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POLITICA SOCIALE Politica è una attività sociale che riguarda l’attribuzione e l’esercizio dell’ autorità. Politics è lotta per l’esercizio della decisione collettiva vincolante; Polity è determinazione di grandi principi ,criteri di valore, opzioni di rango costituzionale ecc.; Policy, policies: corsi di azione rivolti a conseguire obiettivi Weber pone la distinzione essenziale fra potere come forza(macht) e potere come autorità. L’autorità è una relazione sociale in cui A dispone in modo legittimo, B ubbidisce ad A, perché riconosce la sua legittimazione a disporre Tre tipi ideali di autorità: i, tradizionale (es.dinastia); ii, carismatica(leader capo dotato di qualità personali fuori dell’ ordinario);iii legale e razionale, tipica dello stato moderne, che dispone attraverso leggi e realizza le sue politiche attraverso apparati di funzionari( burocrazie)

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POLITICA SOCIALE

• Politica è una attività sociale che riguarda l’attribuzione e l’esercizio dell’ autorità. Politics è lotta per l’esercizio della decisione collettiva vincolante; Polity è determinazione di grandi principi ,criteri di valore, opzioni di rango costituzionale ecc.;Policy, policies: corsi di azione rivolti a conseguire obiettivi

• Weber pone la distinzione essenziale fra potere come forza(macht) e potere come autorità. L’autorità è una relazione sociale in cui A dispone in modo legittimo, B ubbidisce ad A, perché riconosce la sua legittimazione a disporre

• Tre tipi ideali di autorità: i, tradizionale (es.dinastia); ii, carismatica(leader capo dotato di qualità personali fuori dell’ordinario);iii legale e razionale, tipica dello stato moderne, che dispone attraverso leggi e realizza le sue politiche attraverso apparati di funzionari( burocrazie)

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Lo stato moderno

• La principale istituzione politica è lo stato . Le sue origini sono nell’ assolutismo del XVII e XVIII secolo, lo stato di diritto si compie nell’ 800 e ‘900 con l’attribuzione di pari diritti civili politici e sociali

• Lo stato esercita autorità su un determinato territorio, ha il monopolio nell’ uso legittimo della forza”(Weber) agisce su piùlivelli istituzionali(centro, unità intermedie, livello locale )

• Si riferisce ad un popolo (che quando elegge rappresentanti e governanti rende lo stato demo-cratico) e ad una o più nazioni (nation-state). L’Impero austroungarico era uno stato multinazionale, gli Stati Uniti uno stato nazionale ‘”nazione americana”) con apporto di diverse etnie.

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Lo stato sociale

• Welfare state(Stato sociale): È l’insieme delle risposte pubbliche ai problemi sociali determinati dai cambiamenti della modernità: cambiamenti demografici, famigliari, urbanizzazione, industrializzazione, società di classe, conflitti del lavoro.

• Le istituzioni pubbliche assumono come loro responsabilitàpolitica la fornitura di prestazioni per la sicurezza di vita( protezione sociale)

• Una sequenza tipico-ideale distingue quattro livelli /fasi di protezione da parte del W.S. : beneficienza(senza obblighi di dare e diritti a ricevere )/ assistenza (con prime forme limitate di titolarità)/ previdenza ( obblighi di assicurazione collettiva)/ sicurezza generalizzata( la maggior parte o l’intera popolazione viene inclusa )

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Prima dello stato sociale

• La povertà è stata un oggetto di lungo periodo dell’intervento sociale: pubblico, privato ,religioso

• Su base locale( Poor Law inglese del 1601);caritativa(Opere assistenziali delle Chiese); filantropica( benefattori e donatori privati);pubblica( come male da controllare - la grande reclusione del primo 700- la pubblica felicità dell’ Illuminismo)

• Nel secondo ‘ 800 in un clima di riformismo sociale Rowntreeafferma il criterio dell’intervento scientifico: define the poor,count the poor, help the poor

• Il contrasto alla povertà diventa componente del servizio sociale professionale(“diagnosi sociale”)

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Il peso dello state welfare

• Secondo la formula di Rose ( TWS= HW+ MW+ SW ) SW diventa nel tempo la componente prevalente della protezione sociale.

• Le politiche sociali pubbliche sono attuate: dall’alto( concessioni), dal basso(rivendicazioni), dal mezzo (favori ai gruppi che traggono dal welfarereddito,occupazione ecc.)

• La portata (dei benefici) indica il livello, l’ampiezza delle prestazioni ; la estensione indica la platea dei beneficiari( numero, condizioni, composizione sociale ) ;la durata indica la persistenza delle prestazioni ( permanenti, temporanee, modulate nella durata, a scadenza )

• La predominanza del settore pubblico ha compresso, senza abolirlo, lo spazio delle attività svolte da aree informali e cerchie di socialitàprimaria e dal mercato.Dagli anni Settanta del XX secolo è cresciuto l’apporto delle organizzazioni “terze”(non pubbliche e non mercantili) dette di terzo settore

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Il modello Beveridge

• Beveridge (Rapporto del 1942 presentato al Parlamento britannico )propone di estendere l’assicurazione previdenziale a tutti i cittadini britannici, compresi i non lavoratori, con un versamento di contributi a somma fissa , e conseguente garanzia di reddito minimo, e di benefici supplementari per famiglie con carichi aggravati

• Obiettivo di B. era di combattere cinque grandi mali sociali,poverty,idleness, illness, ignorance,squalor. A questi mali corrispondono i cinque ambiti di prestazioni di welfare che forniscono: reddito lavoro salute istruzione abitazione.

• Le riforme dell’ Austerity Welfare State 1946-51 si ispirano a Beveridge(in particolare 1948 istituzione del National Health Service)

• L’esistenza di una rete generalizzata di sicurezza di base(safety net) legittima la competizione fra gli individui, sulla base di talenti, meriti e volontà individuali

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I tre modelli di Titmuss

• Titmuss(inizio anni 70) distingue tre modelli storici e analitici dipolitica sociale

• Residuale : paternalistico autoritario; limitato alla assistenza ai poveri; principio della minor preferibilità dell’assistenza rispetto al lavoro

• Occupazionale : assicurazioni sociali obbligatorie per appartenenti allo stesso mestiere, professione, categoria sindacale; i contributi versati sono “ricompensati ”(rewarded ) con prestazioni monetarie(pensioni, indennità)

• Istituzionale di cittadinanza: prestazioni eguali a tutti i cittadini; finanziate dalla fiscalità generale; servizi universalistici;maggiore impatto redistributivo;obiettivo della sicurezza sociale

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Ferrera

• Ferrera rinomina i tre modelli di Titmuss:

• 1)di assistenza (a base residuale e/o selettiva)

• 2)di assicurazione obbligatoria( a base di contributi)

• 3)di sicurezza sociale (a base di cittadinanza sociale con attribuzione di diritti sociali alle prestazioni)

• Il modello 2 fornisce una copertura “in orizzontale” per categorie di lavoratori che condividono gli stessi rischi e sopportano gli stessi oneri contributivi

• Il modello 3 fornisce una copertura “in verticale” basata sulla solidarietà obbligatoria a base fiscale fra cittadini

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Cittadinanza sociale

• Nel 1949 Marshall descrive la sequenza storica dei diritti di cittadinanza : civili, politici, sociali

• La cittadinanza sociale completa lo status dei cittadini come “membri a pieno titolo della società nazionale”. L’appartenenza allo stato nazionale dà diritto a tutti i cittadini di ottenere eguali prestazioni per la loro sicurezza di vita.

• Nella c.s. reddito scuola sanità casa sono forniti e ottenuti fuori mercato e a titolo politico.

• La fornitura per via di cittadinanza corregge lediseguaglianze (“di classe”) generate dal mercato di beni, servizi e lavoro.

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Stati sociali in Europa

• La visione storico-istituzionale(Rokkan) non adotta uno schema evolutivo della politica sociale, ma differenzia i percorsi nazionali.

• La varietà deriva da :origine e strutturazione delle istituzioni pubbliche; fratture (stato-chiese, centro-periferia); contrasti fra interessi economici, gruppi occupazionali

• La fase genetica degli attuali welfare states europei si situa fra il 1880 ed il 1920, con l’ opzione fra due modelli di copertura; 1920-1950 fase di ampliamento e consolidamento;1950-1980 fase di massima espansione e diversificazione

• I modelli di copertura di Ferrera (verticale e orizzontale) spiegano i quattro percorsi nazionali : universalistico puro(Scandinavia), occupazionale puro(Germania), universalistico misto (Gran Bretagna) occupazionale misto( Italia)

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Aree di welfare in Europa

• Quattro aree di welfare erano presenti nell’ Unione Europea al 1992 :scandinava, continentale, britannica, sud europea

• Parametri di confronto:generosità delle prestazioni/ composizione della spesa fra trasferimenti e servizi / ripartizione della spesa per generazioni (bambini giovani anziani)/ livelli di occupazione(specialmente femminile e giovanile)/ rilevanza dellafamiglia e delle reti di aiuto informale/ protezione data al lavoro (contrattuale,previdenziale)

• Le spese(al 2003) per la protezione sociale nell’ UE-15 erano in media il 28%/Pil; sopra la media si ponevano l’area scandinava e quella continentale, sotto la media quella britannica e sud-europea. I dieci paesi entrati nell’ UE-25 avevano una spesa media pari al 18%/Pil. La quinta Europa sociale comincia dal 2002 con gli stati dell’ Europa orientale ex comunista ammessi all’Unione

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Il modello sociale europeo

• Modello sociale( J.P. Fitoussi ) è il modo generale in cui uno stato governa la società ed i mercati, sostiene l’offerta di beni e servizi pubblici e fornisce prestazioni di protezione sociale.

• Un “modello sociale europeo” è l’ esito della storia del XIX- XX secolo, ripreso nelle politiche sociali della Unione Europea

• Si richiama al modello sociale la distinzione( Dahrendorf ) di tre macroregioni mondiali, che combinano diversamente iparametri prosperità economica+libertà politica+coesione sociale

• Anche Esping Andersen col concetto di demercificazione (del lavoro) e destratificazione (delle diseguaglianze) distingue tre modelli sociali globali: anglosfera liberista, europeo-continentale-corporativo, nordico-socialdemocratico

• A.GIDDENS L’Europa nell’ età globale, Laterza 2007

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Il modello sociale Usa

• Welfare= assistenza a poveri e disoccupati

• Social security pensioni fornite da assicurazione federale (aliquota 12% sulla retribuzione)

• Fondi pensione a base aziendale

• Sanità assicurativa privata

• Programmi federali di assistenza sanitaria per anziani di 65+ anni(Medicare) e indigenti(Medicaid)

• La spesa sanitaria privata è il 55,3 del totale quella pubblica(che riguarda 20% della popolazione )il 44,7%. Circa 40 milioni di persone non hanno copertura

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Welfare e lavoro in Usa

• In USA 2000 ore medie di lavoro all’anno ;le donne di età 20-55 che hanno un lavoro retribuito sono il 70%(nel 2000, contro il 38% del 1969), piùlavoro ma anche maggior polarizzazione dei redditi (R.REICH,L’infelicitàdel successo,Fazi,2001).

• Welfare= sostegni assistenziali ai poveri e ai disoccupati .La leggePersonal Responsibility and Work Opportunity (Reconciliation) Act( Clinton 22.8.1996) risponde al principio “l’assistenza non è uno stile di vita da promuovere” .Sposta l’onere politico del welfare dal governo federale ai singoli stati; riduce il periodo complessivo ammesso per la fruizione dell’assegno;dà incentivi alla formazione, per l’ accesso al lavoro degli assistiti,le imprese che assumono, i trasporti locali

• Gli iscritti alle liste del welfare nel 2006 sono scesi da 12,2 milioni a 4,5(il tasso più basso dal 1960) le richieste di sussidi crollate del 54% ;1,1 milioni di ex beneficiari di sussidi assunti;cresce la marginalità delle single mothers (nere a bassa istruzione)

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Correzione delle diseguaglianze

• Se l’indice di Gini è in Usa 0,37, in Germania 0,25, significa che gli stati nazionali possono impiegare correggere per via redistributiva e fiscale lediseguaglianze interne ritenute eccessive

• In Finlandia,Svezia,Danimarca , una politica di alta spesa sociale per istruzione e sanità pubbliche gratuite, pensioni , disoccupazione, formazione, favorisce coesione sociale ed elevata crescita economica

• M.Castells,P.Himanen, Società dell’ informazione e welfare state.Il caso finlandese, Guerini,2006 (ed.or.2001)

• In GB dopo il 1997: welfare-to-work: dopo la fine dell’ indennità di disoccupazione, viene concessa una job seekers’allowance , previomeans testing entro una complessa strumentazione volta favorire laoccupabilità (specie dei giovani e degli adulti attivi).Circa mezzo milione di giovani sono stati “recuperati” al lavoro.

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VI a. LO STATO SOCIALE IN ITALIA

• Il caso italiano di stato sociale può essere visto:

• -nella dimensione storico temporale, ricorrendo ai cicli della storia politica e sociale italiana

• -nella dimensione istituzionale e territoriale, come organzizazionedei poteri e delle competenze

• -nella tipologia europea come analisi delle proprietà che contraddistinguono l’ Italia rispetto ai modelli di copertura ed alle aree geopolitiche di welfare

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Definizioni e dicotomie

• Definizioni

• solidarista (C.art.2 ) lavorista (C.art.1,4)

• occupazionale(C.art.38) occupazionale misto (Ferrera)

• particolarista(clientelare) (Paci, Ascoli)

• sud europeo

• Fratture originarie

• Stato nazionale vs. Chiesa cattolica

• Stato centrale vs. Enti locali (accentramento/decentramento)

• Istituzioni pubbliche vs. Organizzazioni sociali: mutue, cooperative, associazioni, sindacati

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Cicli storici

• 1861-1920 politiche a forte controllo accentrato, con ridotto intervento pubblico in previdenza e sanità; assistenza lasciata agli enti locali e ai privati(a partire dalla L.Crispi 1890).

• 1920-1970 forte accentramento delle politiche, crescente intervento statale, soprattutto in ambito previdenziale e, dopo la guerra, anche assistenziale e sanitario. Espansione della spesa

• 1970-2001 decentramento alle Regioni e agli Enti locali del sistema dei servizi sanitari e socioassistenziali; solo la previdenza rimane totalmente centralizzata

• Come si nota i cicli non coincidono con i cambiamenti di regime politico-istituzionale

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Competenze e risorse

• Previdenza: Stato + Enti e fondi previdenziali(obbl e compl); ;pesa per i due terzi della spesa di protezione sociale; è finanziata da imprese(52%)lavoratori (23%) ,stato(22%)

• Sanità : Regioni +Stato + Aziende sanitarie (+privati) ; consiste di servizi, erogati dal pubblico e dal privato collegato al pubblico; pesa per circa 1/4 della spesa di protezione sociale; è finanziata da Stato(56%) e Regioni(attraverso IRAP,39%),ed in parte dagli utenti(ticket)

• Assistenza economica : Stato + Enti locali (+privati) / Servizi socioassistenziali : Enti locali + Regioni (Stato per i servizi di giustizia)

• L’ assistenza consiste di (molti) trasferimenti e (meno) servizi; pesa per circa il 6% della spesa di protezione sociale; è finanziata da Stato(75%),Regioni ed enti locali(18%)

• Altri interventi sono per iIstruzione obbligatoria : Stato + Istituzioni scolastiche autonome ;Servizi per il lavoro : Enti locali(Province)+Regioni

• Fonte Libro Bianco del Welfare 2003

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Caratteri del welfare italiano

• Scelta storica del modello bismarckiano :concentrazione sulla previdenza, centralizzazione delle politiche pensionistiche, ruolo dei sindacati

• Fratture : anziani vs. giovani ; inclusi garantiti nel mercato del lavoro vs. marginali o esclusi del mercato del lavoro; ruoli famigliari vs. ruoli lavorativi delle donne

• Inadeguata amministrazione orientata alla produzione di prestazioni, debolezza di strutture professionali di civil service

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Previdenza(Italia)

• La previdenza copre 4 grandi rischi del lavoro(infortuni; invalidità; vecchiaia;disoccupazione involontaria) e 3 segmenti del ciclo di lavoro( normale; durante crisi e perdita di occupazione; in uscita dal mercato di lavoro )

• 1895 Testo Unico delle Pensioni per i dipendenti dello stato

• 1898 Prima assicurazione obbligatoria (infortuni) per gli operai dell’industria

• 1910 Indennità di maternità per lavoratrici dell’industria

• 1919 Cassa Nazionale delle Assicurazioni sociali obbligatorie

• Anni Trenta: Enti pubblici di previdenza (per dipendenti pubblici -per dipendenti privati INFPS)

• 1934 Introduzione degli assegni famigliari per i lavoratori dipendenti

• Anni 50-60 Fondi pensione dei lavoratori autonomi presso l’INPS

• 1969 Riforma INPS , con definitivo passaggio al sistema a ripartizione e aggancio pensioni salari; pensione sociale per anziani poveri

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Funzioni della previdenza

• Fornisce: pensioni contributive ai ritirati dal lavoro (invalidità; vecchiaia/anzianità, premorienza/-superstiti );pensioni indennitarie( a seguito di infortuni e malattie professionali); ammortizzatori sociali (Cassa integrazione guadagni, indennità di mobilità, di disoccupazione)

• Il finanziamento della previdenza obbligatoria avviene a ripartizione(non più a capitalizzazione, come all’ inizio ); il calcolo delle prestazioni (dopo il 1995,L.335) è basato sui contributi versati contributivo) non più sulle retribuzioni percepite( retributivo)

• La previdenza integrativa(complementare) consiste in fondi pensione volontari a capitalizzazione. Comprende fondi aziendali ; dopo la L.335/95 fondi contrattuali “chiusi”: a gestione mista aziende sindacati; fondi aperti (ad adesione individuale).

• Aderivano ai fondi (giugno 2004) : 673.000 a fondi aziendali, 1.059. 000 a fondi chiusi, 371.000 a fondi aperti .Per i lavoratori privati è prevista dal 2007 (su base di opzione volontaria) la eventuale destinazione del Trattamento di fine rapporto al finanziamento dei fondi pensione

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Enti e fondi

• Esistono fondi previdenziali per : dipendenti privati(FPLD-INPS),lavoratori autonomi(INPS),lavoratori pubblici(INPDAP), lavoratori atipici(INPS) , professionisti(Casse proprie), altri fondi .

• INPS : fondato nel 1933 sulla architrave della Cassa di previdenza degli operai, risalente al 1919. Nel 2006 ha quasi 21 milioni di iscritti(di cui 12,6 lavoratori dipendenti, iscritti alla Assicurazione Generale Obbligatoria, e 4,3 autonomi) Nel Nel 2004 ha pagato 14,1 mln di pensioni previdenziali .l’Inps paga anche prestazioni assistenziali(assegno sociale, di invalidità civile)

• INPDAP: istituito nel 1994(DLgs 479)assorbe Enpas, Inadel EnpdepCasse del MinTesoro. Fornisce ai dipendenti pubblici pensioni,tfr, e anche crediti e prestazioni assistenziali .Nel 2004 ha pagato 2,4 mln di pensioni previdenziali.

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Grandezze

• Nel 2002 erano pagate in Italia 21,6 milioni di prestazioni di tipo pensionistico a 16,4 milioni di individui . Le prestazioni erano :

• a) previdenziali: 18,3 mln- di cui Vecchiaia/anzianità 14,7 mln. Superstiti 1,0, Invalidità lavorativa 2,5;

• b) assistenziali : Assegni sociali 0,6 Invalidità civile 1,7 ;

• c) indennitarie 1,1 mln.

• Le pensioni contributive basse ricevono la cd. “ integrazione al minimo”fino ad un trattamento stabilito per legge (per il 2007 436,14 euro/mese; 559,91 per chi ha superato i 70 anni ed ha bassi redditi). Gli importi degli assegni sociali per il 2007 sono 389,36 euro/mese

• I trattamenti previdenziali di anzianità ottenuti con 40 anni di contributi o 35-37 annualità e 57-58 anni di età erano (2003) 2,3 milioni di cui 55% da Inps, 33% da Inpdap, 12% da altri 1995. Una legge del 2004 ha consentito di posticipare l’uscita per anzianità con la concessione di un bonus incentivante

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Interventi di sostenibilità

• La sostenibilità di un Fondo è data dall’ equilibrio entrate/ prestazioni. Le entrate dipendono dal numero degli iscritti attivi e dal livello medio dei contributi(aliquota contributiva). Le spese per prestazioni dipendono dal numero dei percettori, dalla speranza di vita,dal livello medio delle prestazioni

• Interventi: - generalizzazione del calcolo contributivo(che diminuisce gli importi)

• variazione dei coefficienti in relazione all’età di pensionamento

• innalzamento graduale dell’ età minima per la pensione di vecchiaia

• Disincentivo/incentivo alla pensione di anzianità

• Vincoli alla pensione di anzianità in relazione ad età anagrafica, anzianità contributiva o entrambi(le quote:95,96 ecc.)

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Lo schema dei pilastri

• La diversità dei sistemi nazionali di previdenza è data i) dai pilastri presenti ii)dal peso rispettivo di ciascun pilastro nel determinare il reddito degli anziani ritirati dal lavoro

• Primo pilastro: a totale copertura pubblica

• I.1 old age pension (reddito di cittadinanza per anziani; esiste in alcuni paesi europei, è di importo modesto)

• I.2 previdenza obbligatoria di categoria a ripartizione

• Secondo pilastro: Fondi pensione a capitalizzazione, a base volontaria, finanziati da imprese e lavoratori, regolati e vigilati dallo stato

• II.1 previdenza integrativa II.2 previdenza complementare

• Terzo pilastro: fondi di assicurazione individuale

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La sanità

• All’ Unità: Ospedali a gestione varia(comunale, religiosa, poi IPAB); medicina per i poveri(condotte mediche)

• 1888 Legge di igiene e sanità pubblica

• Primo Novecento : sviluppo della medicina di mercato e delle mutue assicurative (aziendali, di categoria)

• 1948 unificazione delle mutue dei dipendenti privati nell’ INAM

• 1968 Ospedali diventano enti pubblici

• 1974 soppressione delle Mutue. Competenze di sanità alle Regioni

• 1978 L.180,L.194 e L.833 Istituzione del Servizio sanitario nazionale. Basato su tre livelli istituzionali(Stato Regione Comune-USL)e sulla titolarità per cittadinanza e residenza

• 1992 Seconda riforma del SSN(aziendalizzazione)

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Il SSN

• Sono istituite le Unità sanitarie locali(670 in Italia), attraverso di i esse i Comuni - singoli o associati- gestivano le prestazioni sanitarie

• La seconda riforma del 1992 (D.Lgs.502) esclude i Comuni dalla gestione diretta ed introduce due tipi di Aziende sanitarie , locali(ASL)e ospedaliere(ASO), che fanno capo alle Regioni

• Principi del nuovo assetto sono: dirigenza monocratica di nomina regionale; economicità di gestione; tariffazione delle prestazioni per tipo di trattamento; accreditamento dei fornitori privati

• Il SSN è finanziato dal Fondo sanitario nazionale, alimentato con Irap a base regionale(52%),tassazione (39%), fondi delle Regioni (5%) ticket degli utenti( 3,5%) (dati dei primi anni 2000)

• Dagli anni 90, stabile la spesa sanitaria pubblica sul Pil(ca. 6%), aumenta il ricorso all’ offerta delle strutture accreditate.Le Regioni diversificano l’offerta (variazioni della spesa pro-capite diversità dei modelli organizzativi (Lombardia vs.Toscana)

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L’assistenza sociale

• Tradizione di assistenza ai poveri e bisognosi su base locale, religiosa,di mutuo soccorso;nel 1859 Congregazioni di Carità(comitati di beneficienzapubblica presso i Comuni)

• 1890 Legge Crispi(obbligo per domicilio di soccorso;Istituzioni pubbliche di beneficienza, poi chiamate (dal 1926 ) Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza(IPAB)

• 1937 Enti comunali di assistenza (al posto delle vecchie Congregazioni di carità)

• Anni 50-60 Enti nazionali di assistenza per categorie di assistiti

• 1977, dpr 616: le prestazioni dei servizi sociali e socioassistenziali sono attribuite a Regioni e Comuni

• Negli anni Settanta-Ottanta emerge una nuova cultura dei servizi : interventi a base locale, chiusura delle istituzioni di ricovero, servizi territoriali e domiciliari ,prevenzione dei rischi sociali, integrazione fra assistenza e sanità in una concezione complessiva di salute e benessere

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L’assetto istituzionale dei servizi

• Negli anni 80 i servizi sanitari sono affidati alle USL, gliinterventi e i servizi socioassistenziali variamente ripartiti - in base alle leggi regionali- tra Usl e Comuni.

• La L.142 del 1990 conferma i servizi sociali alla competenza dei Comuni

• Dopo il 1992 i servizi sanitari passano alla diretta competenza delle Regioni tramite le aziende sanitarie regionali.

• La bipartizione tutela della salute / servizi sociali viene ribadita dal D.Lgs.112/98

• La legge 328/2000 affida alle Regioni il compito di pianificare il sistema regionale di interventi e servizi sociali, in coerenza con le altre materie di competenza regionale( sanità,formazione casa ecc.)

Page 31: POLITICA SOCIALE - cittastudi.org · nell’ assolutismo del XVII e XVIII secolo, lo stato di diritto si compie nell’ 800 e ‘900 con l’attribuzione di pari diritti civili politici

La casa

• In Italia 18 milioni di famiglie(su 22,5 ) sono proprietarie della casa dove abitano

• 2,9 milioni di abitazioni sono in proprietà “non prima casa” delle famiglie (usate per seconda casa, date in affitto, lasciate inoccupate)

• Circa 4 milioni di famiglie affittano da proprietari(famiglie esocietà )

• La politica sociale della casa (costruzione assegnazione gestione) èdi competenza delle Regioni e delle loro Aziende (ex IACP)

• Il parco di edilizia residenziale pubblica incide per circa il 5% sullo stock totale