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PILLAR III INFORMATIVA AL MERCATO Sede Legale: Via Gramsci, 7 – 10121 Torino Capitale sociale € 156.037.608 int. vers. Codice Azienda Bancaria n. 3043.7 – Albo Banche n. 5319 Registro Imprese di Torino n. 02751170016 C.C.I.A.A. di Torino n. REA 600548 – Cod. Fisc./ Partita IVA 02751170016 CAPOGRUPPO DEL GRUPPO BANCARIO BANCA INTERMOBILIARE DI INVESTIMENTI E GESTIONI ADERENTE AL FONDO NAZIONALE DI GARANZIA E AL FONDO TUTELA DEI DEPOSITI

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PILLAR III

INFORMATIVA AL MERCATO

Sede Legale: Via Gramsci, 7 – 10121 Torino Capitale sociale € 156.037.608 int. vers.

Codice Azienda Bancaria n. 3043.7 – Albo Banche n. 5319 Registro Imprese di Torino n. 02751170016

C.C.I.A.A. di Torino n. REA 600548 – Cod. Fisc./ Partita IVA 02751170016 CAPOGRUPPO DEL GRUPPO BANCARIO

BANCA INTERMOBILIARE DI INVESTIMENTI E GESTIONI ADERENTE AL FONDO NAZIONALE DI GARANZIA E AL FONDO TUTELA DEI DEPOSITI

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Informativa al mercato Pillar 3

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INDICE

Introduzione ......................................................................................................................................................3

Tavola 1 – Requisito informativo generale ....................................................................................................4

Tavola 2 – Ambito di applicazione................................................................................................................28

Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ................................................................................33

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale ..........................................................................................................40

Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche………………………43

Tavola 6 – Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato

e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi

IRB.................................................................................................................................................52

Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM).............................................................................54

Tavola 9 – Rischio di controparte .................................................................................................................58

Tavola 12 – Rischio operativo .............................................................................................…..……………63

Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio

bancario.......................................................................................................................................66

Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario.....……...........71

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Introduzione

La Circolare 263 di Banca d’Italia, al fine di rafforzare la disciplina di mercato, ha introdotto alcuni obblighi

di pubblicazione di informazioni inerenti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le

caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi.

Tali informazioni, pubblicate in ottemperanza alla suddetta disciplina, sono di natura qualitativa e

quantitativa e rispondono alle guidelines presenti nei quadri sinottici definite nell’Allegato A, Titolo IV,

Capitolo 1 della Circolare 263.

Il Gruppo Bim nell’ambito delle attività “Basilea 2”, allo scopo di approntare quanto richiesto in base agli

obblighi di disclosure previsti dalla normativa vigente, ha intrapreso una specifica iniziativa progettuale

volta a definire la struttura ed i contenuti del presente documento, nonché i corrispondenti processi

gestionali.

Il Gruppo Banca Intermobiliare pubblica l’Informativa al pubblico (Risk Report Pillar 3) ed i successivi

aggiornamenti sul proprio sito internet all’indirizzo: www.gruppobim.it.

Le tavole n. 7 “ Informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB”, n.10 “ Operazioni di

cartolarizzazione” e n. 11 “Rischio di mercato” non risultano presenti in quanto non applicabili al modello

organizzativo adottato dal gruppo Bim.

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Tavola 1 – Requisito informativo generale

PREMESSA La normativa comunitaria in materia di adeguatezza patrimoniale struttura la disciplina degli intermediari su

tre pilastri, costituiti dalla valutazione dei requisiti patrimoniali minimi, dal processo di controllo prudenziale

e dal processo di informativa per il pubblico.

Il processo ICAAP ha l’obiettivo di far verificare alle banche l’adeguatezza del proprio capitale rispetto

all’esposizione ai rischi che ne caratterizzano l’operatività. Per conseguire tale obiettivo è necessario, in

generale, predisporre un solido sistema di governo societario, dotarsi di un’idonea e definita struttura

organizzativa, stabilire e implementare processi per un’efficace identificazione, gestione, monitoraggio e

segnalazione dei rischi e disporre di adeguati meccanismi di controllo interno.

La responsabilità del processo ICAAP è rimessa agli organi societari, i quali ne definiscono in piena

autonomia il disegno e l’organizzazione secondo le rispettive competenze e prerogative curandone

l’attuazione e promuovendone l’aggiornamento al fine di assicurarne la continua rispondenza alle

caratteristiche operative e al contesto strategico in cui la banca opera.

Il Gruppo Banca Intermobiliare si è dotato di un Regolamento che definisce i principi guida, i ruoli e le

responsabilità delle funzioni organizzative coinvolte nel processo interno di determinazione dell’adeguatezza

patrimoniale.

L’applicazione dei presidi si incardina nell’ambito del Sistema dei Controlli Interni della Banca, configurato

sulla base dei livelli di controllo definiti dall’Organo di Vigilanza:

• controlli di Linea (I livello): sono effettuati dalle stesse strutture produttive che hanno posto in essere le

operazioni o incorporati nelle procedure. I Controlli di Linea sono diretti ad assicurare il corretto

svolgimento delle operazioni;

• valutazione dei rischi (II livello): condotte a cura di strutture diverse da quelle produttive, con il compito

di definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie

funzioni operative e di controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli

obiettivi di rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti

economici;

• revisione interna (III livello): a cura dell’Internal Audit, con la responsabilità di valutare l’adeguatezza e

la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Tale attività è condotta sulla base del piano

annuale delle attività di controllo approvato dal Consiglio di Amministrazione o attraverso verifiche

puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno.

In ottemperanza a quanto indicato dagli Organi di Vigilanza, il Gruppo Banca Intermobiliare è impegnato a

sviluppare soluzioni organizzative che:

- assicurino la necessaria separatezza tra le funzioni operative e quelle di controllo;

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- consentano di identificare, misurare e monitorare adeguatamente tutti i rischi assunti o assumibili

nei diversi segmenti operativi;

- stabiliscano attività di controllo a ogni livello operativo e consentano l’univoca e formalizzata

individuazione di compiti e responsabilità;

- assicurino sistemi informativi affidabili e idonee procedure di reporting;

- garantiscano che le anomalie riscontrate dalle unità operative, dalla funzione di revisione interna

o da altri addetti ai controlli siano tempestivamente portate a conoscenza di livelli appropriati

dell’azienda e gestite con immediatezza;

- consentano la registrazione di ogni fatto di gestione e di ogni operazione con adeguato grado di

dettaglio e corretta attribuzione temporale.

Le decisioni strategiche in materia di gestione dei rischi competono alla Capogruppo Banca Intermobiliare e

tengono conto dell’operatività delle singole controllate per una gestione dei rischi integrata.

La Capogruppo guida l’adozione dei sistemi/modelli di misurazione dei rischi e ha responsabilità del corretto

funzionamento del sistema.

Gli organi aziendali di supervisione strategica e di gestione delle società controllate sono consapevoli del

profilo di rischio e delle politiche di gestione definite dalla Capogruppo e sono responsabili dell’attuazione

delle relative strategie e politiche di gestione.

La Capogruppo, per la definizione dei sistemi di misurazione/valutazione dei rischi rilevanti e per la

determinazione dell’eventuale Capitale Interno, ha adottato i seguenti approcci metodologici:

METODOLOGIE DI GESTIONE DEL RISCHIO

Tipologia Approccio Metodologico

Rischio di credito − Metodologia standardizzata

− Utilizzo di tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM), approcci di base

Rischio di controparte − Derivati OTC: Metodo del valore corrente

− Operazioni SFT: CRM metodo semplificato

− Operazioni con regolamento a lungo termine: Metodo del valore corrente

Rischio di mercato − Metodologia standardizzata

Rischio operativo − Metodo di base (BIA – Basic Indicator Approach)

Rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario

− Metodologia regolamentare semplificata

Rischio di concentrazione − Metodologia regolamentare Herfindhal

Rischio di liquidità − Tramite processo di monitoraggio gestionale della liquidità

Rischio residuo − Tramite processo di monitoraggio gestionale dell’efficacia delle tecniche di CRM

Rischio strategico − Metodologia gestionale per la valutazione del rischio

Rischio reputazionale − Metodologia gestionale per la valutazione del rischio

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RISCHIO DI CREDITO, RISCHIO DI CONCENTRAZIONE, RISC HIO RESIDUO a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Rischio di Credito

Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di credito, utilizza

la metodologia standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di

credito.

La metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (”portafogli”) a

seconda della natura della controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di

svolgimento di quest’ultimo e l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione

diversificati. Inoltre, la normativa di Vigilanza consente agli Intermediari l’utilizzo di specifiche tecniche di

attenuazione del rischio (Credit Risk Mitigation – CRM).

Banca Intermobiliare utilizza ove possibile le valutazioni del merito creditizio rilasciate dall’Agenzia

specializzata (ECAI) di rating Moody’s per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni;

per tutte le altre esposizioni si fa invece riferimento ai diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa

stessa per la metodologia standardizzata.

Nell’ambito delle tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM), Banca Intermobiliare ha previsto,

tenuto conto della complessità e delle caratteristiche operative del Gruppo, l’adozione di metodologie

semplificate, applicate sia per le forme di protezione del credito di tipo reale, sia per quelle di tipo personale.

Rischio di concentrazione

Il modello per il calcolo del patrimonio definito dal Comitato di Basilea si fonda sull’ipotesi che il

portafoglio creditizio sia costituito da un numero molto elevato di esposizioni, ciascuna delle quali di

importo scarsamente significativo. Sotto tale ipotesi è possibile calcolare il valore a rischio del portafoglio

come somma dei requisiti patrimoniali delle singole posizioni, indipendentemente dalla composizione del

portafoglio stesso. Se però il numero delle posizioni è ridotto, oppure se esistono singole posizioni che

rappresentano una percentuale consistente dell’esposizione totale, le ipotesi sulle quali si basa il calcolo del

requisito patrimoniale sono violate e il capitale regolamentare allocato a fronte del rischio di credito può non

rappresentare una garanzia sufficiente.

Il Rischio di Concentrazione può essere sicuramente inquadrato come “evoluzione” del processo di

rilevazione e monitoraggio della concentrazione dei rischi verso determinate controparti, già in vigore con la

disciplina sul controllo dei c.d. “Grandi Rischi”.

Banca Intermobiliare si è adeguata all’aggiornamento di Banca d’Italia che ha ridefinito il perimetro di

calcolo del Rischio di Concentrazione. In sintesi, il GA (Granularity Adjustment) va calcolato solamente

sull’insieme delle esposizioni verso imprese; Sulla base di ciò sono state raggruppate le classi di analisi

(Imprese e altri soggetti, PMI e Persone Fisiche con esposizioni >1mln) all’interno di un unico segmento

Imprese per individuare il totale delle esposizioni vs imprese ed il relativo indice di Herfindhal.

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Per il calcolo del Rischio di Concentrazione Geo-Settoriale Banca d’Italia ha proposto tre diverse modalità

per pervenire al calcolo dell’eventuale add-on:

� Concentrazione - Criterio della prevalenza

� Concentrazione per Macroaree e AddOn per classe di analisi

� Concentrazione Portafoglio Nazionale

BIM ha scelto di adottare il criterio della “Concentrazione per Macroaree e AddOn per classe di analisi”,

attraverso il quale si sono calcolati i coefficienti di ricarico del capitale a fronte del rischio di credito in bonis

per ciascuna area (rapporto tra perdita inattesa Banca e perdita inattesa Benchmark) e si sono sommati gli

add-on per singola area.

Rischio residuo

La valutazione del rischio residuo si esplicita in una serie di attività di controllo sull’efficacia ed

efficienza del sistema di mitigazione del rischio ai fini del calcolo dell’RWA -Risk Weighted Asset-.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di Governance prescelto è basato sulla gestione accentrata del rischio di credito. Banca

Intermobiliare:

� definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;

� è responsabile della policy di Credit Risk.

Il modello di Governance definito a presidio del processo di gestione credito si fonda inoltre sui seguenti

principi:

� separazione tra i processi di gestione e i processi di controllo del rischio di credito;

� sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio di credito coerentemente con la struttura

gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe.

Gli attori coinvolti nel rischio di credito sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Amministratore Delegato;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management;

- Area Servizi Finanziari;

- Area Amministrativa ed Operations;

- Internal Audit.

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c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Banca Intermobiliare ha definito la revisione delle politiche creditizie della Banca e del Gruppo sulla base

della struttura e dell’evoluzione del portafoglio creditizio, nonché degli indirizzi strategici definiti dal

Consiglio di Amministrazione.

Contestualmente alla revisione delle politiche creditizie, Banca Intermobiliare ha ultimato la ristrutturazione

del processo del credito al fine di attivare un presidio continuo sulla qualità del credito nelle specifiche fasi

di:

� concessione e revisione;

� monitoraggio;

� gestione del contenzioso.

All’interno dello schema logico sopra riportato, sono stati attivati i punti di controllo della qualità del credito

basati sulla corretta classificazione della clientela e sulla rilevazione delle esposizioni complessive per classi

di rischio. I singoli punteggi e la classificazione riassuntiva delle esposizioni potranno essere considerati

anche ai fini della determinazione del pricing del credito e di sviluppo dell’attività creditizia.

Banca Intermobiliare per le attività a tutela e presidio della qualità del credito si avvale del supporto

informatico degli applicativi gestionali forniti dall’outsourcer CEDACRI. A tal fine è ancora in fase di

analisi una verifica delle funzionalità dei sistemi offerti per attivare il sistematico monitoraggio dei dati per

la produzione di report specifici propri del risk management.

Banca Intermobiliare per il monitoraggio preciso e puntuale dell’esposizione della clientela, delle garanzie

prestate e/o del patrimonio posseduto utilizza l’applicativo SIMOX. L’ambito di indagine comprende sia il

monitoraggio delle linee con garanzia (pignoratizia, immobiliare, fideiussoria) sia il monitoraggio delle linee

senza garanzia.

Dall’ambito di indagine del monitoraggio sono quindi escluse le seguenti forme tecniche:

� i mutui ipotecari;

� le linee operative;

� i finanziamenti Italia e i crediti pro solvendo.

d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa della

loro efficacia

Monitoraggio

Tale fase è relativa alle attività necessarie per una rilevazione e gestione tempestiva dei fenomeni di

rischiosità rilevati attraverso un monitoraggio sistematico che, anticipando il manifestarsi dei casi

problematici, consenta un adeguato reporting ai diversi Organi di controllo e decisionali, nonché una corretta

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contabilizzazione e valutazione. Nell’ambito delle modalità di gestione del credito il primo presidio delle

esposizioni assunte deve avvenire comunque in Filiale, sia tramite un dialogo costante e continuo con la

clientela sia avvalendosi delle fonti informative di natura interna ed esterna.

Vengono svolte attività di stess testing sul rischio di credito con un approccio di tipo macroeconomico,

basato sull’analisi dell’impatto sulle misure di rischio (tassi di default) di movimenti avversi degli indicatori

macroeconomici, che potenzialmente impattano sulla rischiosità della controparte.

Per la conduzione dello Stress Testing del rischio di concentrazione è stato scelto un approccio basato

sull’analisi dell’impatto del livello di concentrazione provocati da operazioni rilevanti su specifici settori.

Per l’elaborazione delle prove di stress e la simulazione dei relativi effetti sul capitale interno complessivo la

Banca utilizza uno specifico tool.

Gestione del contenzioso

Tale fase si riferisce al passaggio di status delle posizioni problematiche ed alla successiva fase di gestione,

inclusa l’attivazione, la gestione e il coordinamento dell’intervento dei legali esterni, nonché l’attività di

valutazione e contabilizzazione.

Reporting

Il monitoraggio credito nel suo complesso, con riferimento sia al rischio di credito che di concentrazione,

richiede le seguenti attività:

� definizione dei criteri di rappresentazione dei singoli report;

� verifica della conformità del reporting rispetto alle linee guida definite nella policy;

� produzione periodica della reportistica complessiva per le Aree operative e l’Alta Direzione.

Per la gestione del rischio di credito e di concentrazione, si sta individuando la reportistica da attivare sulla

base del pacchetto di report previsti dai sistemi informatici forniti dall’outsourcer Cedacri.

Per il monitoraggio preciso e puntuale dell’esposizione della clientela, delle garanzie prestate e/o del

patrimonio posseduto la Banca utilizza l’applicativo SIMOX.

RISCHIO DI CONTROPARTE

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in

essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell’inadempimento di

quest’ultima. A differenza del rischio di credito generato da un finanziamento, dove la probabilità di perdita

è unilaterale, in quanto essa è in capo alla sola banca erogante, il rischio di controparte crea, di regola, un

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rischio di perdita di tipo bilaterale. In tal senso il valore di mercato della transazione può essere positivo o

negativo per entrambe le controparti.

Ai fini del calcolo del requisito regolamentare a fronte del rischio di controparte, la Banca ha scelto di

adottare il metodo del valore corrente. Il metodo del valore corrente può essere utilizzato solo con

riferimento alle transazioni riguardanti derivati OTC ed operazioni con regolamento a lungo termine.

La metodologia di calcolo approssima il costo che la Banca dovrebbe sostenere per trovare un altro soggetto

disposto a subentrare negli obblighi contrattuali dell’originaria controparte negoziale qualora questa fosse

insolvente.

Con riferimento alle operazioni SFT – Securities Financing Transactions- la Banca utilizza il metodo CRM

semplificato.

Il processo di gestione del rischio ha la finalità di valutare, controllare e mitigare il rischio di controparte

tramite:

- definizione/revisione della metodologia di misurazione e gestione del rischio di

controparte;

- definizione/revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;

- monitoraggio rischi e reporting;

- operatività straordinaria.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di controparte,

mantenendo una separazione tra i processi di gestione e i processi di controllo.

Gli attori coinvolti nel rischio di controparte sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Amministratore Delegato;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management;

- Area Mercati Finanziari;

- Funzione Middle Office;

- Area Amministrativa e Operations;

- Internal Audit.

c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Modello

Una volta definito il modello di Risk Management per la gestione del rischio di controparte, la Funzione

Segnalazioni e Rapporti con Istituzioni dell’Area Amministrativa e Operations dovrà verificare la

disponibilità dei dati e la funzionalità degli strumenti necessari al calcolo del requisito patrimoniale. In caso

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di carenze significative, dovranno essere attuati tutti gli interventi correttivi necessari a garantire la

rispondenza del modello alla normativa di vigilanza.

Il Comitato Rischi valida le metodologie di calcolo proposte dal Risk Management in condivisione con

l’Area Mercati Finanziari. In caso di prima definizione del framework metodologico, è richiesta

l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.

Il modello una volta definito, testato ed approvato dal Consiglio di Amministrazione, è implementato dalle

Funzioni competenti (Funzione Organizzazione, Funzione Sistemi Informativi e Servizi Generali, ecc.).

Limiti operativi e soglie di sorveglianza

Previa analisi delle linee strategiche, il Risk Management formula la proposta della struttura dei limiti di

rischio di controparte, in collaborazione con l’Area Mercati Finanziari, nel rispetto del profilo di rischio

definito dal Consiglio di Amministrazione attraverso l’analisi dell’operatività del Gruppo. La proposta è

oggetto di specifica analisi e validazione da parte del Comitato Rischi per essere successivamente

sottoposta alla valutazione ed approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione.

Al fine di monitorare periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio, il Risk Management può

inoltre definire in accordo con l’Area Mercati Finanziari le soglie di sorveglianza da proporre al Comitato

Rischi per l’approvazione.

Almeno una volta all’anno il Comitato Rischi valuta eventuali proposte di modifica dei limiti operativi

promosse dalla Funzione Risk Management in relazione all’evoluzione dei mercati finanziari, del contesto

normativo, della disponibilità di metodologie e supporti tecnologici per la gestione, misurazione e controllo

del rischio di controparte, da sottoporre al Consiglio di Amministrazione.

Monitoraggio rischi e reporting

L’Area Amministrativa e Operations -Funzione segnalazioni e rapporti con Istituzioni- calcola il requisito

patrimoniale a fronte dell’esposizione al rischio di controparte come da normativa di vigilanza. La Funzione

Risk Management effettua un’analisi andamentale del requisito patrimoniale emerso dal calcolo,

verificando che sia coerente con i valori assunti dal requisito stesso nei periodi di analisi precedenti.

Il Risk Management ha il compito di produrre il reporting adeguato per la condivisione dei risultati analitici

ed aggregati con le Aree/Funzioni interessate.

Operatività straordinaria

L’Area Mercati Finanziari (o il referente della Controllata) prima di procedere all’acquisizione di nuovi

strumenti finanziari, deve richiedere alla Funzione Risk Management una valutazione dell'impatto

sull’esposizione al rischio, al fine di attivare la richiesta di autorizzazione allo sconfinamento, nel caso di

superamento dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione.

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d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa

della loro efficacia

Il Risk Management nello svolgimento dell’attività di monitoraggio, ha il compito di produrre il reporting

adeguato per la condivisione dei risultati analitici ed aggregati con le Aree/Funzioni interessate.

L’attività di reporting si articola in:

� reporting limiti di esposizione al rischio di controparte;

� reporting direzionale.

RISCHIO DI MERCATO

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

I rischi di mercato rappresentano una tipologia di rischi direttamente collegata all’operatività del portafoglio

di negoziazione. Alla categoria dei rischi di mercato si riconducono tutti i rischi di variazione del valore

degli strumenti finanziari conseguenti a variazioni inattese delle condizioni di mercato dei tassi di interesse,

dei cambi e dei corsi azionari.

Le tipologie di rischi di mercato si articolano come segue:

- con riferimento al portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza:

• rischio di posizione;

• rischio di regolamento;

• rischio di concentrazione;

- con riferimento all'intero bilancio:

• rischio di cambio rappresentativo del rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni

dei corsi delle divise estere;

• rischio di posizione su merci.

Per la misurazione e gestione del rischio di mercato, il Gruppo ha deciso di seguire un duplice binario:

� ai fini regolamentari, per la determinazione del relativo Capitale Interno nell’ambito del processo

ICAAP, ha adottato la metodologia standardizzata;

� ai fini gestionali la Banca utilizza un modello interno di tipo VaR avvalendosi dell’applicativo Sophis.

Alle metodologie standardizzate per il calcolo del rischio di mercato, caratterizzate da un basso grado di

sofisticazione, la Capogruppo ha deciso di affiancare un modello gestionale di Value at Risk (VaR) che

consenta una maggiore comprensione dell’esposizione del Gruppo al rischio.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di mercato.

La Capogruppo BIM:

- definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;

- è responsabile della Policy per la gestione del rischio di mercato.

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Il modello di governance definito a presidio del processo di gestione e controllo dei rischi del Gruppo si

fonda inoltre sui seguenti principi:

- separazione tra i processi di gestione ed i processi di controllo del rischio;

- sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio coerentemente con la struttura gerarchica del

Gruppo e della Banca e mediante un processo di deleghe.

Gli attori coinvolti nel rischio di mercato sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Amministratore Delegato;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management;

- Area Mercati Finanziari;

- Area Amministrativa e Operations;

- Internal Audit.

c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Il processo di gestione del rischio ha la finalità di valutare, controllare e mitigare il rischio di mercato. Il

processo si articola nelle seguenti fasi:

- definizione/revisione modello di Market Risk Management;

- definizione/revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;

- monitoraggio rischi e reporting;

- operatività straordinaria.

Modello

La Funzione Risk Management effettua specifici test di validità dello stesso (back testing e stress testing). Il

Comitato Rischi valida la metodologia proposta dalla Funzione Risk Management in condivisione con l’Area

Mercati Finanziari. Il modello, una volta definito, testato ed approvato dal Consiglio di Amministrazione, è

implementato dalle funzioni competenti (Funzione Organizzazione, Funzione Sistemi Informativi e Servizi

Generali, ecc.).

Limiti operativi e soglie di sorveglianza

Previa analisi delle linee strategiche, il Risk Management formula la proposta della struttura dei limiti di

rischio di mercato, in collaborazione con l’Area Mercati Finanziari, nel rispetto del profilo di rischio definito

dal Consiglio di Amministrazione attraverso l’analisi dell’operatività del Gruppo.

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Al fine di monitorare periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio, il Risk Management può

inoltre definire in accordo con l’Area Mercati Finanziari le soglie di sorveglianza da proporre al Comitato

Rischi per l’approvazione.

Monitoraggio rischi e reporting

La Funzione Segnalazioni e Rapporti con Istituzioni calcola il requisito patrimoniale a fronte

dell’esposizione al rischio di mercato, sulla base della metodologia standardizzata come da normativa di

vigilanza. La Funzione Risk Management effettua un’analisi andamentale del requisito patrimoniale emerso

dal calcolo, verificando che sia coerente con i valori assunti dal requisito stesso nei periodi di analisi

precedenti.

La Funzione Risk Management effettua, inoltre, l’analisi e il monitoraggio dei rischi di mercato sui limiti

assegnati dal Consiglio di Amministrazione. Sulla base dei risultati del monitoraggio e delle prove di Stress,

analizza la capacità del patrimonio della Banca di assorbire eventuali perdite potenziali e individua le azioni

correttive da intraprendere al fine di ridurre il rischio e preservare il patrimonio. La Funzione Risk

Management ha infine il compito di produrre il reporting adeguato per la condivisione dei risultati analitici

ed aggregati con le Aree/Funzioni interessate.

Operatività straordinaria

L’Area Mercati Finanziari (o il referente della Controllata) prima di procedere all’acquisizione di nuovi

strumenti finanziari da includere nel portafoglio di negoziazione, deve richiedere alla Funzione Risk

Management una valutazione dell'impatto sul VaR, al fine di attivare la richiesta di autorizzazione allo

sconfinamento, nel caso di superamento dei limiti fissati dal Consiglio di Amministrazione. Al termine

dell’analisi, la Funzione Risk Management comunica i risultati al responsabile dell’Area Mercati Finanziari

(o al referente della Controllata) e se gli impatti risultano rilevanti, informa il Comitato Rischi per

l’eventuale approvazione dell’operazione e avvio delle attività operative.

Lo stesso vale per le operazioni di importo rilevante, per le quali il responsabile dell’Area Mercati Finanziari

(o il referente della Controllata) chiede il supporto della Funzione Risk Management nell’attività di

valutazione dei possibili impatti sul profilo di rischio.

d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa

della loro efficacia

Stress test

Gli scenari di stress sono definiti dalla Funzione Risk Management in collaborazione con l’Area Mercati

Finanziari. Le analisi di stress test vengono prodotte sul portafoglio di negoziazione e sui singoli

sottoportafogli. I risultati dell’analisi di stress vengono illustrati all’interno di report che descrivono lo

scenario di maggiore esposizione per ciascun sotto-portafoglio.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Nel caso di risultati non favorevoli delle prove di stress si procede alla revisione degli scenari di stress o alla

definizione, insieme al Responsabile dell’Area Mercati Finanziari, di linee correttive volte a ridurre il rischio

da proporre al Comitato Rischi.

Reporting

Il Risk Management nello svolgimento dell’attività di monitoraggio, ha il compito di produrre il reporting

adeguato per la condivisione dei risultati analitici ed aggregati con le Aree / Funzioni interessate.

L’attività di reporting si articola su tre livelli:

- reporting operativo;

- reporting limiti;

- reporting direzionale.

Il Risk Management predispone trimestralmente la “Relazione sulla posizione assunta in Conto Proprio” con

le indicazioni essenziali sull’attività in conto proprio svolta dalla Banca nel periodo considerato.

RISCHIO OPERATIVO

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla

disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale

tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità

dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali; nel rischio operativo rientra il rischio legale.

Banca Intermobiliare adotta il metodo Base ai fini regolamentari ed il metodo Standardizzato ai fini

gestionali.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di Governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio operativo.

Gli attori coinvolti nel rischio operativo sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management;

- Internal Audit;

- Organizzazione;

- Sistemi Informativi e Servizi Generali.

- Altre Funzioni Operative

Per le società controllate, il Consiglio di Amministrazione svolge un ruolo centrale nella definizione di ruoli

e responsabilità per ciascuna funzione coinvolta nel processo Operational Risk Management –ORM-,

definendo, ove necessario, un referente ORM o affidando le attività direttamente alla Capogruppo

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Informativa al mercato Pillar 3

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c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Il processo di operational risk management ha la finalità di gestire, controllare e mitigare il rischio Operativo

e si configura in quattro fasi:

- identificazione – definizione/aggiornamento modello;

- misurazione – raccolta dati;

- misurazione - valorizzazione;

- mitigazione e gestione.

Modello

La fase di identificazione consiste nella localizzazione degli eventi di perdita operativa che possono sorgere

sulle attività, sui business e sui centri di responsabilità.

Raccolta dati

La seconda fase del processo di ORM consiste nella raccolta dei dati necessari alla misurazione dei rischi

operativi; in questa fase sono individuati, per mezzo di stime e di perdite, gli impatti economici negativi in

cui la banca può incorrere.

Tale fase si compone i due momenti:

- Risk Self Assessment;

- Loss Data Collection.

Il Risk Self Assessment si configura nella raccolta delle stime delle perdite operative fornite dai centri di

responsabilità. Tale stima consente di determinare una misura di esposizione al rischio operativo che

incorpora una visione prospettica.

L’attività di Loss Data Collection, invece, ha la finalità di raccogliere e classificare le perdite operative che

sono passate a conto economico durante l’esercizio in corso. Tale attività consiste nell’analizzare l’insieme

dei database aziendali e delle scritture contabili per individuare le perdite operative distinte per categoria.

Valorizzazione

I dati raccolti nella fase precedente sono analizzati per identificare gli eventuali interventi organizzativi e

mitigativi al fine di ridurre così gli eventi pregiudizievoli.

Ai fini regolamentari il Gruppo BIM adotta l’approccio BIA, per cui il calcolo del requisito patrimoniale

viene effettuato applicando il 15% del margine di intermediazione medio delle ultime tre osservazioni

annuali.

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Informativa al mercato Pillar 3

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d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa

della loro efficacia

Mitigazione

In questa fase si definiscono gli interventi di mitigazione da attuare con priorità maggiore, sulla base dei

risultati delle analisi effettuate nelle fasi precedenti del processo. La fase di gestione del rischio operativo si

pone quindi come obiettivo la valutazione periodica delle strategie per il controllo e la riduzione del rischio,

decidendo, in base alla natura e dell’entità dello stesso, se assumerlo, se attuare politiche di mitigazione o se

trasferirlo a terzi, in relazione alla propensione al rischio espressa dal vertice aziendale.

Reporting

Il reporting per il monitoraggio comprende:

- reportistica Risk Self Assessment

- predisposizione reportistica Loss Data Management.

RISCHIO TASSO SU BANKING BOOK

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Il rischio di tasso d’interesse è definito come il rischio attuale o prospettico di diminuzione di valore del

patrimonio o di diminuzione del margine d’interesse derivante dagli impatti delle variazioni dei tassi di

interesse sulle attività diverse dalla negoziazione (banking book).

La metodologia regolamentare di calcolo dell’indicatore di rischio è articolata come segue:

- determinazione delle valute rilevanti;

- classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali;

- ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia;

- somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce;

- aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute;

- determinazione dell’indicatore di rischiosità.

Determinazione delle valute rilevanti: la normativa stabilisce modalità di calcolo differenziate per singola

valuta; vengono pertanto dapprima individuate quali sono le “valute rilevanti”, il cui peso misurato come

quota sul totale attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario sia superiore al 5%.

Ai fini della metodologia di calcolo dell’esposizione al rischio di tasso d’interesse le posizioni denominate in

“valute rilevanti” sono considerate valuta per valuta, mentre le posizioni in “valute non rilevanti” sono

aggregate, ammettendo la compensazione tra importi espressi in valute diverse.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali: le attività e le passività a tasso fisso sono

classificate in 14 fasce temporali, in base alla loro vita residua. Le attività e le passività a tasso variabile sono

ricondotte nelle diverse fasce temporali sulla base della data di rinegoziazione del tasso.

Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia: all’interno di ogni fascia temporale le

posizioni attive sono compensate con quelle passive, ottenendo in tale modo la posizione netta. La posizione

netta di ogni fascia è moltiplicata per determinati fattori di ponderazione.

Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce: le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono

sommate tra loro, di conseguenza è ammessa la piena compensazione tra le esposizioni positive e negative

nelle diverse fasce. L’esposizione ponderata netta ottenuta in questo modo approssima la variazione del

valore attuale delle poste denominate in una certa valuta nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato.

Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute: i valori assoluti delle esposizioni relative alle singole

“valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommati tra loro.

Determinazione dell’indicatore di rischiosità: ottenuto un valore che rappresenta la variazione di valore

economico aziendale a fronte dell’ipotizzato scenario sui tassi di interesse (il valore economico è definito

come valore attuale dei flussi di cassa), si procede al calcolo dell’indicatore di rischiosità, il quale è

rapportato al Patrimonio di Vigilanza (PV) calcolato a fronte del rischio di credito, di mercato e operativo.

Per la gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, la Capogruppo ha deciso di avvalersi

dell’approccio semplificato.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di tasso di interesse sul

portafoglio banking book.

La Capogruppo BIM:

• definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;

• è responsabile della Policy di rischio di tasso di interesse sul banking book.

Gli attori coinvolti nel rischio tasso sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Amministratore Delegato;

- Comitato Rischi;

- Risk Management;

- Area Mercati Finanziari – Funzione ALM;

- Area Servizi Finanziari;

- Area Amministrativa ed Operations;

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Informativa al mercato Pillar 3

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- Internal Audit.

c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Il processo di gestione del rischio di tasso sul banking book ha la finalità di individuare, misurare e

controllare il rischio derivante da variazioni del tasso di interesse e si articola in quattro sottoprocessi:

- definizione/aggiornamento modello;

- definizione/ revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;

- analisi e monitoraggio rischi;

- analisi degli impatti di nuovi prodotti finanziari.

Modello

Tale sotto-processo è strutturato in tre fasi, a loro volta articolate in specifiche attività:

- definizione revisione del modello di misurazione del rischio;

- test del modello di misurazione del rischio di tasso;

- approvazione e delibera del modello di misurazione del rischio di tasso.

Limiti operativi e soglie di sorveglianza

L’obiettivo di tale fase consiste nella definizione o eventuale revisione e nell’assegnazione dei limiti

operativi e delle soglie di sorveglianza riguardanti la gestione del rischio di tasso di interesse sul banking

book a livello di Gruppo e di singola società esposta al rischio.

In base alle soglie di sorveglianza individuate la Funzione di Risk Management attiva un processo per

l’attuazione delle misure correttive.

Monitoraggio rischi e reporting

La Funzione Risk Management procede all’elaborazione dei dati di rischio tasso, richiedendo apposite

estrazioni dai sistemi dedicati, e alla successiva analisi e validazione della qualità dei dati e delle procedure

di produzione degli indicatori di rischio. In caso di anomalie tecniche e/o funzionali sono individuati gli

interventi correttivi di tipo informatico e/o metodologico/organizzativo da comunicare alle funzioni

interessate. L’andamento dell’esposizione al rischio è oggetto di monitoraggio al fine di verificare su base

giornaliera e/o trimestrale, il rispetto dei limiti e delle soglie di sorveglianza definiti.

Operatività straordinaria

Tale sottoprocesso è attivato in caso di operazioni che possono impattare in misura rilevante le caratteristiche

del portafoglio banking book a livello di Gruppo e di singola Società, quali: l’acquisizione nuovi strumenti

finanziari; l’introduzione di nuovi prodotti creditizi; l’esecuzione di operazioni di importo rilevante.

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Informativa al mercato Pillar 3

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d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa della

loro efficacia

Misurazione del rischio di tasso di interesse sul banking book

L’obiettivo di tale fase è l'elaborazione degli indicatori di esposizioni al rischio tasso sul banking book e la

misurazione del rischio.

Al fine di raggiungere tale obiettivo la Funzione Risk Management procede all’elaborazione dei dati di

rischio tasso richiedendo apposite estrazioni dai sistemi dedicati e successiva analisi e validazione della

qualità dei dati e delle procedure di produzione degli indicatori di rischio, procede quindi all’alimentazione

dei tool di calcolo dell’indicatore di rischio di tasso di interesse.

Monitoraggio dei limiti e delle soglie di sorveglianza

L’obiettivo di tale fase è il monitoraggio dell’andamento dell’esposizione al rischio al fine di verificare su

base giornaliera e/o trimestrale, il rispetto dei limiti e delle soglie di sorveglianza definiti.

I limiti operativi sono oggetto di monitoraggio periodico e gli eventuali sconfinamenti sono, previa analisi

delle cause che li hanno generati, segnalati tempestivamente dalla Funzione Risk Management alla struttura

operativa interessata (Banca o Società Controllata) e sono riportati al Comitato Rischi nel corso della prima

seduta utile.

Reporting

La ripartizione del portafoglio banking book in 14 basket temporali, consente di effettuare un’analisi della

distribuzione delle poste dell’attivo e del passivo in base all’holding period. È possibile in tal modo

individuare le aree dove si presentano gli sbilanci maggiori, nonché un confronto tra la distribuzione del

portafoglio nel periodo in esame e quella dei periodi precedenti.

Banca Intermobiliare si avvale di uno specifico tool per la misurazione dell’indicatore di rischiosità che

prevede la produzione di una reportistica gestionale.

RISCHIO LIQUIDITÀ

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente sotto forma di inadempimento ai propri impegni di pagamento,

e può assumere forme diverse, in funzione dell’ambito in cui tale rischio è generato.

Si distingue tra funding liquidity risk e market liquidity risk.

Per funding liquidity risk si intende il rischio che la banca non sia in grado di far fronte in modo efficiente

alle proprie uscite di cassa sia attese che inattese, correnti e future, e alle esigenze di collateral, senza

pregiudicare l’operatività quotidiana o la situazione finanziaria della banca stessa.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Per market liquidity risk si intende invece il rischio che la banca non sia in grado di liquidare una attività

finanziaria senza incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di

riferimento o di disordini nello stesso.

Le due forme di rischio di liquidità sono spesso fortemente correlate, e possono manifestarsi a fronte dei

medesimi fattori scatenanti. Solitamente, tuttavia, il market liquidity risk viene ascritto all’ambito dei rischi

di mercato (rischio di prezzo), pertanto i processi e i regolamenti volti a misurare, controllare e mitigare il

rischio di liquidità si focalizzano sull’aspetto del funding risk.

Si distingue inoltre tra:

- mismatch liquidity risk;

- contingency liquidity risk..

Il reperimento dei fondi per far fronte ai propri impegni di pagamento si articola secondo diverse modalità:

- utilizzando i flussi in entrata derivanti dai propri assets giunti a scadenza;

- detenendo cash o assets facilmente liquidabili;

- ricorrendo a finanziamenti sul mercato interbancario;

- ricorrendo a finanziamenti sul mercato secured: partecipando alle operazioni di rifinanziamento

presso la BCE e/o presso controparti di mercato;

- con emissioni obbligazionarie;

- utilizzando altre forme di raccolta strutturata che non hanno esclusivamente finalità di riduzione del

rischio di liquidità (i.e. cartolarizzazioni).

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di liquidità.

La Capogruppo BIM:

- definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;

- è responsabile della Policy del rischio di liquidità;

- è responsabile del Contigency Funding Plan.

Gli attori coinvolti nel rischio di liquidità sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Amministratore Delegato;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management,

- Area Mercati Finanziari-Funzione ALM

- Area Mercati Finanziari-Funzione Capital Market

- Area Strategia e Sviluppo;

- Area Amministrativa ed Operations;

- Internal Audit.

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Informativa al mercato Pillar 3

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c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

La Banca è attualmente impegnata nello sviluppo di una metodologia per la gestione del rischio di liquidità

in coerenza con il proprio processo gestionale.

La Banca deve quindi:

� valutare la propria posizione finanziaria netta attraverso specifici modelli di misurazione della liquidità a

breve e della liquidità a medio/lungo termine.

� definire e adottare un piano di emergenza, il Contingency Funding Plan –CFP-, per la gestione della

liquidità in condizioni di stress e/o di crisi di liquidità caratterizzate da bassa probabilità di accadimento

e da impatto elevato. Il CFP ha quale principale finalità la protezione del patrimonio della Banca in

situazioni di drenaggio di liquidità attraverso la predisposizione di strategie di gestione della crisi e

procedure per il reperimento di fonti di finanziamento in caso di emergenza.

Il processo di Liquidity Risk Management, la cui finalità è l’individuazione, la valutazione e la gestione del

rischio di liquidità, si articola nelle fasi:

- definizione/revisione del modello;

- definizione/ revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza;

- monitoraggio rischi e reporting;

- operatività straordinaria.

Modello

Le attività previste in tale sotto-processo sono in carico alla Funzione di Risk Management che opera in

stretta collaborazione con l’Area Mercati Finanziari. Relativamente alla definizione delle linee guida degli

scenari di stress del rischio di liquidità, è previsto inoltre un coinvolgimento dell’Area Strategia e Sviluppo.

Il sotto-processo è strutturato in quattro fasi:

1. Definizione/ revisione del modello per la gestione del rischio

L’obiettivo di tale fase consiste nel formulare, e successivamente deliberare, la proposta del modello di

gestione del rischio di liquidità (aspetti metodologici, di sistema e/o organizzativi).

2. Definizione del Contingency Funding Plan

L’obiettivo di tale fase consiste nel formulare, e successivamente deliberare, la proposta del Contingency

Funding Plan (aspetti strategici e metodologici).

3. Test del modello di misurazione del rischio di liquidità e degli indicatori di Contingency

L’obiettivo di tale fase consiste nel testare il modello e gli indicatori, anche tramite analisi quantitative e di

stress, al fine di verificarne la validità e la coerenza rispetto all'operatività della Banca e del Gruppo.

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Informativa al mercato Pillar 3

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4. Approvazione e implementazione

L’obiettivo di tale fase consiste nell’approvazione e successiva implementazione del modello di gestione del

rischio di liquidità e del Contingency Funding Plan.

Il Comitato Rischi analizza la documentazione metodologica ed eventualmente comunica le osservazioni al

Risk Management.

In caso di prima definizione del framework metodologico, è richiesta l’approvazione da parte del Consiglio

di Amministrazione.

La Policy del rischio di liquidità e il piano di Contingency dopo l’approvazione da parte del Consiglio di

Amministrazione sono comunicati alle strutture operative coinvolte nel processo di gestione del rischio.

Limiti operativi e soglie di sorveglianza

L’obiettivo di tale sotto-processo consiste nell’assegnazione o nell'eventuale revisione dei limiti operativi e

delle soglie di sorveglianza riguardanti la gestione del rischio di liquidità a breve e la liquidità strutturale a

livello di Gruppo e di singola società esposta al rischio.

In particolare vengono definiti:

- limiti di liquidità a breve;

- limiti di liquidità strutturale;

- soglie di sorveglianza.

Monitoraggio rischi e reporting

La Funzione Risk Management monitora periodicamente i limiti operativi e segnala tempestivamente alla

struttura operativa interessata (Banca o Società Controllata) gli eventuali sconfinamenti, riportando i più

significativi al Comitato Rischi nel corso della prima seduta utile. Oltre ai limiti operativi, la Funzione Risk

Management monitora anche le soglie di sorveglianza, al fine di anticipare le situazioni di crisi e garantire

una gestione del rischio di liquidità allineata alle linee strategiche definite dal Consiglio di Amministrazione

e all’operatività del Gruppo.

Operatività straordinaria

Le Aree operative o il referente della Controllata devono richiedere alla Funzione Risk Management una

valutazione dell'impatto che operazioni di importo rilevante potrebbero avere sul profilo di rischio di

liquidità del Gruppo. La Funzione Risk Management effettua le opportune considerazioni, condividendole

con il responsabile delle Aree proponenti o con il referente della Controllata; se gli impatti risultano rilevanti,

è necessario informare il Comitato Rischi per l’eventuale approvazione dell’operazione e avvio delle attività

operative.

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Informativa al mercato Pillar 3

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c) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa

della loro efficacia

Il monitoraggio e la gestione del rischio di liquidità vengono condotti sia in condizioni di normale corso

degli affari che in condizioni di stress e/o di crisi di liquidità caratterizzate da bassa probabilità di

accadimento e da impatto elevato.

A tal fine, la Banca ha predisposto un Contingency Funding Plan, che costituisce il documento che individua

gli obiettivi, i processi e le strategie di intervento in caso si verifichino situazioni di stress o di crisi.

Le analisi di stress test sono condotte periodicamente, con frequenza trimestrale, dalla Funzione Risk

Management

Reporting rischio di liquidità

In attesa del completamento del sistema di reporting la Banca si avvale, con frequenza settimanale, delle

informazioni desumibili dai report “liquidità a breve” e “liquidità strutturale banking book”

Il maturity ladder e gli scenari di stress sono in corso di definizione.

RISCHIO STRATEGICO

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Il rischio strategico è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da

cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa

reattività a variazioni del contesto competitivo.

BIM ha sviluppato un framework metodologico a supporto della comprensione e della gestione dei rischi

strategici individuati e analizzati composto dai seguenti modelli di riferimento:

- strategic factors model

- strategic risk model.

Strategic factors model

In tale modello sono individuati i fattori strategici sui quali possono impattare gli eventi di rischio. I fattori

strategici individuati si suddividono in due tipologie:

- fattori strategici di business;

- fattori strategici di governo.

Strategic risk model

In tale modello sono individuate le tipologie di rischio strategico che possono avere ripercussione sulle

strategie della Banca e del Gruppo.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Le tipologie di rischio individuate si suddividono in:

- eventi di rischio interni;

- eventi di rischio esterni.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio strategico.

Gli attori coinvolti nel rischio strategico sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management;

- Area Strategia e Sviluppo;

- Aree operative;

- Internal Audit.

c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Secondo l’approccio qualitativo adottato dalla Banca e dal Gruppo, i rischi strategici sono rilevati e valutati

dai singoli owner, con il supporto operativo del Risk Management, secondo la metodologia di Risk Self

Assessment.

Il processo di strategic risk management, finalizzato ad individuare, gestire e mitigare il rischio strategico, è

un processo annuale che si articola nelle seguenti quattro fasi:

- analisi preliminare

- rilevazione e valutazione dei rischi

- reporting

- risk treatment

d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa

della loro efficacia

Reporting

L’obiettivo principale della fase è la produzione della reportistica direzionale relativa all’esposizione della

Banca e del Gruppo ai rischi strategici.

Risk Treatment

L’obiettivo di questa fase è di definire eventuali interventi correttivi per la mitigazione di rischi ritenuti

troppo elevati.

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Informativa al mercato Pillar 3

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RISCHIO REPUTAZIONALE

a) Strategie e processi per la gestione dei rischi

Il rischio reputazionale è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una

percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca,

investitori o autorità di vigilanza.

BIM ha sviluppato un framework metodologico a supporto della comprensione e della gestione dei rischi

reputazionali individuati e analizzati composto dai seguenti modelli di riferimento:

- reputational drivers model;

- stakeholders model;

- modello degli Effetti.

Il reputational drivers model identifica gli ambiti tipici di operatività dai quali possono generarsi eventi di

rischio in grado di influenzare negativamente la reputazione della Banca.

Lo stakeholders model individua i principali soggetti i cui comportamenti sono influenzati dalla reputazione

della Banca.

Il modello degli effetti riporta le possibili conseguenze negative derivanti dal verificarsi di un evento di

rischio reputazionale.

b) Aspetti organizzativi di gestione del rischio

Il modello di governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio reputazionale.

La Capogruppo BIM:

- definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo;

- è responsabile della Policy di rischio reputazionale.

Gli attori coinvolti nel rischio reputazionale sono:

- Consiglio di Amministrazione;

- Comitato Rischi;

- Funzione Risk Management;

- Funzione Compliance e Antiriciclaggio;

- Aree operative;

- Internal Audit.

c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio

Secondo l’approccio qualitativo adottato dalla Banca, i rischi reputazionali sono rilevati e valutati dai singoli

owner, con il supporto operativo del Risk Management, secondo la metodologia di Risk Self Assessment.

Il processo di Reputational Risk Management, finalizzato ad individuare, gestire e mitigare il rischio

reputazionale, è un processo annuale che si articola nelle seguenti quattro fasi:

- analisi preliminare;

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Informativa al mercato Pillar 3

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- rilevazione e valutazione del rischio;

- reporting;

- risk treatment.

d) Politiche di copertura, attenuazione del rischio e processi per la verifica continuativa

della loro efficacia

Reporting

I rischi precedentemente rilevati, valutati e normalizzati sono riportati in specifici report, la cui funzione è

quella di supportare il Consiglio di Amministrazione e il Comitato Rischi nella comprensione delle Aree

principalmente esposte al rischio reputazionale e, conseguentemente, nella definizione degli interventi di

mitigazione dei rischi.

Risk Treatment

L’obiettivo di questa fase è di definire eventuali interventi correttivi per la mitigazione di rischi ritenuti

troppo elevati

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Informativa al mercato Pillar 3

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Tavola 2 – Ambito di applicazione

Informativa qualitativa

Il bilancio consolidato include la Capogruppo Banca Intermobiliare e le società da questa direttamente o

indirettamente controllate o collegate. Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Capogruppo

possiede direttamente o indirettamente più della metà dei diritti di voto (anche “potenziali”), o quando, pur

con una quota di diritti di voto inferiore, ha il potere di nominare la maggioranza degli amministratori della

partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative della stessa.

Sono considerate collegate, e quindi sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali la Capogruppo

direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto (anche “potenziali”) o nelle quali ha

il potere, in virtù di patti di sindacato, di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e

gestionali.

Rispetto al bilancio consolidato al 31.12.2008, l’area di consolidamento del Gruppo Banca Intermobiliare

presenta variazioni di perimetro per la cessione della partecipazione collegata in Ipi S.p.A. iscritta in bilancio

al 31.12.2008 alla voce 100 “Partecipazioni” e successivamente riclassificata e dimessa alla voce 150

“Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.

Si segnala inoltre che in data 29 dicembre 2009 la Capogruppo Banca Intermobiliare ha provveduto mediante

atto pubblico all’acquisizione del 100% delle azioni della società Immobiliare D S.r.l. nell’ambito di una

operazione volta al recupero di un’esposizione creditizia garantita da immobili detenuti dalla partecipazione

acquisita. Detta partecipazione di controllo è stata iscritta tra le attività in via di dismissione così come

disciplinato dall’Ifrs 5. Per maggiori informazioni si fa rimando alla Parte B “Informazioni sullo stato

patrimoniale consolidato” – Sezione 15 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e

passività associate.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Nel prospetto che segue sono riportate le partecipazioni incluse nell’area di consolidamento. Partecipazioni in società controllate in via esclusiva e in modo congiunto (consolidamento proporzionale)

Rapporto di partecipazione

Denominazioni Sede Tipo di

rapporto (a) Impresa

partecipante

Quota di parteci-pazione

%

Disponibilità voti %

(b)

A. Imprese A. PARTECIPAZIONI DI CONTROLLO A.1 Consolidate integralmente

1. Symphonia SGR S.p.A. Milano 1 Banca Intermobiliare 100% 100%

2. Intra Private Bank S.p.A Verbani

a 1 Banca Intermobiliare 67% 67%

3. Bim Intermobiliare di Investimenti e Gestioni (Suisse) S.A. Lugano 1

Banca Intermobiliare 100% 100%

4. Patio Lugano SA Lugano 1 Bim Suisse 100% 100%

5. Bim Immobiliare S.r.l Torino 1 Banca Intermobiliare 100% 100%

6. Bim Fiduciaria S.p.A. Torino 1 Banca Intermobiliare 100% 100%

7. Bim Alternative Investments SGR S.p.A. Torino 1 Banca Intermobiliare 100% 100%

8. Bim Insurance Brokers S.p.A. Torino 1 Banca Intermobiliare 51% 51%

9. Immobiliare D S.r.l. Milano 1 Banca Intermobiliare 100% 100%

(a) Tipo di rapporto: 1. maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria

(b) La disponibilità di voti nell’Assemblea ordinaria sono tutti effettivi

Metodi di consolidamento I bilanci utilizzati per il consolidamento sono quelli appositamente predisposti dalle singole società,

opportunamente adeguati e riclassificati per allinearli ai principi contabili e agli schemi di presentazione

previsti per il bilancio consolidato di Banca Intermobiliare.

I bilanci oggetto di consolidamento sono riferiti alla stessa data di chiusura della Capogruppo.

Oltre alla Capogruppo, tutte le imprese controllate sono consolidate sulla base dei rispettivi bilanci al

31.12.2009, “linea per linea”. Il consolidamento della partecipazione di controllo Immobiliare D è stata

consolidata elidendo il patrimonio netto della società in contropartita del valore di carico della

partecipazione, elidendo i rapporti intercompany e valorizzando la voce di bilancio 150 dell’attivo e voce 90

del passivo.

I valori del bilancio d’esercizio della controllata svizzera che redige la propria situazione contabile nella

propria valuta locale, sono convertiti in € secondo le seguenti modalità: per i valori patrimoniali è stato

utilizzato il cambio corrente della data di chiusura dell’esercizio, mentre per i valori economici il cambio

medio del periodo 01.01.09 – 31.12.09. La differenza tra risultato patrimoniale e risultato economico, dovuta

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Informativa al mercato Pillar 3

30

all’utilizzo dei due diversi cambi, nonché la differenza tra la valutazione del capitale sociale al cambio

storico rispetto al cambio di fine periodo sono stati riclassificati nelle riserve di patrimonio netto.

La partecipazione assicurativa in Bim Vita S.p.A. detenuta pariteticamente con la società Fondiaria-Sai

S.p.A. è stata valutata con il metodo del patrimonio netto come previsto dai principi contabili Ias/Ifrs.

Consolidamento integrale Il metodo integrale comporta l’acquisizione “linea per linea” degli aggregati di stato patrimoniale e di conto

economico delle società controllate. Le partecipazioni nelle imprese controllate incluse nel consolidamento

sono state compensate con la corrispondente frazione di patrimonio netto di tali imprese.

Differenza di consolidamento

Le differenze risultanti da questa operazione, se positive, sono rilevate – dopo l’eventuale imputazione a

elementi dell’attivo o del passivo della controllata – come avviamento nella voce “Attività immateriali” alla

data di primo consolidamento e, successivamente, tra le “Altre riserve”.

Le differenze positive di consolidamento sono oggetto periodicamente ad impairment test al fine di

verificare l’adeguatezza del relativo valore di iscrizione in bilancio. Nel caso in cui il valore recuperabile

dell’avviamento risulti inferiore al valore di iscrizione, si procede alla rilevazione a conto economico della

differenza.

Eliminazione dei rapporti reciproci Dal bilancio consolidato sono stati eliminati: • i rapporti attivi e passivi

• i proventi e gli oneri, relativi ad operazioni effettuate, ed i profitti e le perdite, risultanti da operazioni di

negoziazione.

Dividendi Gli eventuali dividendi delle partecipate, incluse nel consolidamento con il metodo integrale o valutate col

metodo del patrimonio netto, iscritti nel conto economico della partecipante sono eliminati accreditando, in

contropartita, il conto "utili/perdite portate a nuovo" del bilancio consolidato.

Fiscalità differita sulle rettifiche di consolidamento

Le rettifiche operate in sede di consolidamento, qualora ne ricorrano le condizioni, danno luogo alla

rilevazione delle imposte differite e anticipate.

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Informativa al mercato Pillar 3

31

Valutazione con il metodo del patrimonio netto Il metodo consiste nell’attribuire alle partecipate un valore del loro patrimonio netto pari alla quota di

pertinenza del Gruppo, comprensivo del risultato economico di periodo. In particolare si prevede l’iscrizione

iniziale della partecipazione al costo ed il suo successivo adeguamento sulla base della quota di pertinenza

nel patrimonio netto della partecipata.

Le differenze tra il valore della partecipazione ed il patrimonio netto della partecipata sono incluse nel valore

contabile della partecipata. Se il valore di una partecipazione subisce una riduzione, si procede alla stima del

valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri

che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Il pro quota dei

risultati d’esercizio della partecipata è rilevato in specifica voce del conto economico consolidato.

Il bilancio d’esercizio delle società valutate con il metodo del patrimonio al 31.12.2009 netto è stato redatto

secondo i principi contabili internazionali.

Gruppo Bancario Banca Intermobiliare

Banche Asset management Servizi Fiduciari Assicurazioni Società Immobiliari

BIM Suisse S.A.100%

Symphonia SGR100%

BIM Insurance Broker51%

BIM Immobiliare100%

BIM Fiduciaria S.p.A.100%

BIM Alternative Investments SGR

100%

BIM Vita50%

Patio Lugano SA100%

Intra Private Bank67.8%

• Le azioni che formano il capitale sociale della Banca Intermobiliare S.p.A. sono quotate alla Borsa

di Milano. La società Cofito S.p.A. detiene una partecipazione maggioritaria nel capitale della

Banca e risulta dunque azionista di controllo.

• Banca Intermobiliare S.p.A. controlla direttamente: la Banca Intermobiliare di Investimenti e

Gestioni (Suisse) S.A., le due società di gestione del risparmio (Symphonia Sgr S.p.A. e Bim

Alternative Investments Sgr S.p.A), la fiduciaria Bim Fiduciaria S.p.A e la società immobiliare

Bim Immobiliare S.r.l. Il capitale delle predette società è interamente controllato dalla Capogruppo.

• Intra Private Bank S.p.A., acquisita mediante un’operazione di compravendita avente effetti

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Informativa al mercato Pillar 3

32

giuridici, contabili e fiscali a decorrere dal 31 dicembre 2008, è partecipata per il 67,283% da

Banca Intermobiliare S.p.A. e per la quota restante pari al 32,717% da soggetti terzi. In data 29

luglio 2009 l’Assemblea Straordinaria della controllata ha deliberato la modifica della

denominazione sociale in Banca Ipibi Financial Advisory S.p.A o in breve Banca IPIBI.

• Bim Vita S.p.A. è sottoposta al controllo paritetico di Banca Intermobiliare di Investimenti e

Gestioni S.p.A. (50%) e di Fondiaria-Sai S.p.A. (50%).

• Bim Insurance Brokers S.p.A. è partecipata da Banca Intermobiliare S.p.A (51%) e da soggetti

terzi (49%).

• Patio Lugano S.A. (società immobiliare) è controllata al 100% dalla Banca Intermobiliare di

Investimenti e Gestioni (Suisse) S.A.

Area di consolidamento

Società capogruppo:

• Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni S.p.A.

Società controllate al 100%, consolidate integralmente:

• Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni (Suisse) S.A.

• Symphonia SGR S.p.A.

• Bim Alternative Investments SGR S.p.A.

• Bim Fiduciaria S.p.A.

• Patio Lugano S.A.

Società controllate non al 100%, consolidate integralmente:

• Banca Ipibi Financial Advisory S.p.A

Partecipazioni non del Gruppo bancario Società controllate al 100%, consolidate integralmente:

• Bim Immobiliare S.r.l.

Società controllate non al 100%, consolidate integralmente:

• Bim Insurance Brokers S.p.A.

Società controllate al 100%, consolidate secondo l’IFRS 5:

• Immobiliare D, società in via di dismissione e acquistata per recupero crediti al valore netto di

Euro 100

Società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto:

• Bim Vita S.p.A.

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Informativa al mercato Pillar 3

33

Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza

Informativa qualitativa

Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma di componenti positive, incluse con alcune

limitazioni, e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella

piena disponibilità del Gruppo, al fine di utilizzarle nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali. Il patrimonio

di vigilanza è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni; in

particolare si deducono le interessenze azionarie (partecipazioni e azioni appartenenti al portafoglio di

negoziazione) e le altre poste (strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di patrimonializzazione e

attività subordinate) emesse da tali enti, nonché i cosiddetti “filtri prudenziali” come meglio precisato nel

seguito. Le interessenze azionarie nonché le altre poste vengono dedotte per il 50% dal patrimonio di base e

per il 50% dal patrimonio supplementare.

Le nuove disposizioni sono finalizzate ad armonizzare i criteri di determinazione del patrimonio di vigilanza

e dei coefficienti con i principi contabili internazionali. In particolare esse prevedono dei cosiddetti “filtri

prudenziali” indicati dal Comitato di Basilea nel disciplinare i criteri a cui gli organismi di vigilanza nazionali

devono attenersi per l’armonizzazione delle norme regolamentari con i nuovi criteri di bilancio.

I filtri prudenziali, che hanno lo scopo di salvaguardare la qualità del patrimonio di vigilanza e di ridurne la

potenziale volatilità indotta dall’applicazione dei nuovi principi, si sostanziano in alcune correzioni dei dati

contabili prima del loro utilizzo ai fini di vigilanza.

In particolare, le nuove disposizioni prevedono che:

- per le attività finanziarie detenute per la negoziazione, siano pienamente rilevanti sia gli utili che le perdite

non realizzati;

- per le attività finanziarie disponibili per la vendita, gli utili e le perdite non realizzati vengano compensati: il

saldo, se negativo riduce il patrimonio di base, se positivo contribuisce per il 50% al patrimonio

supplementare. Inoltre vengono sterilizzati eventuali profitti e perdite non realizzati su crediti classificati

come attività disponibili per la vendita;

- per le partecipazioni detenute in imprese di assicurazione, è prevista la deduzione al 50% dal patrimonio di

base e al 50% da quello supplementare per le quote di società assunte dopo il 20 luglio 2006, mentre le quote

di società assunte prima del 20 luglio 2006 vengono dedotte interamente dal patrimonio di base e

supplementare.

In base alla istruzioni di Vigilanza, il patrimonio del Gruppo creditizio deve rappresentare almeno l’8% del

totale delle attività ponderate (total capital ratio), in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base

alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio paese ed alle garanzie ricevute. Le banche sono

inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all’attività di intermediazione: tali rischi di mercato

sono calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione distintamente per i diversi tipi di rischio: rischio di

posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione.

Con riferimento all’intero bilancio, occorre inoltre determinare il rischio cambio ed il rischio di posizione su

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Informativa al mercato Pillar 3

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merci. E’ consentito l’utilizzo di modelli interni per determinare il requisito patrimoniale dei rischi di

mercato; il gruppo Banca Intermobiliare utilizza il metodo standard.

Patrimonio di base

Il patrimonio di base comprende il capitale versato, il sovrapprezzo di emissione, le riserve di utili (inclusa la

riserva di prima applicazione IAS/IFRS diversa da quelle che sono rilevate tra le riserve da valutazione) e il

patrimonio di terzi al netto delle azioni o quote proprie in portafoglio, delle attività immateriali, nonché delle

eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello corrente. Comprende anche eventuali

strumenti innovativi e non innovativi di capitale da computarsi entro i limiti indicati dalla normativa.

Per il Gruppo Banca Intermobiliare non sono presenti strumenti innovativi e non innovativi di capitale.

Dal patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre vengono detratte le interessenze azionarie

(partecipazioni e azioni) e le altre poste (strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di

patrimonializzazione e attività subordinate) emessi da tali enti, nonché le partecipazioni in società

assicurative assunte dopo il 20 luglio 2006 per una quota pari al 50%.

Per il gruppo banca Intermobiliare non sono presenti interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari da

dedurre dal patrimonio di base.

Patrimonio supplementare

Il patrimonio supplementare include le riserve da valutazione, tenendo conto dei filtri prudenziali, gli

strumenti ibridi di patrimonializzazione, le passività subordinate, al netto di altri elementi negativi.

Le passività subordinate possono essere computate solamente nel limite del 50% del patrimonio di base al

lordo degli elementi da dedurre. Nel caso del Gruppo Banca Intermobiliare il patrimonio supplementare

comprende come prestito subordinato il prestito obbligazionario convertibile emesso, la cui quota

computabile ammonta a 132.124.054 euro, pari appunto al limite summenzionato. L’eventuale eccedenza

può essere computata nel patrimonio di 3’ livello fino a concorrenza dei limiti previsti.

Dal patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre vengono detratte le interessenze azionarie

(partecipazioni e azioni) e le altre poste (strumenti innovativi di capitale, strumenti ibridi di

patrimonializzazione e attività subordinate) emessi da tali enti, nonché le partecipazioni in società

assicurative assunte dopo il 20 luglio 2006 per una quota pari al 50%.

Per il Gruppo Banca Intermobiliare non sono presenti interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari da

dedurre dal patrimonio supplementare.

Patrimonio di terzo livello

Gli elementi patrimoniali rientranti nel patrimonio di 3° livello possono essere utilizzati soltanto a copertura

dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato ed entro il limite del 71,4 per cento dei requisiti stessi. Con

riferimento al Gruppo Banca Intermobiliare al 31.12.2009 sono presenti strumenti computabili ai fini del

calcolo del patrimonio di vigilanza di terzo livello per un importo di 11.577.772 euro, pari appunto al 71,41%

dei rischi di mercato consolidati.

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Informativa al mercato Pillar 3

35

In merito alle informazioni sintetiche circa gli elementi patrimoniali degli strumenti innovativi di capitale,

verranno di seguito elencate le principali caratteristiche contrattuali del prestito obbligazionario BIM 1.5%

2005-2015 subordinato convertibile in azioni ordinarie.

Caratteristiche degli strumenti finanziari

Tasso di interesse

Data di emissione

Data di scadenza

Rimborso anticipato a partire

dal

Valore Nominale

Valore computabile

nel patrimonio di

vigilanzaz Prestito obbligazionario subordinato convertibile

1,5% 29/07/2005 29/07/2015 No 154.055.000 132.124.054

Informativa quantitativa

Il capitale interno complessivo è determinato attraverso la quantificazione del capitale interno relativo a tutti

i singoli rischi individuati dalla banca come rilevanti.

Data l’appartenenza della Banca alla classe 3, in virtù del principio di proporzionalità, il capitale interno

complessivo, è stato calcolato secondo il c.d. "approccio a blocchi (Building-block approach)", che consiste

nel sommare ai requisiti regolamentari a fronte dei rischi di primo pilastro, l’eventuale capitale interno

relativo agli altri rischi rilevanti (secondo pilastro), tenuto conto anche di esigenze di capitale dovute a

considerazioni di carattere strategico. Tale approccio è un’ipotesi semplificatrice che non tiene conto della

correlazione tra i rischi e del conseguente eventuale beneficio derivante dalla diversificazione degli stessi.

Il Gruppo BIM ha scelto di adottare quale definizione di Capitale Complessivo a copertura dei rischi

originati dall’operatività, la nozione di Patrimonio di Vigilanza consolidato, in virtù di tale assunzione viene

meno la necessità di riconciliare il Capitale Complessivo con il Patrimonio di Vigilanza.

Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09

PATRIMONIO DI BASE (euro con decimali)

ELEMENTI POSITIVI: 1 - Capitale 161,819,593 2 - Sovrapprezzi di emissione 139,779 3 - Riserve 220,005,583 4 - Strumenti non innovativi di capitale 5 - Strumenti innovativi di capitale 6 - Utili del periodo 7,167,541 Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio di base 7 - Fair value option:variazioni del proprio merito creditizio 8 - Azioni rimborsabili 9 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio di base

10 - Altri filtri prudenziali positivi 11 - Totale degli elementi positivi del patrimonio di base 389,132,496

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Informativa al mercato Pillar 3

36

Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09

ELEMENTI NEGATIVI: 12 - Azioni o quote proprie 33,801,567 13 - Avviamento 65,294,350 14 - Altre immobilizzazioni immateriali 25,788,470 15 - Perdita del periodo Altri elementi negativi 16 - Rettifiche di valore di vigilanza relative al "portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza"

17 - Altri Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base 18 - Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio Riserve negative su titoli disponibili per la vendita: 19 - Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 20 - Titoli di debito 21 - Plusvalenza cumulata netta su attività materiali 22 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrimonio di base

23 - Altri filtri negativi 24 - Totale degli elementi negativi del patrimonio di base 124,884,387 PATRIMONIO DI BASE AL LORDO DEGLI ELEMENTI DA DEDU RRE: 25 - Valore positivo 264,248,109 26 - Valore negativo ELEMENTI DA DEDURRE: Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato

27 - Interessenze azionarie 28 - Strumenti non innovativi di capitale 29 - Srumenti innovativi di capitale 30 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 31 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% ma inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato

32 - Interessenze azionarie 33 - Strumenti non innovativi di capitale 34 - Srumenti innovativi di capitale 35 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 36 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato

37 - Interessenze azionarie 38 - Strumenti non innovativi di capitale 39 - Srumenti innovativi di capitale 40 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 41 - Strumenti subordinati Partecipazioni in società di assicurazione: 42 - Partecipazioni 43 - Strumenti subordinati 44 - Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive 45 - Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni 46 - Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP

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Informativa al mercato Pillar 3

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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09

47 - Totale elementi da dedurre TOTALE PATRIMONIO DI BASE: 48 - Valore positivo 264,248,109 49 - Valore negativo

PATRIMONIO SUPPLEMENTARE

ELEMENTI POSITIVI: Riserve da valutazione Attività materiali 50 - Leggi speciali di rivalutazione 51 - Attività materiali ad uso funzionale 14,168,485 Riserve positive su titoli disponibili per la vendita: 52 - Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 1,415,480 53 - Titoli di debito 1,000,139 54 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base 55 - Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base 56 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 57 - Passività subordinate di 2° livello 132,124,054.5 58 - Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese 59 - Plusvalenze nette su partecipazioni 60 - Altri elementi positivi 565,689 Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio supplementare 61 - Plusvalenza cumulata netta su attività materiali 62 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrim. supplementare

63 - Altri filtri positivi 64 - Totale degli elementi positivi del patrimonio supplementare 149,273,847.5 ELEMENTI NEGATIVI: 65 - Minusvalenze nette su partecipazioni 66 - Crediti 67 - Altri elementi negativi Filtri prudenziali: deduzioni dal patrimonio supplementare 68 - Quota non computabile della riserva da valutazione su attività materiali ad uso funzionale

Quota non computabile delle riserve positive su titoli disponibili per la vendita: 69 - Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 707,740 70 - Titoli di debito 500,070 71 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel PS 72 - Passività subordinate di 2° livello e strumenti ibridi di patrimonializzazione oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel PS.

73 - Altri filtri negativi 74 - Totale elementi negativi del patrim. supplementare 1,207,809.5 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE AL LORDO DEGLI ELEMENTI D A DEDURRE:

75 - Valore positivo 148,066,038 76 - Eccedenza rispetto al patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre 77 - Valore positivo ammesso 148,066,038 78 - Valore negativo ELEMENTI DA DEDURRE:

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Informativa al mercato Pillar 3

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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09

Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato

79 - Interessenze azionarie 80 - Strumenti non innovativi di capitale 81 - Srumenti innovativi di capitale 82 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 83 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% ma inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato

84 - Interessenze azionarie 85 - Strumenti non innovativi di capitale 86 - Srumenti innovativi di capitale 87 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 88 - Strumenti subordinati Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell'ente partecipato

89 - Interessenze azionarie 90 - Strumenti non innovativi di capitale 91 - Srumenti innovativi di capitale 92 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 93 - Strumenti subordinati Partecipazioni in società di assicurazione: 94 - Partecipazioni 95 - Strumenti subordinati 96 - Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive 97 - Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni 98 - Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP 99 - Totale elementi da dedurre PATRIMONIO SUPPLEMENTARE: 100 - Valore positivo 148,066,038 101 - Valore negativo ELEMENTI DA DEDURRE DAL PATRIMONIO DI BASE E DAL P ATRIMONIO SUPPLEMENTARE:

Partecipazioni in società di assicurazione 102 - Partecipazioni 5,996,245 103 - Strumenti subordinati 104 - Totale elementi da dedurre dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare

5,996,245

PATRIMONIO DI VIGILANZA

105 - Valore positivo 406,317,902 106 - Valore negativo

PATRIMONIO DI 3° LIVELLO (euro con decimali)

ELEMENTI POSITIVI 107 - Passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare 11,577,772.66 108 - Passività subordinate di 3° livello 109 - Totale elementi positivi patrimonio di 3° livello 11,577,772.66 ELENMENTI NEGATIVI Filtri prudenziali: deduzioni dal patrimonio di 3° livello:

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Informativa al mercato Pillar 3

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Patrimonio di Vigilanza Consolidato al 31/12/09

110 - Passività subordinate di 2° e 3° livello oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio di 3° livello

111 - Altre deduzioni PATRIMONIO DI 3° LIVELLO 112 - Valore positivo 11,577,772.66 113 - Eccedenza rispetto all'ammontare computabile 114 - Valore positivo ammesso 11,577,772.66

PATRIMONIO DI VIGILANZA INCLUSO IL PATRIMONIO DI 3 ° LIVELLO 115 - Valore positivo 417,895,674.6 116 - Valore negativo

Il patrimonio supplementare prima dell’applicazione dei filtri prudenziali comprende il valore del prestito

subordinato convertibile emesso da Banca Intermobiliare S.p.A. computato entro i limiti previsti dalla

normativa di vigilanza.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa

Per quanto riguarda i requisiti prudenziali, sono stati tutti calcolati secondo la normativa della circolare 263,

che per tali requisiti è entrata in vigore dalla segnalazione di marzo 2008.

Tali requisiti comprendono il rischio di credito e controparte, che sono stati riuniti sotto un’unica voce, i

rischi di mercato, il requisito “rischio operativo”, da intendersi come “il rischio di subire perdite derivanti

dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi

esogeni”.

Il rischio di credito e controparte è stato calcolato secondo la metodologia standardizzata, mentre il rischio

operativo è stato calcolato con il metodo base.

Come risulta dalla tabella sulla composizione del patrimonio di vigilanza e dei rischi, il Gruppo al 31

dicembre 2009 presenta un rapporto tra patrimonio di base ed attività di rischio ponderate pari al 9,87% ed un

rapporto tra patrimonio di vigilanza ed attività di rischio ponderate pari al 15,61%.

Il capitale libero (Excess Capital) è pari a €/mln. 204 (€/mln. 140 a/a) ed è calcolato come differenza tra il

patrimonio di vigilanza incluso il Tier 3 ed il totale dei requisiti prudenziali pillar I.

Nella formulazione delle ipotesi di futuro sviluppo delle attività del Gruppo viene costantemente monitorato

il rispetto dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori necessari ad assecondare la crescita quantitativa e

qualitativa degli impieghi e più in generale delle attività di rischio; ciò avviene correlando tale crescita con il

relativo sviluppo reddituale e verificandone la conseguente capacità di autofinanziamento.

La Funzione Risk Management è responsabile della quantificazione del Capitale Interno Complessivo sia in

ottica attuale che prospettica.

La determinazione del Capitale Interno Complessivo è effettuata aggregando i requisiti patrimoniali dei

rischi di Primo Pilastro con i capitali interni dei rischi di Secondo Pilastro secondo un approccio building

block semplificato, come indicato dalla normativa per le banche di Classe 2 e 3. L’approccio building block

consiste nel sommare algebricamente i singoli capitali interni per ottenere il Capitale Interno Complessivo.

L’Area Strategia e Sviluppo verifica che il Capitale Interno Complessivo prospettico predisposto sia

adeguato agli obiettivi del piano strategico, con lo specifico obiettivo di accertarsi che l’impatto sul

fabbisogno di capitale derivante da eventuali operazioni straordinarie sia correttamente valutato. In tale

contesto viene determinata anche l’eventuale misura aggiuntiva di capitale a sostegno di iniziative di natura

strategica.

L’Area Amministrativa e Operations predispone le informazioni contabili e di vigilanza per la

determinazione della struttura del Capitale Complessivo in ottica attuale e prospettica.

Il Capitale Complessivo è rappresentato dall’insieme degli elementi patrimoniali, che la Banca ritiene

possano essere utilizzati a copertura del Capitale Interno Complessivo, relativo a tutti i rischi assunti.

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Informativa al mercato Pillar 3

41

La Funzione Risk Management in questa fase del processo verifica che il Capitale Complessivo sia adeguato,

rispetto al Capitale Interno Complessivo.

Per gli elementi patrimoniali del Capitale Complessivo, non riconducibili alla definizione di Patrimonio di

Vigilanza ma utilizzabili dalla Banca a copertura del Capitale Interno Complessivo, si procede ad

un’adeguata formalizzazione delle motivazioni che hanno condotto alla loro inclusione.

Qualora si rilevi un fabbisogno di Capitale Interno Complessivo eccedente il Capitale Complessivo

disponibile, la Funzione Risk Management, in seguito alla condivisione con l’Area Amministrativa e

Operations, richiede all’Area Strategia e Sviluppo l’individuazione delle azioni correttive da intraprendere.

La stessa Funzione Risk Management procede alla condivisione delle azioni correttive con le altre funzioni

coinvolte e con il Comitato Rischi. Tali azioni correttive vengono esaminate ed approvate dal CdA.

Informativa quantitativa

Di seguito si riportano la misurazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito e di controparte per

asset class regolamentare, come risultano al 31/12/2009 (importi in Euro). Per BIM Suisse ed Intra Private

Banking (IPB) è stato riportato il totale complessivo non essendo disponibile la medesima fotografia per

asset class regolamentari uniformi.

BIM BIM SUISSE BANCA IPIBI Rischio di Credito e Rischio di Controparte Credito Controparte

Credito +

Controparte

Credito +

Controparte

CLASSE DI ATTIVITA’

Amministrazioni centrali e banche centrali

35,575 -

Intermediari vigilati 14,067,746 1,125,611 Enti territoriali 15,794 - Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico

284,509 11,110

Banche multilaterali di sviluppo 3,784 - Organizzazioni internazionali - - Imprese e altri soggetti 77,535,721 4,597,742 Esposizioni al dettaglio 9,650,808 26,272 Esposizioni a breve termine verso imprese

- -

Esposizioni verso OICR 1,953,584 401 Esposizioni garantite da immobili

9,020,904 -

Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite

- -

Esposizioni scadute 31,340,729 - Esposizioni ad alto rischio 3,216,224 - Altre esposizioni 10,519,801 - Totali Parziali 157,645,178 5,761,137 5,504,179 4,307,136 Requisito Rischio di Credito + Controparte

163,406,315 5,504,179 4,307,136

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Informativa al mercato Pillar 3

42

Rischio di mercato

Di seguito si riporta il Capitale Interno a fronte dei rischi di mercato al 31/12/2009 articolati secondo le

metriche regolamentari (importi in Euro). Il requisito a fronte del rischio di mercato consolidato è dato dalla

somma dei requisiti individuali calcolati dalla Capogruppo, IPB e da Bim Suisse.

Rischio di Mercato BIM BIM SUISSE BANCA IPIBI CONSOLIDATO

Rischio di Posizione

Rischio Generico - Titoli di Debito 2,550,466 216,366 39,619 2,806,451 Rischio Specifico - Titoli di Debito 8,757,019 285,117 - 9,042,136 Rischio Generico - Titoli di Capitale 576,081 49,205 - 625,286 Rischio Specifico - Titoli di Capitale 978,249 49,205 - 1,027,454 OICR 992,321 - - 992,321 Opzioni 437,196 - - 437,196 Rischio di Cambio 1,263,972 18,199 - 1,282,171 Rischio di Posizione su merci 83 - - 83 Rischio di Regolamento - - - - Rischio di Concentrazione - - - - Totale Requisito Rischio di Mercato 15,555,387 618,092 39,619 16,213,098

Rischi operativi

Di seguito si riportano la misurazione del Capitale Interno a fronte dei rischi operativi al 31/12/2009

Rischio Operativo BIM CONSOLIDATO

Margine di Intermediazione

Margine di intermediazione 31.12.2009 113,523,746 152,565,626 Margine di intermediazione 31.12.2008 86.366.409 104.112.424 Margine di intermediazione 31.12.2007 247.746.648 272.016.942 Requisito Rischi Operativi Metodo Base 22,381,840 26,434,750

Coefficienti patrimoniali La posizione patrimoniale consolidata al 31 dicembre 2009 si attesta su valori di solidità (Capital Supply di

circa 417 mln Euro a fronte di Capital Demand, o Capitale Interno Complessivo, di circa 247 mln di Euro);

si evidenza una disponibilità di Capitale complessivo di circa 171 milioni di Euro (Pillar I + Pillar II).

Si riportano di seguito i principali indicatori Tier I Ratio e Solvency Ratio (Total Capital Ratio) alla data di

riferimento.

Tier I Ratio 9.87% Total Capital Ratio 15.61%

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Informativa al mercato Pillar 3

43

Tavola 5 - Rischio di credito : informazioni generali riguardanti tutte le banche

Informativa qualitativa

L’attività creditizia del Gruppo Banca Intermobiliare è rivolta prevalentemente alla clientela private con la

quale il gruppo intrattiene o intende intrattenere un rapporto di prestazione di servizi di investimento e/o

gestione patrimoniale. Coerentemente con la missione del Gruppo, l’attività creditizia ha un ruolo

complementare alla primaria attività di investimento in strumenti finanziari, di gestione e strutturazione dei

patrimoni della clientela e di fidelizzazione nel tempo.

Coerentemente con la definizione condivisa in letteratura ed a livello di sistema, con rischio di credito si

intende la possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio del debitore possa causare una

corrispondente variazione inattesa nel valore di mercato della propria esposizione nei confronti del Gruppo

Banca Intermobiliare. La gestione avviene in due momenti distinti del processo del credito:

- nella fase di valutazione iniziale

- nel corso di tutto il perdurare del rapporto con la controparte.

Al fine di elevare la qualità creditizia del portafoglio crediti il Gruppo Banca Intermobiliare ha ritenuto

opportuno concentrare tutte le fasi relative all’assunzione ed al controllo del rischio presso la Direzione

Generale della Banca ottenendo così, mediante la specializzazione delle risorse e la separazione delle funzioni

ad ogni livello decisionale, un’elevata omogeneità nella concessione del credito ed un forte monitoraggio

delle singole posizioni.

Il processo di erogazione del credito è regolamentato da una codificata procedura interna che definisce i ruoli

degli organi e delle funzioni coinvolte. Nell’ambito e nel rispetto del sistema delle deleghe previsto dal

Consiglio di Amministrazione, sono state assegnate specifiche responsabilità per le attività di valutazione e

assunzione dei rischi. In particolare le Filiali della banca hanno un autonomia deliberativa nell’assunzione del

rischio del credito molto limitata e comunque l’istruttoria delle singole proposte viene sempre eseguita a cura

degli uffici di Direzione. Ai punti operativi è demandato, per contro, lo sviluppo del business sul territorio e

la gestione della relazione con la clientela.

Le attività connesse al credito sono accentrate nell’Area Servizi Finanziari la quale ricomprende:

- l’Ufficio Analisi del Credito a cui è stata demandata l’attività di istruttoria e di valutazione del merito

creditizio della clientela richiedente;

- la Funzione Credito a cui sono state demandate tutte le attività connesse alla messa a disposizione ed

all’amministrazione degli affidamenti deliberati;

- l’Ufficio Monitoraggio e Reportistica a cui è stato demandato il presidio della qualità dei singoli

affidamenti e la verifica nel tempo delle garanzie reali assunte in appoggio agli affidamenti. Segue inoltre

le attività di recupero per le posizioni anomale ed incagliate;

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Informativa al mercato Pillar 3

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Inoltre alla Funzione Risk Management è stato demandato di eseguire il controllo sui rischi di mercato, di

controparte e operativi del Gruppo.

Il rischio di credito è presidiato nel continuo con l’ausilio di procedure e strumenti che consentano una

tempestiva individuazione delle posizioni che presentino particolari anomalie. L’attività di controllo del

credito si basa su una serie di attività svolte con diversa cadenza temporale (giornaliera, settimanale, mensile,

trimestrale e annuale) tutte dedicate alla rilevazione (automatiche e non) di quei diversi indici che possono

segnalare un possibile decadimento della qualità della posizione affidata: anomalo andamento dei rapporti,

perdita di valore delle garanzie accessorie, ritorni negativi sul Sistema (centrale dei rischi, Cai, Cerved ecc,).

Anomalo andamento dei rapporti

- l’attività giornaliera di verifica degli sconfinamenti (procedura sconfini di Cedacri) gestiti in automatico in

base alla griglia di poteri autorizzativi delegati dal C.d.A alle diverse figure aziendali;

- attività mensile di controllo degli scaduti impagati;

- segnalazione trimestrale delle posizioni evidenzianti sconfinamenti persistenti;

Perdita di valore delle garanzie accessorie

- verifica settimanale della congruità delle garanzie pignoratizie tramite applicativo Simox;

- verifica annuale della congruità delle garanzie ipotecarie con applicativo Ribes che sottopone a revisione i

valori delle perizie presenti negli archivi informatici della Banca;

Ritorni negativi sul sistema

- verifica le anomalie rilevate in automatico sui flussi di ritorno Banca d’Italia;

- verifica le segnalazioni in Cai di clienti;

-

La Funzione Risk Management effettua trimestralmente l’analisi andamentale dei requisiti patrimoniali dal

calcolo del rischio di credito e di concentrazione, verificando che siano coerenti con i valori assunti dai

requisiti stessi nei periodi di analisi precedente. Successivamente sottopone i risultati a prove di stress e sulla

base di tali risultati effettua un’analisi sulla capacità del patrimonio del Gruppo di assorbire perdite potenziali

e sulle azioni correttive da intraprendere al fine di ridurre il rischio e preservare il patrimonio.

Nello sviluppo del processo operativo che porta all’erogazione dell’affidamento, la valutazione del merito

creditizio è fondata in prima istanza sull’effettiva capacità del debitore di far fronte agli impegni assunti e

sulla capacità di generare flussi finanziari adeguati (definita dall’Organo di Vigilanza capacità

“esdebitatoria” dell’affidato). A fronte delle concessioni di credito, Banca Intermobiliare acquisisce dalla

controparte idonee garanzie reali su immobili e pegno di strumenti finanziari, oltre a garanzie personali

(contratto autonomo di garanzia). Data l’importanza del ruolo esercitato dalla garanzia nella valutazione

della rischiosità dell’affidamento, la congruità delle garanzie pignoratizie viene monitorato settimanalmente

attraverso la procedura Simox mentre per le garanzie ipotecarie viene aggiornato annualmente il valore di

perizia tramite la procedura Ribes.

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Informativa al mercato Pillar 3

45

Nell’ottica di mitigazione del rischio di credito vengono altresì attivati contratti di marginatura a garanzia

delle esposizioni della clientela nei confronti della Banca con riferimento a strumenti finanziari OTC (Over

The Counter). Il monitoraggio di queste posizioni viene effettuato dalla Funzione Risk Management.

A tutela del rischio controparte vengono utilizzati contratti ISDA (International Swaps and Derivatives

Association, considerato il contratto benchmark di mercato) che permettono di beneficiare di un quadro

normativo a garanzia dell’eventuale netting/unwinding – compensazione/smontaggio delle posizioni con

controparti insolventi.

Attività finanziarie deteriorate

In Banca Intermobiliare i crediti problematici vengono gestiti nell’ambito dell’Area Servizi Finanziari con

riferimento alle posizioni censite a sconfinamenti persistenti, a ristrutturate e ad incaglio e dall’Area Legale e

Controllo con riferimento alle sofferenza.

L’Ufficio Monitoraggio e Reportistica svolge le seguenti attività:

- propone la revoca degli affidamenti per le nuove posizioni in default;

- fornisce assistenza e consulenza per il perfezionamento di accordi di rientro e di ristrutturazione a

sostegno della clientela;

- svolge azioni finalizzate al recupero dei crediti in default e all’acquisizione di garanzie aggiuntive;

- stima le perdite attese in modo analitico a livello di singolo rapporto cliente.

L’Ufficio Legale svolge le seguenti attività:

- successivamente alla delibera di passaggio a sofferenza da parte del comitato competente, gestisce la

chiusura dei rapporti intestati al cliente ed implementa la Procedura sofferenza;

- collabora con lo Studio legale esterno per il recupero del credito e alla stima delle perdite attese in modo

analitico per ciascun rapporto cliente;

- propone eventuale passaggio a perdita in caso di esito negativo delle azioni di recupero del credito e/o non

economicità delle azioni medesime.

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Informativa al mercato Pillar 3

46

Informativa quantitativa Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità

Gruppo bancario

Altre imprese

Totale

S

offe

renz

e

Inca

gli

Esp

osiz

ioni

ris

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tura

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Esp

osiz

ioni

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e

Altr

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tività

Det

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rate

Altr

e

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

- - - - 512.731 - 512.731

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita

- - - - 276.832 - 276.832

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- - - - 5.551 - 5.551

4. Crediti verso banche - - - - 441.354 - 499 441.853

5. Crediti verso clientela 138.461 106.760 1.541 79.690 1.406.405 - 319 1.733.176

6. Attività finanziarie valutate al fair value

- - - - - - -

7. Attività finanziare in corso di dismissione

- - - - - - -

8. Derivati di copertura - - - - - - -

Totale 2009 138.461 106.760 1.541 79.690 2.642.873 - 818 2.970.143

Totale 2008 16.325 193.535 - 26.374 3.061.448 - 505 3.298.187

Esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione

lorda

Rettifiche di valore

specifiche

Rettifiche di valore di

portafoglio

Esposizione Netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze - - - - b) Incagli - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - d) Esposizioni scadute - - - - e) Altre attività 441.354 - - 441.354

TOTALE A 441.354 - - 441.354 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate - - - - b) Altre - - - -

TOTALE B - - - -

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Informativa al mercato Pillar 3

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Esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione

lorda

Rettifiche di valore specifiche

Rettifiche di valore di

portafoglio

Esposizione Netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 203.490 (65.029) X 138.461 b) Incagli 108.320 (1.560) X 106.760 c) Esposizioni ristrutturate 1.989 (448) X 1.541 d) Esposizioni scadute 80.387 (697) X 79.690 e) Altre attività 1.418.754 X (12.349) 1.406.405

TOTALE A 1.812.940 (67.734) (12.349) 1.732.857 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 2.435 (906) X 1.529 b) Altre 77.438 X (740) 76.698

TOTALE B 79.873 (906) (740) 78.227 TOTALE (A+B) 1.892.813 (68.640) (13.089) 1.811.084

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela

Esposizioni/Aree

geografiche ITALIA

ALTRI PAESI EUROPE

AMERICA ASIA RESTO DEL

MONDO

Esp

osi

zion

e lo

rda

Esp

osi

zion

e n

etta

Esp

osi

zion

e lo

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Esp

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zion

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Esp

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Esp

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Esp

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zion

e n

etta

Esp

osi

zion

e lo

rda

Esp

osi

zion

e n

etta

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 135.788 (54.107) 2.625 (3.362) - - - - 35 (7.559)

A.2 Incagli 106.533 (1.459) 52 (23) 174 (78) - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate 1.541 (448) - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute 79.675 (695) - - - - - - 3 - A.5 Altre esposizioni 1.495.388 (12.290) 165.764 (30) 51.114 (18) 1.025 (9) 35 -

TOTALE 1.818.925 (68.999) 168.441 (3.415) 51.288 (96) 1.025 (9) 73 (7.559) B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - 900 (900) - - - - - -

B.2 Incagli 629 (6) - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate 138 (1) - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni 100.204 (731) 9.186 (8) - - - - - -

TOTALE 100.971 (738) 10.086 (908) - - - - - -

TOTALE 2009 1.919.896 (69.737) 178.527 (4.323) 51.288 (96) 1.025 (9) 73 (7.559)

TOTALE 2008 (118.676) (1.809.577) (1.013) (42.769) (18) (1.730) (10) (1.276) 125 -

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Informativa al mercato Pillar 3

48

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso banche Esposizioni/Aree geografiche

ITALIA ALTRI PAESI

EUROPE AMERICA ASIA

RESTO DEL MONDO

Esp

osi

zio

ne

lord

a

Esp

osi

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ne

net

ta

Esp

osi

zio

ne

lord

a

Esp

osi

zio

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lord

a

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Esp

osi

zio

ne

lord

a

Esp

osi

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ne

net

ta

Esp

osi

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ne

lord

a

Esp

osi

zio

ne

net

ta

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

A.2 Incagli - - - - - - - - - - A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - A.5 Altre esposizioni 342.575 342.575 88.946 88.946 10.332 10.332 - - - -

TOTALE 342.575 342.575 88.946 88.946 10.332 10.332 - - - - B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

B.2 Incagli - - - - - - - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - B.4 Altre esposizioni - - - - - - - - - -

TOTALE - - - - - - - - - -

TOTALE 2009 342.575 342.575 88.946 88.946 10.332 10.332 - - - -

TOTALE 2008 326.839 326.839 72.143 72.143 10.163 10.163 - - - -

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Informativa al mercato Pillar 3

49

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela

Esposizioni/Controparti

Governi Altri enti pubblici

Società finanziarie

Imprese di assicurazione

Imprese non finanziarie

Altri soggetti

Esp

osiz

ione

ne

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Re

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valo

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peci

fiche

Re

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he

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Esp

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fiche

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glio

Esp

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Esp

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he

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he

valo

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tafo

glio

Esp

osiz

ione

ne

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Re

ttific

he

valo

re s

peci

fiche

Re

ttific

he

valo

re d

i por

tafo

glio

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - 4.226 (4.555) - - - - 121.0

18

(36.892) - 13.219

(23.581) -

A.2 Incagli - - - - - - 29.655 (58) - - - - 75.42

2

(1.065) - 1.682

(437) - A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - 745

(432) - 796

(16) -

A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - -

73.532

(657) - 6.159

(38) -

A.5 Altre esposizioni

125.116 - -

1.109 - - 284.740 - (89) 8.580 - -

776.138 -

(7.517) 517.477 -

(4.744)

TOTALE (A)

125.116 - -

1.109 - - 318.621 (4.613) (89) 8.580 - -

1.046.855

(39.046)

(7.517) 539.333

(24.072)

(4.744)

B. Esposizioni “fuori bilancio” -

B.1 Sofferenze - - - - - - 900 (900) - - - - - - - - - -

B.2 Incagli - - - - - - - - - - - - 629

(6) - - - - B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - 138

(1) -

B.4 Altre esposizioni - - - - - - 22.678 - (11) - - -

55.157 -

(527) 31.557 -

(201)

TOTALE (B) - - - - - - 23.578 (900) (11) - - - 55.78

6

(6)

(527) 31.695

(1)

(201)

TOTALE (A+B) 2009

125.116 - - - - - 342.199 (5.513) (100) 8.580 - -

1.102.641

(39.052)

(8.044) 571.028

(24.073)

(4.945)

TOTALE (A+B) 2008 - - - - - - 494.451 (4.585) (70) - - -

769.947

(28.955)

(3.704) 545.786

(29.234)

(3.382)

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Informativa al mercato Pillar 3

50

Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie Valuta di denominazione €/000

Voci/ Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7 giorni

Da oltre 7 giorni a 15 giorni

Da oltre 15 giorni a 1 mese

Da oltre 1 mese fino a 3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a 1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5 anni

Oltre 5 anni

Attività per cassa

A.1 Titoli di Stato - - - - 140 40.046 2.028 79.957 2.054

A.2 Titoli di debito - 3.934 54 40 89.844 50.448 124.794 280.542 132.371

A.3 Quote OICR - - - - - - - - 68.157

A.4 Finanziamenti

- Banche 202.324 - - 772 17.713 2.013 - - 8.302

- Clientela 958.562 173 - 18.932 17.733 14.536 19.481 225.110 414.344

Passività per cassa

B.1 Depositi e conti correnti

- Banche (7.167) (2.000) (2.000) (8.688) (13.002) - (10.000) (244.955) -

- Clientela (1.445.31

6) - - (1.131) - - - (5.015) (8.825)

B.2 Titoli di debito - - - - (4.600) (34.131) (6.360) (144.924) (180.628)

B.3 Altre passività (1.581) (9.136) (27.995) (27.864) (42.228) (7.327) (94.627) - (2.045)

Operazioni “fuori bilancio” C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe - 22.900 11.862 28.352 102.094 99.632 56.572 664 -

- Posizioni corte - 27.661 26.210 22.378 99.897 99.370 56.900 3.740 - C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe 7.389 - - - - - - - -

- Posizioni corte (10.002) - - - - - - - - C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate e soggette al rischio paese lorde

Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

Rischio Paese

A. Esposizione lorda iniziale 46.579 225.144 - 26.563 46.579

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -

B. Variazioni in aumento

B.1 ingressi da crediti in bonis 723 147.526 812 79.818 723 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 153.471 - 1.177 - 153.471

B.3 altre variazioni in aumento 4.398 8.659 - 19 4.398

C. Variazioni in diminuzione

C.1 uscite verso crediti in bonis (24) (92.222) - (26.013) (24)

C.2 cancellazioni (1.480) (320) - - (1.480)

C.3 incassi (177) (25.849) - - (177)

C.4 realizzi per cessioni - - - - - C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (154.618) - - -

C.6 altre variazioni in diminuzione - - - - -

D. Esposizione lorda finale 203.490 108.320 1.989 80.387 203.490

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -

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Informativa al mercato Pillar 3

51

Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

Rischio Paese

A. Rettifiche complessive iniziali 30.255 31.609 - 184 -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -

B. Variazioni in aumento

B.1. rettifiche di valore 1.511 - - - - B.2. trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 21.423 - 432 - -

B.3. altre variazioni in aumento 23.974 1.299 16 513 -

C. Variazioni in diminuzione

C.1. riprese di valore da valutazione (6.459) - - - -

C.2. riprese di valore da incasso (5.675) - - - -

C.3. cancellazioni - (4.061) - - - C.4. trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (21.907) - - -

C.5. altre variazioni in diminuzione - (5.380) - - -

D. Rettifiche complessive finali 65.029 1.560 448 697 -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - - -

Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: di pertinenza del gruppo bancario

Le rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti si riferiscono interamente a società di pertinenza del Gruppo Bancario.

Rettifiche di valore Riprese di valore

Specifiche Specifiche Di portafoglio Operazioni/Componenti

reddituali

Cancella-zioni Altre

Di portafogli

o

Da interessi

Altre riprese

Da interessi

Altre riprese

Totale 2009

Totale 2008

A. Crediti verso banche

- Finanziamenti - - - - - - - - -

- Titoli di debito - - - - - - - - -

B. Crediti verso clientela

- Finanziamenti (2.120) (21.509) (7.282) 2 12.688 - - (18.221) (22.270)

- Titoli di debito - - - - - - - - -

C. Totale (2.120) (21.509) (7.282) 2 12.688 - - (18.221) (22.270)

Le rettifiche di valore di portafoglio si riferiscono alle svalutazioni generiche effettuare sui crediti verso la

clientela per le forme tecniche dei conti correnti, mutui e finanziamenti e sui crediti firma.

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Informativa al mercato Pillar 3

52

Tavola 6 – Rischio di credito : informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate

Informativa qualitativa

La disciplina prudenziale per i gruppi bancari, regolamentata dalla circolare n. 263/06, prevede la possibilità

nell’ambito del rischio di credito di utilizzare il metodo standardizzato, tale scelta contempla le seguenti

implicazioni:

• la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (”portafogli”), a seconda della natura della

controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di svolgimento di

quest’ultimo;

• l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione diversificati, eventualmente

anche in funzione di valutazioni del merito creditizio rilasciate da un soggetto terzo riconosciuto

dalla Banca d’Italia (External Credit Assesment Institution - ECAI) ovvero da agenzie di credito alle

esportazioni (Export Credit Agency - ECA) riconosciute dalla Banca d’Italia o da un’autorità

competente di altro Stato comunitario.

Banca Intermobiliare utilizza le valutazioni del merito creditizio rilasciate all’Agenzia specializzata (ECAI)

di rating Moody’s. Tale agenzia viene utilizzata per la determinazione dei fattori di ponderazione delle

esposizioni ricomprese nei seguenti portafogli:

� Esposizioni v/amministrazioni centrali e banche centrali: Caratteristiche del rating – unsolicited;

� Esposizioni v/organizzazioni internazionali: Caratteristiche del rating – unsolicited;

� Esposizioni v/banche multilaterali di sviluppo: Caratteristiche del rating – unsolicited;

� Esposizioni v/imprese ed altri soggetti: Caratteristiche del rating – solicited;

� Esposizioni v/organismi di investimento collettivo del risparmio: Caratteristiche del rating –

solicited;

� Posizioni v/cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine;

� Posizioni v/cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine. Per tutte le altre esposizioni non ricomprese nelle classi regolamentari di cui sopra, si fa invece riferimento ai

diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa stessa per la metodologia standardizzata.

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Informativa al mercato Pillar 3

53

Informativa qualitativa

La tabella seguente mostra la distribuzione delle esposizioni soggette a rischio di credito e

controparte sulla base dei fattori di ponderazioni secondo le regole di redazione delle segnalazioni di

vigilanza.

Valori esposizioni del rischio di credito con e senza attenuazione

Classe di attività Esposizione senza

attenuazione del rischio

Esposizione con attenuazione

ponderata del rischio Amministrazioni centrali e banche centrali

175.779.990 444.689

Enti territoriali 987.109 197.422

Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico

8.635.283 3.695.244

Banche multilaterali di sviluppo 7.756.320 47.299

Organizzazioni internazionali

Intermediari vigilati 687.629.210 189.916.959

Imprese e altri soggetti 1.568.671.365 1.026.668.287

Esposizioni al dettaglio 322.162.271 120.963.507

Esposizioni garantite da immobili 265.635.399 112.761.301

Esposizioni scadute 362.027.258 391.759.112

Esposizioni ad alto rischio 26.801.867 40.202.801

Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite

Esposizioni a breve termine verso imprese

Esposizioni verso OICR 24.419.796 24.424.810

Altre esposizioni 378.409.112 131.497.512

Totali

3.828.919.993

2.042.578.943

La società mantiene una partecipazione presso Bim Vita che viene dedotta dal patrimonio di vigilanza per

Euro 5,438,340 milioni .

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Informativa al mercato Pillar 3

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Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)

Informativa qualitativa

Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito, utilizza

la metodologia standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di

credito (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).

Di seguito si descrive sinteticamente tale approccio, riportato all’interno della Risk Policy approvata in data

28 ottobre 2008 dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo .

La metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (”portafogli”)

secondo la natura della controparte, ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di

svolgimento di quest’ultimo e l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione

diversificati. Inoltre, la normativa di Vigilanza Prudenziale (Circ. 263, Titolo II, Capitolo 2, Parte Prima)

consente agli Intermediari l’utilizzo di specifiche tecniche di attenuazione del rischio (Credit Risk Mitigation

– CRM).

La nuova normativa di vigilanza prudenziale, rispetto alla precedente, consente l’utilizzo di un novero più

ampio di strumenti di attenuazione del rischio di credito; a tale estensione si accompagna altresì

un’indicazione più puntuale sia dei requisiti economici, giuridici e organizzativi, necessari per il

riconoscimento a fini prudenziali (c.d. “eleggibilità”) delle garanzie, sia una più puntuale indicazione delle

modalità di calcolo dell’impatto patrimoniale che il loro utilizzo determina.

Gli strumenti di protezione del credito sono suddivisi dalle nuove disposizioni prudenziali in due macro-

categorie: tecniche di protezione del credito di tipo reale e tecniche di protezione del credito di tipo

personale; nella prima categoria sono inglobate, tra le altre, le garanzie reali finanziarie e le ipoteche

immobiliari, mentre nella seconda categoria rientrano le garanzie personali.

Per le diverse tecniche di mitigazione del rischio, le istruzioni di Vigilanza prevedono l’osservanza di

requisiti di eleggibilità di carattere sia generale sia specifico; essi devono essere posseduti al momento di

costituzione della garanzia e per tutta la durata della stessa.

Le garanzie che rispettano tali requisiti possono essere considerate validi “strumenti di mitigazione del

rischio di credito” ed utilizzate per ridurre l’esposizione e conseguentemente il requisito patrimoniale a

fronte del rischio di credito. L’acquisizione per la banca di garanzie che non presentano le caratteristiche di

eleggibilità definite dalle regole prudenziali sono comunque valide dal punto di vista giuridico, ma si

considerano come non rilasciate ai fini del calcolo del coefficiente patrimoniale.

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Informativa al mercato Pillar 3

55

La tabella seguente riepiloga le metodologie adottate dalla Banca ai fini del trattamento prudenziale delle

diverse tipologie di garanzie ad oggi utilizzate.

Garanzie utilizzate dalla Banca e loro trattamento per fini prudenziali

Tipologia di garanzia

Metodo utilizzato dalla Banca

Modalità di trattamento a fini prudenziali

GARANZIE REALI DI TIPO IMMOBILIARE

Metodo standardizzato

Le esposizioni assistite da ipoteca su immobili confluiscono in una specifica classe di attività cui è associata una minore rischiosità nell’ambito del sistema di ponderazioni a fronte del rischio di credito.

GARANZIE REALI FINANZIARIE

Metodo standardizzato – Metodo semplificato

La parte dell’esposizione coperta dalla garanzia riceve la ponderazione specifica della garanzia finanziaria (collateral) in sostituzione di quella del debitore principale.

GARANZIE PERSONALI

Metodo standardizzato – Principio di sostituzione

Per la porzione di esposizione garantita, la ponderazione del soggetto debitore è sostituita con la ponderazione del fornitore di protezione (garante o protection provider).

Per le diverse tecniche di mitigazione del rischio, le istruzioni di Vigilanza prevedono l’osservanza di

requisiti di ammissibilità di carattere sia generale sia specifico; essi devono essere posseduti al momento di

costituzione della garanzia e per tutta la durata della stessa.

I requisiti di eleggibilità sono rappresentati da:

• requisiti di natura tecnico-legale: requisiti diretti ad assicurare la certezza giuridica e l’effettività delle

garanzie; tali requisiti assumono una conformazione specifica in funzione delle caratteristiche delle

singole fattispecie di garanzia;

• requisiti specifici: requisiti dettati per ciascuna tipologia di garanzia in relazione alle specifiche

caratteristiche della stessa, sono finalizzati ad assicurare un elevato livello di efficacia della protezione

del credito;

• requisiti organizzativi : requisiti generali volti ad assicurare un efficiente sistema di gestione delle

tecniche di attenuazione del rischio di credito che presieda all’intero processo di acquisizione,

valutazione, controllo e realizzo degli strumenti di CRM.

Il soddisfacimento o meno dei requisiti di natura tecnico-legale è valutato da Banca Intermobiliare in

funzione delle caratteristiche contrattuali delle garanzie ricevute.

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Informativa al mercato Pillar 3

56

La tabella seguente riepiloga le forme tecniche ritenute idonee/non idonee sulla base dell’analisi dei requisiti

tecnico-legali (idoneità generica) delle garanzie ad oggi utilizzate dalla Banca.

Classificazione regolamentare delle garanzie utilizzate dalla Banca

Tipologia garanzia Macro-categoria di garanzia Idoneità generica

Pegno titoli azionari, obblig. pol. Vita, esente da revocatoria

Idonea

Pegno rotativo su deposito titoli in amministrazione

Idonea

Pegno rotativo su titoli in amministrazione presso terzi (SGR)

Idonea

Pegno denaro ns. istituto Idonea

Garanzie reali finanziarie e altre reali

Pegno su polizza vita Idonea

Fideiussione limitata nell'importo Idonea

Garanzie ex-mutuatario non liberato Idonea

Garanzie personali

Lettera di patronage con impegno al rimborso Non Idonea

Garanzie ipotecarie

Ipoteca su beni immobili - iscrizione primo grado Idonea

In funzione di quanto sopra stabilito, l’appartenenza della garanzia alla forma tecnica determina la preventiva

non eleggibilità (assenza del requisito di eleggibilità generica) o la successiva verifica puntuale degli ulteriori

requisiti specifici declinati in funzione delle diverse tipologie di garanzia.

Per quanto concerne i requisiti specifici di eleggibilità, il rispetto della compliance normativa è garantito

dalla presenza di opportuni processi e modalità operative interne; il soddisfacimento dei requisiti - non

accertati tramite processi/modalità operative interne - avviene invece mediante verifica puntuale dei

requirement normativi codificati in un apposito applicativo di verifica dell’eleggibilità. Attraverso

l’applicazione di opportuni controlli di eleggibilità alle forme tecniche di garanzia che già godono di

un’idoneità generica, ogni collater / garante è qualificato come eleggibile/non eleggibile.

Il modello di Governance del Gruppo è basato sulla gestione accentrata del rischio di credito e delle garanzie

a mitigazione di tale rischio.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Informativa quantitativa Esposizioni cassa creditizie verso clientela garantite – (valori di bilancio)

Garanzie personali (2) Totale 2009

Garanzie reali (1)

Derivati su crediti Crediti di firma (1)+(2)

Altri derivati

Val

ore

espo

sizi

one

netta

Imm

obili

Tito

li

Altr

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ranz

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real

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banc

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Gov

erni

e

banc

he c

entr

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Altr

i ent

i pu

bblic

i

Ban

che

Altr

i sog

getti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 1.1. totalmente garantite 1.368.692 1.467.857 812.542 4.443 - - - - - - - - 603.878 2.888.720

- di cui deteriorate 287.778 351.767 34.635 - - - - - - - - - 18.487 404.889 1.2. parzialmente garantite 112.691 21.653 83.059 - - - - - - - - - 4.062 108.774

- di cui deteriorate 13.966 12.020 6.719 - - - - - - - - - 52 18.791

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite: 2.1. totalmente garantite 40.820 3.707 28.406 5.752 - - - - - - - 635 20.501 59.001

- di cui deteriorate 629 - - - - - - - - - - 635 - 635 2.2. parzialmente garantite 24.298 - 9.218 - - - - - - - - - - 9.218

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - -

Il valore dell’esposizione rappresenta l’ammontare dei crediti per cassa al netto dei fondi rettificativi, la colonna totale indica il fair value delle garanzie ricevute o, qualora diffide la sua determinazione, valore contrattuale della stessa.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Tavola 9 – Rischio di controparte

Informativa qualitativa

Nell’ambito del rischio di controparte, il documento “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le

banche” Titolo 2, capitolo 3, riporta la seguente definizione “il rischio che la controparte di una transazione

avente a oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della

transazione stessa”.

Il rischio di controparte è tanto maggiore quanto peggiore è il merito di credito della controparte, un

principio di sana e prudente gestione è la diversificazione delle controparti con cui si lavora.

La metodologia utilizzata per la selezione delle controparti consiste nella suddivisione in due categorie

principali:

a) soggetti muniti di rating minimo pari ad A3 (Moody’s), A- (S&P), A- (Fitch)

b) soggetti con rating inferiore o privi di rating.

Nel caso della categoria a) l’operatività può essere messa in atto immediatamente a seguito

dell’approvazione da parte del responsabile dell’area Mercati Finanziari previa contestuale comunicazione al

Responsabile Risk Management, Responsabile Legale, Segretario del Comitato di Credito e Corporate

Finance e del Responsabile Middle Office.

Il Comitato di Credito e Corporate Finance (CCCF) provvederà poi nella prima riunione utile a ratificare e a

deliberare una “esposizione” massima nei confronti della controparte in termini di “fair value positivo” (per

“ fair value positivo” si intendono le posizioni che determinano l’eventuale sorgere di un credito per Bim nei

confronti della controparte al momento della chiusura delle medesime, asset value positivo della posizione).

Per quanto riguarda le controparti appartenenti alla categoria b) le procedura da seguire sono ovviamente più

stringenti e complesse, in particolare l’inizio della operatività è soggetta alla preventiva approvazione del

CCCF (su istruttoria del Responsabile dell’area Mercati Finanziari).

Sono richiesti, per questa seconda tipologia di controparti, una serie di documenti ed informazioni (bilancio,

statuto, specimen di firme, ecc).

Al fine di mitigare il rischio di controparte vengono utilizzate garanzie mediante contratti di marginatura per

quanto riguarda all’operatività in derivati previsti da contratti ISDA.

Relativamente al controllo di tale rischio e all’eventuale downgrdading della controparte, l’ufficio

Monitoraggio e Reportistica provvede ad una revisione periodica semestrale degli affidamenti (per entrambe

le categorie di controparti) di concerto con la Funzione Risk Management, al fine di:

- individuare eventuali posizioni divenute maggiormente rischiose;

- all’occorrenza, sentita l’Area Mercati Finanziari, proporre la revisione dell’affidamento

al CCCF.

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Informativa al mercato Pillar 3

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Informativa quantitativa Derivati finanziari “over the counter”: portafoglio di negoziazione di vigilanza – valori nozionali fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Governi e Banche Centrali

Altri enti pubblici

Banche Società finanziarie

Società di

assicura-zione

Imprese non

finanziarie

Altri soggetti

1. Titoli di debito e tassi d’interesse

- valore nozionale - - 346.122 40.950 - 22.832 -

- fair value positivo - - 3.602 187 - 162 -

- fair value negativo - - 8.602 189 - 108 -

- esposizione futura - - 1.857 225 - 201 -

2. Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale - - 49.136 25.378 - 402 4.740

- fair value positivo - - 653 867 - - 165

- fair value negativo - - 1.558 1 - 12 384

- esposizione futura - - 3.151 1.114 - 24 133

3. Valute e oro

- valore nozionale - - 2.704.094 541.505 - 3.903 69.730

- fair value positivo - - 11.801 5.391 - - 1.156

- fair value negativo - - 32.765 2.676 - 15 982

- esposizione futura - - 9.976 2.787 - 29 582

4. Altri valori

- valore nozionale - - 204.078 110.510 - - 135

- fair value positivo - - 3.061 600 - - 1

- fair value negativo - - 10.728 4.259 - - -

- esposizione futura - - 651 226 - - 1

Derivati finanziari “over the counter”: portafoglio di negoziazione di vigilanza – valori nozionali fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Governi e Banche Centrali

Altri enti pubblici Banche

Società finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie Altri

soggetti

1. Titoli di debito e tassi d’interesse

- valore nozionale - - - - - 14.885 -

- fair value positivo - - - - - 6 -

- fair value negativo - - - - - 22 -

2. Titoli di capitale e indici azionari -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

3. Valute e oro -

- valore nozionale - - - - - 2.633.707 -

- fair value positivo - - - - - 28.889 -

- fair value negativo - - - - - 11.167 -

4. Altri valori -

- valore nozionale - - - - - 314.452 -

- fair value positivo - - - - - 14.986 -

- fair value negativo - - - - - 3.660 -

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Informativa al mercato Pillar 3

60

Derivati su crediti: valori nozionali di fine periodo e medi

Categorie di operazioni Portafoglio di

negoziazione di vigilanza Portafoglio bancario

su un singolo soggetto

su più soggetti (basket)

su un singolo soggetto

su più soggetti (basket)

1. Acquisti di protezione

a) Credit default products 69.700 5.000 - -

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return swap - - - -

d) Altri - - - -

Totale 2009 69.700 5.000 - -

Valori medi* n/d n/d - -

Totale 2008 81.000 - - -

2. Vendite di protezione

a) Credit default products 53.000 5.000 - -

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return swap - - - -

d) Altri - - - -

Totale 2009 53.000 5.000

Valori medi* n/d n/d - -

Totale 2008 35.000 - - -

Derivati su crediti: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Fair value positivo Tipologia operazioni/Sottostanti 2009 2008

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza

a) Credit default products 657 3.071

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

2. Portafoglio bancario - di copertura

a) Credit default products - -

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

Totale 657 3.071

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Informativa al mercato Pillar 3

61

Derivati su crediti: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Governi e Banche Centrali

Altri enti pubblici Banche

Società finanziar

ie

Società di assicuraz

ione

Imprese non

finanziarie

Altri soggetti

Negoziazione di vigilanza

1. Acquisti di protezione

- valore nozionale - - 47.000 7.700 - - -

- fair value positivo - - 5 - - - -

- fair value negativo - - 1.339 25 - - -

- esposizione futura - - 4.200 770 - - -

2. Vendite di protezione

- valore nozionale - - 47.000 11.000 - - -

- fair value positivo - - 3.208 183 - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - 3.700 1.100 - - -

Portafoglio bancario

1. Acquisti di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

2. Vendite di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

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Informativa al mercato Pillar 3

62

Derivati su crediti: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Governi e Banche Centrali

Altri enti pubblici Banche

Società finanziari

e

Società di assicura-

zione

Imprese non

finanziarie

Altri soggetti

Negoziazione di vigilanza

1. Acquisti di protezione

- valore nozionale - - - 20.000 - - -

- fair value positivo - - - 26 - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

2. Vendite di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Portafoglio bancario

1. Acquisti di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

2. Vendite di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

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Informativa al mercato Pillar 3

63

Tavola 12 – Rischio operativo

Informativa qualitativa

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla

disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale

tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità

dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale.

La definizione include solo gli eventi che producono perdite monetarie o comunque perdite sufficientemente

definite da produrre, in base ai principi contabili vigenti, l’iscrizione di componenti negative sul conto

economico (es. accantonamenti), direttamente riconducibili al manifestarsi di eventi esterni o di eventi

verificatisi nel corso dello svolgimento di attività interne.

Per il calcolo del requisito patrimoniale la normativa prevede tre diversi metodi, caratterizzati da livelli

crescenti di complessità nella misurazione dell’esposizione al rischio e da più stringenti presidi organizzativi

in termini di meccanismi di governo societario e di processi per l’identificazione, la gestione e il controllo

del rischio: metodo base (BIA - Basic Indicator Approach), metodo Standardizzato (TSA - Traditional

Standardised Approach), metodi avanzati (AMA - Advanced Measurement Approaches).

Con riferimento alla misurazione del requisito prudenziale, ai fini regolamentari il Gruppo si avvale del

metodo base che prevede l’applicazione di un unico coefficiente regolamentare (15%) all’indicatore del

volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione.

In particolare, il requisito patrimoniale è pari al 15% della media delle ultime tre osservazioni del margine di

intermediazione.

Di conseguenza, con riferimento all’esercizio 2009, il requisito è pari a 26,4 milioni di euro.

Ai fini gestionali, per ottenere una maggiore consapevolezza relativamente alla propria esposizione ai rischi

operativi, la Capogruppo si avvale di un processo di rilevazione e valutazione dei rischi operativi basato su

metodologie qualitative di Risk Self Assessment. Di seguito si descrive sinteticamente tale approccio

gestionale.

Il Comitato di Basilea ha adottato uno schema minimo di classificazione degli eventi di perdita compresi

nella definizione di rischi operativi strutturato su più livelli.

Sulla base di tale schema il Gruppo BIM ha definito il proprio modello di classificazione degli eventi per

migliorare la comprensione e la gestione dei rischi analizzati.

Ne consegue quindi sulla base del modello proposto, che nell’ambito dell’attività di valutazione dei rischi

operativi, ciascun evento potrà essere “censito” registrando:

� la categoria event type di appartenenza

� la tipologia di effetto contabile generato sul conto della Banca: loss type

� il fattore ultimo all’inizio della catena causale che l’ha generato: risk factor

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Informativa al mercato Pillar 3

64

Il Comitato di Basilea identifica una rappresentazione organizzativa dell’attività bancaria obbligatoria da

seguire per la classificazione dei rischi operativi, basata su di un modello strutturato in Business Line.

Tale modello è articolato su tre livelli di rappresentazione collegati tra loro gerarchicamente:

� Business Unit

� Business Line (level 1)

� Business Line (level 2)

Le Business Unit sono tre (Investment Banking, Banking, Others) e si articolano complessivamente in 8

business line di livello 1:

� Investment Banking: Corporate Finance, Trading & Sales

� Banking: Retail Banking, Commercial Banking (Corporate), Payment & Settlement, Agency

Services

� Others: Asset Management, Retail Brokerage

Le Business Line di livello 1 a loro volta si ripartiscono in Business Line di livello 2 che specificano i

principali servizi prodotti offerti.

Al modello standard di Basilea è stata aggiunta dal Gruppo BIM un’ulteriore componente, denominata

Corporate Center, in cui sono state raggruppate le attività non direttamente riconducibili allo schema di

Business Line proposto, in quanto attività di supporto:

� Infrastrutture d’impresa (amministrazione e controllo, IT, Legale e Segreteria Societaria, Internal

Audit, ...)

� Risorse Umane e Organizzazione

� Servizi Generali

� Gestione delle relazioni

Per l’attività di Loss Data Collection si è stabilita la necessità di ricondurre ogni evento e la corrispondente

perdita ad uno specifico modello organizzativo, coerente con l’impostazione per Business Line delineata. In

tal modo è più semplice la localizzazione degli eventi di perdita che possono sorgere sulle attività, sui

business e sui centri di responsabilità.

L’attività di Risk Self Assessment, invece, ha l’obiettivo di fornire informazioni quantitative non altrimenti

ricavabili sulla percezione del rischio delle strutture operative. Le funzioni operative sono quindi chiamate

periodicamente a fornire indicazioni sul livello di rischio atteso nello svolgimento delle attività di cui sono

incaricate.. La stima delle perdite operative è un processo che viene analizzato congiuntamente alla raccolta

delle perdite operative effettive. L’avvio congiunto dei due processi consente di produrre, dopo un adeguato

numero di cicli, una rappresentazione dell’esposizione al rischio consistente.

Ai fini del calcolo del requisito patrimoniale, la banca classifica le attività aziendali all’interno delle otto

linee di business regolamentari di livello 1 e nel rispetto del principio secondo cui l’attribuzione delle attività

alle differenti linee di business deve essere coerente con le classificazioni adottate per il rischio di credito e

per il rischio di mercato.

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Informativa al mercato Pillar 3

65

Nelle tabelle sotto esposte sono evidenziate le perdite operative 2009 del Gruppo (processo di Loss

Data Collection), suddivise in % per Risk Factor, Event Type Level 1 e 3 e loro numerosità:

Risk Factor Event Type Level 1 Loss % Freq %

People Frode Interna 35.81% 6.83%

People Clientela,Prodotti e prassi

professionali 0.69% 7.80%

System Interruzioni operatività e disfunz

sist informatici 0.23% 3.41%

Process Esecuzione,consegna e gestione

dei processi 63.28% 81.95%

Risk Factor Event Type Level 3 Loss % Freq %

People Attività fraudolenta

nell’intermediazione mobiliare 0.08% 0.49%

People Contraffazione/Falsificazione 0.13% 0.98%

People Frode creditizia 27.04% 0.49%

People Furto/Appropriazione indebita 8.56% 4.88%

People Obblighi di informazione 0.04% 0.98%

People Violazione dei vincoli

fiduciari/inademp contrattuale 0.20% 4.88%

People Vizi di produzione,errori di

modello 0.45% 1.95%

System Errori/bachi nella programmazione 0.03% 0.98%

System Sistemi operativi 0.19% 2.44%

Process Errori contabili o di assegnazione

alle entità 0.40% 0.98%

Process Mancato o erroneo inserimento dei

dati 2.98% 55.12%

Process Mancato rispetto di scadenze o

altre responsabilità 59.91% 25.85%

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Informativa al mercato Pillar 3

66

Tavola 13 – Esposizione di strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario.

Informativa qualitativa

Si tratta sostanzialmente di posizioni di natura direzionale e strategica rappresentate da investimenti i fondi

alternativi e posizioni su equity, gestionalmente tali esposizioni vengono ricondotte all’area Mercati

Finanziari.

Il rischio prezzo sul Portafoglio Bancario viene monitorato mediante la definizione di limiti operativi stabiliti

dal Consiglio di Amministrazione in termini di Value at Risk .

A completamento dell’analisi del rischio mediante il Value at Risk sono previsti periodici stress testing del

portafoglio.

Di seguito sono descritti i principi contabili adottati per la redazione del bilancio consolidato IAS/IFRS al 31

dicembre 2009 che sono rimasti invariati rispetto all’esercizio precedente ad eccezione delle modifiche

introdotte ai principi contabili internazionali Ias 39 e Ifrs 7, introdotte dallo International Accounting

Standards Board (Iasb) in data 13 ottobre 2008 e recepite dal Regolamento (CE) n. 1004/2008 in data 15

ottobre 2008 e per le quali la Capogruppo ha deciso di aderire.

L’esposizione dei principi contabili adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione,

valutazione e cancellazione delle diverse poste dell’attivo e del passivo. Per ciascuna delle suddette fasi è

riportata, ove rilevante, anche la descrizione dei relativi effetti economici.

Attività finanziarie disponibili per la vendita Criteri di classificazione

Si tratta di attività finanziarie che non sono qualificabili come finanziamenti, crediti e attività finanziarie

detenute per la negoziazione o detenute fino a scadenza. In particolare il Gruppo Banca Intermobiliare ha

incluso in tale voce titoli di capitale non qualificabili come partecipazioni di controllo, collegamento o

controllo congiunto.

Criteri di iscrizione

All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono rilevate al fair value, che usualmente corrisponde

al corrispettivo pagato per la loro acquisizione, a cui sono aggiunti gli eventuali costi di transazione, se

direttamente attribuibili agli stessi.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti economiche

Successivamente gli strumenti finanziari classificati in questa categoria devono essere valutati al fair value, in

contropartita ad una specifica riserva del patrimonio netto sino a che l’attività finanziaria non venga

cancellata o non venga rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o dell’eventuale

impairment, il contenuto della riserva patrimoniale viene riversato a conto economico. Nel caso in cui

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Informativa al mercato Pillar 3

67

vengano meno i motivi che hanno determinato la perdita di valore, occorre effettuare una ripresa i cui effetti

vanno iscritti nel conto economico nel caso dei titoli di debito o direttamente nel patrimonio netto nel caso dei

titoli di capitale.

Il fair value delle attività finanziarie disponibili per la vendita è determinato sulla base delle quotazioni di

Borsa, su transazioni comparabili e su modelli valutati basati sui multipli, sul “discount cash flow”. I titoli di

capitale per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile sono stati mantenuti al

costo.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale

trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse.

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Criteri di classificazione

Sono classificati in questa categoria tutti gli investimenti posseduti diversi da quelli di capitale, con

pagamenti fissi o determinabili a scadenza fissa per i quali si ha l’intenzione e la capacità di detenzione sino a

scadenza.

Criteri di iscrizione

L’iscrizione dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento. Alla data di prima iscrizione, le attività

finanziarie detenute sino alla scadenza sono iscritte nello stato patrimoniale al loro fair value, che usualmente

corrisponde al corrispettivo pagato per la loro acquisizione.

Criteri di valutazione

Successivamente le attività detenute sino a scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il

criterio dell’interesse effettivo.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio solamente a scadenza o, in rare eccezioni, prima della

naturale scadenza ma sempre in ottemperanza a quanto previsto dallo IAS 39 in termini di esenzione dalla

“tainting rule”.

Attività finanziarie valutate al fair value

Il Gruppo Banca Intermobiliare non ha previsto, per il bilancio 2008, l’adozione della cosiddetta “fair value

option”, cioè non si è avvalso della possibilità di valutare al fair value, con imputazione del risultato della

valutazione nel conto economico, attività finanziarie diverse da quelle per le quali lo IAS 39 richiede

l’applicazione del criterio del fair value in virtù della specifica destinazione funzionale.

Operazioni di copertura

Le operazioni di copertura dei rischi vengono effettuate per neutralizzare potenziali perdite rilevabili su un

determinato elemento o gruppo di elementi ad un determinato rischio, nel caso in cui quel particolare rischio

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Informativa al mercato Pillar 3

68

dovesse effettivamente manifestarsi.

Le tipologie di coperture utilizzate sono le seguenti:

- copertura di fair value, in particolare sono state compensate le variazioni di fair value dell’elemento

coperto con la variazione del fair value dello strumento di copertura. Tale compensazione è riconosciuta

attraverso la rilevazione a conto economico delle variazioni di valore riferite sia all’elemento coperto sia

allo strumento di copertura.

- Copertura di flussi finanziari, attuata coprendo l’esposizione a variazioni dei flussi di cassa futuri

attribuibili a particolare rischi associati a poste di bilancio.

Sono designabili come strumenti di copertura solo quegli strumenti finanziari che vedono coinvolta una

controparte esterna al Gruppo Banca Intermobiliare.

Partecipazioni Criteri di iscrizione, classificazione e valutazione.

La voce include le interessenze detenute in società controllate congiuntamente o collegate.

Sono considerate collegate, cioè sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali la Capogruppo

direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto.

Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima

del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri

che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.

Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto

economico.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla

rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto

economico.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle

attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad

essa connessi.

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Informativa al mercato Pillar 3

69

Informativa quantitativa

Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci/Valori 2009 2008 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2/3

1. Titoli di debito

1.1 Titoli strutturati 15.240 813 40.839 2.858 -

1.2 Altri titoli di debito 165.710 45.993 8.238 103.581 18.785

2. Titoli di capitale

2.1 Valutati al fair value 17.333 - 18.902 32.132 16.164

2.2 Valutati al costo - - 114 - 85

3. Quote di O.I.C.R. 51.899 8.029 - 42.185 13.196

4. Finanziamenti - - - - -

Totale 250.182 54.835 68.093 180.756 48.230 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori 2009 2008

1. Titoli di debito a) Governi e Banche Centrali 98.017 829

b) Altri enti pubblici 987 -

c) Banche 133.095 100.949

d) Altri emittenti 44.734 23.446

2. Titoli di capitale

a) Banche 16.741 14.167

b) Altri emittenti: - -

- imprese di assicurazione 31 11

- società finanziarie 12.981 18.469

- imprese non finanziarie 6.596 646

- altri - 15.088

3. Quote di O.I.C.R. 59.928 55.381

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri soggetti - -

Totale 373.110 228.986

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Informativa al mercato Pillar 3

70

Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Alla data del 31.12.2009 nessuna attività finanziaria disponibile per la vendita è stata oggetto di copertura specifica. Per alcuni mesi dell’esercizio si è provveduto a coprire il rischio di cambio sul titolo di capitale Lse iscritto nel portafoglio Afs.

Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R.

Finanzia-menti Totale

A. Esistenze iniziali 125.224 48.381 55.381 - 228.986

B. Aumenti

B1. Acquisti 296.093 10.772 25.884 - 332.749

B2. Variazioni positive di FV 3.378 3.381 3.123 - 9.882

B3. Riprese di valore

- imputate al conto economico - x - - -

- imputate al patrimonio netto - - - - -

B4. Trasferimenti da altri portafogli

- attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - -

- attività finanziarie detenute sino a scadenza - - - - -

B5. Altre variazioni 16.788 19.059 1.265 - 37.112

C. Diminuzioni

C1. Vendite (132.893) (25.985) (25.639) - (184.517)

C2. Rimborsi (27.907) - - - (27.907)

C3. Variazioni negative di FV (1.696) (2.277) (1) - (3.974)

C4. Svalutazioni da deterioramento

− imputate al conto economico - (10.847) - - (10.847)

− imputate al patrimonio netto - - - - - C5. Trasferimenti ad altri portafogli - - - - -

C6. Altre variazioni (2.154) (6.135) (85) - (8.374)

D. Rimanenze finali 276.833 36.349 59.928 - 373.110

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Informativa al mercato Pillar 3

71

Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa

Definizione di rischio di tasso di interesse sul banking book.

Il rischio di tasso d’interesse è definito come il rischio attuale o prospettico di diminuzione di valore del

patrimonio o di diminuzione del margine d’interesse derivante dagli impatti delle variazioni dei tassi di

interesse sulle attività diverse dalla negoziazione (banking book).

All’interno del documento “Istruzione di vigilanza per le banche” Titolo 4, capitolo 8, sezione 1 il rischio di

tasso di interesse sul banking book viene definito come: “Il rischio che una variazione dei tassi di interesse si

rifletta negativamente sulla situazione finanziaria di una banca è connaturato all'attività bancaria e costituisce

certamente una delle aree tipiche che l'imprenditore bancario è chiamato ad affrontare. È quindi

indispensabile, in un'ottica di sana e prudente gestione, che la banca sia dotata di tutti gli strumenti

informativi e organizzativi che permettano di gestire tale forma di rischio con consapevolezza e in maniera

integrata con tutti gli altri rischi aziendali.

L’esposizione al rischio di tasso d’interesse è misurata con riferimento alle attività e alle passività – delle

unità operanti in Italia e all’estero - comprese nel portafoglio bancario. La metodologia si presta ad essere

applicata sia a livello individuale che a livello consolidato”.

All’interno della Circolare 263 del dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale”, Titolo III,

capitolo 1, allegato C è riportato: “Le banche si dotano di norme, processi e strumenti efficaci per la

gestione del rischio tasso di interesse derivante da attività diverse da quelle allocate nel portafoglio di

negoziazione a fini di vigilanza. Si forniscono linee guida metodologiche - coerenti con le indicazioni fornite

dal Comitato di Basilea - per la realizzazione di un sistema semplificato per la misurazione del capitale

interno a fronte del rischio di tasso del portafoglio bancario”.

Framework Metodologico

Il modello semplificato prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in fasce temporali in base

alla loro vita residua. All’interno di ciascuna fascia viene calcolata l’esposizione netta, ottenuta dalla

compensazione tra posizioni attive e posizioni passive, secondo l’analisi dei cash flow relativi.

Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto fra

una variazione ipotetica dei tassi di 200 punti base e l’approssimazione di duration modificata relativa a

ciascuna fascia fornita.

L’applicazione della citata metodologia semplificata prevede l’attuazione delle seguenti attività:

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Informativa al mercato Pillar 3

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� Determinazione delle valute rilevanti: la normativa stabilisce modalità di calcolo differenziate per

singola valuta. Vengono pertanto dapprima individuate quali sono le “valute rilevanti”;

� Classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali: le attività e le passività a tasso fisso

sono classificate in 14 fasce temporali, in base alla loro vita residua. Le attività e le passività a tasso

variabile sono ricondotte nelle diverse fasce temporali sulla base della data di rinegoziazione del tasso;

� Ponderazione delle esposizioni nette all’interno di ciascuna fascia: all’interno di ogni fascia temporale

le posizioni attive sono compensate con quelle passive, ottenendo in tale modo la posizione netta. La

posizione netta di ogni fascia è moltiplicata per determinati fattori di ponderazione;

� Somma delle esposizioni ponderate delle diverse fasce: le esposizioni ponderate delle diverse fasce sono

sommate tra loro, di conseguenza è ammessa la piena compensazione tra le esposizioni positive e

negative nelle diverse fasce. L’esposizione ponderata netta ottenuta in questo modo approssima la

variazione del lavoro attuale delle poste denominate in una certa valuta nell’eventualità dello shock di

tasso ipotizzato;

� Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute: i valori assoluti delle esposizioni relative alle

singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommati tra loro. Considerare

la somma dei valori assoluti corrisponde ad ipotizzare, in un’ottica prudenziale, la combinazione di

shock di tasso, positivi e negativi, peggiore per l’intermediario.

� Determinazione dell’indicatore di rischiosità: ottenuto un valore che rappresenta la variazione di valore

economico aziendale a fronte dell’ipotizzato scenario sui tassi di interesse (il valore economico è definito

come valore attuale dei flussi di cassa), si procede al calcolo dell’indicatore di rischiosità, il quale è

rapportato al Patrimonio di Vigilanza (PV) calcolato a fronte del rischio di credito, di mercato e

operativo.

L’applicazione dell’approccio semplificato descritto in precedenza, contiene per costruzione lo scenario di

Stress (variazione parallela della curva di 200bps), tuttavia lo strumento predisposto dalla Banca consente di

effettuare degli stress di entità differente rispetto a quello “regolamentare”, sempre nell’ipotesi di variazione

parallela di tutta la struttura a termine e duration per fascia temporale invariate rispetto all’approccio

“regolamentare”.

Processo di gestione e mitigazione

Nell’ambito del processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul banking book, finalizzato

all’individuazione, valutazione e gestione di tale tipologia di rischio, si individuano le seguenti quattro fasi.

� Definizione/aggiornamento modello: la Funzione Risk Management elabora una proposta di modello,

verificando in collaborazione con l’Area Amministrativa ed Operations la disponibilità dei dati

necessari. Il Comitato Rischi analizza la documentazione metodologica ed eventualmente comunica le

osservazioni al Risk Management. In caso di prima definizione del framework metodologico, è richiesta

l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione. In caso di modifiche/integrazioni apportate al

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Informativa al mercato Pillar 3

73

modello, il Comitato Rischi valuterà sulla base della rilevanza delle modifiche, la necessità di richiedere

formale delibera di approvazione del Consiglio di Amministrazione. Il modello così definito, testato e

approvato è comunicato alle strutture operative responsabili della relativa implementazione.

� Definizione/revisione limiti operativi e soglie di sorveglianza: la proposta della struttura dei limiti

operativi di rischio di tasso e delle soglie di sorveglianza è formulata dalla Funzione Risk Management,

nel rispetto del profilo di rischio definito dal Consiglio di Amministrazione, attraverso l’analisi delle

linee strategiche e dell’operatività della Banca. Le soglie di sorveglianza istituite al fine di monitorare

periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio sono validate dal Comitato Rischi, previa

eventuale richiesta di ulteriori informazioni metodologiche al Risk Management, e approvate dal

Consiglio di Amministrazione. I singoli limiti operativi da assegnare alle Aree coinvolte nel processo di

gestione del rischio di tasso (quali ad esempio: Area Servizi Finanziari, Area Mercati Finanziari) sono

oggetto di specifica analisi da parte del Comitato Rischi per essere successivamente sottoposti alla

valutazione ed approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione;

� Monitoraggio rischi e reporting: la Funzione Risk Management procede all’elaborazione dei dati di

rischio tasso, richiedendo all’Area Amministrativa ed Operations apposite estrazioni dai sistemi dedicati,

e alla successiva analisi e validazione della qualità dei dati e delle procedure di produzione degli

indicatori di rischio. In caso di anomalie tecniche e/o funzionali sono individuati gli interventi correttivi

di tipo informatico e/o metodologico/organizzativo da comunicare alle funzioni interessate. L’andamento

dell’esposizione al rischio è oggetto di monitoraggio al fine di verificare su base giornaliera e/o

trimestrale, il rispetto dei limiti e delle soglie di sorveglianza definiti.

� Operatività straordinaria: la Funzione Risk Management supporta l’Area Mercati Finanziari, l’Area

Servizi Finanziari e le aree operative nella valutazione degli impatti sull’esposizione al rischio connessi

all’introduzione nel portafoglio di negoziazione, rispettivamente, di nuovi strumenti finanziari, di nuovi

prodotti creditizi e di esposizioni rilevanti.

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario deriva principalmente dall’attività svolta dalla

banca nel processo di trasformazione delle scadenze. In particolare viene tenuta sotto controllo la

correlazione tra raccolta ed impieghi della clientela e la posizione finanziaria netta presso gli istituti di

crediti.

I crediti concessi alla clientela (finalizzati allo sviluppo dell’attività di negoziazione sui mercati finanziari)

sono erogati a tassi variabili e hanno principalmente scadenza a vista o a breve periodo.

Le scelte gestionali adottate si basano sulla misurazione del rischio tasso in un’ottica volta a minimizzare la

volatilità del margine di interesse ovvero a minimizzare la volatilità del valore economico complessivo al

modificarsi della struttura dei tassi di interesse.

Page 74: PILLAR III INFORMATIVA AL MERCATOa) Strategie e processi per la gestione dei rischi Rischio di Credito Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione del capitale interno a fronte

Informativa al mercato Pillar 3

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Informativa quantitativa

Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività.

Il rischio tasso del portafoglio bancario viene monitorato in termini di Value at risk (per i portafoglio AFS e

HTM) e di scenario analysis. In particolare viene svolta un’analisi di sensitività che consente di misurare la

variazione del valore delle posizioni nei portafogli di proprietà a seguito di “shock” della curva dei tassi di

interesse. Viene considerato uno spostamento parallelo di 200 b.p. della curva dei tassi di mercato.

L’effetto sul patrimonio netto è valutato con riferimento alle posizioni classificate come AFS che

contabilmente impattano esclusivamente sul Patrimonio a meno di impairment considerati significativi o

durevoli.

Analisi di sensitività portafoglio bancario (solo titoli di debito del portafoglio Afs) Valori espressi in €/migl

Risk Scenario Effetto sul patrimonio netto

Interest Rate Shift +200 bp parallelo -5.541

Interest Rate Shift -200 bp parallelo 5.812

Analisi di sensitività portafoglio di bancario (complessivo) valori espressi in punti percentuali

Indice di rischiosità per shift (+/-)

+ 200 bp -200 bp

Valore economico a rischio / Patrimonio di Vigilanza 0.80% 0,80%

La sensitivity del Gruppo Bim presenta un profilo di esposizione al rischio tasso per un rialzo dei tassi di

interesse. Il valore economico a rischio è comunque ampiamente compatibile con il Patrimonio di Vigilanza

e ben al di sotto della soglia di attenzione (20% rispetto al Patrimonio di Vigilanza per un “shift” della curva

dei tassi di 200 bp) definita da Basilea 2.