Pillole Di Controinformazione Economica

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“Io sono giunto alla conclusione che tutto ciò che di economia mi è stato insegnato alla università dagli esperti della materia si è rivelato totalmente falso!” (F.D.Roosvelt a sir Halifax, 10.08.1941) CONTROINFORMAZIONE ECONOMICA IN PILLOLE Da troppo tempo il dibattito politico è bloccato dalla capillare diffusione presso scienza, media e politici di ogni orientamento, di un Pensiero economico pseudo liberista che in realtà è destituito della minima dignità scientifica. Questo Pensiero, proprio in ragione del suo elevatissimo grado di condivisione, viene da tempo ormai giustamente chiamato il “Pensiero Unico in economia”. Esso tenta di giustificare ogni assunto rimandando a relazioni e fatti infondati che a loro volta rimandano ad altre relazioni e fatti altrettanto infondati e così via all’infinito. La sua coerenza è pertanto solo apparente ed infatti crolla miseramente al minimo tentativo di verifica puntuale. Fino ad oggi, però, ogni critica è rimasta circoscritta all’interno dello stesso modello del P.U., il che ha impedito la concezione di una qualsiasi proposta alternativa. Oggi però è giunto il momento di compiere questo “salto quantico” svelando nel contempo la sua essenza di “falsa coscienza” della sezione apicale del blocco sociale dominante delle odierne società a capitalismo maturo: la elite creditizio-finanziaria che controlla pure la quasi totalità delle multinazionali estrattive, energetiche, agroalimentari, industriali e mercantili del pianeta, il c.d. “club” dei trust finanziarizzati. In estrema sintesi: 1)non è pensabile un sistema-mondo in cui tutti vogliono Esportare più di quanto Importano, per giunta Esportando necessariamente negli altri paesi insieme ai propri beni e ai propri servizi anche tanta disoccupazione e tanti fallimenti quanti ne induce la mancata produzione nazionale che si pretende di soppiantare con le proprie Esportazioni. L’interscambio non può che essere fondato sul pareggio tendenziale dell’Import-Export. 2)nessuna competitività “stracciona”, ovvero conseguita sul fronte dei costi di produzione, è del resto spendibile sui mercati internazionali . Gli accordi di cartello obbligano infatti tutte le imprese che partecipano il medesimo trust a praticare le stesse condizioni contrattuali mercato per mercato e rendono dunque i vari Import-Export assai poco sensibili rispetto alle diverse inflazioni interne e alle vicende dei cambi. E’ poi comunque invincibile la concorrenza “sleale” delle multinazionali delocalizzate in paesi del terzo mondo dove producono sottocosto risparmiando al massimo su

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“Io sono giunto alla conclusione che tutto ciò che di economia mi è stato insegnato alla università dagli esperti della materia si è rivelato totalmente falso!” (F.D.Roosvelt a sir Halifax, 10.08.1941)

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“Io sono giunto alla conclusione che tutto ciò che di economia mi è stato insegnato alla università dagli esperti della materia si è rivelato totalmente falso!” (F.D.Roosvelt a sir Halifax, 10.08.1941)

CONTROINFORMAZIONE ECONOMICA IN PILLOLE

Da troppo tempo il dibattito politico è bloccato dalla capillare diffusione presso scienza, media e politici di ogni orientamento, di un Pensiero economico pseudo liberista che in realtà è destituito della minima dignità scientifica. Questo Pensiero, proprio in ragione del suo elevatissimo grado di condivisione, viene da tempo ormai giustamente chiamato il “Pensiero Unico in economia”. Esso tenta di giustificare ogni assunto rimandando a relazioni e fatti infondati che a loro volta rimandano ad altre relazioni e fatti altrettanto infondati e così via all’infinito. La sua coerenza è pertanto solo apparente ed infatti crolla miseramente al minimo tentativo di verifica puntuale. Fino ad oggi, però, ogni critica è rimasta circoscritta all’interno dello stesso modello del P.U., il che ha impedito la concezione di una qualsiasi proposta alternativa. Oggi però è giunto il momento di compiere questo “salto quantico” svelando nel contempo la sua essenza di “falsa coscienza” della sezione apicale del blocco sociale dominante delle odierne società a capitalismo maturo: la elite creditizio-finanziaria che controlla pure la quasi totalità delle multinazionali estrattive, energetiche, agroalimentari, industriali e mercantili del pianeta, il c.d. “club” dei trust finanziarizzati. In estrema sintesi:

1)non è pensabile un sistema-mondo in cui tutti vogliono Esportare più di quanto Importano, per giunta Esportando necessariamente negli altri paesi insieme ai propri beni e ai propri servizi anche tanta disoccupazione e tanti fallimenti quanti ne induce la mancata produzione nazionale che si pretende di soppiantare con le proprie Esportazioni. L’interscambio non può che essere fondato sul pareggio tendenziale dell’Import-Export.

2)nessuna competitività “stracciona”, ovvero conseguita sul fronte dei costi di produzione, è del resto spendibile sui mercati internazionali. Gli accordi di cartello obbligano infatti tutte le imprese che partecipano il medesimo trust a praticare le stesse condizioni contrattuali mercato per mercato e rendono dunque i vari Import-Export assai poco sensibili rispetto alle diverse inflazioni interne e alle vicende dei cambi. E’ poi comunque invincibile la concorrenza “sleale” delle multinazionali delocalizzate in paesi del terzo mondo dove producono sottocosto risparmiando al massimo su

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retribuzioni, welfare, tutele anti-infortuni e ambientaliste per poi riesportare al nord il 95% della produzione così conseguita.

3)per mantenere inalterata la competitività relativa delle imprese nazionali di aree valutarie a diverso tasso di inflazione interna basta operare come al tempo del c.d. “serpente monetario” svalutando il cambio della Moneta dell’area a più alto tasso di inflazione in misura pari al differenziale di inflazione esistente rispetto alle altre aree: se ad esempio negli USA c’è un’inflazione del 5% e nella UE del 2%, basta svalutare il dollaro del 3% sull’euro.

4)L’inflazione è sempre volontaria: non può esserci inflazione, infatti, se quando aumenta la Domanda anche l’Offerta aumenta nella stessa misura. E’ solo l’asta tra i compratori che fa salire i prezzi. Ed infatti sono i trust che, quando la Domanda sale, strozzano scientificamente l’Offerta per fare salire i prezzi quanto serve loro per lucrare il massimo profitto percentuale, quello stesso extraprofitto che persegue l’ingrosso agroalimentare quando distrugge periodicamente le derrate agricole “in eccesso” (dal suo punto di vista). Se non ce ne accorgiamo è solo a causa della copertura omertosa di scienza, media e politici, laddove distruggere ciò che esiste già è molto più evidente di non produrre ciò che potrebbe essere prodotto e dunque può essere colto solo con l’occhio della mente. Nella stagflation, poi, questa volontarietà è perfino caricaturale, poiché l’aumento dei prezzi viene sempre conseguito strozzando l’Offerta, ma questa volta contraendola più ancora di quanto la Domanda non stia calando di suo. La stagflation, al contrario della inflazione che accompagna le fasi espansive, non persegue obiettivi a breve ma fini strategici, quali piegare le maestranze e le imprese esterne rispetto al “club” dei trust finanziarizzati con una stagione prolungata di “vacche magre”, ridisegnare nel tempo una mappa più sperequata della distribuzione sociale, ricattare i governi riottosi ai voleri di questo “club”, e simili. Ne discende che l’inflazione e la stagflation si possono contrastare solo con il calmiere all’ingrosso e l’antitrust e non con la deflazione che, nelle fasi espansive, comporta la rinuncia alla espansione, e, nelle fasi di stagnazione/recessione, serve solo a sommare inutilmente recessione a recessione!

5)sottostimando ufficialmente l’inflazione di circa 3 punti percentuali l’anno si sono maggiorati retribuzioni, pensioni e stanziamenti pubblici nei limiti della più bassa inflazione “programmata” (2%), contraendoli in termini “reali” del 3% composto annuo, fino a dimezzarli nel giro di 12 anni e

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dimezzare insieme ad essi anche il PIL “reale”, nascondendo proditoriamente la recessione in atto e oltretutto lasciando invariato il peso del debito pubblico!

6)quando sale il prezzo al mq del mattone o l’indice di borsa senza che siano parallelamente cresciuti la qualità degli immobili o la ricchezza “reale” che i titoli dovrebbero rappresentare non si verifica nessuna crescita della ricchezza comune, ma solo una “bolla speculativa” che inflaziona il valore nominale dei cespiti immobiliari e/o mobiliari consentendo ai detentori di questi cespiti inflazionati dalla speculazione di comprare più beni e più lavoro di prima, in realtà senza pagare. Più in generale, bisogna avere ben chiaro che esistono due circuiti economici che viaggiano paralleli e che tuttavia presentano diverse aree di sovraposizione: il circuito capitalistico della economia “reale”, chiamato “circolo Denaro-Merce-Denaro”, e il circuito squisitamente finanziario, il così detto “circolo Denaro-Denaro”. Nel circolo D-M-D il denaro si trasforma in una quantità maggiore di denaro attraverso l’applicazione della intelligenza e della fatica umane alla trasformazione “fisica” della natura diretta alla produzione di “merci” da vendere con Profitto sul “mercato”. Nel circolo D-D, invece, il denaro si trasforma in una quantità maggiore di denaro senza alcuna contemporanea creazione di nuove “merci”, e, dunque, solo speculativamente, risolvendosi in un fenomeno squisitamente monetario, o, se si preferisce, nominale, e, pertanto, di semplice redistribuzione della medesima ricchezza “reale” di prima, per giunta regressiva, perché a vantaggio di fasce sociali ricche o molto ricche, e “feudale”, perché a svantaggio dei ceti produttivi capitalistici (il Profitto e il Salario) e a vantaggio della Rendita, senza che quest’ultima abbia minimamente contribuito, come vedremo, alla produzione capitalistica della ricchezza comune da distribuire.

7)statisticamente parlando, infatti, mentre i Risparmi medi sono circa il 20% del PIL, gli Investimenti produttivi necessari per produrre l’Offerta che soddisfa la Domanda interna restante al saldo dell’Export-Import (l’80% del PIL) sono di media appena il 3-5% del PIL! Il capitalismo, dunque, non soffre di nessuna “fame endemica” di Capitali per cui valga la pena di fare sacrifici o dispensare privilegi di sorta fiscali e non, essendo già solo i Risparmi di fine-ciclo circa 5 volte maggiori di quanto basta ai fini produttivi. Semmai soffre di un “sottoconsumo endemico” pari per la precisione a circa il 16% del PIL, il quale va compensato con una Domanda “esterna” al sistema di pari ammontare, pena la impansione progressiva del capitalismo stesso. Una Domanda che non deve essere necessariamente “esterna” in senso geografico, ma anche solo logico-funzionale, ovvero “esterna” rispetto al

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semplice operare dei meccanismi della produzione e distribuzione dell’area capitalistica interessata. Orbene, se l’esistenza di questo “gap” è un incredibile segreto scientifico e mediatico, ancora più segreto e incredibile è il modo in cui si “chiude” abitualmente e in scioltezza il circolo D-M-D, a totale insaputa di una opinione pubblica cui si racconta invece la favoletta edificante del Risparmio quale “motore” del Capitalismo e del “rigore finanziario” quale regola aurea del buon governo. L’opinione pubblica, del resto, non scorgendo il “buco” non sospetta nemmeno che esso venga “tappato”, e, conseguentemente, non indaga “come” ciò avvenga. Vede soltanto, infatti, una alternanza di crisi più o meno cicliche della economia “reale” e/o di quella finanziaria che si innestano su un trend generale blandamente crescente nei decenni, e di cui scienza, media e politici danno ogni volta spiegazioni pseudo-logiche che nessuno indaga davvero, al pari di come nessuno si metterebbe a tastare un muro alla ricerca di una cavità perfettamente riempita e intonacata se qualcuno o qualcosa non lo mettesse sull’avviso. E’ per questo che pochissimi, anche all’interno stesso del ristrettissimo entourage della elite creditizio-finanziaria, si accorge che il circolo D-M-D viene abitualmente “chiuso” con una “finanza allegra” mista di pubblico e privato, ovvero con la gigantesca Moneta circolante, creditizia e cartolare “allo scoperto” che il sistema è capace di creare dal nulla! Una Moneta che è “falsa” nel momento in cui viene immessa nel circolo D-M-D per finanziare “allo scoperto” una certa Domanda “esterna”, ma che diventa paradossalmente “vera” man mano che viene concretamente prodotta l’Offerta che così ha reso profittevole produrre!

8)si rifletta del resto sulla circostanza che se per riprodurre il sistema di ciclo in ciclo sempre uguale a sé stesso occorre trovare il modo di trasformare in Consumi + Investimenti quell’eccesso endemico di Risparmi pari a ben il 16% circa del PIL, per svilupparlo occorrerebbe che la Domanda che desse vita al ciclo successivo fosse perfino maggiore di quella che aveva dato vita al ciclo precedente, e, dunque, occorrerebbe addirittura andare … ai numeri negativi! E poiché d’altra parte il capitalismo non impande affatto rapidamente, ma prospera da secoli attraversando solo fasi recessive cicliche, si digerisca l’incredibile segreto della riproduzione capitalistica così gelosamente custodito: il circolo D-M-D si chiude/espande sempre e soltanto finanziando “allo scoperto” con la Moneta “virtuale” creditizio-cartolare tanta Domanda “esterna” quanta si vuole ed è la elite “feudale” che detiene il monopolio della sua creazione e gestione che decide al di fuori

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di ogni controllo democratico sia l’espansione che la recessione come il loro tasso percentuale e la loro stessa allocazione geografica:

a)operando un maggiore o minore “deficit-spending” (v. nota 1); b)spendendo in proprio e tramite i propri beneficiati di più o di meno la infinita Moneta creditizio-cartolare che crea dal nulla a piacimento con il “moltiplicatore dei depositi bancari” (v. note 2 e 3), nonchè c)allargando o stringendo di più o di meno, qui o là, i cordoni di questo credito “allo scoperto” e d)“pompando” la “bolla” mobiliare e immobiliare con la speculazione e con gli strumenti della finanza “creativa” (v. nota 4), e)finanziando una ulteriore spesa pubblica (v. nota 5) con i bot “collocati elettronicamente” presso il sistema bancario (oggi, il 90-95% circa del totale) e dunque scambiandoli con Moneta creditizia “virtuale” perché “allo scoperto” anch’essa. In una parola, con la Moneta circolante, creditizia e cartolare “allo scoperto”! E’ così, infatti, che funziona la economia “di guerra”. Fu così che Hitler finanziò la spesa bellica con cui tirò fuori la Germania di Weimar dalla crisi profondissima in cui versava dal 1919. Fu così che si finanziarono gli alleati in Italia dal ’43 al ’48 con le AM-lires (banconote emesse dalle autorità militari alleate prive di qualsiasi copertura ed a corso forzoso), così funzionò il piano Marshall (che nessuno in realtà pagò mai) ed è così che vennero reperiti anche i circa $ 200 Mld che finanziarono a guerra contro Saddam. E così ancora funzionò pure parte della ricostruzione in IRAQ, grazie ai 144 bancali con cui gli americani trasportarono in volo subito dopo l‘occupazione le tonnellate di dollari in banconote da $ 100 cadauna da distribuire clientelarmente allo scopo: $ 18 Mld di cui metà venne misteriosamente trafugata ed i cui $ 9 Mld restanti vennero distribuiti non si sa bene a chi, come e perché. Come apprendere queste cosa da media che sono proprietà diretta della elite creditizio-finanziaria o suoi lacchè insieme ai partiti in forza della gigantesca esposizione bancaria di cui soffrono entrambi?

9)in buona sostanza, non viviamo affatto nel capitalismo, bensì in un modo di produzione misto di capitalismo, feudalesimo e pianificazione dove sono capitalistiche solo le maestranze e le imprese che non sono integrate nel “club” dei trust finanziarizzati. Queste ultime non soffrono nessun rischio di impresa: sommano infatti al Profitto marxiano l’extraprofitto “feudale” da incetta oligopolista e le enormi Rendite feudali derivanti dalla Moneta creditizio-cartolare “allo scoperto” di cui ha il monopolio insieme al controllo del supporto creditizio-finanziario delle transazioni internazionali la ristretta elite feudale sinarchista che le possiede e possiede insieme ad esse le più grosse banche e finanziarie del pianeta loro “sorelle” integrandole nel

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medesimo “club” con la quasi totalità delle gigantesche multinazionali estrattive, energetiche, industriali, agroalimentari e mercantili del mondo, e che con questa Moneta pianifica la produzione e la distribuzione planetaria al di fuori di qualsiasi controllo democratico, controllando altresì quasi tutti i governi nazionali, scienza, media e forze politiche, opposizioni incluse.

E basta leggere l’imbarazzante ammontare della esposizione debitoria ufficiale verso le banche nei bilanci pubblicati dai vari partiti per rendersi conto di quanto poco libera sia la loro critica.

10)Serve dunque la creazione di un grosso polo bancario pubblico (in Italia, basta revocare la criminale dismissione delle nostre 4 banche pubbliche praticata a un prezzo 100 volte inferiore ai soli bot ivi collocati elettronicamente) presso cui collocare elettronicamente i bot con cui finanziare “allo scoperto” tanta Domanda quanta ne serve per “chiudere” il circolo D-M-D (v. nota 6). Occorre pure ripristinare i controlli valutari vigenti fino agli anni ’80 e consentire in borsa le sole operazioni “a pronti” vietando il credito alla speculazione onde proteggere l’euro e la borsa dalla speculazione valutaria e finanziaria, nonché consentire la svalutazione dell’euro in proporzione all’eventuale differenziale di inflazione che residuasse nonostante l’uso del calmiere all’ingrosso e l’anti-trust praticato dalle imprese pubbliche che vendono a calmiere per “rompere i cartelli”.

E occorre pure, pertanto, una seconda Bretton Woods!

Per poter portare avanti questo progetto politico di un capitalismo riformato democraticamente occorre prima di ogni cosa comprenderlo tecnicamente.

Per poterlo comprendere, però, occorre innanzitutto superare ogni dubbio paranoide e, quindi, la istintiva reticenza ad assumere l’ipotesi che tutto ciò che di economia si insegna nelle università sia … totalmente falso!

Poi occorre sospendere il giudizio lasciando crollare uno dopo l’altro i falsi assiomi del P.U. senza insistere nel tentativo di superare le contraddizioni all’interno del medesimo sistema di pensiero. Solo quando ne crolla un numero sufficiente che varia da soggetto a soggetto, infatti, come d’incanto crolla da sola la vecchia gestalt e appare l’immagine mentale del vero funzionamento del capitalismo. Un po’ com’è per gli stereogrammi.

A quel punto, si comprende infine la necessità politico-scientifica di fare cultura con pazienza intorno alla assoluta inconsistenza scientifica del

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Pensiero Unico e alle falsità su cui si sorregge, diffondendo la conoscenza del vero funzionamento del capitalismo e di come esso può e deve essere controllato democraticamente per bloccare la sua attuale degenerazione “feudale” e renderlo finalmente “sostenibile”, chiamando alla unità politica contro la elite creditizio finanziaria che controlla il “club” dei trust finanziarizzati l’intero mondo dei dominati: i lavoratori, le imprese fuori dal “club”, gli utenti dei servizi sociali e i ceti medi. E’ quel che stiamo facendo.

www.nandoioppolo.org

NOTE:

1)il “deficit-spending” funziona così: se lo stato spende 100 con un maggiore debito pubblico di 100, rende così profittevole aumentare la produzione di 100 nel primo ciclo. Nel secondo ciclo, questo 100 aggiuntivo sarà Risparmiato per 20 e verrà speso in Consumi per 80 e per Investimenti produttivi per 4, promuovendo un maggiore Reddito di 84, che, nel terzo ciclo aumenterà dell’84% di 84, nel quarto ciclo dell’84% dell’84% di 84 e così via sino all’esaurimento del processo, provocando un aumento complessivo pari a 100 moltiplicato per l’inverso di 16/100, ovvero 625. Il 40% di questo 625, cioè 250, si trasformerà in gettito fiscale aggiuntivo e lo stato ripagherà 100 più, poniamo, 20 di interessi, rimanendogli ancora 130 per amplificare il processo espansivo. Se questo vale in concorrenza perfetta, in presenza di accordi di cartello lo “strozzo” praticato dai trust ad ogni aumento di Domanda sottrae al processo moltiplicatorio una quota maggiore di 1/6,25 e se questa quota dovesse essere prossima a 1/3 porterebbe il deficit-spending al suo limite di praticabilità: una spesa pubblica aggiuntiva di 100, infatti, promuoverebbe solo 300 di nuovo Reddito e le entrate tributarie aumenterebbero solo del 40% di 300, ovvero di appena 120, esattamente l’importo da restituire!

2)per la convenzione chiamata “Basilea2” le banche della eurozona possono prestare euro che non possiedono ma che creano dal nulla elettronicamente al momento del prestito, purchè mantengano una “riserva frazionaria” pari al 2% dei loro assets, ovvero di tutto il loro patrimonio immobiliare e mobiliare (inclusi i junk bond in loro possesso), e non dei soli depositi bancari: per ogni Mld di euro di patrimonio, pertanto, possono prestare fino a 49 Mld di euro elettronici, in quanto 1+49=50 e il 2% di 50=1! Questo coefficiente di moltiplicazione, chiamato “moltiplicatore bancario”, per i colossi bancari privati USA, tutti consorziati nella privatissima Federal Reserve sin dal 1913, dato il loro altissimo livello di integrazione, è stimato tra 1.000 e 100.000, o perfino infinito.

3)il “reflusso bancario” consiste nell’appropriazione indebita ed esentasse praticata al momento della restituzione da parte delle banche di tutti gli euro elettronici che creano dal nulla al momento del prestito, consentita da una convenzione contabile internazionale universalmente vigente. Questa convenzione permette loro, infatti, di iscrivere sia al passivo che all’attivo una posta pari agli importi mutuati (per descrivere, al passivo, il debito contratto nei limiti dell’importo mutuato verso i beneficiari che verranno indicati dal mutuatario, e all’attivo, il pari credito vantato verso il mutuatario per la restituzione del mutuo) senza distinguere tra la Moneta giacente nei loro depositi (un infinitesimo sottomultiplo) e quella creata elettronicamente (quasi tutta quella restante), per cui gli euro elettronici restituiti vengono iscritti come se niente fosse nello stato patrimoniale (e nemmeno nel conto profitti e perdite,

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dove pagherebbero le imposte) o restano extrabilancio, invece di essere annullati alla restituzione o consegnati al Tesoro, unico titolare legittimo del potere di battere Moneta.

4)si calcola che la Moneta bancaria “allo scoperto” in giro per il pianeta potrebbe oggi “comprare senza pagare” più di 5 volte il pianeta stesso, mentre quella cartolare “allo scoperto” è decine di volte tanto. Nel 2006, per ogni barile “fisico” di petrolio che passava di mano ben 1250 ne passavano di mano di “virtuali” sotto forma di derivati speculativi sul petrolio e oltre 100.000 nel 2008, laddove la Lehman Bros. è fallita in ragione di circa $ 1.000 Mld di junk bond e derivati speculativi “perdenti” in suo possesso, mentre nel 2008, a fronte di un PIL-mondo di circa $ 50.000 Mld, i derivati speculativi in giro per il mondo erano stimati tra $ 650.000 Mld e $ 1.000.000 Mld. La crisi dei subprime, peraltro, è stata scatenata da un “buco” di mutui-casa rimasti impagati che era inferiore a $ 5 Mld ma che si è moltiplicato di migliaia di volte in ragione della loro ipercartolarizzazione “allo scoperto” fatta alla fonte e quindi reiterata ulteriormente, e su cui vennero scommessi migliaia di miliardi di derivati speculativi che si unirono alla gigantesca mole dei derivati speculativi che vennero scommessi sul petrolio facendone salire in poche battute la quotazione da $ 40 a $ 150 per poi farla crollare fino a $ 30 e risalire fino a $ 70! Per impedire il crack creditizio-finanziario, infine, invece di aiutare i morosi a pagare gli insoluti o annullare i derivati speculativi sui subprime (e sul petrolio, di cui nessuno ha parlato) si è scelto di nazionalizzare istituzioni decotte (moltiplicando per 20 il debito pubblico americano), cedere $ 400 Mld di bond della Fed in cambio di junk bond, finanziare un piano Poulson da $ 700 Mld al medesimo fine e quindi immettere nel sistema (cioè regalandoli alle banche e alle finanziarie in difficoltà) quasi $ 1.000 Mld di liquidità, terrorizzati da una Lehman che è fallita perché debitrice in forza dei derivati “perdenti” in suo possesso verso altre banche che erano sue “sorelle” perché consorziate nella Federal Reserve, il consorzio privato costituito nel 1913 tra le più grosse banche private USA, creditrici della Lehman perché detentrici dei medesimi derivati speculativi, per loro “vincenti”. Un fallimento intergruppo evitabilissimo a monte semplicemente bilanciando periodicamente i derivati vincenti con i perdenti e a valle semplicemente annullandoli! E pensare che la riforma sanitaria di Obama “costerebbe” nemmeno $ 50 Mld e, soprattutto, propellerebbe Investimenti, Occupazione e Reddito “chiudendo” adeguatamente parte del “gap” del ciclo D-M-D!

5)oggi solo il 5-10% dei bot è detenuto da privati. Il 90-95% restante è invece solo “virtuale” in quanto “collocato elettronicamente” presso le banche e dunque scambiato con una Moneta creditizia che, essendo creata elettronicamente dal nulla con il moltiplicatore bancario, è “allo scoperto” e rende semplicemente “virtuale” tutto il debito “collocato”. Quando poi sono pubbliche le banche collocatarie, i bot collocati oltre ad essere virtuali, diventano pure una semplice partita di giro venendo a coincidere la figura del debitore (lo stato) con quella del creditore (le banche collocatarie)! Era così nella prima repubblica, prima che venissero svendute le nostre 4 banche pubbliche collocatarie ad un prezzo decine di volte inferiore ai soli bot collocati, al fine dichiarato di … fare cassa!

6)con la “pietra filosofale” costituita dalla Moneta creditizio-cartolare “virtuale” si può finanziare “allo scoperto” tutta la Domanda “esterna” che si vuole modificando nel contempo la distribuzione del Reddito capitalisticamente prodotto e disegnando in definitiva la mappa distributiva che si preferisce, ovvero il mondo che si preferisce. Ed invece il P.U. è fino ad oggi riuscito a nascondere sotto una gigantesca coltre di menzogne i veri meccanismi della riproduzione del ciclo D-M-D ed il ruolo che vi gioca la Moneta “virtuale”, convincendo tutti che Investimenti, Occupazione e Reddito si espandono solo Esportando di più grazie alla

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massima compressione possibile di retribuzioni e welfare onde contenere il più possibile una inflazione di cui si nega ogni volontarietà ed attrarre dall’esterno, oltretutto iper-remunerandoli, quei Capitali di cui si lamenta una inesistente fame endemica quando sono invece debordanti rispetto ad ogni esigenza produttiva e perfino accrescono il “gap” da colmare! E’ così che si giustifica il contenimento delle rivendicazioni sociali e si disegna la mappa del privilegio distributivo, creando un irrazionale e isterico clima di penuria periodicamente amplificato da crisi e recessioni tanto “inventate” quanto evitabilissime, nonché insistendo mediaticamente sul contenimento indefinito di un debito pubblico che sarebbe sempre “eccessivo” nonostante sia in realtà solo “virtuale”. Ma soprattutto riproponendo sfacciatamente la ennesima riedizione dell’arcifamoso “equivoco di Say” (che dava erroneamente per scontato l’assorbimento automatico di ogni produzione da parte del mercato) e sfruttando la ingenua idea popolare che gli Investimenti e l’Occupazione siano funzione inversa del loro costo.

Oggi queste scelte avvengono al di fuori di ogni dibattito politico e le compie la ristretta elite sinarchista che controlla la creazione della Moneta creditizio-cartolare “virtuale”. Domani, solo sottoponendo questa Moneta al controllo democratico, sarà finalmente il corpo elettorale a decidere attraverso il parlamento e i partiti.