PM-38 La Valle d’Orba e le Colline dell’Ovadese · 2015. 9. 22. · Ovada rappresenti il...

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Eredi di una vocazione già documentata nel XVII secolo, gli assetti odierni del distretto industriale ovadese, dal punto di vista fisico ed economico, non rispecchiano in alcun modo quelli storici. Il potenziamento delle reti di comunicazione e del ruolo di ponte tra Piemonte e Liguria hanno infatti favorito la totale rottura di ogni nesso che si era stabilito tra l'insediamento e le proprie appendici produttive, favorendo la riallocazione di complessi talvolta anche molto ingombranti nelle fasce di fondovalle e lungo le principali arterie di traffico. L'area fluviale Il fascio infrastrutturale di fondovalle e mezza costa L'assetto colturale del fondovalle L'insediamento storico Confine naturale del complesso mosaico di poteri che detenevano diritti sugli abitati affacciati sulla valle e spina dorsale, con i canali da esso derivati, del sistema molitorio prima e protoindustriale poi, l'Orba e le sue sponde rappresentano oggi, al pari di molte fasce fluviali piemontesi, un'area marginale. Ciò non toglie, comunque, che il basso corso del torrente abbia mantenuto un'innegabile valenza naturalistica. La vocazione storica della valle (qui passava, nel Cinquecento, la strada franca che i milanesi percorrevano per raggiungere i porti liguri) ha favorito lo sviluppo e il potenziamento delle infrastrutture viarie. In particolare, è significativa la concentrazione di assi viari presso la sponda sinistra del torrente, dove corrono la strada provinciale, i binari della ferrovia Alessandria-Genova Voltri, nonché un canale irriguo che rimanda al passato protoindustriale dell'Ovadese. Solo per il sedime autostradale si è scelta una posizione più defilata. Laddove il progressivo consumo di suolo per usi produttivi non ha ancora steso la propria , emergono ancora tracce piuttosto significative della naturale vocazione del fondovalle, ampio e soleggiato, per le coltivazioni cerealicole. La zona che mostra ancora integro tale assetto è, ovviamente, quella più lontana dal centro dominante, ovvero l'imbocco vallivo ai piedi di Rocca Grimalda e, in misura minore e più compromessa, l'area amministrativa dei comuni di Tagliolo e Silvano d'Orba. A parte il caso di Ovada, insediamento dagli spiccati caratteri urbani sorto e sviluppatosi nel fondovalle, presso la confluenza dei torrenti Orba e Stura, la quasi totalità degli abitati dell'area si contraddistingue per la sua posizione di altura e per lo stretto rapporto stabilitosi nel corso del basso medioevo con i castelli che ne dominano le strutture insediative. Il caso più evidente è proprio quello di Rocca Grimalda, borgo compatto disteso sulla piattaforma rocciosa che precipita verso la valle chiudendone, a ovest, l'imboccatura. Il manto boschivo che copre quasi integralmente i versanti collinari digradanti verso la valle nasconde in realtà un fenomeno di progressiva riduzione della superficie agricola nel corso del secolo appena concluso. Per tutto l'Ottocento, infatti, l'agricoltura ovadese fu caratterizzata da una sensibile espansione della coltura delle vite, che rappresentò a lungo una delle più significative voci di reddito dell'area. Oggi, di tale assetto colturale, restano labili tracce nelle conche più esposte, concentrate principalmente sui fianchi occidentali della valle e a monte dell'abitato di Ovada. Il mosaico dei versanti collinari L'insediamento manifatturiero produttivo Montagna Collina Pianura Litorale Naturale Rurale Urbano PM-38 [PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo La Valle d'Orba e le Colline dell'Ovadese Punto di ripresa: Rocca Grimalda (Alessandria), belvedere # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # Come spesso avviene nelle valli di valico, le strutture territoriali della valle dell'Orba si sono formate sotto l'impulso di due fattori concomitanti: la naturale vocazione viaria e commerciale e la competizione di poteri che avevano interesse a controllare i flussi di uomini e merci (nel caso specifico i marchesi di Monferrato, attestati sul versante destro della valle a Silvano, la repubblica di Genova, che controllava Ovada e Tagliolo, e i duchi di Milano, che per un certo periodo tra Quattro e Cinquecento tennero Rocca Grimalda). Se la valenza stradale e di percorrenza della valle è sotto gli occhi di tutti per essere stata ribadita dalla scelta di collocarvi sia il ramo ferroviario Alessandria-Genova Voltri sia, recentemente, l'asse autostradale della A26 Genova-Gravellona Toce – nonché per la sopravvivenza di alcune infrastrutture stradali tardomedievali –, la compresenza di più poteri in un'area territorialmente ristretta ha lasciato tracce nella moltiplicazione di strutture militari, la cui consistenza materiale (nella maggior parte dei casi ascrivibile al pieno Quattrocento) è spesso frutto di reiterate distruzioni e ricostruzioni. Nonostante la complessa stratificazione di strutture insediative, non vi sono tuttavia dubbi che Ovada rappresenti il principale polo demico ed economico della valle. Controllato dai marchesi di Gavi e poi passato sotto la diretta gestione genovese, fu importante mercato, centro di raccolta, trasformazione e smercio della produzione agricola dell'area (razionalizzata e incrementata nel corso del XVI secolo), nonché, in età contemporanea, capoluogo di un importante bacino industriale, specializzato nella produzione della carta e nella lavorazione del ferro, entrambe attività che concorsero non poco nei secoli XVII, XVIII e parte del XIX al depauperamento delle risorse forestali della valle, contribuendo in modo determinante alla costruzione dell'attuale immagine del territorio. L ’insediamento produttivo e manifatturiero. Il mosaico dei versanti collinari. L ’assetto colturale del fondovalle. Il giogo appenninico. L ’insediamento storico. Il fascio infrastrutturale di fondovalle. L ’asse autostradale. L ’area fuviale.

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Eredi di una vocazione già documentata nel XVII secolo, gli assetti odierni del distretto industriale ovadese, dal punto di vista fisico ed economico, non rispecchiano in alcun modo quelli storici. Il potenziamento delle reti di comunicazione e del ruolo di ponte tra Piemonte e Liguria hanno infatti favorito la totale rottura di ogni nesso che si era stabilito tra l'insediamento e le proprie appendici produttive, favorendo la riallocazione di complessi talvolta anche molto ingombranti nelle fasce di fondovalle e lungo le principali arterie di traffico.

L'area fluvialeIl fascio infrastrutturale difondovalle e mezza costa L'assetto colturale del fondovalle L'insediamento storico

Confine naturale del complesso mosaico di poteri che detenevano diritti sugli abitati affacciati sulla valle e spina dorsale, con i canali da esso derivati, del sistema molitorio prima e protoindustriale poi, l'Orba e le sue sponde rappresentano oggi, al pari di molte fasce fluviali piemontesi, un'area marginale. Ciò non toglie, comunque, che il basso corso del torrente abbia mantenuto un'innegabile valenza naturalistica.

La vocazione storica della valle (qui passava, nel Cinquecento, la strada franca che i milanesi percorrevano per raggiungere i porti liguri) ha favorito lo sviluppo e il potenziamento delle infrastrutture viarie. In particolare, è significativa la concentrazione di assi viari presso la sponda sinistra del torrente, dove corrono la strada provinciale, i binari della ferrovia Alessandria-Genova Voltri, nonché un canale irriguo che rimanda al passato protoindustriale dell'Ovadese. Solo per il sedime autostradale si è scelta una posizione più defilata.

Laddove il progressivo consumo di suolo per usi produttivi non ha ancora steso la propria , emergono ancora tracce piuttosto significative della naturale vocazione del fondovalle, ampio e soleggiato, per le coltivazioni cerealicole. La zona che mostra ancora integro tale assetto è, ovviamente, quella più lontana dal centro dominante, ovvero l'imbocco vallivo ai piedi di Rocca Grimalda e, in misura minore e più compromessa, l'area amministrativa dei comuni di Tagliolo e Silvano d'Orba.

A parte il caso di Ovada, insediamento dagli spiccati caratteri urbani sorto e sviluppatosi nel fondovalle, presso la confluenza dei torrenti Orba e Stura, la quasi totalità degli abitati dell'area si contraddistingue per la sua posizione di altura e per lo stretto rapporto stabilitosi nel corso del basso medioevo con i castelli che ne dominano le strutture insediative. Il caso più evidente è proprio quello di Rocca Grimalda, borgo compatto disteso sulla piattaforma rocciosa che precipita verso la valle chiudendone, a ovest, l'imboccatura.

Il manto boschivo che copre quasi integralmente i versanti collinari digradanti verso la valle nasconde in realtà un fenomeno di progressiva riduzione della superficie agricola nel corso del secolo appena concluso. Per tutto l'Ottocento, infatti, l'agricoltura ovadese fu caratterizzata da una sensibile espansione della coltura delle vite, che rappresentò a lungo una delle più significative voci di reddito dell'area. Oggi, di tale assetto colturale, restano labili tracce nelle conche più esposte, concentrate principalmente sui fianchi occidentali della valle e a monte dell'abitato di Ovada.

Il mosaico dei versanti collinari

L'insediamento manifatturiero produttivo Montagna

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PM-38[PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneoLa Valle d'Orba e le Colline dell'OvadesePunto di ripresa: Rocca Grimalda (Alessandria), belvedere

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Come spesso avviene nelle valli di valico, le strutture territoriali della valle dell'Orba si sono formate sotto l'impulso di due fattori concomitanti: la naturale vocazione viaria e commerciale e la competizione di poteri che avevano interesse a controllare i flussi di uomini e merci (nel caso specifico i marchesi di Monferrato, attestati sul versante destro della valle a Silvano, la repubblica di Genova, che controllava Ovada e Tagliolo, e i duchi di Milano, che per un certo periodo tra Quattro e Cinquecento tennero Rocca Grimalda). Se la valenza stradale e di percorrenza della valle è sotto gli occhi di tutti per essere stata ribadita dalla scelta di collocarvi sia il ramo ferroviario Alessandria-Genova Voltri sia, recentemente, l'asse autostradale della A26 Genova-Gravellona Toce – nonché per la sopravvivenza di alcune infrastrutture stradali tardomedievali –, la compresenza di più poteri in un'area territorialmente ristretta ha lasciato tracce nella moltiplicazione di strutture militari, la cui consistenza materiale (nella maggior parte dei casi ascrivibile al pieno Quattrocento) è spesso frutto di reiterate distruzioni e ricostruzioni.

Nonostante la complessa stratificazione di strutture insediative, non vi sono tuttavia dubbi che Ovada rappresenti il principale polo demico ed economico della valle. Controllato dai marchesi di Gavi e poi passato sotto la diretta gestione genovese, fu importante mercato, centro di raccolta, trasformazione e smercio della produzione agricola dell'area (razionalizzata e incrementata nel corso del XVI secolo), nonché, in età contemporanea, capoluogo di un importante bacino industriale, specializzato nella produzione della carta e nella lavorazione del ferro, entrambe attività che concorsero non poco nei secoli XVII, XVIII e parte del XIX al depauperamento delle risorse forestali della valle, contribuendo in modo determinante alla costruzione dell'attuale immagine del territorio.

L’insediamento produttivo e manifatturiero.

Il mosaico dei versanti collinari.

L’assetto colturale del fondovalle.

Il giogo appenninico.

L’insediamento storico.

Il fascio infrastrutturale di fondovalle.

L’asse autostradale.

L’area fuviale.

Page 2: PM-38 La Valle d’Orba e le Colline dell’Ovadese · 2015. 9. 22. · Ovada rappresenti il principale polo demico ed economico della valle. Controllato dai marchesi di Gavi e poi

[PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo

Tipo allegato alla a firma di Giovanni Battista Massarotti del 1648 (Archivio di Stato di Genova, , Atlante B, Ms. 712, n. 1270). La veduta, parte di un più ampio atlante descrittivo dei confini del Genovesato verso il Milanese e il Monferrato, rappresenta una delle tante carte fatte realizzare nel corso dell'età moderna dai vari stati che si affacciavano sulla valle d'Orba per dirimere liti confinarie.

Si nota, ai piedi del rilievo su cui sorge l'abitato, la presenza del «giardino del signor Andrea Grimaldo», di impianto settecentesco ad andamento anulare, oggi quasi completamente scomparso (restano tracce unicamente nella sistemazione del terreno), ma ancora ben leggibile negli anni cinquanta del XX secolo, quando il pendio collinare che dolcemente digrada verso il fondovalle, in luogo dell'attuale bosco di robinie, presentava una sistemazione a vigneto, mentre i viali di bordo erano ancora costeggiati da alberi da frutta.

L'area interessata dal settecentesco giardino Grimaldi in uno scatto degli anni cinquanta del XX secolo (da , Milano 1981, p. 27)

La conca di Ovada con gli insediamenti di crinale che punteggiano i profili collinari in un disegno di Clemente Rovere della metà circa del XIX secolo (, a cura di C. Sertorio Lombardi, Torino 1978, n. 3385).

PM-38La Valle d'Orba e le Colline dell'OvadesePunto di ripresa: Rocca Grimalda (Alessandria), belvedere

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Rocca Grimalda, punto di ripresa fotografica. Il borgo, disteso sull'ampia sommità del rilievo che domina la sottostante valle d'Orba, è in punto panoramico naturale.

La dorsale collinare dominata dal castello di Silvano d'Orba. Si intuisce la complessità insediativa dell'abitato di Silvano, in origine distinto in due nuclei (Superiore e Inferiore), ognuno sviluppato a partire dal proprio edificio fortificato.

Il nucleo insediativo di Tagliolo con il celebre castello, "restaurato" da Alfredo d'Andrade alla fine dell'Ottocento.

Il fondovalle attraversato dall'autostrada A26. Si può notare l'estrema semplificazione colturale e la progressiva sottrazione di suolo agricolo per usi industriali e manifatturieri.

Ovada vista da Belforte. Centro principale della valle, accanto al particolare assetto urbanistico storicizzato Ovada ha sviluppato, in anni recenti, un ampio distretto produttivo.

L'autostrada nei pressi dello svincolo di Ovada. Di recente tracciamento, l'asse autostradale sottolinea oggi la vocazione come area di transito della valle d'Orba.

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