Polizia e Istituzioni

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ANNO VIII - N° 1 - 2012 ORGANO UFFICIALE www.uglpoliziadistato.it ORGANO UFFICIALE LA VIOLENZA NELLE CITTÀ E L’INTEGRAZIONE CHE NON C’È PREVENZIONE ANTINCENDIO ANTINCENDIO SOCIETÀ LA POLIZIA SERVE IL CITTADINO CRONACA POSTE ITALIANE - Spedizione in abbonamento postale 70% Lo/Mi - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/02/2008 Work Media srl

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rivista ugl polizia di stato

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ANNO

VIII

- N

° 1

- 20

12

ORGANO UFFICIALE

www.uglpoliziadistato.it

ORGANO UFFICIALE

LA VIOLENZA NELLE CITTÀE L’INTEGRAZIONE CHE NON C’È

PREVENZIONE ANTINCENDIO

ANTINCENDIO

SOCIETÀ

LA POLIZIA SERVE IL CITTADINO

CRONACA

POSTE ITALIANE - Spedizione in abbonamento postale 70% Lo/Mi - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 103 del 12/02/2008

Work Media srl

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Calendari 2012La Polizia Italiana

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONIVia Capo Peloro, 10 - 00141 Roma - T. +39 06 99709282 - F. +39 06 99709290

E-mail: [email protected] - www.promopolice.it

Calendario da muro: “Tipo Storico”Formato: cm 24x33, 14 facciate, cordonetto in ryon di 5 mm, con frangia e asola di colore blu/oro.

Calendario da tavolo: “Tipo Storico”Formato cm 21x27, 26 facciate, supporto in cromocard, cordonatura con spirale tipo wire’o bianca di 21 cm

UNA INIZIATIVA

In edizione di pregio a tiratura limitata, con tempere e immaginiStoriche della Polizia Italiana, dal 1852 fino ai nostri giorni

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POLIZIA & ISTITUZIONI 3

>di VALTER MAZZETTI

Segretario Generale UGL - Polizia di Stato

In questo mo-mento di cosìforte crisi, che

ci richiama tuttia dei sacrifici, avolte anche moltoseri, sembra che

alla fine, dopo un tira e molla isti-tuzionale, anche gli “stipendi” deiparlamentari subiranno un taglio.Ma il tutto avverrà con una tale ca-tastrofe comunicativa da far dubi-tare, almeno me, della saggezza deinostri onorevoli.Infatti, mentre tutto il Paese si pre-occupa del ritorno dell’ICI, degliaumenti degli estimi catastali, del-l’aumento dell’IVA e quindi deiprezzi al consumo, del mancatoadeguamento delle pensioni, del-l’allungamento delle pensioni di an-zianità, della crisi del mercatodel lavoro e occupazionale, delblocco dei rinnovi contrattuali concostante erosione del potere d’acqui-sto ecc., su cosa sembra essersi con-centrata maggiormente l’attenzione

dei nostri parlamentari? Sul commadella manovra economica che ri-porta a più sagge medie europee illoro ben più consistente compenso.Già, perché contrariamente aquanto percepisce di stipendio unpoliziotto, un operaio, un infer-miere o un impiegato, che è ben aldi sotto delle medie degli omologhicolleghi europei, gli onorevoli ita-liani, dati alla mano, tra indennitàe sostegni economici di vario ge-nere, percepiscono uno “stipendio”ben al di sopra dei loro colleghi eu-ropei. Forse che lavorano di più?E di fronte a questa norma di sem-plice buon senso, oltre che etica,che appunto mira a ricondurre apiù saggi compensi i loro cospicuirimborsi, apriti cielo: sono insortigli onorevoli di quasi ogni schiera-mento politico, affermando che ilgoverno non può decidere suquestioni che, a loro dire, sono diesclusiva competenza del Parla-mento; istituiamo, semmai – qual-cuno si è affrettato a dire - una bellacommissione parlamentare, stu-diamo il problema, analizziamo gli

scenari, affrontiamo eventuali solu-zioni alternative, ne discutiamo inmodo pacato e senza fretta e poi(mentre noi cittadini stiamo già pa-gando i costi di una crisi non certocausata o voluta dai lavoratori) neriparliamo e ne riparliamo ancora.Veramente assurdo! Il taglio allafine ci sarà ugualmente ma, anzi-ché prendersene per una volta ilmerito, credo che i nostri parla-mentari siano riusciti per l’enne-sima volta a fare una pessimafigura nei confronti del Paese.

LA CASTA PERDE IL PELOMA NON IL VIZIO

EDITORIALE

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POLIZIA & ISTITUZIONI4

SEGRETERIA GENERALERoma - Viale Manzoni, 24/B - Tel. 06.77591194 - Fax. 06.770158Segretario Generale: Valter Mazzetti Segretario Nazionale Vicario: Stella CappelliSegretario Nazionale Amministrativo: Eduardo Dello Iacono Segretari Nazionali: Romano Salvatore Amico, Fabrizio Lotti, Filippo Girella, Rocco Pardo,Marco V. Cervellini, Agostino Marnati, Carlo Provetta, Gianni Pollastri, Pamela Franco.UFFICIO DI PRESIDENZA: Via Piave, 41 - 00187 Roma - Tel. 06.42011576Presidente: Antonio Scolletta Vice Presidenti: Paolo Varesi e Cristiano Leggeri

ABRUZZOBASILICATACALABRIACAMPANIAEMILIA ROMAGNA

F. VENEZIA GIULIALAZIOLIGURIALOMBARDIAMOLISE

PIEMONTEPUGLIASICILIATOSCANAUMBRIA

VENETOSARDEGNA

Segreterie REGIONALI:

Segreterie Regionali e ProvincialiUGL POLIZIA DI STATO

Segreterie PROVINCIALI:

AGRIGENTOALESSANDRIAANCONA AOSTAASCOLI PICENOAREZZOAVELLINOBARIBENEVENTOBERGAMOBIELLABOLOGNABOLZANOBRESCIABRINDISICAGLIARICALTANISSETTACAMPOBASSOCASERTACATANIACATANZAROCHIETICOMO

COSENZACROTONEENNAFERRARAFIRENZEFOGGIAFORLÍFROSINONEGENOVAGORIZIAGROSSETOIMPERIAISERNIAL’AQUILALATINALA SPEZIALECCELECCOLIVORNOLUCCAMACERATAMANTOVAMASSA CARRARA

MATERAMESSINAMILANOMODENANAPOLINOVARANUOROORISTANOPADOVAPALERMOPERUGIAPESARO-URBINOPESCARAPIACENZAPISAPORDENONEPOTENZAPRATORAGUSARAVENNAREGGIO CALABRIAREGGIO EMILIARIETI

RIMINIROMASALERNOSAVONASASSARISIENASONDRIOTARANTOTERAMOTERNITORINOTRAPANITREVISOTRIESTEUDINEVARESEVENEZIAVERBANIAVERCELLIVERONAVIBO VALENTIAVICENZAVITERBO

ORGANIGRAMMA

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POLIZIA & ISTITUZIONI 5

>di ROCCO PARDO

Segretario Nazionale UGL - Polizia di Stato

L'I s t a t ,c o m eogni 10

anni, sta svol-gendo il suo15° censimentodella popola-

zione e delle abitazioni. L'obiet-tivo è conoscere la strutturademografica e sociale dell'Italia edei suoi territori. I dati verrannoanche utilizzati dai Comuni perla revisione delle anagrafi.L'istituto invita i cittadini a col-laborare, anche via internet,ponendoli, bontà sua, come iveri protagonisti dell'indagine.Ottimo proponimento, ma nellasua realizzazione - ci sia consentitauna benevola critica - le pecche diimpostazione non mancano.Per entrare subito nel meritodella cosa - e limitandosi alpunto di vista del focus di inte-ressi di UGL Polizia di Stato -possiamo osservare che, nelquestionario che l'ISTAT distri-buisce, il riquadro relativo alleprofessioni che riguarda l'agentedi polizia è, sorprendentemente,quello delle ATTIVITA' DI VEN-DITA AL PUBBLICO O DI SERVI-ZIO ALLE PERSONE.Siamo, insomma, come "poli-ziotti", inseriti, da questiesimi sociologi, tra i parruc-chieri, i cuochi, i camerieri, lebadanti ecc.Nulla da osservare, da partenostra, sul lavoro dignitoso diquesti altri operatori, e non c'èbisogno per questo di rifarsi aduna famosa citazione di Mar-

tin Luther King sugli spazzini(pardon, operatori ecologici).La tiriamo fuori lo stesso - la ci-tazione - perché ne condivi-diamo lo spirito di rispetto perl'attività lavorativa, di ogni at-tività lavorativa socialmenteutile: "Un uomo chiamato afare lo spazzino dovrebbe spaz-zare le strade così come Miche-langelo dipingeva, o Beethovencomponeva, o Shakespearescriveva poesie."Ma ci permettiamo comunquedi affermare che la nostra col-locazione professionale di ga-ranti e gestori della pubblicasicurezza è sbagliata: apparecertamente male consideratada chi lavora all'interno dellostesso Stato, perché è moltoevidente che sarebbe stato piùgiusto quantomeno collocarcinella categoria che comprendei carabinieri e le forze armate.La "sicurezza" che come opera-tori di Polizia dobbiamo assicu-rare non è infatti qualcosa che si

vende a dei clienti, ma un dirittofondamentale che occorre ga-rantire, senza se e senza ma, aicittadini di una comunità. E' sìun "servizio sociale", ma nonclassificabile tra gli optional,magari a pagamento, a disposi-zione di questo o quell'individuobisognoso: si tratta di una fun-zione imprescindibile dello Statoil cui "target" ideale (se propriobisogna usare il gergo del mar-keting) è riassumibile nelle pa-role: tutti, sempre, ovunque.Si può capire che questi tempimoderni cerchino di imporre lalogica mercatista anche dovec'entra come i cavoli a me-renda. Ma, ringraziando ilcielo, certi tecnici dell'econo-mia ancora non sono riusciti atrasformare l'istituzione pub-blica "Polizia di Stato" in uncorpo privato di vigilantes, cheoffrono servizi a domanda e apagamento su tariffa...

[email protected]

POLIZIOTTI PARAGONATI

ALLE BADANTI

IL PUNTO

A proposito del Censimento Istat sugli italiani e il loro lavoro.

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EDITORIALE

3 La casta perde il pelo ma non il vizio

> di Valter MAZZETTI

IL PUNTO

5 Poliziotti paragonati alle badanti

> di Rocco PARDO

L’OPINIONE

8 La manovra “Salva Italia”... (?!?)

> di Stella CAPPELLI

ECONOMIA

10 Il vertice di Bruxelles riesce, quindi l’Europa fa fiasco.

> di PRAKKO

SOCIETÀ

12 La violenza nelle città e l’integrazione che non c’è

> di Antonio SCOLLETTA

CRONACA

14 La polizia serve il cittadino

> di Eduardo DELLO IACONO

SICUREZZA

16 Catture eclatanti nel 2011

> di Carlo PROVETTA

SINDACALE

18 Riforma della 121 una occasione da non perdere.

> di Filippo GIRELLA

REPORTAGE

20 Le conseguenze psico-fisiche dell’abuso

> di Romano Salvatore AMICO

GIURISPRUDENZA

22 Qualche aggiornamento di diritto penale

> di Fabrizio LOTTI

GIUSTIZIA

24 Il procedimento disciplinare nella

Polizia di Stato ed i suoi soggetti

> di Giovanni Battista PROSPERINI

PREVIDENZA

30 La verità non detta sulle pensioni

> di Cristiano LEGGERI

NEPOTISMO

32 La meritocrazia, esiste?

> di Sergio DI FOLCO

LEGISLATURA

34 Processi sommari:

il procedimento di ingiunzione

> di Sergio DELL’OLIO

INTERVISTA

36 Alessandro Greco: da “Furore” a RTL

con la fede e la famiglia come compagne di vita

> di Giusj SANTACATERINA

EDITORIALE

38 Non possiamo più aspettare,

serve un atto di coraggio

> di Fernando CORDELLA

PREVENZIONE

42 La gestione del territorio e la prevenzione dai rischi

> di Stefano MARSELLA

SICUREZZA

44 Sicurezza sulle costruzioni.

Il ritorno del fascicolo del fabbricato

ANTINCENDIO

48 Prevenzione incendi

IL PUNTO

POLIZIA & ISTITUZIONI66

SOMMARIO

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POLIZIA & ISTITUZIONI 7

30 38 48POLIZIA & ISTITUZIONIORGANO UFFICIALE NAZIONALE - UGL POLIZIE DI STATOwww.uglpoliziedistato.it

ANNO VIII - N° 1 - 2012

EDITOREWork Media srl - Viale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (Mi)Tel. 0292800603 - Fax 0292872651 - www.workmedia.org

DIRETTORE RESPONSABILEAntonio PUCCINO

DIRETTORE POLITICO - UGL Polizia di StatoValter MAZZETTI - Seg. Gen. Nazionale - www.uglpoliziadistato.it

COODIRETTORE POLITICO - UGL Polizia di StatoRocco PARDO - Segretario Nazionale - www.roccopardo.it

COMITATO DI REDAZIONE UGL POLIZIA DI STATOStella Cappelli, Eduardo Dello Iacono, Romano Salvatore Amico,Marco V. Cervellini, Filippo Girella, Fabrizio Lotti, Rocco Pardo,Agostino Marnati, Carlo Provetta, Gianni Pollastri, Pamela Franco,Antonio Scolletta, Paolo Varese, Cristiano Leggeri.

DIRETTORE POLITICO- UGL Federazione Nazionale Vigili del FuocoFernando CORDELLAResp. Federazione Nazionale UGL - V.V.F. - www.vigilifuoco.it

DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀWork Media srl - Viale Marelli, 352 - 20099 Sesto San Giovanni (Mi)Tel. 0292800603 - Fax 0292872651 - E-mail: [email protected]

COORDINAMENTO REDAZIONALE,GRAFICA E IMPAGINAZIONEPromozioni Editoriale Police SrlAlessandra D’ANGELOVia Capo Peloro, 10 - 00141 Roma www.promopolice.it

IMMAGINIArchivio UGL Polizia di Stato - UGL Corpo Forestale dello StatoFederazione Nazionale UGL - VVF - Archivio Work Media

STAMPAFotolito Moggio - Strada Galli, 5 - 00010 Villa Adriana (Roma)www.fotolitomoggio.it

REGISTRAZIONETribunale di Milano n. 351 del 17/5/2004Iscrizione Registro degli Operatori di Comunicazionen. 20647 del 4/2/2011Periodico associato all’USPI - Unione Stampa Periodica Italiana

ABBONAMENTI:Ordinario: € 158,00Sostenitore: € 178,00Benemerito: € 198,00

Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) - Art. 1 comma 1, - DCB Milano.La rivista viene inviata gratuitamente ai quadri sindacali del Comparto Sicurezza UGL, oltre alle Questure, Prefetture, Ministeri e Scuole di Polizia.Il corrispettivo per l’abbonamento a questo periodico è escluso dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi e per gli effetti del combinato di-sposto dall’ Art. 22 della legge 25/02/1987 n. 67 e dell’ Art.2.3° comma, lettera i) del D.P.R. del 26/10/1972 n.633 e successive modifiche eintegrazioni. Qualora l’abbonato non dovesse trovare la pubblicazione di proprio gradimento potrà avvalersi della clausola di ripensamentoe ottenere il rimborso della somma versata, richiedendola in forma scritta nei termini previsti dalla legge.Dal rimborso sono escluse soltanto le eventuali spese accessorie, così come individuate ai sensi dell’ Art. 3 comma 2. Per soli fini amministrativi,l’abbonato che non intenda rinnovare l’abbonamento è pregato di darne tempestivamente comunicazione scritta alla società di diffusione. è vietatala riproduzione anche parziale dei testi e dei materiali pubblicati senza la preventiva autorizzazione scritta dall’Editore. I contenuti e i pareriespressi negli articoli sono da considerare opinioni personali degli autori stessi, pertanto non impegnano il Direttore né il Comitato di Redazione. Si precisa che “Polizie & Istituzioni” non è una pubblicazione dell’Amministrazione Pubblica, né gli addetti alla diffusione possono qualificarsicome appartenenti alla stessa.Pertanto qualsiasi comportamento difforme è da considerarsi completamente estraneo alla volontà dell’editore e come tale và segnalato alla Direzione.La Direzione declina ogni responsabilità per eventuali errori e omissioni, pur assicurando la massima precisione e diligenza nella pubblicazione dei materiali.L’Editore si riserva la facoltà inderogabile di sostituire l’invio del periodico in questione con altro che tratti la stessa materia a suo insindacabile giudizio.QUESTO PRODOTTO È COMPLETAMENTE BIO-DEGRADABILE E RICICLABILE, NEL PIENO RISPETTO DELL’AMBIENTE

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POLIZIA & ISTITUZIONI8

> di STELLA CAPPELLI

Segretario Nazionale Vicario

UGL - Polizia di Stato

Dopo ledimis-s i o n i

del premierBerlusconi, ilp r e s i d e n t eNapolitano haindividuato

nel prof. Mario Monti, uomo dicompetenza e spessore, coluiche dovrà guidare il nuovo Go-verno che dovrebbe consentireal nostro Paese di uscire dalladrammatica crisi che sta attra-versando. Così, nella speranzache l’intervento non sia tar-divo, è stata varata una mano-vra che costerà “lacrime esangue” e che, sebbene necessa-ria, risulta oltremodo penaliz-zante soprattutto per lecategorie più deboli.

E’ consapevole ad esempioil Ministro del Lavoro Elsa For-nero, che non è riuscita a tratte-nere le lacrime mentre spiegavail nuovo sistema delle pensioni,che molti giovani non riusci-ranno mai a raggiungere il tettocontributivo previsto al fine diottenere in futuro la pensioneminima, considerato che nonhanno ancora un lavoro e che lasituazione sul fronte disoccupa-zione è sempre più allarmante?

Insomma, in tempi di emer-genza è necessario chiedere sa-crifici a tutti ma perché, senzavoler fare falsa retorica, sem-bra che a pagare lo scottosiano sempre gli stessi, mentrei soliti noti continuano a nonessere minimamente intaccatidalle nuove disposizioni?Il premier ha spiegato che “que-sta è una manovra ‘salva Italia’alla quale siamo costretti per itroppi anni di finanza nei quali

L’OPINIONE

LA MANOVRA

“SALVA ITALIA”... (?!?)

Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero

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i padri hanno riscosso in anti-cipo denari e benefici che sareb-bero poi stati rimborsati daifigli… e che dipende da noi per-sino la sopravvivenza del-l’Unione Europea”… Eppurenon possono sfuggire i disagisociali cui andrebbero incontrotanti cittadini espulsi dalmondo del lavoro, se nei loroconfronti si attuasse pedisse-quamente quanto previsto dalnuovo principio generale previ-denziale. Si ritroverebbero,infatti, senza lavoro e senza per-cepire la pensione, pur aven-done maturato il diritto secondola precedente legislazione.A tal proposito l’Unione Gene-rale del Lavoro sta conducendoda anni una dura battaglia con-tro la politica delle aziende, siapubbliche che private, che “an-ziché essere protesa alla crea-zione di nuovi posti di lavoroche possano in qualche misuraalleviare la diffusa piaga delladisoccupazione giovanile, si èaccanita nella compressionedell’area occupazionale con ilplacet delle classi dirigenti, divolta in volta al potere”.

Tanti, troppi i sacrifici richiestiai cittadini ed una insoddisfa-zione latente, dai forti risvoltiemotivi, che, non di rado, sfociain manifestazioni di protestache si concretizzano purtroppoin atti vandalici e violenti. Ed afarne le spese, come al solito leForze di Polizia - veri ed uniciammortizzatori sociali - impe-gnate sempre più attivamenteper contenere gli effetti sulpiano dell’ordine pubblico.Mentre si estende il frontedella protesta con l’indizionedi scioperi da parte delle di-verse categorie, vittime di unamanovra che colpisce sempre ipiù deboli, aumenta di giornoin giorno il malcontento che si

è scatenato anche tramite peti-zioni on line dove si critica fe-rocemente la manovra Monti ilcui principale difetto derive-rebbe dall’essere fondata ingran parte su maggiori tasse esolo per un terzo sulla ridu-zione della spesa pubblica.Noi rappresentanti dell’UGLPolizia, quale sindacato dasempre attento alle problema-tiche sociali, nel rispetto delruolo che siamo chiamati asvolgere continueremo a fare lanostra parte e ad impegnarcicon forza e determinazione af-finché i sacrifici necessari aiquali siamo chiamati siano giu-stamente ed equamente ripartititra tutte le forze sociali.

Il Presidente del Consiglio Mario Monti

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> di PRAKKO

Leggendo attentamente iresoconti della stampasembra di capire questo

sui risultati del vertice UE diBruxelles (8 e 9 dicembre2011) e l’accordo a 26 che vi èstato raggiunto, con l’isola-mento di Cameron: si è imboc-cata la via americana, si èaffermato il contenuto tedesco,si è seguito il metodo francese.• Via americana: il quantitative

easing (alleggerimento quan-

titativo) rivolto alle banche,con il via libera alla BCE perprestiti illimitati, da restituirein 36 mesi, al tasso dell’1%.

• Contenuto tedesco: la strettadisciplina di bilancio, quindila riduzione della spesa pub-blica (specialmente sociale)con sanzioni automatiche pergli Stati che sforano; impe-gno a ridurre ogni anno di1/20 il debito pubblico ecce-dente il 60% del PIL (perl’Italia fanno 2000/20=50miliardi di euro di manovre

annuali); indipendenza dellaBCE nel suo ruolo formale dicane da guardia solo control’inflazione.

• Metodo francese: passa, gra-zie anche all’errore tattico diLondra, la cooperazione in-tergovernativa “rafforzata”che piace a Sarkozy, non lariforma dei Trattati UE cal-deggiata dalla Merkel. La po-litica si propone una certaqual “regolamentazione” deimercati finanziari che la Citynon gradisce.

ECONOMIA

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IL VERTICE DI BRUXELLESRIESCE, QUINDI

L’EUROPA FA FIASCO.

E con essa si rischia di affondare l’Italiacon le sue manovre inutili

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I capi di goverrno presenti alvertice, per lo più, hanno can-tato vittoria, i mercati finan-ziari hanno tirato il fiato“sentendo l’odore dei soldiveri” (come ha commentato il"Sole 24 Ore"), ma inondare diliquidità (1.000 miliardi dieuro) un sistema bancario“drogato” dai titoli tossici ac-cumulati (600.000 miliardi didollari, oltre 8 volte il PILmondiale) non cura la suamalattia né salva l’economiacontinentale e globale dal pre-cipizio della recessione (= ladecrescita infelice).Ragion per cui possiamo repu-tare corrette le previsioni deglieconomisti “pessimisti”, checonfermano l’assunto di coloroche adottano il pensiero critico:l’Europa può sopravvivere solose cambia strada.Il bivio lo ha indicato proprio ilpresidente francese Sarkozyquando ha dichiarato che"ci sono ormai chiaramente dueEurope. Una che vuole maggioresolidarietà tra i suoi membri e

regolazione (dei mercati - ndr).L'altra che si aggrappa alla solalogica del mercato unico".A quale Europa appartiene ilgoverno "tecnico", "di impegnonazionale" del professorMonti? La sua manovra "la-crime e sangue" da circa 25 mi-liardi servirà a "salvare l'Italia"dal default, come promesso?Qui va compreso un punto. Li-tigare sulla "equità" dei sacrificirichiesti a questa o quella cate-goria non è l'aspetto centraledel problema. Se la base euro-pea crolla i sacrifici più equidel mondo fatti in Italia nonsaranno serviti proprio a nulla!Anzi l'austerity, in Italia, ed intutta Europa, grazie al famosoPatto fiscale europeo, saràcausa di una depressione suscala continentale.Il problema è rimettere sì iconti pubblici a posto, maanche battersi perchè Bruxel-les finalmente adotti quelloche le manca: una Banca Cen-trale che faccia la Banca cen-trale, alla stessa maniera della

FED americana. Ossia l'isti-tuto deve essere autorizzato,con la facoltà di stamparetutta la moneta che serve, adintervenire senza limiti a so-stegno dei titoli di Stato del-l'Eurozona. Può farlo magariattraverso l'apposito Fondosalva-stati, che deve esseremunito di licenza bancariaappunto per essere finanziatodalla BCE. Bisogna infine emettere glieurobond per sostenere gli in-vestimenti finalizzati alla"crescita". Le infrastrutturemoderne di cui bisogna do-tare tutti i settori, a partire daquelli collegati alla "econo-mia della conoscenza".Le popolazioni, in Italiacome ovunque, si sentonosempre più estranee alla co-struzione europea, sotto iltallone del "rigorismo" tede-sco, che per i cittadini si rias-sume nelle cure di austerità,senza delineare speranze diun avvenire migliore per laqualità della vita.

POLIZIA & ISTITUZIONI 11

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> di ANTONIO SCOLLETTA

Presidente UGL - Polizia di Stato

E'tragica-mentei r o -

nico che, men-tre la UE pro-clama il "de-cennio dell'in-

tegrazione dei rom", a Torino, chesi vanta di essere "città europea",si scateni una "inaccettabile vio-lenza" (sono le parole del SindacoFassino) contro questa minoranzaetnica, a cui appartengono, nelnostro continente, non meno di10-12 milioni di persone che vi-vono in condizioni di estremaemarginazione (in Italia sareb-bero circa 100mila).Un centinaio di giovani, armatidi spranghe, bastoni e bombecarta, hanno dato l’assalto alcampo abusivo abitato da roma Torino. Hanno tentato di

linciare alcuni incolpevoli pas-santi ed hanno lanciato bombecarta che hanno provocato unincendio, con il rischio concretodi procurare la morte di vecchie bambini, accampando il pre-testo della vendetta a favore diuna ragazza stuprata da due“zingari”. La ragazza, oltretutto,aveva mentito: nessuno zingarol’aveva violentata. Aveva sem-plicemente perso la verginitàcon un amico e si era inventatala storia per paura dell'inquisi-zione genitoriale.Soltanto pochi giornalisti hannorimarcato che, come dovrebbeessere ovvio, se anche dei romfossero stati colpevoli di stupro,e se anche fossero stati nascostiin quel campo, nessuno avrebbepotuto e dovuto arrogarsi il “di-ritto” di invocare una sommariagiustizia fai-da-te, ricorrendo adun linciaggio di tipo “etnico”.E’ interessante che La Stampa,

storico e blasonato quotidianotorinese, faccia oggi una sortadi mea culpa per avere “gri-dato” nel suo titolo che i violen-tatori erano due rom, mettendol’accento sulla nazionalità degliaggressori, prima ancora diavere sufficiente certezza sul-l’identità degli stessi e persinosullo svolgimento dei fatti. Fac-ciamo un’ipotesi fantasiosa: sela ragazza avesse affermato diessere stata violentata da duepreti, la parola “preti” sarebbefinita nel titolo con la stessa leg-gerezza, o si sarebbe almenousato il condizionale? Da notare inoltre che La Stampasi scusa con i lettori, ma non coni rom, malgrado siano loro an-cora una volta a pagare il prezzopiù alto in tutta questa storia. In-fatti, chi voleva bruciarli vivi, perquanto ci è noto mentre an-diamo in stampa, è accusato solodi “danneggiamento aggravato”.

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SOCIETÀ

LA VIOLENZA NELLE CITTÀE L’INTEGRAZIONE CHE NON C’È

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POLIZIA & ISTITUZIONI 13

Fa comunque impressione lostato di follia della massa ches'inebria della propria furia ven-dicatrice, convinta di compiereun "atto di giustizia". Ora, che l'incubo si sia materia-lizzato, in questo dicembre del2011, a Torino, dovrebbe farciriflettere. Qui, nella ex "capitaleoperaia". Nella città delle lottedel lavoro, dove è nata la nostrademocrazia industriale. Né, purtroppo, serve ripetere lascontata tiritera che Torino è unesempio a livello europeo di"integrazione e di accoglienza".Che la maggioranza la pensadiversamente dalle poche de-cine di fanatici che a colpi difiaccola e di accendino ha ten-tato una strage. Purtroppo lecose non stanno così. Ci sembrano, in proposito, con-divisibili le seguenti considera-zioni del sociologo MarcoRevelli: "Se una ragazzina spa-ventata e (per questo) bu-giarda ha evocato i "duezingari" per accreditare unaviolenza mai avvenuta, è per-ché ha pensato che quell'im-magine rendesse credibile - infamiglia e nel quartiere - unracconto altrimenti improba-bile. Se centinaia di personesono scese in piazza in unafredda serata d'inverno permanifestare, non è purtroppo

perché si trattava di una vio-lenza sessuale (quante sonopassate ignorate in questianni!), ma perché i suoi pre-sunti (e falsi) autori erano diun'etnia odiata a priori. Se ledecine di incendiari hanno po-tuto agire sotto lo sguardocompiacente degli altri abitantidel quartiere, è perché mette-vano in scena un comporta-mento condiviso. La verità èche la "città dell'accoglienza" èoggi priva di anticorpi contro inuovi mostri che emergonodalle sue viscere provate dallacrisi. Politica e informazionene sono responsabili". Se è vero, come è vero, che laquestione rom, da anni, viene af-frontata, a livello politico, e gior-nalistico, solo come problema diordine pubblico, ne discendonodomande che potrebbero suo-nare retoriche.Perché gli abitanti delle perife-rie urbane e sub-urbane - dram-maticamente colpiti da una crisiche rischia di metterli in ginoc-chio come mai prima d’ora, co-stretti a vivere in quartieridormitorio privi dei necessariservizi pubblici, di luoghi d’in-contro e di socializzazione, discuole degne di questo nome -dovrebbero essere più consape-voli, e "politicamente corretti",delle loro élites?

Torino, da anni, si gloria dellabellezza ritrovata del propriocentro, brillante e lezioso. Del-l'atmofera fascinosa delle pro-prie piazze-vetrine e delledimore sabaude restaurate.Oggi scopriamo che quel centroordinato e luccicante è un po'come una maschera falsa, checopre la vera realtà che si puòintravedere nei quartieri di pe-riferia, dove si è scaricata tuttala carica di degrado e di brut-tura accumulata in questi anni.Viviamo le dismissioni indu-striali, l'erosione dei diritti so-ciali, l'impoverimento e laprecarizzazione del lavoro, lacrisi della socialità e della solida-rietà. E - ce lo si lasci dire - un ge-nerale decadimento etico.Questo pieno di rancore e di sen-timenti pericolosi che si è con-densato nell'antico dormitoriodella Mirafiori svuotata, lasciapresagire un orizzonte funesto.Quello che possiamo augurarciè che il caso di Torino resti iso-lato, non anticipi una tendenzagenerale ad un imbarbarimentodi tutte le nostre città. La crisieconomica che stiamo subendopuò fare da piano inclinatolungo un precipizio che lasciascorgere terrificanti scenari daanni '30 del secolo scorso, chevorremmo consegnare definiti-vamente all'oblio della Storia.Avremmo bisogno di un impe-gno sociale consapevole e ri-schiamo invece una esplosionedella conflittualità in forme "cri-minali", con l'espressione abo-minevole della "folla invasata",del linciaggio e della ricerca fe-roce del capro espiatorio. Sel'Italia dovesse entrare in reces-sione, forse dovremmo, con il"pessimismo dell'intelligenza"proclamato da Antonio Gram-sci, torinese adottivo, metterenel novero delle probabilità cheil “pogrom di Torino” facciascuola per altri contesti metro-politani con periferie degra-date. Dobbiamo e possiamoimpedirlo agendo per tempo.

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> di EDUARDO DELLO IACONO

Segretario Nazionale Amm/vo

UGL - Polizia di Stato

L'I t a l i ad e v ef a r e

"sacrifici" permettere in or-dine i suoiconti, va bene,

ma che c'entra questa mania diinsistere sui tagli alle risorse perla Sicurezza pubblica?Questo non è logico, perché nelfrattempo è aumentata la do-manda di sicurezza da partedei cittadini. In un Paese nor-male, di fronte a questa do-manda, ci si sarebbe aspettatoun investimento nelle Forze dipolizia, e non solo, visto chel’idea di sicurezza va al di làdell’attività delle sole Forze dipolizia, anche se questa restacomunque la direttrice centraledi ogni attività di prevenzionee repressione. I governi che sisusseguono in carica, invece,effettuano sistematicamntetagli che ormai assommano amiliardi di euro, i quali ridu-cono inevitabilmente l’attivitàoperativa, e riducono la capa-cità del sistema di sicurezza difar fronte alle minacce crimi-nali e terroristiche. Tagli chesul versante del personaleavrebbero determinato una ri-duzione di quasi 50mila opera-tori di tutte le Forze di polizianel corso degli anni, provo-cando, quindi, una minore ca-pacità di presenza delle Forzedi polizia nel territorio, una

minore capacità operativa, unaminore conoscenza, e quindicontrollo del territorio.Siamo arrivati al punto, non èuna barzelletta, che ci mancapersino la benzina per fare girarele auto di servizio! Contro questitagli - è ampiamente noto ai no-stri lettori – UGL-Polizia di Statosi è battuto e continuerà a bat-tersi, impedendo un indeboli-mento ed uno stravolgimentodel sistema di sicurezza, special-mente a causa delle riduzioni dipersonale. Non si tratta, ribadirloed argomentarlo meglio è sem-pre opportuno, di una battagliacorporativa, che guarda, pur le-gittimamente, solo alle tasche diuna categoria di lavoratori siapure particolarmente bistrattata.Noi, infatti, ci poniamo le se-guenti domande: come si pre-senta ai lavoratori di Polizia?E quale immagine offre a tutti icittadini?Se vogliamo tracciare la missiondel nostro sindacato, possiamoriassumerla nel motto: "la Poli-zia al servizio del cittadino!".Questa mission la concepiamocome un dovere che rappresental'altra faccia dei diritti che riven-dichiamo come lavoratori. L'im-magine dei diritti e doveri dellapersona legati insieme in unrapporto ben bilanciato appar-tiene a Giuseppe Mazzini, ma di-scende dalla tradizione delpensiero democratico-liberale,contribuendo a fissare l'identitàdel cittadino. È il logico corolla-rio di una precisa idea dello Statodi diritto. Nell'ancien régime peri sudditi c'erano i doveri senza i

diritti. Nella modernità malin-tesa, in cui si perde la culturaistituzionale, restano in appa-renza solo i diritti. Ma semprepiù sfilacciati e velleitari, perchéintorno a essi si sfalda la cornicedella legalità e il senso stessodelle istituzioni. È il caso dell'Ita-lia, come si constata nel quoti-diano degrado della vita politicae civile.Eppure il principio mazzinianoper noi resta valido e l'idea chediritti e doveri sono i due lati diun'unica medaglia è quella acui ci siamo ispirati quando ab-biamo costituito il nostro sinda-cato. Il nostro sforzo in questianni, da organizzazione sinda-cale, è stato quello di cambiareil modo di fare attività sinda-cale nella Polizia. L’impegno èstato quello di partire dallabase, dai luoghi di lavoro, dovei diritti degli operatori spessonon vengono applicati e dovec’è bisogno di tutela. Abbiamotutelato i diritti, ma collegan-doli all'impegno generale, con-cepito quasi come "dovere", cheriguarda i contratti, la profes-sionalità, la formazione (cheresta una risorsa strategica perqualunque Amministrazione

CRONACA

LA POLIZIA SERVEIL CITTADINO

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pubblica). La strada è quellarappresentanza qualificata atutti i livelli e della tutela capil-lare del territorio. Attraversol’informazione, che se è co-stante e qualificata è già unaforma di tutela. Ma anche at-traverso tutto il sistema dei no-stri servizi, che consente diavere un più alto livello di eser-cizio dei propri diritti, inquanto lavoratori e in quantocittadini.Ma, sempre in tema di "dovere",un sindacato di ispirazione de-mocratica, che vive con impe-gno il suo ruolo di rap-presentate di lavoratori, "deve",appunto, tenere contempora-neamente lo sguardo puntatoall’interesse generale della col-lettività, sul terreno della sicu-rezza e sul terreno della legalità.Un tema, questo ultimo, che noiconsideriamo la vera emer-genza del Paese, perché se sonoallarmanti i deficit pubblici, al-trettanto, se non più allarmanteè il non rispetto delle regole chesi va diffondendo.Quell’interesse generale che è laragione della nostra battaglia dioggi: quella, appunto, contro lasmobilitazione del sistema di Sicu-rezza pubblica, e per predisporrele risorse necessarie all’azione diprevenzione e contrasto alla cri-minalità e alle mafie.Noi di UGL-Polizia di Statovogliamo continuare a restare

fedeli al vero spirito della Riformadel 1981. E' banale osservare chele condizioni sono profonda-mente cambiate, rispetto aquelle in cui è maturata l’appro-vazione della legge 121. La con-sapevolezza, all’epoca, dell’esi-genza di un grande processo didemocratizzazione, anche dentrola Polizia, era molto diffusa. Noidobbiamo riconoscenza, a chi haavuto il coraggio, in quel pe-riodo, di esporsi in prima per-sona e di raccogliere attorno adalcune idee innovative un ampioconsenso, e dobbiamo soprat-tutto a loro una delle più impor-tanti riforme dello Stato che sisiano fatte nel nostro Paese.L’attualità della legge 121, è con-fermata anche oggi. E' indubbioche vi sia l’esigenza di aggior-narla, perché la società è cam-biata, perché le Forze di poliziasono cambiate, perché le mi-nacce criminali e terroristichesono cambiate, in questi trentaanni di applicazione. Ma è rima-sta la validità del modello delcoordinamento, della organizza-zione e presenza capillare delleForze di polizia nel territorio, delriconoscimento del valore del-l’Autorità civile di Pubblica sicu-rezza nella gestione dellestrategie anticrimine, di preven-zione e repressione, sia sul pianopolitico amministrativo, sia sulpiano tecnico operativo. Dalpunto di vista degli operatori,

resta forte l’esigenza di un sin-dacato che sappia svolgere unruolo di rappresentanza a 360gradi, ma in piena autonomia edindipendenza dai partiti - anchequesto è un "dovere"! Il nostro sindacato si fa inter-prete di un’aspirazione a potersvolgere una professione social-mente riconosciuta ed apprez-zata - perché questa èl'ambizione del lavoratore diPolizia - ma sempre più qualifi-cata, e in grado di risponderealle esigenze di garanzia dei di-ritti dei cittadini, e favorire unrapporto sempre più stretto traForze di polizia e società civile,impedendo ogni forma di sepa-ratezza. Per questo obiettivonoi oggi ci battiamo e ci batte-remo nei prossimi anni, te-nendo fede al modello delsindacato apartitico dei diritti,ma anche dei doveri: del doveredi essere al servizio del citta-dino, con l’obiettivo di renderequesta professione sempre piùqualificante.Il poliziotto come operatore"deve", anche grazie all'azionesindacale, fare dell’istituzione-Polizia un organismo non al ser-vizio di un qualunque governo,ma sempre più al servizio delloStato inteso non come entitàburocratica, ma strumento delcittadino e della legalità, inlinea, dunque, con i principicostituzionali.

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> di CARLO PROVETTA

Segretario Nazionale

UGL - Polizia di Stato

Il 2011 sichiude al-l ' insegna

di una grandevittoria delleforze dell'or-dine: la cattura

del latitante Michele Zagaria, ilre di Casal di Principe, cono-sciuto anche come la "primularossa" della Camorra.Il grande boss, proprio il "Ca-pastorta" ritratto dal best-seller"Gomorra", è stato arrestato inun bunker a Casapesenna, vi-cino a Caserta. Era ricercatodal 1995 per associazione ditipo mafioso, omicidio, estor-sione, rapina e altri reati.Leggiamo da le cronache del"Messaggero": "Le prime paroleche il boss Michele Zagaria ha ri-volto ai magistrati della Dda chel'hanno raggiunto nel bunker sonostate ironiche: «Avete vinto voi, havinto lo Stato». «Basta, non sfon-date, sono qui. Mi arrendo».Quando ha capito che non c'erapiù nulla da fare la voce di Zagariasi è sentita dal sottosuolo mentreinvocava la polizia di non sfondarepiù il pavimento perché si sarebbeconsegnato spontaneamente".

Ironia della sorte, per ingan-nare il tempo, nell'angusto covoZagaria aveva con sè anchealcuni libri e tra questi proprioGomorra di Roberto Saviano. I poliziotti, una volta certi diaverlo individuato, per arrivare alui hanno dovuto scavare nel ce-mento armato con una trivella.L'operazione, che ha dovutoimpiegare trecento uomini, èstata condotta dalla SquadraMobile di Napoli, insieme aquella di Caserta e allo Scodella Polizia.Appena prelevato dal covo sot-terraneo Zagaria è stato con-dotto in questura a Caserta.Auto della polizia, auto civettae volanti hanno attraversato asirene spiegate con lampeg-

gianti illuminati e i fari accesiCasal di Principe, il regno diZagaria.In una di quelle 50 auto,chiuso tra quattro poliziotti ein manette c'era il boss chesembrava imprendibile: nonc'era neanche una foto in cuil'uomo fosse riconoscibile!Qualche poliziotto ha suonatoil clacson, altri avevano il brac-cio fuori dal finestrino con ilsegno della vittoria: esultanzapiù che legittima! "Con la cattura di Michele Zaga-ria si è certamente tagliata latesta dei Casalesi, l'unica rima-sta dopo l'arresto di Antonio Io-vine". E' stato il commento delprocuratore nazionale antima-fia, Piero Grasso.

SICUREZZA

CATTURE ECLATANTINEL 2011

Page 17: Polizia e Istituzioni

Ora, però, è necessario non ab-bassare la guardia e rafforzare lerisorse a disposizione delle forzedell’ordine e della magistraturaal fine di evitare colpi di coda daparte della criminalità e bonifi-care definitivamente il territoriodalla Camorra. Condizione indi-spensabile, quest’ultima, per unriscatto vero e per un rilancio ci-vile ed economico del Sud Italia.Ma se un ulteriore commento ciè concesso, lo esprimiamo inrapporto all'osservazione chel'arresto è avvenuto senza cheun ministro "nordista" fosse incarica, a smentire i meriti esclu-

sivi che costui si è attribuito perla cattura, in questi anni, deipiù pericolosi mafiosi latitanti.Ci permettiamo di ribadire cheil merito di queste catture è so-lamente delle forze dell’ordinee dei magistrati che li dirigono.Questa efficienza si è dispie-gata nonostante il taglio deifondi alle forze dell’ordine, percui molti loro mezzi non rie-scono più, per mancanza dibenzina e pezzi di ricambio, aduscire sul territorio a tuteladella sicurezza dei cittadini.Ora è cambiato il governo, ab-biamo sulla tolda di comando

un professorone della Bocconi,ci auguriamo che i sacrifici chedeve imporre per risanare deficite debito dell'Italia non compor-tino ulteriori tagli alla sicurezza.Nel frattempo possiamo co-munque goderci il fatto chestanno riposando in qualchecassetto in Parlamento i DDLsulle intercettazioni, sui variprocessi brevi e lunghi.Se questo programma fosse an-dato in porto, le organizzazionimalavitose avrebbero festeg-giato loro con i cortei delle auto.Che questi DDL riposino persempre in pace!

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SINDACALE

> di FILIPPO GIRELLASegretario Nazionale UGL - Poliziadi Stato

Ad i s t a -nza di30 anni

dall’entrata invigore della leg-ge 121 che ri-formò la Pub-blica Sicurez-

za in Italia, la necessità del su-peramento di una legge cheormai sente il peso degli annisi fa sempre più impellente.Premesso che ci sarebbe molto

da dire su tutte quelle parti della121 che non sono state comple-tamente applicate, va comun-que detto che oggettivamente lasocietà, con i problemi ad essalegati dal punto di vista della si-curezza, si è profondamentemodificata. Oggi la Polizia diStato e le altre forze dell’ordinedevono operare in una societàin rapidissima trasformazione;una società in cui a vecchiesfide si aggiungono nuovi pro-blemi; sono infatti emersenuove sfide e nuove emergenze,anche di carattere economico,

che nel 1981 erano inimmagi-nabili. Se ci guardiamo indien-tro vediamo che la società cheesisteva nel 1981, l’anno dellariforma della pubblica sicu-rezza, è per molti versi cam-biata. Sembra che siano passatimolti di più dei trenta anni checi separano da quella data.E allora l’imperativo che deveguidare le scelte future deve es-sere rappresentato dalla rispo-sta a questo quesito: l’attualequadro normativo e l’attualeorganizzazione della sicu-rezza pubblica sono adeguati

RRIIFFOORRMMAA DDEELLLLAA 112211UNA OCCASIONE DA NON PERDERE

MAGGIORE COORDINAMENTOE COMPLEMENTARIETÀ PER

UN NUOVO MODELLO DI SICUREZZA

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ad affrontare le nuove sfide ela richiesta di sicurezza deicittadini?Stando così le cose, non ritengoche la strada più idonea per rifor-mare la sicurezza pubblica sia illibro bianco proposto dall’ex mi-nistro Maroni: ci sarebbero moltecose da dire in proposito: nonsolo sull’efficacia dello strumento,ma anche, ad esempio, sulla pre-senza, tra i protagonisti, di enti eistituzioni (mi riferisco ad esem-pio all’Anci ed all’Unione delleProvince Italiane) che non pos-sono decidere le sorti e l’organiz-zazione della sicurezza in Italia; iloro compiti sono altri.Bisogna partire, infatti, da un prin-cipio che sgomberi il campo dallaconfusione di questi ultimi anni:una cosa è l’ordine e la sicurezzapubblica ed una cosa è la PoliziaAmministrativa locale. In questoquadro la stella polare che va se-guita è il principio che ognunodeve fare il proprio mestiere.Basta con proposte di cittadiniche si improvvisano tuturidell’ordine e che magari si or-ganizzano in ronde; basta con imilitari dell’esercito che, otti-mamente preparati per operarein scenari di guerra, vengonoinvece mandati nelle stradedelle città italiane con compitidi prevenzione e ai quali devepoi essere affiancato un Poli-ziotto o un Carabiniere.Basta con la polizia municipaleche non effettua i rilievi degliincidenti stradali in ambito ur-bano ma che vuole fare inda-gini di p.g.. La sicurezza fai date non serve, anzi genera soloconfusione, se non peggio. L’altro importante principio cheva applicato nel nuovo progettodi riorganizzazione della pub-blica sicurezza è quello del com-plementarietà. Se vogliamocontinuare a permetterci il lussodi gestire (e finanziare) un co-stoso modello di sicurezza basatosu cinque polizie nazionali, suquelle locali e su quelle private,

sarà indispendabile un principiodi complementarietà assoluta.Ogni forza di polizia deve averecompiti chiari e definiti che de-vono essere determinati in rap-porto ai compiti delle altre. Insintesi, ognuno deve sapere benecosa deve fare e cosa non puòfare, chiarendo, ad esempio, chese un determinato compito deveessere svolto da una forza di po-lizia a competenza generale,un’altra forza a competenza lo-cale o specialistica deve fare qual-cos’altro. Se questo è vero, ci saràdunque bisogno di ridefinire conchiarezza i compiti di ogni sin-gola forza di polizia in modo daevitare che proseguano le costoseduplicazioni e le sovrapposizionioggi esistenti che generano soloconfusione e sprechi. Ad esempio, non appare pernulla campata per aria l’ideadella trasformazione della Guar-dia Forestale e della Polizia Peni-tenziaria in specialità dellaPolizia di Stato. Si tratta di Corpiad ordinamento civile, con unostatus simile, e quindi facilmenteomologabile, a quello della Poli-zia di Stato, cosa che invece nonpuò avvenire, o almeno è moltopiù difficile, con personaleavente status militare come i Ca-rabineri o la Guardia di Finanza.Quella che oggi emerge è l’esi-genza di un più efficace coordi-namento, sia a livello centraleche periferico; quando parlavo dimancata attuazione della 121 miriferivo anche a questo.Oggi è necessario che venganopotenziate le forme di coordina-mento tra le diverse forze di po-lizia sottoponendole al Ministrodell’Interno come è stato recen-temente fatto anche in altri paesieuropei; gli enti locali dovreb-bero limitarsi ad avere compe-tenze di polizia amministrativalocale; la polizia amministrativalocale non può diventare l’enne-sima forza di polizia; non può di-ventare un doppione dellaPolizia di Stato.

E qui emerge con forza il ruolodei prefetti e dei questori: èquesto un altro elemento della121 che non è stato completa-mente attuato producendo undanno. Anche in questo caso c’èbisogno di segnali di chiarezza.Segnali che vadano nella dire-zione contraria a quella seguitanel recente passato quando si ècercato di indebolire il ruolo deiprefetti sovvertendo il rapportodecisionale tra sindaci e prefettiin materia di ordinanze. I vantaggi di una strutturazionebasata sui principi della comple-mentarietà e del coordinamentonon si avrebbero solo dal puntodi vista dell’efficienza e dellafunzionalità e quindi del servi-zio offerto ai cittadini ma anche,e di questi tempi si tratta di unelemento fondamentale, dalpunto di vista finanziario. Ciòconsentirebbe, infatti, di ottenereuna efficace innovazione del si-stema garantendo un impattopositivo anche sulla possibilità dievitare le dolorosissime conse-guenze di tagli lineari che neglianni scorsi hanno messo a duraprova l’efficienza di tutto l’appa-rato della sicurezza e, non ul-time, le condizioni economichedegli operatori di polizia.

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> di ROMANO SALVATORE AMICO

Segretario Nazionale UGL - Polizia di Stato

L’abuso, inquantocondotta

iperbolica e ca-ratterizzata daatti che elu-dono la nor-

malità di un qualunque rapportosessuale, provoca nel minoreconseguenze che variano con ilvariare dei parametri da conside-rare in ciascun singolo caso diviolenza. Le risposte patologicheall’insulto sessuale dipende-ranno, quindi, da fattori quali ilgrado della maturità fisica e psi-chica dell’abusato, la durata e/ola frequenza della violenza, il li-vello di conoscenza e/o paren-tela tra gli attori e, ancora,l’estrazione sociale di questi, illoro stato culturale, ecc…Gli effetti deleteri di relazionisessuali in danno di minori nonpossono che ripercuotersi sullasfera fisio-psichica del soggettopassivo. Una peculiarità, spessocomune alla variegata casisticadi prepotenze su bambini, consi-ste nel riscontro della cosiddettasindrome di adattamento. È que-sta la condizione secondo laquale il minore abusato sdoppiala sua personalità, manifestando

contestualmente amore e odioper il suo violentatore; va da sèche entrambi i sentimenti coesi-stono conflittualmente e deter-minano spesso marcate crisi diindividualità, con picchi di an-nullamento o esaltazione dell’Io.Quando la violenza viene perpe-trata nell’ambiente familiare, ilbambino si adatta ad una realtàche, pur nella sua tragica consi-stenza, non evita, ma addiritturadifende, poiché altrimenti recide-rebbe il cordone ombelicale che lounisce a chi, paradossalmente,rappresenta per lui una certezza,anche se si tratta del suo aguzzino.

Talvolta, il piccolo si convince dimeritare le violenze subìte, ed èquesta una delle possibili visionidistorte della vita, alle quali alte-razioni lo stesso va incontro.La sindrome di adattamento èpropria più delle relazioni ince-stuose che di quelle operate daindividui estranei alla vittima.L’adattamento, infatti, subentrain quanto un sentimento di at-taccamento al genitore e/o al fa-miliare esiste già di fondo ed èproprio a questo stato d’animoche, in competizione e coesi-stenza, si affianca quello del-l’odio per l’ascendente abusante.

REPORTAGE

LE CONSEGUENZE PSICO-FISICHE

DELL’ABUSO

La nostra analisi sugli abusi minorili, dopo aver tracciato gli aspetti giuridici del fenomenoed aver cercato di offrire anche qualche dato sulla personalità del pedofilo e delle sue “causae agendi”,

si chiude con la disamina degli effetti, spesso particolarmente dannosi,che una violenza sessuale arreca ad un soggetto in fase di evoluzione psico-fisica.

Speriamo, quindi, con il nostro lavoro, di aver reso un’informazione ulteriore,riguardo ad un problema davvero delicato quanto drammaticamente e subdolamente reale,

talvolta volutamente sottaciuto, convinti, come siamo, che la maggior conoscenza di una piaga socialecostituisca sempre una inderogabile prerogativa alla soluzione del problema stesso.

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POLIZIA & ISTITUZIONI 21

Quest’ultimo, poi, non si avvaledi metodi di seduzione violenti,ma della convinzione, della per-suasione portata avanti con pro-messe e regalie. È proprio l’assenza di violenza eil fascino esercitato dall’abusanteche condizionano, inibendola, lacapacità dell’abusato di ribellarsio di denunciare l’accaduto. Si-tuazione, questa, ulteriormenteaggravata dai sensi di vergogna,di colpa, di paura, sempre piùforti man mano che la vittimaevolve nel suo stato psico-fisico.La vigente normativa in tema direati sessuali non attribuisce, na-turalmente a torto, alcuna impor-tanza al potere di fascinazione eseduzione esercitato nei con-fronti dei bambini violentati.Ricerche effettuate portano allaconclusione che i soggetti abu-sati mostrano “estremo interesseper adulti di un sesso in partico-lare e insolito interesse per i geni-tali di altri adulti”; mimano,inoltre, “atti sessuali con adulti,bambole o altri bambini” e appa-iono predisposti all’esibizionismoe alla masturbazione in pubblico.Ancora, evidenziano repentinimutamenti d’umore o di com-portamento, disturbi del sonno,enuresi, ansia di separazione, in-sicurezza, associati ad una pre-coce condotta sessuale ripetitivacon tendenza alla promiscuità.

Fino a 6 anni d’età, le vittimepossono presentare i seguentisegni clinici: disturbi delsonno, disturbi della condottaalimentare, dolori addominalie cefalee, isolamento familiaree sociale, paure immotivate,aggressività contro coetanei edadulti, crisi di rabbia e pianto,mutismo, comportamenti ses-sualizzati inadeguati all’età,masturbazione compulsiva.Superata la soglia dei 6 anni,alle sintomatologie sopracennate possono aggiungersi:autolesionismo, sessualitàpromiscua, passività, imma-turità, tentativi di suicidio, ri-fiuto di mostrarsi nudi ancheper soli scopi medici.Tra i 12 e i 13 anni potrebbe in-sorgere una esasperata propen-sione alla violenza fisica,finalizzata, per esempio, alla ri-soluzione di conflitti genitoriali.Anche la depressione e l’ansiasono sintomi potenzialmente ri-levabili nell’adolescente che haassistito agli scontri violenti deisuoi genitori. Il complesso quadro sintomato-logico fin qui evidenziato pre-suppone per chi lo accusa, anchein una soltanto delle sue manife-stazioni cliniche, l’aver subìto unforte trauma psicologico. A chia-rimento di tale ultimo concetto,si può genericamente ed a

specificamente definire trauma“un’esperienza di particolare gra-vità che compromette il senso distabilità e continuità fisica o psi-chica di una persona”.Gli effetti dell’abuso subìto inetà evolutiva possono essere abreve ed a lungo termine. Ilcomportamento dei minoriabusati può anche sfociare incondotte devianti, quali l’usodi sostanze stupefacenti el’abuso di alcool. I maschi,inoltre, possono presentareun’aggressività ed una crudeltàabnorme; le femmine, di con-tro, manifestano il loro disagiocon l’introversione caratteriale.Ben si comprende, in conclu-sione, come gli abusi sessuali, in-terferendo anche sull’autostimae sull’autonomia decisionale,danno vita a identità costruitesull’errore e sul paradosso, com-promettendo, molte volte irre-versibilmente, l’equilibrio dimenti potenzialmente sane.

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POLIZIA & ISTITUZIONI22

Il testo sul-la sicurezzadel luglio

2009 estendel'aggravantedi cui all'art,416 del c.p.(reclusione da

5 a 15 anni per i promotoridell'associazione, e da 4 a 9anni per i meri partecipanti)all'associazione per delinquerediretta al favoreggiamento del-l'immigrazione clandestina ag-gravata, ai sensi dell'art. 12comma 3 bis del testo unicosull'immigrazione.L'art. 12 comma 3, come no-vellato dal nuovo testo della si-curezza del luglio 2009,sanziona con la reclusione da 5a 15 anni e con la multa di€ 15.000 il compimento di attidiretti a procurare illegalmentel'ingresso nel territorio delloStato, o in altro Stato del qualela persona non è cittadina,nonché chiunque promuova at-traverso determinate condotteanaliticamente descritte, il tra-sporto di stranieri nel territoriodello Stato, in violazione delledisposizioni dello stesso Testounico dell'immigrazione. La formulazione della fattispecie èalquanto generica in quanto deli-nea una tipica ipotesi di reato aforma libera: vengono colpiti dallasanzione tutti coloro che ponganoin essere un'attività lato sensu ri-conducibile al concetto di aiuto.Anche le condotte immediata-mente successive all'ingressoille-gale, comprese quelle operazioni

di fiancheggiamento e coopera-zione con le attività direttamenteed indirettamente collegabili al-l'ingresso dei clandestini.A mio avviso sarebbe opportunofare delle distinzioni sull'animusdi coloro che prestano aiuto nellafase successiva dell'ingresso. E'noto come la criminalità orga-nizzata tragga beneficio econo-mico dallo status di clandestinitàdegli stranieri. Tante sono le ipo-tesi di cittadini stranieri ricattatidietro la minaccia di denunciaalle Autorità di Pubblica sicu-rezza nel caso di rifiuto di assog-gettamento alle regole dellacriminalità stessa. Si pensi allo sfruttamento della pro-stituzione, al fenomeno del capora-lato ed allo sfruttamento dei minori.Tutte realtà vive e ben assestatespecialmente nelle regioni meri-dionali. Parlo del Sud perché inpalese contraddizione a quelloche è lo spirito della normasupra richiamata, le Autoritàpreposte al controllo ed alla

repressione dei fenomeni delittuosidescritti, con difficoltà riescono acontrastare l'operato dei Clan.E tutto ciò non sempre è ricon-ducibile all'inadeguatezza delpotere che lo Stato conferiscealle Forze dell'Ordine o alla man-canza di personale da destinarea tali controlli.Detto questo è paradossale che iltermine di favoreggiamento pos-sa essere applicato indifferente-mente sia ai membri dellacriminalità organizzata come aquanti, spinti da fini caritatevolie di buon senso, prestano aiutoagli stranieri clandestini. Non ècertamente questa la sede permuovere delle critiche all'operatodel Legislatore, sia esso Ordinarioche Costituzionale, ma sono mol-teplici le disposizioni che lascianoadito a dubbi ed incertezze, equeste incertezze a volte colpi-scono coloro che agiscono nellalegalità anche se contrariamentea ciò che la legge dello Stato di-spone in modo generico.

GIURISPRUDENZA

QUALCHE AGGIORNAMENTO DI

DIRITTO PENALE> di FABRIZIO LOTTI

Segretario Nazionale UGL - Polizia di Stato

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PUBBLICITAʼALCOOL TEST

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> di GIOVANNI BATTISTA PROSPERINI

Quandop a r -l i a m o

di procedimen-ti disciplinarinel mondo dellavoro, neces-

sariamente si deve, in primis,inquadrare le parti in causa. Viè quindi il lavoratore, il datoredi lavoro e, in alcuni casi ulte-riori figure, monocratiche o

collegiali. Alcuni di questi sog-getti hanno determinate pote-stà altri sono sempliciespressioni di pareri o consulti.L’articolo 12 del D.P.R. 25 otto-bre 1981, n. 737 (Sanzioni di-sciplinari per il personaledell’Amministrazione di pub-blica sicurezza e regolamenta-zione dei relativi procedimenti),prevede che: “Ogni superiore écompetente a rilevare le infra-zioni...”, nel contempo l’articolo10 del D.P.R. 28 ottobre 1985,

n. 782 (Ordinamento del perso-nale della Polizia di Stato cheespleta funzioni di polizia) pre-cisa che: “Ogni superiore ha ob-bligo di seguire il comportamentodel personale [...] al fine di rile-varne le infrazioni disciplinari.”Nello specifico, il Decreto delPresidente della Repubblica737/81, individua il titolaredell’azione disciplinare, a pre-scindere del luogo ove il fattosia avvenuto, sempre “nel diri-gente dell’ufficio ove lo stesso

POLIZIA & ISTITUZIONI24

GIUSTIZIA

IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE

NELLA POLIZIA DI STATOED I SUOI SOGGETTI

Page 25: Polizia e Istituzioni

dipendente presti servizio.” Solodetto dirigente, avendo avutocognizione dei fatti avvenuti,può quindi esprimere un giudi-zio di responsabilità, ma questosempre rispettando i principigenerali di cui all’articolo 13del decreto stesso, e cioé circo-stanze aggravanti ed atte-nuanti, precedenti disciplinarie di servizio, carattere del tra-sgressore e quant’altro possafar emergere o meno un even-tuale rimproverabilità discipli-nare in capo al singolo.D’altro canto, la pratica, ha resonecessario considerare le partico-lari caratteristiche dei servizi residagli appartenenti alla Polizia diStato che, spesso, si trovano aprestare la propria opera in sedidiverse da quella nella quale haavuto inizio l’azione disciplinare,ovvero ad essere “accusati” disci-plinarmente in luoghi diversi daquelli ove vi è “il dirigente del-l’ufficio ove lo stesso dipendentepresti servizio del servizio”, situa-zioni, queste che comportano dif-ficoltà applicative sia per ilrispetto del principio costituzio-nale del “giudice naturale”, comeprevisto dall’articolo 25 Cost.“nessuno può essere distolto dalgiudice naturale precostituito perlegge” sia del principio proces-sualpenalistico del locus com-missi delicti (in merito sirichiama Roberto Sgalla Giu-seppe Bella Gianluca M.Bella,Manuale di disciplina per il per-sonale della Polizia di Stato, Lau-rus Robuffo, Roma, 2001).L’appartenente all’Amministra-zione della pubblica sicurezza,

inoltre, può trovarsi sottopostoad azione disciplinare e poi es-sere trasferito a diverso ufficio osede di servizio (pensiamoanche alle “nuove” e particolarisituazioni delle missioni di poli-zia internazionale o aggrega-zioni presso uffici esteri),nonché può essere sottoposto aprocedimento disciplinare du-rante la frequenza di corsid’istruzione o in seguito ad unsuo proscioglimento-quiescenza.In merito necessità sempre tenerpresente che il potere discipli-nare, pur essendo di carattereamministrativo, ha le caratteristi-che proprie del procedimentocontenzioso, da questo ne deveconseguire una competenza bendefinita dell’organo chiamato asvolgere l’istruttoria e di quellodecidente (principio del Giudicenaturale) con la conseguenzadell’immutabilità di detti organie dell’impossibilità di svolgereil procedimento in più sedi(principio della continuità delprocesso). Inizialmente in un’ot-tica di bilanciamento degli inte-ressi nel rispetto dei principigenerali si riteneva che la com-petenza disciplinare, per il dipen-dente che medio tempore sitrovava in altro ufficio, perma-nesse sempre in capo all’Autoritàche ha dato propulsione all’iterdisciplinare (locus commissi de-licti), ora è unanimemente rico-nosciuto il principio secondo cui,nonostante il soggetto responsa-bile si trovi al di fuori della pro-pria sede di servizio il poteredisciplinare rimane sempre incapo al dirigente dell’ufficio

presso il quale è in forza (vedasiV. TENORE-M. FRISCHIONI-V.SCAFFA, “Manuale sulla respon-sabilità e sul procedimento disci-plinare nelle forze armate e dipolizia” Laurus Robuffo 2010)Nel qual caso, successivamentead una cessazione del rapportocon l’amministrazione d’appar-tenenza, si insaturi un procedi-mento disciplinare - come adesempio a causa di un pensio-namento- non vi sarà “materiadel contendere”, se però questoha avuto inizio prima del pro-scioglimento dovrà conclu-dersi; dovrà anche sempreconcludersi se l’esito del proce-dimento disciplinare potrebbeandare ad interessare gli even-tuali rapporti giuridici/econo-mici dell’amministrazione conil dipendente, come ad esem-pio una responsabilità perdanni od una posizione di quie-scenza da rivalutarsi nel caso diuna sanzione disciplinare di so-spensione od espulsiva comequella della destituzione.Una situazione particolare si rea-lizza per i “frequentatori di corsopresso un istituto d’istruzione”.In questo contesto, così comestabilito dal Decreto Ministe-riale, del 9 marzo 1983, n. 16,la competenza è del Direttoredell’istituto, ma solo per i casistrettamente connessi all’attivitàformativa, addestrativa e della“vita” dell’istituto stesso, anchese, bisogna aggiungere, questa èla strada percorsa dalla dottrinama non vi sono richiami giuri-sprudenziali in tal senso. Ulte-riore deroga ai principi generali

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deve essere fatta nel qual caso visiano più dipendenti, apparte-nenti a diversi uffici, interessatiall’azione disciplinare. In questaipotesi, per evitare disparità ditrattamento (principio di egua-glianza: tutti devono esseretrattati allo stesso modo per casiuguali ed in maniera diversa percasi diversi, esplicitazione del-l’art. 3. Cost) deve esere rispet-tato il criterio penalistico del“locus commissi delicti” delc.p.p. (Roberto Sgalla GiuseppeBella Gianluca M.Bella, Ma-nuale di disciplina per il perso-nale della Polizia di Stato,Laurus Robuffo, Roma, 2001).Il procedimento disciplinarevede quindi configurarsi unsoggetto passivo (incolpato)che s’identifica nell’apparte-nente ai ruoli dell’Amministra-zione che si vede imputaremancanze disciplinari, ed unsoggetto attivo, l’Amministra-zione (figura dominante), nellearticolazioni previste dal proce-dimento disciplinare stesso.Mentre il primo è unicamente ilsingolo dipendente nella sua po-sizione di persona “incolpata”,lesa direttamente nei suoi inte-ressi giuridico-economici (te-nendo presente che le infrazionidisciplinari possono essere com-messe in concorso) che subiscel’azione (nella prima fase), i sog-getti attivi previsti dall’ordina-mento positivo sono vari e sipossono riassumere nelle figuredel superiore gerarchico, delCapo dell’ufficio e Comandantedi Reparto, nel Capo della Poli-zia- Direttore Generale della P. S.(nel passato il Ministro dell’In-terno), del funzionario istruttoreovvero in soggetti attivi colle-giali: Commissione Consultiva,Consiglio Provinciale di Disci-plina e Consiglio Superiore di Di-sciplina. Da non dimenticarsi chenel procedimento disciplinare vipuò essere anche la presenza diterzi citati come testimoni deifatti, solitamente, ma non neces-sariamente, appartenenti all’am-ministrazione e di un difensore

(per le fattispecie più gravi - su-periori alla pena pecuniaria)scelto tra gli appartenenti all’am-ministrazione - diverso è il casoparticolare in cui il procedimentodisciplinare sia stato instauratodirettamente dall’Autorità Giudi-ziaria con la sua potestà specifica(si richiama in merito G.B. Pro-sperini, “La potesta’ disciplinaredel Procuratore Generale dellaRepubblica sulla polizia giudizia-ria” Solidarietà di Polizia, Inedit,Roma, 2004). Ulteriori soggettinel procedimento disciplinarepotrebbero essere, a pieno titolo,anche se difficilmente ciò av-viene in concreto, le rappresen-tanze sindacali, le qualipotrebbero essere chiamate a te-stimoniare - su fatti, eventi, con-suetudini consolidatisi nell’uf-ficio - o altresì produrre docu-mentazione e memorie. Si devenecessariamente, in merito,(ri)chiamare la legge 241/90(trasparenza ed azione ammini-strativa) e la partecipazionedegli interessati al procedimentoinstaurato da una P.A. Nullavieta infatti un loro formale in-tervento (in un qual senso, anzi,doveroso viste le loro prerogativee scopi associativi) in un even-tuale procedimento disciplinareche vede coinvolto un associato.Non si può omettere di segnalarealcune passate difficoltà interpre-tative per l’individuazione degliorgani competenti all’esercizio

dell’azione disciplinare e questo acausa del dettato normativospesso impreciso nelle definizioni.L’art. 3 DPR 737/81 prevede chela sanzione del richiamo scrittovenga inflitta genericamente dal“capo ufficio o dai comandanti direparto”, senza tener conto dellavariegata articolazione dellastruttura del Amministrazionedella pubblica sicurezza.Una chiarificazione a ciò égiunta dai Decreti ministerialidel 16 marzo 1989, emanati inattuazione dell’articolo 31della legge di riforma 1 aprilee degli uffici delle specialitàpotendosi cosi chiaramente in-dividuare il “Capo ufficio” macosa più importante il titolaredella potestà sanzionatoria.Da quanto sopra si capisce si-curamente la complessità delc.d. “diritto disciplinare” (cosìcome giustamente definito daautorevole dottrina) e la molte-plicità dei soggetti interessatinei vari ruoli. Sicuramentetutto ciò meriterebbe una revi-sione del sistema, con l’istitu-zione di “veri e propri” ufficiindipendenti che, oltre che di-venire centro di aggregazioneper le esperienze vissute, ga-rantirebbero un uniformitàcomportamentale fungendod’ausilio a tutte le figure (anchedifensive) che gravitano at-torno alla “giustizia discipli-nare” della Polizia di Stato.

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GIUSTIZIA

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EVENTI

> a cura della REDAZIONE

Il 19 dicembre il SegretarioGenerale Giovanni Cen-trella ha visitato la nuova

sede della segreteria generaledi UGL Polizia di Stato,ubicatain Viale Manzoni a Roma.Il taglio simbolico del nastro e l’in-trattenimento cordiale del Segre-tario dell’UGL e della segreterianazionale di UGL Polizia di Stato,evidenziano gli ottimi rapporti frale varie anime federative dell’UGLche, oggi rappresentano la quartafederazione sindacale nazionale.La visita è stata una favorevoleoccasione per confrontarsi sulladifficile congiuntura socio-eco-nomica, soffermandosi in parti-colare sulle sfide che attendonotutto il mondo del lavoro e so-prattutto i Comparti della

sicurezza, oltre all’attenzioneparticolare e la vicinanza dellaConfederazione nei confrontidella Polizia di Stato.I sindacati, come sempre, do-vranno mediare le difficili tra-sformazioni sociali che si stannogià manifestando a seguito diuna crisi globale che in un certosenso ci costringe a rimettere indiscussione e riscrivere, consoli-date abitudini e regole.Il Segretario Generale Valter Maz-zetti ha sottolineato che: “UGL Po-lizia di Stato, come sempre, hadimostrato responsabilmente,attra-verso una serie di iniziative di solida-rietà, quanto il nostro sindacato siaparticolarmente vicino ai lavoratori,alle categorie che, come la nostra,oggi sono costretti a farsi carico piùdi altre, dei pesanti sacrifici derivantiin parte dalla crisi, in parte dalla

miopia di una certa politica insensi-bile alle esigenze di alcune fasce so-ciali particolarmente esposte, comela nostra”. UGL Polizia Stato, rap-presenta nel suo insieme, un va-lido punto di riferimento per tuttigli associati ai quali offre comesempre, attraverso dirigenti at-tenti e preparati, un importantesostegno, soprattutto per distri-carsi nei meandri di una burocra-zia farraginosa e opprimente.La difesa dei diritti degli opera-tori della Polizia, rimane la no-stra priorità assoluta è lamissione del Sindacato in consi-derazione del fatto che, gli ope-ratori della sicurezza, oggi piùche mai, sono costretti a miti-gare attraverso il loro delicatocompito di tutela e sicurezzadell’ordine pubblico il crescentemalcontento sociale.

GIOVANNI CENTRELLAINAUGURA LA NUOVA SEDE DI UGL POLIZIA

Il Segretario Generale dell’ UGL,Giovanni Centrella, in visita nella nuova sede

della Segreteria Generale di Viale Manzoni

Giovanni Centrella, Valter Mazzetti e alcuni segretari nazionali di UGL - Polizia di Stato

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> di EMANUELE BRIGNOLI

e MARIA ROSARIA ZUNNO

Il Gruppo di Lavoro incari-cato dal Capo della Poliziadi individuare le procedure

per la valutazione del rischioda stress lavoro-correlato nelpersonale della Polizia di Statoha consegnato alle Organizza-zioni Sindacali la versione fi-nale dello strumento elaborato,con cui verranno assolte le pro-cedure di rilevazione imposte daldecreto legislativo n.81/2008e dei relativi decreti attuativiche introducono l’obbligo divalutazione dei rischi dellostress associato al lavoro.La Questura di Roma ha svoltoun seminario informativo ai di-pendenti della Polizia di Statosulla “Gestione dello stress”.

L'UGL Polizia di Stato ha svoltopresso le Questure di Bergamoe Como due seminari sulla“Prevenzione controllo dellostress e delle modalità di comu-nicazione negli operatori delleForze dell'Ordine”.Pochi e semplici dati che fannocapire quanto la nostra Organiz-zazione Sindacale sia stata lun-gimirante nel capire l'importanzadi un problema come quellodello stress nella nostra attivitàprofessionale e quanto fosse im-portante portare delle cono-scenze scientifiche anche aidipendenti della Polizia di Stato.Convergendo con la Dr.ssaZUNNO Mariarosaria, PsicologaClinica ed esperta in Psicologiadell'Emergenza, sulla tesi che laproblematica dello stress fosseveramente importante per la

nostra attività si era deciso giàdal 2009 di organizzare seminarisu tale tematica che siamo riu-sciti a svolgere nel 2010 anche secon non poche difficoltà legatealla diffidenza dell'Amministra-zione; è sotto gli occhi di tuttil'immobilismo della DirezioneCentrale di Sanità che non si èmai mossa in maniera ufficialeper portare tale tematica all'at-tenzione del personale, tranneche per qualche articolo sulle ri-viste di Polizia.Solo quest'anno con la costitu-zione del gruppo di lavoro sullostress da lavoro correlato e con al-cuni corsi di aggiornamento alpersonale in servizio alla Questuradi Roma la Polizia affronta in ma-niera ufficiale tale argomento.Ovviamente mi piace pensare alfatto che il merito di questo “rinato”

MEDICINA

L’UGL POLIZIA DI STATO

IN PRIMA LINEA CONTRO LO

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interesse dell'Amministrazioneverso lo stress del personale di-pendente sia dato dalla nostra at-tività formativa del 2010 e nondall'imposizione di legge dettatedal DLGS 81/2008 e, anche se ri-tengo che la strada sia ancoralunga, porre le basi per parlare,con il personale e con il sindacato,di questo importante tema è unprimo passo per portare a solu-zione tale annosa problematica.Svolgere un servizio comequello di Polizia significa andareincontro, quotidianamente, aeventi traumatici, o eventi criticiprofessionali, come gli incidentiin volante, sparatorie, aggres-sioni subite durante il servizio(vedi manifestazioni).Se si volessero analizzare gliaspetti positivi e negativi dell’ap-partenere alle Forze dell’ordine,emerge che i POSITIVI sono: con-tatto con i cittadini, lavorare tra lepersone, percezione di aiuto e uti-lità per la società, cooperazionetra colleghi, libertà/responsabilità,eccitamento/sfida, sicurezzaposto di lavoro; mentre gli aspettiNEGATIVI: orario di lavoro inade-guato, biasimo pubblico (con-danna pubblica delle FF.OO,stereotipi negativi, sfiducia e di-sapprovazione dei cittadini neiloro confronti), paga inadeguata,rapporti difficili con gli ammini-stratori, politici e avvocati.Gli agenti della Polizia di Stato,così come tutti gli appartenentialle Forze dell’Ordine, sono soggettia stress, che si può suddividere inStress Traumatico Secondario larisposta naturale comportamen-

tale ed emozionale che si verificain seguito alla conoscenza di unevento traumatico accaduto a unaltro significativo o lo stress dovutoall’aiuto o al tentativo di aiuto neiconfronti di persone traumatizzateo sofferenti (un agente comunicala morte di una persona a un fa-miliare ed empatizza con la per-dita) o Disturbo Post Traumaticoda Stress se si è esposti diretta-mente ad un evento (es. unagente assiste a una sparatoria incui muore una persona).Per non parlare della cultura in-formale delle FF.OO. che sco-raggia la libera espressione deisentimenti. Mostrare distacco econtrollo nei confronti delleproprie emozioni è una compo-nente importante dell’identitàdi un agente e costituisce ancheun’aspettativa sociale molto dif-fusa nei loro confronti.I cittadini si aspettano che gliagenti delle FF.OO. si com-portino in modo stereoti-pato, mostrandosi fortinei confronti di situa-zioni difficili e nonmostrando i proprisentimenti.Le emozioni nonsono solo feno-meni intrapsichici,ma costruzionisociali.Il mondo socialepermette ciò che èdefinibile ed esprimi-bile attraverso le risor-se culturali e lingui-stiche. Infine c’è la tendenzaalla chiusura nei confronti

di professionisti della salute men-tale e paura di ammettere proble-matiche psicologiche, paura diperdere distintivo e pistola,paura di essere considerati negati-vamente dai colleghi.È sicuramente impossibile cal-colare il rischio dello Stress La-voro - Correlato nelle Forzedell’Ordine in Italia, per viadelle innumerevoli problemati-cità organizzative e sociali, maciò che si ritiene importante èl’INFORMAZIONE, perché que-sta genera CONOSCENZA estimola alla PREVENZIONE.Nei due seminari svolti presso lequesture di Como e di Bergamol’informazione è stata rivolta atutto il persona e senza distin-zione di ruoli o di attività svolta.Con soddisfazione abbiamopotuto constatare quanto moltidi loro hanno recepito e si sonoritrovati a dover riflettere sullaqualità del proprio lavoro edelle conseguenze sulla lorovita personale.Ciò che ci auspichiamo è la dif-fusione dell’informazione, atutti i livelli lavorativi perchétutti sappiano, conoscano, rico-noscano e prevengano ed è perquesto motivo che unici nel pano-rama sindacale abbiamo propo-sto e attuato una serie di incontridi tal genere.

POLIZIA & ISTITUZIONI 29

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La riformadelle pen-sioni del

"Governo dellebanche Monti",è una riformanon concertata,

ma imposta, cosa che peraltroaccade dal 2007, quando fu fir-mato nel luglio il protocolloche portò al superamento delloscalone per il meccanismodelle quote. L' innalzamento dell’età pen-sionabile penalizza principal-mente le donne del settoreprivato per le quali in prece-denza era prevista una equipa-razione con gli uomini nel2026 e non nel 2018. Per lepensioni di vecchiaia l'età sale im-mediatamente a 66 anni per gliuomini e a 62 anni per le donne;

nel 2018, l’età pensionabiledelle donne sarà pari a quelladegli uomini (66 anni).Resta l’aggancio alla speranza divita, per cui nel 2021 l’età pen-sionabile salirà a 67 anni. Pertutte le pensioni superiori ai1400 euro è previsto il bloccodell'adeguamento all'inflazioneper il 2012, mentre dl 2013 ilblocco dell’adeguamento ri-guarderà le pensioni superiori a936 euro. Con questa manovracercano di convincerci che la ri-forma del sistema pensionistico- considerato un peso econo-mico insopportabile da soste-nere - è necessaria per garantireun’equità sociale e maggioripossibilità alle presenti e futuregenerazioni. Niente di più falso!Il dato dal quale partire è quelloche il sistema previdenziale ita-liano è strutturalmente in per-fetto equilibrio attuariale,ossia,

dai dati ufficiali forniti dal-l'INPS, il saldo tra le entratecontributive e le prestazioniprevidenziali al netto delle rite-nute fiscali è positivo fin dal1998, anche in conseguenzadelle numerose riforme effet-tuate dal 1992 in poi, tutte conl'obiettivo di garantire la soste-nibilità finanziaria del sistema.Il bilancio INPS nel 2011 appro-vato dal CIV (Consiglio di Indi-rizzo e Vigilanza) il 4 ottobreu.s. presenta un attivo di 7 mlde 300 mln di euro, con una pre-visione per il 2012 di un attivodi oltre 10 mld di euro! Occorre distinguere, quando sianalizza il bilancio dell'INPS,tra prestazioni previdenzialipagate dai contributi di datoridi lavoro e lavoratori (pensionidi anzianità e vecchiaia) e pre-stazioni assistenziali, che de-vono essere a carico della

PREVIDENZA

LA VERITÀ NON DETTA

SULLE PENSIONI> di CRISTIANO LEGGERI

V. Presidente UGL - Polizia di Stato

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fiscalità generale (pensioni so-ciali e di invalidità). E' il com-parto assistenziale che hanecessità di interventi da partedello Stato, mentre il compartoprevidenziale è perfettamentea posto, è autosufficiente. Ov-viamente dire che il sistemapensionistico italiano è in equi-librio strutturale e sostenibilein prospettiva, non significache al suo interno non ci sia bi-sogno di aggiustamenti, ma ciòche sta facendo il GovernoMonti va esattamente nella di-rezione opposta, quella cioè dipenalizzare chi ha i conti in or-dine, ovvero la previdenza.Dobbiamo anche sfatare alcuniluoghi comuni che ci descrivonodeficitari nel sistema pensioni-stico rispetto agli altri Stati euro-pei; in Italia dal 1992 le pensioninon sono più agganciate ai salarireali, ma, molto parzialmente

all’inflazione, mentre in Germa-nia le pensioni sono ancora anco-rate sia ai salari che all’inflazione;in Italia i prepensionamenti a se-guito di crisi aziendali diventanospesa pensionistica, negli altripaesi europei sono considerati in-terventi di politica industriale,non contabilizzati nella spesa

pensionistica. In sintesi, la spesaprevidenziale vera e propria inItalia è inferiore, in proporzioneal PIL, a quella tedesca! La spesapubblica non può essere soste-nuta con i contributi previdenzialiche devono essere destinati, perloro definizione, alla previdenza.E’ evidente che il sistema pen-sionistico viene utilizzato comecapro espiatorio per masche-rare il vero scopo del governo,quello cioè di rastrellare le ri-sorse per destinarle al paga-mento degli interessi suldebito pubblico (il grande in-ganno ai danni del popolo),provocato da quelle stesse lob-bies bancarie mondiali cheoggi dettano i tempi e le con-dizioni ai cittadini italiani!In tale preoccupante e deso-lante scenario, è bene preci-sare che il CompartoSicurezza e Difesa rimane perora escluso dai provvedimentidel governo Monti. Conside-rata la specificità della lorofunzione, ai militari dei varicorpi e alle forze dell’ordinenon si applicano le regole piùrestrittive previste dalla legge247/2007 per i dipendentipubblici e privati, esclusioneulteriormente rafforzata dallanorma sulla specificità del2010. Esclusione che non dàcerto ragioni di ottimismoviste le mistificazioni e gene-ralizzazioni che sull’argo-mento previdenziale siamocostretti a subire.

POLIZIA & ISTITUZIONI 31

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POLIZIA & ISTITUZIONI32

LA MERITOCRAZIA,ESISTE?

> di SERGIO DI FOLCO

Il problemadella “me-ritocrazia”

è molto sen-tito negl’ultimianni. Ogni gior-no se ne parla

in televisione, sui giornali, sulweb e si afferma “ che se non sifa parte di alcune lobby si vienetagliati fuori da alcuni circuitilavorativi, sociali ed economici.”Si parla spesso di meritocrazia etutti, ognuno dal suo punto divista, hanno qualcosa da dire inmerito. Rimane comunque ilfatto che in Italia il non merito èla costante e come un cancro siinsinua nei vari ambiti e in ognistrato sociale, annullando di fattoil vero significato del termine me-ritocrazia, che sembra non tro-vare casa nella nostra società.

La paternità del termine merito-crazia è da attribuire a MichaelYoung, che per primo lo usò nel1958 nel suo libro The Rise ofMeritocracy 1870-2033, tra-dotto in italiano nel 1962 dalleedizioni di Comunità di AdrianoOlivetti. Il sociologo inglese fuun entusiasta paladino della“meritocrazia” ed anche un cri-tico ironico capace di insinuarenel lettore una serie di dubbisull'argomento. La meritocraziaprevede che, specie nelle cari-che pubbliche i ruoli siano affi-dati con senso di responsabilitàe appunto con criteri di merito,e non di appartenenza lobbi-stica, familiare, come il diffusonepotismo (in senso allargatoanche il clientelismo) oppure dicasta economica (oligarchia).Contemporaneamente si parlaanche di cambiare, ma non siattua mai questo cambiamento.

La meritocrazia è un concettodesueto e non applicato nellarealtà italiana, soprattuttonella pubblica amministra-zione, in particolare: la riformadel pubblico impiego, l’applica-zione negli enti locali, la rifles-sione sull’applicabilità delmerito per rendere più effi-ciente il servizio pubblico.-E' questa una delle novità con-tenute nel decreto legislativo27 ottobre 2009, n. 150 cheattua la legge 4 marzo 2009, n.15, in materia di ottimizza-zione della produttivita' del la-voro pubblico e di efficienza etrasparenza delle pubblicheamministrazioni. Il decretoprevede l’attivazione di unciclo generale di gestione dellaperformance, per consentirealle amministrazioni pubblichedi organizzare il proprio lavoroin un’ottica di miglioramento

NEPOTISMO

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della prestazione dei serviziresi e realizza il passaggio dallacultura di mezzi a quella di ri-sultati con l'obiettivo di pro-durre un tangibile migliora-mento della performance delleamministrazioni pubbliche.Bisogna , quindi, attuare subitoun processo di educazione cheparta dalle scuole, dai giovani,dalle istituzioni, prima che siatroppo tardi, riguardante unargomento così importante edelicato. Un servizio pubblicodi qualità ed equo è essenzialeper restituire la fiducia ai citta-

dini e rompere il “circolo vi-zioso” che fa sì che i migliorinon si impegnino nel sistemaeducativo e nell’economia. La necessità di ridurre deficit edebito pubblico oggi spingesolo verso la riduzione deicosti, una misura comprensi-bile, perché le opportunità direcuperare efficienza ci sono. Tuttavia i costi del nostro ser-vizio pubblico non sono altis-simi se paragonati con lamedia europea. A essere fuoridalla media sono la sua pes-sima qualità e la sua iniquità. Scuola, sanità, giustizia civile epenale sono lontane dall’eccel-lenza quasi ovunque in Italia,ma ciò che colpisce di più èl’enorme differenza della qua-lità del servizio ai cittadini, inparticolare per la pessima qua-lità al Sud. La pressione suicosti spinge a concepire inizia-tive come “licenziare i fannul-loni” per ridurre l’assenteismo,

ma per migliorare la qualità (eridurre ancor più drastica-mente i costi) sono necessariapprocci innovativi per rinno-vare la dirigenza dell’ammini-strazione pubblica, oggi privadi qualunque forma di merito-crazia. Peraltro, senza unaclasse dirigente eccellente,anche “licenziare i fannulloni”non è semplice. Tutto ciò nonavverrà in un giorno, in unanno, ma con il tempo. Se noniniziamo oggi a risanare tutti idanni fatti in precedenza, do-mani sarà troppo tardi.

Page 34: Polizia e Istituzioni

GIURISPRUDENZA

POLIZIA & ISTITUZIONI34

> di AVV. SERGIO DELL’OLIO

Si parla,costante-m e n t e ,

della farra-ginosità, lun-ghezza e ina-deguatezza delrito civile.

Si tratta di giudizi assolutamentecongrui e reali, alla luce del tempoche intercorre tra l’instaurazione diun processo e la sentenza defini-tiva o la soddisfazione di un cre-dito. Tale situazione, giustifica ilricorso sempre più frequente-mente ai procedimenti specialiprevisti dal codice di procedura ci-vile (c.p.c.) e, in modo particolarea quello d’ingiunzione. Tale proce-dimento è assolutamente idoneoalla precostituzione, in tempibrevi, di un titolo esecutivo, so-prattutto nel campo di determi-nate tipologie del credito, garan-tendo così uno strumento rapidoed efficace.

Come tutti i procedimenti som-mari, di cui al libro IV del c.p.c., lacaratteristica principale è la som-marietà della cognizione nellafase iniziale dello stesso e l’equi-parazione del decreto ingiuntivo auna sentenza passata in giudicato,in caso di mancata opposizione.In concreto, il creditore di unasomma liquida di denaro o diuna determinata quantità di cosefungibili, o di chi ha diritto allaconsegna di una cosa mobile de-terminata, può chiedere al giu-dice competente, pronunciad’ingiunzione di pagamento o diconsegna se del diritto fatto va-lere si fornisce prova scritta. Talerito è, inoltre, esteso ai crediti re-lativi agli onorari per prestazionigiudiziali o stragiudiziali o rim-borso di spese fatte da avvocaticancellieri, o da chiunque altroha prestato la sua opera in occa-sione di un processo, ovvero ono-rari, diritti o rimborsi spettanti ainotai a norma della loro leggeprofessionale, oppure ad altri

esercenti una libera professioneo arte, per la quale esiste una ta-riffa legalmente approvata.Sono considerate prove scritte, lepolizze, le promesse unilaterali perscrittura privata, i telegrammi, gliestratti autentici delle scritture con-tabili, se bollate e vidimate nelleforme di legge e regolarmente te-nute, nonché gli estratti autenticidelle scritture contabili prescrittedalle leggi tributarie, quando sianotenute con l’osservanza dellenorme stabilite per tali scritture.Nei casi di prestazioni professio-nali e quant’altro previsto dall’art.633, nn. 1 e 2 c.p.c., la domandadeve essere accompagnata dallaparcella delle spese e prestazioni,munita della sottoscrizione del ri-corrente e corredata dal pareredella competente associazioneprofessionale. Il parere non oc-corre se l’ammontare delle spese edelle prestazioni sia determinatoin base a tariffe obbligatorie.Per l’ingiunzione è competente ilGiudice di Pace o il Tribunale,

I PROCESSI SOMMARI:

IL PROCEDIMENTO DI

INGIUNZIONE

Page 35: Polizia e Istituzioni

che sarebbe competenteper la domanda proposta in

via ordinaria, quindi vale il princi-pio della competenza per materia eterritorio. La domanda d’ingiun-zione si propone con ricorso conte-nente, oltre i requisiti indicatinell’art. 125, l’indicazione delleprove che si producono, l’indica-zione del procuratore del ricorrenteoppure, quando è ammessa la co-stituzione di persona, la dichiara-zione di residenza o l’elezione didomicilio nel comune dove ha sedeil giudice adito, altrimenti, le noti-ficazioni al ricorrente possono es-sere fatte presso la cancelleria.Il ricorso è depositato in cancelleriaallegando i documenti in possesso.Quando la domanda riguarda laconsegna di una determinataquantità di cose fungibili, il ricor-rente deve dichiarare la somma didenaro che è disposto ad accettarein mancanza della prestazione innatura, a definitiva liberazionedell’altra parte. Il giudice se ritieneinsufficientemente giustificata ladomanda, invita il ricorrente, aprovvedere all’integrazione dellaprova. Se esistono le condizioni e irequisiti previsti dalla legge, il giu-dice, con decreto motivato, in-giunge all’altra parte di pagare lasomma o di consegnare la cosa ola quantità di cose chieste o invecedi queste la somma di denaro, neltermine di quaranta giorni, conl’espresso avvertimento che nellostesso termine può essere fatta op-posizione e che, in mancanza diopposizione, si procederà a esecu-zione forzata.

Quando con-corrono giusti

motivi, il terminepuò essere ridottofino a dieci giornioppure aumentatofino a sessanta. Nel

caso in cui il cre-dito sia fondatosu cambiale, as-segno bancario,

assegno circolare,certificato di liquidazione di

borsa, o su atto ricevuto da notaioo da altro pubblico ufficiale auto-rizzato, il giudice, su istanza del ri-corrente, ingiunge al debitore dipagare o consegnare senza dila-zione, autorizzando in mancanzal’esecuzione provvisoria del de-creto e fissando il termine ai solieffetti dell’opposizione. L’esecu-zione provvisoria può essere con-cessa, anche se vi è pericolo digrave pregiudizio nel ritardo, ma ilgiudice può imporre al ricorrenteuna cauzione. Una volta emanatoil provvedimento, il ricorso unita-mente al decreto vanno notificati,dal ricorrente, con copia autentica,alla parte ingiunta nel termine disessanta giorni dalla pronuncia,pena l’inefficacia del decreto.Una volta ricevuta l’ingiunzione,il soggetto ingiunto può proporreopposizione davanti all’ufficiogiudiziario al quale appartiene ilgiudice che ha emesso il decreto,con atto di citazione notificato alricorrente. Contemporaneamentel’ufficiale giudiziario deve notifi-care avviso dell’opposizione alcancelliere in modo tale che loannoti sull’originale del decreto.In seguito all’opposizione il giu-dizio si svolge secondo le normedel procedimento ordinario da-vanti al giudice adito, con i ter-mini di comparizione ridotti ametà. Quando il decreto è statopronunciato per crediti dipen-denti da rapporti individuali dilavoro, entro cinque giorni dallanotificazione l’atto di opposi-zione deve essere denunciatoall’associazione sindacale legal-mente riconosciuta alla quale ap-partiene l’opponente. Se non è

stata fatta opposizione nel ter-mine stabilito, oppure l’oppo-nente non si è costituito, ilgiudice, su istanza del ricorrente,dichiara esecutivo il decreto, inquesto caso, l’opposizione nonpuò essere più proposta ne prose-guita, salvo che la parte nonprovi di non averne avuta tempe-stiva conoscenza per irregolaritàdella notificazione o per caso for-tuito o forza maggiore.Nel caso di opposizione propostanei termini, il giudice istruttore, suistanza dell’opponente, quando ri-corrono gravi motivi, può, conordinanza non impugnabile, so-spendere l’esecuzione provvisoriadel decreto. Inoltre, qualora nelgiudizio di opposizione, le parti siconciliano, il giudice, con ordi-nanza non impugnabile, dichiarao conferma l’esecutorietà del de-creto oppure riduce la somma o laquantità a quella stabilita dalleparti, pur restando, ferma la vali-dità degli atti esecutivi compiuti edell’ipoteca iscritta fino a concor-renza della somma o quantità ri-dotta. Della riduzione deveeffettuarsi apposita annotazionenei registri immobiliari.Nell’ipotesi in cui l’opposizione èrigettata con sentenza passata ingiudicato o provvisoriamenteesecutiva, oppure è dichiaratacon ordinanza l’estinzione delprocesso, il decreto, che non nesia già munito, acquista efficaciaesecutiva. Nel caso in cui l’oppo-sizione trova accoglimento soloin parte, il titolo esecutivo è co-stituito esclusivamente dalla sen-tenza, ma gli atti di esecuzionegià compiuti in base al decretoconservano i loro effetti nei limitidella somma o della quantità ri-dotta. Ai fini dell’esecuzione nonoccorre una nuova notificazionedel decreto esecutivo, a patto chenel precetto sia menzionato ilprovvedimento che ha dispostol’esecutorietà e dell’apposizionedella formula. Inoltre, i decretidichiarati esecutivi e quelli ri-spetto ai quali è rigettata l’oppo-sizione costituiscono titolo perl’iscrizione dell’ipoteca giudiziale.

POLIZIA & ISTITUZIONI 35

Page 36: Polizia e Istituzioni

> di GIUSJ SANTACATERINA

Che A L E S -S A N -

DRO GRECOfosse un bel-l’uomo, non cisono dubbi.

Che fosse un professionista a360° lo sapevamo tutti: ab-biamo infatti avuto modo divederlo impegnato prima inTv, con programmi di successocome ‘Furore’, Uno mattina,Seven Show, e poi in radio suRtl 102,5. Ma che fosse anchegentile, disponibile, sensibile econ una vita basata su valori

saldi e su una fede forte inDio, l’abbiamo scoperto solodopo aver scambiato quattrochiacchiere sotto al sole co-cente d’agosto.In una calda mattina estiva,abbiamo incontrato Alessan-dro a Reggio Calabria, nellapostazione mobile di Rtl 102,5, radio tra le più seguite dagliitaliani grazie anche alla sim-patia e professionalità dei suoiconduttori. Tra questi, perl’appunto, Alessandro Greco,impegnato nella conduzionedi No Problem - Viva l'Italia, af-fiancato dal collega CharlieGnocchi. Non potevamo la-sciarci sfuggire un personaggio

come lui, perciò abbiamo at-teso la fine del programma eabbiamo seguito il conduttorein un bar allestito sulla spiag-gia reggina dove è iniziata lanostra intervista.

INTERVISTA

POLIZIA & ISTITUZIONI36

ALESSANDRO GRECO

DA “FURORE” A RTLCON LA FEDE E LA FAMIGLIACOME COMPAGNE DI VITA

Alessandro durante l’intervista

Alessandro nello studio di “Furore”

Page 37: Polizia e Istituzioni

Un personaggio variegato, polie-drico, completo. Dalle imita-zioni, al canto, alla conduzionein tv e in radio. Ma qual è il ruoloche preferisci?

“Il mio ruolo è condurre. Inuna seconda fase sono arrivatoalla radio, ma comunque nonimporta il contesto.L’importante è condurre sem-pre con energia e voglia di re-galarla al pubblico.Ho superato i vent’anni dicarriera e posso affermareche una cosa che non trala-scerò mai sarà metterequest’energia per far starbene la gente”.

Spesso ci sono momenti in cui lecose sembrano non andare per ilverso giusto. Tra gli alti e bassidella vita, ti ha mai sfioratol’idea di aver sbagliato lavoro?

“Gli alti e bassi nel lavorofanno appunto parte, come di-cevi tu, degli alti e bassi chefanno parte della nostra vita. IlSignore mi ha fatto nascere conquesta predisposizione, undono di natura che ho conside-rato prima come un hobby etrasformato poi in mestiere percui invece di scoraggiarmi hopensato di migliorarmi.”

Cosa vuol dire lavorare in Radioper un professionista nato in Tv?

L’esperienza in radio mi haaiutato ad innamorarmi dinuovo del mio lavoro. La radioè un settore valido, con pro-fessionisti, meritocratico e diconseguenza referenziale.Quando il presidente Suraci(n.d.r Lorenzo Suraci, presi-dente Rtl 102,5) mi ha chia-

mato a lavorare in radio, nonavrei mai pensato che da 2 oreiniziali di programma mi sareiritrovato a condurre per tuttoil weekend. Oggi conduco in-sieme a Charlie Gnocchi, com-pagno ideale, amico nella vitae al microfono. Penso che es-sere ancora in radio e con piùore di conduzione sia fruttodel merito e dell’impegno cheho messo. Ogni settore ha re-gole e meccanismi perciò se leporte si aprono bisogna poidarsi da fare.

Prima hai parlato di ‘dono delSignore’, credi in Dio?

Molto. Sono cattolico cri-stiano praticante. Mi affidocompletamente all’amore im-menso di Nostro Signore,della Mammina Celeste edello Spirito Santo. La fede è

un aspetto significativo dellamia vita e della mia famiglia.Cerco di affidarmi e donare lamia esistenza a Dio. Ed un au-gurio che voglio fare a tutti èquello di bruciarsi con ilfuoco della fede.

A proposito di famiglia, riesci aconciliare lavoro e vita privata?

Certamente. Basta dare ilmassimo in ogni settore e cer-care di essere all’altezza comelavoratore, come marito,come padre.

Vuoi aggiungere qualcosa per gliamici di Polizia ed Istituzioni?

Li stimo tutti.Ma in particolare sono orgo-glioso di aver prestato servizionell’esercito e come carabiniereausiliario nel 1992.

POLIZIA & ISTITUZIONI 37

Alessandro Greco e Beatrice Bocci

Page 38: Polizia e Istituzioni

EDITORIALE

POLIZIA & ISTITUZIONI38

> di FERNANDO CORDELLA

Coordinatore Nazionale

UGL - Vigili del Fuoco

Come piùvolte ri-badito

già da diversotempo da que-sta O.S., UGLVigili del Fuoco,

è arrivato il momento che daparte delle istituzioni ci sia unatto di coraggio che permettaal Corpo Nazionale di superarele grosse criticità che colpisconola categoria già da diversi anni.

Una delle argomentazioni piùgettonate di questi ultimi giorni,è quella del superamento del-l’attuale dicotomia istituzionaletra Dipartimento Protezione Ci-vile e Dipartimento dei Vigili delFuoco, Soccorso Pubblico e Di-fesa Civile. Diversi sostengonoche la competenza in materia diprotezione civile in particolarequelle operative debbano pas-sare al Ministero dell’Interno.Sembrerebbe che questa azionerisolva in modo definitivo tuttii problemi della categoria, mala nostra organizzazione è con-vinta che prima di prendere

nuove strade c’è bisogno di unnuovo progetto, che affronti ilsistema del soccorso pubblicocon i vari attori in una precisacollocazione all’interno del Mi-nistero dell’Interno. Gestire lacomplessità dell’emergenza nonè una azione facile, bisognaaver una visione completa delsoccorso che parta dall’assettodel territorio fino ad arrivarealla gestione delle emergenze,in sintonia con tutti enti chefanno parte del sistema.Da diversi anni diciamo chesono troppi gli enti, che sioccupano di emergenza, ed è

NON POSSIAMO PIÙ ASPETTARE,

SERVE UN ATTO DICORAGGIO

Page 39: Polizia e Istituzioni

POLIZIA & ISTITUZIONI 39

per questo che serve una razio-nalizzazione delle risorse chepermetta ai pochi enti prepostidi affrontare le varie emer-genze con sicurezza.La strada intrapresa dall’attualegoverno non sembra esserequella giusta, è di pochi giorniinfatti la rinnovata commissionegrandi rischi, Commissione Na-zionale per la previsione e laprevenzione dei grandi rischi, lastruttura di collegamento tra ilsistema di protezione civile e lacomunità scientifica.Lo ha reso noto, in questi giorni,il Dipartimento della Protezionecivile, ricordando che gia' loscorso ottobre, sempre con de-creto presidenziale, pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale del31/12/2011, si era provvedutoalla riorganizzazione della''Grandi Rischi'', articolandola incinque settori inerenti le singole

categorie di rischio che interes-sano il nostro Paese: sismico;vulcanico; meteo-idrologico;idraulico e di frana; chimico,nucleare, industriale e trasporti;ambientale e incendi boschivi.Come possiamo notare, i settorisono tutti consoni alle attivitàdel Corpo Nazionale almenonella fase di emergenza, manella rosa dei nomi, non ci sonoi Vigili del Fuoco, possiamo ca-pire l’esclusione per i settori vul-canico, meteo - idrogeologico,idraulico e di frana, ma non riu-sciamo a comprendere perchénel settore nucleare, industrialenon ci sia una personalità ricon-ducibile ai Vigili del Fuoco. Già dalla sua istituzione, nellontano 1941 il Corpo Nazio-nale era l’unico ente che si oc-cupava di tutti gli eventi chemettevano in crisi la nazionecol passare del tempo le sue

competenze si sono sempre af-fievolite. In tutti le emergenzeviene elogiato lo spirito dei Vi-gili del Fuoco, ma quando ciritroviamo nelle parte preven-tiva i Vigili del Fuoco comesempre non sono presi in con-siderazione.Quindi invitiamo l’attuale ese-cutivo ad un cambio di marcia,perché è arrivato il momentodi affrontare la problematicadel soccorso con un atto di co-raggio, come UGL Vigili delFuoco proponiamo di trasfor-mare la principale componentefondamentale del sistema na-zionale di protezione civile, inun organismo che possa dire lasua sia nella fasi di previ-sione,prevenzione ed emer-genza perché non possiamopiù assistere inermi alle varietragedie che ciclicamente inte-ressano il nostro territorio.

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STORIA

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Con il Regio DecretoLegge 10 ottobre 1935si istituisce il Corpo dei

Pompieri, infatti il titolo dellalegge è “Organizzazione provin-ciale e coordinazione nazionaledei servizi pompieristici”.All’art. 1 era scritto “è istituitoe posto alla diretta dipendenzadel Ministero dell’interno ilCorpo pompieri per la preven-zione ed estinzione e per soccorsitecnici in genere”. Sempre al-l’art.1 “I servizi del Corpo hannoorganizzazione provinciale, concomando nel capoluogo delleProvincie e distaccamenti neicentri più importanti, vengonoeffettuati mediante contributoobbligatorio di tutti i Comunidella Provincia”.Interessante era l’art. 8 “Il co-mandante della squadra di soc-corso sul posto dell’incendioapplica tutte le misure per iprovvedimenti necessari alla at-tuazione dell’estinzione dell’in-cendio. I comandanti delle Forzearmate e di Polizia eventual-mente intervenuti sul luogodell’incendio per mantenere

l’ordine pubblico, devono agirein conformità delle disposizionidi carattere tecnico date dallostesso comandante”Dopo qualche anno viene varatoil Regio decreto Legge n.1021che fa cadere la denominazione“Corpo dei Pompieri” e adottaquella di “Vigili del Fuoco”L’art. 1 recita “Nel R.decreto-legge 1935, n. 2472, ed in ognialtro Provvedimento, che viabbia attinenza, alla parola

“pompieri” si intendono sosti-tuite le altre “Vigili del Fuoco”.Però grazie all’intervento delprefetto Alberto Giobini checon Regio decreto legge del 27Febbraio 1939 n.333, conver-tito poi in Legge 1570 del 27dicembre 1941 istituisce ilCorpo Nazionale dei Vigili delFuoco.L’art.1 recita “E’ istituito e postoalla diretta dipendenza del mi-nistro dell’interno il corpo

UN PÒ DI STORIA DEI

VIGILI DEL FUOCO

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POLIZIA & ISTITUZIONI 41

nazionale dei vigili del fuoco, ilquale è chiamato a tutelare l’in-columità delle persone e la sal-vezza delle cose, mediante laprevenzione e l’estinzione degliincendi e l’apporto di soccorsitecnici in genere, anche ai finidella protezione antiaerea”.All’art. 29 ai fini della prepara-zione tecnica del personalepermanente sono istituite: a) una scuola centrale di appli-

cazione per gli allievi ufficiali;b) una scuola centrale di istru-

zione per gli allievi vigili,presso la quale saranno te-nuti annualmente anche icorsi di istruzione per gli al-lievi sottoufficiali.

Ed è proprio in quegli anni lacostruzione del complesso

architettonico ora rinnovatodelle Scuole Centrali dei Ser-vizi Anticendi a Capanelle, cosidescritto nel libro Le ScuoleCentrali dei Servizi AntincendiRoma – 1943 ANNO XXI “destasubito meraviglia ed ammira-zione per l’imponenza degli edificie per il suo assieme ritmico, degnodelle più belle tradizioni artisticheitaliane. Queste Scuole rappresen-tano, nel loro campo, una su-perba realizzazione, sia perl’ordine funzionale con cui sonostate concepite, sia per l’organiz-

zazione raggiunta, nonostante gliinnumerevoli e disparati elementidi cui dovevano necessariamenteessere composte, per corrispon-dere all’importanza del loroscopo. Sorte per volontà del Duce,sono destinate all’addestramentotecnico, militare e sportivo degliufficiali e gregari dei vigili delfuoco, i quali trovano in esse lapossibilità di una educazionescientificamente conformata allepiù disparate esigenze dei compitisempre più complessi tanto inpace che in guerra”.

Vecchio Disegno del Centro Sportivo (fonte: La Storia del Corpo Nazionale Vvf)

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> di STEFANO MARSELLA

Presidente del Sindacato Nazionale

Direttivi e Dirigente UGL Vigili del Fuoco

La stagione autunnale haportato in Italia anchenel 2011 eventi naturali

catastrofici, con morti e distru-zione di centri abitati. Normal-mente, in questi casi moltiadditano genericamente comecausa principale di questidrammi una scarsa attenzionealla gestione del territorio.Non sono molti, invece, a richia-mare l'attenzione sul fatto, piùspecifico, che i fenomeni che siverificano interessano di solitoaree propense ad essere som-merse dalle piene, alle frane oagli altri fenomeni naturali chegenerano le emergenze.In alcuni casi, l'unica misurada attuare sarebbe stata quelladi non edificare o non realiz-zare infrastrutture la cui distru-

zione comporta il blocco delleattività vitali per una colletti-vità. Purtroppo, però, la ge-stione del territorio sembraaccomunare la realtà nazionalein modo molto più omogeneodi quanto non si creda.Le inondazioni che hanno

messo in crisi migliaia di pic-coli imprenditori in Veneto nel2010, l'esondazione violentadei torrenti in Liguria, Toscanae Sicilia del 2011, mettono inluce un problema reale, e cioèla difficoltà di far rispettare i li-miti naturali che il nostro

PREVENZIONE

LA GESTIONE

DEL TERRITORIO E LA

PREVENZIONE DAI RISCHI

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POLIZIA & ISTITUZIONI 43

fragile territorio imponequando si tratta di edificare.Un problema non molto diversoè quello che riguarda i rischi in-dustriali e, in particolare, lacoesistenza di attività a rischiodi incidente rilevante con la vitadelle comunità locali. Anche inquesto caso, i vincoli che le in-dustrie pongono al territoriocircostante vengono progressi-vamente dimenticati, fino aquando un incidente o un con-trollo legato a qualche eventonon portano alla luce il rischioal quale sono esposti i cittadiniche sono andati a vivere neipressi di questi insediamenti.Ragionamenti non molto di-versi possono essere sviluppatiper gli incendi boschivi quandominacciano abitati e insedia-menti produttivi.

Come migliorare questo statodi cose? Al momento, la ge-stione del territorio è una com-petenza degli enti locali che,però, non sembrano esseresempre stati in grado di coniu-gare le esigenze e le aspira-zioni delle comunità con ladovuta attenzione alla preven-zione degli eventi catastrofici.Fino a pochi anni fa, alle cata-strofi veniva posto rimedio conl'erogazione di notevoli quan-tità di fondi pubblici. Recente-mente, invece, si è aperto ildibattito su come reperire ifondi per la ricostruzione, es-sendo ormai chiaro a tutti chel'erario non si può più permet-tere di intervenire come prima.Accanto alle imposte regio-nali di scopo (già attuatead esempio in Umbria), una

possibile risposta sarà l'assi-curazione obbligatoria, ma èevidente che le compagnie as-sicuratrici non potranno fis-sare degli oneri uniformi sulterritorio nazionale, dato cheil rischio sismico, idrogeolo-gico e vulcanico è molto di-verso tra le aree.E' quindi probabile che i costiche i cittadini saranno chia-mati a sostenere preventiva-mente saranno legati allacorrettezza con cui le ammini-strazioni locali delle singolearee hanno saputo gestire l'edi-lizia e l'urbanistica.Viceversa, se si arriverà a im-porre oneri uniformi sul terri-torio, si finirà con il far pagarea chi è stato più attento lecolpe delle amministrazioni lo-cali meno responsabili.In questo quadro, un inter-vento di controllo sull'operatodegli enti locali nella materia"gestione del territorio - pre-venzione dai rischi" potrebbegarantire almeno per il futurouna maggiore equità del livellodi sicurezza dei cittadini sulterritorio nazionale e, cioè, farfare un passo avanti nel ri-spetto del dettato costituzio-nale, oltre che un salto inavanti per l'efficienza delsistema paese.

Page 44: Polizia e Istituzioni

SICUREZZA

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> a cura dell’ Ufficio Stampa

E’stato approvato dallagiunta della RegionePuglia nella seduta del

29 dicembre il disegno di leggeproposto dall’assessore ai La-vori pubblici Fabiano Amati ri-guardante “Disposizioni inmateria di prevenzione del ri-schio e sicurezza delle costru-

zioni, - Istituzione del fascicolodi fabbricato”.Il provvedimento muove dallarilevazione dello stato di incu-ria in cui versano molti edifici,realtà drammaticamente emer-sa con la tragedia di Barletta,dove il quattro ottobre scorsoquattro donne lavoratrici e unaragazza, hanno perso la vita nelcrollo di una palazzina.

“Non posso negare” - ha dichia-rato Amati - “che l’accelerazionedel procedimento preparatoriodella proposta è stata generatadall’indignazione che direttamenteho avvertito durante le attività disoccorso compiute a Barletta loscorso ottobre: per cui mi permettodi dedicare il lavoro compiuto allecinque vittime dell’umana negli-genza, imperizia ed imprudenza.”

IL RITORNO DEL FASCICOLODEL FABBRICATO

SICUREZZA SULLE COSTRUZIONI.

Page 45: Polizia e Istituzioni

45

Obiettivo di questa legge è mi-rare alla conoscenza dello statoconservativo del patrimonioedilizio sia pubblico che pri-vato e di instaurare un effi-ciente strumento di controllosulle nuove costruzioni. In sintesi ecco quanto previstodal disegno di legge. Per tutti gliedifici di nuova costruzione, siapubblici che privati, è istituito ilfascicolo di fabbricato. Il docu-mento dovrà contenere “tutte leinformazioni riguardanti la si-tuazione progettuale, urbanistica,edilizia, catastale, strutturale, im-piantistica, nonché i dati dei rela-tivi atti autorizzativi”.Il fascicolo dovrà essere aggior-nato in occasione di ogni lavoroo di modifica significativa dellostato di fatto o della destinazioned’uso dell’intero fabbricato, o diparte di esso, anche nel caso dilavori eseguiti da enti erogatoridi servizi pubblici quali luce,acqua, gas e telefono. In assenzadi modifiche o lavori all’edificioil documento dovrà comunqueessere aggiornato ogni diecianni. Adempimenti meno gra-vosi sono previsti per gli edificigià esistenti per i proprietari deiquali vige l’obbligo di redigere

una “Scheda informativa” che ri-porti le seguenti informazioni:anno di costruzione, referto tec-nico di verifica della condizionestatica attuale, certificato di abi-tabilità, tipologia della strutturaportante dell’edificio e degliorizzontamenti.Il documento dovrà essere pre-sentato entro sei mesi dall’en-trata in vigore della legge eaggiornato con le stesse moda-lità previste per il fascicolo difabbricato di cui sopra.Per quanto riguarda l’ediliziapubblica gli adempimenti a ca-rico delle amministrazioni pre-vedono, oltre alla redazionedel fascicolo di fabbricato perogni nuova costruzione, che icomuni, entro sei mesi dall’en-trata in vigore della legge, rag-gruppino i fabbricati esistentiper probabile livello di rischioattuale.La valutazione dovrà tenereconto, oltre che dei dati sugliedifici, delle caratteristichegeotecniche e idrogeologichedel territorio sulla cui base ilComune dovrà stabilire un cro-noprogramma per la verificastatica obbligatoria degli edi-fici a maggiore rischio.

Altro onere spettante alle am-ministrazioni pubbliche ri-guarda la rilevazione dello statoconservativo di tutti gli edificipubblici o privati destinati a usopubblico per i quali è fatto ob-bligo di redigere una scheda dirilevamento completa e rego-larmente aggiornata.Massima severità è prevista incaso di interventi di sopraeleva-zione o aggregazione sia per gliedifici privati, che pubblici cheprivati ad uso pubblico: all’oc-correnza sarà necessario pro-durre un progetto di messa insicurezza delle unità strutturalisottostanti adiacenti anche sepertinenti ad al altre proprietà.In quanto legge prescrittiva lanorma prevede un sistema san-zionatorio in virtù del qualepotranno essere comminatesanzioni che vanno dai 5000 ai50.000 euro e la contestualesospensione dell’agibilità pergli edifici che non sono statisottoposti a verifica.Inoltre sarà disposta imme-diata demolizione, con oneri acarico del proprietario, perquegli edifici abusivi non og-getto di condono che siano ri-sultati in situazione di rischio.

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NOTIZIE

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Il sito del Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco si arricchiscedi due nuove sezioni dedicate

al nuovo regolamento di preven-zione incendi: FAQ e Forum.Con l’implementazione di que-sti servizi il dipartimento deiVigili del fuoco intende farefronte all’aumento di richiestedi informazioni e chiarimentisuscitati dall’entrata in vigoredal D.P.R. 151/2011 “Regola-mento recante semplificazionedella disciplina dei procedi-menti relativi alla prevenzionedegli incendi, a norma dell’arti-colo 49, comma 4-quater, deldecreto-legge 31 maggio 2010,n. 78, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 30 luglio2010, n. 122” che ha appor-tato notevoli modifiche allanormativa antincendi.Il servizio nasce pertanto per fa-cilitare l’applicazione della nuovanorma e fornire un supporto

interpretativo per le questioniparticolarmente complesse.Due nuove sezioni per due ser-vizi, desinati a tecnici e Vigili delfuoco stessi, e con particolare ri-ferimento alle FAQ utilissimeanche per l’informazione di datoridi lavoro, lavoratori, cittadini.

La sezione FAQ è aperta al con-tributo di tecnici sia interni cheesterni alle amministrazioni eospiterà le risposte ai quesiti chein maniera ricorrente perven-gono al Corpo dei VV.F. da partedei tecnici che si occupano diprevenzione antincendi.La sezione può essere consul-tata per categoria o per parolechiave. Se la ricerca non haportato all’informazione neces-saria è infine possibile inviareil proprio specifico quesito.Il Forum è riservato agli utentidi intranet del dipartimento erappresenta un luogo di con-fronto e dibattito tra direzioniregionali e comandi provinciali,che potranno qui scambiareesperienze e analisi delle novitàintrodotte dal nuovo regola-mento di prevenzione incendi.

FAQ SULSITO VV.F.

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> a cura dell’ UFFICIO STAMPA

Negli ultimi giorni del-l’anno appena finitosono stati prorogati al-

cuni termini di scadenza legatiad adeguamenti di sicurezzaantincendio. In particolare:sulla G.U. n. 299 del 24/12 èstato pubblicato il decreto delMinistero dell’Interno 6 dicem-bre 2011 – Modifica al decreto 3novembre 2004 concernentel’installazione e la manuten-zione dei dispositivi per l’aper-tura delle porte installate lungole vie di esodo, relativamentealla sicurezza in caso d’incendio.sulla G.U. n. 302 del 29/12 èstato pubblicato il decretolegge 29 dicembre 2011,

n. 216 - Proroga di termini pre-visti da disposizioni legislative,che stabilisce all’art. 15 parti-colari modalità di proroga deitermini per l’adeguamentodelle strutture ricettive esi-stenti al D.M. 9/4/1994.Il primo è il decreto che pro-roga il termine ultimo per la so-stituzione di porte antincendiodi due anni. La norma aggior-nata quanto disposto in mate-ria di maniglioni antipanico nelprecedente decreto 3 novembre2004 e di armonizzarlo aquanto sancito nel decreto delpresidente della Repubblica n.151 del 1° agosto 2011”; de-creto che proroga il termine ul-timo per la sostituzione diporte antincendio di due anni.

La presente norma aggiornaquanto disposto in materia dimaniglioni antipanico nel pre-cedente decreto 3 novembre2004 e di armonizzarlo aquanto sancito nel decreto delpresidente della Repubblica n.151 del 1° agosto 2011“Rego-lamento recante semplifica-zione della disciplina deiprocedimenti relativi alla pre-venzione degli incendi, anorma dell’articolo 49, comma4-quater, del decreto-legge 31maggio 2010, n. 78, conver-tito, con modificazioni, dallalegge 30 luglio 2010, n. 122”.Il Ministro, considerata la ne-cessità “di un approfondimentotecnico in ordine al manteni-mento delle prestazioni di

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PREVENZIONEINCENDI

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resistenza al fuoco delle portemedesime” e “Tenuto contodello sviluppo della regoladell’arte nel settore della ma-nutenzione dei predetti dispo-sitivi e delle porte lungo le viedi esodo, in ordine alla qualeè prevista l’emanazione dellaspecifica norma UNI” ha rite-nuto necessario “differire iltermine per la sostituzione deidispositivi per l’apertura delleporte già installate lungo levie di esodo, previsto dall’art.5 del decreto del Ministrodell’interno 3 novembre 2004”e, sentito il parere del Comi-tato centrale tecnico scienti-fico per la prevenzioneincendi, ha stabilito che il dif-ferimento del termine sia diventiquattro mesi.Il ministro decreta pertantoche i termini di sostituzionedei dispositivi per l’aperturadelle porte installate lungo levie di esodo non sia più seibensì otto anni, fatto salvo ilfatto che restano invariati “icasi per cui è prevista la sosti-tuzione dei dispositivi di aper-tura manuale delle porteinstallate lungo le vie di esodoe l’obbligo di garantire il man-tenimento della loro funziona-

lità originale, di cui al predettoart. 5, anche tramite assevera-zione di tecnico abilitato”.Invece il secondo decreto ri-manda al 31 dicembre 2012 èproroga per le disposizioni diprevenzione incendi dellestrutture ricettive turistico-al-berghiere con oltre venticinqueposti letto, esistenti alla datadel 11/5/1994La motivazione dell’ennesimaproroga nel settore alberghierorisiede nel fatto che il completoadeguamento di queste strutturericettive, “se non sostenuto damirati interventi, rischia di com-promettere l’esercizio di nume-rose attività in un settore diassoluto rilievo per il Paese”, sal-vaguardando attività di impresae relativo “indotto”, unitamenteall’incolumità delle persone.Tuttavia il decreto contiene unanovità: il governo ha conside-rato improponibile un’altramera proroga, in virtù della pro-cedura di infrazione per il noncorretto recepimento della diret-tiva 89/391/CE, già avviata.Quindi la proroga verrà con-cessa solamente a quelle strut-ture che abbiano già avviato enon completato gli adegua-menti e siano state ammesse,

previa domanda, al piano stra-ordinario biennale di adegua-mento antincendio approvatocon decreto del Ministro del-l’interno, da adottarsi entrosessanta giorni dall’entrata invigore del “Mille Proroghe”.Coloro che risulteranno ina-dempienti al 31 dicembre 2012,subiranno le sanzioni del DPR151/2011, nuovo regolamentosulla prevenzione incendi: di-vieto di prosecuzione dell’atti-vità e rimozione di eventualieffetti dannosi.

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