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Croce Rossa Italiana Portami a ballare Formare per cambiare il mondo “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possano utilizzare per cam- biare il mondo”, diceva il premio Nobel per la pace Nelson Mandela. E noi, che il mondo davvero vorremmo cambiarlo, nei prossimi mesi utilizzeremo queste “armi” per far cre- scere in competenza e professionalità i nostri volontari. Armi che non sparano proiettili, non lanciano bombe, ma diffondono sapere e conoscenza. Sono i corsi che a giorni pren- deranno il via. Ce n’è per tutti i gusti, dal se- condo step per soccorritori sanitari a quello per Unità cinofile, dall’Opem per entrare nel mondo della Protezione civile a quello per diventare soccorritori su pista da sci. Poi l’Nbcr che forma esperti per la decontamina- zione delle vittime di incidenti nucleari, bio- logici, chimici o radiologici. E i clown capaci di portare momenti di serenità tra i vulnera- bili. È questa la via maestra per raggiungere quegli obiettivi strategici che la Croce Rossa si è posta come meta per il 2020. (gip) Prendi una discoteca gremita, un tavo- lo riservato, le luci stroboscopiche e la musica a tutto volume: sembrano gli in- gredienti perfetti per un sabato sera da urlo... e invece no! Sono stati la cornice di un pomeriggio davvero speciale. Era il 16 dicembre per essere precisi, la discoteca era il St. Louis di Mezzolombardo e i pro- tagonisti erano anziani e accompagnatori provenienti da ben dieci case di riposo del Trentino: da Pellizzano a Strigno, da Lisi- gnago a Fondo. E ovviamente c’erano an- che una dozzina di ospiti della residenza “Giovanni Endrizzi” di Lavis con i loro ac- compagnatori, ai quali si sono uniti anche alcuni volontari del gruppo CRI di Lavis. A essere sinceri le aspettative erano ben diverse: si credeva di avere davanti un po- meriggio piuttosto sonnacchioso, in una Periodico online di informazione del Gruppo di Lavis della Croce Rossa Italiana - Anno uno numero uno - Gennaio 2017 (continua a pagina 8) sala mezza vuota e sulle note di valzer e mazurche. Qualche assolo di fisarmonica non è mancato e in effetti nemmeno la classica “Sul bel Danubio blu”, tuttavia la colonna sonora del pomeriggio è stata ben più eclettica ed è arrivata fino a “Sofia”, di Alvaro Soler, che non ha affatto spiazzato gli irriducibili del ballo. In un’atmosfera a metà tra il Natale e Capodanno, tra cap- pellini da Babbo Natale, grandi sorrisi e i classici trenini, anche gli accompagnatori non hanno saputo resistere e si sono but- tati sulla pista. Lo stile non è stato forse sempre impeccabile - ad un certo punto, durante una polka, un gentile signore si è addirittura offerto di insegnare qualche passo agli ospiti più sprovveduti - ma le mancanze tecniche sono state ampiamen- In discoteca con gli anziani della casa di riposo Speciale Nbcr Una “task force” contro la contaminazione Alle pagine 4-5-6 Prossimamente su questi schermi: i corsi di Croce Rossa in arrivo nel 2017 Alle pagine 2-3 (foto sc)

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Croce Rossa Italiana

Portami a ballareFormare per cambiare il mondo“L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possano utilizzare per cam-biare il mondo”, diceva il premio Nobel per la pace Nelson Mandela. E noi, che il mondo davvero vorremmo cambiarlo, nei prossimi mesi utilizzeremo queste “armi” per far cre-scere in competenza e professionalità i nostri volontari. Armi che non sparano proiettili, non lanciano bombe, ma diffondono sapere e conoscenza. Sono i corsi che a giorni pren-deranno il via. Ce n’è per tutti i gusti, dal se-condo step per soccorritori sanitari a quello per Unità cinofile, dall’Opem per entrare nel mondo della Protezione civile a quello per diventare soccorritori su pista da sci. Poi l’Nbcr che forma esperti per la decontamina-zione delle vittime di incidenti nucleari, bio-logici, chimici o radiologici. E i clown capaci di portare momenti di serenità tra i vulnera-bili. È questa la via maestra per raggiungere quegli obiettivi strategici che la Croce Rossa si è posta come meta per il 2020. (gip)

Prendi una discoteca gremita, un tavo-lo riservato, le luci stroboscopiche e la musica a tutto volume: sembrano gli in-gredienti perfetti per un sabato sera da urlo... e invece no! Sono stati la cornice di un pomeriggio davvero speciale. Era il 16 dicembre per essere precisi, la discoteca era il St. Louis di Mezzolombardo e i pro-tagonisti erano anziani e accompagnatori provenienti da ben dieci case di riposo del Trentino: da Pellizzano a Strigno, da Lisi-gnago a Fondo. E ovviamente c’erano an-che una dozzina di ospiti della residenza “Giovanni Endrizzi” di Lavis con i loro ac-compagnatori, ai quali si sono uniti anche alcuni volontari del gruppo CRI di Lavis.A essere sinceri le aspettative erano ben diverse: si credeva di avere davanti un po-meriggio piuttosto sonnacchioso, in una

Periodico online di informazione del Gruppo di Lavis della Croce Rossa Italiana - Anno uno numero uno - Gennaio 2017

(continua a pagina 8)

sala mezza vuota e sulle note di valzer e mazurche. Qualche assolo di fisarmonica non è mancato e in effetti nemmeno la classica “Sul bel Danubio blu”, tuttavia la colonna sonora del pomeriggio è stata ben più eclettica ed è arrivata fino a “Sofia”, di Alvaro Soler, che non ha affatto spiazzato gli irriducibili del ballo. In un’atmosfera a metà tra il Natale e Capodanno, tra cap-pellini da Babbo Natale, grandi sorrisi e i classici trenini, anche gli accompagnatori non hanno saputo resistere e si sono but-tati sulla pista. Lo stile non è stato forse sempre impeccabile - ad un certo punto, durante una polka, un gentile signore si è addirittura offerto di insegnare qualche passo agli ospiti più sprovveduti - ma le mancanze tecniche sono state ampiamen-

In discoteca con gli anziani della casa di riposo

Speciale NbcrUna “task force” contro la contaminazioneAlle pagine 4-5-6

Prossimamente su questi schermi: i corsi di Croce Rossa in arrivo nel 2017Alle pagine 2-3

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Incidenti stradali, malori in casa e sul la-voro sono all’ordine del giorno e tutte le richieste di aiuto vengono smistate dalla centrale 118 di Trento che provvede ad in-viare i soccorsi il più rapidamente possibile. È per formare persone che possano inter-venire in queste situazioni che il gruppo di Lavis organizza il corso TSSA (traspor-to sanitario e soccorso in ambulanza) che partirà a metà gennaio 2017.Organizzato ogni due anni e riservato ai volontari attivi già iscritti all’associazione, attraverso questo modulo formativo (un percorso di circa un anno di carattere te-orico e pratico) il volontario diventa soc-corritore abilitato al soccorso sanitario in ambulanza. Il percorso, che inizia con le-zioni serali teoriche, porta i volontari a una conoscenza dei protocolli operativi e delle modalità di intervento che, durante il suc-cessivo tirocinio, potranno mettere a frutto sul campo operando insieme ad altri due

soccorritori esperti.Sono circa 50 a Lavis i volontari soccorri-tori abilitati della Croce Rossa che copro-no, con un’ambulanza operativa e in pronta partenza, tutti i fine settimana dell’anno; l’attività però non si conclude con i servizi di emergenza/urgenza: i volontari soccorri-tori sono anche chiamati a prestare servizio per eventi del comune, come manifestazio-ni e fiere, ed eventi sportivi. I soccorritori sono inoltre tenuti a seguire ripetuti corsi di aggiornamento e formazione per essere sempre pronti e professionali su ogni tipo di evento.Il corso che sta iniziando conta già un co-spicuo numero di iscritti, motivati ed en-tusiasti, che ci auguriamo diventino validi soccorritori non solo dal punto di vista operativo ma anche sul piano umano e di relazione con il paziente. Umanità e pro-fessionalità: un binomio indivisibile per un soccorritore di Croce Rossa. (dg)

Il soccorso in ambulanza, un servizio fondamentale per la nostra comunità

Sono due le proposte didattiche che par-tiranno nei primi mesi del prossimo anno e saranno organizzate dal gruppo di La-vis: il corso che formerà nuovi operatori di emergenza e quello per gli operatori del sorriso. Nelle emergenze i volontari di Croce Rossa intervengono per aiutare nelle attività di risposta a disastri natu-rali e portare sollievo alla popolazione in collaborazione con la protezione civile e le altre istituzioni di soccorso presenti sul territorio. Il terremoto che ha colpito le

zone del centro Italia è un esempio di dove gli operatori possono intervenire. Dopo la frequenza alle lezioni teoriche e pratiche e il superamento dell’esame di valutazio-ne, i nuovi volontari saranno in grado di svolgere compiti tecnico-logistici e usare in sicurezza attrezzature e dotazioni di-sponibili. Gli operatori del sorriso li riconosciamo per il naso rosso e un abbigliamento va-riopinto. Le bolle di sapone li accompa-gnano sempre. Energia, vitalità, sensibilità

Prossimamente su questi schermi: i corsi specialistici di Croce Rossa in arrivo nel 2017

Operatori del sorriso e protezione civile: un aiuto per i vulnerabilisono i principi su cui si basa il loro lavoro. Operano nei reparti pediatrici, nelle case di riposo, nelle attività dedicate ai bam-bini. Tutti i volontari possono diventare operatori del sorriso. L’iniziativa didattica si svolgerà durante due week end residen-ziali, in una struttura ancora da definire, e un’altra intera giornata. Al termine del corso il volontario svolgerà un tirocinio, affiancato da un tutor, e un esame finale e regalerà sollievo, tempo, svago a chi ha bi-sogno di un sorriso e una mano tesa. (mr)

(foto apa)

(foto sc)

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Prossimamente su questi schermi: i corsi specialistici di Croce Rossa in arrivo nel 2017

Una giornata tra la neve del Bondone con i volontari del soccorso pistePerdere un oggetto è cosa comune, ma perdere il fidanzato sulle piste del Bon-done non è da tutti. È accaduto durante la settimana bianca a cavallo tra Natale e Capodanno a una ragazza di Bologna che, disperata, si è rivolta alle forze dell’ordine chiedendo aiuto.Se da una parte forse questo non è il classi-co intervento che ci si aspetta dai volontari del soccorso piste, dall’altra parte talvolta i bisogni delle persone vanno oltre i proble-mi fisici, e l’emblema di Croce Rossa che i soccorritori portano sulla divisa vuol dire anche questo. Grazie alla ricostruzione della ragazza e al prezioso aiuto dei mac-chinisti della seggiovia, il fidanzato è stato ritrovato. Missione compiuta!Questo non è altro che un caso molto particolare tra i tanti che costituiscono la quotidianità dei nostri soccorritori che regolarmente prestano servizio nel com-prensorio. Nello stesso giorno, per esem-pio, le squadre hanno aiutato una signora che, scivolando mentre stava passeggian-do vicino allo chalet, era caduta sul polso e questo le si era gonfiato vistosamente. Una terza chiamata è stata effettuata per una persona che, non conoscendo le pro-prie capacità sciistiche, aveva affrontato una pista troppo impegnativa bloccandosi a metà. I volontari sono dunque saliti per farla scendere in motoslitta, nella speranza che questo sia servito da lezione per capire che negli sport come lo sci è importantis-simo conoscere bene i propri limiti.

Oltre agli interventi sul campo, il servi-zio impegna i soccorritori fin dal primo mattino, quando le squadre devono veri-ficare tutto il materiale presente nella base operativa, allestita anche con un stanzino riscaldato e dei lettini. La giornata si con-clude solo nel tardo pomeriggio con la chiusura piste. Quest’ultima attività consi-ste nel risalire, con l’ultima corsa, la pista più a monte e scendere dietro agli ultimi sciatori in modo da poter assicurare ai gat-ti delle nevi via libera: hanno l’importante compito di rimettere in sesto le piste per la giornata successiva. (lf)

Nuove selezioniAnche se quest’anno la neve sembra non voler arrivare, il soccorso piste è sempre operativo e in cerca nuovi volontari.La prossima selezione si terrà il 14 gen-naio a Vason (Monte Bondone). Per po-ter partecipare occorre essere volontari in possesso del modulo TSSA (vedi pagina precedente) e avere tutti gli aggiornamenti in regola. Per maggiori informazioni, scri-vere a [email protected].

Aspiranti Unità cinofile tra i banchi di scuola a partire dal 18 gennaio, data in cui, presso la sede del Comitato pro-vinciale Cri di via Muredei a Trento, prenderà il via il corso base che, per gli interessati, proseguirà con l’estensione ri-guardante l’attività di ricerca in superficie e su macerie. Il programma prevede una serie di lezioni teoriche in aula e attivi-tà all’aperto, su terreni montani o tra le rovine conseguenti a crolli, a seconda del percorso intrapreso. La teoria spazierà dal rapporto uomo-cane alla motivazione e gratificazione, dagli aspetti psicologici a quelli sanitari e di pronto soccorso, dalle tecniche di ricerca all’uso della cartogra-

fia e delle radio. Concetti che verranno poi messi in pratica nelle esercitazioni. Qui trovate il programma del corso e qui il modulo di iscrizione che, compilato e

controfirmato dal referente del gruppo di appartenenza, dovrà pervenire inderoga-bilmente entro e non oltre il 10 gennaio all’indirizzo [email protected] (lpa)

Le unità cinofile, una legame indissolubile per arrivare oltre le capacità umane

(foto lf)

(foto archivio Uc)

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Una “task force” contro la contaminazioneC’è un gruppo di volontari superspe-cializzati che mai vorremmo vedere re-almente in azione sul territorio. La for-mazione è continua, gli addestramenti si susseguono incessantemente, mezzi e attrezzature sono tenuti aggiornati e in perfetta efficienza, una “macchi-na da guerra” pronta ad intervenire in tempo reale in caso di allarme per rischio nucleare, biologico, chimico o radiologico (da qui l’acronimo Nbcr).La Croce Rossa del Trentino, con i suoi trenta operatori attivi, può contare su una delle squadre più professionali a livello nazionale, in “prima partenza” per eventi in tutta Italia. Competen-ze di elevato livello raggiunte in anni di studio, di applicazione e di costan-te aggiornamento e confronto. Non a caso proprio a Trento è stato istituito il Centro nazionale di formazione Nbcr, l’unico in ambito Cri, col compito di preparare istruttori e operatori. Que-sta opera con la supervisione del Re-ferente nazionale dei soccorsi Nbcr, il maestro istruttore Sergio Bonadio: “In campo Nbcr abbiamo mosso i primi passi negli anni 2002/2003, quando non esistevano ancora norme precise cercando di raccogliere e rielaborare le esperienze maturate in altri ambiti. Nel 2007, in occasione del Campo na-zionale di Silvi Marina, siamo partiti

Il riconoscimento è ufficiale: la pubbli-cazione “Operational Plan & Budget 2016 CBRN Emergency preparedness” dell’Ifrc, Federazione internazionale delle Società di Croce rossa e Mezza-luna rossa, indica la Croce Rossa Ita-liana come la Società Nazionale con il più alto livello di preparazione e ri-sposta in caso di eventi rientranti nella casistica Nbcr. Riconoscimento piena-mente meritato e grande soddisfazione per la scuola trentina che rappresenta la spina dorsale, il cuore pulsante della formazione a livello nazionale. Ricono-scimento che ha spinto i Soccorsi Nbcr della Cri a spingersi oltre. Il risultato è la nascita del Gost, Gruppo operati-vo di supporto tattico, una squadra di

Nbcr in Trentino: primi tra i primi

col primo Corso nazionale per ope-ratori Nbcr a seguito del quale è stato possibile organizzare Nuclei operativi in varie zone d’Italia. Ma è col 2011 che si è portata a compimento la prima fase del processo formativo con l’avvio di regolari aggiornamenti a favore dei Nuclei e relativi operatori”.

Si può dunque dire che il Trentino con il suo Centro di formazione na-zionale costituisce la spina dorsale dell’Nbcr di Croce Rossa.“Sì, le bozze di nuovi protocolli opera-tivi partono da qui, così come le pro-poste di percorsi formativi o gli studi su mezzi e materiali di futuro impie-go. Un lavoro che ovviamente prevede anche la collaborazione e il confronto con esperti esterni. Va comunque det-to che il nostro approccio alle emer-genze Nbcr è di carattere sanitario, ci concentriamo cioè sulle operazioni di decontaminazione delle vittime, diret-te e indirette, dell’evento”.

Come si svolge e in cosa consiste un intervento Nbcr?“Non è come nei film, dove suona l’allarme, le squadre partono e in bre-ve tempo sono operative sul posto. Il nostro intervento è subordinato al via

superesperti abilitati dopo una severa selezione, dal punto di vista tecnico/operativo e da quello della prestanza fisica. Attualmente è composto da ol-tre quaranta volontari abilitati, tutti concentrati nell’Italia settentrionale, la metà sono in Trentino. Il Gost, risor-sa a disposizione della Sala operativa nazionale e coordinato dal referente Sergio Bonadio, interviene in prima battuta in supporto ai Nuclei locali in caso di eventi su tutto il territorio na-zionale e ha già dato buona prova di sé garantendo l’operatività in occasione del recente Expo e altre manifestazioni ad alto afflusso di pubblico. L’obiettivo è quello di estendere il servizio anche al Centro e al Sud. (gip)

(continua a pagina 6)

SPECIALE NBCR

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Una “task force” contro la contaminazione

(foto archivio Nbcr)

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Un nuovo corso per operatori Nbcr è alle porte, si svolgerà in due fine setti-mana lunghi, dal 3 al 5 e dal 17 al 19 di febbraio presso l’Area addestrativa del-la Protezione civile a Marco di Rovere-to, iscrizioni entro il 21 gennaio. Il cor-so, della durata complessiva di 44 ore, formerà venti operatori sia in ambito tecnico che sanitario, per questi ultimi necessaria l’abilitazione Tssa o equi-pollenti titoli professionali, per tutti obbligatorio il titolo di Operatore per l’emergenza (Opem). Ai partecipanti è richiesto un parziale rimborso delle spese organizzative. Ma attenzione, il corso non è per tutti: i partecipanti do-vranno esibire il certificato di idoneità medica e garantire determinate presta-zioni fisiche. Per ulteriori informazioni clicca qui.

libera da parte dei Vigili del fuoco che devono delimitare le aree e già questa è un’operazione complessa. C’è da tenere presente la tipologia dell’evento, l’oro-grafia della zona, le condizioni mete-orologiche e la possibilità che il vento cambi direzione. Solo dopo questa pri-ma fase le nostre squadre, già allertate e presenti in zona, possono entrare in azione. Noi andiamo a posizionarci in una fascia intermedia, definita tiepida, tra l’area calda, a rischio contamina-zione, e quella fredda, in zona sicura. L’intervento consiste poi nella presa in consegna delle vittime al confine con l’area calda, il passaggio sotto una doccia decontaminante o la specifica decontaminazione in caso di presenza di particelle radioattive, la vestizione e la consegna al Posto medico avanzato al confine con l’area fredda. Il tutto os-servando protocolli molto rigidi”.

Come è composta la struttura? E quali sono i tempi di attivazione una volta giunti sul posto?“Il record è di venticinque minuti, ma realisticamente dobbiamo preve-dere almeno mezz’ora o poco più. Ci sono infatti da scaricare e da allestire tre strutture destinate alle docce di decontaminazione per le vittime, alla decontaminazione degli operatori ed alla vestizione degli operatori. In que-sta fase ci sono tre figure di particolare importanza: il Coordinatore dell’area tiepida che segue tutte le fasi dell’in-tervento, il Coordinatore logistico che sovrintende l’allestimento della strut-tura, il Coordinatore dei dispositivi di protezione individuale che ha compe-tenza sulla vestizione degli operatori e il Coordinatore delle operazioni di decontaminazione. Le nostre strutture sono in grado di trattare da centoven-ti a centocinquanta vittime all’ora. Al termine del percorso le vittime ven-gono rivestite con tute sterili e conse-gnate al personale del Posto medico avanzato per il successivo trattamento sanitario e per l’eventuale trasferimen-to all’ospedale”.

Per il futuro?“Il futuro è nelle mani dei nostri istruttori e dei nostri operatori che già hanno dato dimostrazione di compe-tenza ed efficienza. Ora attendiamo le nuove leve che usciranno dal corso di febbraio alle quali garantiamo un per-corso formativo in costante crescita e di sicuro interesse”. (gip)

(segue da pagina 4)

Un nuovo corsoa febbraio

Sergio Bonadio, referente nazionale dei soccorsi Nbcr

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Sistemate le valigie dopo l’esperienza di Camerino, già si sapeva della pos-sibilità di essere attivati per una nuova esperienza, questa volta al campo di Ancarano, una località a circa 10 km da Norcia, cittadina duramente colpi-ta dal sisma. La settimana antecedente alla partenza è arrivato l’ordine di at-tivazione dalla Sala Operativa Nazio-nale. Il campo non era del tutto sco-nosciuto visto che lo avevamo visitato

per un paio di volte durante la prece-dente esperienza di Camerino.La situazione è molto diversa da quel-la di Camerino, sia per i numeri che per la logistica. Camerino è un cam-po grande, organizzato per assistere persone alloggiate in un palazzetto dello sport e tantissimi esterni che si servono della mensa. Ancarano acco-glie circa 120 persone che alloggiano in minima parte in una grande tenda pneumatica bianca e dentro a camper e roulotte, dislocati in una zona posta subito dietro la chiesa della Madonna Bianca. La chiesa è un po’ il simbolo di cosa è accaduto in queste zone: il suo campanile infatti ha rischiato il crollo e solo nei giorni della nostra perma-nenza è stato completato il processo di messa in sicurezza. Tra le persone ospitate, tanti sono i bimbi e i ragaz-

zi che durante il giorno vanno con un pulmino a Norcia per seguire le lezio-ni, facendo i turni tra le diverse classi perché le scuole sono tutte inagibili.Il campo è gestito da volontari che se-guono principalmente la parte di men-sa per un centinaio di pasti al giorno circa e le pulizie dei servizi che sono in parte condivisi con la popolazione.Per la cucina è necessario fare ogni giorno i rifornimenti, tuttavia non è così semplice. Per gli acquisti infatti bisogna sempre compilare dei mo-duli che vanno autorizzati dal COAR (Centro Operativo Avanzato Regiona-le) e solo con quelli ci si può recare al supermercato convenzionato che, pur facendo parte della catena presente anche a Norcia, si trova a Cascia, circa 30 km di distanza. La stessa logistica della cucina è stata rivista durante la settimana: si sono riordinati gli scaf-fali, i magazzini, la cella frigo. Spesso le giornate non hanno avuto un attimo di pausa se non la sera tardi. Un altro servizio è la pulizia dei bagni che vie-ne effettuata quotidianamente dai vo-lontari e dalla popolazione. Le docce sono in comune, quindi capita di do-ver attendere. I volontari dormono in quattro tende, le cosiddette “ministe-riali” blu da sei/otto posti, tutte dotate di stufette elettriche per combattere il freddo che la mattina si fa sentire.Anche qui abbastanza forti le emo-zioni provate, soprattutto durante la visita alla zona rossa di Norcia, orga-nizzata insieme ai pompieri che in-cessantemente lavorano in ogni pun-to della zona per mettere in sicurezza edifici, fare sopralluoghi, accompa-gnare la popolazione a recuperare i propri beni nelle case crollate. Nor-cia è ormai una città fantasma: chie-se crollate, edifici pericolanti, enormi gru ovunque per poter almeno salvare ciò che è rimasto in piedi. Le attività commerciali del centro si sono sposta-te per lo più in zona industriale, o in piccoli container posti adiacenti alle mura della città. Il clima è particolare, la gente è ormai al limite e molto ar-rabbiata con le istituzioni che, dicono, fino ad oggi hanno fatto tante promes-se di cui poche mantenute. Sembra il solito copione, anche se comunque gestire un evento così diffuso sul ter-ritorio non è facile: siamo stati coin-volti in una riunione tra gli operatori e soccorritori che gestiscono questa fase

I terremoti non si possono prevedere né prevenire, lo sappiamo. Possiamo però imparare a proteggerci duran-te una scossa. Con questo obiettivo il gruppo CRI di Lavis ha costruito una piattaforma mobile, in grado di si-mulare scosse di terremoto di diverse intensità. La struttura, messa in vibra-zione in modo meccanico ed accom-pagnata dal rombo tipico dei terremo-ti, permette di provare in un ambiente protetto l’esperienza di un’onda sismi-ca. Sopra la piattaforma viene solita-mente ricreato l’ambiente di un’aula scolastica, nella quale si fanno acco-modare una quindicina di bambini: viene spiegato loro cosa accadrà esat-tamente e in quale modo dovranno reagire. Quando la piattaforma inizia a tremare, con intensità controllata e crescente, i bambini scattano velo-ci sotto i banchi e lì restano finché la scossa non termina. Questa reazione, impressa nella loro memoria, potreb-be un domani proteggerli dalle conse-guenze di un terremoto. (af)

Camerino e Norcia, due facce della stessa medagliadi emergenza e la cosa è stata subito chiara.La differenza tra questo ed altri terre-moti è che qui non ci sono stati morti: tanta gente, per la paura, era già uscita di casa dopo la scossa di quest’estate che ha duramente colpito Amatrice, e quindi la scossa di fine ottobre ha colpito solo gli edifici. Ma ugualmen-te la sensazione di vuoto che lascia la perdita di una casa è durissima da sopportare. Si può capire ascoltando il racconto della signora Maria, un’an-ziana con due occhioni azzurri lumi-nosi ma velati da una tristezza infinita:

La piattaforma che simula i terremoti: quando informazione ed educazione possono salvare delle vite

(continua a pagina 8)

(foto Alessia Bruni)

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Periodico online di informazionedel Gruppo di Lavis

della Croce Rossa ItalianaAnno uno, numero uno, gennaio 2017

Responsabile per i contenuti:Giorgio Pasetto (gip)

Coordinatore della redazione:Alessio Palmero Aprosio (apa)

In redazione:Alberto Battarelli (ab), Gabriele

Brugnara (gb), Selene Cattani (sc), Tommaso Forti (tf), AlessandraFruet (af), Lorenzo Fusinato (lf), Davide Galassi (dg), Claudia La

Rocca (clr), Giulia Margoni (gm), Roberta Michelon (robi), FedericoMosca (fm), Lorenza Pasini (lpa),

Lorenzo Pisetta (lpi), ManuelaRigo (mr), Renato Spanò (rs), Monica

Temani (mt)

Redatto in Via Fortunato Depero 10nel comune di Lavis (TN).

Telefono 0461/240057

Web: http://www.crilavis.itE-mail: [email protected]

Contenuti riproducibili citando la fonteCreative Commons BY-ND 4.0

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(segue dalla prima pagina)te compensate dall’entusiasmo. I balli si sono susseguiti rapidi, ma con grande stu-pore la pista non ha accennato a svuotarsi. Il momento “istituzionale” con i saluti dei direttori delle RSA ha però dato l’occasio-ne a tutti di fare una rapida tappa ai di-vanetti per riprendere un po’ di fiato e di energie (la merenda a base di pandoro e cioccolata calda in questo ha aiutato, c’è da dirlo). Con la momentanea assenza della musica si è potuto anche scambiare qual-che parola per conoscersi un po’. Qualcu-no si è quasi giustificato dicendo che erano cinquant’anni che non ballava e qualcuno, invece, con una punta d’orgoglio ha rac-contato di aver partecipato alla stessa ini-ziativa anche lo scorso anno. Tornando in pista il tempo è volato e la sera è arrivata in fretta. La stanchezza si è fatta sentire, per tutti, ma nessuno è tornato a casa senza un bel sorriso in volto.Rispetto al ballo si può essere entusiasti o scettici, ma quel pomeriggio non c’era il tempo di pensare, se non alla frase di Vicki Baum che recita: “Ci sono scorciatoie per la felicità, e la danza è una di questa”. (sc)

non è ancora riuscita a piangere – dice – non se lo può permettere perché il marito è malato e non può farlo agita-re. Ci sono persone che hanno lavora-to duramente anche nel tempo libero per concedersi qualcosa che nel giro di tre minuti è andato distrutto. Non sempre è facile stare ad ascoltare que-sti racconti e l’emozione è forte.Questa volta il rientro è stato un po’ “diverso”. A causa del mio stato di salute non proprio brillante, alcuni amici del gruppo, durante la notte di Natale sono venuti a prendermi con l’ambulanza per riportarmi a casa. A loro ancora grazie di cuore, con un pensiero particolare alle persone che ancora sono laggiù al campo. (ab)

(segue da pagina 7)

A seguito di un arresto cardiaco, è morto lo scorso 17 dicembre all’età di 96 anni il me-dico statunitense Henry Heimlich. Molte sue tecniche e affermazioni pubbliche sono state spesso criticate dalla comunità medica, tut-tavia si deve a lui la cosiddetta “manovra di Heimlich”, che negli ultimi decenni ha salva-to migliaia di vite.Fino alla metà degli anni ‘70, il buon senso comune, in caso di soffocamento, suggeriva di picchiare leggermente la schiena della per-sona che faceva fatica a respirare. Nel 1974, il dott. Heimlich, esperto in chirurgia tora-cica, consapevole della dannosità del rime-dio in questione che rischiava di peggiorare la situazione, inventò l’omonima manovra salvavita, alla quale poche settimana dopo il Journal of the American Medical Association dedicò un editoriale parlando per la prima volta di “manovra di Heimlich”.La tecnica in questione prevede che il soccor-ritore si piazzi alle spalle della persona che sta per soffocare, appoggi il proprio pugno

dal lato del pollice appena sotto il diaframma e tiri verso di sé, premendo in modo che l’a-ria, uscendo dai polmoni, espella il boccone che blocca la respirazione; a questa procedu-ra si alternano alcuni colpi interscapolari.

Heimlich non ha mancato di dar prova dell’efficacia della sua manovra anche lo scorso maggio, quando è riuscito a salva-re un’anziana ospite della sua stessa casa di riposo. (clr)

Morto Henry Heimlich, padre della manovra salvavita