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POLITICA INDUSTRIALE - POLITICA DEI TRASPORTI

SOMMARIO

3.1. Settore tessile: 3.1.1 Parere favorevole del Parlamento su un sistema più trasparente di etichettatura dei prodotti

tessili. 3.2. Settore dei trasporti: 3.2.1 Accordo su un orientamento generale sulla direttiva per uno spazio

ferroviario unico europeo al Consiglio Trasporti di metà giugno; 3.2.2 Verso una nuova posizione del Parlamento

sull’introduzione degli scanners corporali negli aeroporti europei; 3.2.3 Stabilita ad ottobre la data per il lancio dei

primi due satelliti del sistema Galileo. 3.3. Settore automobilistico: 3.3.1 Il Parlamento approva il compromesso sul

dossier Eurobollo; 3.3.2 Pubblicato il regolamento relativo all’attuazione dell’omologazione dei veicoli “Euro VI”.

3.4. Settore delle telecomunicazioni, dell’elettronica e dell’informatica: 3.4.1 Il Consiglio Telecomunicazioni di

fine maggio proroga di un anno il mandato dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione. Altri

risultati; 3.4.2 Quadro di valutazione generale della Commissione sui progressi verso la realizzazione dell’Agenda

digitale europea; 3.4.3 Dal 1º luglio in vigore una nuova riduzione nelle tariffe roaming; 3.4.4 L’Unione sostiene la

ricerca fotonica per accelerare i collegamenti a banda larga ad alta velocità. 3.5. Ricerca: 3.5.1 Il Consiglio Ricerca

di fine maggio adotta conclusioni sullo Spazio europeo della ricerca mentre permangono contrasti sul futuro del

programma di ricerca Euratom; 3.5.2 Il Parlamento chiede nuove misure di semplificazione per l’attuazione del

Settimo programma quadro; 3.5.3 Brevetto europeo: Italia e Spagna annunciano il ricorso al Tribunale dell’UE contro

la cooperazione rafforzata; 3.5.4 La Commissione intende promuovere la ricerca nel settore delle tecnologie abilitanti

fondamentali (KETs); 3.5.5 Diffusa la relazione 2011 sulla competitività dell’Unione dell’innnovazione.. 3.6.

Piccole e medie imprese: 3.6.1 Il Consiglio Competitività di fine maggio semplifica gli obblighi in materia di

informazione delle imprese con meno di dieci addetti; 3.6.2 La Corte dei Conti traccia un’analisi dell’efficacia dello

strumento relativo alle garanzie per le piccole e medie imprese. 3.7. Segnalazioni.

3.1. SETTORE TESSILE

3.1.1 PARERE FAVOREVOLE DEL PARLAMENTO SU UN SISTEMA PIU’ TRASPARENTE DI

ETICHETTATURA DEI PRODOTTI TESSILI

Prosegue l’iter del nuovo regolamento per un’etichettatura più trasparente dei prodotti tessili. Il Parlamento ha

approvato il compromesso raggiunto dal Consiglio in seconda lettura ad aprile. Le etichette dei prodotti tessili

dovranno pertanto indicare con chiarezza se sono composte da parti di pelle o pelliccia di origine animale. Si tratta di

una informazione particolarmente importante per il consumatore che può cosí evitare reazioni allergiche. Entro il

2013, la Commissione è poi incaricata di verificare il nesso di causalità tra determinate sostanze chimiche (coloranti,

biocidi, ecc.) ed eventualmente avanzare proposte legislative. La Commissione dovrà inoltre approfondire

l’opportunità di un sistema di etichettatura che imponga l’indicazione “made in” per i prodotti fabbricati fuori

dall’Unione europea e l’utilizzo di nuove tecnologie (microcircuiti o rilevatori per radiofrequenze) a completamento

dell’etichetta tradizionale.

Le nuove disposizioni sull’utilizzo di pelle e pellicce animali entreranno in vigore dopo un periodo di transizione di

due anni e mezzo.

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3.2. SETTORE DEI TRASPORTI

3.2.1 ACCORDO SU UN ORIENTAMENTO GENERALE SULLA DIRETTIVA PER UNO SPAZIO

FERROVIARIO UNICO EUROPEO AL CONSIGLIO TRASPORTI DI META’ GIUGNO

Si è svolto a metà giugno il Consiglio Trasporti. Tra i principali risultati segnaliamo il raggiungimento di un accordo

per un orientamento generale su un progetto di direttiva relativo alla realizzazione di uno spazio ferroviario unico

europeo. Si tratta di una rifusione del quadro regolamentare stabilito dal “primo pacchetto ferroviario” del 2001.

L’obiettivo è quello di procedere ad una semplificazione e chiarificazione di tale quadro per migliorare le condizioni

d’investimento, stimolare la crescita e rafforzare la sorveglianza del mercato ferroviario.

Il Consiglio ha poi raggiunto un accordo per un orientamento generale su un altro dossier: la modifica del

regolamento relativo all’Agenzia europea per la sicurezza marittima, con lo scopo di rafforzare le sue competenze in

materia di lotta contro l’inquinamento da idrocarburi delle installazioni offshore e precisare la sua struttura.

Durante la sessione, le delegazioni hanno espresso il loro parere sul Libro bianco della Commissione sulla politica

europea in materia di trasporti fino al 2050 (cfr. Euroregione di Aprile 2011, punto 3.1.1); le discussioni sono state

incentrate sugli obiettivi e sulla strategia delineata dal documento.

Il Consiglio ha anche adottato conclusioni in materia di trasporti per vie navigabili interne ed ha autorizzato la firma

di un accordo con il Brasile in materia di trasporto aereo; ha dato mandato alla Commissione per aprire dei negoziati

con la Moldavia in questo settore. Ancora in materia di trasporto ferroviario, i ministri hanno autorizzato la firma di

un accordo con l’Organizzazione internazionale per i trasporti internazionali ferroviari per l’adesione alla

Convenzione relativa ai trasporti internazionali ferroviari che si propone di favorire e migliorare i collegamenti nel

trasporto ferroviario tra i diversi Paesi.

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3.2.2 VERSO UNA NUOVA POSIZIONE DEL PARLAMENTO SULL’INTRODUZIONE DEGLI SCANNERS

CORPORALI NEGLI AEROPORTI EUROPEI

Il Parlamento europeo sembra essere orientato a modificare la posizione critica che, fin dal 2008, ha tenuto in materia

di utilizzo di scanner corporali negli aeroporti. E’ quanto emerge da una relazione approvata dalla commissione

trasporti e turismo alla fine di maggio. La relazione evidenzia come l’evoluzione nella tecnologia assicuri che l’uso di

questi strumenti non rappresenti più un pericolo per la salute e la privacy dei passeggeri.

Secondo la Commissione, infatti, devono essere vietati gli strumenti che utilizzano raggi X ed utilizzati quelli che

evidenziano immagini relative ai soli oggetti potenzialmente pericolosi. Per il Parlamento, tuttavia, l’uso di scanner

corporali deve restare facoltativo sia per gli Stati, sia per passeggeri che devono poter scegliere se sottoporsi oppure

essere oggetto di altre procedure di controllo quali le perquisizioni. La relazione chiede, infine, alla Commissione di

chiarire la situazione relativa al trasporto di liquidi nei bagagli a mano (cfr. lo scorso numero di Euroregione, punto

3.1.2), dichiarandosi però favorevole all’eliminazione delle restrizioni entro il 2013 e sollecitando una proposta

legislativa in tale ambito.

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3.2.3 STABILITA AD OTTOBRE LA DATA PER IL LANCIO DEI PRIMI DUE SATELLITI DEL SISTEMA

GALILEO

La Commissione europea ha annunciato che il prossimo 20 ottobre sarà effettuato il lancio dei primi due satelliti

operativi del sistema globale di navigazione satellitare dell’Unione europea, Galileo. A tali lanci ne seguiranno altri,

sempre dal centro di lancio europeo stabilito a Kouros, nella Guiana Francese. I satelliti Galileo saranno posizionati

ad un’altitudine di 23.600 Km e potranno essere utilizzati per l’erogazione di alcuni servizi di navigazione satellitare

nel 2014; la costellazione sarà completata entro il 2019.

Come ricorda il comunicato stampa della Commissione n. IP/11/627, il programma Galileo è un’iniziativa europea

finalizzata alla realizzazione di un moderno sistema di navigazione satellitare globale, che fornisce un servizio di

posizionamento globale garantito e altamente accurato, sotto il controllo civile. La decisione di fissare la data del

primo lancio segue una valutazione dettagliata presieduta dall’Agenzia Spaziale Europea. L’Agenzia ha concluso che,

sia le componenti spaziali e terrestri che la preparazione operativa, stanno procedendo secondo il calendario previsto.

Galileo sosterrà numerose aree dell’economia Europea attraverso i suoi servizi: reti elettriche, società di gestione di

flotte, transazioni finanziarie, industria navale, operazioni di soccorso, missione di pace; tutti settori che dipendono

fortemente dalle tecnologie di navigazione satellitare.

Galileo garantisce, inoltre, all’Europa un’indipendenza strategica in una tecnologia sempre più essenziale per settori

chiave quali la distribuzione di energia o le telecomunicazioni. Galileo dovrebbe portare a un incremento

dell’economia europea pari a 60 miliardi di euro in un periodo di 20 anni, sia in termini di ricavi aggiuntivi per

l’industria che di utilità pubblica e sociale, senza contare il valore inestimabile della nostra indipendenza.

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3.3. SETTORE AUTOMOBILISTICO

3.3.1 IL PARLAMENTO APPROVA IL COMPROMESSO SUL DOSSIER EUROBOLLO

Nella sessione di giugno, il Parlamento europeo ha approvato il compromesso sulla tassazione del trasporto su strada

(Eurobollo). Condividendo l’accordo informale raggiunto nell’ambito del Consiglio a fine maggio ed in via di

elaborazione definitiva, il Parlamento si è pronunciato a favore di un sistema di pedaggi le cui entrate saranno

destinate a finanziare nuovi sistemi di trasporto più efficienti e meno inquinanti.

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Una parte del pedaggio per l’utilizzazione delle infrastrutture, infatti, dovrà essere impiegata per sostenere i costi

esterni per lottare contro i diversi tipi di inquinamento; tale quota dovrà essere almeno del 15%. La direttiva

riguarderà gli autoveicoli pesanti (oltre le 3,5 tonnellate); eventuali deroghe dovranno essere comunicate alla

Commissione. La nuova normativa accentua la trasparenza sull’impiego delle entrate dei pedaggi: allo Stato sarà

richiesto di comunicare periodicamente alla Commissione le tariffe applicate e l’investimento delle entrate. Sono

previste maggiorazioni nei pedaggi in zone particolarmente congestionate e per le ore di punta. I camion EURO V

non pagheranno la parte di tariffa relativa all’inquinamento atmosferico fino al 1º gennaio 2014, quelli EURO VI

beneficeranno di tale riduzione fino al 1º gennaio 2018. Nelle zone sensibili e montagnose, sono previste quote

addizionali per le tariffe relative ai veicoli fino a EURO III.

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3.3.2 PUBBLICATO IL REGOLAMENTO RELATIVO ALL’ATTUAZIONE DELL’OMOLOGAZIONE DEI

VEICOLI “EURO VI”

Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea n. L 167 del 25 giugno 2011 è stato pubblicato il regolamento della

Commissione n. 582/2011 recante attuazione e modifica del regolamento (CE) n. 595/2009 del Parlamento europeo e

del Consiglio per quanto riguarda le emissioni dei veicoli pesanti (Euro VI) e recante modifica degli allegati I e III

della direttiva 2007/46/CE.

Il nuovo regolamento intende definire le prescrizioni tecniche necessarie per l’omologazione dei veicoli e dei motori

conformi alle specifiche Euro VI.

Si ricordi che il regolamento (CE) n. 595/2009 impone il rispetto di nuovi limiti di emissione per i veicoli pesanti e i

motori nuovi e stabilisce nuovi obblighi in materia di accesso alle informazioni. Le prescrizioni tecniche si applicano

a decorrere dal 31 dicembre 2012 per l’omologazione di nuovi tipi di veicoli e dal 31 dicembre 2013 per tutti i nuovi

veicoli.

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3.4. SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI, DELL’ELETTRONICA E DELL’INFORMATICA

3.4.1 IL CONSIGLIO TELECOMUNICAZIONI DI FINE MAGGIO PROROGA DI UN ANNO IL MANDATO

DELL’AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA DELLE RETI E DELL’INFORMAZIONE. ALTRI

RISULTATI

Si è svolto a fine maggio il Consiglio Telecomunicazioni. Tra i principali risultati segnaliamo la proroga di un anno

del mandato dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione. Sono state poi, adottate delle

conclusioni sul piano d’azione per l’e-government 2011-2015 e sulla conferenza mondiale delle radiocomunicazioni

del 2012. Nella sessione è stata anche adottata una direttiva relativa alle sostanze pericolose nelle apparecchiature

elettriche ed elettroniche.

Dal comunicato stampa del Consiglio n. 10494/11 riportiamo qui di seguito una sintesi dei lavori.

Primo programma relativo alla politica in materia di spettro radio

In una seduta pubblica, il Consiglio ha preso atto della relazione della presidenza sullo stato dei lavori per quanto

riguarda la proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce il primo programma relativo

alla politica in materia di spettro radio (RSPP).

La presidenza ha presentato ai ministri una relazione sullo stato dei lavori, con l’obiettivo di informarli dei progressi

compiuti durante la presidenza ungherese. La relazione individua le principali aree in cui il Consiglio ha raggiunto un

livello elevato di accordo ed evidenzia una serie di questioni sulle quali esiste un accordo di principio, ma la cui

discussione proseguirà probabilmente in seno al Consiglio e nelle prossime trattative con il Parlamento europeo, che

ha adottato la prima lettura all’inizio di maggio 2011.

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I lavori degli organi preparatori del Consiglio si sono incentrati in particolare sulle seguenti questioni: obiettivo e

campo di applicazione, principi normativi generali e obiettivi strategici, miglioramento dell’efficienza e della

flessibilità, concorrenza, spettro per la banda larga senza fili, esigenze in materia di spettro delle politiche specifiche

dell’UE, inventario dello spettro radio e trattative internazionali.

La Commissione ha presentato la sua proposta nel settembre 2010, nell’ambito del “pacchetto banda larga” inteso ad

aiutare l’UE a realizzare gli impegni, da essa assunti con l’agenda digitale europea di fornire a tutti gli europei un

accesso alla banda larga di base entro il 2013 e alla banda larga veloce e superveloce entro il 2020. La proposta RSPP

mira a istituire un programma strategico quinquennale per promuovere una gestione efficiente dello spettro radio e, in

particolare, garantire che sia reso disponibile uno spettro radio sufficiente per la banda larga senza fili, che

contribuirà a portare collegamenti veloci a persone in zone remote e a rendere disponibili servizi innovativi nell’UE.

I lavori su questo fascicolo proseguiranno durante la presidenza polacca.

Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione

In una seduta pubblica, il Consiglio ha adottato un regolamento che proroga il mandato attuale dell’Agenzia europea

per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA) di ulteriori 18 mesi, fino al 13 settembre 2013. Ha preso

inoltre atto della relazione sullo stato dei lavori per quanto riguarda il progetto di regolamento che definisce un nuovo

mandato per un’ENISA rinnovata.

La proposta relativa alla durata del mandato dell’ENISA modifica il regolamento n. 460/2004 in vigore. La sua

proroga contribuirebbe a evitare un vuoto legislativo qualora il nuovo mandato dell’Agenzia non fosse adottato prima

della scadenza del mandato attuale.

La relazione della presidenza sullo stato dei lavori per quanto riguarda la proposta di rinnovamento dell’ENISA

presenta i lavori svolti su questo fascicolo durante la presidenza ungherese. La relazione individua le principali aree

di accordo, in particolare sulle seguenti questioni:

un elenco dei compiti chiaro in grado di consentire all’agenzia di concentrarsi efficacemente sulle sue

attività centrali in cui non dovrebbero essere inclusi compiti operativi;

per quanto riguarda la criminalità informatica, un accordo in linea di principio sulla necessità che l’ENISA

instauri rapporti e scambi conoscenze e buone pratiche con gli organismi dell’UE e fornisca consulenze sugli

aspetti della sicurezza delle reti e dell’informazione che potrebbero avere un impatto sulle loro attività;

la struttura e il ruolo dei suoi organi, per esempio un maggiore coinvolgimento del consiglio di

amministrazione nella pianificazione delle principali attività, priorità e obiettivi; il posto di direttore

esecutivo dovrebbe essere oggetto di un concorso pubblico;

la pianificazione dei suoi lavori e del suo funzionamento.

Nel corso della discussione i ministri hanno trattato in particolare la questione della durata del mandato dell’agenzia.

I lavori su questo fascicolo proseguiranno durante la presidenza polacca.

Protezione delle infrastrutture critiche informatizzate

Il Consiglio ha proceduto a uno scambio di opinioni sulla protezione delle infrastrutture critiche informatizzate (CIIP)

quale follow-up della conferenza ministeriale organizzata dalla presidenza e svoltasi a Balatonfüred il 14 e 15 aprile

2011. Il Consiglio ha adottato delle conclusioni.

La comunicazione della Commissione relativa alla protezione delle infrastrutture critiche informatizzate è stata

adottata il 31 marzo 2011. La comunicazione riepiloga i risultati raggiunti dopo l’adozione del piano d’azione CIIP

nel 2009, istituito per rafforzare la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture TIC. Essa illustra le prossime tappe di

azione a livello di UE e internazionale. La sicurezza informatica e la protezione delle infrastrutture critiche

informatizzate sono fondamentali per consolidare la fiducia degli individui e delle imprese nella rete internet e nelle

altre reti e sono una priorità fondamentale dell’agenda digitale europea.

Le conclusioni accolgono favorevolmente la comunicazione della Commissione. Esse sottolineano l’importanza dello

sviluppo di Computer Emergency Response Teams (CERT – squadre di pronto intervento informatico) a livello

nazionale/governativo e l’elaborazione di piani di emergenza nazionali in caso di incidenti informatici, nonché

l’organizzazione di esercitazioni nazionali nel settore informatico.

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Riguardo alla cooperazione europea, le conclusioni si soffermano sull’esigenza di rafforzare la cooperazione tra Stati

membri e contribuire all’elaborazione di meccanismi europei di cooperazione in caso di incidenti informatici,

organizzando esercitazioni pan-europee ed incoraggiando il dialogo su questioni attinenti alla sicurezza delle TIC. Gli

sforzi degli Stati membri nell’ambito dei consessi internazionali sono molto importanti. Al fine di rafforzare la

cooperazione internazionale nel settore della sicurezza delle reti e dell’informazione a livello mondiale e di istituire

partenariati strategici internazionali a livello bilaterale e multilaterale, gli Stati membri e la Commissione sono invitati

ad operare in stretto coordinamento.

Le conclusioni invitano l’ENISA a sostenere attivamente gli Stati membri nei loro sforzi volti allo sviluppo delle

capacità nazionali e alla reciproca cooperazione. In tale contesto, gli Stati membri sottolineano l’importanza di un

ammodernamento rapido ed appropriato dell’ENISA. Infine, i soggetti interessati sono invitati ad avviare,

promuovere e partecipare ad azioni volte e rafforzare la sicurezza delle reti e dell’informazione e a incentivare la

sicurezza e la fiducia degli utenti nelle reti e nei servizi di comunicazione elettronica.

Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni del 2012

Il Consiglio ha adottato conclusioni relative alla conferenza mondiale delle radiocomunicazioni del 2012 (WRC-12)

dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni.

La conferenza si svolgerà a Ginevra dal 23 gennaio al 17 febbraio 2012. Il suo obiettivo è decidere in che modo le

onde radio sono definite, attribuite e utilizzate senza interferenze dannose tra i vari servizi senza fili del mondo, quali

la banda larga senza fili, i sistemi di navigazione aerea, la ritrasmissione elettronica di informazioni, ecc. La

Commissione ha adottato la sua comunicazione su tale argomento nell’aprile 2011.

Le conclusioni accolgono con favore questa comunicazione della Commissione e ricordano in che modo l’UE si

prepara e negozia in tali conferenze. Inoltre le conclusioni sostengono gli obiettivi da conseguire in vista della

proficua attuazione delle pertinenti politiche dell’UE, che si fondano sulla disponibilità di spettro radio. Questi

obiettivi strategici si riferiscono in particolare ai seguenti settori: il dividendo digitale, le apparecchiature a corto

raggio, i sistemi di gestione del traffico aereo, i servizi di radiodiffusione satellitare, la software-defined radio e le

radio cognitive, la ritrasmissione elettronica di informazioni, i servizi scientifici e le esigenze di spettro radio per

sistemi quali Galileo. Le conclusioni invitano gli Stati membri a cercare di realizzare tali obiettivi nei negoziati e

invitano la Commissione a riferire tempestivamente sui risultati.

Piano d’azione europeo per l’eGovernment

Il Consiglio ha adottato conclusioni sul piano d’azione per l’e-government 2011-2015.

Le conclusioni accolgono con favore il piano d’azione per l’e-government 2011-2015 presentato nella comunicazione

della Commissione, adottata nel dicembre 2010 e illustrano i punti che a parere del Consiglio sono rilevanti. Il piano

d’azione è volto a promuovere l’avvio di servizi di e-government ai livelli locale, regionale e di UE. Esso promuove

la prestazione di una nuova generazione di questi servizi al fine di massimizzare la natura complementare degli

strumenti politici nazionali e dell’Unione. Un’azione congiunta per l’e-Government contribuirà a superare la crisi

economica attraverso un uso più efficiente delle risorse pubbliche e la riduzione della spesa pubblica.

Le conclusioni riconoscono in particolare l’esigenza di servizi di amministrazione digitale aperti, flessibili e

collaborativi concepiti e realizzati per apportare benefici e rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese. Esse

invitano gli Stati membri ad adottare misure per aumentare l’uso dei servizi di eGovernment, al 50% da parte dei

cittadini dell’UE e all’80% da parte delle imprese entro il 2015, specialmente tramite lo sviluppo e il miglioramento

dei servizi di eGovernment, nonché sensibilizzando i cittadini dell’UE e rafforzando la loro fiducia nei servizi di e-

Government. Inoltre gli Stati membri sono invitati a rafforzare la sicurezza, la riservatezza e la fiducia in questi

servizi applicando soluzioni di identificazione elettronica reciprocamente riconosciute. Gli Stati membri sono altresí

invitati ad assicurare la formazione professionale per i funzionari pubblici nazionali con l’obiettivo di migliorare le

loro competenze elettroniche per l’uso degli strumenti di eGovernment al fine di migliorare i servizi pubblici e ridurre

gli oneri amministrativi.

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3.4.2 QUADRO DI VALUTAZIONE GENERALE DELLA COMMISSIONE SUI PROGRESSI VERSO LA

REALIZZAZIONE DELL’AGENDA DIGITALE EUROPEA

La Commissione ha diffuso un quadro di valutazione sui progressi dell’Unione europea e degli Stati membri

nell’attuazione degli obiettivi stabiliti nell’ambito dell’Agenda digitale europea, ad un anno dal suo avvio. Il bilancio

tratteggiato è positivo sebbene in alcuni settori si rilevano ritardi e resistenze. Si ricordi che l’Agenda digitale

comprende 101 azioni specifiche (78 a carico della Commissione tra le quali 31 sono proposte legislative e 23 a

carico degli Stati membri); tali misure supporteranno gli investimenti nelle tecnologie digitali e nel loro uso.

Dal comunicato stampa della Commissione n. IP/11/663 riportiamo qui di seguito una sintesi dei risultati.

Secondo il quadro di valutazione i progressi compiuti sono positivi per:

- Uso regolare di internet: si è assistito a un rapido incremento fino a toccare il 65% della popolazione

dell’UE (l’obiettivo è raggiungere il 75% entro il 2015). L’uso di internet si sta diffondendo anche tra le

fasce più svantaggiate, come le persone meno istruite e i più anziani (dal 42% al 48%), il che lascia ben

sperare nel raggiungimento dell’obiettivo del 60% entro il 2015. La percentuale di coloro che non usano

internet è scesa dal 30% al 26%.

- Acquisti online: il 40% dei cittadini dell’UE fa acquisti online, compreso il 57% di tutti gli utenti di

internet. Oltre la metà della popolazione di 8 Stati membri compra online.

- Pubblica amministrazione in linea (eGovernment): il 41% dei cittadini si avvale di servizi della pubblica

amministrazione in linea e la metà di loro ha completato e rinviato all’amministrazione moduli online. Il

piano d’azione e-Government contribuirà a realizzare l’obiettivo di arrivare, nel 2015, a una percentuale del

50% dei cittadini e dell’80% delle imprese che si avvalgono dei servizi dell’amministrazione pubblica in

linea.

- Promozione dell’illuminazione a basso consumo energetico: la tecnologia avanzata nota come Solid State

Lighting (SSL) ha conquistato una quota di mercato del 6,2% nel 2010 (un notevole aumento rispetto

all’1,7% del 2009) e ha permesso di progredire decisamente verso l’obiettivo di riduzione dei consumi

energetici per l’illuminazione del 20% entro il 2020.

Si osservano progressi modesti per:

- Disponibilità e uso effettivo della banda larga: la banda larga di base è sempre più accessibile anche nelle

zone remote, ma l’effettiva diffusione e utilizzazione della banda larga superveloce si concentrano

attualmente solo in poche zone, soprattutto urbane. La Commissione sta lavorando con gli Stati membri per

realizzare concretamente l’obiettivo di dare accesso alla banda larga di base a ciascun cittadino dell’Unione

entro il 2013 ed entro il 2020 alla banda larga veloce e ultraveloce.

Si osservano progressi insufficienti per:

- Commercio elettronico transfrontaliero: nel 2010 è passato solo dall’8,1% all’8,8%. L’obiettivo

dell’Agenda digitale è che entro il 2015 il 20% dei cittadini facciano acquisti online transnazionali. La

Commissione intende analizzare questo ed altri ostacoli allo sviluppo del mercato unico digitale in una

comunicazione che elaborerà prossimamente sulla direttiva eCommerce.

- Presenza online delle piccole e medie imprese (PMI): il 26% delle PMI compra online (percentuale in

aumento), ma solo il 13% vende online (aumento di due punti rispetto all’anno scorso).

- Prezzi del roaming: sono scesi di 1,5 eurocent nel 2010, ma continuano ad essere tre volte più cari delle

chiamate nazionali. L’obiettivo dell’Agenda digitale è raggiungere la parità dei prezzi tra chiamate nazionali

e in roaming entro il 2015 nell’UE.

- Investimenti pubblici nella R&S sulle TIC: la spesa pubblica non ha superato la soglia dei 5,7 miliardi di

euro dello scorso anno; per raggiungere l’obiettivo del raddoppio a 11 miliardi entro il 2020 sarà necessario

un incremento annuo di tale spesa del 6%.

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Nel complesso i progressi compiuti nella realizzazione delle 101 azioni dell’Agenda digitale sono buoni; è stato

portato a termine quasi il 10% delle azioni, l’80% è in corso e si osservano ritardi per il 10%.

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3.4.3 DAL 1º LUGLIO IN VIGORE UNA NUOVA RIDUZIONE NELLE TARIFFE ROAMING

Come ampiamente riportato dalla stampa quotidiana, a partire dal 1º luglio 2011 la Commissione ha imposto

un’ulteriore riduzione per le chiamate in roaming, secondo quanto stabilito dalla normativa dell’Unione europea del

2007 e modificata nel 2009. Tale normativa, tuttavia, non ha risolto la mancanza di concorrenza nei servizi di

roaming e la Commissione rileva come i prezzi continuino a rimanere vicini ai limiti massimi al dettaglio. Ci sarà

pertanto la necessità di un nuovo intervento legislativo per raggiungere l’obiettivo di annullare, o quasi, la differenza

tra le tariffe in roaming e quelle nazionali; le nuove misure dovranno incidere sui problemi strutturali del settore.

Dal comunicato stampa della Commissione n. IP/11/814 ecco il dettaglio delle tariffe attuali.

Le tariffe massime al dettaglio (IVA esclusa) per le chiamate in roaming diminuiranno durante il periodo fra il 1º

luglio 2011 e il 30 giugno 2012 passando dagli attuali 39 centesimi a 35 centesimi al minuto per le chiamate

effettuate e da 15 centesimi a 11 centesimi al minuto per le chiamate ricevute. Per i paesi che non fanno parte della

zona euro l’importo verrà calcolato in base al tasso di cambio in vigore a parte dal 1º giugno 2011, pubblicato nella

Gazzetta ufficiale dell’UE.

Le autorità nazionali di regolamentazione delle telecomunicazioni degli Stati membri debbono garantire che gli

operatori di telefonia mobile si attengano alle nuove norme in materia di servizi di dati in roaming e rispettino i limiti

più bassi imposti ai prezzi delle chiamate vocali. In caso di problemi o dubbi sui nuovi limiti i consumatori possono

rivolgersi all’autorità nazionale di regolamentazione dello Stato membro in cui ha sede il loro operatore di telefonia

mobile.

A decorrere dal 1º luglio 2011 il limite massimo delle tariffe all’ingrosso per la trasmissione dati in roaming (tariffe

applicate dagli operatori fra loro) scenderà da 80 centesimi a 50 centesimi per megabyte. L’attuale regolamento non

fissa alcun limite per le tariffe all’ingrosso dei servizi dati.

I consumatori e gli uomini d’affari in viaggio continueranno ad essere protetti contro il rischio di bollette “shock” per

aver tele caricato dati in reti di telefonia mobile, visto che le bollette mensili relative al tele caricamento di dati sono

limitate a 50 euro a meno che il cliente accetti esplicitamente altre condizioni.

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3.4.4 L’UNIONE SOSTIENE LA RICERCA FOTONICA PER ACCELERARE I COLLEGAMENTI A BANDA

LARGA AD ALTA VELOCITA’

A fine giugno sono stati resi noti i 13 progetti incentrati sulla ricerca fotonica nel campo delle reti a fibre ottiche ad

alta velocità che hanno l’obiettivo di sviluppare tecnologie per fornire un accesso domestico a internet superveloce. I

tredici progetti costituiscono l’iniziativa Piano+, uno dei progetti ERA-NET+ del Settimo programma quadro per la

ricerca. L’investimento totale è pari a 22,3 milioni di euro nell’arco di due/tre anni. Un terzo del finanziamento è

stanziato dalla Commissione europea, la restante parte è finanziata dalle agenzie nazionali di Austria, Germania,

Israele, Polonia e Regno Unito.

Dal comunicato stampa della Commissione n. IP/11/794 riportiamo qui di seguito alcuni esempi di tali progetti.

Il progetto ADDONAS si propone di ottenere una migliore qualità per le applicazioni video mobili e real-time, come

quelle legate al cloud computing, attraverso l’ottimizzazione della tecnologia switching per i circuiti a banda larga

superveloci. Ciò consentirebbe di inviare il traffico dati solo dove necessario, alleggerendo quindi gli intasamenti che

incidono sul rendimento di un router. Contemporaneamente, questa tecnologia ridurrebbe di oltre il 50% il costo

energetico totale per operatori e utenti.

Onde consentire una trasmissione superveloce dei dati, il progetto ALOHA mira ad aggiornare la capacità di

trasmissione dei semiconduttori a banda larga (laser ottici). Scopo del progetto è migliorare il rendimento, portandolo

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a 10 Gigabit/secondo e oltre, e accelerare contemporaneamente la transizione verso l’assorbimento da parte del

mercato di componenti laser più veloci.

Il progetto TUCAN si incentra sullo sviluppo di una tecnologia a basso costo per ricetrasmittenti che utilizzano laser

sintonizzabili (cioè laser che operano su lunghezze d’onda variabili) in grado di raggiungere gli obiettivi desiderati in

termini di costi di accesso alla rete, pur contemporaneamente mantenendo prestazioni di alto livello e riducendo il

fabbisogno di energia. Le reti attuali sono state progettate per laser a lunghezza d’onda fissa, con livelli di costi

inferiori a 10 euro per laser: si tratta però di laser non adatti a gestire volumi elevati di dati (da 1 a 10

Gigabits/secondo) per utente, come invece è necessario nel caso di reti ad accesso superveloce.

Il progetto SEPIAN si concentra sullo sviluppo di componenti, moduli e sottosistemi ottici destinati a futuri prodotti

di accesso basati su tecnologia a circuiti stampati elettro-ottici embedded che ridurrebbero significativamente il

consumo di energia e aumenterebbero, invece, l’efficienza energetica e la larghezza di banda: ciò è attualmente

impossibile, perché i sistemi di accesso alla rete utilizzano cavi in rame.

***** *** *****

3.5. RICERCA

3.5.1 IL CONSIGLIO RICERCA DI FINE MAGGIO ADOTTA CONCLUSIONI SULLO SPAZIO EUROPEO

DELLA RICERCA MENTRE PERMANGONO CONTRASTI SUL FUTURO DEL PROGRAMMA DI RICERCA

EURATOM

Il Consiglio Competitività, nella composizione mercato interno, industria, ricerca e spazio, durante la sessione del 30

e 31 maggio scorsi, ha approvato conclusioni sullo sviluppo della ricerca europea in particolare quella spaziale.

Nessuna intesa è stata invece raggiunta sulla proroga di due anni, fino al 2013, del programma quadro di ricerca

nucleare, Euratom. Il Consiglio ha anche avuto uno scambio di opinioni sull’attuazione della cooperazione rafforzata

in materia di brevetto europeo (cfr. qui di seguito punto 3.5.3) svolgendo un dibattito politico soprattutto incentrato

sul futuro sistema di risoluzione delle controversie.

Dal comunicato stampa del Consiglio n. 10547/11 riportiamo un quadro dei risultati della seduta.

Strategia spaziale al servizio dei cittadini – Conclusioni del Consiglio

A seguito di una presentazione della comunicazione “Verso una strategia spaziale dell’Unione europea al servizio dei

cittadini” del commissario Antonio Tajani, il Consiglio ha proceduto ad un dibattito, adottando le seguenti

conclusioni:

(omissis)

IL CONSIGLIO IDENTIFICA LE AZIONI PRIORITARIE

- RIBADISCE che la priorità di punta dell’azione dell’Unione europea nell’ambito della politica spaziale

europea è attuare con tempestività ed efficienza i programmi faro GNSS (EGNOS e Galileo) e GMES;

- RITIENE, inoltre, che i cambiamenti climatici, la sicurezza, la competitività, l’innovazione, la ricerca e

sviluppo (R&S) nel settore spaziale e l’esplorazione dello spazio possano richiedere azioni specifiche per

conseguire gli obiettivi di questa nuova politica, in un contesto generale di rigorosa economia delle risorse;

- RICORDANDO che la governance della politica spaziale europea si basa su tre attori principali (l’UE,

l’ESA e i rispettivi Stati membri), sottolinea il fatto che il ruolo rafforzato dell’Unione nella politica spaziale

europea va di pari passo con una maggiore interazione tra questi tre attori, sulla base della complementarità

delle rispettive funzioni e responsabilità; si compiace dell’impegno della Commissione volto a rafforzare il

partenariato con gli Stati membri e a sviluppare ulteriormente la relazione UE-ESA sulla base dell’accordo

quadro UE-ESA, evitando duplicazioni superflue di attività e migliorando la complementarità degli sforzi;

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- INVITA la Commissione europea e tutti i partner interessati ad ottimizzare ulteriormente, sulla base delle

esperienze acquisite, la gestione dei presenti e futuri programmi spaziali dell’UE al fine di garantire risultati

tempestivi, il contenimento dei costi e la fornitura di informazioni solide e trasparenti agli Stati membri;

- INVITA la Commissione a organizzare ampie consultazioni ed una discussione sui possibili elementi

principali di un futuro programma spaziale europeo.

Spazio europeo della ricerca attraverso i gruppi correlati al SER – Conclusioni del Consiglio

Il Consiglio ha adottato le seguenti conclusioni sullo sviluppo dello spazio europeo della ricerca (SER) attraverso i

gruppi correlati al SER.

Il Consiglio (omissis)

SOTTOLINEA

- che il SER è già il concetto fondante delle politiche di ricerca e sviluppo dell’Unione europea e che

dovrebbero essere rafforzati i legami con le politiche per l’innovazione e l’istruzione; pertanto, un SER

pienamente funzionante è di fondamentale importanza per l’Unione dell’innovazione, una delle iniziative

faro della strategia Europa 2020;

- che la creazione di un quadro strategico comune (QSC) per la ricerca e l’innovazione, fondato sulle

esperienze positive dei programmi precedenti, potrebbe offrire importanti benefici grazie all’impatto

crescente degli sforzi europei, al miglioramento del coordinamento e dell’armonizzazione dei programmi

europei e alla semplificazione.

INVITA gli Stati membri a continuare a partecipare proattivamente al suddetto processo.

INVITA la Commissione a fornire rapidamente maggiori informazioni dettagliate sugli aspetti del processo di

attuazione dell’Unione dell’innovazione sui quali si potrebbe concentrare l’attività consultiva dei gruppi correlati al

SER, al fine di consentire loro di organizzare il proprio lavoro.

CONVIENE che, sulla base di queste informazioni aggiuntive, il CSER è disposto a ritornare, attraverso il dialogo

con i gruppi interessati, sulla questione qualora sia necessaria una revisione dei mandati e in caso affermativo, su

quali modifiche siano necessarie.

RIBADISCE la necessità di un coordinamento rafforzato tra il CSER e i gruppi correlati al SER, in linea con la

risoluzione del Consiglio del 2010 sugli sviluppi della governance del SER che stabiliva il mandato del CSER, e

SOTTOLINEA che occorre adoperarsi per migliorare questa cooperazione sotto tutti gli aspetti pertinenti, in linea

con i risultati del parere del CSER sul riesame dei gruppi correlati al SER.

In linea con il parere del CSER, CONVIENE che:

- i gruppi SER operino a livello strategico allorché preparano i propri programmi di lavoro e le proprie

relazioni;

- i presidenti e i vicepresidenti dei gruppi siano eletti rappresentanti degli Stati membri;

- le relazioni dei gruppi siano di preferenza preliminarmente coordinate.

Programma quadro Euratom per la ricerca nel settore nucleare (2012-2013)

A seguito di un dibattito pubblico il Consiglio ha preso atto di una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori

presentata dalla presidenza su una proposta di proroga, per un periodo di due anni, dell’attuale programma quadro

della Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), che scade alla fine del 2011.

Alcune delegazioni hanno chiesto che si proseguano gli sforzi per raggiungere al più presto un accordo sulla

proposta.

La nuova proposta prorogherà il programma Euratom al fine di farlo coincidere con il termine dell’attuale ciclo

finanziario dell’UE nel 2013. I programmi Euratom sono limitati a cinque anni dal trattato Euratom, mentre il 7º

programma quadro generale per le attività di ricerca, che arriva fino a tutto il 2013, dura sette anni.

Il programma Euratom è articolato in due parti corrispondenti, da un lato, alle azioni di ricerca sull’energia da

fusione, la fissione nucleare e la radioprotezione e, dall’altro, alle attività di ricerca svolte dal Centro comune di

ricerca (CCR).

- Tra le attività di ricerca sull’energia da fusione spicca quale obiettivo principale la realizzazione della

costruzione di ITER (reattore sperimentale termonucleare internazionale), importante impianto sperimentale

per dimostrare la fattibilità scientifica e tecnica della produzione dell’energia da fusione.

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- Le attività di ricerca sulla fissione nucleare sono conformi all’obiettivo di potenziare la sicurezza della

fissione nucleare e delle altre applicazioni delle radiazioni nell’industria e in medicina.

- Le attività del CCR vertono sul sostegno scientifico e tecnologico orientato al cliente per la progettazione, lo

sviluppo, l’attuazione e il monitoraggio delle politiche dell’Unione, con un accento più forte sulla ricerca in

materia di sicurezza e protezione. Il CCR opera come centro di riferimento indipendente per la scienza e la

tecnologia nell’Unione europea.

La proposta prevede un importo massimo di 2,5 miliardi di EUR per l’attuazione del programma Euratom 2012-2013.

Le regole per la partecipazione di imprese, centri di ricerca e università alle azioni nell’ambito del programma

Euratom figurano in una proposta a parte.

Grazie alla proroga del programma quadro Euratom 2012-2013 si continuerà a contribuire all’attuazione della

strategia “L’Unione dell’innovazione” rafforzando la concorrenza per l’eccellenza scientifica e accelerando la

diffusione delle innovazioni fondamentali nel settore dell’energia nucleare, segnatamente in ordine alla fusione e alla

sicurezza nucleare, e si contribuirà a far fronte alle sfide poste dall’energia e dai cambiamenti climatici.

Programma di ricerca “Eurostars” per le PMI – Conclusioni del Consiglio

Il Consiglio ha adottato le seguenti conclusioni sulla valutazione intermedia del programma comune Eurostars:

11030/11

Programma di ricerca in materia di “domotica per categorie deboli” destinato agli anziani – Conclusioni del

Consiglio

Il Consiglio ha adottato le conclusioni sulla valutazione intermedia del programma congiunto in materia di domotica

per categorie deboli che figura nel documento 11031/11.

***** *** *****

3.5.2 IL PARLAMENTO CHIEDE NUOVE MISURE DI SEMPLIFICAZIONE PER L’ATTUAZIONE DEL

SETTIMO PROGRAMMA QUADRO

Durante la sessione plenaria di giugno, il Parlamento europeo ha adottato una relazione di metà percorso sulla

realizzazione del Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo. I deputati hanno sottolineato come sia

fondamentale migliorare il sistema di finanziamento dei progetti che negli anni 2011-2013 potranno usufruire di un

ingente finanziamento (circa 28,8 miliardi di euro). La relazione critica l’attuale gestione considerando troppo

complessa la procedura amministrativa, troppo burocratizzata e scarsamente trasparente. Secondo il Parlamento tutte

queste criticità determinano ritardi ingiustificati nell’erogazione dei finanziamenti. Si chiede pertanto alla

Commissione di procedere a nuove misure di semplificazione e ad un approccio basato sulla flessibilità, sia sui rischi

sia sulle scelte dei progetti, per incoraggiare l’innovazione ed aumentare il tasso di successo delle domande di

sovvenzioni. La relazione chiede poi un concreto impegno a favorire la presenza delle donne tra i gruppi di ricercatori

che partecipano ai progetti sostenuti dall’Unione europea. I deputati non hanno invece seguito la proposta del relatore

per uno specifico programma di ricerca sui materiali di difesa.

***** *** *****

3.5.3 BREVETTO EUROPEO: ITALIA E SPAGNA ANNUNCIANO IL RICORSO AL TRIBUNALE DELL’UE

CONTRO LA COOPERAZIONE RAFFORZATA

Prosegue l’iter per l’attuazione della cooperazione rafforzata in materia di brevetto europeo (cfr. lo scorso numero di

Euroregione, punto 3.4.1). Durante la sessione straordinaria del Consiglio Competitività del 27 giugno, i ministri dei

25 Paesi che partecipano a tale cooperazione rafforzata si sono accordati per andare avanti nell’instaurazione di un

sistema per un brevetto unitario. Spetterà ora alla Presidenza polacca coordinare i lavori per proseguire nella

definizione di regole comuni, in particolare sull’istituzione di una giurisdizione per l’arbitrato in caso di controversie.

Durante tale seduta, Spagna e Italia hanno ribadito che ritengono illegittima la cooperazione rafforzata in materia di

brevetti, sostenendo che si tratta di un settore in cui le decisioni dovrebbero essere prese all’unanimità.

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Non è escluso un ricorso al Tribunale dell’Unione europea per chiedere l’annullamento della futura decisione che

autorizzerà il brevetto europeo. Si contesta poi il ruolo dell’Ufficio europeo dei brevetti a cui si delegherebbe una

competenza comunitaria. Italia e Spagna contestano anche il regime linguistico previsto nella proposta che privilegia

l’inglese, il francese ed il tedesco, penalizzando le loro lingue. A tale proposito, nell’accordo politico di fine giugno,

il Consiglio si è detto favorevole ad un regime transitorio di dodici anni per la traduzione integrale dei brevetti ed al

sostegno delle imprese da parte della Commissione per i costi di traduzione.

***** *** *****

3.5.4 LA COMMISSIONE INTENDE PROMUOVERE LA RICERCA NEL SETTORE DELLE TECNOLOGIE

ABILITANTI FONDAMENTALI (KETs)

Lo sviluppo della ricerca nel settore delle tecnologie abilitanti fondamentali (KETs) è stato al centro degli

orientamenti elaborati, a fine giugno, da un gruppo di esperti ad alto livello istituito dalla Commissione. L’obiettivo è

potenziare l’implementazione di queste nuove tecnologie industriali del futuro a favore della competitività

dell’industria europea. Sia sufficiente ricordare che tali tecnologie sono, ad esempio, presenti in un’auto elettrica

dove si combinano nuovi materiali nelle batterie, elementi di microelettronica per l’elettronica di potenza per ridurre

il peso della vettura, la fotonica per l’illuminazione a basso consumo, le biotecnologie industriali per pneumatici a

basso attrito e nuovi processi produttivi per costi competitivi. Come si legge nel comunicato stampa della

Commissione n. IP/11/796, le conclusioni del gruppo ad alto livello chiamano i decision makers ad adottare obiettivi

politici radicali per far rimanere capacità e abilità specifiche in Europa. In particolare, il gruppo suggerisce che

l’importanza vitale delle KETs si rifletta sia nella struttura dei finanziamenti del prossimo programma quadro per la

ricerca e l’innovazione, che nelle priorità della futura politica regionale europea il vicepresidente della Commissione

europea Antonio Tajani, responsabile per Industria e l’imprenditorialità, ha messo in guardia dal “rischio di perdita di

competitività” qualora non si riesca a sfruttare al meglio le potenzialità delle sei seguenti KETs: la micro e la nano

elettronica, i nuovi materiali, la biotecnologia industriale, la fotonica, le nanotecnologie e i nuovi processi produttivi.

La ricerca tecnologica e i progetti dimostrativi di prodotti dovrebbero rappre-sentare la massima priorità. Altre

raccomandazioni prendono in considerazione la combinazione di meccanismi di finanziamento a livello comunitario e

nazio-nale e una serie di azioni per migliorare le competenze tecnologiche in Europa. Per questo è importante

sviluppare una politica della proprietà intellettuale basata sul concetto del “prima in Europa”, oltre a un meccanismo

di monitorag-gio per analizzare gli sviluppi del mercato delle KETs. La Commissione appro-fondirà questi ed altri

aspetti in una comunicazione ad hoc agli inizi del 2012

***** *** *****

3.5.5 DIFFUSA LA RELAZIONE 2011 SULLA COMPETITIVITA’ DELL’UNIONE DELL’INNOVAZIONE

La Commissione europea ha diffuso, all’inizio di giugno, una relazione per il 2011 sulla competitività dell’Unione

dell’innovazione. Vengono analizzati i punti di forza e le debolezze dei sistemi nazionali di ricerca e innovazione con

lo scopo di suggerire dati concreti sui quali fondare le scelte politiche nazionali. Si traccia anche un quadro sulle

scelte concordate a livello di Unione europea, per concludere sulla loro validità senza peraltro nascondere le difficoltà

incontrate per la loro attuazione. Il comunicato stampa della Commissione n. IP/11/692 riassume come segue le

principali conclusioni della relazione.

- Occorre che l’Europa acceleri gli investimenti in ricerca e innovazione. L’Unione sta avanzando poco a

poco verso la propria meta, ovvero investire il 3% del PIL in ricerca e sviluppo (a fronte del 2,01% nel

2009), sebbene il divario con i maggiori concorrenti mondiali si stia facendo sempre più grande, specie

perché il settore privato investe di meno in R&S. Nel 2008 il 24% dell’intera spesa mondiale in R&S è stata

effettuata all’interno dell’UE, contro il 29% nel 1995. Rispetto al PIL, le imprese investono due volte di più

in Giappone o in Corea del Sud che in Europa.

- In tempi di crisi economica, l’accumulo di investimenti in ricerca e sviluppo ha un effetto anticiclico. I

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euroregione - Giugno 2011 - Anno XXVI (nuova serie) - N° 4 - p. 13

paesi che hanno aumentato gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno maggiori possibilità di uscire dalla

crisi. Nel 2009 e nel 2010, a riuscire a mantenere o ad accrescere la loro spesa in R&S sono stati

rispettivamente 17 e 16 Stati membri.

- Gli investimenti in innovazione devono essere “più intelligenti”. I migliori risultati in materia di

innovazione sono stati raggiunti da quanti hanno concentrato i loro investimenti in strategie di

specializzazione intelligenti, mettendo assieme sia interventi sul lato dell’offerta (quali sovvenzioni

pubbliche all’istruzione superiore, R&S aziendale, capitali di rischio e infrastrutture scientifiche e

tecnologiche) che misure sul fronte della domanda (si pensi agli appalti pubblici per prodotti innovativi, alla

standardizzazione prestazionale e alle disposizioni normative a favore dei mercati di prodotti competitivi).

- E’ necessario far coincidere la formazione delle persone altamente qualificate con i bisogni delle

imprese. Nell’UE, solo il 46% dei ricercatori lavora nel settore privato (contro l’80% negli Stati Uniti). Gli

Stati membri dovrebbero adattare i loro sistemi educativi per far sí che detto rapporto aumenti, garantendo al

tempo stesso una migliore corrispondenza alle necessità delle imprese.

- L’integrazione e l’internazionalizzazione della ricerca accresce la redditività degli investimenti.

L’internazionalizzazione e la produzione efficiente dell’eccellenza scientifica si rafforzano a vicenda. I flussi

di conoscenze intra-europei (ovvero di studenti, pubblicazioni congiunte e cooperazione per brevetti

congiunti) sono un punto forte che il completamento dello Spazio europeo della ricerca contribuirà a

rafforzare ulteriormente. Tali flussi sono però concentrati all’interno di un numero ristretto di paesi

dell’Europa occidentale.

- Un contesto debole impedisce che il sapere venga tradotto in prodotti e servizi commerciabili.

L’Europa sta perdendo terreno nello sfruttamento dei risultati della ricerca. Con il 29% della produzione nel

2009, l’UE è il primo produttore mondiale di pubblicazioni scientifiche soggette a valutazione tra pari;

tuttavia, il tasso di crescita del numero di domande di brevetti “PCT” (Patent Cooperation Treaty) presentate

in Giappone e in Corea del Sud è quasi il doppio di quello dell’UE e circa la metà degli Stati membri non

produce alcun brevetto “UEB” (Ufficio europeo dei brevetti) di alta tecnologia. Occorre fare di più per

offrire una gestione e una tutela dei diritti di proprietà intellettuale economicamente più vantaggiose. Il

brevetto UE, attualmente in fase di negoziazione, costituirà un importante punto di partenza.

- L’Europa possiede un forte potenziale in termini di invenzioni tecnologiche utili per far fronte alle

sfide della società. Nel 2007 l’UE ha rivendicato il 40% dei brevetti connessi con le tecnologie volte a

contrastare i cambiamenti climatici. Ciò dimostra che investimenti mirati in ricerca e dimostrazione in settori

chiave, assieme a misure intese a sostenere l’ampliamento del mercato, possono portare allo sviluppo di

nuove tecnologie e innovazioni. E’ questo lo spirito dei partenariati europei per l’innovazione varati

dall’Unione per l’innovazione.

- Abbiamo bisogno di PMI più innovative e in rapida crescita. Occorre che l’UE recuperi il ritardo

accumulato rispetto agli Stati Uniti in termini di intensità di ricerca nei settori ad alta e media tecnologia. In

altri termini, sono necessari mutamenti strutturali sia all’interno dei settori che tra di essi. In alcuni paesi

europei, come l’Austria e la Danimarca, tali mutamenti sono già in atto e hanno consentito il passaggio ad

un’economia a maggiore intensità di conoscenze. Molti di detti paesi si sono anche meglio ripresi dalla crisi

economica. Tale successo è accomunato da PMI innovative e in rapida crescita, dall’eccellenza scientifica

nel settore della ricerca pubblica e da condizioni che agevolano la commercializzazione delle nuove

scoperte.

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POLITICA INDUSTRIALE - POLITICA DEI TRASPORTI

euroregione - Giugno 2011 - Anno XXVI (nuova serie) - N° 4 - p. 14

3.6. PICCOLE E MEDIE IMPRESE

3.6.1 IL CONSIGLIO COMPETITIVITA’ DI FINE MAGGIO SEMPLIFICA GLI OBBLIGHI IN MATERIA DI

INFORMAZIONE DELLE IMPRESE CON MENO DI DIECI ADDETTI

Il Consiglio Competitività di fine maggio (cfr. supra punto 3.5.1 per gli altri risultati) ha dedicato particolare

attenzione alle questioni relative al sostegno alle piccole e medie imprese (PMI). Ha anche raggiunto un accordo

politico per ridurre gli obblighi di informazione a carico delle imprese dette “microentità” e discusso sul regolamento

per la società privata europea. Dal comunicato stampa del Consiglio n. 10547/11, diamo qui di seguito un quadro dei

temi affrontati.

Riesame delle “Small Business Act” – Conclusioni del Consiglio

Il Consiglio ha fatto il punto dei progressi compiuti nel corso dei primi due anni di attuazione dello “Small Business

Act for Europe” ed ha adottato conclusioni.

Le conclusioni presentano nuove azioni di risposta alle sfide poste dalla crisi economica nonché soluzioni per

migliorare l’attuazione dello “Small Business Act” lungo gli assi principali da trattare in via prioritaria: legiferare con

intelligenza, accesso ai finanziamenti, migliore accesso ai mercati interni e internazionali, capacità imprenditoriale e

potenziamento della governance.

Società privata europea

Il Consiglio ha proceduto ad un dibattito pubblico sulla creazione di una società privata europea basandosi su una

proposta di compromesso della presidenza.

Il Consiglio ha concluso che il testo di compromesso non ha ottenuto l’unanimità necessaria per l’approvazione della

proposta.

La proposta stabilisce la forma giuridica di una futura società privata europea (detta anche “Societas Privata

Europaea” o “SPE”).

La SPE sarebbe una società a responsabilità limitata, ossia la responsabilità dei suoi azionisti è limitata all’importo

del capitale che hanno sottoscritto. Dal momento che la SPE è una società privata, le sue azioni non possono essere

offerte al pubblico né essere quotate in borsa.

Il progetto di regolamento è stato presentato dalla Commissione nel 2008 nel quadro di una serie di misure che fanno

parte dello “Small Business Act per l’Europa”, e di un primo dibattito ministeriale svoltosi nel dicembre 2009.

Semplificazione degli obblighi in materia di informazione per le microimprese

In deliberazione pubblica, il Consiglio ha raggiunto un accordo politico su una direttiva volta a consentire agli Stati

membri di esonerare le imprese di dimensioni molto piccole (note anche come “microentità”) dagli obblighi in

materia di informativa contabile e finanziaria.

Il progetto di direttiva è inteso a migliorare il contesto imprenditoriale riducendo gli oneri amministrativi. Esso sarà

trasmesso al Parlamento europeo per una seconda lettura nel quadro della procedura legislativa ordinaria.

Il dibattito si è incentrato su punti chiave del progetto di direttiva, tra cui:

- La definizione di microentità alle quali sarà applicato un regime contabile meno vincolante

La direttiva prevede che, per essere considerata una “microentità”, una società non deve superare alla data di chiusura

del bilancio i limiti numerici di due dei tre seguenti criteri: totale dello stato patrimoniale di 250.000 EUR, importo

netto del volume di affari di 500.000 EUR ed un numero di dipendenti occupati in media durante l’esercizio uguale a

10.

- Esenzione dalla pubblicazione dei conti annuali

La direttiva consentirà agli Stati membri di esonerare le microentità dall’obbligo di pubblicazione dei conti annuali,

conformemente alla quarta direttiva sul diritto societario. Questo esonero facoltativo sarà compatibile con gli obblighi

nazionali di tenere registrazioni che indichino le transazioni commerciali e la situazione finanziaria.

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Il Parlamento europeo ha adottato un parere in prima lettura il 10 marzo 2010 presentando cinque emendamenti alla

proposta della Commissione.

La nuova direttiva modifica la direttiva 78/660/CEE relativa ai conti annuali di taluni tipi di società (“la quarta

direttiva sul diritto societario”).

La quarta direttiva sul diritto societario è stata adottata nel 1978 allo scopo di creare un insieme armonizzato di

obblighi in materia di informativa esterna per tutte le società di capitali nell’UE.

Nel 1983, la settima direttiva sul diritto societario ha aggiunto un insieme comune di obblighi in materia di bilanci

consolidati. La quarta e la settima direttiva sul diritto societario (le “direttive contabili”) costituiscono insieme il

fulcro dell’acquis in materia contabile.

La contabilità e la revisione contabile sono state individuate come due aree prioritarie per ridurre gli oneri

amministrativi che gravano sulle imprese eu-ropee.

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3.6.2 LA CORTE DEI CONTI TRACCIA UN’ANALISI DELL’EFFICACIA DELLO STRUMENTO RELATIVO

ALLE GARANZIE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

La Corte dei Conti europea ha diffuso a giugno un comunicato stampa (n. ECA/11/20) di sintesi della relazione

speciale sull’efficacia dello strumento relativo alle garanzie per le piccole e medie imprese disponibile integralmente

sul sito della Corte (www.eca.europa.eu). Ecco in dettaglio tale sintesi.

Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano il 99% della totalità delle imprese e occupano 75 milioni di

lavoratori nell’Unione europea. Secondo l’Osservatorio delle PMI europee, l’accesso al credito costituisce un

problema per le PMI europee. Il settore pubblico può svolgere un ruolo fondamentale nel fornire sostegno alle PMI,

segnatamente per quanto concerne la concessione di finanziamenti adeguati. Lo strumento relativo alle garanzie per le

PMI (SMEG) è uno strumento finanziario, gestito dal Fondo europeo per gli investimenti per conto della

Commissione europea, che fornisce garanzie o controgaranzie agli intermediari finanziari per i prestiti concessi dalle

istituzioni finanziarie alle PMI al fine di incrementare l’offerta di finanziamenti.

La Corte dei conti europea (CCE) ha pubblicato i risultati di un audit sull’efficacia dello strumento relativo alle

garanzie per le piccole e medie imprese, in particolare sulla progettazione e pianificazione di questo strumento,

nonché sulla gestione delle operazioni e sul conseguimento degli obiettivi.

La CCE ha rilevato che gli obiettivi dell’attuale strumento SMEG sono più precisi di quelli dei programmi precedenti

per quanto riguarda le realizzazioni attese. Il quadro relativo alla gestione delle operazioni correnti è considerato

idoneo, ma non include norme riguardo all’attribuzione di punteggi in fase di valutazione né requisiti minimi per la

selezione degli intermediari finanziari. Gli obblighi in materia di rendicontazione sono ritenuti soddisfacenti, anche se

sono limitati al monitoraggio delle realizzazioni piuttosto che a quello dei risultati e degli impatti della misura. La

CCE ha concluso che almeno un terzo dei prestiti è stato concesso a PMI che avrebbero potuto ottenere i necessari

finanziamenti senza il sostegno pubblico, mentre solo il 12% è stato destinato a PMI che volevano investire in

progetti innovativi. Inoltre, il valore aggiunto UE dello strumento non è stato palesemente dimostrato.

Sulla base di tali constatazioni, la CCE ha formulato una serie di raccomandazioni. In futuro la Commissione

dovrebbe definire target quantificabili più specifici per facilitare il monitoraggio del conseguimento degli obiettivi

dello strumento finanziario. Nel corso della vita dello strumento, i progressi compiuti in termini di raggiungimento di

tali target dovrebbero essere misurati per consentire di adottare, laddove necessario, misure correttive. Inoltre,

sarebbe opportuno creare un sistema di valutazione basato su punteggi che consenta di confrontare le domande

presentate. Andrebbero adottate misure adeguate per accertarsi che i fondi UE siano assegnati efficacemente alle PMI

che attuano progetti validi che altrimenti non riceverebbero finanziamenti.

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3.7. SEGNALAZIONI

Sono pervenuti alla biblioteca dell’Istituto Universitario di Studi Europei i seguenti volumi (in parentesi la

collocazione presso la biblioteca dell’Istituto):

- Un mercato unico dei diritti di proprietà intellettuale. Rafforzare la creatività e l’innovazione per permettere

la creazione di crescita economica, di posti di lavoro e prodotti e servizi di prima qualità in Europa.

Commissione europea. (COM(2011)287).

(S.C.)

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