Appunti Di Un Fotografo Amatoriale Davide

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Titolo | Appunti di un Fotografo Amatoriale

Autore | Davide Osmani

Revisione Testo | Davide Osmani - Alice Liberini

Copertina a cura dell'autore.ISBN versione cartacea | 978-88-6751-916-3

2012 © Tutti i diritti sono riservati. È vietata lariproduzione anche parziale dell'opera, in ogni forma e conogni mezzo, inclusi la fotocopia, la registrazione e iltrattamento informatico, senza l'autorizzazione delpossessore dei diritti.

La copia digitale di Appunti di un Fotografo Amatoriale è distribuita gratuitamente dawww.bachecaebookgratis.com in accordo con l'autore stesso. Se questo manuale ha contribuito

positivamente ad approfondire le tue conoscenze fotografiche, ti invito a visitare il sito webwww.davideosmani.jimdo.com per scrivere un commento a riguardo del manuale

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INDICE

Premessa................................................................................................................................ 

1. Introduzione....................................................................................................................... 1.1 - Definizione di fotografia.......................................................................................... 

2. Concetti Fondamentali......................................................................................................  2.1 - Concetto di Otturatore..............................................................................................  2.2 - Concetto di Diaframma............................................................................................  2.3 - Sensore digitale e fattore di crop.............................................................................  2.4 - Il Formato Immagine..............................................................................................  2.5 - Interpretare l'istogramma........................................................................................ 

3. Composizione Fotografica................................................................................................  3.1 - Regola dei Terzi........................................................................................................  3.2 - Linee Guida.............................................................................................................. 

 3.3 - Angolo di Ripresa.....................................................................................................  3.4 - Concentrarsi sul soggetto......................................................................................... 

4. Modalità Creative..............................................................................................................  4.1 - Introduzione..............................................................................................................  4.2 - Stile Foto..................................................................................................................  4.3 - Bilanciamento del Bianco - WB..............................................................................  4.4 - Modo di Valutazione dell'Esposizione..................................................................... 

5. Modalità Creativa - Program (P).....................................................................................  5.1 - Compensazione dell'Esposizione.............................................................................  5.2 - Sensibilità del Sensore - ISO................................................................................... 

6. Modalità Creativa - Priorità Velocità dell'Otturatore (Tv-S).......................................6.1 - Fotografare con l'effetto mosso............................................................................... 6.2 - Fotografare congelando un'azione......................................................................... 6.3 - Fotografare evitando il micro mosso...................................................................... 

7. Modalità Creativa - Priorità Apertura del Diaframma (Av-A)....................................7.1 - Modalità Creativa Av-A per il Ritratto.................................................................... 7.2 - Modalità Creativa Av-A per il Paesaggio................................................................ 

7.3 - Modalità Creativa Av-A per ottenere la Massima Nitidezza...................................8. Modalità Creativa - Manuale (M)................................................................................... 

9. Il Flash Incorporato...........................................................................................................  9.1- Tecnica Fill-in Flash. Schiarire le zone in ombra nei Ritratti................................  9.2- Il Ritratto Notturno................................................................................................... 

10. Post-Produzione Base della Fotografia Digitale............................................................ 10.1 - Fondamenti per migliorare l'aspetto di una fotografia........................................10.2 - Migliorare l'inquadratura. Il Ritaglio................................................................... 

10.3 - Convertire una fotografia a colori in Bianco e Nero........................................... 11. Per Concludere................................................................................................................ 

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PREMESSASono un fotografo amatoriale, con diversi anni di esperienza nel campo della fotografia. Hocominciato a scattare con una Reflex analogica completamente manuale, messa a fuoco inclusa; inseguito ho sperimentato diverse tipologie di fotocamere: un'analogica automatizzata, una compattadigitale e infine sono passato alla Reflex digitale.

Ho scritto questo manuale per poter condividere alcuni semplici consigli che permettono di scattarefotografie ad un livello amatoriale avanzato. Sottolineo "amatoriale avanzato", perché per ottenerecerti scatti da "rivista" è necessaria l'attrezzatura giusta, oltre che l'esperienza. L'attrezzatura è sìimportante, ma è giusto sottolineare che un professionista può fare ottime fotografie anche con unasemplice compatta; al contrario, un principiante non ottiene inquadrature migliori, unicamente peril fatto di utilizzare una moderna reflex digitale da diverse migliaia di pixel.La conoscenza della tecnica è quindi fondamentale per poter migliorare le proprie immagini.Inizialmente, sarà difficile tenere in considerazione le molteplici impostazioni di cui una Reflexdispone, ma con qualche consiglio per facilitare il vostro percorso da fotografi e molta pratica, vi

accorgerete scatto dopo scatto che la scelta diventerà sempre più istintiva.Concludendo, voglio condividere con tutti voi un pensiero, che seppur banale, è sempre fondato:"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace!"Con questo voglio dire che, secondo me, non esistono fotografie belle o brutte, perfette oimperfette...una fotografia che trasmetta una qualsiasi emozione, al solo autore o al mondo intero,

 potrà anche essere imperfetta tecnicamente, ma avrà comunque raggiunto il suo scopo!

Buona fotografia a tutti!

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1. INTRODUZIONE Gli argomenti trattati in questa guida sono sviluppati partendo dal presupposto che per prima cosasi deve saper "leggere" la scena da fotografare, indipendentemente dalle impostazioni dellamacchina fotografica, che nella prima fase, consiglio di utilizzare con le Modalità Automatiche(ritratto, paesaggio, sport, ecc...). Queste modalità non verranno trattate singolarmente per il

semplice motivo che le loro funzioni sono del tutto intuibili, grazie anche alle icone corrispondenti.Dopo aver illustrato i concetti basilari per realizzare una fotografia tecnicamente corretta, siconsidereranno le potenzialità di ogni Modalità Creativa, così da comprendere e sfruttare almassimo le opportunità di scatto che una Reflex offre.

1.1 - Definizione di fotografia.Che cosa è la "fotografia" ? Personalmente preferisco distinguere due definizioni: una tecnica e unapiù poetica.Per quanto riguarda quella tecnica, può essere definita come un processo di registrazione

permanente e statico di un'immagine, proiettata per mezzo di un sistema ottico su un elementofotosensibile ad emulsione chimica (pellicola - analogica) o elettronica (sensore digitale).La seconda definizione, che mi sembra molto affascinante, deriva dall’etimologia della parola, dalgreco antico  phôs  (luce) e graphè  (scrittura - disegno), ovvero "scrivere o disegnare per mezzodella luce", che evoca l’immagine del fotografo intento a scegliere tra diversi colori disposti su una"tavolozza di luce" e a dipingere un'immagine per mezzo di un pennello luminescente (vediFoto 1).

Foto 1. Esempio di fotografia, in senso stretto. 

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2. CONCETTI FONDAMENTALI Aprendo la scatola della nostra nuova reflex, la prima cosa che abbiamo potuto constatare è che sipresenta composta da due parti principali: il corpo macchina e l'obiettivo.Innanzitutto, è importante prendere in considerazione e imparare a interpretare le scritte e simboli,che sono riportati sulla reflex e che sono comunemente utilizzati da tutte le case produttrici. Per

quanto riguarda il corpo macchina non sarà riportata una descrizione meticolosa dei vari tastipresenti con le corrispettive funzioni, perché queste variano a seconda della casa produttrice e deisingoli modelli. È bene, invece, soffermarsi su questo simbolo , la cui posizione varia a secondadel modello e che indica il piano verticale su cui è posto il sensore ed il punto dal quale considerarela distanza minima necessaria affinché il soggetto possa essere messo a fuoco. Il valore delladistanza minima di messa a fuoco è indicato sull'obiettivo e nella figura 1, qui di seguito, èevidenziato dove leggere e come viene indicato tale valore.

Figura 1. Il valore della distanza minima di messa a fuoco èespresso in metri e varia in funzione all'obiettivo. In questo caso èdi 1,5 metri e deve essere misurata a partire da . 

Nella zona frontale dell'obiettivo, invece, sono riportate le informazioni che riguardano i parametridell’escursione della lunghezza focale (zoom minimo e massimo) e l'apertura massima disponibiledel diaframma, indicata generalmente con due valori, corrispondenti alla relativa lunghezza focaleminima e massima; inoltre in alcuni casi è riportato anche il diametro della lente (vedi fig. 2).

Figura 2. Informazioni fondamentali relative all'obiettivo. 

Escursione dellalunghezza focale

(zoom).

Apertura massima deldiaframma

(rispettivamente allalunghezza focale

minima e massima)

Diametro dellalente frontale

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I valori della Lunghezza Focale (LF) descrivono la distanza che si crea tra la lente dell'obiettivo eil sensore. Nell'esempio riportato in figura 2, quindi, la distanza minima è di 18mm e quellamassima è di 55mm. Nella figura 1, invece, la minima è di 75mm mentre la massima è di 300mm.L'aumento della LF comporta una progressiva restrizione del campo visivo e l'aumento deldettaglio di un determinato soggetto, in gergo "si fa lo  zoom" o "si zooma"  il soggetto. Conoscere ilvalore della LF è importante, non tanto per sapere a quanti millimetri si trova la lente dal sensore,ma per un altro aspetto che verrà approfondito nei capitoli successivi.Esistono anche degli obiettivi, detti a Focale Fissa, che non consentono nessun tipo di "zoom"  e diconseguenza, in questi casi la lente più vicina al sensore si trova sempre alla stessa distanza.Riguardo ai valori dell' apertura massima del Diaframma, alla rispettiva lunghezza focale, è utilesemplificare con alcuni esempi. Nel primo caso (vedi fig. 2) i numeri riportati, 1:3.5-5.6, indicanoche alla lunghezza focale di 18mm, questo obiettivo, consente un'apertura massima del diaframmapari a f3.5; mentre, all'estensione focale di 55mm, consente un'apertura massima del diaframma dif5.6.Immaginiamo, ora di avere un altro obiettivo con le seguenti caratteristiche: 17-85mm e 1:4.0-5.6.

Allo stesso modo di prima, possiamo dedurre che:•  alla LF di 17mm..................è possibile un'apertura massima del diaframma pari a f4.0;

•  alla LF di 85mm..................è possibile un'apertura massima del diaframma di f5.6.Invece, quando sull'obiettivo è indicato un solo valore di apertura massima, ad esempio 1:2.8,significa che è possibile impostare a qualsiasi lunghezza focale il diaframma f2.8. Obiettivi conquesta caratteristica sono generalmente molto costosi.

Gli argomenti che tratteremo qui di seguito servono solo a fornire la conoscenza di alcuni elementidella fotocamera e del loro funzionamento basilare. L'effettiva influenza che questi hanno per la

realizzazione della fotografia sarà approfondita nei capitoli dedicati alle Modalità Creative.

2.1 - Concetto di Otturatore.L'otturatore è posto tra lo specchietto reflex e il sensore digitale (vedi fig. 3) ed è costituito da duetendine indipendenti (di metallo o di tela) che scorrono in verticale sul piano focale dellafotocamera, quindi parallelamente al sensore. Nello specifico la  I tendina si apre, facendo fluire laluce verso il sensore, mentre la II tendina si chiude, interrompendone il flusso.

Figura 3. Da sinistra verso destra: specchietto reflex, otturatore e sensore digitale.

Considerando solo il corpo macchina, al momento dello scatto avvengono tre passaggi in unafrazione di secondo: lo specchietto si alza, si attiva l'otturatore per il tempo necessario a far passare

la luce (in base alle impostazioni definite) e in ultimo, il sensore registra l'immagine.La velocità con la quale si apre e si richiude l'otturatore, a seconda che sia elevata o meno, è unodei fattori fondamentali che influisce sul risultato della fotografia.

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2.2 - Concetto di Diaframma. Il diaframma è definito come un sistema a iride, atto a regolare il passaggio della luce attraversol'obiettivo. Può essere costituito da tre o più lamelle a seconda delle caratteristiche dell'obiettivo(vedi fig. 4).

Il diaframma è un elemento molto importante nella fotografia e incide sul risultato finale sotto variaspetti; per il momento è sufficiente comprendere che si comporta come l'iride dell'occhio, perciòin un ambiente molto luminoso tende a chiudersi. Viceversa, quando la quantità di luce disponibilediminuisce, tende ad aprirsi (vedi fig. 5). 

L'apertura del diaframma è identificata con un numero preceduto dalla lettera "f" e come si puòvedere anche dalla figura 5: più questo numero è piccolo, più l'apertura del diaframma saràmaggiore.

Quindi, per esempio, a f3.5 si ha un'apertura di gran lunga maggiore rispetto ad f22.

f3.5

f5.6

f16

f22

Figura 4. Particolare di un diaframmacomposto da cinque lamelle.

Figura 5. Dall'alto verso il basso èsimulato l'aumento della luminosità e ilrelativo comportamento dell'iride e deldiaframma. Entrambi, con l'aumentaredella luminosità, diminuiscono didiametro.

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2.3 - Sensore Digitale e il fattore di crop.In generale si possono distinguere due categorie di sensori, quelli definiti Full Frame e quelli NONFull Frame. La distinzione è basata sulla superficie disponibile per la registrazione dell'immagine eil sistema di riferimento standard è la vecchia pellicola analogica. I sensori Full Frame (traducendo,sarebbe Pieno Formato) hanno le stesse dimensioni della pellicola (cioè, 24mm × 36mm), mentretutti gli altri hanno dimensioni proporzionalmente inferiori e variabili a seconda della casaproduttrice. Per esempio, il sensore APS-C Canon misura 22,3mm × 14,9mm. Il sensore APS-CNikon DX, misura invece 23,6mm  ×  15mm. Ne esistono ovviamente altri tipi ed è opportunoconoscere quello montato sulla propria macchina fotografica. Ciò è importante, non tanto perconoscerne le dimensioni in quanto tali, ma per essere in grado di applicare il relativo  fattore di

crop.Il fattore di crop è una costante di moltiplicazione, pari a 1,6 per i sensori APS-C Canon e 1,5 perquelli Nikon DX, che deve essere moltiplicata per il valore della Lunghezza Focale, in modo dapoter conoscere la Lunghezza Focale Reale del nostro obiettivo o dello "zoom" che stiamoutilizzando. Perciò, a parità di Lunghezza Focale di 18mm, con un sensore standard Full Frame e

uno APS-C, si ottengono due fotografie con campi visivi differenti (vedi fig. 6). Nel secondo caso,avendo una superficie minore che registra la scena, si ottiene un'immagine che risulta ingrandita di1,6 volte, rispetto al Full Frame.

Figura 6. L'immagine a sinistra rappresenta il sensore Full Frame e la scena che registrerebbe ad una LF di 18mm.Quella a destra, invece, rappresenta la scena che registrerebbe il sensore APS-C alla stessa LF. Per ottenere con il FullFrame lo stesso campo visivo dell'APS-C, si dovrebbe utilizzare una LF di 28mm.

Un esempio concreto è il seguente: se si ha un sensore APS-C Canon e un obiettivo con LF di18-55mm (come in fig. 2), la LF è in realtà di 28-88mm (per il fattore di crop: 18mm  × 1,6 e55mm × 1,6).Un obiettivo con LF 75-300mm (come in fig. 1) corrisponde in realtà a un 120-480mm.

È consigliabile abituarsi già da subito a convertire, anche in modo approssimativo, la LF in usonella LF Reale.Facciamo un altro esempio: si ha zoomato e, come in figura 1, la LF in uso è pari a circa 120mm.

LF 18mm

SensoreAPS-C

SensoreFULL FRAME

LF 18mm

1  5 mm

2 4 mm

36mm

23,6mm

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La LF Reale è quindi uguale a 120mm × 1,6 (fattore di crop) = 192mm ca.Come vedremo più avanti, questa conversione è importante per evitare fotografie mosse e per sapergestire al meglio la Modalità Creativa Tv   -  S, ma per il momento ci limiteremo a questaintroduzione all'argomento, già di per sé complessa.Riassumendo:

•  Full Frame  =  Pellicola Analogica  =  dimensione standard di riferimento: il valore dellaLunghezza Focale in uso è già quello Reale. Quindi, LF in uso 55mm = LF Reale 55mm.

•  APS-C  =  sensore proporzionalmente più piccolo: la relativa LF Reale si ottienemoltiplicando la  LF in uso per il fattore di crop. Quindi, LF in uso 55mm  =  LF Reale88mm.

2.4 - Il Formato Immagine.Le immagini che osserviamo sul display del nostro computer sono il risultato di un gigantescomosaico composto da milioni di tasselli, chiamati pixel, ognuno dei quali contiene le informazioni

del colore e della specifica posizione che occupa nell'immagine (vedi fig. 7). I vari  formati

immagine  possono essere paragonati a delle scatole, più o meno spaziose, nelle quali tutti i pixelvengono immagazzinati nel modo più ordinato possibile. Più il formato immagine è "spazioso", piùi singoli pixel possono essere disposti comodamente, favorendo una migliore qualità dell'immagine.Se, invece, è "poco spazioso", i pixel devono essere compressi e qualche informazione può andarepersa.I principali formati immagine utilizzati nella fotografia digitale sono il JPEG e il meno compresoRAW. Le caratteristiche fondamentali che li contraddistinguono sono il grado di compressione deidati e il numero di bit che possono gestire.

Figura 7. Le fotografie che osserviamo al computer sono composte da tantissimi pixel. Ogni pixel è caratterizzato daspecifiche informazioni: la combinazione dei colori primari ( Red  - Green -  Blue), la combinazione di quelli secondari(Cyan -  Magenta - Yellow - Key = black ) e le coordinate della sua posizione (X - Y).

Il formato JPEG è il più diffuso, versatile ed è relativamente di piccole dimensioni per un file delsuo genere (in media 8 MB); è subito disponibile per essere visualizzato sul computer, può esserefacilmente condiviso nel web ed è compatibile con tutti i programmi di elaborazione digitale per

apportare correzioni. Il JPEG, in fase di acquisizione, permette di registrare ad 8bit di profondità per ogni coloreprimario (chiamato in genere canale): cioè, 8bit per il canale del Red , 8bit per il canale del Green e

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8bit per il canale del  Blue. Entrando ancora più nello specifico, significa che ogni pixel puòdistinguere 256 (= 28bit) gradazioni di colore per ogni canale ( Red ; Green; Blue) e siccome il colorefinale di ogni pixel deriva dalla combinazione dei tre canali, ne consegue che può rappresentare16,7 milioni (= 2(8bitR+8bitG+8bitB)

 ) di colori. Per poter mantenere le dimensioni contenute, il JPEG risulta essere un file molto compresso e ciòcomporta che determinati pixel racchiudano anche le informazioni di quelli che hanno intorno, perun numero variabile, in funzione del grado di compressione. In questo modo, ogni volta che sivisualizza la fotografia, il programma va a "spacchettare" i singoli pixel per leggere tutte leinformazioni necessarie a ricomporre l'intera immagine. L'operazione di compressione edecompressione dei pixel per ogni visualizzazione comporta, a lungo andare, la perdita di alcuneinformazioni, che si traduce in una graduale perdita di qualità, sebbene impercettibile.Laddove si decidesse di optare per questo tipo di file è consigliabile impostare il JPEG allamassima qualità (con una minore compressione, a fronte di una maggiore dimensione in MB);inoltre dopo aver apportato delle modifiche alla fotografia, utilizzando un programma dielaborazione in post-produzione, si suggerisce di salvare con l’opzione "Salva con nome..." creando

una nuova immagine.

Il formato RAW (trad.: grezzo) è definito come il negativo digitale, perché le immagini, una voltamemorizzate, mantengono inalterati i dati ottenuti al momento dell'acquisizione; questo file nonsubisce nessuna elaborazione digitale, nemmeno basilare, dal software della fotocamera. Diconseguenza la gradazione di colore registrata da ogni singolo pixel rimane inalterata, così comel'ha percepita il sensore al momento dello scatto. Non tutte le fotocamere consentono di scattare conl’utilizzo di tale formato e ogni casa produttrice è dotata di un file raw caratterizzato daun'estensione diversa (ad esempio .cr2 per la Canon, .nef per la Nikon, .pef per la Pentax, .dcr per

la Kodak, ecc.).Le fotografie in formato raw sono poco versatili e per visualizzarle è necessario un programmaspecifico, di norma fornito con l’acquisto della macchina fotografica. La qualità, però, è nettamentesuperiore al JPEG, dal momento che in fase di acquisizione permette di registrare indicativamente a14bit di profondità e di rappresentare per ogni pixel 16.384 (= 214bit) gradazioni di colore per canale(RGB). Il file, che ne deriva, è di grandi dimensioni (mediamente 20 MB) a causa del maggiornumero d'informazioni registrate e della ridotta compressione che non determina alcuna perdita didati. Nonostante tutte queste note positive, ogni fotografia acquisita in RAW necessita di maggioriattenzioni, in termini di rielaborazione digitale, rispetto al JPEG: correzione del colore, dellasaturazione, del contrasto e altri aspetti che variano di volta in volta. A post-produzione ultimata, èpossibile, utilizzando lo stesso programma apposito, convertire il RAW in JPEG, in modo daottenere un compromesso tra versatilità, qualità e dimensione del file.

Oggettivamente la differenza tra un'immagine scattata in JPEG e una in RAW è evidente solo a unfotografo pignolo (vedi fig. 8), con la passione per la post-produzione, salvo nei casi in cui sifacciano degli ingrandimenti, nei quali le differenze diventano più evidenti. Se la memory card  dispone di sufficiente memoria, è consigliabile fotografare con l'opzione RAW  +  JPEG, così dapoter, a posteriori, scegliere di intervenire solo su quelle immagini RAW, alle quali si ritienenecessario dedicare particolare attenzione; così come per quelle che necessitano di un restauro

digitale più complesso, ad esempio perché scattate in assenza di una fonte luminosa sufficiente(vedi fig. 9).

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Immagine acquisita con il formato JPEG Immagine acquisita con il formato Raw

Figura 8. Fotografia acquisita simultaneamente in RAW + JPEG. La differenza tra un formato e l'altro è minima, ma èpercepibile una maggiore definizione nell'immagine ottenuta dal RAW, soprattutto confrontando i rispettiviingrandimenti al 100%.

Figura 9. Esempio di recupero di una fotografia molto scura. A sinistra è riportato un particolare dell'immagineoriginale RAW + JPEG, al centro il particolare dell'immagine recuperata dal RAW e a destra quella dal JPEG. Cercandodi ottenere un risultato simile, l'immagine recuperata dal RAW è nettamente migliore: confrontate il muro sullo sfondo,le mani e la copertina del libro. 

originale recupero da RAW recupero da JPEG

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2.5 - Interpretare l'istogramma.Vi sarà certamente capitato più di una volta, a scatto effettuato, di non riuscire a vedere bene ildisplay a causa dell'eccessiva luce del sole e di non riuscire quindi a capire, se la fotografia risultitroppo scura (sottoesposta) o troppo chiara (sovraesposta). Saper interpretare l'istogramma di unafotografia, in queste occasioni, è fondamentale e la gran parte delle fotocamere digitali consentonodi visualizzarlo direttamente sul display.Semplificando, l'istogramma può esser definito come la rappresentazione grafica della luminositàdell'immagine. Sull'asse orizzontale sono distinte 256 gradazioni di grigio, che sfumano dal nero(= 0) al bianco (= 255), mentre sull'asse verticale è rappresentata la quantità di pixel che hannoregistrato la medesima gradazione (vedi fig. 10). Nello specifico, l'istogramma è costruitoattribuendo a ogni pixel un livello di grigio, a seconda del fatto che sia più o meno scuro,indipendentemente dal colore registrato.Il modo in cui i pixel sono distribuiti nel grafico definisce l'andamento dell'istogramma e permettedi valutare se l'immagine sia sottoesposta o sovraesposta.

Figura 10. Sono riportati due esempi dei principali modi di rappresentare l'istogramma, per una stessafotografia. In ogni caso, si possono distinguere tre zone fondamentali: a sinistra si hanno le "ombre", al centroi "mezzi toni" e a destra le "alte luci".

In linea di massima si possono distinguere cinque casi tipo:•   Esposizione corretta: l'istogramma è ben distribuito dalle ombre alle alte luci e presenta un

andamento a campana. Nella scena tutto è ben visibile (vedi Foto 2).•   Fotografia sottoesposta: il grafico tende a distribuirsi prevalentemente verso le ombre e gli

elementi della scena risultano molto scuri (vedi Foto 3).•   Fotografia sovraesposta: il grafico, in questo caso, tende a distribuirsi prevalentemente

verso le alte luci e gli elementi della scena appaiono molto chiari (vedi Foto 4).•   Fotografia fortemente sottoesposta: l'istogramma tende a concentrarsi in corrispondenza

delle ombre. Gli elementi sono eccessivamente scuri e sono presenti delle areecompletamente nere (vedi Foto 5).

•   Fotografia fortemente sovraesposta: al contrario del precedente, l'istogramma si concentra

in corrispondenza delle alte luci e gli elementi della fotografia si presentano eccessivamentechiari, con alcune aree completamente bianche (vedi Foto 6).

Mezzi toniOmbre Alte luciMezzi toni Alte luciOmbre

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Le zone completamente bianche e quelle completamente nere, sono comunemente definite"bruciate".In ogni caso, l'istogramma deve essere interpretato considerando anche i colori dominanti dellascena nel suo complesso. Infatti, in alcuni casi, si può ottenere un andamento tipico delle fotografiesottoesposte o sovraesposte senza che lo siano realmente. Ad esempio, nella Foto 7 è tutto benvisibile, ma l'istogramma sembra descrivere una fotografia tendenzialmente sottoesposta, perchèsono presenti diversi elementi scuri: il bracciale di cuoio, i capelli e i vestiti neri dei soggetti insecondo piano. Nell'immagine predominano i colori scuri, dunque l'istogramma appare sbilanciatoverso le ombre. Accade l'esatto contrario in una fotografia ricca di elementi chiari.Nelle situazioni in cui sono presenti forti contrasti di luminosità (vedi Foto 8 e 9), l'istogrammapresenta un andamento ad "M", più o meno marcato, con un'evidente depressione in corrispondenzadei mezzi toni e due campane principali: una verso le ombre e l'altra verso le alte luci, cherappresentano rispettivamente gli elementi di colore scuro e gli elementi di colore chiaro.

Per concludere, casi particolari a parte, è opportuno verificare che non vi siano accentuati picchi in

corrispondenza di 0 o di 255, in quanto ciò indicherebbe la presenza di importanti aree bruciate.

Foto 2. Esempio di fotografia esposta correttamente e relativo istogramma.

Foto 3. Esempio di fotografia sottoesposta e relativo istogramma.

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Foto 4. Esempio di fotografia sovraesposta e relativo istogramma.

Foto 5. Esempio di fotografia eccessivamente sottoesposta e relativo istogramma.

Foto 6. Esempio di fotografia eccessivamente sovraesposta e relativo istogramma.

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Foto 7. Elementi scuri nella scena possono determinare un istogramma analogo a quello di una fotografia sottoesposta. 

Foto 8. Esempio di fotografia con evidenti contrasti di luminosità e relativo istogramma.

Foto 9. Esempio di fotografia con forti contrasti di luminosità e relativo istogramma.

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3. COMPOSIZIONE FOTOGRAFICA Con il termine composizione fotografica si intende l'arte di costruire con attenzione un'immagine edecidere coscientemente la posizione del soggetto e la distribuzione dei vari elementi nel campovisivo della fotocamera.La composizione fotografica è forse la parte più semplice da spiegare, ma probabilmente

impossibile da insegnare. Infatti, una volta acquisita la tecnica, dipende esclusivamente dallacapacità di osservazione del fotografo.

Gli aspetti fondamentali di cui è bene tener conto sono:

•  la regola dei terzi;•  le linee guida;

•  l’angolo di ripresa;

•  il concentrarsi sul soggetto;

3.1 - Regola dei Terzi.La regola dei terzi, in sostanza, consiste nel suddividere idealmente la scena con due lineeequidistanti verticali e due orizzontali, definite "linee di forza" . I quattro punti di intersezione dellelinee sono detti "punti di forza"  (vedi fig.11).

Figura 11. Rappresentazione di come, nella regola dei terzi, deveessere idealmente divisa la scena.

Ciò che cattura l'occhio del fotografo e che perciò si ritiene importante nella scena, acquistamaggior rilievo quando coincide con uno dei punti di forza. Possono trovarsi in corrispondenza deipunti di forza i più diversi particolari, come le mani del soggetto, uno degli occhi in un ritratto, unabottiglia di vino su un tavolo, una bicicletta, ecc..Le linee di forza, invece, si sfruttano quando si hanno dei soggetti che si sviluppano in lunghezza,in senso verticale o orizzontale. Questi soggetti possono essere alberi, persone, strade, edifici,traiettorie proprie di un paesaggio e tutto ciò che può essere distribuito lungo una linea (vediFoto 10).Semplificando, si può applicare la regola dei terzi situando il soggetto in posizione decentrata,ancor più correttamente nella porzione destra dell’inquadratura, di modo che "chiuda" lacomposizione dell’immagine (vedi Foto 11). Chi osserva l'immagine, infatti, tende a soffermarsi

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maggiormente sugli elementi in basso a destra e ciò avviene perchè anche le immagini, come i testi,vengono "lette" secondo il sistema occidentale, da sinistra verso destra (vedi Foto 13-14).Per quanto riguarda i paesaggi, se si vuole dedicare maggior risalto al terreno, l'orizzonte deveessere posizionato al di sopra della linea orizzontale superiore (vedi Foto 12); verrà collocato al disotto della linea inferiore, se invece si vuole dedicare maggior importanza al cielo (vedi Foto 15).Si deve tener presente che le porzioni di fotografia prive di elementi, come un cielo completamenteazzurro, risulteranno vuote, dunque monotone e senza alcun fascino (Foto 16). Quando si vuoldedicare maggior risalto al cielo è perciò opportuno che sia contraddistinto da nuvole, giochi diluce, stormi di uccelli o di qualsiasi cosa possa renderlo interessante.

Foto 12. Esempio di come rispettare la regola dei terzi in una

fotografia di paesaggio, quando si vuol dedicare maggior attenzione alterreno. 

◄ Foto 10. La regola dei terzi. Nella fotografia a sinistra, èriportato l'esempio di un soggetto distribuito lungo le linee diforza verticali.

▼ Foto 11. Qui sotto, invece, è riportato l'esempio di unsoggetto semplicemente decentrato.

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Foto 13. In questa fotografia, la composizione fotografica è accettabile: la linea di costa insecondo piano è posta correttamente, il soggetto è decentrato ed è ben evidente.Lo sguardodi chi osserva l'immagine, si posa a sinistra sul soggetto e si sposta poi verso destra, dovel'occhio più si sofferma; in questa porzione della figura, però, non è presente alcunelemento che completi la fotografia e lo spettatore avrà l'istinto di voler proseguire oltrel'immagine, per osservare maggiormente il panorama.

Foto 14. In questo caso lo sguardo dello spettatore parte dal panorama e giunge infine sulsoggetto a destra, che conclude la visualizzazione dell'immagine.

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▲ Foto 15. Esempio di come rispettare la regola dei terziin una fotografia di tipo paesaggistico, quando si vogliadedicare maggior attenzione al cielo.

▲ Foto 16. L'orizzonte è posizionato correttamente, al disotto della linea di forza inferiore, ma il cielo ècompletamente vuoto, se non per la presenza della Luna.

 

D'altro canto, nel caso in cui la scena che si vuol fotografare sia speculare, per motivi geometrici oper il semplice fatto che si rifletta, per esempio, in uno specchio d'acqua (classico l'esempio dellamontagna riflessa nel lago), è preferibile bilanciare la fotografia ponendo il piano di simmetria ametà inquadratura (vedi Foto 17).

Foto 17. Il piano di riflessione (o di simmetria) deve essere posto a metà inquadratura.

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3.2 - Linee Guida.Per linee guida si intendono tutte quelle forme reali o virtuali, naturali o artificiali, che possonoessere sfruttate per indirizzare lo sguardo verso una direzione e rendere più interessante lafotografia, perché:

•  conferiscono dinamicità all'immagine;

•  migliorano la prospettiva e il senso di profondità;•  guidano l'occhio verso il soggetto.

Per linee virtuali si intende la disposizione di una serie di elementi che guidano l'osservazionedell'immagine, ma che non "disegnano" una linea in senso stretto (vedi Foto 18).Le linee guida rendono più piacevole l'immagine e sono molto importanti nei paesaggi, dato cheaiutano a rendere dinamica la visione di una fotografia che di per sé si presenta particolarmentestatica.Affinché le linee guida svolgano il massimo della loro funzionalità, è necessario che siano messe afuoco nel punto in cui entrano nell'inquadratura. Una linea guida può essere un muretto che

delimita un bel prato verde, l'andamento serpeggiante di una strada di montagna, una fila dilampioni, la sinuosità delle curve di una costa, la scia di un aereo e ogni cosa che la vostraimmaginazione possa riconoscer come tale.

Si possono distinguere diverse tipologie:

•  a "S";•  a "Zig-Zag";

•  a "X";

•  semplici linee in diagonale;• 

la combinazione di due o più linee guida.

L'individuazione e la decisione di come sfruttarle si perfezionano con la pratica, ma ci si deveabituare a osservare la scena prima di fotografare e individuare il punto di vista migliore. In ognicaso è raccomandabile scattare qualche fotografia in più, della stessa scena, da punti di vistadifferenti.

Alcuni esempi di linee guida:

Foto 18 e 18a. Esempio di linee guida diagonali, definite da una serie di oggetti in successione.

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Foto 19 e 19a. Le linee naturali, in questo caso, guidano lo sguardo dell'osservatore dalle rocce in basso a destra finoall'orizzonte. Inoltre osservando il cielo, si notano le strisce degli aerei, che riportano nuovamente lo sguardo versol'orizzonte; a questo punto l'occhio si sposta dal cucuzzolo di sinistra verso quello di destra. In generale, le strisce degliaerei o le nuvole possono migliorare la sensazione di profondità nelle fotografie paesaggistiche.

Foto 20 e 20a. Esempio di linee guida: ondulata e lineare. 

Foto 21 e 21a. Esempio di linee guida a "X".

In generale, le linee guida diagonali sono quelle che favoriscono la visualizzazione dell'interafotografia, perché costringono l'occhio a spostarsi da un'estremità all'altra attraversando tutta

l'immagine.

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3.3 - Angolo di Ripresa.Per comprendere cosa s'intende per angolo di ripresa, può essere utile immaginare un puntatorelaser che dalla fotocamera si prolunga verso il soggetto (vedi fig. 12).

Figura 12. 

L'angolo che si forma tra il "laser" e il soggetto è condizionato dalla dimensione e distanza del

soggetto rispetto al punto di ripresa. Queste due variabili ci costringono a orientare la fotocameraverso l'alto o verso il basso per soddisfare il nostro desiderio di includere tutto quello che ciinteressa nell'immagine.Quando il soggetto è più grande di noi, ad esempio un monumento, sarà necessario orientare lafotocamera verso l'alto; al contrario, se è più piccolo, dovremo orientarla verso il basso (vedifig. 13) creando così un angolo, tra "laser" e soggetto, diverso da 90°.

Più l'angolo di ripresa è diverso da 90°, maggiore sarà la distorsione dell'immagine.

Figura 13. Rappresentazione dell'angolo di ripresa.

Partendo dal presupposto che è molto più semplice la pratica della teoria, vediamo cosa accadeidealmente quando si cambia l'angolo di ripresa.Puntando la fotocamera verso il basso  si ottiene un'inquadratura con il campo visivo che sirestringe verso l'alto e si allarga alla base (vedi fig. 14). Si ha l'impressione che il soggetto tenda aconvergere verso il basso (vedi Foto 22).

Punto di ripresa

Punto di ripresa

Angolodi ripresa

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Figura 14. Simulazione di come si presenta l'inquadratura puntando la fotocamera verso il basso.

Viceversa, puntando la fotocamera verso l'alto si ottiene un'inquadratura con il campo visivo chesi allarga verso l'alto e si restringe verso il basso (vedi fig. 15). In questo caso, il soggetto appareslanciato e tende a convergere verso l'alto (vedi Foto 23).

Figura 15. Simulazione di come si presenta l'inquadratura puntando la fotocamera verso l'alto.

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Foto 22. Esempio di inquadratura orientata verso il basso. Tutte le linee, che nella realtàsono verticali e parallele tra loro, danno l'impressione di convergere verso il basso. Siosservino in particolare la ringhiera in primo piano e gli spigoli dei muri.

Foto 23. Fotocamera puntata verso l'alto. Le colonne ai latisembrano convergere verso l'alto e nella porzione superiore c'è

maggior campo visivo rispetto a quella inferiore.

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Allo stesso modo, ovviamente, si ricreano le stesse condizioni orientando l'inquadraturarispettivamente verso destra o verso sinistra (vedi fig. 16 - 17 e Foto 24).

Figura 16. Simulazione di come si presenta l'inquadratura puntando la fotocamera verso destra. 

Figura 17. Simulazione di come si presenta l'inquadratura puntando la fotocamera verso sinistra. 

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Foto 24. Le linee di questo muro nella realtà sono parallele tra loro. Si noti come tendono aconvergere a causa della distorsione, qui, volutamente accentuata.

Una prova pratica e veloce per comprendere l'influenza dell'angolo di ripresa sull'immagine, èquella di posizionarsi davanti a una finestra e fare due fotografie: una puntando la fotocamera versol'alto e l'altra puntandola verso il basso.In questo modo, osservando le linee degli infissi della finestra, risulterà subito evidente quantospiegato in precedenza.

Come sfruttare l'angolo di ripresa:•  per ottenere un soggetto ben inserito nella fotografia, con minori distorsioni possibili,

bisogna fotografarlo portandosi alla sua stessa altezza (vedi Foto 25 e 26). Nel caso difotografie architettoniche, quando possibile, è bene allontanarsi per limitare il problemadelle distorsioni e utilizzare lo zoom per riempire l'inquadratura (vedi fig. 18).

•  Per dare maggior importanza al soggetto, fotografarlo dal basso verso l'alto.

•  Per sminuire il soggetto, fotografarlo dall'alto verso il basso (sconsigliato, a meno che

non sia intenzionale).

•  Per esaltare la prospettiva, accentuando il senso di profondità in una fotografiapanoramica, orientare la fotocamera leggermente verso il basso (vedi Foto 27).

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Figura 18. In alto: portandosi all'altezza del soggetto si riducono o eliminano le distorsioni.In basso: allontanandosi dal soggetto (esempio: un monumento) si riduce l'angolo di ripresa esi attenuano le distorsioni. 

▲Foto 25. Fotografia scattata dall'alto verso il basso.

Il soggetto risulta schiacciato e l'immagine priva diprofondità.

▲Foto 26. Il fotografo e il soggetto si trovano alla stessa

altezza.

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Foto 27. Orientando la fotocamera leggermente verso il basso, sfruttando anche le lineeguida, si valorizzano la prospettiva e il senso di profondità di una fotografia.

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3.4 - Concentrarsi sul soggetto. Questo accorgimento può risultare difficile da mettere in pratica, soprattutto all'inizio.Ciò, perché si vorrebbe catturare tutto lo scenario che ci circonda, tutto il bel panorama in cui sitrova immerso il nostro compagno o la nostra compagna e ogni singolo scorcio di un'affascinantelocalità.Così facendo, però, non ci si concentra sul soggetto, rischiando di vanificare il tentativo divalorizzare il partner, ma anche di non riuscire a rappresentare la bellezza del paesaggio.È invece fondamentale concentrarsi su un particolare di una scena: i colori dei fiori, unastaccionata, un graffito, un gruppo di persone in azione, la smorfia di un atleta sotto sforzo, ilmonumento o l'edificio caratteristico.Per dare risalto al soggetto è possibile costruire la fotografia servendosi di due diversi modi, checonsistono nel:

•  riempire l'inquadratura

•  e sfuocare lo sfondo.

 Riempire l'inquadratura.

Dedicando gran parte dell'inquadratura al soggetto, si eliminano o comunque si riducono alcunielementi di disturbo che creano confusione e distolgono l'attenzione dell’osservatore. Avrete notatoanche voi come, nelle fotografie delle vacanze, spesso il partner si perda nell'immagine; quantorisulti molto più piccolo di quanto c'eravamo immaginati (vedi Foto 28). Quante volte avete detto:"… la fotografia non rende bene l'idea di quanto fosse bello quel luogo"? Accade, perché non ci si èconcentrati realmente sul soggetto, avendo voluto inserire troppi elementi nel proprio scatto.Bisogna invece riconoscere che le fotografie povere di elementi sono quelle che affascinano di più,non essendoci distrazioni, né eccessivi elementi che creino confusione. Chi guarda l'immagine,

dunque, tende a soffermarsi principalmente a osservare il soggetto e poi passa ad ammirarel'ambientazione circostante (vedi Foto 33).Per rappresentare in modo esauriente i paesaggi di una vacanza, un evento sportivo, unamanifestazione o una semplice festa di compleanno, l'ideale sarebbe alternare fotografie chedescrivano nell'insieme la scena a scatti dedicati ai particolari.

Nella pratica bisogna semplicemente:•  "zoomare" il soggetto, isolandolo dal contesto,

•  oppure avvicinarsi fisicamente il più possibile.

Si consideri, che per riempire l'inquadratura a sufficienza, è necessario che il soggetto principale siail più vicino possibile ai lati dell'immagine (superiore ↕ inferiore o destro ↔ sinistro; vedi Foto 29).

Nelle pagine seguenti sono riportati alcuni esempi.

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Foto 28. Esempio di "fotografia dellevacanze" mal riuscita. Il soggetto chesi trova sul ponte, al momento delloscatto sembrava più grande e beninquadrato. Non avendo concentratol'attenzione su particolari aspetti dellalocalità, il risultato è che il soggettonon è ben identificabile e lacomposizione dell'ambientecircostante non è stata curata.

Foto 29. Il soggetto attraversa tutta lafotografia, dal lato inferiore fino aquello superiore.

Foto 30. Il soggetto di questafotografia è il muratore e la vetrina glifa da cornice. Non sono presenti altrielementi.

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Sfuocare lo sfondo. Dal momento che non sono ancora state trattate le Modalità Creative, il suggerimento che qui siandrà ad introdurre può essere applicato utilizzando la modalità RITRATTO . Questa modalità,che prevede impostazioni completamente automatiche, si predispone per dare risalto agli elementiin primo piano e allo stesso tempo sfuocare lo sfondo.Nella fotografia, sono gli elementi a fuoco i primi ad attirare l'attenzione dell'osservatore. Conquesto metodo, quindi, facciamo in modo che l'attenzione si concentri sul soggetto, semplicementesfuocando tutto ciò che lo circonda.

Per ottenere il risultato desiderato, è necessario tener presente due condizioni:

•  più siamo vicini al soggetto (fisicamente o zoomando), più si ottiene lo sfondo sfuocato.•  più lo sfondo è lontano dal soggetto, maggiore sarà la sfocatura dello sfondo (vedi Foto 34).

I fattori e le impostazioni che determinano lo sfuocato saranno trattati nel Capitolo 7.

N.B.: In un paesaggio sfuocato che fa da sfondo a un soggetto a fuoco, alcuni elementi sarannocomunque riconoscibili, anche se si trovano a diverse centinaia di metri; questo per il semplicefatto che sono troppo grandi perché risultino decisamente sfuocati (vedi Foto 35).Contrariamente, più lo sfondo è composto da elementi piccoli e caotici e più il fenomeno dellosfuocato risulta evidente (vedi Foto 36).

Foto 34. La fotografia è stata scattata a una distanza di 40 cm circa. Si noti come l'effettosfuocato si accentui progressivamente con l'aumentare della distanza dal punto di ripresa.

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Foto 35. Ritratto classico. In questo caso si è lasciato un po' più di spazio all'ambientazione.

Foto 36. Esempio di sfondo completamente sfuocato. Questo effetto si ottiene quando glielementi in secondo piano sono di piccole dimensioni e caotici. Nel caso specifico si trattadi fili d'erba secchi e giochi di luce.

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4. MODALITÁ CREATIVE 

4.1 - Introduzione.I concetti fondamentali, di diaframma, otturatore e lunghezza focale, per comprendere ilfunzionamento della reflex sono già stati illustrati nel Capitolo 2. Se rileggendo questi termini, vi

sorgono dei dubbi, sarebbe bene riprenderli prima di procedere.

Detto questo, è definita Modalità Creativa quella modalità in cui è il fotografo a decidere una o piùimpostazioni di scatto.Esistono principalmente quattro modalità comuni a tutti i produttori di fotocamere:

•  P = Program;

•  Tv - S = Priorità Velocità Otturatore;

• 

Av - A = Priorità Apertura Diaframma;•  M = Manuale.

Prima di analizzare le potenzialità di ogni singola Modalità, ritengo opportuno spiegare alcuneimpostazioni comuni a P-Tv-Av-M, ovvero quelle impostazioni che possono essere cambiate aprescindere dal fatto che si sia deciso di scattare in una modalità, piuttosto che in un'altra.

Le impostazioni trasversali a tutte le modalità sono:•  Stile Foto;•  Bilanciamento del Bianco;

•  Modo di Valutazione dell'Esposizione;

•  Compensazione dell'Esposizione;

•  Sensibilità del Sensore (ISO).

4.2 - Stile Foto. Riguardo a questa impostazione non mi dilungherò molto, per il semplice fatto che è di per sé

intuibile, oltre che ben esplicata dai manuali delle fotocamere. La scelta dello stile foto  inoltre èparticolarmente soggettiva e su di essa incide anche il gusto personale, dal momento che i diversistili presentano leggere variazioni nelle tonalità dei colori primari RGB (vedi Foto da 37 a 41).Anche in questo caso probabilmente variano le sigle, da produttore a produttore, ma la sostanza è lastessa. Pertanto le principali tipologie di Stile Foto sono:

•  STANDARD: questo stile è ottimale per la maggior parte delle situazioni. Si ottengonofotografie dai colori vividi e uniformi con un buon contrasto (vedi Foto 37).

•  RITRATTO: simile al precedete, si differenzia per aver minore nitidezza e tonalità del rossopiù sature, per una resa migliore del colore e dell'aspetto della pelle (vedi Foto 38).

•  PAESAGGIO: sono accentuate le tonalità del blu e del verde (vedi Foto 39).

Saranno presentate con la Modalità Program.

Figura 19. Esempi di ghiere e sigle comunemente utilizzatedalle principali case produttrici.

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•  IMMAGINE FEDELE: il software della fotocamera non applica alcuna elaborazione disaturazione e contrasto (vedi Foto 40). Questo stile prevede una post-produzione"obbligatoria" per migliorare la resa dei colori in funzione delle proprie esigenze.

•  MONOCROMATICO: il sensore registra l'immagine nelle gradazioni del grigio (vediFoto 41).

A quest'ultimo proposito è consigliato convertire in post-produzione la fotografia dal colore albianco e nero, perché in questo modo è possibile definire efficacemente la quantità di luci e ombrepresenti nella propria immagine.

Foto 37. Stile Foto Standard. Foto 38. Stile Foto Ritratto.

Foto 39. Stile Foto Paesaggio. Foto 40. Stile Foto Immagine Fedele.

Foto 41. Stile Foto Monocromatica.

 N.B.: Le immagini qui riportate presentano differentitonalità dei colori primari RGB; la differenza potrebbeessere poco evidente. Il mio consiglio è di fotografarevoi stessi una scena con i diversi stili e poi confrontarle

sul computer, osservando come variano le tonalità daun'immagine all'altra.

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4.3 - Bilanciamento del Bianco - WB. Il bilanciamento del bianco (White Balance) è fondamentale nella fotografia digitale per correggerela temperatura colore  in modo tale che le superfici bianche siano percepite tali anche dallafotocamera. Il sensore digitale è una tecnologia sofisticata, ma non quanto l'occhio umano che è ingrado di adattarsi a moltissime condizioni di luce e correggere in automatico le dominanticromatiche in presenza di una determinata fonte luminosa (vedi fig. 20). Per esempio, se dovessimoguardare un foglio bianco alla luce di una lampadina a incandescenza, il nostro occhio lo vedrebbebianco. Fotografandolo invece senza correggere il WB, l'immagine e quindi il fogliopresenterebbero una dominante rossa.

Per definizione, ogni fonte luminosa ha una sua temperatura colore espressa in Kelvin (K).

Figura 20. Temperature colore e relative fonti luminose di riferimento. 

In base alla fonte luminosa che illumina la scena, si deve correggere il WB che sarà impostato in

funzione del fatto che si stia fotografando in presenza di una lampadina a incandescenza o al neon,all'aperto durante l'alba o al tramonto, con il sole di mezzogiorno oppure durante una giornatanuvolosa. Se vi sembra complicato gestire il bilanciamento del bianco, non preoccupatevi, fino adora è stato trattato solo dal punto di vista teorico. Ovviamente non sarà necessario andare in girocon la figura 20 in tasca, per scegliere il WB più adatto.

 Il Bilanciamento del Bianco nella pratica. Partendo dal presupposto che il bilanciamento del bianco automatico (AWB) funziona bene nellamaggior parte delle situazioni, vediamo in pratica cosa fare per scegliere rapidamente il WB senza

troppe complicazioni.Il LiveView, ovvero la modalità di scatto tramite il display, risulta essere uno strumento moltorapido ed efficace.

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Infatti, basta attivare il LiveView e cambiare il bilanciamento del bianco direttamente sul display,facendo scorrere le varie opzioni di WB. Si nota così, che l'immagine assume una dominante chevaria dal rosso al blu, più o meno marcata, in funzione del WB selezionato.Non resta che scegliere quello che riteniamo più corretto per la nostra scena, disattivare ilLiveView (per evitare di consumare preziosa batteria) e scattare.Tuttavia, molti fotografi preferiscono lasciare il bilanciamento del bianco in automatico (AWB) eapportare eventuali modifiche in post-produzione.

Il bilanciamento del bianco filtra le dominanti di colore in funzione della temperatura colore: se lafonte luminosa crea un'atmosfera calda, il WB tende a togliere la dominante rossa, invece, se lafonte luminosa crea un'atmosfera fredda, tende a sottrarre la dominante blu.Per esempio, la luce di una fiamma, che è caratterizzata dalla dominante rossa, quando filtrata ecorretta dal WB, appare nella fotografia di una tonalità decisamente più fredda (vedi Foto 42 eFoto 43).D'altro canto, una fotografia invernale tende generalmente ad avere una dominante blu, presentando

quindi un'atmosfera dai sottotoni freddi. In questo caso, correggendo il bilanciamento del bianco siottiene una fotografia dai colori più caldi (vedi Foto 44 e Foto 45).In sostanza, non è sempre necessario correggere il WB, soprattutto in quelle fotografie attraverso lequali si vuol trasmettere l'atmosfera specifica di una situazione (fredda o calda che sia).

Foto 42. Con correzione del bilanciamento del bianco.

Foto 43. Senza correzione del bilanciamento del bianco.

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"WB personalizzato" .Alcuni modelli di fotocamere permettono di memorizzare una "fotografia modello", che vieneutilizzata per correggere le dominanti di rosso o di blu di una determinata fonte luminosa.Questo strumento può tornare utile quando sappiamo di dover scattare molte fotografie nella stessacondizione d'illuminazione (e quindi temperatura colore), per esempio in un museo, oppure duranteuna festa in casa di un amico, la sera per le vie della città illuminata dai lampioni, nello studiofotografico e in qualsiasi altra ambientazione in cui la fonte luminosa sia costante.Come funziona? Si scatta una fotografia dell'ambiente in cui ci si trova (possibilmente includendouna superficie bianca), si cerca poi l'opzione del WB personalizzato  (nel menù della fotocamera) esi seleziona la "fotografia modello" che si è appena scattata.Da questo momento in poi, utilizzando il WB personalizzato, si ottengono immagini con tonalità dibianco bilanciate per quella specifica fonte luminosa.

Quando si cambia il bilanciamento del bianco, come qualsiasi altra opzione, è opportuno valutarese il risultato è in linea con le nostre aspettative, perché la fotocamera si "comporta" in base aquello che le "diciamo di fare", attraverso le impostazioni selezionate e non in base a quello chevogliamo ottenere.

Foto 44. Fotografiaoriginale, scattata in unafredda mattina d'inverno,senza correzione delbilanciamento del bianco.

Foto 45. Stessa fotografia,con il bilanciamento delbianco corretto in post-produzione.Si noti come l'atmosferafredda si sia smorzata.

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4.4 - Modo di Valutazione dell'Esposizione. Prima di presentare le caratteristiche fondamentali dei vari Modi di Valutazione dell'Esposizione equali siano indicativamente le situazioni in cui è consigliabile usarli, è necessario introdurre iltermine esposimetro. L'esposimetro può esser definito come un sensore, incorporato in ogni fotocamera, atto a valutare laquantità di luce che caratterizza una determinata scena e che consente di definire la giustacombinazione Velocità Otturatore-Apertura Diaframma per ottenere una fotografia correttamenteesposta. Si attiva dal momento in cui si preme il pulsante dell'autofocus.Con la scelta del Modo di Valutazione dell'Esposizione decidiamo come far leggere all'esposimetrola luce nella scena (vedi fig. 21).

Figura 21. Rappresentazione dei principali modi per la valutazione dell'esposizione.

•  Valutazione dell'Esposizione Valutativa: il sensore legge la luce della scena, su tutta l'areache osserviamo nel mirino, suddividendola in una matrice (griglia).

La valutazione dell'esposizione deriva da una media della luminosità di tutte le singole areedella matrice. Copre il 100% della scena.La fotocamera potrebbe rilevare difficoltà in quelle scene caratterizzate da forti contrasti dichiaro-scuro, in cui il sensore non è in grado di stabilire se esporre correttamente le zone piùchiare o quelle più scure (es.: l'ambientazione di una chiesa illuminata solo dalla luce delsole che filtra dalle finestre). Un altro aspetto da considerare è che, tenendo premuto ilpulsante di messa a fuoco, la valutazione dell'esposizione resta invariata, anche laddove sisposti l'inquadratura per motivi di composizione fotografica.Il suo utilizzo è ideale per la maggior parte delle situazioni.

• 

Valutazione dell'Esposizione  Parziale: in questo caso il sensore legge la luce nella zonacentrale della scena, su un'area molto ristretta. In genere del 10-15%. Mentre tutto il restonon è preso in considerazione.

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Si utilizza quando si vuol favorire l'esposizione del soggetto indipendentementedall'ambiente circostante.Indicato per dare risalto ai soggetti nelle fotografie di macro (come fiori e oggetti ingenere), nei ritratti o in quelle ambientazioni in cui il nostro soggetto è molto più chiaro omolto più scuro rispetto l'ambientazione (la vetrata di una chiesa, la luce che filtra da unafinestra, attori o ballerini sul palcoscenico di un teatro).

•  Valutazione dell'Esposizione Spot: anche in questo caso il sensore legge la luce solo nellazona centrale, ma su un'area inferiore al 10%. Il principio è uguale al precedente, solo chel'area valutata è ancora più piccola.È utile per concentrarsi su un particolare o semplicemente per esser certi che solo il soggettosia esposto correttamente. Questo, per esempio, potrebbe essere una lampadina, la Luna, ilprimo piano degli occhi illuminati da un faretto piuttosto che la fiamma di una candela.In generale, si può utilizzare per dare rilievo al chiaro-scuro che caratterizza una scena.

• 

Valutazione dell'Esposizione  Media Pesata: in questo caso, invece, l'esposimetro legge laluce di tutta la scena, dando maggior importanza alla zona centrale.Potrebbe esser definita come la combinazione tra il Modo Valutativo e quello Parziale. Si può utilizzare in quelle situazioni nelle quali si voglia ottenere il soggetto espostocorrettamente, senza sacrificare eccessivamente lo sfondo.

L'utilizzo di uno degli ultimi tre metodi è un po' più complicato, perché tenendo premuto il pulsantedi messa a fuoco, l'esposizione non rimane invariata, ma si modifica a seconda di dove orientiamola fotocamera.

Quindi, dato che la valutazione viene fatta nella zona centrale, per posizionare il soggetto secondola regola dei terzi, non sarà sufficiente mettere a fuoco e decentrare, perché così facendo, i valoridella velocità dell'otturatore e/o quelli dell'apertura del diaframma varierebbero e varierebbe quindianche l'esposizione del soggetto.In questo caso si deve bloccare l'esposizione (funzione non disponibile per tutte le fotocamere),premendo l'apposito tasto che si trova sul corpo macchina, indicato dalle principali case produttricicon la sigla [AE-L] oppure con [ ].

In pratica:•  con la valutazione Parziale o Spot o Media Pesata, si deve mettere a fuoco il soggetto, così

che venga valutata anche la luce che lo illumina.

•  Restando sul soggetto, premere una volta il tasto per il blocco dell'esposizione [AE-L]oppure [ ].

•  In questo modo l'esposizione è bloccata per qualche secondo e dovrebbe accendersi, aconferma, un'icona nel mirino.

•  Mantenendo premuto il tasto di messa a fuoco, posizionare il soggetto secondo la

composizione fotografica desiderata e fotografare.

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5. Modalità Creativa - PROGRAM (P) 

Program (P) è la prima modalità creativa che permette di interagire con la fotocamera, sebbeneancora in modo limitato. Dando per scontate le impostazioni trattate in precedenza (Stile Foto  - WB 

- Valut. dell'Esposizione), la Modalità Creativa P si differenzia dalle modalità automatiche per ilfatto che il fotografo può intervenire, in particolare, su due impostazioni che influenzano il risultatofinale:

•  la Compensazione dell'Esposizione•  e la Sensibilità del Sensore (ISO).

In questa modalità, sostanzialmente, "comunichiamo" alla fotocamera se vogliamo una fotografiapiù chiara, piuttosto che una più scura e lei stabilisce in automatico la combinazione

Velocità Otturatore - Apertura Diaframma.

Di seguito vedremo come la Compensazione dell'Esposizione e la Sensibilità del Sensore possanoinfluenzare la fotografia, ma prima è necessario definire che cosa si intende con il termine "stop" .

Significato del termine "±  x stop". 

La parola "stop" è preceduta da un valore intero positivo o negativo e serve, sostanzialmente, asemplificare la comunicazione tra fotografi per variare alcune impostazioni.Con il termine ±  1  stop si intende comunicare la scelta della prima opzione disponibile

precedente (-) o successiva (+) a quella selezionata.Con ± 2 stop si intende la scelta della seconda opzione disponibile precedente o successiva a quellaselezionata e via dicendo con ± x stop.Le impostazioni per le quali si utilizza principalmente questo termine sono la Velocitàdell'Otturatore, l'Apertura del Diaframma e la Compensazione dell'Esposizione.

In genere, le diciture "-" e "+" sono sostituite dai termini:•  SCENDI  (-) o SALI  (+) di x  stop per la Velocità dell'Otturatore e per Compensare

l'Esposizione.•  APRI (-) o CHIUDI (+) di x stop per l'Apertura del Diaframma.

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5.1 - Compensazione dell'Esposizione.L'esposizione, com'è stato già accennato nei capitoli precedenti, definisce la durata di temponecessaria a far passar la luce fino al sensore, affinché quest'ultimo riceva la quantità di luceminima e sufficiente a riprodurre correttamente la gamma tonale che caratterizza una determinatascena.Se la luce che facciamo arrivare al sensore è scarsa si ottiene una  fotografia sottoesposta, ovveromolto scura e con alcune parti completamente nere (vedi Foto 3 e 5).Al contrario, se la quantità di luce che facciamo arrivare è eccessiva si ottiene una  fotografia

sovraesposta, quindi molto chiara e con alcune parti completamente bianche (vedi Foto 4 e 6).

La Compensazione dell'Esposizione consente d'intervenire indirettamente sulla decisione dellacombinazione Velocità Otturatore - Apertura Diaframma, per ottenere la luminosità desiderata.

Nella figura sottostante è riportata l'icona della Compensazione dell'Esposizione visualizzabiledirettamente sul display della fotocamera. Sono illustrati tre esempi.

Figura 22. Esempi di compensazione dell'esposizione: a) impostazionestandard. b) Impostazione per sottoesporre la fotografia. c) Impostazione persovraesporre.

Perciò, quando si vuole che la macchina fotografica gestisca l'esposizione senza alcuna influenzaparticolare, si porta l'indicatore in corrispondenza di 0 (vedi fig. 22a).Quando si vuole realizzare un'immagine più scura, si deve scendere di qualche stop, ovverospostare l'indicatore verso i valori negativi (vedi fig. 22b).Per ottenere una fotografia più chiara, invece, bisogna salire di qualche stop, ovvero spostarel'indicatore verso i valori positivi (vedi fig. 22c).La Compensazione dell'Esposizione è disponibile in tutte le modalità creative e può essere utile perdiversi motivi, tecnici o estetici, di cui riporto alcuni esempi:

•  gusto personale: dipende dallo stile personale del fotografo e quindi dal fatto che apprezzi dipiù una fotografia tendenzialmente chiara oppure, al contrario, una più scura. Dipende,anche, da ciò che si vuole comunicare: in linea di massima un'immagine molto luminosatende a trasmettere un senso di libertà, allegria, spensieratezza e leggerezza, mentre

un'immagine scura tende a trasmettere malinconia, drammaticità, mistero, tristezza.

•  l'esposimetro può essere ingannato da alcuni oggetti di secondaria importanza molto scuri ochiari, che tendono a far sottoesporre o sovraesporre la fotografia rispetto alle nostreaspettative; è opportuno compensare di conseguenza.Esempio pratico:

  scattiamo la fotografia;  visualizzandola sul display, ci accorgiamo che è troppo scura;  allora compensiamo l'esposizione salendo di 1 o 2 stop e scattiamo nuovamente.

Viceversa per una fotografia troppo chiara.

a b c

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•  in giornate particolarmente soleggiate, al mare o sulle piste da sci il riverbero della sabbia odella neve potrebbe ingannare l'esposimetro, determinando delle fotografie sottoesposte, perl'eccessiva luminosità. Si provi a sovraesporre di 1 o 2 stop rispetto al normale utilizzo. 

•  gli obiettivi di diametro maggiore al Ø 58mm, riescono a incanalare verso il sensore moltapiù luce. Ciò consente di sottoesporre di qualche stop, così da favorire una maggiorevelocità di scatto (vantaggio che sarà spiegato nel prossimo Capitolo), pur mantenendoun'esposizione accettabile.

5.2 - Sensibilità del Sensore - ISO.La Sensibilità del Sensore, più comunemente chiamata ISO, definisce la sensibilità con cui ilsensore risponde all'impulso elettromagnetico, ossia alla luce.I valori ISO sono uguali per tutte le fotocamere e aumentano progressivamente del doppio rispettoal valore precedente. Si parte, generalmente, da 100 ISO, si passa a 200 ISO, poi a 400 ISO, a 800

ISO, a 1600 ISO, a 3200 ISO e così via in funzione delle capacità della fotocamera.

Minore è la sensibilità ISO impostata, maggiore sarà la quantità di luce necessaria astimolare il sensore. 

Maggiore è la sensibilità ISO impostata, minore sarà la quantità di luce necessaria astimolare il sensore. 

Spesso la pratica è più semplice della teoria e per capire quanto spiegato sopra, vi propongo una

prova effettuata cambiando solamente i valori ISO.Questa prova consiste nell'appoggiare la fotocamera su un piano, in modo tale che si possa valutaresempre la stessa scena. Dopodiché si aumenta progressivamente la sensibilità ISO da 100 a 3200,scattando una fotografia a ogni valore. Confrontando i valori stabiliti in automatico dallafotocamera, si può notare come la velocità dell'otturatore (il valore espresso in frazione di secondo)aumenti progressivamente e l'apertura del diaframma tenda ad assumere diametri inferiori (vedifig. 23). Le immagini, invece, appariranno sostanzialmente uguali (vedi Foto da 46 a 51).

Figura 23. Aumentando la Sensibilità ISO diminuisce la quantità di luce necessaria per stimolare il sensore.

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In altri termini, il fatto di aumentare i valori ISO serve a velocizzare i tempi di esposizione ,laddove le condizioni di scarsa luce imporrebbero tempi lunghi e inevitabilmente, fotografie mosse.Nel caso in cui non ci sia luce a sufficienza per ottenere una fotografia accettabile, anche ad altiISO, è indispensabile usare il cavalletto e/o il flash per soggetti ravvicinati.

Di seguito sono riportate alcune indicazioni riguardo alla scelta dei valori ISO:

•  ISO Automatico: può essere vantaggioso utilizzarlo in fase di apprendimento delle altrefunzioni della fotocamera, in modo tale che ci si possa concentrare su poche impostazionialla volta.

•  Una sensibilità di 100-200 ISO può essere impostata per le fotografie all'aperto in unagiornata di Sole, in spazi chiusi particolarmente illuminati o per fotografie notturne conl'ausilio del cavalletto.

• 

Una sensibilità di 400-800 ISO è la scelta più indicata durante le giornate nuvolose o perscattare fotografie in spazi chiusi discretamente illuminati.

•  Una sensibilità di 1600-3200 ISO è necessaria in situazioni caratterizzate da scarsa luce,come la sera, una giornata di pioggia o in spazi chiusi poco illuminati.

 ISO e Rumore Digitale.

Con l'aumentare del valore ISO diminuisce progressivamente la qualità dell'immagine per la

comparsa del disturbo o rumore  digitale.Il rumore, maggiormente evidente nelle zone d'ombra, determina l'aumento della "granulosità"dell'immagine (come avveniva nelle vecchie fotografie, per intendersi) e può presentare delleanomalie cromatiche con pixel di colore variabile dal rosa al violaceo.In generale, le Reflex amatoriali sono in grado di ottenere fotografie accettabili fino a 3200 ISO. Aldi sopra di questo valore la qualità diminuisce notevolmente (vedi Foto da 46 a 51).Le Reflex semi-Professionali e Professionali permettono di ottenere fotografie discrete anche fino a25000 ISO.

In condizioni di scarsa luce è quindi necessario trovare un compromesso tra mosso e rumoredigitale.

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6.1 - Fotografare con l'effetto mosso. Bisogna premettere che per ottenere l'effetto mosso è necessario o che il soggetto stia compiendoun'azione e quindi sia in movimento, oppure che sia il fotografo a muovere la macchina fotograficadi proposito.Queste fotografie sono scattate, volutamente, con un tempo relativamente lungo che consente ditrasmettere dinamicità alla fotografia, pur mantenendo il soggetto riconoscibile.In altri casi, il mosso, ha semplicemente un carattere creativo e il soggetto si fonde nell'immagine.Esistono, pertanto, diverse tecniche come: il panning, il mosso in ambiente statico, l'effetto zoom,la strisciata verticale e quella orizzontale.

Il  panning  è una tecnica utilizzata soprattutto nello sport che permette di mantenere il soggettonitido su uno sfondo mosso (vedi Foto 52). Per ottenere questo risultato, bisogna:

•  impostare la velocità dell'otturatore,

•  inquadrare il soggetto in movimento•  e seguendolo con la fotocamera, lungo la sua traiettoria, scattare la fotografia.

Consiglio di impostare Tv - S indicativamente a 1/30 o 1/50 di secondo, per fotografare un ciclista oun motociclista a velocità moderata. I valori indicati sono un dato di riferimento generale che deveessere valutato di volta in volta in funzione della velocità del soggetto. Per esempio, per fotografareun'automobile sportiva (es.: un'auto di Formula 1), i valori sopra indicati sono troppo lenti e sideve, perciò, salire di qualche stop.Un consiglio utile è di selezionare lo scatto multiplo, così da avere una serie di fotografie dellostesso soggetto da cui poter selezionare la migliore.

Foto 52. Esempio di panning con il soggetto nitido e lo sfondo mosso.

Il  mosso in ambiente statico, invece, è l'esatto contrario del precedente e consiste nell'ottenere ilsoggetto mosso e lo sfondo nitido (vedi Foto 53). In questo caso bisogna inquadrare il soggetto in

movimento e scattare la fotografia, mantenendo la fotocamera il più possibile ferma.I valori numerici per l'impostazione di Tv - S sono gli stessi indicati per il panning, quindi, anche inquesto caso, dipendono dalla velocità del soggetto e da quanto lo si vuole ottenere mosso.

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Per questo genere di fotografia, ma anche per il panning, l'inquadratura ideale deve essere definitaprima che si svolga l'azione, prevedendo la traiettoria che il soggetto percorrerà e decidendo inanticipo lo spazio che gli si vuole dedicare nella scena.

Foto 53. Esempio di soggetto mosso in ambiente statico.

L'effetto zoom consiste nello scattare la fotografia e contemporaneamente zoomare. Consiglio diimpostare la velocità dell'otturatore indicativamente a 1/50 di secondo (vedi Foto 54 e Foto 21).Con questa tecnica, si ottengono ottimi risultati quando il soggetto principale si trova al centro

dell'immagine; poiché è in questa posizione che più si concentra l'attenzione dell'osservatore. Perottenere dei buoni risultati bisogna fare un po' di pratica, soprattutto per sincronizzare bene lo scattoe la zoomata.

Foto 54. Effetto zoom. Si noti come l'effetto si intensifichi progressivamente dal centroverso i lati della fotografia. Queste fotografie possono essere fastidiose, osservandole alungo.

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Con la strisciata verticale o orizzontale entriamo nel campo creativo della fotografia astratta in cuiil mosso, che può interessare anche un soggetto statico, è determinato dal fotografo con ilmovimento della fotocamera.Com'è facilmente intuibile, questa tecnica consiste nell'impostare un tempo lungo (consiglio dipartire sempre da 1/30 di secondo) e scattare la fotografia muovendo la fotocamera lungo un asseverticale (vedi Foto 55), nel primo caso e lungo un asse orizzontale, nel secondo.Il risultato sarà migliore se si utilizza il cavalletto, poiché a mano libera si rischia di ottenere unastrisciata ondulata, piuttosto che lineare.Ovviamente, questo tipo di mosso creativo non ha limiti. Ci si può sbizzarrire in molteplicivariabili, come la strisciata diagonale (vedi Foto 56), muovendo appunto la fotocamera secondo unadiagonale, oppure radiale, ruotando la fotocamera in senso orario o antiorario, creando un effettomosso sferico (vedi Foto 57).In ogni caso, il soggetto tende a non essere riconoscibile. Pertanto la bellezza di queste fotografie èparticolarmente soggettiva e immagini ben riuscite di questo tipo sono spesso il risultato di unapiccola selezione tratta da una serie di scatti realizzati con la stessa tecnica.

Foto 55. Esempio di strisciata verticale.

Foto 56. Esempio di strisciata diagonale.

Foto 57. Esempio di mosso sferico.

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6.2 - Fotografare congelando un'azione. Con il termine congelare un'azione si vuole rendere l'idea del fatto che il soggetto fotografato saràbloccato effettivamente nel compimento della sua azione, come se fosse stato congelato.In questo caso, si deve impostare una velocità di scatto molto elevata, superiore a 1/200 di secondo,se e quando l'illuminazione lo permetta. L'esempio proposto è quello classico dell'acqua di unafontana. Se fotografata con tempi molo brevi, il getto d'acqua apparirà congelato (vedi Foto 58),così come le singole gocce prodotte dagli spruzzi (vedi Foto 59).

Foto 58. Esempio di come venga congelato il flussodell'acqua utilizzando tempi di esposizione molto brevi(1/1250 di secondo). 

Foto 59. Impatto di una goccia d'acqua (1/200 di secondo). 

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6.3 - Fotografare evitando il micro mosso. La Regola della Lunghezza Focale - Velocità Otturatore (LF - Tv). Vi sarà capitato più di una volta di fare alcune fotografie e in seguito notare che il soggettoapparisse leggermente sfuocato. Nella maggior parte dei casi, quello che ci appare come sfuocato, èin realtà un micro mosso, causato da diversi inconvenienti che possono generare delle vibrazioninella fase di acquisizione della fotografia.Queste vibrazioni si verificano nell'istante in cui si preme il pulsante di scatto, in seguito alsemplice tremolio della mano e al sollevamento dello specchietto reflex.La regola LF-Tv consente di ridurre al minimo il micro mosso nelle fotografie scattate a manolibera, vale a dire senza nessun appoggio, in particolare quando si utilizza un teleobiettivo.

La regola originale, ideata per le  Reflex Analogiche e valida per le digitali con  sensore FullFrame, afferma che il denominatore della velocità di scatto (Tv  - S) deve essere pari o superiorealla Lunghezza Focale in uso al momento dello scatto.Per intendersi, se state fotografando a una LF di 18mm, si deve impostare Tv - S a 1/18 di secondo o

superiore.Se state fotografando a una LF di 30mm, il Tv - S deve essere di 1/30 di secondo o superiore.Se state fotografando a una LF di 250mm, il Tv - S deve essere minimo di 1/250 di secondo (vedifig. 25).

Figura 25. Rappresentazione schematica di come applicare la regola LF - Tv per i sensori FULL FRAME: si legge laLunghezza Focale sull'obiettivo e s'imposta la corrispettiva velocità di scatto Tv   -  S. Ovviamente, non è sempredisponibile una corrispondenza diretta tra il valore del denominatore di Tv - S e quello della LF, se così fosse, sisceglie il primo valore disponibile successivo.

Per le Reflex digitali con sensori APS-C e DX vale la stessa regola considerando, però, che la LFin uso deve essere moltiplicata per il fattore di crop (vedi paragrafo 2.3). Quindi, fotografando con

una LF di 18mm si deve considerare che, in realtà, equivale a circa 30mm e di conseguenza il Tv  - Sda impostare, per evitare il micro mosso, deve essere di 1/30 di secondo o superiore.

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Figura 27.  Rappresentazione schematica, che illustra come rispettare la regola LF  - Tv considerando la lunghezzafocale massima dell'obiettivo. Il valore Tv - S è impostato considerando i sensori APS-C (o DX).

La messa in pratica di questa regola ha sia uno scopo tecnico, vale a dire quello di ridurre il micromosso, sia uno scopo didattico, poiché obbliga a gestire la velocità dell'otturatore in base alla

lunghezza focale in uso e progressivamente a gestirla in maniera automatica, tenendola sottocontrollo anche quando si utilizzano le altre modalità creative.

Stabilizzatore d'Immagine.

Lo stabilizzatore d'immagine (IS per Canon e VR per Nikon) consente di impostare la velocitàdell'otturatore a 2 o 3 stop inferiori al necessario, permettendo di fotografare in condizioni di scarsaluminosità ed evitando il mosso. In sostanza, la funzione di questo strumento è rilevare levibrazioni indotte dal fotografo e compensarle al momento dell'acquisizione della fotografia.La massima efficienza dello stabilizzatore d'immagine si ottiene attivandolo soltanto quando laluminosità della scena non permette di rispettare la regola LF  - Tv, in modo da assicurarsi dellefotografie discrete anche in condizioni di luce scarsa, che altrimenti risulterebbero inevitabilmentemosse.Come per qualsiasi strumento, però, un utilizzo improprio ne ridurrebbe le prestazioni. Perciò, se lecondizioni di luce sono favorevoli a impostare un Tv   -  S sufficientemente elevato o si stautilizzando il cavalletto, è meglio disattivare lo stabilizzatore d'immagine, perché lavorerebbe percompensare le vibrazioni senza che ce ne sia un reale bisogno, ottenendo un'immagine di minorqualità e consumando inutilmente l'energia della batteria.

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7. Modalità Creativa - PRIORITÁ APERTURA del DIAFRAMMA (Av - A) 

Come nella modalità precedente, anche in questo caso si può intervenire su tre impostazioniprincipali:

•  Apertura del Diaframma;•  Compensazione dell'Esposizione;

•  Sensibilità ISO.

La Modalità Creativa Av -  A, consente al fotografo di impostare un valore fisso di apertura deldiaframma, mentre la velocità dell'otturatore è determinata automaticamente dalla fotocamera, infunzione della luminosità presente nella scena.L'apertura del diaframma è indicata con un valore relativo preceduto dalla lettera "f" (vedi fig. 28).

Per conoscere il valore reale dell'apertura, espresso in millimetri, si deve dividere la LF in uso per ilvalore relativo del diaframma. Ad esempio, con una LF di 50mm e un diaframma relativo di f5.6, ildiametro reale è di Ø 8,9mm (= 50mm/5.6).Il fatto di conoscere questo valore non agevola nessun aspetto tecnico della fotografia, perciò è daconsiderarsi solo a titolo informativo.

Come accennato in precedenza, il diaframma serve a regolare la quantità di luce che si vuol fararrivare al sensore. In base alle caratteristiche tecniche dell'obiettivo, è possibile scegliere tradiversi diaframmi, vale a dire diverse aperture.

In generale, più il valore relativo impostato è minore (es.: f3.5), maggiore sarà l'apertura deldiaframma. In tal caso, perciò, maggiore è anche la quantità di luce che arriva al sensore e diconseguenza, la fotocamera imposta automaticamente un tempo di esposizione progressivamente più veloce.

Viceversa, più il valore relativo è maggiore (es.: f22), minore sarà l'apertura del diaframma.In questo secondo caso, quindi, è minore anche la quantità di luce che arriva al sensore; lafotocamera, perciò, a parità di luce disponibile, imposta un tempo di esposizioneprogressivamente più lento (vedi fig. 28).

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Figura 28. Visione della Modalità Av  -  A sul display della fotocamera. Sono riportati tre esempi di apertura deldiaframma, decrescente da sinistra verso destra. Notate, invece, come il valore della velocità dell'otturatore, a parità dicondizioni di luce, diventi progressivamente più lento.

In realtà l'impostazione del diaframma è molto più importante di quanto descritto finora, inparticolare per un aspetto che ritengo opportuno introdurre, prima di proseguire nel descrivere laversatilità della Modalità Creativa Av - A e mi riferisco al concetto di profondità di campo.

 La profondità di campo.

La profondità di campo può esser definita come la zona, compresa tra la distanza minima emassima rispetto al punto di ripresa, all’interno della quale gli elementi presenti sono nitidi eaccettabilmente a fuoco (vedi fig. 29).L'estensione della profondità di campo dipende da tre parametri:

•  dall'Apertura del Diaframma;•  dalla Lunghezza Focale;

•  dalla distanza tra il punto di ripresa e il soggetto principale.

Cambiando il valore di uno solo di questi tre parametri, varia anche la profondità di campo, che ingenerale si estende rispetto al soggetto messo a fuoco per 1/3 davanti e per 2/3 dietro ad esso (vedifig. 29). Per gestire la profondità di campo sono disponibili delle apposite tabelle che il fotografodovrebbe sempre portare con sé e valutare di volta in volta. Dal momento che questo manuale ènato con l'intento di semplificare, non è mio interesse discutere e approfondire ulteriormente unargomento legato più a concetti tecnico-geometrici  che fotografici. Per ulteriori approfondimentipersonali e per constatare la complessità di questo argomento, vi consiglio di visitare il sitowww.dofmaster.com.

Figura 29. Rappresentazione schematica della profondità di campo. I soggetti colorati rappresentano l'estensione dellaprofondità di campo, mentre quelli in bianco e nero i limiti oltre i quali la fotografia risulta sfuocata. 

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Sebbene in modo approssimativo, per sfruttare e gestire a nostro vantaggio la profondità dicampo, è necessario tener presente che:

•  la zona a fuoco  non è limitata al solo soggetto, ma si estende su un'area più ampiarispetto alla posizione del soggetto stesso; 

•  è inversamente proporzionale all'apertura del diaframma (vedi fig. 30 e 31): maggioreè l'apertura del diaframma (es.: f4.0), minore è la profondità di campo.Viceversa, minore è l'apertura del diaframma (es.: f16), maggiore è la profondità di campo,che può anche tendere all'infinito.

•  più ci si avvicina al soggetto, più la profondità di campo si riduce (vedi fig. 32 e 33).

Nelle figure seguenti sono riportati quattro esempi schematici di come varia la profondità di campo:nelle figure 30 e 31 cambiando solo l'apertura del diaframma e mantenendo fissi gli altri dueparametri. Nelle figure 32 e 33 variando solo la distanza tra il punto di ripresa e il soggetto.

Figura 30. Più si apre il diaframma, più la profondità di campo si restringe. Ideale per i ritratti e in generale persfuocare lo sfondo.

Figura 31. Riducendo l'apertura del diaframma, per esempio a f16, la profondità di campo si estende, anche fino

all'infinito. Ideale per i paesaggi e quando si vuole l'intera fotografia a fuoco.

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Figura 32. Considerando solo la distanza tra il punto di ripresa e il soggetto: più il soggetto si trova lontano dal puntodi ripresa, più la profondità di campo è estesa.

Figura 33. Più ci si avvicina al soggetto, mantenendo gli altri parametri invariati, più la profondità di campo si riduce.

Come accennato in precedenza, la Modalità Creativa Av - A è molto versatile e può essere utilizzatanella maggior parte delle situazioni:

•  per il RITRATTO;•  per il PAESAGGIO;

•  per ottenere la MASSIMA NITIDEZZA.

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7.1 - Modalità Creativa Av - A per il RITRATTO. Per questo genere di fotografia e più in generale quando si desidera ottenere lo sfondo sfuocato e ilsoggetto a fuoco, si deve impostare un diaframma molto aperto. Orientativamente, compreso traf1.4 e f8 (vedi Foto 35 e 36).Per enfatizzare l'effetto sfuocato è necessario utilizzare la massima apertura del diaframmadisponibile e avvicinarsi il più possibile al soggetto (fisicamente e/o zoomando). In questo modo siriduce notevolmente la profondità di campo (vedi Foto 60), soprattutto quando il soggetto si trovamolto vicino agli elementi che costituiscono lo sfondo (come una siepe di rose, dei murales oppurelo scorcio di una città). Laddove non si riuscisse ad ottenere lo sfuocato desiderato, è probabile chei primi elementi dello sfondo cadano all'interno della zona accettabilmente a fuoco. In questo caso,potrebbe essere sufficiente far avanzare il soggetto di qualche passo.

Riassumendo, per ottenere un bell'effetto sfuocato è necessario:•  avvicinarsi al soggetto;

•  selezionare un'apertura del diaframma compresa tra f1.4 e f8;• 

posizionare il soggetto il più lontano possibile dallo sfondo.

Foto 60. Fotografia scattata con Av = f5.6 a una distanza molto ravvicinata (circa 35cm),con LF pari a 80mm. Notate come la profondità di campo sia limitata solo al primo piano.

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7.2 - Modalità Creativa Av - A per il PAESAGGIO. Al contrario, per questo genere di fotografia si deve chiudere l'apertura del diaframma,indicativamente tra f11 e f22, a seconda del fatto che ci si trovi in uno spazio relativamente limitatoo in uno che si "perda a vista d'occhio". In questo modo è possibile ottenere una scena a fuoco dalprimo piano fino all'orizzonte, dove gli elementi appaiono ben definiti e accettabilmente a fuoco,seppur non siano distinguibili i dettagli (vedi Foto 61 e 61a).La maggior parte dei fotografi ritiene che il diaframma più adatto per le fotografie panoramiche siaf16. In ogni caso, è bene non utilizzare valori superiori a f22, poiché riducendo ulteriormentel'apertura del diaframma, la qualità dell'immagine tende a diminuire progressivamente.

Foto 61. Fotografia scattata con diaframma f16. Tutta la scena è accettabilmente a fuoco dalprimo piano fino all'orizzonte.

Foto 61a. Particolare della Foto 61: notate come il profilo dell'orizzonte sia ben delineato ele case, sulla collina, sostanzialmente riconoscibili. Confronta con Foto 62a.

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Foto 62. Stessa scena della Foto 61, fotografata con il diaframma f10. La profondità dicampo è minore e gli elementi in secondo piano perdono progressivamente nitidezza.

Foto 62a. Particolare della Foto 62. Il profilo dell'orizzonte è mal definito e le case nonsono del tutto identificabili come tali.

Fotografando un paesaggio può venir spontaneo mettere a fuoco in corrispondenza dell'orizzonte. È

tecnicamente sbagliato, perché così facendo, la distanza minima della profondità di campo siallontana dal punto di ripresa ed è più facile includere qualche elemento sfuocato in primo piano(vedi fig. 29). Per esser sicuri di evitare questo inconveniente e per sfruttare al meglio la profonditàdi campo è necessario metter a fuoco un soggetto che si trovi a pochi metri da noi, che può essereun albero, una panchina, il partner, una staccionata, un masso o semplicemente il terreno.

In generale, quando si vuole fotografare un paesaggio, si deve:

•  diminuire l'apertura del diaframma (f11 ↔ f22);

•  curare la composizione fotografica (zoom, regola dei terzi, linee guida, ecc.);•  mettere a fuoco un soggetto a 3-10 metri dal punto di ripresa;

•  tenendo premuto il pulsante di messa a fuoco, rinquadrare la scena composta inprecedenza e scattare.

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L'impostazione del diaframma è dettata anche dalle condizioni di luminosità e in molti casi,potrebbe essere necessario l'ausilio del cavalletto o di un appoggio.È importante precisare che non dovete limitarvi ai parametri numerici che trovate su questo oqualsiasi altro manuale, ma potreste considerarli come un punto di partenza dal quale discostarviper sperimentare, migliorare e creare la vostra fotografia. Con questo, intendo dire che non tutte lefotografie devono essere tecnicamente perfette perché siano considerate delle belle immagini.Elementi sfuocati in primo piano, per esempio, potrebbero essere uno strumento efficace per farconcentrare lo sguardo sul paesaggio (vedi Foto 63), oppure, al contrario si può ridurre laprofondità di campo per trasmettere l'atmosfera magica o misteriosa di un luogo (vedi Foto 64).In ogni caso, quando fotografate a mano libera, cercate di scegliere il diaframma tenendo sempre inconsiderazione anche la velocità dell'otturatore per non incorrere nel mosso.  

Foto 63. In questo caso si è deciso di mantenere il primo piano sfuocato, così da farsembrare all'osservatore di guardare il panorama realmente da questo punto divista. Questa sensazione deriva dal fatto che, nella realtà, l'occhio tende a escluderegli elementi più vicini per concentrarsi sul panorama.

Foto 64. Esempio di fotografia di paesaggio scattata utilizzando un diaframma aperto af3.5. Si è deciso di limitare la profondità di campo ai primi metri, così che l'effettosfuocato metta in risalto la tranquillità e l'atmosfera magica creata dal tramonto.

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 Fotografare il Sole.

In linea di massima la durata del sensore è molto lunga; è infatti più probabile che si riducal'efficienza dell'otturatore che quella del sensore. Spesso, però, la tentazione di includere il solenell'inquadratura di una fotografia in controluce, è più forte della premura di preservare il sensoredigitale e l'effetto stellato che ne deriva, è davvero affascinante (vedi Foto 65). Per gli appassionatidi questo effetto, è utile chiarire che l'efficienza del loro sensore si potrebbe ridurre più rapidamenterispetto a quello di chi usa in modo più oculato la propria macchina fotografica.Per ottenere questo genere di fotografia è necessario:

•  chiudere il diaframma, minimo, a f16

•  e selezionare la sensibilità del sensore categoricamente a 100 ISO.

Si può ottenere lo stesso effetto anche con la luce artificiale, per esempio, quella di un lampione,utilizzando diaframmi ad aperture maggiori rispetto a quella consigliata sopra (vedi Foto 72).

Importante: per fotografare il sole NON si deve mai usare il LiveView, altrimenti si rischia di

danneggiare il sensore.

Foto 65. In base al numero di lamelle che costituiscono il diaframma, si generano altrettanti

raggi di luce. Il diaframma dell'obiettivo utilizzato per scattare questa fotografia è compostoda 6 lamelle.

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7.3 - Modalità Creativa Av - A per ottenere la MASSIMA NITIDEZZA. Quando si vuol ottenere il soggetto ben definito nei particolari, indipendentemente dalla profonditàdi campo, la Modalità Creativa Av-A può essere sfruttata in due modi:

•  il primo, consiste nel scegliere il diaframma, semplicemente, per gestire la quantità di luceche si vuol far arrivare al sensore e lo si deve impostare in modo tale che la fotocamerapossa stabilire la velocità dell'otturatore maggiore possibile. In sostanza, si deve utilizzareun diaframma molto aperto, per i motivi già trattati all'inizio di questo Capitolo. 

•  il secondo, invece, considera un aspetto puramente tecnico legato alla capacità dell'obiettivodi proiettare l'immagine, verso il sensore, alla massima nitidezza. Questo risultato siottiene ad aperture di diaframma intermedie. Di conseguenza, per fotografare determinatisoggetti dei quali interessa valorizzare i particolari, è necessario utilizzare un diaframmacompreso tra f8 e f11. 

In realtà, i due metodi sopra descritti, non sono da considerarsi separatamente; perché è logico chela massima nitidezza venga meno, se la luminosità disponibile non consente alla fotocamera diimpostare una velocità dell'otturatore sufficientemente elevata da evitare il micro mosso.Nella figura 34 sono riportate tre fotografie e relativi ingrandimenti (al 100% e al 150%), delmedesimo soggetto, eseguite con diaframmi diversi.

Figura 34. Dall'alto in basso, i diaframmi utilizzati sono: a) f3.5; b) f9; c) f16. Mentre da sinistra verso destra sonoriportate: la fotografia originale; l'ingrandimento al 100% e al 150%. Confrontando attentamente le immagini e gliingrandimenti si può confermare che la fotografia scattata col diaframma f9 risulta essere quella più nitida.

a) f 3.5

b) f 9

c) f 16

f 3.5 - 100%

f 9 - 100%

f 16 - 100%

f 3.5 - 150%

f 9 - 150%

f 16 - 150%

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8. Modalità Creativa - MANUALE (M) 

La Modalità Creativa M permette di gestire tutte le impostazioni della macchina fotografica, nellospecifico:

•  l'Apertura del Diaframma Av - A;

•  la Velocità dell'Otturatore Tv - S;•  la sensibilità ISO.

Il risultato della fotografia dipende esclusivamente dal fotografo, che deve deciderecontemporaneamente la luminosità, l'effetto mosso o meno, la profondità di campo più o menoestesa, la composizione fotografica e tutto il resto, per ogni singolo scatto. Questo non significa,però, che si realizzino sempre delle fotografie migliori rispetto alle altre modalità. Anzi, quando

non necessario, questa modalità complica la vita, talvolta senza nemmeno consentire di raggiungereil risultato auspicato.

Foto 66. Esempio di fotografia scattata con la Modalità M. Dopo aver fissato la fotocamerasul cavalletto, sono stati eseguiti alcuni scatti di prova per individuare l'esposizionenecessaria ad ottenere l'effetto desiderato, cioè Tv 3.2'', Av f9 e 100 ISO.

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Allora, quand'è consigliabile usare la Modalità Manuale? Sicuramente nelle occasioni in cui èpossibile studiare la fotografia (vedi Foto 66) prendendosi il tempo necessario per valutare in tuttacalma le impostazioni adatte per ogni scena e, in molti casi, si raggiunge l'effetto desiderato pertentativi (quindi è fondamentale che l'ambientazione sia relativamente statica).Può essere utile quando si scattano diverse fotografie con l'intenzione di unirle in un'unicaimmagine, così da ottenere una luminosità uniforme (es.: fotografie panoramiche). È poi adattaanche al contesto dello studio fotografico (professionale o amatoriale che sia) in cui l'illuminazioneè predefinita e di conseguenza è possibile impostare la stessa combinazione Av - Tv - ISO per tutta lasessione fotografica (ritratti dei book fotografici  realizzati per le modelle o, per esempio, qualcosadi meno dinamico come lo still-life; vedi Foto 67).

Foto 67. Esempio di fotografia still-life, eseguita in uno studio fotografico amatorialeutilizzando una torcia elettrica come fonte d'illuminazione. Individuati i valori corretti diesposizione (Tv 6'', Av f9, 100 ISO), sono stati eseguiti diversi scatti, orientandodiversamente la luce e mantenendo invariate le impostazioni. È infine stata scelta lafotografia migliore.

D'altro canto, utilizzando le altre modalità, può capitare che il sistema che rileva la luminositàvenga ingannato dalla presenza di elementi secondari troppo chiari o troppo scuri e non riesca aleggere la luce della scena come vorremmo. Qualora, anche dopo esser intervenuti con laCompensazione dell'Esposizione, si ottenesse una fotografia, ad esempio, troppo chiara rispetto allenostre aspettative, la Modalità Manuale diventa molto utile.

Presupponiamo di voler scattare una fotografia con l'intenzione di limitarne la profondità di campoe di non riuscire ad ottenere la luminosità desiderata utilizzando la Modalità Av   -  A, ad undiaframma f5.6.Vediamo come sia possibile gestire rapidamente la Modalità M a nostro vantaggio:

•  abbiamo scattato la fotografia col diaframma f5.6, ma risulta troppo chiara;

• 

restando nella Modalità Av - A facciamo rilevare nuovamente alla fotocamera le condizionidella scena, osservando il valore della velocità di scatto impostata automaticamente.Immaginiamo che sia di 1/60 di secondo;

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•  ora selezioniamo la Modalità M;

•  impostiamo il valore del diaframma deciso inizialmente, cioè f5.6

•  e variamo la velocità di scatto, salendo di qualche stop rispetto al valore precedente (1/60).Ad esempio, impostiamo 1/125 di secondo, per ottenere una fotografia più scura.

Viceversa quando la fotografia risulta troppo scura, rispetto alle nostre aspettative. Per quest'ultimocaso, oltre a intervenire su Tv - S, si può anche considerare di aumentare la sensibilità ISO.

In generale, si mantiene un valore fisso e si cambia l'altro per sovraesporre o sottoesporre a nostropiacimento. Noterete che l'indicatore della Compensazione dell'Esposizione non rimane fisso, ma sisposta in continuazione, fino a quando non si orienti la fotocamera in una specifica direzione. Unavolta stabile, l'indicatore definisce se i valori da noi inseriti (Av  - Tv - ISO) tendano a definire unafotografia sottoesposta o sovraesposta.

Personalmente, non uso spesso la Modalità Creativa M e per sfatare il mito che il vero fotografo

utilizza solo questa modalità, voglio proporvi una semplice dimostrazione per provare che il "verofotografo", se così fosse, si complicherebbe la vita.Innanzitutto si posi la fotocamera su un piano, in modo che sia valutata la stessa scena nel corso ditutto l'esperimento e selezioniamo la Modalità P.Premiamo il tasto per la messa a fuoco e leggiamo i valori stabiliti in automatico:

Poi passiamo alla Modalità Tv - S, si mantiene fisso 1/50 di secondo e la fotocamera, in base allaluminosità della scena, imposta in automatico un diaframma, che è f4.0. Si ottiene la stessaesposizione del caso precedente:

Ora selezioniamo la Modalità Av - A e impostiamo il valore fisso f4.0. Il risultato è ancora lo stesso:

A parità di scena, nella Modalità Creativa M, per ottenere la stessa fotografia degli esempiprecedenti, si deve impostare la velocità dell'otturatore a 1/50 di secondo e l'apertura del diaframmaa f4.0.

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In conclusione, le quattro fotografie che ne derivano, avranno la medesima luminosità. Quindi, se ilrisultato ci soddisfa e se non ci sono elementi che ingannano l'esposimetro, non è necessarioricorrere a quest'ultima modalità; sarebbe uno spreco di tempo e di energia dover gestire laprofondità di campo e allo stesso tempo dover decidere la velocità dell'otturatore e la sensibilitàISO per avere la stessa fotografia che si può ottenere utilizzando la Modalità Av - A, decidendosolamente l'apertura del diaframma e lasciando impostare Tv - S in automatico alla fotocamera.Con questo esempio, voglio solo ribadire l'idea che la fotografia deve essere un piacere, nonché undivertimento ed è inutile complicarla, rischiando per di più, di ottenere inutili delusioni.

Per questo, consiglio sempre di cominciare ogni sessione fotografica partendo dalla Modalità Av  - Ao Tv - S.

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9. Il FLASH INCORPORATO. Gran parte dei fotografi amatoriali associa il flash a una necessità esclusivamente notturna, alcunilo sottovalutano e altri, semplicemente, dimenticano di attivarlo.Man mano che si approfondisce, anche semplicemente, l'utilità del flash incorporato, per di piùdurante le ore diurne, si scopre che è un buono strumento per schiarire le zone in ombra del viso in

un ritratto o, più in generale, per schiarire soggetti fotografati in controluce, che altrimentirisulterebbero sottoesposti.Questa tecnica è conosciuta come fill-in flash (o flash di riempimento).

Prima di procedere con la spiegazione pratica, è importante conoscere le caratteristichefondamentali del flash incorporato, cioè:

•  il Numero Guida (NG) è generalmente pari a NG  =  13  (si può leggere dalle specifichetecniche nel manuale d'istruzioni della fotocamera) e serve a definire il raggio d'azione delflash, valutato con la sensibilità del sensore a 100 ISO. Per conoscere la distanza (D) alla

quale, un determinato flash, riesce a illuminare una scena, si deve calcolare il rapporto tra ilNumero Guida e il valore del diaframma che si vuole utilizzare:

 D = ( )

( ). 

Considerato, per esempio, che la gran parte degli obiettivi "economici" ha un'aperturamassima del diaframma di f3.5, significa che, a 100 ISO, il flash incorporato è in grado diilluminare al massimo fino a 4 metri ca. (D  = NG 13  /  f3.5). È opportuno conoscere questodato, così da regolarsi di conseguenza e non cercare di illuminare un soggetto che si trovi a10 metri dal punto di ripresa, oppure per orientarsi nell'acquisto tra i diversi flash esterni, in

base alle esigenze personali (N.B.: la sigla identificativa dei flash esterni presenta una seriedi numeri e i primi due definiscono il Numero Guida; bisogna assicurarsi sempre che siavalutato a 100 ISO). Il raggio d'azione del flash, a parità di NG e apertura del diaframma, si estendeprogressivamente di circa 1,4 volte per ogni aumento della sensibilità ISO (vedi fig. 35),cioè a 100 ISO la distanza sarà pari a  D; a 200 ISO la distanza sarà pari a  D200ISO = (1,4 ×  D);a 400 ISO sarà pari a  D400ISO  =  (1,4

2  ×   D); e via dicendo per  D800ISO   =  (1,4

3  ×   D)  e

 D1600ISO = (1,44 ×  D).

La formula generale per calcolare correttamente tale distanza è:

 D(valoreISO) = × √ 

  ( ) ;

•  Quando il flash è attivato, l'otturatore è automaticamente limitato a una velocità massimadi 1/200 di secondo (salvo diverse specifiche, che dipendono esclusivamente dallafotocamera. Questo limite è valido anche per i flash esterni);

•  La potenza del flash può essere regolata direttamente dal menù, a seconda che si vogliautilizzarlo per schiarire le zone in ombra o per illuminare effettivamente il soggetto.A questo proposito è consigliato diminuire di 2 o 3 stop la potenza del lampo, per sfruttarlocome flash di riempimento nei ritratti diurni.

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I limiti che caratterizzano, in particolare, il flash incorporato e le diverse condizioni di luminositàche si possono incontrare, non permettono di definire specifici parametri (apertura del diaframma ovelocità dell'otturare) da associare al suo utilizzo e l'esperienza in questo caso è particolarmentedeterminante.

Tuttavia, la Modalità Tv - S  risulta essere, a mio parere, la più adatta per gestire rapidamente ilflash nel ritratto diurno, qualora si vogliano schiarire le zone in ombre del soggetto (vedi Foto 68 e68a), oppure nel ritratto notturno per evitare l'effetto mosso.La Modalità Av - A, invece, permette di realizzare ritratti notturni molto affascinanti, riproducendoanche l'ambientazione di fondo (vedi Foto 69 e 70 ). I tempi di esposizione, in questo caso, sarannorelativamente lunghi (anche di qualche secondo, in base grado di illuminazione), pertanto ènecessario avere una notevole fermezza della mano (meglio il cavalletto) e un soggettocollaborativo. Un altro aspetto da considerare per realizzare ritratti notturni ottimali, oltre adattivare lo stabilizzatore d'immagine, è quello di sincronizzare il flash con la  II   tendina dell'otturatore (menù della fotocamera → impost. flash); ovvero, facendo attivare il lampo nella fasedi chiusura dell'otturatore, invece che in quella di apertura ( I tendina).

In realtà, come spiegato nel primo punto della pagina precedente, il flash è influenzato in modoparticolare dall'apertura del diaframma e, essendo una fonte luminosa sostanzialmente costante, neconsegue che la modalità più appropriata al suo utilizzo sia quella Manuale (M): una volta fissatala velocità dell'otturatore, si varia l'apertura del diaframma in base alla distanza del soggetto (vedifig. 35).Per i ritratti notturni, in cui non sia importante raffigurare anche lo sfondo, non si presentano

particolari problemi; diversamente, si dovrà individuare il tempo di esposizione ideale.Nel caso di ritratti diurni, invece, è facile trovarsi a dover fotografare in una scena molto luminosa eil limite imposto in automatico di 1/200 di secondo non sarà sufficiente a ottenere un'esposizionecorretta, quindi si dovrà trovare un compromesso tra la distanza del soggetto e la luminositàpresente, per stabilire l'apertura del diaframma appropriata a quella specifica scena.In conclusione, riprendendo il concetto espresso nella parte finale del Capitolo 8, qualora siapossibile comporre la fotografia in tranquillità o non si riesca a ottenere il risultato desiderato, laModalità Manuale (M) è ovviamente quella più indicata.

In ogni caso, si suggerisce di abbinare all'uso del flash il  Modo di Valutazione dell'Esposizione "Media Pesata" e gli ISO in Automatico. Inoltre, il procedimento per sfruttare completamente lepotenzialità del flash è molto simile a quello descritto nel  paragrafo 4.4 per bloccare l'esposizione 

Figura 35. I valori espressi in metri (m) rappresentanoil raggio d'azione di un flash con NG = 13, in funzionedel relativo valore del diaframma alla specifica

sensibilità ISO.Questa tabella, per esempio, può essere utile permemorizzare che a 400 ISO e alla massima apertura(f3.5), il flash incorporato, è in grado di illuminare almassimo fino a 7,4 metri circa.

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(funzione non disponibile per tutte le fotocamere). In questo caso, premendo il tasto [AE-L] oppure[ ], si attiva il sistema TTL, il quale valuta, in funzione della superficie riflettente, la potenza delflash effettivamente necessaria ad illuminare il soggetto. Di conseguenza: 

•  per superfici riflettenti scure, la potenza del lampo sarà incrementata;

•  viceversa, per superfici riflettenti chiare, la potenza del lampo sarà diminuita.

Qualora il "blocco dell'esposizione" TTL non fosse disponibile o semplicemente non venisseattivato, il flash emetterà, ad ogni scatto, un lampo di luce sempre della stessa potenza,indipendentemente dalla superficie riflettente. La potenza del flash, ricordo, può essere regolatamanualmente dal menù.

 9.1 - Tecnica Fill-in Flash. Schiarire le zone in ombra nei Ritratti. Tenendo in considerazione quanto spiegato sopra, a seguire, sono riportati alcuni passaggi basilariper gestire consapevolmente il flash e applicare in modo corretto la tecnica fill-in flash:

•  Selezionare la Modalità Tv  -  S e impostare una velocità compresa tra 1/100 e 1/200 di

secondo.

•  Attivare il flash incorporato e diminuirne la potenza di 2 o 3 stop.

•  Mettere a fuoco il soggetto e restando su di esso, premere una volta il tasto per il "bloccodell'esposizione" [AE-L] o [ ].

•  Così facendo, si attiva un lampo, necessario al sistema TTL per valutare e impostare diconseguenza, la potenza effettiva del flash. Dovrebbe accendersi, a conferma, un'icona nel

mirino.La valutazione TTL deve essere eseguita in corrispondenza del viso (superficie chiara) perschiarire le zone in ombra; se invece, per esempio, fosse eseguita sui capelli del soggetto(superficie scura) si potrebbe ottenere la sovraesposizione del viso.

•  Mantenendo premuto il tasto di messa a fuoco, posizionare il soggetto secondo lacomposizione fotografica desiderata e fotografare.

Foto 68. Ritratto eseguito senza flash. Foto 68a. Ritratto eseguito con la tecnica fill-in flash. 

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 9.2 - Il Ritratto Notturno. La macchina fotografica, nei ritratti notturni, presenta dei limiti oggettivi, legati alla scarsa quantitàdi luce disponibile, che non sempre consentono di raggiungere dei risultati accettabili dal punto divista sia dell'esposizione che dell'eventuale effetto mosso. Premesso questo, di seguito sonoriportate alcune indicazioni per realizzare un ritratto notturno nel quale si voglia riprodurre anche losfondo, caratterizzato per esempio, da fonti luminose artificiali:

•  Selezionare la Modalità Av - A e impostare l'apertura massima del diaframma disponibile.

•  Attivare lo stabilizzatore d'immagine e portare l'indicatore della Compensazionedell'Esposizione su valori compresi tra -1 e -2.

•  Attivare il flash incorporato e sincronizzarlo con la II tendina.

•  Mettere a fuoco il soggetto e restando su di esso, premere una volta il tasto per il "bloccodell'esposizione" [AE-L] o [ ].

•  Come nell'esempio precedente, si attiva un lampo, necessario al sistema TTL per valutare eimpostare di conseguenza, la potenza effettiva del flash. Dovrebbe accendersi, a conferma,un'icona nel mirino.

•  Mantenendo premuto il tasto di messa a fuoco, posizionare il soggetto secondo lacomposizione fotografica desiderata, ricordargli di stare il più fermo possibile e fotografare.

Il secondo punto dei passaggi sopra riportati, può essere trascurato quando sia possibile usufruire

del cavalletto o di un appoggio.

In condizioni di scarsa luminosità e con l'opzione per la "riduzione occhi rossi"   attiva, potrebbeessere emessa una serie di lampi che non ha niente a che fare con le indicazioni precedentementedescritte, ma serve alla fotocamera per mettere a fuoco o per ridurre, appunto, l'indesiderato effetto"occhi rossi".

▲Foto 69. Ritratto notturno eseguito con la ModalitàAv - A. Il tempo di esposizione per questa fotografia,

stabilito in automatico, è di 1 secondo.

▲Foto 70. Per riempire l'inquadratura, nel ritrattonotturno è preferibile zoomare il soggetto, piuttosto che

avvicinarsi, così da mantenersi almeno a un metro didistanza.

 

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10. POST-PRODUZIONE BASE DELLE FOTOGRAFIE DIGITALINonostante questo manuale sia improntato sull'utilizzo della macchina fotografica, non è possibiletrattare la fotografia digitale senza considerare minimamente la post-produzione per le correzionibasilari dell'immagine.Premetto che non saranno trattati argomenti di fotoritocco digitale, come la clonazione, sostituzione

dello sfondo e così via, per il quale vi rimando ai tutorial facilmente reperibili nel web o allespecifiche riviste, relative ai software utilizzati.In questo capitolo, quindi, è spiegato come migliorare una fotografia intervenendo:

•  sull'aspetto (luminosità e contrasto)

•  e sull'inquadratura.I programmi in dotazione con la fotocamera, in genere, sono sufficienti a svolgere queste funzioni.

10.1 - Fondamenti per migliorare l'aspetto di una fotografia. Per migliorare l'aspetto di una fotografia bastano pochi passaggi. La prima cosa da valutare è che

l'istogramma sia distribuito dalle ombre alle alte luci (vedi fig. 36). Se così non fosse si deveprocedere spostando la barra verticale, in corrispondenza di 255, verso l'istogramma,indicativamente fin dove comincia la curva, prestando attenzione a non bruciare eccessivamente leeventuali aree bianche (vedi fig. 37). Come si può notare, nella figura 37, è cambiato anche ilvalore da 255 a 220. Questo significa che è stato dato un input affinché i pixel, compresi tra 220 e255, si distribuiscano su tonalità più chiare, fino al bianco.

Figura 36. Istogramma originale. Figura 37. Aumentare la luminosità.

Per le ombre si esegue lo stesso procedimento, spostando la barra da 0 verso la curva, per esaltare icolori scuri ed ottenere un contrasto migliore (vedi fig. 38). Successivamente, è possibile schiarire itoni troppo scuri, muovendo la barra orizzontale inferiore, verso l'alto (vedi fig. 39). Non esistonoparametri prestabiliti che vadano bene per tutte le fotografie, ma per quanto riguarda quest'ultimo

passaggio, consiglio di non superare il valore 10.Poi, se necessario, aumentare o diminuire la saturazione e migliorare la nitidezza con gli appositistrumenti disponibili nel programma utilizzato.

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Infine, salvare l'immagine con l'opzione "Salva con nome..." in modo da poterla confrontare conl'originale e valutare se le migliorie apportate siano soddisfacienti (vedi Foto 71 e 71a).È importante non esagerare con la modifica di qualsiasi parametro per evitare di ottenere l'effettocontrario a quello desiderato, cioè un'immagine peggiore dell'originale (troppo scura, troppo chiarao eccessivamente satura nei colori), anche perché, spesso, gli schermi dei computer, specialmentequelli dei portatili, non sono perfettamente calibrati per rappresentare i colori che si ottengono poicon la stampa.

Figura 38. Esaltare le ombre. Figura 39. Schiarire i toni eccessivamente scuri.

Foto 71. Fotografia originale. Foto 71a. Dopo la post-produzione.

Nelle pagine seguenti sono riportati altri due esempi. In particolare nella figura 40 è illustrato comemigliorare una fotografia sovraesposta. In questo caso è necessario intervenire sulla barraorizzontale superiore del grafico, spostandola verso il basso, per diminuire la luminosità dei tonitroppo chiari. Per questo parametro consiglio di non scendere al di sotto del valore 245. Nellafigura 41, invece, è riportato un ulteriore esempio di come si possa migliorare l'aspetto diun'immagine utilizzando semplicemente l'istogramma.

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Figura 40. Miglioramento di una fotografia sovraesposta. In alto: istogramma e fotografia originali. In basso:istogramma e fotografia modificati.

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Figura 41. In alto: istogramma e fotografia originali. In basso: istogramma e fotografia modificati. Con semplicipassaggi, si può ottenere un'immagine visibilmente migliore.

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10.2 - Migliorare l'inquadratura. Il Ritaglio. L'inquadratura è un particolare che dovrebbe essere curato prima di scattare la fotografia, maalcune situazioni non lo permettono e il ritaglio in post-produzione è un ottimo strumento percorreggerla e migliorarla.Può essere necessario, per esempio, qualora fosse stato incluso qualche elemento di disturbonell'inquadratura di cui non ci si era accorti (vedi fig. 42), per posizionare il soggetto secondo laregola dei terzi, per eliminare porzioni di cielo vuote o semplicemente per ingrandire il soggetto(vedi fig. 43). In ogni caso, il ritaglio dell'immagine comporta sempre un ingrandimento più o menoevidente e grazie ai numerosi pixel disponibili con i sensori moderni (in media 15 MegaPixel) èpossibile ritagliare grandi porzioni senza compromettere in modo evidente la qualità dell'immagine,consentendo stampe standard accettabili. Per esempio, la fotografia originale in figura 43 è statascattata con un sensore da 15 MegaPixel e la dimensione massima di stampa sarebbe di 167cm  x 

111cm. Il relativo ritaglio, invece, permette una stampa massima pari a 37cm x 55cm.

Figura 42. Il ritaglio è utile per escludere alcuni elementi di disturbo dall'inquadratura e per dedicare più spazio alsoggetto.

Figura 43. Ritaglio della fotografia per ingrandire il soggetto e posizionarlo secondo la regola dei terzi. 

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10.3 - Convertire una fotografia a colori in Bianco e Nero.Quando una fotografia è eccessivamente ricca di elementi colorati che possono creare confusione, ilfatto di convertire l'immagine in bianco e nero  può essere una soluzione per semplificarne lavisione. La fotografia in bianco e nero  può servire anche per accentuare la drammaticità di unascena e non a caso, molti reportage fotografici sono realizzati con questo stile, oppure la si puòconvertire semplicemente per piacere personale; infatti determinate fotografie acquistano in questomodo maggior fascino (vedi Foto 72 e 72a). Per prima cosa si deve migliorare l'immagine come spiegato nei  paragrafi 10.1 e 10.2. Dopodichè,si toglie saturazione, portandola a zero. A questo punto non resta che accentuare ancora un po' ilcontrasto, aumentando preferibilmente la luminosità (vedi fig. 44). L'importante è ottenere unrisultato simile all'originale, enfatizzando maggiormente le luci e le ombre, prestando attenzioneperò, a non bruciare eccessivamente i dettagli.

Foto 72. Foto 72a.

Figura 44. Dopo aver migliorato l'immagine originale e aver tolto la saturazione, è stato corretto ulteriormente ilcontrasto, aumentando la luminosità e le ombre. Confronta con la figura 41.

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11. PER CONCLUDEREGiunti a questo punto, dovreste aver appreso le nozioni fondamentali per sfruttare in modoconsapevole la vostra macchina fotografica. Ora non resta che armarvi di pazienza e cercare ilpunto d'incontro tra la tecnica e la vostra creatività. La  fotografia è un po' come la letteratura: hadelle regole "grammaticali" che devono essere rispettate, ma a volte, rivendicare la licenza poetica,

permette di emergere dalla consuetudine. Quando avrete raggiunto un certo livello di esperienza,dimenticate una o tutte le regole e create la vostra  fotografia, ricordando di domandarvi sempre:"Che cosa voglio comunicare?".Comunque, indipendentemente dal fatto che vi cimenterete in fotografie artistiche, di reportage o diricordo delle vostre avventure, se volete migliorare scatto dopo scatto, vi consiglio di appoggiarvial Circolo Fotografico della vostra zona e parteciparvi attivamente. Solo superando la paura delconfronto e del giudizio, purché sia costruttivo, potrete capire se avete bisogno di migliorare inqualcosa e in quale campo esprimere al meglio le vostre potenzialità.