Più attenzione · ve umilmente entrare nel profondo di sé e domandarsi che cosa può fare ... te,...

28
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLVIII n. 208 (47.941) Città del Vaticano venerdì 14 settembre 2018 . La chiede il Papa denunciando la voragine spirituale che ha permesso scandalose debolezze Più attenzione alla formazione dei preti «Una particolare attenzione al clero e ai seminari» è stata raccomandata dal Papa ai presuli di recente nomi- na che partecipano a un corso pro- mosso dalle Congregazioni per i ve- scovi e per le Chiese orientali. Ricevendoli in udienza nella mat- tina di giovedì 13 settembre, nella Sala del Concistoro, il Pontefice ha parlato con toni preoccupati della Udienza del Papa a vescovi degli Stati Uniti Un piano allo studio dell’Osa Per aiutare i profughi venezuelani Migranti venezuelani in Colombia (Afp) Funzionari dell’Onu in Myanmar Valuteranno le condizioni di un possibile ritorno di centinaia di migliaia di rohingya NAYPYIDAW, 13. Funzionari delle Na- zioni Unite hanno iniziato oggi una missione diplomatica nel Myanmar per valutare le condizioni di un pos- sibile ritorno di centinaia di migliaia di rohingya, fuggiti dal paese dall’agosto del 2017 a causa delle violenze dei militari. Nel giugno scorso, l’Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e l’Undp (il Program- ma dell’Onu per lo sviluppo) hanno firmato un accordo con le autorità di Naypyidaw per contribuire a creare condizioni favorevoli al ritorno vo- lontario e sicuro dei rappresentanti della minoranza musulmana. «Per la prima volta, l’Onu ha ot- tenuto il permesso di inviare funzio- nari per iniziare il proprio lavoro di valutazione», ha dichiarato all’agen- zia Afp Aoife McDonnell, portavoce dell’alto commissario per i rifugiati. Gli esperti delle Nazioni Unite dovrebbero rimanere due settimane nel paese del sud-est asiatico, ma — ha precisato McDonnell — potranno visitare solo trenta villaggi dello sta- to del Rakhine, regione nord- occidentale del Myanmar, teatro del dramma dei rohingya. Questa importante missione di ve- rifica arriva in un contesto di grande tensione tra il Myanmar e le Nazioni Unite. Alla fine di agosto, gli inve- stigatori dell’Onu hanno accusato senza mezzi termini i militari del Myanmar di genocidio contro i rohingya, chiedendo che fossero in- tentati processi contro il capo dell’esercito e cinque alti ufficiali. Pochi giorni dopo, la Corte penale internazionale si è dichiarata compe- tente per indagare su alcuni dei cri- mini commessi dai soldati. Sulla vicenda dei rohingya c’è an- che da segnalare la netta presa di posizione del consigliere di stato e ministro della difesa, Aung San Suu Kyi (premio Nobel per la pace nel 1991), che ha difeso l’operato del go- verno del Myanmar in relazione all’arresto di due giornalisti dell’agenzia Reuters. I due cronisti — Wa Lone e Kyaw Soe Oo — sono stati arrestati lo scorso dicembre mentre erano impe- gnati a raccogliere informazioni per una inchiesta sul massacro dei rohin- gya nel Rakhine. Dopo l’arresto, Wa e Kyaw, trovati in possesso di docu- menti riservati della polizia, sono stati condannati a sette anni di car- cere con l’accusa di avere raccolto e svelato segreti di stato. «Non sono stati arrestati in quan- to giornalisti, ma perché è stata pro- nunciata una sentenza dopo che ave- vano violato la legge sui segreti di stato [una norma che risale all’epoca coloniale]», ha affermato il premio Nobel per la pace, intervenendo a margine di un forum economico ad Hanoi, in Vietnam. Suu Kyi — già duramente criticata dalla comunità internazionale e dall’Alto commissariato dell’O nu per i diritti umani per avere giustifi- cato le inaudite e ripetute violenze dei militari governativi contro i rohingya — ha comunque ammesso che la crisi della minoranza etnica musulmana avrebbe potuto essere «gestita meglio». Dall’agosto del 2017, sotto la minaccia dell’esercito, circa 900.000 rohingya sono fuggiti si sono rifugiati in enormi accampa- menti di fortuna in Bangladesh. «voragine spirituale che, in non po- chi casi, ha permesso scandalose de- bolezze» e ha esortato a rispondere a questa sfida anche attraverso l’ag- giornamento dei «processi di sele- zione, accompagnamento, valutazio- ne» dei candidati al sacerdozio. «Ognuno di noi — ha esortato — de- ve umilmente entrare nel profondo di sé e domandarsi che cosa può fare per rendere più santo il volto della Chiesa». E proprio la santità è stata indica- ta da Francesco come il «compito più urgente» del pastore. «Una san- tità piccina — ha spiegato — che si nutre dell’abbandono nelle sue mani come un bimbo svezzato»; ma anche «una santità consapevole che nulla di più efficace, più grande, più pre- zioso, più necessario potete offrire al mondo della paternità che è in voi». Da qui l’invito a non spaventarsi «davanti alle ferite della carne di Cristo, sempre inferte dal peccato e non di rado dai figli della Chiesa», e a non lasciarsi «tentare da racconti di catastrofi o profezie di sciagure, perché quello che conta veramente è perseverare impedendo che si raf- freddi l’amore e tenere alto e levato il capo verso il Signore, perché la Chiesa non è nostra, è di Dio». Per essere santi, in definitiva, «non serve la contabilità delle nostre virtù, né un programma di ascesi, una palestra di sforzi personali o una dieta che si rinnova da un lune- dì all’altro». La vera sorgente sta in- vece nella «grazia di accostarci alla gioia del Vangelo e lasciare che sia questa a invadere la nostra vita, in modo tale che non si potrà più vive- re diversamente». Perciò «non serve puntare solo il dito sugli altri, fab- bricare capri espiatori, stracciarsi le vesti, scavare nella debolezza altrui», ma è necessario «lavorare insieme e in comunione, certi che l’autentica santità è quella che Dio compie in noi, quando docili al suo Spirito ri- torniamo alla gioia semplice del Vangelo». E della «bellezza di sentirci amati da Dio» e «di sentirci di amare in nome di Dio» il Papa aveva parlato poco prima ricevendo in udienza i partecipanti a un convegno sulla «teologia della tenerezza». PAGINA 7 La Costituzione apostolica Veritatis gaudium Entra in vigore in data odierna, con la pubblicazione nell’Osser- vatore Romano, la Costituzione apostolica di Papa Francesco «Ve- ritatis gaudium» circa le universi- tà e le facoltà ecclesiastiche. IN ALLEGATO NOSTRE INFORMAZIONI Le credenziali dell’a m b a s c i a t o re della Repubblica Slovacca Nella mattina di giovedì 13 il Papa ha ricevuto in udienza Sua Eccellenza il signor Marek Lisánsky, nuovo ambasciatore della Repubblica Slovacca, in occasione della presentazione delle lettere con cui viene accreditato presso la Santa Sede Mai così tanti secondo l’Onu Oltre sei milioni di sfollati in Siria PAGINA 3 y(7HA3J1*QSSKKM( +{!"!;!=!& Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza Sua Ec- cellenza il Signor Marek Lisán- sky, Ambasciatore della Repub- blica Slovacca, per la presenta- zione delle Lettere Credenziali. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Monsignor Paul Fitzpatrick Russell, Arcivescovo titolare di Novi, Nunzio Apo- stolico in Turchia, in Turkmeni- stan e in Azerbaigian. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l’Eminentissimo Cardinale Da- niel DiNardo, Arcivescovo di Galveston-Houston, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d’America, con il Vice-Presiden- te, Sua Eccellenza Monsignor José Horacio Gómez, Arcive- scovo di Los Angeles, con l’Eminentissimo Cardinale Seán Patrick O’Malley, Arcivescovo di Boston, Presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei Minori; e con il Se- gretario Generale della medesi- ma Conferenza, Monsignor Brian Bransfield. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Wheeling- Charleston (Stati Uniti d’Ame- rica), presentata da Sua Eccel- lenza Monsignor Michael J. Bransfield. Nomina di Amministratore Apostolico Il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico «se- de vacante» della Diocesi di Wheeling-Charleston (Stati Uniti d’America) Sua Eccellen- za Monsignor William E. Lori, Arcivescovo di Baltimore. Con i gesuiti a Dublino Guarire le ferite PAGINA 5 BO GOTÁ, 13. Il segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa), Luís Almagro, è arrivato ieri a Bogotá per esamina- re con le autorità colombiane la crisi migratoria venezuelana nella regione. «La visita — si legge in un comunicato del ministero degli esteri colombiano — avviene dopo la decisione del Consiglio perma- nente dell’Osa di creare un gruppo tecnico che si recherà alle frontiere dei paesi di accoglienza dei mi- granti venezuelani e che elaborerà un rapporto che comprenda la de- finizione di meccanismi di coope- razione». Secondo le autorità colombiane, ogni giorno circa 35.000 venezuela- ni attraversano la frontiera. Ma la situazione è critica anche in altre zone di confine. Il governo brasi- liano ha infatti prolungato per altri 45 giorni la permanenza dei reparti delle forze armate al confine con il Venezuela proprio per far fronte al- la crisi migratoria nella regione. Intanto il presidente venezuela- no Nicolás Maduro è partito per una visita di stato in Cina. In un saluto trasmesso attraverso la tele- visione di stato, Maduro ha sottoli- neato che l’obiettivo del viaggio è quello di «elevare le relazioni fra Cina e Venezuela» nel quadro del «nostro accordo di associazione strategica». Il presidente ha assicurato che durante la sua permanenza a Pe- chino saranno esaminate prospetti- ve di cooperazione in campo eco- nomico, commerciale, energetico e delle comunicazioni, «nell’ambito delle straordinarie relazioni politi- che con il presidente Xi Jinping». Prima di lui a Pechino è arrivato il vicepresidente venezuelano Delcy Rodríguez, che ha incontrato l’omologo cinese Wang Qishan, il quale ha a sua volta elogiato la cooperazione bilaterale cino-vene- zuelana costruita «sulla base dell’uguaglianza». Nella mattina di giovedì 13 settembre Papa Francesco ha ricevuto in udienza i vertici dell’episcopato statunitense. All’incontro — oltre al presidente, al vicepresidente e al segretario generale della Conferenza episcopale — ha preso parte anche il cardinale arcivescovo di Boston che presiede la Pontificia commissione per la tutela dei minori

Transcript of Più attenzione · ve umilmente entrare nel profondo di sé e domandarsi che cosa può fare ... te,...

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLVIII n. 208 (4 7. 9 4 1 ) Città del Vaticano venerdì 14 settembre 2018

.

La chiede il Papa denunciando la voragine spirituale che ha permesso scandalose debolezze

Più attenzionealla formazione dei preti

«Una particolare attenzione al cleroe ai seminari» è stata raccomandatadal Papa ai presuli di recente nomi-na che partecipano a un corso pro-mosso dalle Congregazioni per i ve-scovi e per le Chiese orientali.

Ricevendoli in udienza nella mat-tina di giovedì 13 settembre, nellaSala del Concistoro, il Pontefice haparlato con toni preoccupati della

Udienza del Papaa vescovi degli Stati Uniti

Un piano allo studio dell’O sa

Per aiutare i profughivenezuelani

Migranti venezuelani in Colombia (Afp)

Funzionari dell’Onu in MyanmarValuteranno le condizioni di un possibile ritorno di centinaia di migliaia di rohingya

NAY P Y I D AW, 13. Funzionari delle Na-zioni Unite hanno iniziato oggi unamissione diplomatica nel Myanmarper valutare le condizioni di un pos-sibile ritorno di centinaia di migliaiadi rohingya, fuggiti dal paesedall’agosto del 2017 a causa delleviolenze dei militari.

Nel giugno scorso, l’Unhcr (l’Altocommissariato delle Nazioni Uniteper i rifugiati) e l’Undp (il Program-ma dell’Onu per lo sviluppo) hannofirmato un accordo con le autorità diNaypyidaw per contribuire a crearecondizioni favorevoli al ritorno vo-lontario e sicuro dei rappresentantidella minoranza musulmana.

«Per la prima volta, l’Onu ha ot-tenuto il permesso di inviare funzio-nari per iniziare il proprio lavoro divalutazione», ha dichiarato all’agen-zia Afp Aoife McDonnell, portavocedell’alto commissario per i rifugiati.

Gli esperti delle Nazioni Unitedovrebbero rimanere due settimane

nel paese del sud-est asiatico, ma —ha precisato McDonnell — p otrannovisitare solo trenta villaggi dello sta-to del Rakhine, regione nord-occidentale del Myanmar, teatro deldramma dei rohingya.

Questa importante missione di ve-rifica arriva in un contesto di grandetensione tra il Myanmar e le NazioniUnite. Alla fine di agosto, gli inve-stigatori dell’Onu hanno accusatosenza mezzi termini i militari delMyanmar di genocidio contro irohingya, chiedendo che fossero in-tentati processi contro il capo

dell’esercito e cinque alti ufficiali.Pochi giorni dopo, la Corte penaleinternazionale si è dichiarata compe-tente per indagare su alcuni dei cri-mini commessi dai soldati.

Sulla vicenda dei rohingya c’è an-che da segnalare la netta presa diposizione del consigliere di stato eministro della difesa, Aung San SuuKyi (premio Nobel per la pace nel1991), che ha difeso l’operato del go-verno del Myanmar in relazioneall’arresto di due giornalistidell’agenzia Reuters.

I due cronisti — Wa Lone e KyawSoe Oo — sono stati arrestati loscorso dicembre mentre erano impe-gnati a raccogliere informazioni peruna inchiesta sul massacro dei rohin-gya nel Rakhine. Dopo l’arresto, Wae Kyaw, trovati in possesso di docu-menti riservati della polizia, sonostati condannati a sette anni di car-cere con l’accusa di avere raccolto esvelato segreti di stato.

«Non sono stati arrestati in quan-to giornalisti, ma perché è stata pro-nunciata una sentenza dopo che ave-vano violato la legge sui segreti distato [una norma che risale all’ep o cacoloniale]», ha affermato il premio

Nobel per la pace, intervenendo amargine di un forum economico adHanoi, in Vietnam.

Suu Kyi — già duramente criticatadalla comunità internazionale edall’Alto commissariato dell’O nuper i diritti umani per avere giustifi-cato le inaudite e ripetute violenzedei militari governativi contro irohingya — ha comunque ammessoche la crisi della minoranza etnicamusulmana avrebbe potuto essere«gestita meglio». Dall’agosto del2017, sotto la minaccia dell’e s e rc i t o ,circa 900.000 rohingya sono fuggitisi sono rifugiati in enormi accampa-menti di fortuna in Bangladesh.

«voragine spirituale che, in non po-chi casi, ha permesso scandalose de-bolezze» e ha esortato a risponderea questa sfida anche attraverso l’ag-giornamento dei «processi di sele-zione, accompagnamento, valutazio-ne» dei candidati al sacerdozio.«Ognuno di noi — ha esortato — de-ve umilmente entrare nel profondodi sé e domandarsi che cosa può fare

per rendere più santo il volto dellaChiesa».

E proprio la santità è stata indica-ta da Francesco come il «compitopiù urgente» del pastore. «Una san-tità piccina — ha spiegato — che sinutre dell’abbandono nelle sue manicome un bimbo svezzato»; ma anche«una santità consapevole che nulladi più efficace, più grande, più pre-

zioso, più necessario potete offrire almondo della paternità che è in voi».

Da qui l’invito a non spaventarsi«davanti alle ferite della carne diCristo, sempre inferte dal peccato enon di rado dai figli della Chiesa», ea non lasciarsi «tentare da raccontidi catastrofi o profezie di sciagure,perché quello che conta veramente èperseverare impedendo che si raf-freddi l’amore e tenere alto e levatoil capo verso il Signore, perché laChiesa non è nostra, è di Dio».

Per essere santi, in definitiva,«non serve la contabilità delle nostrevirtù, né un programma di ascesi,una palestra di sforzi personali ouna dieta che si rinnova da un lune-dì all’altro». La vera sorgente sta in-vece nella «grazia di accostarci allagioia del Vangelo e lasciare che siaquesta a invadere la nostra vita, inmodo tale che non si potrà più vive-re diversamente». Perciò «non servepuntare solo il dito sugli altri, fab-bricare capri espiatori, stracciarsi levesti, scavare nella debolezza altrui»,ma è necessario «lavorare insieme ein comunione, certi che l’autenticasantità è quella che Dio compie innoi, quando docili al suo Spirito ri-torniamo alla gioia semplice delVa n g e l o » .

E della «bellezza di sentirci amatida Dio» e «di sentirci di amare innome di Dio» il Papa aveva parlatopoco prima ricevendo in udienza ipartecipanti a un convegno sulla«teologia della tenerezza».

PAGINA 7

La Costituzione apostolica

Veritatis gaudiumEntra in vigore in data odierna,con la pubblicazione nell’O sser-vatore Romano, la Costituzioneapostolica di Papa Francesco «Ve-ritatis gaudium» circa le universi-tà e le facoltà ecclesiastiche.

IN A L L E G AT O

NOSTRE INFORMAZIONI

Le credenziali dell’a m b a s c i a t o redella Repubblica Slovacca

Nella mattina di giovedì 13 il Papa ha ricevuto in udienza Sua Eccellenza il signor MarekLisánsky, nuovo ambasciatore della Repubblica Slovacca, in occasione della presentazione delle

lettere con cui viene accreditato presso la Santa Sede

Mai così tanti secondo l’Onu

Oltre sei milionidi sfollati in Siria

PAGINA 3

y(7HA3J1*QSSKKM( +{!"!;!=!&

Il Santo Padre ha ricevuto que-sta mattina in udienza Sua Ec-cellenza il Signor Marek Lisán-sky, Ambasciatore della Repub-blica Slovacca, per la presenta-zione delle Lettere Credenziali.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza SuaEccellenza Monsignor Paul

Fitzpatrick Russell, Arcivescovotitolare di Novi, Nunzio Apo-stolico in Turchia, in Turkmeni-stan e in Azerbaigian.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienzal’Eminentissimo Cardinale Da-niel DiNardo, Arcivescovo diGalveston-Houston, Presidentedella Conferenza dei VescoviCattolici degli Stati Unitid’America, con il Vice-Presiden-te, Sua Eccellenza MonsignorJosé Horacio Gómez, Arcive-scovo di Los Angeles, conl’Eminentissimo Cardinale SeánPatrick O’Malley, Arcivescovodi Boston, Presidente dellaPontificia Commissione per latutela dei Minori; e con il Se-gretario Generale della medesi-ma Conferenza, MonsignorBrian Bransfield.

Il Santo Padre ha accettato larinuncia al governo pastoraledella Diocesi di Wheeling-Charleston (Stati Uniti d’Ame-rica), presentata da Sua Eccel-lenza Monsignor Michael J.Bransfield.

Nominadi Amministratore

Ap ostolicoIl Santo Padre ha nominato

Amministratore Apostolico «se-de vacante» della Diocesi diWheeling-Charleston (StatiUniti d’America) Sua Eccellen-za Monsignor William E. Lori,Arcivescovo di Baltimore.

Con i gesuiti a Dublino

Guarire le ferite

PAGINA 5

BO GOTÁ, 13. Il segretario generaledell’Organizzazione degli statiamericani (Osa), Luís Almagro, èarrivato ieri a Bogotá per esamina-re con le autorità colombiane lacrisi migratoria venezuelana nellaregione. «La visita — si legge in uncomunicato del ministero degliesteri colombiano — avviene dopola decisione del Consiglio perma-nente dell’Osa di creare un gruppotecnico che si recherà alle frontieredei paesi di accoglienza dei mi-granti venezuelani e che elaboreràun rapporto che comprenda la de-finizione di meccanismi di coope-razione».

Secondo le autorità colombiane,ogni giorno circa 35.000 venezuela-ni attraversano la frontiera. Ma lasituazione è critica anche in altrezone di confine. Il governo brasi-liano ha infatti prolungato per altri45 giorni la permanenza dei repartidelle forze armate al confine con ilVenezuela proprio per far fronte al-la crisi migratoria nella regione.

Intanto il presidente venezuela-no Nicolás Maduro è partito peruna visita di stato in Cina. In unsaluto trasmesso attraverso la tele-visione di stato, Maduro ha sottoli-neato che l’obiettivo del viaggio èquello di «elevare le relazioni fraCina e Venezuela» nel quadro del«nostro accordo di associazionestrategica».

Il presidente ha assicurato chedurante la sua permanenza a Pe-chino saranno esaminate prospetti-ve di cooperazione in campo eco-nomico, commerciale, energetico edelle comunicazioni, «nell’ambitodelle straordinarie relazioni politi-che con il presidente Xi Jinping».Prima di lui a Pechino è arrivato ilvicepresidente venezuelano DelcyRodríguez, che ha incontratol’omologo cinese Wang Qishan, ilquale ha a sua volta elogiato lacooperazione bilaterale cino-vene-zuelana costruita «sulla basedell’uguaglianza».

Nella mattina di giovedì 13 settembre Papa Francesco ha ricevuto in udienzai vertici dell’episcopato statunitense. All’incontro — oltre al presidente, al vicepresidente

e al segretario generale della Conferenza episcopale — ha preso parteanche il cardinale arcivescovo di Boston

che presiede la Pontificia commissione per la tutela dei minori

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 venerdì 14 settembre 2018

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSONon praevalebunt

Città del Vaticano

o r n e t @ o s s ro m .v aw w w. o s s e r v a t o re ro m a n o .v a

GI O VA N N I MARIA VIANdirettore responsabile

Giuseppe Fiorentinov i c e d i re t t o re

Piero Di Domenicantoniocap oredattore

Gaetano Vallinisegretario di redazione

Servizio vaticano: [email protected] internazionale: [email protected] culturale: [email protected] religioso: [email protected]

Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 [email protected] w w w. p h o t o .v a

Segreteria di redazionetelefono 06 698 83461, 06 698 84442

fax 06 698 83675s e g re t e r i a @ o s s ro m .v a

Tipografia VaticanaEditrice L’Osservatore Romano

Tariffe di abbonamentoVaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198Europa: € 410; $ 605Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665America Nord, Oceania: € 500; $ 740Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30):telefono 06 698 99480, 06 698 99483fax 06 69885164, 06 698 82818,[email protected] d i f f u s i o n e @ o s s ro m .v aNecrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675

Concessionaria di pubblicità

Il Sole 24 Ore S.p.A.System Comunicazione Pubblicitaria

Sede legaleVia Monte Rosa 91, 20149 Milanotelefono 02 30221/3003fax 02 30223214

s e g re t e r i a d i re z i o n e s y s t e m @ i l s o l e 2 4 o re . c o m

Aziende promotricidella diffusione

Intesa San Paolo

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Società Cattolica di Assicurazione

Al Sarraj vara una serie di misure per risanare l’economia

Piano di rilancio per la Libia

Consiglio dei ministri straordinario sulla Brexit

May si preparaa ogni scenario

Il primo ministro libicoFayez Al Sarraj (Reuters)

Firmata intesatra governo

e ribellisudsudanesi

ADDIS ABEBA, 13. Il presidente delSud Sudan Salva Kiir e il leaderdella ribellione sud sudanese RiekMachar hanno finalmente firmatol’accordo di pace che mira a porrefine alla guerra civile che da cin-que anni infierisce sullo stato piùgiovane del mondo, nato nel 2011dopo essersi separato dal Sudan.

La cerimonia si è svolta ieri adAddis Abeba durante un verticeregionale dell’Autorità intergover-nativa per lo sviluppo, l’o rg a n i z -zazione degli stati dell’Africaorientale che da diversi mesi lavo-ra al rilancio del processo di pace.La firma è stata seguita da unastretta di mano tra Kiir e Machar,di fronte ai delegati e capi di statodell’Uganda e del Sudan, con lapresenza del primo ministro etio-pe Abiy Ahmed. «Il mondo ha losguardo rivolto verso di noi men-tre i dirigenti sud sudanesi si im-pegnano oggi a lavorare per la ri-conciliazione e per una pace dura-tura nel loro paese», ha dichiaratoAbiy poco prima della cerimonia.La firma arriva dopo settimane dinegoziati a Khartoum, in Sudan,su questioni in sospeso tra le variefazioni. Mentre il governo è otti-mista riguardo al nuovo accordo,molti osservatori internazionali ri-mangono scettici.

Il processo di pace va avantianche oltre le frontiere del giova-ne paese. Di recente, il Sud Su-dan ha annunciato che salderà ilproprio debito di 1,2 miliardi didollari con il Sudan per il petro-lio. Nel 2012 i due paesi hannoraggiunto un accordo per sanare ilcontenzioso nato con l’indip en-denza proclamata dal Sud Sudannel 2011. Secondo l’intesa, Juba haaccettato di pagare tre miliardi didollari a Khartoum come inden-nizzo. Il Sud Sudan ha pagato iprimi due miliardi di dollari, mala guerra civile ha danneggiato leattività petrolifere e impedito ilversamento della terza tranche. IlSud Sudan produce oggi 120.000barili al giorno, contro i 350.000di cinque anni fa. Un calo dram-matico se si pensa che il 98 percento dei redditi del paese provie-ne dal petrolio. Ma con la pro-gressiva ripresa del settore, il SudSudan è ora in grado di pagarel’ultimo miliardo.

Va avanti la riconciliazione fra i due paesi del Corno d’Africa

Riaperto il confine tra Eritrea ed Etiopia

I due leader durante la cerimonia ufficiale

In vigore in Maroccola legge contro le violenze sulle donne

Ucciso un sacerdotein Nigeria

Il nuovoa m b a s c i a t o re

della RepubblicaSlovacca

Sua Eccellenza il Signor Marek Li-sánsky, nuovo ambasciatore dellaRepubblica Slovacca presso la SantaSede, è nato il 1° ottobre 1976. Èsposato e ha tre figli. Ha ottenutoun dottorato in diritto (facoltà digiurisprudenza di Pavol Jozef Šafá-rik, Košice, 2000) e ha conseguitosuccessivamente un certificato spe-ciale negli studi europei (Diplomati-sche Akademie, Vienna, 2001). Ha ri-coperto, tra gli altri, i seguenti inca-richi: segretario — presso il repartoper i diritti umani del ministero de-gli Affari esteri (Mae) — della com-missione intergovernativa mista slo-vacca-ungherese per le minoranze(1999-2002); segretario generale alconsolato generale in Polonia (2002-2006); vice direttore del reparto peri diritti umani del Mae e vice capodel comitato interministeriale dicoordinamento della presidenza nelComitato dei ministri del Consigliod’Europa e del comitato organizzati-vo del Mae per la presidenza dellaRepubblica Slovacca nel Comitatodei ministri del Consiglio d’E u ro p a(2006-2007); direttore generale dellasezione per i diritti umani e delleminoranze presso il governo e segre-tario del consiglio del governo per leminoranze popolari e gruppi etnici eper le organizzazioni non governati-ve no-profit, nonché consiglierepresso il Comitato per gli affariEsteri del Consiglio nazionale e rap-presentante del governo presso ilConsigliere per la riabilitazione dellevittime dell’olocausto (2007-2009);rappresentante della Repubblica Slo-vacca presso il comitato gestionaledel Monumento nel campo di ster-minio nazista di Sobibór (2008-2014); console generale in Polonia(2009-2014); segretario generale alministero degli Affari esteri ed euro-pei, reparto delle analisi e pianifica-zione (2014); direttore generale dellasezione per la politica della difesapresso il ministero della difesa (2014-2015); consigliere del presidente delConsiglio nazionale nel VI e VII p e-riodo elettorale per la politica estera(dal 2015 a oggi).

A Sua Eccellenza il Signor MarekLisánsky, nuovo ambasciatore dellaRepubblica Slovacca presso la SantaSede, giungano, nel momento in cuisi appresta a ricoprire il suo alto in-carico, le felicitazioni del nostrogiornale.

Berlino puntasu accordi

per la gestionedei migranti

BRUXELLES, 13. «L’accordo suimigranti con l’Italia è concluso,mancano solo le firme»: èquanto ha assicurato il ministrodell’interno tedesco, HorstSeehofer, oggi al Bundestag, fa-cendo riferimento all’a c c o rd osul respingimento dei migrantiregistrati in Italia e fermati alconfine tedesco. La Germaniaha già siglato intese sui migran-ti con Spagna e Grecia nel me-se di agosto e, nelle ultime ore,anche con il Portogallo. In so-stanza si tratta di migranti chehanno già chiesto asilo in un al-tro paese ma che si sono sposta-ti, per mancanza di controlli, inGermania.

Annunciando l’accordo di ie-ri, il ministro degli interni por-toghese, Eduardo Cabrita, e ilcollega tedesco, Horst Seehofer,hanno parlato di «segnale im-portante» per assicurare «proce-dure di asilo efficienti».

Nei giorni scorsi, Seehoferaveva spiegato che, nel caso ita-liano, l’intesa non porterà a unasensibile riduzione degli arriviin Germania e a un travaso inItalia, dal momento che Romachiede — di pari passo con l’av-vio dei respingimenti alla fron-tiera — di poter condividerel’onere dei nuovi sbarchi sullecoste italiane.

LONDRA, 13. Il premier britannico The-resa May presiede oggi il consiglio deiministri straordinario per discutere ipunti fermi di una eventuale Brexitsenza accordo. Il governo resta «fidu-cioso» di poter trovare un accordosull’uscita dall’Ue nelle prossime setti-mane, ma accelera anche i piani perprepararsi a un’ipotetica cosiddetta“Brexit no Deal”. A dirlo è il segretarioper la Brexit, Dominique Raav, avver-tendo che, in quel caso, il regno «ov-viamente non pagherà» i 39 miliardi disterline del cosiddetto conto del divor-zio calcolati d’intesa con Bruxelles. Inun tale scenario, Londra si atterrà soloagli «stretti obblighi legali», versando«una cifra significativamente più bas-sa» all’Ue. Raab in queste stesse ore hapresentato alcuni nuovi capitoli del pia-no di emergenza che il governo Maysta preparando per l’eventualità di un«no deal» dopo un primo documentopubblicato ad agosto e giudicato vagoda diverse aziende.

Intanto, sembra rafforzarsi la posi-zione dei deputati conservatori che ri-tengono troppo morbida la linea May.

Ieri in 50 hanno preso parte alla riunio-ne del gruppo European researchgroup, capeggiato dal parlamentare Ja-cob Rees-Mogg, che spinge insistente-mente per una hard Brexit.

TRIPOLI, 13. Il programma di risa-namento economico della Libia èstato varato ieri in una riunionedei vertici del Consiglio presiden-ziale guidato dal primo ministrolibico Fayez Al Sarraj. Lo annun-cia un comunicato dello stessoconsiglio presidenziale.

Il programma include l’imp osi-zione di «tasse sulla vendita di di-vise straniere» al fine di «sovven-zionare il carburante e altre misuremirate a porre rimedio alle stortu-re dell’economia libica». Il pro-gramma e le «misure esecutive»per attuarlo, tra cui un «esame deltasso di cambio del dinaro», sonostati varati da Sarraj in una riunio-ne con il presidente dell’alto con-siglio di stato, Khalid Al Mishri, eil governatore della banca centralelibica, Saddek Omar Elkaber.

Dagli Stati Uniti, intanto, inrappresaglia all’attacco di terminalpetroliferi cruciali per l’economiadella Libia nel giugno scorso,l’amministrazione Trump ha vara-to sanzioni contro il leader libicoIbrahim Jadhran, alla guida dellemilizie che avevano preso d’assaltole installazioni. Queste misure, cherendono ormai inaccessibile al lea-

der il sistema finanziario america-no e vietano a chiunque di fare af-fari con lui, sono state prese incoordinamento con il comitato in-caricato per la Libia del Consigliodi sicurezza dell’Onu: lo ha an-nunciato il dipartimento di statoin un comunicato, affermando co-me tali attacchi «hanno privato ilpopolo libico di miliardi di dollariin entrate». Sempre secondo lostesso comunicato, le sanzioni pre-

viste dall’Onu prevedono inoltrela richiesta a tutti gli stati membridi imporre il blocco di tutti i benidi Ibrahim Jadhran e di vietare alleader l’ingresso nei loro territori.

Intanto, è ormai certo che laconferenza internazionale sulla Li-bia organizzata dall’Italia nellaprima metà di novembre si svolge-rà in Sicilia. Lo ha annunciato ieriil ministro degli esteri italiano En-zo Moavero Milanesi davanti alle

commissioni esteri della cameradei deputati e del senato, definen-do l’isola «terra che vuole simbo-leggiare la mano tesa al di là delMediterraneo». Come sede dellaconferenza si era parlato di dueipotesi, la Sicilia, appunto, e Ro-ma. All’evento dovrebbero parteci-pare non solo i vari attori delloscenario libico, ma anche gli statieuropei, i paesi limitrofi, l’Ue,l’Ua, la Lega araba e l’O nu.

ASMARA, 13. Etiopia ed Eritrea han-no riaperto martedì due valichi diconfine rimasti chiusi da 20 anni, inun nuovo passo simbolico nellaspettacolare riconciliazione tra i duevicini del Corno d’Africa. Il primoministro etiope Abiy Ahmed e ilpresidente dell’Eritrea Isaias Afwer-ki hanno partecipato a due cerimo-nie ufficiali, prima nel sud-est dellalinea di frontiera, poi al nord-ovest,ha indicato su Twitter Yemane Ge-bremeskel, ministro eritreo dell’in-formazione.

I valichi di confine situati tra Bu-re, in Etiopia, e Debay Sima, in Eri-trea, da una parte, e tra Zalambessa,in Etiopia, e Serha, in Eritrea,dall’altra, erano stati chiusi nel 1998poco prima della guerra durata dueanni che ha coinvolto i due paesi. Ilcapo gabinetto di Abiy Ahmed, Fit-sum Arega, ha affermato su Twitterche le riaperture significano che «leconnessioni stradali tra i due paesisaranno operative, permettendo cosìun flusso di merci e di persone daentrambi i lati del confine».

A Zalambessa, che prima dellaguerra era una dinamica città dicommercio, i soldati hanno tolto isacchi di sabbia che ostacolavano ilpassaggio del valico di frontiera,mentre centinaia di persone svento-lavano le due bandiere, scene di al-legria trasmesse in diretta in televi-sione. Durante la cerimonia, De-bretsion Gebremichael, presidentedella regione etiope del Tigré, con-finante con l’Eritrea, ha dichiarato

che «si può andare avanti lavorandoinsieme invece di distruggere l’a l t ro ,aiutando invece di sabotare».

Il disgelo tra Addis Abeba eAsmara era stato avviato lo scorsoaprile, poco dopo l’insediamento

del nuovo premier etiope. Il 9 lu-glio i due leader firmavano la finedello stato di guerra, la ripresa dellerelazioni diplomatiche e il ripristinoimmediato dei collegamenti tele-fonici.

ABUJA, 13. Ucciso un sacerdote inNigeria. «Padre Jude Egbom è sta-to ucciso a colpi d’arma da fuocoda uomini armati la sera di lunedì10 settembre» riporta la pagina Fa-cebook della diocesi di Orlu, situa-ta nello stato di Imo, nel sud delpaese. L’omicidio è avvenuto versole 20, lungo una strada che collegaAnara e Nkwerre, città di cui il sa-cerdote era originario. I malviventihanno sparato anche contro l’uomoche lo accompagnava, prima di ru-bare la sua auto. Entrambi gli omi-cidi sono stati confermati dall’ad-

detto alle relazioni pubbliche delcomando della polizia, Andrew En-werem. «L’incidente è confermato.Padre Jude Egbom stava rientrandoieri sera nella sua parrocchia diSaint Patrick ad Amucha quando èstato assassinato. Un’altra personadi cui non si conosce l’identità èstata ugualmente uccisa dai malvi-venti», ha detto Enwerem. Il preteindossava ancora i suoi abiti liturgi-ci, ha poi aggiunto. Sul moventedell’assassinio, le autorità non sonoancora del tutto certe che sia statoun semplice caso di rapina.

RA B AT, 13. In Marocco è entrata invigore la nuova legge che crimina-lizza la violenza contro le donne,dopo un lungo rimpallo tra le ca-mere che nel febbraio scorso portòalla sua approvazione. La legge,promossa dal ministro della fami-glia e della solidarietà BassimaHakkaoui, estende il termine vio-lenza agli atti di aggressione, allemolestie anche via sms, messaggivocali o foto, allo sfruttamentosessuale, all’aggressione sul postodi lavoro e agli abusi. Il testo ina-sprisce le sanzioni in casi di situa-

zioni aggravanti quali la gravidan-za o nel caso in cui la violenza siaperpetrata da persone conosciute,come per esempio un collega dilavoro. La nuova legge include an-che un divieto ai matrimoni forzatie alle molestie sessuali in luoghipubblici. La norma però nonprende in considerazione la vio-lenza coniugale. Il testo non in-clude infatti lo stupro o le violen-ze commessi dai mariti, né tanto-meno definisce la violenza dome-stica lasciando così le donne vul-nerabili.

L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 14 settembre 2018 pagina 3

Mai così tanti secondo l’O nu

In Siria oltre sei milionidi sfollati

Afghanistan, la crisi dimenticata

Erdoğan assumeil controllo diretto

del Fondosovrano turco

AN KA R A , 13. Il presidente turco,Recep Tayyip Erdoğan, ha nomi-nato sé stesso alla guida del Fon-do sovrano di Ankara, nel qualeaveva deciso il trasferimento dueanni fa del patrimonio di moltedelle maggiori aziende di stato,per un valore stimato in circaduecento miliardi di dollari.

Con un decreto firmato di suopugno e pubblicato ieri sullagazzetta ufficiale, il presidenteErdoğan ha attribuito inoltre lavicepresidenza del Fondo al mi-nistro delle finanze Berat Alba-yrak, suo genero.

Nel pieno della più profondacrisi valutaria turca da quandoErdoğan è salito al potere, oltre15 anni fa, il presidente prendecosì in mano direttamente il con-trollo del Fondo creato nel 2016all’indomani del fallito tentativodi golpe, con lo scopo dichiaratodi «movimentare risorse per co-lossali investimenti pubblici».

La decisione è giunta alla vigi-lia di una riunione molto attesadella Banca centrale di Ankara,da cui i mercati attendono oggiun segnale forte con un rialzo deitassi d’interesse, dopo le dichiara-zioni in questo senso dell’istituto,che hanno parzialmente frenatola caduta della lira turca.

DA M A S C O, 13. In Siria si contano ol-tre un milione di nuovi sfollati neiprimi sei mesi di quest’anno. Lohanno denunciato ieri gli espertidella Commissione per i diritti uma-ni dell’Onu, secondo quanto ripor-tato da diverse agenzie internazio-nali.

Dopo le battaglie di Aleppo, asud di Damasco e nella provinciameridionale di Daraa — secondol’Onu — il numero degli sfollati haraggiunto i 6,5 milioni su una popo-lazione di circa diciotto milioni diabitanti. È il livello più alto mairaggiunto in oltre sette anni di guer-ra. Come accennato, negli ultimimesi la situazione è peggiorata e c’èstato un netto aumento dei profu-ghi. Molti di loro non hanno acces-so ad acqua, cibo, medicinali e a ri-fugi sicuri. L’intera rete infrastruttu-rale del paese è praticamente inuti-lizzabile. «È imperdonabile che nes-suna delle parti in conflitto abbia ri-spettato i propri obblighi nei con-

fronti dei civili sfollati a causa delleoperazioni militari» ha denunciatoPaulo Pinheiro, presidente dellaCommissione di inchiesta delle Na-zioni Unite sulla Siria, nel corso diun incontro a Ginevra.

Secondo gli esperti dellaCommissione per i diritti umanidell’Onu, nella maggior parte delleprincipali battaglie combattute que-st’anno in Siria «sono stati commes-si crimini di guerra» da parte di for-ze filogovernative, ribelli, milizieislamiste e unità curde.

Intanto, sul piano militare, conti-nuano i raid aerei del regime nellazona di Idlib, ultima roccaforte diribelli e jihadisti. Le forze di Dama-sco insieme a quelle russe e iranianehanno bombardato ieri — in una se-rie di operazioni — la provincianord-occidentale di Idlib e quellacentrale di Hama. Lo hanno dichia-rato gli attivisti dell’Osservatorio si-riano per i diritti umani (vocedell’opposizione in esilio a Londra),

precisando che a essere colpite sonostate «le zone meridionali e sudo-rientali di Idlib e la provincia set-tentrionale di Hama».

Si continua a veicolare, nel frat-tempo, lo scenario di un attaccochimico contro i civili. Mentre laRussia nella riunione del Consigliodi sicurezza del 28 agosto scorso haaccusato i caschi bianchi di inscena-re tale attacco, le potenze occidenta-li annunciano forti ripercussioninell’eventualità dell’utilizzo di armichimiche da parte del governo.

Ieri il cancelliere tedesco, AngelaMerkel, è intervenuta al Bundestagaffermando che «non si può sempli-cemente guardare altrove se vengo-no usate le armi chimiche e nonvengono rispettate le convenzioniinternazionali». Merkel ha precisatoche, nel caso di un attacco chimicocontro i civili siriani, Berlino sareb-be pronta anche a valutare un inter-vento in Siria.

Un rifugiato afghano mostra i documentidei suoi familiari in un ufficio dell’Unhcr (Epa)

Ulteriore passo in avanti per la pace nella penisola coreana

Nuovo ufficio di collegamentotra Seoul e Pyongyang

Putin proponeal Giappone

la firmadi un accordo

MOSCA, 13. Il presidente russo,Vladimir Putin, ha proposto ierial primo ministro del Giappone,Shinzo Abe, la firma di un accor-do di pace (in attesa dalla finedella guerra nel 1945) entro la fi-ne dell’anno, «e senza precondi-zioni». Le parole di Putin sonostate pronunciate durante i lavoridel forum economico orientale diVladivostok, a cui, oltre ad Abe,prende parte anche il presidentedella Cina, Xi Jinping.

«E dopo la firma continuiamoa trattare tutte le questioni con-troverse, da amici, basandoci sultrattato di pace», ha proseguito ilpresidente russo. «Mi sembra —ha aggiunto — che ciò ci aiute-rebbe a risolvere tutti i problemiche non siamo riusciti a risolvereper settant’anni». Il riferimento èall’annoso contenzioso territorialetra Mosca e Tokyo su alcune iso-le del Pacifico.

«Il Giappone proseguirà i ne-goziati sui principi di base e poifirmerà un accordo dopo aver ri-solto la questione dell’attribuzio-ne delle isole. La posizione non ècambiata», ha commentato il ca-po di gabinetto, Yoshihide Suga.

Anche il viceministro degliesteri russo, Igor Morgulov, haprecisato che l’annuncio di Putinnon incide sul formato dei nego-ziati in corso fra i due paesi.

Ordine esecutivodi Trump

contro interferenzenelle elezioni

WASHINGTON, 13. Il presidente degliStati Uniti, Donald Trump, ha fir-mato un decreto per sanzionare leinterferenze straniere nelle elezioni.Lo ha annunciato ieri il suo consi-gliere per la sicurezza nazionaleJohn Bolton. All’avvicinarsi delleelezioni parlamentari di novembre,ha spiegato Bolton, «abbiamo osser-vato segnali preoccupanti non sola-mente dalla Russia ma anche dallaCina; inoltre, c’è indicazione di pos-sibili minacce da parte dell’Iran edella stessa Corea del Nord». Lesanzioni, che potranno essere inflittedurante o dopo un’elezione, potran-no includere il congelamento di as-set, la restrizione di transazioni stra-niere, la limitazione dell’accesso alleistituzioni finanziarie statunitensi eil divieto ai cittadini americani diinvestire in società dei paesi coin-volti. Nel concreto, l’ordine esecuti-vo ordina alle agenzie di intelligen-ce di valutare entro 45 giorni se in-dividui o entità stranieri abbiano in-terferito nelle elezioni; l’intelligencedovrà poi passare le informazioni aidipartimenti di giustizia e alla sicu-rezza nazionale, che avranno altri 45giorni per far scattare le eventualisanzioni. Il dipartimento di stato edel tesoro potranno suggerire o im-porre sanzioni aggiuntive.

Manifestazioni a Buenos Airescontro le misure di austerità

BUENOS AIRES, 13. Decine di mi-gliaia di persone sono scese in piaz-za ieri a Buenos Aires per protesta-re contro le misure di austeritàadottate dal governo del presidenteMauricio Macri per ridurre la spesapubblica e sostenere gli accordi rag-giunti con il Fondo monetario in-ternazionale (Fmi).

Organizzazioni sociali e sindacalie varie formazioni politiche hannoindetto la mobilitazione per denun-ciare i licenziamenti, soprattutto nelsettore pubblico, ma anche in quel-lo privato, e sollecitare il governo asostenere l’industria argentina «col-pita dalle politiche neoliberali in-trodotte negli ultimi due anni emezzo».

In molti punti della capitale sonostate attivate mense popolari persottolineare — hanno fatto saperegli organizzatori — «la condizionedi povertà in cui sono caduti milio-

ni di argentini a causa della crisi»che ha portato a una inflazione su-periore al 40 per cento e a una sva-lutazione di oltre il 100 per centodel peso nell’ultimo anno. I manife-stanti hanno anche fatto picchettinelle strade.

Non si sono registrati momentidi tensione con la polizia.

Fonti del ministero dello svilup-po sociale hanno dichiarato che ilgoverno è «aperto e in dialogo per-manente» con i gruppi di manife-stanti, sottolineando che «si stannoadottando misure per affrontare lagrave povertà della popolazione».Tuttavia — hanno aggiunto le fontidel ministero — apparentemente lemanifestazioni «rispondono a recla-mi contro la politica del presidenteMaurizio Macri» che vanno ben ol-tre le rivendicazioni puntuali per itemi di assistenza sociale.

Condannato per corruzionel’ex presidente del Salvador

Un momento della parata militare a Pyongyang in occasione dei 70 anni del regime (Ap)

KABUL, 13. Dopo circa 40 anni disanguinosi combattimenti, l’Afgha-nistan ha più che mai bisognodell’appoggio della comunità inter-nazionale per risollevarsi dalla gravesituazione in cui è precipitato.«Non è perché una situazione dicrisi dura da tanto tempo che puòessere dimenticata», ha sottolineatoMark Lowcock, segretario generaledell’Onu per gli affari umanitari, ri-

cordando che nei prossimi mesi inAfghanistan si terranno le elezioni,mentre i bisogni umanitari cresconoa dismisura un po’ ovunque.

Sono infatti circa 4,2 milioni gliafghani che hanno urgente bisognodi assistenza umanitaria, di cui qua-si due milioni di persone fuggite acausa della guerra e 60.000 rifugiatirimpatriati che hanno bisogno diaiuto per ricominciare la loro vita.

«Il mondo deve dedicare di nuo-vo attenzione all’Afghanistan peraiutarlo ad attraversare questo diffi-cile periodo», ha aggiunto Low-cock. Gli attacchi terroristici e le ri-petute violenze non accennano a di-minuire, provocando migrazioni in-terne di comunità in fuga.

E mentre nei primi mesi del 2017gli afghani fuggiti all’estero che ave-vano intrapreso la strada per il ritor-no in patria erano stati circa 50.000,nello stesso periodo di quest’annosono stati solo 12.000, indicano fon-ti delle Nazioni Unite.

Inoltre, l’Afghanistan è stato col-pito da una siccità che ha danneg-giato il 70 per cento del territorio,mettendo in difficoltà 1,3 milioni dipersone. Per questo, l’Onu ha invi-tato la comunità internazionale a ri-cordarsi dell’Afghanistan per soste-nere il paese dell’Asia centrale inquesta delicata fase pre-elettorale.

Un appuntamento con le urnemolto importante — anche se costel-lato di attacchi, intimidazioni e uc-cisioni di candidati — per riafferma-re l’impegno internazionale per lapace, la stabilità e lo sviluppo. A ri-guardo, una conferenza internazio-nale per discutere di questi temi èstata indetta dalle Nazioni Unite edal governo di Kabul a Ginevra il27 e 28 novembre prossimi.

E a breve dovrebbe esserci unnuovo incontro diretto tra rappre-sentanti statunitensi e talebani. Lohanno affermato funzionari che sioccupano della questione, citati daTolo News. All’incontro dovrebberopartecipare tre o quattro leader tale-bani. Per quanto riguarda i temi af-frontati, questi vanno dalla cessazio-ne delle offensive e degli attacchidei mujaheddin, fino a un possibilescambio di prigionieri.

Lula non potràv o t a re

alle presidenziali

BRASÍLIA, 13. L’ex presidente delBrasile Luiz Inácio Lula da Silvanon solo non potrà presentarsi co-me candidato alle elezioni delprossimo 7 ottobre, ma non potrànemmeno votare. Lo ha deciso ilTribunale elettorale di Paraná, inrisposta a una richiesta dei suoiavvocati. Lula aveva chiesto dipartecipare alle elezioni del 7 otto-bre dalla sede del comando dellapolizia federale di Curitiba, capi-tale del Paraná, dove sconta dalloscorso aprile una condanna a 12anni per corruzione e riciclaggio.La richiesta è stata però respintadalla autorità elettorale, perchénel comando della polizia non so-no rinchiusi almeno 20 detenuticon diritto di voto, che costitui-scono il minimo che si esige peristallare un’urna elettronica.

SEOUL, 13. Ulteriore passo in avantiper la pace nella penisola coreana.

È infatti prevista per venerdì 14settembre l’apertura di un nuovo uf-ficio di collegamento intercoreano,che servirà da canale di comunica-zione permanente fra Seoul e Pyon-gyang. Lo hanno annunciato fontidel ministero della difesa sudcorea-no. L’ufficio, che ha anche lo scopodi incoraggiare i contatti civili, verràinaugurato nella città nordcoreanadi Kaesong, sul lato settentrionaledel confine che divide la penisola.Vi saranno impiegati venti funziona-ri di entrambi i paesi.

L’apertura arriva a pochi giornidal terzo incontro (di quest’anno)tra il presidente della Corea delSud, Moon Jae-in, e il leader nord-coreano, Kim Jong-un, in program-ma il 18 settembre prossimo. L’uffi-cio di collegamento è parte degliimpegni assunti dalle due Coreenella dichiarazione di Pa n m u n j o n ,firmata il 27 aprile scorso da Moone Kim.

«L’ufficio di collegamento diven-terà un canale di comunicazione econsultazione attivo 24 ore su 24per avanzare i rapporti intercoreani,allentare le tensioni militari e stabili-re la pace nella penisola coreana»,indica il ministero sudcoreano.

I dirigenti dei due paesi si incon-treranno almeno una volta alla setti-mana per le consultazioni.

SAN SALVAD OR, 13. L’ex presidentedella repubblica del Salvador EliasAntonio Saca è stato condannato adieci anni di reclusione per i reatidi peculato e di riciclaggio di de-naro. L’ex capo di stato ha confes-sato in cambio di una riduzionedella pena. È il primo presidentedella repubblica salvadoregno a es-sere condannato per corruzione.Nel corso del processo Saca haammesso che durante gli anni incui è stato alla guida del paese, dal2004 al 2009, ha stornato fondi dalcapitolo delle spese riservate presi-denziali a conti personali e ha pa-gato prezzi superiori al mercato inalcuni contratti, evadendo i con-trolli degli organi statali. L’ammis-sione di avere sottratto allo stato301 milioni di dollari, di cui si èimpegnato a restituire una partenon resa pubblicamente nota, haconvinto la pubblica accusa a chie-

dere per lui una condanna a diecianni, invece dei 30 previsti dallalegge.

Un altro ex presidente, RafaelCorrea che è stato a capodell’Ecuador, è sotto inchiesta percorruzione per presunte tangentipagate dalla società Odebrecht incui sono coinvolti numerosi mem-bri del precedente governo. Oltre aCorrea, che attualmente risiede inBelgio, risultano indagati per «de-linquenza organizzata» anche l’exvicepresidente Jorge Glas, l’ex mi-nistro dell’interno, José Serrano,l’ex segretario giuridico della presi-denza, Alexis Mera, e vari ex ma-gistrati. Il giudice ha deciso diprocedere sulla base di una denun-cia presentata dall’ex deputato Cé-sar Montúfar, secondo il qualeCorrea e gli altri avrebbero fattoparte di una «organizzazione dicorruzione istituzionale».

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 venerdì 14 settembre 2018

La pluralitàdella croce

Anonimo pugliese, «Cristo crocifisso»(secolo XII, San Nicola di Tremiti, verso)

Nella sua semplice essenzialitàl’arte medievale ha già detto tuttoBasta guardarequelle di Lucca o delle TremitiMeno lontane tra lorodi quanto si possa immaginare

Il crocifisso di Lucca (XII secolo)

È morto Guido Ceronetti

È morto Guido Ceronetti, scrittore,giornalista e drammaturgo italiano chefu anche traduttore dal latino(Marziale, Catullo, Giovenale, Orazio)e dall’antico ebraico (cinque libri dellaBibbia, Salmi, Qohèlet, Cantico deiCantici, Libro di Giobbe e Libro diIsaia), nonché di molta poesiamoderna (in particolare KostantinosKavafis). Ceronetti aveva compiuto 91anni, in ospedale, il 24 agosto scorso.Ha comunicato la notizia della suascomparsa, il 13 settembre, la casaeditrice Adelphi con cui avevapubblicato nel 2017 la raccolta diaforismi e pensieri Me s s i a e nellaprimavera scorsa Odi, una scelta tra lesue traduzioni delle odi di Ovidio.Nato a Torino il 24 agosto 1927,Ceronetti da molti anni si era ritiratoin Toscana dove aveva una casa, aCetona, per dedicarsi soprattutto allascrittura. Nel 2008 aveva avuto ilvitalizio della legge Bacchelli per icittadini italiani illustri. Esemplare ilsuo Viaggio in Italia, uscito in volumenel 1983, compiuto a piedi, con trenilocali e corriere da Nord a Sud, dal Poavvelenato alle periferie di Napoli.Intellettuale “c o n t ro ”, grande amico di

Emil Cioran, che aveva introdotto inItalia, ha contribuito anche a farconoscere i libri di Louis-FerdinandCéline. Poeta oltre che scrittore edrammaturgo, aveva una grandepassione per il teatro nata con lemarionette — spesso anche costruite dalui — e condivisa con la moglie Erica

clandestina e nel dopoguerra havissuto scrivendo su vari giornali eriviste. Ha cominciato a pubblicarelibri a partire dagli anni settanta delNovecento e ha pubblicato conEinaudi e Adelphi. Nel 2017 gli erastato dedicato il documentarioIl filosofo ignoto.

Tedeschi con la qualenel 1970 aveva datovita al Teatro deiSensibili. Spettacoli acui assisterono EugenioMontale, GuidoPiovene, NataliaGinzburg, Luis Buñuele Federico Fellini.Famose le sueinterviste impossibili,dialoghi immaginaritra un intellettualecontemporaneo e unpersonaggio storico,andate in onda nel1974 sul secondoprogramma di RadioRai. Ceronetti hapartecipato allaResistenzaoccupandosi di stampa Guido Ceronetti e le marionette del «Teatro dei sensibili»

di FRANCESCO SCOPPOLA

Molti sanno che su stadi ecirchi sono sorti in pas-sato edifici di culto, alpunto che è nato persi-no il termine di basilica

circiforme: a Roma la basilica di SanPietro sul circo Neroniano o di Caligola,Sant’Agnese in agone e Nostra Signoradel Sacro Cuore sul circo o stadio diDomiziano, la Sinagoga o Tempio mag-giore, Santa Maria in Publicolis e SanTommaso ai Cenci, oltre alle scomparse

mino, forse sostituendo a Malborghettoil monte “Malo” o Mario, ben più pros-simo al Vaticano, sulla cima del qualenel 1470 sotto Paolo II, il veneziano Pie-tro Barbo, Pietro e Mario Millini fannocostruire la cappella della Santa Croce,demolita nel 1877. Sorgeva poco distantedall’attuale osservatorio e non va confu-sa con altri edifici prossimi al Don Orio-ne e alla statua della Madonna alla qua-le sono recentemente cadute le braccia.

Dal 1913, nella ricorrenza dell’editto diMilano, il raggiungimento di questa tap-pa resa così più prossima, ma che richie-deva comunque una ripida ascensione,

solo per la speranza e la fiducia nellapromessa di giustificazione, redenzione,e con esse risurrezione e salvezza primadi tutto da la morte secunda, quanto an-che perché a questo certo termine pertutti sarebbe saggio guardare, per consi-derare e riflettere, per comprendere ilsenso più profondo della vita, per nonp erderla.

Tralasciando quelle della Quaresima edella settimana di Pasqua, le ricorrenzesono almeno tre. In ordine di importan-za il 14 settembre, il 3 maggio e il 1° ago-sto. Con diversi nomi si trattava primadi tutto del rinvenimento (“invenzione”)delle reliquie della vera croce e della lo-ro traslazione, quindi strettamente legatealla tradizione processionale, da cui traeanche origine il termine “esaltazione”,ostensione che così denominata originanon pochi fraintendimenti, tanto più inun periodo di necessaria ricerca dellamitezza.

A queste date si potrebbe aggiungerealmeno la notte tra il 27 e il 28 ottobre,data della visione o del sogno di Co-stantino alla vigilia della battaglia diponte Milvio contro Massenzio.

La semplicità della storia della salvez-za, dall’infanzia alla morte di ciascuno,può sintetizzarsi così, con le paroledell’Ulisse dantesco: «Sol con un le-gno».

Su questo stesso giornale, il 26-27 giu-gno 2017, Adriano La Regina così hascritto dell’arco quadrifronte suburbano,restaurato grazie agli studi e alla deter-minazione di Gaetano Messineo, trasfor-mato nel medioevo nella chiesa SanctaeMariae de arcu Virginis, quindi in for-tezza e infine in casale: «Si conserva unaltro arco quadrifronte, quello di Mal-borghetto, situato al XIII miglio della viaFlaminia. Unico elemento di cronologiacerta, emerso dalle indagini eseguite du-rante i restauri (...) dopo il 1982, è unbollo laterizio, datato tra gli anni 292-305, rinvenuto tra materiali di reimpiego:(...) abbiamo solo un terminus post quem.Il monumento è attribuito comunementeall’età di Costantino essendo in evidenterelazione con la battaglia di Saxa Rubra:non avrebbe senso, altrimenti, un arcoonorario in quella ubicazione. Si è soste-nuto che sia stato fatto costruire da Co-stantino nel luogo del suo accampamen-to a ricordo della visione del segno dellacroce. Questo appare tuttavia [cronolo-gicamente] alquanto improbabile: è cer-

to che Costantino non lo avrebbe co-struito durante la sua permanenza a Ro-ma dopo la battaglia, perché non sem-bra che la leggenda della croce all’ep o casi fosse già consolidata, né egli avrebbeavuto particolare interesse a farlo neglianni più tardi del suo regno. Più di Co-stantino, Costanzo II fu tenace fautoredel cristianesimo, e si devono a lui nu-merosi e severi editti per la repressionedei culti pagani. Prima di entrare a Ro-ma, nell’aprile del 357, Costanzo II attra-versò Otricoli: proveniva dunque dallavia Flaminia e passò certamente per illuogo ove 45 anni prima Costantino siera accampato alla vigilia della battagliacontro Massenzio. È quindi possibile ri-conoscere nell’arco di Malborghetto unmonumento onorario voluto da Costan-zo II per accreditare la leggenda della vi-sione di Costantino. L’impianto architet-tonico è identico a quello dell’arco alVe l a b ro » .

La dedica della chiesa medievale dellaquale è stata recentemente rinvenuta lafondazione dell’abside (che per orienta-mento dovrebbe essere successiva al1054) sorta incorporando le rovine del-l’arco, conferma che nella ricorrenza delrinvenimento delle reliquie della croce siguardava anche al dolore e allo smarri-mento ai piedi della croce, a Maria, aGiovanni e alle pie donne. Mentre ov-viamente si contemplava il luogo del ri-poso prima della battaglia, della visioneo del sogno in hoc signo vinces.

Ricavando così un segnale di una vit-toria diversa da quelle del potere. Difronte alla croce e alla morte, cosa pos-siamo dire, cosa possiamo chiedere? Di

essere liberi dal male certamente, dallatentazione meno verosimilmente.

L’arte medievale, nella sua sempliceessenzialità, ha già detto tutto. Lo inse-gna. Vedere per credere: si può guardarein questa occasione ai monumenti sottoquesto profilo maggiori, come ad Arez-zo, o in Vaticano, ma anche a quelli al-trettanto maggiori, benché non univer-salmente noti, dalla Croce di Lucca alla

Croce delle Tremiti. Quest’ultima in par-ticolare è meno lontana dalla Toscana diquanto si possa immaginare se conside-riamo la cerchia di artisti legati a NicolaApulo, più noto come Pisano. Nel re c t oe nel v e rs o raffigura il supplizio del pa-store e l’agnello. Non sia quindi motivodi scandalo una esplicitazione di quantoin queste opere è sottinteso.

Se il pastore immolato è l’altra facciadell’agnello vivente, se il sovrumano sifa umano, si accede non — come pare —alla precarietà, alla miseria, alla sofferen-za e alla durezza del vero, nella fragilitàdella vita, ma semplicemente alla suamoltiplicata pluralità. Al continuo varia-re di esperienza e di ruolo.

Santa Maria de’ Calderari e San Barto-lomeo de’ Vaccinari sul circo Flaminio,con San Gregorio della Divina pietà eSan Carlo ai Catinari poste ai suoi estre-mi.

Pochi però sanno che a Roma c’è sta-to ultimamente anche un caso contrario,di uno stadio sorto su una chiesa: si trat-ta dello stadio Flaminio, edificato ap-prossimativamente sulla basilica di SanValentino, presso le catacombe omoni-me. Quando il moderno stadio progetta-to da Pierluigi Nervi fu costruito per leOlimpiadi del 1960, la basilica era per-duta da secoli e non se ne conoscevaneppure l’esatta ubicazione. Una chiesaomonima, in dimensioni minori e in for-ma moderna, è stata poi riedificata più anord, su progetto di Francesco Berar-ducci.

Questa chiesa rappresentava una delletappe della processione del 14 settembrelungo la via Flaminia, al ponte Milvio eoltre, che con ogni probabilità nel tem-po era stata molto ridotta per evitare cherichiedesse una intera giornata di cam-

viene ulteriormente agevolato dalla co-struzione della chiesa della Santa Crocein via Guido Reni, già via dei Settanta.

Così il ricordo periodico della batta-glia di ponte Milvio ha avvicinato addi-rittura al di qua del ponte il percorso diCostantino verso Roma prima della bat-taglia: poche ore di cammino da Mal-borghetto presso Sacrofano, Prima Por-ta, Saxa Rubra, Grottarossa ove verosi-milmente la battaglia ha avuto inizio (eove forse sotto il monte delle grotte sor-sero le sepolture dell’esercito di Massen-zio, forse estese sino alla necropoli mili-tare di Tor di Quinto rinvenuta col trac-ciato della consolare antica nella casermadei carabinieri) e infine ponte Milvio.

Nella tradizione delle diverse confes-sioni del cristianesimo la solennità dellacroce si festeggia o si festeggiava in variedate, non certo come esaltazione di unpatibolo, strumento crudele di supplizio,ma come accettazione e addirittura lodedella morte da la quale nullu homo viven-te pò scappare: non solo per il fatto di es-sere destino comune e inesorabile, non

L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 14 settembre 2018 pagina 5

La conversazione del Papa con i gesuiti a Dublino

Guarire le ferite

Sessantatré irlandesi nel mondo

Grattan Bridge (Dublino)

Papa Francesco saluta i gesuiti presenti (25 agosto 2018)

«Grazie tante! Mi scuso di ricevervi cosìdi fretta. Sono in ritardo e tra poco de-vo andare all’incontro delle famiglie,perché ci sono tempi precisi che devorispettare. Innanzitutto mi scuso peraver dimenticato tutto l’inglese che hoimparato a Milltown tanti anni fa,quando sono venuto in Irlanda per laprima volta. Non me la cavo con l’in-glese. Sarà un limite psicologico! Magrazie tante.

Perché ho fatto tardi? Perché ho avu-to una riunione con otto sopravvissutida abusi sessuali. Io non sapevo che inIrlanda ci fossero anche situazioni dimadri non sposate con figli alle quali

il Papa e i presenti ridono di gusto]. No,è la gioia del Vangelo, è la sua freschez-za che ti porta ad andare avanti, a nonperdere la pace. Occorre lavorare per-ché si capisca bene la freschezza delVangelo e la sua gioia. Gesù è venuto aportare gioia e non casistica morale. Aportare apertura, misericordia. Gesùamava i peccatori. Ma adesso sto facen-do una predica... non era mia intenzio-ne! Ma Gesù amava i peccatori... liamava! Aveva però una terribile avver-sione per i corrotti! Il Vangelo di Mat-teo, al capitolo 23, è un esempio diquello che Gesù dice ai corrotti.

Il Papa chiede al Provinciale:

Ma quanti novizi avete?

Il Provinciale risponde che sono tre: unodall’Irlanda e due dalla Gran Bretagna,nella stessa casa di noviziato. Proseguequindi Francesco:

Questa è una cosa che mi preoccupa:le vocazioni. Che cosa succede se lagente non si entusiasma più per la no-stra vita? Dobbiamo rivedere la nostravita per ricevere figli. O siamo già steri-li? Quando scopriamo la nostra sterilità,se ci mettiamo in preghiera con il desi-

derio di essere fecondi, il Signore daràla fecondità. Abbiate fiducia. Ciascunodi noi dovrebbe accarezzare un figlio,parlare con un nipote. E noi quasi nonabbiamo più figli e nipoti! E con tantisanti che abbiamo avuto nella Compa-gnia lungo i secoli... Dobbiamo pensaree chiederci: che cosa succede? Con tan-ta gioventù che sta lì... Vi suggerisco lap re g h i e r a .

Quindi il Papa chiede se ci sono doman-de... Padre Michael Bingham si alza perdire: «Questa non è una domanda. Vogliosolamente ringraziarti per l’esempio di soli-darietà che offri, soprattutto ai carcerati».Il Papa risponde:

Per piacere, saluta da parte mia quelliche conosci. Io voglio molto bene a chista in carcere. Ho per loro una partico-lare simpatia.

Padre Brendan McManus chiede che cosaè possibile fare concretamente contro gliabusi. Il Papa risponde:

Dobbiamo denunciare i casi dei qualiveniamo a conoscenza. E l’abuso sessua-le è conseguenza dell’abuso di potere edi coscienza, come dicevo prima. L’abu-so di potere esiste: chi tra di noi nonconosce un vescovo autoritario? Semprenella Chiesa sono esistiti superiori reli-giosi o vescovi autoritari. E l’autoritari-smo è clericalismo. A volte si confondel’invio in missione in maniera autorevo-le e decisa con l’autoritarismo. E invecesono due cose diverse. Bisogna vincerel’autoritarismo e riscoprire l’obb edienzadell’invio in missione.

Padre John Callanan prende la parola echiede: «Ma come fa a mantenere il suocuore allegro con tutto quello che le acca-de?».

È una grazia. Ogni mattina, da qua-rant’anni, dopo le Lodi del mattino, re-cito la preghiera di san Tommaso Moro,chiedendo il senso dell’umorismo. Pareche il Signore me lo dia! Ma noi in ge-nerale dobbiamo avere questo senso. Il

padre Nicolás diceva che dovremmo da-re al padre Kolvenbach il premio Nobeldell’umorismo, perché era capace di ri-dere di tutto, di se stesso e anche dellasua ombra. Questa è una grazia dachiedere. Non so se quello che io ho èquello giusto, magari è solamente inco-scienza... [e qui tutti ridono]. Avere sen-so dell’umorismo è frutto della consola-zione dello Spirito. Insisto su una cosache mi aiuta: il gesuita deve sempre cer-care la consolazione, deve cercare di es-sere consolato. Quando è desolato, èarido. La consolazione è un’unzionedello Spirito. Può essere forte o ancheminima. Il minimo della consolazione èla pace interiore. Dobbiamo vivere conquesta pace. Se il gesuita non vive inpace, vive desolato».

Padre Michael O’Sullivan si alza e di-ce: «Non so se ti ricordi, ma ci siamoincontrati negli anni Ottanta qui a Mil-ltown». Il Papa chiede il suo nome, egli viene in mente, come pure il nomedi un altro gesuita che aveva conosciu-to. Padre O’Sullivan prosegue ponendouna domanda sulle responsabilità deicasi di abusi. Francesco comincia a ri-spondere affermando che bisogna ren-dere conto delle responsabilità e farlosecondo la struttura propria della Chie-sa, cioè delle Chiese locali. Ma entranella stanza il responsabile del viaggio,che chiede al Papa di concludere l’in-contro, perché si è in ritardo sulla tabel-la di marcia. Un anziano fratello gesui-ta, George Fallon, a nome di tutti, por-ge a Francesco una piccola teca perportare la comunione agli ammalati, di-cendo: «Chiedo al Signore di darti ildono dello Spirito Santo e pure la Sa-pienza per aiutarti durante la tua visi-ta». Purtroppo non c’è stato il tempoper una foto di gruppo, né per salutareciascuno uno per uno, come in genereaccade. Il Papa chiede però di recitareinsieme un’«Ave Maria». Tutti si alzanoin piedi. Dopo la preghiera, Francesco,prima di uscire, non rinuncia a salutarealcuni gesuiti anziani sulla sedia a rotel-le, che sono in prima fila.

hanno portato via i bambini. Ascoltarequesto mi ha toccato il cuore in manieraparticolare. Oggi la ministra per l’Infan-zia e la Gioventù mi ha parlato di que-sto problema, e poi mi ha fatto arrivareun m e m o ra n d u m . Io vorrei chiedervi unaiuto speciale: aiutate la Chiesa in Ir-landa a farla finita con questa storia. Ecosa intendo per farla finita? Non in-tendo semplicemente voltare pagina, macercare rimedio, riparazione, tutto ciòche è necessario per guarire le ferite eridare vita a tanta gente. La lettera cheho scritto di recente al popolo di Dioparla della vergogna per gli abusi. Vo-glio ribadirlo qui e comunicarlo a voioggi.

Io ho capito una cosa con grandechiarezza: questo dramma degli abusi,specialmente quando è di proporzioniampie e dà grande scandalo — p ensiamoal caso del Cile e qui in Irlanda o negliStati Uniti —, ha alle spalle situazioni diChiesa segnate da elitismo e clericali-smo, una incapacità di vicinanza al po-polo di Dio. L’elitismo, il clericalismofavoriscono ogni forma di abuso. El’abuso sessuale non è il primo. Il primoè l’abuso di potere e di coscienza. Vichiedo aiuto per questo. Coraggio! Sia-te coraggiosi! Davvero non riuscivo acredere a storie che ho visto ben docu-mentate. Le ho sentite qui nell’altrastanza e sono rimasto commosso pro-fondamente. Questa è una speciale mis-sione per voi: fare pulizia, cambiare lecoscienze, non aver paura di chiamarele cose con il loro nome.

Un’altra cosa. Il Provinciale mi hadetto che sto rendendo gioiosa la fede.Davvero? Purché non sia un circo! [Qui

Avere la freschezza del Vangelo èamare i peccatori. Conosco un confesso-re che, quando viene da lui un peccato-re a confessarsi, lo accoglie in modo chel’altro si senta libero, rinnovato... Equando c’è qualcosa di difficile da dire,non diventa insistente, ma dice: «Hocapito, ho capito...», per liberare l’a l t rodall’imbarazzo. Fa della confessione unincontro con Gesù Cristo, non una saladi tortura o uno studio psicanalitico. Bi-sogna essere il riflesso di Gesù miseri-cordioso. Ma che cosa ha chiesto Gesùall’adultera? Ha chiesto per caso:«Quante volte e con chi?». Ma no! Hadetto solamente: «Va’ e non peccarepiù». La gioia del Vangelo è la miseri-cordia di Gesù, anzi, la tenerezza diGesù. E a Gesù piaceva la folla, la gen-te semplice, ordinaria. I poveri sono alcentro del Vangelo. I poveri seguonoGesù per essere guariti, per essere sfa-mati. Mi viene in mente questo quandotu [e qui si rivolge al Provinciale] haiparlato della gioia.

Poi tu hai parlato della libertà: la li-bertà del discernimento. Io credo neldiscernimento, e si deve essere capaci difarlo. Lo si deve fare in preghiera, cer-cando la volontà di Dio... e — questosuona un po’ eretico, ma non lo è affat-to —, come quando nell’Eucaristia è pre-sente Gesù, così nel discernimento èpresente lo Spirito Santo. È Lui cheagisce in me. E così tu vai avanti e troviuna strada che non pensavi... Questo èlo spirito della libertà, lo spirito che la-vora sempre in noi. E questo non dob-biamo perderlo quando parliamo dellalib ertà.

Sul prossimo quaderno, in uscita il 15settembre, «La Civiltà Cattolica»pubblica, a cura del direttore padreAntonio Spadaro, la trascrizione delcolloquio che Papa Francesco ha avuto il25 agosto scorso, durante il suo viaggioin Irlanda, con un nutrito gruppo digesuiti. «L’incontro era previsto per le18.20, ma il Pontefice — scrive padreSpadaro — ha preferito allungare ilcolloquio privato con otto vittime diabusi sessuali, che è durato circa un’orae mezza. Intorno alle 18.40 Francesco hafatto il suo ingresso in una sala dellaNunziatura, dove si trovavano riuniti 63gesuiti, tra i quali due vescovi: mons.Alan McGuckian, vescovo di Raphoe(Irlanda), e mons. Terrence Prendergast,arcivescovo di Ottawa. Era presenteanche p. John Dardis, Consiglieregenerale della Compagnia di Gesù per ildiscernimento e la pianificazioneapostolica. Tre dei gesuiti irlandesi cheerano presenti sono adesso membri dellaprovincia di Zambia-Malawi e uno

risiede in Sud Sudan. Vi erano anche tregesuiti in formazione, provenienti daStati Uniti, Canada e Camerun. IlProvinciale, p. Leonard A. Moloney, hapreso la parola per dare il benvenuto alPapa a nome di tutti: “Santo Padre,fratello nostro Francesco, da parte deigesuiti irlandesi ti dico: Céad míle fáilte!.Questa è la tipica espressione irlandesedi benvenuto e che vuol dire: Centomilavolte benvenuto!. Ti accogliamo comefratello in Cristo e figlio disant’Ignazio”. P. Moloney ha proseguitoringraziando per questo incontro “intimoe informale”, nonostante il programmamolto denso del Papa. “Ma inparticolare — ha affermato — tiringraziamo per la tua profonda fede inGesù Cristo, come volto misericordioso eamorevole di Dio nostro Padre. Presentila fede come attraente in un momentodifficile”.P. Moloney ha espresso l’impegno di“promuovere la comprensione dellalibertà, del discernimento e

dell’accompagnamento spirituale”».Indicando i presenti — prosegue padreSpadaro nella sua introduzione allatrascrizione — «il Provinciale ha detto:“Come puoi vedere, non siamo cosìgiovani — sei uno dei giovani di questogruppo! —, e ti chiediamo di pregare perle vocazioni. È una provincia che hamolto coraggio e voglia di servire eamare in tutte le cose. Abbiamoascoltato questa settimana il tuo appelloper la preghiera e il digiuno e per faretutto il possibile per sradicare il maledegli abusi all’interno della Chiesa”. IlProvinciale ha concluso così il suobenvenuto: “Ancora una volta, SantoPadre, grazie mille per essere qui, peraccompagnarci lungo questo cammino, esoprattutto per la gioia, l’umorismo e laserenità con cui sopporti i pesi della tualeadership. Devi essere certo delle nostrepreghiere e di ogni altro tipo di sostegnodi cui hai bisogno, in modo da potersvolgere la tua missione con pace ecoraggio”».

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 venerdì 14 settembre 2018

Nel centro di assistenza sanitaria dell’arcidiocesi di Fianarantsoa

Una speranza per i bambini malgasciAppello dell’episcopato della Repubblica Democratica del Congo

Evitare caos e violenzenella regione dei Grandi Laghi

KINSHASA, 13. La regione dei GrandiLaghi rischia di sprofondare ulterior-mente in una situazione di «violen-za» e di «caos». È l’allarme lanciatodai vescovi della Repubblica Demo-cratica del Congo che si dicono nuo-vamente «preoccupati» per «lo statodel processo elettorale nel nostropaese». L’appello dell’episcopato ècontenuto in documento indirizzatoal presidente dello Zambia, EdgardLungu, nella sua qualità di responsa-bile degli affari politici, sicurezza edifesa della Southern Africa Deve-lopment Community (Comunità diSviluppo dell’Africa Australe - Sadc)l’organizzazione soprannazionale cheè stata incaricata di accompagnare ilprocesso elettorale e la ricerca dellapace nel paese congolese.

Nel documento, firmato dal presi-dente e dal vicepresidente dell’epi-scopato, l’arcivescovo di Kisangani,Marcel Utembi Tapa, e l’a rc i v e s c o v ocoadiutore di Kinshasa, Fridolin Am-bongo Besungu, i vescovi ribadisco-no le loro preoccupazioni presentatea fine agosto al consiglio di sicurezzadelle Nazioni Unite sullo stato delprocesso elettorale nella RepubblicaDemocratica del Congo, in vista del-le elezioni presidenziali e politichepreviste per il 23 dicembre prossimo.

Pur riconoscendo che sono statifatti passi positivi per la preparazio-ne del voto (lista elettorale verificata;rispetto delle date chiave del calen-dario elettorale; pubblicazione dielenchi provvisori dei candidati deideputati locali e nazionali e di quellipresidenziali; nomina del candidatodel Fronte comune per il Congo, lapiattaforma elettorale del presidentedella Repubblica in carica; finanzia-mento progressivo del processo elet-torale da parte del governo congole-

se) i vescovi sottolineano l’esistenzadi questioni fondamentali ancora darisolvere, come la situazione di seimilioni di elettori iscritti nelle listeelettorali senza impronte digitali, lamancanza di consenso sull’uso dellemacchine elettorali elettroniche, lamancata liberazione dei prigionieripolitici e l’esclusione dal processoelettorale di alcuni candidati comel’ex governatore del Katanga, MoïseKatumbi, oltre alle gravi condizionidi insicurezza nella regione orientaledel paese.

I vescovi chiedono quindi al presi-dente Lungu e ai responsabili dellaSadc di cercare di persuadere il go-verno di Kinshasa a trovare una so-luzione alle numerose problematiche.Infatti, concludono allarmati, «senon si trovano le risposte giuste aqueste questioni, corriamo il rischioche non si tengano le elezioni il 23dicembre oppure che queste sianoelezioni di parte. In entrambi i casi,in assenza di elezioni credibili, inclu-sive e pacifiche, la Repubblica De-mocratica del Congo rischia di spro-fondare nella violenza o addiritturanel caos che può dar fuoco a tutta lasubregione dei Grandi Laghi».

AN TA N A N A R I V O, 13. «Nello sguardoluminoso e gioioso dei bimbi pove-ri, malati, disabili, scopriamo nonsoltanto il viso di Cristo che li amama anche la bontà e la generositàdi coloro che li amano e li aiuta-no». Le parole di madre Christine,carmelitana missionaria teresiana,dilatano lo sguardo sull’imp ortanzadell’opera di sostegno all’infanziapiù povera e bisognosa portataavanti con dedizione e coraggiodalla comunità cattolica in Mada-gascar. La religiosa è la direttrice di“Preventorium Rainier III”, il centrodi assistenza sanitaria promossodall’arcidiocesi di Fianarantsoa at-traverso anche l’opera di due mis-sionari gesuiti. Un progetto che,viene spiegato, punta a «curare ededucare i bambini per reinserirlinelle loro comunità di origine».

Si tratta di una struttura di assi-stenza sociale per bambini con mal-formazioni fisiche, legate soprattut-to al rachitismo, malattia che è con-seguenza della scarsa alimentazio-ne. Sorge a circa tre chilometri dal-la città di Fianarantsoa, nel Mada-gascar centrale. «Il Preventorium —spiega la religiosa all’agenzia Fides— ospita ogni anno dai 35 ai 40bambini con malformazioni fisiche,affetti da rachitismo e altre malfor-mazioni». Tuttavia, afferma conrammarico madre Christine, «vi so-no anche casi che superano le no-stre competenze, come per esempioi bambini affetti da infermità moto-rie cerebrali che purtroppo nonpossiamo ammettere». Si trattaperò di casi che, nei limiti del pos-sibile, vengono seguiti da altres t ru t t u re .

L’arcidiocesi di Fianarantsoa, dacui dipende il progetto “P re v e n t o -rium Rainier III”, ha instaurato già

da tempo una proficua collabora-zione con il centro ospedaliero uni-versitario di Tambohobe e con ilcentro sanitario diocesano di Amba-tomena, dove vengono effettuati iricoveri, le cure e gli interventi chi-rurgici. Grazie proprio a questestrutture sanitarie, anche ai bambinipiù bisognosi e con situazioni piùdifficili vengono garantite cure spe-cializzate o gli interventi chirurgicinecessari.

Più dell’80 per cento della popo-lazione malgascia vive nelle aree ru-rali, da dove provengono la mag-giore parte dei bambini in curapresso il “Preventorium Rainier III”.

Si tratta di bambini che vivono invillaggi remoti e isolati, in zone chenon dispongono di vie di comuni-cazione né di mezzi di trasporto.Molti genitori, inoltre, nascondonoi loro bimbi disabili per vergogna.Per di più, la grave indigenza checolpisce la maggior parte delle fa-miglie penalizza proprio le speseper la sanità e l’educazione. Ciònonostante, madre Christine credefermamente alla possibilità di inter-vento e recupero per questi bambi-ni. Così invita incessantemente i ge-nitori a impegnarsi maggiormenteper i loro figli, esortandoli a portar-li in ospedale il più presto possibile

per poter intervenire rapidamente ein modo efficace.

Finanziato dal Principato di Mo-naco, il centro sanitario è stato fon-dato il 1° luglio 1999 nell’ambitodelle celebrazioni per il settecentesi-mo anniversario della dinastia Gri-maldi ed è stato inaugurato perso-nalmente dal principe Alberto il 12marzo 2003. Il complesso è compo-sto da un dormitorio con 70 postiletto, una scuola, una mensa, un’in-fermeria, una cappella, oltre agli al-loggi delle suore carmelitane mis-sionarie teresiane cui sin dall’inizioè affidata la gestione dell’interas t ru t t u r a .

Il messaggio dei vescovi al popolo di Dio che è in Francia

Con l’aiuto di tuttiPARIGI, 13. «Da diversi mesi, lanostra Chiesa è stata duramentemessa alla prova. Laici, clero,consacrati, siamo profondamen-te toccati dalle rivelazioni diabusi che stanno emergendo intutto il mondo e nel nostro pae-se. Di fronte alla sofferenza im-prescrittibile delle vittime e deiloro cari, proviamo tristezza evergogna»: inizia con queste pa-role il messaggio che i vescovifrancesi hanno indirizzato «alpopolo di Dio che è in Fran-cia». Sottoscritto da tutti imembri del Consiglio perma-nente con a capo la firma delpresidente dell’episcopato e arci-vescovo di Marsiglia, monsignorGeorges Pontier, il messaggioper la prima volta in Francia af-fronta in modo ufficiale i casi diabuso, sebbene sia ormai da unpaio di anni che la Conferenzaepiscopale si è impegnata in ma-niera concreta per estirpare que-sta piaga, attivando una rete dicontrollo in grado fra l’altro diassicurare alla giustizia chi nellaChiesa si renda colpevole diqualsiasi forma di abuso.

Nel messaggio, i presuli riba-discono di essere sempre dallaparte delle vittime. «I nostripensieri si rivolgono innanzitut-

to a coloro ai quali è stata ruba-ta l’infanzia, le cui vite sono sta-te segnate per sempre da attiatroci». Ma nello stesso tempochiedono al popolo, soprattuttocattolico, di non cadere in peri-colose generalizzazioni. «Leazioni commesse da qualcuno sisono riflesse in tutta la Chiesa»,scrivono i presuli, che parlanodi «atti criminali» e «silenzi col-pevoli»: «Tutti noi soffriamo diquesto sospetto che coinvolge laChiesa e i sacerdoti». Da quil’esortazione affinché non si in-crini la fiducia dei credenti.

Ricordando la Lettera del San-to Padre Francesco al popolo diDio, del 20 agosto scorso, ilmessaggio invita i fedeli di tuttele diocesi a mettere in praticaquanto vi è scritto, perché «èsolo attraverso l’impegno e la vi-gilanza di tutti — scrivono i ve-scovi — che riusciremo a supera-re questa calamità degli abusinella Chiesa».

Come accennato, l’episcopatotransalpino ha avviato diversemisure di contrasto a questi cri-mini, come l’istituzione in ognidiocesi e provincia ecclesiasticadi “cellule” locali di sorveglian-za; la realizzazione di un sito in-ternet rivolto espressamente

all’accoglienza delle vittime, lequali possono così entrare incontatto con le “cellule” p re s e n t isul territorio; l’attivazione di unindirizzo email — p a ro l e d e v i c t i [email protected] — aperto a chiunquevoglia fare una denuncia o chie-dere informazioni. «Con umiltà— scrivono — riconosciamo chequesta lotta deve sempre intensi-ficarsi, che richiede un’attenzio-ne costante e una conversionepermanente della mentalità. Lasofferenza delle vittime di abusiè oggi la prima delle conseguen-ze da prendere in considerazio-ne di fronte a questa piaga.Ascoltare la storia delle vittime— aggiungono — ci ha profonda-mente sconvolto e trasformato.Siamo convinti che il loro ascol-to e il lavoro svolto con loro ciaiuteranno a combattere la pe-dofilia e a trovare sempre nuovimodi di prevenzione, formandoin particolare gli operatori chesono a contatto con i giovani».È in questo spirito che il mes-saggio si conclude, annunciandoche alla prossima assemblea ple-naria a Lourdes saranno invitatea partecipare anche alcune vitti-me di abusi, che saranno «accol-te e ascoltate» dai vescovi.

La Chiesa in Germania su un rapporto riguardante gli abusi

La stradadella trasparenza

BE R L I N O, 13. L’entità degli abusiriferiti agli uomini di Chiesa inGermania «è opprimente e im-barazzante» ma le anticipazioniapparse sulla stampa tedesca so-no un gesto «irresponsabile»,un «duro colpo» soprattutto perle vittime coinvolte. È quantosostenuto dal vescovo di Trier,Stephan Ackermann, responsa-bile della Conferenza episcopaletedesca per le questioni legateagli abusi sessuali nella Chiesa.

Il riferimento è alla fuga dinotizie comparsa su alcuni orga-ni d’informazione che hanno an-ticipato i dati salienti di un’in-dagine la cui presentazione uffi-ciale è prevista per il 25 settem-bre nel corso della plenariad’autunno dell’episcopato. «Midispiace — ha rimarcato il presu-le — che lo studio fin qui riser-vato e quindi il risultato diquattro anni di lavoro di ricercasul tema degli “Abusi sessuali suminori da parte di sacerdoti cat-tolici, diaconi e religiosi nell’am-bito della Conferenza episcopaletedesca” condotto dal gruppo diricerca guidato dal dottor Ha-rald Dreßing (Istituto centraleper la salute mentale di Man-nheim) sia stato pubblicato daimedia. Il fatto è tanto più incre-scioso, in quanto finora nemme-no i membri della Conferenzaepiscopale tedesca hanno potutoconoscere lo studio completo».Uno studio dal quale emerge-rebbero dati inquietanti — 3677casi commessi tra il 1946 e il2014 con 1670 sacerdoti coinvolti— che scuotono nel profondo laChiesa tedesca. «Siamo consa-pevoli dell’entità dell’abuso ses-suale, come dimostrano i risulta-

ti dello studio. È opprimente eimbarazzante per noi», eviden-zia monsignor Ackermann, sot-tolineando come lo scopo dellostudio sia proprio «quello di ot-tenere maggiore chiarezza e tra-sparenza su questo lato oscurodella nostra Chiesa», non sol-tanto per il bene delle «personecolpite», ma anche «perché laChiesa possa vedere i reati e faretutto il possibile per evitare chesi ripetano».

La questione degli abusi, co-me accennato, figura tra i temiall’ordine del giorno dell’assem-

blea plenaria della Conferenzaepiscopale tedesca che si terrà aFulda dal 24 al 27 settembre.Nel corso dei lavori, ai presuliverrà appunto presentato il rap-porto sugli abusi, che ha coin-volto negli ultimi quattro anni27 diocesi. Tra le misure già an-nunciate l’attivazione di una li-nea di consulenza telefonica perle vittime degli abusi indicatenel rapporto, in considerazionedel fatto che potrebbero appun-to sentirsi offese dalla sua pub-blicazione.

L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 14 settembre 2018 pagina 7

Il Papa denuncia la voragine spirituale che ha permesso scandalose debolezze

Più attenzionealla formazione dei preti

«Una particolare attenzione al clero e ai seminari»è stata raccomandata da Papa Francesco ai presuli di recente nominache partecipano a un corso promosso dalle Congregazioniper i vescovi e per le Chiese orientali. Ricevendoli in udienzanella mattina di giovedì 13 settembre, nella Sala del Concistoro,il Pontefice ha parlato della «voragine spiritualeche, in non pochi casi, ha permesso scandalose debolezze»e ha ricordato che il compito «più urgente» di un vescovoè quello della santità.

ti acquisiti. Abbiamo quasi “p ercaso” trovato il tesoro dellanostra vita e perciò siamo chia-mati a vendere tutto per custodi-re il campo nel quale si nascon-de questa inesauribile miniera(cfr. Mt 13, 44). È necessarioquotidianamente riprendere inmano tale prezioso dono, nellasua luce cercare la luce (cfr. Sal35, 10) e dal suo volto lasciarsit r a s f i g u r a re .

Restare vigili anche quandosparisce la luce, o quando Diostesso si cela nella tenebra, quan-do la tentazione di arretrare siinsinua e il maligno, che è sem-pre in agguato, suggerisce sottil-mente che ormai l’alba non verràpiù. Proprio allora, di nuovoprostrarsi con il viso a terra ( c f r.Gen 17, 3), per ascoltare Dio cheparla e rinnova la sua promessamai smentita. E poi rimanere fe-deli anche quando, nel calore delgiorno, vengono meno le forzedella perseveranza e il risultatodella fatica più non dipende dal-le risorse che abbiamo.

E tutto questo non per ali-mentare la narcisistica pretesa diessere essenziali, ma per rendereil Padre propizio al vostro Popo-lo. Dio è già a favore dell’uomo.

dell’abbandono nelle sue manicome un bimbo svezzato chenon ha bisogno di chiedere ladimostrazione della prossimitàmaterna (cfr. Sal 131, 2). È unasantità consapevole che nulla dipiù efficace, più grande, più pre-zioso, più necessario potete offri-re al mondo della paternità che èin voi. Incontrandovi, ogni per-sona possa almeno sfiorare labellezza di Dio, la sicurezza del-la sua compagnia e la pienezzadella sua vicinanza. È una santi-tà che cresce mentre si scopreche Dio non è addomesticabile,non ha bisogno di recinti per di-fendere la sua libertà, e non sicontamina mentre si avvicina,anzi, santifica ciò che tocca.

Non serve la contabilità dellenostre virtù, né un programmadi ascesi, una palestra di sforzipersonali o una dieta che si rin-nova da un lunedì all’altro, comese la santità fosse frutto della so-la volontà. La sorgente della san-tità è la grazia di accostarci allagioia del Vangelo e lasciare chesia questa a invadere la nostravita, in modo tale che non si po-trà più vivere diversamente.

Prima ancora che noi esistessi-mo, Dio c’era e ci amava. Lasantità è toccare questa carne diDio che ci precede. È entrare incontatto con la sua bontà. Guar-date i pastori chiamati nella not-te di Betlemme: hanno trovatoin quel Bambino la bontà di

di selezione, accompagnamento,valutazione. Ma le nostre rispo-ste saranno prive di futuro senon raggiungeranno la voraginespirituale che, in non pochi casi,ha permesso scandalose debolez-ze, se non metteranno a nudo ilvuoto esistenziale che esse hannoalimentato, se non rivelerannoperché mai Dio è stato così resomuto, così messo a tacere, cosìrimosso da un certo modo di vi-vere, come se non ci fosse.

E qui, ognuno di noi deveumilmente entrare nel profondodi sé e domandarsi che cosa puòfare per rendere più santo il vol-to della Chiesa che governiamoin nome del Supremo Pastore.Non serve puntare solo il ditosugli altri, fabbricare capri espia-tori, stracciarsi le vesti, scavarenella debolezza altrui come ama-no fare i figli che hanno vissuto incasa come fossero servi (cfr. Lc 15,30-31). Qui è necessario lavorareinsieme e in comunione, certiperò che l’autentica santità èquella che Dio compie in noi,quando docili al suo Spirito ri-torniamo alla gioia semplice delVangelo, così che la sua beatitu-dine si renda carne per gli altrinelle nostre scelte e nelle nostrevite.

Vi invito pertanto ad andareavanti gioiosi e non amareggiati,sereni e non angosciati, consolatie non desolati — cercate la con-solazione del Signore — conser-

conforme alle nostre forze, vorreicome prendervi in disparte, voi eognuna delle vostre Chiese; vor-rei accostarvi con il tocco di Cri-sto, Vangelo di Dio che riscaldail cuore, riapre gli orecchi e sciogliela lingua alla gioia che non siguasta e non tramonta, perchémai è comprata né meritata, anziè pura grazia!

Nella prospettiva della gioiadel Vangelo avete cercato di leg-gere il mistero della vostra iden-tità appena ricevuta in dono daDio. Avete scelto l’ottica giustaper addentrarvi nel ministeroepiscopale, per il quale nessuncredito possiamo vantare e nonci sono titoli di proprietà o dirit-

Vi parlo qui del più urgentedei vostri compiti di Pastori:quello della santità! Come si èespressa la preghiera della Chie-sa su di voi, siete stati eletti dalPadre, che conosce i segreti dei cuo-ri, per servirlo notte e giorno, cosìda renderlo propizio alla vostragente (cfr. Pontificale Romano,Preghiera di Ordinazione deiVe s c o v i ) .

Non siete frutto di uno scruti-nio meramente umano, ma diuna scelta dall’Alto. Perciò davoi si richiede non una dedizio-ne intermittente, una fedeltà afasi alterne, una obbedienza se-lettiva, no, ma siete chiamati aconsumarvi notte e giorno.

perché la Chiesa non è nostra, èdi Dio! Lui c’era prima di noi eci sarà dopo di noi! Il destinodella Chiesa, del piccolo gregge, èvittoriosamente nascosto nellacroce del Figlio di Dio. I nostrinomi sono scolpiti nel suo cuore— scolpiti nel suo cuore! —; lanostra sorte è nelle sue mani.Pertanto, non spendete le vostremigliori energie per contabilizza-re fallimenti e rinfacciare ama-rezze, lasciandovi rimpiccolire ilcuore e rattrappire gli orizzonti.Cristo sia la vostra gioia, il Van-gelo sia il vostro nutrimento. Te-nete fisso il vostro sguardo solosul Signore Gesù e, abituandovialla sua luce, sappiate cercarlaincessantemente anche dove essasi rifrange, sia pure attraversoumili bagliori.

Là, nelle famiglie delle vostrecomunità, dove, nella pazienzatenace e nella generosità anoni-ma, il dono della vita viene cul-lato e nutrito.

Là, dove sussiste nei cuori lafragile ma indistruttibile certezzache la verità prevale, che amarenon è vano, che il perdono ha ilpotere di cambiare e di riconci-liare, che l’unità vince sempre ladivisione, che il coraggio di di-menticare sé stessi per il benedell’altro è più appagante delprimato intangibile dell’io.

Là, dove tanti consacrati e mi-nistri di Dio, nella silenziosa de-dizione di sé, perseverano incu-ranti del fatto che il bene spessonon fa rumore, non è tema deiblog né arriva sulle prime pagine.Essi continuano a credere e apredicare con coraggio il Vange-lo della grazia e della misericor-dia a uomini assetati di ragioniper vivere, per sperare e peramare. Non si spaventano da-vanti alle ferite della carne diCristo, sempre inferte dal pecca-to e non di rado dai figli dellaChiesa.

So bene quanto nel nostrotempo imperversano solitudine eabbandono, dilaga l’individuali-smo e cresce l’indifferenza al de-stino degli altri. Milioni di uo-mini e donne, bambini, giovanisono smarriti in una realtà cheha oscurato i punti di riferimen-to, sono destabilizzati dall’ango-scia di appartenere a nulla. Laloro sorte non interpella la co-scienza di tutti e spesso, pur-troppo, coloro che avrebbero lemaggiori responsabilità, colpe-volmente si scansano. Ma a noinon è consentito ignorare la car-ne di Cristo, che ci è stata affi-data non soltanto nel Sacramen-to che spezziamo, ma anche nelPopolo che abbiamo ereditato.

Anche le sue ferite ci appar-tengono. È doveroso toccarlenon per farne manifesti pro-grammatici di pur comprensibilirabbie, ma luoghi in cui la Spo-sa di Cristo impara fino a chepunto può sfigurarsi quando sisbiadiscono nel suo volto i trattidello Sposo. Ma impara ancheda dove ripartire, in umile escrupolosa fedeltà alla voce delsuo Signore. Solo Lui può ga-rantire che, nei tralci della suavigna, gli uomini non trovinoappena uva selvatica (cfr. Is 5, 4),ma il vino buono (cfr. Gv 2, 11),quello della vera vite, senza laquale nulla possiamo fare (cfr. Gv15, 5).

Questo è l’obiettivo dellaChiesa: distribuire nel mondoquesto vino nuovo che è Cristo.Niente ci può distogliere da que-sta missione. Abbiamo continuobisogno di otri nuovi (cfr. Mc 2,22), e tutto ciò che facciamo nonè mai abbastanza per renderlidegni del vino nuovo che sonochiamati a contenere e a versare.Ma, proprio per questo, occorreche i contenitori sappiano chesenza il vino nuovo saranno co-munque giare di pietra fredda, ca-paci di ricordare la mancanza manon di donare la pienezza. Perfavore, nulla vi distolga da que-sta meta: donare la pienezza!

La vostra santità non sia fruttodell’isolamento, ma fiorisca efruttifichi nel corpo vivo dellaChiesa affidatavi dal Signore, co-sì come ai piedi della croce con-segnò la propria Madre al disce-polo amato. Accoglietela comesposa da amare, vergine da cu-stodire, madre da rendere fecon-da. Il vostro cuore non si inva-ghisca di altri amori; vigilateperché il terreno delle vostreChiese sia fertile per il seme delVerbo e mai calpestato dai cin-ghiali (cfr. Sal 80, 14).

Come potrete farlo? Ricordan-dovi che non siamo noi all’origi-ne della nostra “porzione di san-tità”, ma è sempre Dio. È unasantità piccina, che si nutre

La gioia del Vangelo

Dio! È una gioia di cui nessunopotrà derubarli. Guardate lagente che da lontano osservava ilCalvario: è tornata a casa batten-dosi il petto perché aveva visto ilcorpo sanguinante del Verbo diDio. La visione della carne diDio scava nel cuore e prepara ilposto dove a poco a poco pren-de dimora la divina pienezza.

Perciò vi raccomando di nonvergognarvi della carne delle vo-stre Chiese. Entrate in dialogocon le loro domande. Vi racco-mando una particolare attenzio-ne al clero e ai seminari. Nonpossiamo rispondere alle sfideche abbiamo nei loro confrontisenza aggiornare i nostri processi

vando il cuore di agnelli che, an-che se circondati da lupi, sanno chevinceranno perché contano sull’aiu-to del pastore (cfr. S. GI O V. CR I S.,Om. 33, 1: PG 57, 389).

Maria, Colei che ci porta inbraccio senza giudicarci, sia lastella luminosa che guida il vo-stro cammino.

Mentre ringrazio il CardinaleMarc Ouellet e il Cardinale Leo-nardo Sandri e le loro rispettiveCongregazioni per il generosolavoro svolto, imparto la Benedi-zione Apostolica su ognuno divoi e sulle Chiese che siete statichiamati a servire.

Grazie!

«Siamo qui per esprimere anzitut-to la nostra sincera stima per lasua persona»; per testimoniare «lagratitudine per la chiarezza profe-tica con cui vostra Santità tracciale tappe del cammino della Chie-sa» e per manifestare tutto «il no-stro affetto e desiderio di comu-nione con lei, successore di Pietro,fondamento visibile dell’unità delpopolo di Dio». Lo ha detto ilcardinale Marc Ouellet nel salutorivolto a Papa Francesco all’iniziodell’udienza.

Il prefetto della Congregazioneper i vescovi ha presentato i cen-toquarantaquattro presuli, nomi-nati tra l’agosto del 2017 e lo scor-so luglio, che hanno partecipato alcorso annuale di formazione pro-

mosso dal suo dicastero e dallaCongregazione per le Chieseorientali, ai cui territori di compe-tenza appartengono undici deipresenti. L’incontro, ha spiegato ilprefetto, è giunto al termine delpercorso di riflessione sull’identitàe la missione del vescovo dal tito-lo: «Servitori della gioia del Van-gelo».

Infine, il cardinale ha sottoli-neato come, dopo avere celebratol’Eucaristia sulla tomba del princi-pe degli apostoli, i presenti abbia-no chiesto al Pontefice di confer-mare la loro fede e di dare «le in-dicazioni che sosterranno il servi-zio di questi nuovi pastori, perchécontinui a risuonare nel mondol’annunzio di gioia del Vangelo».

Cari fratelli, buongiorno!

con gioia vi accolgo oggi allaconclusione del vostro pellegri-naggio di nuovi Vescovi alle sor-genti spirituali di questa antica esempre nuova Roma di Pietro edi Paolo. Nell’abbracciarvi comenuovi Pastori della Chiesa, anco-ra attraversati forse dallo stuporedi essere stati chiamati a questamissione mai proporzionata e

Lutto nell’episcopato

Monsignor Emmanuel Dabba-ghian, dell’istituto del clero pa-triarcale di Bzommar, arcivescovoemerito di Baghdad degli Armeni,è morto giovedì mattina, 13 set-t e m b re .

Il compianto presule era natoad Alep, il 26 dicembre 1933 eaveva ricevuto l’ordinazione sacer-dotale il 25 dicembre 1967. Eletto

alla Chiesa residenziale di Ba-ghdad degli Armeni il 12 settem-bre 2006, aveva ricevuto l’o rd i n a -zione episcopale il 4 agosto 2007.Il 9 ottobre 2017 aveva rinunciatoal governo pastorale della diocesi.

Le esequie vengono celebrate,venerdì mattina 14 settembre, nelconvento di Nostra Signora diB z o m m a r.

Il suo divino essere, chepoteva anche esisteresenza di noi, nel suo Fi-glio Gesù si rivela pernoi. In Lui, si offre lapaternità di Dio che maisi rassegna; in Lui cono-sciamo il cuore divinoche nulla e nessuno dàper perduto. È questo ilmessaggio che i fedelihanno diritto di trovaresulle vostre labbra, neivostri cuori e nella vo-stra vita.

All’inizio del vostroministero, vi prego dimettere Dio al centro:Egli è Colui che chiedetutto ma in cambio offrela vita in pienezza. Nonquella vita annacquata emediocre, vuota di sen-so perché piena di soli-tudine e di superbia, mala vita che sgorga dallasua compagnia che maiviene meno, dalla forzaumile della croce delsuo Figlio, dalla sicurez-za serena dell’amore vit-torioso che ci abita.

Non lasciatevi tentareda racconti di catastrofio profezie di sciagure,perché quello che contaveramente è p e rs e v e ra reimpedendo che si ra f -freddi l’a m o re (cfr. Mt24, 12) e tenere alto e le-vato il capo verso il Si-gnore (cfr. Lc 21, 28),

Glori Ssali, «Gesù buon pastore»

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 venerdì 14 settembre 2018

Messa del Pontefice a Santa Marta

Lo stiledel cristiano

Udienza a un convegno sulla tenerezza

Per una teologia in cammino

Riassaporare il vino buono

La “Casa della tenerezza” è stata fondata quindici anni fa dadon Carlo Rocchetta, che ha salutato il Papa all’iniziodell’udienza, dopo un’introduzione del cardinale Bassetti, arci-vescovo di Perugia - Città della Pieve e presidente della Confe-renza episcopale italiana. Don Rocchetta ha spiegato che lastruttura portante del centro è formata da una comunità stabiledi dieci coppie con 35 figli, più due singoli. La casa porta avan-ti una diaconia di accompagnamento e di sostegno per gli sposiin difficoltà. Esistono anche le “scuole di tenerezza” per fidan-zati, giovani sposi, genitori, famiglie ferite, coniugi soli e figli.Ogni anno passano dal centro in media seicento coppie. E circail sessanta per cento di quelle in crisi, se ben aiutate, riescono asuperare le difficoltà e a rigustare il vino buono delle nozze.

Rescriptumex audientia SS.mi

Quando sono misericordioso,sono un vero figlio del Padre

perché il Padre è misericordioso# S a n t a Ma r t a

(@Pontifex_it)

Nella Costituzione Apostolica Veritatis Gaudium, dell’8 Dicembre2017, il Santo Padre Francesco aveva stabilito che la promulgazionee l’entrata in vigore delle nuove disposizioni concernenti le Univer-sità e Facoltà Ecclesiastiche, avvenisse mediante la pubblicazionedella medesima Costituzione nel Commentario ufficiale Acta Aposto-licae Sedis.

Ora, tenendo conto di impreviste difficoltà tecniche, successiva-mente intervenute,

il Santo Padre Francesconell’Udienza a me concessa il 3 settembre 2018, allo scopo di age-

volare l’avvio regolare degli adempimenti stabiliti e urgerne l’osser-vanza da parte di quanti vi sono interessati, in conformità al pre-scritto del Can. 8 del Codice di Diritto Canonico, che “in casi par-ticolari” stabilisce un modo diverso di promulgazione della Leggeecclesiastica, ha disposto che essa, in deroga a quanto previsto nellaCostituzione in parola, venga promulgata mediante pubblicazionenel quotidiano L’Osservatore Romano, entrando immediatamente inv i g o re .

Dal Vaticano, 4 settembre 2018

Pietro Card. ParolinSegretario di Stato

Secondo la logica del mondo«amare i nemici» è una «pazzia».Ma è proprio la «pazzia dellacroce» che deve guidare il com-portamento di ogni cristiano, per-ché se vogliamo vivere «da figli»dobbiamo essere «misericordiosicome il Padre» e non farci guida-re dalla «logica di satana», ilgrande accusatore che cerca sem-pre di «fare il male all’a l t ro » .

È lo «stile del cristiano» il cen-tro della meditazione che PapaFrancesco ha sviluppato durantela messa celebrata a Santa Martala mattina di giovedì 13 settem-bre. Un tema, ha ricordatonell’omelia, che ricorre «parecchievolte nel Vangelo», in tanti braniin cui il Signore «ci dice comedeve essere la vita di un discepo-lo, la vita di un cristiano. Ci dàsegnali per avanzare nel cammi-no». Accade, ad esempio, nel di-scorso delle beatitudini, dal qua-le, ha detto il Papa, emerge «unacosa rivoluzionaria, perché sem-bra la logica del contrario»: è «lalogica del contrario rispetto allospirito del mondo». In quell’o c-casione «il Signore ci insegnacome deve essere un cristiano». Enel capitolo XXV di Matteo, dovesi parla delle opere di misericor-dia, «il Signore ci insegna cosadeve fare una persona per esserecristiana». Viene descritto uno«stile», di fronte al quale, hasottolineato Francesco, «diciamo:“Essere cristiano non è facile”.No. Ma ci fa felici. È il cammino

pa, nella «logica della risposta.Uno ti dice una maledizione e turispondi con una di alto livello;l’altro fa salire il livello della ma-ledizione e l’odio cresce e finiscenella guerra. È la logica degli in-sulti. Finisce in guerra insultan-dosi». Il Signore invece dice:«No. Fermati, “b enedite”. Ti hamaledetto? Tu benedicilo».

C’è poi «la più difficile, quellache viene adesso: “Pregate per co-loro che vi trattano male”». A taleriguardo Francesco ha chiesto:«Quanto tempo di preghiera ioprendo per chiedere al Signoreper le persone moleste, per lepersone che mi danno fastidio, oanche mi trattano male?». È benefare «un esame di coscienza».

Tutto ciò, ha sintetizzato ilPontefice, «è lo stile cristiano,questo è il modo di vivere cristia-no». Si potrebbe chiedere: «Mase io non faccio queste quattrocose — amare i nemici, fare delbene a quelli che mi odiano, be-nedire coloro che mi malediconoe pregare per coloro che mi trat-tano male — non sono cristia-no?». Anche in questo caso la ri-sposta è chiara: «Sì, sei cristianoperché hai ricevuto il Battesimo,ma non vivi come un cristiano.Vivi come un pagano, con lo spi-rito della mondanità». E, ha ag-giunto, «queste non sono figurepoetiche: questo è quello che ilSignore vuole che noi facciamo.Così, diretto». Sono indicazioniconcrete, perché «è tanto facileriunirci per sparlare dei nemici odi coloro che sono di un partitodiverso o anche di coloro che nonsono nella nostra simpatia. Invecela logica cristiana è la contraria».

E non ci sono eccezioni: «“Mapadre, questa è una cosa che vasempre seguita?”. Sì. “Ma questaè una pazzia?” Sì. Paolo lo dicechiaramente: “la follia della Cro-ce”. Se tu come cristiano non seiappassionato di questa “follia del-la Croce”, non hai capito cosa si-gnifica essere cristiano».

A conferma di quanto detto, ilPapa ha ripreso il testo evangelicoper sottolineare la differenza chelo stesso Gesù fa tra cristiani epagani: «Usa la parola “p eccato-ri”. “Pa g a n i ”, “p eccatori”, “mon-dani”». La sintesi di tale ragiona-mento la offre la Scrittura stessa,dove il Signore, come in un «rias-sunto», spiega il motivo di certeindicazioni: «Amate invece i vo-stri nemici, fate del bene e presta-te senza sperarne nulla, e saretefigli dell’Altissimo, perché egli èbenevolo verso gli ingrati e i mal-vagi. Siate misericordiosi, come ilPadre vostro è misericordioso». Ilfine di tutto, ha spiegato France-sco, è quindi «arrivare a compor-tarci come figli, figli del nostroPadre, che sempre fa del bene,che è “m i s e r i c o rd i o s o ”: questa èla parola chiave».

Perciò, ha aggiunto, «leggendo,ascoltando queste cose che Gesùdice, possiamo farci la domanda:io sono misericordioso?». Possia-mo «entrare nel mistero della mi-sericordia» e chiederci: «Il Signo-re ha usato misericordia con me?Ho sentito io la misericordia delSignore? Se sono misericordioso,sono figlio del Padre». E così co-me talvolta si dice di un bambi-no: «Ma come assomiglia al pa-dre!», ugualmente «soltanto i mi-sericordiosi assomigliano a DioPadre» perché questo «è lo stiledel Padre».

Questa strada però, ha avvisatoil Pontefice, è controcorrente,«non accusa gli altri» e «va con-tro lo spirito del mondo», Infatti,ha spiegato, «fra noi c’è il grandeaccusatore, quello che sempre vaad accusarci davanti a Dio, perdistruggerci. Satana: lui è il gran-de accusatore. E quando io entroin questa logica di accusare, male-

dire, cercare di fare del maleall’altro, entro nella logica delgrande accusatore che è distrutto-re. Che non conosce la parola“m i s e r i c o rd i a ”, non conosce, mail’ha vissuta».

Quindi, ha detto Francesco, ilcammino del cristiano è sempredi fronte a un bivio: da una parte«l’invito del Signore» a «esseremisericordioso, un invito che èuna grazia, una grazia di filiazio-

ne, per assomigliare al Padre».D all’altra parte, c’è «il grande ac-cusatore, satana, che ci spinge adaccusare gli altri, per distrugger-li». Non si può, ha concluso ilPontefice, «entrare nella logicadell’accusatore» e, anzi, «l’unicaaccusa lecita che noi cristiani ab-biamo, è accusare noi stessi. Pergli altri soltanto la misericordia,perché siamo figli del Padre che èm i s e r i c o rd i o s o » .

della felicità, della pace interio-re » .

Anche la liturgia del giorno at-tingeva a un brano evangelico(Luca 6, 27-38) dedicato a questoargomento. Si tratta di un passoin cui «il Signore scende nei det-tagli e ce ne propone quattro pervivere la vita cristiana». Le paroledi Gesù sono chiare: «A voi cheascoltate, io dico: amate i vostrinemici, fate del bene a quelli chevi odiano, benedite coloro che vimaledicono, pregate per coloroche vi trattano male». Sono, hadetto il Pontefice, «quattro “co-mandamenti”» di fronte ai qualil’uomo normalmente rimane per-plesso: «Come posso amare quel-lo che mi fa del male? Non ven-dicarmi, almeno difendermi». Larisposta è: «Amate i vostri nemi-ci». Verrebbe, ha aggiunto il Pa-pa, da ribattere: «Ma non possoodiarli? Ho diritto a odiarli, per-ché loro mi odiano e io devoodiarli...». E la risposta è semprenetta: «No. Amate. I nemici, co-loro che vogliono distruggervi:amate. “Fate del bene a quelli chevi odiano”».

C’è un contrasto tra ciò che ap-pare «normale» — «Se io so cheuna persona mi odia, vado a dirloa tutti gli amici: “Questo mi odia.Questo mi vuole distruggere”.Entro nel chiacchiericcio...» — eciò che viene chiesto al cristiano:«No. “Fate del bene”. Se tu saiche qualcuno ti odia ed è nel bi-sogno, ha qualche necessità opassa per una situazione difficile,fai del bene».

La terza indicazione di Gesù è:«Benedite coloro che vi maledico-no». Qui si entra, ha notato il Pa-

Oggi c’è bisogno di «una teologiain cammino» capace di dare vitaa una vera e propria «rivoluzionedella tenerezza»: lo ha detto ilPontefice ricevendo in udienzagiovedì mattina, 13 settembre,nella Sala Clementina, ipartecipoanti a un convegnoorganizzato dal centro familiare“Casa della tenerezza” di Perugia.

Cari fratelli e sorelle,vi saluto cordialmente e ringra-zio il Cardinale Bassetti per lecortesi parole che mi ha rivoltoa nome vostro, e anche per levostre parole, che mi hanno ag-giornato sul lavoro che voi fate.Avete riflettuto nei giorni scorsisulla teologia della tenerezza, eio vorrei semplicemente dirviqualcosa, perché quando ho vi-sto che era questo il titolo, hoincominciato a studiare. Miavete fatto leggere questo libroper capire qual era “la cosa”.Un bel libro, lo conoscete,quello di Rocchetta. È bravo...È lui? [applausi]

Io, semplicemente, vorreiproporvi tre spunti.

Il primo riguarda l’e s p re s s i o -ne teologia della tenerezza. Teolo-gia e tenerezza sembrano dueparole distanti: la prima sembrarichiamare l’ambito accademico,la seconda le relazioni interper-sonali. In realtà la nostra fedele lega indissolubilmente. Lateologia, infatti, non può essereastratta — se fosse astratta, sa-rebbe ideologia —, perché nasceda una conoscenza esistenziale,nasce dall’incontro col Verbofatto carne! La teologia è chia-mata allora a comunicare laconcretezza del Dio amore. Etenerezza è un buon “esisten-ziale concreto”, per tradurre ai

nostri tempi l’affetto che il Si-gnore nutre per noi.

Oggi, infatti, ci si concentrameno, rispetto al passato, sulconcetto o sulla prassi e più sul“s e n t i re ”. Può non piacere, maè un dato di fatto: si parte daquello che si sente. La teologianon può certamente ridursi asentimento, ma non può nem-meno ignorare che in molteparti del mondo l’approccio al-le questioni vitali non inizia piùdalle domande ultime o dalleesigenze sociali, ma da ciò chela persona avverte emotivamen-te. La teologia è interpellata adaccompagnare questa ricercaesistenziale, apportando la luceche viene dalla Parola di Dio. Euna buona teologia della tene-rezza può declinare la carità di-vina in questo senso. È possibi-le, perché l’amore di Dio non èun principio generale astratto,ma personale e concreto, che loSpirito Santo comunica nell’in-timo. Egli, infatti, raggiunge etrasforma i sentimenti e i pen-sieri dell’uomo. Quali contenutipotrebbe dunque avere una teo-logia della tenerezza? Due misembrano importanti, e sono glialtri due spunti che vorrei of-frirvi: la bellezza di s e n t i rc iamati da Dio e la bellezza disentirci di amare in nome di Dio.

Sentirci amati. È un messag-gio che ci è pervenuto più fortenegli ultimi tempi: dal SacroCuore, da Gesù misericordioso,dalla misericordia come pro-prietà essenziale della Trinità edella vita cristiana. Oggi la li-turgia ci ricordava la parola diGesù: «Siate misericordiosi, co-me il Padre vostro è misericor-dioso» (Lc 6, 36). La tenerezzapuò indicare proprio il nostromodo di recepire oggi la miseri-cordia divina. La tenerezza ci

svela, accanto al volto paterno,quello materno di Dio, di unDio innamorato dell’uomo, checi ama di un amore infinita-mente più grande di quello cheha una madre per il proprio fi-glio (cfr Is 49, 15). Qualsiasi co-sa accada, qualsiasi cosa faccia-mo, siamo certi che Dio è vici-no, compassionevole, pronto acommuoversi per noi. Tenerez-za è una parola benefica, è l’an-tidoto alla paura nei riguardi diDio, perché «nell’amore nonc’è timore» (1 Gv 4, 18), perchéla fiducia vince la paura. Sen-

smo, è il primo passo per supe-rare il ripiegamento su sé stessi,per uscire dall’egocentrismo chedeturpa la libertà umana. La te-nerezza di Dio ci porta a capireche l’amore è il senso della vita.Comprendiamo così che la ra-dice della nostra libertà non èmai autoreferenziale. E ci sen-tiamo chiamati a riversare nelmondo l’amore ricevuto dal Si-gnore, a declinarlo nella Chie-sa, nella famiglia, nella società,a coniugarlo nel servire e neldonarci. Tutto questo non perdovere, ma per amore, per

tirci amati significa dunque im-parare a confidare in Dio, a dir-gli, come Egli vuole: “Gesù,confido in te”.

Queste e altre considerazionipuò approfondire la ricerca: perdare alla Chiesa una teologia“gustosa”; per aiutarci a vivereuna fede consapevole, ardentedi amore e di speranza; peresortarci a piegare le ginocchia,toccati e feriti dall’amore divi-no. In questo senso la tenerezzarimanda alla Passione. La Croceè infatti il sigillo della tenerezzadivina, che si attinge dalle pia-ghe del Signore. Le sue feritevisibili sono le finestre che spa-lancano il suo amore invisibile.La sua Passione ci invita a tra-sformare il nostro cuore di pie-tra in cuore di carne, ad appas-sionarci di Dio. E dell’uomo,per amore di Dio.

Ecco allora l’ultimo spunto:sentirci di amare. Quando l’uo-mo si sente veramente amato, sisente portato anche ad amare.D’altronde, se Dio è infinita te-nerezza, anche l’uomo, creato asua immagine, è capace di tene-rezza. La tenerezza, allora, lun-gi dal ridursi a sentimentali-

amore di colui dal quale siamoteneramente amati.

Questi brevi spunti indirizza-no a una teologia in cammino:una teologia che esca dallestrettoie in cui talvolta si è rin-chiusa e con dinamismo si ri-volga a Dio, prendendo permano l’uomo; una teologia nonnarcisistica, ma protesa al servi-zio della comunità; una teolo-gia che non si accontenti di ri-petere i paradigmi del passato,ma sia Parola incarnata. Certa-mente la Parola di Dio nonmuta (cfr Eb 1, 1-2; 13, 8), ma lacarne che essa è chiamata adassumere, questa sì, cambia inogni epoca. C’è tanto lavoro,dunque, per la teologia e per lasua missione oggi: incarnare laParola di Dio per la Chiesa eper l’uomo del terzo millennio.Oggi più che mai ci vuole unarivoluzione della tenerezza.Questo ci salverà.

Affidiamo l’a p p ro f o n d i m e n t odei vostri lavori alla Madonna,Madre di tenerezza. Vi benedi-co e, insieme a voi, benedico lecomunità da cui venite, chie-dendovi di pregare e di far pre-gare per me. Grazie.

G e o rd a n n a«Grazia e misericordia»

VE R I TAT I S G AU D I U MCostituzione apostolica di Papa Francescocirca le università e le facoltà ecclesiastiche

I.R. del quotidiano «L’Osservatore Romano» n. 208 del 14 settembre 2018

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSONon praevalebunt

Anno CLVIII n. 208 (47.941) Città del Vaticano venerdì 14 settembre 2018

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

2

1. LA GIOIA DELLA VERITÀ (Veritatis gaudium) esprime il deside-rio struggente che rende inquieto il cuore di ogni uomo finquando non incontra, non abita e non condivide con tutti laLuce di Dio1. La verità, infatti, non è un’idea astratta, ma è Ge-sù, il Verbo di Dio in cui è la Vita che è la Luce degli uomini(cfr. Gv 1, 4), il Figlio di Dio che è insieme il Figlio dell’uomo.Egli soltanto, «rivelando il mistero del Padre e del suo amore,rivela l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazio-ne»2.

Nell’incontro con Lui, il Vivente (cfr. Ap 1, 18) e il Primoge-nito tra molti fratelli (cfr. Rm 8, 29), il cuore dell’uomo speri-menta già sin d’ora, nel chiaroscuro della storia, la luce e la fe-sta senza più tramonto dell’unione con Dio e dell’unità coi fra-telli e le sorelle nella casa comune del creato di cui godrà senzafine nella piena comunione con Dio. Nella preghiera di Gesù alPadre: «perché tutti siano uno, come tu, Padre, sei in me e ioin te, siano anch’essi in noi» (Gv 17, 21) è racchiuso il segretodella gioia che Gesù ci vuole comunicare in pienezza (cfr. 15, 11)da parte del Padre col dono dello Spirito Santo: Spirito di veri-tà e di amore, di libertà, di giustizia e di unità.

È questa la gioia che la Chiesa è spinta da Gesù a testimo-niare e ad annunciare nella sua missione, senza sosta e con sem-pre nuova passione. Il Popolo di Dio è pellegrino lungo i sen-tieri della storia in sincera e solidale compagnia con gli uominie le donne di tutti i popoli e di tutte le culture, per illuminarecon la luce del Vangelo il cammino dell’umanità verso la civiltànuova dell’amore. Strettamente collegato alla missione evange-lizzatrice della Chiesa, scaturente anzi dalla sua stessa identitàtutta spesa a promuovere l’autentica e integrale crescita della fa-miglia umana sino alla sua definitiva pienezza in Dio, è il vastoe pluriforme sistema degli studi ecclesiastici fiorito lungo i seco-li dalla sapienza del Popolo di Dio, sotto la guida dello SpiritoSanto e nel dialogo e discernimento dei segni dei tempi e dellediverse espressioni culturali.

Non sorprende, dunque, che il Concilio Vaticano II, promuo-vendo con vigore e profezia il rinnovamento della vita dellaChiesa, per una più incisiva missione in questa nuova epocadella storia, abbia raccomandato nel Decreto Optatam totius unafedele e creativa revisione degli studi ecclesiastici (cfr. nn. 13-22). Tale compito, dopo attento studio e sapiente sperimenta-zione, ha trovato espressione nella Costituzione Apostolica Sa-pientia christiana, promulgata da San Giovanni Paolo II il 15

aprile 1979. Grazie ad essa è stato ulteriormente promosso eperfezionato l’impegno della Chiesa a favore delle «Facoltà e leUniversità ecclesiastiche che si occupano particolarmente dellaRivelazione cristiana e di quelle discipline che ad essa sonoconnesse, e che, perciò, più strettamente si ricollegano alla suastessa missione evangelizzatrice», insieme a tutte quelle altre di-scipline che «pur non avendo una particolare connessione conla Rivelazione cristiana, possono tuttavia giovare molto all’op e-ra dell’evangelizzazione»3.

A distanza di quasi quarant’anni, in fedeltà allo spirito e agliorientamenti del Vaticano II e come sua opportuna attualizza-zione, si rende oggi necessario e urgente un aggiornamento diquella Costituzione apostolica. Essa, in effetti, restando piena-mente valida nella sua profetica visione e nel suo lucido detta-to, chiede di essere integrata con le disposizioni normative nelfrattempo emanate, tenendo conto al tempo stesso dello svilup-po nell’ambito degli studi accademici registrato in questi ultimidecenni come pure del mutato contesto socio-culturale a livelloplanetario, nonché di quanto raccomandato a livello internazio-nale in attuazione delle varie iniziative, cui la Santa Sede haaderito.

L’occasione è propizia per procedere con ponderata e profeti-ca determinazione alla promozione, a tutti i livelli, di un rilan-cio degli studi ecclesiastici nel contesto della nuova tappa dellamissione della Chiesa, marcata dalla testimonianza della gioiache scaturisce dall’incontro con Gesù e dall’annuncio del suoVangelo, che ho programmaticamente proposto a tutto il Popo-lo di Dio nella Evangelii gaudium.

2. La Costituzione Apostolica Sapientia christiana ha rappre-sentato a tutti gli effetti il frutto maturo della grande opera diriforma degli studi ecclesiastici messa in movimento dal Conci-lio Vaticano II. Essa raccoglie, in particolare, i risultati raggiunti

FRANCESCO

Costituzione apostolica

VE R I TAT I S G AU D I U Mcirca le università

e le facoltà ecclesiastiche

PROEMIO

1 Cfr. AG O S T I N O, Conf., X, 23.33; I, 1,1.2 CONC. ECUM. V A T. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22.3 Sapientia christiana, Proemio, III (v. infra, Appendice I).

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

3

in questo cruciale ambito della missione della Chiesa sotto laguida saggia e prudente del Beato Paolo VI e insieme prean-nuncia l’apporto che, in continuità con essi, verrà in seguito of-ferto dal magistero di San Giovanni Paolo II.

Come ho avuto occasione di sottolineare, «uno dei contributiprincipali del Concilio Vaticano II è stato proprio quello di cer-care di superare il divorzio tra teologia e pastorale, tra fede evita. Oso dire che ha rivoluzionato in una certa misura lo statu-to della teologia, il modo di fare e di pensare credente»4. Èproprio in questa luce che l’Optatam totius invita con vigore glistudi ecclesiastici a «convergere concordemente alla progressivaapertura dello spirito degli alunni verso il mistero di Cristo, ilquale compenetra tutta la storia del genere umano e agisce con-tinuamente nella vita della Chiesa»5. Per raggiungere questoscopo, il Decreto conciliare esorta a coniugare la meditazione elo studio della Sacra Scrittura, quale «anima di tutta la teolo-gia»6 insieme all’assidua e consapevole partecipazione alla sacraLiturgia, quale «prima e necessaria sorgente di vero spirito cri-stiano»7, con lo studio sistematico della Tradizione viva dellaChiesa in dialogo con gli uomini del proprio tempo, in ascoltoprofondo dei loro problemi, delle loro ferite e delle loro istan-ze8. In tal modo — sottolinea l’Optatam totius — «la preoccupa-zione pastorale deve permeare l’intera formazione degli alun-ni»9, così da abituarli a «guardare oltre i confini della propriadiocesi, nazione o rito, e ad andare incontro alle necessità dellaChiesa intera, pronti nel loro animo a predicare dovunquel’Evangelo»10.

Tappe miliari nel cammino che da questi orientamenti delVaticano II conduce sino alla Sapientia christiana sono in parti-colare l’Evangelii nuntiandi e la Populorum progressio di Paolo VIe, solo un mese prima della promulgazione della CostituzioneApostolica, la Redemptor hominis di Giovanni Paolo II. L’afflatoprofetico dell’Esortazione apostolica sull’evangelizzazione nelmondo contemporaneo di Papa Montini risuona vigorosa nelP ro e m i o della Sapientia christiana là dove si afferma che «la mis-sione dell’evangelizzazione, che è propria della Chiesa, esigenon soltanto che il Vangelo sia predicato in fasce geografichesempre più vaste ed a moltitudini umane sempre più grandi,ma che siano anche permeati della virtù dello stesso Vangelo imodi di pensare, i criteri di giudizio, le norme d’azione; in unaparola, è necessario che tutta la cultura dell’uomo sia penetratadal Vangelo»11. Giovanni Paolo II, dal canto suo, soprattuttonell’Enciclica Fides et ratio, ha ribadito e approfondito, nell’am-bito del dialogo tra filosofia e teologia, la convinzione che in-nerva l’insegnamento del Vaticano II secondo la quale «l’uomoè capace di giungere a una visione unitaria e organica del sape-re. Questo è uno dei compiti di cui il pensiero cristiano dovràfarsi carico nel corso del prossimo millennio cristiano»12.

Anche la Populorum progressio ha giocato un ruolo decisivonella riconfigurazione, alla luce del Vaticano II, degli studi ec-clesiastici, offrendo insieme alla Evangelii nuntiandi, come atte-stato dal cammino delle diverse Chiese locali, significativi im-pulsi e concreti orientamenti per l’inculturazione del Vangelo eper l’evangelizzazione delle culture nelle diverse regioni delmondo, in risposta alle sfide del presente. Questa enciclica so-ciale di Paolo VI, infatti, sottolinea incisivamente che lo svilup-po dei popoli, chiave imprescindibile per realizzare la giustiziae la pace a livello mondiale, «dev’essere integrale, il che vuoldire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo»13, erichiama la necessità «di uomini di pensiero capaci di riflessio-ne profonda, votati alla ricerca d’un umanesimo nuovo, chepermetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso»14. La Populo-rum progressio interpreta dunque con profetica visione la que-stione sociale come questione antropologica che investe il desti-no dell’intera famiglia umana.

È questa la discriminante chiave di lettura che ispirerà il suc-cessivo magistero sociale della Chiesa, dalla Laborem exercens al-la Sollicitudo rei socialis alla Centesimus annus di Giovanni PaoloII, alla Caritas in veritate di Benedetto XVI, alla Laudato si’. Ri-prendendo l’invito allo slancio verso una nuova stagione dipensiero fatto dalla Populorum progressio, Papa Benedetto XVI haillustrato la necessità impellente di «vivere e orientare la globa-lizzazione dell’umanità in termini di relazionalità, di comunionee di condivisione»15, sottolineando che Dio vuole associarel’umanità a quell’ineffabile mistero di comunione che è laSS.ma Trinità, di cui la Chiesa è in Cristo Gesù segno e stru-mento16. Per raggiungere realisticamente questo scopo, egli invi-ta a «dilatare la ragione» per renderla capace di conoscere eorientare le imponenti nuove dinamiche che travagliano la fa-miglia umana, «animandole nella prospettiva di quella civiltàdell’amore il cui seme Dio ha posto in ogni popolo, in ognicultura»17 e facendo «interagire i diversi livelli del sapere uma-no»: quello teologico e quello filosofico, quello sociale e quelloscientifico18.

3. È giunto ora il momento in cui questo ricco patrimonio diapprofondimenti e di indirizzi, verificato e arricchito per cosìdire “sul campo” dal perseverante impegno di mediazione cul-turale e sociale del Vangelo messo in atto dal Popolo di Dionei diversi ambiti continentali e in dialogo con le diverse cultu-re, confluisca nell’imprimere agli studi ecclesiastici quel rinno-vamento sapiente e coraggioso che è richiesto dalla trasforma-zione missionaria di una Chiesa “in uscita”.

L’esigenza prioritaria oggi all’ordine del giorno, infatti, è chetutto il Popolo di Dio si prepari ad intraprendere “con spiri-to”19 una nuova tappa dell’evangelizzazione. Ciò richiede «undeciso processo di discernimento, purificazione e riforma»20. Ein tale processo è chiamato a giocare un ruolo strategico unadeguato rinnovamento del sistema degli studi ecclesiastici. Es-si, infatti, non sono solo chiamati a offrire luoghi e percorsi diformazione qualificata dei presbiteri, delle persone di vita con-sacrata e dei laici impegnati, ma costituiscono una sorta diprovvidenziale laboratorio culturale in cui la Chiesa fa eserciziodell’interpretazione performativa della realtà che scaturiscedall’evento di Gesù Cristo e che si nutre dei doni della Sapien-za e della Scienza di cui lo Spirito Santo arricchisce in varieforme tutto il Popolo di Dio: dal sensus fidei fidelium al magiste-ro dei Pastori, dal carisma dei profeti a quello dei dottori e deiteologi.

E ciò è d’imprescindibile valore per una Chiesa “in uscita”!Tanto più che oggi non viviamo soltanto un’epoca di cambia-menti ma un vero e proprio cambiamento d’ep o ca21, segnalatoda una complessiva «crisi antropologica»22 e «socio-ambienta-le»23 nella quale riscontriamo ogni giorno di più «sintomi di unpunto di rottura, a causa della grande velocità dei cambiamentie del degrado, che si manifestano tanto in catastrofi naturali re-gionali quanto in crisi sociali o anche finanziarie»24. Si tratta, indefinitiva, di «cambiare il modello di sviluppo globale» e di«ridefinire il progresso»25: «il problema è che non disponiamoancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’èbisogno di costruire l e a d e rs h i p che indichino strade»26.

Questo ingente e non rinviabile compito chiede, sul livelloculturale della formazione accademica e dell’indagine scientifi-ca, l’impegno generoso e convergente verso un radicale cambiodi paradigma, anzi — mi permetto di dire — verso «una corag-giosa rivoluzione culturale»2 7. In tale impegno la rete mondialedelle Università e Facoltà ecclesiastiche è chiamata a portare ildecisivo contributo del lievito, del sale e della luce del Vangelodi Gesù Cristo e della Tradizione viva della Chiesa sempreaperta a nuovi scenari e a nuove proposte.

Si fa oggi sempre più evidente che «c’è bisogno di una veraermeneutica evangelica per capire meglio la vita, il mondo, gliuomini, non di una sintesi ma di una atmosfera spirituale di ri-cerca e certezza basata sulle verità di ragione e di fede. La filo-

4 Videomessaggio al Congresso Internazionale di Teologia presso laPontificia Università Cattolica Argentina “Santa María de los Bue-nos Aires”, 1-3 settembre 2015.5 N. 14.6 Ibid., 16.7 Ibid.8 C f r. ibid.9 Ibid., 19.10 Ibid., 20.11 I.12 N. 85.13 N. 14.14 N. 20.15 Lett. enc. Caritas in veritate, 42.16 C f r. ibid., 54; CONC. ECUM. V A T. II, Cost. dogm. Lumen gen-tium, 1.17 Lett. enc. Caritas in veritate, 33.18 Ibid., 30.19 Cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, cap. 5.20 Ibid., 30.21 Cfr. Discorso al V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Fi-re n z e , 10 novembre 2015.22 Cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 55.23 Cfr. Lett. enc. Laudato si’, 139.24 Ibid., 61.25 Cfr. ibid., 194.26 Ibid., 53; cfr. n. 105.27 Ibid., 114.

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

4

sofia e la teologia permettono di acquisire le convinzioni chestrutturano e fortificano l’intelligenza e illuminano la volontà...ma tutto questo è fecondo solo se lo si fa con la mente aperta ein ginocchio. Il teologo che si compiace del suo pensiero com-pleto e concluso è un mediocre. Il buon teologo e filosofo haun pensiero aperto, cioè incompleto, sempre aperto al maius diDio e della verità, sempre in sviluppo, secondo quella legge chesan Vincenzo di Lérins descrive così: “annis consolidetur, dilate-tur tempore, sublimetur aetate” (Commonitorium primum, 23: PL

50, 668)»28.4. In questo orizzonte vasto e inedito che si apre dinanzi a

noi, quali devono essere i criteri di fondo per un rinnovamentoe un rilancio del contributo degli studi ecclesiastici a una Chie-sa in uscita missionaria? Ne possiamo enunciare qui almenoquattro, nel solco dell’insegnamento del Vaticano II e dell’esp e-rienza della Chiesa maturata in questi decenni alla sua scuola,in ascolto dello Spirito Santo e delle esigenze più profonde edegli interrogativi più acuti della famiglia umana.

a) Innanzi tutto, criterio prioritario e permanente è quellodella contemplazione e della introduzione spirituale, intellettua-le ed esistenziale nel cuore del kerygma, e cioè della semprenuova e affascinante lieta notizia del Vangelo di Gesù29 «che vafacendosi carne sempre più e sempre meglio»30 nella vita dellaChiesa e dell’umanità. È questo il mistero della salvezza di cuila Chiesa è in Cristo segno e strumento in mezzo agli uomini31:«un m i s t e ro che affonda le sue radici nella Trinità, ma che ha lasua concretezza storica in un popolo pellegrino ed evangelizza-tore, che trascende sempre ogni pur necessaria espressione isti-tuzionale [...] e che trova il suo ultimo fondamento nella liberae gratuita iniziativa di Dio»32.

Da questa concentrazione vitale e gioiosa sul volto di Dio ri-velato in Gesù Cristo come Padre ricco di misericordia (cfr. Ef2, 4)33 discende l’esperienza liberante e responsabile di viverecome Chiesa la «mistica del noi»34 che si fa lievito di quella fra-ternità universale «che sa guardare alla grandezza sacra delprossimo, che sa scoprire Dio in ogni essere umano, che sa sop-portare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all’a m o redi Dio, che sa aprire il cuore all’amore divino per cercare la fe-licità degli altri come la cerca il loro Padre buono»35. Di quil’imperativo ad ascoltare nel cuore e a far risuonare nella menteil grido dei poveri e della terra36, per dare concretezza alla «di-mensione sociale dell’evangelizzazione»37 quale parte integraledella missione della Chiesa: perché «Dio, in Cristo, non redimesolamente la singola persona, ma anche le relazioni sociali tragli uomini»38. È vero, infatti, che «la bellezza del Vangelo nonsempre può essere adeguatamente manifestata da noi, ma c’è unsegno che non deve mai mancare: l’opzione per gli ultimi, perquelli che la società scarta e getta via»39. Questa opzione devepermeare la presentazione e l’approfondimento della verità cri-stiana.

Di qui, ancora, l’accento peculiare, nella formazione a unacultura cristianamente ispirata, a scoprire in tutta la creazionel’impronta trinitaria che fa del cosmo in cui viviamo «una tra-ma di relazioni» in cui «è proprio di ogni essere vivente tende-re verso un’altra cosa», propiziando «una spiritualità della soli-darietà globale che sgorga dal mistero della Trinità»40.

b) Un secondo criterio ispiratore, intimamente coerente conil precedente e da esso conseguente, è quello del dialogo a tut-to campo: non come mero atteggiamento tattico, ma come esi-genza intrinseca per fare esperienza comunitaria della gioia del-la Verità e per approfondirne il significato e le implicazioni pra-tiche. Ciò che il Vangelo e la dottrina della Chiesa sono chia-mati oggi a promuovere, in generosa e aperta sinergia con tuttele istanze positive che fermentano la crescita della coscienzaumana universale, è un’autentica cultura dell’i n c o n t ro 41, unacultura anzi, possiamo ben dire, dell’incontro tra tutte le auten-tiche e vitali culture, grazie al reciproco scambio dei propri ri-spettivi doni nello spazio di luce dischiuso dall’amore di Dioper tutte le sue creature.

Come ha sottolineato Papa Benedetto XVI, «la verità è “lo-gos” che crea “dia-logos” e quindi comunicazione e comunio-ne»42. In questa luce, la Sapientia christiana, richiamandosi allaGaudium et spes, invita a favorire il dialogo con i cristiani ap-partenenti alle altre Chiese e comunità ecclesiali e con coloroche aderiscono ad altre convinzioni religiose o umanistiche, einsieme a tenersi «in relazione con gli studiosi delle altre disci-pline, siano essi credenti o non credenti», cercando «di ben in-tendere e valutare le loro affermazioni, e di giudicarle alla lucedella verità rivelata»43.

Da ciò deriva la felice e urgente opportunità di rivedere inquest’ottica e in questo spirito l’architettonica e la dinamica me-todica dei curricula di studi proposti dal sistema degli studi ec-clesiastici, nella loro scaturigine teologica, nei loro principi ispi-ratori e nei loro diversi livelli di articolazione disciplinare, peda-

gogica e didattica. Tale opportunità si esplicita in un impegnoesigente ma altamente produttivo: ripensare e aggiornare inten-zionalità e organicità delle discipline e degli insegnamenti im-partiti negli studi ecclesiastici in questa specifica logica e secon-do questa specifica intenzionalità. Oggi infatti «si rende neces-saria un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazio-narsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente, e che susciti valorifondamentali. È necessario arrivare là dove si formano i nuoviracconti e paradigmi»44.

c) Di qui il terzo fondamentale criterio che voglio richiamare:l’inter- e la trans-disciplinarietà esercitate con sapienza e creati-vità nella luce della Rivelazione. Ciò che qualifica la propostaaccademica, formativa e di ricerca del sistema degli studi eccle-siastici, sul livello sia del contenuto sia del metodo, è il princi-pio vitale e intellettuale dell’unità del sapere nella distinzione enel rispetto delle sue molteplici, correlate e convergenti espres-sioni.

Si tratta di offrire, attraverso i diversi percorsi proposti daglistudi ecclesiastici, una pluralità di saperi, corrispondente allaricchezza multiforme del reale nella luce dischiusa dall’eventodella Rivelazione, che sia al tempo stesso armonicamente e di-namicamente raccolta nell’unità della sua sorgente trascendentee della sua intenzionalità storica e metastorica, quale è dispiega-ta escatologicamente in Cristo Gesù: «In Lui — scrive l’ap osto-lo Paolo —, sono nascosti tutti i tesori della sapienza e dellascienza» (Col 2, 3). Questo principio teologico e antropologico,esistenziale ed epistemico riveste un peculiare significato ed èchiamato a esibire tutta la sua efficacia non solo all’interno delsistema degli studi ecclesiastici: garantendogli coesione insiemea flessibilità, organicità insieme a dinamicità; ma anche in rap-porto al frammentato e non di rado disintegrato panoramaodierno degli studi universitari e al pluralismo incerto, conflit-tuale o relativistico, delle convinzioni e delle opzioni culturali.

Oggi — come ha ribadito Benedetto XVI nella Caritas in veri-tate, approfondendo il messaggio culturale della Populorum pro-g re s s i o di Paolo VI — «c’è mancanza di sapienza, di riflessione,di pensiero in grado di operare una sintesi orientativa»45. Qui sigioca, in specifico, la mission che è confidata al sistema deglistudi ecclesiastici. Questa precisa e orientatrice direttiva di mar-cia non solo esplicita l’intrinseco significato veritativo del siste-ma degli studi ecclesiastici, ma ne evidenzia anche, soprattuttooggi, l’effettiva rilevanza culturale e umanizzante. In tal senso,è senz’altro positiva e promettente l’odierna riscoperta del prin-cipio dell’i n t e rd i s c i p l i n a r i e t à 46: non tanto nella sua forma “de-b ole” di semplice multidisciplinarità, come approccio che favo-risce una migliore comprensione da più punti di vista di un og-getto di studio; quanto piuttosto nella sua forma “forte” ditransdisciplinarità, come collocazione e fermentazione di tutti isaperi entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienzache promana dalla Rivelazione di Dio.

Così che chi è formato nel quadro delle istituzioni promossedal sistema degli studi ecclesiastici — come auspicava il Beato

28 Discorso alla Comunità della Pontificia Università Gregoriana eai Consociati del Pontificio Istituto Biblico e del Pontificio IstitutoOrientale, 10 aprile 2014: AAS 106 (2014), 374.29 Cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 11; 34ss.; 164-165.30 Ibid., 165.31 Cfr. CONC. ECUM. V A T. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 1.32 Esort. ap. Evangelii gaudium, 111.33 Cfr. Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Mise-ricordia, Misericordiae Vultus, 11 aprile 2015.34 Cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 87 e 272.35 Ibid., 92.36 Cfr. Lett. enc. Laudato si’, 49.37 Cfr. Esort ap. Evangelii gaudium, cap. 4.38 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PA C E , Com-pendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 52; cfr. Esort. ap.Evangelii gaudium, 178.39 Esort. ap. Evangelii gaudium, 195.40 Cfr. Lett. enc. Laudato si’, 240.41 Cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 239.42 Lett. enc. Caritas in veritate, 4.43 Proemio, III; cfr. CONC. ECUM. V A T. II, Cost. past. Gaudium etspes, 62.44 Esort. ap. Evangelii gaudium, 74.45 N. 31.46 Cfr. Esort. ap. Evangelii gaudium, 134.

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

5

J.H. Newman — sappia «dove collocare se stesso e la propriascienza, a cui giunge, per così dire, da una sommità, dopoaver avuto una visione globale di tutto il sapere»4 7. Anche ilBeato Antonio Rosmini, sin dall’800, invitava a una decisariforma nel campo dell’educazione cristiana, ristabilendo iquattro pilastri su cui essa saldamente poggiava nei primi se-coli dell’era cristiana: «l’unicità di scienza, la comunicazionedi santità, la consuetudine di vita, la scambievolezza di amo-re ». L’essenziale — egli argomentava — è ridare unità di con-tenuto, di prospettiva, di obiettivo, alla scienza che viene im-partita a partire dalla Parola di Dio e dal suo culmine in Cri-sto Gesù, Verbo di Dio fatto carne. Se non vi è questo cen-tro vivo, la scienza non ha «né radice né unità» e resta sem-plicemente «attaccata e per così dir pendente alla giovanilememoria». Solo così diventa possibile superare la «nefastaseparazione tra teoria e pratica», perché nell’unità tra scienzae santità «consiste propriamente la genuina indole della dot-trina destinata a salvare il mondo», il cui «ammaestramento[nei tempi antichi] non finiva in una breve lezione giornalie-ra, ma consisteva in una continua conversazione che avevanoi discepoli co’ maestri»48.

d) Un quarto e ultimo criterio concerne la necessità urgen-te di “fare rete” tra le diverse istituzioni che, in ogni partedel mondo, coltivano e promuovono gli studi ecclesiastici,attivando con decisione le opportune sinergie anche con leistituzioni accademiche dei diversi Paesi e con quelle che siispirano alle diverse tradizioni culturali e religiose, dando vi-ta al contempo a centri specializzati di ricerca finalizzati astudiare i problemi di portata epocale che investono oggil’umanità, giungendo a proporre opportune e realistiche pi-ste di risoluzione.

Come ho sottolineato nella Laudato si’, «dalla metà del se-colo scorso, superando molte difficoltà, si è andata afferman-do la tendenza a concepire il pianeta come patria e l’umanitàcome popolo che abita una casa comune»49. La presa di co-scienza di questa interdipendenza «ci obbliga a pensare a unsolo mondo, ad un progetto comune»50. La Chiesa, in particola-re, in sintonia convinta e profetica con l’impulso a una suarinnovata presenza e missione nella storia promosso dal Vati-cano II, è chiamata a sperimentare che la cattolicità che laqualifica come fermento di unità nella diversità e di comu-nione nella libertà, esige per sé e propizia «la polarità tensio-nale tra il particolare e l’universale, tra l’uno e il multiplo,tra il semplice e il complesso. Annichilire questa tensione vacontro la vita dello Spirito»51. Si tratta pertanto di praticareuna forma di conoscenza e d’interpretazione della realtà, nel-la luce del «pensiero di Cristo» (cfr. 1 Cor 2, 16), in cui ilmodello di riferimento e di risoluzione dei problemi «non èla sfera [...] dove ogni punto è equidistante dal centro e nonvi sono differenze tra un punto e l’altro», ma «il poliedro,che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in essomantengono la loro originalità»52.

In realtà, «come possiamo vedere nella storia della Chiesa,il cristianesimo non dispone di un unico modello culturale,bensì, “restando pienamente se stesso, nella totale fedeltàall’annuncio evangelico e alla Tradizione ecclesiale, esso por-terà anche il volto delle tante culture e dei tanti popoli incui è accolto e radicato”53. Nei diversi popoli che sperimen-tano il dono di Dio secondo la propria cultura, la Chiesaesprime la sua autentica cattolicità e mostra “la bellezza diquesto volto pluriforme”54. Nelle espressioni cristiane di unpopolo evangelizzato, lo Spirito Santo abbellisce la Chiesa,mostrandole nuovi aspetti della Rivelazione e regalandole unnuovo volto»55.

Questa prospettiva — è evidente — traccia un compito esi-gente per la teologia così come, nelle loro specifiche compe-tenze, per le altre discipline contemplate negli studi ecclesia-stici. Con una bella immagine Benedetto XVI, riferendosi allaTradizione della Chiesa, ha affermato che essa «non è tra-smissione di cose o di parole, una collezione di cose morte.La Tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini, ilfiume vivo nel quale sempre le origini sono presenti»56.«Questo fiume irriga diverse terre, alimenta diverse geogra-fie, facendo germogliare il meglio di quella terra, il meglio diquella cultura. In questo modo, il Vangelo continua a incar-narsi in tutti gli angoli del mondo, in maniera sempre nuo-va»5 7. La teologia, non vi è dubbio, dev’essere radicata e fon-data nella Sacra Scrittura e nella Tradizione vivente, ma pro-prio per questo deve accompagnare simultaneamente i pro-cessi culturali e sociali, in particolare le transizioni difficili.Anzi, «in questo tempo la teologia deve farsi carico anchedei conflitti: non solamente quelli che sperimentiamo dentrola Chiesa, ma anche quelli che riguardano il mondo inte-ro » 58. Si tratta di «accettare, di sopportare il conflitto, risol-verlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuo-

vo processo», acquisendo «uno stile di costruzione della sto-ria, un ambito vitale dove i conflitti, le tensioni e gli oppostipossono raggiungere una pluriforme unità che genera nuovavita. Non significa puntare al sincretismo, né all’assorbimen-to di uno nell’altro, ma alla risoluzione di un piano superio-re che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità incontrasto»59.

5. Nel rilanciare gli studi ecclesiastici si avverte la viva esi-genza di imprimere un nuovo impulso alla ricerca scientificacondotta nelle nostre Università e Facoltà ecclesiastiche. LaCostituzione Apostolica Sapientia christiana introduceva la ri-cerca come un «dovere fondamentale» in costante «contattocon la realtà stessa [...] per comunicare la dottrina agli uomi-ni del proprio tempo nella varietà delle culture»60. Ma nellanostra epoca, segnata dalla condizione multiculturale e mul-tietnica, nuove dinamiche sociali e culturali impongono unallargamento di questi scopi. Difatti per adempiere alla mis-sione salvifica della Chiesa «non è sufficiente la preoccupa-zione dell’evangelizzatore di giungere ad ogni persona [...] ilVangelo si annuncia anche alle culture nel loro insieme»61.Gli studi ecclesiastici non possono limitarsi a trasferire cono-scenze, competenze, esperienze, agli uomini e alle donne delnostro tempo, desiderosi di crescere nella loro consapevolez-za cristiana, ma devono acquisire l’urgente compito di elabo-rare strumenti intellettuali in grado di proporsi come para-digmi d’azione e di pensiero, utili all’annuncio in un mondocontrassegnato dal pluralismo etico-religioso. Ciò richiedenon solo una profonda consapevolezza teologica, ma la ca-pacità di concepire, disegnare e realizzare, sistemi di rappre-sentazione della religione cristiana capace di entrare in pro-fondità in sistemi culturali diversi. Tutto questo invoca uninnalzamento della qualità della ricerca scientifica e un avan-zamento progressivo del livello degli studi teologici e dellescienze collegate. Non si tratta solo di estendere il campodella diagnosi, di arricchire il complesso dei dati a disposi-zione per leggere la realtà62, ma di approfondire per «comu-nicare meglio la verità del Vangelo in un contesto determina-to, senza rinunciare alla verità, al bene e alla luce che puòapportare quando la perfezione non è possibile»63.

Affido in primo luogo alla ricerca condotta nelle Universi-tà, Facoltà e Istituti ecclesiastici il compito di svilupparequella «apologetica originale» che ho indicato nella Evangeliigaudium, affinché esse aiutino «a creare le disposizioni per-ché il Vangelo sia ascoltato da tutti»64.

In questo contesto, indispensabile diventa la creazione dinuovi e qualificati centri di ricerca in cui possano interagirecon libertà responsabile e trasparenza reciproca — come hoauspicato nella Laudato si’ — studiosi provenienti dai diversi

47 L’Idea di Università, tr. it., Vita e Pensiero, Milano 1976, p.201.48 Cfr. Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, a cura di A.Valle (Opere di Antonio Rosmini, vol. 56), Città Nuova Ed.,Roma 19982, cap. II, passim.49 N. 164.50 Ibid.51 Videomessaggio al Congresso Internazionale di Teologia pressola Pontificia Università Cattolica Argentina “Santa María de losBuenos Aires”, 1-3 settembre 2015.52 Esort. ap. Evangelii gaudium, 236.53 GI O VA N N I PAOLO II, Lett. ap. Novo Millennio ineunte (6gennaio 2001), 40.54 Ibid.55 Esort. ap. Evangelii gaudium, 116.56 Catechesi, 26 aprile 2006.57 Videomessaggio al Congresso Internazionale di Teologia pressola Pontificia Università Cattolica Argentina “Santa María de losBuenos Aires”, 1-3 settembre 2015, in riferimento qui a Evan-gelii gaudium, 115.58 Lettera al Gran Cancelliere della Pontificia Universidad Cató-lica Argentina nel centesimo anniversario della Facoltà di Teolo-gia, 3 marzo 2015.59 Esort. ap. Evangelii gaudium, 227-228.60 Proemio, III.61 Esort. ap. Evangelii gaudium, 133.62 Cfr. Lett. enc. Laudato si’, 47; Esort. ap. Evangelii gau-dium, 50.63 Esort. ap. Evangelii gaudium, 45.64 Ibid., 132.

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

6

universi religiosi e dalle differenti competenze scientifiche, inmodo da «entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura del-la natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete dirispetto e di fraternità»65. In tutti i Paesi, le Università costitui-scono la sede primaria della ricerca scientifica per il progressodelle conoscenze e della società, svolgendo un ruolo determi-nante per lo sviluppo economico, sociale e culturale, soprattut-to in un tempo come il nostro segnato da veloci, costanti e vi-stosi cambiamenti nel campo delle scienze e delle tecnologie.Anche negli accordi internazionali viene rimarcata la responsa-bilità centrale dell’Università nelle politiche della ricerca e lanecessità di coordinarle creando reti di centri specializzati cosìda facilitare, tra l’altro, la mobilità dei ricercatori.

In questo senso, si stanno progettando poli di eccellenza in-terdisciplinari e iniziative finalizzate ad accompagnare l’evolu-zione delle tecnologie avanzate, la qualificazione delle risorseumane e i programmi di integrazione. Anche gli studi ecclesia-stici, nello spirito di una Chiesa “in uscita”, sono chiamati a do-tarsi di centri specializzati che approfondiscano il dialogo con idiversi ambiti scientifici. In particolare, la ricerca condivisa econvergente tra specialisti di diverse discipline viene a costituireun qualificato servizio al Popolo di Dio, e in particolare al Ma-gistero, nonché un sostegno della missione della Chiesa di an-nunciare la buona novella di Cristo a tutti, dialogando con lediverse scienze a servizio di una sempre più profonda penetra-zione e applicazione della verità nella vita personale e sociale.

Gli studi ecclesiastici saranno così in grado di apportare il lo-ro specifico e insostituibile contributo ispiratore e orientatore, epotranno enucleare ed esprimere in forma nuova, interpellantee realistica il proprio compito. È sempre stato e sempre sarà co-sì! La teologia e la cultura d’ispirazione cristiana sono stateall’altezza della loro missione quando hanno saputo vivere ri-schiosamente e con fedeltà sulla frontiera. «Le domande delnostro popolo, le sue pene, le sue battaglie, i suoi sogni, le suelotte, le sue preoccupazioni, possiedono un valore ermeneuticoche non possiamo ignorare se vogliamo prendere sul serio ilprincipio dell’incarnazione. Le sue domande ci aiutano a do-

mandarci, i suoi interrogativi c’interrogano. Tutto ciò ci aiutaad approfondire il mistero della Parola di Dio, Parola che esigee chiede che si dialoghi, che si entri in comunione»66.

6. Quella che oggi emerge di fronte ai nostri occhi è «unagrande sfida culturale, spirituale ed educativa che implicheràlunghi processi di rigenerazione»67, anche per le Università eFacoltà ecclesiastiche.

Ci guidi, ci illumini e ci sostenga in questa impegnativa e af-fascinante stagione segnata dall’impegno a una rinnovata e lun-gimirante configurazione prospettica degli studi ecclesiastici, lafede gioiosa e incrollabile in Gesù crocifisso e risorto, centro eSignore della storia. La sua risurrezione, col dono sovrabbon-dante dello Spirito Santo, «produce in ogni luogo germi diquesto mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano aspuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato latrama nascosta di questa storia»68.

Maria Santissima, che all’annuncio dell’Angelo ha concepitocon gioia ineffabile il Verbo di Verità, accompagni il nostrocammino ottenendo dal Padre di ogni grazia la benedizione diluce e di amore che con la fiducia dei figli attendiamo nellasperanza dal Figlio suo e nostro Signore Gesù Cristo, nellagioia dello Spirito Santo!

65 N. 201.66 Videomessaggio al Congresso Internazionale di Teologia presso laPontificia Università Cattolica Argentina “Santa María de los Bue-nos Aires”, 1-3 settembre 2015.67 Lett. enc. Laudato si’, 202.68 Esort. ap. Evangelii gaudium, 278.

Parte prima

Norme comuniTITOLO I

NAT U R A E FINALITÀ DELLE UNIVERSITÀE FA C O LT À ECCLESIASTICHE

Art. 1. La Chiesa, per compiere la missione evangelizzatri-ce affidatale da Cristo, ha il diritto e il dovere di erigere epromuovere Università e Facoltà, che da essa dipendano (cfr.can. 815 CIC).

Art. 2. §1. Nella presente Costituzione, Università e Facol-tà ecclesiastiche sono dette quelle istituzioni di educazionesuperiore che, canonicamente erette o approvate dalla SedeApostolica, coltivano ed insegnano la dottrina sacra e lescienze con essa collegate, fruendo del diritto di conferire igradi accademici per autorità della Santa Sede (cfr can. 817CIC; can. 648 CCEO).

§2. Esse possono essere un’Università o Facoltà ecclesiasti-ca sui iuris, una Facoltà ecclesiastica all’interno di un’Univer-sità cattolica (cfr GI O VA N N I PAOLO II, Cost. ap. Ex corde Ec-clesiae, art. 1, §2: AAS 82 [1990], 1502) oppure una Facoltà ec-clesiastica all’interno di un’altra Università.

Art. 3. Le finalità delle Facoltà ecclesiastiche sono:§1. coltivare e promuovere, mediante la ricerca scientifica,

le proprie discipline, cioè quelle direttamente o indirettamen-te connesse con la Rivelazione cristiana o che servono in unmodo diretto alla missione della Chiesa, enucleare sistemati-camente le verità in essa contenute, considerare alla loro lucei nuovi problemi che sorgono, e presentarle agli uomini delproprio tempo nel modo adatto alle diverse culture;

§2. formare ad un livello di alta qualificazione gli studentinelle proprie discipline secondo la dottrina cattolica, prepa-rarli convenientemente ad affrontare i loro compiti, e pro-

muovere la formazione continua o permanente, nei ministridella Chiesa;

§3. aiutare attivamente, secondo la propria natura e instretta comunione con la Gerarchia, sia le Chiese particolarisia quella universale in tutta l’opera dell’evangelizzazione.

Art. 4. È compito delle Conferenze Episcopali interessarsialacremente della vita e del progresso delle Università e Fa-coltà ecclesiastiche a motivo della loro particolare importan-za ecclesiale.

Art. 5. L’erezione o l’approvazione canonica delle Univer-sità e delle Facoltà ecclesiastiche è riservata alla Congrega-zione per l’Educazione Cattolica, che ad esse sovrintende anorma del diritto (cfr. can. 816, §1 CIC; can. 649 CCEO; GIO-VA N N I PAOLO II, Cost. ap. Pastor bonus, art. 116, §2: AAS 80[1988], 889).

Art. 6. Alle sole Università e Facoltà canonicamente eretteo approvate dalla Santa Sede, ed ordinate a norma di questaCostituzione, compete il diritto di conferire i gradi accade-mici aventi valore canonico (cfr can. 817 CIC; can. 648 CCEO)salvo restando il diritto peculiare della Pontificia Commissio-ne Biblica (cfr. Pauli VI Sedula Cura: AAS 63 [1971], 665 ss.;Pont. Commissionis Biblicae Ratio Periclitandae Doctrinae: AAS

67 [1975], 153 ss.).

Art. 7. Gli Statuti di ciascuna Università o Facoltà, da re-digere a norma della presente Costituzione, devono essereapprovati dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica(cfr. can. 816, §2 CIC; can. 650 CCEO).

Art. 8. Le Facoltà ecclesiastiche erette o approvate dallaSanta Sede in Università non ecclesiastiche, le quali conferi-scano gradi accademici sia canonici che civili, devono osser-

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

7

vare le prescrizioni di questa Costituzione, rispettando le con-venzioni bilaterali e multilaterali stipulate dalla Santa Sede conle diverse Nazioni o con le stesse Università.

Art. 9. §1. Le Facoltà, che non sono state erette o approvatecanonicamente dalla Santa Sede, non possono conferire gradiaccademici aventi valore canonico.

§2. I gradi accademici conferiti da queste Facoltà, per conse-guire alcuni determinati effetti canonici, hanno bisogno del ri-conoscimento della Congregazione per l’Educazione Cattolica.

§3. Per tale riconoscimento, da concedersi per motivi partico-lari a gradi singoli, devono essere adempiute le condizioni sta-bilite dalla stessa Congregazione.

Art. 10. Per dare la dovuta esecuzione alla presente Costitu-zione si devono osservare le Norme applicative emanate dallaCongregazione per l’Educazione Cattolica.

TITOLO II

LA COMUNITÀ ACCADEMICA

ED IL SUO GOVERNO

Art. 11. §1. L’Università o la Facoltà è una comunità di stu-dio, di ricerca e di formazione che opera istituzionalmente peril raggiungimento dei fini primari di cui all’art. 3, in conformitàai principi della missione evangelizzatrice della Chiesa.

§2. Nella comunità accademica, tutte le persone, sia singolar-mente prese sia raccolte in consigli, sono corresponsabili delbene comune e concorrono, nell’ambito delle rispettive compe-tenze, al conseguimento dei fini della comunità medesima.

§3. Perciò, devono essere esattamente determinati i loro dirit-ti e doveri nell’ambito della comunità accademica, affinché sia-no convenientemente esercitati in limiti precisati negli Statuti.

Art. 12. Il Gran Cancelliere rappresenta la Santa Sede pressol’Università o la Facoltà e così pure questa presso la Santa Se-de, ne promuove la conservazione e il progresso, ne favorisce lacomunione con la Chiesa sia particolare che universale.

Art. 13. §1. L’Università o la Facoltà dipendono giuridica-mente dal Gran Cancelliere, a meno che la Sede Apostolicanon abbia stabilito diversamente.

§2. Qualora le circostanze lo suggeriscano, si può avere an-che un Vice Gran Cancelliere, la cui autorità deve essere deter-minata negli Statuti.

Art. 14. Se il Gran Cancelliere è diverso dall’Ordinario delluogo, si stabiliscano norme, in base alle quali ambedue possa-no adempiere al proprio compito in modo concorde.

Art. 15. Le Autorità accademiche sono personali e collegiali.Sono Autorità personali, in primo luogo, il Rettore o il Preside,e il Decano. Sono Autorità collegiali i diversi Organi direttivi,o Consigli, sia di Università che di Facoltà.

Art. 16. Gli Statuti dell’Università o della Facoltà devono fis-sare con precisione i nomi e gli uffici delle Autorità accademi-che, le modalità della loro designazione e la loro durata in cari-ca, tenuto conto sia della natura canonica dell’Università o Fa-coltà, sia della prassi universitaria della propria regione.

Art. 17. Le Autorità accademiche siano scelte tra persone ve-ramente esperte della vita universitaria e, di regola, tra i docentidi qualche Facoltà.

Art. 18. La nomina o almeno la conferma dei titolari dei se-guenti uffici spetta alla Congregazione per l’Educazione Catto-lica:

— il Rettore di un’Università ecclesiastica,— il Preside di una Facoltà ecclesiastica sui iuris,— il Decano di una Facoltà ecclesiastica in seno ad un’Uni-

versità cattolica o ad un’altra Università.

Art. 19. §1. Gli Statuti stabiliscano in qual modo debbanocollaborare tra loro le Autorità personali e quelle collegiali, dimodo che, pur rispettando scrupolosamente il principio di col-legialità soprattutto nelle questioni più importanti e, segnata-mente, in quelle accademiche, le Autorità personali godano diquel potere che effettivamente conviene al loro ufficio.

§2. Ciò vale anzitutto per il Rettore, il quale ha il compito didirigere l’intera Università e di promuoverne nei modi conve-nienti l’unità, la collaborazione, il progresso.

Art. 20. §1. Quando le Facoltà sono parte di un’Universitàecclesiastica o di un’Università cattolica, negli Statuti si deveprovvedere a coordinare opportunamente il loro governo conquello dell’intera Università, in modo da promuovere conve-nientemente il bene sia delle singole Facoltà che dell’Università,e da favorire la collaborazione di tutte le Facoltà tra di loro.

§2. Le esigenze canoniche delle Facoltà ecclesiastiche devonoessere salvaguardate anche quando queste sono inserite inun’Università non ecclesiastica.

Art. 21. Se la Facoltà è congiunta con un Seminario Maggio-re o con un Collegio, fatta salva la dovuta collaborazione intutto ciò che attiene al bene degli studenti, gli Statuti devonocon chiarezza ed efficacia provvedere a che la direzione accade-mica e l’amministrazione della Facoltà siano debitamente distin-te dal governo e dall’amministrazione del Seminario Maggioreo del Collegio.

TITOLO IIII DO CENTI

Art. 22. In ciascuna Facoltà deve esserci un numero di do-centi, soprattutto stabili, che corrisponda all’importanza ed allosviluppo delle singole discipline, come anche alla debita assi-stenza ed al profitto degli studenti.

Art. 23. Devono esserci diversi ordini di docenti, da determi-nare negli Statuti secondo il grado di preparazione, di inseri-mento, di stabilità e di responsabilità nella Facoltà, tenendoconto opportunamente della prassi seguita nelle Università del-la regione.

Art. 24. Gli Statuti devono precisare a quali Autorità compe-tano la cooptazione, la nomina, la promozione dei docenti, so-prattutto quando si tratti di conferire loro stabilmente l’ufficio.

Art. 25. §1. Perché uno sia legittimamente cooptato tra i do-centi stabili di una Facoltà, si richiede che egli:

1° si distingua per ricchezza di dottrina, per testimonianza divita cristiana e ecclesiale, per senso di responsabilità;

2° sia fornito del congruo dottorato o di titolo equipollente,o di meriti scientifici del tutto singolari;

3° si sia dimostrato idoneo alla ricerca scientifica con docu-menti probanti, in particolare con la pubblicazione di disserta-zioni;

4° dimostri di possedere capacità didattica all’insegnamento.§2. Questi requisiti per l’assunzione dei docenti stabili devo-

no essere applicati, fatte le debite proporzioni, ai docenti nonstabili.

§3. I requisiti scientifici per la cooptazione dei docenti in vi-gore nella prassi universitaria della regione dovranno essere te-nuti opportunamente in conto.

Art. 26. §1. Tutti i docenti, di qualsiasi categoria, devonosempre distinguersi per onestà di vita, integrità di dottrina, de-dizione al dovere, così da poter efficacemente contribuire alraggiungimento del fine proprio di una istituzione accademicaecclesiastica. Quando viene meno uno di questi requisiti, i do-centi devono essere rimossi dal loro incarico, osservando il pro-cedimento previsto (cfr. cann. 810, §1 e 818 CIC).

§2. Coloro poi che insegnano materie concernenti la fede e lamorale, occorre che siano consapevoli che tale compito deve es-sere svolto in piena comunione col Magistero autentico dellaChiesa e, in particolare, del Romano Pontefice (cfr. Lumen gen-tium, 25, 21 novembre 1965: AAS 57 [1965], 29-31; nonché l’I s t ru -zione della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla vo-cazione ecclesiale del teologo, Donum veritatis, 24 maggio 1990:AAS 82 [1990], 1550-1570).

Art. 27. §1. Coloro che insegnano discipline concernenti la fe-de e la morale devono ricevere, dopo aver emesso la professionedi fede (cfr. can. 833, n. 7 CIC), la missione canonica dal GranCancelliere o da un suo delegato; essi, infatti, non insegnanoper autorità propria, ma in forza della missione ricevuta dallaChiesa. Gli altri docenti, invece, devono ricevere l’autorizzazio-ne ad insegnare dal Gran Cancelliere o dal suo delegato.

§2. Tutti i docenti, prima che sia loro conferita la nomina astabili o siano promossi al più alto ordine didattico, o in en-trambi i casi, a seconda di quanto è precisato negli Statuti, han-no bisogno del nulla osta della Santa Sede.

Art. 28. La promozione agli ordini superiori avviene dopo unconveniente intervallo di tempo, in rapporto alla capacità di in-

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

8

segnamento, alle ricerche svolte, ai lavori scientifici pubblicati,allo spirito di collaborazione nell’insegnamento e nella ricerca,all’impegno di dedizione alla Facoltà.

Art. 29. I docenti, per poter assolvere al loro ufficio, siano li-beri da altre incombenze, incompatibili con i loro compiti di ri-cerca e di insegnamento, secondo quanto è richiesto negli Sta-tuti dai singoli ordini di docenti (cfr. can. 152 CIC; can. 942CCEO).

Art. 30. Gli Statuti devono determinare:a) quando ed a quali condizioni i docenti cessino dal loro uf-

ficio;b) per quali motivi e con quale procedura essi possano essere

sospesi o rimossi o anche privati dall’ufficio, in modo da prov-vedere convenientemente alla tutela dei diritti sia del docente,sia della Facoltà od Università, in primo luogo dei suoi studen-ti, sia anche della stessa comunità ecclesiale.

TITOLO IVGLI STUDENTI

Art. 31. Le Facoltà ecclesiastiche sono aperte a tutti coloroche, forniti di regolare attestato, siano idonei, per la condottamorale e per precedenti studi compiuti, ad esservi iscritti.

Art. 32. §1. Perché uno possa iscriversi alla Facoltà per il con-seguimento dei gradi accademici, deve presentare il titolo distudio richiesto per l’ammissione all’Università civile della pro-pria nazione, o della regione nella quale la Facoltà si trova.

§2. La Facoltà provveda a determinare negli Statuti gli altrieventuali requisiti, oltre a quello stabilito al §1, necessari per in-traprendere il proprio curricolo di studi, anche per quel che ri-guarda la conoscenza delle lingue sia antiche che moderne.

§3. La Facoltà provveda a determinare negli Statuti ancheprocedure per valutare le modalità di trattamento dei casi di ri-fugiati, profughi e persone in situazioni analoghe sprovvisti del-la regolare documentazione richiesta.

Art. 33. Gli studenti devono osservare fedelmente le normedella Facoltà circa l’ordinamento generale e la disciplina — inprimo luogo circa i programmi degli studi, la frequenza, gli esa-mi — come anche tutte le altre disposizioni concernenti la vitadella Facoltà. Per questo motivo, l’Università e le singole Facol-tà predispongano i modi affinché gli studenti conoscano gliStatuti e i Regolamenti.

Art. 34. Gli Statuti devono definire in qual modo gli studen-ti, sia singolarmente presi che associati, partecipino alla vitadella comunità accademica in quelle cose nelle quali essi posso-no contribuire al bene comune della Facoltà o dell’Università.

Art. 35. Gli Statuti devono parimenti determinare in qualmodo gli studenti, per gravi motivi, possano essere sospesi dacerti diritti, o esserne privati, o essere addirittura esclusi dallaFacoltà, così che si provveda opportunamente alla tutela dei di-ritti sia dello studente che della Facoltà od Università, comeanche a quelli della stessa comunità ecclesiale.

TITOLO VGLI OFFICIALI E IL PERSONALE AM M I N I S T R AT I V O

E DI SERVIZIO

Art. 36. §1. Nel governo e nell’amministrazione dell’Universi-tà o della Facoltà le Autorità siano coadiuvate da Officiali, de-bitamente competenti nelle loro funzioni.

§2. Gli Officiali sono in primo luogo il Segretario, il Biblio-tecario, l’Economo e altri che l’istituzione ritenga opportuni. Iloro diritti e doveri devono essere stabiliti negli Statuti o neiRegolamenti.

TITOLO VIL’ORDINAMENTO DEGLI STUDI

Art. 37. §1. Nel predisporre l’ordinamento degli studi si osser-vino diligentemente i principi e le norme, che secondo la diver-sità della materia sono contenuti nei documenti ecclesiastici, so-prattutto in quelli del Concilio Vaticano II; si tenga, però, con-to nello stesso tempo delle acquisizioni sicure, che derivano dal

progresso scientifico e che contribuiscono peculiarmente a risol-vere le questioni oggi in discussione.

§2. Nelle singole Facoltà si adotti il metodo scientifico ri-spondente alle esigenze proprie delle singole scienze. Si appli-chino pure opportunamente i recenti metodi didattici e pedago-gici, atti a meglio promuovere l’impegno personale degli stu-denti e la loro partecipazione attiva agli studi.

Art. 38. §1. A norma del Concilio Vaticano II, in base all’in-dole propria delle singole Facoltà:

1° sia riconosciuta una giusta libertà (cfr. Gaudium et spes, 59:AAS 58 [1966], 1080) di ricerca e di insegnamento perché si pos-sa avere un autentico progresso nella conoscenza e nella com-prensione della verità divina;

2° al tempo stesso appaia:a) che la vera libertà di insegnamento è contenuta necessaria-

mente entro i confini della Parola di Dio, così com’essa è co-stantemente insegnata dal Magistero vivo della Chiesa;

b) che parimenti la vera libertà di ricerca poggia necessaria-mente sulla ferma adesione alla Parola di Dio e su un atteggia-mento d’ossequio verso il Magistero della Chiesa, al quale èstato affidato il compito di interpretare autenticamente la Paro-la di Dio.

§2. Perciò, in materia tanto importante e delicata, si deveprocedere con fiducia e senza sospetto, ma anche con prudenzae senza temerarietà, soprattutto nell’insegnamento; si devono,inoltre, armonizzare con cura le esigenze scientifiche con le ne-cessità pastorali del popolo di Dio.

Art. 39. In ogni Facoltà si ordini convenientemente il currico-lo degli studi attraverso diversi gradi o cicli, da adattare secon-do le esigenze della materia, così che solitamente:

a) dapprima sia data una informazione generale, mediantel’esposizione coordinata di tutte le discipline insieme con l’in-troduzione all’uso del metodo scientifico;

b) successivamente si intraprenda lo studio approfondito diun particolare settore delle discipline, e contemporaneamente siesercitino più compiutamente gli studenti nell’uso del metododella ricerca scientifica;

c) infine si arrivi progressivamente alla maturità scientifica,soprattutto mediante un lavoro scritto, che contribuisca effetti-vamente all’avanzamento della scienza.

Art. 40. §1. Si determinino le discipline che si richiedono ne-cessariamente per il raggiungimento del fine specifico della Fa-coltà, e quelle che, in diverso modo, servono al raggiungimentodi tale fine, così da classificarle opportunamente.

§2. Nelle singole Facoltà le discipline siano ordinate in modotale da formare un corpo organico, servire alla solida ed armo-nica formazione degli studenti, rendere più facile la mutua col-laborazione dei docenti.

Art. 41. Le lezioni, soprattutto nel ciclo istituzionale, si devo-no tenere obbligatoriamente e devono essere frequentate daglistudenti secondo le norme che l’ordinamento degli studi prov-vederà a determinare.

Art. 42. Le esercitazioni e i seminari, soprattutto nel ciclo dispecializzazione, devono essere condotti con assiduità sotto laguida dei docenti, e devono essere di continuo integrati me-diante lo studio privato ed il frequente colloquio con i docenti.

Art. 43. L’ordinamento degli studi della Facoltà definiscaquali esami o prove equivalenti debbano essere sostenute daglistudenti, sia per iscritto sia oralmente, alla fine del semestre odell’anno, e soprattutto del ciclo perché sia possibile verificareil loro profitto in ordine alla prosecuzione degli studi nella Fa-coltà ed al conseguimento dei gradi accademici.

Art. 44. Gli Statuti o i Regolamenti devono parimenti deter-minare quale conto si debba fare degli studi compiuti altrove,in rapporto soprattutto alla concessione di dispense per alcunediscipline o esami, o anche alla riduzione dello stesso curricolodegli studi, rispettando peraltro le disposizioni della Congrega-zione per l’Educazione Cattolica.

TITOLO VIII GRADI ACCADEMICI

ED A LT R I TITOLI

Art. 45. §1. Al termine dei singoli cicli del curricolo degli stu-di, può essere conferito un conveniente grado accademico, che

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

9

deve essere stabilito per le singole Facoltà, tenuto conto sia del-la durata del ciclo, sia delle discipline in esso insegnate.

§2. Perciò, negli Statuti delle singole Facoltà devono esseredeterminati con cura, secondo le norme comuni e particolaridella presente Costituzione, tutti i gradi che siano conferiti ed aquali condizioni.

Art. 46. I gradi accademici, che si conferiscono in una Facol-tà ecclesiastica, sono: il Baccalaureato, la Licenza, il Dottorato.

Art. 47. I gradi accademici, negli Statuti delle singole Facol-tà, possono essere espressi anche con altre denominazioni, tenu-to conto della prassi universitaria della regione, purché sia indi-cata con chiarezza la loro equivalenza con i gradi accademicisopra menzionati e sia salvaguardata l’uniformità tra le Facoltàecclesiastiche della stessa regione.

Art. 48. Nessuno può conseguire un grado accademico senon sia stato iscritto regolarmente alla Facoltà, non abbia termi-nato il curricolo degli studi prescritto dall’ordinamento deglistudi, e superato i relativi esami ed eventuali altre modalità dip ro v a .

Art. 49. §1. Per poter essere ammesso al Dottorato, occorreaver conseguito la Licenza.

§2. Per conseguire il Dottorato si richiede inoltre una disser-tazione dottorale, che contribuisca effettivamente al progressodella scienza, sia stata elaborata sotto la guida di un docente,pubblicamente discussa, approvata collegialmente e, almenonella sua parte principale, pubblicata.

Art. 50. §1. Il Dottorato è il grado accademico che abilitaall’insegnamento in una Facoltà, ed è perciò richiesto a tale fi-ne; la Licenza è il grado accademico che abilita all’insegnamen-to in un Seminario Maggiore o in una istituzione equivalenteed è perciò richiesto a tale fine.

§2. I gradi accademici, richiesti per ricoprire i diversi ufficiecclesiastici, sono stabiliti dalla competente Autorità ecclesiasti-ca.

Art. 51. Il Dottorato honoris causa può essere conferito perspeciali meriti scientifici o culturali, acquisiti nel promuovere lescienze ecclesiastiche.

Art. 52. Oltre ai gradi accademici, le Facoltà possono conferi-re altri titoli, secondo la diversità delle Facoltà e l’o rd i n a m e n t odegli studi nelle singole Facoltà.

TITOLO VIIII SUSSIDI DI D AT T I C I

Art. 53. Per il raggiungimento dei propri fini specifici, soprat-tutto per il compimento delle ricerche scientifiche, in ciascunaUniversità o Facoltà deve esserci una biblioteca adeguata, ri-spondente ai bisogni dei docenti e degli studenti, ordinata con-venientemente e fornita degli opportuni cataloghi.

Art. 54. Mediante lo stanziamento annuale di una congruasomma di denaro, la biblioteca sia costantemente arricchita dilibri, antichi e recenti, e delle principali riviste, così che essapossa efficacemente servire tanto all’approfondimento e all’inse-gnamento delle discipline, quanto al loro apprendimento, comeanche alle esercitazioni e ai seminari.

Art. 55. Alla biblioteca deve essere preposto un esperto inmateria, il quale sarà aiutato da un adeguato Consiglio e parte-ciperà in modo opportuno ai Consigli dell’Università o Facoltà.

Art. 56. §1. La Facoltà deve disporre, altresì, dei sussidi infor-matici e tecnici audiovisivi, ecc., che siano di aiuto alla didatti-ca e alla ricerca.

§2. In rapporto alla particolare natura e finalità dell’Univer-sità o della Facoltà, vi siano pure Istituti di ricerca e laboratoriscientifici, con anche altri sussidi necessari al raggiungimentodel fine, che è suo proprio.

TITOLO IXL’AMMINISTRAZIONE ECONOMICA

Art. 57. L’Università o la Facoltà deve disporre dei mezzieconomici necessari per il conveniente raggiungimento della suaspecifica finalità. Dev’essere esattamente compilato il quadrodello stato patrimoniale e dei diritti di proprietà.

Art. 58. Gli Statuti determinino, secondo le norme della rettaeconomia, la funzione dell’Economo, come anche le competen-ze del Rettore o del Preside e dei Consigli nella gestione eco-nomica dell’Università o della Facoltà, così che sia assicuratauna sana amministrazione.

Art. 59. Al personale, docente e non, sia corrisposta una con-grua retribuzione, tenuto conto delle consuetudini vigenti nellaregione, anche in rapporto alla previdenza ed alle assicurazioniso ciali.

Art. 60. Gli Statuti parimenti determinino le norme generalicirca i modi di partecipazione degli studenti alle spese dell’Uni-versità o della Facoltà, mediante il pagamento di tasse accade-miche.

TITOLO XLA PIANIFICAZIONE

E LA COLLABORAZIONEDELLE FA C O LT À

Art. 61. §1. Deve essere curata con diligenza la cosiddettapianificazione, al fine di provvedere sia alla conservazione ed alprogresso delle Università e delle Facoltà, sia alla loro conve-niente distribuzione nelle varie parti della terra.

§2. Per attuare quest’opera la Congregazione per l’Educazio-ne Cattolica sarà aiutata dai suggerimenti delle Conferenze Epi-scopali e da una Commissione di esperti.

Art. 62. §1. L’erezione o l’approvazione di una nuova Uni-versità o Facoltà viene decisa dalla Congregazione per l’Educa-zione Cattolica (cfr can. 816 §1 CIC; cann. 648-649 CCEO),quando si abbiano tutti i requisiti, sentito anche il parere delVescovo diocesano o eparchiale, della Conferenza Episcopale,nonché degli esperti, specialmente delle Facoltà più vicine.

§2. Per erigere canonicamente una Università ecclesiastica so-no necessarie 4 Facoltà ecclesiastiche, per un Ateneo ecclesiasti-co 3 Facoltà ecclesiastiche.

§3. L’Università ecclesiastica e la Facoltà ecclesiastica sui iurisgodono ipso iure della personalità giuridica pubblica.

§4. Spetta alla Congregazione per l’Educazione Cattolicaconcedere con decreto la personalità giuridica a una Facoltà ec-clesiastica appartenente a un’Università civile.

Art. 63. §1. L’affiliazione di un Istituto ad una Facoltà per ilconseguimento del Baccalaureato, viene decretata dalla Congre-gazione per l’Educazione Cattolica, dopo l’adempimento dellecondizioni stabilite dalla stessa.

§2. È vivamente raccomandato che gli Studi Teologici siadelle diocesi sia degli istituti religiosi, siano affiliati ad una Fa-coltà di Teologia.

Art 64. L’aggregazione e l’incorporazione di un Istituto aduna Facoltà, per il conseguimento anche di gradi accademicisuperiori, sono decretate dalla Congregazione per l’EducazioneCattolica, dopo l’adempimento delle condizioni stabilite dallastessa.

Art. 65. L’erezione di un Istituto Superiore di Scienze Reli-giose richiede il suo collegamento con una Facoltà di Teologiasecondo le norme peculiari emanate dalla Congregazione perl’Educazione Cattolica.

Art. 66. La collaborazione tra le Facoltà sia di una stessaUniversità, sia di una stessa regione, sia anche di un più ampioterritorio, deve essere diligentemente curata (cfr can. 820 CIC).Essa, infatti, è di grande giovamento per promuovere la ricercascientifica dei docenti e la migliore formazione degli studenti,come pure per sviluppare quella che vien detta solitamente «in-terdisciplinarità» e che appare sempre più necessaria; e, pari-menti, per sviluppare la cosiddetta «complementarietà» tra levarie Facoltà; e, in generale, per realizzare la penetrazione dellasapienza cristiana in tutta la cultura.

Art. 67. Quando un’Università o una Facoltà ecclesiasticanon adempie più le condizioni richieste per la sua erezione oapprovazione, spetta alla Congregazione per l’Educazione Cat-tolica, avvertito previamente il Gran Cancelliere, e il Rettore oil Preside secondo le circostanze, e dopo aver sentito il pareredel Vescovo diocesano o eparchiale e della Conferenza Episco-pale, prendere la decisione sulla sospensione dei diritti accade-mici, la revoca dell’approvazione come Università o Facoltà ec-clesiastica o sulla soppressione dell’istituzione.

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

10

Art. 68. Oltre le norme comuni a tutte le Facoltà ecclesiasti-che stabilite nella prima parte di questa Costituzione, sono quiproposte norme speciali per alcune Facoltà, attesa la loro parti-colare natura ed importanza nella Chiesa.

TITOLO ILA FA C O LT À DI TEOLO GIA

Art. 69. La Facoltà di Teologia ha lo scopo di approfondire edi trattare sistematicamente, secondo il metodo scientifico adessa proprio, la dottrina cattolica, attinta con la massima dili-genza dalla divina Rivelazione; e quello, ancora, di ricercare ac-curatamente le soluzioni dei problemi umani alla luce dellastessa Rivelazione.

Art. 70. §1. Lo studio della Sacra Scrittura deve essere comel’anima della Teologia, la quale si basa, come su un perennefondamento, sulla Parola scritta di Dio insieme con la viva Tra-dizione (cfr. Dei Verbum, 24: AAS 58 [1966], 827).

§2. Le singole discipline teologiche devono essere insegnatein modo tale che, dalle interne ragioni dell’oggetto proprio diciascuna ed in connessione con le altre discipline, come il dirit-to canonico e la filosofia, nonché con le scienze antropologiche,risulti ben chiara l’unità dell’intero insegnamento teologico, etutte le discipline convergano verso la conoscenza intima delmistero di Cristo, perché sia così annunciato con maggiore effi-cacia al Popolo di Dio ed a tutte le genti (cfr. Istruzione dellaCongregazione per la Dottrina della Fede sulla vocazione eccle-siale del teologo, Donum veritatis: 24 maggio 1990: AAS 82[1990], 1552).

Art. 71. §1. La Verità rivelata deve essere considerata anche inconnessione con le acquisizioni scientifiche del tempo che sievolve, perché si comprenda chiaramente «come la fede e la ra-gione si incontrino nell’unica verità» (Gravissimum educationis,10: AAS 58 [1966], 737; cfr. Enc. Veritatis splendor: AAS 85 [1993]1133 ss.; Enc. Fides et ratio: AAS 91 [1999] 5 ss.), e la sua esposi-zione sia tale che, senza mutamento della verità, sia adattata al-la natura e all’indole di ciascuna cultura, tenendo conto parti-colarmente della filosofia e della sapienza dei popoli, esclusatuttavia qualsiasi forma di sincretismo e di falso particolarismo(cfr. Ad Gentes, 22: AAS 58 [1966], 973 ss.).

§2. Devono essere ricercati, scelti ed assunti con cura i valoripositivi che si trovano nelle varie filosofie e culture; tuttavia,non sono da accettare sistemi e metodi, che non si possonoconciliare con la fede cristiana.

Art. 72. §1. Le questioni ecumeniche devono essere accurata-mente trattate, secondo le norme emanate dalla competente Au-torità ecclesiastica (cfr. Direttorio per l’Applicazione dei Principi edelle Norme sull’Ecumenismo: AAS 85 [1993], 1039 ss.).

§2. Le relazioni con le religioni non cristiane sono da consi-derare con attenzione.

§3. Saranno esaminati con scrupolosa diligenza i problemiche scaturiscono dall’ateismo e da altre correnti della culturacontemp oranea.

Art. 73. Nello studio e nell’insegnamento della dottrina catto-lica deve sempre aver rilievo la fedeltà al Magistero della Chie-sa. Nell’adempiere l’ufficio didattico, specialmente nel ciclo isti-tuzionale, siano anzitutto impartiti quegli insegnamenti che ri-guardano il patrimonio acquisito della Chiesa. Le opinioni pro-babili e personali, che derivano dalle nuove ricerche, siano mo-destamente proposte come tali.

Art. 74. Il curricolo degli studi della Facoltà di Teologia com-p re n d e :

a) il primo ciclo, istituzionale, che si protrae per un quin-quennio o dieci semestri, oppure per un triennio o sei semestri,se prima di esso è richiesto il biennio di filosofia.

I primi due anni devono essere maggiormente dedicati a unasolida formazione filosofica che è necessaria per affrontare ade-guatamente lo studio della teologia. Il Baccalaureato ottenutoin una Facoltà ecclesiastica di Filosofia sostituisce i corsi di filo-sofia del primo ciclo nelle Facoltà teologiche. Il Baccalaureato

in Filosofia ottenuto in una Facoltà non ecclesiastica non costi-tuisce ragione per dispensare completamente uno studente daicorsi filosofici del primo ciclo nelle Facoltà teologiche.

Le discipline teologiche devono essere insegnate in modo dapresentare un’organica esposizione di tutta la dottrina cattolica,insieme con l’introduzione al metodo della ricerca scientifica.

Il ciclo si conclude col grado accademico di Baccalaureato oun altro conveniente, da precisarsi negli Statuti della Facoltà.

b) il secondo ciclo, di specializzazione, che si protrae per unbiennio o quattro semestri.

In esso sono insegnate discipline peculiari, secondo la diversaindole della specializzazione, e si tengono seminari ed esercita-zioni per acquistare l’esercizio della ricerca scientifica.

Il ciclo si conclude col grado accademico di Licenza specia-lizzata.

c) il terzo ciclo nel quale per un congruo periodo di tempo siperfeziona la formazione scientifica, specialmente attraversol’elaborazione della dissertazione dottorale.

Il ciclo si conclude col grado accademico di Dottorato.

Art. 75. §1. Perché uno possa iscriversi alla Facoltà di Teolo-gia, è necessario che abbia compiuto gli studi prerequisiti, anorma dell’art. 32 di questa Costituzione.

§2. Laddove il primo ciclo della Facoltà è triennale, lo stu-dente deve presentare l’attestato del biennio filosofico, regolar-mente compiuto presso una Facoltà filosofica ecclesiastica o unIstituto approvati.

Art. 76. §1. È peculiare compito della Facoltà di Teologia dicurare la formazione scientifica teologica di coloro che sono av-viati al presbiterato e di coloro che si preparano ad assolverespeciali incarichi ecclesiastici; per questo è necessario che ci siaun congruo numero di docenti presbiteri.

§2. A tal fine vi siano anche speciali discipline, adatte ai se-minaristi; può, anzi, essere opportunamente istituito dalla stessaFacoltà, per completare la formazione pastorale, l’«Anno pasto-rale», il quale è richiesto, dopo il compimento del quinquennioistituzionale, per il presbiterato, e può concludersi col conferi-mento di uno speciale Diploma.

TITOLO IILA FA C O LT À DI DIRITTO CANONICO

Art. 77. La Facoltà di Diritto Canonico, Latino o Orientale,ha lo scopo di coltivare e promuovere le discipline canonistichealla luce della legge evangelica, e istruire a fondo nelle medesi-me gli studenti, perché siano formati alla ricerca e all’insegna-mento e siano, altresì, preparati ad assolvere speciali incarichiecclesiastici.

Art. 78. Il curricolo degli studi di una Facoltà di Diritto Ca-nonico comprende:

a) il primo ciclo, da protrarsi per un biennio o quattro seme-stri, per coloro che non hanno una formazione filosofico-teolo-gica, senza eccezione alcuna per coloro che già hanno un titoloaccademico in diritto civile; in questo ciclo ci si dedica allo stu-dio delle istituzioni di diritto canonico e a quelle discipline filo-sofiche e teologiche che si richiedono per una formazione cano-nistica superiore;

b) il secondo ciclo, che deve protrarsi per un triennio o seisemestri, dedicato allo studio più approfondito dell’O rdinamen-to canonico in tutte le sue espressioni, normative, giurispruden-ziali, dottrinali e di prassi, e principalmente dei Codici dellaChiesa latina o delle Chiese Orientali attraverso la trattazionecompleta delle sue fonti sia magisteriali che disciplinari, a cui siaggiunge lo studio di materie affini;

c) il terzo ciclo nel quale, per un congruo periodo di tempo,si perfeziona la formazione scientifica, specialmente attraversol’elaborazione della dissertazione dottorale.

Art. 79. §1. Riguardo alle discipline prescritte nel primo ciclo,la Facoltà può avvalersi di corsi tenuti in altre Facoltà, che sia-

Parte seconda

Norme speciali

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

11

no da essa stessa riconosciuti come rispondenti alle proprie esi-genze.

§2. Il secondo ciclo si conclude con la Licenza, e il terzo conil Dottorato.

§3. L’ordinamento degli studi della Facoltà deve definire iparticolari requisiti per il conseguimento dei singoli gradi acca-demici, tenuto conto delle prescrizioni della Congregazione perl’Educazione Cattolica.

Art. 80. Per l’iscrizione alla Facoltà di Diritto Canonico, ènecessario aver compiuto gli studi prerequisiti, a norma dell’art.32 di questa Costituzione.

TITOLO IIILA FA C O LT À DI FILOSOFIA

Art. 81. §1. La Facoltà ecclesiastica di Filosofia ha lo scopo diinvestigare metodicamente i problemi filosofici e, basandosi sulpatrimonio filosofico perennemente valido (cfr. Optatam totius,15: AAS 58 [1966], 722), di ricercare la loro soluzione alla lucenaturale della ragione, e di dimostrare, inoltre, la loro coerenzacon una visione cristiana del mondo, dell’uomo e di Dio,mettendo in giusta evidenza le relazioni della filosofia con lateologia.

§2. Essa poi si propone di istruire gli studenti, in modo darenderli idonei all’insegnamento ed a svolgere altre congrue at-tività intellettuali, nonché a promuovere la cultura cristiana ed astabilire un fruttuoso dialogo con gli uomini del loro tempo.

Art. 82. Il curricolo degli studi della Facoltà di Filosofiac o m p re n d e :

a) il primo ciclo, istituzionale, durante il quale per un trien-nio o sei semestri, si fa un’organica esposizione delle varie partidella filosofia, che trattano del mondo, dell’uomo e di Dio, co-me pure della storia della filosofia, unitamente all’intro duzioneal metodo del lavoro scientifico;

b) il secondo ciclo, o di iniziata specializzazione, durante ilquale, per un biennio o quattro semestri, mediante speciali di-scipline e seminari, si imposta una più profonda riflessione filo-sofica in qualche settore della filosofia;

c) il terzo ciclo nel quale, per un periodo di almeno tre anni,si perfeziona la formazione scientifica, specialmente attraversol’elaborazione della dissertazione dottorale.

Art. 83. Il primo ciclo si conclude col Baccalaureato, il secon-do con la Licenza specializzata, il terzo col Dottorato.

Art. 84. Per l’iscrizione al primo ciclo della Facoltà di Filoso-fia è necessario aver compiuto gli studi prerequisiti, a normadell’art. 32 di questa Costituzione Apostolica.

Qualora uno studente, che abbia compiuto con successo icorsi regolari di filosofia nel primo ciclo di una Facoltà teologi-ca, volesse poi proseguire gli studi filosofici per ottenere il Bac-calaureato in una Facoltà ecclesiastica di Filosofia, si dovrà te-nere conto dei corsi frequentati durante il menzionato percorso.

TITOLO IV

ALT R E FA C O LT À

Art. 85. Oltre alle Facoltà di Teologia, di Diritto Canonico edi Filosofia, altre Facoltà ecclesiastiche sono state canonicamen-te erette o possono essere erette, attese le necessità della Chiesaper ottenere particolari scopi, quali sono:

a) un’approfondita indagine in alcune materie di maggioreimportanza tra le discipline teologiche, giuridiche, filosofiche estoriche;

b) la promozione di altre scienze, in primo luogo delle scien-ze umane, che siano più strettamente connesse con le disciplineteologiche o con l’opera dell’evangelizzazione;

c) lo studio approfondito delle lettere, che in modo specialeaiutino sia a comprendere meglio la Rivelazione cristiana, sia asvolgere con maggiore efficacia l’opera dell’evangelizzazione;

d) infine, una più accurata preparazione sia dei chierici siadei laici, per assolvere degnamente alcuni speciali incarichid’ap ostolato.

Art. 86. Sarà compito della Congregazione per l’EducazioneCattolica emanare, secondo l’opportunità, speciali norme perqueste Facoltà o Istituti, come è stato fatto ai Titoli precedentiper le Facoltà di Teologia, di Diritto Canonico e di Filosofia.

Art. 87. Anche le Facoltà e gli Istituti, per i quali non sonoancora state emanate norme speciali, devono redigere i propriStatuti, che siano conformi alle norme comuni stabilite nellaprima Parte di questa Costituzione, e tengano conto della parti-colare natura e finalità loro proprie.

Norme finaliArt. 88. La presente Costituzione troverà applicazione il

primo giorno dell’anno accademico 2018-2019 o dell’anno acca-demico 2019, secondo il Calendario accademico delle varie re-gioni.

Art. 89. §1. Le singole Università o Facoltà devono presenta-re i propri Statuti e l’ordinamento degli studi, riveduti secondoquesta Costituzione, alla Congregazione per l’Educazione Cat-tolica entro l’8 dicembre 2019.

§2. Eventuali modifiche agli Statuti o all’ordinamento deglistudi necessitano dell’approvazione della Congregazione perl’Educazione Cattolica.

Art. 90. Nelle singole Facoltà gli studi devono essere ordinatiin modo che gli studenti possano conseguire i gradi accademicisecondo le norme di questa Costituzione, salvi i diritti da essiprecedentemente acquisiti.

Art. 91. Gli Statuti e l’ordinamento degli studi delle nuoveFacoltà dovranno essere approvati ad experimentum così che, en-tro tre anni dall’approvazione, possano essere perfezionati al fi-ne di ottenere l’approvazione definitiva.

Art. 92. Le Facoltà, che hanno un legame giuridico con l’Au-torità civile, se sarà necessario, potranno avvalersi di un piùlungo periodo di tempo per rivedere gli Statuti, con la licenzadella Congregazione per l’Educazione Cattolica.

Art. 93. §1. Sarà compito della Congregazione per l’Educa-zione Cattolica, quando col passare del tempo le circostanze lo

richiederanno, proporre i cambiamenti da introdurre in questaCostituzione, affinché la Costituzione medesima sia di continuoadattata alle nuove esigenze delle Facoltà ecclesiastiche.

§2. Solo la Congregazione per l’Educazione Cattolica puòdispensare dall’osservanza di qualche articolo di questa Costitu-zione o delle O rd i n a t i o n e s oppure degli Statuti e dell’o rd i n a -mento degli studi approvati delle singole Università o delle Fa-coltà.

Art. 94. Sono abrogate le leggi o le consuetudini, al presentein vigore, contrarie a questa Costituzione, siano esse universalio particolari, anche se degne di specialissima e individualemenzione. Parimenti, sono del tutto abrogati i privilegi concessisino ad oggi dalla Santa Sede a persone sia fisiche che morali,e che siano in contrasto con le prescrizioni di questa stessa Co-stituzione.

Quanto ho deliberato con la presente Costituzione apostolicastabilisco che sia osservato in tutte le sue parti, nonostantequalsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzio-ne, e che venga pubblicato nel Commentario ufficiale Acta Apo-stolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, l’8 dicembre 2017, Solennitàdell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, quinto annodel Pontificato.

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

12

I

La sapienza cristiana, che la Chiesa insegna per mandato divi-no, è di continuo incitamento ai fedeli, perché si sforzino diraccogliere le vicende e le attività umane in un’unica sintesi vi-tale insieme con i valori religiosi, sotto la cui direzione tutte lecose sono tra loro coordinate per la gloria di Dio e per l’inte-grale sviluppo dell’uomo, sviluppo che comprende i beni delcorpo e quelli dello spirito (cfr. Gaudium et Spes, 43 ss.: AAS

58).Difatti, la missione dell’evangelizzazione, che è propria della

Chiesa, esige non soltanto che il Vangelo sia predicato in fascegeografiche sempre più vaste ed a moltitudini umane semprepiù grandi, ma che siano anche permeati della virtù dello stessoVangelo i modi di pensare, i criteri di giudizio, le norme d’azio-ne; in una parola, è necessario che tutta la cultura dell’uomo siapenetrata dal Vangelo.

L’ambiente culturale infatti, nel quale l’uomo vive, esercitaun notevole influsso sul suo modo di pensare, e conseguente-mente sul suo modo di agire; perciò il distacco tra fede e cultu-ra costituisce un grave impedimento all’evangelizzazione, men-tre al contrario la cultura informata da spirito cristiano è un va-lido strumento per la diffusione del Vangelo.

Inoltre il Vangelo di Cristo, che è diretto a tutti i popoli diogni età e regione, non è legato in modo esclusivo ad alcunacultura particolare, ma è capace di permeare tutte le culture, co-sì da illuminarle con la luce della Rivelazione divina, e purifica-re e rinnovare in Cristo i costumi degli uomini.

È questa la ragione per cui la Chiesa di Cristo cerca di porta-re la buona Novella a tutti i ceti dell’umanità, in modo da po-ter convertire la coscienza personale e quella collettiva degli uo-mini e penetrare con la luce del Vangelo le loro opere e le loroiniziative, tutta la loro vita, come pure l’intero contesto sociale,nel quale essi sono impegnati. In questo modo la Chiesa, pro-movendo anche l’umana civiltà, adempie la sua missione evan-gelizzatrice (cfr. Pauli VI Evangelii Nuntiandi, 18; Gaudium etSpes, 58).

II

In quest’azione della Chiesa nei riguardi della cultura, parti-colare importanza hanno avuto ed hanno tuttora le UniversitàCattoliche, che, per loro natura, tendono ad «attuare una pre-senza, per così dire, pubblica, stabile ed universale del pensierocristiano, in tutto lo sforzo diretto a promuovere la cultura su-periore» (Gravissimum Educationis, 10).

Nella Chiesa, infatti — come ben ricorda il Mio PredecessorePio XI, di felice memoria, nel Proemio della Costituzione Apo-stolica Deus Scientiarum Dominus — sorsero, fin dalla sua primaetà, i «didascaleia», con lo scopo di insegnare la sapienza cri-stiana, che avrebbe dovuto plasmare vita e costumi. A questicentri di cristiana sapienza attinsero la loro scienza i più illustriPadri e Dottori della Chiesa, i Maestri e gli Scrittori ecclesia-stici.

Col passare dei secoli, grazie specialmente al solerte impegnodei Vescovi e dei monaci, furono fondate, vicino alle chiese cat-tedrali e ai conventi dei monaci, le scuole, le quali promoveva-no sia la dottrina ecclesiastica, sia la cultura profana, rendendo-le come un tutt’uno. Da tali scuole derivarono le Università, lagloriosa istituzione del Medioevo, la quale nella sua origine eb-be la Chiesa come madre liberalissima e protettrice.

Quando poi le Autorità civili, sollecite del bene comune, co-minciarono a fondare ed a promuovere proprie Università, laChiesa, conforme alla sua natura, non cessò di erigere e di fa-

vorire questi centri di sapienza e istituti di insegnamento, comedimostrano le non poche Università Cattoliche erette, anche inquesti ultimi tempi, in quasi tutte le parti del mondo. Difatti laChiesa, consapevole della sua Missione di salvezza a dimensio-ne mondiale, fa di tutto per tenersi particolarmente vicini questicentri di istruzione superiore, e vuole che essi siano dappertuttofiorenti ed operino efficacemente per rendere presente e far pro-gredire l’autentico messaggio di Cristo nel campo della culturaumana.

Perché le Università Cattoliche conseguissero meglio questoscopo, il Mio Predecessore Pio XII cercò di stimolare la loromutua collaborazione, allorquando, con Breve Apostolico indata 27 luglio 1949, costituì formalmente la Federazione delleUniversità Cattoliche, «perché possa raccogliere gli Atenei chela Santa Sede ha essa stessa canonicamente eretto o erigerà infuturo nel mondo, oppure avrà esplicitamente riconosciuto co-me diretti secondo la norma dell’educazione cattolica e ad essadel tutto conformi» (AAS 42).

Perciò il Concilio Vaticano II non ha esitato ad affermare che«la Chiesa Cattolica segue con molta attenzione queste Scuoledi grado superiore»; ed ha vivamente esortato perché le Uni-versità Cattoliche «siano sviluppate e convenientemente distri-buite nelle diverse parti del mondo», e perché in esse «gli stu-denti siano formati come uomini veramente insigni del sapere,pronti a svolgere compiti impegnativi nella società ed a testimo-niare la loro fede di fronte al mondo» (Gravissimum Educationis,10). Sa bene, infatti, la Chiesa che «l’avvenire della società edella stessa Chiesa è intimamente connesso allo sviluppo intel-lettuale dei giovani che compiono gli studi superiori» (ibid.).

III

Non fa meraviglia, tuttavia, che tra le Università Cattolichela Chiesa abbia promosso sempre con speciale impegno le Fa-coltà e le Università ecclesiastiche, cioè quelle che si occupanoparticolarmente della Rivelazione cristiana e di quelle disciplineche ad essa sono connesse, e che perciò, più strettamente si ri-collegano alla sua stessa missione evangelizzatrice.

A queste Facoltà essa ha affidato, innanzitutto, l’ufficio dipreparare con particolare cura i propri aspiranti al ministero sa-cerdotale, all’insegnamento delle scienze sacre, ai compiti piùdifficili dell’apostolato. È ufficio, inoltre, di queste Facoltà«approfondire i diversi settori delle scienze sacre, in modo chesi abbia una cognizione sempre più piena della sacra Rive-lazione, sia meglio esplorato il patrimonio della sapienza cristia-na, trasmesso dalle generazioni passate, sia favorito il dialogocon i fratelli separati e con i non cristiani, e si risponda allequestioni emergenti dal progresso culturale» (Gravissimum Edu-cationis, 11).

Difatti, le nuove scienze e i nuovi ritrovati pongono nuoviproblemi, che interpellano le discipline sacre e le sollecitano arispondere. È necessario, quindi, che i cultori delle scienze sa-cre, mentre adempiono il loro dovere fondamentale di conse-guire, mediante la ricerca teologica, una più profonda cono-scenza della verità rivelata, si tengano in relazione con gli stu-diosi delle altre discipline, siano essi credenti o non credenti, ecerchino di ben intendere e valutare le loro affermazioni, e digiudicarle alla luce della verità rivelata (cfr. Gaudium et Spes,62).

Da questo assiduo contatto con la realtà stessa, anche i teolo-gi sono incitati a ricercare il metodo più adatto per comunicarela dottrina agli uomini del proprio tempo, nella varietà delleculture; infatti, «una cosa è il deposito stesso della fede, ossia leverità che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altra

APPENDICE I

Proemio della Costituzione apostolicaSapientia christiana (1979)

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

13

cosa è il modo con cui esse vengono formulate, conservandotuttavia lo stesso senso e Io stesso significato» (cfr. IoannisXXIII Allocutio ad inchoandum Conc. Oecum. Vat. II; Gaudiumet Spes, 62).

Tutto ciò sarà di grande utilità perché nel popolo di Dio lapratica religiosa e la dirittura morale procedano di pari passocol progresso della scienza e della tecnica, e perché nella curapastorale i fedeli siano condotti gradatamente a una vita di fedepiù pura e più matura.

Le possibilità di un collegamento con la missione evangeliz-zatrice esiste anche nelle Facoltà di quelle scienze che, pur nonavendo una particolare connessione con la Rivelazione cristiana,possono tuttavia giovare molto all’opera dell’evangelizzazione,e proprio sotto questo aspetto dalla Chiesa sono considerate evengono erette come Facoltà ecclesiastiche, ed hanno quindi unrapporto del tutto particolare con la Sacra Gerarchia.

La Sede Apostolica, pertanto, per adempiere la sua missione,avverte chiaramente il suo diritto e dovere di erigere e promuo-vere Facoltà ecclesiastiche che da essa dipendano — sia comeentità a sé stanti, sia inserite nelle Università — destinate agliecclesiastici ed ai laici, e desidera vivamente che tutto il popolodi Dio, sotto la guida dei Pastori, collabori perché questi centridi sapienza contribuiscano efficacemente all’incremento dellafede e della vita cristiana.

IV

Le Facoltà ecclesiastiche — le quali sono ordinate al bene co-mune della Chiesa e costituiscono perciò qualcosa di preziosoper tutta la comunità ecclesiale — devono avere coscienza dellapropria importanza nella Chiesa e della partecipazione al suoministero. Le Facoltà, poi, che più da vicino trattano della rive-lazione cristiana, ricordino sempre il mandato che Cristo, Mae-stro supremo, ha dato alla Chiesa riguardo a questo ministero,con le parole: «Andate, dunque, istruite tutte le genti, battez-zandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato»(Mt 28, 19-20). Da queste considerazioni deriva l’assoluta ade-sione che queste Facoltà devono avere a tutta la dottrina di Cri-sto, il cui custode e interprete autentico è sempre stato, nel cor-so dei secoli, il Magistero della Chiesa.

Le Conferenze Episcopali esistenti nelle singole nazioni o re-gioni abbiano sollecita cura di queste Facoltà, promuovano co-stantemente il loro progresso, insieme con la fedeltà alla dottri-na della Chiesa, in modo che diano testimonianza a tutta la co-munità dei fedeli di una piena dedizione al mandato di Cristoora ricordato. Questa devono sempre renderla sia le Facoltà inquanto tali, sia tutti e singoli i membri che le costituiscono. In-fatti le Università e Facoltà ecclesiastiche sono istituite nellaChiesa per l’edificazione e il profitto dei cristiani, e questo essedevono tenere presente come costante criterio di tutta la loroattività.

In Particolare i docenti, che hanno una maggiore responsabi-lità, in quanto esercitano lo speciale ministero della parola diDio e sono per gli studenti maestri della fede, devono essereper loro e per tutti i cristiani testimoni viventi della verità evan-gelica e modelli di fedeltà alla Chiesa. Giova a questo proposi-to richiamare le gravi parole del Papa Paolo VI: «L’ufficio delTeologo deve essere esercitato per l’edificazione della comunitàecclesiale, affinché il popolo di Dio cresca nell’esperienza dellafede» (Pauli VI Le transfert à Louvain-la-Neuve, ad MagnificumRectorem Universitatis Catholicae Lovaniensis 13 sept. 1975; cfr.L’Osservatore Romano 22-23 sept. 1975; cfr. Ioannis Pauli PP. IIRedemptor Hominis, 19).

V

Per raggiungere i propri scopi, occorre che le Facoltà eccle-siastiche siano organizzate in modo da rispondere adeguata-mente alle nuove esigenze del tempo presente; perciò, il Conci-lio stesso stabilì che le loro leggi dovessero essere oggetto di re-visione (Gravissimum Educationis, 11).

Infatti, la Costituzione Apostolica Deus Scientiarum Dominuspromulgata dal Mio Predecessore Pio XI in data 24 maggio1931, a suo tempo contribuì notevolmente al rinnovamento deglistudi ecclesiastici superiori; tuttavia, a causa delle nuove con-dizioni di vita, essa richiede opportuni adattamenti ed innova-zioni.

In realtà, nel corso di quasi cinquant’anni, sono intervenutigrandi mutamenti, non soltanto nella società civile, ma anche

nella stessa Chiesa. Si sono verificati, infatti, importanti avveni-menti — come, in primo luogo, il Concilio Vaticano II — i qualihanno interessato sia la vita interna della Chiesa, sia i suoi rap-porti con l’esterno, tanto con i cristiani di altre Chiese, quantocon i non cristiani e i non credenti, ed anche con quanti sonofautori di una civiltà più umana.

A ciò va aggiunto il fatto che alle scienze teologiche si rivol-ge sempre più l’attenzione non solo degli ecclesiastici, ma an-che dei laici, i quali sempre più numerosi frequentano le scuoleteologiche, che di conseguenza negli anni più recenti, si sonograndemente moltiplicate.

Infine, si sta affacciando una nuova mentalità che tocca lastruttura stessa dell’Università e della Facoltà, sia civile che ec-clesiastica, a causa del giusto desiderio di una vita universitariaaperta a maggiore partecipazione, desiderio da cui sono animatiquanti in qualsiasi modo ne fanno parte.

Né va trascurata la grande evoluzione che si è avuta nei me-todi pedagogici e didattici, i quali esigono nuovi criteri nell’or-dinamento degli studi; come pure la più stretta connessione chesempre più si avverte tra le varie scienze e discipline, nonché ildesiderio di una maggiore collaborazione nell’intero mondouniversitario.

Al fine di soddisfare a queste nuove esigenze, la Sacra Con-gregazione per l’Educazione Cattolica, in ottemperanza al man-dato ricevuto dal Concilio, affrontò fin dall’anno 1967 la que-stione dei rinnovamenti secondo la linea conciliare; ed in data20 maggio 1968 furono da essa promulgate «Alcune Norme perla revisione della Costituzione Apostolica Deus Scientiarum Do-minus circa gli studi accademici ecclesiastici», norme che duran-te questi anni hanno esercitato una benefica influenza.

VI

Ora occorre, però, completare e terminare l’opera con unanuova legge la quale — abrogando la Costituzione ApostolicaDeus Scientiarum Dominus insieme con le annesse Norme appli-cative e con le Norme pubblicate il 20 maggio 1968 dalla stessaSacra Congregazione — riprenda gli elementi che in quei docu-menti risultano ancora validi e stabilisca le nuove norme, secon-do cui si possa sviluppare e completare il rinnovamento, già fe-licemente avviato.

A nessuno, certo, sfuggono le difficoltà che sembrano ostaco-lare la promulgazione di una nuova Costituzione Apostolica.C’è, anzitutto, il veloce «correre del tempo», che comporta mu-tamenti così rapidi da far apparire non attuabile la statuizionedi qualcosa di definitivo e duraturo, c’è, inoltre, la «diversitàdei luoghi», che sembra esigere un tale pluralismo da far appa-rire quasi impossibile l’emanazione di norme comuni valevoliper il mondo intero.

Tuttavia, poiché in tutto il mondo esistono Facoltà ecclesia-stiche erette o approvate dalla Santa Sede, le quali conferisconotitoli accademici a nome della stessa Sede Apostolica, è necessa-rio che sia rispettata una certa unità sostanziale, e che siano de-terminati chiaramente ed abbiano dappertutto valore i requisitiper il conseguimento dei gradi accademici.

Si deve procurare, invero, che siano stabilite per legge quellecose che sono necessarie e che si prevede saranno abbastanzastabili e al tempo stesso, che sia lasciata una giusta libertà perpoter introdurre negli Statuti propri delle singole Facoltà ulte-riori specificazioni, tenuto conto delle diverse circostanze localie degli usi universitari vigenti in ciascuna regione. In questomodo, non è né impedito né coartato il legittimo progresso de-gli studi accademici, ma piuttosto esso è indirizzato sulla rettavia, perché possa ottenere frutti più copiosi; insieme, però, nellalegittima differenziazione delle Facoltà, apparirà a tutti chiaral’unità della Chiesa Cattolica anche in questi centri di istruzio-ne superiore.

Pertanto, la Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica,dietro mandato del Mio Predecessore Paolo VI, ha consultatoinnanzitutto le stesse Università e Facoltà Ecclesiastiche, non-ché i Dicasteri della Curia Romana ed altri enti a ciò interessa-ti; successivamente, ha costituito una commissione di esperti, iquali, sotto la direzione della medesima Congregazione, hannoattentamente riveduto la legislazione relativa agli studi accade-mici ecclesiastici.

Dopo che tutto questo era stato felicemente portato a termi-ne, Paolo VI già stava per promulgare la nuova CostituzioneApostolica, come ardentemente desiderava, quando ne soprav-venne la morte; e parimenti un inatteso decesso impedì a Gio-vanni Paolo I di compierne la promulgazione. Perciò Io, dopoaverle nuovamente e diligentemente considerate, con la Mia au-torità apostolica decreto e stabilisco le seguenti leggi e norme.

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

14

Norme applicativedella Congregazione per l’educazione cattolica

per la fedele esecuzione della costituzione apostolicaVeritatis gaudium

La Congregazione per l’Educazione Cattolica, a norma dell’art.10 della Costituzione apostolica Veritatis gaudium, presenta alleUniversità e alle Facoltà ecclesiastiche le Norme Applicativeche seguono, prescrivendo che siano fedelmente osservate.

Parte primaNorme comuni

Titolo I — Natura e finalità delle Universitàe Facoltà Ecclesiastiche

(Cost. ap., artt. 1-10)

Art. 1. §1. Le norme sulle Università e Facoltà ecclesiastichesi applicano, tenendo conto della loro peculiarità, congrua con-gruis referendo, anche alle altre istituzioni di educazione superio-re, che siano state canonicamente erette od approvate dallaSanta Sede, col diritto di conferire i gradi accademici per auto-rità della medesima.

§2. Le Università e Facoltà ecclesiastiche, nonché le altre isti-tuzioni di educazione superiore, sono di regola sottoposte allavalutazione dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione ela Promozione della Qualità delle Università e Facoltà ecclesia-stiche (AV E P R O ).

Art. 2. Allo scopo di favorire l’indagine scientifica sono gran-demente raccomandati i centri speciali di ricerca, le riviste e lecollezioni, come anche i congressi ed ogni altra forma idoneaalla collaborazione scientifica.

Art. 3. I compiti, ai quali gli studenti si preparano, possonoessere propriamente scientifici, come la ricerca e l’insegnamen-to, oppure piuttosto pastorali. Di questa diversità va tenutoconto nell’ordinamento degli studi e nella determinazione deigradi accademici, salva sempre la scientificità della loro indole.

Art. 4. La partecipazione attiva al ministero dell’evangelizza-zione riguarda l’azione della Chiesa nella pastorale, nell’ecume-nismo e nelle Missioni, ed è diretta in primo luogo all’a p p ro -fondimento, alla difesa ed alla diffusione della fede; si estendepoi all’intero contesto della cultura e della società umana.

Art. 5. Le Conferenze Episcopali, anche in questo unite allaSanta Sede, vivamente interessandosi delle Università e Facoltà:

1° insieme con i Gran Cancellieri favoriscano il loro progressoe, salva l’autonomia della scienza, conforme al Concilio Vatica-no II, siano particolarmente sollecite della loro condizionescientifica ed ecclesiale;

2° riguardo ai problemi comuni occorrenti nell’ambito dellapropria regione, aiutino, ispirino e coordinino la loro attività;

3° salvaguardandone sempre l’alto livello scientifico, ne pro-curino l’esistenza in numero corrispondente alle necessità dellaChiesa ed al progresso culturale della propria regione;

4° per fare questo, costituiscano nel proprio seno una specia-le Commissione, aiutata da periti.

Art. 6. Un’istituzione alla quale la Congregazione per l’Edu-cazione Cattolica ha conferito il diritto di rilasciare solo il gra-do accademico del secondo e/o del terzo ciclo, viene denomina-ta “Istituto ad instar Facultatis”.

Art. 7 §1. Nella preparazione degli Statuti e dell’o rg a n i z z a -zione degli studi si tengano presenti le Norme contenutenell’App endice I di queste Norme applicative.

§2. Secondo le modalità stabilite negli Statuti, le Universitàe le Facoltà possono per propria autorità istituire Regolamentiche, in osservanza degli Statuti, definiscono più in dettaglio ciòche si riferisce alla loro costituzione, alla loro conduzione e aimodi di agire.

Art. 8. §1. Il valore canonico di un grado accademico signifi-ca che quel grado abilita ad assumere gli uffici ecclesiastici, peri quali esso è richiesto; ciò vale in particolar modo per l’inse-gnamento delle scienze sacre nelle Facoltà, nei Seminari Mag-giori e nelle istituzioni equipollenti.

§2. Le condizioni da soddisfare per il riconoscimento dei sin-goli gradi, di cui all’art. 9 della Costituzione, oltre il consensodella competente Autorità ecclesiastica locale o regionale, ri-guarderanno in primo luogo il collegio dei docenti, il piano de-gli studi ed i sussidi scientifici.

§3. I gradi riconosciuti soltanto per alcuni effetti canonicinon devono mai essere completamente equiparati ai gradi acca-demici canonici.

Titolo II — La Comunità Accademicaed il suo Governo

(Cost. ap., artt. 11-21)

Art. 9. Al Gran Cancelliere spetta di:1° far progredire costantemente l’Università o la Facoltà; pro-

muoverne l’impegno scientifico e l’identità ecclesiastica; procu-rare che la dottrina cattolica vi sia integralmente custodita e chesiano osservati fedelmente gli Statuti e le norme dettate dallaSanta Sede;

2° favorire l’unione fra tutti i membri della comunità accade-mica;

3° proporre alla Congregazione per l’Educazione Cattolica inomi sia di chi a norma dell’art. 18 della Costituzione deve es-ser nominato o confermato Rettore, Preside o Decano, sia deidocenti per i quali deve esser chiesto il nulla osta;

4° ricevere la professione di fede del Rettore o del Preside odel Decano (cfr. can. 833, 7° CIC);

5° conferire o revocare l’autorizzazione ad insegnare o la mis-sione canonica ai docenti, secondo le norme della Costituzione;

6° richiedere alla Congregazione il nulla osta per il conferi-mento dei dottorati honoris causa;

7° informare la Congregazione per l’Educazione Cattolica cir-ca gli affari più importanti ed inviare ad essa, ogni cinque anni,una relazione particolareggiata sulla situazione accademica, mo-rale ed economica dell’Università o della Facoltà e il piano stra-tegico, unitamente al suo parere, secondo lo schema fissato dal-la medesima Congregazione.

Art. 10. Qualora l’Università o la Facoltà dipenda da un’au-torità collegiale (ad es. dalla Conferenza Episcopale), sia desi-gnato uno dei suoi componenti ad esercitare l’ufficio di GranC a n c e l l i e re .

Art. 11. L’Ordinario del luogo, che non sia Gran Cancelliere,avendo egli la responsabilità della vita pastorale nella sua dio-cesi, qualora venga a conoscenza che nell’Università o Facoltàsi verificano fatti contrari alla dottrina, alla morale o alla disci-plina ecclesiastica, deve avvertire il Gran Cancelliere, perché

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

15

Art. 19. §1. Per congruo Dottorato s’intende quello che con-cerne la disciplina da insegnare.

§2. Nelle Facoltà di Teologia e Diritto Canonico, se si trattadi una disciplina sacra o con essa collegata, ordinariamente sirichiede il Dottorato canonico; se il Dottorato non è canonico,è richiesta almeno la Licenza canonica.

§3. Nelle restanti Facoltà, se il docente non è in possesso nédi un Dottorato canonico né di una Licenza canonica, potrà es-sere annoverato come docente stabile solo a condizione che lasua formazione sia coerente con l’identità di una Facoltà eccle-siastica. Nel valutare i candidati all’insegnamento occorrerà te-ner presente, oltre alla necessaria competenza nella materia loroassegnata, anche della consonanza e dell’adesione nelle loropubblicazioni e nella loro attività didattica alla verità trasmessadalla fede.

Art. 20. §1. Ai docenti di altre Chiese e comunità ecclesiali,cooptati secondo le norme della competente Autorità ecclesia-stica (cfr. Direttorio per l’Applicazione dei Principi e delle Normesull’Ecumenismo, n. 191 ss.: AAS 85 [1993], 1107 ss.), l’autorizza-zione ad insegnare viene data dal Gran Cancelliere.

§2. I docenti di altre Chiese e comunità ecclesiali non posso-no insegnare i corsi di dottrina nel primo ciclo ma possono in-segnare altre discipline (cfr. Direttorio per l’Applicazione dei Prin-cipi e delle Norme sull’Ecumenismo, n. 192: AAS 85 [1993], 1107-1108). Nel secondo ciclo, essi possono essere chiamati come do-centi invitati (cfr. ibid., n. 195: AAS 85 [1993], 1109).

Art. 21. §1. Gli Statuti devono stabilire quando viene conferi-to l’ufficio stabile, e ciò in rapporto alla dichiarazione di nullaosta da ottenere a norma dell’art. 27 della Costituzione.

§2. Il nulla osta della Santa Sede è la dichiarazione che, anorma della Costituzione e degli Statuti particolari, non risultaalcun impedimento alla nomina proposta, il che di per sé noncomporta un diritto ad insegnare. Se poi esiste un qualche im-pedimento, esso deve essere comunicato al Gran Cancelliere, ilquale ascolterà su ciò il docente.

§3. Se particolari circostanze di tempo o di luogo impedisco-no di chiedere il nulla osta alla Santa Sede, il Gran Cancellieresi metta in contatto con la Congregazione per l’EducazioneCattolica al fine di trovare una soluzione opportuna.

§4. Le Facoltà, che si trovano sotto un particolare regimeconcordatario, seguano le norme in esso stabilite e, se esistenti,quelle particolari emanate dalla Congregazione per l’Educazio-ne Cattolica.

Art. 22. Lo spazio di tempo necessario per una promozione,che deve essere almeno di un triennio, sia fissato negli Statuti.

Art. 23. §1. I docenti, in primo luogo quelli stabili, si impe-gnino a collaborare fra di loro. Si raccomanda la collaborazioneanche con i docenti di altre Facoltà, specialmente se si tratta dimaterie affini o mutuamente collegate.

§2. Non si può essere contemporaneamente docente stabilein più Facoltà.

Art. 24. §1. Sia definito con cura negli Statuti il modo diprocedere nei casi di sospensione o di rimozione del docente,specialmente per cause riguardanti la dottrina.

§2. Si deve cercare, anzitutto, di regolare privatamente laquestione tra il Rettore, o il Preside o il Decano, ed il docentestesso. Se non si giunge ad un accordo, la questione venga op-portunamente trattata da un Consiglio o Commissione compe-tente, in modo che il primo esame del caso sia fatto all’internodell’Università o della Facoltà. Se ciò non è sufficiente, la que-stione sia deferita al Gran Cancelliere, il quale, insieme conpersone esperte dell’Università, o della Facoltà, o a questeesterne, esamini la vertenza per provvedervi nel modo opportu-no. È sempre da assicurare al docente il diritto di conoscere lacausa e le prove, nonché di esporre e difendere le proprie ragio-ni. Resta comunque il diritto di ricorso alla Santa Sede per unadefinitiva soluzione del caso (cfr. cann. 1732-1739 CIC; cann.996-1006 CCEO; can. 1445, §2 CIC; GI O VA N N I PAOLO II, Cost.ap. Pastor bonus, art. 123: AAS 80 [1988], 891-892).

§3. Tuttavia, nei casi più gravi o urgenti, al fine di provvede-re al bene degli studenti e dei fedeli, il Gran Cancelliere so-spenda ad tempus il docente, finché non sia concluso il procedi-mento ordinario.

Art. 25. I chierici diocesani ed i religiosi e loro equiparati,per diventare docenti in una Facoltà e per rimanervi, devonoavere il consenso del proprio Ordinario, Gerarca o Superiore, esi devono osservare le norme stabilite a questo riguardo dallacompetente Autorità ecclesiastica.

provveda; se il Gran Cancelliere non provvede, egli è libero diricorrere alla Santa Sede, salvo l’obbligo di provvedere diretta-mente egli stesso nei casi più gravi od urgenti, che costituiscanoun pericolo per la propria diocesi.

Art. 12. La nomina o la conferma di cui all’art. 18 della Costi-tuzione è necessaria anche per un nuovo mandato dei titolaricitati.

Art. 13. Quanto è stabilito all’art. 19 della Costituzione,dev’essere precisato negli Statuti dell’Università oppure in quel-li delle singole Facoltà, attribuendo, secondo i casi, maggior pe-so al governo collegiale o a quello personale, purché siano con-servate ambedue le modalità, tenuto conto della prassi delleUniversità della regione in cui si trova la Facoltà, o dell’Istitutoreligioso al quale la Facoltà stessa appartenga.

Art. 14. Oltre al Consiglio di Università (Senato Accademico)ed al Consiglio di Facoltà — che esistono dappertutto, anche secon nomi diversi — gli Statuti possono opportunamente costi-tuire anche altri speciali Consigli o Commissioni per la direzio-ne e promozione dei settori scientifico, pedagogico, disciplina-re, economico, ecc.

Art. 15. §1. Secondo la Costituzione, Rettore è colui che sta acapo dell’Università; Preside, colui che sta a capo di un Istitutoo di una Facoltà sui iuris; Decano, colui che sta a capo di unaFacoltà facente parte di un’Università; Direttore colui che sta acapo di un Istituto accademico aggregato o incorporato.

§2. Negli Statuti va fissata la durata delle cariche ed in qualmodo e per quante volte consecutive sia possibile la confermanelle stesse.

Art. 16. All’ufficio di Rettore o di Preside compete di:1° dirigere, promuovere e coordinare tutta l’attività della co-

munità accademica;2° rappresentare l’Università, l’Istituto o la Facoltà sui iuris;3° convocare i Consigli di Università, di Istituto o di Facoltà

sui iuris, e presiederli a norma degli Statuti;4° sorvegliare l’amministrazione economica;5° riferire al Gran Cancelliere sugli affari più importanti;6° vigilare affinché siano aggiornati in forma elettronica ogni

anno i dati dell’istituzione presenti nella Banca Dati della Con-gregazione per l’Educazione Cattolica.

Art. 17. Al Decano di Facoltà spetta di:1° promuovere e coordinare tutta l’attività della Facoltà, spe-

cialmente riguardo agli studi, e provvedere tempestivamente al-le sue necessità;

2° convocare il Consiglio di Facoltà e presiederlo;3° ammettere o dimettere, a nome del Rettore, gli studenti, a

norma degli Statuti;4° riferire al Rettore ciò che vien fatto o proposto dalla Fa-

coltà;5° dare esecuzione a quanto è stabilito dalle Autorità superio-

ri;6° aggiornare in forma elettronica almeno una volta all’anno i

dati dell’istituzione presenti nella Banca Dati della Congrega-zione per l’Educazione Cattolica.

Titolo III — I Docenti(Cost. ap., artt. 22-30)

Art. 18. §1. I docenti stabilmente appartenenti alla Facoltàsono in primo luogo coloro che a pieno e definitivo titolo sonostati in essa assunti e sogliono essere designati col nome di Or-dinari; a questi seguono gli Straordinari; possono aversene util-mente anche altri, secondo la prassi universitaria.

§2. Le Facoltà devono avere un numero minimo di docentistabili: 12 per la Facoltà di Teologia (ed eventualmente, almeno3 muniti dei titoli filosofici richiesti: cfr. O rd ., art. 57), 7 per laFacoltà di Filosofia e 5 per la Facoltà di Diritto Canonico, non-ché 5 o 4 negli Istituti Superiori di Scienze Religiose, a secondache l’Istituto abbia il 1º e il 2º ciclo o soltanto il 1º ciclo. Le re-stanti Facoltà devono avere almeno 5 docenti stabili.

§3. Oltre ai docenti stabili, se ne danno solitamente altri, va-riamente designati, in primo luogo gli invitati da altre Facoltà.

§4. È infine opportuna, per lo svolgimento di peculiari inca-richi accademici, la presenza di Assistenti, i quali devono posse-dere un titolo conveniente.

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

16

Titolo VII — I Gradi Accademici ed altri titoli(Cost. ap., artt. 45-52)

Art. 35. Nelle Università o Facoltà ecclesiastiche, canonica-mente erette o approvate, i gradi accademici vengono conferitiper autorità della Santa Sede.

Art. 36. §1. Gli Statuti stabiliscano quali siano i requisiti ne-cessari alla preparazione della dissertazione dottorale, e le nor-me per la sua pubblica difesa ed edizione.

§2. Pubblicare la dissertazione in forma elettronica è ammis-sibile, se l’ordinamento degli studi lo prevede e ne determina lecondizioni in modo che la sua permanente accessibilità sia ga-rantita.

Art. 37. Un esemplare in forma cartacea delle dissertazionipubblicate dev’essere inviato alla Congregazione per l’Educa-zione Cattolica. Si raccomanda di inviarne una copia anche alleFacoltà ecclesiastiche, quelle almeno della propria regione, chesi occupano delle medesime scienze.

Art. 38. I documenti autentici di conferimento dei gradi ac-cademici siano sottoscritti dalle Autorità accademiche, secondogli Statuti, ed inoltre dal Segretario dell’Università o della Fa-coltà e vi sia apposto il relativo sigillo.

Art. 39. Nei Paesi per i quali le convenzioni internazionalistipulate dalla Santa Sede lo richiedono e nelle istituzioni dellequali le autorità accademiche lo ritengono opportuno, ai docu-menti autentici dei gradi accademici si aggiunga un documentocon ulteriori informazioni riguardo al percorso di studi (peresempio il Diploma Supplement).

Art. 40. Non si conferisca il Dottorato honoris causa senza ilconsenso del Gran Cancelliere, il quale deve prima ottenere ilnulla osta della Santa Sede e sentire il parere del Consiglio diUniversità o Facoltà.

Art. 41. Affinché una Facoltà, oltre ai gradi accademici confe-riti per autorità della Santa Sede, possa conferire altri titoli, ènecessario:

1° che la Congregazione per l’Educazione Cattolica abbia da-to il nulla osta per il conferimento del rispettivo titolo;

2° che il rispettivo ordinamento degli studi stabilisca la natu-ra del titolo, indicando espressamente che non si tratta di ungrado accademico conferito per autorità della Santa Sede;

3° che lo stesso Diploma dichiari che il titolo non è conferitoper autorità della Santa Sede.

Titolo VIII — I Sussidi Didattici(Cost. ap., artt. 53-56)

Art. 42. L’Università o Facoltà deve possedere aule veramen-te funzionali e decorose, adeguate all’insegnamento delle variediscipline ed al numero degli studenti.

Art. 43. Sia a disposizione una biblioteca di consultazionenella quale si trovino le opere principali necessarie per il lavoroscientifico sia dei docenti che degli studenti.

Art. 44. Siano stabilite delle norme per la biblioteca, in mo-do che l’accesso e l’uso siano particolarmente facilitati ai docen-ti e agli studenti.

Art. 45. Siano favoriti la collaborazione ed il coordinamentotra le biblioteche della stessa città o regione.

Titolo IX — L’Amministrazione Economica(Cost. ap., artt. 57-60)

Art. 46. §1. Per il buon andamento dell’amministrazione, leAutorità accademiche non trascurino di informarsi, in tempistabiliti, della situazione economica, e la sottopongano ad unperiodico accurato controllo.

§2. Annualmente il Rettore o Preside trasmetta una relazionesullo stato economico dell’Università o Facoltà al Gran Cancel-l i e re .

Art. 47. §1. Si provveda nei modi opportuni a che il paga-mento delle tasse non impedisca l’accesso ai gradi accademici aquegli studenti, che per le doti intellettuali di cui sono forniti,diano speranza di riuscire un giorno molto utili alla Chiesa.

Titolo IV — Gli Studenti(Cost. ap., artt. 31-35)

Art. 26. §1. Il regolare attestato disposto dall’art. 31 della Co-stituzione:

1° circa la condotta morale, per i chierici, i seminaristi e iconsacrati, è rilasciato dall’Ordinario o dal Gerarca, dal Supe-riore o da un loro delegato, per gli altri da una persona eccle-siastica;

2° circa gli studi prerequisiti, è il titolo di studio, richiesto anorma dell’art. 32 della Costituzione.

§2. Poiché differiscono tra di loro gli studi richiesti nelle di-verse nazioni per l’ingresso all’Università, la Facoltà ha il dirittoed il dovere di esaminare se, dall’attestato, appaiono regolar-mente soddisfatte tutte le discipline ritenute necessarie dalla Fa-coltà stessa.

§3. Nelle Facoltà di scienze sacre è richiesta una congrua co-noscenza della lingua latina, affinché gli studenti possano com-prendere ed usare le fonti di tali scienze ed i documenti dellaChiesa (cfr. Optatam totius, 13: AAS 58 [1966], 721; Pauli VI Ro-mani Sermonis: AAS 68 [1976], 481 ss.).

§4. Se una disciplina non è stata insegnata, oppure lo è statain modo insufficiente, la Facoltà esiga che si supplisca in tempoopportuno allo studio mancante e se ne sostenga l’esame.

Art. 27. Oltre agli studenti ordinari, quelli cioè che tendonoal conseguimento dei gradi accademici, possono essere ammessia frequentare i corsi, secondo le norme stabilite negli Statuti,anche studenti straordinari.

Art. 28. Il passaggio dello studente da una ad altra Facoltàpuò avvenire soltanto all’inizio dell’anno accademico o del se-mestre, e dopo che sia stata accuratamente esaminata la sua po-sizione accademica e disciplinare; di modo che nessuno possaessere ammesso a conseguire un grado accademico, se non ab-bia prima soddisfatto a tutto ciò che è necessario al consegui-mento di quel grado, secondo gli Statuti e l’ordinamento deglistudi.

Art. 29. Nel determinare le norme per la sospensione ol’esclusione di uno studente dalla Facoltà, sia tutelato il suo di-ritto di difesa.

Titolo V — Gli Officialie il Personale Amministrativo e di Servizio

(Cost. ap., art. 36)

Titolo VI — L’Ordinamento degli Studi(Cost. ap., artt. 37-44)

Art. 30. L’ordinamento degli studi necessita l’a p p ro v a z i o n edalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (cfr. can. 816§2 CIC; can. 650 CCEO).

Art. 31. L’ordinamento degli studi delle singole Facoltà devestabilire quali discipline (principali ed ausiliarie) siano obbliga-torie e quindi da frequentarsi da tutti, e quali invece siano libe-re o opzionali.

Art. 32. Parimenti l’ordinamento degli studi stabilisce le eser-citazioni e i seminari, ai quali gli studenti non soltanto devonoessere presenti, ma anche partecipare attivamente, cooperandocon i compagni e preparando propri elaborati.

Art. 33. §1. Le lezioni e le esercitazioni siano distribuite op-portunamente, di modo che siano sicuramente promossi lo stu-dio privato ed il lavoro personale sotto la guida dei docenti.

§2. Una parte dei corsi può essere svolta nella forma di inse-gnamento a distanza, se l’ordinamento degli studi, approvatodalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, lo prevede ene determina le condizioni, in modo particolare circa gli esami.

Art. 34. §1. Gli Statuti o i Regolamenti dell’Università o del-la Facoltà provvedano anche a stabilire in qual modo gli esami-natori debbano esprimere il giudizio sui candidati.

§2. Nel giudizio finale sui candidati ai singoli gradi accade-mici, si tenga conto di tutti i risultati conseguiti nelle varie pro-ve, sia scritte che orali, del medesimo ciclo.

§3. Negli esami per la concessione dei gradi, specialmentedel Dottorato, si possono utilmente invitare anche docentiesterni.

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

17

all’indole propria della dottrina sacra, quali sono soprattuttoquelle biblica, patristica, storica, liturgica e pastorale. Gli stu-denti, poi, devono esser condotti ad una profonda assimilazionedella materia e insieme alla formazione di una sintesi personaleed all’acquisizione del metodo della ricerca scientifica, e diven-tino così idonei ad esporre adeguatamente la sacra dottrina.

Art. 54. Nell’insegnamento si osservino le norme contenutenei documenti del Concilio Vaticano II (cfr. praesertim Dei Ver-bum: AAS 58 [1966], 817 ss.; Optatam totius: AAS 58 [1966], 713ss.), come pure nei più recenti documenti della Sede Apostolica(cfr. praesertim Pauli VI Lumen Ecclesiae, de S. Thoma Aquinate,20 nov. 1974: AAS 66 [1974], 673 ss.; Sacrae Congr. pro InstitutioneCatholica Litteras: De institutione theologica [22 febbr. 1976]; Deinstitutione canonistica [1 mar. 1975]; De institutione philosophica[20 genn. 1972]; De institutione liturgica [3 giu.1979]; De institu-tione in mediis communicationis [19 mar. 1986]; De institutione indoctrina sociali Ecclesiae [30 dic. 1988]; De patrum Ecclesiae stu-dio [10 nov. 1989]; De institutione circa matrimonium et familiam[19 mar.1995]), in quanto essi riguardano anche gli studi accade-mici.

Art. 55. Le discipline obbligatorie sono:1° Nel primo ciclo:a) — Le discipline filosofiche richieste per la teologia, quali

sono soprattutto la filosofia sistematica e lastoria della filosofia(antica, medievale, moderna, contemporanea). L’insegnamentosistematico, oltre a una introduzione generale, dovrà compren-dere le parti principali della filosofia: 1) metafisica (intesa comefilosofia dell’essere e teologia naturale), 2) filosofia della natura,3) filosofia dell’uomo, 4) filosofia morale e politica, 5) logica efilosofia della conoscenza.

— Escluse le scienze umane, le discipline strettamente filosofi-che (cfr. O rd ., art. 66, 1° a) devono costituire almeno il 60% delnumero dei crediti dei primi due anni. Ciascun anno dovrà pre-vedere un numero di crediti adeguato a un anno di studi uni-versitari a tempo pieno.

— È altamente auspicabile che i corsi di filosofia siano con-centrati nei primi due anni della formazione filosofico-teologi-ca. Questi studi di filosofia compiuti in vista degli studi di teo-logia saranno uniti, nell’arco di questo biennio, ai corsi intro-duttivi di teologia.

b) Le discipline teologiche, e cioè:— la Sacra Scrittura: introduzione ed esegesi;— la Teologia fondamentale, con riferimento anche alle que-

stioni circa l’ecumenismo, le religioni non-cristiane e l’ateismo,nonché altre correnti della cultura contemporanea;

— la Teologia dogmatica;— la Teologia morale e spirituale;— la Teologia pastorale;— la Liturgia;— la Storia della Chiesa, la Patrologia e l’A rc h e o l o g i a ;— il Diritto Canonico.c) Le discipline ausiliarie, cioè alcune scienze umane e oltre

alla lingua latina, le lingue bibliche, nella misura in cui sianorichieste per i cicli seguenti.

2° Nel secondo ciclo:Le discipline peculiari, che sono opportunamente istituite in

varie sezioni secondo le diverse specializzazioni, con proprieesercitazioni e seminari, compresa una speciale dissertazionescritta.

3° Nel terzo ciclo:L’ordinamento degli studi della Facoltà determini se e quali

discipline peculiari debbano essere insegnate, con le relativeesercitazioni e seminari e quali lingue antiche e moderne lo stu-dente deve saper comprendere per poter elaborare la disserta-zione.

Art. 56. Nel quinquennio istituzionale del primo ciclo occorrecurare diligentemente che tutte le discipline siano trattate contale ordine, ampiezza e metodo proprio, da concorrere armoni-camente ed efficacemente a dare agli studenti una formazionesolida, organica e completa in materia teologica, grazie allaquale diventino capaci sia di proseguire gli studi superiori delsecondo ciclo, sia di esercitare convenientemente determinati in-carichi ecclesiastici.

Art. 57. Il numero di docenti che insegnano la filosofia deveessere di almeno tre, muniti dei titoli filosofici richiesti (cfr.O rd ., artt. 19 e 67, 2). Devono essere stabili, cioè dedicati a tem-po pieno all’insegnamento della filosofia e alla ricerca in taleambito.

§2. Perciò si abbia cura di istituire, per gli studenti, partico-lari sussidi economici, di provenienza ecclesiale, civile o privata,finalizzati al loro aiuto.

Titolo X — La Pianificazionee la Collaborazione delle Facoltà

(Cost. ap., artt. 61-67)

Art. 48. §1. Dovendosi erigere una nuova Università o Facol-tà, è necessario che:

a) se ne dimostri la necessità o la vera utilità, a cui non siapossibile soddisfare mediante affiliazione o aggregazione o in-corp orazione;

b) esistano i requisiti necessari, dei quali i principali sono:1° il numero dei docenti stabili e la loro qualifica, conforme-

mente alla natura ed alle esigenze della Facoltà;2° un congruo numero di studenti;3° la biblioteca e gli altri sussidi scientifici, e le aule scolasti-

che;4° risorse economiche realmente sufficienti all’Università o al-

la Facoltà;c) siano esibiti gli Statuti, insieme con l’ordinamento degli

studi, che siano conformi alla presente Costituzione e relativeNorme applicative.

§2. La Congregazione per l’Educazione Cattolica — udito ilparere sia della Conferenza Episcopale sia del Vescovo diocesa-no o eparchiale, principalmente sotto l’aspetto pastorale, sia de-gli esperti, in particolare di quelli delle Facoltà più vicine, piut-tosto sotto l’aspetto scientifico — decide circa l’opportunità diprocedere alla nuova erezione.

Art. 49. Quando invece si tratta dell’approvazione di unaUniversità o Facoltà, è necessario che:

a) sia la Conferenza Episcopale sia il Vescovo diocesano oeparchiale abbiano dato il loro consenso;

b) siano adempite le condizioni stabilite nel precedente art.48, §1, b) e c).

Art. 50. Le condizioni per l’affiliazione riguardano soprattut-to il numero e la qualità dei docenti, l’ordinamento degli studi,la biblioteca, e il dovere della Facoltà affiliante di assisterel’Istituto affiliato; perciò, occorre di solito che la Facoltà affi-liante e l’Istituto affiliato si trovino nella stessa nazione o regio-ne culturale.

Art. 51. §1. L’aggregazione è il collegamento con una Facoltàdi un Istituto, che abbracci i soli primo e secondo ciclo, alloscopo di conseguire mediante la Facoltà i corrispondenti gradiaccademici.

§2. L’incorporazione è l’inserimento nella Facoltà di un Isti-tuto, che abbracci il secondo o il terzo o entrambi i cicli, alloscopo di conseguire mediante la Facoltà i corrispondenti gradiaccademici.

§3. L’aggregazione e l’incorporazione non si possono conce-dere, se l’Istituto non sia adeguatamente attrezzato per il conse-guimento di quei determinati gradi accademici, in modo che ri-sulti ben fondata la speranza che, grazie alla connessione con laFacoltà, si consegua realmente il fine desiderato.

Art. 52. §1. È da favorire la collaborazione tra le stesse Facol-tà ecclesiastiche sia mediante lo scambio dei docenti sia me-diante la mutua comunicazione della propria attività scientificasia mediante la promozione di comuni ricerche per il bene delpopolo di Dio.

§2. È da promuovere parimenti la collaborazione con altreFacoltà, anche non cattoliche, purché sia conservata con cura lapropria identità.

Parte secondaNorme speciali

Titolo I — La Facoltà di Teologia(Cost. ap., artt. 69-76)

Art. 53. Le discipline teologiche siano insegnate in modo cheappaia chiaramente il loro nesso organico, e si mettano in luce ivari aspetti o dimensioni, che appartengono intrinsecamente

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

18

Titolo III — La Facoltà di Filosofia(Cost. ap., artt. 81-84)

Art. 64. §1. La ricerca e l’insegnamento della filosofia in unaFacoltà ecclesiastica di Filosofia devono essere radicati “nel pa-trimonio filosofico perennemente valido” (can. 251 CIC e Conci-lio Ecumenico Vaticano II, Decr. Optatam totius, 15) che si è svi-luppato lungo la storia, tenendo conto particolarmentedell’opera di san Tommaso d’Aquino. Allo stesso tempo, la filo-sofia insegnata in una Facoltà ecclesiastica dovrà essere apertaai contributi che le indagini più recenti hanno fornito e conti-nuano ad apportare. Occorrerà sottolineare la dimensione sa-pienziale e metafisica della filosofia.

§2. Nel primo ciclo, la filosofia deve essere insegnata in mo-do tale che gli studenti che ricevono il Baccalaureato raggiun-gano una solida e coerente sintesi dottrinale, imparino ad esa-minare ed a giudicare i diversi sistemi filosofici e si abituino aduna personale riflessione filosofica.

§3. Se gli studenti del primo ciclo degli studi teologici fre-quentano i corsi del primo ciclo della Facoltà di Filosofia, si vi-gili affinché sia salvaguardata la specificità del contenuto e del-lo scopo di ciascun percorso formativo. Al termine di questo ti-po di formazione filosofica non viene rilasciato un titolo acca-demico in filosofia (cfr. VG, art. 74 a), ma gli studenti possonorichiedere un certificato che attesti i corsi frequentati e i creditiottenuti.

§4. La formazione ottenuta nel primo ciclo potrà essere per-fezionata nel ciclo successivo di iniziata specializzazione me-diante la maggiore concentrazione su una parte della filosofia eun maggiore impegno dello studente nella riflessione filosofica.

§5. È opportuno fare una chiara distinzione fra gli studi delleFacoltà ecclesiastiche di Filosofia e il percorso filosofico che faparte integrante degli studi in una Facoltà di Teologia o in unSeminario Maggiore. In una istituzione ove si trovino contem-poraneamente sia una Facoltà ecclesiastica di Filosofia che unaFacoltà di Teologia, quando i corsi di filosofia che fanno partedel primo ciclo quinquennale di teologia sono compiuti pressola Facoltà di Filosofia, l’autorità che decide il programma è ildecano della Facoltà di Teologia, rispettando la legge vigente evalorizzando la collaborazione stretta con la Facoltà di Filoso-fia.

Art. 65. Nell’insegnamento della filosofia si devono osservarele norme che la riguardano, e che sono contenute nei documen-ti del Concilio Vaticano II (cfr. praesertim Optatam totius: AAS 58[1966], 713 ss.; Gravissimum educationis: AAS 58 [1966], 728 ss.),nonché nei più recenti documenti della Santa Sede (cfr p ra e s e r -tim Pauli VI, Lumen Ecclesiae, de S. Thoma Aquinate, 20 nov.1974: AAS 66 [1974], 673 ss.; Sacrae Congr. Pro Institutione Catho-lica Litteras de institutione philosophica [20 gen. 1972]; GI O VA N N IPAOLO II, Enc. Fides et ratio: AAS 91 [1999], 5 ss.; ID., Enc. Ve r i -tatis splendor: AAS 85 [1993], 1133 ss.), in quanto si riferisconoanche agli studi accademici.

Art. 66. Le discipline insegnate nei vari cicli sono:1° Nel primo ciclo:a) Le materie obbligatorie fondamentali:— Una introduzione generale che mirerà in particolare a mo-

strare la dimensione sapienziale della filosofia.— Le discipline filosofiche principali: 1) metafisica (intesa co-

me filosofia dell’essere e teologia naturale), 2) filosofia della na-tura, 3) filosofia dell’uomo, 4) filosofia morale e politica, 5) lo-gica e filosofia della conoscenza. Data l’importanza particolaredella metafisica, a questa disciplina dovrà corrispondere un ade-guato numero di crediti.

— La storia della filosofia: antica, medievale, moderna e con-temporanea. L’esame attento delle correnti che hanno avutomaggiore influenza sarà accompagnato, quando possibile, dallalettura di testi degli autori più significativi. Si aggiungerà, infunzione dei bisogni, uno studio di filosofie locali.

Le materie obbligatorie fondamentali devono costituire alme-no il 60% e non superare il 70% del numero dei crediti del pri-mo ciclo.

b) Le materie obbligatorie complementari:— Lo studio delle relazioni tra ragione e fede cristiana ovvero

tra filosofia e teologia, da un punto di vista sistematico e stori-co, attento a salvaguardare tanto l’autonomia dei campi quantoil loro legame.

— Il latino, in modo tale da poter comprendere le opere filo-sofiche (specialmente di autori cristiani) redatte in tale lingua.Una simile conoscenza del latino si deve verificare nell’arco deiprimi due anni.

Art. 58. Oltre agli esami o prove equipollenti sulle singole di-scipline, al termine del primo e del secondo ciclo si abbia o unesame comprensivo o una prova equipollente, con i quali lostudente dia prova di aver pienamente conseguito la formazionescientifica intesa dal ciclo rispettivo.

Art. 59. Spetta alla Facoltà precisare a quali condizioni glistudenti, che abbiano regolarmente completato il curricolo distudi filosofico-teologici in un Seminario Maggiore o in un al-tro Istituto superiore approvato, possano essere ammessi al se-condo ciclo, tenendo accuratamente conto degli studi già com-piuti e, secondo il caso, prescrivendo anche corsi ed esami spe-ciali.

Titolo II — La Facoltà di Diritto Canonico(Cost. ap., artt. 77-80)

Art. 60. Nella Facoltà di Diritto Canonico, Latino od Orien-tale, va curata l’esposizione scientifica sia della storia e dei testidelle leggi ecclesiastiche, sia della loro connessione e disposizio-ne, sia dei loro fondamenti teologici.

Art. 61. Sono discipline obbligatorie:1° nel primo ciclo:a) elementi di filosofia: antropologia filosofica, metafisica,

etica;b) elementi di teologia: introduzione alla S. Scrittura; teolo-

gia fondamentale: rivelazione divina, sua trasmissione e credibi-lità; teologia trinitaria; cristologia; trattato sulla grazia; in modospeciale ecclesiologia; teologia sacramentale generale e speciale;teologia morale fondamentale e speciale;

c) istituzioni generali di diritto canonico;d) lingua latina.2° nel secondo ciclo:a) il Codice di Diritto Canonico o il Codice dei Canoni delle

Chiese Orientali in tutte le loro parti e le altre norme vigenti;b) discipline connesse: teologia del diritto canonico; filosofia

del diritto; istituzioni del diritto romano; elementi di diritto ci-vile; storia delle istituzioni canoniche; storia delle fonti del di-ritto canonico; relazioni tra la Chiesa e la società civile; prassicanonica amministrativa e giudiziale;

c) introduzione al Codice dei Canoni delle Chiese Orientaliper gli studenti di una Facoltà di Diritto Canonico latino; in-troduzione al Codice di Diritto Canonico per gli studenti diuna Facoltà di Diritto Canonico orientale;

d) lingua latina;e) corsi opzionali, esercitazioni e seminari prescritti da ciascu-

na Facoltà.3° nel terzo ciclo:a) latinità canonica;b) corsi opzionali o esercitazioni prescritti da ciascuna Facol-

tà.

Art. 62. §1. Possono essere ammessi direttamente al secondociclo gli studenti che hanno completato il curricolo filosofico-teologico in un Seminario Maggiore o in una Facoltà teologica,a meno che il Decano non giudichi necessario o opportuno esi-gere un corso previo di lingua latina o di istituzioni generali didiritto canonico.

Coloro che comprovassero aver già studiato alcune materiedel primo ciclo in un’idonea Facoltà o Istituto universitario,possono essere da esse dispensati.

§2. Coloro che avessero un grado accademico in diritto civilepossono essere dispensati da qualche corso del secondo ciclo(come diritto romano e diritto civile), ma non potranno essereesentati dal triennio di Licenza.

§3. Concluso il secondo ciclo, gli studenti devono conoscerela lingua latina in modo tale da poter ben comprendere il Co-dice di Diritto Canonico e il Codice dei Canoni delle ChieseOrientali nonché gli altri documenti canonici; nel terzo ciclo,oltre la lingua latina in modo che possano interpretare corretta-mente le fonti del Diritto, anche le altre lingue necessarie perl’elaborazione della dissertazione.

Art. 63. Oltre agli esami o prove equipollenti sulle singole di-scipline, al termine del secondo ciclo si abbia un esame com-prensivo o prova equipollente, che dimostri che lo studente ab-bia pienamente conseguito la formazione scientifica intesa dalsecondo ciclo.

VE R I TAT I S G AU D I U M L’Osservatore Romano

19

— Una lingua moderna diversa dalla propria lingua madre, lacui conoscenza si deve verificare prima della fine del terzo an-no.

— Una introduzione alla metodologia dello studio e del lavo-ro scientifico che avvii pure all’uso degli strumenti della ricercae alla pratica del discorso argomentativo.

c) Le materie complementari opzionali:— Elementi di letteratura e delle arti;— Elementi di qualche scienza umana o di qualche scienza

naturale (per esempio psicologia, sociologia, storia, biologia, fi-sica). Si vigili, in modo particolare, affinché si stabilisca unaconnessione tra le scienze e la filosofia.

— Qualche altra disciplina filosofica opzionale: per esempiofilosofia delle scienze, filosofia della cultura, filosofia dell’arte,filosofia della tecnica, filosofia del linguaggio, filosofia del dirit-to, filosofia della religione.

2° Nel secondo ciclo:— Alcune discipline speciali, che saranno distribuite opportu-

namente nelle varie sezioni secondo le diverse specializzazioni,con le proprie esercitazioni e seminari, compresa una specialetesina scritta.

— L’apprendimento o l’approfondimento del greco antico odi una seconda lingua moderna oltre a quella richiesta nel pri-mo ciclo o l’approfondimento di quest’ultima.

3° Nel terzo ciclo:L’ordinamento degli studi della Facoltà determinerà se e qua-

li discipline speciali debbano essere studiate, con le loro eserci-tazioni e seminari. Sarà necessario l’apprendimento di una ulte-riore lingua o l’approfondimento di una delle lingue già studia-te in precedenza.

Art. 67. §1. La Facoltà deve impegnare in modo stabile alme-no sette docenti debitamente qualificati così che questi possanoassicurare l’insegnamento di ognuna delle materie obbligatoriefondamentali (cfr. O rd ., artt. 66, 1°; 48, §1, b).

In particolare, il primo ciclo deve avere almeno cinque do-centi stabili distribuiti nel seguente modo: uno in metafisica,uno in filosofia della natura, uno in filosofia dell’uomo, uno infilosofia morale e politica, uno in logica e filosofia della cono-scenza.

Per le altre materie, obbligatorie e opzionali, la Facoltà puòchiedere l’aiuto di altri docenti.

§2. Un docente è abilitato ad insegnare in una istituzione ec-clesiastica se ha conseguito i gradi accademici richiesti in unaFacoltà ecclesiastica di Filosofia (cfr. O rd ., art. 19).

§3. Se il docente non è in possesso né di un Dottorato cano-nico né di una Licenza canonica, potrà essere annoverato comedocente stabile solo a condizione che la sua formazione filosofi-ca sia coerente per il contenuto e per il metodo con quella cheviene proposta in una Facoltà ecclesiastica. Nel valutare i candi-dati all’insegnamento in una Facoltà ecclesiastica di Filosofia sidovrà considerare: la necessaria competenza nella materia loroassegnata; una opportuna apertura all’insieme del sapere; l’ade-sione nelle loro pubblicazioni e nella loro attività didattica allaverità insegnata dalla fede; una conoscenza adeguatamente ap-profondita dell’armonioso rapporto tra fede e ragione.

§4. Bisognerà garantire che una Facoltà ecclesiastica di Filo-sofia abbia sempre una maggioranza di docenti stabili in pos-sesso di un Dottorato ecclesiastico in filosofia o di una Licenzaecclesiastica in una scienza sacra insieme a un Dottorato in filo-sofia conseguito in una Università non ecclesiastica.

Art. 68. In generale, affinché uno studente possa essere am-messo al secondo ciclo in filosofia, è necessario che abbia con-seguito il Baccalaureato ecclesiastico in filosofia.

Se uno studente ha fatto studi filosofici in una Facoltà nonecclesiastica di Filosofia presso una Università cattolica o in unaltro Istituto di Studi superiori, può essere ammesso al secondociclo soltanto dopo aver dimostrato, con un appropriato esame,che la sua preparazione è conciliabile con quella proposta inuna Facoltà ecclesiastica di Filosofia e aver colmato eventualilacune in rapporto agli anni e al piano di studi previsto per ilprimo ciclo in base alle presenti O rd i n a t i o n e s . La scelta dei corsidovrà favorire una sintesi delle materie insegnate (cfr. VG, art.82, a). Al termine di questi studi integrativi, lo studente saràammesso al secondo ciclo, senza ricevere il Baccalaureato eccle-siastico in filosofia.

Art. 69. §1. Tenuto conto della riforma del primo ciclo di treanni degli studi ecclesiastici di filosofia, che si conclude colBaccalaureato in filosofia, l’affiliazione filosofica deve essere inconformità con ciò che è stato decretato per il primo ciclo,quanto al numero di anni ed al programma di studi (cfr. O rd .,

art. 66, 1°); il numero dei docenti stabili in un istituto filosoficoaffiliato deve essere di almeno cinque con le qualifiche richieste(cfr. O rd ., art. 67).

§2. Tenuto conto della riforma del secondo ciclo di due annidegli studi ecclesiastici di filosofia che si conclude con la Licen-za in filosofia, l’aggregazione filosofica deve essere in conformi-tà con ciò che è stato decretato per il primo e per il secondo ci-clo, quanto al numero di anni ed al programma di studi (cfr.VG, art. 74 a e b; O rd ., art. 66); il numero dei docenti stabili inun istituto filosofico aggregato deve essere di almeno sei con lequalifiche richieste (cfr. O rd ., art. 67).

§3. Tenuto conto della riforma del percorso di filosofia inclu-so nel primo ciclo filosofico-teologico che si conclude con ilBaccalaureato in teologia, la formazione filosofica di un Istitutoaffiliato in teologia deve essere in conformità con ciò che è sta-to decretato quanto al programma degli studi (cfr. O rd ., art. 55,1°); il numero dei docenti stabili di filosofia deve essere di alme-no due.

Titolo IV — Altre Facoltà(Cost. ap., artt. 85-87)

Art. 70. Per ottenere gli scopi esposti nell’art. 85 della Costi-tuzione, sono già erette ed abilitate a conferire i gradi accade-mici per autorità della Santa Sede, le seguenti Facoltà, o Istitutiad instar Facultatis:

— Archeologia cristiana;— Bio etica;— Comunicazione Sociale;— D iritto;— Lettere cristiane e classiche;— L i t u rg i a ;— Missiologia;— Musica sacra;— Oriente Antico;— Psicologia;— Scienze dell’Educazione;— Scienze Religiose;— Scienze Sociali;— Spiritualità;— Storia della Chiesa;— Studi Arabici e Islamistica;— Studi Biblici;— Studi Orientali,— Studi su Matrimonio e Famiglia.

Sua Santità Papa FRANCESCO ha approvato e ordinato dipubblicare tutte e singole le presenti Norme applicative, nono-stante qualsiasi prescrizione in contrario.

Roma, dalla Sede della Congregazione per l’Educazione Cattoli-ca, il 27 dicembre 2017, festa di S. Giovanni, Apostolo ed Evangeli-sta.

Giuseppe Card. VERSALDI

P re f e t t o

Angelo Vincenzo ZANI

Arciv. tit. di Volturno

S e g re t a r i o

VE R I TAT I S G AU D I U ML’Osservatore Romano

20

Norme per la redazione degli statuti di un’Università o di una Fa-coltà

Tenuto conto di ciò che è contenuto nella Costituzione Apo-stolica e nelle Norme Applicative annesse — e lasciando ai pro-pri Regolamenti interni ciò che è di indole più particolare emutevole — gli Statuti di un’Università o di una Facoltà do-vranno trattare precipuamente dei seguenti punti:

1. Il nome, la natura e il fine dell’Università o della Facoltà(con una breve informazione storica nel proemio).

2. Il governo — Il Gran Cancelliere; le Autorità accademichepersonali e collegiali: quali i loro compiti precisi; quale il modoin cui debbano essere elette le Autorità personali e quale la du-rata della loro funzione; quale il modo dell’elezione delle Auto-rità collegiali e cioè dei membri dei Consigli, e per quanto tem-po debbano rimanere in carica.

3. I docenti — Quale debba essere il loro numero minimo inogni singola Facoltà; in quali ordini si debbano distinguere sia idocenti stabili sia i non stabili; di quali requisiti debbano essereforniti; come debbano essere cooptati, nominati, promossi ecessare dalla loro funzione descrivendone i motivi e la procedu-ra; i loro doveri e diritti.

4. Gli studenti — I requisiti per la loro iscrizione; motivi eprocedura della loro sospensione; i loro doveri e diritti.

5. Gli officiali ed il personale amministrativo e di servizio - Iloro doveri e diritti.

6. I gradi accademici — Quali gradi saranno conferiti in ognisingola Facoltà ed a quali condizioni; altri titoli.

7. I sussidi didattici e informatici — La biblioteca: come prov-vedere alla sua conservazione e al suo incremento; gli altri sus-sidi didattici ed i laboratori scientifici, se necessari.

8. L’amministrazione economica — Il patrimonio dell’Univer-sità o della Facoltà, e la sua amministrazione; le norme circa glionorari per le autorità, i docenti, gli officiali e circa le tasse de-gli studenti, nonché i sussidi economici ad essi destinati.

9. I rapporti con le altre Facoltà, Istituti, ecc.

Ordinamento degli studi

1. Quale sia in ogni singola Facoltà.2. Quali cicli si abbiano.3. Quali discipline siano insegnate: la loro obbligatorietà e

f re q u e n z a .4. Quali seminari ed esercitazioni.5. Quali esami o prove equipollenti.6. Eventuale modalità a distanza.

APPENDICE I

all’art. 7 delle Norme Applicative

Settori degli studi ecclesiasticisecondo il loro presente (A. 2017)

ordinamento accademico nella Chiesa

ELENCO

Avvertenza. — I singoli Settori di studi, qui enumerati in ordinealfabetico, sono ora in vigore. Sotto di loro sono raggruppate lesp ecializzazioni.

Le specializzazioni esistenti si trovano nella Banca Dati delleIstituzioni di Studi Superiori Ecclesiastici, accessibile tramite si-to web www.educatio.va

Inoltre, la summenzionata Banca Dati include tutte le Istitu-zioni di Studi Superiori erette o approvate dalla Congregazioneper l’Educazione Cattolica come parte del sistema educativodella Santa Sede.

— Archeologia Cristiana— Bio etica— Comunicazione Sociale

— Diritto Canonico— D iritto— Filosofia— Lettere Cristiane e Classiche— L i t u rg i a— Missiologia— Musica Sacra— Oriente Antico— Psicologia— Scienze dell’Educazione— Scienze Religiose— Scienze Sociali— Spiritualità— Storia della Chiesa— Studi Arabi e d’Islamistica— Studi Biblici— Studi Orientali— Studi su Matrimonio e Famiglia— Te o l o g i a

APPENDICE II

all’art. 70 delle Norme Applicative