperato: prospetto sud. scala 1:500

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Analisi e proposte di riqualificazione urbana per il comune di Boffalora Sopra Ticino (MI)Laboratorio di Progettazione Urbanistica (copartecipazione: Laura Peli, Veronica Terraneo, Laura Zocchi)a.a. 2009/10

L’analisi delle criticità presenti sul piccolo territorio comunale di Boffalora Sopra Ticino mette in luce la necessità di garantire all’utenza cittadina una migliore fruibilità dei servizi esistenti. La strategia d’intervento si fonda sulla messa in campo di tre distinti interventi progetturali: una re-distribuzione della viabilità automobilistica interna al centro storico, l’inserimento di una piccola rete ciclo-pedonale, il recupero di architetture e spazi in disuso.

analisistrategiaprogettoCONGESTIONE VIABILITA’le arterie che collegano l’anello della viabilita’ esterna con Bof-falora convergono tutte nel centro storico del paese generando un’eccessiva congestione di traffico e un pericolo concreto per i pedoni.

SCARSA ACCESSIBILITA’ SERVIZIla presenza di strade strette e di un solo punto di attraversa-mento del naviglio limita notevolmente la fruibilita’ dei servizi cittadini, i quali si trovano tutti concentati sulla sponda orientale.

DISUSO/INACCESSIBILITA’il territorio e’ segnato puntualmete da strutture architettoniche (soprattutto di carattere industriale) in stato di abbandono/disu-so e da aree verdi inaccessibili lasciate in condizioni di degrado.

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POLO 101 Ex Industrie Cantoni02 Villa Giulini03 Parco di Villa Giulini

POLO 204 Parco Folletta05 Ex Filatoio06 Parco del Ticino

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l’analisi delle criticita’ presenti sul territorio ha messo in luce la principale esigenza di garantire una migliore fruibilita’ dei servizi esistenti da parte dell’utenza.

gli interventi puntuali sulle singole criticita’ possono interagire all’interno di un’unico sistema strategico contribuendo a soddi-sfare l’esigenza primaria.

REDISTRIBUZIONE VIABILITA’deviazione traffico centro storicodisposizione punti di approdo

+

RECUPERO ZONE IN DISUSOriutilizzo di aree verdi non accessibiliriuso di architetture in abbandono

=

COLLEGAMENTO SERVIZIcreazione rete interna ciclopedonalesupporto alla rete da zone recuperate

il supporto offerto da una gerarchia stradale gia’ ben definita permette di deviare i flussi di traffico (sia in entrata che in uscita) prima dell’ingresso nel centro storico.

il sistema di transito e’ coadiuvato dalla predisposizione strate-gica di zone d’approdo (in parte gia’ esistenti) che garantisco-no, in caso di esigenza, l’accesso pedonale al centro storico.

+

il recupero delle zone in disuso mette in evidenza una potenzia-le catena di collegamento, dove la successione dei singoli poli pone in continuita’ sistematica il centro con il Parco del Ticino.

=

la deviazione dei flussi di traffico verso l’esterno permette di in-sediare all’interno del centro storico (presenza di tutti i principali servizi) una rete connettiva ciclo-pedonale.

il sistema viene supportato dal recupero strategico di alcune zone in disuso che mettono in continuita’ la rete interna dei ser-vizi edificati con il sistema del verde esteso al di la’ del naviglio.

servizi edificatizona traffico limitato ZTLedifici recuperativerde recuperatogiunzione zone recuperaterete ciclo-pedonale

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COLLEGAMENTO SERVIZI

REDISTRIBUZIONE VIABILITA’

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01 anello esterno

02 punti d’approdo

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REDISTRIBUZIONE VIABILITA’01 EX INDUSTRIE CANTONIspazio di archeologia industriale a valenza stra-tegica in relazione alle molteplici possibilità di incremento, redistribuzione e collegamento dei servizi già presenti nel centro storico.

02 VILLA GIULINIla valenza architettonico-ambientale del contesto suggerisce una riattivazione di funzioni socio-culturali connesse ai temi del verde e delle attività all’aria aperta.

03 PARCO VILLA GIULINIquesto ampio spazio verde rappresenta uno dei caratteri paesaggistici più interessanti del luogo e la sua nuova accessibilità diventa punto di transi-to strategico nel collegamento tra polmone verde e nucleo cittadino.

04 municipio05 biblioteca06 asilo nido07 scuola materna08 scuola elementare09 scuola media10 chiesa11 oratorio parrocchiale12 centro sportivo13 poste14 farmacia15 centro anziani

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PROPOSTA PROGETTUALELe scelte di intervento si sono orientate su quella par-te di tessuto le cui caratteristiche strutturali meglio assecondano la gerarchia di proposte strategiche precedentemente formulate.

01conversione funzionale attuale biblioteca:concentrazione associazioni locali in unica sede

02progetto riqualificazione Piazza Italia:realizzazione di nuovo spazio verde attrezzato

03progetto riqualificazione area Ex Cantoni:mercato Km Zero + sala polifunzionale + teatro/ci-nema + centro anziani + ASL + parcheggio interrato

04collegamento ciclo-pedonale sul Naviglio:nuova passerella per la continuità tra le due sponde

05progetto di recupero Villa Giulini e Parco :nuova biblioteca + mediateca + spazio mostre tem-poranee + Bed&Breakfast

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planimetria generale di intervento. scala 1:3000

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01 mercato a Km Zero e piazza coperta02 sala polifunzionale/conferenze03 carico-scarico merci04 assistenza sanitaria locale ASL05 centro anziani (vicino a bocciofila esistente)06 cinema/teatro + locali annessi

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sezione schematica area Ex Cantoni. scala 1:800

pianta parcheggio interrato. scala 1:2500vista tridimensionale dell’area Ex Cantoni

01 slargo dei Cadutilo snodo, soggetto ad un intenso traffico vei-colare, diventa nella nuova proposta ZTL un piazzale a transito misto, con pedoni ciclisti e automobili. La scelta viene segnalata da un cambio di pavimetazione.

02 scalinata-parcolo spazio occupato dalla profonda scarpa-ta viene convertito in una sorta di giardino terrazzato che funge sia da parco pubblico che da percorso pedonale diretto al piano dell’alzaia.

03 pista ciclabileil collegamento ciclabile transita alle spalle del monumento ai caduti per poi scendere gradualmente verso il naviglio smorzando notevolmente la pendenza della scarpata (lunghezza: 140 m, pendenza: 8%).

04 passerella sul Naviglionella proposta di intervento il ponte rappre-senta il principale anello di giunzione del si-stema, che mette in continuità tutto il blocco dei servizi presenti nel centro del paese con il vasto parco storico di Villa Giulini.

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viste tridimensionali dell’area affacciata sul Naviglio

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sezione schematica trasversale sul Naviglio. scala 1:1000

planimetria area affacciata sul Naviglio. scala 1:1500

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Analisi e proposte di riqualificazione urbana per il quartiere di Lambrate a Milano (MI)Laboratorio di Progettazione Architettonica (copartecipazione: Dario Pagani, Veronica Terraneo, Laura Zocchi)a.a. 2010/11

Il metodo di lavoro utilizzato per l’intervento di progettazione urbana si è dispiegato attraverso un percorso di natura multiscalare che ha permesso di comprendere gradualmente il significato delle diverse azioni di analisi e di progetto alle diverse scale di relazione, partendo da quella allargata con la città fino ad arrivare a singoli ambiti del quartiere.La lettura incrociata dei dati ottenuti nelle analisi di base e nelle analisi interpretative ha permesso di individuare ed evidenziare le proble-matiche e le potenzialità legate all’area, necessarie a loro volta per la stesura degli obiettivi e delle strategie generali. Grazie ad esse è stato possibile proporre degli interventi e delle alternative progettuali, sia alla scala del quartiere sia a quella di dettaglio, per il miglioramento della qualità urbana, che rappresenta l’esplicitazione finale dell’intero processo analitico ed interpretativo.

IL QUARTIERE DI LAMBRATErappresenta un emblematico spaccato di storia della Milano Moderna, quello della periferia Nord-Est, dove nel corso del ‘900, più che altrove, si è sedimentata l’anima produttiva della città.Esempio paradigmatico di borgo suburbano amministrativamente autonomo fin dal 1923 e poi via via assorbito dal tessuto edilizio della città, il quartiere era originariamente composto da due nuclei distinti e si unificò solamente nell’800 lungo via Conte Rosso, tutt’oggi asse di attraversamento principale.Seguì, nei primi decenni del secolo successivo, la localizzazione di piccole officine me-talmeccaniche, che riadattarono edifici rustici preesistenti, e quindi di grossi complessi industriali, tra cui nel 1933 la Innocenti per la produzione di tubi metallici, Lambrette e autoveicoli.Rispetto alla periferia industriale di formazione storica, sviluppatasi a fine ‘800 all’interno della cintura ferroviaria e composta da un tessuto compatto di case e piccoli insedia-menti produttivi, la periferia industriale di formazione recente (da secondo dopoguerra a oggi), esterna alla cintura, risulta del tutto avulsa da un minimo criterio ordinatore che non sia l’accrescimento edilizio indifferenziato.I primi tentativi di intervento pianificato, configurati solo in parte, non sono riusciti a rego-larne la rapida crescita, e soprattutto non hanno impedito la progressiva sostituzione di funzioni - la nuova dominante terziaria - che pur non modificando la trama insediativa ha complicato, in un rinnovo frammentato e mai concluso, il già turbato quadro urbano.Percorre questo brano di metropoli significa da una parte rintracciare i fossili di un’ipo-tetica città industriale - i colossali impianti produttivi, il segno dei primi quartieri operai, l’insieme delle infrastrutture e dei servizi - e dall’altra registrare i mutamenti in atto - gli interventi di sostituzione e riuso - e le difficoltà di tradurre gli stessi in un disegno urba-nistico qualitativamente ordinato e riconoscibile.

prima del 1900il tessuto edilizio si riduce ai due piccoli borghi di Lambrate e Ortica, esterni alla città di Milano, ed attestati lungo alcune direttrici storiche di cui tutt’oggi permane in sedime

1900 // 1950lo sviluppo pianificato della città nei primi decenni del secolo (Piano Pavia-Masera, 1912) si estende fino al confine interno della nuova cintura ferroviaria (1905-15), men-tre all’esterno cominciano a insediarsi senza un criterio ordinatore i primi complessi industriali

1950 // 1975il Piano Regolare Generale del 1953 interviene sull’assetto viario esterno alla cintura, quale strumento ordinatore del quadro infrastrutturale e dei servizi di tutta la periferia cittadina;si formano i nuovi quartieri limitrofi di Feltre e Ortica;viene realizzata la nuova tangenziale est di Milano (1969-75)

1975 // 1995si assiste da un lato al consolidamento dei quartieri residenziali esistenti e dall’altro ad una nuova espansione di numerosi complessi industriali

1995 // ogginegli ultimi anni tra le numerose attività di trasformazione e riuso che hanno caratte-rizzato il quartiere, va segnalato indubbiamente il piano di recupero urbano dell’area Ex-Innocenti che ha dato vita al nuovo quartiere di Rubattino

EVOLUZIONE STORICA

planimetria generale - mappatura delle attività prevalenti (piani terra). scala 1:20.000

SINGOLE FASI ANALITICHE• analisi evoluzione storica• analisi attività prevalenti (piani terra)• analisi della viabilità pubblica e privata• analisi del sistema ambientale• analisi delle attività trasformative in corso (cantieri)• analisi delle relazioni tra le attività prevalenti• analisi dei caratteri urbani storici e attuali

Innocenti - produzione della Mini (1960) Innocenti - area verde del nuovo quartiere Rubattino (2009)

LETTURA INCROCIATA DELLE ANALISI▼CRITICITA’ // POTENZIALITA’▼OBIETTIVI E STRATEGIE▼PROPOSTE PROGETTUALI

residenziale

terziaria

commerciale

industriale

servizi pubblici - infrastrutture

culturale

area sportiva

militare

aree dismesse in abbandono

cantieri attivi

Legenda: attività prevalenti

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zone autorefenzialil’intensa attività di trasformazione, unita a presenza di barriere infrastrutturali e industriali,

causa frammentazione del quartiere in nuclei abitativi isolatiinsicurezza reale o percepita

l’assenza di attività a ridosso di aree industriali e/o dismesse causa aumento insicurezza in particolari ore della giornata; tra queste: via Rodano e parco di via Rombon

barriere fisiche e visivepresenza di importanti barriere che separano il quartiere dalla città, o che isolano singole

zone abitate; tra queste: ferrovia, tangenziale, caserma Goitoattraversamenti difficoltosi

la presenza di attraversamenti pedonali pericolosi causa barriere architettoniche o ridotte dimensioni del marciapide; criticità concentrate lungo vie ad alto scorrimento

parcheggi caoticila concentrazione di autoveicoli in piazza Monte Titano e dintorni rappresenta elemento

di ostacolo e degrado, generando problematiche di accessibilità e sicurezzai sottopassi veicolari

i sottopassi presentano problemi di accessibilità, causa marciapiedi sottodimensionati; degrado superfici e scarsa illuminazione aumentano percezione di insicurezza

i sottopassi pedonalii sottopoassi della stazione rappresentano ostacolo critico per persone con ridotta

capacità motoria, causa diffusa presenza di scale e dislivellil’inquinamento acustico

rumori intensi risultano molto evidenti in prossimità della tangenziale est, della cintura ferroviaria, e lungo via Rombon causa elevato numero di intersezioni tra auto e pedoni

assenza piste ciclabilinel quartiere sono assenti percorsi ciclabili e zone di sosta, anche se previste dal PGT

comunale; è presente un solo collegamento sovracomunale tra Milano e Redecesioilluminazione carente

in molte aree la scarsa o assente illuminazione aumenta la percezione di insicurezza nelle ore serali; questa coinvolge gran parte delle aree industriali e delle zone più isolate

degrado visivoil degrado visivo si concentra in particolare lungo la ferrovia ed è causato dalla presenza di superfici edilizie mal tenute, graffiti vandalici ed arredo urbano lasciato in abbandono

flussi predominantiall’interno del quartiere sono presenti diversi percorsi pedonali predominanti, i quali sono situati lungo le direttrici commerciali e storiche (via Feltre, via Conte Rosso)zone di convergenzapresenza di aree dove convergono gran parte dei percorsi comuni, grazie alla presenza di attività di richiamo o di nodi di interscambio legati alla mobilità del trasporto pubblicocentro storicovia Conte Rosso è la via storica del quartiere, caratterizzata da edilizia residenziale e piccole attività commerciali situale ai piani terra; assenza di idonei percorsi pedonaliemergenze storico-culturalisono presenti diverse risorse storiche e culturali, tra cui: villa Folli e villa Serbelloni, complesso Martinitt, Lambretto Art Project lungo il Lambroistituti superiori e universitàpresenza di diverse scuole che possono ampliare il bacino di utenza del quartiere; tra queste: scuola Politecnica di Design, Istituto Sacro Cuore, scuole bilingue, licei e università di Farmaciaaree e edifici dismessile aree dismesse o in abbandono possono consentire l’inserimento strategico di nuove attività, per promuovere la rivitalizzazione di specifiche zone degradatearcheologia industrialeil quartiere ha avuto nel tempo una importante valenza industriale; di queste tracce permangono le fabbriche della Ex-Innocenti e alcuni capannoni interni al quartierearee verdisono presenti alcune aree verdi attrezzate che si attestano in corrispondenza dei quartieri Feltre e Rombon; sono anche presenti aree verdi di recente formazione, vedi villa Folliparchi urbaniil quartiere possiede poche aree verdi ma è situato a cavallo di due parchi urbani che possono essere fruiti dai residenti: il parco Lambro a nord e il parco Forlanini e sudrisorse ambientali il fiume Lambro risulta essere una importante risorsa, ad oggi poco sfruttata per proble-matiche di accesibilità delle sponde; molte anche le aree verdi in abbandono

PROBLEMATICHE POTENZIALITA’

obiettivi | strategie

ATTRAZIONE FLUSSI DI PASSAGGIOattirare e mantenere all’interno del quartiere le categorie di utenza normal-mente in transito (scuola-università-lavoro)strategie:• inserire nuovi spazi ed attività di forte richiamo (servizi pubblici, attività commerciali, ecc.)• dislocare strategicamente nuove attività lungo i flussi di principale transi-to pedonale (piazze, strade commerciali, ecc.)• valorizzare i caratteri fisici e funzionali dei poli attrattivi esistenti (storici, culturali, ambientali)

CONNESSIONI QUARTIERI-CITTA’eliminare il progressivo isolamento tra quartieri e città causato dalla pre-senza di grandi barriere e di aree ad uso monofunzionalestrategie:• migliorare la qualità degli attraversamenti a raso esistenti (segnaletica, percezione)• realizzare nuovi attraversamenti interrati o sopraelevati che evitino la pre-senza di nuove intersezioni sul piano stradale• garantire la presenza di percorsi pedonali agevoli e sicuri che mettano in collegamento le zone più isolate

RECUPERO VALORI STORICO-CULTURALIvalorizzare il centro storico, le emergenze architettoniche e culturali che identificano maggiormente il carattere del quartierestrategie:• valorizzare i caratteri fisici e funzionali delle principali emergenze storiche e culturali• limitare il traffico veicolare nelle zone a carattere storico e culturale (ZTL, segnaletica, pavimentazioni, arredo urbano)• realizzare rete ciclo-pedonale agevole che metta in collegamento i prin-cipali poli attrattivi• assegnare maggiore rilevanza ai poli scolastici all’’interno dell’offerta for-mativa del quartiere e della città

REGOLAZIONE VIABILITA’migliorare le caotiche condizioni di accesso veicolare al quartiere e alleg-gerire il carico di traffico concentrato lungo via Rombonstrategie:• deviare il flusso veicolare diretto verso il quartiere e verso Milano lungo altre direttrici (Pioltello, Segrate, Rubattino)• realizzare rete ciclopedonale interna, alternativa alla mobilità veicolare, che si allacci alla rete esterna esistente

RECUPERO SISTEMA AMBIENTALEmigliorare la qualità e la fruibilità delle risorse ambientali esistenti, su tutte il fiume Lambro, per restituirle al quartiere e alla cittàstrategie:• riqualificare le sponde del Lambro e il verde limitrofo in abbandono (mag-giore fruibilità fisica, visiva e percettiva)• realizzare rete ciclopedonale che colleghi il sistema verde composto da parco Lambro - fiume Lambro - parco Forlanini

ELIMINAZIONE DEGRADO URBANOmigliorare la qualità fisica e percettiva di quegli spazi urbani influenzati dalla cintura ferroviaria e dalle zone industrialistrategie:• incrementare le condizioni di illuminazione nelle zone buie, degradate, o percettivamente insicure• effettuare manutenzione periodica dei manufatti ferroviari e dei suoi spazi limitrofi (graffiti, immondizia, ecc.)

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16

AMBITO DI INTERVENTO: Piazza Monte Titano

stazione Labrate FS - sezione longitudinale. scala 1:1000

stazione Labrate FS - sezione trasversale, sottopasso centrale. scala 1:1000

inaccessibilità disabili

carenza illuminazione

pericolo inciampo

inagibilità ascensori

Rilievo Stazione

Fussi Pedonali_medie Fussi Veicolari_medie

aree di stazionamento affollamento alto medio basso

percorsi pedonali affluenza alta media bassa

interferenze01 interferenza tra transito veico-lare e pedonale su via Rombon02 interferenza tra flusso pedo-nale e parcheggi disposti lungo i percorsi03 interferenza tra flusso pedo-nale verso biglietteria e snodo percorsi metro-bus04 uscite sottopassi intralciate da persone in sosta05 compresenza di attività com-merciali, uscita metro e fermate bus comporta sovrapposizioni

aree di sosta pubblico (giornaliero) pubblico (sosta breve) privato (ferrovie, polizia) mezzi pubblici biciclette

percorsi veicolari traffico molto intenso intenso ridotto

interferenze01 il parcheggio per i dipendenti viene utilizzato anche da altri utenti02 la presenza di diversi impianti semaforici rallenta il flusso di traf-fico su via Rombon03 i posteggi sono poco utiliz-zati a causa della loro posizione scomoda lungo la via a traffico intenso

l’analisi delle modalità di intervento necessarie alla ridefinizione complessiva del quartiere, ha permesso di individuare nel dettaglio l’ambito di intervento a maggior interesse strategico.Piazza Monte Titano rappresenta, in tal senso, un polo attrattivo di elevata centralità, in relazione ai flussi di transito e agli snodi infrastrutturali oggi prensenti (mobilità pubblica-privata-pendolari-smo lavoro-studio)

problematichepotenzialità

FLUSSI // ATTRAVERSAMENTI01.02.03 trasporto pubblico: treno-metro, tram, autobus di linea04 trasporto privato: accumulo traffico su via Rombon05 transito pedonale: lavoratori, studenti, genitori+figli06 transito pedonale: attraversamenti pericolosi07 barriere utenza debole: restringimenti, interruzioni, dislivelli

PARCHEGGI // ZONE DI SOSTA08.09.10 parcheggi auto male organizzati11 capolinea autobus pubblici male dimensionato12.13 posteggi biciclette carenti e male tenuti14 assenza di spazi aggregativi o di ritrovo

DEGRADO URBANO // INSICUREZZA15 barriere fisiche16 degrado visivo17 fonti di rumore18 carenza illuminazione19 cantieri attivi

CARATTERI RESIDUALI // VALORI AGGIUNTI20 barriere permeabili verdi21.22.23 aree dismesse - in abbandono24 viale alberato

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PROPOSTA PROGETTUALE: nuova piazza aperta

DESCRIZIONE INTERVENTI

01 abbattimento delle barriere architettoniche e amplia-mento degli attraversamenti pedonali che collegano il quartiere Feltre al sottopasso di via Porpora e a piazza Monte Titano

02 nuovo percorso ciclabile passante per piazza

Monte Titano ed inserito all’interno della rete di quar-tiere che collega i principali poli scolastici e commerciali di Lambrate

03 prolungamento delle alberature esistenti lungo via Rombon in direzione piazza Monte Titano e riassetto a verde degli spazi di parcheggio lungo i controviali della stessa via

04 inserimento di nuovo edificio a ponte che connette su vari livelli in quartiere Feltre con la nuova piazza e con il piano di servizio della stazione ferroviaria; nuove atti-vità insediate: spazi per l’attesa dei mezzi pubblici e dei treni, spazi di ristoro, attività commerciali di richiamo, spazi espositivi, servizi per i cittadini

05 risistemazione a verde del parcheggio lungo via Rombon destinato all’uso esclusivo dei dipendenti delle F.S. e constituito da 37 posti auto

06 riorganizzazione del percorso pedonale protetto che collega piazza Monte Titano con le scuole steine-riane di via Pini e con il centro storico di Lambrate

07 formazione di nuova piazza aperta pensata per garantire la massima permeabilità al fusso pesonale ri-spetto a tutte le principali direttici (edificio ponte soprae-levato); nuove attività insediate: bike sharing, parcheggi polizia ferroviaria

08 inserimento nuovo spazio di sosta dei mezzi pub-blici, urbani e interurbani, ai margini della nuova piazza e corredato da spazio di attesa coperto ricavato al pia-no terreno dell’edificio a ponte

09 riqualificazione del sottopasso centrale attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche e il miglio-ramento delle condizioni di illuminazione

10 risistemazione dello spazio pedonale pavimentato di via Pini, per un possibile utilzzo quale estensione del mercato comunale limitrofo

11 inserimento di nuovo corpo silos polifunzionale a 6 piani fuori terra, con piano terreno permeabile per ga-rantire la continuità dei percorsi, e con collegamento di-retto al piano ferroviario per favorire scambi intermodali parcheggio/ferrovia; nuove attività insediate: pt: attività commerciali di richiamo, p1°3°4°: parcheggi auto (220 posti), p2°: palestra/area fitness

12 apertura di nuovo percorso interno di collegamen-to e riorganizzazione a verde del viale pedonale pro-tetto di raccolta del flusso scolastico; nuove piastre di calmierazione del traffico lungo gli attraversamenti

13 inserimento di nuovo spazio verde attrezzato per il transito, lo svago e il relax della vicina utenza scolastica e, nelle ore serali, quale spazio aperto di pertinenza del nuovo centro culturale

14 riorganizzazione della viabilità attraverso una nuo-va via servente a senso unico passante attraverso la piazza (via Predil) e unione al nuovo anello viario inserito all’interno del quadrilatero composto rispettivamente da: via Rombon>via Predil>via Bertolazzi>via Pini

15 riassetto a verde degli spazi di parcheggio dislocati lungo via Bertolazzi

16 inserimento di nuovo centro culturale quale nuovo spazio di incontro giovanile, legato ad attività di quartie-re sia diurne che serali; nuove attività insediate: pt: art cafè (ristoro + spazio espositivo per il design di quar-tiere), p1°: biblioteca multilingue (legata a presenza di studenti stranieri)

17 nuova fascia verde di collegamento (pista ciclabile) diretta verso il sottopasso di via Bassini e verso piazza Rimembranze, ricavata sull’area in abbandono limitrofa al cantiere attivo di via Rodano

planivolumetrico dell’intervento. scala 1:2500

fotomontaggio - vista da via Rombon

PROGETTO

schema 3D dell’intervento

STATO DI FATTO

0102

03

04

05

06

0708

0910

1112

13

14

1516

17

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planimetria generale piani terra. scala 1:1600sezione longitudinale aa. scala 1:1600

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sezione trasversale bb. scala 1:1600

sezione cc. scala 1:1000

sezione dd. scala 1:1000

sezione ee. scala 1:1000

stato di fatto

stato di fatto

stato di fatto

stato di fatto

progetto

progetto

progetto

progetto

01. il ponte sulla piazzal’edificio ponte su via Rom-bon permette di migliorare il collegamento tra il quartiere Feltre e la stazione di Lam-brate, rimuovendo le scomo-de intersezioni a raso

02. percorso per le scuoleil nuovo percorso tra le scuo-le permette di aprire un col-legamento pedonale diretto tra via Pini, l’edificio silos e il parco, garantendo un’uscita protetta

03. silos polifunzionalel’area fitness dell’edicio silos affaccia sul nuovo centro cul-turale, sul parco e sulla cicla-bile che collega via Rodano al sottopasso di via Bassini

04. collegamento direttocollegamento diretto tra la banchina ferroviaria e il nuovo parcheggio pubblico tramite una nuova passerella pedonale

SCHEMA: sezioni + viste fotomontaggi

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Attività diagnostica sul museo storico artistico della Società per gli Studi Patri di Gallarate (VA)Laboratorio di Diagnostica (copartecipazione: Veronica Larotonda, Dario Pagani, Laura Zocchi)a.a. 2009/10

Il Laboratorio pone l’attenzione sulle problematiche legate al processi analitici e conoscitivi che interessano l’esistente, all’interno di una stra-tegia sistemica che porta a delineare quel quadro di presupposti necessari per l’elaborazione di un progetto di architettura.Il lavoro è quindi orientato allo sviluppo delle attività di conoscenza dell’edificio e valutazione delle prestazioni attuali e potenziali, in vista della progettazione di un intervento attento e correttamente gestito attraverso molteplici livelli di lettura.L’obiettivo è quello di porre in relazione le reali prestazioni residue del costruito (analisi delle condizioni di utilizzo degli spazi, stato di conserva-zione di strutture e superfici, ecc.) con un quadro strutturato di esigenze espresse dell’utenza, per determinare le qualità che possono essere accettate e quelle che devono essere incrementate al fine di dare efficaci risposte ai quesiti posti.I quattro moduli disciplinari del laboratorio convergono sul medesimo oggetto applicativo, costituito da un edificio a destinazione museale, per il quale nell’attività di diagnosi e di impostazione progettuale si dovrà tenere in considerazione sia le esigenze dell’utenza che quelle legate alla conservazione dei beni culturali in esposizione. Nella ricerca di dialogo tra edificio storico ed esigenze contemporanee il tema del museo indaga le problematiche legate alla conservazione e valorizzazione di un bene culturale (l’edificio) a sua volta contenitore di beni culturali (le collezioni).

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INQUADRAMENTO

Il Museo è ospitato in ciò che rimane di un convento francescano della fine del XIII secolo. L’edificio fu restaurato e adeguato a funzionare come museo a metà degli anni 20 del 900. L’attuale allestimento espositivo si deve invece ad un interven-to degli anni Settanta che ha visto anche l’aggiunta di un corpo a destinazione sala conferenze (10) e biblioteca (18). L’ultimo restauro, agli inizi degli anni 90, ha riguar-dato essenzialmente il trattamento della facciata e il consolidamento strutturale delle colonnine del chiostro (13).Il Museo è suddiviso in una sezione arche-ologica (7-8-9-12), ospitata al piano terra dell’edificio, e in una sezione artistica (14-15-19-20-21) con quadri e sculture che trova posto al primo piano; esistono inoltre una sala archivio (16), una sala riunioni (17) ed un piccolo deposito (22).

COMUNE DI GALLARATEProvincia di VareseORTOFOTO

PRINCIPALI SOGLIE STORICHE DI TRASFORMAZIONE

1234 — fine XVIII° secfunzioni:attività conventuali, tra le quali lavori artigianali, ospitalità ai pellegrini e predicazione ai fedeliassetto morfologico:mantiene la conformazione originaria composta da due chiostri simmetrici + chiesaassetto territoriale:il convento si pone a nord della porta Helvetica, isolato rispetto alla cerchia dei bastioni contenenti il nucleo abitato

riproduzione Catasto Teresiano, fine XVIII ° secolo

1800 — 1920funzioni:secondo la politica di laicizzazione francese vengono adibiti ad uso ammi-nistrativo tutti i locali del conventoassetto morfologico:demolizione e parti limitrofe; soppressione di un chiostro e aggiunta di nuovo edificio sul fronte settentrionaleassetto territoriale:deviazione Arno lungo lato nord-ovest del centro abitato; vecchio tracciato fluviale trasformato in strada; comparsa di tratto ferroviario a est della città

mappa del Comune Censuario di Gallarate, 1880

1920 — ad oggifunzioni:convento donato alla Società per gli Studi Patri e assegnazione di nuova funzione museale (lavori di restauro)assetto morfologico:demolizione completa della vecchia chiesa per costruzione cinema Impero + aggiunta di nuovo corpo archiettonico sul fronte meridionale (anni ‘60)assetto territoriale:ampliamento del tracciato ferroviario che si estende sul fronte nord-orientale dell’isolato

ortofoto, 2004

pt

p1°

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RILIEVO GEOMETRICOarea di rilievo: portico lato ovest

L’area di rilievo si trova al piano terra in corrispondenza dell’ala ovest del portico. In questo ambito sono stati effettuati i ri-lievi geometrici delle piante e dei prospetti e i raddrizzamenti fotografici del prospetto Nord e del prospetto interno Ovest. In entrambi i casi si è effettuato un raddriz-zamento di tipo geometrico collocando, successivamente l’immagine sul rilievo. Per il prospetto del chiostro (ad est dell’a-rea assegnata) si è effettuato il solo rilievo geometrico.

sez aa - prospetto interno ovest. scala 1:150

pianta. scala 1:150

Rilievo Topografico

Le fasi di rilevo hanno visto come attività principale il posizionamento delle stazioni all’esterno e all’inter-no dell’edificio, le quali hanno poi funzionato come punti d’appoggio per la determinazione della nuvola di punti lungo i due piani.La ricostruzione della nuvola ha permesso a ciascun gruppo di ve-rificare, tramite trilaterazioni, le di-mensioni planimetriche delle singole sale, che sono state poi unite in un unico rilievo.I prospetti sono stati ricostruiti sulla base del rilievo planimetrico attraver-so strumenti di misurazione manuale (distanziometro, metro, bindella).

FotoRaddrizzamento

Come strumento di supporto e di ve-rifica al rilievo manuale sono stati re-alizzati, tramite il software RDF, lavori di foto-raddrizzamento geometrico di alcuni alzati.I prospetti, ricostruiti attraverso una successione di più prese hanno pre-visto, nella maggior parte dei casi, il raddrizzamento di singole immagini che sono state poi sovrapposte a mosaico e posizionate, per verifica, in corrispondenza dei target di rife-rimento applicati in facciata.Sono così state raccolte le informa-zioni mancanti non direttamente mi-surabili manualmente in sito.

sez bb - prospetto interno nord. sez cc - prospetto interno est. sez dd - prospetto interno sud.

sez aa - prospetto interno ovest (ricostruzione mediante fotoraddrizzamento. scala 1:150

Le operazioni di rilievo si sono rivolte anche, in alcuni casi, ad elementi architettonici di det-taglio.Nel caso del porticato sono sta-ti rilevati quattro tipologie di ca-pitelli, che evidenziano i diversi interventi di restauro nel tempo. L’analisi materica ha permes-so di distinguere i capitelli più antichi, dove le modalità di la-vorazione manuale dell’arenaria

si differenziano da quella di tipo industriale. Sono state riconosciute inoltre due tipologie di basamento. Anche in questo caso i tipi di lavorazione e le forme delle basi, differenti tra di loro, hanno evidenziato gli interventi di re-stauro recente rispetto a quelli più antichi.

I capitelli

Page 22: Portfolio Accademico

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APPROCCIO PRESTAZIONALEvalutazione del prodotto edilizio attraverso caratterizzazione tecnico-scientifica delle esigenze da soddisfare.

PREDIAGNOSIindividuazione delle condizioni in essere in ordine alle principali categorie di pre-stazioni che l’edificio è in grado di offrire, relativamente agli aspetti di:

fruibilitàattitudine del sistema edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività.

sicurezzaincolumità degli utenti, difesa e prevenzio-ne di danni in dipendenza da fattori acci-dentali, nell’esercizio del sistema edilizio.

benesserestati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute e allo svolgimento delle attività degli utenti.

L’analisi comparativa delle attività svolte all’interno del museo mette in evidenza i principali nodi di sovrapposizione funzionale legati al tema dell’accessibilità. Le attività indagate si caratterizzano per: categorie di utenza - livelli di affluenza - tempi di svolgimento - spazi di fruizione

pianta piano terra - interazione percorsi/attività. scala 1:400 pianta piano primo - interazione percorsi/attività. scala 1:400

FRUIBILITA’: INTERAZIONE SPAZI / PERCORSI / ATTIVITA’

LEGENDA - Interazioni

ACCESSI AL MUSEOaccesso pedonaleaccesso carrabileaccesso visitatoriaccesso operatoririconoscibilità accessi

PERCORSI E SPAZI UTILIZZATIpercorso di visita musealepercorso per attività di laboratoriopercorso per attività di allestimento

CRITICITA’ LEGATE ALLE ATTIVITA’

sovrapposizione attività

problematiche trasversali

problematiche singole attività

CRITICITA’:SOVRAPPOSIZIONI

interferenza tra percorso museale ed attività di laboratorio / attività di allestimento mostre tem-poranee (sale 04-05)

interferenza tra attività di laboratorio e attività di allestimento mostre temporanee (sala 04)

interferenza tra percorso museale e percorso accessorio per attività di laboratorio (sale chio-stro-01-02-03)

interferenza tra percorso museale e percorso accessorio per attività di allestimento /accesso depositi (sale 11-10-14)

interferenza tra percorso museale, percorso ac-cessorio per attività di allestimento e percorso accessorio per attività di laboratorio / accesso servizi (scala e sala 11)

CRITICITA’:PROBLEMATICHE TRASVERSALI

portale ad est riservato a operatori e soci del museo:- visita museale costretta a percorso a ritroso per presenza di unico portale di ingresso e uscita (scolaresche)- percorso per attività di laboratorio (afflusso elevato e concentrato) passante per tutto il museo archeologico

collegamento verticale (scala) troppo stretto:- difficoltà affusso/deflusso delle varie catego-rie/attività

presenza di un unico servizio igienico al primo piano:- limiti di accessibilità da parte di tutte le cate-gorie/attività (laboratori e conferenze)

CRITICITA’:PROBLEMATICHE SINGOLE ATTIVITA’

difficoltà di fruizione del percorso per attività di laboratorio causa problematica trasversale T1

difficoltà di svolgimento attività di allestimento e/o manutenzione causa trasporto di materiale su automezzo

difficoltà di trasporto materiale per attività di al-lestimento e/o manutenzione causa dimensioni e localizzazione di scale e depositi

FRUIBILITA’: ACCESSIBILITA’ /SPAZI / ARREDI

FRUIBILITA’: FLESSIBILITA’ SPAZI MUSEALI

PT P1°

CONSIDERAZIONI

flessibilità intesa quale capacità di aggregazione spazio-funziona-le rispetto alle caratteristiche architettonico-costruttive delle sale e alle tipologia di attività da insediare nel museo

> struttura storica in muratura portante

> limitata flessibilità geometrica degli spazi

> individuazione di zone ad alta specializzazione

> integrazioni funzionali

integrabilitàvincolo all’integrabilità

spazi di visitaspazi potenzialmente interagenti (visita)

spazi di gestionespazi potenzialmente interagenti (gestione)

spazi indipendentispazi di distribuzione

LEGENDA

01 > spazio ampio, potenziale arredabilità alternativa, posizione strategica tra sale 05-0602 > potenziale allestimento scenografico a cielo aperto, aderenza a museo archeologico03 > non ricollocabile per caratteristiche di contenibilità, isolabile tramite unione con sala 0504 > vincolo dettato da presenza di affesco continuo ale pareti05 > spazio isolato e integrabile a nuovo blocco gestionale potenzialmente indipendente06 > posizione svincolata da attività museale, spazio ridotto, vincolo dettato da impianto idrico-sanitario07 > sistema di spazi integrabili in unico blocco a funzione gestionale08 > ala museale di pregio, posizione strategica per eventuale integrazione a percorso museale

Le principali problematiche di accessibilità museale fanno rifermento alle caratteristi-che fisiche e dimensionali degli spazi e alla distribuzione di arredo e opere lungo gli spazi stessi

sale 01.03. percorsi stretti e difficoltosi

CH. dislivelli in ingresso

sala 16. aperture di luce ridottaDE. saturazione depositi

sala 10. sporgenza supporti e opere

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intonaci e maltestruttura muraria in malta e mattoniintonaco di rifinitura 1intonaco di rifinitura 2intonaco-arricciointonaco ad affrescoriparazione con malta cementiziapietra naturalepietra arenariapietra scistosapietra decorativa-beolapietra decorativa-granitociottolatomateriale lapideo-operemateriale lapideo-caminomateriali ligneiserramento verniciato colore naturaleserramento verniciato colore biancolegno-operelegno-arredo, finituratravature colore naturalemetallimetallo colore naturalemetallo verniciato biancometallo-opereottonemateriali ceramicimattoni decorativipavimentazione-lateriziobasamento-operealtromateriale plasticovetro singolotessuto-tela operetessuto-vellutoarea non rilevabile

LEGENDA RILIEVO MATERICO

S1R1R2R3R4R5

P1P2P3P3aP4P5P5a

L3L3aL3bL3cL3d

M2M2aM2bM2c

C5C5aC5b

PL6V8T9T10ANR

RILIEVO MATERICO E DEL DEGRADO(MAPPATURA)

sez aa - rilievo materico prospetto interno ovest. scala 1:150

sez aa - rilievo degrado prospetto interno ovest. scala 1:150

TermocameraL’analisi della struttura muraria lungo le pare-ti interne del chiostro ha svelato la presenza di una diffusa concentrazione di umidità lungo tutto il perimetro basamentale, proba-bilmente causata dal fenomeno della risalita capillare innescato dalle caratteristiche di porosità del laterizio da costruzione

In quest’ambito è possibile riconoscere i diversi strati di intonaco, i relativi degradi ed i successivi interventi di riparazione e di risarcimento effettuati con intonaco cemen-tizio, il quale che si differenzia per tonalità e tipologia.

L’intonaco esterno in corrispondenza della fascia basamentale della muratura è inte-ressato da alcune efflorescenze cristalline di tipo polverulento.

R2-10

R1-11

I degradi dell’intonaco sono legati all’altera-zione cromatica diffusa su gran parte della superficie rilevabile. Nella parte basamen-tale sono invece presenti alcuni distacchi in prossimità delle aree che presentano i maggiori rigonfiamenti.

R1-1

R1-25

R3-10

L’arco tamponato presenta un numero elevato di mattoni interessati da fenomeni di disgregazione e da polverizzazione. Tali fenomeni sono inoltre presenti, in modo minore, in corrispondenza del portale di in-gresso pedonale.

S1-9

S1-9

C5-9

LEGENDA RILIEVO DEGRADI (UNI 11182-2006)

alterazione cromatica(macchia) variazione cromatica della superficie, correlata sia alla presenza di componenti naturali sia alla presen-za di materiali estraneicolaturatraccia ad andamento verticale e pre-valentemente parallelodeformazionevariazione della sagoma o della forma che interessa l’intero spessore del materialedeposito superficialeaccumulo di materiali estranei di varia natura con spessore variabile, scarsa coerenza e scarsa aderenza al mate-riale sottostantedisgregazionedecoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o minutissimi frammenti (polverizzazione)distaccosoluzione di continuità tra strati di in-tonaco sia tra loro che rispetto al sub-strato; prelude in genere alla caduta degli strati stessiefflorescenzaformazione superficiale di aspetto cri-stallino o polverulento o filamentoso, di colore biancastrofessurazionesoluzione di continuità nel materiale che implica lo spostamento reciproco delle parti; campite le aree con micro-fessurazionimancanzaperdita di elementi tridimensionali (braccio di statua, ansa di anfora, ecc.)patina biologicastrato sottile costituito da microrgani-smi, variabile per consistenza colore e adesione al substratorigonfiamentosollevamento superficiale localizzato del materiale di forma e consistenza variabilescagliaturapresenza di parti di forma irregolare, spessore consistente e non uniforme, dette scaglie, generalmente in corri-spondenza di soluzioni di continuità del materiale

1

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LETTURA TECNOLOGICA DELL’EDIFICIOnodo analizzato: ala ovest museo

Il nodo analizzato riguarda l’ambito del porticato e della sopra-stante galleria ovest dove emergono alcuni caratteri tecnologici di interesse, sia per quanto riguarda il comportamento struttu-rale dell’edificio sia per il significato che questo assume in rela-zione al manifestarsi di specifiche patologie di degrado.Punti sviluppati:

01 copertura e serramenti

02 quadro fessurativo

03 solaio interpiano in legno

04 umidità di risalita

01 copertura e serramenti

E’ ipotizzabile una copertura alla pie-montese per il tipo di orditura e per la disposizione degli elementi lignei in cui compaiono gli arcarecci perpen-dicolari alla trave di colmo.

L’osservazione della porzione di sottotetto sopra-stante l’area artistica ha permesso di fare delle ipotesi sulle strutture presenti nei locali limitrofi, non accessibili. Fra queste l’innesto travicelli-dormiente, mediante appoggio a coda di vacca (1), e l’appog-gio tra travicelli-trave di colmo (2).

A parete portanteB mensola incassataC trave incassataD trave appoggiataE dormienteF travettoG arcareccio

03 solaio interpiano in legno

A parete portanteB mensola incassataC trave rompitrattaD intercapedineE travettiF assitoG pavimentazione

Incastro nella muratura con intercapedine per preservare la testa delle travi dalle carie (Breymann, 1885).

Problematiche-svergolamenti e imbarcamenti dovuti all’umidità e alla sezione di provenienza del tronco-fessure causate da eccessivo carico o da umidità e naturale degrado delle fibre (presenza di consolidamenti)

Metodi di indagine-rilievo del quadro fessurativo e dell’umidità contenuta nelle travi-indagini ultrasoniche (fessure da ritiro o in profondità)-verifica dei profili densometrici per definire la sezione resisten-te (tramite Resistograph per le zone degradate non visibili)

Possibili interventi-iniezioni di resine epossidiche tramite foratura e inserimento di canule nelle fessure, aspor-tando in seguito il materiale in eccessoresine epossidiche

-inserimento di un nuovo ele-mento resistente (lamina di acciaio) avvitando l’elemento al legno tramite bulloni-viti-interventi di incamiciatura con aggiunta di armature longi-tudinali su parte della luce di alcune travi.-per aumentare l’indeformabili-tà delle travi è inoltre possibile l’inserimento di tiranti metallici ancorati alla muratura; l’intervento può essere svolto in intradosso su singole travi o in estradosso sull’intero solaio

elemento resistente in acciaio

04 umidità di risalita

umidità risalitaper innalzamento piano di campagna

A materiale bassa porositàB materiale alta porosità (malta-mattoni)C infiltrazione laterali

Problematiche-imbibizione del terreno dovuto a forti pioggie non adeguatamente drenate-modifica del piano di campagna, effettuato col restauro degli anni ‘70 ha portato ad il contatto diret-to fra il terreno e la muratura e gli intonaci più porosa

Metodi di indagine-condotta in situ tramite termoca-mera con cui si misura la distribu-zione delle temperature dell’og-getto sollecitato termicamente

Possibili interventi-metodo della barriera chimica con iniezioni di gels acrilammidici che vengono inseriti nella mura-tura attraverso fori di diam. 1 cm posizionati sull’asse orizzontale a distanza di 20 cm (1-2); i fori ven-gono mantenuti aperti per un pe-riodo sufficiente a fare evaporare l’umidità per poi essere rivestiti da intonaci additvati che favoriscono l’evaporazione; infine è neces-sario formare una zoccolatura di modo da impedire all’umidità di venire a contatto con essi (3)

02 quadro fessurativo

Lesioni andamento verticale in corrispondenza del solaio generati dal carico concentrato dei travetti con andamento parallelo alla ten-sione (da carico assiale) che provo-ca schiacciamento.

Monitoraggio con comparato-ri millesimali nell’arco di almeno 14 mesi mediante: asportazione dell’intonaco, posizionamento basi di misura, misura periodica fra basi e comparatore millesimale ( per-mette di comprendere l’evoluzione del quadro di tipo costante o di progressivo).

Prove soniche di superficienecessarie per identificare la mor-fologia muraria (numero e posizio-namento dei mattoni) e utile per il posizionamento dei martinetti piatti. La velocità di propagazione del suono aumenta nel caso di materiali omogenei e diminuisce in presenza di cavità o disomogenità (prova qualitativa).

Fessure ad andamento verticale e orizzontale che interessano la muratura. Cause attribuibili all’insufficiente re-sistenza del mattone, alla snellez-za dell’elemento murario (rispetto al carico gravante) e alla deforma-bilità dei giunti di malta.

Lesioni andamento obliquo cau-sate da cedimento differenziale del terreno dovuto alle bolle di influenza degli edifici limitrofi o al carico verticale se l’andamento della fessura è ≠ 45° (forza assiale e di taglio).

Lesioni ad andamento prevalen-temente verticale causa carichi concentrati in corrispondenza del punto di appoggio dei travetti (visibili solo lungo il prospetto est).

01 carico copertura

01 deformazione serramenti

02 fessurazioni

03 deformazioni solaio

04 risalita capillare

schema tridimensionale della porzione interessata

ricostruzione tridimensionale del sottoportico

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LAYOUT FUNZIONALE

Le scelte di layout mettono a sistema le informazioni raccolte nel Documento Pre-liminare alla Progettazione (criticità e pre-stazioni in essere, esigenze, leggi, requisiti) Vengono riportate le principali esigenze espresse e le problematiche riscontrate durante la fase di prediagnosi che hanno inciso maggiormente nella fase di stesura dei layout.

Esigenze committenza:1. Biblioteca: da garantire min 500 volumi (15m lineari scaffali)2. Sala Consiglio: 20m scaffali, tavolo 15 persone, postazione pc/tel3. Sale espositive: ampliamento beni risor-gimentali/archeologici

ESIGENZA

ottimizzazione suddivisionefunzionale del museo

eliminazione barrierearchitettoniche

riorganizzazione spazi di deposito

garantire agevole deflussoutenza in caso di incendio

garantire condizionitermoigrometriche idonee

garantire condizioniluminose idonee

NORMATIVA

DM 23614 Giugno 1989

DM 23614 Giugno 1989

DM 56920 Maggio 1992

DM 23614 Giugno 1989

UNI 10586: 1997BURL n8/5018: 2007

UNI EN 12464-1: 2004

REQUISITO

locali collegati o isolati in relazione alla formazione di disturbo reciproco

accost. wc 100 cm, accost. lavabo 80 cm;cabina ascen. 120x80 cm, porta ascen.75 cm, piattaforma ascen. 140x140 cm

passaggio pari almeno a 90 cm tra i materiali conservati in deposito

Luce porte interne 75 cm, esterne 80 cm; Luce corridoi 90 cm

Opere: differenzazione in base all’attitudine di degrado dei materiali

Opere: differenzazione in base all’attitudine di degrado dei materiali

CRITICITA’

01 nodi di interferenzapercorsi-attività

02 barriere architettonichee ostacoli fisici

03 eccessiva saturazionedei depositi

04 sovrapposizione utenzasu unico percorso di fuga

05 parametri termoigrometricinon idonei (utenza-opere)

06 parametri luminosinon idonei (utenza-opere)

pianta piano terra. scala 1:350

pianta piano primo. scala 1:350

demolizionicostruzionicorpi aggiunti

PRINCIPALI TRASFORMAZIONI

INTERVENTO DESCRIZIONE DA NORMATIVA

P1-2-3-4-5 porte di nuova formazione, luce 80 cmPR1-2 porte dei depositi di tipo REI 120E1 vie di fuga per deflusso utenzaSr1-2-3 scivoli di raccordo pend max 12%BS-A blocco scale e ascensore

piano terra. scala 1:500

piano primo. scala 1:500

SALA MUSEALE

sezione archeologicasezione artisticasezione risorgimentalebibliotecamostre temporaneeconferezelaboratorioconsiglio societàdepositi (tutti)servizi igienici

CONFRONTO SUPERFICI STATO DI FATTO // LAYOUT

mq SDF

91143-6690+51909047393

mq LYT

911376632519090474015

confr

=-6+66-34-90===+1+12

note

(1)(2)

(3)(4)

(5)

1 - riassetto delle sale espositive per migliorare il percorso2 - ricollocazione opere sala 14 in altri spazi espositivi3 - localizzazione in corpo di nuova costruzione4 - mantenuto al piano terra per agevolare carattere attività temporanee5 - > spazio deposito società, < deposito archeologico

chiostro-porticatocortilesezione archeologicasezione artisticasezione risorgimentalemostre temporaneesala polifunzionale

visita musealelaboratori-conferenzebiblioteca

depositoservizi igienicibibliotecaconsiglio società

ascensore (cabina 1,28x1,24m)

spazio di manovra (diam. 1,50m)

accesso pedonaleaccesso carrabileing.-usc. visitatoriing.-usc. operatorivie di fuga

IDENTIFICAZIONE ACCESSI

01-02differenziazione accesso e uscita visitatori per evitare sovrap-posizioni percorsi e migliorare controllo e sicurezza; allestimento operatori da gestire fuori orario visite

03-04accesso diretto dall’esterno per attività di laboratorio-conferen-ze; flusso concentrato al di fuori dell’orario di visita; ridotte le di-stanze e le sovrapposizioni fra percorsi

RIORGANIZZAZIONE PERCORSI

visita: possibile una visita differenziata a secondo della sezione

biblioteca: interferenza non problematica con spazio biblioteca per n° limitato di fruitori alla sala (o al di fuori dell’orario di visita)

laboratori-conferenze: percorso separato dal percorso di visita; eliminata sovrapposizione fra attività incompatibili

SPAZI E FUNZIONI

05ricollocazione in cortile di opere che possono essere esposte in esterno (materiali lapidei/scultorei)

06sale museo archeologico al piano terra per mantenere la continuità della sezione; modificato il percorso di visita all’interno delle sale grazie alle nuove aperture lungo gli ambienti di modo da evitare di ripercorrere lo stesso ambiente in entrata e uscita;91 mq

07unificare l’esposizione artistica ricollocando le opere della sala di De Albertis nelle altre sale; privilegiate sale dove è possibile con-trollare l’illuminazione naturale; 122 mq

08nuova sezione espositiva dei beni risorgimentali attualmente con-servati in deposito; riduzione dimensioni depositi; 66 mq

09manica viscontea adibita a mostre temporanee; piano terra de-stinato a principali funzioni aperte al pubblico e la città (mostre-conferenze-laboratori-esposizione); piano superiore destinato a visita e attività a minor affluenza; 51 mq

10spazio conferenze e laboratori; evitata sovrapposizione con allesti-mento temporaneo; la funzione delle mostre è destinata ad un’altra sala; formazione di servizi igienici (legati ai laboratori) e locale depo-sito sedie/tavoli; 3,7 mq deposito

11formazione di un nuovo locale soprastante il chiostro est neces-sario per mantenere la funzione di biblioteca; poichè il numero di fruitori è limitato ed è necessario il controllo da parte del custode (archiviazione e consultazione) la biblioteca viene posta in prossi-mità della sala del consiglioscaffali esistenti: 38 mc scaffali da layout: 14,6 mcaltezza massima consentita 2,80 m

12mantenuta attuale posizione della sala in quanto definisce uno spa-zio autonomo e ‘privato’ con accesso diretto al deposito di società, senza interferenza con il percorso di visita

13a-bpiano terra: servizi di nuova formazione (uso sala conferenze e laboratori); 8 mqpiano primo: messa a norma dei servizi esistenti (tramite amplia-mento); 6 mq

d1-d2-d3-d4d1_deposito sedie/tavoli per conferenze/laboratori; 3,5 mqd2_spazio impianti o possibile ampliamento per d1; 2,5 mqd3_deposito società (soppressione sala De Albertis); 16 mqd4_riduzione deposito opere e ricollocato presso d3; 18 mq

COLLEGAMENTI VERTICALI

mantenimento scala esistente;nuova rampa di scale, 24 gradini h = 17 cm; (2x17) + 30 = 64 cm (DM 236/89 );nuovi scivoli di raccordo interni; pendenze 5-8% edifici nuova costruzione,12% adeguamento esistenti, per sviluppo max = 3 m

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Progetto di riqualificazione del museo storico artistico della Società per gli Studi Patri di Gallarate (VA)Laboratorio Integrato (copartecipazione: Veronica Larotonda, Dario Pagani, Laura Peli, Laura Zocchi)a.a. 2010/11

Le scelte d’intervento sviluppate all’interno del laboratorio progettuale mettono a sistema le informazioni raccolte nel Documento Preliminare alla Progettazione, in relazione al quadro di esigenze espresse dalla committenza e alle problematiche riscontrate durante la precedente fase di prediagnosi (vedi Laboratorio di Diagnostica).La strategia progettuale, orientata al miglioramento delle condizioni di riconoscibilità e di fruibilità della struttura museale, tende a conservare i caratteri materici e spaziali dell’edificio esistente e a incrementarne le qualità residue attraverso puntuali interventi trasformativi e l’inserimento mirato di nuove architetture. Le soluzioni tecniche sono studiate congiuntamente ad un lavoro di predimensionamento strutturale e vengono descritte in maniera completa e dettagliata all’interno del Capitolato Speciale d’Appalto e di altri elaborati tecnici.

SCELTE DI INTERVENTO

• apertura chiostro: recupero nuovo spazio pubblicoil chiostro esistente, attualmente chiuso e poco valorizzato, viene aperto e messo in continuità con lo spazio stradale antistante diventando nuovo luogo di accoglienza e di sosta; raccordando i profili altimetrici dello spazio stradale e della nuova piazza, l’intervento si estende all’immediato intorno urbano, dove la nuova pavimentazione continua in lastre di porfido e le pedane di calmierazione del traffico creano un nuovo livello pedonale che confluisce direttamente verso via Borgo Antico.

• chiusura portico: recupero nuovo spazio filtroil porticato, tamponato da ampie pareti vetrate, diventa nuovo spazio di accoglienza e di distribuzione del percorso museale, nonchè espositore stesso di opere, in continuità visiva con lo spazio esterno antistante.

• nuovo corpo in facciata: spazio biblioteca e distribuzione verticale del museol’accostamento del nuovo volume architettonico sulla facciata storica con-tribuisce da un lato a segnare la nuova immagine pubblica del museo e dall’altro a regolare la distribuzione verticale interna del nuovo percorso di visita; l’involucro esterno in nastri di rame e i lucernari della biblioteca nascosta sotto la piazza diventano gli elementi caratterizzanti dello spazio.

• nuovo corpo nel blocco anni ‘50: deposito per nuova flessibilità fun-zionaleil volume architettonico si aggrappa alla copertura nervata in cemento ar-mato attraverso un sistema di tiranti in acciaio colmando il buco centrale posto al centro della grande sala senza gravare ulteriormente sul solaio esistente, che viene così conservato.Il nuovo contenitore è pensato per adattarsi alle diverse esigenze funzio-nali della sala, supportando le attività laboratoriali o la funzione espositiva, previste dall’organizzazione temporale delle attività.

progettomemoriatrasformazione“Ogni intervento presuppone una distruzione, distruggi con senno.”Luigi Snozzi, 1975

planimetria dell’intorno. scala 1:1300

01 piastre di calmierazione02 pavimentazione in porfido03 piazzetta pubblica

01

01

02

02

03

schizzo del nuovo fronte su via Borgo Antico

vista di via Borgo Antico

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RICONOSCIBILITA’: confronto con lo spazio pubblico

“Central Signal Box”Basilea, 1994-98arch. Herzog & De Meuron

tamponamento vetrato del portico: formazione di nuovo spazio filtro

accostamento della nuova scala in acciaio piattaforma impalcata per raccordo altimetrico sale

nuovo corpo deposito appeso alla travatura in c.a.

LAYOUT DI PROGETTO

involucro di rame per la facciata storica

FUNZIONALITA’: la fruizione dello spazio museale

01 biblioteca02 servizi igienici03 deposito archeologico04 magazzino

05 piazza pubblica06 porticato-atrio07>08>09>10 sezione archeologica11 mostre temporanee12 sala conferenze-incontri

13>14>15>16>18 sezione risorgimentale e sezione artistica16+17 laboratori didattici + deposito materiali19 sala consiglio della società20 deposito artistico21 servizi igienici

A

B

D

C

A

B

C

D

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PIANTA PIANO INTERRATO. scala 1:150

DEMOLIZIONI E COSTRUZIONI. scala 1:600

Principali interventi di nuova costruzione:

VOLUME IN FACCIATA (INTERRATO + FUORI TERRA)VOLUME INTERNOCHIUSURA VETRATA PORTICORIALZO IMPALCATO

strutture esistentistrutture di nuova costruzionespazi architettonici nuovi o rinnovatimuratura portante in mattoni pienitamponamenti leggeri in mattoni foratistrutture portati in c.a.finestre di dettagliocapitolato speciale: trattamento superfici

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PIANTA PIANO TERRA. scala 1:150

DEMOLIZIONI E COSTRUZIONI. scala 1:600

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PIANTA PIANO PRIMO. scala 1:150

DEMOLIZIONI E COSTRUZIONI. scala 1:600

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SEZIONE TRASVERSALE AA. scala 1:150

SEZIONE TRASVERSALE BB. scala 1:150

Principali interventi di nuova costruzione:

VOLUME IN FACCIATA (INTERRATO + FUORI TERRA)VOLUME INTERNOCHIUSURA VETRATA PORTICORIALZO IMPALCATO

strutture esistentistrutture di nuova costruzionemuratura portante in mattoni pienitamponamenti leggeri in mattoni foratistrutture portati in c.a.orizzontamenti genericistrutture ligneefinestre di dettagliocapitolato speciale: trattamento superfici

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SEZIONE LONGITUDINALE CC. scala 1:150

SEZIONE LONGITUDINALE DD. scala 1:150

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SEZIONE DETTAGLIATA BB. scala 1:70UNITA’ TECONOLOGICHE

copertura a faldemanto di copertura in cotto (coppi)lastra ondulata in fibrocemento, 6.5 mmpannello isolante in lana di roccia, 60 mmbarriera al vaporenuovo tavolato, 25 mmtravetti esistenti in legno

01

copertura pianapannello sandwich, 100 mmpannello isolante in fibra di legno, 30 mmlamiera grecata, 55 mmorditura secondaria IPE 100orditura principale HEA 220controsoffitto in cartongesso, 15 mm

facciata strutturalerivestimento in nastri di rame, 100x1.5 mmpilastrini in acciaio, 10x15x6 mmdistanziali in acciaio, 75x75x3 mmserramento in alluminio per facciata strutturale

solaio intermedioparquet, 15 mmassito battentato, 25 mmpannello compensato, 26 mmmaterasso isolante in lana di roccia, 100 mmorditura secondaria IPE 140orditura principale IPE 160controsoffitto in cartongesso, 15 mm

collegamento verticalegradino in pietramensola assemblata in acciaiocosciale scatolare assemblato in acciaiopilastro scatolare in acciaio, 300x300x10 mm

chiusura verticale interratariempimento in ghiaia drenanteguaina impermeabilizzante, 3 mmmuratura portante in c.a., 360 mmpannello lana di vetro + cartongesso, 60 mmfondazione continua in c.a.fondo di magrone, 100 mm

solaio controterrastrato di ghiaia compattante, 100 mmmassetto in cls con rete, 100 mmvespaio areato con calotte in propilenegetto in cls con rete, 50 ÷ 100 mmstrato frenovapore, 3 mmpannello isolante in lana di roccia, 50 mmsottofondo in cls, 60 mmfinitura in resina epossidica, 4 mm

04 06

0705

02

03

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DETTAGLI COSTRUTTIVI. scala 1:20

D01 dettagli volume in facciata

D01.1 facciata strutturale01 sistema in alluminio per facciate strutturali SCHÜCO-SG75IWB02 montante in acciaio, 150x100x6 mm03 sostegni metallici inclinati lamelle, sp 2 mm04 nastri di rame ossidato, sp 1.5 mm

D01.2 ÷ D01.5 copertura piana01 orditura principale HEA 22002 orditura secondaria IPE 100 (flangiata alla principale)03 profilo a L, 110x110x10 mm04 lamiera grecata, h 55 mm sp 0.6 mm05 pannello isolante in fibra di legno, 30 mm06 pannello isolante in poliuretano-lamiera, sp medio 100 mm07 pannello isolante in poliuretano-lamiera, sp 30 mm08 pannello isolante in poliuretano-lamiera, sp 50 mm09 traverso in acciaio (distanziale), 50x100 mm10 traverso in acciaio (distanziale), 75x75 mm11 controsoffitto appeso su orditura secondaria, sp 15 mm12 barriera al vapore13 guaina impermeabilizzante14 canale di gronda in acciaio zincato15 copertina di rame, sp 1 mm16 travetti esistenti in legno17 nuovo tavolato, 25 mm18 pannello isolante in fibra di legno, 60 mm19 lastra ondulata in fibra di cemento20 pilastrino in acciaio, 100x150 mm21 sistema in alluminio per facciate strutturali SCHÜCO-SG75IWB22 nastri di rame ossidato, sp 1.5 mm23 profilo UPN 12024 piastra di ancoraggio in acciaio, sp 15 mm25 barra filettatata di ancoraggio in acciaio, Ø 20 mm26 scarpa in acciaio per ancoraggio travetti, 100x140 mm27 cassero in acciaio per alloggiamento travetti28 flangia in acciaio per connessione bullonata, 100x100x8 mm

D01.6 ÷ D01.7 attacco nuova scala / nuovo solaio / solaio esistente01 orditura principale IPE 16002 orditura secondaria IPE 14003 cosciale scatolare assemblato in acciaio04 piatto di chiusura saldato su trave secondaria, sp 8 mm05 parquet, 15 mm06 assito battentato, 25 mm07 barriera al vapore08 pannello compensato KERTO, 26 mm09 pannello isolante in lana di roccia, 100 mm10 controsoffitto cartongesso, 15 mm11 trave in c.a., 200x300 mm12 assito, 25 mm13 travetti esistenti in legno, 10x15 mm14 elemento di chiusura in legno, 100x225 mm15 magatello in legno, 100x100 mm

D01.1

D01.2

D01.4D01.5

D01.3

D01.6 D01.7

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D02 dettagli volume interno

D02.1 ÷ D02.3 attacco basamento01 tirante in fune d’acciaio, Ø 16 mm02 profilo in alluminio a sezione quadra, 110x110 mm sp 10 mm03 profilo in alluminio sezione a C, 110x80 mm sp 10 mm04 pannello in lana di roccia ROCKWOOL, sp 40+40 mm05 doppia lastra di cartongesso alleggerito, sp 10+10 mm06 sostegno metallico lamelle, sp 2 mm07 nastri di rame, sp 0.7 mm ang. 76°08 porta in alluminio a battente rasomuro, 800x2100 mm09 manicotto terminale in acciaio, h 200 mm10 vite filettata Ø 24 mm11 carpenteria metallica di attacco al solaio:coppia di piatti saldati su HEA solaio, 70x160 mm sp 15 mmdado forato saldato ai piatti, 50x50x100 mm12 profilo metallico a L di supporto perimetrale, sp 3 mm13 guarnizione di appoggio, sp 6 mm14 sigillante in silicone, sp 4 mm15 lastre di vetro stratificato e temperato, sp 10 mm16 lastra interposta in PVB (polivinilbutirrale), sp 5 mm17 mensole con profilo a T per supporto moduli vetrati, sp 10 mm18 piatto in acciaio di chiusura saldato su HEA, sp 6 mm19 strato cuscinetto in silicone tra soletta e zanca, sp 5 mm20 soletta in c.a. esistente21 finitura in resina epossidica bianca, sp 5 mm22 piastra di irrigidimento23 trave di bordo HEA 16024 zoccolino in rame, sp 1.5 mm25 pannello in compensato marino, sp 26 mm26 feltro trapuntato in lana di roccia, sp 100 mm27 profili in alluminio a U per supporto lastre cartongesso28 profili in alluminio a C per supporto lastre cartongesso29 lastre in cartongesso, sp 10 mm30 trave secondaria IPE 10031 flangia di collegamento trave di bordo - trave secondaria

D02.4 ÷ D02.5 attacco copertura32 trave ad arco in c.a. esistente, 270x270 mm33 gettino con pendenza di allettamento34 viti filettate di connessione UPE 200 - trave ad arco in c.a.35 supporto metallico di connessione UPE 200 36 soletta in latero-cemento esistente, sp 250 mm37 getto in malta di allettamento, sp 40 mm38 strato di freno vapore - tessuto non tessuto39 pannello sandwich ad asse ricurvo fissato con viti autoperforanti - rivestimento in lamiera di alluminio e isolante in poliuretano, sp 10 mm rag.curv. 8 m40 scossalina metallica, sp 2 mm41 trave in c.a. esistente, 270x300 mm42 pannello rigido in lana di roccia ad alta densità e rivestito con film in polipropilene, sp 100 mm43 guaina bituminosa impermeabilizzante fissata con morsetti d’alluminio e adesivo poliuretanico, sp 4 mm44 basamento lucernario in fibra di vetro coibentato con poliestere, h 300 mm44 telaio rigido in PVC e alluminio con scossaline copri giunto46 cupola vetrata a tripla parete, sp tot 35 mm

D02.1

D02.2 D02.3

D02.4 D02.5

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D03 dettagli chiusura vetrata portico

D04.1 pavimento galleggianteLa struttura è composta da colonne, con campo di regolazione in altezza variabile da 25 mm a 500 mm e traverse di collegamento. Le colonne, che vengono disposte a maglie con interasse 600x600 mm comprendono:

01 base: elemento in appoggio alla soletta, Ø 90 mm sp 1.8 mm02 tirante M16 saldato alla base, lungh 30÷500 mm03 testa: lamiera, 75x75 mm sp 2.5 mm forgiato04 traversa in legno, 40x40 mm05 parquet, sp 15 mm

D03.1 ÷ D03.2 tamponamento vetrato portico01 profilo in acciaio inox, 100x40x5 mm02 profilo in acciaio inox, 160x65x5 mm03 profilo in acciaio inox, 65x40x4 mm04 vetro stratificato e temperato, 8 mm05 lastra di pietra esistente, sp 40 mm06 piatto fermavetro con cardine07 maniglione tubolare in alluminio, Ø 40 mm08 sigillature ad alta resistenza09 mensola in acciaio a T, 30x55x5 mm10 profili piegati per tracciato elettrico, sp 1-2 mm11 illuminazione continua a led12 profilo in acciaio inox, 40x40x4 mm

prospetto interno dell’ala ovest del portico con la nuova chiusura vetrata. scala 1:100

D04 dettagli rialzo impalcato

D03.1

D03.2D04.1

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La struttura del gradino a sbalzo è costituita da una mensola con profilo a T, realizzato mediante saldatura di due piatti metallici. La testa del profilo è a sua volta saldata su una piastra d’acciaio appositamente sagomata e preforata per consentire l’aggangio al cosciale scatolare, il quale raccoglie i gradini disposti lungo la rampa di riferimento.Tutta la struttura è stata ideata per consentire una facile posa in opera.Il cosciale è realizzato in officina attraverso l’assemblaggio di due profili UPE e due piatti metallici laterali di chiusura. All’interno dell’elemento scatolare, cavo, è saldato un piatto in acciaio di irrigidimento trasversale, che ha il compito di assorbire le torsioni provocate dai carichi agenti sulla mensola. In prossimità della piastra di collegamento al cosciale sono realizzati dei fori sui quali sono saldati i dadi che consentono il serraggio delle connessioni a vite e il conseguente fissaggio della mensola.

struttura gradino01 coppia UPE 120, 60x120x5 mm + piastra saldata02 coppia di piatti di chiusura saldati a UPE, sp 5 mm03 piatto trasversale di irrigidimento saldata a UPE, sp 8 mm04 piastra di ancoraggio al cosciale, 250x200x10 mm05 bulloni a testa conica M12 classe 8.8, Ø 12 mm06a mensola a T: componente verticale, 8x125x125÷45 mm06b mensola a T: componente orizzontale, 250x8x1225 mm07 colla adesiva, sp 5 mm08 gradino in pietra, 300x35x1250 mm

struttura scala 01 vano ascensore in c.a., sp 200 mm02 corpo interrato in c.a. - setto centrale, sp 300 mm03a pilastro scatolare in acciaio 1 , 300x300x10 mm03b pilastro scatolare in acciaio 2, 300x300x10 mm04 trave principale di copertura HEA 22005 travi secondarie di copertura IPE 100 (flangiate a HEA 220)

Il corpo scala è realizzato attraverso due differenti tipologie costruttive, indipendenti da un punto di vista tecnologico, ma collaboranti sotto il profilo strutturale.Il corpo che collega il piano terra con il piano interrato è realizzato interamente in c.a., attraverso l’ausilio di pareti pe-rimetrali di contenimento e un muro centrale di spina lungo il quale si raccolgono i gradini, anch’essi gettati in opera.La soprastante struttura, che collega il piano terra con il piano primo, è realizzata in acciaio, secondo un sistema di gradini a sbalzo che si aggrappano ad un unico corpo centrale di sostegno.In questo modo la porzione verticale fuori terra rimane strutturalmente svincolata dalla facciata continua di rame.

02

01

03b

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01

03a

03b

struttura scala - pianta piano terra. scala 1:70

struttura scala - ricostruzione 3D

PIASTRA IN ACCIAIO S235

COSCIALE IN ACCIAIO S235

vista 3D (esplosa e intera)gradino a sbalzo in acciaio

vista 3Dpianerottolo in acciaio

vista 3D (esplosa)attacco pilastro in acciaio sul setto in c.a.

STRUTTURE - NUOVA SCALA IN ACCIAIO. scala 1:20

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Disegno e allestimento della mostra “Conservare, documentare, esporre. Il museo della Società per gli Studi Patri tra memoria e trasformazione”, Gallarate (VA)Collaborazione Universitaria (copartecipazione: Laura Novellino, Giulia Totaro)a.a. 2010/11

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2010 la Società per gli Studi Patri di Gallarate organizza, in collaborazione con il Politec-nico di Milano, una piccola mostra didattica all’interno della propria sede museale.Nell’ambito di un progetto nato dal confronto tra realtà locali e ricerca universitaria, l’allestimento presenta una sintesi dei lavori prodotti dagli studenti di Architettura (indirizzo Recupero) all’interno di due laboratori didattici, che hanno avuto come tema proprio lo studio e la riqualifi-cazione del museo gallaratese.

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Progetto di riqualificazione e riuso della cascina Burattana di Busto Arsizio (VA)Tesi di Laurea Magistrale (copartecipazione: Laura Peli)a.a. 2010/11

Il lavoro svolto ha trattato l’elaborazione di un progetto di recupero riguardante la cascina Burattana di Busto Arsizio, sviluppato in continuità alle indicazioni fornite dal relativo Documento Preliminare alla Progettazione, la cui stesura è stata a sua volta oggetto di una precedente tesi di laurea. Nel rispetto dei dati di ingresso che sono stati assunti, la ricerca progettuale si è articolata secondo un progressivo affinamento dei contenuti tecnici, da un livello definitivo fino ad alcuni approfondimenti alla scala esecutiva.

daldocumentopreliminarealprogettoesecutivoINQUADRAMENTO DEL CASO STUDIOIl caso studio sul quale si è indirizzata la ricerca pro-gettuale è costituito dalla cascina Burattana di Busto Arsizio (VA).La struttura, situata nella zona sud est del comune al confine con il Parco Alto Milanese e all’interno di un tessuto ancora poco edificato, è uno dei pochi esempi di cascina tradizionale rimasti pressoché intatti sia dal punto di vista tipologico che per la pre-senza di materiali originari.Un ulteriore valore aggiunto è costituito dalla presen-za di un’area agricola pertinenziale che ricopre una superficie di circa 12 ettari, distribuiti tutto intorno alla cascina.La forma articolata del complesso, composto da cin-que corpi di fabbrica e da tre cortili indipendenti, è il risultato di un’evoluzione storica che, a partire dal XVII secolo, è stata segnata da progressivi amplia-menti e stratificazioni.La cascina, che da diversi decenni ha perduto la sua vocazione agricola, ad oggi versa in condizioni di quasi totale disuso, ad eccezione di cinque anzia-ni residenti, che ne occupano i pochi locali rimasti abitabili.Il precario stato di conservazione, legato soprattutto a fenomeni di degrado dovuti a carenza manuten-tiva, è accentuato da una evidente obsolescenza funzionale e da standard abitativi largamente insuf-ficienti.Attualmente la cascina è di proprietà del comune di Busto Arsizio (AGESP Servizi S.r.l.), al quale si affian-ca una associazione chiamata “Amici delle cascina Burattana”, che ha contribuito ad attivare una cam-pagna di sensibilizzazione verso le tematiche di recu-pero e valorizzazione del fabbricato.

VARESE >> 27 km

MILANO >> 34 km

Busto Arsizio. scala 1:200.000

planimetria dintorni cascina 1:10.000

cascina Burattanaterreni agricoli di pertinenza, 12 ha

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▼ Definizione del tipo di intervento

Intervento di riuso e riqualificazione.Riuso: insieme dei processi che portano all’insediamento, in un organi-smo edilizio esistente, di nuove attività e nuove funzioni (tema della com-patibilità tra le esigenze dettate dalle nuove ipotesi d’uso e le prestazioni offerte dall’esistente).Riqualificazione: insieme delle azioni di conservazione e/o innovazione atte (almeno) a riallineare le prestazioni offerte dal manufatto edilizio al nuovo quadro di esigenze espresse dalla committenza.

TESI ATTUALE:il PROGETTO per la riqualificazione della cascina Burattana

Nel rispetto delle indicazioni fornite dal DPP e dal suo layout funzionale, il progetto è orientato a conservare i caratteri tipologici e materici del manufatto esistente e a incrementarne le qualità mediante soluzioni tecnologiche e architettoniche sviluppate a diversi livelli di dettaglio.

▼ Layout funzionale

L’ipotesi di layout rielabora le valutazioni emerse dalle fasi precedenti e co-stituisce, quindi, un primo riscontro della fattibilità dell’intervento. Le scelte distributive, risultato della verifica di compatibilità tra spazi e funzioni, rappresentano la prima impostazione generale del progetto.

TEMI GENERALI DI INTERVENTO• DISTRIBUZIONE STRATEGICA DELLE SINGOLE ATTIVITA’• INDIVIDUAZIONE DI SPAZI E PERCORSI DISTRIBUTIVI• RICOSTRUZIONE CORPI EDILIZI

LAYOUTpianta piano terrapianta piano primoscala 1:700

pianta piano secondo

INQUADRAMENTO TEMATICO

Analizzando il quadro normativo che governa oggi il processo edilizio, emerge che la qualità del progetto sul costruito scaturisce direttamente dal confronto con le indicazioni fornite dalle fasi analitiche precedenti. In particolar modo, il DPP rappresenta uno strumento strategico essenzia-le per il progetto, poiché riesce a fornire, se strutturato un’analisi di tipo esigenziale-prestazionale, un quadro di informazioni indispensabili a indirizzare correttamente le fasi di sviluppo successive.

TESI PRECEDENTE:il DPP per la riqualificazione della cascina Burattana

▼Esigenze della committenza

OBIETTIVO • insediamento azienza agricola produzione, promozione e diffusione al pubblicoCRITERI • conservazione dell’esistente approccio del minimo intervento • sostenibilità dell’intervento riduzione consumi e risparmio risorse

ATTIVITA’ DA INSEDIARE• Residenzaalloggi per l’insediamento di differenti nuclei familiari 4-6 unità• Didatticasala polifunzionale 30-40 utenzesala conferenze 30-40 utenze• Ristorazionepranzo - ristorante self service 30-40 utenzecena - ristorante alla carta 30-40 utenze• Accoglienzacamerata collettiva 20 utenze• Trasformazione prodotti caseari -* attività non inserita nell’intervento• Trasformazione prodotti ortofrutticoli -stoccaggio materie primelavorazionestoccaggio prodotti finiti• Vendita prodotti finiti -

▼ Definizione requisiti di progetto

La definizione dei requisiti di progetto fa riferimento alla normativa tec-nica e ai parametri indicati della manualistica professionale. L’elenco dei requisiti è stato organizzato distinguendo il sistema ambientale dal sistema tecnologico, ai fini di determinare sia le caratteristiche degli elementi tec-nici (involucro e impianti), che quelle più generali degli spazi.L’analisi approfondita sulle attività da insediare ha permesso di quan-tificare le esigenze spaziali dettate dalle nuove funzioni e di verificare la compatibilità delle stesse con gli spazi costruiti esistenti.

Esempio: tabelle analisi attività

▼ Lettura prestazioni in essere

L’analisi prestazionale ha messo in evidenza i limiti e le potenzialità reali del manufatto esistente, diventando il principale strumento guida nell’indirizzo delle scelte progettuali. Le operazioni di rilievo tecnico hanno favorito la raccolta e la definizione dei dati materiali del sistema edilizio (caratteri geometrici, tipologici, costruttivi) e soprattutto hanno permesso di evi-denziarne sia le qualità prestazionali sia il valore documentale intrinseco.Le modalità di valutazione sono state definite in relazione alle principali classi di esigenze espresse dalla norma UNI 8289:1981, fruibilità sicu-rezza e benessere, che rappresentano anche il riferimento per la determi-nazione dei requisiti di progetto.

Esempio: schede descrittivo-prestazionali

il processo edilizio

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DATI DIMENSIONALI

SLP pt 755 mq p1 745 mq pt 110 mq tot 1610 mqVOL tot 6345 mc

SPAZI CASCINA

A1 ingresso: residenza - ristorazione - venditaA2 corte principale: spazio sosta e aggregazione

B1 ingresso 2: didattica - accoglienzaB2 corte Durini: spazio eventi e attività ricreative

C1 ingresso 3: riservato operatori aziendaC2 corte servizio: spazio attività logistiche azienda

RESIDENZA (1/3)Unità 1 (1/2) (4 uten.) 54.05 mq01 soggiorno 26.42 mq02 cucina 17.63 mq03 bagno 1 6.97 mq(disimpegni) 3.03 mqUnità 2 (2 uten.) 41.42 mq04 soggiorno-cucina 19.19 mq05 camera doppia 15.71 mq06 bagno 4.86 mqdisimpegni 1.66 mqUnità 3 (4 uten.) 86.98 mq07 soggiorno 26.56 mq08 cucina 8.64 mq09 camera doppia 1 14.33 mq10 camera doppia 2 17.00 mq11 bagno 1 6.42 mq12 bagno 2 5.32 mq(disimpegni) 8.71 mq 182.45 mqDIDATTICA (1/2)13 accettazione (1 oper.) 19.04 mq14 sala polifunzionale (30 uten.) 49.88 mq15 servizi igienici 15.37 mq16 deposito 5.97 mq(disimpegni) 6.72 mq 96.98 mqRISTORAZIONE (1/2)17 area self-service (2 oper.) 30.42 mq18 mensa (40 uten.) 51.67 mq19 servizi igienici 1 18.58 mq20 spogliatoi operatori 9.32 mq21 deposito-dispensa 1 17.58 mq(disimpegni) 4.90 mq 132.47 mqLAVORAZIONE PRODOTTI22 deposito materie prime 9.86 mq23 spogliatoi operatori (2 oper.) 5.23 mq24 sala di lavorazione (2 oper.) 30.27 mq25 deposito prodotti finiti 27.71 mq 73.07 mqVENDITA PRODOTTI26 spazio vendita (1 oper.) 27.15 mq27 spogliatoi operatori (1 oper.) 2.79 mq28 deposito 4.40 mq 34.34 mqSCALE DI RISALITA (1/2)29 scala residenze-didattica 23.80 mq30 scala ristorante 20.01 mq 43.81 mqDEPOSITO SUD (1/2)31 locali tecnici, depositi 155.03 mq

pianta piano terra. scala 1:500

SPAZI ESTERNIA via BoccaccioB via BurattanaC parcheggio clienti ristorazione e vendita (36 posti auto)D parcheggio utenti attività didattiche e accoglienza (32 posti auto)E parcheggio residenti (6 posti auto)

A

B

C

D

E

planimetria dell’intorno. scala 1:3000

stralcio pianta piano terra: unità residenziali 2 e 3. scala 1:200

A1

A2

B1

B2

C1 C1

B1

C2

0102 04

03 06

05 07

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1011

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20

21

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29

30

31

strutture esistentistrutture di nuova costruzionestrutture portanti in muraturastrutture portanti in c.a.strutture di tamponamentoproiezioni strutture di solaiounità servizi igieniciunità di distribuzione verticaleaccessi

LEGENDA CONTENUTI

04 0506

07

08

09

10

11

12

29

13

16

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SPAZI CASCINA

RESIDENZA (2/3)Unità 1 (2/2) (4 uten.) 51.22 mq32 camera doppia 1 17.60 mq33 camera doppia 2 20.84 mq34 bagno 2 7.34 mq(disimpegni) 5.44 mqUnità 4 (2 uten.) 41.75 mq35 soggiorno-cucina 18.99 mq36 camera doppia 16.15 mq37 bagno 4.94 mqdisimpegni 1.67 mqUnità 5 (4 uten.) 88.28 mq38 soggiorno 26.62 mq39 cucina 9.94 mq40 camera doppia 1 14.58 mq41 camera doppia 2 16.86 mq42 bagno 1 7.04 mq43 bagno 2 5.83 mq(disimpegni) 7.41 mq 181.25 mqDIDATTICA (2/2)44 sala riunioni (8 uten.) 14.03 mq45 amministrazione (1 oper.) 18.13 mq46 sala conferenze (30 uten.) 48.94 mq(disimpegni) 19.25 mq 100.35 mqRISTORAZIONE (2/2)47 sala ristorante (36 uten.) 113.52 mq48 cucina (4 oper.) 30.11 mq49 servizi igienici 2 19.50 mq50 deposito-dispensa 2 17.94 mq(disimpegni) 7.53 mq 188.60 mqACCOGLIENZA51 camerata (12 uten.) 51.36 mq52 servizi igienici 19.48 mq 70.84 mqSCALE DI RISALITA (2/2)53 scala residenze-didattica 24.16 mq54 scala ristorante 12.87 mq 37.03 mqDEPOSITO SUD (2/2)55 depositi 115.00 mq

pianta piano primo. scala 1:500

32 33

34

35 36

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4849

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stralcio pianta piano terra: attività di trasformazione, ristorazione e vendita. scala 1:200

stralcio pianta piano primo: ristorante alla carta. scala 1:200

22

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30 20

17

21

47 474849

50

54

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sezione aa. scala 1:400

sezione bb. scala 1:400

sezione cc. scala 1:400

sezione dd. scala 1:400

sezione ee. scala 1:400

conservazioneconsolidamento: trave in acciaioconsolidamento: travetti avvitaticonsolidamento: soletta in legnosostituzionedemolizionenuovo inserimento

LEGENDA INTERVENTI SOLAI

SEZIONI. scala 1:400

strutture esistentistrutture di nuova costruzionestrutture portanti in muraturastrutture portanti in c.a.strutture di tamponamento

LEGENDA STRUTTURE

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prospetto nord. scala 1:400

prospetto sud. scala 1:400

prospetto est. scala 1:400

prospetto sud (residenze). scala 1:400

prospetto nord (fienile). scala 1:400

prospetto ovest. scala 1:400

PROSPETTI. scala 1:400

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DEMOLIZIONI E COSTRUZIONI. scala 1:700PERCORSO PROGETTUALE

Il percorso progettuale vero e proprio si è sviluppato a partire da una rielaborazione del layout distributivo, all’interno del quale le scelte generali di intervento derivano da una verifica di compatibilità funzionale tra le attività da insediare e le caratteristi-che degli spazi preesistenti.A questa scala, la ricerca progettuale ha lavorato su alcuni temi chiave di carattere generale. In primo luogo ha lavorato su una ricerca distributiva finalizzata all’insediamento del-le singole attività in relazione alla com-patibilità tra funzioni e spazi esistenti; poi verso l’individuazione dei principali spazi e percorsi distributivi della cascina, al fine di rispondere alle nuove esigenze di fruibilità e accessibilità.Un terzo tema progettuale ha riguardato gli interventi di ricostruzione di due corpi edilizi della cascina, che versano in condi-zioni di degrado tali da non consentirne il recupero.Particolare attenzione è stata posta alla testata del fienile, dove le soluzioni pro-gettuali si sono dovute confrontare con diversi gradi di compatibilità, legati da una parte al confronto con la struttura stori-ca esistente e dall’altra, con le esigenze richieste dall’alto grado di specializza-zione delle nuove funzioni.

Il salto di scala del progetto definitivo ha approfondito, nella rispondenza alle normative vigenti, i livelli di compatibilità tra i requisiti specifici richiesti dalle nuove funzioni e le caratteristiche costruttive e tecnologiche dell’organismo edilizio.All’interno di questa fase le scelte proget-tuali si sono basate su criteri di conser-vazione dell’esistente e di sostenibilità dell’intervento in termini di risparmio di risorse.Tale approccio emerge in particolare nel tentativo di LIMITARE AL MINIMO GLI INTERVENTI DI DEMOLIZIONE E CO-STRUZIONE sugli elementi architettonici e costruttivi più significanti della cascina.Urge comunque sottolineare come le scel-te progettuali alle quali si è giunti siano il risultato di un bilanciamento tra le rispo-ste ai requisiti di progetto e la volontà di conservazione dell’immagine comples-siva dell’edificio.I nuovi interventi tecnologici, come ad esempio gli interventi sul ballatoio e quelli del nuovo corpo fienile, si distinguono per caratteri di contemporaneità e ricono-scibilità e contribuiscono ad assegnare un nuovo aspetto complessivo all’edificio.

Le tematiche e gli interventi di maggior sensibilità sono stati risolti attraverso la ri-cerca di soluzioni tecnologiche sviluppate alla scala esecutiva.Ogni scelta progettuale è stata studiata per rispondere da un lato a esigenze di conservazione e sostenibilità, e dall’altro a requisiti specifici legati agli aspetti pre-stazionali di fruibilità, sicurezza e be-nessere.Particolarmente attento è stato l’interven-to sull’involucro esistente.La decisione di non intervenire sulle mu-rature storiche al fine di conservare la materia e l’immagine della cascina, ha indirizzato l’attenzione su altre unità tec-nologiche, per rispondere ai requisiti di efficienza energetica.I limiti di intervento che ci siamo posti sull’involucro hanno indirizzato il progetto anche verso una ricerca di efficienza ener-getica ottenuta mediante SOLUZIONI DI TIPO IMPIANTISTICO.

pianta piano terra

IMPIANTI. scala 1:500

Il tema degli impianti, studiato a livello schematico in fase di progetto definitivo, si confronta con molte delle soluzioni tecnologiche di dettaglio studiate per la cascina e che verranno indagate poi in seguito.Per ottimizzare i consumi energetici del complesso, il progetto prevede l’utilizzo di due distinte tipo-logie di riscaldamento, studiate in relazione alle diverse necessità di utilizzo degli ambienti. Per le residenze è stata adottata la soluzione dei pannelli radianti a pavimento, mentre per tutti gli altri ambienti della cascina si è scelto un riscalda-mento a ventilconvettori.Le due tipologie di terminali lavorano entrambe a un regime di basse temperature e sono quindi alimen-tate da un unico impianto di generazione del calore. L’installazione dei collettori di distribuzio-ne, nell’ottica del minimo intervento, è stata studiata in funzione della posizione della canne fumarie esistenti, al fine di recuperare i vani verticali non più utilizzati per la risalita delle colonne montanti.Una ulteriore risposta alle esigenze di sostenibilità, già affrontate attraverso il criterio del minimo inter-vento, è data dallo sfruttamento di fonti rinnovabi-li, quali energia solare ed energia geotermica, per il funzionamento del sistema impiantistico. Que-sto sistema è composto da una pompa di calore geotermica che trasferisce l’energia a un unico serbatoio di accumulo, cuore dell’impianto, dal quale si dirama la tutta la rete di distribuzione del calore. Il progetto prevede inoltre l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione dell’energia elettrica ad alimentazione della pompa di calore, che andranno distribuiti in parte sulla copertura del deposito meridionale e in parte sulla limitrofa area agricola a disposizione.

esempio interventi corpo residenze

sezione aa

Schema centrale termica Schema distribuzione residenze

vent

ilcon

vetto

reAE

RM

EC, F

CX

P

vent

ilcon

vetto

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KAM

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V-EL

LE

Terminali scaldanti

mur

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e di

spi

naso

lai e

tram

ezze

cann

e fu

mar

ie

centrale termicapompa di calorecaldaiaaccumulatore puffersottocentrale termicacollettori di distribuzionemandataritornocanne fumarie esistenticolonne montantizona a pannelli radiantideumidificatore a soffittocontrosoffittoventilconvettore ventilconvettore a canaletermoarredimotore estrazione forzatapannelli fotovoltaici

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SEZIONI DETTAGLIATE. scala 1:180

stralcio sezione bb: attività di trasformazione, vendita (pt) e ristorazione (p1) all’interno del fienile

stralcio sezione cc: attività di vendita (pt) e di ristorazione (p1) all’interno del fienile stralcio prospetto sud (residenze): servizi igienici per l’attività di ristorazione (pt) e di accoglienza (p1°)

l’utilizzo di contropareti permette l’incolonnamento dei servizi igienici, ottimizzando la distribuzione degli impianti e la conservazione delle murature portanti

il consolidamento dei solai lignei esistenti mediante strutture in acciaio risponde ai requisiti di sicurezza strutturale dettate dai nuovi utilizzi

condotto metallico a vista per l’estra-zione e l’immissione forzata dell’aria

nuovo corpo di distribuzione verticale con ascensore oleodinamico in vetro

sala di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli inserita nel nuovo corpo di testata

chiusura arcate fienile mediante si-stema di serramenti in acciaio inox

consolidamento solai dei locali per accoglienza me-diante soletta lignea e connettori metallici

stralcio sezione aa: unità residenziali (pt-p1-p2)

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SEZIONI DETTAGLIATE. scala 1:200

stralcio sezione dd: attività di ristorazione (pt) e di accoglienza (p1) + nuova scala di risalita + attività didattiche (pt-p1)

stralcio sezione ee: consolidamento solai lignei nel corpo residenziale stralcio sezione ee: ricostruzione della testata del fienile per le attività specializzate dell’azienda

stralcio prospetto nord (fienile): attività di ristorazione (pt) e accoglienza (p1) + riqualificazione del ballatoio ligneo esterno

nuova scala in acciaio a tre rampe, ancorata alla muratura in corrispon-denza dei pianerottoli di interpiano

adeguamento struttutale del ballatoio e raccordo della quota di calpestio dei locali con la quota di sbarco della struttura servente

rifacimento di solaio controterra areato quale risposta ai problemi di umidità e di benesse-re termoigromentrico

sostituzione del pacchetto di copertura nella ricerca di maggior efficienza energetica e nel rispetto dell’immagine compessiva

sezione trasversale completa del nuovo corpo in testata, dedicato alle attività dell’azienda

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PROSPETTI DETTAGLIATI. scala 1:200

stralcio prospetto nord (fienile): il carattere di contemporaneità e riconoscibilità del nuovo intervento nel rispetto dell’immagine originaria della fabbrica storica

stralcio prospetto sud: il carattere di contemporaneità e riconoscibilità del nuovo intervento nel rispetto dell’immagine originaria della fabbrica storica

stralcio prospetto ovest: il carattere di contemporaneità e riconoscibilità del nuovo intervento nel rispetto dell’immagine originaria della fabbrica storica

nuovi tamponamenti vetrati delle arcate del fienile, arretrati rispetto al filo della facciata

nuovo volume in continuità con il fienile storico: rivestimento in doghe di legno, tamponamenti vetrati e copertura a falde in lamiera zincata

la nuova lamiera stirata a maglia alveolare accosta-ta al parapetto ligneo originario risponde ai requisiti di sicurezza e alle necessità di conservazione

torrini di ventilazione per la movimentazione forzata dell’aria all’interno del ristorante

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DETTAGLI COSTRUTTIVI: INTERVENTI SULL’ESISTENTE. scala 1:30

D.01_attacco a terra01 magrone02 igloo, h 200 mm03 getto in cls e rete elettrosaldata, 50÷80 mm04 strato termoisolante, 50 mm05 strato termoisolante preformato, 32÷56 mm06 tubo-serpentina MIXAL, Ø 16 mm07 massetto in cls con rete antiritiro, 60 mm08 cordolo in cls alleggerito (passaggio impianti), 120 mm09 pavimentazione in cotto, 25 mm10 tubo di areazione, Ø 100 mm11 guaina impermeabilizzante12 strato di posa in cls13 tubo forato per raccolta acque, Ø 150 mm14 ghiaia di riempimento e costipazione15 tessuto non tessuto16 massetto in cls con rete antiritiro, 100 mm17 sottofondo in cls, 80 mm18 pavimentazione in lastre di beola, 30 mm

D.02_consolidamento solaio 2.101 trave esistente in legno, sez 180x180 mm02 travetti esistenti in legno, sez 100x120 mm03 tavolato esistente, 25 mm04 travetti in legno, 100x100 mm05 viti di collegamento travetti06 trave in acciaio IPE 30007 barre in acciaio, Ø 14 mm08 assito battentato, 25 mm09 strato termoisolante preformato, 32÷56 mm10 tubo-serpentina MIXAL, Ø 16 mm11 massetto in cls con rete antiritiro, 60 mm12 cordolo in cls alleggerito (passaggio impianti), 120 mm13 pavimentazione in parquet, 15 mm

stato di fatto

progetto

D.03_consolidamento solaio 1.1301 travetti esistenti in legno, sez 120x160 mm02 tavolato esistente, 25 mm03 soletta in legno, 40 mm04 connettori metallici, Ø 14 mm05 tappetino isolante in aerogel, 10 mm06 massetto in cls alleggerito, 100 mm07 pavimentazione in gres porcellanato, 15 mm

stato di fatto

progetto

Sono state adottate due tipologie di consolidamento: una per i solai a doppia orditura, che prevede l’utilizzo di una trave in acciaio con barre inclinate solidariz-zate alla struttura esistente, e una per i solai ad orditura semplice, che prevede l’inserimento di una soletta col-laborante in legno multistrato collegata alla struttura esistente tramite connettori metallici.Le motivazioni che hanno portato a preferire interventi di rinforzo rispetto a interventi di sostituzione, derivano dalla necessità di rispondere sia a esigenze di sicu-rezza strutturale dettate dalle nuove funzioni, che a esigenze di carattere conservativo.Entrambe le tipologie di consolidamento, si integrano all’interno di un più ampio ragionamento sui solai, che ha l’obiettivo di raccordare le nuove quote di inter-piano dei locali con le quote di sbarco dei ballatoi ester-ni esistenti, per rispondere a requisiti di accessibilità.

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DETTAGLI COSTRUTTIVI: INTERVENTI SULL’ESISTENTE. scala 1:30

D.04_ballatoio01 mensola esistente in legno, sez 150x230 mm02 travetti in legno, sez 80x80 mm03 tavolato, 30 mm04 tubolare in acciaio a sez quadra, sez 30x30 mm05 corrimano in legno, Ø 60 mm06 montanti in legno, sez 80x60 mm07 traversi in legno, sez 25x100 mm08 lamiera metallica stirata a maglia alveolare09 sistema di fissaggio e protezione lamiera10 piatto metallico di chiusura

D.05_copertura01 travetti esistenti in legno, sez 100x120 mm02 assito esistente, 25 mm03 pannello isolante in fibra di legno, 50+50 mm04 travetti esistenti in legno, sez 100x120 mm05 assito battentato, 25 mm06 barriera al vapore07 pannello isolante in fibra di legno, 60 mm08 listelli di areazione, sez 40x40 mm09 assito battentato, 25 mm10 guaina impermeabilizzante11 coppi12 listello di chiusura, sez 60x60 mm13 mantovana di chiusura14 canale di gronda in acciaio zincato15 sistema di fissaggio lattoneria16 fissaggio colmo ventilato17 coppone di colmo

D.06_nuova scala01 cosciale in acciaio, sp 2 mm02 mensola a muro - profilo UPE 140 03 sostegno gradini - doppio profilo L 50x100 mm04 pedata in legno, sp 30 mm 05 montante in acciaio saldato a cosciale, sez 30x30 mm06 cavi in acciaio fissati tra montanti, Ø 5 mm07 corrimano in legno, Ø 60 mm

L’esito positivo delle verifiche effettuate sul comportamento strutturale delle mensole, ha in-dirizzato l’attenzione progettuale su altri aspetti prestazionali.La soluzione tecnica adottata, che ha previsto l’accostamento di un nuovo parapetto me-tallico alla struttura lignea esistente, risponde ai requisiti di fruibilità e sicurezza dell’utenza indicati dalla normativa, preservando l’immagi-ne complessiva dei fronti che si affacciano sulla corte interna.

Il buono stato di conservazione delle orditure principali - capriate, travi di colmo e terzere - ha richiesto la sola sostituzione dell’orditura se-condaria (travetti) e l’inserimento di un nuovo pacchetto di copertura ventilata.

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D.07_contropareti 1. scala 1:5001 torrino di esalazione02 tubo di esalazione03 controparete KNAUF04 sistema di scarico05 tubo di scarico06 tubo raccolta acque nere

D.08_chiusura arcate fienile. 1:1501 muratura esistente in mattoni pieni02 dormiente esistente in legno03 trave esistente in legno, sez 180x160 mm04 tavolato esistente, 25 mm05 strato termoisolante, 55 mm06 ventilconvettore KATHERM QK, 182x112 mm07 massetto in cls alleggerito, 100 mm08 pavimentazione in parquet, 15 mm09 soletta in cls di livellamento, 55 mm10 serramento in acciaio inox 11 vetrocamera, 0.8-0.9-0.8 mm12 pannello isolante rigido + finitura in cartongesso, 50 mm13 davanzale in lastre di beola, 40 mm

DETTAGLI COSTRUTTIVI: INTERVENTI SULL’ESISTENTE. scala varie

schema distribuzione impianto idrico-sanitario. scala 1:150

distribuzione acqua caldadistribuzione acqua freddaraccolta acque nere

schema attacchi fognatura. scala 1:400

D.07_contropareti 2. scala 1:1501 muratura esistente in mattoni pieni02 intercapedine impianti, 75 mm03 traverso in alluminio a U, sez 50x50 mm04 tassello di fissaggio05 montanti in alluminio a C, sez 50x50 mm06 barriera al vapore in alluminio07 lastra in gesso rivestito KNAUF GKI, 12,5 mm08 stuccatura e tinteggaitura, 10 mm

L’utilizzo di contropareti rappresenta la risposta tecnologica alla ricerca di soluzioni distributive finalizzate al minimo intervento e al risparmio di risorse.I vantaggi di questa tecnologia hanno permesso di risolvere, all’interno delle residenze, i limiti di compatibilità tra esigenze funzionali e morfologia degli spazi. L’ incolonnamento dei servizi igienici e la re-lativa razionalizzazione degli impianti hanno permesso di sfruttare al meglio i benefici offerti dalle contropareti, finalizzati a ridurre al mini-mo gli interventi trasformativi sulle murature portanti.

Nel tentativo di ottimizzare le prestazioni di tutto l’involucro è stata effettuata anche una integrale sostituzione dei serramenti pre-esistenti, incapaci di rispondere anche solo minimamente ai requisiti di benessere termo igrometrico. Anche in questo caso ci si è indirizzati verso una scelta tecnologica di alto livello prestazionale che al tempo stesso ha cercato di rispettare l’a-spetto complessivo delle facciate preesistenti.Un caso particolare è rappresentato dalla chiu-sura delle arcate del fienile. In questo caso la necessità di un confronto diret-to con i caratteri formali del fienile, ha richiesto un maggiore sforzo progettuale, nella ricerca di una adeguata compatibilità teconologico-costruttiva.

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DETTAGLI COSTRUTTIVI: RICOSTRUZIONE TESTATA FIENILE. scala 1:30

D.10_solaio interpiano01 chiusura verticale opaca (vedi D.12)02 rivestimento in doghe di legno per esterni03 pilastro HEA 14004 trave principale IPE 20005 trave secondaria IPE 12006 pannello in compensato marino, 24 mm07 strato termoisolante, 50 mm08 massetto in cls alleggerito, 100 mm09 pavimentazione in parquet, 15 mm10 ventilconvettore KATHERM QK, 182x112 mm11 controsoffitto appeso a travi secondarie

D.09_attacco a terra01 cordolo in cls02 tassello chimico (barra filettata con resina)03 piastra in acciaio per fissaggio pilastro04 magrone05 igloo, h 200 mm06 getto in cls e rete elettrosaldata, 50÷80 mm07 strato termoisolante, 50 mm08 massetto in cls alleggerito, 120 mm09 pavimentazione in resina epossidica10 tubo di areazione, Ø 100 mm11 guaina impermeabilizzante12 strato di posa in cls13 tubo forato per raccolta acque, Ø 150 mm14 ghiaia di riempimento e costipazione15 tessuto non tessuto16 massetto in cls con rete antiritiro, 100 mm17 sottofondo in cls, 80 mm18 pavimentazione in lastre di beola, 30 mm

D.11_copertura01 pilastro HEA 14002 piatto in acciaio, 10 mm03 trave principale a L, sez 150x75x10 mm (doppia)04 trave secondaria HEA 10005 assito battentato, 25 mm06 barriera al vapore07 pannello isolante in fibra di legno, 60+60 mm08 travetti in legno (sporto di gronda), sez 100x120 mm09 assito battentato, 25 mm10 guaina impermeabilizzante11 listello di aerazione, sez 40x40 mm12 listello per posa copertura, sez 40x40 mm13 lamiera grecata14 chiusura verticale opaca (vedi D.12)15 canale di gronda in acciaio zincato16 sistema di fissaggio lattoneria17 colmo ventilato in acciaio zincato

D.12_chiusura opaca01 pilastro HEA 14002 piatto in acciaio, 10 mm03 trave principale doppia L, 150x75x10 mm04 trave secondaria HEA 10005 pannello in cartongesso, 10 mm06 barriera al vapore07 pannello isolante in fibra di legno, 100 mm08 tubolare in acciaio, sez 100x50x4 mm09 pannello isolante in fibra di legno, 20 mm10 guaina impermeabilizzante11 montante in legno, sez 40x40 mm12 rivestimento in doghe di legno per esterni13 lamiera grecata

Atlante dell’acciaio, UTET, 1999progetti

D.13_chiusura trasparente01 pilastro HEA 14002 trave principale IPE 20003 trave secondaria IPE 12004 pannello in compensato marino, 24 mm05 strato termoisolante, 50 mm06 massetto in cls alleggerito, 100 mm07 pavimentazione in parquet, 15 mm08 ventil. KATHERM QK, 182x112 mm09 serramento in acciaio inox10 vetrocamera, 0.8-0.9-0.8 mm11 pannello isolante in fibra di legno, 50 mm12 pannello in cartongesso, 10 mm13 barriera al vapore14 tubolare in acciaio, sez 100x50x4 mm15 pannello isolante in fibra di legno, 100 mm16 pannello isolante in fibra di legno, 20 mm17 guaina impermeabilizzante18 montante in legno, 40x40 mm19 rivestimento in doghe di legno da esterni20 griglia di areazione21 copertina in lamiera zincata

La soluzione proposta si confronta con due diverse tematiche: da un lato l’utilizzo di solu-zioni architettoniche distinguibili e rispettose dell’unitarietà del corpo di fabbrica, dall’altro la necessità di rispondere attraverso prestazioni tecnologiche ai requisiti richiesti da una funzio-ne specializzata, quale è l’attività di trasforma-zione dei prodotti ortofrutticoli inserita.Lo scheletro strutturale del nuovo volume, realizzato in acciaio ed assemblato interamente a secco, sostiene da un lato la pelle di legno esterna e dall’altro permette l’inserimento di pa-reti attrezzate per il comodo passaggio degli impianti.