INTERNO FRANCAVILLA:Guida di FRANCAVILLA BISIO · Novi Ligure; Stazione dei Carabi-nieri a Capriata...

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Guide dell’Accademia Urbense

FRANCAVILLABISIO

cop. FRANCAVILLA con dorso 5mm:copertina con dorso 23-12-2011 13:55 Pagina 1

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Memorie dell’Accademia Urbense (nuova serie) n° 78Collana diretta da Alessandro Laguzzi

L’autrice ringrazia il Dott. Mario Mazzarello, Sindaco di FrancavillaBisio ed il Presidente dell’Associazione ‘Oltregiogo’ Dino Angelini perla fiducia accordata, l’Ing. Alessandro Laguzzi per i preziosi consigli el’Ing. Bruno Paolo Tassistro e Giacomo Gastaldo per la collaborazioneprestata.Un grazie sentito alla Banca Carige, Agenzia di Gavi.

Si ringrazia inoltre Bruno Filippo Mazzarello per le fotografie che corredano la presente pubblicazione, Piero Chiesa che ha fornito la fotodella squadra di tamburello e Renato Gastaldo.

Impaginazione di Bruno Paolo Tassistro Trattamento informatico delle foto di Giacomo GastaldoSegreteria: Giacomo Gastaldo

ISSN 1723-4824

Questo volume, a cura dell’Accademia Urbense, è stato ristampato nel mese di gennaio 2012 dalla tipografia Canepa di Spinetta M.go

con il contributo della Banca Carige, Agenzia di Gavi.

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Guide dell’Accademia Urbense

ROSA MAZZARELLO FENU

GUIDA DI

Francavilla Bisio

Comune di Francavilla BisioAccademia Urbense - Ovada

2012(Ristampa)

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Là dove le ultime propagginidell’Appenino ligure si consegna-no alla pianura, sulla spondadestra del Torrente Lemme, tra ilverde di boschi e vigneti, sormon-tato dall’imponente sagoma delcastello Guasco, si stende il paesedi Francavilla Bisio. Dall’origina-rio gruppo di case dai tetti dicoppo il centro si allunga - a guisadi braccia d’uomo aperte – da unlato verso la collina e dall’altroverso la pianura, mantenendoancora il carattereconcentricoCome se idue “po teri”si fosseroequamentesuddivisigli spazi, la grande torre quadratadel castello domina la parte vec-chia del paese ed il campaniledella chiesa parrocchiale sovrasta,svettando, la parte di nuovacostruzione. C’è anche una zonasuperiore, la Villa, piccolo borgoadiacente il castello, che nellegiornate limpide diventa un balco-ne spalancato sui tetti delle case disotto, sui prati verdissimi sino adincontrare – con un simbolicosguardo - il riverbero dell’acquadel torrente per poi fermarsi con-

tro le colline che separano daCapriata dietro le quali il globoinfuocato del sole scende ad ognitramonto.

E’ un luogo in cui si senteancora il canto dei grilli, nelleserate più calde quello delle cicale,con il grano maturo il buio torna a“puntinarsi” di lucciole intermit-tenti e si avverte il respiro dellaterra dei seminati. In autunno dopola vendemmia, i vigneti stupisconoper il variare cromatico delle

foglie:conse-gnati ir i c c h ig r a p -poli poitrasfor-mati in

mosto che fermenta nella penom-bra delle cantine, attendono piog-ge, nevi e gelate.. . Ma le stagioninon sono soltanto fenomeni delcielo; sono anche sentimento e sti-moli per la memoria: il misteriosospazio in cui confluiscono i fattidella vita e i viaggi del ricordo.

Ci sono ancora i cortili, le aie,non più le stalle ora divenutegarages, e gli attrezzi agricolimanuali- ricoperti di polvere -sono conservati nei fienili ormaivuoti da tempo.

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Nella pag. a lato, interno del Castello;sopra Bassorilievi di Stemmi nobiliari.

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Può accadere che il rimbombodi un trattore rompa il silenzio: èdifficile non pensare al contrastotra il fiato del bue ed i vapori delgasolio bruciato. Il solito conflittotra passato e presente. Ma il pro-gresso è mediazione tra passato epresente.

Anche una Guida può diventa-re legame tra ieri ed oggi, forseperché, da sempre, il tempo èregolato da un’armonia profonda.

Note TECNICHE

Francavilla Bisio ha un’alti-tudine di 168 m. sul livello delmare ed una superficie del territo-rio comunale di 7,76 Kmq. Lapopolazione conta, al 30.09.2011,n. 520 abitanti. Appartiene allaProvincia di Alessandria, alla Dio-cesi di Tortona; la Chiesa parroc-chiale è dedicata alla Madonnadelle Grazie.

Distanze: da Alessandria km32 ca, da Genova km. 57 ca, daTorino km. 119 ca, da Milano km.102 ca. Caselli autostradali fruibi-li: Ovada, Novi Ligure, SerravalleScrivia. Stazione ferroviaria aNovi Ligure; Stazione dei Carabi-nieri a Capriata d’Orba; Guardia diFinanza, Vigili del Fuoco, Ospeda-le e Pronto Soccorso a Novi Ligu-re. Pronta Assistenza Croce Verdea Basaluzzo.

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Ambulatorio medico e Dispen-sario farmaceutico in loco.

Il palazzo comunale (l’edificioattuale è stato inaugurato nel1958), si trova ad essere ubicatonella zona abitativa di nuovacostruzione. Circondato da un’areaverde, recentemente attrezzata peressere un accogliente parco giochi(dedicato alla memoria di AnitaFossati), è stato esternamenteabbellito, adeguato alle normativedi abbattimento delle barrierearchitettoniche ed ospita, a pianterreno, le aule della scuola ele-mentare e della scuola dell’infan-

zia con annessa mensa scolasticaper la refezione dei bambini.

STORIALe vicende storiche relative

all’antico borgo, trovano la lorogenesi nell’Alto Medioevo concitazioni relative a Bassignana (oBassignanella) di Val Lemme. Ilprimo documento in cui comparequesto nome è datato 1181 e siriferisce ad una donazione dei mar-chesi di Gavi ai benedettini di S.Andrea di Sestri Ponente, consi-stente in una zona di bosco rovere-to sito in Bassignana di ValLemme. Altri documenti attestanoche in questo luogo esistevano giànel 1127 un castello, le mura con

Nella pag. a lato: Panorama e sotto, il Torrente Lemme; in questa pagina, il Palazzo Municipale..

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relative porte d’accesso al borgo, lachiesa di Santa Maria delle Vigne,il mulino e la fornace. In questoperiodo (esattamente il 1120)l’ordine dei monaci Cistercensiripudia gli apparati feudali a favoredi una maggiore libertà economicae crea un nuovo sistema patrimo-niale la Grangia, cioè una piccolaabbazia con chiesa, refettorio, dor-mitorio, fornace e mulino. Attorno,il terreno, coltivato dai monacistessi. La grangia si distingue daimonasteri perché, a differenza diquesti, i monaci la abitano soltantotemporaneamente. Le grangie, ingenere, sono ubicate lungo le prin-cipali vie di comunicazione alloraesistenti, altresì con il compito diassistere viandanti e pellegrini.Anche a Bassignana Val Lemme –

posta lungo la via che da Alessan-dria attraverso Gavi e Voltaggiogiungeva a Genova – sorge unagrangia dipendente dall’Abbazia diRivalta Scrivia ed i primi docu-menti che ne attestano l’esistenzasono tre atti notarili.

Il primo (6 giugno 1183) relati-vo ad una donazione del marchesedi Parodi all’abbazia di Rivalta perla propria grangia di Bassignana, diprati, boschi e mulino.

Un secondo e terzo atto notari-le (8 maggio 1189) rispettivamenteper una donazione alla grangiadella chiesa di Santa Maria da partedel Vescovo di Tortona e perun’altra donazione da parte deimarchesi di Gavi di quanto posse-devano nel castello e nel borgodella villa oltre a campi, vigne,prati e boschi.

Da questo momento è un susse-guirsi di donazioni e di acquisizio-ni finalizzate all’espansione dellagrangia stessa.

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Una bolla papale di GregorioXI rivolta all’Arcivescovo diGenova (13 dicembre 1375) con-sente di poter documentare come ilterritorio giurisdizionale che a par-tire dal XIV secolo prese il nomeemblematico di Francavilla, fosseoccupato dall’antica Bassignana diVal Lemme. Anzi, nel sopraccitatodocumento i due toponimi sonoaccomunati: il nuovo di Francavil-la per designare specificatamente ilcastello e la villa fondati in alto,sulla collina e l’antico di Bassigna-na e Bassignanella ad indicare ilsuperstite agglomerato urbano sot-tostante, nella pianura, risorto giàintorno al Mille, presumibilmentedalle rovine saracene.

Con la bolla papale citata, sisollecitava l’Arcivescovo di Geno-va a recuperare a favore degli ordi-

ni religiosi la grangia di Bassigna-na perché oggetto di usurpazioni daparte dei potenti confinanti. Imonaci ritornati in pieno possesso,vendono la grangia con il castello(quindi già Francavilla) a LuchesioI Spinola, signore di Arquata, chediventa così primo feudatarioimperiale detenendola, tra alternevicende familiari, sino al 1681.Proprio in quell’anno (9 settembre)

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Nella pag. a lato, Affresco della vittoria di Alberto Guasco sul Marchese di Monferrato esotto Stemmi nobiliari.

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l’imperatore Leopoldo I cede laprima metà ed il 3 settembre 1683la seconda metà del feudo a Dome-nico Grillo, marchese di Clarafuen-tes. Alla morte senza discendentidell’ultimo dei Grillo, il feudo èdevoluto al Regio patrimonio (29agosto 1756). Successivamentel’imperatrice Maria Teresad’Austria affida parte del feudo aCarlo Emanuele di Savoia, Re diSardegna.

I due toponimi (Francavilla eBassignana) crearono dubbi e con-fusioni: agli esperti della materiaFrancavilla – che significa città frui-trice di esenzioni e fondata da uomi-ni liberi – parve un borgo privo distoria e non mancò chi finì per attri-buire eventi storici pertinenti a Bas-signana di Val Lemme alla Bassi-gnana fondata nella regione diValenza, nei pressi del fiume Po.

BISIO

Il borgo di Bisio (il cui toponi-mo sembra derivi dall’antico

appellativo ligure dato al mirtillo(boso), frutto presente nei boschidel luogo, si hanno tracce a partiredal 1127 per l’esistenza di unagrangia cistercense, filiazione edipendenza del monastero di S.Andrea di Sestri Ponente, infinebadia di San Fruttuoso di Bisio,filiazione del monastero di SanFruttuoso di Capodimonte e Porto-fino ceduta poi a Gavi il 26 settem-bre 1343. Le evidenze documenta-rie consentono di poter assumereche non tutti i beni di San Fruttuo-so di Bisio siano stati all’epocaceduti, poiché il documento sopracitato specifica che la vendita diparte della grangia di Rovereto diBisio si concludeva ad utilità evantaggio della badia di San Frut-tuoso di Bisio… Opizzino Spinola,potente nobile genovese, acquistanel 1309 parte del territorio diBisio e nel 1313 ottiene , per que-sto, dall’imperatore Enrico VII,

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Nella pag. precedente: Soffitto affrescato e sotto Affresco della morte di ScipioneGuasco alle Crociate. In questa pagina affreschi del Castello.

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l’investitura feudale. L’8 febbraio1414 la grangia di Bisio è cedutaad Agostino Doria ed il 18 lugliodello stesso anno l’imperatore Sigi-smondo conferisce allo stessol’investitura feudale su Bisio. Nelsettembre 1416 il marchese Toma-so Malaspina signore di Cremoli-no, occupava il castello di Bisioche il doge di Genova, TomasoCampofregoso gli sottraeva facen-dolo prigioniero. Nel corso delleguerre tra la Repubblica di Genovaed il Ducato di Milano i territoriteatro di guerra, tra cui Bisio, sonoposti sotto la tutela del papa Marti-no V. Il 14 febbraio 1463 FilippoDoria riceve da Francesco Sforza,duca di Milano, l’investitura delfeudo di Bisio. Trascorsi soli diecianni, pressato dai debiti, FilippoDoria, prima ipoteca, poi cede ilfeudo ad Antonio I Guasco, decu-rione (capo dell’amministrazione)di Alessandria, sposo di Sigismon-dina Spinola dei signori di Cassa-no, iniziando così la Signoria deiGuasco a Bisio. E’ il 6 aprile 1473.

L’atto notarile stipulato in quel-la data da Cristoforo Doria, sanci-sce che a partire da quell’epoca laillustre e nobilissima famiglia Gua-sco, attraverso eredi e successori diAntonio I, avrà la signoria su Bisiosino al tramonto del feudalesimo.La genealogia dei signori Guasco –poi marchesi di Bisio, poi principidel Sacro Romano Impero – si

chiude con Francesco di Paola IVGuasco Gallarati di Bisio (Torino1914 – Alessandria 1998).

La famiglia Guasco Gallarati –cofondatrice di Alessandria (1165-1168) – compare nelle cronacheitaliane poco dopo l’anno 1000 e sipresenta, da subito, come una dellefamiglie più importanti dell’Italiasettentrionale ma anche nota oltre iconfini tanto da essere unanime-mente riconosciuta fra le più illu-stri e storiche. Insignita di moltititoli nobiliari feudali conferiti adon Carlo Guasco marchese diSolero, marito della principessaEnrichetta di Lorena, cugina del-l’imperatore, giunge sino all’unicoramo dei molti – esistente sino al1998 – a quello principesco deimarchesi di Bisio, che unisce aquesto i titoli di marchese di Fran-cavilla, conte di Frascaro, conte di

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In questa pag.: Palazzo di Bisio e Meridiana della facciata.

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Murisengo, nobile patrizio di Ales-sandria il cui palazzo proprio, nel-l’omonima via della città, ne testi-monia ancora oggi il ruolo che lanobile famiglia ebbe dalla fonda-zione della città sino alla fine delsecolo XX.

E’ un palazzo ricco di memo-rie storiche, secolare vanto diAlessandria, oggi illustre sede dimanifestazioni culturali dellacittà. In questo palazzo vi è tracciadi un importanteevento datato1387: in quell’an-no Beltramo Gua-sco, valoroso con-dottiero al serviziodi Galeazzo Vi-sconti e ambascia-tore dello stessopresso la Cortefrancese, fu àuspi-ce della promessadi nozze tra Valen-tina Visconti e Luigi d’Orléans,figlio di Carlo VI, re di Francia.Grazie all’abilità diplomatica ilcondottiero acquisì il privilegio diaggiungere all’antico stemma delcasato (un trinciato dentato in oroe azzurro) un anello d’oro sor-montato da un diamante e tenutotra le zampe di un leone, il tuttoinquartato in campo rosso. Inoltre,sempre in tale occasione all’armadei Guasco si è potuto aggiungereil motto “C’est mon désir” ad

indicare, appunto, la soddisfazio-ne del duca per aver organizzato ilregale matrimonio, ardentementedesiderato. Nel XVI secolo lostemma del casato fu ulteriormen-te modificato: Camillo Guasco,commissario di tutte le fortezzepontificie, ricevette dal Papa PioV il permesso di apporre sulloscudo il simbolo araldico della“Basilica pontificia”.

STEMMACOMUNALE

Il Comune diFrancavilla Bisio ècontraddistinto dauno stemma di cui sifregia poiché è statocompletato lo studiodi ricerca araldicache è terminato conl’atto di concessionee l’autorizzazione

all’uso per la realizzazione delGonfalone Comunale.

Nello stemma (scudo sanniti-co) compare, in campo color cielo,una croce di rosso-arancio a deli-mitare quattro spazi contenenti – alprimo e al terzo – tre spighe digrano dorate, legate al gambo; alsecondo e al quarto una torre rossa,mattonata, merlata, finestrata dinero. La torre è riferimento impe-riale (feudo imperiale ligure) leseconde rimandano al significato

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Nella pag. accanto: Particolare del Castello, le torri quadrate ed una finestra.

Nelle pagg. seguenti: Rievocazione storica e particolare del Castello con Torretta circolare.

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dell’abbondanza e della prosperitàoltre a far riferimento alla colturadel frumento nella piana tra Fran-cavilla e Bisio.

IL CASTELLO

L’imponente costruzione delCastello Guasco, così come possia-mo oggi ammirare, ha subito nelcorso dei secoli ampliamenti eristrutturazioni. Quando – con laBolla papale che Gregorio XI inviada Avignone nel 1375 – si fa riferi-mento al nome Francavilla perdesignare specificatamente ilcastello e la villa fondati in altonella collina si cita, indubbiamenteil maniero che, diverrà nel prose-guo dei secoli, il simbolo del luogooltre ad acquisire, nella valle, unruolo importante sia per le frequen-ti vicende militari, sia per esserestato costruito ai confini dellaRepubblica di Genova con il Pie-

monte ( poi Sabaudo) e la Lombar-dia (con i vari Ducati).

Le circostanze esposte neldocumento gregoriano inducono afare dei computi di tempo per poterrisalire indizievolmente agli autoridi usurpazioni in relazione ai beniecclesiastici della grangia cister-cense e del castello di Francavilla(alla medesima appartenente) peruna durata di 36 anni; il che cifarebbe arretrare all’anno 1339.

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Ma atti notarili antecedenti questadata tra i feudatari di Arquata ed iCistercensi citano permute di benitra cui possedimenti di grangia ecastello di Francavilla , attribuendoa Luchesio Spinola la conclusionedell’atto di permuta con i monaci.Fu proprio lui allora ad essere ilprimo feudatario di Francavilla edil suo dominio sul borgo (Villa) erain piena efficienza nel 1390. Ilcastello, quindi, dimora degli Spi-nola di Arquata, vede tra le propriemura i natali e la presenza di uomi-ni illustri. I diretti discendenti diLuchesio: Franco, Oberto, Tobiauomini d’armi e comandanti dimilizie in nome di Genova avrannonutrita prole che, attraverso matri-moni di alto rango, imparenterannoil casato con la nobiltà anched’oltralpe. In una lettera che daSerravalle Scrivia Biagio Asseretoinviava il 13 novembre 1455 alduca di Milano, informava il suosignore che Oberto Spinola, consi-

gnore di Francavilla, era stato inquei giorni ucciso da gaviesi nellatorre di Bisio…Non si conosconole circostanze della morte del nobi-luomo ma il fatto ci indica un lega-me tra il castello di Francavilla e lagrangia cistercense di Bisio: undocumento del XV secolo menzio-na il bedale che portava l’acqua daBisio al mulino di Francavilla,passando in fundum Campissori.

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In data 18 novembre 1656 ilconsignore di Francavilla, Alessan-dro Spinola, indirizza una lettera alplenipotenziario imperiale in Italiain cui evidenzia la povertà delfeudo francavillese e dal cui conte-nuto emerge la conferma che i feu-datari delle nostre valli dovevanosovvenire personalmente allenecessità dei sudditi, provvedendoloro anche il vitto.

Il 3 dicembre 1668, in Milanoil regio avvocato Danesio Cafatiapre un processo contro il nobileStefano Spinola, condòmino delfeudo imperiale di Francavilla,coabitante con Alessandro del loca-le castello. L’atto processuale regi-stra la sussistenza di controversiefra i nobili Stefano ed Alessandro(condòmini del feudo di Francavil-la ed abitanti nel castello del mede-simo borgo). Nell’atto processualesi fa altresì cenno dell’esistenza diun carcere all’interno del maniero– il Fornetto – utilizzato ovvia-

mente per rinchiudervi nemici opersonaggi scomodi che parteggia-vano per l’uno o per l’altro condò-mino. Le diatribe familiari e le esi-gue finanze degli Spinola portanol’imperatore Leopoldo I a concede-re nel 1681 l’investitura del feudodi Francavilla a Domenico Grillo.

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A partire da questo momento levarie successioni della nobile ericca famiglia di origine spagnola,che manterrà il feudo sino al 1780(sino al 19 luglio 1780 quando laprincipessa Giovanna dal Pozzo diGuasco acquisterà per il figlioPaolo Luigi Giuseppe AntonioGuasco il marchesato di Francavil-la) fanno presumere l’ampliamentodella costruzione originaria delcastello. Alla grande torre quadratavengono apportate modifiche edaggiunte al corpo centrale che si

riscontrano nella variazione dellostile architettonico, ancora oggivisibili.

Dai verbali di elezioni di suddi-ti e cariche pubbliche nel feudo diFrancavilla si leggono riferimentialla Sala Maggiore del castello (1°gennaio 1715), al Salotto delcastello (21 maggio 1720) e ancoracitazioni al Castello di Francavillaper nomine o elezioni in documen-ti datati 1724, 1726, 1733.

Una interessante testimonianzafotografica ci presenta l’ultimagrande ristrutturazione, conampliamento e sopraelevazione deltetto del castello, portando il com-plesso (torre grande e piccola qua-drate più la torretta circolare) aduna definitiva completezza.

La nobile famiglia Guasco diBisio, unitasi alla Famiglia GiriodiPanissera di Monastero (attuale pro-

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prietaria) ne mantiene lo splendorecurandone il parco, il giardino ed ilborgo adiacente, abitando il castellosino allo scoppio della seconda guer-ra mondiale. Il conflitto consiglia lanobile Famiglia a riparare presso l’abitazione di Torino e successiva-mente presso il castello di Baldassa-no, sempre di proprietà dei ContiGiriodi.

Quello di Francavilla viene indi-viduato dal Comando tedesco comeluogo ideale per una base logistica.La guarnigione ne occupa quindi lesale, ne utilizza le attrezzature, dan-neggia anche molte suppellettili eparti murarie forse per incomprensio-ne del valore (non solo affettivo),forse in spregio all’alleato sgradito.Al termine della guerra (1945), con ilritiro delle truppe tedesche, anche ilcastello di Francavilla viene abban-donato.

I proprietari lo chiudono pren-dendo atto, affranti, dei danneggia-menti compiuti. Solo sessant’annidopo (giugno 2005) sarà riaperto alpubblico in una parte graziosa eaccessibile: il cortile delle Logge.

Da quella data, la gentile dispo-nibilità del Conte Cesare Giriodi per-mette all’Amministrazione comunalela possibilità di organizzare eventiculturali all’interno di una corniceprestigiosa, storica, architettonica-mente stupenda.

LA CHIESA PARROCCHIALE

Il 2 ottobre 1186 Ugo, Vescovodi Tortona, fa donazione all’abbaziadi Rivalta Scrivia della chiesa diSanta Maria di Bassignanella di ValLemme, ossia di Francavilla,costruita in epoca precedente qualeluogo di culto per la grangia stessa eper il borgo di Francavilla e taleresta sino a tutto il XIV secolo. Nel1523 la chiesa è elencata nei registridella Curia di Tortona con questadicitura: Ecclesia S. Marie de Fran-chavilla –fratrum predicatorum. Ilgiorno 6 agosto del 1576 questachiesa veniva visitata da GerolamoRagazzoni, Vescovo di Famagosta,per conto della Diocesi di Tortona e,dalla relazione del Cancelliere, si

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Nelle pagg. precedenti: Veduta del Castello ed Interno, Il Cortile delle Logge. In questa pag.: Chiesa Parrocchiale e Sculturalignea dell’altare maggiore.

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evincono dati molto interessanti tracui un elenco di migliorie da appor-tare all’altare maggiore e a quellilaterali (decisamente indecorosi)secondo la decenza e le disposizionidei decreti generali. Si raccomandal’imbiancatura delle pareti interne,la modifica del Sacro Fonte ( aspese del popolo), l’acquisto di trenuovi vasi per l’olio crismale (Bat-tesimo, Cresima, Unzione degliinfermi). Inoltre, la relazione ripor-ta: la parrocchia conta 200 anime; ilreddito della medesima è di 30 scudicirca; il curatore, frate Gio Antoniodi Cerasco o.p., raccoglie molte ele-mosine.

Tracce documentate di succes-sive visite pastorali da parte dellaCuria tortonese alla chiesa di Fran-cavilla si ritrovano in data 19 otto-bre 1585; 16 giugno 1597; 12 set-

tembre 1670. La parrocchia fuanche visitata dal Padre provincialedei Domenicani (glorioso Ordinecui era stata data in amministrazio-ne la chiesa di Francavilla) in data18 giugno1591.

Nello scorrere le relazioni diqueste visite pastorali si trovanoriferimenti ad altri luoghi di culto.L’Oratorio di San Giuliano “fattofabricare dalli Signori feudatari delloco, quale essendo omninementederelitto e privo d’ogni cosa, esor-tiamo perciò la pietà di questiSignori a non lassare questo orato-rio per altro assai bello in sì malstato, ma bene ristorarlo ed hono-rarlo e provederlo di supelettilinecessari per la celebratione dellaS. Messa.”

L’Oratorio di San Gio Batta “Nel quale è eretta la Confraternitadei Disciplinati aggregati allaArchiconfraternita di San Giovanniin Laterano di Roma. Sono confra-telli n. 50, vestono cappa bianca erecitano l’officio della Beata Vergi-ne ogni festa di precetto . Ha di red-

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In questa pag.: Altari minori dedicati al SacroCuore e a S. Giuseppe.

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dito lire 25 annue, che si cavano daun bosco.”

Entro i confini giurisdizionalidella parrocchia di Francavilla esi-stevano: la chiesa di San Fortunatodocumentata in data 8 novembre1191, fondata nei pressi del castelloe la chiesa di San Giorgio nominatain un documento dell’8 febbraio1190; infine la chiesa di San Roccoripetutamente citata in un documen-to del 21 maggio 1720.

Nel 1943 il parroco di Franca-villa, Mons. Lorenzo Castellano,manifesta l’intento di costruire unanuova chiesa parrocchiale. Per larealizzazione dell’opera il Principedon Emilio Guasco di Bisio fa dona-zione del terreno e la Contessa Eli-sabetta Guasco Giriodi Panisseradonerà il terreno da utilizzarsi per ilsagrato. Il 24 maggio 1947 la com-missione diocesana di arte sacra,esaminato il progetto, pronuncial’assenso alla costruzione. Conl’aiuto di un cospicuo numero dibenefattori e della quasi totalità deifrancavillesi, la nuova chiesa, con lamedesima dedicazione dell’antica

monastica, è inaugurata il 2 aprile1950.

La costruzione riprende este-riormente il rosso mattone a vistadel vicino castello. Di architetturasemplice (romanico moderno?) hatre navate ed abside affrescata. Allasommità l’altare maggiore racchiu-de, in un tempietto stilizzato dimarmo bianco, la statua dellaMadonna delle Grazie seduta su untronco di salice (riferimento all’ap-parizione, come vuole la tradizione)con il Bambin Gesù appoggiatosulle ginocchia. Con le disposizioniconciliari la mensa eucaristica delpresbiterio rivolta all’assemblea, èstata realizzata in legno a guisa digrande teca che ospita, riparata dacristalli, una preziosa scultura lignearaffigurante l’Ultima cena, opera di

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In questa pag.: Dipinti delle partilaterali della Madonnetta.

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artigiani scultori della Val Gardena. Gli altari minori sono dedicati al

Sacro Cuore, a San Giuseppe, alBambin di Praga e a San Francescoda Paola. Negli anni settanta la chie-sa fu dotata di una grande scalinatadi accesso e, solo nel 1983, è stataaffiancata dal campanile.

La Madonna delle Grazie hasempre rappresentato per la comuni-tà francavillese un riferimento reli-gioso molto profondo. Quando ilcentro abitato era ancora borgo e leabitazioni raggruppate all’ombradel castello, la Contessa ElisabettaGuasco Giriodi Panissera, su un ter-reno di proprietà posto al croceviadelle direzioni per Pasturana e Basa-luzzo, faceva costruire un’edicola

dedicata alla Madonna. Successiveristrutturazioni ne mantennero lapresenza inalterata sia esteriormenteche nel significato religioso.L’ampliamento urbano ha fatto sìche la cappelletta venisse a trovarsitra le abitazioni che per questa pre-senza sono identificate come rionedella Madonnetta.

Una recente ristrutturazione evi-denzia la preziosità dei dipinti su

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In questa pag.: l’Edicola della Madonnetta e sotto, la Processione della Festa Patronale.

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maiolica (opera del pittore Italo Gal-liano) sia dell’effige centrale dellaMadonna delle Grazie, sia dellefigure dei Santi posti ai due latidella stessa: il martirio di SanSebastiano e San Giovanni Battistacon Gesù al Giordano.

San Giovanni Battista è altresìraffigurato nello stendardo che iden-tifica l’attuale Confraternita e guidala partecipazione della stessa nellesolennità religiose che prevedono laprocessione. Le cappe di colorerosso fuoco sono indossate sia dalleconsorelle sia dai confratelli porta-tori dei due crocefissi parrocchiali.L’uno ligneo, semplice, appartenen-te all’Oratorio della Villa, l’altro piùgrande, prezioso per ornamenti difogliette d’argento, nel pieno rispet-to dello stile dei crocifissi liguri.

Un’opera scultorea, molto inte-ressante dal punto di vista artistico,

è rappresentata dal Cristo morto, oracollocato all’interno della Stanza deinobili a sinistra dell’altare maggioredella chiesa parrocchiale. Si tratta –probabilmente – di parte di un grup-po ligneo, raffigurante un Gesù di-steso, deposto dalla croce. Un brac-cio sollevato fa presumere la presen-za (ora mancante) di altra figura asostegno dell’arto. L’ottima conser-vazione permette di ammirare lasoavità delle membra, la compostez-za del profilo e del capo reclinato,sormontato dalla corona di spine.

In passato (sino agli anni sessan-ta) la sera del Venerdì Santo, la sta-tua del Cristo morto, portata in spal-la, lasciava l’Oratorio della Villa edin processione, alla luce di artisticilampioni, veniva accompagnata alla

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In questa pag.: Crocifisso artistico e Stendardodella Confraternita. Nella pag. accanto, Hangar eveduta dell’Aviosuperficie.

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chiesa parrocchiale e collocata nellanavata centrale. Vi sostava la notteed il Sabato Santo, da una silenziosaprocessione di donne, veniva ripor-tata all’Oratorio.

Lasciando il paese alla volta diTassarolo, da una parte e di Pastura-na, dall’altra, si incontravano in pas-sato due grandi croci di legno, allabase delle quali venivano semprelasciati fiori raccolti lungo i fossatida parte di anonimi viandan-ti…Erano state poste a ricordo delleMissioni che avevano interessato lacomunità parrocchiale francavillesein tempi diversi e lontani quando,per Missione si intendeva un perio-do di circa una settimana in cuisacerdoti predicatori capaci sostava-no – ospitati dal parroco – presso lacomunità per risvegliare e consoli-dare nel corso di celebrazioni euca-ristiche, il riferimento religioso e diFede, bisognoso di interventi vibra-ti…Nell’anno 2000, in occasione delGrande Giubileo della cristianità,due nuove Croci sono state posizio-nate (ad opera della Pro Loco) inluogo di quelle rovinate inesorabil-mente dal tempo.

AVIOSUPERFICIE

Il verde intenso dei prati cheseparano il paese dal torrenteLemme, ospita l’Aeroturismo diFrancavilla Bisio S.r.l., aviosuper-ficie di 100.000 mq con una pistaomologata di 800 m. di lunghezzaper 66 m. di larghezza. Gli hangarutilizzati per il ricovero dei velivo-li, hanno un’ampiezza di 1.700 mqe sono stati tinteggiati di verde permeglio mimetizzarli nell’ambientecircostante. Civilavia è l’entenazionale che ha concessol’autorizzazione all’aviosuperficierisultata di terza categoria, pervelivoli da diporto e piccoli aerei amotore.

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IMPIANTI SPORTIVIIn un’area centrale del paese,

un tempo immenso prato di pro-prietà della contessa ElisabettaGuasco Giriodi Panissera che nefece dono al Comune negli annisettanta (Sindaco Remo Semino“curatore” della procedura) sonosorti negli anni ’85 – ’90 gliimpianti sportivi di FrancavillaBisio.

Inizialmente oltre al campodi calcio, di tamburello conannessi spogliatoi e dei campi peril gioco delle bocce, fu realizzatoanche un campo da tennis. Letendenze di moda, anche sporti-va, fecero optare – su quest’ulti-mo spazio, per una variazione didestinazione d’uso. Tramite unaccordo tra l’Amministrazionecomunale e l’Associazione ProLoco Francavilla B. è stata stipu-lata una convenzione finalizzataalla costruzione di una strutturamuraria che potesse ospitare lecucine e il laboratorio confezio-

namento ravioli con, antistante,la copertura tensostatica per lacollocazione, al coperto, dell’at-trezzatura di ristorazione.

I campi da bocce – che hannovisto gare e sfide ciclopiche inpassato – sono ora una zonaombreggiata poco frequentata senon da chi, nella calura, in com-pagnia, si ostina a ricordare ilricco medagliere di questo o quelgrande bocciatore…nella speran-za che ricorsi storici ne faccianosorgere di eguali. Analoga sorteè toccata al campo di tamburel-lo…sport che negli anni settantaha issato la squadra di Francavil-la sugli “altari della gloria”.L’intitolazione del campo allamemoria di Attilio Mazzarellonon è stata casuale. Il grandecampione italiano ha trasmesso

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In questa pag.: Campo di Calcio e la gloriosaSquadra di Tamburello. Nella pag. accanto, Vecchia Fontana

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la passione non solo al figlio Elioma a tanti altri francavillesi.L’insegnamento, le astuzie svela-te al mezzo volo Piero Chiesa,hanno fatto sì che la compaginetamburellistica salisse le vette delsuccesso sino a disputare finalidel campionato nazionale.

Le sfide con le squadre vene-te furono memorabili: tifosi, asfiorare il migliaio di presenzedurante le partite decisive per loscudetto italiano; vittorie, adappagare l’impegno, caparbio,dei giocatori.

Oggi il campo di tamburello,ben sabbiato e dotato di illumina-zione, è stato parzialmente tra-sformato in campo di “calcetto”fruibile dai giovani francavillesi.Il campo di calcio adiacente è orautilizzato dalla squadra A.S.D.Gavi Rugby.

In questo spazio – il cui tap-peto erboso (soprattutto in not-turna alla luce dei potenti fari) fainvidia a stadi famosi - sono staterealizzate, per renderlo maggior-

mente idoneo, una serie dimigliorie tra cui la recinzione,per l’adeguamento alle normativevigenti in materia di Campionatie Categorie.

LA FONTANA

Tra le cose che ci rimandanoal passato, lasciando il paese indirezione di Bisio, troviamo Lafontana. L’attuale sagoma,ristrutturata, ci fa capire che untempo si trovasse fuori dal cen-tro abitato, forse per dissetare iviandanti e i bovini rientranti dalpascolo. La vasca rettangolare dicemento poteva servire proprio aquesto scopo. La lunga leva diferro che azionava a mano lapompa è ancora lì a ricordarciche (forse il 1963) in un’estate digrande siccità, tutto il paese, peri cristiani e per le bestie, attin-geva acqua – freschissima – allavecchia fontana. Secchi, mastellie bigonce venivano riempiti ognigiorno per il fabbisogno quoti-diano e…la scorta.

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SOCIETA’ OPERAIA DIMUTUO SOCCORSO

La Società nacque a Francavil-la Bisio nell’aprile del 1905 anchese lo statuto ed il regolamento por-tano, in calce, la data 19 maggio1907. Sorge, come per tutti i paesiattorno, quando le condizionisociali ed economiche dell’Italiaerano quelle che erano…dopo duritravagli. La rivoluzione industrialeaveva creato nuovi squilibri enuovi disagi nel corpo sociale. Apromuovere la Società fu un grup-po di uomini (il cui elenco di nomici riporta ai nostri bisnonni) solida-li tra loro, desiderosi di praticarequella mutualità che sostiene ideal-mente e concretamente. Il sodalizioebbe subito la propria bandiera cheal centro portava , ricamate in gros-

so rilievo, due mani vigorosamenteintrecciate. Alla Società fu dato ilnome La Fratellanza a sottolineareil comune sentimento che univaquel gruppo di lavoratori la cui vitaera una spola tra la ghiaia delLemme e la vigna in collina. Sem-pre al servizio di altri. La sede erauna casa pulita, semplice, postaall’ombra delle acacie di unboschetto a ridosso delle case, i cuirami si confondevano con quellidel giardino del castello. I soci siritrovavano a discorrere dei loroguai, del loro lavoro e a confortarsinella speranza che le cose un gior-no sarebbero andate meglio.

Durante il Ventennio fu chiusa:poteva frenare lo slancio versodestini imperiali che erano lì, aportata di mano delle nuove gene-razioni. Ma la Società continuò adesistere, anche senza sede, gli

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In questa pag. e nella seguente: la SOMS, il suo interno ed un particolare della Mostradelle Bustine di Zucchero.

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amici defunti venivano accompa-gnati al cimitero anche senza ban-diera, e alla vedova veniva conse-gnato il “mutuo soccorso” anche seclandestinamente.

Poi riaprì i battenti, forse con ildrappello di soci assottigliato,quelli più carichi d’anni e di ricor-di si fecero accompagnare da quel-li più giovani. Una ventata d’ariafresca entrò nel salone con tropperagnatele… Vicende alterne, ugua-li a quelle sociali, portarono ancoraalla chiusura ma, proprio perché lasolidarietà è un valore al qualeanche le giovani generazioni sonostate educate, la Società di Franca-villa Bisio è ritornata a far partedella vita della comunità. Un lungi-mirante accordo di convenzionecon l’Amministrazione comunale,un oculato acquisto di immobilefronte strada, hanno portato a com-pimento lavori di ampliamentointerno ed una ristrutturazioneanche esterna, nel rigoroso rispettodelle indicazioni architettoniche edartistiche regionali in materia diSocietà di mutuo soccorso, resti-tuendo così alla comunità – proprioin occasione dei festeggiamenti peril Centenario – un immobile fun-zionale che ritorna ad essere unluogo di aggregazione ed un puntodi riferimento per una solidarietàtestimoniata e vissuta.

Il salone della Società fungeveramente da luogo di aggregazio-

ne: a seconda delle iniziative cultu-rali promosse dall’Amministrazio-ne comunale diventa sala per con-vegni, teatro per rappresentazioni,proiezione di film, spazio espositi-vo per mostre di pittura, sala daballo…

La Società ha ospitatoun’esposizione insolita dal titolo“Quanto zucchero? Una bustina,grazie”. Per merito del SindacoMario Mazzarello e Signora colle-zionisti da tempo, è stato possibileesporre in bacheche e ben visibili,una quantità ragguardevole dibustine di zucchero, suddivise insezioni tematiche, pubblicitarie,con dedica… Questa iniziativa hacreato il presupposto per progettar-

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ne una successiva: in collaborazio-ne con una Ditta leader del settore,è stata realizzata la prima serie dibustine di zucchero per collezioni-sti, raffiguranti scorci di Francavil-la Bisio: chiesa, castello ed uninterno, vecchia fontana e Madon-netta. Essendo il primo Comune adaver ideato una tale iniziativa, le èstata concessa la possibilità di fre-giarsi dell’appellativo “Dolcepaese 2005”.

Nel 2007, in occasione delCentenario della S.O.M.S., è statarealizzata la seconda serie di busti-ne per collezionisti, dal titolo “100anni di solidarietà” raffigurantel’edificio ristrutturato e “modi emaniere” di utilizzo del Salonedelle feste…

Nel 2011, 150° AnniversarioUnità d’Italia, la terza seriedelle bustine dizucchero conte-neva i “disegnipatriottici” deibambini dellascuola primaria.

BIBLIOTECA

Dal 2004 la Biblioteca Civica èuna realtà per Francavilla Bisio.Dapprima in una sede provvisoria ,successivamente (2005) al pian ter-reno dell’edificio ristrutturato dellaSocietà di mutuo soccorso. Esteti-camente bello e funzionale l’arredoe la scaffalatura che ospita uningente patrimonio librario,un’attrezzatura computerizzata chepermette il collegamento con ilresto della rete del Sistema biblio-tecario novese, di cui FrancavillaBisio fa parte, un servizio di presti-to librario che ha raggiunto numeriimpensabili in rapporto alla cittadi-nanza, affermano che la Biblioteca– anche in un piccolo Comune –può rappresentare l’esito brillantedi una iniziativa voluta con deter-minazione e realizzata anche grazieall’impegno – sotto forma divolontariato - di alcune persone.

Tra le sezioni ospitate all’inter-no della Biblioteca, degna di esseremenzionata è la donazione Fossati.Più di quattrocento volumi di lette-ratura e storia americane tra cuiuna sezione monografica (150volumi) dedicata a John FitzgeraldKennedy, (il compianto Presidenteucciso a Dallas), alcuni con dedicaautografa, altri in edizione limitata.

Questa sezione, particolarmen-

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In questa pag.: Biblioteca Civica, interno ed ingresso. Nella pag. accanto: Spazio Pro loco e ..... Ravioli.

Comune di Francavilla BisioProvincia di Alessandria

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te consultata per ricerche di tesi dilaurea, rappresenta nella sua unici-tà il fiore all’occhiello del patrimo-nio bibliotecario francavillese edha suggerito all’Associazione cul-turale “Lettere e Arti” la costituzio-ne del “Centro studi JFK” inaugu-rato del corso della Giornata diCultura americana 2010.

ASSOCIAZIONE TURISTICAPRO LOCO

FRANCAVILLA B.

Il 20 febbraio 1986, quasi comeun’emanazione della nuova Ammi-nistrazione comunale, si costituival’Associazione per la promozioneturistica di Francavilla Bisio, delsuo territorio e dei prodotti dellatradizione enogastronomica. LaPro Loco, muoveva i primi passidella propria attività sostenuta uni-camente da grande entusiasmo edesiderio di fare…Presidente edirettivo rosa (così venne definitodalla stampa locale) perché tuttofemminile, collaborazione garanti-ta anche dall’altro sesso, dai fami-liari, dalla cittadinanza, ebbero lacaparbietà di promuovere eventi,manifestazioni, sagre che nel corsodi pochi anni portarono all’atten-zione dell’opinione pubblica, este-sa, non solo il nome di Francavillae le bellezze paesaggistiche maanche la notorietà nel saper cucina-

re in maniera eccellente. A oltre vent’anni di distanza i

Ravioli sono divenuti il simbolodelle sagre gastronomiche, il mitoche ha fatto conoscere FrancavillaBisio promuovendone l’immagine,il prodotto per gustare il quale siaffrontano lunghi tempi di atte-sa…Saranno: l’esperienza acquisi-ta, l’affinamento del dosaggio degliingredienti, la sfoglia sottile che,tenace, contiene un ripieno eccel-lente a far sì che i Ravioli di Fran-cavilla siano davvero i migliori…del mondo. Dal luglio 2010 ilRaviolo di Francavilla B. ha otte-nuto il riconioscimento DE.CO(Denominazione comunale di ori-gine) a tutela dell’eccellenza del“prodotto”.

L’Associazione Pro Loco Fran-cavilla Bisio ha consolidato unaserie di appuntamenti che, ognianno, rappresentano per i buongu-stai un tradizionale motivo diincontro all’insegna dell’ottima

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cucina oltre ad assolvere, in strettacollaborazione con l’Amministra-zione comunale e in tutte le inizia-tive culturali e di aggregazione daquesta promosse, l’aspetto legatoalla degustazione dei prodotti locali.

Appuntamenti importanti sonole Sagre gastronomiche “Benvenu-ta Estate”, ultima decade di giu-gno; “Sagra del Raviolo”, ultimadecade di luglio; “Raviolatad’Autunno”, primi giorni di otto-bre; “Merendone – Castagnata”,terza domenica di ottobre.

Inoltre, un “Pomeriggio con iNonni”, prima domenica di otto-bre, per i nonni di tutta la comuni-tà; il “Pranzo d’Argento”, ultimadomenica di settembre, per gliAnziani francavillesi, “Scambio diAuguri” al termine della S. Messadi Mezzanotte e Grande tombola difine anno con premi, panettone ebrindisi beneaugurate.

L’economia francavillese pog-gia ancora oggi le proprie basi sul-l’agricoltura essendo in una felice

posizione: pianeggiante e collinareal tempo stesso. Frumento e gran-turco, sono stati affiancati (se nonsostituiti) da colture al passo con itempi e con le direttive comunitarieeuropee. Ecco quindi campi digirasoli, dal giallo sfolgorante edistese di orzo biodo eumile…Inoltre, prati verdissimi incui al taglio del fieno maggengopuò far seguito altro taglio menopregiato ma ugualmente utile…Epoi i vigneti a far da corona, suldorso di dolci colline: zone inseritenelle terre del Gavi (DOCG) e, aldi là del Lemme, buon Dolcetto diOvada (DOC). Ambedue i vitigniforniscono una ragguardevole pro-duzione di vini pregiati il cui iter divinificazione avviene ancora nelrispetto dei criteri artigianali.

Tra i prodotti che si possonogustare ed apprezzare troviamopresso la Panetteria Fara, in centropaese, i Canestrelli Moreno che, inoccasione del Salone del Gusto2006 a Torino, sono stati insignitidel prestigioso riconoscimento

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In questa pag.: Grappoli di uva,Dolcetto e Cortese. Nella pag. accanto, CanestrelliMoreno Panetteria Fara e sotto,Stele Sacrario Caduti alla Benedicta.

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“Eccellenza Artigiana” per il setto-re alimentare e pasticceria.L’attestato e la targa che riportanola dicitura “Perché la qualità rico-nosciuta sia riconoscibile” giun-gono a coronamento di una vita dilavoro interamente dedicata all’artedel panificare. Proprio accanto allaproduzione di pane, Carlo Fara nel1958, “sperimenta” una variantedell’antica ricetta dei canestrellinovesi, apportando alcune modifi-che ad ingredienti e procedura chegli consentono di sfornare un pro-dotto unico e singolare, apprezzatosul territorio. La continua, crescen-te richiesta non lo distolgono dal-l’utilizzo di ingredienti di primissi-ma qualità e dall’improntare lalavorazione in maniera tale che ilrisultato sia un prodotto sempreestremamente artigianale. I cane-strelli nelle tre varianti: naturali,integrali, maltini (ultima produzio-ne al profumo di Francabirra,esclusiva del Pub 1340) hannoavuto altresì il riconoscimentoDE.CO (Denominazione Comuna-le d’Origine) a tutela del prodottodi qualità.

Anche il cimitero ha dovutoabbandonare la collocazione origi-naria. Ormai circondato dalle abi-tazioni, là dove un tempo era gran-gia e la ruota del vecchio mulinoscandiva in qualche modo il tra-scorrere del tempo, il breve viale ditigli dedicato ai Caduti della Gran-

de Guerra, il muretto di cinta rico-perto internamenti di lapidi, i duefazzoletti di terra con troppetombe, tutto risultava insufficiente.Si decise così per una nuovacostruzione più grande e lontanadal centro abitato, individuandonela zona nella piana verso Basa-luzzo.

Tra le tombe di famiglia, primadi un ulteriore ampliamento, veni-va anche eretto il Sacrario deiCaduti alla Benedicta. Anche lacomunità francavillese, oltre aiCaduti al fronte nella Prima eSeconda Guerra mondiale, pagò ilproprio tributo di giovani vite lega-te al Movimento della Resistenzaquel 7 aprile 1945. Le salme deitre giovani francavillesi fucilati:

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Amedeo Mazzarello, GaetanoRebora e Luigi Traverso, riposanonel Sacrario. Con loro le spoglie diGiustino Grosso, paracadutista,morto eroe nella Battaglia di Filot-trano del Luglio 1944.

Poco distante un altro monu-mento: sui due quadrati di marmosono incisi i nomi dei Caduti nellaGrande Guerra dei quali, in passa-to, ogni tiglio del vecchio cimiterofungeva da lapide.

LA LEGGENDA DEI GATTIBIRMANI

Leggendo il libro di MarcelReney “Les amis des chats” oppu-re navigando su reti tecnologiche siincontra la Leggenda del gattosacro di Birmania. Ciò che più sor-prende – oltre alla interessante docu-mentazione che fa chiarezza sulleorigini di questa splendida razza – èil preciso riferimento al castello diFrancavilla Bisio ed alla sua nobileproprietaria la contessa Elisabetta

Guasco Giriodi Panissera.In un tempio della lontana Bir-

mania si adorava una dea tuttad’oro con gli occhi color zaffi-ro…Qui i monaci vivevano in pacee serenità con i loro cento gattibianchi. Un giorno il tempio fuinvaso dai predoni che uccisero ilGran Sacerdote mentre, con a fian-co il suo gatto bianco, era raccoltoin meditazione davanti alla statuadella dea. Non appena l’animalevide il suo padrone steso al suolo ,salì sopra il corpo inanimato fis-sando la dea negli occhi come achiedere vendetta. Avvenne allorauna straordinaria trasformazione: ilmantello del gatto assunse il colororo della dea, le gambe, il muso , leorecchie e la coda assunsero ilcolore scuro della terra, gli occhidivennero blu zaffiro come gliocchi della dea; solo le zampe, chepoggiavano sul cadavere del mona-co, rimasero candide in segno dipurezza. Nello stesso tempo anchegli altri gatti del tempio subirono lastessa trasformazione e la trasmise-ro ai loro discendenti…

Storia e leggenda si intreccianoin maniera avventurosa e si ritrova-no i primi due esemplari in Franciasolo nel 1918 dai quali si farà par-tire la presenza dell’intera razza inEuropa.

Come giunsero nel vecchiocontinente i sacri gatti? “Il Mag-giore Russel Gordon – che faceva

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In questa pag.: Cippo Cadutidella Grande Guerra. Nella pag. accanto, Panoramasotto la neve. Nell’ultima pag. .... Arrivederci a Francavilla Bisio.

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parte delle truppe inglesi in Indoci-na – nel 1898 ebbe l’occasione diosservare quei sacri animali neltempio sotterraneo di Lao-Tsun,(una delle meraviglie più singolaridel paese, situato in una regionedesertica e circondato da una bar-riera di mura insormontabili) ed ilLama del monastero gli spiegòl’origine sacra dei cento esemplaripresenti nel luogo. La storia-leg-genda ci parla in seguito della Prin-cipessa di Hohenloe che acquistòesemplari per circa trentamila fran-chi francesi dell’epoca (1935) chepoi cedette alla Principessa Rati-bor. Una serie di disavventurecostrinsero quest’ultima ad affidar-li al Duca d’Aosta. Per un certotempo non se ne seppe più nulla.Fu una sua cugina, la ContessaGuasco Giriodi Panissera, cheriuscì a venirne in possesso. Nel-l’autunno 1936 una testimone ocu-lare racconta a FrancamariaGabriele di aver avuto l’onore diessere ospite nel Castello di Fran-cavilla Bisio e di vedere da vicino i

risultati ottenuti grazie alla capaci-tà e alla pazienza della gentile enobile proprietaria. Afferma: “Igatti erano 18 e fra i 14 cuccioli vene erano alcuni molto promettenti.Cosa avvenne in seguito di questabella collezione di gatti che io defi-nirei i più belli del mondo? Dal1940 - sostiene la testimone – nonebbi nessuna altra notizia da Fran-cavilla e mi rimane come consola-zione il ricordo del grande cortiledel castello nel quale i miei cariamici guantati saltellavano sotto losguardo compiaciuto della pro-prietaria”.

Il castello di Francavilla Bisioè ancora lì; davvero è esistita laContessa citata; inoltre, una anzia-na governante dei Giriodi Panisse-ra ha dichiarato di ricordare un soloesemplare descrivendolo con vero-simiglianza; la mia mamma – allo-ra giovinetta – mi ha raccontatoche la contessa Elisabetta possede-va gatti preziosi…

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Immerso nel verde della ValLemme, circondato da boschi evigneti del pregiato Cortese diGavi, l’Agriturismo Cascina Romaè il risultato di un progettto acca-rezzato per tanti anni e portato acompimento nell’ottobre 2011. La costruzione originaria - risalen-te alla seconda metà dell’800 - èstata sapientemente e piacevolmen-te ristrutturata conservando le par-ticolarità della vecchia struttura,come i soffitti a volta delle due saleda pranzo, unendo il tutto allemoderne comodità. 5 camere, tutte con servizi, 4 nella

struttura principale ed 1 nella fore-steria, caratterizzate ognuna dadiverse tonalità di colore e dai sof-fitti in legno, a vista, sono statearredate recuperando mobili difamiglia, per poter offrire unambiente caldo e piacevole al finedi far sentire gli ospiti come a casapropria.Dalle antiche stalle sono state rica-vate le due accoglienti sale dapranzo in cui si possono gustare ipiatti tipici della tradizione bassopiemontese e ligure, preparati concura e passione utilizzando ingre-dienti genuini e selezionati. Piatti

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AGRITURISMO CASCINA ROMA

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rinomati quali i Ravioli, gli gnoc-chi, le carni, i polli e conigli dicascina, i dolci di Elisabetta, iltutto accompganato da vini dellazona: il famoso Gavi, prodottodirettamente, Dolcetto di Ovada eBarbera del Monferrato.Come raggiungere quest’oasi chesi trova a due passi da tre GolfClub tra i più rinomati: Villa Caro-lina a Capriata d’Orba, Golf Colli-ne del Gavi a Tassarolo, La Bollinaa Serravalle Scrivia. Vicinissima a luoghi in cui è possi-

bile effettuare passeggiate a caval-lo immersi nel verde, percorsi permountain bike, trekking e, per chiama lo shopping - a 10 km didistanza - l’Outlet di SerravalleScrivia. L’Agriturismo si trova a Francavil-la Bisio, in provincia di Alessan-dria, nel cuore della Val Lemme, alcentro del triangolo Milano-Geno-va-Torino. E’ anche in prossimità dei caselliautostradali di Novi Ligure edOvada per cui, raggiungendo il

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centro abitato di Francavilla Bisioe seguendo le indicazioni, si giun-ge facilmente all’AgriturismoCascina Roma dove Marco ed Eli-sabetta Fossati, con i loro tre bimbi(Richi, Ale e Cesare) vi daranno ilbenvenuto.

Il ristorante è aperto, su prenotazione, il venerdì ed il sabato a cena e la domenica a pranzo.

Per esigenze particolari: compleanni, ricorrenze familiari,colazioni di lavoro, negli altri gior-ni della settimana, è possibile con-tattare l’Agriturismo, sempre di-sponibile a trovare la soluzione el’accordo, ai seguenti numeri tele-fonici:

3358497439e 3487007739

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POSTFAZIONE

La Guida di Francavilla Bisiosi inserisce nel cofanetto delleGuide dell’Oltregiogo, associazio-ne tra Enti pubblici e privati che hacome scopo la promozione e lavalorizzazione delle nostre zone.

Solo una profonda conoscenzadel “tessuto” del nostro territorioconsente la realizzazione di siffattepubblicazioni. Infatti, quella pre-sente, realizzata dal Vice SindacoRosa Mazzarello, denota e confer-ma il grande amore e la profondaconoscenza che l’autrice ha delnostro paese e delle nostre tradizio-ni: Un amore che si concretizzaquotidianamente attraversol’impegno amministrativo dedicatoalla collettività; un amore che siconcretizza oggi in questi scrittiche, fissando in parole ed immagi-ni ciò che eravamo – in questi

tempi che cambiano sempre piùvelocemente - ci agevola il con-fronto con ciò che siamo oggi, perconsentirci di affrontare il futuronell’ottica di preservare la vivibili-tà del nostro borgo e di far cono-scere ed apprezzare le radici e labellezza dei nostri luoghi.

Mario MazzarelloSindaco

BIBLIOGRAFIA

LORENZO TACCHELLA – Fran-cavilla Bisio nella storia del mona-chesimo e dei feudi imperiali ligu-ri, Ed. Grafiche P2 s.n.c. – Verona1988

Francesco Guasco – Dizionariofeudale degli antichi Stati sardi edella Lombardia dall’epoca caro-lingia ai nostri tempi (774 – 1909)– Tipografia già Chiantore eMascarelli – Pinerolo 1911

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