Pio Spiriti GRAN CONCERTO 2009 - cucaio.files.wordpress.com · Periodico multimediale amatoriale...

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In allegato a questo numero della rivista il wallpaper e il poster del film! LE INTERVISTE ESCLUSIVE Paola Massari a pagina 3 a pagina 3 a pagina 3 a pagina 3 Pio Spiriti alle pagine 4 e 5 alle pagine 4 e 5 alle pagine 4 e 5 alle pagine 4 e 5 Periodico multimediale amatoriale (non ufficiale) completamente gratuito dedicato al mondo di Claudio Baglioni - Responsabile rivista Enrico Avagliano del sito web www.tuttiqui.net GRAN CONCERTO 2009 Tutte le date del nuovo tour di Claudio Baglioni a pagina 10 a pagina 10 a pagina 10 a pagina 10 ANNO III - Marzo/Aprile 2009 Il romanzo di Claudio Baglioni Il romanzo di Claudio Baglioni Il romanzo di Claudio Baglioni Il romanzo di Claudio Baglioni Servizi a pagina 2 Servizi a pagina 2 Servizi a pagina 2 Servizi a pagina 2

Transcript of Pio Spiriti GRAN CONCERTO 2009 - cucaio.files.wordpress.com · Periodico multimediale amatoriale...

In allegato

a questo numero

della rivista

il wallpaper e

il poster del film!

LE INTERVISTE

ESCLUSIVE

Paola Massari a pagina 3a pagina 3a pagina 3a pagina 3

Pio Spiriti alle pagine 4 e 5alle pagine 4 e 5alle pagine 4 e 5alle pagine 4 e 5

Periodico multimediale amatoriale (non ufficiale) completamente gratuito dedicato al mondo di Claudio Baglioni - Responsabile rivista Enrico Avagliano del sito web www.tuttiqui.net

GRAN

CONCERTO

2009 Tutte le date del

nuovo tour di

Claudio Baglioni

a pagina 10a pagina 10a pagina 10a pagina 10

ANNO III - Marzo/Aprile 2009

Il romanzo di Claudio BaglioniIl romanzo di Claudio BaglioniIl romanzo di Claudio BaglioniIl romanzo di Claudio Baglioni Servizi a pagina 2Servizi a pagina 2Servizi a pagina 2Servizi a pagina 2

LA PUBBLICAZIONE - È in tutte le librerie il primo romanzo scritto da Claudio Baglioni: «Q.P.G.A.»,, edizioni Mondadori

Per non scordare mai il primo (piccolo grande) amore Dalla canzone del secolo il volume che racconta una storia che lascia un segno

Ci sono delle situazioni che chiunque, nella

vita, prima o poi, affronta. Una di queste, un

topos, è il primo amore. Un proverbio dice che il

primo amore è quello che non si scorda mai.

Perché primo, appunto, quindi indimenticabile.

Prima di quell’esperienza non sapevamo nulla

dell’amore. Siamo ancora dei ragazzini, il mondo

lo vediamo in modo

così diverso da come

lo vedremo una volta

adulti. Potremmo

scendere in piazza a

protestare per un

mondo migliore. Poi,

in un angolo di una

spiaggia, ecco il primo

bacio. Soli noi due. Ci

giuriamo che staremo

insieme per sempre,

che nulla e nessuno al

mondo potrà mai

separarci. Promesse,

sorrisi, sguardi dolci.

Eppure il tempo pas-

sa, la vita separa e

ognuno va per la sua

strada. Inevitabile. “Il

primo grande amore

non dura mai tutta la

vita. Ma la cambia.

Per sempre”. Così è

scritto sulla quarta di

copertina del nuovo

romanzo di Claudio

Baglioni che racconta la storia di “Questo piccolo

grande amore”, la sua canzone più famosa, sotto

una nuova luce. I protagonisti sono Andrea e

Giulia, ma non più quelli del film uscito il 14 feb-

braio scorso nelle sale. Sono le stesse persone

ma adulte. Che hanno percorso la loro vita, che

sono ormai nel pieno della propria esistenza. Ma

che non hanno mai dimenticato di quel primo

amore, che tanti anni prima sembrava così reale

ma che, col passare del tempo, è stato idealizza-

to, contorto, mitizzato e poi dimenticato. Anzi

no, dimenticato mai: è sempre rimasto in un

cassetto della memoria, chiuso a chiave. E la

chiave lo sappiamo dov’è, ma non sempre voglia-

mo andare a prenderla. Un amore finito, il primo,

ma che ha cambiato inevitabilmente il modo di

vivere a chiunque. Si legge nella retrocopertina

del romanzo di Baglioni (edito da Mondadori):

“L’amore si smarrisce come un ombrello, un

mazzo di chiavi o un portafogli. Come una parola

che avevamo qui, sulla punta della lingua e che,

adesso, non troviamo più. Perché come le parole,

l’amore viene quando vuole lui. Ci tornerà in

mente all’improvviso. Quando non ne avremo

più bisogno”. Come per Andrea, architetto di

fama internazionale che torna a Roma dopo tanti

anni. Proprio a Roma, nel 1970, aveva conosciuto

Giulia, il suo piccolo grande amore. Questo è

l’incipit alla base del romanzo di un Baglioni che

si dimostra – e di dubbi,

in realtà, non ne aveva-

mo – un grande scritto-

re, capace di plasmare

le parole di un racconto

immaginario come sta

facendo, da decenni,

con le sue grandi can-

zoni. Quella che l’ha

reso famoso, “Questo

piccolo grande amore”,

è stata definita la can-

zone del secolo, la più

bella della musica leg-

gera italiana. Con la

stessa sensibilità Ba-

glioni nel romanzo ri-

percorre un amore del

passato, il primo gran-

de amore, come soltan-

to un cantautore, un

cantastorie, un grande

narratore sa fare, pla-

smando le parole e

valorizzandone una per

una, senza mai lasciare

nulla al caso, puntando

dritto al cuore del lettore, per far riemergere

anche in lui un sentimento passato ma che non è

mai stato dimenticato. Ed è facile allora accor-

gersi che quei gesti di tanti anni prima hanno

rappresentato qualcosa per tutta la nostra vita. A

distanza di 37 anni dalla pubblicazione della can-

zone del secolo, Baglioni riprende quel brano

che, anni fa, addirittura riuscì a stravolgere, lo

rimodella e ne plasma un romanzo da leggere

tutto d’un fiato. Inevitabile, nella lettura, pensare

alla propria storia personale, a quel Piccolo gran-

de amore che ha segnato la vita a tutti noi. E che

non è durato per sempre, è ovvio, ma che ci ha

cambiato, quello sì, per sempre.

Fabio Conti

«Q.P.G.A. Questo piccolo grande amore» Il romanzo

di Claudio Baglioni Edizioni Mondadori 260 pagine, € 17,00

pagina 2 di là dal ponte

IL FILM - Opinioni e commenti

Una storia di ieriUna storia di ieriUna storia di ieriUna storia di ieri

attuale anche oggiattuale anche oggiattuale anche oggiattuale anche oggi Q.P.G.A.: un film che ha visto come spettatori

persone di tutte le età! Generazioni a confronto! Dai ragazzini di 10 anni ai nonni di 80 e tutti en-trati nella sala cinematografica per vedere final-mente una storia d’amore, anche se sofferta! La storia era quella scontata, che già conoscevamo attraverso le canzoni che si trovano nell’album omonimo del ‘72 di Claudio. Una storia che noi avevamo solo potuto immaginare e che ha fatto sognare migliaia di adolescenti.

Ci troviamo in Piazza del Popolo, è in atto una contestazione studentesca, a un certo punto arri-va la polizia con i lacrimogeni per disperdere la folla: tutti scappano per cercare riparo ed è così che Giulia ed Andrea si incontrano in un bar fuori mano...

È una storia d’amore molto bella perché “pulita”, dove i sentimenti e le emozioni fanno da protagonisti. Erano gli anni ’70, quelli in cui ci vestivamo con i pantaloni a zampa, le camicie fiorate e le zeppe ai piedi, i ragazzi portavano i capelli lunghi, venivano chiamati “capelloni” come se fosse stata una malattia: eravamo nel pieno della contestazione giovanile e con atteggiamenti di ribellione, di provocazione, anticonformismo e trasgressione, i giovani sfogavano tutta la loro rabbia per cercare di cambiare una società che ormai gli stava stretta su tutti i fronti. Anche Giulia e Andrea a modo loro volevano cambiare qualco-sa con la speranza di un futuro diverso rispetto a quello dei loro genitori.

Erano i tempi delle feste in casa dove ci si andava soprattutto per poter ballare i lenti e strin-gerti un po’ al ragazzo che ti piaceva… che no-stalgia! In questa piccola grande storia si intrec-ciano amore, sofferenza, attesa, nostalgia, pas-sione, allegria, spensieratezza, ma soprattutto tanta voglia di vivere e di conquistare il mondo! Nella sala cinematografica alcuni ragazzi com-mentavano il film e affermavano che se ci fossero stati i cellulari non sarebbero nati tanti malintesi tra i protagonisti del film…

Ah, com’è vero, eppure noi siamo andati avan-ti anche senza cellulari e, invece dei messaggi o delle chat, ci scrivevamo lunghe lettere e lunga era l’attesa per una risposta! Molti son rimasti delusi dal finale della storia: si aspettavano una lieta conclusione che non c’è stata. Giulia e An-drea si sono salutati al “solito posto”, con quell’ultimo bacio e una stretta di mano! Ragazzi, ma sapete che c’è un seguito a questa storia d’amore? Lo troveremo sul libro che ha scritto Claudio e che sarà presto in libreria: sono certa che stavolta ci sarà un lieto fine!

Vi aspetto all’uscita della prossima rivista per le vostre considerazioni al libro e spero saranno numerose!

Buon viaggio a tutti! Angiola Sorrentino

di Fabio Conti e Roberta Massaro

di là dal ponte pagina 3

LE INTERVISTE ESCLUSIVE / 1 ---- PAOLA MASSARI: «La maglietta fina? La custodisco in una cassapanca»

«Da “Agordo” al “Vento Matteo”, la mia passione per la musica»

Quando abbiamo chiesto a Paola Massari di

concederci un’intervista speravamo ovvia-

mente fin da subito che accettasse. Non solo

siamo rimasti felicemente sorpresi per la sua

disponibilità, ma soprattutto anche per la

sua grande gentilezza e la sua sensibilità.

Grazie di cuore, Paola, da tutto lo staff della

nostra rivista e del sito SMNews. Sei davve-

ro una grande persona.

Cara Paola, è il 3 marzo del 1955. Quel gior-no nascevi nella grande Roma degli anni ‘50 e lì iniziava la tua infanzia. Cosa ti è rimasto im-presso di quel periodo magico?

«Se proprio dovessi concentrare in un’immagine il ricordo di quegli anni, mi vengono in mente le terrazze all’ultimo piano dei palazzi, dove si anda-va a stendere i panni, e che cito proprio in una mia canzone che si chiama “Nuvole di trent’anni fa”».

«Ad Agordo è così, ad Agordo è così», canta Claudio del tuo Agordo. Qual’è il tuo «così»? Quali ricordi, profumi ti vengono alla mente pronunciando il nome del paese che ti ha visto in alcuni periodi della tua vita?

«Le immagini che mi vengono in mente pensan-do ad Agordo sono anch’esse contenute, oltre che nella canzone di Claudio, in quella stessa mia can-zone che ho appena citato. Sono gli orti con i fiori “alti come me”, sono i pomeriggi di vento caldo, i profili maestosi delle montagne, le passeggiate nei boschi odorosi di muschio, i campi di pannoc-chie fruscianti, il profumo del fieno e delle stalle…».

Riascolti volentieri le can-zoni di Claudio? Qual è la tua canzone preferita?

«La produzione di Claudio e di una vastità e di una qualità rare. È realmente difficile, per me, individuare un brano che sia rappresentativo di tutto. Per un fatto og-gettivo, ma anche affettivo, potrei citare “Avrai”, che considero un capolavoro assoluto.»

La musica è senz’altro la tua compagna di viaggio. Com’è entrata nel tuo cuore e anche nella tua vita?

«A due anni, quando suonavo a orecchio un piccolo pianoforte gio-cattolo…».

«Battibecco», insieme a Clau-dio, è stata la tua prima interpre-tazione nel mondo musicale. Tutti noi fans ricordiamo quella voce da ragazzina che accompa-gna quella di un Claudio un po’ più esperto, ma sempre alle pre-se con il suo primo album di grande successo. Con il nuovo progetto Q.P.G.A. quella canzo-ne è stata stravolta, oltre che

dal nuovo arrangiamento, anche dall’unica voce di Claudio. Che ne pensi della nuova ver-sione, e per quello che hai visto fin’ora, del nuovo progetto?

«La nuova versione cantata da Claudio trovo che sia divertente. Il progetto è interessante e molto impegnati-vo. Ho visto il concerto che mi è piaciuto moltissimo, ed il film che è paragonabile ad un lun-ghissimo videoclip, con una colonna sonora straordinaria.»

Arriva il 1993. L’anno in cui la tua carriera artistica ha trova-to sfogo in un album prodot-

to dalla Columbia: «Il vento Matteo». Un al-bum di grandi collaborazioni, a partire dagli arrangiatori Fabio Liberatori e Fabio Pignatelli. Quale canzone preferisci di quell’album, o qua-le senti in qualche modo più vicina?

«Del mio album non saprei indica-re un brano favorito. Quella che sento più vicina è forse proprio “Nuvole di trent’anni fa”». Come nasce il titolo di questo album? «Il titolo dell’album nasce proprio dal ricordo di quel vento che ogni pomeriggio “alzava le tende fino al soffitto”, e che è stato battezzato Matteo dallo scrittore Dino Buzza-ti nel libro “Il segreto del bosco vecchio”, dove il vento di monta-gna è protagonista del racconto». L’unico video che ci rimane di quell’opera è “Amore dannato“.

Quando ti capita di rivedere quel video, cosa che immagino in questi anni qualche volta a-vrai fatto, quali ricordi ti ritornano alla mente? O magari qualche aneddoto che vuoi raccon-tarci.

«Il video fu un’esperienza divertente. La prima per me, sebbene avessi seguito mille volte le analo-ghe esperienze di Claudio. Fu fatto con pochi mez-zi, ma ne nacque un prodotto soddisfacente».

Lo stesso anno scrivi il testo del brano «La pelle e il cuore» di Paolo Vallesi. Come nasce questa collaborazione?

«Fu Paolo Vallesi a contattarmi dopo aver a-scoltato il mio disco e a chiedermi di scrivere un testo per una sua canzone molto bella».

A un certo punto ti sei allontanata dalla sce-na. Hai comunque continuato a lavorare nel mondo della musica o ti sei dedicata ad altro?

«La musica fa parte della mia vita da sempre. Negli ultimi anni mi sono dedicata alla pittura. Un’altra grande passione».

Hai dei progetti futuri riguardo il mondo della musica?

«Non ho mai abbandonato l’idea di un altro progetto musicale. Qualcosa nel famoso cassetto c’è… Chissà…».

Anche Giovanni, tuo figlio, ha intrapreso questa strada. La musica è diventata la sua vita, essendo diventato un chitarrista di ottimi livelli. Gli hai visto fare i primi accordi. Come ha avuto la sua prima chitarra?

«La sua prima chitarra non la ricordo. A casa ce n’erano tante. Sicuramente era una chitarra di Claudio. Poi ne ebbe una sua, classica, con la quale cominciò lo studio della musica. In seguito passò, per un periodo, alla chitarra elettrica, per poi ap-prodare definitivamente all’acustica».

«Meglio rimpianti che rimorsi nella vita», si dice. Ne hai qualcuno?

«Non mi faccio manca-re niente. Qualche rimpianto. Qualche rimorso…»

Inevitabile chiederti della tua «maglietta fina». È vero che la custodisci ancora, come dichiarasti anni fa in una intervista? «È a casa di mia madre. In una cassapanca…»

Questa intervista è stata realiz-

zata in esclusiva per il sito

«SMNews» e per la rivista «Di là

dal ponte». Sul sito SMNews è

possibile leggere la versione digi-

tale dello stesso testo. Le foto-

grafie sono tratte dal si-

to «Avrai.it» e da Internet.

Una splendida Paola Massari in una recente foto

Paola sul set

Paola e Claudio

Foto di famiglia

pagina 4 di là dal ponte

di Pasquale Picone

LE INTERVISTE ESCLUSIVE / 2 ---- PIO SPIRITI, virtuoso del violino, grande artista e collaboratore di Claudio

«Vi racconto il mio sogno realizzato» Un virtuoso del violino, ma soprattutto un uomo

a cui i fans riconoscono la disponibilità nello scambia-re due parole e anche più. Una bella persona e un grande artista: Pio Spiriti, qui con noi per raccontarci un po' ciò che è, ma anche ciò che è stato e ciò che sarà. Grazie Pio della possibilità che ci offri di cono-scerti. Nella tua carriera hai suonato con svariati artisti del calibro di Morricone, Gaynor, Casadei, Zero, Morandi, Cocciante e tanti ancora ma la mag-gior parte di noi ti conosce come musicista di Claudio Baglioni... Vorremmo però partire dagli albori...

Chi è Pio Spiriti? Come e quando nasce la musica dentro di te?

«Pio Spiriti è una persona come tante altre, di provin-cia (Latina), 55 km da Roma, ma nulla a che vedere con questa città, anzi, tutt’altro! Musicalmente parlando, scusa se parto subito con uno sfogo, ho un risentimento che da sempre porto con me: il fatto di convivere con una città che dell’arte e dello spettacolo non gliene può fregar di meno, pur avendo un gran carnet di musicisti validi e un conservatorio statale di musica, da cui io stesso uscii diciassette anni fa con il titolo di “Professore d’orchestra”. "Cacchio! :-) Che parolone", dirai. Acquisii questo titolo con grande soddisfazione e fatica. Sono ormai un violinista in carriera a tutti gli effetti e un appas-sionato, forse da sempre, di "lei", la musica, senza la quale non potrei vivere».

Il tuo motto preferito… «Non ho un motto specifico, o una frase fatta, ma

credo fermamente al fatto che si riceva, per quanto si è donato».

Pio Spiriti marito e padre. Recentemente sul tuo MySpace abbiamo trovato ed ammirato con piacere la tua splendida famigliola…

«Loro per me sono il motivo per cui vivere. Cerco di essere un marito e un padre modello, ma tu sai benissimo che con il lavoro che svolgo, sono molte le lacune che ho nei loro confronti. Il mio lavoro mi porta spesso a stare lunghi periodi fuori casa, mettendo Patrizia, mia moglie, a dura prova con le due "peperine", Alessia e Giorgia, che hanno un continuo bisogno di attenzioni! Ma fortunata-mente Patrizia è molto paziente e intelligente, e mi sop-porta! Poi ci sono loro, le mie due splendide creature, che mi incantano tutti i giorni. Tra loro sono davvero il “beato tra le donne!».

Non sei un semplice strumentista, ma un poli-strumentista, nonché un arrangiatore. Il tuo stile sembra quasi non definirsi mai, ma pare bensì alla costante ricerca di nuove strade e perfezionamenti. Stai ancora cercando una dimensione definitiva o ti diverti a stupire il pubblico con la tua poliedricità?

«Bravo Pasquale! Bella domanda. Dunque... Mhmmm chi sono io? :-) Scherzi a parte, sinceramente sto ancora cercando di capire come sfruttare al meglio queste fatidiche sette note. Per adesso le scelte fatte mi hanno sempre portato grandi consensi, compreso l’approdo nella band di Claudio. Credo che tutte le espe-rienze avute nei vari settori musicali (come strumentista, arrangiatore, cantante...) siano servite a riempire il mio bagaglio tecnico-musicale rendendomi davvero molto soddisfatto, ma non “domo”, come dice qualcuno. Identi-ficarsi, lasciare una traccia di sé in un contesto generale tra i tanti musicisti oggi operativi, credo sia la chiave per distinguersi e dimostrare le proprie capacità per poi met-tersi a disposizione del mercato musicale».

Pio Spiriti cantautore. Abbiamo ascoltato qual-cosa sul tuo MySpace. Ce ne parli?

«Per la verità inizio come interprete cantando proprio le sue canzoni (Pio qui si riferisce a quelle di Claudio, ndr.). La mia gavetta, come quella di coloro che allora si affacciavano a questo mestiere, è stata per molti anni il piano-bar, che mi ha insegnato molto, specialmente il contatto con il pubblico. Io caratterialmente sono sempre

stato molto riservato: cantare e suonare abbassava la barriera delle inibizioni. Più tardi, verso l’87, mi proposero di partecipare ad un concorso canoro nazionale romano, il "Piper Game", ma c’era bisogno di un inedito, poiché non si potevano cantare cover. Allora pensai che era arrivato il momento di scrivere qualcosa di mio. Così nacque un brano intitolato “Pensieri strani”, una di quelle canzoni d’amore adolescenziale: mi classificai secondo e fui inserito in una compilation discografica (per l' appunto Piper Game). La cosa finì lì, rimanendo solo una gran bella soddisfazione. Proseguii successivamente a scrivere altri brani. La cosa mi piaceva molto. Così partecipai anche ad altri concorsi canori, ma mi accorsi che, per proseguire quella strada, serviva ben altro che una certa vena poetica, o il saper cantare. Ci voleva un “contratto discografico”, che equivaleva ad una fortuna paragonabi-le ad un 13 al totocalcio! Molte delle mie canzoni sono ancora nel cassetto, ma non ho nessuna intenzione di farne un disco almeno per ora... più avanti chissà! Per adesso scrivo e arrangio brani per altri interpeti, ma que-sta è una cosa che faccio ormai da molto tempo».

Parliamo della tua collaborazione con l’orchestra di Raoul Casadei...

«Questa foto (vedi immagine qui a lato, ndr.) mi riporta indietro nel tempo. Ero a Cuba, nel 2001. Stava-mo registrando un video per Casadei. Era un tempo in cui continuavo a sperimentare generi diversi. L’allora gruppo Casadei proponeva un reper-torio molto divertente da eseguire, con collaborazioni riuscite, come "Elio e le storie tese", o addirittura il regga-

e dei "Pitura Freska", quelli del “Papa nero” per intender-ci. Per ognuno di noi musicisti c’era la possibilità di crearsi un personaggio, di proporsi ed esibirsi come solisti all’interno dell’orchestra, sia come cantanti, chi ne aveva le qualità, sia come strumentisti. Io con il violino rappre-sentavo un po’ l’immagine della storia che continuava: il fondatore dell’orchestra Casadei (Secondo Casadei) era violinista».

Pio Spiriti e Claudio Baglioni. Come e quando? Il perché non te lo chiediamo... la tua bravura parla da sola ed è il tuo biglietto da visita!

«Direi che è il momento di fare una premessa: Pio Spiriti entra a far parte di una delle band più ambite del panorama italiano grazie a Paolone Gianolio e Donella Serafini. Proprio loro, dopo esserci conosciuti per puro caso in una delle serate Casadei, hanno, probabilmente, visto in me quel musicista “baglionaro” con delle giuste caratteristiche, che sarebbero tornate utili ai nuovi pro-getti di Claudio. Fu così che dopo un provino presi parte al mio primo tour di Baglioni, “Crescendo”, nel novembre del 2003, realizzando un mio sogno personale. Dico so-gno, perché, come tu sai, io, sin da quando avevo 14 anni, ascolto, canto e suono le canzoni di Claudio: il mio primo

album, comprato alla modica cifra di quattordicimila lire, fu “Solo”, a cui sono molto affezionato. Tornando al sogno, chi avrebbe mai pensato di finire a suonare per lui? Il mito, colui che ha riempito e riempie da sempre con poster e fotografie ogni angolo della mia stanza. Insomma, per farti capire ti faccio un esempio: un ragazzo gioca a pallone e sogna la Ro-ma… Un giorno riesce a giocare con la maglia giallorossa!... Così è stato per me». Quali brani, sempre parlando di Clau-dio, ami più suonare? «Ad eccezione di alcune piccole composi-zioni riempitive, dovute al suo proverbiale sistema di scrivere in "concept-album",

molte delle canzoni di Claudio possono considerarsi delle suite classiche, che funzionano benissimo anche senza testo. “Le ragazze dell’est” ne è un esempio: la forma è accostabile a una “sonata classica” senza la concezione di “canzone”, ovvero strofa-ritornello. Fare una selezione di brani per me più significativi vorrebbe dire lasciare dietro canzoni altrettanto valide, che meritano conside-razione: “Mai più come te”, per esempio, si suona che è una meraviglia!».

Come hai detto prima, sei fan di Claudio sin da quando eri un ragazzo. Quali brani prediligi e, se ci sono, quali hanno caratterizzato la tua crescita?

«Sono stato fan di Claudio e oggi lo sono con un privilegio: suonare per lui. Claudio è un artista vero, una persona da cui c'è molto da imparare e che non finisce mai di stupirti. Sono legato ad alcuni brani in particolare, solo perché li associo a indimenticabili vissuti della mia vita: “Il sole e la luna”, “Avrai”, “Con tutto l’amore che posso”, “Gagarin” e infine tutto l’album di “Strada facen-do”. Direi che quell’album è come il maiale: non si butta via niente. Ha davvero segnato il mio percorso giovanile».

Parliamo di un tuo compagno di musica nella band di Claudio, ma anche di un caro amico persona-le. Il grande Roberto Pagani. Parlaci di voi e degli "Spiriti Pagani"…

«Roberto è come un fratello maggiore, condivido con lui davvero incredibili momenti sia musicali, che esperien-ze di vita. Compagno di stanza per tutto il periodo Casa-dei e tutt’ora, nelle trasferte e nei tour in Italia e all’estero. Siamo entrati in orchestra Casadei nello stesso periodo, gennaio 1998. Quando l’ho sentito suonare per la prima volta ho sussurrato tra me e me (come direbbero dalle sue parti): “Maremma!” :-). È una forza della natu-ra, capace di suonare qualsiasi cosa abbia delle corde o dei tasti, compresi gli strumenti a fiato. È un impeccabile professionista! Anche Claudio un giorno ci disse: "Ma voi due girate sempre insieme? Persino i vostri nomi hanno qualcosa in comune..." Intendeva proprio gli “Spiriti Pa-gani”. Da lì nasce l’idea di proporci per la prima volta nello storico Teatro Signorelli di Cortona, realizzando uno splendido concerto, appunto come "Spiriti Pagani". La

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collaborazione con Roby, al di là delle tournèe con Claudio, avrà sicuramente progetti futuri».

Un altro tuo compagno di vita e di lavoro è Louis Tarantino. Sappiamo che, l’ormai famoso, vostro duo “Arcopiano” è una tua creazione. Raccontaci l’alba di questo pro-getto…

«Suono con Louis da oltre quindici anni. Con lui sono scaturite molte delle scelte musicali che oggi proponiamo nei nostri concerti. Ho attinto molto dal suo immenso repertorio. Direi che proprio con Louis ho definitivamente chiuso il periodo legato alle serate nei pub e pianobar e mi sono dedicato solo ed esclusivamente a un gene-re musicale elegante e raffinato, che potrei defi-nire anche universale, poiché si tratta di melodie, che oltre a includere la mia amata musica classi-ca, da sempre catturano l’attenzione degli ascol-tatori. Ed ecco l’idea di Arcopiano: arrivare ad una comunicazione totale con l’ascoltatore, proponendo colonne sonore di film, rispolverando anche autori classici come Brahms, Mozart, Puccini e, nell’ambito dello stesso concerto, passando anche alle cover di Claudio Baglioni. Tutto ciò può sembrare azzar-dato, ma, credimi, il risultato è davvero originale».

Come descriveresti Louis?

«Incredibile! Chi non lo conosce non può capire. Il suo talento musicale è rafforzato da grande professionalità, cultura e anche un grande intuito imprenditoriale, quello che agli artisti in genere manca. Infatti è lui stesso a gestire le relazioni ed i contatti che riempiono il nostro calendario concerti. Io in Arcopiano metto solo la mia arte, spero che basti! Con Louis ho appreso anche molti dettagli che esulano dalla musica».

E Louis come ti descriverebbe?

«Beh! Pasquale, a questa domanda non saprei pro-prio come rispondere, anche perché se fossi io a dover-mi descrivere, non saprei proprio da dove comincia-re!».

Negli ultimi anni la tua notorietà è cresciuta particolarmente. Quali cambia-menti ha portato nella tua vita?

«Ti ringrazio molto per la notorietà cresciuta. Ho sempre mirato a lavora-re con professionalità. Anche il fatto di aver calpestato da dieci anni a questa parte palchi importanti credo sia stato un valore aggiunto. Quello a cui tengo molto sono i miei progetti futuri. In tal caso qualche consenso in più non mi dispia-cerebbe. In quanto ai cambiamenti, che dire: nessuno stravolgimento sostanziale. Sicuramente il crescente affetto della gente che mi stima sia come persona, che come musicista: questo è quanto di più gratificante ci possa essere».

Come è ormai noto, insegni in una scuola di mu-sica. Com’è il tuo rapporto con gli allievi?

«Direi straordinario! Mi vedono come un idolo e la cosa mi da gioia. Cercano di tirarmi fuori tutti gli aneddoti possibili e immaginabili per portare a casa qualcosa di più di una semplice lezione o di come eseguire un fraseggio. Sono consapevoli che un’esperienza che ti vede in prima linea nelle grandi tournèe non può che costituire per loro un punto di riferimento a cui tendere. Ma purtroppo non è sempre cosi semplice, oggi in particolar modo. Dal mio osservatorio di insegnante verifico quotidianamente quanto sia difficile per un ragazzo studiare con costanza e dedizione. Ogni anno si registrano abbandoni, e questo lo si deve al fatto che per suonare uno strumento sia per professione, che per passione, occorre dedicargli tempo ed energie in grande quantità ed oggi la società propone un sacco di pacchetti che promettono divertimenti e risultati senza sforzo. La cosa peggiore è che molti di questi stimoli arrivano addirittura dal mondo stesso della musica per la solita ragione, la più vecchia di tutte, il business».

Pio Spiriti, Internet e le «Star digitali». «La di-mensione virtuale» ormai avvolge e fa da sfondo alla

carriera musicale di ogni artista con svariati pro e contro. Qual’è la tua visione di questo mondo?

«Internet è la più grande invenzione tecnologica del secolo e per i milioni di navigatori ormai è un mezzo inso-stituibile. È pur vero però che questa grande rete commer-ciale ha un rovescio della medaglia. Infatti, questo im-menso contenitore possiede sì, grandi fonti di informazio-ne, anche le più remote, che oggi sono accessibili a tutti, ma accessibili a tutti sono anche gli innumerevoli siti spazzatura, alla mercé di grandi e piccoli navigatori. Internet ha bisogno di un uso mirato, solo così diventa un ottimo deterrente per qualsiasi forma di necessità. La “dimensione virtuale” è un’altra cosa: molti in rete sono incuriositi da strade fittizie, ingannevoli. Credo che sia davvero molto pericoloso. Per questo è importantissimo

non perdere mai il contatto con la realtà e non catapul-tarsi totalmente in questa dimensione dove la fin-

zione fa da padrona… Prima o poi ti frega». A quale punto della tua carriera ritieni di

essere oggi e quali sono i tuoi prossi-mi progetti?

«Sono molto soddisfatto di tutto il percorso svolto fino

a ora. Collocare la mia carriera in una stri-

scia del tempo è certo molto difficile. Questo è

un mondo, quello della “musica & spettacolo”, che ti

regala moltissimo, ma te lo toglie allo stesso modo senza

preavviso. È come un elastico, che modifica continuamente la tua posizio-

ne. Il mio obiettivo è quello di vedere questo elastico il più tirato possibile. Creare

e realizzare nuove idee è molto importante: ti tiene in tensione e ti aiuta a non mollare mai anche nei periodi bui».

Pio arrangiatore. Recentemente hai collaborato con Giulio Spinucci, che ha da poco pubblicato il suo primo, splendido, lavoro discografico: “L’alba di noi"…

«In Giulio ho rivisto un po' me stesso da ragazzo: “Baglionaro sfegatato”, con la stessa voglia e le stesse aspettative con cui proprio io vent'anni fa, consapevole delle mie potenzialità, provavo a dire qualcosa al mondo, quel mondo però circondato da recinti pieni di leoni affa-mati dalla nascita. Quando mi fece sentire i due brani, che successivamente portai in studio per arrangiare, rimasi molto colpito dalla sua “Oltre”. Quello era proprio il brano che mille volte avevo pensato di scrivere per Claudio, ma ogni volta scattava in me qualcosa che me lo impediva. Forse a bloccarmi era proprio il fatto che quel brano-dedica non sarebbe stato ascoltato da nessuno: vent'anni fa Internet e, quindi, Youtube non esistevano. Ho raccontato varie volte questa storia. Ho ritenuto giu-sto fare qualcosa per Giulio, è un ragazzo dalla voce straordinaria. Quando lo conobbi, lo trovai un po’ spaesa-to, spaventato, anche lui forse, dai famosi leoni affamati.

Gli ho arrangiato questa canzone, il cui testo parla delle grandi fatiche, alle quali è soggetto un fan per seguire i concerti del proprio artista. Auguro a Giulio di realizzare il suo sogno il più presto possibile, se lo merita». A quando una tua opera discografica perso-nale?

«Le idee ci sono, i brani pure. Esordirei natural-mente come violinista, non di certo come cantan-te. Sono continuamente alla ricerca di brani originali da affiancare a remake di brani classici e colonne sonore di film, con la speranza di incurio-sire gli addetti ai lavori, ossia i produttori disco-grafici, che padroneggiano nel mercato musicale. Tu sai benissimo che senza una giusta produzio-ne del disco non rimarrebbe che una semplice soddisfazione personale». Ormai alle porte è, inevitabile parlarne, la tournèe, «GranConcerto 2009», che ti vedrà nuovamente al fianco di Claudio Baglioni.

Quali sono le particolarità dei nuovi arrangiamenti. «Direi un’opera sensazionale, orchestrazioni e suoni

innovativi (canzoni a parte). Paolo Gianolio ha dato un enorme contributo per la realizzazione di questo doppio album. Tieni presente che gli arrangiamenti ex-novo di tutte le canzoni di Q.P.G.A. sono state poi usate come colonna sonora per le scene del film. “Questo piccolo grande amore”, la canzone del secolo, non era per niente facile da riarrangiare dopo le molteplici versioni. Lui non solo c'è riuscito ma, come Claudio dice, questo Q.P.G.A. diventa “padre” pur essendo “figlio”. L'album va solo comprato ed ascoltato. Complimenti a Paolo Gianolio!».

E il tuo violino quanto sarà protagonista nella nuova tournèe?

«In questa nuova avventura c’è la necessità di usu-fruire di un organico più grande. Gli arrangiamenti e le atmosfere prevedono archi in molte delle canzoni, vec-chie e nuove. Sarò affiancato con soddisfazione da una grande orchestra per questi nuovi ed esilaranti concerti, in altrettante esilaranti location! Ne cito qualcuna: “Arena di Verona”, “ Taormina, Teatro Antico”, “Viareggio, Teatro Pucciniano”. Il più identificativo di tutti per la storia di questo artista rimane a Roma, “Piazza di Siena”, lì dove, non solo la carriera di Claudio ebbe una svolta, ma anche dove Alè-oò, diede inizio ad una nuova epoca per i concerti e per gli spettacoli della musica live».

Qualche integrazione a quanto già detto o qual-cosa che vorresti dirci e non ti abbiamo chiesto? Magari un sogno nel cassetto o uno sfogo persona-le...

«Carissimo Pasquale, direi che è arrivato il momento di fare dei ringraziamenti, se non vogliamo che i lettori di questa intervista abbandonino dopo i titoli di apertura! Ti sono davvero grato per avermi proposto questa intervi-sta. Personalmente ritengo di non aver scelto tempo migliore per spogliarmi di tutto quello che avevo addosso e, in particolar modo, per condividere con voi la mia gran-de soddisfazione di salire su quel palco di “Villa Borghese” che ventisette anni fa ha cambiato anche la mia storia musicale. Un saluto ed un abbraccio a te e agli amici di SMNews, compresi tutti quelli che spenderanno un po’ del proprio tempo per leggerci! Con grande Affetto!».

Ciao Pio, grazie a te per la tua cortesia ed il no-stro più grande in bocca al lupo per tutto!

Ha collaborato Roberta Massaro Le fotografie sono state concesse da Pio Spiriti

segue da pagina 4

Riflessioni in prosa e versi ascoltando un brano di Claudio che continua a martellare nella testa

Mai più come te: perché ci si innamora?

di Carmen Furfaro

pagina 6 di là dal ponte

Carissime amiche ed amici, sono contenta di ritrovarvi “Tuttiqui”…

Ci sono alcune canzoni nella mia vita che hanno segnato dei passi importanti. Molte canzoni/poesie del nostro Claudio sono una pe-renne colonna sonora che ha fatto da sottofondo a momenti indimenticabili.

C’è una canzone in particolare che in questi giorni mi “martella” insistentemente e non ne vuole sapere di uscire fuori dai miei “timpani”… ci provo, ma lei rientra, imperterrita, a sussurrar-mi qualcosa…

La canzone è “Mai più come te” e, per pro-vare a “scrivere in maniera terapeutica”, ho cercato di “buttare giù” dei miei pensieri su quella che reputo una poesia elevata all’ennesima potenza.

Allora cerco con tutta me stessa di scrivere delle frasi “buttate a caso” che poi, tanto a caso non sono, nella speranza di dare una interpreta-zione del tutto personale a questa canzone… ma che si possa riflettere in molti.

Scrivo un po’ in prosa, un po’ in poesia, ma è una scrittura creativa che so renderà più l’idea di quello che desidero comunicare con il mio scritto.

«Mai più come te» E se è lei ad amare e non essere ri_amata? Quella dagli occhi sbarazzini, certe volte

gonfi per le troppe lacrime, cerca di farsene una ragione, cerca di vivere quell'esistenza senza l'altra metà della mela.

Non cerca compassione e non desidera im-plorare un amore che credeva folle di follia pu-ra... sa che quell'amore si ritrae perchè è spa-ventato dal troppo amore…

Ma non è dando che si riceve? Ma non è amando che si dona amore? Ma perchè il dono dell'amore non è compreso e, spesso, frainteso?

Ma perchè ci si innamora? Lei Cammina lo stesso lungo quei viali di alberi fioriti che le ri-mandano un tempo in cui credeva ancora di poter sbocciare al di sopra delle fronde rosate dei peschi…

...Per poter gustare quelle pesche saporite, anticamera di un'estate folle, come folle è stato, o forse lo è ancora, il suo amore…

Lei non sceglierà mai l'Amore

come un abito costoso

e vistoso in bella mostra

dietro una vetrina... L'amore la invaderà e la completerà,

perchè lei vive amando…

Quella donna è una sognatrice lei ama ed amerà perchè

è meglio amare e perdere che vincere e non aver amato mai...

Mai più come te nessun altro mai perché dopo te

io sì che mi innamorai sempre più di te

Canzoni, melodie, parole…

che dalle orecchie oltrepassano il cuore, che graffiano dentro quel cuore.

Secondi, minuti, ore… … mesi, anni… Basta un niente,

un nome, una calligrafia perché ogni cuore ha una memoria

tutta sua: si vede dove strappi via una pagina

come ti fissa una fotografia di ieri

E sei sempre qua a chiederti se la vita è un viaggio o un destino,

se la vita è tua e la stai vivendo,

o se è di un’altra e la guardi dietro i vetri appannati…

Chiudi gli occhi e ti tappi le orecchie per non vedere e non ascoltare quei rami che graffiano i

vetri, sempre appannati…

Vetri,

pezzi di vetri che non userai

per trafiggere quel cuore. Ti prego.

È meglio amare e perdere

che vincere e non amare mai…

Grazie carissimi lettori della rivista di aver

letto fino in fondo quelli che sono i miei pensieri in merito ad una delle canzoni del nostro amato.

Vi ringrazio di cuore per aver, anche, soppor-tato il delirio di chi ascolta Claudio come il “pane quotidiano” e lo assapora attimo per atti-mo, in quell’attimo di eterno che so c’è.

C. F.

E non ci sono che fotografie...

Kermen (Spagna) con Claudio a Roma Patrizia, Angela e Nicla (Tutti qui - Conversano 27 aprile 2007)

Riproponiamo ai lettori della nostra rivi-

sta quanto riporta la home page del sito

della Fondazione O’Scià: in uno scroll si

leggono tutti gli ospiti della manifesta-

zione. Li elenchiamo anche qui per ricor-

dare quanto O’Scià sia stato un evento

importante in sei anni e anche perché

questi nomi restino nella memoria di tutti

noi.

La Fondazione O’Scià ringrazia tutti gli artisti

che hanno partecipato alle 6 Edizioni di O’Scià:

ELEONORA ABBAGNATO, DIEGO ABBATANTUONO,

GIOVANNI ALLEVI, AMADEUS, BIAGIO ANTONACCI,

APPASSIONANTE, SERENA AUTIERI, AVION TRAVEL,

FRANCESCO BACCINI, CLAUDIO BAGLIONI, BARAON-

NA, LUCA BARBAROSSA, BEATI PAOLI, PAOLO BELLI,

SIMONA BENCINI, EDOARDO BENNATO, EUGENIO

BENNATO, LOREDANA BERTE’, DONATELLA BIANCHI,

MARIO BIONDI, PAOLO BONOLIS, ROSSELLA BRESCIA,

ENRICO BRIGNANO, ALEX BRITTI, MASSIMO BUBOLA,

FRANCO CALIFANO, LUCA CARBONI, EMILIO CARELLI,

RAFFAELLA CARRA, ANTONIO CASANOVA, YURI CHE-

CHI, RICCARDO COCCIANTE, COCKI E RENATO, FABIO

CONCATO, LUISA CORNA, PAOLA CORTELLESI, SIMO-

NE CRISTICCHI, GIGI D’ALESSIO, ILARIA D’AMICO,

ENZO DE CARO, MARIA DE FILIPPI, DENNIS, STEFANO

DI BATTISTA, GRAZIA DI MICHELE, DJ FRANCESCO,

DOLCENERA, DON BACKY, NICCOLO FABI, FABIO

FAZIO, TIZIANO FERRO, FICHI D’INDIA, EUGENIO

FINARDI, GIGI FINIZIO, ROSARIO FIORELLO, GIANCAR-

LO FISICHELLA, RICCARDO FOGLI, ALBERTO FORTIS,

FABRIZIO FRIZZI, BOB GELDOF, CLAUDIA GERINI, EN-

ZO GRAGNANIELLO, IRENE GRANDI, GIANLUCA GRI-

GNANI, HERES, ENZO IACCHETTI, PINO INSEGNO, K2,

KHALED, ROBERTA LANFRANCHI, L’AURA, LUCA LAU-

RENTI, LUCIANO LIGABUE, IRA LOSCO, LUCA MADO-

NIA, GIANCARLO MAGALLI, MANGO, NERI MARCORE’,

ROSA MARTIRANO, MARCO MASINI, MATIA BAZAR,

ANTOINE MICHEL, ANNALISA MINETTI, AMEDEO MIN-

GHI, ANDREA MIRO’, GIANNI MORANDI, MORGAN,

FABRIZIO MORO, ENNIO MORRICONE, NADA, NAIR,

MARIELLA NAVA, NAZIONALE OLIMPICA FIORETTO,

NEFFA, NEK, NERI PER CASO, NICKY NICOLAI, ORCHE-

STRA CASADEI, ORCHESTRA PIAZZA VITTORIO, PABLO

E PEDRO, PAGO, GIORGIO PANARIELLO, GATTO PAN-

CERI, PAOLA E CHIARA, LAURA PAUSINI, MAX PEZZA-

LI, STEFANO PICCHI, LEONARDO PIERACCIONI, POOH,

POVIA, PUPO, RAF, MASSIMO RANIERI, MARINA REI,

FRANCESCO RENGA, RON, ROY PACI E ARETUSKA,

ENRICO RUGGERI, CLAUDIO SANTAMARIA, AIDA SAT-

TA FLORES, SELIM T, SENIT, ALAN SORRENTI, IVANA

SPAGNA, ANNA TATANGELO, TIBERIO TIMPERI, TIRO-

MANCINO, RICKY TOGNAZZI, GIANNI TOGNI, GIUSEP-

PE TORNATORE, PAOLA TURCI, PAOLO VALLESI, OR-

NELLA VANONI, ANTONELLO VENDITTI, MARIO VENU-

TI, CARLO VERDONE, VIBRAZIONI, MICHELE ZARRIL-

LO, ZUCCHERO.

OLTRE COVER

BAND

Claudio

Baglioni

ROMA 14 APRILE 2009

Live Club FONCLEA

Via Crescenzio 82/A Ore 22:00

info e prenotazioni: 06.68.96.302 06.68.74.999

Sul sito della Fondazione l’elenco degli ospiti delle sei edizioni

O’Scià, i ringraziamenti Ecco il testo e i nomi dei partecipanti elencati in uno scroll della home page

di là dal ponte pagina 7

Un attimo di eterno Un attimo di eterno

Alla continua ricerca di un attimo eterno che non c'è

l'attimo che sfugge

l'attimo che non ritorna

l'attimo infinito e durevole

l'attimo di gioia e di dolore

Alla continua ricerca di un attimo eterno che non c'è

ma poi penso

l'attimo è bello perché ha rinunciato all'eternità

non posso chiedere che duri

non posso chiedere che sia infinito

non posso chiedergli di tornare

non posso chiedergli di non sfuggire

Però posso dire

dolce attimo di passione

unico e coinvolgente attimo di intensa emozione

nulla sarebbe vero se tu restassi

portami via con te

fammi vivere nell'attimo di eterno

solo un attimo di eterno

come la vita di una sola lacrima

come il rapido passare di una soffice nuvola

nello scorrere del tempo

lasciami vivere un attimo di eterno

nell'inesistente eternità!

Manuela BonannoManuela BonannoManuela BonannoManuela Bonanno

IL MIO GRIDO NEL TUO GRIDOIL MIO GRIDO NEL TUO GRIDOIL MIO GRIDO NEL TUO GRIDOIL MIO GRIDO NEL TUO GRIDO Sei più di mille sguardi, mille soffi di can-Sei più di mille sguardi, mille soffi di can-Sei più di mille sguardi, mille soffi di can-Sei più di mille sguardi, mille soffi di can-

deline, mille girotondi, mille piante verso il deline, mille girotondi, mille piante verso il deline, mille girotondi, mille piante verso il deline, mille girotondi, mille piante verso il sole, mille dita puntate verso una stella, mille sole, mille dita puntate verso una stella, mille sole, mille dita puntate verso una stella, mille sole, mille dita puntate verso una stella, mille piedi che corrono sulla terra bagnata, mille piedi che corrono sulla terra bagnata, mille piedi che corrono sulla terra bagnata, mille piedi che corrono sulla terra bagnata, mille applausi di un pubblico di attori, cani giocherel-applausi di un pubblico di attori, cani giocherel-applausi di un pubblico di attori, cani giocherel-applausi di un pubblico di attori, cani giocherel-loni, salti di canguri, lacrime di gioia, estati da loni, salti di canguri, lacrime di gioia, estati da loni, salti di canguri, lacrime di gioia, estati da loni, salti di canguri, lacrime di gioia, estati da assaporare e sabbia da toccare insieme. Queste assaporare e sabbia da toccare insieme. Queste assaporare e sabbia da toccare insieme. Queste assaporare e sabbia da toccare insieme. Queste parole sono per chi sa ascoltare, sa amare, parole sono per chi sa ascoltare, sa amare, parole sono per chi sa ascoltare, sa amare, parole sono per chi sa ascoltare, sa amare, abbracciare, comprendere, darti la mano e abbracciare, comprendere, darti la mano e abbracciare, comprendere, darti la mano e abbracciare, comprendere, darti la mano e aiutarti a gridare. aiutarti a gridare. aiutarti a gridare. aiutarti a gridare.

Sei il più forte, il più saggio, il mio castello Sei il più forte, il più saggio, il mio castello Sei il più forte, il più saggio, il mio castello Sei il più forte, il più saggio, il mio castello in fondo al cuore, il mio occhio sulla Terra, la in fondo al cuore, il mio occhio sulla Terra, la in fondo al cuore, il mio occhio sulla Terra, la in fondo al cuore, il mio occhio sulla Terra, la mia nuvola a cui aggrapparmi, la mia macchina mia nuvola a cui aggrapparmi, la mia macchina mia nuvola a cui aggrapparmi, la mia macchina mia nuvola a cui aggrapparmi, la mia macchina del tempo, la mano che mi indica la retta via, la del tempo, la mano che mi indica la retta via, la del tempo, la mano che mi indica la retta via, la del tempo, la mano che mi indica la retta via, la seta che accarezza il mio corpo, quel masso a seta che accarezza il mio corpo, quel masso a seta che accarezza il mio corpo, quel masso a seta che accarezza il mio corpo, quel masso a picco sul mare, quella barca che mi aspetta picco sul mare, quella barca che mi aspetta picco sul mare, quella barca che mi aspetta picco sul mare, quella barca che mi aspetta sempre sul molo della vita, la bellezza di un sempre sul molo della vita, la bellezza di un sempre sul molo della vita, la bellezza di un sempre sul molo della vita, la bellezza di un intero esercito di statue, la ciurma più buona di intero esercito di statue, la ciurma più buona di intero esercito di statue, la ciurma più buona di intero esercito di statue, la ciurma più buona di tutti i mari, la cioccolata nella cesta della non-tutti i mari, la cioccolata nella cesta della non-tutti i mari, la cioccolata nella cesta della non-tutti i mari, la cioccolata nella cesta della non-na, quel sorriso che tanto mi dà gioia e tanto na, quel sorriso che tanto mi dà gioia e tanto na, quel sorriso che tanto mi dà gioia e tanto na, quel sorriso che tanto mi dà gioia e tanto altro ancora. Insieme siamo come” Acqua altro ancora. Insieme siamo come” Acqua altro ancora. Insieme siamo come” Acqua altro ancora. Insieme siamo come” Acqua nell’acqua…”nell’acqua…”nell’acqua…”nell’acqua…”

Giulia LimaGiulia LimaGiulia LimaGiulia Lima

FAI SENTIRE LA TUA VOCE

Fai sentire la tua voce? Meglio ancora, falla leggere! Uno slogan che ci si tramanda di ge-nerazione in generazione dietro vari (e sono tanti) progetti di pubblicazione dell’editoria fanzinara italiana. Ricercare, impaginare, stampare, distribuire… Tutta la catena che fa perno sull'editoria ufficiale viene qui riprodotta ad "altezza" d'uomo, per potersi esprimere con una pubblicazione casalinga, la fanzine.

La fanzine, rivista fatta dagli e per gli ap-passionati, è frutto di una cultura del sociale fatta di esperienze diverse ma, al tempo stes-so, identiche. Un simbolo del rapporto tra l'uni-verso giovanile (ma non solo) e la carta auto-stampata… Un simbolo molto più marcato di quanto si possa pensare… Gli spazi della "stampa ufficiale" non sono adeguati, oppure insufficienti?

Questi appassionati non restano a guarda-re, si rimboccano le maniche e partono in quin-ta… Così nascono le varie testate delle fanzine italiane, dall'idea di mettere in luce uno spac-cato della nostra società. Prova anche tu... Non farla solo sentire la tua voce... Scrivila!

Pasquale Picone

Su Internet le “prove scientifiche” di una incredibile “rivelazione”

Un caso da X-Files: Baglioni sostituito nel 1990

pagina 8 di là dal ponte

Girovagavo in

rete e ho trovato il

titolo di una notizia

curiosa che riporto:

“esitono le prove

scientifiche che il

Cantante Claudio

Baglioni sia stato

sostituito nel 1990”

Ovviamente clicco

subito sul link per

cercare di capire

qualcosa di piu’ su

questa sconcertan-

te rivelazione. Inizio a leggere, per cercare di

capire quando sarebbe avvenuta tale mirabolan-

te sostituzione. Nel sito si fa riferimento ad un

periodo preciso: siamo in ottobre e l’anno è il

1990, a breve uscirà ”OLTRE”, ormai è cosa uffi-

ciale, ed in questi stessi giorni arriva la notizia

che Claudio Baglioni ha avuto un grave incidente

d’auto,che gli avrebbe procurato significanti

lesioni alle mani e alla lingua. Poco dopo la noti-

zia viene ridimensionata, si dice che le lesioni

non erano gravi come sembravano in un primo

momento e che Claudio Baglioni avrebbe pre-

senziato, dopo una decina di giorni, al Maurizio

costanzo show per rassicurare i fan,raccontare

quello che era successo e per presentare il nuovo

lavoro, OLTRE.

Fin qui è storia risaputa, credo che tutti i fans

ricordino quel periodo, carico di apprensione,

nell’attesa di sapere se Baglioni fosse potuto

tornare a cantare o meno e quella puntata del

Costanzo Show.

Ed è all’incidente che fanno riferimento le

affermazioni che si leggono nel sito in questione:

Baglioni, in realtà, sarebbe deceduto

nell’incidente stradale e prontamente sostituito

con una sorta di clone(chiamato nel sito

“Sbaglioncino”), un uomo al quale sarebbero

stati fatti una serie d’interventi di plastica faccia-

le per farlo apparire identico all’originale. A raf-

forzare questa ipotesi,o meglio la certezza della

sostituzione, sempre secondo le affermazioni

presenti nel sito, il colore degli occhi, che prima

dell’incidente erano marroni, ma che nelle foto

successive allo stesso,sarebbero verdi ma resi

marroni da lenti a contatto colorate, a conferma

delle cose dette viene riportato il seguente con-

fronto fotografico:

PRIMA DOPO

Vengono anche fatte una serie d’indagini

scientifiche degne dei RIS: una scansione

dell’iride prima e

d o p o

l’ incidente,sempre

attraverso un con-

fronto fotografico,

da tale esame par-

rebbe che non ci sia

corrispondenza, sa-

rebbero due iridi

differenti nelle di-

mensioni e nel colo-

re, l’occhio avrebbe

una forma diversa,lo

stesso si evincerebbe

da un’analisi della caruncola lacrimale che sareb-

be anch’essa differente e per finire la distanza fra

gli occhi non tornerebbe. E poi tutta una serie di

foto nelle quali si noterebbero dei cambiamenti

dei lineamenti, cosa a mio avviso normale con il

passare degli anni. E’ ovvio che mettendo a con-

fronto una foto del periodo della vità è adesso

con una recente, ci siano dei cambiamenti

nell’aspetto del viso dovuti al passare degli anni,

sarebbe anomalo il contrario.

Allego di seguito il link al sito, perché è quan-

tomeno divertente vedere quante energie hanno

speso per convincere tutti che Claudio Baglioni è

stato sostituito nel 1990.

http://60if.proboards21.com/index.cgi?board=Essential&action=display&thread=2717

Non ci sarebbe neanche da ragionarci sopra, ma

considerando che Baglioni una decina di giorni

dopo l’incidente era al Maurizio Costanzo Show,

mi domando come avrebbero potuto trovare, in

un così breve lasso di tempo, un sostituto adat-

to, fargli una serie di interventi chirurgici per

renderlo uguale a Claudio Baglioni e spedirlo al

Maurizio Costanzo Show.

Ricordo ancora, fu una puntata emozionan-

te,quella del Costanzo Show, per i racconti fatti,

per l’aspetto sofferente Di Baglioni,la lingua

ancora visibilmente martoriata, erano ancora

presenti i punti di sutura. Mi ricordo che non

potendo cantare fece un pezzo strumentale,

l’unico dell’LP Oltre, TIENIAMENTE,dedicato ai

fatti di pza Tienanmen ( il testo diceva solo tie-

nanmen tieni a mente) E ricordo il pubbli-

co,emozionato di fronte ad un Baglioni così di-

messo. E poi i fan che iniziano ad intonare questo

piccolo grande amore, poi tutto il teatro

all’unisono, e un Baglioni, commosso che non

resiste e anche se a fatica e si unisce al coro, e

son sicuro che da casa tutti han fatto lo stesso, io

per primo, che momento emozionante!!! Ora vi

posso assicurare da fan che quello era il Baglioni

di sempre, pallido, affaticato,emaciato ma era

lui, la voce inconfondibile.

Ora comunque vado a contattare Mulder e

Scully per risolvere questo caso degno di X-

files!!!

Cucaio musica e parole

Abbiamo ricevuto segnalazione di questa inizia-

tiva umanitaria volta ad aiutare una persona in

seria difficoltà. Maria Gabriella è una fan di Clau-

dio come noi e quanto segue è stato segnalato sia

da noi che dal signor Massimiliano Palumbo

(colui che ci ha scritto), direttamente a Clab.

AIUTIAMO UNA COLLEGA

Qualche giorno fa alcuni del Direttivo della Cassa di Solidarietà, hanno incontrato Maria Gabriella, collega di Ferservizi a Bari. Ci aveva precedente-mente contattato per esporci la sua situazione di estrema difficoltà chiedendo se in casi come il suo è previsto l’intervento della Cassa. La nostra rispo-sta non ha potuto che essere negativa in quanto le sue difficoltà, derivando da condizioni personali, non sono contemplate dal nostro regolamento ma conosciuta la sua storia non riusciamo a disinteres-sarci a lei e abbiamo deciso di incontrarla a Roma per capire cosa potessimo fare. Venerdì 27 febbra-io, Marco Crociati, Roberto Grosso e Domenico Romeo, del Direttivo della Cassa, l’hanno incontra-ta. Maria Gabriella ha 38 anni, ha perso il padre, macchinista in servizio, nel 1982 e in seguito ad un lungo iter legale, ha visto riconosciuta la causa di servizio e in seguito a transazione, finalmente nel 2005 è stata assunta da Trenitalia, anche se a livello D2 malgrado sia laureata. Nel frattempo, dopo una lunga malattia, perdeva anche la madre, rimanendo sola, abbandonata dai parenti e allonta-n a t a d a g l i a m i c i . Da alcuni anni soffre di una rara malattia che l’ha costretta a quattro operazioni che le hanno pro-sciugato tutte le sue sostanze economiche e ridotto il già magro stipendio del 20% a causa delle as-senze per ricoveri ospedalieri. Non arriva alla fine del mese per pagare l’affitto di casa e i prestiti chiesti per operarsi. Ora si deve sottoporre ad un quinto intervento chirurgico e non potendo interve-nire direttamente come Cassa di Solidarietà lancia-mo una “SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA PER AIUTARE MARIA GABRIELLA”. I versamen-ti vanno effettuati sul C/C Postale della Cassa N. 71092852, intestato a CROCIATI MARCO, specifi-cando nella causale del versamento: “AIUTIAMO MARIA GABRIELLA”. Quanto ci perverrà lo regi-streremo in contabilità separata e lo invieremo a Maria Gabriella. Siamo certi che la risposta dei ferrovieri e non solo, sarà immediata ed adeguata alla gravità che la situazione richiede. Vi chiedia-mo inoltre di diffondere questo messaggio tra tutti i vostri contatti, anche extra ferroviari e di stampare ed affiggere il volantino in salette ed impianti.

Cassa di Solidarietà tra Ferrovieri

Conto Corrente postale n.71092852

Intestato a: Crociati Marco

Sede: via Firenze, 50 – 00043 – Ciampino

E-mail: [email protected]

Solidarietà per una Clabber

Appuntamento il 3 aprile al «Blue Note» con il chitarrista

Il primo cd di Giovanni Baglioni Il figlio di Claudio in concerto a Milano presenta «Anima meccanica»

di là dal ponte pagina 9

Giovanni Ba-

glioni il 3 apri-

le in concerto

al «Blue Note»

di Milano: un

appuntamento

da non perdere

per ascoltare

un grande chi-

tarrista. Ripor-

tiamo questo

articolo tratto

da un sito

Internet.

«Tra i figli

d’arte è tra i

meno noti, ma

il concerto del 3

aprile al Blue

Note di Milano e l’uscita del suo primo

album, Anima Meccanica, a maggio,

potrebbero lanciare nella musica un

altro Baglioni, il chitarrista Giovanni,

ventisettenne figlio di Claudio e di Pao-

la Massari.

Giovanni, una certa somiglianza fisi-

ca con il celebre padre, ha studiato con

Pino Forastiere l’opera di Michael He-

dges, tanto che

nei suoi concerti

non mancano

mai le cover di

alcuni classici

come Aerial

Boundaries o The

Rootwitch. La

scelta di votarsi

solo alla chitarra

acustica solista,

allontanandosi

così dalle orme

paterne, è nata

dalla passione

per il lavoro di

Tommy Emma-

nuel.

In concerto, Ba-

glioni junior, che in passato ha accom-

pagnato il padre in tour, alterna virtuo-

sisticamente l’utilizzo del tapping (la

tecnica connotata dall’uso di entrambe

le mani sulla tastiera dello strumento

ed alla ritmica percussiva sulla cassa)

ad accordature alternative e armonici

artificiali».

(da University.it)

La leggenda Santana, gli immancabili Pooh, il redivivo Keith

Emerson e l’intramontabile Claudio Baglioni: questo il prestigioso

poker d’assi che il Cipiesse di Santo Bertocchi ha ufficializzato ieri

per l’estate bresciana dei concerti in piazza. Un cartellone che torna

quindi ad alzare il tiro dopo alcuni anni «riflessivi», partendo subito

in grande stile con l’evento Santana: l’appuntamento bresciano con

il grande chitarrista messicano, che si esibirà con la sua band al

gran completo, è stato fissato per il 15 luglio, non alla fiera di

Brescia o allo stadio come preventivato in un primo momento, bensì

nella cornice decisamente più suggestiva (per quanto anche meno

capiente) di piazza della Loggia. I prezzi dei biglietti sono già stati

fissati: costeranno 42 euro per il parterre in piedi (45 euro la sera

del concerto) e 65 euro per la tribuna numerata (68 euro la sera del

concerto). SARÀ UN EVENTO sicuramente da grandi occasioni, in

quanto Santana, che festeggerà il suo 62° compleanno proprio il 20

luglio, pochi giorni dopo l’appuntamento bresciano, rimane a

tutt’oggi uno dei giganti della scena musicale internazionale, capace

di attirare ancora folle di considerevoli dimensioni. Ha alle spalle 42

anni di carriera, segnati da momenti restati nella mitologia rock

come l’esibizione a Woodstock, nel 1969, oltre che da una disco-

grafia sterminata che, secondo alcuni calcoli, ha fruttato vendite per

oltre 80 milioni di dischi. Il suo ultimo album in studio, «All that I

am», è stato pubblicato nel 2005. Con il secondo appuntamento del

calendario Cipiesse, la musica cambia in modo radicale: nell’estate

2009 infatti torneranno a materializzarsi anche i Pooh, ormai degli

abbonati alle estati, alle piazze e ai palcoscenici bresciani.

L’appuntamento con gli inossidabili quattro del pop all’italiana è

fissato per il 24 luglio, questa volta in piazza Duomo: anche in

questo caso sono già stati decisi i prezzi dei biglietti, che costeran-

no 53, 38 e 23 euro (tutti i prezzi saranno maggiorati di due euro in

caso di acquisto alle casse). LA SERA DOPO, il 25 luglio, si torna

alla dimensione internazionale con Keith Emerson, altro militante di

lungo corso della mitologia rock del ‘900, in scena anche lui in

piazza Duomo con una nuova band con la quale, lo scorso agosto,

ha anche pubblicato un nuovo album. I biglietti vanno in prevendita

a 43 e 28 euro. Il Cipiesse chiuderà la sua estate con un altro

grande big italiano: si tratta di Claudio Baglioni, che torna in

tour a partire dal 22 maggio con un nuovo spettacolo che, la

sera del 10 settembre, farà tappa anche a Brescia, nella cornice

di piazza Loggia. Con l’annuncio del Cipiesse, i giochi dell’estate

musicale bresciana sono praticamente fatti: i quattro eventi sopraci-

tati vanno infatti ad aggiungersi a quelli del Brescia Summer Festi-

val di Adolfo Galli, che prevede Lenny Kravitz il 6 giugno, Tracy

Chapman il 14 luglio e Burt Bacharach il 22, ma che potrebbe

riservare ancora una possibile sorpresa. Per ogni informazione, il

Cipiesse è in rete all’indirizzo cipiesse-bs.it.

Claudio Andrizzi (da Bresciaoggi.it)

Piazza Loggia a Brescia

A settembre Claudio

in concerto a Brescia

Giovanni Baglioni

pagina 8 di là dal ponte

è un periodico multimediale amatoriale, non ufficiale

e completamente gratuito dedicato a Claudio Baglioni

Lo staff:

Responsabile pubblicazione: Enrico Avagliano

Coordinamento editoriale: Fabio Conti

Designer grafico: Gianluca Sorrentino

Segreteria organizzativa: Roberta Massaro

Organizzazione tecnica:

Pasquale Picone

Nicoletta De Lucia

Hanno collaborato a questo numero:

Angiola Sorrentino

Carmen Furfaro

Roberta Massaro (Robbosa)

Giulia Lima

Pasquale Picone

Manuela Bonanno

Cucaio musica e parole

Tutti i fan di Claudio Baglioni

possono collaborare a questa rivista!

Invia articoli, foto e materiale a:

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Fanzine Italiane - Associazione di Promozione Sociale

www.fanzineitaliane.it

Questo numero è stato chiuso il 29 marzo 2009. La precedente fanzine

è stata scaricata 1.072 volte. L’appuntamento con la prossima rivista

è per l’inizio di maggio 2009!

Puoi scaricare gratuitamente la rivista da questi siti:

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