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About ComunEATàIl significato di ComunEATà deriva in ugual maniera da Comunità e to Eat, il verbo mangiare in inglese.

L’unione di questi due termini non è casuale, bensì nasconde gran parte del significato di questo progetto.

Una comunità è infatti un insieme di individui che condividono lo stesso ambiente fisico e tecnologico, uniti principalmente da interessi comuni.

La convivialità –da Eat- è invece un’occasione di ritrovo familiare, informale, in cui ci si confronta alla pari e si abbandonano le ostilità; durante un convivio i commensali sono tutti allo stesso livello; il cibo è sempre stato –e sempre

sarà- l’occasione in cui l’uomo consacra i riti sacri e profani, discute di questioni civili, politiche, sociali, filosofiche e artistiche.

Per capire la mission di ComunEATà è necessario conoscere il contesto in cui nasce.

Il progetto è nato in un quartiere a sud di Milano a maggio del 2013.

Ciò che si proponeva era la ricerca di una possibile soluzione, una possibile via alternativa per eludere alcuni dei disagi che le nuove generazioni si trovano a vivere quotidianamente, tra cui l’alienazione urbana, la globalizzazione sempre più invadente nei confronti del locale, la saturazione del mercato - ma non solo.

ComunEATà si inserisce in un interstizio assieme geografico e mentale, lavorando per dare nuovi stimoli alla vita delle persone che la compongono, le quali agiscono attivamente, rimpossessandosi del proprio locale per avere poi una consapevolezza del terreno globale, reinventandosi nuove competenze e nuovi progetti per non dipendere dal mercato ufficiale, stimolando la partecipazione e la creatività, restituendo il primo posto alla fiducia interpersonale come base per una vita collettiva soddisfacente.

La fiducia interpersonale si stabilisce solo instaurando delle relazioni, dei legami. Questi sono la base di ComunEATà.

Le relazioni sociali sono infatti uno dei pesi maggiori che contribuiscono alla crescita del capitale umano. Relazionarsi con le altre persone è importante per vivere meglio sotto molti punti di vista, ma a volte risulta difficile conoscere persone nuove, capire se sono interessanti, ascoltarle e avere con queste un dialogo.

Succede spesso che si faccia l’errore di pensare che le relazioni sociali si instaurino attraverso percorsi prestabiliti; spesso la società in cui viviamo alimenta queste false convinzioni.

ComunEATà si propone di pensare nuovi modi e nuovi percorsi di socializzazione diversi da quelli in qualche modo prestabiliti.

Il nostro ruolo è quello di essere dei catalizzatori di un processo relazionale che coinvolga le espressioni artistiche nelle loro diversità puntando su una convivialità estesa, in cui durante i pasti si possano conoscere nuove persone, avere nuovi spunti, maturare nuove idee.

L’idea di ComunEATà trova forma concreta nel Convivio.

Il convivio è una piattaforma di discussione; un tavolo imbandito che serve da input per liberare la creatività. È un’atmosfera amichevole, stimolante, allegra e informale in cui ognuno è messo a proprio agio e in cui è premiata la diversità.

Proprio per questo abbiamo allargato i nostri convivi a nuovi progetti da sviluppare assieme agli ospiti.

I progetti che abbiamo affrontato fino ad ora si sono sviluppati in maniera quasi autonoma; il nostro compito è stato quello di definire delle linee guida per poi lasciarne lo sviluppo alla creativiá della comunEATá che si creava man mano per ogni convivio o sessione di convivi.

COMPONENTI

ComunEATà è un ingranaggio che funziona grazie alle persone-rotelle che man mano vi confluiscono. La base di questo ingranaggio è un motorino fatto da due teste diverse ma complementari l’una all’altra, a cui queste agganciano altre persone che compongono gli ingranaggi -senza i quali non avrebbe più senso il lavoro del motorino- .

La partecipazione delle altre persone all’ingranaggio funziona ad invito; le modalità d’invito sono cambiate con l’evoluzione del progetto stesso, che è evoluto nel tempo grazie a diversi tentativi e sperimentazioni.

Tornando alla metafora dell’ingranaggio è utile sottolineare che al suo interno le parti funzionano individualmente e per questo poi funzionano collettivamente.

Il compito di catalizzatore sta proprio nel proporre una particolare ricerca, e proporla come esperimento a determinate persone che potrebbero essere più o meno interessate.

ISTRUZIONI BASE PER UN CONVIVIO

Per capire come si svolge di ComunEATà è importante focalizzarsi su tre punti:

- invito

- location

- cibo

INVITOE’ importante sottolineare che la partecipazione ad ogni convivio è limitata a coloro che hanno ricevuto un invito; la modalità col tempo si è evoluta assieme a ComunEATà.

La fase iniziale del progetto, che abbiamo definito Prima Stagione, infatti era principalmente volta ad ampliare la rete di conoscenze; si voleva creare una situazione informale di dialogo tra pseudo-sconosciuti e prevedeva un invito a catena:

coloro i quali erano stati invitati ufficialmente da ComunEATà –che tra loro non si sarebbero dovuti conoscere avrebbero dovuto girare l’invito a due persone di loro conoscenza, e queste avrebbero avuto la possibilità di girare a loro volta l’invito ad una sola persona. In totale sarebbero state invitate dalle 10 alle 20 persone.

Per la Seconda Stagione la modalità d’invito è cambiata: l’invito personale non è più rivolto ad un solo convivio ma ad una Sessione di cinque

appuntamenti che coinvolgono principalmente i partecipanti alla Prima Stagione. Quattro dei cinque appuntamenti sono privati, mentre il quinto è il vero e proprio Convivio Finale, aperto agli inviti a catena.

LOCATIONComunEATà non ha una dimora. È una realtà nomade che ha come base un’instaurazione reciproca di fiducia. E questa fiducia la si dimostra anche e soprattutto aprendo la porta di casa propria agli altri. Durante i convivi ogni posto appartiene a tutti indistintamente, tutti ne sono responsabili e lo rispettano come se fosse proprio.

Il non avere una base fissa rispetta l’idea del contesto come punto fondamentale per la riuscita di un progetto. Luogo e progetto interagiscono attivamente, infatti ogni progetto si adatta esclusivamente al luogo in cui è concepito e in cui avviene, e non potrebbe essere altrimenti.

CIBOUltimo perno di ComunEATà è il cibo, elemento legante di tutto il progetto.

Il momento del pasto è familiare, di comunione; è l’occasione in cui ogni differenza viene livellata, e tutti i commensali stanno sullo stesso piano.

Per ogni convivio a ciascun invitato viene chiesto di portare un qualcosa da mangiare e un qualcosa da bere; è specificato poi che il cibo dovrà essere preferibilmente non pronto: il pasto verrà ideato e preparato dalla ComunEATà intera sulla base degli ingredienti che ognuno ha portato.

stagione#1

La Prima Stagione di ComunEATà si è articolata in cinque convivi che hanno fatto da tentativo e punto di partenza, e che hanno avuto luogo in cinque diverse sedi, tutte a sud di Milano.

CONVIVIO #1

via Pezzotti 19 , Milano

Il Convivio #1 si è svolto il Primo Maggio, e abbiamo deciso di passarlo in compagnia come sempre, ma in maniera nuova. E’ infatti stata aperta per la prima volta Casa Pez, in via Pezzotti, ad una serie di ospiti che in realtà non si conoscevano bene.

Il convivio è stato una prova di convivenza spontanea che è iniziata alle 13 e si è conclusa dopo otto ore e mezzo alle colonne di San Lorenzo.

Valeria, una dei nostri ospiti per questo ha paragonato l’esperienza all’Angelo Sterminatore di Buñuel.

CONVIVIO #2

Location: via Fumagalli 1, Milano

Per il Convivio #2 la Residenza Marie Antoinette ha aperto le porte a pochi vecchi amici e qualche nuovo amico.

E’ stata una domenica piacevole, per questo abbiamo deciso ampliare il convivio successivo e introdurvi un progetto che fungesse da stimolo per la creatività dei partecipanti.

CONVIVIO #3

viale Tibaldi 44, Milano

L’idea per il progetto è nata durante una partita domenicale notturna di Memory. Dopo un paio d’ore di gioco abbiamo

pensato a quanto fosse mentalmente d’aiuto fare una partita ogni tanto a qualsiasi gioco di societá, soprattutto se ben

accompagnati.

Per questo abbiamo deciso di basare il Convivio #3 sul Memory, non un Memory prefabbricato ma creato a mano dagli

ospiti.

Il nostro compito di catalizzatori in questo caso è stato quello di creare la base delle tessere, che abbiamo consegnato ai

nostri invitati.

Abbiamo per questo consegnato ad ogni invitato quattro coppie di tessere bianche, pulite, da illustrare liberamente.

Per l’occasione è stato messo a disposizione il tavolo bianco di T-44 nell’unica versione serale dei convivi.

Dopo la cena è stato dato il via alla megapartita con il nuovo gioco di ComunEATà.

CONVIVIO #4

via Zamenhof 16, Milano

Ad ospitare questo Convivio è stata Casa Zamenhof, una casa particolarmente appassionata di musica e vibrazioni.

Per questo motivo abbiamo deciso di improntare il pranzo in cortile verso un trittico sinestetico che coinvolgesse musica, cibo e colori.

I colori primari sono stati la linea guida. Tutto si è svolto a partire da giallo, rosso e blu. Ad ogni invitato è stato chiesto di portare del cibo e dei brani musicali che secondo lui rispondessero ad ognuno dei tre colori.

Il progetto è iniziato ufficialmente dopo aver preparato il pranzo con i colori; a quel punto è partita anche la playlist comunEATaria gialla, per poi continuare con la rossa e terminare con la blu.

Il convivio è andato avanti con una carrellata di mood colorati fino a che tra i partecipanti è nata la proposta/necessità di creare una quarta playlist verde, dall’unione di due primari.

Il Convivio si è concluso al termine della playlist verde, dopo nove ore e mezzo di ComunEATà.

CONVIVIO #5

autofficina di Enzo, via Vigevano 29, Milano

Per il quinto convivio abbiamo deciso di fare un check point e spostarci in un luogo che non fosse una casa, con dinamiche d'interazione diverse ma sempre mantenendo la linea conviviale.

Dati i piccoli risultati ottenuti con i convivi precedenti abbiamo pensato ad un modo per espandere ComunEATà e far conoscere meglio la base del progetto; ci siamo uniti al mercatino HANDMADE MARKT, ospitato nell'Officina di Enzo, in via Vigevano 29.

La nostra proposta coinvolgeva uno scambio: un bicchiere di sangria in cambio di qualche cibo pronto da mangiare e/o di una ricetta, dalle quali poi si è creato il Ricettario ComunEATario.

Durante questo percorso di convivi sono state sviluppate varie idee riguardo al possibile logo adatto a vestire questo periodo di ComunEATà; le proposte sono tutte nate dagli ospiti dei primi quattro convivi.

Per scegliere quale fosse l'outfit migliore per noi ci siamo rivolti ancora una volta al parere dei futuri conviviali: durante il Convivio #5 è stato chiesto al pubblico dell'HANDMADE MARKT di esprimere una preferenza.

Alla fine della giornata sono stati contati i voti; il logo vincitore è diventato l'immagine di copertina del Ricettario.

Per la Seconda Stagione la modalità d’invito è cambiata: l’invito personale non era più rivolto ad un solo convivio ma ad una Sessione di cinque appuntamenti che coinvolgono principalmente i partecipanti della Prima Stagione. Quattro dei cinque appuntamenti sono stati privati, mentre il quinto è stato aperto agli inviti a catena.

Il motivo di questo cambiamento lo si deve ad un’evoluzione qualitativa piuttosto che quantitativa: l’ampliamento della rete lascia spazio all’approfondimento delle conoscenze e delle personalità. La selezione degli ospiti questa volta è stata più attenta e mira a coinvolgere persone realmente interessate al lavoro di ricerca che si voleva portare avanti come progetto. Gli ospiti sono stati contattati personalmente con un invito cartaceo dettagliato nei minimi particolari compreso di termine di scadenza per l’adesione- accompagnato da un piccolo kit . Ogni ospite ufficiale ha avuto la

possibilità di invitare ad uno solo dei quattro appuntamenti privati una persona che ritenesse ideale per il progetto.

Il quinto appuntamento, o Convivio Finale,

stagione#2

sarebbe stato quello in cui prenderà forma il tutto.

L’introduzione degli ospiti è stata graduale: durante il primo appuntamento si è proposto l’invito con il tema ad un solo ospite. Dopo aver intavolato delle proposte ed idee sono state invitate altre due persone.

Ogni appuntamento ha avuto una location diversa che è stata sempre proposta da uno degli invitati, mentre la location del Convivio Finale è stata scelta in base al progetto e al contesto in cui si è inserita.

ESPERIMENTO COLLETTIVO #1

-casa tagliamento

-sforza 57

-T44

-casa verro

Si è trattato di un ciclo di incontri che hanno avviato un processo collettivo di ideazione, progettazione e creazione.

Abbiamo rivolto ai partecipanti alla sessione un personale invito cartaceo, che ha assunto il carattere di stimolo per una libera associazione riguardo il concetto di ComunEATà. Sono stati in totale cinque appuntamenti di lavoro in team e convivialità.

stagione#3

Il progetto Fanzine è nato da una riflessione sull'uso della parola.

Per la prima volta ComunEATà si è infatti confrontata in maniera diretta con questa, che ha fatto da filo conduttore per tutta la Stagione#3.

La realizzazione delle quattro Fanzines si è svolta durante quattro appuntamenti privati, in cui erano invitati tre ospiti, i quali avrebbero dovuto invitare un'altra persona a loro volta. Ad ogni partecipante era stato consegnato un invito cartaceo contenente un piccolo stimolo legato sempre in maniera flessibile al tema del convivio e diverso per ogni ospite, nel quale veniva chiesto di sviluppare un ragionamento attraverso l'uso della parola, e portarlo in forma materiale al convivio. In aggiunta, ogni persona avrebbe dovuto portare degli ingredienti liberamente associati allo stimolo ricevuto.

Per non limitare il ragionamento ad una forma cartacea, materiale o comunque finalizzata, a nessuno era stato detto che gli stimoli proposti sarebbero andati a costruire una Fanzine. I partecipanti sono arrivati al convivio con ingredienti e ragionamento sullo stimolo. Solo a questo punto gli è stato comunicato che gli stimoli erano finalizzati alla creazione di una Fanzine, e si è iniziata l'esperienza preparando la cena, il pranzo o l'aperitivo e ragionando su come procedere.

FANZINE#1 | T42

Viale Tibaldi 42

Con: Giuseppe Cirillo, Cinzia Paci, Sara x, Giulia Ratti e Simone Monticetti.

Gli stimoli sono stati: dinamismo, presenza, accumulazione, bilanciamento, confine, trasparenza, elemento, contaminazione.

Il prodotto finale è scaturito un'interazione e un ragionamento collettivi sugli stimoli individuali, per cui ognuno è andato ad occupare e comporre uno spazio su un foglio di grandi dimensioni poi ripiegato in vari modi, sfogliabile e leggibile in maniera multipla e aperta.

FANZINE#2 | DOTT.CONIGLIO

Via Bassini 31

Con: Rocco Natale, Orazio Marino e Alfredo Garcia.

Lo stimolo è stato un ingrediente considerato "basic" e uno non "basic".

Il prodotto finale è scaturito un'interazione e ragionamento collettivi sugli stimoli e sul cibo che si stava consumando, i quali sono stati trasposti sotto forma di illustrazioni o parole su un billboard ripiegabile a soffietto e sfogliabile in maniera tripla.

FANZINE#3 | DOTT.CONIGLIO

Via Bassini 31

Con: Nicola Provenzano, Gianluca Ricci e Vittorio Alotreb.

Gli stimoli sono stati: morbido, croccante, soffice, viscido, ruvido, duro.

Il prodotto finale è scaturito da un'interazione e un ragionamento tridimensionale e geometrico sugli stimoli, includendovi parti e segmenti dell'ambiente ospitante trasformate in pattern. Sono stati creati quattro cubi componibili di piccole dimensioni intitolati poi "Improvvisazione integrale" per la ripetizione del modulo due e quattro.

FANZINE#4 | T42

Viale Tibaldi 42

Con: Francesco Paparella, Federica Giangaspero, Beatrice Infrano, Francesca Silveri e Caterina Ghezzi.

Gli stimoli sono stati delle piccole ricette con ingredienti parziali e una domanda da completare.

Il prodotto finale è scaturito da un ragionamento collettivo sugli stimoli e sulla preparazione del cibo, per la quale si è sviluppato un team work in maniera quasi inconscia. Si è ricreato un tavolo, che fosse il simbolo e la trasposizione materiale della cena, come presenze, alimenti e incroci.

FANZINE#5 | Spazio 77

Via Gianferrari 5

CRUDO | Gli stimoli in questo caso sono stati dati a diversi partecipanti dei convivi precedenti che, in collaborazione con ComunEATà e Spazio 77, hanno ideato e creato un convivio pubblico dove sono diventate ufficialmente consultabili tutte le fanzine della terza stagione. L’idea di chiamarlo crudo è nata dalla malleabilità di questa parola, che rimanda in primis al significato legato al cibo, ma allo stesso tempo allo stato grezzo dello spazio che ha ospitato l’evento.Durantte la giornata i partecipanti oltre alla preparazione del cibo crudo hanno partecipato a dei workshop colletivi e alla creazione della quinta e ultima fanzine della stagione.

fuorisede

FUORISEDE #1

Istambul, Turkey

Lo stimolo per questo singolo convivio fuorisede è stato la reinterpretazione dei punti di vista. Si chiedeva agli invitati di

portare con se una “view”, intesa come punto di vista, in senso assieme fisico e simbolico, dalla propria camera sulla

propria città: interpretare uno sguardo "from a window view”.

FUORISEDE #2

Tlaxcala. Mexico

Si è trattato di un tentativo di convivenza svoltosi in più giorni. Ai partecipanti veniva proposta l’osservazione e

reinterpretazione di una situazione quotidiana, come quella di una vacanza tra amici, ma in maniera attiva e attenta.

HABITAT

Autofficina di Enzo, via Vigevano 29, Milano

Habitat è stato un esperimento di convivenza in cui la partecipazione di ognuno ha contribuito in maniera decisiva all'identità del complesso.

La giornata ha attivato tutti i sensi e si è svolta durante momenti separati, quali pranzo caffè e amaro assieme a collettività creative di vario genere.

PROPOSTA NAVIGLIO MULTISENSORIALE

Naviglio grande, Milano

La proposta di ComunEATà prevedeva un lavoro di rivalutazione di uno spazio attraverso sensi e cibo.

L’idea prevedeva un percorso collettivo e interattivo all'interno di un contenitore: il naviglio vuoto.

(progetto mai realizzato)

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