Politica Comparata: cos'è l'analisi comparata?

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ANALISI COMPARATA PRECISAZIONI TERMINOLOGICHE: Il termine Stato, riferito all’ampio contesto della politica comparata, è improprio. Meglio utilizzare Sistemi Politici. Così anche per Governi… è più appropriato dire Esecutivi. Inoltre Stato (sistema politico) Nazione. Noi parleremo di Sistemi politici, non di Nazioni. La p. comparata vuole costruire “concetti capaci di viaggiare”, cioè applicabili a situazioni diverse (usare “stato” parlando degli USA significherebbe parlare di uno dei 50 stati che compongono la federazione…) La “politica comparata” è parte delle “scienze politiche”. Sartori, il politologo che ha fondato la scienza politica in Italia, è un grande sostenitore di tale metodo. Egli sostiene che il metodo comparato è, probabilmente, il migliore metodo d’analisi poiché permette di formulare ipotesi che ordinino i fatti, li dividano in moduli, e tantino di legarli in rapporti di causa-effetto del tipo “Se… allora…” Inoltre il metodo comparato permette di verificare le ipotesi stesse. Più precisamente, a determinate condizioni, il metodo comparato consente di: - fare buon uso di quanto rilevato nello studio di casi - formulare ipotesi - sottoporle a verifica - individuare casi devianti - formulare generalizzazioni in grado di portare verso vere e proprie teorie. La politica comparata ha lo scopo di individuare le differenze che intercorrono tra sistemi politici con la speranza di far emergere le soluzioni migliori. L’oggetto della politica comparata sono i sistemi politici. Per Easton questi hanno 3 componenti principali: - autorità - regime - comunità politica. AUTORITA’: Classe politica. Detentori delle cariche di rappresentanza, di governo, di amministrazione della giustizia e

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Secondo la teoria di Marco Caciagli (per come l'avevo capita a lezione)

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ANALISI COMPARATA

PRECISAZIONI TERMINOLOGICHE:Il termine Stato, riferito all’ampio contesto della politica comparata, è improprio. Meglio utilizzare Sistemi Politici. Così anche per Governi… è più appropriato dire Esecutivi.Inoltre Stato (sistema politico) Nazione. Noi parleremo di Sistemi politici, non di Nazioni.La p. comparata vuole costruire “concetti capaci di viaggiare”, cioè applicabili a situazioni diverse (usare “stato” parlando degli USA significherebbe parlare di uno dei 50 stati che compongono la federazione…)

La “politica comparata” è parte delle “scienze politiche”.Sartori, il politologo che ha fondato la scienza politica in Italia, è un grande sostenitore di tale metodo.Egli sostiene che il metodo comparato è, probabilmente, il migliore metodo d’analisi poiché permette di formulare ipotesi che ordinino i fatti, li dividano in moduli, e tantino di legarli in rapporti di causa-effetto del tipo “Se… allora…”Inoltre il metodo comparato permette di verificare le ipotesi stesse.

Più precisamente, a determinate condizioni, il metodo comparato consente di:- fare buon uso di quanto rilevato nello studio di casi- formulare ipotesi- sottoporle a verifica- individuare casi devianti- formulare generalizzazioni in grado di portare verso vere e proprie teorie.

La politica comparata ha lo scopo di individuare le differenze che intercorrono tra sistemi politici con la speranza di far emergere le soluzioni migliori.

L’oggetto della politica comparata sono i sistemi politici.Per Easton questi hanno 3 componenti principali:

- autorità- regime- comunità politica.

AUTORITA’: Classe politica. Detentori delle cariche di rappresentanza, di governo, di amministrazione della giustizia e partitiche. I cittadini delegano il potere alle autorità attraverso il voto.

REGIME: Insieme delle norme, delle regole e delle istituzioni che tengono insieme il Sistema (dovrebbero essere riassunte nella costituzione).

Principi (valori del regime) Istituzioni (governi, parlamenti, corti -corti costituzionali- e , talvolta, una sesonda

camera) Prestazioni/Rendimento delle istituzioni.

COMUNITA’: i cittadini e tutti coloro che si trovano in un determinato territorio ove vigono determinati imperativi di valori (decisioni delle autorità e modalità di funzionamento del regime).

Ciascuno degli elementi del sist. Politico (e così le loro componenti), può essere oggetto di comparazione.

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Comparare le “parti” è utile in quanto, poiché parliamo di “sistemi”, si suppone che se queste cambiano ciò avrà conseguenze (peraltro non totalmente prevedibili) su tutto il sistema.

METODI DI RICERCA:- comparato- sperimentale e statistico- “studio del caso”

Per l’analisi di sistemi politici i metodi sperimentale e statistico sono di parziale utilitàIl metodo del “caso unico” (adottato da Lijphart) si può -ed è bene farlo- abbinare al metodo comparato. Questo metodo mira a trarre un paradigma dallo studio di un caso particolare.La descrizione di tale caso dovrà essere densa e problematica (cioè non solo ricca di dati ma svolta alla luce di precedenti ipotesi). Inoltre il paradigma che se ne trae andrà ulteriormente verificato.ES. democrazia consociativa olandese pag.23

METODI DI COMPARAZIONE:

COMPARAZIONE SINCRONICA: un numero di casi relativamente omogenei, non molto numerosi, vengono fotografati nello stesso periodo di tempo. E’ una strategia prevalentemente adottata quando si vuole rendere conto delle differenze fra 2 o + sistemi politici nel reagire di fronte ad un determinato avvenimento o ad una certa problematica. (Es. “l’avvento dell’euro” o “le 5 grandi democrazie dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 80)

COMPARAZIONE DIACRONICA: è intertemporale e cerca di cogliere i sistemi politici nel corso di un cambiamento in atto. Data la sua complessità e l’alto numero di variabili che possono apparire nel corso del tempo, risulta più complicata e talvolta meno attendibile dell’analisi sincronica.(Es. IV repubblica fr. e V rep. Fr.)

Inoltre la comp. può essere effettuata tra:CASI SIMILI (es. IV repubblica fr. e I rep. Italiana pag. 29)CASI DIVERSI (es. Italia VS Gran Bretagna pag. 31)

Sono da evitarsi gli estremi: comparare casi troppo simili non darà risultati significativi, mentre comparare casi totalmente diversi risulterà impossibile.

V. conclusioni pag. 42