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Politiche fiscali e monetarie
Lezione 5
Do�. Jacopo Staccioli
Dipartimento di Politica Economica, Università Ca�olica del Sacro Cuore
a. a. 2019/2020
https://staccioli.org/teaching
Outline
1 Cap. XIII.4 Focus: Finanziamento monetario e iperinflazione
2 Cap. XII.3 Focus: Regole fiscali nell’Eurozona
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Finanziamento monetario e iperinflazione
il tentativo di finanziare un ampio disavanzo con la creazione di moneta ha portato aepisodi di alta inflazione o iperinflazione in passato
nel 1913 lo stock di moneta circolante in Germania era di 6 miliardi di marchi
nell’o�obre 1923 con lo stesso ammontare poteva essere acquistato un chilo di pane
il mese successivo lo stesso chilo di pane costava 428 miliardi di marchi
ma la Germania non è stato l’unico paese a subire una situazione di iperinflazione
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Finanziamento monetario e iperinflazione (cont.)
Country Start End P T /PO
Average Monthly Inflation Rate (% )
Average Monthly Money Growth (% )
Austria Oct. 1921 Aug. 1922 70 47 31
Germany Aug. 1922 Nov. 1923 1.0 × 1010 322 314
Greece Nov. 1943 Nov. 1944 4.7 × 106 365 220
Hungary 1 Mar. 1923 Feb. 1924 44 46 33
Hungary 2 Aug. 1945 J ul. 1946 3.8 × 1027 19,800 12,200
Poland J an. 1923 J an. 1924 699 82 72
Russ ia Dec. 1921 J an. 1924 1.2 × 105 57 49
PT>P0 : Price level in the last month of hyperinflation divided by the price level in the first month.
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Finanziamento monetario e iperinflazione (cont.)
tu�i gli episodi di iperinflazione sono durati pochi anni
l’Ungheria ha avuto ben due episodi di iperinflazione, di cui uno di dimensioni colossali
ciò che costava 1 pengő nell’agosto 1945, meno di un anno dopo costava
3,800,000,000,000,000,000,000,000,000 pengős
’80: l’inflazione mensile è stata superiore al 20% in molti paesi dell’America Latina
2008: in Zimbabwe l’inflazione mensile ha raggiunto il 500% prima che un programma distabilizzazione fosse ado�ato all’inizio del 2009
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Finanziamento monetario e iperinflazione (cont.)
gli episodi di iperinflazione portano con sé enormi costi economici1 il sistema delle transazioni è meno e�iciente
in Germania le persone usavano delle carriole per trasportare la valuta di tu�i i giorni
2 i segnali di prezzo sono meno utiliil sistema dei prezzi è fondamentale per il funzionamento di un’economia di mercatopoiché i prezzi cambiano spesso, è di�icile per consumatori e produ�ori valutare i prezzi relativipiù alta è l’inflazione, maggiore è la variazione dei prezzi relativi di beni diversi
3 le oscillazioni del tasso di inflazione divengono più ampieè più di�icile prevedere il tasso di inflazione anche di breve termineprendere o dare a prestito a un determinato tasso di interesse equivale a giocare d’azzardone consegue che il credito venga generalmente razionato durante un episodio di iperinflazionequesto comporta un cospicuo calo degli investimenti
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1 Cap. XIII.4 Focus: Finanziamento monetario e iperinflazione
2 Cap. XII.3 Focus: Regole fiscali nell’Eurozona
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Regole fiscali nell’Eurozona
il Tra�ato di Maastricht, negoziato dai paesi dell’UE nel 1991, ha stabilito dei criterieconomici che i paesi avrebbero dovuto soddisfare per aderire all’Eurozona
rapporto disavanzo/PIL inferiore al 3%rapporto debito/PIL inferiore al 60%
o almeno dovrebbe avvicinarsi a questo valore ad un ritmo soddisfacente
successivamente, gli aspiranti membri dell’Eurozona hanno deciso di rendere alcune diqueste restrizioni permanenti
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Regole fiscali nell’Eurozona
con il Pa�o di stabilità e crescita (PSC, 1997) i paesi si impegnano
a pareggiare il loro bilancio nel medio periodo e a presentare programmi alle autorità europeecon gli obie�ivi per l’anno corrente e i successivi tre, al fine di dimostrare i progressi versol’obie�ivo di medio termine
a evitare disavanzi eccessivi, salvo in circostanze eccezionalia seguito del Tra�ato di Maastricht, i disavanzi eccessivi sono quelli superiori al 3% del PILle circostanze eccezionali sono state definite come le riduzioni del PIL > 2%
a pagare delle sanzioni in caso di disavanzi eccessiviqueste sanzioni variano tra lo 0,2% e lo 0,5% del PIL
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Regole fiscali nell’Eurozona (cont.)
0.0
1.0
2.0
3.0
4.0
5.0
6.0
7.0
8.0
1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2014
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Regole fiscali nell’Eurozona (cont.)
tra il 1995 e il 2000 il saldo passa da un disavanzo del 7,5% a un pareggioil disavanzo in Grecia si riduce dal 13,4% al 4,1%1
il disavanzo in Italia si riduce dal 10,1% nel 1993 allo 0,9%
D: il miglioramento è interamente dovuto al Tra�ato di Maastricht e al PSC?R: no, hanno contribuito
bassi tassi di interesse nominali, che hanno rido�o i pagamenti per interessi sul debitouna forte espansione economica alla fine degli anni ’90
ma anche le regole fiscali hanno avuto un ruolo significativo
la ‘carota’ (diventare membro dell’Eurozona) è stata abbastanza a�raente da indurre i paesiad ado�are misure severe per ridurre i disavanzi di bilancio
1stima a seguito della scoperta nel 2004 che la Grecia aveva falsificato il bilancio pubblico
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Regole fiscali nell’Eurozona (cont.)
dal 2000 però la tendenza si inverteil Portogallo diventa il primo paese a violare le regole, con un disavanzo al 4,4%successivamente Francia e Germania riportano entrambe un disavanzo oltre il 3%in questi paesi non vigevano le c.d. ‘circostanze eccezionali’la crescita era bassa, ma positivail governo di questi paesi ha ritenuto che evitare una contrazione fiscale, con potenzialie�e�i recessivi, fosse più importante che rispe�are le regole del PSCil processo sanzionatorio fu sospeso, non senza forti contrasti interni tra la Commissioneeuropea e il Consiglio europeoavviare il processo sanzionatorio contro i due membri più grandi dell’Eurozona (Francia eGermania) sarebbe stato politicamente impossibilenel 2002 il Presidente della Commissione europea Romano Prodi commenta:“So bene che il pa�o di stabilità è stupido, come tu�e le decisioni che sono rigide”
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Regole fiscali nell’Eurozona (cont.)
nel 2005 viene ado�ato un nuovo e rivisto PSC
i due parametri di Maastricht sul disavanzo/PIL e debito/PIL vengono mantenuti
ma veniva permessa maggiore flessibilità nel deviare dalle regole
la crescita non deve più essere inferiore al −2% per la sospensione delle regole
vengono introdo�e ulteriori eccezioni in caso di riforme stru�urali o investimenti pubblici
il sistema di sanzioni venne eliminato
il piano era di a�idarsi a tempestivi avvertimenti pubblici e alla pressione degli altri membria�inché le regole venissero rispe�ate
tra il 2003 e il 2007 il disavanzo si è rido�o nuovamente fino allo 0,5%, in un contesto diforte crescita economica e maggiori entrate fiscali
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Regole fiscali nell’Eurozona (cont.)
ma la crisi del 2008 e il forte calo delle entrate associato ha portato un nuovo aumento
nel 2010 il rapporto disavanzo/PIL si avvicina al 6%
23 paesi su 27 sforavano il limite del 3% de�ato dal PSC
era chiaro che le regole dovessero essere di nuovo riviste
nel 2012 viene firmato il Tra�ato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance(fiscal compact) che prevede 4 disposizioni
1 l’inclusione della regola di pareggio di bilancio nella legislazione nazionale2 il mantenimento dei saldi di bilancio in pareggio o in avanzo
disavanzo non superiore al 3% del PILdisavanzo corre�o per il ciclo non superiore a un obie�ivo specifico del paese
0,5% per paesi con un rapporto debito/PIL > 60%1,0% per paesi con un rapporto debito/PIL ≤ 60%
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Regole fiscali nell’Eurozona (cont.)
3 per i paesi il cui rapporto debito/PIL supera il 60%, la riduzione del debito ogni anno a untasso medio di almeno un ventesimo (5%) del valore in eccesso
es. un paese con debito/PIL al 100% deve ridurlo ogni anno del 2%= 0,05 · (100−60)
4 se il bilancio di un paese è in ne�a violazione di 2 , viene a�ivato un meccanismo dicorrezione automatica, la cui implementazione è definita individualmente da ciascun paese
nel 2015 viene aggiunto un nuovo criterio5 nel decidere sull’applicazione di 4 vengono considerati anche i progressi nell’a�uazione di
riforme stru�urali (es. in merito a lavoro, pensioni, mercati di beni e servizi)
vi è ampio consenso che l’insieme delle regole fiscali sia diventato troppo complesso
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