Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli...

146
VIS 3 Uomini e Luoghi

Transcript of Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli...

Page 1: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

VIS3Uomini e Luoghi

Page 2: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 3: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 4: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 5: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Progetto per l’Arte e il Territorio

ideato e prodotto da Planeta e Nuvole

Etna

Noto

Vittoria

Menfi

Sambuca di Sicilia

contributi di

Vito Planeta

Raffaella De Pasquale

Sergio Troisi

Roberto Alajmo

VIS3Uomini e Luoghi

Page 6: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Noto

(SR), B

uoniv

ini

Page 7: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

opere di

Aurelio

Giuseppe

Anna Rosa

Antoine

Kuutti

Antonio

Elisa

Maria Pilar

Juichi

Faina Gavazzi

Colombo

Bulzatti

MiccichÈ

Lavonen

Giacomoni

Yoshikawa

Saltini

Nicolaci

Page 8: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Mostra

Santa Maria dello Spasimo, Palermo

2-30 giugno 2007

a cura di Raffaella De Pasquale

Coordinamento e cura del progetto

Alessio Planeta, Francesca Planeta

e Vito Planeta

Fotografie

© Riccardo Scibetta

Riprese video

Laura Schimmenti e Gianluca Donati

Postproduzione video

IM*MEDIA, Palermo

Catalogo

Progettazione e realizzazione

Studio Priori, Milano

Coordinamento dell’allestimento

Maria Eugenia Notarbartolo

Progetto dell’allestimento

Studio Priori con la collaborazione

di Gaetano Cipolla

Allestimento realizzato da

Giuseppe Di Carlo, General Service srl

Illuminotecnica

Job Service

Ufficio stampa

Adicorbetta Comunicazione, Milano

Segreteria organizzativa del progetto

Maria Isolina Catanese

e Caterina Cipolla

Fotolito

G&G Computergrafica, Milano

Tipografia

La Neograf, Sesto Ulteriano (Mi)

Stampato su carta Scheufelen,

Job Parilux Matt bianca 170 gr

Traduzione

Gillian Wise

© 2007 Edizioni Nuvole Incontri d’Arte,

Palermo - www.associazionenuvole.it

© Gli autori per le loro opere

e i loro testi

Si ringrazia

Il Comune di Palermo

Si ringraziano

Page 9: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

17

27

37

55

73

125

Presentazione

ViAggio in Sicilia

uomini e luoghi

Angeli sulla Sicilia

GLI ARTISTI

CARTOLINE DI VIAGGIO

RAFFAELLA DE PASQUALE

PERCORSO E ARTISTI

VITO Planeta

roberto ALAjMO

biografie e opere

SeRGio troisi

Page 10: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Ma ecco uno spettacolo che rompe

come una magia il corso dei pensieri m

sereno, un’enorme piramide azzurra

così largamente i suoi fianchi da pa

intera; una montagna che dà l’imma

bellezza e di maestà, che vi fa apr

un grido d’ammirazione. Una nuvola

candido veste la sua sommità e si r

di striscie simmetriche scintillant

un immenso velo di trina ingemmat

stendono vaste macchie bianche, c

macchie scure, che sembrano omb

invisibili. E via via che il treno le

si dilati e imbellisca: le macchie

le macchie oscure sono boschi, a

sorgono ville, fioriscono giardin

sorride la fecondità, splende la

che gioia dopo un lungo viaggio a

alla triste regione zolfifera! –

mio compagno di viaggio – ecco la

sovrana tremenda! Edmondo De Amic

Page 11: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

malinconici. Lontano, nel cielo

a s’innalza, solitaria, stendendo

arere che ricopra una provincia

agine d’un mondo; un prodigio di

rire la bocca come per lanciare

a bianca la corona; un manto

rompe più sotto in una quantità

ti che somigliano alle frangie di

to; in giro alle sue falde si

che paiono strati di neve, e grandi

re dense proiettate da nuvole

si avvicina, la Montagna par che

bianche sono città e villaggi,

ranceti e vigneti; da ogni parte

ni, s’aprono strade, corrono acque,

a vita. Che meravigliosa sorpresa e

a traverso ai latifondi disabitati e

Ecco l’Etna! – mi dice un catanese,

a nostra grande madre benefica e

cis, Ricordi di un viaggio in Sicilia

2-3

Page 12: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Palerm

o

Page 13: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

4-5

Page 14: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 15: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 16: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

ETN

A (

CT)

Cas

tiglio

ne d

i sic

ilia

(CT)

, SCIA

RA N

UOVA

Page 17: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

8-9

Page 18: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Agrig

ento

, va

lle d

ei te

mpli

Page 19: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

10-11

Page 20: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Pagin

a s

Eguente

: ETN

A

Page 21: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

12-13

Page 22: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 23: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 24: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Menfi (A

G), d

ispensa

Page 25: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

16-17Sono fermamente convinto che se i siciliani – quanti, fra loro, ne hanno la possibilità – viaggiassero

in Sicilia, la Sicilia sarebbe diversa. Probabilmente migliore. E credo che tra i pensieri di chi

la ama si annidi un’aspirazione, forse soltanto un sogno: che tutti quelli che non la conoscono

vengano ad ammirarla, che il resto del mondo sia percorso da un fremito d’invidia davanti all’Etna

fiammeggiante, o alla vista delle Eolie, annegate nell’azzurro, dai Monti Nebrodi. Nella mia

personalissima interpretazione, questa è una delle ragioni che hanno spinto la mia famiglia

a intraprendere l’avventura del “Viaggio in Sicilia”: condividere – prima con gli artisti, poi con

gli spettatori; con i “forestieri” come con i nostri conterranei – il Bello e il Bene che albergano

nell’isola. Approfondirne insieme la conoscenza. Gridarli ai quattro venti. Nulla di più e nulla

di meno che una dichiarazione d’amore incondizionato.

L’amore per le cose, per i luoghi – come quello per le persone –, passa attraverso la conoscenza.

Quando l’uno e l’altra vengono a mancare, quando prevale l’indifferenza, si crea un vuoto che il

Male non tarda a riempire. E in Sicilia è accaduto più di una volta, come hanno potuto testimoniare

alcuni dei protagonisti del Viaggio. Facile quanto inutile piangere su ciò che è stato; nostro dovere

è invece ripartire dal punto in cui siamo e cercare di progredire, di ricacciare il Male nelle

profondità dalle quali proviene. Io non ho amato la Sicilia come avrei dovuto, per oltre un decennio

ho preferito lasciarmela alle spalle e vivere altrove. Attribuisco in buona parte questa scelta alla

mia incapacità di osservare, e conoscere, e dunque amare, ciò che mi circondava. Ma intanto

ammiravo i miei cugini e i miei fratelli mentre prendevano in consegna dai loro genitori l’amore

e la conoscenza, per dar vita a un sogno che oggi è vino, è olio, è milioni di persone – dei cinque

continenti – che compiono, dentro un calice di vino, un Viaggio in Sicilia. Questo sogno,

e l’attrazione irresistibile che ha esercitato su di me, mi hanno incoraggiato nella decisione di tornare.

Nessuno di noi può seriamente pensare che il Cerasuolo di Vittoria o il Moscato di Noto siano

in grado di mutare il destino degli uomini o dei luoghi. Ma, personalmente, condivido in pieno

il pensiero di Charles Baudelaire quando scrive: “D’altronde, ho un’idea. Se il vino scomparisse

dai prodotti umani, credo che nella salute, e nell’intelletto del pianeta si aprirebbe un vuoto,

un’assenza, una difettosità [...]. Il vino, infatti, rappresenta una parte intima nella vita dell’umanità,

tanto intima che non sarei meravigliato se alcuni spiriti ragionevoli, sedotti da un’idea panteistica,

gli attribuissero una specie di personalità. Il vino e l’uomo mi appaiono come lottatori amici

che senza tregua si combattono e si riconciliano. Il vinto bacia sempre il vincitore”.

VITO Planeta

Page 26: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Vitt

oria

(RG), D

ORIL

LI

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

o

Page 27: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

18-19

Page 28: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

SAM

PIE

RI

(RG), F

ORNACE P

ENNA

PANTA

LIC

A (SR), v

alle d

ell’a

napo

FERLA (RG)

ris

erva

nat

urale d

i vE

ndic

ari (S

R)

Page 29: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

20-21

Page 30: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

PALAZZOLO A

CREID

E (

SR)

Page 31: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

22-23

Page 32: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

NOTO

(SR), B

uoniv

ini

Page 33: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 34: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 35: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

26-27Il vero viaggio di scoperta non consiste nel

cercare nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto

Viaggio in Sicilia è il progetto per l’Arte e il

Territorio prodotto da Planeta, che quest’anno

giunge alla sua terza edizione.

Il progetto consiste nella creazione di un gruppo

di artisti, italiani e stranieri, che vengono

accompagnati in un giro della Sicilia, durante il

magico periodo che coincide con la vendemmia.

Per una settimana convivono e si confrontano,

osservando e discutendo della Sicilia, dei luoghi

e delle persone che di volta in volta incontrano,

ricevendo dal Territorio suggestioni simili, ma

che ciascuno di loro interpreta a suo modo.

Al termine del percorso si stabiliscono per

alcuni giorni alle Case dell’Ulmo, a Sambuca

di Sicilia, dove danno inizio alla creazione di

opere che prendono le mosse dal Viaggio

appena concluso.

A giugno dell’anno seguente le opere

convergono in una mostra/evento, e una

selezione di esse contribuisce al corpus di una

collezione che ha il medesimo scopo del Viaggio

in Sicilia: un tributo da offrire, attraverso l’Arte,

al Territorio, la vera fonte di ispirazione per chi,

come Planeta, ha deciso di farne il fulcro della

propria attività, così come per gli artisti che ne

hanno tratto gli spunti per le proprie creazioni.

VIAGGIO IN SICILIA

Page 36: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag)

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

o

Page 37: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

28-29

Page 38: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 39: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

30-31

Page 40: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

opagin

a s

eguente

: Ragusa ibla

Page 41: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

32-33

Page 42: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 43: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 44: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

vitt

oria

(rg), d

oril

li

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

o

Page 45: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

36-37Questo progetto d’arte contemporanea,

pensato e costruito in Sicilia, è giunto alla

sua terza edizione. Con continuità, dal

settembre del 2004, si è sviluppato un rapporto

di scambio tra artisti e territorio che si

è concretizzato nella creazione di quasi

un centinaio d’opere d’arte, nate dalla

sedimentazione della memoria del viaggio,

testimonianze di venticinque artisti, donne e

uomini, provenienti da diversi Paesi d’Europa

e del mondo, d’età e formazione diverse, felici

di venire in Sicilia, di incontrarsi, che hanno

avuto voglia di creare e di tornare, incuriositi

da un territorio in fermento, impegnato al

tempo stesso in un lavoro di riscoperta della

propria storia e di costruzione del futuro.

Questo territorio ha trovato le forme

per riflettere su se stesso, attraverso

l’arricchimento delle conoscenze, delle

relazioni e dei sentimenti, ed anche attraverso

questo Viaggio in Sicilia, che è un viaggio

attraverso la Sicilia vera: non quella degli

stereotipi, chiusa in se stessa, la Sicilia

metafora, oppressa e perdente di sempre,

bensì una Sicilia che vuole svolgere

un proprio ruolo.

Siamo partiti dai luoghi fisici, perché questi

conservano la loro storia: non solo nel

patrimonio archeologico e nei monumenti,

palazzi e chiese delle città, ma anche nelle

pieghe del paesaggio e nelle sue ferite, negli

alberi e nei prodotti della terra, in certe

espressioni della lingua e in un certo modo

di vivere che ancora ci distingue da altri

territori. Piccole cose, piccole storie

indispensabili per essere se stessi e per

guardare alle grandi cose, alla grande storia,

da una prospettiva determinata.

La storia dei luoghi è, infatti, nei luoghi stessi.

Può essere visibile o rimanere nascosta.

Noi ce ne vogliamo nutrire, e vogliamo tenere

aperti gli occhi sul mondo.

Non c’è territorio senza un individuo che

lo guarda e lo trasforma e non c’è Umanità,

non c’è civiltà, senza un territorio e una storia

condivisa. Le emozioni, le associazioni, le idee

e le storie che i luoghi e gli incontri del nostro

viaggio hanno evocato negli artisti, ci vengono

restituite rigenerate in forma di costruzione

artistica contemporanea: una rigenerazione

che traspone la storia e la memoria del

vissuto attraverso l’intelligenza e la sensibilità,

creando un filo diretto di comunicazione

con il nostro tempo.

Uomini e Luoghi, inscindibilmente uniti.

E il tentativo di rappresentare quest’unione,

questo nesso inscindibile, segue un percorso

che inizia con una sorta d’autorappresentazione

dell’individuo attraverso lo sguardo; è la

ricerca di Antoine Giacomoni e Kuutti Lavonen:

un fotografo e un disegnatore affascinati

dall’introspezione, dalla rappresentazione

dei volti, degli sguardi che rivelano l’anima:

degli uomini, delle donne, dei bambini, degli

artisti, della gente che abbiamo incontrato

e anche dei santi, delle madonne, degli

angeli... Poi ci sono i luoghi guardati,

scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

stupore, paura, bellezza, malinconia, crudeltà:

Antonio Miccichè, Maria Pilar Saltini e

Giuseppe Colombo sono artisti che si pongono

come osservatori dell’altro da sé, ma il

uomini e luoghi RAFFAELLA DE PASQUALE

Page 46: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Dobbiamo batterciper conservaretutto ciò cheè piccolo,che conferisce alle grandicose unaprospettivada cui vederleW. Wenders,L’atto di vedere

Page 47: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

38-39paesaggio è anche e sempre un paesaggio

dell’anima, né potrebbe essere diversamente.

Segue poi un terzo momento, nel quale sguardi

e paesaggi si combinano nell’azione e nel

racconto: la ricerca di Aurelio Bulzatti,

Anna Rosa Faina Gavazzi ed Elisa Nicolaci

esplicitamente guarda ad una dimensione

psicologica e sociale. Infine il giapponese

Juichi Yoshikawa, maestro della calligrafia,

è qui come una meteora catapultata da un

mondo altro, affascinante per la sua estraneità.

La calligrafia è di per sé un mistero:

l’interpretazione del calligrafo nasce nella

dimensione dell’attimo, nel limite incerto

tra coscienza e incoscienza, parlandoci così

di tradizioni altre.

Abbiamo provato quindi a raccontarci e a

raccontare la Sicilia: con le prime due edizioni

e oggi con questi nove artisti, con le foto

di viaggio di Riccardo Scibetta, con il racconto

di Roberto Alajmo e con le riflessioni di

Sergio Troisi. Ma non solo. Infatti sta proprio

nell’essere umano, e soprattutto nell’artista,

e nella sua capacità di vedere oltre, il potere

di trasformare luoghi aridi in territori fertili

della memoria. E sta al nostro operare

collettivo far sì che la memoria e la

conoscenza ci aiutino a pensare insieme

e a pensare in un modo nuovo, il modo giusto

per una regione che oggi si trova collocata

al centro di nuovi e potenti processi di

trasformazioni geopolitiche.

Page 48: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

MODIC

A (

RG), G

ROTT

E V

ESTI

TERAGUSA I

BLA,

Chie

sa d

i san g

iorgio

Page 49: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

40-41

Page 50: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

PAGIN

A 4

5-4

6:

ETN

A

Page 51: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

42-43

Page 52: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 53: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 54: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 55: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

46-47

Page 56: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

PANTA

LIC

A (

SR)

VITT

ORIA

(RG), d

oril

li

menfi (a

g), d

ispensa

Page 57: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

48-49

Page 58: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

o

Page 59: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

50-51

Page 60: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

o

Page 61: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

52-53

Page 62: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Menfi (a

g), d

ispensa

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

o

Page 63: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

54-55Secondo una leggenda popolare, nel 1516

al canonico della cattedrale di Palermo

apparvero miracolosamente, vergati sul

muro della chiesa in stato di abbandono,

i nomi dei Sette Angeli a cui l’edificio era

dedicato. Quali, esattamente non si sa: perché

ad eccezione dei tre maggiori – Gabriel,

Michael, Raphael – i nomi degli altri quattro

(o cinque, secondo altri testi) variano spesso,

così da poter elencare Samael, Uriel, Anael,

Sachiel, Cassiel, ma anche Barachiel,

Salatiel, Jehudiel. Inutile dire che a seguito

del miracolo la chiesa venne in tutta fretta

riedificata con annesso convento, anche se

oggi nulla ne rimane in piedi. Ma quella

tradizione sconosciuta a molti palermitani

è stata una delle molle che hanno deciso il

viaggio di Kuutti Lavonen dalla Finlandia in

Sicilia, sulle tracce quindi di un sogno di

schiere d’arcangeli. A conferma, se ce ne

fosse bisogno, di come l’isola sia capace

di irradiare un deposito di memorie e di

attese tanto ampio e diversificato quanto

a volte imprevedibile, dissolvendone gli

stereotipi in un caleidoscopio di rifrazioni,

di gioco di specchi che soltanto gli artisti,

forse, riescono a raccogliere ed alimentare.

Gli angeli di Lavonen – il tratto scuro e

nervoso, lumeggiati come nei disegni antichi –

accompagnano così questo viaggio in Sicilia

con il loro incedere ironico e saturnino,

riconoscendo i propri lineamenti nelle statue

intagliate nella pietra tenera del Val di Noto,

tessendo dialoghi a mezza voce, condividendo

ricordi e narrazioni con lo spirito dei luoghi,

ritrovando nei paesaggi e nelle città quella

simbologia degli elementi che ne sostanzia

i nomi. Ogni viaggio, del resto, è foriero di

contaminazioni; a maggior ragione quando,

come in questo caso, intreccia fili e traiettorie

secondo trame eterogenee, componendo

un puzzle di linguaggi le cui tessere non

collimano mai perfettamente e disegnando

una geografia ipotetica e plurale. I viaggi

d’artista impongono così una doppia verifica:

sondano, infatti, l’iconografia sedimentata del

luogo ma anche la capacità del proprio

linguaggio – dei propri codici – di misurarsi

con un sistema di segni storici e antropologici

strutturati in modo complesso su differenti

livelli; e le ibridazioni che seguono tale

confronto non sono mai scontate.

Anche se in modo non sistematico e con

un’angolatura molto parziale, uno degli

elementi in gioco nel viaggio in Sicilia è allora

una interrogazione condotta quasi in vitro

sullo stato dell’arte e sulla diversità di

approcci – accertata ormai da diversi anni –

che ne individua il sistema aperto. I lavori di

Anna Rosa Faina Gavazzi in tal senso possono

fungere da paradigma: le tecnologie sono

quelle, centrali nella ricerca contemporanea,

della fotografia e delle rielaborazioni

digitali delle immagini, e il repertorio è

quello – immediatamente riconoscibile –

del paesaggio, dell’architettura e dei singoli

manufatti della Sicilia centrale e orientale,

dalle facciate delle chiese tardobarocche ai

templi greci o alla statua equestre di San

Giorgio custodita a Scicli. Ma nella

impaginazione che mescola su un piano

Angeli sulla Sicilia SeRGio troisi

Page 64: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

fluttuante la riproduzione meccanica e la

stesura all’acquarello le tracce si sdoppiano,

e la pretesa dei segni figurativi di configurare

una modalità assertiva viene vanificata

in un movimento circolare. Come è stato

ampiamente teorizzato, nell’odierna civiltà

delle immagini e della loro infinita

riproducibilità ogni oggetto è inevitabilmente

un simulacro di se stesso, e ogni esperienza

è comunque falsificabile: una consapevolezza

– non a caso Gavazzi ha lavorato molto con il

mezzo televisivo – che a differenza del

passato rende il resoconto visivo del viaggio

inevitabilmente congetturale, e ne confonde il

grado di verità. Analogamente ad una mise en

abîme, la stesura pittorica che si alterna alla

fotografia è essa stessa frutto di una

manipolazione fotografica, e la ripetizione in

alto e in basso del medesimo montaggio

compositivo è quindi una filiazione di presenze

egualmente pellicolari ed evanescenti.

L’assenza di gerarchia tra reale e virtuale

– la loro sostanziale ma ansiosa equivalenza –

segue probabilmente da vicino lo stesso

processo che negli ultimi due decenni ha

condotto allo smantellamento dei confini

tradizionali tra centro e periferia, generando

in modo diffuso uno sguardo meticcio sotto

molti aspetti indipendente dal fatto che esso

sia direzionato dall’interno o dall’esterno di

una specifica geografia. I tagli d’immagine

che caratterizzano i disegni a matita di

Antonio Miccichè – spesso decentrati in modo

dissimulato – enfatizzano con precisione

lenticolare la trama nitida dei dettagli

figurativi: la cromatura della lamiera di una

automobile come i riflessi dei graticci,

il cemento corroso dei piloni come la luce

mobile delle nuvole o le ombre delle dune

sulla spiaggia. È proprio la trascrizione

meticolosa di tale rete di particolari, senza

che intervenga alcun giudizio emozionale o

alcuna selezione, che rende i paesaggi di

Miccichè qualcosa di prossimo ai non-luoghi

di cui scrive Marc Augé, un’esperienza priva di

centro e di increspature, potenzialmente

replicabile senza disomogeneità a qualsiasi

latitudine. Né questa topografia uniforme,

che è diventata la visibilità totale del mondo,

viene meno quando, nella pittura, la materia

di colore procede per grumi e colature,

sfalsando a tratti la superficie con calibrati

fuori fuoco, perché anzi la tendenziale

monocromia di bruni, ocre e bianchi fa

recedere i dipinti su un livello di operatività

mentale, in bilico sul vuoto come dinanzi allo

specchio della propria melanconia.

Perennemente in agguato sotto una miriade

di travestimenti, è questa del resto – la

fascinazione della bile nera – una delle

parole-chiave del sentimento contemporaneo,

sortilegio ossessivo e astuzia dell’artista:

perché il non-luogo è un indizio e un sintomo

di pietrificazione, e il bagliore obliquo di

Saturno il solo espediente, forse, in grado di

smascherarlo. Anche quando la pittura si

anima di una rinnovata sospensione lirica,

come nella veduta del lago Arancio di

Giuseppe Colombo, il senso di contemplazione

luminosa si nutre di un vuoto a cui il paesaggio

fornisce soltanto la sua filigrana essenzializzata:

Page 65: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

56-57

Page 66: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

la successione di piante, campi, lago,

montagne e cielo ordinata in una latente

geometria bidimensionale, un ramo d’albero

che traversa la tela in orizzontale, in controluce,

con una semplicità grafica da stampa

giapponese. Sia pure depurato dai suoi

impulsi più cupi, aleggia, nella solitudine

vasta di questo silenzio rintracciato nel centro

dell’isola, uno spettro nordico, a dimostrazione

di come i viaggi possano segnare rotte

imprevedibili e sovversive. La percezione

stessa del paesaggio richiede allora una

operazione di spoliazione lenta, faticosa,

talvolta anche non priva di durezze e asperità,

così da evitare il tranello di una memoria

edulcorata e consolatoria. I dipinti di Maria

Pilar Saltini procedono in questo modo,

per piani di colore bloccati e incastrati l’uno

nell’altro come per un antico smottamento

geologico, solenni nella loro frontalità eppure

intimamente inquieti. Scabri nelle campiture

di materia dilavata così che la terra riveli i

riflessi di ardesia o di lava, questi paesaggi

distillano, della natura isolana, un sedimento

aspro, non molto dissimile da quello che negli

anni Cinquanta scorse Nicolas De Staël nelle

campagne assolate vicino ad Agrigento, e un

incombere analogo delle lastre del cielo e del

mare. Così che quando nella pittura rimangono

impresse le sagome di oggetti o animali

la loro presenza è affine a quella dei fossili

rimasti imprigionati tra gli strati rocciosi del

tempo: un racconto larvale.

Il racconto, del resto, è un fattore consustanziale

al viaggio, forse la sua motivazione più

segreta, certamente la sua forma necessaria;

anche se la crisi comunque parziale delle

grandi narrazioni ha costretto i resoconti a

percorrere sentieri in apparenza collaterali e

a ricostruire l’itinerario complessivo in termini

congetturali, per suggerimenti e ipotesi.

Da anni il lavoro di Antoine Giacomoni indaga

una geografia di volti, sguardi e lineamenti

che si intrecciano e si confondono lungo i

paesi del Mediterraneo, quasi a sondare altre

voci per il bellissimo breviario di Predrag

Matvejevic’. Come nel teatro di posa di un

illusionista, il corpo scompare inghiottito dal

nero del fondale e soltanto il viso si riflette

nella superficie dello specchio. Il suggerimento

al modello, da parte di Giacomoni, di adottare

l’indicazione di Diderot sul paradosso

dell’attore – colui che può assumere qualsiasi

personalità perché non ne possiede una

propria – insinua il dubbio di una tabula rasa,

e sospende nel movimento lievemente

ipnotico delle luci che si rispecchiano nella

pupilla l’abituale riconoscimento della

individualità del soggetto: alla contemplazione

narcisistica subentra così l’ansia della

pietrificazione, il sospetto atterrito che il

potere di Medusa si sia impadronito dei propri

occhi. Non a caso quei volti galleggianti nello

spazio nero dell’immagine richiamano

l’iconografia potente della testa decollata

di Golia, così come la dipinse Caravaggio

in quella che forse è la sua ultima opera,

brandita dinanzi allo spettatore dalla

profondità dell’ombra dalla mano di un Davide

sgomento. Quando questo itinerario di volti

e sguardi sarà compiuto da un capo all’altro

Page 67: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

58-59del Mediterraneo, il risultato sarà allora quello

di un interrogativo rivolto alla identità del

grande mare e della sua cultura millenaria.

Da un capo all’altro, ossia da un nostos a una

nuova partenza. Il trittico di Aurelio Bulzatti,

nella immobilità straniata e lievemente

fantastica che riepiloga una intera stagione

dell’ambiente romano del Novecento, mette

in scena questi tragitti circolari: l’arrivo di una

coppia di migranti su una spiaggia siciliana

è insieme un auspicio, un sogno e una

reminiscenza, così come evidenziano i toni

appena smorzati della stesura del colore e

la posa deliberatamente ingenua delle figure;

e tuttavia sono quella paratassi da imagerie

popolare e quel montaggio persino didascalico

di emblemi a prestarsi alla affabulazione.

Chi racconta un ritorno, infatti, racconta

egualmente una distanza, una separazione e

uno slittamento: Elisa Nicolaci non conosceva

la casa dell’Ulmo sulla sponda del lago

Arancio, ma gli ambienti dell’antica masseria,

avvolgenti e protettivi, proiettano intorno

al visitatore le ombre archetipe della casa,

le presenze di lari e fantasmi benevoli,

la percezione liminare che chi ha percorso

quegli spazi continui ancora ad abitarli.

Un motivo, questo, su cui tante volte hanno

imbastito le loro trame letteratura e arti

visive, sia pure queste ultime in misura

minore, agglutinando stanze e oggetti in

creature metamorfiche. I materiali morbidi

– stoffe e imbottiture su supporti di metallo

leggero – contraddicono con l’evidenza visiva

e tattile la rigidità delle cose: le porte non

segnano un divieto e una chiusura ma anzi

si flettono agevolmente con la familiarità

di un commensale in visita, e i colloqui degli

oggetti d’arredo evocano, chiamandoli a

raccolta, personaggi e frammenti di corpi.

Senza lacerazioni, perché la memoria antica

di questa dimensione manuale vale come un

esorcismo; e non è un caso che Juichi

Yoshikawa abbia celebrato l’epifania della

casa nell’esercizio rituale della calligrafia

intingendo i pennelli nel vino e nelle sue

proprietà simboliche. L’eleganza degli angeli

di Lavonen, la loro grazia assorta eppure

sempre sul punto di cedere a un trasalimento,

sigillano allora l’epilogo provvisorio del

ritorno: il lieve moto di torsione – possibile

omaggio agli esempi, cari all’artista finlandese,

di Bernardo Cavallino e Massimo Stanzione –

segnala un raccoglimento verso il paesaggio

interiore ma anche la disponibilità

a raccogliere gli indizi di un nuovo inizio.

E la figura di Uriel, appollaiato sull’albero

a scrutare l’orizzonte, annuncia già

un nuovo viaggio.

Page 68: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 69: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

60-61

Page 70: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Sam

buca d

i Sic

ilia

(Ag), u

lm

ofoce d

el f

ium

e p

lat

ani (A

g)

Page 71: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 72: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

RAGUSA I

BLA

MODIC

A (

RG)

RAGUSA I

BLA

MODIC

A (

RG)

Page 73: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

64-65

Page 74: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

GELa (

CL), p

etr

olchim

ico

SAM

PIE

RI

(rg), F

ORNACE P

ENNA

Page 75: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

66-67

Page 76: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 77: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

68-69

Page 78: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 79: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

70-71

Page 80: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 81: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Aurelio Bulzatti (Argenta,

Ferrara, 1954). Vive e lavora

tra Roma e Bologna.

Si afferma negli anni ‘80 a

Roma insieme al gruppo di

artisti (Di Stasio, Gandolfi,

Ligas, Piruca e Frongia) riuniti

intorno alla Galleria La

Tartaruga, diretta da Plinio

De Martiis. L’iter artistico

di Bulzatti, improntato al

ritorno al mestiere, risulta

caratterizzato da una costante

indagine relativa al recupero

dell’iconicità della narrazione,

partendo dalla fissità, vibrante

di materia pittorica,

di scene fermate nell’istante

significativo dell’azione.

Forti sono i legami

di quest’artista con la grande

tradizione pittorica del

Novecento: de Chirico e Sironi,

ma anche Mafai e Morandi.

Ed è da rilevare anche la

fascinazione per la statuaria

greca, che ritroviamo

nell’impianto delle molte

figure dipinte.

Principali mostre: nel 1984

partecipazione alla XLI

Biennale di Venezia; Pintores

Anacronistas Italianos a

Madrid; in seguito, Paesaggio

senza territorio (1986) e

La natura morta (1987)

– organizzate da Laura Gavioli

al Castello Estense di Mesola,

Ferrara; la XI e la XII

Quadriennale (1986 e 1992);

Vitalità della Figurazione,

curata da Vittorio Sgarbi

a Milano (1988).

Negli anni ‘90 lavora con

Netta Vespignani, dalla quale

è ospitato più volte

nell’omonima galleria; nel

1992 espone alla Galleria

Philippe Daverio di Milano.

Dopo il XXIV Premio Sulmona

si susseguono altre mostre

importanti: Surrealismo

padano: da de Chirico a

Foppiani, curata da Vittorio

Sgarbi a Piacenza nel 2002;

il Premio Michetti nel 2003

e nel 2006; 10 artisti celebrano

i 20 anni della Mikado nel

2005; la personale alla

Galleria d’Ac di Ciampino e

Visionari, primitivi, eccentrici

a cura di Laura Gavioli,

Galleria Civica di Palazzo

Loffredo, Potenza, nel 2006.

aurelio Bulzatti

72-73

Page 82: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

TRIT

TICO,

DIA

RIO

SIC

ILIA

NO,

olio

su t

ela,

140x9

0 c

m x

3

Page 83: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

74-75

Page 84: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 85: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

76-77Giuseppe Colombo (Modica,

Ragusa, 1971). Vive e lavora a

Modica. Ha frequentato

l’Istituto d’Arte a Comiso e poi

ha seguito i corsi di incisione

all’Istituto d’Arte di Urbino.

Nel 1989 si è trasferito a

Roma, dove ha conseguito il

diploma di pittura all’Accademia

di Belle Arti. È uno dei

componenti più giovani del

Gruppo di Scicli. Attento alla

reinterpretazione dei classici,

fa del disegno, nella sua

definizione plastica, il suo

punto di forza. Discostandosi

dal dibattito generazionale

sull’esaurimento del ruolo

della pittura, le conferisce

profondità narrativa e

il compito di reinventare

ponendosi davanti alla realtà.

Principali mostre: 1999, Giuseppe

Colombo, Olii, pastelli, disegni,

Galleria Bregoli, Modica, a cura di

P. Guccione. 2003 Colombo,

Opere 1999-2003, a cura di Marco

Goldin, Lineadombra Quadri,

Conegliano, maggio-giugno; 2005

Colombo, Nature morte e ritratti,

a cura di Marco Goldin, Vicenza,

Artefiera, aprile. Numerose le

mostre collettive con il Gruppo di

Scicli curate da Marco Goldin.

GIUSEPPE COLOMBO

Page 86: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

LAGO A

rancio

, olio

su t

ela,

87x7

0 c

metn

a,

olio

su t

Avo

la,

17,5

x26 c

m

Page 87: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

78-79

Page 88: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Uliv

o,

mat

ita e

carboncin

o s

u c

arta

, 48,5

x40 c

m

Page 89: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

80-81

Page 90: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 91: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

82-83Anna Rosa Faina Gavazzi

(Milano). Vive e lavora a Milano.

Dal ‘90 si dedica con sempre

maggior impegno all’uso

della fotografia come mezzo

d’espressione. Fotografie

pure, fotografie lavorate

al computer, fotografie che

in realtà sono vere e proprie

installazioni realizzate in base

a una serie di complessi

procedimenti: Anna Rosa

Faina Gavazzi assembla figure

estrapolate con la fotografia,

le rielabora al computer,

riproduce all’acquerello

l’immagine ottenuta, la

fotografa affiancando infine

l’immagine fotografata

a quella assemblata,

chiudendole entrambe entro

un’unica cornice. Un lavoro

essenzialmente di tipo

reinterpretativo, sempre

lungo il versante della storia.

La natura e la storia vengono

consumate e riproposte

secondo rapporti, ritmi e

atmosfere nuovi, in cui

grande importanza assume

il valore coloristico.

Per tre anni consecutivi

realizza una serie di

fotografie scattate all’interno

del Teatro alla Scala di

Milano per la mostra Il tempo

della Musica nel Ridotto dei

Palchi alla Scala nel febbraio

‘99. Le foto esposte in

quell’occasione sono state

pubblicate nel volume

La Scala - Racconti dal

palcoscenico, edito da

Valentina Edizioni in versione

italiana e inglese per l’Anno

Scaligero 2000-2001.

La mostra 12 ritratti utili

(col pittore svizzero Fabrizio

Soldini) è esposta alla

Phoenix Etrusca di Capalbio

nel 2002, allo Spazio Krizia

di Milano nel 2004, alla Sala

della Nunziatura di Balerna

(CH) nel 2005, e pubblicata

nel volume Ver Sacrum di

Philippe Daverio. Invitata in

diverse mostre collettive da

Philippe Daverio e Roberto

Borghi, insieme ad altri artisti

tra cui Bueno, Chia, Matta,

Ragusa, Serafini, Spoerri

(Biella, Como, Milano,

Verona). Espone con Daniela

Facchinato, Image Gallery di

Bologna, nel 2004-2005.

ANNA ROSA FAINA GAVAZZI

Page 92: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

FIC

O,

foto

com

posiz

ione,

220x1

50 c

muva

, foto

com

posiz

ione,

220x1

50 c

m

Page 93: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

84-85

Page 94: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

legno,

foto

com

posiz

ione,

220x1

50 c

moliv

e,

foto

com

posiz

ione,

220x1

50 c

mlim

one,

foto

com

posiz

ione,

220x1

50 c

m

Page 95: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

86-87

Page 96: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 97: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

88-89Antoine Giacomoni (Borgo,

Haute Corse – Francia, 1955).

Dopo aver studiato Arti

Plastiche alla Sorbona, a

partire dal ‘78 sperimenta

una particolare tecnica per

realizzare ritratti mescolando

il minimalismo (un semplice

specchio contornato da

lampadine tonde) al glamour

dell’età dell’oro hollywoodiana

(ognuno diventa una star in

questo specchio dai mille

fuochi). Il Mirror-concept

s’impone come il doppio del

Corso in esilio. Dentro il suo

specchio, circondato da tante

lampade opaline, Giacomoni

ha colto gli umori e l’anima

di una chilometrica schiera

di persone che per qualche

minuto si sono concesse alle

sue lusinghe. Parigi, Londra,

Giamaica, Colombia, di nuovo

Londra, Parigi, Corte, Bastia.

Scopo di questo lungo

pellegrinaggio, catturare

l’essenza dell’animo umano,

o magari qualcuna delle

maschere dietro cui si

nasconde. Sempre in

compagnia del suo

inseparabile specchio e della

fedele macchina fotografica

(una gloriosa Pentax

Spotmatic, tutta metallo).

Nel 1991 Giacomoni pubblica

il suo primo lavoro, Portrait à

travers le miroir, Éditions

La Sirène, frutto di un

decennio di mirror sessions.

In seguito, intraprende un

lungo lavoro dedicato alla

sua isola natale, La Corse à

travers le miroir, La Marge

Édition, 2002. Seguono: Nico,

ou le drame de l’exil (2003);

Daho par Giacomoni, the

mirror session’s parties

(2004); Reggae/Jamaïca

(2004), Éditions Horizon

Illimité. Nel 2007 pubblica

Les catalans à travers le

miroir, edizioni Trabucaire.

Attualmente sta preparando

un lavoro a colori dedicato al

Make-up art, intitolato Les

Métamorphoses de Stathis,

un altro dedicato alla cantante

barocca Armande Altaï e

Un miroir pour la mémoire,

album in bianco e nero

di mirror sessions

dedicato alle diverse isole

del Mediterraneo.

ANTOINE GIACOMONI

Page 98: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

sta

mpa f

oto

grafic

a s

ali d’a

rgento

, 24x3

0 c

m

Page 99: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

90-91

Page 100: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

sta

mpa f

oto

grafic

a s

ali d’a

rgento

, 24x3

0 c

m

Page 101: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

92-93

Page 102: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 103: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

94-95Kuutti Lavonen (Helsinki,

1960). Vive e lavora a Helsinki.

È un artista che ama e

conosce profondamente l’arte

italiana. Inizia sempre il suo

lavoro partendo dal disegno,

le cui linee conoscono la

perfezione raffaellita e nello

stesso tempo s’innervano di

emozioni contemporanee.

Il colore steso successivamente

segue solo in parte le tracce

del disegno e vive di vita

propria. Particolarmente

emozionanti sono i grandi

ritratti nei quali i riferimenti

storici si combinano con la

verità di volti reali in un

profondo lavoro di ricerca

della propria identità.

Ha realizzato numerose

mostre personali e collettive

a partire dal 1981 in Finlandia

(a Helsinki, Jyväskylä,

Tampere, Turku) e in altri

Paesi. Nel 1987 ha partecipato

alla mostra itinerante Arte

Moderno Finlades (Centro de

Arte y Comunicación, Buenos

Aires, Argentina; Museo des

Bellas Artes, Montevideo,

Uruguay; Sala Mendoza,

Caracas, Venezuela; Museo de

Arte Universidad Nacional,

Bogota’, Colombia; Museo

Omar Rayo, Rondanillo,

Colombia); ha partecipato poi

ad Arco – la fiera d’arte

contemporanea di Madrid –

nel 1992 e nel 1995; a Miart

94, Milano; Northern

Dimensions, Kuwait, 2002;

Foyer Européen, Luxembourg,

Interférence I, Atelier Arcay,

Parigi, 2003.

Le sue opere sono presenti

in numerose collezioni

pubbliche: Museum of

Contemporary Art di Helsinki,

Finnish Parliament, Amos

Anderson Art Museum, Turku

Art Museum, Alvar Aalto

Museum / City of Jyväskylä,

Rovaniemi Art Museum /

Wihuri Foundation,

Harkonmäki Collection, Yrjö A.

Jäntti Art Collection, Kuntsi

Art Museum, Teresa and

Rafael Lönnström Foundation,

Paulo Foundation,

Saastamoinen Foundation,

Pyynikinlinna art collection,

Kerava Art and Culture

Association, Finnish National

Opera, Nordea Bank, OKO

Bank, Sampo Insurance

Company, Sonera, The

Swedish State, Art Museum of

Estonia, Malaga University

Collection, Spain.

Kuutti Lavonen

Page 104: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Arcangeli, m

ichael,

jehudie

l,

barachie

l,

gabrie

l,

raphael,

urie

l,

salat

iel

AUrelia

, acquaforte

e a

cquat

inta

, 23x1

7 c

m

Page 105: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

96-97

Page 106: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

tangente

, ceram

olle e

acquat

inta

, 21x

15 c

mth

ebe H

YPNOSA,

serig

rafia

, 70x1

00 c

m

Page 107: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

98-99

Page 108: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 109: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

100-101Antonio Miccichè (Palermo

1966). Ha studiato

all’Accademia di Belle Arti

di Palermo. Il suo percorso

di ricerca ha seguito una

molteplicità di forme

espressive: dall’installazione

alla scenografia, dagli

allestimenti teatrali fino alla

pittura vera e propria.

Nei lavori più recenti, che

traducono uno sguardo sul

paesaggio contemporaneo,

una stesura del colore ridotta

a una sostanziale monocromia

di tonalità bianche, ocra

e seppia che richiama la

precisione fotografica ma al

tempo stesso se ne discosta

per i contorni sfocati e incerti,

fa sì che l’oggetto della pittura

scivoli verso una spazialità

straniata, distante e a

volte sgomenta.

Mostre personali: Piani di fu-

ga, a cura di Emilia Valenza,

Loggiato San Bartolomeo,

Palermo, 2007; Waterfront,

a cura di Sergio Troisi,

Galleria Nuvole, 2006; Luoghi

della memoria, a cura di

Emilia Valenza, Trapani, 1998;

Paesaggi, a cura di Croce

Taravella, Palermo, 1994;

Mostre collettive: NPP-Non

pensiamoci più, a cura di

Cristina Alaimo e Davide

Lacagnina; Amor Mediterranei,

a cura di Paola Nicita,

Convento di San Francesco,

Sciacca (AG), 2005; Talents

nuovi, a cura di Gianluca

Marziani e Paola Nicita, 2000.

Miccichè ha partecipato

inoltre alle prime quattro

edizioni de Il Genio di Palermo

presentando pitture (1998),

installazioni (1999 e 2000)

e ha preso parte a

Meditazioni/Mediterraneo –

dialoghi con Palermo,

workshop con Studio

Azzurro (2001).

Tra le installazioni:

Checifaccioqui?, a cura di Ida

Parlavecchio, Travel café,

Palermo; Il sogno degli altri,

nell’ambito di Intervento 1,

a cura di Eva Di Stefano,

presentata sia al Kunsthaus

Tacheles, Berlino, che al

centro Policulturale Zapata,

Stoccarda, 2000; Doppia

Croce ++, per il parco della

Vucciria, Palazzo Rammacca,

Palermo, 2000; Alexandria, al

1° Festival di musica e arti

visive dei Paesi del

Mediterraneo, Alessandria

d’Egitto, 1999; Sogni d’oro,

Associazione Mondotondo a

Palazzo Rammacca,

Palermo, 1988.

Allestimenti e scenografie:

per La terra desolata di T.S.

Eliot con la regia di Claudio

Collovà, Teatro Bellini,

Palermo 2003; per K+BCKT,

uno studio di Lucio Garau

su Kafka e Beckett, 2000,

e per Monte di Pietà di

Christian Boltanski, curata

da Sergio Troisi, Palazzo

Branciforte, Palermo.

Antonio Miccichè

Page 110: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

PAESAGGIO

(1)

, m

atit

a s

u c

arta

, 15

x20 c

mPAESAGGIO

(5), m

atit

a s

u c

arta

, 15

x20 c

mPAESAGGIO

(13

), m

atit

a s

u c

arta

, 15

x20 c

mPAESAGGIO

(6), m

atit

a s

u c

arta

, 15

x20 c

m

Page 111: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

102-103

Page 112: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

PAESAGGIO

(4), m

atit

a s

u c

arta

, 15

x20 c

mPAESAGGIO

(8), m

atit

a s

u c

arta

, 15

x20 c

mpaesaggio

, olio

su t

avola,

80 x

120 c

m

Page 113: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

104-105

Page 114: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 115: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

106-107Elisa Nicolaci (Palermo,

1977). Vive e lavora a Roma.

Per realizzare le sue sculture,

l’artista tende e cuce le stoffe

intorno a grandi strutture

metalliche cave e molto

leggere, di cui si avverte

appena la presenza.

Nei tessuti scelti, dalle loro

trame e dai loro decori, vede

affacciarsi espressioni di una

identità forte ed è così che

raffigurando volti, occhi e

bocche, intende mostrare,

in un certo senso fissare,

le “somatizzazioni” di

espressioni riconosciute nei

tessuti stessi. L’identità forte

di ogni tessuto evoca una

qualità dell’esistenza stessa:

vi sono tessuti che sanno di

bosco, tessuti che sanno di

memoria, che indicano la

nostalgia, che indicano il

tempo, che indicano il

sangue, che indicano il mito…

Nell’ottobre 2005, in

collaborazione con la Galleria

Prati di Palermo, allestisce

la mostra personale Finti

Teatri, presso il Teatro

Garibaldi di Palermo.

Nel giugno 2006, all’interno

della manifestazione Intrecci

Mediterranei, presenta al

Museo del Tessuto di Prato

l’opera Conosco qualcosa che

vi somiglia, realizzata per la

Fondazione Orestiadi di

Gibellina (TP), nell’ambito del

progetto La Tela di Aracne.

In settembre la stessa opera

viene esposta e acquisita dal

Museo delle Trame del

Mediterraneo in occasione del

venticinquesimo anniversario

delle Orestiadi.

Nel novembre 2006 inaugura

una mostra personale nella

Galerie Im Griesbad di Ulm.

Nel marzo 2007 inaugura

la personale Corpi Finti

presso la Galleria Weber &

Weber di Torino.

ELISA NICOLACI

Page 116: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Le p

orte

dell’u

lm

o s

i dic

ono..., t

essuto

cucit

o e

meta

llo,

185x5

2x2

5 C

MLe p

orte

dell’u

lm

o s

i dic

ono..., t

essuto

cucit

o e

meta

llo,

170x1

05x8

0 C

M

Page 117: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

108-109

Page 118: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

testa

di donna,

tessuto

cucit

o e

meta

llo

Page 119: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

110-111

Page 120: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 121: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

112-113Maria Pilar Saltini (Milano,

1971). Vive e lavora a Parigi

dove ha conseguito il diploma

all’École Nationale

Supérieure des Beaux-Arts.

Questa condizione di

emigrante, questa mancanza

di radici forti con una terra,

ha fatto sì che appunto nella

pittura si sia concentrata

la ricerca di un territorio

proprio, fortemente legato al

paesaggio, ai colori e ad

abitanti immaginari.

Una ricerca di familiarità,

luci, gesti, odori e percezioni

emerge con forza appunto in

luoghi non propri ed è la

condizione della lontananza

che aiuta a riscoprire se stessi.

Nei suoi quadri troviamo

un’affascinante ambiguità tra

figurazione e astrazione, tra

forma e informe, tra

pennellata definita e indefinita.

Una complessità contraddittoria

che a dispetto di una calma

apparente resta sospesa in

una sorta di enigma, una

ferita della terra che è anche

una ferita dell’anima.

Il percorso espositivo di Maria

Pilar inizia nel 1994 con la

partecipazione alla mostra

Jeunes artistes français à

Paris al Grand Palais di

Parigi. Seguono: Cinq regards

sur la figure, Centre d’Art

Contemporain di

Saint-Cyprien, 2000; Couleurs

Méditerranéennes, Palais de

l’Unesco, 2002; Éphémère,

Abbaye de Royaument all’I le

de France, 2003.

La sua prima mostra

personale è del 1998, alla

Galerie Crous (Parigi),

seguita da Horsaison,

Galleria Ca’ d’Oro (Roma,

2004), e Collision, Espace

La Ruine (Parigi, 2005) e

successivamente Galleria

Franco Russo (Roma).

Nel 2005 ha partecipato

al Premio Lissone,

su segnalazione di

Valerio Adami.

maria pilar saltini

Page 122: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

gio

chi d’infa

nzia

, olio

su t

ela,

130x1

62 c

mal d

i lÀ,

dit

tico,

olio

su t

ela,

110x1

10 c

m x

2

Page 123: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

114-115

Page 124: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

wit

ness,

olio

su t

ela,

180x1

80 c

mcoin

cid

enze,

olio

su t

ela,

180x1

80 c

m

Page 125: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

116-117

Page 126: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 127: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

118-119Juichi Yoshikawa (Fukui,

Giappone, 1943).

Maestro della calligrafia, ha

studiato con Inamura Undo,

poi con Ueda Sokiu.

Ha rinnovato quest’arte

ancestrale dandole una nuova

dimensione, modificando

i supporti (calligrafia sulla

scultura, sui tessuti)

e praticando la calligrafia

monumentale. Considera

l’opera pittorica uno strumento

di percezione della varietà

della forma.

Mentre la calligrafia

tradizionale enfatizza la

visione frontale, nelle opere

di Yoshikawa il fronte e

il retro formano un’unica

entità dotata di tre dimensioni

e mezzo, dove la dimensione

aggiuntiva è rappresentata

dal tempo che chi guarda

impiega per immergersi

nell’opera. O, letteralmente,

per percorrerla: è il caso della

grande installazione realizzata

a Beijing (1990), che ricopriva

quasi per intero con più di

cento opere i 5000 metri

quadrati di piazza Tienanmen.

Nel 1990 espone al Fukui

Prefectural Art Museum.

Nel 1998 espone 900 opere al

Tokyo International Forum, in

occasione della 50a Mainichi

Calligraphy Exhibition (cui

aveva già partecipato nel

1979, vincendo il secondo

premio). Nel 2002 lo Ueno

Royal Museum di Tokyo gli

dedica un’antologica.

Nel 1976 riceve il premio

della 25a Keisei Exhibition e

nel 1997 il Fukui Citizen’s

Cultural Award.

Juichi Yoshikawa

Page 128: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

SEnza t

itolo (

1),

tecnic

a m

ista

su c

arta

, 95,5

x187 c

mSEnza t

itolo (

2), t

ecnic

a m

ista

su c

arta

, 95,5

x187 c

mSEnza t

itolo (

3), t

ecnic

a m

ista

su c

arta

, 18

7x9

5,5

cm

SEnza t

itolo (

4), t

ecnic

a m

ista

su c

arta

, 18

7x9

5,5

cm

Page 129: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

120-121

Page 130: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 131: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

122-123

Visita in Sicilia tra i vini di Planeta e poi BIG SYOING!! GO!!

“Ho avuto la fortuna di visitare vari paesi europei – Inghilterra,

Belgio, Germania, Danimarca, Olanda, Svezia – a volte per delle

mostre di Syoing, a volte per dei workshop. In particolare,

ricordo con emozione ‘Juichi 11 Yoshikawa Syoing’ a Parigi e la

mia collaborazione con Hermès. Quando si riflette sul valore

della tradizione, della storia, della società e del senso di

appartenenza in Europa, non si può fare a meno di rivolgere un

pensiero all’Italia e per questo, quando ho ricevuto l’invito di

Planeta, sono subito volato in Sicilia. Nella brevità della visita,

è stato un susseguirsi di meraviglie, di sensibilità e di scoperte

sull’importanza dell’architettura, dell’arte e della cultura.

Tuttavia, quello che mi rimane maggiormente impresso della

Sicilia è il vento, sono le nuvole, è il cielo, è la passione delle

persone che vivono sotto quell’azzurro, è la profondità e il

sapore del vino creato con quelle uve. Sono affascinato da

questa terra e sento di dovervi ritornare.”

Page 132: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

NOTO

(SR), b

uoniv

ini

MeNFI

(AG), c

apparrin

a

Page 133: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

124-125Certe volte succede di arrivare in prossimità

e non riuscire a vederlo. È la foschia che lo

nasconde. Tu lo sai che c’è, e sai pure che è la

foschia a nasconderlo, ma nello stesso tempo

ti fai prendere dall’inquietudine, perché l’Etna

fa spavento anche quando non si vede.

Specialmente quando non si vede: perché se

una creatura del genere decide di nascondersi

significa che prepara qualche sorpresa.

Magari deciderà di apparirti senza preavviso,

quando non ci credi più, quando hai deciso

che era un incubo e che ormai ti sei svegliato.

Allora ti appare un labile profilo, visibile solo

se sai di cosa si tratta. In questi casi si scorge

in lontananza un tratto di pendici che salgono

seguendo un andamento grafico spaventoso.

Dal grado di pendenza si intuisce non quanto

è alta la montagna, ma quanto è grande,

quanto è immensa; ossia che rincorsa deve

prendere per arrivare dove è destinata ad

arrivare. Ed è la portata di questa rincorsa

che risulta preoccupante.

Il clima alla partenza è leggermente euforico,

come da gita scolastica, mitigato solo dall’età

dei partecipanti. Per chi si ritrova in posti che

già conosce, viaggiare con un gruppo di

stranieri è stimolante perché si guardano gli

stessi luoghi e persone con occhi diversi,

occhi di qualcuno che li vede per la prima

volta. Come sembrerà l’Etna a un giapponese

abituato ai paesaggi del Fuji Yama?

E le case senza intonaco che i siciliani

hanno costruito sul corso principale dei

loro paesi, come appariranno, agli occhi

di un giapponese?

‘A Muntagna, la chiamano gli abitanti delle

pendici. La montagna, al femminile. Non il

Vulcano, al maschile. Il Vesuvio è maschile,

e viene da chiedersi perché invece l’Etna

dovrebbe essere femminile. Eppure lo è.

A parità di minaccia per la popolazione

umana, forse il motivo va ricercato nel fatto

che l’Etna, molto più del Vesuvio, pare

discendere e affondare le sue radici nel

centro della Terra. L’Etna rappresenta

l’emanazione minacciosa della Grande Madre

Terra. È femmina, quindi, in quanto

incarnazione della Grande Madre. Chi viene

da fuori e ne riconosce il carattere minaccioso

è portato a considerarlo maschile: lo Etna.

Il vulcano. Ma i siciliani sanno quanto la

Madre Terra, e le madri in genere, possano

essere allo stesso tempo fertili e devastanti.

Per questo hanno ragione a tributarle

il genere femminile.

I due ospiti orientali, appositamente

interpellati, spiegano che anche in Giappone

il vulcano è femmina. E parlano di Kasà

e Skasà, i due termini che stanno a indicare

rispettivamente il vulcano attivo e il

vulcano spento.

I colori dell’Etna sono tre e consecutivi.

Innanzitutto c’è il verde di una vegetazione

abbondantissima. Poi viene il rosso della lava

incandescente, appena scaturita dal ventre

del vulcano, che spazza via il verde.

Infine subentra il nero della lava solidificata,

il colore che finisce per prevalere su ogni

altro. Ma solo per il momento: dopo qualche

CARTOLINE DI VIAGGIO roberto ALAjMO

Page 134: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

anno il verde troverà modo di riconquistare

terreno a poco a poco, arrivando a trionfare

nuovamente sul nero. Fino a quando non

tornerà il rosso eccetera, eccetera.

A questo ciclo di tre colori se ne aggiunge un

quarto: il bianco. Un bianco che spicca per la

neve d’inverno e per le nuvole che quasi

sempre avvolgono la vetta e fanno da

contrasto col nero, rendendolo ancora più

minaccioso. Ma c’è pure il bianco spettrale

degli alberi sfiorati dalle colate più recenti.

Quelli investiti direttamente vengono

carbonizzati, e amen. Gli altri, quelli rimasti

al margine della colata, invece sbiancano.

Sbiancano proprio, come se restassero

terrorizzati. Sbiancano e allo stesso tempo

subiscono una sorta di fossilizzazione.

Pietrificati dal panico.

Il ciclo dei colori dura almeno

centocinquant’anni, a seconda del tipo di

magma, più o meno compatto. Ma vale la

pena di aspettare perché col tempo la lava si

trasforma in un terreno estremamente fertile,

ricco di minerali. Per almeno un paio d’anni

dopo che il flusso si è esaurito, la lava rimane

calda sotto e continua a fumare, in

determinati punti. Dopo un decennio

cominciano a crescere i primi muschi

e licheni. Poi viene il tempo della ginestra,

e ancora, e ancora.

La tenuta dei P. in contrada Santo Spirito

è stata acquistata da pochi mesi. Sono dieci

ettari di uliveto che verranno trasformati in

vigneto, impiantando una varietà di uva bianca

autoctona che si chiama Carricante. La prima

vendemmia è prevista per il 2009, e il vino

chissà quando. Dopo le colate di epoca

paleolitica questa terra ha aspettato il tempo

giusto per diventare fertilissima. Il dono che

Madre Etna teneva in serbo fin dal momento

della massima furia è quasi pronto.

La terra è scandita dalle rasole, vale a dire

muri di pietra lavica molto spessi, dell’altezza

di circa un metro e mezzo, che risalgono

all’Ottocento. Hanno la triplice funzione di

fare da camminamento, suddividere il terreno

e liberare dalle pietre il terreno stesso,

rendendolo coltivabile. Esiste anche la

possibilità che inconsciamente gli uomini si

affidino a questi manufatti nell’illusione di

creare barriere contro le colate vulcaniche.

Illusione, appunto, e umana.

Altra differenza, rispetto a una gita scolastica:

i compagni di viaggio sono perfetti sconosciuti.

Col passare delle ore e dei giorni si imparerà a

chiamare ciascuno col suo cognome, e magari

poi col nome. Ma all’inizio si va molto a

spanne. Ci sono il fotografo, la regista, la

milanese, i giapponesi, il finlandese.

Come nelle barzellette. Le semplificazioni

servono a prendere confidenza, a patto di non

dimenticare che ognuno di loro è portatore di

una prospettiva che in questi giorni verrà

applicata al ritaglio di crosta terrestre che

i siciliani hanno sempre sotto gli occhi

e che proprio per questo rischiano di perdere

di vista, come succede per gli amori che

durano troppo tempo.

Page 135: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

126-127Anna Rosa cerca il contatto per rivelare un

particolare che l’ha colpita: i gabinetti sono

sempre molto puliti. Dice che altrove non

è così. Per un siciliano si tratta di un

complimento che imbarazza, perché è vero,

in qualche caso, ma molto relativo. I gabinetti

privati, forse, o quelli che i privati si

preoccupano di tener puliti. Un siciliano è

portato ad accettare questo genere di

osservazioni con una certa costernazione,

combattuto fra la tentazione di smentire e

l’orgoglio una tantum di essersi comportato

bene. È proprio vero: certe volte vedere le

cose attraverso gli occhi di uno straniero

risulta particolarmente utile.

A Pantalica le tombe venivano scavate con

accanimento nelle pareti di roccia a

strapiombo. L’incaricato veniva calato per

iniziare a sbozzare lo scavo, pietra dura

contro pietra un po’ meno dura. Una fossa

sul terreno sarebbe stata più facile da

realizzare, ma c’era l’esigenza di preservare

la sepoltura dalle profanazioni.

Alla fine, la tomba prendeva la forma di un

utero materno, e il corpo del defunto veniva

deposto in posizione fetale. Forse nella

speranza che ricominciasse daccapo il suo

ciclo di vita.

Man mano, col passare delle ore e dei giorni,

si delineano le dinamiche del gruppo.

Non solo le simpatie e antipatie, ma proprio i

caratteri, la personalità di ciascuno.

C’è quello che ha fame, quello che ha sonno,

quello che deve fare pipì. Quello che soffre di

mal d’auto. Quello che fa sempre domande

alla guida. Quello che rimane indietro perché

se ne frega della guida e segue percorsi tutti

suoi. I vegetariani sono tre. C’è persino un

astemio, che risulta un po’ incongruo, in giro

per cantine e vigneti.

L’organizzazione, e in generale un po’ tutti,

sono preoccupati di compiacere i due

viaggiatori giapponesi, in quanto portatori

di una civiltà differente e imprevedibile.

Loro, per la verità, sono molto rilassati.

Quando un acquazzone sopraggiunge in piena

passeggiata, a un’ora dal riparo più vicino e in

mancanza di abbigliamento adeguato, loro

sono quelli che la prendono con maggior

umorismo, facendosi delle gran risate.

Per dire: che impressione fa il fatto che al

volante ci sia Francesca? In Giappone è il

proprietario dell’azienda a condurre il furgone?

E se si tratta di una donna, per di più?

Notevoli i momenti in cui qualcuno cerca di

spiegare concetti forse inconciliabili con la

loro cultura, tipo la pennichella o fare scarpetta.

Breve storiella esemplare. Quando Noto

venne distrutta dal terremoto del 1693, si

discusse a lungo su dove operare la

ricostruzione. Il vecchio sito rispondeva a

criteri di arroccamento e fortificazione ormai

superati dai tempi. L’altra ipotesi era un

anfiteatro collinare che si trovava una ventina

di chilometri più a valle, non troppo distante

dal mare, i cui terreni appartenevano a certe

famiglie aristocratiche. Per dirimere la

questione, il Viceré prese una decisione che

Page 136: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

RAGUSA ibla

Page 137: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

128-129

Page 138: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

per l’epoca risultava di sensazionale

democrazia: si sarebbe svolto un referendum

fra tutta la popolazione. Al voto prevalse

un’ampia maggioranza favorevole alla

ricostruzione sul medesimo sito. Non è

difficile da capire: a parte ogni altra

considerazione, una cultura contadina

è vincolata alla vicinanza dell’abitazione

con il terreno da coltivare giorno dopo giorno.

Se il paese si allontana di venti chilometri,

il lavoro si allontana altrettanto, fino a

diventare irraggiungibile.

La maggioranza era stata schiacciante.

Ma si vede che i tempi di un referendum

democratico erano prematuri, perché il Viceré

decretò, alla fin fine, che si ricostruisse sulle

terre nuove dell’aristocrazia, ignorando del

tutto la volontà popolare.

Esercizio: trovare le reiterazioni moderne di

questa vicenda.

Il viaggio è fatto di accelerazioni e

decelerazioni. In certi momenti bisogna fare

in fretta, perché bisogna assolutamente

vedere una certa cosa. Poi però, come in ogni

sinfonia o concerto, dopo l’allegro viene il

momento dell’adagio, del largo. A una

giornata di corsa ne segue una di relax quasi

completo. È il momento di lasciar riposare

gli occhi e le gambe per far sedimentare ciò

che si è visto. Si elaborano le informazioni,

sopraggiunge una certa noia. E nella noia,

la creazione comincia a prendere forma.

Una peculiarità del viaggio è la sua forma

di democrazia artistica. In partenza tutti i

partecipanti si trovano alla pari sul piano del

talento, almeno agli occhi degli altri. Il caso

è intervenuto a fare casting, e quasi nessuno

conosce il lavoro altrui. Se fra loro c’è un

Michelangelo, dovrà dimostrarlo nei giorni

della creazione e dello svelamento, alla

cantina dell’Ulmo. Ma intanto già alla tenuta

di Buonivini, il giapponese accetta di dipingere

una parete della casa con la sua tecnica

calligrafica. È il primo a gettare la maschera

davanti agli altri, adoperando per giunta solo

strumenti di fortuna: vernice qualsiasi e una

scopa come pennello; sapendo che verrà

giudicato sulla base di ciò che sta facendo

sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo

è anche il primo che acquista diritto a un

nome. Smette di essere il giapponese e

diventa a tutti gli effetti ciò che è sempre

stato: Juichi Yoshikawa.

Buonivini si chiama veramente Buonivini.

Cioè, non è una trovata dell’ufficio immagine.

Questa contrada all’incrocio fra due mari si è

sempre chiamata così perché dalla notte della

storia fino agli anni ottanta vi si faceva un vino

particolarmente apprezzato. Vino che

i contadini preparavano per sé e la propria

famiglia, vendendone solo una minima parte.

Poi venne il tempo dei contributi per

l’estirpazione, e in molti trovarono conveniente

smettere. Fin quando, a partire dal 2003,

i P. hanno deciso di venire a fare il loro

Moscato su questa terra tufacea, bianca,

calcinata, sempre pronta a compattarsi dopo

ogni pioggia.

La cantina c’è ma non si vede. È un tunnel

Page 139: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

130-131sotterraneo coperto di vegetazione, una

specie di laboratorio di tecnologia avanzata

che risponde a criteri non solo ambientali:

è più comodo lavorare l’uva procedendo

dall’alto verso il basso, in caduta. E poi nel

sottosuolo è facile mantenere la temperatura

necessaria alla maturazione del vino nelle

botti di rovere, dove rimane da dicembre a

dicembre. Terzo e non ultimo vantaggio della

cantina invisibile: una volta fuori, non rimane

quasi nulla che alteri l’andamento

leggermente mosso dei vigneti.

Il modicano da secoli è terra di scaccia, una

sfoglia di pane molto sottile e variamente

farcita. La scaccia si fa in casa o si compra nei

panifici, nelle rosticcerie. E proprio a Modica

è ambientata un’altra storiella esemplare.

Qualche anno fa un imprenditore decise

di aprire da queste parti un McDonald’s.

La casa madre fece le sue verifiche, trovò

che tutti i parametri aziendali erano a posto

e diede lo sta bene.

Durò un anno: dopodiché l’imprenditore fu

costretto a chiudere. I parametri aziendali non

prevedevano il radicamento della scaccia

modicana, competitiva su un piano non solo

dietetico, ma anche secondo criteri di gusto ed

economicità. Di fronte alla scaccia, la polpetta

americana dovette arrendersi. Non era mai

successo, nel mondo, che un McDonald’s fosse

costretto alla chiusura. Sarà pure

un’eccezione, ma è un’eccezione esemplare.

Nel quartiere dello Sbalzo, a Modica, si trovano

le cosiddette grotte vestite. Erano case

scavate nella roccia, abitate fino a tempi

recenti. Poi, negli anni cinquanta, venne la

legge Romita per contrastare la cosiddetta

edilizia impropria. Gli ultimi trogloditi

incassarono l’offerta di una casa popolare,

ma le grotte continuarono a essere abitate.

Dai figli di quelli che ci stavano prima, che

andavano a viverci con la famiglia che avevano

formato a loro volta, o da altri inquilini che

prendevano la grotta in affitto. Oppure,

infine, da quegli stessi che ci avevano sempre

abitato, che non accettavano di essere

deportati altrove.

Dopo Yoshikawa, a mostrarsi nel proprio

lavoro è il corso, Antoine Giacomoni. Assieme

al suo assistente Paul allestisce un set

fotografico per ritrarre buona parte dei

partecipanti al viaggio, più le persone che si

incontrano strada facendo.

Sono primi piani allo specchio. Lui scatta

mentre il soggetto si guarda allo specchio con

la consapevolezza dell’espressione che sta

facendo. Chi si guarda allo specchio è, allo

stesso tempo, ciò che è e ciò che

vuole/vorrebbe essere. Magari fa la faccia,

effetto comunque inevitabile, ma almeno sa

che faccia sta facendo. È il ritratto che più si

avvicina alla perfezione possibile.

A Ibla, con l’emergere di una borghesia agraria

si crearono due fazioni campanilistiche,

ognuna ferocemente competitiva nei confronti

dell’altra. Ognuna dietro la copertura della

devozione: a San Giorgio, il patrono caro

all’aristocrazia, si contrappose San Giovanni,

Page 140: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

rappresentante della classe emergente.

Dopo il terremoto del 1693 la frattura si

accentuò e i Sangiovannari se ne andarono a

fondare una città nuova, da tutt’altra parte,

dove oggi si trova la Ragusa moderna.

Paradossalmente fu l’aristocrazia sangiorgiana

a sposare le istanze architettoniche più

moderne, a Ibla. Mentre la borghesia, che

pure socialmente era la fazione destinata a

prevalere, nel suo arroccamento sposò

istanze ancora tardocinquecentesche.

La rivalità arrivava a punte di teppismo ben

poco spirituali, per esempio quando fu della

decapitazione dei Santi del polittico di San

Giorgio, avvenuta nel corso di una incursione

di tifosi di San Giovanni. Non mancarono gli

scontri di piazza, e qualche volta c’è pure

scappato il morto: nel trambusto scoppiato in

nome della fede qualcuno ne approfittava per

regolare conti personali.

Il signor A. apre le porte della sua casa ai

viaggiatori. All’esterno si presenta come una

casa moderna, di quella modernità che in

Sicilia prescinde dall’identità. Dentro, invece,

è un trionfo collezionistico dove gli oggetti

si affastellano secondo un criterio empirico

dettato dall’horror vacui: dal mobile d’epoca

alla statuina di padre Pio, dal falso Tiziano al

vero lampadario di Murano. Pianoforti, ritratti

dozzinali, ricostruzioni araldiche da parete,

la foto della madre in mezzo a tutto quel

bric-à-brac.

Il signor A. mostra tutto con orgoglio, accetta

i complimenti e, finita la visita, chiude la porta

alle spalle dei visitatori. Il mondo prosegue, e

lui si ritira in mezzo a quella specie di surreale

museo domestico che forse gli assomiglia.

Ogni tenuta ha una sua terra peculiare.

Cromaticamente peculiare. Dal nero dell’Etna

al bianco di Buonivini, al rosso di Dorilli,

nei pressi di Vittoria. Proseguendo, la terra

sarà marrone scuro all’Ulmo e quasi gialla

alla Dispensa. Assieme al clima, la fortuna

vinicola della Sicilia è dovuta proprio

a questa varietà.

Dorilli si trova in mezzo al mare artificiale

di plastica creato dalle serre, che marcano

pesantemente il paesaggio. La cosa strana

è che dalla tenuta non si vede neanche un

metro quadrato di cellofan. Se è vero che

l’agricoltura in serra è destinata a soccombere,

Dorilli somiglia a una prima macchia di

paesaggio ripristinato dopo il tramonto

della plastica.

Qui fanno il Cerasuolo, un vino che si è

guadagnato la prima docg della Sicilia e che

allo stesso tempo, nella variante dei P.,

smentisce la forza concentrata che negli

ultimi decenni si era portati ad attribuire

a questo vino snaturato. Sfrondando la

tradizione, è affiorato un Cerasuolo che fa

della leggerezza il suo maggior pregio.

C’è dietro forse una piccola lezione:

la leggerezza, se non è vacuità, certe volte si

ottiene solo passando attraverso la gravità.

Il tratto di costa compreso fra Vittoria e Gela è

fra i più estenuati di Sicilia. Si passa quasi

senza soluzione di continuità dal cellofan

Page 141: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

132-133delle serre alle ciminiere del petrolchimico.

Gela, in particolare, è fra le città che peggio

hanno ammortizzato l’impatto con la

modernità architettonica. Però – pochi

chilometri prima di arrivare, su una collina –

si scorge un grappolo di costruzioni nuove,

dai colori coerenti e dalle linee armoniose.

Pare una specie di miracolo, nel contesto,

e in un certo senso lo è: il cimitero, di Gela.

Arrivare all’Ulmo subito prima del tramonto

significa restare assorti nel silenzio di certi

viaggi in automobile, quando in prossimità

della fine le parole lasciano il campo alla

fatica, alla noia e alla riflessione.

Riflessione che è figlia di noia e fatica.

Di tutte le cantine, l’Ulmo è quella che ispira

maggiore armonia. È all’Ulmo che si trova

il bosco della Segreta. È all’Ulmo che

l’avventura dei P. è cominciata. È all’Ulmo che

il viaggio si conclude. Dopo il silenzio assorto

degli ultimi chilometri, un silenzio rotto solo

da comunicazioni di servizio, si scaricano

i bagagli e ci si sistema nelle camere.

Anche il commiato possiede un suo pudore,

limitandosi alla promessa di rivedersi presto,

sapendo benissimo che in molti casi non

sarà così facile. Il viaggio finisce e da

domani gli artisti si metteranno al lavoro

per un’altra specie di viaggio, un viaggio

individuale e stanziale.

La caratteristica costante di tutte le cantine

dei P. è la loro diversità: costanza nella

diversità. Poi c’è il fatto che nessuna appare

consolidata da un punto di vista architettonico

e impiantistico. Ci sono sempre lavori in

corso, ampliamenti, ristrutturazioni.

Come se ogni tenuta fosse ben lontana da

un appagamento estetico, ma caratterizzata

soprattutto da un genere di bellezza dinamica,

sempre in divenire. Da un punto di vista

imprenditoriale questo si spiega con gli

investimenti che si susseguono. Se davvero

è così, il segreto della bellezza e della

ricchezza coincide con l’approssimazione,

solo approssimazione, alla bellezza e alla

ricchezza. Non è poi una novità e non è

neppure difficile da capire, viaggiando attraverso

la Sicilia: la felicità possibile a quanto pare

consiste nell’approssimazione alla felicità.

Page 142: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

ETN

ANOTO

(SR), B

UONIV

INI

pagin

a s

eguente

: sam

buca d

i sic

ilia

(AG), u

lm

o

Page 143: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

134-135

Page 144: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 145: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa
Page 146: Planeta VIS3 ITA Int 07000921 Planeta VIS3 ITA Int · e anche dei santi, delle madonne, degli angeli... Poi ci sono i luoghi guardati, scrutati, assorbiti; e il paesaggio diventa

Fin

ito

di

sta

mp

are

ne

l m

ese

di

ma

gg

io 2

00

7