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TERZO PILASTRO DI BASILEA 3 INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31 DICEMBRE 2017 BANCA INTERMOBILIARE DI INVESTIMENTI E GESTIONI Sede Legale: Via Gramsci, 7 10121 Torino Capitale sociale € 156.209.463 int. vers. Codice Azienda Bancaria n. 3043.7 Albo Banche n. 5319 Registro Imprese di Torino n. 02751170016 C.C.I.A.A. di Torino n. REA 600548 Cod. Fisc./ Partita IVA 02751170016 Iscritta all’Albo delle Banche al n. 5319 Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia e al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi CAPOGRUPPO DEL GRUPPO BANCARIO BANCA INTERMOBILIARE (Iscritto all’Albo dei gruppi bancari in data 3.11.2017 cod n. 3043)

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 3

INFORMATIVA AL PUBBLICO

AL 31 DICEMBRE 2017

BANCA INTERMOBILIARE DI INVESTIMENTI E GESTIONI

Sede Legale: Via Gramsci, 7 – 10121 Torino Capitale sociale € 156.209.463 int. vers.

Codice Azienda Bancaria n. 3043.7 – Albo Banche n. 5319

Registro Imprese di Torino n. 02751170016 C.C.I.A.A. di Torino n. REA 600548 – Cod. Fisc./ Partita IVA 02751170016

Iscritta all’Albo delle Banche al n. 5319

Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia e al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

CAPOGRUPPO DEL GRUPPO BANCARIO

BANCA INTERMOBILIARE

(Iscritto all’Albo dei gruppi bancari in data 3.11.2017 cod n. 3043)

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Sommario

Introduzione Pag. 3

Sezione 1 - Obiettivi e politiche di gestione del rischio Pag. 5

Sezione 2 - Ambito di applicazione Pag. 36

Sezione 3 - Fondi propri Pag. 38

Sezione 4 - Leva finanziaria Pag. 44

Sezione 5 - Requisiti di capitale Pag. 47

Sezione 6 - Rischio di credito: informazioni generali e rettifiche Pag. 51

Sezione 7 - Rischio di credito: uso delle ecai Pag. 62

Sezione 8 - Rischio di credito: Tecniche di attenuazione del rischio di credito Pag. 66

Sezione 9 - Rischio di controparte Pag. 69

Sezione 10 - Rischi di mercato Pag. 77

Sezione 11 - Rischio operativo Pag. 78

Sezione 12 - Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione Pag. 81

Sezione 13 - Rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel portafoglio di

negoziazione

Pag. 88

Sezione 14 - Attività vincolate e non vincolate Pag. 91

Sezione 15 - Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione Pag. 92

Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari Pag. 124

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Introduzione

A partire dal 1° gennaio 2014 sono operative le disposizioni di Vigilanza Prudenziale applicabili alle

banche e ai gruppi bancari, finalizzate ad adeguare la normativa nazionale alle novità intervenute nel

quadro regolamentare internazionale, con particolare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale

della Vigilanza Bancaria dell’Unione Europea.

Il nuovo assetto normativo comunemente noto come “framework Basilea 3” è disciplinato mediante:

CRR – Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013,

relative ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento che modifica il

Regolamento (UE) n. 648/2012;

CRD IV – Direttiva 2013/36/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013

sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle

imprese di investimento, che modifica la Direttiva 2002/87/CE ed abroga le Direttive 2006/48/CE e

2006/49/CE.

Il quadro normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di

regolamentazione o di attuazione (Regulatory Technical Standard – RTS e Implementing Technical

Standard – ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di vigilanza.

Alla normativa dell’Unione Europea si aggiungono le disposizioni emesse dalla Banca d’Italia con la

Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013, che raccoglie le disposizioni di Vigilanza Prudenziale applicabili

alle banche e ai gruppi bancari italiani, riviste e aggiornate per adeguare la normativa interna alle novità

intervenute nel quadro regolamentare internazionale, con particolare riguardo al nuovo assetto

normativo e istituzionale della Vigilanza Bancaria dell’Unione Europea, nonché per tener conto delle

esigenze emerse nell’esercizio della vigilanza sulle banche e sugli altri intermediari.

La suddetta Circolare non detta - come in passato – specifiche regole per la predisposizione e

pubblicazione del Pillar 3, ma si limita a riportare l’elenco delle disposizioni allo scopo previste dalla

CRR.

La materia, quindi, è direttamente regolata:

dalla CRR stessa, Parte 8 “Informativa da parte degli enti” (art. 431-455);

dai Regolamenti della Commissione Europea la cui preparazione è demandata all’EBA (European

Banking Autority) recanti le norme tecniche di regolamentazione o di attuazione per disciplinare i

modelli uniformi per la pubblicazione delle diverse tipologie di informazioni.

Indicazioni ulteriori sono state fornite dall’EBA (European Banking Autority) con specifici documenti

riguardanti le tematiche della materialità, confidenzialità e frequenza delle informazioni da fornire nel

Terzo Pilastro (Guidelines on materiality, proprietary and confidentiality and on disclosures frequency

under Articles 432(1), 432(2) and 433 of Regulation N. (EU) 575/2013) e in materia di informativa sulle

attività vincolate e su quelle non vincolate (Guidelines on disclosure of encumbered and unencumbered

assets).

Il tema dell’informativa al pubblico Pillar 3 è stato anche oggetto di analisi da parte del Comitato di

Basilea con il suo documento ”Revised Pillar 3 disclosure requirements”. Tale documento dà

indicazioni agli organismi di vigilanza, che dovrebbero farle recepire nella normativa nazionale (nel

nostro caso UE) affinché entrino in vigore. In tale ambito l’EBA ha pubblicato a dicembre la versione

finale delle “Guidelines on disclosure requirements under part Eight of Regulation No (EU) 575/2013”

fornendo orientamenti finalizzati ad accrescere e migliorare la coerenza e la comparabilità delle

informazioni da fornire nel terzo Pilastro. Tali indicazioni sono state recepite nella bozza proposta di

modifica alla CRR 575 pubblicata a novembre 2016. Tali orientamenti saranno applicabili a decorrere

dal 31 dicembre 2017. Pertanto, il presente documento, che costituisce adempimento agli obblighi

normativi sopra richiamati, è redatto, secondo le suddette disposizioni, su base consolidata ed è oggetto

di pubblicazione con cadenza annuale, in concomitanza con il bilancio d’esercizio e consolidato.

Le informazioni quantitative, se non diversamente indicato, sono rappresentate in migliaia di Euro.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Attesa la rilevanza pubblica della presente informativa, il documento è sottoposto dal Dirigente Preposto

alla redazione dei documenti contabili societari agli Organi Societari competenti per l’approvazione.

Il documento è dunque soggetto, ai sensi dell’art. 154-bis del D.Lgs. 58/98 (Testo Unico sulla Finanza,

“TUF”) alla relativa attestazione. Si precisa inoltre che in ottemperanza al disposto di cui all’art. 432

CRR, Banca Intermobiliare non ha omesso informazioni ritenute “esclusive” o “riservate”.

Con Decreto Legge del 25 giugno 2017 n. 99, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, su proposta

della Banca d'Italia, ha sottoposto Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e Veneto Banca S.p.A. a

liquidazione coatta amministrativa. La Banca d’Italia ha nominato i commissari liquidatori di Veneto

Banca S.p.A., nelle persone dei signori Avv. Alessandro Leproux, Prof.ssa Avv. Giuliana

Scognamiglio e Dott. Fabrizio Viola, ed il Comitato di Sorveglianza della stessa, i quali in attuazione

dell’indicazione ministeriali stanno provvedendo:

i) alla continuazione, ove necessario, dell’esercizio dell’impresa o di determinati rami di attività per

il tempo tecnico necessario ad attuare le cessioni previste;

ii) alla cessione di attività e passività aziendali in conformità all’offerta vincolante formulata dal

cessionario individuato in Intesa Sanpaolo S.p.A., che subentra nei rapporti della cedente senza

soluzione di continuità;

iii) alla cessione alla Società per la Gestione di Attività S.G.A (società a partecipazione pubblica) di

crediti deteriorati e altri attivi non ceduti.

Banca Intermobiliare, nell’ambito di detto decreto e come confermato sul proprio sito dalla Banca

d’Italia con notizia del 26 giugno 2017, non rientra nel perimetro dell’Art. 3 tra le attività acquisite da

Intesa Sanpaolo S.p.A., e continua la sua operatività in maniera ordinata, assicurando la continuità dei

rapporti in essere con la clientela.

In riferimento alla cessione di attività e passività aziendali - di cui al sopra citato punto ii) Veneto

Banca L.C.A. e di Intesa Sanpaolo hanno posto in essere nel corso del secondo semestre le attività per

completare la puntuale l’attribuzione dei vari asset.

In data 28 settembre 2017 Banca Intermobiliare è stata accertata come banca less significant e

ricondotta alla competenza della vigilanza della Banca d’Italia

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Intermobiliare, nella riunione del 21 marzo 2018, ha

approvato il prospetto informativo Pillar 3 e ha autorizzato la pubblica nei termini di legge sul proprio

sito internet all’indirizzo ww.bancaintermobiliare.com.

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Sezione 1 - Obiettivi e politiche di gestione del rischio

Nell’ambito del modello di gestione dei rischi adottato, fino alla data del 30 settembre 2017, Banca

Intermobiliare ha seguito obiettivi e politiche di gestione del rischio come società controllata della

Capogruppo Veneto Banca S.p.A.. A partire dal 1 ottobre 2017, Banca Intermobiliare è divenuta

Capogruppo del Gruppo Bancario BIM. Il modello di gestione del rischio adottato da Banca

Intermobiliare fino al 30 settembre 2017 in qualità di controllata è basato sui principi di seguito

descritti:

alla Capogruppo spettano compiti di indirizzo, gestione e controllo complessivo;

le singole società controllate generatrici di rischio – nelle tipologie connesse alla natura della loro

specifica attività –operano entro i limiti di autonomia loro assegnati.

A partire al 1 ottobre 2017, Banca Intermobiliare, nel ruolo di Capogruppo, definisce l’indirizzo, la

gestione e il controllo complessivo dei rischi. La Direzione Risk Management della Capogruppo mira ad

un governo dei rischi accentrato1, con viste puntuali e precise dei rischi a cui il Gruppo è soggetto,

attraverso l’interazione e l’interlocuzione con i senior manager, il Collegio Sindacale, il Comitato

Controllo e Rischi ed il Consiglio di Amministrazione, ai quali viene presentato, esplicitato e discusso,

il “Tableau de Bord dei Rischi”.

In concomitanza con il recepimento della nuova regolamentazione di vigilanza, introdotta nel dicembre

2013 con la circolare di Banca d’Italia n. 285 e successivi aggiornamenti e la conseguente

implementazione del Processo Interno di Autovalutazione Patrimoniale (c.d. ICAAP), è stato

implementato un sistematico processo di analisi, misurazione, monitoraggio e presidio dei rischi

identificati come rilevanti per il Gruppo.

Per il governo dei rischi ritenuti rilevanti per il Gruppo sono state adottate opportune Policy, nell’ambito

delle quali sono state stabilite le modalità di sorveglianza e presidio organizzativo mediante la

definizione di limiti operativi e/o di processi gestionali e di controllo. Si è altresì proceduto, quando la

natura e le caratteristiche del singolo rischio lo consentano, a definire le metodologie utilizzate per il

calcolo dell’esposizione patrimoniale del Gruppo in termini di massima perdita inattesa.

1.1 - Obiettivi e politiche nella gestione e controllo dei rischi

L’Organo con Funzione di Gestione si esprime, ai sensi delle lettere e) ed f) dell’art. 435 del

Regolamento UE 575/2013 del 26/03/2013 :

in merito all’adeguatezza delle misure di gestione dei rischi della Capogruppo, che i sistemi di

gestione dei rischi posti in essere e descritti nel presente documento sono in linea con il profilo

e la strategia dell’ente;

descrivendo, nelle sezioni 1, 3, 4 e 5 del presente documento, il profilo di rischio complessivo

del Gruppo, associato alla strategia aziendale.

I principali obiettivi che il Gruppo si propone di perseguire tramite un’attenta politica e gestione dei

complessivi rischi aziendali sono, in sintesi, riconducili ai seguenti punti:

costante crescita del valore aziendale;

creazione di valore per i Soci in misura adeguata rispetto a finanziamenti alternativi ma

comparabili sotto il profilo del rischio-rendimento;

riduzione del Rischio di Credito;

1 La controllata Symphonia SGR ha una struttura di Risk Management decentrata. Sono previsti flussi informativi periodici verso la

Capogruppo.

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assunzione di rischi di mercato in misura limitata, coerentemente alla vocazione commerciale

del Gruppo;

esposizione al rischio di tasso d’interesse strutturale ad un livello contenuto;

trasparenza nei confronti del mercato sull’esposizione al rischio.

A tal fine il Gruppo si è dotato di strutture organizzative, di processi, di risorse – umane e tecnologiche -

e di competenze in grado di assicurare l’individuazione, il controllo e la gestione dei rischi correlati alla

sua operatività tipica.

In particolare va segnalato come l’intero processo di gestione dei rischi sia presieduto e coordinato dalla

Direzione Risk Management della Capogruppo, dove risiedono le risorse e le strutture preposte a

monitorare e gestire i diversi rischi. In tale processo, che si snoda tra diversi livelli della struttura

organizzativa, il ruolo fondamentale è svolto, tuttavia, dal Consiglio di Amministrazione della

Capogruppo, al quale spetta la definizione degli orientamenti e degli indirizzi strategici relativamente

all’assunzione dei rischi, nonché l’approvazione dei limiti strategici ed operativi e le relative linee

guida, coerentemente a quanto definito nel Risk Appetite Framework di Gruppo.

Su queste tematiche, a supporto del Consiglio di Amministrazione, opera il Comitato Controllo e Rischi,

il cui ruolo e responsabilità sono esplicitati e formalizzati in apposito Regolamento. In particolare, il

Comitato Controllo e Rischi, esercitando una funzione consultiva e propositiva, ha il compito di

supportare con un’adeguata attività istruttoria le valutazioni e le decisioni del Consiglio di

Amministrazione relative al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, nonché quelle relative

all’approvazione delle relazioni finanziarie periodiche. In tale ambito, particolare attenzione viene

attribuita dal Comitato a tutte quelle attività strumentali e necessarie affinché il Consiglio di

Amministrazione possa addivenire ad una corretta ed efficace determinazione del RAF (“risk appetite

framework”) e delle politiche di governo dei rischi. Il modello di gestione e controllo dei rischi si fonda

su alcuni principi basilari, quali:

la chiara individuazione delle responsabilità nella loro assunzione;

l’adozione di sistemi di misurazione e controllo allineati alle best practices di mercato;

la separatezza fra le unità organizzative deputate alla gestione e le funzioni addette al controllo.

Questi principi vengono formalizzati ed esplicitati in apposite Policy dei rischi identificati come

rilevanti. Tali documenti guida - proposti e validati dal Comitato Controllo e Rischi e sottoposti

all’approvazione del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e successivamente recepiti dai

Consigli di Amministrazione delle società controllate - vanno a disciplinare il perimetro dei rischi

regolamentati, gli indicatori significativi ed oggetto di monitoraggio periodico, le soglie di sorveglianza

ed i limiti operativi, le modalità di gestione degli sconfini, gli stress test applicati e la struttura

organizzativa - organi e funzioni aziendali – deputata allo svolgimento delle attività disciplinate con la

relativa attribuzione di ruoli e responsabilità.

1.2 – Adempimenti normativi in ambito Risk Strategy

Nel corso del 2017, e fino alla data del 25 giugno 2017, la Funzione di Controllo dei Rischi del Gruppo

Veneto Banca ha operato in ottemperanza al “Piano delle Attività” per l’anno 2017 – approvato dal

Consiglio di Amministrazione di Capogruppo Veneto Banca e, successivamente, dal Consiglio di

Amministrazione della Controllata Banca Intermobiliare – ed in coerenza con il contratto di

esternalizzazione delle attività di Risk Management vigente tra le parti (Capogruppo Veneto Banca e

Banca Intermobiliare).

Successivamente alla data del 25 giugno 2017 la Funzione di Risk Management di Veneto Banca, a

partire da quella data trasferita presso Intesa Sanpaolo S.p.A., ha proseguito le sue attività a favore di

Banca Intermobiliare secondo quanto stabilito nel contratto di outsourcing precedentemente in essere tra

Veneto Banca e la stessa Banca Intermobiliare. Sulla base di tale contratto sono proseguite fino al 16

febbraio 2018 le attività in corso. Contemporaneamente, nell’ultimo trimestre del 2017, è stata avviata

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da parte di Banca Intermobiliare l’internalizzazione delle attività di Risk Management precedentemente

in outsourcing.

Nel corso del primo semestre del 2017 è inoltre proseguito il percorso di consolidamento di talune

attività avviate nel 2016, rafforzando i processi relativi, ad esempio, alla declinazione del RAF e

all’internalizzazione dello stesso da parte di Banca Intermobiliare, con la definizione di un RAF stand-

alone.

Il RAF ha lo scopo di garantire che il Gruppo raggiunga i propri obiettivi strategici assicurando che il

business si sviluppi entro i limiti di rischio definiti dal Consiglio di Amministrazione in termini di

rischio massimo (es. in condizioni di stress) e rischio obiettivo (es. in condizioni di normalità).

Inoltre, il RAF definisce i meccanismi di monitoraggio del livello di rischio e le conseguenti azioni

manageriali in caso di superamento di apposite soglie di tolleranza predefinite. Il Consiglio di

Amministrazione calibra il livello di Risk Appetite sulla base delle aspettative di rischio-rendimento

degli azionisti della Banca e degli stakeholder esterni e monitora in seguito l’effettivo rispetto dei limiti.

Il RAF origina dall’identificazione della tassonomia dei rischi rilevanti per Banca Intermobiliare, i quali

guidano la definizione degli ambiti rilevanti per il RAF. In particolare, Banca Intermobiliare ha deciso

di strutturare il proprio RAF sulla base di quattro ambiti, come di seguito riportato:

1. Posizionamento Esterno - delinea il profilo di rischio della Banca in termini di percezione

esterna;

2. Requisiti Regolamentari - garantisce la compliance con i requisiti stabiliti dalla Vigilanza;

3. Profittabilità e Rischio - guida la definizione del profilo di rischio-rendimento e supporta la

sostenibilità della crescita del business e degli utili nel tempo;

4. Rischi Specifici- identifica specifiche categorie di rischio che assumono rilevanza strategica per

la Banca.

Per rendere operativo il RAF, sono state definite metriche quantitative per ciascun ambito al fine di:

guidare l’attività di business e monitorarla nel tempo affinché risulti allineata al RAF;

monitorare e, se necessario, modificare le ipotesi sottostanti il RAF;

identificare ed implementare le decisioni di business necessarie a mitigare il rischio, rafforzare

la patrimonializzazione e la liquidità del Gruppo.

Il RAF è basato su un set di livelli di rischio (o risk limits) di seguito definiti:

Risk Capacity: livello massimo o minimo di rischio accettabile in termini di requisiti

regolamentari o di aspettative del Consiglio di Amministrazione; in caso di sconfino di tale

limite, si rende obbligatorio l’intervento del CdA per l’attivazione di un piano di interventi;

Risk Tolerance: ha valore di alert e rappresenta il limite che, se violato, richiede l’intervento del

top management al fine di evitare che venga raggiunto il limite di Capacity;

Livello Target: valore o range di valori che assicurino l’ottimizzazione del profilo di rischio/

rendimento del Gruppo. Viene definito coerentemente con gli obiettivi strategici del Gruppo,

tenendo anche in considerazione il posizionamento rispetto ai competitors e gli obiettivi del

Piano Strategico.

I valori di Risk Appetite indicati per alcune metriche devono intendersi quale propensione al rischio di

lungo periodo nella quale il Gruppo intende posizionarsi in una prospettiva di normale operatività ed in

considerazione del modello di business prescelto, del mercato di riferimento in cui opera e dalle

strategie future. Il valore di Appetite si configura quale linea guida nel tempo, mentre il Target è definito

coerentemente con il Piano Strategico.

Banca Intermobiliare ha, inoltre, ritenuto opportuno classificare gli indicatori del framework in cluster

differenti:

Indicatori RAF: di primaria rilevanza nel governo/gestione dei rischi di Gruppo, hanno un

valore target riveniente dalle linee guida di indirizzo del Piano Strategico ed eventualmente una

“tolerance” e una “capacity”;

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Indicatori Operativi: limiti operativi per l’anno corrente definiti dal Gruppo nell’ambito della

normale gestione operativa dei rischi (ad esempio definiti all’interno delle Policy di gestione dei

rischi);

Indicatori di monitoraggio: indicatori non declinati in termini di tolerance o capacity e per i

quali viene indicato un valore target.

Alla luce dei principi sopra descritti sono state definite le Linee Guida RAF – intese come propensione

al rischio (Appetite) all’interno delle quali Banca Intermobiliare intende posizionarsi in prospettiva di

normale operatività e in considerazione del modello di business – approvate nel C.d.A. di Banca

Intermobiliare del 18 gennaio 2017. Successivamente è stato definito il framework RAF con orizzonte

temporale annuale, in coerenza con il Budget 2017 fornito dalla Direzione Pianificazione e Controllo di

Gestione di Banca Intermobiliare. Tale framework è stato approvato dal C.d.A. di Banca Intermobiliare

nella seduta del 9 febbraio 2017.

Con riferimento al RAF è stato predisposto un monitoraggio trimestrale per verificare l’andamento degli

indicatori previsti ed il rispetto dei limiti regolamentari. I monitoraggi sono stati inviati periodicamente

agli Organi Aziendali e rappresentati in Consiglio di Amministrazione.

Tra i principali obiettivi economico-finanziari di Banca Intermobiliare si evidenziano in particolare:

il mantenimento della solidità patrimoniale nell’arco temporale riferito al Piano Strategico,

grazie ad indicatori patrimoniali posizionati costantemente al di sopra dei limiti regolamentari

pro tempore vigenti ed, eventualmente, definiti dall’Autorità di Vigilanza;

il raggiungimento e mantenimento di un livello target di liquidità superiore ai limiti

regolamentari definiti dall’Autorità di Vigilanza;

la gestione del rischio credito che prevede politiche di accantonamenti prudenti e livelli di

coperture allineate ai livelli di mercato;

il monitoraggio costante e attivo dei Non Performing Loans;

un forte incremento dei volumi operativi con una nuova focalizzazione orientata a favore del

risparmio gestito;

laprudente gestione del rischio mercato e tasso, finalizzata a minimizzare il fabbisogno di

capitale;

la necessità di incrementare i ricavi al fine di migliorare il profilo della redditività.

Inoltre la Direzione Risk Management, a seguito della messa in Liquidazione Coatta Amministrativa di

Veneto Banca, ha ridefinito il perimetro di attività svolto in ambito Rischio di Liquidità e Rischio di

Tasso d’Interesse.

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1.3 – Il sistema dei controlli interni

Il sistema di controllo interno di Banca Intermobiliare e delle sue controllate è strutturato su diversi

livelli di controllo, ossia: -controlli di linea (primo livello), diretti ad assicurare un corretto svolgimento dell’operatività; trattasi

quindi di controlli effettuati dalle stesse strutture produttive, generalmente incorporati nelle procedure o

eseguiti in attività di back office; -controlli sui rischi e sulla conformità (secondo livello) presidiati tramite le Direzioni Risk

Management, Compliance, Antiriciclaggio e dal Dirigente Preposto alla redazione dei documenti

contabili societari. Detti controlli hanno l’obiettivo di assicurare, tra l’altro: la corretta attuazione del

processo di gestione dei rischi, il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni e la conformità

dell’operatività aziendale alle norme; -attività di revisione interna (terzo livello) – internal audit – finalizzata ad individuare andamenti

anomali, violazioni di procedure, normativa interna ed esterna nonché a valutare la funzionalità

complessiva del sistema dei controlli interni. La gestione complessiva del rischio di Banca Intermobiliare e delle sue società controllate è avvenuta in

questi anni mediante un processo presieduto e coordinato dalla ex-Capogruppo Veneto Banca, condiviso

con il Consiglio di Amministrazione di Bim e con l’ausilio gli uffici direzioni di Bim e della ex-

Capogruppo. A seguito del Decreto Legge n. 99, che ha visto la messa in liquidazione coatta

amministrativa di Veneto Banca, le attività precedentemente svolte in outsourcing da Veneto Banca a

favore di BIM sono state assicurate per il consueto svolgimento da personale Veneto Banca trasferito

sotto la guida di Banca Intesa Sanpaolo, , in modo tale da consentire il rientro graduale di queste

attività nell’ambito Bim.

Le attività di gestione del rischio, conformità e revisione interna sono svolte da funzioni non operative

ed indipendenti. Fino al 30 settembre 2017 le attività erano svolte secondo il modello accentrato

dall’allora Capogruppo Veneto Banca con persone BIM distaccate presso la medesima. A partire dal 1

ottobre sono state costituite le Direzioni Compliance ed Internal Audit con nomina di responsabili

interni e reinternalizzazione delle persone distaccate.

Per quanto riguarda la funzioni di controllo Risk Management, dal 1 ottobre è stata creata la Direzione

Risk Management che sta gestendo le attività in outsourcing e la loro progressiva reinternalizzazione

prevista nei primi mesi del 2018.

L’attività del Dirigente Preposto, svolta in outsourcing presso la ex-Capogruppo Veneto Banca, è stata

internalizzata nel corso del secondo semestre 2017 a seguito della messa in liquidazione della stessa.

Principi di base

Il Gruppo Banca Intermobiliare attribuisce un peso rilevante al monitoraggio e alla gestione dei rischi,

puntando ad una rappresentazione completa ed integrata dei rischi.

La propensione e l’appetito al rischio del Gruppo sono illustrate e sintetizzate nel Risk Appetite

Framework di Gruppo approvato dal Consiglio di Amministrazione. Il framework rappresenta il

perimetro e la cornice entro la quale si articola la gestione dei rischi assunti, con la definizione del

profilo di rischio complessivo.

Il presidio del profilo di rischio definito si articola in una serie di limiti e soglie di sorveglianza definite

in modo tale da poter salvaguardare e rispettare, anche in condizioni di stress, livelli minimi di

solvibilità, liquidità e reddittività.

In particolare si intendono mantenere su livelli adeguati:

- la solidità patrimoniale, con il monitoraggio del Common Equity Ratio, del Total Capital Ratio, del

Leverage Ratio;

- la liquidità, sia di breve che strutturale, con il monitoraggio dei limiti interni di Liquidity Coverage

Ratio, Net Stable Funding Ratio e Gap Ratio Raccolta/ Impieghi;

- la profittabilità ed il rischio con il monitoraggio del Cost/ Income Ratio, del NOP/RWA Ratio e del

MINT/RWA Ratio.

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Il modello di governance definito a presidio del processo di gestione e controllo dei rischi di Banca

Intermobiliare e delle sue controllate si fonda:

- sulla separazione tra i processi di gestione ed i processi di controllo del rischio;

- sullo sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio, coerentemente con la struttura

gerarchica del Gruppo e della Banca e mediante un processo di deleghe.

Il Consiglio di Amministrazione definisce gli orientamenti strategici e ricopre un ruolo direttivo, di

indirizzo e di verifica della conformità della struttura di governo del rischio; in particolare definisce la

propensione al rischio individuando chiare linee di responsabilità e stabilendo specifici limiti operativi.

Il Direttore Generale dà attuazione al processo di governo, gestione e controllo del rischio curando che lo

stesso sia rispondente agli indirizzi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.

Direzione Risk Management

La Direzione Risk Management di Capogruppo ha la responsabilità di assicurare la misurazione ed il

controllo integrato dei rischi cui risulta esposta la Banca e le società controllate, coerentemente alle

disposizioni dell’Autorità di Vigilanza ed alla “best practice” internazionale.

In particolare svolge e coordina le seguenti funzioni e/o attività:

- governa il macro processo di definizione, approvazione, attuazione e monitoraggio del Risk

Appetite Framework (RAF) del Gruppo con il supporto delle altre funzioni coinvolte;

- collabora nell’ambito del processo di declinazione del piano strategico e del budget nelle metriche

definite nel RAF;

- verifica nel continuo l’adeguatezza del processo di gestione dei rischi e dei limiti operativi;

- garantisce la misurazione ed il controllo dell’esposizione del Gruppo alle diverse tipologie di rischio

individuate;

- presidia il monitoraggio dei rischi rilevanti di Gruppo sviluppando il reporting direzionale sulla

misurazione dei rischi (Key Risk Indicator) e sul monitoraggio dei limiti identificati per singolo

rischio;

- quantifica l’esposizione complessiva e per singoli fattori di rischio, determinando i relativi

assorbimenti di capitale;

- verifica il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni creditizie

valutando, inoltre, la congruità degli accantonamenti, la conformità del processo di verifica, la

coerenza delle classificazioni, l’adeguatezza del processo di recupero e i rischi derivanti

dall’utilizzo delle tecniche di attenuazione del rischio di credito;

- predispone l’aggiornamento annuale dei criteri per l’identificazione delle Operazioni di Maggior

Rilievo (OMR) e fornisce parere preventivo su tali operazioni;

- riporta trimestralmente agli Organi Societari, nell’ambito del Tableau de Bord dei rischi, la

situazione del profilo di rischio complessivo del Gruppo; la confronta con il Risk Appetite

Framework, evidenziando eventuali situazioni che richiedono l’intervento del Consiglio di

Amministrazione.

La Direzione Risk Management svolge poi specifiche attività in merito ai rischi potenziali derivanti dai

servizi di investimento prestati dalla Banca alla propria clientela tra cui:

monitoraggio nel continuo dell’operatività della clientela su strumenti derivati quotati e Over the

Counter;

gestione delle marginature nei confronti dei clienti operativi su derivati Over the Counter;

verifica e monitoraggio del livello di liquidità/ complessità dei prodotti finanziari negoziati e

presenti nei portafogli della clientela con riferimento alle disposizioni Consob in materia;

monitoraggio nel continuo dell’attività di investimento dei clienti e verifica

dell’adeguatezza/appropriatezza dell’operatività posta in essere rispetto ai profili di rischio MiFid in

termini di Value at Risk di portafoglio e di concentrazione.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

11

Il perimetro dei rischi individuati e presidiati si articola come segue:

rischio di credito e di controparte: all’interno di tale categoria sono ricompresi il rischio di

concentrazione, il rischio residuo e i controlli di secondo livello in ambito creditizio;

rischio di mercato del trading book;

rischio finanziario del banking book;

rischio di liquidità e rischio di tasso di interesse;

rischio operativo;

rischio strategico;

rischio reputazionale.

Allo stato attuale, per la determinazione dei requisiti patrimoniali regolamentari, il Gruppo utilizza le

metodologie standard previste da Banca d’Italia per i rischi di credito e di mercato e l’approccio base per

la misurazione del rischio operativo.

Per quanto riguarda il “secondo pilastro”, sono state utilizzate, in combinazione, metodologie standard e

modelli interni, limitando questi ultimi alla misurazione dei Rischi di Tasso d’Interesse, Strategico,

Reputazionale, Concentrazione e Residuo.

Funzione Compliance (di Conformità)

L’attività della Funzione Compliance consiste nel presiedere, secondo un approccio “risk based”, la

gestione del rischio di non conformità con riguardo all’attività aziendale, verificando che le procedure

interne siano adeguate a prevenire tale rischio.

A tal fine, la Funzione Compliance:

a) identifica nel continuo le norme applicabili alla Banca e ne valuta il loro impatto su processi e

procedure aziendali;

b) coordina tutte le attività ed i presidi finalizzati ad assicurare l’ottemperanza a norme e regolamenti,

rendendone più efficiente la programmazione ed attivandole in ottica di prevenzione dei comportamenti

che possano fare incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, generare perdite finanziarie rilevanti

o danni di reputazione (con conseguente danno economico);

c) promuove all’interno della Banca il rispetto delle leggi, dei regolamenti, delle norme, dei codici e di

qualunque altra disposizione a carattere vincolante per l’attività svolta dalla Banca, per minimizzare il

rischio di non conformità e contribuire alla diffusione della “cultura della conformità”.

La Funzione Compliance è principalmente deputata allo svolgimento delle seguenti attività: - ausilio alle strutture aziendali per la definizione delle metodologie di valutazione dei rischi di non

conformità alle norme;

- individuazione di idonee procedure per la prevenzione del rischio rilevato, con possibilità di

richiederne l’adozione; verifica della loro adeguatezza e corretta applicazione;

- identificazione nel continuo delle norme applicabili alla banca e misurazione/valutazione del loro

impatto su processi e procedure aziendali;

- proposta di modifiche organizzative e procedurali finalizzate ad assicurare un adeguato presidio dei

rischi di non conformità identificati;

- predisposizione di flussi informativi diretti agli organi aziendali e alle strutture coinvolte (ad es.:

gestione del rischio operativo e revisione interna);

- verifica dei di flussi informativi diretti organizzativi (strutture, processi, procedure anche operative e

commerciali) suggeriti per la prevenzione del rischio di non conformità alle norme.

La Funzione Compliance è coinvolta nella valutazione ex ante della conformità alla regolamentazione

applicabile di tutti i progetti innovativi che la banca intende intraprendere e nella prevenzione e gestione

dei conflitti di interesse, sia tra le diverse attività svolte, sia con riferimento ai dipendenti ed agli

esponenti aziendali. Essa collabora inoltre all’identificazione delle politiche di remunerazione

valutandone la conformità rispetto al quadro normativo esterno ed interno.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Funzione Antiriciclaggio

La Funzione antiriciclaggio ha il compito di assicurare il presidio del rischio di non conformità in

materia di antiriciclaggio, contrasto al finanziamento del terrorismo e gestione degli embarghi

attraverso:

definizione dei principi generali da adottare in azienda in ambito AML;

monitoraggio continuo del contesto normativo verificando l’adeguatezza dei processi e delle

procedure e valutando eventuali modifiche organizzative e procedurali;

predisposizione di informativa periodica agli Organi Societari, all’Alta Direzione ed agli Organi di

Vigilanza;

prestazione di consulenza alle società del Gruppo e alla Rete;

verifica dell’adeguatezza dei piani formativi in ambito AML predisposti dalla Direzione Risorse

Umane.

effettuazione dei controlli di secondo livello concernenti le seguenti principali aree tematiche:

adeguata verifica della clientela (semplificata, ordinaria e rafforzata), corretta alimentazione

dell’Archivio Unico Informatico, movimentazione di contante, clientela appartenente a settori a

maggior rischio di riciclaggio;

gestione dell’iter autorizzativo per l’apertura di rapporti continuativi alle persone politicamente

esposte e ai trust;

analisi delle segnalazioni di operazioni sospette pervenute dalle strutture operative per l’eventuale

trasmissione all’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia secondo le disposizioni

impartite dal Titolare Delegato;

gestione delle segnalazioni antiriciclaggio aggregate.

Dirigente Preposto

Il Dirigente Preposto opera nel rispetto delle previsioni di cui all’art. 154-bis TUF recependo quanto

stabilito dalla “Legge 262/2005 – Dirigente Preposto”.

Il presidio della qualità dell’informativa contabile e finanziaria è imperniato sull’esame congiunto:

delle impostazioni organizzative e di controllo, condotto con un piano di verifiche teso a valutare in

via continuativa l’adeguatezza e l’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili

per la gestione dei dati necessari alla rappresentazione veritiera e corretta della situazione

patrimoniale, economica e finanziaria su base individuale e consolidata di Banca Intermobiliare nei

documenti di bilancio e in ogni altra comunicazione finanziaria;

della completezza e della coerenza delle informazioni rese al mercato, rafforzando i processi ordinari

di comunicazione interna con l’acquisizione regolare di strutturati e disciplinati flussi informativi; le

funzioni di Banca Intermobiliare e delle società controllate provvedono regolarmente alla

comunicazione degli eventi rilevanti ai fini dell’informativa contabile e finanziaria, in specie con

riferimento ai principali rischi e incertezze cui risultino esposte, agevolando altresì la relazione

continuativa con le strutture alle quali il Dirigente Preposto richieda lo svolgimento tempestivo di

eventuali approfondimenti.

Il Dirigente Preposto, in relazione alle funzioni di sorveglianza e di presidio, ai sensi dell’art. 154-bis

TUF:

- sottoscrive, unitamente al Direttore Generale, le attestazioni sul bilancio di esercizio e su quello

consolidato ai sensi dell’art. 154-bis TUF, comma 5, circa l'adeguatezza e l'effettiva applicazione

delle procedure amministrative e contabili, la conformità ai principi contabili internazionali, la

corrispondenza dei documenti alle risultanze dei libri e delle scritture contabili, l’idoneità degli

stessi a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed

economica nonché un’analisi attendibile dell’andamento, del risultato della gestione e dei principali

rischi cui il Gruppo risulta esposto;

- attesta la corrispondenza degli atti e delle comunicazioni diffusi al mercato alle risultanze

documentali, ai libri e alle scritture contabili, ai sensi dell’art. 154-bis TUF, comma 2.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Il Dirigente Preposto ha definito il programma di lavoro in rapporto agli adempimenti di legge

(predisposizione delle procedure e gestione delle attività di verifica) curando che lo sviluppo fosse

orientato in coerenza ai criteri declinati nel “Regolamento operativo Legge 262/2005 – Dirigente

Preposto” e che l’applicazione degli approcci di controllo risultasse pienamente consistente con le

metodologie assunte a riferimento, che riflettono standard internazionali derivati dal CoSO Framework,

per assicurare una applicazione omogenea del processo di verifica e dei criteri di valutazione.

Completata la fase del processo valutativo sulle procedure amministrative e contabili, il Dirigente

Preposto predispone ogni sei mesi un’apposita relazione informativa nella quale sono incluse:

- le informazioni concernenti il quadro di riferimento societario e il sistema dei controlli

sull’informativa finanziaria;

- il perimetro di lavoro cui si riferisce il programma di verifiche svolto nell’esercizio sulle procedure

amministrative e contabili;

- la sintesi e il dettaglio delle verifiche condotte e delle anomalie riscontrate, con indicazione

puntuale degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dei controlli;

- un giudizio di sintesi finale.

Tale relazione informativa viene presentata al Consiglio di Amministrazione ed al Collegio Sindacale,

nonché inviata in copia alle Direzioni Compliance, Internal Audit e Operations, ciascuno per i rispettivi

ambiti di responsabilità, nonché all’Organismo di Vigilanza 231/2001.

Si rileva che, a seguito dell’internalizzazione delle attività attinenti il Dirigente Preposto, avvenuta nel

corso del secondo semestre del 2017, le attività di verifica relative all’anno 2017 sono state svolte da

Banca Intermobiliare con il supporto di consulenti esterni. Relativamente al primo semestre 2017 si è

utilizzata la procedura di Self Assessment per l’intero processo di valutazione dell’adeguatezza dei

processi aziendali e dei relativi controlli di Banca Intermobiliare, mentre in sede di approvazione del

bilancio annuale si è proceduto ad effettuare i test sull’intero anno 2017 in ambito dei due cluster

“Finanza” e “Credito” sulla Capogruppo Banca Intermobiliare. Relativamente invece al cluster

“Amministrazione” di Capogruppo si è proceduto con l’attività di Self Assessment (in linea con quanto

svolto le annualità precedenti). L'attività di test ha permesso di riscontrare, in generale, un elevato grado

di test efficaci. Sono stati rilevati controlli risultanti efficaci seppur con alcuni rilievi. Per tali controlli è

stata definita un’apposita azione di rimedio che dovrà essere implementata nel corso del 2018 e che

dovrà essere oggetto di verifica ex-post.

Le azioni di mitigazione dovranno essere attivate anche nel contesto del piano di revisione della

struttura organizzativa di Banca Intermobiliare.

Nell’anno 2018 si dovrà ridefinire la metodologia e le procedure attinenti alle attività Dirigente Preposto

al fine di renderle coerenti ed adeguate alla nuova struttura organizzativa ed operativa.

Sulla base quindi di una valutazione complessiva delle attività svolte è possibile esprimere un giudizio

di adeguatezza sui processi e sui controlli in essere che, pertanto, consentono la rappresentazione

veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria di Banca Intermobiliare.

In merito all’Art. 15 del Regolamento dei Mercati Consob n. 20249 del 28 dicembre 2017 (in vigore dal

3 gennaio 2018) disciplina le condizioni per la quotazione di società controllanti società costituite e

regolate dalla legge di Stati non appartenenti all'Unione europea, si segnale che dette disposizioni non si

applicano alle società controllate da Banca Intermobiliare, in relazione a quanto stabilito dal comma 2

del citato articolo 15 in quanto non rivestono significativa rilevanza secondo le disposizioni di cui al

titolo VI, capo II, del regolamento adottato dalla Consob con delibera n. 11971 del 1999 e successive

modificazioni.

Internal Audit BIM

L’attività di Internal Audit è svolta con l’obiettivo di valutare la completezza, l’adeguatezza, la

funzionalità e l’affidabilità del Sistema dei Controlli Interni della Banca e del Gruppo nel suo

complesso. La Funzione Internal Audit, in coerenza alle disposizioni normative ed in ottica di piena

autonomia ed indipendenza, è posta in staff al Consiglio di Amministrazione ed è articolata secondo un

modello organizzativo atto a raggiungere appieno un approccio per processi/rischi.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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In generale, l’Internal Audit:

assicura, nel rispetto degli indirizzi del piano di audit approvato dall’Organo con funzione di

supervisione strategica, una costante, indipendente ed obiettiva azione di sorveglianza sull’intero

Sistema dei Controlli Interni e di gestione dei rischi del Gruppo;

verifica la regolarità delle diverse attività aziendali, incluse quelle esternalizzate e l’evoluzione dei

rischi sia nella direzione generale della Banca, sia nelle Filiali nonché nelle società controllate. La

frequenza delle ispezioni è coerente con l’attività svolta e la propensione al rischio; sono tuttavia

condotti anche accertamenti ispettivi casuali e non preannunciati;

verifica la regolarità dell’operatività e l’andamento dei rischi e valuta la funzionalità del complessivo

sistema dei controlli interni, al fine di perseguire anche il miglioramento dell’efficacia e

dell’efficienza dell’organizzazione, la salvaguardia del valore della Banca e del Gruppo, l’affidabilità

e l’integrità delle informazioni contabili e gestionali, nonché la conformità delle operazioni alle

politiche stabilite dagli Organi di governo e alle normative interne ed esterne;

porta all’attenzione degli Organi Aziendali i possibili miglioramenti alle politiche di gestione dei

rischi, agli strumenti di misurazione e alle procedure.

L’Internal Audit è responsabile dello svolgimento delle seguenti attività:

sistema di monitoraggio: basato su un insieme di misure/indicatori che consentono di avere una vista

complessiva sulle principali grandezze patrimoniali e di intercettare, per singola fase del processo

considerato, gli eventi di rischio/anomalia. L’analisi degli indicatori viene effettuata sia a livello

aggregato sia nel dettaglio, per indagare aspetti problematici della gestione dei rischi insiti nel

processo di riferimento, con l’obiettivo di utilizzare le evidenze emerse per la programmazione di

interventi mirati, in loco ovvero a distanza;

verifiche di audit: incarichi approfonditi o mirati, volti alla verifica dell’adeguatezza e della

funzionalità dei processi aziendali e del relativo sistema di controllo interno;

controlli a distanza: indagini puntuali condotte sulla base delle evidenze emerse dalle attività di

monitoraggio tramite elaborazione ed analisi di dati provenienti direttamente dai diversi archivi

aziendali;

follow up: processo di valutazione dello stato di sistemazione delle criticità rilevate nel corso di

interventi precedenti;

attività di prevenzione e di approfondimento: attività di analisi dei rischi di frode interna e grave

irregolarità nell’ambito dell’operatività corrente del Gruppo e di indagine e accertamenti su fatti ed

eventi criminosi o ritenuti di particolare rilevanza;

altri controlli straordinari: altre attività di verifica non pianificate, resesi necessarie in seguito ad

evidenze di altri controlli e/o su richiesta di Organi Aziendali.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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1.4 – Dispositivi di governo societario

Il Consiglio di Amministrazione

In conformità a quanto stabilito dall’art. 147 ter del D. Lgs. 58/1998, la procedura è disciplinata dall’art.

9 dello Statuto, consultabile su www.bancaintermobiliare.com-Corporate governance.

La nomina dei membri del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base di liste presentate dagli

Azionisti, nelle quali i candidati sono elencati mediante un numero progressivo. Ciascuna lista deve

presentare un numero di candidati appartenente al genere meno rappresentato che assicuri il rispetto

dell’equilibrio fra generi almeno nella misura minima prevista dalle norme di legge e di regolamento

pro tempore vigenti.

Tra le liste non debbono esistere elementi di collegamento, neppure indiretto; in caso di collegamento

sono ineleggibili i candidati in liste di minoranza collegate ai soci che hanno presentato o votato la lista

risultata prima per numero di voti.

Almeno uno dei membri del Consiglio di Amministrazione è espresso dalla lista di minoranza che ha

ottenuto il maggior numero di voti.

Hanno diritto a presentare dette liste soltanto gli Azionisti che, da soli o insieme ad altri, siano

complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% del capitale con

diritto di voto nell’Assemblea ordinaria ovvero quella diversa percentuale stabilita dalla CONSOB con

regolamento, tenuto conto della capitalizzazione, del flottante e degli assetti proprietari delle società

quotate.

La titolarità della quota minima di partecipazione è determinata avendo riguardo alle azioni che

risultano registrate a favore del socio nel giorno in cui le liste sono depositate presso la Società. La

relativa certificazione può essere prodotta anche successivamente al deposito purché entro il termine

previsto per la pubblicazione delle liste.

L’Azionista e gli Azionisti appartenenti ad un medesimo gruppo che abbia presentato una lista di

candidati non possono presentare, neppure per interposta persona o Società fiduciaria, più di una lista,

né possono votare liste diverse. Ogni candidato può presentarsi in una sola lista a pena di ineleggibilità.

Non possono essere inseriti nelle liste candidati che non siano in possesso dei requisiti di onorabilità,

professionalità ed indipendenza stabiliti dalla normativa applicabile. Rimane comunque ferma la

competenza del Consiglio di Amministrazione in merito alla verifica della sussistenza dei predetti re-

quisiti

Nel Consiglio di Amministrazione è assicurato il seguente numero minimo di componenti in possesso

dei requisiti di indipendenza:

- 1 nel caso in cui il Consiglio sia composto da 5 o 6 membri;

- 2 nel caso in cui il Consiglio sia composto da 7, 8, 9 o 10 membri;

- 3 nel caso in cui il Consiglio sia composto da 11 membri.

L'indipendenza degli Amministratori è valutata avuto riguardo ai principi ed ai criteri applicativi stabiliti

dal Codice di Autodisciplina predisposto dal Comitato per la Corporate Governance delle Società

Quotate, salvi i criteri più rigorosi eventualmente previsti dalla normativa pro tempore vigente.

In ciascuna lista deve essere chiaramente indicato quali siano i candidati in possesso dei requisiti di

indipendenza stabiliti dalla legge e/o dallo statuto.

All’elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione si procede osservando le seguenti modalità:

1. Dalla lista che ha ottenuto in Assemblea il maggior numero di voti sono tratti, in base all’ordine

progressivo con il quale sono elencati nella lista stessa, gli amministratori da eleggere meno uno.

2. L’ultimo membro del Consiglio di Amministrazione è tratto dalla lista di minoranza che avrà

ottenuto il maggior numero di voti secondo l’ordine in questa previsto. Qualora venga votata

un’unica lista, l’intero Consiglio di Amministrazione verrà tratto dalla medesima.

Nel caso in cui non risulti eletto il numero minimo necessario di Amministratori indipendenti e/o di

Amministratori appartenenti al genere meno rappresentato, gli Amministratori della lista più votata

contraddistinti dal numero progressivo più alto e privi dei requisiti in questione sono sostituiti dai suc-

cessivi candidati aventi il requisito o i requisiti richiesti tratti dalla medesima lista. Qualora anche

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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applicando tale criterio non sia possibile individuare degli Amministratori aventi le predette

caratteristiche, il criterio di sostituzione indicato si applicherà alle liste di minoranza via via più votate

dalle quali siano stati tratti dei candidati eletti.

In caso di parità di voti tra le liste che hanno ottenuto la maggioranza dei voti si procede a votazione di

ballottaggio tra le stesse, da parte dell’intera Assemblea dei soci, o se impossibile da attuarsi, da parte di

altra Assemblea da convocarsi entro 50 giorni mentre, in caso di parità di quozienti, si intende eletto il

più giovane di età.

Qualora non sia stata validamente presentata alcuna lista, il Consiglio di Amministrazione ha facoltà di

presentare in Assemblea una scheda di voto, che può essere pre-compilata e contenente un elenco non

vincolante di candidati. In tal caso, ciascun socio può modificare in tutto o in parte la scheda di voto, sia

eliminando i candidati che non intende votare, sia aggiungendo eventualmente, in luogo di quelli

eliminati, uno o più nuovi candidati. Risultano eletti i candidati che, all’esito dello scrutinio delle

schede, hanno conseguito il maggior numero di voti e siano in possesso dei prescritti requisiti.

Il membro del Consiglio di Amministrazione che, successivamente alla sua nomina, perda i requisiti

normativamente e statutariamente richiesti, deve darne immediata comunicazione al Consiglio di

Amministrazione e, in ogni caso, egli decade dalla carica.

I limiti al cumulo degli incarichi assumibili dai Consiglieri sono stabiliti mediante apposito

provvedimento del Consiglio di Amministrazione.

In caso di morte, rinuncia, decadenza, mancanza per qualsiasi motivo di un Amministratore, o perdita

per qualsiasi motivo dei requisiti di onorabilità o professionalità di alcuno degli Amministratori, il

Consiglio di Amministrazione può provvedere a cooptare un Amministratore, rispettando i principi di

rappresentanza delle minoranze. Quando nei casi sopra indicati venga meno il numero minimo di

Amministratori indipendenti previsto dallo Statuto e/o il numero minimo di Amministratori appartenenti

al genere meno rappresentato, il Consiglio di Amministrazione deve provvedere alla loro sostituzione

nominando – rispettivamente – uno o più Amministratori indipendenti ovvero uno o più Amministratori

appartenenti al genere meno rappresentato.

Per la nomina di Amministratori necessaria per l’integrazione del Consiglio di Amministrazione,

l’Assemblea è regolarmente costituita qualunque sia la parte di capitale rappresentata e delibera a

maggioranza assoluta, assicurando il rispetto dei principi di indipendenza e di equilibro fra i generi pre-

scritti dalla normativa, anche regolamentare, pro tempore vigente.

Piani di successione

Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente non ha sin qui adottato un piano per la successione degli

Amministratori esecutivi (criterio applicativo 5.C.2). La decisione di discostarsi dal suddetto criterio

applicativo 5.C.2 del Codice viene formalizzata mediante l’approvazione della presente Relazione.

Composizione

Il Consiglio di Amministrazione in carica è stato nominato con deliberazione approvata dall’Assemblea

dei soci del 18 ottobre 2016, sulla base di due liste presentate rispettivamente dalla diretta controllante

Veneto Banca e da alcuni soci di minoranza. Il Consiglio in carica verrà in scadenza con l’approvazione

del bilancio al 31 dicembre 2018.

Per le informazioni circa la composizione del Consiglio in carica alla data di chiusura dell’Esercizio di

riferimento e alle cariche attualmente ricoperte da ciascun Amministratore in altre società quotate o

società finanziarie, bancarie e assicurative si rimanda alla Tabella 2 riportata in appendice alla presente

Relazione.

Gli Amministratori in carica alla data della presente Relazione sono in possesso dei requisiti di

professionalità ed onorabilità prescritti dalle vigenti disposizioni normative applicabili agli esponenti

aziendali delle banche quotate.

In data 24 maggio 2017 il Consiglio di Amministrazione - a seguito delle dimissioni rassegnate dal

dott. Giampaolo Provaggi in data 16 maggio 2017 - ha cooptato il dott. Paolo Ciccarelli e, verificata la

relativa sussistenza dei requisiti di indipendenza previsti dalla vigente normativa e dal Codice, ha inoltre

provveduto a nominare lo stesso quale componente del Comitato Controllo e Rischi, attribuendogli la

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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carica di Presidente, nonché componente del Comitato Amministratori indipendenti per le operazioni

con soggetti collegati.

In data 18 luglio 2017, il Consiglio di Amministrazione – a seguito della cessazione per dimissioni, in

data 21 giugno 2017, del Consigliere indipendente Anna Maria Chiodaroli, già Presidente del Comitato

Nomine e componente del Comitato Controllo e Rischi, del Comitato Remunerazione e del Comitato

Amministratori indipendenti per le operazioni con soggetti collegati - accertata la sussistenza dei

requisiti di indipendenza previsti dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana e dall’art. 148, comma

3, T.U.F. in capo agli Amministratori Paolo Ciccarelli, Simona Heidempergher, Michele Odello,

Alessandro Potestà, Daniela Toscani, Maria Alessandra Zunino de Pignier, ha proceduto

all’integrazione dei suddetti Comitati, nominando:

- la dott.ssa Daniela Toscani quale componente del Comitato Controllo e Rischi e del Comitato

Amministratori indipendenti per le operazioni con soggetti collegati;

- il dott. Alessandro Potestà quale Presidente del Comitato Nomine;

- la dott.ssa Maria Alessandra Zunino de Pignier quale componente del Comitato Remunerazione.

Le caratteristiche personali e professionali di ciascun amministratore sono consultabili su

www.bancaintermobiliare.com – Investor Relations-Comunicati Stampa).

Politiche di diversità

Lo statuto di BIM prevede il rispetto delle politiche di diversità ai sensi delle vigenti disposizioni di

legge. L’Emittente non ha assunto specifiche delibere in materia di diversità in relazione alla

composizione degli organi di amministrazione e gestione relativamente ad aspetti quale l’età, la

composizione di genere e di percorso formativo e professionale.

Cumulo massimo agli incarichi ricoperti in altre società

La normativa di BIM fa riferimento, per il cumulo degli incarichi, alle vigenti disposizioni di legge e di

vigilanza. Particolare attenzione, in ossequio alla disciplina Fit & Proper, è attribuita alla disponibilità

di tempo che i componenti il Consiglio devono poter assicurare alla Società. L’attuale composizione del

Consiglio rispetta i suddetti criteri di cumulo degli incarichi.

Ruolo del consiglio di Amministrazione

Il vigente “Regolamento sul funzionamento del Consiglio di Amministrazione” dispone che, al fine di

consentire agli interessati di agire in modo informato, il Presidente – per il tramite della Funzione Affari

Societari – si adopera affinché la documentazione a supporto delle deliberazioni, in particolare quella

resa ai componenti non esecutivi, sia adeguata in termini quantitativi e qualitativi rispetto alle materie

iscritte all’ordine del giorno e venga trasmessa – tramite apposita procedura informatica o mediante

posta elettronica – a ciascun Amministratore o Sindaco non appena disponibile e comunque entro due

giorni lavorativi precedenti la data fissata per la riunione, salvi i casi in cui si renda necessario un ridotto

termine di preavviso. I suddetti termini sono stati normalmente rispettati, salvo che per i casi indotti

dalle urgenze di regola derivanti dallo scenario del contesto “Veneto Banca”.

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione si è impegnato affinché agli argomenti posti all’ordine

del giorno fosse dedicato il tempo necessario per consentire un costruttivo dibattito, incoraggiando,

nello svolgimento delle riunioni, contributi da parte dei consiglieri.

Alle sedute del Consiglio hanno partecipato stabilmente:

(i) il Collegio Sindacale;

(ii) il Direttore Generale;

(iii) il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, in occasione delle riunioni

convocate per l’approvazione delle situazioni contabili di periodo;

(iv) i Responsabili delle funzioni di controllo interno, in occasione delle riunioni convocate per

l’esame delle relazioni periodiche redatte da queste ultime;

(v) di regola, nel 2017, il General Counsel.

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Alle riunioni consiliari hanno inoltre preso parte i Dirigenti dell’Emittente responsabili delle funzioni

aziendali di volta in volta competenti per fornire gli opportuni approfondimenti sugli argomenti posti

all’ordine del giorno.

***

Ai sensi del vigente Statuto sociale, oltre alle attribuzioni non delegabili a norma di legge, sono fra

l’altro riservate alla esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione le decisioni concernenti:

- tutti i compiti che il Consiglio di Amministrazione svolge ai sensi della Circolare Banca d’Italia n.

285 del 17 dicembre 2013 e successive modifiche e integrazioni, Parte prima (Titolo IV, Capitolo I,

Sezione III, paragrafo 2.2., lettere b, c; Titolo IV, Capitolo 2, Sezione II, paragrafo 2) ed ai sensi

della Circolare Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006, Titolo V, Capitolo 7, Sezione II,

Paragrafo 2;

- la supervisione strategica consistente nella determinazione degli indirizzi e degli obiettivi aziendali

strategici e nella verifica della loro attuazione;

- le decisioni concernenti le linee e le operazioni strategiche ed i piani industriali e finanziari;

- l'esame e l'approvazione delle operazioni aventi un significativo rilievo strategico, economico,

patrimoniale e finanziario;

- l’assunzione e la cessione di partecipazioni strategiche;

- la determinazione dell'assetto organizzativo generale nonché l'eventuale costituzione di Comitati

interni agli organi aziendali con funzioni consultive o di coordinamento;

- la nomina e la revoca del Direttore Generale e dei dirigenti ed il conferimento dei relativi poteri;

- la designazione degli Amministratori e dei Sindaci delle Società partecipate;

- le strategie di sviluppo territoriale;

- l’acquisto e la cessione di immobili;

- l’approvazione e la modificazione dei principali regolamenti interni;

- la nomina del responsabile delle funzioni di revisione interna e di controllo di conformità e di

controllo dei rischi, sentito il Collegio Sindacale

- la determinazione dei criteri per il coordinamento e la direzione delle società del gruppo e per

l’esecuzione delle istruzioni della Banca d’Italia

Al Consiglio di Amministrazione sono inoltre attribuite, in via esclusiva e nel rispetto dell’art. 2436

Codice Civile, le deliberazioni concernenti:

- la riduzione del capitale sociale in caso di recesso di socio;

- l’adeguamento dello statuto alle disposizioni normative;

- la fusione per incorporazione di una società interamente posseduta o partecipata in misura almeno

pari al 90 per cento del suo capitale, nel rispetto delle previsioni di cui agli artt. 2505 e 2505-bis

Codice Civile.

Consigliere con incarichi

Il Consigliere dott. Giorgio Angelo Girelli ha ricevuto in data 18.10.2016 le seguenti deleghe gestionali:

Elaborare e sottoporre al Consiglio di Amministrazione per la relativa delibera la proposta di

Piano Industriale della Banca;

Dare impulso alle indicazioni strategiche e alle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione,

assicurando che le stesse si svolgano nel rispetto degli indirizzi stabiliti;

Sottoporre al Consiglio di Amministrazione la proposta di progetto di bilancio consolidato, le

situazioni infra annuali e la proposta di budget annuale, documentazione predisposta su

proposta del Direttore Generale;

Proporre al Consiglio di Amministrazione l’approvazione del budget annuale delle spese del

personale e delle relative politiche di remunerazione, assicurando la coerenza con le strategie

approvate nel piano industriale;

Assicurare, in adempimento alle indicazioni ed alle direttive del Consiglio di Amministrazione:

al Consiglio di Amministrazione, o agli organi da esso delegati, piena conoscenza e

governabilità dei fatti aziendali, definendo efficaci procedure e flussi informativi;

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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la coerenza dell’assetto organizzativo rispetto ad obiettivi e strategie della Banca;

l’esistenza di efficaci canali di comunicazione, al fine di garantire che il personale delle

unità organizzative della Banca sia a conoscenza delle politiche e delle procedure relative

ai propri compiti e responsabilità e, in tale ambito, individuare e ridurre al minimo le aree

di potenziale conflitto di interesse;

politiche di gestione della liquidità aziendale e del “banking book” coerenti con i limiti di

rischio statuiti nel regolamento dell’attività finanziaria;

l’adozione e la piena disponibilità di un efficace sistema informativo, completo e affidabile,

adeguato alle esigenze funzionali ed operative della Banca;

la predisposizione e l’aggiornamento dei regolamenti interni e la formalizzazione dei

processi aziendali, al fine di garantire efficienza e correttezza nella gestione della Banca, in

coerenza con i compiti e le responsabilità delle unità organizzative preposte all’esecuzione

delle attività, così come definite nel funzionigramma aziendale;

la funzionalità del sistema dei controlli interni e l’adozione di idonee e tempestive misure

correttive in caso di carenze o anomalie segnalate dalle funzioni aziendali competenti;

listini dei servizi bancari e dei servizi di investimento coerenti con la strategia commerciale

della Banca nell’ottica dell’economicità della gestione e nel rispetto della normativa

applicabile.

Verificare l’adeguatezza dei mezzi patrimoniali e finanziari della società secondo quanto

previsto dalle norme di riferimento

Presentare al Consiglio di Amministrazione proposte di delibere, predisposte con il supporto del

Direttore Generale:

in tema di acquisto, vendita, concessione di ipoteca e locazione ultra novennale di

immobili;

in tema di acquisto, vendita e affitto di azienda o rami di azienda;

in tema di assunzione e dismissione di partecipazioni di controllo e di operazioni sul

capitale delle società controllate;

relative alle strategie di gestione delle società controllate;

in tema di assunzione e dismissione di partecipazioni non di controllo e di operazioni sul

capitale delle società non controllate.

Il dott. Girelli non svolge il ruolo di chief executive officer (principale responsabile della gestione

dell’Emittente) e non è azionista di controllo di quest’ultimo.

In data 7 marzo 2018 il Consigliere con incarichi, Dott. Giorgio Angelo Girelli, ha informato il

Consiglio di Amministrazione della Banca Intermobiliare di aver concluso in tale data con Trinity, un

accordo che prevede le proprie dimissioni dalla carica ricoperta, in occasione del closing

dell’acquisizione da parte di Trinity delle azioni di Veneto Banca S.p.A. in LCA, previsto nelle

prossime settimane.

Presidente del Consiglio di Amministrazione

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione:

- ha un ruolo non esecutivo e non svolge, neppure di fatto, funzioni gestionali. Egli promuove

l’effettivo funzionamento del sistema di governo societario e si pone come interlocutore degli organi

interni di controllo e dei comitati interni;

- non è titolare di deleghe gestionali e non riveste uno specifico ruolo nell’elaborazione delle strategie

aziendali;

- assicura, anche partecipando su invito ai Comitati endo-consiliari ed avvalendosi della direzione

Affari Societari, l’efficace dispiegarsi dei flussi informativi, orizzontali e top-down.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Comitato Endoconsiliari

Il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno i seguenti comitati con funzioni

propositive e consultive:

a) Comitato per le nomine

b) Comitato per la remunerazione

c) Comitato controllo e rischi.

I compiti e la composizione dei suddetti Comitati sono descritti nelle successive sezioni 7, 8 e 10.

Oltre ai suddetti Comitati il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno il Comitato

degli Amministratori indipendenti per le operazioni con soggetti collegati, al quale sono attribuite le

funzioni previste dalla relativa normativa regolamentare Banca d’Italia e Consob.

Il funzionamento di ciascun Comitato è disciplinato da apposito Regolamento: tutti i regolamenti sono

stati revisionati a seguito della sottoposizione a liquidazione coatta di Veneto Banca, nell’ambito della

integrale riscrittura della normativa aziendale propedeutica allo svolgimento dei compiti di capogruppo

bancaria da parte di BIM.

Il Consiglio ha approvato i nuovi regolamenti, su proposta del management che, a partire dal mese di

luglio, si è anche potuto avvalere di un contributo consulenziale esterno.

Comitato per le nomine

Il Comitato, che ai sensi del Regolamento aziendale è costituito in prevalenza da amministratori

indipendenti. I lavori sono coordinati dal Presidente, le riunioni sono regolarmente verbalizzate e il

Presidente del Comitato ne dà informazione al primo consiglio di amministrazione utile. Alle suddette

riunioni hanno preso parte i membri del Collegio sindacale e i Dirigenti di BIM invitati a partecipare.

Il Comitato per le nomine svolge i seguenti compiti determinati da apposito Regolamento:

nomina o cooptazione dei consiglieri secondo quanto specificato dalle Disposizioni di vigilanza

per le banche - Titolo IV - Capitolo 1 - Sezione IV e dall’art. 2386, primo comma, cod. civ.

autovalutazione degli organi secondo quanto previsto dalle Disposizioni di vigilanza per le

banche – Titolo IV – Capitolo 1 – Sezione VI;

verifica delle condizioni previste ai sensi dell’art. 26 TUB degli Esponenti aziendali, nonché dei

requisiti previsti dallo Statuto sociale e dalla normativa nazionale e sovranazionale in materia;

definizione di piani di successione nelle posizioni di vertice dell’esecutivo previsti dalle

Disposizioni di vigilanza Titolo IV - Capitolo 1 - Sezione IV nonché di eventuali altri soggetti

definiti titolari di ruoli chiave aziendali;

orientamento in merito al numero massimo di incarichi di amministratore o sindaco nelle

società del gruppo;

valutazione delle fattispecie problematiche derivanti da deroghe al divieto di concorrenza

previsto dall’art. 2390 cod. civ., autorizzate dall’assemblea degli azionisti.

Nello svolgimento dei suoi compiti il Comitato tiene conto dell’obiettivo di evitare che i processi

decisionali del Consiglio siano dominati da un unico soggetto o da gruppi di soggetti che possano recare

pregiudizio per la capogruppo e/o le società controllate (si richiamano in particolare i principi contenuti

nelle Disposizioni di vigilanza volti a evitare eccessive concentrazioni di potere).

Il Comitato svolge analoghe funzioni anche con riferimento alle società controllate.

Inoltre esprime parere preventivo, obbligatorio e non vincolante, sulle candidature per la nomina a

Responsabile delle funzioni aziendali di controllo, verificando il possesso dei requisiti previsti da

Circolare 285/2013.

Il Comitato, nello svolgimento delle funzioni, ha sempre avuto accesso alle informazioni e alle funzioni

aziendali necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, non avvalendosi di consulenti esterni.

Comitato per la remunerazione

Il Comitato è composto dai amministratori indipendenti. I lavori sono coordinati dal Presidente, le

riunioni sono regolarmente verbalizzate e il Presidente del Comitato dà informazione delle stesse al

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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primo consiglio di amministrazione utile. Alle suddette riunioni hanno preso parte i membri del

Collegio sindacale e gli Amministratori e i Dirigenti BIM invitati a partecipare.

Il Comitato per la remunerazione, ai sensi dello specifico Regolamento:

ha compiti di proposta sui compensi del personale i cui sistemi di remunerazione e

incentivazione sono decisi dal Consiglio di Amministrazione, secondo quanto stabilito dalla

Circolare Banca d’Italia 285/2013, Titolo IV, Capitolo 2, Sezione II, paragrafo 2, tenendo

presenti i parametri del RAF;

ha compiti consultivi in materia di determinazione dei criteri per i compensi di tutto il personale

più rilevante;

vigila direttamente sulla corretta applicazione delle regole relative alla remunerazione dei

responsabili/referenti delle funzioni di controllo interno, in stretto raccordo con il Collegio

sindacale;

cura la preparazione della documentazione da sottoporre al Consiglio per le relative decisioni;

collabora con gli altri comitati interni al Consiglio, in particolare con il Comitato controllo e

rischi;

assicura il coinvolgimento delle funzioni aziendali competenti nel processo di elaborazione e

controllo delle politiche e prassi di remunerazione e incentivazione;

si esprime, anche avvalendosi delle informazioni ricevute dalle funzioni aziendali competenti,

sul raggiungimento degli obiettivi di performance cui sono legati i piani di incentivazione e

sull’accertamento delle altre condizioni poste per l’erogazione dei compensi;

fornisce adeguato riscontro sull’attività da esso svolta agli organi aziendali, compresa

l’assemblea.

Il Comitato svolge analoghe funzioni con riferimento alle società controllate.

Il Comitato, nello svolgimento delle sue funzioni, ha avuto accesso alle informazioni necessarie e alle

funzioni aziendali per lo svolgimento dei suoi compiti, senza avvalersi di consulenti esterni.

Comitato Controllo e Rischi

Il Comitato è completamente composto da amministratori indipendenti. I lavori sono coordinati dal

Presidente, le riunioni sono regolarmente verbalizzate e il Presidente del Comitato ne dà informazione al

primo consiglio di amministrazione utile. Alle suddette riunioni hanno preso parte i membri del

Collegio sindacale, gli Amministratori e i Dirigenti di BIM invitati a partecipare.

Il Comitato controllo e rischi svolge i seguenti compiti determinati da apposito Regolamento:

individua e propone, sentito il parere del Comitato Nomine, i responsabili delle funzioni aziendali

di controllo da nominare;

esamina preventivamente i programmi di attività (compreso il piano di audit) delle funzioni

aziendali di controllo nonché le relazioni periodiche, indirizzate al Consiglio;

esprime valutazioni e formula pareri al Consiglio in ordine ai principi cui devono essere uniformati

il sistema dei controlli interni e l’organizzazione aziendale e al rispetto dei requisiti che devono

essere rispettati dalle funzioni aziendali di controllo, portando all’attenzione del Consiglio gli

eventuali punti di debolezza e le conseguenti azioni correttive da promuovere; a tal fine valuta le

proposte portate all’attenzione dal management dell’organo con funzione di gestione;

contribuisce, per mezzo di valutazioni e pareri, alla definizione della politica aziendale di

esternalizzazione di funzioni aziendali di controllo;

verifica che le funzioni aziendali di controllo si conformino correttamente alle indicazioni e alle

linee del Consiglio e coadiuva quest’ultimo nella redazione del documento di coordinamento

previsto ai sensi del Cap. 3, Titolo IV della Circolare 285 del 17 dicembre 2013;

valuta, unitamente al dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e sentiti il

revisore legale e il Collegio Sindacale, il corretto utilizzo dei principi contabili ai fini della

redazione dei bilanci d’esercizio e consolidato e, per quest’ultimo, anche l’omogeneità dei principi

adottati da tutte le società del gruppo..

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Con particolare riferimento ai compiti in materia di gestione e controllo dei rischi, il Comitato svolge

funzioni di supporto del Consiglio:

nella definizione e approvazione degli indirizzi strategici e delle politiche di governo dei rischi;

nell’ambito del RAF il Comitato svolge l’attività valutativa e propositiva necessaria affinché il

Consiglio, ai sensi del Tit. IV, Cap. 3 della Circolare 285 del 17 dicembre 2013, possa definire e

approvare gli obiettivi di rischio (“Risk appetite”) e la soglia di tolleranza (“Risk tolerance”).

nella verifica della corretta attuazione delle strategie, delle politiche di governo dei rischi e del

RAF;

nella definizione delle politiche e dei processi di valutazione delle attività aziendali, inclusa la

verifica che il prezzo e le condizioni delle operazioni con la clientela siano coerenti con il modello

di business e le strategie in materia di rischi della capogruppo.

Ferme le competenze del Comitato Remunerazioni, il Comitato accerta che gli incentivi sottesi al

sistema di remunerazione e incentivazione del gruppo siano coerenti con il RAF.

In considerazione dell’adesione di BIM al Codice di Autodisciplina, le competenze attribuite al

Comitato includono inoltre:

la formulazione di pareri al Consiglio in occasione dei seguenti adempimenti:

predisposizione della relazione sul governo societario, con particolare riferimento al

sistema di controllo interno e di gestione dei rischi;

valutazione dei risultati esposti dal revisore legale;

la formulazione di pareri su specifici aspetti inerenti l’identificazione dei principali rischi aziendali;

l’esame delle relazioni periodiche aventi per oggetto la valutazione del sistema di controllo interno

e di gestione dei rischi e quelle di particolare importanza predisposte dalla funzione di Internal

Audit;

il monitoraggio dell’autonomia, dell’adeguatezza, dell’efficacia e dell’efficienza della funzione

Internal Audit;

la facoltà di richiedere alla funzione Internal Audit di svolgere verifiche su specifiche aree

operative, dandone contestuale comunicazione al Presidente del Collegio Sindacale;

la relazione al Consiglio, almeno semestrale, in occasione della approvazione della relazione

finanziaria annuale e semestrale, sull’attività svolta nonché sull’adeguatezza del sistema di

controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle caratteristiche dell’impresa e al profilo di

rischio assunto e la sua efficacia;

il supporto, con un’adeguata attività istruttoria, alle valutazioni e alle decisioni del Consiglio

relative alla gestione di rischi derivanti da fatti pregiudizievoli di cui il Consiglio sia venuto a

conoscenza.

Al Comitato spettano tutte le ulteriori funzioni in materia di controlli interni attribuitegli dalla legge e

dai regolamenti pro-tempore vigenti.

Il Comitato, nello svolgimento delle sue funzioni, ha avuto la possibilità di accedere alle informazioni e

alle funzioni aziendali necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, non avvalendosi di consulenti

esterni.

1.5 – Categorie di rischio monitorati e gestite

Nell’ambito delle attività propedeutiche alla rendicontazione ICCAP sono stati individuati i rischi i cui

il Gruppo Banca Intermobiliare è esposto in base alle attività svolte: la mappa dei rischi è stata approvata

dal Consiglio di Amministrazione, contestualmente all’approvazione del Resoconto ICAAP.

I rischi identificati all’interno del Gruppo sono di seguito riportati.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Rischio di credito

L’attività di erogazione del credito di Banca Intermobiliare, pur non costituendo il core business, è

attivamente rivolta alla clientela private ricoprendo un ruolo complementare alla primaria attività di

investimento in strumenti finanziari, di gestione e strutturazione dei patrimoni della clientela e di

fidelizzazione della stessa nel tempo.

Seppur svolta con un puntuale analisi nell’erogazione e nel presidio della qualità delle esposizioni,

l’attività creditizia svolta negli anni precedenti ha comportato una crescita ingente dell’ammontare delle

esposizioni deteriorate.

Nel corso del 2017 è proseguita l’attività, iniziata nel quarto trimestre 2016, di riesame analitico dello

stato delle posizioni creditizie con particolare riferimento all’adeguamento delle rettifiche di valore per

deterioramento del credito. A seguito di detto riesame la valutazione del portafoglio creditizio appare

allo stato appropriata alla luce del modificato contesto di mercato.

Con l’approvazione delle linee guida del piano strategico di sviluppo è stata stabilita una immediata

cessazione dell'attività di impiego a “clientela corporate”, ritenuto business del tutto incoerente con il

Private Banking e che ha creato l'ingente ammontare di crediti deteriorati penalizzando il percorso di

sviluppo di BIM ed è stato previsto che Banca Intermobiliare erogherà solamente crediti lombard a

clientela Private, con un rigoroso e preciso processo di valutazione del merito creditizio di tali impieghi.

Il portafoglio di crediti corporate in essere, già fortemente rettificato ai massimi livelli del mercato,

viene oggi gestito in un'ottica di “run off””, valutando ogni iniziativa ed opzione volta ad una possibile

ulteriore valorizzazione.

Politiche di gestione del rischio di credito

Aspetti organizzativi

Coerentemente con la definizione condivisa in letteratura ed a livello di sistema, con rischio di credito si

intende la possibilità che una variazione inattesa del merito creditizio del debitore possa causare una

corrispondente variazione inattesa nel valore di mercato della propria esposizione nei confronti di Banca

Intermobiliare. L’assetto organizzativo della banca assicura un adeguato processo per il presidio e la

gestione del rischio di credito, in una logica di separatezza fra funzioni di business e di controllo.

Al Consiglio di Amministrazione restano riservati, in via esclusiva, le attribuzioni ed i poteri riguardanti

la determinazione degli indirizzi che incidono sulla gestione generale degli affari dell’azienda.

In materia di controlli interni, il Consiglio di Amministrazione approva gli orientamenti strategici e le

politiche di gestione del rischio, nonché la struttura organizzativa della banca.

Assume rilevanza il sistema delle deleghe previsto dalla policy interna approvata dal Consiglio di

Amministrazione, la quale attribuisce poteri specifici ad alcuni organi e funzioni aziendali in materia di

delibera degli affidamenti.

La gestione del processo del credito avviene in due momenti distinti:

- nella fase di erogazione iniziale;

- nel corso di tutto il perdurare del rapporto con la controparte.

Al fine di gestire con maggior puntualità e professionalità il portafoglio crediti, Banca Intermobiliare ha

ritenuto opportuno concentrare tutte le fasi relative all’assunzione ed al controllo del rischio presso la

Direzione Generale della Banca ottenendo così, mediante la specializzazione delle risorse e la

separazione delle funzioni ad ogni livello decisionale, un’elevata omogeneità nella concessione del

credito ed un forte monitoraggio delle singole posizioni.

Per le posizioni di credito di maggiore importanza (Inadempienze probabili rilevanti, Inadempienze

probabili Ristrutturate e/o in corso di ristrutturazione, Sofferenze), Banca Intermobiliare, si è avvalsa,

sino al giugno 2017, delle funzioni preposte presenti nell’ex-Capogruppo Veneto Banca. Ad ottobre

2017 si è completata la re-internalizzazione delle attività inerenti la gestione del portafoglio “Non

Performing Loans”.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Il processo di erogazione del credito è regolamentato da una policy approvata dal Consiglio di BIM nel

febbraio 2018 che definisce i ruoli degli organi e delle funzioni coinvolte. Nell’ambito e nel rispetto del

sistema delle deleghe previsto dal Consiglio di Amministrazione sono state assegnate specifiche

responsabilità per le attività di valutazione e assunzione dei rischi. In particolare le filiali della Banca

hanno un’autonomia deliberativa nell’assunzione del rischio del credito decisamente ridotta e comunque

l’analisi delle singole proposte viene sempre eseguita a cura degli uffici di Direzione. Alle stesse è

demandato, per contro, lo sviluppo del business sul territorio e la gestione della relazione con la

clientela.

Le attività connesse al credito sono accentrate nella Direzione Crediti che ricomprende:

- Nucleo Fidi ,all’interno della funzione Crediti Ordinari, a cui è stata demandata l’attività di istruttoria

e di valutazione del merito creditizio della clientela richiedente;

- Segreteria Fidi, all’interno della funzione Crediti Ordinari, a cui sono state demandate le attività

connesse alla messa a disposizione e conferma delle garanzie raccolte non centralizzate presso gli

Uffici Preposti di Capogruppo;

- Funzione Crediti Problematici, a cui è stato demandato il presidio della qualità dei singoli affidamenti

e la verifica nel tempo delle garanzie reali assunte in appoggio agli affidamenti. Segue inoltre

l’attività di recupero per le posizioni anomale ed incagliate nell’ambito delle facoltà delegate dal

Consiglio di Amministrazione;

Funzione Crediti in Contenzioso, cui è demandata l’attività di gestione delle posizioni classificate a

Sofferenze, nell’ambito delle facoltà delegate dal Consiglio di Amministrazione avvalendosi, ove

necessario, del supporto di Legali Esterni.

Sistemi di gestione, misurazione e controllo

I sistemi di gestione, misurazione e controllo del rischio di credito si sviluppano in un contesto

organizzativo che vede coinvolto tutto il ciclo del processo, dalla fase iniziale di istruttoria al riesame

periodico ed al monitoraggio.

Nella fase di istruttoria la banca effettua indagini sia interne sia esterne sul cliente da affidare,

pervenendo alla decisione finale di concessione anche considerando l’insieme di informazioni relative al

soggetto economico, frutto di una diretta conoscenza della clientela e del contesto economico ove opera.

Le attività di istruttoria relative al processo operativo, che porta all’erogazione e al riesame periodico,

vengono effettuate con l’obiettivo di erogare un credito congruo a livello di singolo nominativo in

funzione sia dell’autonoma capacità di rimborso, sia della forma tecnica dell’affidamento che delle

garanzie collaterali.

Banca Intermobiliare, in linea con la metodologia utilizzata dalla ex-Capogruppo Veneto Banca, ha

utilizzato i parametri di rischio (PD e LGD) secondo una metodologia IRB-like, in accordo ai principi di

Basilea 2 della Capital Requirements Regulation (CRR) e Capital Requirements Directive (CRD IV).

Relativamente al parametro di PD, che la banca ha adottato come strumento atto a misurare la

rischiosità associata alle singole controparti attraverso modelli differenziati a seconda dei segmenti di

appartenenza della controparte (Retail e Corporate), questo è in grado di assegnare ad ogni cliente una

valutazione della sua rischiosità sulla base delle informazioni andamentali e finanziarie che la

caratterizzano. Il rating assegnato a ciascuna controparte è stato utilizzato nei processi di erogazione e

rinnovo del credito, negli iter deliberativi e per finalità di monitoraggio sino a novembre 2017.

Per quanto riguarda il parametro di LGD, è stato utilizzato un modello basato sui dati di recupero storici

sulle posizioni in sofferenza («workout LGD»), differenziato sulla base delle caratteristiche del

rapporto. I parametri di PD ed LGD sono stati utilizzati, secondo quanto disposto dai principi contabili

internazionali IAS/IFRS, anche nel calcolo delle rettifiche di bilancio tra le quali rientrano gli

accantonamenti forfettari su crediti vivi e sui crediti deteriorati sotto soglia.

A seguito dell’uscita dal Gruppo Veneto Banca il modello di rating, in essere sino a novembre 2017,

non è più utilizzato da Banca Intermobiliare. Sono attualmente in corso degli incontri con fornitori

esterni al fine di dotarsi di un nuovo motore di rating in linea con le esigenze dell’Istituto.

Il rischio di credito è presidiato con l’ausilio di procedure e strumenti che consentono una tempestiva

individuazione delle posizioni che presentino particolari anomalie. Sulla scorta delle evidenze che

presentano fattori di deterioramento, il credito è classificato come Bonis/Watch-list, Esposizione

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Scaduta e Deteriorata, Inadempienza Probabile – Ristrutturato, Inadempienza Probabile – Concessione

Deteriorata, Esposizione Scaduta e Deteriorata Rilevante, Inadempienza Probabile – Incaglio o

Sofferenza. Il controllo del credito si basa su attività svolte con diversa cadenza temporale (giornaliera,

settimanale, mensile, trimestrale ed annuale) tutte dedicate alle rilevazioni (automatiche e non) di quei

diversi indici che possono segnalare un possibile decadimento della qualità della posizione affidata:

anomalo andamento dei rapporti, perdita di valore delle garanzie accessorie, ritorni negativi sul sistema

(Centrale dei rischi, Cai, Cerved ecc.).

Banca Intermobiliare utilizza gli applicativi di gestione e monitoraggio del rischio forniti dal provider

informatico SEC: GDC (acronimo di Gestione del Credito) e Ge.Sco. (acronimo di Gestione

Sconfinamenti) i quali permettono di meglio focalizzare le anomalie che caratterizzano le singole

posizione, individuando in chiave gestionale piani di azione finalizzati alla rimozione delle stesse e/o al

più efficace presidio e copertura del rischio di credito, ponendo in essere anche la classificazione

gestionale ritenuta più opportuna.

Anomalo andamento dei rapporti:

- attività giornaliera di verifica degli sconfinamenti gestiti in automatico in base alla griglia di poteri

autorizzativi delegati dal consiglio di amministrazione alle diverse funzioni aziendali;

- monitoraggio settimanale delle principali posizioni sconfinanti o che presentano rate scadute;

- segnalazione mensile delle posizioni Esposizione Scaduta e Deteriorata, pre-Esposizione Scaduta e

Deteriorata e pre pre Esposizione Scaduta e Deteriorata, con successivo monitoraggio settimanale

delle stesse e individuazione delle migliore strategie di gestione del rischio di credito;

- monitoraggio periodico dell’attività di revisione delle pratiche di affidamento con fidi scaduti di

validità interna.

Perdita di valore delle garanzie accessorie:

- verifica settimanale della congruità delle garanzie pignoratizie tramite applicativo “Monitoraggio

garanzie” da Idea;

- verifica annuale della congruità delle garanzie ipotecarie attraverso l’utilizzo di Nomisma e per le

esposizioni superiori ai €/Mln. 3 e verifica triennale con la redazione di perizia da parte di tecnico

indipendente incaricato dalle competenti Funzioni di Capogruppo.

Ritorni negativi sul sistema:

- verifica delle anomalie rilevate in automatico sui flussi di ritorno Banca d’Italia;

- verifica delle segnalazioni in Cai della clientela;

- verifica quindicinale delle segnalazioni pregiudizievoli estratte da Cerved.

In merito al rischio di concentrazione (così come definito dalla normativa vigente, cioè il rischio

derivante da esposizioni verso singole controparti o gruppi di clienti connessi - concentrazione per

singolo prenditore o single name - ovvero controparti operanti nel medesimo settore economico o area

geografica - concentrazione geo settoriale), vengono monitorate le concentrazioni verso i diversi settori

di attività economica e verso i gruppi economici maggiormente esposti nei confronti del Gruppo.

Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Nello sviluppo del processo operativo che porta all’erogazione dell’affidamento, la valutazione del

merito creditizio è fondata in prima istanza sull’effettiva capacità del debitore di far fronte agli impegni

assunti e sulla capacità di generare flussi finanziari adeguati (definita dall’Organo di Vigilanza capacità

“esdebitatoria” dell’affidato). A fronte delle concessioni di credito, Banca Intermobiliare acquisisce

dalla controparte idonee garanzie pignoratizie su strumenti finanziari, garanzie reali su immobili oltre a

garanzie personali (contratto autonomo di garanzia e/o fidejussioni,).

Al valore delle garanzie pignoratizie è applicato uno scarto prudenziale, variabile in relazione alla

tipologia dei titoli oggetto di pegno; data poi la natura di rotatività dei pegni acquisiti, la congruità delle

garanzie pignoratizie viene monitorata settimanalmente attraverso la procedura “Monitoraggio

garanzie” da Idea, che consente di confrontare il valore attuale delle garanzie con quello storico.

Sull’acquisizione delle garanzie ipotecarie vengono applicati scarti previsti dalla normativa interna,

differenziati principalmente in funzione della tipologia di immobile e delle finalità per le quali il fido

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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viene richiesto. Periodicamente, come richiesto dalle norme emanate dall’Organo di Vigilanza, vengono

aggiornati i valori delle garanzie stesse.

Le garanzie ricevute dalla Banca sono redatte su schemi contrattuali in linea con gli standard di

categoria e con gli orientamenti giurisprudenziali più recenti.

Nell’ottica di mitigazione del rischio di credito/controparte vengono altresì attivati contratti di

marginatura a garanzia delle esposizioni della clientela nei confronti della Banca con riferimento a

strumenti finanziari OTC (Over The Counter). Il monitoraggio di queste posizioni viene effettuato dalla

Funzione Risk Management.

A mitigazione del rischio controparte vengono utilizzati contratti ISDA (International Swaps and

Derivatives Association, considerato il contratto benchmark di mercato) che permettono di beneficiare

di un quadro normativo a garanzia dell’eventuale netting/unwinding – compensazione/smontaggio delle

posizioni con controparti insolventi.

Attività finanziarie deteriorate

In Banca Intermobiliare i crediti deteriorati vengono gestiti da strutture specializzate costituite

nell’ambito della Direzione Crediti. A far data da ottobre 2017 è stata costituita una nuova Funzione

Crediti in Contenzioso per la gestione delle Sofferenze. Antecedentemente gli incagli di maggior entità,

le posizioni a credito ristrutturato e/o in corso di ristrutturazione e le sofferenze erano, infatti, gestite da

specifiche funzioni della ex-Capogruppo, Veneto Banca.

La Funzione Crediti Problematici svolge le seguenti attività:

- effettua un monitoraggio periodico sulla qualità degli attivi;

- propone la classificazione delle posizioni nelle varie classi di rischio;

- gestisce le posizioni Esposizione Scaduta e Deteriorate e Inadempienza Probabile (Incagliata,

Ristrutturate e Concessione Deteriorata) nell’ambito dei poteri stabiliti dal consiglio di

amministrazione;

- fornisce assistenza e consulenza alla rete per il perfezionamento di accordi di rientro e di

rinegoziazione a sostegno della clientela;

- svolge azioni finalizzate al recupero dei crediti in default nell’ambito delle autonomia attribuite;

- propone gli accantonamenti analitici sulle posizioni incagliate superiori a €/Migl. 250;

- gestisce la parte negoziale e di perfezionamento degli accordi di ristrutturazione o rinegoziazione;

- per le posizioni di maggior peso, successivamente alla delibera di passaggio a incaglio da parte

dell’organo competente, gestisce le attività relative al perfezionamento di accordi di rientro, messa in

mora e, in caso di esito negativo di quest’ultima, ne cura il passaggio a sofferenza;

- fornisce istruzioni in merito alla eventuale revoca dei fidi;

- fornisce istruzioni in merito alla eventuale estinzione dei rapporti;

- effettua una periodica verifica della congruità degli accantonamenti effettuati sulle posizioni in

gestione;

- cura tutte le fasi inerenti il recupero delle posizioni passate a sofferenza, determinando le necessarie

rettifiche di valore.

La Funzione Crediti in Contenzioso svolge le seguenti attività:

- Gestione legale delle cause attive avviate al fine della tutela e del recupero dei crediti classificati a

sofferenza;

- Gestione legale delle cause attive avviate al fine della tutela e del recupero dei crediti aventi

classificazione diversa da sofferenza;

- Gestione delle esecuzioni immobiliari per posizione a inadempienza probabile in seguito a notifica di

avviso ex art.498 cpc;

- Gestione stragiudiziale dei crediti di importo modesto e/o di crediti privi di garanzie utilmente

aggredibili e per le quali risulti antieconomico agire in via giudiziale;

- Gestione ed amministrazione, dal punto di vista contabile, dei crediti classificati a sofferenza;

- Esecuzione controlli di primo livello per gli ambiti di competenza della Funzione;

- Convenzionamento e gestione dei legali fiduciari;

- Valutazione della recuperabilità dei crediti al momento della classificazione a sofferenza e successive

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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rettifiche analitiche ai fondi svalutativi;

I criteri di valutazione per le attività finanziarie deteriorate si rifanno alla Policy di Gestione del Credito

Problematico emanata dalla ex-Capogruppo Veneto Banca e recepita negli anni passati da Banca

Intermobiliare. Dal Febbraio 2018 Banca Intermobiliare si è dotata di una autonoma Policy del Credito

e, nell’ambito di questa, di uno specifico Regolamento classificazione, valutazione e write-off delle

attività finanziarie.

Detti criteri prevedono:

a. per le sofferenze, valutazioni analitiche sulle posizioni superiori a €/Migl. 250, forfettarie per

importi inferiori;

b. per le inadempienze probabili – incagli e concessioni deteriorate, valutazioni analitiche sulle

posizioni superiori a €/Migl. 250, forfettarie per importi inferiori;

c. per le inadempienze probabili - crediti ristrutturati, valutazioni analitiche, ricomprendendo nelle

svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni

inferiori al tasso contrattuale originario;

d. per le esposizione scaduta e deteriorata sono svalutati forfetariamente applicando percentuali

determinate su basi storico/statistiche.

Si precisa inoltre che, con riferimento alle disposizioni EBA in materia, le disposizioni normative

interne hanno introdotto la definizione di misure di “forbearance”, distinguendo le due principali

categorie di “forborne performing” e “forborne non performing”. Le stesse disposizioni enunciano le

caratteristiche per le quali nel caso di “nuova concessione”, in considerazione della difficoltà finanziaria

del cliente, la stessa possa essere intesa come misura di forbearance.

Le disposizioni definiscono inoltre i tempi limite di permanenza nello status di “forborne” delle

posizioni oggetto di misure di tolleranza, in relazione alla tipologia di classificazione. Contestualmente

all’introduzione della nuova disciplina in materia di “forborne measures”, sono state altresì realizzate

una serie di implementazioni informatiche attraverso le quali, mediante i sistemi applicativi di

concessione e gestione del credito, è possibile mappare le posizioni oggetto di specifiche misure di

forbearance. Per la quantificazione dell’esposizione dei crediti forborne si fa rimando a quanto riportato

nelle seguenti informazioni di natura quantitativa, Sezione A “Qualità del credito”.

La gestione di detti crediti è ispirata al rispetto del principio dei costi-benefici e, in quest’ottica, si

privilegiano soluzioni stragiudiziali con pagamenti a breve rispetto alle azioni giudiziali in

considerazione del loro costo e della loro durata. In ogni caso è assicurata una notevole celerità di

ricorso all’azione legale laddove i beni aggredibili appaiano sufficienti al recupero integrale o di parte

significativa del credito. Di norma, si utilizzano studi legali esterni sui quali si concentrano la

maggioranza dell’attività ordinaria di recupero.

La valutazione dei crediti non performing è aggiornata durante tutte le fasi di gestione del recupero del

credito a seconda dei mutamenti in fatto ed in diritto e comunque almeno trimestralmente. Almeno

trimestralmente vengono aggiornate anche le previsioni sulle cause passive diverse dal recupero crediti

(revocatorie, cause in tema di servizi di investimento, contestazioni su pagamento assegni, ecc…).

Vengono, quindi, redatti dei report mensili e/o trimestrali con cui si rendiconta al Direttore Generale.

Queste informazioni vengono anche portate a conoscenza del Consiglio di Amministrazione, per le

eventuali delibere di competenza, e del Collegio Sindacale.

Per quanto concerne, infine, i fattori che determinano la rimessa in bonis di posizioni ad inadempienza

probabile non ci sono regole predefinite, ma questa avviene caso per caso, previa valutazione del venir

meno delle condizioni che hanno generato il deterioramento stesso, il tutto con apposita delibera da

parte di soggetto a ciò facoltizzato.

Nell’esercizio 2017, Banca Intermobiliare non acquistato crediti deteriorati acquisiti.

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Rischio di mercato

Il Rischio di Mercato si riferisce alle variazioni di valore di uno strumento finanziario o di un

portafoglio di strumenti finanziari indotte da cambiamenti inattesi delle condizioni di mercato relative a

tassi d’interesse, cambi e corsi azionari. Il rischio di mercato ricomprende il rischio di posizione, il

rischio di regolamento, il rischio di concentrazione, rischio di cambio e il rischio di posizione su merci.

Il rischio di mercato in coerenza con il modello organizzativo del Gruppo è gestito come definito dalla

“Policy Rischi Finanziari - Policy per la Gestione dei Rischi Finanziari” che sottolinea i principi

fondamentali generali.

Il processo di governo dei rischi di mercato è finalizzato a:

preservare il capitale economico aziendale e massimizzare il valore economico per l’azionista;

assicurare che tutti i rischi assunti o assumibili nelle differenti aree operative siano

correttamente identificati, misurati, controllati e gestiti secondo metodologie e procedure

formalizzate e condivise;

verificare che i modelli di misurazione dei rischi siano coerenti con gli effettivi risultati

reddituali conseguiti dai diversi risk owner (backtesting);

mantenere la qualità dei sistemi di misurazione dei rischi e dei processi di gestione dei rischi

allineati agli standard della best practice di mercato;

definire il sistema dei limiti e delle deleghe attribuiti ai diversi livelli di responsabilità;

garantire la produzione di informativa e reportistica accurate e tempestive per i diversi livelli

organizzativi responsabili delle attività di gestione e controllo;

assicurare il rispetto dei requisiti organizzativi previsti in materia dagli organismi di vigilanza

nazionali e internazionali.

Il processo di gestione del rischio di mercato è composto dalle seguenti fasi:

identificazione del rischio;

analisi del rischio e monitoraggio;

misurazione e controllo del rischio;

reporting;

gestione delle criticità e definizione delle azioni correttive.

Il modello di governance definito a presidio del processo di gestione e controllo dei rischi di Banca

Intermobiliare e delle sue controllate si fonda:

- sulla separazione tra i processi di gestione ed i processi di controllo del rischio;

- sullo sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio coerentemente con la struttura

gerarchica della Banca e mediante un processo di deleghe.

Il Consiglio di Amministrazione definisce gli orientamenti strategici e ricopre un ruolo direttivo, di

indirizzo e di verifica della conformità della struttura di governo del rischio; in particolare definisce la

propensione al rischio di mercato individuando chiare linee di responsabilità e stabilendo specifici limiti

operativi. Il Direttore Generale dà attuazione al processo di governo, gestione e controllo del rischio

curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.

Il Comitato Controllo e Rischi – esercitando una funzione consultiva e propositiva - ha il compito di

supportare con un’adeguata attività istruttoria le valutazioni e le decisioni del Consiglio relative al

sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, nonché quelle relative all’approvazione delle

relazioni finanziarie periodiche.

La Direzione Risk Management, nell’ambito della gestione del rischio di mercato, ha le seguenti

responsabilità:

- assicurare la coerenza della normativa interna alle strategie espresse dal Consiglio di

Amministrazione nell’ambito dell’assunzione dei rischi;

- definire il modello di gestione del rischio di mercato;

- proporre la struttura dei limiti operativi e delle soglie di sorveglianza a livello Banca, sulla base

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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dell’operatività della Direzione Mercati Finanziari e dell’andamento dei mercati;

- monitorare i limiti operativi giornalieri e le soglie di sorveglianza nel rispetto della periodicità

stabilita dalle Policy di Gruppo;

- verificare le proposte di azioni correttive per la gestione degli sconfinamenti dei limiti di rischio e

delle soglie di sorveglianza;

- individuare, con la collaborazione della Direzione Mercati Finanziari, il rischio di mercato insito nei

nuovi prodotti finanziari da includere nel portafoglio;

- predisporre la reportistica da indirizzare agli Organi di governo e alle funzioni operative del Gruppo

coinvolte nella gestione del rischio di mercato con l’evidenza delle eventuali anomalie riscontrate.

Nell’ambito dei rischi di mercato, giornalmente viene quantificata l’esposizione complessiva in termini

di Value at Risk (VaR) e monitorata la componente di profitto e perdita dei portafogli di trading.

Periodicamente viene poi valutato l’impatto sul portafoglio proprietario di differenti scenari evolutivi

dei principali fattori di rischio (tasso di interesse, credit spread, ecc…).

Rischio di cambio

Le principali fonti di rischio di cambio sono rivenienti dalla negoziazione di cambi spot, a termine e

derivati nell’attività svolta della Direzione Mercati Finanziari di Banca Intermobiliare.

I metodi di misurazione e controllo del rischio di cambio non si limitano solo alle variazioni dipendenti

dalle fluttuazioni delle variabili di mercato, ma includono intrinsecamente fattori specifici in quanto il

modello interno di VaR utilizza la metodologia di simulazione storica.

Il monitoraggio e la gestione del rischio di cambio rientra nella gestione operativa del rischio di mercato

mediante il calcolo giornaliero del VaR al 99% di confidenza in un orizzonte a 10 giorni con

metodologia storica.

Nella determinazione del dato sono impliciti, per costruzione, le variazioni dei tassi di cambio - tra i

fattori di rischio presi in considerazione - e la dipendenza esistente tra gli stessi (“correlazione”).

Questa metodologia consente di calcolare il solo rischio di cambio inerente all’attività svolta dalla

Direzione Mercati che sovrintende alla missione di trading sui mercati dei cambi con operazioni spot, a

termine e derivati.

Si precisa che il modello di VaR interno non è utilizzato nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi

di mercato ai fini della relativa segnalazione di vigilanza alla Banca d’Italia, per la quale si adotta la

metodologia standard riportata nelle disposizioni di vigilanza prudenziale.

Rischio operativo

Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla

disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale

tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività,

indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è

compreso anche il rischio legale. Da tale definizione restano invece esclusi il rischio strategico (perdite

subite per effetto di valutazioni strategiche errate da parte del management) e il rischio reputazionale

(perdite di quote di mercato, perché il nome delle società viene associato ad eventi negativi).

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Rischio di concentrazione

Il rischio di concentrazione è il rischio derivante da una eccessiva esposizione verso controparti singole

o gruppi di controparti connesse oppure verso controparti del medesimo settore economico o che

esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica.

Il rischio di concentrazione, in coerenza con il modello organizzativo definito a livello di Gruppo, viene

gestito secondo quanto indicato nella “Policy Rischio di Concentrazione”, che ne definisce i principi

generali sottostanti.

Con l'obiettivo di gestire il rischio di concentrazione il Gruppo ha definito:

l'identificazione di alcuni parametri di base per la misurazione del rischio di concentrazione;

un sistema di soglie di sorveglianza, una di warning e una di alert, diversificati in funzione

dell'importanza connessa al fenomeno della concentrazione;

un'articolata struttura di poteri e di livelli deliberativi approvata dal Consiglio di

Amministrazione.

Il processo di gestione del rischio di concentrazione è composto dalle seguenti fasi:

identificazione e valutazione del rischio;

processo di monitoraggio;

sconfinamento delle soglie e Remediation Plan

Identificazione e valutazione del rischio

La Direzione Risk Management è responsabile dell’identificazione del rischio di concentrazione a cui il

Gruppo risulta esposto.

Si distinguono, in tale ambito, due dimensioni per il rischio di concentrazione, ovvero rischio di

concentrazione single name e un Rischio di Concentrazione sector name. Per il monitoraggio di

entrambi si è scelto un approccio nel quale sono state definite due soglie di sorveglianza, una di warning

e una di alert. Per il rischio di concentrazione “single name”, il Gruppo adotta un approccio semplificato

definito dalla Autorità di vigilanza, mentre per il Rischio di Concentrazione “sector name”, ha adottato

la metodologia proposta da ABI (Associazione Bancaria Italiana), condivisa con Banca d’Italia, che

permette di valutare l'effetto sul capitale interno della banca causato dalla variazione della

concentrazione settoriale.

Il Gruppo ha definito due soglie di sorveglianza (una di warning e una di alert) basate sulla media e la

deviazione standard del tasso di variazione dell’incidenza percentuale dei gruppi economici/giuridici

maggiormente esposti a livello di Gruppo (concentrazione single name) e del tasso di variazione

dell’incidenza percentuale delle varie sezioni ATECO (concentrazione sector name), sempre a livello di

Gruppo, raffrontata al totale di portafoglio.

Processo di monitoraggio

La Direzione Crediti produce mensilmente una reportistica relativa alle grandi esposizioni sul single

name; tale report viene inviato al responsabile della Funzione Crediti Ordinari. La Direzione Risk

Management è preposta al controllo nel tempo del rispetto delle soglie di sorveglianza, controllo svolto

nell’ambito dei controlli di secondo livello con frequenza mensile. Le evidenze di tali controlli

andamentali sono presentati all’interno del Tableau de Bord del Rischi i cui destinatari sono il Comitato

Controllo e Rischi e il CdA.

Sconfinamento delle soglie

Nel caso in cui dall’attività di monitoraggio emerga uno sconfino degli indicatori, viene effettuata una

procedura che dipende dal tipo di soglia superata.

Nel caso in cui dall’attività di monitoraggio emerga uno sconfino degli indicatori monitorati (soglia di

warning e soglia di alert), si da avvio alle procedure descritte di seguito.

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Superamento della soglia di warning

In caso di rispetto della soglia di alert, ma di superamento della soglia di warning, la Direzione Risk

Management invia comunicazione alla Direzione Crediti del superamento della soglia di warning.

La Direzione Crediti recepisce la rilevazione e decide le azioni da intraprendere con le relative

tempistiche di rientro.

La Direzione Crediti invia comunicazione circa le azioni identificate alla Direzione Risk Management

che, a sua volta, verifica nel tempo il rientro dei valori al di sotto della soglia di warning.

Superamento della soglia di alert

In caso di superamento della soglia di alert la Direzione Risk Management invia adeguata

comunicazione dello sconfino alla Direzione Crediti.

La Direzione Crediti predispone un Remediation Plan che contempli i provvedimenti utili al rientro

dello stato di crisi con le relative tempistiche. Il Consiglio di Amministrazione effettua la valutazione

del piano predisposto dalla Direzione Crediti verificandone la sostenibilità e provvede alla sua

approvazione.

Il Consiglio di Amministrazione informa la Direzione Risk Management dei provvedimenti deliberati e

dà mandato a quest’ultima di verificare il rientro nel tempo entro la soglia di alert.

Remediation Plan

Quando si verifica il superamento della soglia di alert, è prevista l’attivazione di un Remediation Plan,

ovvero una serie di interventi correttivi a copertura dei rischi ed a garanzia di solvibilità per il Gruppo.

L’obiettivo dei Remediation Plan è pertanto quello di attivare tempestive azioni correttive volte a

fronteggiare lo stato di crisi definito come superamento della soglia di alert approvata dal Consiglio di

Amministrazione. Si vuole, quindi, minimizzare gli impatti patrimoniali e gestionali, in accordo con le

politiche creditizie della Banca ed il RAF, attraverso la definizione di ruoli e responsabilità degli organi

aziendali nel processo di definizione delle azioni correttive.

Rischio tasso di interesse

Le strategie sottostanti le politiche di investimento del portafoglio di negoziazione soggetto al rischio

tasso sono sostanzialmente riconducibili alle seguenti:

- posizione di medio/lungo periodo finalizzata all’assunzione del rischio direzionale (di tasso e di

credito) su titoli governativi di alta qualità;

- posizione di medio/lungo periodo finalizzata all’assunzione del rischio direzionale (di tasso e di

credito) su titoli corporate emessi da società con rating almeno pari a BBB- o su obbligazioni

emesse da banche italiane o di Paesi di “alta qualità”;

- attività di “arbitraggio” con assunzione di rischio relativo e non direzionale attraverso la copertura

dei rischi di tasso e/o di credito su qualsiasi categoria di titoli obbligazionari;

- operatività di trading su titoli governativi di alta qualità;

- operatività di trading su titoli corporate emessi da società con rating inferiore a BBB- e/o titoli

governativi di bassa qualità.

Nell’ambito delle strategie sopra sinteticamente illustrate, gli strumenti derivati quotati sono

sostanzialmente utilizzati con fini di parziale copertura del rischio tasso ed, eventualmente, del rischio

cambio per gli assets denominati non in euro.

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario deriva principalmente da:

i rischi connessi al disallineamento temporale delle scadenze e del repricing di attività, passività e

di posizioni fuori bilancio a breve e lungo termine (rischio di repricing);

i rischi derivanti da variazioni dell’inclinazione e della forma della curva dei rendimenti (rischio

della curva dei rendimenti (yield curve risk);

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i rischi derivanti dal coprire un’esposizione a un tasso di interesse con un’esposizione a un tasso

che si riprezza a condizioni leggermente diverse (basis risk);

i rischi derivanti dalle opzioni, comprese le opzioni incorporate, per esempio nel caso del rimborso

da parte dei consumatori di prodotti a tasso fisso quando i tassi di mercato variano (rischio di

opzione).

I crediti concessi alla clientela (finalizzati allo sviluppo dell’attività di negoziazione sui mercati

finanziari) sono erogati a tassi variabili e hanno principalmente scadenza a vista o a breve periodo. Le

scelte gestionali adottate si basano sulla misurazione del rischio tasso in un’ottica volta a minimizzare la

volatilità del margine di interesse ovvero a minimizzare la volatilità del valore economico complessivo

al modificarsi della struttura dei tassi di interesse.

Rischio di leva finanziaria eccessiva

Il rischio di leva finanziaria eccessiva rappresenta il rischio che un livello di indebitamento

particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo

necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività

con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti

attività.

Al fine di evitare un eccessivo grado di leva finanziaria, è stato introdotto un indicatore di bilancio, e

non di rischio, chiamato “Leverage Ratio” (“LR”).

Dal punto di vista regolamentare, tale indicatore ha un limite minimo pari al 3%.Il Rischio di Leva

Finanziaria Eccessiva, dal punto di vista gestionale si compone delle seguenti fasi:

Calcolo del LR;

Monitoraggio (si verifica il rispetto del livello massimo di rischio regolamentare e del livello di

rischio definito internamente) e Reporting;

Gestione criticità e definizione degli interventi correttivi. Calcolo del Leverage Ratio.

Il coefficiente di leva finanziaria è valutato sia a livello consolidato che a livello individuale dall’Ufficio

Segnalazioni di Vigilanza della Direzione Amministrazione nell’ambito degli obblighi segnaletici

trimestrali definiti dalla Circolare 285/2013 (segnalazione c.d. COREP).

Monitoraggio e reporting

Il processo di monitoraggio del LR coinvolge l’Ufficio Segnalazioni di Vigilanza e la Direzione Risk

Management.

L’Ufficio Segnalazioni di Vigilanza ,nell’ambito dei controlli di primo livello, effettua un controllo di

quadratura tra gli asset segnaletici e la contabilità della Banca, mentre la Direzione Risk Management

monitora trimestralmente il Leverage Ratio con l’obiettivo di identificare eventuali sconfini delle soglie

di sorveglianza. Il risultato di tale monitoraggio è riportato all’interno del Tableau de Bord dei Rischi

che viene poi portato all’attenzione del Comitato Controllo e Rischi.

Gestione delle criticità e definizione degli interventi correttivi

Se dall’attività di monitoraggio si verifica che il valore di Leverage Ratio risulta inferiore alla soglia di

warning si fa riferimento a quanto definito all’interno della “Policy per la gestione del Risk Appetite

Framework nel Gruppo Bancario BIM” per il superamento della tolerance.

Se dall’attività di monitoraggio si verifica che il valore il Leverage Ratio è inferiore al livello di

capacity si fa riferimento a quanto definito all’interno della “Policy per la gestione del Risk Appetite

Framework nel Gruppo Bancario BIM” per il superamento della capacity.

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Rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente sotto forma di inadempimento ai propri impegni di

pagamento e può assumere forme diverse, in funzione dell’ambito in cui tale rischio è generato.

Facendo riferimento a definizioni condivise in ambito internazionale,si distingue tra:

- Funding liquidity risk : rischio che la banca non sia in grado di far fronte in modo efficiente alle

proprie uscite di cassa sia attese che inattese, correnti e future e alle esigenze di “collateral”, senza

pregiudicare l’operatività quotidiana o la situazione finanziaria della banca stessa;

- Market liquidity risk : rischio che la banca non sia in grado di liquidare una attività finanziaria senza

incorrere in perdite in conto capitale a causa della scarsa liquidità del mercato di riferimento o di

disordini nello stesso.

Con riferimento agli obblighi regolamentari introdotti dalla normativa europea (Regolamento EU n.

575/2013) in materia di rischio di liquidità si evidenzia che nel 2017 sono entrati in vigore i limiti

previsti dalla normativa per l’indicatore Liquidity Coverage Ratio (LCR). Il limite regolamentare era

pari al 70% fino al 31 dicembre 2016, mentre dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2017 lo stesso è stato

fissato all’80%.

Nell’ambito delle attività assegnate dalle Policy e regolamenti aziendali la Direzione Risk Management

svolge le seguenti attività:

- monitoraggio e reporting della posizione di liquidità operativa;

- monitoraggio e reporting periodico della concentrazione della raccolta;

- monitoraggio e reporting mensile del rischio di tasso d’interesse sul Banking Book;

- monitoraggio e reporting mensile della posizione di liquidità strutturale;

- calcolo e reporting dei requisiti regolamentari minimi sulla liquidità (LCR e ALMM);

- elaborazione periodica per finalità gestionali, dell’indicatore LCR.

Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati

Il rischio in oggetto è disciplinato dalla circolare 285 di Banca d’Italia (alla Parte I, Titolo IV, Capitolo

3, Allegato A – Disposizioni speciali relative a particolari categorie di rischio), che a sua volta rimanda

al Titolo V, Capitolo 5, Sezione IV della Circolare n. 263. Tale normativa è finalizzata a presidiare il

rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della banca possa compromettere

l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e ad altre

transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione

delle risorse, esposizione della banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, potenziali danni

per depositanti e azionisti. La disciplina individua il novero delle Parti Correlate e dei relativi Soggetti

Connessi, che nell’insieme formano il novero dei “Soggetti Collegati”, stabilendo limiti prudenziali per

le attività di rischio assunte nei confronti di tali Soggetti Collegati, in modo proporzionato all’intensità

delle relazioni e alla rilevanza dei conseguenti rischi per la sana e prudente gestione e disciplinando

apposite procedure deliberative relative a operazioni da effettuarsi con tali soggetti.

Banca Intermobiliare ha sviluppato attività e specifiche politiche interne in materia di controlli sulle

attività di rischio e sui conflitti di interesse, fissando opportune soglie di warning e di alert. Il controllo

delle soglie è condotto prudenzialmente attraverso il rapporto tra il maggior importo tra accordato e

utilizzato e il relativo Patrimonio di Vigilanza. Il controllo è inoltre effettuato attraverso il rapporto tra

RWA generati dalla posizione e Patrimonio di Vigilanza in modo da considerare sia la rischiosità

connessa alla natura della controparte che le eventuali garanzie presentate.

Identificazione

Il rischio in oggetto è gestito in conformità al modello organizzativo del Gruppo e al Regolamento

Operazioni con Soggetti Collegati per Banca Intermobiliare, che definisce i principi generali sottostanti.

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In questo documento le operazioni con Soggetti Collegati sono definite come qualsiasi transazione o

trasferimento di risorse, servizi, obbligazioni, con parti correlate, anche se non è previsto un

corrispettivo, ivi incluse le operazioni di fusione e di scissione.

Non si considerano operazioni con soggetti collegati:

i) quelle effettuate tra componenti di un gruppo bancario quando tra esse intercorre un rapporto di

controllo totalitario, anche congiunto;

ii) i compensi corrisposti agli esponenti aziendali, se conformi alle disposizioni di vigilanza in materia

di sistemi di incentivazione e remunerazione delle banche;

iii) le operazioni di trasferimento infragruppo di fondi o di “collateral” poste in essere nell’ambito del

sistema di gestione del rischio di liquidità a livello consolidato;

iv) le operazioni da realizzare sulla base di istruzioni con finalità di stabilità impartite dalla Banca

d’Italia, ovvero sulla base di disposizioni emanate dalla Capogruppo per l’esecuzione di istruzione

impartite dalla Banca d’Italia nell’interesse della stabilità del gruppo.

Le attività di rischio con Soggetti Collegati vengono segnalate alla Banca d'Italia, con la frequenza e il

livello di dettaglio fornito dalla disciplina prudenziale.

Rischio reputazionale

Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del

capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo da parte dei clienti, controparti,

azionisti, investitori o Autorità di Vigilanza.

Nell’ambito delle gestione preventiva di tale tipologia di rischio particolare attenzione viene posta alla:

- completezza della mappatura dei processi aziendali, volta a limitare l’insorgenza dei fattori di

rischio e ad assoggettare a responsabilità certe;

- tempestività ed efficacia degli interventi al sorgere delle situazioni di conflitto;

- attento processo di selezione, valutazione, formazione e sviluppo del personale del Gruppo;

- conformazione dei processi di comunicazione esterna ai principi di correttezza e trasparenza e

l’assegnazione all’Investor relator della Banca dei compiti di coordinamento e controllo delle

attività;

- continua attenzione a tutti gli ”stakeholders”, in primis i clienti ma anche dipendenti e controparti,

sviluppando relazioni corrette e fondate sulla reciproca fiducia;

- adesione al Codice Etico di comportamento;

- attenzione riservata nella costruzione dei sistemi di remunerazione e incentivanti, escludendo

elementi che possano anche indirettamente dare causa a comportamenti non corretti da parte degli

operatori.

A tutela degli interessi della clientela e della reputazione del Gruppo molta attenzione è stata posta nella

definizione e gestione della tolleranza al rischio della clientela, con l’individuazione di deversi profili di

propensione al rischio in funzione e sulla base delle caratteristiche oggettive e soggettive del cliente.

La commercializzazione dei prodotti finanziari è disciplinata da puntuali valutazioni preventive del

rischio insito nei prodotti sia lato banca che lato cliente (rischio di portafoglio, illiquidità, complessità,

concentrazione, conoscenza e coerenza con gli obiettivi di investimento).

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

35

Rischio strategico

La Circolare n. 285 di Banca d’Italia definisce rischio strategico come il rischio attuale o prospettivo di

flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni

aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto

competitivo.

Analizzando la definizione di rischio strategico si possono individuare due componenti:

- “rischio strategico puro”, i cui impatti derivano da decisioni aziendali errate, insuccessi nella

realizzazione del piano strategico aziendale o scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo;

- “rischio di business” , connesso alla volatilità dei volumi e dei margini anche rispetto alle previsioni

di budget generalmente dovuti a modifiche e cambiamenti del contesto competitivo, del

comportamento della clientela o dello sviluppo tecnologico.

La valutazione del rischio strategico viene effettuata mediante un’analisi quali-quantitativa basata

sull’andamento degli scostamenti tra il dato previsionale (budget) e il risultato consuntivo.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

36

Sezione 2 - Ambito di applicazione

L’ente al quale si applicano gli obblighi di informativa

La presente informativa al pubblico è riferita al Gruppo Banca Intermobiliare di gestione ed

investimenti, la cui Capogruppo è Banca Intermobiliare S.p.A. – Torino (To).

Perimetro di consolidamento

In data 3 novembre 2017 Banca d’Italia ha comunicato l’iscrizione di Banca Intermobiliare come

Capogruppo del Gruppo Bancario Banca Intermobiliare con effetti a decorrere dal 30 settembre 2017.

In particolare il perimetro del gruppo bancario ricomprendere le controllate Symphonia SGR e Bim

Fiduciaria, entrambe sottoposte all’attività di direzione e coordinamento di Banca Intermobiliare ai sensi

del D.lgs. 385/1993 (Testo Unico Bancario), e la controllata Bim Immobiliare, sottoposta all’attività di

direzione e coordinamento di Banca Intermobiliare ai sensi della normativa civilistica di cui agli articoli

2497 ss. Codice Civile. Restano escluse dal gruppo bancario le controllate: Bim Vita (posseduta al 50%

con UnipolSai e soggetta al controllo di quest’ultima in forza di vincoli contrattuali), Bim Insurance

Brokers (posseduta al 51%), e le partecipazioni immobiliari non strumentali Immobiliare D, Paomar

Terza e Patio Lugano (tutte detenute al 100%).

Il diagramma seguente rappresenta le partecipazioni di Banca Intermobiliare, suddivise per area di

attività. Le partecipazioni totalitarie Immobiliare D S.r.l. e Paomar Terza S.r.l. (acquisite con finalità

di recupero crediti) e la controllata Patio Lugano S.A. sono state rappresentate nelle “Altre

Immobiliari”:

Asset Management Servizi Fiduciari Assicurazioni Società Immobiliari

Symphonia SGR

100%

Bim Fiduciaria

100%

Bim Immobiliare

100%

Bim Insurance Brokers

51%

Bim Vita 50%

Altre Immobiliari

100%

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

37

Perimetro di consolidamento ai fini contabili e di vigilanza

Di seguito viene rappresentata la composizione dell’area di consolidamento ai fini di bilancio e

prudenziali con specifica, nel primo caso, delle metodologie di consolidamento e, nel secondo, del

trattamento per il calcolo del requisito prudenziale.

Ragione sociale Sede Tipo di

rapporto Quota Consolidamento

Bilancio Ias/Ifrs Segnalazioni

prudenziali

Banca Intermobiliare S.p.A. Torino Integrale Integrale

Symphonia SGR S.p.A. Torino 1 100% Integrale Integrale

Bim Fiduciaria S.p.A. Torino 1 100% Integrale Integrale

Bim Vita S.p.A. Torino 2 50% Patrimonio netto Proporzionale

Bim Insurance Brokers S.p.A. Torino 1 51% Integrale Proporzionale

Bim Immobiliare S.r.l Torino 1 100% Integrale Proporzionale

Patio Lugano S.A. Lugano 1 100% Integrale Proporzionale

Immobiliare D S.r.l Torino 1 100% Integrale Proporzionale

Paomar Terza S.r.l. Torino 1 100% Integrale Proporzionale

Leggenda tipo di rapporto:

1) Maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria;

2) Controllo paritetico con direzione e coordinamento attribuito all’altro socio secondo accordi contrattuali

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

38

Sezione 3 - Fondi propri

Banca Intermobiliare ha determinato i fondi propri ed i requisiti di vigilanza bancari sulla base della

Circolare di Banca d’Italia n. 285 (Disposizioni di vigilanza per le banche) del 17 dicembre 2013 e

successive modifiche, della Circolare n. 286 (“Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni

prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare”) e della Circolare n. 154 che

disciplina gli schemi segnaletici e gli aspetti tecnici legati alle segnalazioni di vigilanza.

Le normative emanate da Banca d’Italia recepiscono la disciplina armonizzata per le banche e le imprese

di investimento contenuta nel regolamento (UE) n. 575/2013 (“CRR”) e nella direttiva 2013/36/UE

(“CRD IV”) che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la

vigilanza bancaria (il cosiddetto “Basilea III”) volta a limitare il rischio di insolvenza degli intermediari

finanziari, definendo per tutti gli intermediari finanziari le regole per la determinazione del patrimonio di

vigilanza, delle attività di rischio e dei requisiti prudenziali.

Vigilanza europea

Con il Regolamento dell’UE n. 1024/2013 del 15 ottobre 2013 è stato attribuito alla Banca Centrale

Europea (BCE) compiti specifici in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi, in cooperazione

con le autorità di vigilanza nazionali dei paesi partecipanti, nel quadro del Single Supervisory

Mechanism (SSM). A partire dal 4 novembre 2014 la BCE, in cooperazione con Banca d’Italia, è

responsabile per la vigilanza prudenziale sulle “banche significative”, come individuate nella lista

pubblicata dalla BCE in data 4 settembre 2014.

La vigilanza prudenziale per Banca Intermobiliare

A decorrere dal 4 novembre 2014 Veneto Banca (in qualità di “banca significativa”) e, indirettamente

Banca Intermobiliare (in qualità di sua controllata), sono state sottoposte a vigilanza diretta della Banca

Centrale Europea in cooperazione con Banca d’Italia.

In data 25 giugno 2017 Banca Popolare di Vicenza S.p.A. e Veneto Banca S.p.A. venivano sottoposte a

liquidazione coatta amministrativa con Decreto Legge n. 99 su disposizione del Ministro dell’Economia

e delle Finanze, a seguito delle decisioni delle Autorità europee, su proposta della Banca d’Italia.

Successivamente veniva avviato un processo di valutazione, da parte delle autorità competenti, sulla

qualificazione di Banca Intermobiliare come soggetto vigilato significativo al fine di una eventuale

classificazione della Banca come meno significativa.

Con lettera del 1 agosto 2017 la BCE aveva anticipato l’intenzione di rivedere la classificazione della

Banca come meno significativa, dando a Banca Intermobiliare la possibilità di presentare osservazioni

entro il termine di due settimane. Banca Intermobiliare, con lettera del 4 agosto 2017, confermava il

proprio accordo con detta decisione.

Pertanto, in data 7 agosto 2017, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea comunicava a

Banca Intermobiliare di essere classificato come soggetto vigilato “meno significativo” e quindi di non

essere più qualificato come soggetto vigilato significativo nell’accezione di cui all’Art. 6, paragrafo 4,

del Regolamento (UE) n. 1024/2013.

In particolare BCE ha motivato la sua decisione sulla base dei seguenti punti:

i) In conseguenza del ritiro della licenza di Veneto Banca S.p.A. Banca Intermobiliare è ora una

filiazione di un soggetto giuridico che non è qualificabile come ente creditizio, società di

partecipazione finanziaria o società di partecipazione finanziaria mista ai sensi, rispettivamente, dei

punti 1, 20) o 21) dell'articolo 4, paragrafo 1, del Regolamento (UE) n. 575/2013.

Conseguentemente il Soggetto vigilato è valutato separatamente al fine di determinare se è

soddisfatto uno dei criteri di cui all’articolo 6, paragrafo 4, del Regolamento n. 1024/2013;

ii) Banca Intermobiliare non è più parte di un gruppo vigilato significativo e non soddisfa alcun altro

criterio di significatività di cui all'articolo 6, paragrafo 4, del Regolamento (UE) n. 1024/2013. In

particolare non sono soddisfatte né le soglie di significatività basate sulla sua importanza per

l'economia nazionale né le soglie di significatività basate sulle attività transfrontaliere.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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iii) Non vi è neppure alcuna indicazione che qualsiasi criterio di significatività sarà soddisfatto nei

prossimi tre anni.

A seguito di detta decisione la vigilanza diretta su Banca Intermobiliare è terminata un mese dopo la

notifica della medesima decisione e in contemporanea Banca Intermobiliare è stata assoggettata alla

vigilanza diretta della Banca d'Italia ai sensi degli articoli 46, paragrafi 1 e 3, e 52, paragrafo 3, del

Regolamento (UE) n. 468/2014 (BCE/2014/17).

Composizione del patrimonio netto consolidato

Al 31.12.2017 il patrimonio netto consolidato di Banca Intermobiliare, incluso il risultato d’esercizio, si

attesta a €/Mln. 195 contro un risultato di €/Mln. 237,2 registrati nell’esercizio precedente. Alla data del

31.12.2017 il patrimonio netto del Gruppo è pari a €/Mln. 191,9 mentre il patrimonio di pertinenza di

terzi è paria €/Mln. 0,5

Patrimonio netto consolidato (Valori espressi in €/Migl.)

31.12.2017 31.12.2016 Variazione Variazione

assoluta %

Capitale 156.209 156.209 - -

Azioni proprie (-) (29.711) (29.731) 20 0,1%

Riserve 92.664 98.990 (6.326) -6,4%

Sovrapprezzi di emissione - 77.823 (77.823) -100,0%

Riserve da valutazione 21.992 26.905 (4.913) -18,3%

Utile (Perdita) di periodo (49.297) (93.371) 44.074 47,2%

Patrimonio netto del Gruppo 191.857 236.825 (44.968) -19,0%

Patrimonio di pertinenza di terzi 447 375 72 19,2%

TOTALE PATRIMONIO NETTO 192.304 237.200 (44.896) -18,9%

Il Capitale sociale è costituito da n. 156.209.463 azioni ordinarie del valore nominale di €1.

La variazione di patrimonio nel periodo, pari a €/Mln. 44,9, è stata determinata principalmente dal

risultato di periodo negativo per €/Mln. 49,3. La perdita d’esercizio del bilancio individuale al

31.12.2016 di Banca Intermobiliare, pari a €/Mln. 83,1, è stata interamente coperta mediante utilizzo di

riserve di patrimonio (€/Mln. 77,8 di Sovrapprezzi di emissione, €/Mln. 3,4 di Riserva Legale e €/Mln.

1,9 di Altre Riserve).

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

40

In merito alla ripartizione del patrimonio del Gruppo e di terzi, si riporta la tabella seguente con

evidenza per voce di patrimonio netto delle movimentazioni intercorse tra il 31.12.2016 ed il

31.12.2017.

Movimentazione in sintesi del patrimonio netto consolidato (Valori espressi in €/Migl.)

P.N. del

gruppo

P.N. di

pertinenza

di terzi

Totale

patrimonio

netto

Patrimonio netto al 31.12.2016 236.825 375 237.200

Azioni proprie 20 - 20

Compravendita azioni proprie 20

20

Riserva da valutazione (4.915) 2 (4.913)

Riserve da valutazione per aggiustamento fair value portafoglio "afs" 6.641 2 6.643

Adeguamento riserve per società valutate con il metodo del patrimonio netto 15

15

Differenza in cambi sull'attività in via di dismissione (2.298) - (2.298)

Riserva da valutazione realizzata sulla attività dismessa (9.302)

(9.302)

Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti 29 - 29

Sovrapprezzi di emissione (77.823) - (77.823)

Utilizzo per ripianamento perdita esercizi precedenti (77.823) - (77.823)

Riserve (6.324) 93 (6.231)

Utilizzo per ripianamento perdita esercizi precedenti (15.548) 93 (15.455)

Altre variazioni riferite alle attività in via di dismissione 9.279

9.279

Altre variazioni (55) - (55)

Movimentazione sul risultato 44.074 (23) 44.051

Rigiro risultato esercizio precedente 93.371 (93) 93.278

Risultato di periodo (49.297) 70 (49.227)

Patrimonio netto al 31.12.2017 191.857 447 192.304

Raccordo tra il patrimonio netto ed il risultato netto della Capogruppo ed i corrispondenti dati a

livello consolidato

Utile di esercizio Patrimonio netto

Bilancio della Consolidante al 31.12.2017 (43.115) 142.500

Elisione dividendi intercompany (7.966) -

Differenza tra valore delle partecipazioni ed i loro patrimoni - (7.592)

Risultati delle società consolidate 10.777 10.777

Avviamento - 49.446

Ripresa adeguamento aliquota su attività e passività fiscali 1.587 (2.837)

Storno delle spese incrementative Bim su immobili in affitto (Bim Immobiliare.) - 10

Ripresa di svalutazioni su partecipazioni o fondo rischi su partecipazioni 544 -

Risultato da realizzo su gruppi di attività classificate in via di dismissione (11.054) -

Bilancio consolidato al 31.12.2017 (49.227) 192.304

Patrimonio di pertinenza dei terzi 70 447

Bilancio consolidato del gruppo al 31.12.2017 (49.297) 191.857

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

41

Elementi di capitale, filtri e deduzioni applicati

I fondi propri costituiscono il principale punto di riferimento nelle valutazioni dell’Organo di Vigilanza

in ordine alla stabilità delle singole banche e del sistema bancario in generale. Su di essi si basano i più

importanti strumenti di controllo prudenziale quali il coefficiente di solvibilità, i requisiti a fronte di

rischi di credito e controparte, di mercato e operativi. In particolare, l’adeguatezza patrimoniale di una

banca viene valutata in relazione all’ammontare del rapporto tra i fondi propri (costituiti dal Capitale

primario di Classe 1, dal Capitale Aggiuntivo di Classe 1 e dal Capitale di Classe 2) ed il totale delle

attività di rischio ponderato. In conformità alla nuova normativa in materia di fondi propri e dei

coefficienti patrimoniali, i calcoli sono stati effettuati tenendo conto del regime transitorio in vigore per

il 2017, nonché dei cosiddetti “filtri prudenziali” e delle rettifiche regolamentari.

Per specifiche disposizioni di vigilanza, il rapporto tra il totale dei fondi propri e le attività di rischio

ponderate non deve essere inferiore all’8%.

La normativa di Basilea III prevede che i Fondi Propri siano costituiti dai seguenti livelli di capitale:

Capitale di Classe 1 (Tier 1 Capital), a sua volto composto da:

i) Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1);

ii) Capitale aggiuntivo di Classe 1 (Additional Tier 1 - AT1);

Capitale di Classe 2 (Tier 2 – T2).

Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1)

L’insieme degli elementi che compongono il Capitale Primario di Classe 1 è costituito dagli strumenti di

capitale, dai sovrapprezzi di emissione, dalle riserve e dalla quota di utili non distribuiti e/o destinati a

riserve, dalle riserve da valutazione, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle

immobilizzazioni immateriali, nonché delle eventuali perdite registrare negli esercizi precedenti oltre

che di altri elementi deducibili in base a soglie quali:

avviamento e altre attività immateriali;

attività per imposte anticipate connesse alla redditività futura non derivanti da differenze temporanee;

investimenti non significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario;

attività per imposte anticipate connesse alla redditività futura derivanti da differenze temporanee;

investimenti significativi in strumenti di CET1 emessi da società del settore finanziario.

Vi sono poi una serie di disposizioni transitorie che impattano sul CET1: nel caso specifico di Banca

Intermobiliare le suddette disposizioni si applicano alle riserve da valutazione (OCI) e alle attività fiscali

differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee.

Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1)

Nella categoria dell’AT1 vengono in genere ricompresi gli strumenti di capitale diversi dalle azioni

ordinarie (che sono computabili nel Common Equity) e che rispettano i requisiti normativi per

l’inclusione in tale livello dei Fondi Propri (ad esempio le azioni di risparmio).

Per Banca Intermobiliare non sono presenti tali tipologie di strumenti.

Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2)

Il Capitale di Classe 2 è costituito, di norma, da strumenti ibridi di patrimonializzazione e passività

subordinate (ed eventuali loro sovrapprezzi di emissione), al netto delle deduzioni regolamentari. Per

tutte le passività subordinate (rispetto ai depositi e ai creditori senior), il rimborso anticipato è consentito

solo su autorizzazione dell’Autorità di vigilanza e in caso di liquidazione sono rimborsati solo dopo gli

altri creditori non egualmente subordinati. Per Banca Intermobiliare non sono presenti strumenti ibridi o

passività subordinate.

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42

Composizione dei fondi propri

La composizione dei Fondi Propri del Gruppo Banca Intermobiliare al 31 dicembre 2017 è sintetizzata

nella tabella sottostante.

Fondi Propri consolidati (Valori espressi in €/Migl.)

31.12.2017 31.12.2016

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione

dei filtri prudenziali 191.857 236.825

di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie (390) (579)

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (49.446) (49.446)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) (943) (1.258)

D. Elementi da dedurre dal CET1 (20.694) (22.869)

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-) (172) (355)

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E) (2.034)

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da

dedurre e degli effetti del regime transitorio 2.543 (5.157)

di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie 120.721 157.161

H. Elementi da dedurre dall’AT1 (172) (355)

I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-), inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e

inclusi nell’AT1 Per effetto di disposizioni transitorie 172 355

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) - -

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del

regime transitorio

di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie 120.721 157.161

N. Elementi da dedurre dal T2 884 2.599

O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-),, inclusi gli strumenti emessi da filiazioni e

inclusi nel T2 Per effetto di disposizioni transitorie 884 2.599

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O)

Q. Totale fondi propri (F + L + P) 121.605 159.760

A seguito dell’entrata in vigore del Regolamento UE 445/2016, alla data del 31.12.2017, sono stati

inclusi nel calcolo dei “ratio” patrimoniali l’80% degli utili e perdite realizzate degli strumenti finanziari

iscritti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” (a regime, nel 2018, gli utili e le

perdite realizzate saranno inclusi al 100%). Il dato comparativo includeva, secondo la normativa allora

in vigore, il 60% degli utili e delle perdite non realizzati ad eccezione dei titoli governativi le cui

risultanze non realizzate non erano incluse.

Riconciliazione degli elementi di bilancio e dei fondi propri

Di seguito si propone:

la riconciliazione del capitale primario di classe 1 con il patrimonio netto contabile rilevato in

bilancio;

la riconciliazione completa degli elementi di capitale primario di classe 1, di capitale aggiuntivo di

classe 1 e di capitale di classe 2, nonché filtri e deduzioni applicati ai fondi propri dell’ente e lo

stato patrimoniale del bilancio.

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43

Riconciliazione tra il Patrimonio netto contabile e il Capitale primario di Classe 1

31.12.2017 31.12.2016

Patrimonio netto di Gruppo 191.857 236.825

(-) rettifiche di valore di vigilanza (390) (579)

(-) avviamento connesso con attività immateriali (49.446) (49.446)

(-) altre attività immateriali importo al lordo dell’effetto fiscale (943) (1.258)

(-) Attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze

temporanee al netto delle relative passività fiscali differite (20.694) (22.869)

(-) eccedenza degli elementi da detrarre dal Capitale aggiuntivo di classe 1 rispetto al Capitale

aggiuntivo di classe 1 (172) (355)

(-) Investimenti significativi in strumenti di CET1 di altri soggetti del settore finanziario (2.034) -

Regime transitorio – impatto su CET1 2.543 (5.157)

Capitale primario di classe 1 (cet1) 120.721 157.161

Riconciliazione completa degli elementi di capitale primario di Classe 1, di capitale aggiuntivo di

Classe 1 e di capitale di classe 2, nonché filtri e deduzioni applicati ai fondi propri dell'ente, e lo

stato patrimoniale del bilancio

31.12.2017 31.12.2016

Patrimonio netto di gruppo 191.857 236.825

(-) rettifiche di valore di vigilanza (390) (579)

(-) avviamento connesso con attività immateriali (49.446) (49.446)

(-) altre attività immateriali importo al lordo dell’effetto fiscale (943) (1.258)

(-) attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze

temporanee al netto delle relative passività fiscali differite (20.694) (22.869)

(-) eccedenza degli elementi da detrarre dal capitale aggiuntivo di Classe 1 rispetto al capitale

aggiuntivo di Classe 1 (172) (355)

(-) investimenti significativi in strumenti di cet1 di altri soggetti del settore finanziario (2.034)

regime transitorio – impatto su Cet1 2.543 (5.157)

Totale capitale primario di Classe 1 (Cet1) 120.721 157.161

regime transitorio – impatto su at1 (172) (355)

eccedenza degli elementi da detrarre dal capitale aggiuntivo di classe 1 rispetto al capitale

aggiuntivo di classe 1 172 355

Totale capitale aggiuntivo di Classe 1 (AT1) - -

Totale capitale Classe 1 (Tier1) 120.721 157.161

regime transitorio – impatto su T2 884 2.599

Totale capitale Classe 2 (Tier2) 884 2.599

Totale fondi propri 121.605 159.760

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

44

Sezione 4 - Leva finanziaria

Coerentemente con quanto previsto dalla Circolare Banca d’Italia n. 285/2013 e dal Regolamento UE n.

575/2013 (CRR) e secondo le modalità previste dalla Circolare Banca d’Italia n. 286/2013 il Gruppo

calcola trimestralmente l’indice di leva finanziaria (ovvero il Leverage ratio). Tale indice ha lo scopo di

monitorare e contenere il livello di indebitamento delle banche oltra a rafforzare i requisiti patrimoniali

con una misura integrativa semplice e non basata sul rischio.

L’articolo 429 della CRR definisce la leva finanziaria come il rapporto fra il Tier 1 Capital e la misura

dell’esposizione complessiva (considerando sia le esposizioni in bilancio che fuori bilancio).

Per quanto riguarda le modalità di gestione del Rischio di Leva Finanziaria Eccessiva, si rinvia a quanto

descritto nel capitolo 1 “Obiettivi e politiche di gestione del rischio”, nello specifico al paragrafo

“Rischio di Leva Finanziaria Eccessiva”.

Per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria (Leverage ratio), il valore al 31.12.2017, incluso il

risultato negativo di periodo, è pari al 7,73% contro un livello minimo regolamentare previsto pari al

3%, mentre l’indicatore a regime è stimato al 7,59%.

L'evoluzione dell'indicatore è monitorata su base trimestrale, sia a livello individuale (per le Legal

Entity del Gruppo soggette a tale normativa) che a livello consolidato.

Coefficiente di leva finanziaria (CRR)

(Valori espressi in €/Migl.)

31.12.2017 31.12.2016

Capitale di classe 1 (Tier 1) 120.721 157.161

Valore dell'esposizione complessiva 1.561.416 2.170.558

Indicatore di leva finanziaria 7,73% 7,24%

Nelle tabelle sotto riportate viene illustrato il calcolo del Leverage ratio, secondo le disposizioni previste

dal Regolamento di esecuzione UE 2016/200 (modelli LRsum, LRcom e LRSpl).

Modello LRSum - Riepilogo della riconciliazione tra attività contabili e esposizioni del coefficiente

di leva finanziaria

La tavola riporta la riconciliazione tra l’esposizione totale (denominatore del coefficiente) ed i valori di

bilancio, in base alle disposizioni dell’articolo 451 (1) (b) della CRR. (Valori espressi in €/Migl.)

Importi

1 Attività totali come da bilancio pubblicato 1.599

2 Rettifica per soggetti consolidati a fini contabili ma esclusi dall'ambito del consolidamento

regolamentare (8)

3 Rettifica per le attività fiduciarie contabilizzate in bilancio in base alla disciplina contabile

applicabile ma escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva

finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 13, del regolamento (UE) n.575/2013

-

4 Rettifica per gli strumenti finanziari derivati 6

5 Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT) 8

6 Rettifica per gli elementi fuori bilancio (conversione delle esposizioni fuori bilancio in

importi equivalenti di credito) 33

UE-6a Rettifica per le esposizioni infragruppo escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del

coefficiente di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE)

n.575/2013

-

UE-6b Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente

di leva finanziaria a norma dell'articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n.575/2013 -

7 Altre rettifiche (76)

8 Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria 1.561

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Modello LRCom - informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria

La tavola espone l’indicatore di leva finanziaria al 31.12.2017 e l’apertura dell’esposizione totale nelle

principali categorie, secondo le disposizioni dell’articolo 451 (1) (b) della CRR. (Valori espressi in €/Migl.)

Importi

Esposizioni in bilancio (esclusi derivati e SFT)

1 Elementi in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie, ma comprese le garanzie reali) 1.554.020

2 (Importi delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1) (71.136)

3 Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie) (somma delle

righe 1 e 2) 1.482.884

Esposizioni su derivati

4

Costo di sostituzione associato a tutte le operazioni su derivati (al netto del margine di

variazione in contante ammissibile) 7.935

5

Maggiorazioni per le potenziali esposizioni future associate a tutte le operazioni su derivati

(metodo del valore di mercato) 10.303

UE-5a Esposizione calcolata secondo il metodo dell'esposizione originaria n/a

6

Lordizzazione delle garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in

base alla disciplina contabile applicabile -

7

(Deduzione dei crediti per il margine di variazione in contante fornito in operazioni su

derivati) -

8

(Componente CCP esentata dalle esposizioni da negoziazione compensate per conto del

cliente) -

9 Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti n/a

10

(Compensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle maggiorazioni per i derivati

su crediti venduti) n/a

11 Totale Esposizioni su derivati (somma delle righe da 4 a 10) 18.238

Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli

12

Attività SFT lorde (senza rilevamento della compensazione) previa rettifica per le operazioni

contabilizzate come vendita 16.795

13 (Importi compensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde) -

14 Esposizioni al rischio di controparte per le attività SFT 10.771

UE-14a

Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte ai sensi dell'articolo 429ter, paragrafo 4,

e dell'articolo 222 del regolamento (UE) n.575/2013 n/a

15 Esposizioni su operazioni effettuate come agente n/a

UE-15a (Componente CCP esentata dalle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente) n/a

16 Totale Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (somma delle righe da 12

a 15a) 27.566

Altre esposizioni fuori bilancio

17 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 134.108

18 (Rettifica per conversione in importi equivalenti di credito) (101.380)

19 Totale Altre esposizioni fuori bilancio (somma delle righe 17 e 18) 32.728

(Esposizioni esentate a norma dell'articolo 429, paragrafi 7 e 14, del regolamento (UE) n.

575/2013 (in e fuori bilancio)

UE-19a

(Esposizioni infragruppo (su base individuale) esentate a norma dell'articolo 429, paragrafo 7,

del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio) -

UE-19b

(Esposizioni esentate a norma dell'articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n.

575/2013 (in e fuori bilancio) -

Capitale e misura dell'esposizione complessiva

20 Capitale di classe 1 120.721

21 Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria (somma delle

righe 3, 11, 16, 19, UE-19a e UE-19b) 1.561.416

22 Coefficiente di leva finanziaria 7,732%

Scelta delle disposizioni transitorie

UE-23 Scelta delle disposizioni transitorie per la definizione della misura del capitale

disposizione

transitoria

UE-24

Importo degli elementi fiduciari eliminati ai sensi dell'articolo 429, paragrafo 11, del

regolamento (UE) n. 575/2013 -

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Modello LRSpl - Disaggregazione delle esposizioni in bilancio

(esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate)

La tavola fornisce, per le esposizioni diverse dai Derivati e dagli SFT, la distribuzione per controparte ,

in base alle disposizioni dell’articolo 451 (1) (b) della CRR. (Valori espressi in €/Migl.)

Esposizione del

coefficiente di

leva finanziaria

31.12.2017

UE-1 Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate), di cui: 1.554.020

UE-2 esposizioni nel portafoglio di negoziazione 29.106

UE-3 esposizioni nel portafoglio bancario, di cui: 1.524.914

UE-4 obbligazioni garantite -

UE-5 esposizioni trattate come emittenti sovrani 501.721

UE-6

esposizioni verso amministrazioni regionali, banche multilaterali di sviluppo, organizzazioni

internazionali e organismi del settore pubblico non trattati come emittenti sovrani -

UE-7 Enti 141.279

UE-8 garantite da ipoteche su beni immobili 122.045

UE-9 esposizioni al dettaglio 75.932

UE-10 Imprese 176.474

UE-11 esposizioni in stato di default 245.427

UE-12

altre esposizioni (ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da

crediti) 262.036

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Sezione 5 - Requisiti di capitale

Il metodo di valutazione dell’adeguatezza del capitale interno

La coerenza del processo di valutazione dell’adeguatezza del capitale economico rispetto ai rischi

assunti con i processi di programmazione annuale e pianificazione strategica è assicurata, oltre che dalla

contestualità di elaborazione del budget, del piano triennale, del RAF e del piano patrimoniale, anche

dall’utilizzo di metodologie e criteri di misurazione omogenei tra il dato a consuntivo e quello

prospettico.

A questa coerenza di base fa seguito la sistematica verifica, nell’ambito delle periodiche attività di

rendicontazione, del rispetto dei target gestionali di adeguatezza patrimoniale e dei ratio regolamentari

consentendo, sulla base dell’analisi degli eventuali scostamenti tra i dati consuntivi e i dati attesi, la

definizione delle opportune azioni correttive delle dinamiche in corso.

In conformità a quanto previsto dalle vigenti disposizioni di vigilanza prudenziale, le metodologie di

valutazione, le regole e i limiti operativi per la gestione dei rischi rilevanti, nonché le modalità di

rappresentazione e comunicazione delle evidenze risultanti dall’attività di rendicontazione e

monitoraggio rischi periodico sono formalizzate e regolamentate da specifica normativa ICAAP interna,

che in estrema sintesi prevede:

1. mappatura dei rischi rilevanti degli strumenti di gestione e misurazione, ovvero l’individuazione

dei rischi rilevanti cui la Banca è esposta sulla base della propria operatività e delle aree di business

presidiate;

2. calcolo del Capitale Interno Complessivo (attuale e prospettico, in condizioni ordinarie e di stress)

ottenuto per sommatoria (building block) del Capitale Interno assorbito dai singoli rischi rilevanti

specificatamente quantificati (attuali e in condizioni prospettiche, in condizioni ordinarie e di

stress, coerente con l’evoluzione attesa dell’operatività della Banca definita nell’ambito dei

processi di pianificazione strategica, budget e RAF);

3. calcolo del Capitale Complessivo, ovvero definizione della composizione della dotazione

patrimoniale (attuale e prospettica, in condizioni ordinarie e di stress) coerente con l’evoluzione

attesa dell’operatività della Banca definita nell’ambito dei processi di pianificazione strategica,

budget e RAF;

4. adeguatezza patrimoniale, ovvero verifica della congruità della dotazione patrimoniale disponibile

(Capitale Complessivo) rispetto al Capitale Interno Complessivamente assorbito dai rischi rilevanti

assunti, in tutte le condizioni considerate (attuale e prospettica, in condizioni ordinarie e di stress);

5. predisposizione e invio del Resoconto ICAAP annuale che, previa approvazione da parte del

Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, è trasmesso all’Autorità di Vigilanza.

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Requisiti patrimoniali e coefficienti di vigilanza

Nella tavole che seguono vengono rappresentati gli assorbimenti patrimoniali a fronte di tutti i rischi

previsti dal Regolamento UE n. 575/2013 (CRR), i coefficienti patrimoniali riferiti al capitale primario

di classe 1 (CET1 ratio), al capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) e a quello complessivo (Total capital ratio)

e i valori di eccedenza/deficienza patrimoniale per ciascun livello dei fondi propri, calcolati con

riferimento al minimo regolamentare previsto dal CRR.

Requisiti patrimoniali di gruppo ed i corrispettivi ratios

(Valori espressi in €/Migl.)

Importi non ponderati

Importi

ponderati/requisiti

31.12.2017 31.12.2016 31.12.2017 31.12.2016

A. ATTIVITÀ DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte

1. Metodologia standardizzata 1.441.831 1.954.647 843.590 1.061.111

2. Metodologia basata sui rating interni -

2.1 Base -

2.2 Avanzata -

3. Cartolarizzazioni -

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 67.487 84.889

B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito 342 657

B.3 Rischio di regolamento

- -

B.4 Rischi di mercato

3.396 2.264

1. Metodologia standard

- -

2. Modelli interni

- -

3. Rischio di concentrazione

- -

B.5 Rischio operativo

- -

1. Metodo base

15.125 17.816

2. Metodo standardizzato

- -

3. Metodo avanzato

- -

B.6 Altri requisiti prudenziali

6.123 7.313

B.7 Altri elementi di calcolo - -

B.8 Totale requisiti prudenziali

92.473 112.939

C. ATTIVITÀ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI

VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 1.155.907 1.411.739

C.2 Capitale primario di classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 Capital Ratio) 10,44% 11,13%

C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1 Capital Ratio) 10,44% 11,13%

C.4 Totale Fondi Propri/Attività di rischio ponderate (Total Capital Ratio) 10,52% 11,32%

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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A seguire si riportano, a fronte delle diverse tipologie di rischio, i relativi RWA e Requisiti patrimoniali

alla data del 31.12.2017 e del 31.12.2016. Sono inoltre stati riportati anche i dettagli dei rischi di

credito/controparte e del rischi di mercato.

Attività di rischio (RWA) e requisiti patrimoniali

(Valori espressi in €/Migl.)

TIPOLOGIA DI RISCHIO RWA REQUISITO

31.12.2017 31.12.2016 VAR ASS VAR % 31.12.2017 31.12.2016

Rischio di credito e di controparte 843.590 1.061.111 (217.521) -20,50% 67.487 84.889

Rischio adj valutazione del credito (cva) 4.275 8.219 (3.944) -47,99% 342 658

Rischi di mercato 42.444 28.294 14.150 50,01% 3.396 2.264

Rischio operativo 189.061 222.706 (33.645) -15,11% 15.125 17.816

Altri elementi di calcolo 76.537 91.409 (14.872) -16,27% 6.123 7.313

Totale 1.155.907 1.411.739 (255.832) -18,12% 92.473 112.939

Rischio di credito e di controparte: RWA e Requisiti patrimoniali

(Valori espressi in €/Migl.)

RISCHI DI CREDITO RWA REQUISITO

31.12.2017

31.12.2016 VAR ASS VAR % 31.12.2017 31.12.2016

clientela 463.286 623.707 (160.421) -25,72% 37.063 49.897

banche 16.392 12.393 3.999 32,27% 1.311 991

titoli 61.822 106.345 (44.523) -41,87% 4.946 8.508

partecipazioni 48.225 37.642 10.583 28,11% 3.858 3.011

pct 1.810 79 1.731 2191,14% 145 6

derivati/op fuori bilancio 20.682 24.965 (4.283) -17,16% 1.655 1.997

crediti di firma 7.997 10.855 (2.858) -26,33% 640 868

fido parte inutilizzata 1.571 23.431 (21.860) -93,30% 126 1.874

altre attività 221.806 221.695 111 0,05% 17.744 17.736

Totale Rischio di credito/ctp 843.591 1.061.112 (217.521) -20,50% 67.487 84.889

Rischio di mercato: RWA e Requisiti patrimoniali

(Valori espressi in €/Migl.)

RISCHI DI MERCATO RWA REQUISITO

31.12.2017 31.12.2016 VAR ASS VAR % 31.12.2017

31.12.2016

rischio di posizione su titoli di debito 16.802 13.278 3.524 26,54% 1.344 1.062

rischio di posizione su titoli di capitale 18.651 5.968 12.683 212,52% 1.492 477

rischio di posizione in oicr 682 - 682 - 55 -

rischio di cambio 6.308 9.048 (2.740) -30,28% 505 724

Totale rischi di mercato 42.443 28.294 14.149 50,01% 3.395 2.264

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Coefficienti consolidati di vigilanza bancari

31.12.2017 31.12.2016 Variazione

assoluta

CET1 - Fully Phased 10,22% 11,52% (1,31)

CET1 - Phased in 10,44% 11,13% (0,69)

T1 - Capitale aggiuntivo di classe 1 10,44% 11,13% (0,69)

TCR - Total Capital Ratio 10,52% 11,32% (0,80)

Indice di patrimonializzazione2 1,32 1,41 (0,10)

Alla data del 31.12.2017 il CET 1 - Fully Phased, stimato applicando i parametri indicati a regime in

vigore dal 1° gennaio 2019, si attesta al 10,22% mentre il CET 1 - Phased in risulta pari a 10,44%, in

riduzione rispetto all’11,13% registrato al 31 dicembre 2016.

Si segnala che i coefficienti di vigilanza consolidati di Banca Intermobiliare al 31.12.2017 risultano

superiori ai livelli minimi richiesti dall’accordo di Basilea III sia in riferimento al Phased in (CET1

5,75%, T1 7,25% e il TCR 9,25%), sia in riferimento al Full Phased in vigore dal 1.1.2019 (CET1 7%,

T1 8,5% e il TCR 10,5%).

2 Indice di patrimonializzazione: rapporto fra “Fondi Propri” e “Requisiti patrimoniali totali”.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Sezione 6 - Rischio di credito: informazioni generali e rettifiche

6.1 - Definizione dei crediti scaduti e deteriorati ai fini contabili

La classificazione delle esposizioni deteriorate nelle diverse categorie di rischio (sofferenze,

inadempienze probabili ed esposizioni scadute deteriorate), è disciplinata dalla normativa di Banca

d’Italia in materia di segnalazioni di vigilanza (Circolare n. 272) e di redazione dei bilanci (Circolare n.

262). A seguire si fornisce l’informativa relativa alle attività deteriorate:

Le “sofferenze” comprendono le esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio nei confronti di un

soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente

equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca.

Le “inadempienze probabili” sono costituite da quelle esposizioni creditizie, diverse dalle sofferenze,

per le quali l’intermediario giudichi improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle

garanzie, il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie. Rientrano gestionalmente in

questa categoria i crediti ristrutturati, le posizioni in incaglio (ad eccezione degli incagli oggettivi) e le

concessioni deteriorate (forborne non performing).

La categoria “esposizioni scadute deteriorate” include quelle esposizioni, diverse da quelle classificate

tra le sofferenze e tra le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono

scadute da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di significatività. Sono quindi inclusi, oltre

agli incagli oggettivi, le esposizioni scadute e le altre “forborne non performing” non rientranti nella

precedente categoria delle inadempienze probabili.

Il Regolamento di Esecuzione 2015/227, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20

febbraio 2015, e recepite dalle normative emanate in materia da Banca d’Italia e coerenti con la

normativa contabile IAS/IFRS ha inoltre introdotto l’obbligo di rappresentare, sia nell’ambito delle

esposizioni deteriorate che in quello dei crediti in bonis, l’evidenza delle “Esposizioni oggetto di

concessioni” (forbearance).

6.2 - L’approccio adottato per la determinazione delle rettifiche di valore su crediti generiche e

specifiche

Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima

iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e

dell’ammortamento – calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo – della differenza tra

l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi

imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso

che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all’ammontare

erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando

una logica finanziaria, consente di distribuire l’effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua

attesa del credito. La stima dei flussi e della durata contrattuale del prestito tiene conto di tutte le

clausole contrattuali che possono incidere sugli importi e sulle scadenze (ad esempio le estinzioni

anticipate, opzioni esercitabili), senza considerare invece le perdite attese sul finanziamento. Il tasso di

interesse effettivo rilevato inizialmente è quello originario che viene sempre utilizzato per attualizzare i

previsti flussi di cassa e determinare il costo ammortizzato, successivamente alla rilevazione iniziale.

Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere

trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione e pertanto essi vengono valorizzati

al costo storico. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza

definita o a revoca.

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata una ricognizione dei crediti

volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione,

mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

52

Le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini di tale verifica sono le seguenti:

esistenza di significative difficoltà finanziarie del debitore/emittente, testimoniate da inadempimenti

o mancati pagamenti di interessi o capitale;

probabilità di apertura di procedure concorsuali;

peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari del

debitore/emittente;

stato di difficoltà nel servizio del debito da parte del Paese di residenza del debitore/emittente;

declassamento del merito di credito del debitore/emittente, quando accompagnato da altre notizie

negative sulla situazione finanziaria di quest’ultimo;

situazione congiunturale di singoli comparti merceologici.

Nella valutazione si tiene altresì conto delle garanzie in essere.

Per la classificazione delle esposizioni deteriorate nelle diverse categorie di rischio (sofferenze,

inadempienze probabili ed esposizioni scadute deteriorate), la Banca fa riferimento alla normativa

emanata in materia dalla Banca d’Italia.

La classificazione viene effettuata dalle strutture operative aventi facoltà, ad eccezione dei crediti

scaduti e/o sconfinanti da oltre 90 giorni per i quali la rilevazione avviene mediante l’utilizzo di

procedure automatizzate.

Detti crediti deteriorati, ad eccezione degli scaduti, sono oggetto di un processo di valutazione analitica

a partire dalle esposizioni superiori a Euro 250.000. Le sofferenze e le inadempienze probabili al di

sotto di questa soglia vengono sottoposte ad una valutazione collettiva.

Le esposizioni scadute e/o sconfinate da oltre 90 giorni sono oggetto di valutazione collettiva

applicando analiticamente percentuali determinate in modo forfettario su basi storico/statistiche.

L’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio

dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di

cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.

Nei casi in cui il tasso di interesse originario di un’attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia

reperibile, oppure il suo reperimento sia eccessivamente oneroso, si applica il tasso medio rilevato sulle

posizioni aventi caratteristiche simili.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo

delle eventuali garanzie che assistono le posizioni, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per

il recupero dell’esposizione creditizia. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro

breve durata non vengono attualizzati, in quanto il fattore finanziario non risulta significativo.

In particolare, relativamente ai crediti in sofferenza maggiori della soglia di Euro 250.000, per

determinare la modalità di calcolo del valore di recupero, tutte le posizioni sono sottoposte ad una

valutazione analitica con identificazione di una previsione di recupero oggetto di attualizzazione in base

alla stima dei tempi medi di recupero, determinati dalle competenti funzioni aziendali.

Le inadempienze probabili, quali le posizioni incagliate e le concessioni deteriorate (forborne non

perfoming) superiori ad Euro 250.000 vengono valutate analiticamente identificando una previsione di

recupero oggetto di attualizzazione.

Le posizioni con esposizione inferiore al limite suddetto sono oggetto di svalutazione collettiva

applicando analiticamente percentuali determinate in modo forfettario su basi storico/statistiche.

I crediti ristrutturati, inclusi nelle inadempienze probabili, rappresentano le esposizioni nei confronti di

controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al

pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di

mercato. Eventuali sacrifici in linea capitale sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle

svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori

al tasso contrattuale originario.

I crediti scaduti e/o sconfinati da oltre 90 giorni sono oggetto di valutazione collettiva applicando

analiticamente percentuali determinate in modo forfettario su basi storico/statistiche.

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè di

norma i crediti in bonis, ivi inclusi quelli verso controparti residenti in paesi a rischio, sono sottoposti

alla valutazione di una perdita di valore collettiva, sulla base di una metodologia che integra i parametri

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

53

del modello di calcolo previsti dalle disposizioni di vigilanza Basilea III, rappresentati dalla “probabilità

di insolvenza” (PD probabilità di default) e di “perdita in caso di insolvenza” (LGD loss given default),

Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee con caratteristiche simili in termini di rischio

di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche che consentono

di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti.

Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una

ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora

il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

La rettifica di valore è iscritta a conto economico.

Il valore originario dei crediti è ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i

motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un

evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto

economico, e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in

assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi

connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di

recupero del credito svalutato.

Ad ogni data di chiusura del bilancio e delle situazioni infrannuali le eventuali rettifiche aggiuntive o

riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio di

crediti in bonis alla stessa data.

I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio quando sono considerati definitivamente

irrecuperabili o, se ceduti, solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i

rischi e benefici connessi ai crediti stessi. Per contro, qualora siano stati mantenuti i rischi e benefici

relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché

giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, i crediti

vengono cancellati dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sugli stessi. In

caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo, comporta il mantenimento in bilancio

dei crediti in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore

dei crediti ceduti ed alle variazioni dei flussi finanziari degli stessi.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

54

6.3 - Esposizioni totali al netto di compensazioni contabili e senza gli effetti delle tecniche crm

Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia

(valori di bilancio)

Portafogli/qualità Sofferenze Inadempienze

probabili

Esposizioni

scadute

deteriorate

Esposizioni

scadute non

deteriorate

Attività non

deteriorate Totale

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - 402.338 402.338

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -

3. Crediti verso banche - - - - 108.090 108.090

4. Crediti verso clientela 150.209 93.019 2.213 28.308 357.831 631.580

5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

6. Attività finanziare in corso di dismissione - - - - 600 600

Totale 2017 150.209 93.019 2.213 28.308 868.859 1.142.608

Totale 2016 159.934 129.653 6.186 17.075 1.726.093 2.038.941

Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia

(valori lordi e netti)

Portafogli/qualità

Attività

deteriorate

Attività

non

deteriorate

To

tale

(es

po

sizi

on

e n

etta

)

Esp

osi

zion

e

lord

a

Ret

tifi

che

spec

ific

he

Esp

osi

zion

e

net

ta

Esp

osi

zion

e

lord

a

Ret

tifi

che

di

po

rtaf

og

lio

Esp

osi

zion

e

net

ta

A. Gruppo bancario

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - 402.338 - 402.338 402.338

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - -

3. Crediti verso banche - - - 108.090 - 108.090 108.090

4. Crediti verso clientela 623.051 (377.610) 245.441 388.989 (2.850) 386.139 631.580

5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

6. Attività finanziare in corso di dismissione - - - 600 - 600 600

Totale 2017 623.051 (377.610) 245.441 900.017 (2.850) 897.167 1.142.608

Totale 2016 631.014 (335.241) 295.773 1.746.359 (3.191) 1.743.168 2.038.941

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

55

Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti

e fasce di scaduto

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Rettifiche

di valore

specifiche

Rettifiche

di valore di

portafoglio

Esposizione

Netta

Attività deteriorate

In bonis

Fin

o a

3 m

esi

Da

olt

re 3

mes

i

fin

o a

6 m

esi

Da

olt

re 6

mes

i

fin

o a

1 a

nn

o

Olt

re 1

ann

o

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze - - - - x - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - x - - -

b) Inadempienze probabili - - - - x - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - x - - -

c) Esposizioni scadute deteriorate - - - - x - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - x - - -

d) Esposizioni scadute non deteriorate x x x x - - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni x x x x - - - -

e) Altre esposizioni non deteriorate x x x x 143.509 - - 143.509

- di cui esposizioni oggetto di concessioni x x x x - - - -

TOTALE A - - - - 143.509 - - 143.509

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate - - - -

- - -

b) Non Deteriorate x x x x 11.234 - - 11.234

TOTALE B - - - - 11.234 - - 11.234

TOTALE A+B - - - - 154.743 - - 154.743

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56

Gruppo bancario: Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti

e fasce di scaduto

Tipologie esposizioni/valori

Esposizione lorda

Rettifiche

di valore

specifiche

Rettifiche

di valore di

portafoglio

Esposizione

Netta

Attività deteriorate

In

bonis

Fin

o a

3 m

esi

Da

olt

re 3

mes

i

fin

o a

6 m

esi

Da

olt

re 6

mes

i

fin

o a

1 a

nn

o

Olt

re 1

ann

o

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze 118 655 2.872 475.561 x (328.997) 150.209

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 118 - 2.024 116.300 x (85.019) 33.423

b) Inadempienze probabili 47.880 5.531 32.244 55.583 x (48.219) 93.019

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 30.309 1.403 8.581 17.002 x (18.895) 38.400

c) Esposizioni scadute deteriorate 5 2.358 244 - x (394) 2.213

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - x - -

d) Esposizioni scadute non deteriorate x x x x 28.700 (392) 28.308

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni x x x x - - -

e) Altre esposizioni non deteriorate x x x x 761.374 (2.458) 758.916

- di cui esposizioni oggetto di concessioni x x x x 18.572 (113) 18.459

TOTALE A 48.003 8.544 35.360 531.144 790.074 (377.610) (2.850) 1.032.665

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO -

a) Deteriorate 618 - - - x (1) x 617

b) Non Deteriorate 64.468 (102) 64.366

TOTALE B 618 - - - 64.468 (1) (102) 64.983

TOTALE A+B 48.621 8.544 35.360 531.144 854.542 (377.611) (2.952) 1.097.648

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

57

6.4 – Distribuzione delle esposizioni per settore economico o tipo di controparte

Esposizioni/Controparti

Governi Altri enti pubblici Società finanziarie

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

val

ore

sp

ecif

ich

e

Ret

tifi

che

val

ore

di

po

rtaf

og

lio

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

val

ore

sp

ecif

ich

e

Ret

tifi

che

val

ore

di

po

rtaf

og

lio

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

val

ore

sp

ecif

ich

e

Ret

tifi

che

val

ore

di

po

rtaf

og

lio

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - 2.431 16.989 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - 410 11.882 -

A.2 Inadempienze probabili - - - - - - 606 461 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - - -

A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - - -

A.4 Altre esposizioni 373.477 - - 2.930 - - 72.072 - 573

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - -

TOTALE A 373.477 - - 2.930 - - 75.109 17.450 573

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - -

B.2 Inadempienze probabili - - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - -

B.4 Altre esposizioni 25.180 - - - 12.060 1

TOTALE B 25.180 - - - - - 12.060 - 1

Totale 2017 398.657 - - 2.930 - - 87.169 17.450 574

Totale 2016 598.907 - - - - - 110.340 17.687 649

Esposizioni/Controparti

Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

val

ore

spec

ific

he

Ret

tifi

che

val

ore

di

po

rtaf

og

lio

Esp

osi

zio

ne

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ta

Ret

tifi

che

val

ore

spec

ific

he

Ret

tifi

che

val

ore

di

po

rtaf

og

lio

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

val

ore

spec

ific

he

Ret

tifi

che

val

ore

di

po

rtaf

og

lio

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - 114.988 261.571 - 32.790 50.437 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - 22.561 66.833 - 10.452 6.304 -

A.2 Inadempienze probabili - - - 73.178 38.267 - 19.235 9.491 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - 26.478 14.437 - 11.922 4.458 -

A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - 1.996 354 - 217 40 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - - - - - -

A.4 Altre esposizioni 205 - - 145.638 - 1.238 192.902 - 1.039

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - 17.277 - 106 1.182 - 7

TOTALE A 205 - - 335.800 300.192 1.238 245.144 59.968 1.039

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - -

B.2 Inadempienze probabili - - - 269 - - 348 1 -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - -

B.4 Altre esposizioni - - 14.718 45 10.824 57

TOTALE B - - - 14.987 - 45 11.172 1 57

Totale 2017 205 - - 350.787 300.192 1.283 256.316 59.969 1.096

Totale 2016 - - - 498.204 261.069 2.148 391.208 56.516 856

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

58

6.5 – Distribuzione geografica delle esposizioni

Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio”

verso clientela (valori di bilancio)

Esposizioni/Aree geografiche ITALIA ALTRI PAESI

EUROPEI AMERICA ASIA

RESTO DEL

MONDO

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

di

val

ore

com

ple

ssiv

e

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

di

val

ore

com

ple

ssiv

e

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

di

val

ore

com

ple

ssiv

e

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

di

val

ore

com

ple

ssiv

e

Esp

osi

zio

ne

net

ta

Ret

tifi

che

di

val

ore

com

ple

ssiv

e

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 149.772 328.734 420 243 17 20 - - - -

A.2 Inadempienze probabili 93.018 48.219 1 - - - - - - -

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 2.213 394 - - - - - - - -

A.4 Altre esposizioni 781.422 2.834 5.096 11 194 1 507 4 5 -

TOTALE 1.026.425 380.181 5.517 254 211 21 507 4 5 -

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze - - - - - - - - - -

B.2 Inadempienze probabili 617 1 - - - - - - - -

B.3 Esposizioni scadute deteriorate - - - - - - - - - -

B.4 Altre esposizioni 49.832 96 12.936 7 14 - - - - -

TOTALE 50.449 97 12.936 7 14 - - - - -

TOTALE 2017 1.076.874 380.278 18.453 261 225 21 507 4 5 -

TOTALE 2016 1.582.118 338.602 6.705 283 9.202 39 413 1 221 -

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59

6.6 – Portafoglio complessivo delle esposizioni

Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Valuta di denominazione in EUR

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre 3

mesi fino a 6 mesi

Da oltre 6

mesi fino a 1 anno

Da oltre 1

anno fino a 5 anni

Da oltre 5

anni fino a 10 anni

Oltre 10 anni

Durata

indeter-minata

1. Attività per cassa

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - 31.293 20.483 15.442 223.717 110.725 - -

1.2 Finanziamenti a banche 69.686 15.427 - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela

- c/c 230.517 2.196 2.266 4.363 86.657 938 - -

- altri finanziamenti

- con opzione di rimborso anticipato 10.241 174.291 2.792 682 4.516 3.375 3.190 -

- altri 27.015 4.668 3.563 945 50.344 6.521 - -

2. Passività per cassa

2.1 Debiti verso clientela - c/c (824.940) - - - - - - -

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri (104.510) (6.443) (6.262) (9.628) (15.824) (118) - -

2.2 Debiti verso banche

- c/c (141.491) - - - - - - -

- altri debiti (2.730) (33.972) - - - - - -

2.3 Titoli in circolazione - con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri (8.033) (52.653) - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri

+ posizioni lunghe - (146.050) (159.100) - - - - -

+ posizioni corte - (138.550) (100.000) - - (66.600) - -

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe 341 - 107 2 1.449 2.031 477 -

+ posizioni corte (4.408) - - - - - - -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

60

Valuta di denominazione in Altre valute

Tipologia/Durata residua A vista

Fino a 3

mesi

Da oltre 3 mesi fino

a 6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino

a 5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anni

Oltre 10

anni

Durata indeter-

minata

1. Attività per cassa

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 21.217 - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela

- c/c 8.250 - - - - - - -

- altri finanziamenti

- con opzione di rimborso anticipato - - - - 44 - - -

- altri - - - - - - - -

2. Passività per cassa

2.1 Debiti verso clientela

- c/c (16.547) - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche

- c/c (1.934) - - - - - - - - altri debiti - - - - - - - - 2.3 Titoli in circolazione - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

- Altri

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

+ posizioni lunghe - - - - - - - -

+ posizioni corte - - - - - - - -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

61

6.7 – Esposizioni deteriorate

Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni

deteriorate lorde

Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di

valore complessive Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate

Totale

Di cui

concessioni Totale

Di cui

concessioni Totale

Di cui

concessioni

A. Rettifiche complessive

iniziali 286.136 69.423 47.846 18.554 1.261 -

- di cui: esposizioni cedute non

cancellate - - - - - -

B. Variazioni in aumento 48.723 18.116 24.522 14.789 975 -

B.1. rettifiche di valore 35.484 8.701 22.309 14.789 975 -

B.2. perdite da cessione 183 - - - - -

B.3. trasferimenti da altre

categorie di esposizioni

deteriorate 13.056 9.415 2.213 - - -

B.4. altre variazioni in aumento - - - - - -

C. Variazioni in diminuzione (5.862) (2.520) (24.149) (14.448) (1.842) -

C.1. riprese di valore da

valutazione - - - - - -

C.2. riprese di valore da incasso (3.337) (762) (10.772) (5.033) (6) -

C.3. utili da cessione - - - - - -

C.4. cancellazioni (142) (1.758) - - - -

C.5. trasferimenti ad altre

categorie di esposizioni

deteriorate (429) - (13.053) (9.415) (1.788) -

C.6. altre variazioni in

diminuzione (1.954) - (324) - (48) -

D. Rettifiche complessive finali 328.997 85.019 48.219 18.895 394 -

- di cui: esposizioni cedute non

cancellate - - - - - -

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze

probabili Esposizioni

scadute deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 446.068 177.500 7.447

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

B. Variazioni in aumento 43.378 45.892 6.746

B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 818 30.043 6.675

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 41.588 11.533 1

B.3 altre variazioni in aumento 972 4.316 70

C. Variazioni in diminuzione (10.240) (82.154) (11.586)

C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis - (2.921) (321)

C.2 cancellazioni (142) - -

C.3 incassi (9.322) (37.654) (478)

C.4 realizzi per cessioni - - -

C.5. perdite da cessione - - -

C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate (768) (41.567) (10.787)

C.7 altre variazioni in diminuzione (8) (12) -

D. Esposizione lorda finale 479.206 141.238 2.607

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

62

Sezione 7 - Rischio di credito: uso delle ECAI

7.1 – Le ECAI e le agenzie di credito all’esportazione prescelte

Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione del Capitale Interno per il rischio di credito, utilizza

la metodologia standardizzata (metodo integrale) prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza

a fronte del rischio di credito. La metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni

in diverse classi (portafogli) secondo la natura della controparte, ovvero delle caratteristiche tecniche del

rapporto o delle modalità di svolgimento di quest’ultimo e l’applicazione a ciascun portafoglio di

coefficienti di ponderazione diversificati.

In particolare Banca Intermobiliare, ai fini della determinazione dei fattori di ponderazione delle

esposizioni, utilizza le seguenti valutazioni del merito creditizio rilasciate dalle Agenzie specializzate

come da Comunicazione ECA/ECAI prescelte ai sensi della Circolare n. 263 (Tit. II, Cap. 1, Parte

Prima, Sezione II, par. 2.1):

Portafogli Eca/Ecai Caratteristich

e del rating

Esposizione vs Amministrazioni centrali e banche centrali DBRS Ratings Ld Unsolicited

Esposizioni vs banche multilaterali di sviluppo Moody’s Solicited

Esposizioni vs imprese ed altri soggetti Moody’s Solicited

Esposizioni vs organismi di investimento collettivo del risparmio (OIC) Moody’s Solicited

Portafogli Eca/Ecai

Posizioni vs le cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine

Standard & Poor’s

Moody’s – Fitch

Posizioni vs le cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine

Standard & Poor’s

Moody’s - Fitch

Per tutte le altre esposizioni non ricomprese nelle classi regolamentari di cui sopra, si fa invece

riferimento ai diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa stessa per la metodologia

standardizzata.

7.2 – Processo di estensione delle valutazioni del merito di credito relative all'emittente o all'emissione ad

attività comparabili non incluse nel portafoglio di negoziazione di vigilanza

Nel rispetto del Regolamento UE 575/2013 (CRR) sono stati definiti i criteri, di seguito riepilogati,

relativi all’utilizzo dei rating emissione ed emittente ai fini della valutazione del rischio delle

esposizioni e della mitigazione delle garanzie. Per valutare la ponderazione di rischio da attribuire alle

esposizioni, in generale per tutti i portafogli regolamentari, è stata implementata la regola di prevalenza

che prevede l’utilizzo prioritario del rating di emissione e quindi, se non disponibile e se sussistono le

condizioni dettate dal Regolamento, il rating emittente. Per valutare l’eleggibilità delle garanzie, nonché

le correzioni di volatilità regolamentari da attribuire in generale, per tutti i portafogli regolamentari è

stata impostata la stessa prevalenza. Per le emissioni unrated di intermediari vigilati, l’estensione

dell’eleggibilità è strettamente subordinata alle condizioni citate dalla normativa (quotazione nei mercati

regolamentari, titoli non subordinati, emissioni di pari rango associate alle classi da 1 a 3 della scala di

valutazione del merito creditizio). Ciascun portafoglio regolamentare previsto dalla normativa

nell’ambito del metodo standardizzato viene dettagliato nel modo seguente:

– valore delle esposizioni, per cassa e fuori bilancio, “senza” la mitigazione del rischio, ovvero senza

considerare la riduzione di esposizione derivante dall’applicazione delle garanzie reali e personali; nel

caso di garanzie personali, che determinano la traslazione del rischio, per la quota parte oggetto di

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

63

copertura, si fa riferimento ai portafogli regolamentari e alle ponderazioni del garante, mentre per la

quota parte residuale di esposizione si fa riferimento alle informazioni del garantito;

– valore delle medesime esposizioni (le esposizioni fuori bilancio vengono qui riportate con

l’applicazione dei fattori di conversione creditizia “FCC”), “con” l’effetto di mitigazione del rischio,

ovvero al netto delle garanzie citate al punto precedente.

Le informazioni sono distribuite nelle colonne “con” e “senza” attenuazione del Rischio di Credito e

associate ai fattori di ponderazione definiti dalle vigenti disposizioni di Vigilanza Prudenziale. Si

precisa inoltre che:

- le esposizioni fuori bilancio relative a garanzie e impegni sono rappresentate in corrispondenza del

fattore di ponderazione della controparte;

- il valore dell’esposizione riportato è espresso al netto delle rettifiche di valore.

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64

7.2 – Esposizione per classi di merito creditizio e per classe regolamentare di attività

Esposizioni “con” attenuazione del rischio di credito – Metodo standardizzato

Portafogli standard Fattore di ponderazione Altre Totale

0% 2% 10% 20% 35% 50% 75% 100% 150% 250% 370% 1250% ponderazioni esposizione

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 431.471 - - - - - - 48.925 - 6.690 - - - 487.086

Organismi del settore Pubblico - - - - - - - - - - - - - -

Amministrazioni Regionali o - - - - - - - - - - - - - -

autorità locali - - - - - - - - - - - - - -

Banche Multilaterali di Sviluppo - - - - - - - - - - - - - -

Organizzazioni Internazionali - - - - - - - - - - - - - -

Intermediari vigilati 25.789 2.078 - 114.604

39.150

181.621

Imprese ed altri soggetti - -

145.359 84

145.444

Esposizioni al dettaglio - -

52.184

52.184

Esposizioni sotto forma di obbligazioni

bancarie garantite - - - - - - - - - - - - - -

Esposizioni Garantite da Immobili - -

74.010 48.409

122.419

Esposizioni Verso Organismi di - - - - - - - - - - - - - -

Esposizioni Verso Organismi di

Investimento Collettivo del Risparmio

(OICR) - - -

4.470

4.470

Esposizioni in stato di default - - -

208.494 33.212

241.706

Esposizioni ad Alto Rischio - - -

11.952

11.952

Esposizioni in strumenti di capitale

- -

27.116

9.938

37.055

Altre esposizioni 1.688 - - 114 - - - 156.092 - - - - - 157.894

Cartolarizzazioni - - - - - - - - - - - - - -

Totale 458.948 2.078 - 114.718 74.010 48.409 52.184 629.607 45.248 16.628 - - - 1.441.831

Fonte: base segnaletica 1 - voce 36526 sottovoci da 02 a 29, tipo importo 83, campo 1136 per distribuzione ponderazioni

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

65

Esposizioni “senza” attenuazione del rischio di credito – Metodo standardizzato

Portafogli standard Fattore di ponderazione Altre Totale

0% 2% 10% 20% 35% 50% 75% 100% 150% 250% 370% 1250% ponderazioni esposizione

Amministrazioni Centrali e Banche

Centrali 431.471 - - - - - - 48.925 - 6.690 - - - 487.086

Organismi del settore Pubblico - - - - - - - - - - - - - - Amministrazioni Regionali o autorità

locali - - - - - - - - - - - - - -

Banche Multilaterali di Sviluppo - - - - - - - - - - - - - -

Organizzazioni Internazionali - - - - - - - - - - - - - -

Intermediari vigilati 20.595 2.078 - 145.935 - - - 39.150 - - - - - 207.758

Imprese ed altri soggetti - - - - - - - 223.819 76

223.895

Esposizioni al dettaglio - - - - - - 154.175 - - - - - - 154.175

Esposizioni sotto forma di obbligazioni

bancarie garantite - - - - - - - - - - - - - -

Esposizioni Garantite da Immobili - - - - 74.317 48.657 - - - - - - - 122.974

Esposizioni Verso Organismi di

Investimento Collettivo del Risparmio

(OICR) - - - - - - - 4.470 - - - - - 4.470

Esposizioni in stato di default - - - - - - - 194.314 56.331 - - - - 250.646

Esposizioni ad Alto Rischio - - - - - - -

17.932 - - - - 17.932

Esposizioni in strumenti di capitale - - - - - - - 27.116 9.938 - - - - 37.055

Altre esposizioni 1.688 - - 114 - - - 156.092

157.894

Cartolarizzazioni - - - - - - - - - - - - - -

Totale 453.754 2.078 - 146.049 74.317 48.657 154.175 693.887 84.277 6.690 - - - 1.663.884

Fonte: base segnaletica 1 - voce 36526 sottovoci da 02 a 29, tipo importo 215, campo 1136 per distribuzione ponderazioni

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66

Sezione 8 - Rischio di credito: Tecniche di attenuazione del rischio di

credito

8.1 – Politiche e processi in materia di compensazione

Il Gruppo Banca Intermobiliare adotta politiche di riduzione del rischio di controparte con controparti

istituzionali stipulando accordi di compensazione e accordi di collateralizzazione (ISDA - International

Swaps and Derivatives Association), sia per derivati OTC che per le operazioni di Security Finance

(Repo e Security Lending).

8.2 – Gestione delle garanzie reali

Le tecniche di mitigazione del Rischio di Credito sono uno strumento importante per ridurre o trasferire

parte del Rischio di Credito associato al portafoglio di esposizioni. In linea con la contenuta propensione

al rischio, il Gruppo Banca Intermobiliare persegue la mitigazione del Rischio di Credito riservando

particolare attenzione al processo di raccolta e gestione delle garanzie, siano esse reali o personali.

Le garanzie utilizzate possono avere valenza esclusivamente gestionale oppure essere riconosciute

anche dalla normativa prudenziale ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali. Con riferimento a

quest’ultimo aspetto, le garanzie in oggetto assicurano il rispetto dei requisiti di eleggibilità ed

ammissibilità, di carattere sia generale sia specifico, previsti dall’Autorità di Vigilanza.

Il Gruppo adotta un sistema di gestione delle tecniche di attenuazione del Rischio di Credito che

assicura un presidio efficace dell’intero processo di acquisizione, valutazione, controllo ed escussione

delle garanzie. In particolare, sono previste adeguate politiche e procedure inerenti il loro utilizzo ed il

monitoraggio continuativo del loro valore.

La Policy “Tecniche di Attenuazione del Rischio di Credito” (CRM – Credit Risk Mitigation),

approvata dal Consiglio di Amministrazione di Capogruppo, integra ulteriormente il corpo normativo in

materia definendo, con riferimento a ciascuna tipologia di garanzia, il grado di mitigazione del Rischio

di Credito ed i requisiti “generali” e “specifici” che la stessa deve possedere sia in fase di

perfezionamento che durante l’intera durata del rapporto creditizio.

Le disposizioni contenute nella policy suddetta sono recepite nel “Regolamento Crediti” che disciplina

principi, criteri e responsabilità in materia di valutazione, perfezionamento, gestione, cessazione ed

eventuale attivazione delle garanzie acquisite dal Gruppo ad attenuazione del Rischio di Credito. In tale

documento sono definite, per ciascuna tipologia di garanzia acquisita dalla Banca, gli adempimenti

previsti nel corso dell’intera vita della garanzia affinché venga assicurata la piena efficacia della

garanzia e soddisfatto il complesso dei requisiti “generali” e “specifici” che determinano l’ammissibilità

della stessa ai fini del calcolo del requisito patrimoniale.

Allo scopo di assicurare l’accertamento di tali requisiti, in sede di valutazione e perfezionamento, e il

loro mantenimento nel tempo, specifiche Funzioni aziendali, con il Gestore della relazione, sono

preposte:

- all’esecuzione di controlli, in fase di istruttoria, perfezionamento e gestione della garanzia. Tali

controlli sono finalizzati all’accertamento della idoneità giuridica ed al valore della garanzia;

- al monitoraggio ed alla sorveglianza sistematica e delle garanzie correlate al credito, allo scopo di

mantenere validi ed efficaci i requisiti testé indicati;

- alla gestione del recupero del credito con conseguente attivazione delle garanzie collaterali alle

esposizioni creditizie, nel rispetto dei termini contrattuali, al fine di ridurre gli impatti delle perdite di

credito.

Si evidenzia che allo scopo di rafforzare il presidio dell’efficacia delle garanzie il Gruppo, in aggiunta

alle Funzioni incaricate della gestione della relazione e valutazione del merito di credito, ha istituito

specifici presidi organizzativi, non direttamente coinvolti nei processi operativi di valutazione del

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

67

credito, incaricati di esercitare un’azione di “sorveglianza” delle garanzie, anche con riferimento al

monitoraggio del loro valore nel tempo.

Nell’ordinamento del Gruppo vige il principio della tipicità delle garanzie reali nel senso che,

indipendentemente dalla volontà delle parti, non possono essere costituite garanzie reali diverse da

quelle espressamente previste dalla legge.

Le principali tipologie giuridiche di garanzie reali in uso sono:

- l’ipoteca;

- il pegno;

Per le ipoteche su beni immobili la verifica del valore, e quindi della sua rivalutazione, avviene con

periodicità annuale per gli immobili non residenziali ed almeno una volta ogni tre anni per cespiti

residenziali, in base ai valori medi di mercato determinati con metodi statistici da operatori specializzati

del settore. In tutti i casi, qualora si registrasse una diminuzione rilevante del valore dell’immobile

oppure qualora le condizioni di mercato fossero soggette a variazioni significative, viene svolta una

stima da parte di un perito indipendente. Per le esposizioni di importo superiore a 3 milioni di Euro o al

5% dei Fondi Propri della Banca, la valutazione del valore dell’immobile è comunque rivista da parte di

un perito indipendente almeno ogni tre anni.

Per le operazioni di pegno tale monitoraggio avviene mensilmente sia per i titoli in dossier a garanzia

che per il denaro presso la Banca. Per ogni tipologia di garanzia pignoratizia soggetta a rischi di mercato

o di cambi, nel Gruppo è prevista una percentuale di tolleranza di oscillazione del valore del bene,

determinata in funzione della volatilità del valore del titolo (“% scarto”).

Il Gruppo, ai fini della mitigazione del Rischio di Credito mediante garanzie reali, adotta l’approccio

Standardized con l’utilizzo del Metodo Integrale. Tale metodo prevede che l’ammontare

dell’esposizione sia ridotto del valore della garanzia ai fini del calcolo del requisito patrimoniale; il

valore dell’esposizione e quello della garanzia sono corretti per tenere conto della volatilità dei prezzi di

mercato, come previsto agli artt. da 224 a 227 CRR. Al tal fine, ad entrambi gli importi (valore della

garanzia e valore dell’esposizione), devono essere applicate adeguate “rettifiche per volatilità”

(haircuts). A meno che non si tratti di contante, il valore dell’esposizione corretto per la volatilità sarà

maggiore di quello dell’esposizione originaria, viceversa per la garanzia.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

68

8.3 – Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

Gruppo bancario - Esposizioni creditizie verso banche garantite

Val

ore

esp

osi

zion

e n

etta

Garanzie reali (1)

Garanzie personali (2) Totale

2017

Derivati su crediti Crediti di firma

(1)+(2)

Altri derivati

Imm

ob

ili

-

ipo

tech

e

Imm

ob

ili

- le

asin

g

fin

anzi

ario

Tit

oli

Alt

re g

aran

zie

rea

li

C L

N

Go

ver

ni

e b

anch

e

cen

tral

i

Alt

ri e

nti

pub

bli

ci

Ban

che

Alt

ri s

ogg

etti

Go

ver

ni

e b

anch

e

cen

tral

i

Alt

ri e

nti

pub

bli

ci

Ban

che

Alt

ri s

ogg

etti

1. Esposizioni creditizie per

cassa garantite: 12.269 - - 12.151 - - - - - - - - - - 12.151

1.1. totalmente garantite 12.269 - - 12.151 - - - - - - - - - - 12.151

- di cui deteriorate

1.2. parzialmente garantite - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

2. Esposizioni creditizie

"fuori bilancio" garantite: 2.1. totalmente garantite - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

2.2. parzialmente garantite - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

Gruppo bancario - Esposizioni creditizie verso clientela garantite

Val

ore

esp

osi

zio

ne

net

ta

Garanzie reali (1)

Garanzie personali (2) Totale

2017

Derivati su crediti Crediti di firma

(1)+(2)

Altri derivati

Imm

obil

i –

ipo

tech

e

Imm

obil

i -

leas

ing

fin

anzi

ario

Tit

oli

Alt

re g

aran

zie

rea

li

C L

N

Go

ver

ni

e ban

che

centr

ali

Alt

ri e

nti

pub

bli

ci

Ban

che

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ri s

og

get

ti

Go

ver

ni

e ban

che

centr

ali

Alt

ri e

nti

pub

bli

ci

Ban

che

Alt

ri s

og

get

ti

1. Esposizioni creditizie per

cassa garantite: 561.934 365.103 - 110.246 18.707 - - - - - - - 251 36.072 530.379

1.1. totalmente garantite 485.332 331.118 - 105.299 14.817 - - - - - - - 251 33.772 485.257

- di cui deteriorate 178.635 147.061 - 6.987 1.213 - - - - - - - - 23.347 178.608

1.2. parzialmente garantite 76.602 33.985 - 4.947 3.890 - - - - - - - - 2.300 45.122

- di cui deteriorate 47.124 31.592 - 2.658 - - - - - - - - - 2.300 36.550

2. Esposizioni creditizie "fuori

bilancio" garantite: 12.981 - - 7.904 1.006 - - - - - - - - 3.985 12.895

2.1. totalmente garantite 11.736 - - 6.996 1.004 - - - - - - - - 3.735 11.735

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

2.2. parzialmente garantite 1.245 - - 908 2 - - - - - - - - 250 1.160

- di cui deteriorate 250 - - - - - - - - - - - - 250 250

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

69

Sezione 9 - Rischio di controparte

9.1 – Gestione del rischio controparte

Il Gruppo pone attenzione al monitoraggio del Rischio di Controparte inteso come la possibilità che la

controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente

prima del regolamento della stessa. Si tratta di una particolare fattispecie del Rischio di Credito, che

genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore

positivo al momento dell’insolvenza. A differenza del Rischio di Credito generato da un finanziamento,

dove la probabilità di perdita è unilaterale in quanto in capo alla sola banca erogante, il Rischio di

Controparte crea, di regola, un rischio di perdita di tipo bilaterale.

Sulla falsariga delle disposizioni normative, il Gruppo basa la propria modalità di rilevazione sulla

metodologia “del valore corrente”. Tale metodologia, in estrema sintesi, consiste nella determinazione

dell’esposizione corrente e potenziale attraverso la modalità standard regolamentare, utilizzando il

valore di mercato come esposizione attuale dello strumento e l’add-on (l’ammontare potenziale di

perdita) regolamentare per rappresentare, in modo semplificato, proprio l’esposizione potenziale futura.

Sotto il profilo gestionale è stato definito un sistema per il presidio dello stesso che si esplicita, con

riguardo alle posizioni in derivati OTC negoziati con la clientela corporate, nell’applicazione di add-on

funzionali per la gestione del rischio dell’esposizione della clientela e per quanto riguarda la mitigazione

del rischio nei confronti di Controparti Istituzionali, nell’applicazione di accordi bilaterali di

marginazione (Credit Support Annex).

Il C.S.A. (Credit Support Annex) si presenta come un’appendice all’ISDA Master Agreement, il

contratto quadro che regola le operazioni in strumenti finanziari derivati. Questo accordo comporta, a

fronte di un’operatività in derivati OTC, uno scambio di garanzie finanziarie, consentendo una riduzione

del rischio (Risk Mitigation) in caso di default e, di conseguenza, un minor ricorso alle linee di credito

aperte.

Lo scambio bilaterale di garanzie avviene a fronte di un’esposizione (Net Exposure Adjusted) il cui

valore viene calcolato giornalmente basandosi sui valori di mercato dei derivati in oggetto. Attualmente,

la garanzia consiste in un deposito di denaro contante (Cash).

L’esposizione viene monitorata secondo le modalità stabilite in ciascun contratto C.S.A., calcolando,

per ogni posizione aperta, il valore di mercato (applicativo Murex e il modulo Collateral Management di

Calypso). La risultante (netting) di questo processo di compensazione determina il valore

dell’esposizione netta.

Le parti del contratto stabiliscono una soglia (Threshold Amount) al di sotto della quale l’esposizione

resta a carico di ciascuna controparte. Se invece l’esposizione risulta superiore alla threshold stabilita si

procederà con la Margin Call. Per evitare di dover regolare cifre poco significative, le parti stabiliscono

un importo minimo di trasferimento (Minimum Transfer Amount).

In caso di contestazione dell’importo reclamato si dovrà notificare il proprio dissenso alla controparte e

si procederà alla disputa. Sulla base delle verifiche che ne discenderanno, la parte cui compete

l’integrazione delle garanzie effettuerà il trasferimento spettante.

A partire dal 1° gennaio 2013, oltre al requisito di insolvenza connesso al rischio creditizio di

controparte, è richiesto un requisito patrimoniale aggiuntivo a copertura del rischio di perdite dovute

all’impatto della variazione dei prezzi di mercato sul Rischio di Controparte atteso dei derivati OTC.

Tali perdite sono note come rettifiche di valore della componente creditizia o credit value adjustment

(CVA).

La metodologia di calcolo del requisito patrimoniale CVA Risk è differenziato a seconda che le banche

adottino modelli interni o modelli standard per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del Rischio di

Controparte e del rischio specifico di tasso di interesse dei titoli di debito nell’ambito dei rischi di

mercato. L’approccio seguito dal gruppo, è quello standardizzato.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

70

9.2 – Informativa quantitativa del rischio controparte

Requisito patrimoniale rischio di controparte

Categorie di transazioni EAD

31.12.2017 31.12.2016

Metodo

del valore

corrente

Modelli

interni

EPE

Metodo

del valore

corrente

Modelli

interni

EPE

Contratti derivati 21.400 n.a. 46.326 n.a.

Operazioni SFT (Securities Financing Transaction) e con regolamento a

lungo termine 41.276 n.a. 412.273 n.a.

Categorie di transazioni RWA

31.12.2017 31.12.2016

Metodo

del valore

corrente

Modelli

interni

EPE

Metodo

del valore

corrente

Modelli

interni

EPE

Contratti derivati 11.709 n.a. 24.632 n.a.

Operazioni SFT (Securities Financing Transaction) e con regolamento a

lungo termine 1.810 n.a. 78 n.a.

Derivati finanziari - Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo

2017 2016

Attività sottostanti/Tipologie di derivati

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d’interesse 216.956 - 223.940 -

a) Opzioni 50.392 - 82.934 -

b) Swap 160.295 - 138.209 -

c) Forward - - - -

d) Futures 6.269 - 2.797 -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari 5.167 - 29.829 -

a) Opzioni 5 - 20.738 -

b) Swap - - 9.091 -

c) Forward - - - -

d) Futures 5.162 - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro 2.225.136 - 5.787.577 -

a) Opzioni 1.748.469 - 4.917.152 -

b) Swap - - - -

c) Forward 476.667 - 870.425 -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - 20.634 -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 2.447.259 - 6.061.980 -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

71

Derivati finanziari - Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo - Di Copertura

2017 2016

Attività sottostanti/Tipologie di derivati

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d’interesse 305.150 475.050 -

a) Opzioni - - - -

b) Swap 305.150 - 475.050 -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - - -

a) Opzioni - - - -

b ) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 305.150 - 475.050 -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

72

Derivati finanziari: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti

Fair value positivo

2017 2016

Portafogli/Tipologie di derivati

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Over the

counter

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 15.346 - 53.524 -

a) Opzioni 9.493 - 41.447 -

b) Interest rate swap 3.127 - 2.421 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - 21 -

e) Forward 2.726 - 9.635 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

B. Portafoglio bancario - di copertura 1.607 - 1.327 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap 1.607 - 1.327 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

C. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 16.953 - 54.851 -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

73

Derivati finanziari: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti

Fair value negativo

2017 2016

Portafogli/Tipologie derivati

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 15.278 - 33.538 -

a) Opzioni 9.456 - 24.786 -

b) Interest rate swap 3.134 - 2.544 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - 174 -

e) Forward 2.688 - 6.034 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

2. Portafoglio bancario - di copertura 8.906 - 15.807 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap 8.906 - 15.807 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

3. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 24.184 - 49.345 -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

74

Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza – valori nozionali fair value lordi

positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di

compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicura-

zione

Imprese

non

finanziarie

Altri

soggetti

1. Titoli di debito e tassi d’interesse - - 6.269 - - 50.980 -

- valore nozionale - - 6.269 - - 48.696 -

- fair value positivo - - - - - 1.881 -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - 403 -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - 5.482 - - - -

- valore nozionale - - 5.167 - - - -

- fair value positivo - - 5 - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - 310 - - - -

3. Valute e oro - - 64.716 128.994 - 9.482 81.509

- valore nozionale - - 62.855 125.978 - 9.172 78.938

- fair value positivo - - 634 1 - 227 1.556

- fair value negativo - - 265 1.755 - - 227

- esposizione futura - - 962 1.260 - 83 788

4. Altri valori - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario – valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi

per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione

Contratti rientranti in accordi di

compensazione

Governi e Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di assicura-

zione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1. Titoli di debito e tassi d’interesse - - 141.893 26.066 - 153 -

- valore nozionale - - 136.648 25.192 - 152 -

- fair value positivo - - 1.524 607 - 1 -

- fair value negativo - - 3.721 267 - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

3. Valute e oro - - 1.133.747 832.398 - - -

- valore nozionale - - 1.121.892 826.300 - - -

- fair value positivo - - 6.741 2.169 - - -

- fair value negativo - - 5.114 3.929 - - -

4. Altri valori - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

75

Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario – valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi

per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di

compensazione

Governi e

Banche Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese

non finanziarie

Altri

soggetti

1. Titoli di debito e tassi d’interesse - valore nozionale - - 305.150 - - - -

- fair value positivo - - 1.607 - - - -

- fair value negativo - - 8.906 - - - -

2. Titoli di capitale e indici

azionari - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

3. Valute e oro - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

4. Altri valori - - - - - - -

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

Totale - - 315.663 - - - -

Derivati creditizi: valori nozionali di fine periodo

Categorie di operazioni

Portafoglio di negoziazione di

vigilanza

Portafoglio bancario

su un singolo

soggetto

su più soggetti

(basket)

su un singolo

soggetto

su più soggetti

(basket)

1. Acquisti di protezione

a) Credit default products 5.003 - - -

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return swap - - - -

d) Altri - - - -

Totale 2017 5.003 - - -

Totale 2016 7.692 - - -

2. Vendite di protezione - - -

a) Credit default products - - - -

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return swap - - - -

d) Altri 3.969 - - -

Totale 2017 3.969 - - -

Totale 2016 7.692 - - -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

76

Derivati creditizi OTC: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Fair value positivo

Portafogli/Tipologie derivati 2017 2016

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 48 249

a) Credit default products 48 249

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

2. Portafoglio bancario - di copertura - -

a) Credit default products - -

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

Totale 48 249

Derivati creditizi OTC: fair value lordo negativo ripartizione per prodotti

Fair value negative

Portafogli/Tipologie di derivati 2017 2016

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 48 346

a) Credit default products 48 346

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

2. Portafoglio bancario - di copertura - -

a) Credit default products - -

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

Totale 48 346

Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti

Contratti rientranti in accordi

di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese

non

finanziarie

Altri

soggetti

Negoziazione di vigilanza

1. Acquisti di protezione

- valore nozionale - - 5.003 - - - -

- fair value positivo - - 5 - - - -

- fair value negativo - - 42 - - - -

2. Vendite di protezione

- valore nozionale - - - 3.970 - - -

- fair value positivo - - - 42 - - -

- fair value negativo - - - 5 - - -

Portafoglio bancario

1. Acquisti di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

2. Vendite di protezione

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

77

Sezione 10 - Rischi di mercato

Il Gruppo Banca Intermobiliare calcola il rischio di mercato secondo la metodologia standard, con il

dettaglio per ciascun rischio menzionato come previsto dalle disposizioni di cui all’art. 92, par. 3, lettere

b) e c), del Regolamento (UE) n.575/2013 (CRR).

Di seguito si riporta la tabella con l’indicazione del requisito patrimoniale e degli Risk weighted assets

del rischio di mercato alla data del 31.122017 comparata con i valori dell’esercizio precedente.

Requisiti patrimoniali consolidati (importi ponderati) (Valori espressi in €/Migl.)

Tipologia di rischio 31.12.2017 31.12.2016

rischio di posizione su strumenti di debito 1.344 1.062

rischio di posizione su strumenti di capitale 1.492 477

rischio di posizione in oicr 55 -

rischio di cambio 505 724

Totale requisito patrimoniale 3.395 2.264

Risk Weighted Assets (RWA) 3

(Valori espressi in €/Migl.)

Tipologia di rischio 31.12.2017 31.12.2016

rischio di posizione su strumenti di debito 16.802 13.278

rischio di posizione su strumenti di capitale 18.651 5.968

rischio di posizione in oicr 682 -

rischio di cambio 6.308 9.048

Totale RWA 42.443 28.294

Nel corso dell’esercizio, le attività di rischio ponderate relative al rischio di credito e di controparte si

sono ridotte di €/Mln. 221,4 essenzialmente per la contrazione dei crediti verso la clientela e per la

riduzione del portafoglio titoli “attività finanziare disponibili per la vendita”. In riduzione anche gli

RWA relativi al rischio operativo (-15,1% a/a) e agli altri requisiti prudenziali (-16,3% a/a), mentre in

aumento sono risultati i rischi di mercato per €/Mln. 14,1. A seguito della dinamica dei Risk Weighted

Asset, i requisiti patrimoniali alla data del 31.12.2017 si sono ridotti di €/Mln. 20,5.

3 Risk Weighted Assets comprensivo dei requisiti specifici

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

78

Sezione 11 - Rischio operativo

Il rischio operativo è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla

disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni.

Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di

reputazione. Il rischio operativo può essere imputato ai seguenti tipi di eventi:

frodi interne, dove il rischio di perdita deriva da atti in cui è coinvolta almeno una parte interna

che generano frodi, appropriazione indebita o volti ad aggirare le normative, la legislazione o le

politiche aziendali;

frodi esterne, dove il rischio di perdita deriva da atti commessi da terze parti e che generano

frodi, appropriazione indebita o volti ad aggirare la legislazione vigente;

contratto e sicurezza sul posto di lavoro, dove il rischio di perdite deriva da atti non conformi

alle leggi o agli accordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di

risarcimenti a titolo di lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata

applicazione di condizioni paritarie;

clienti, prodotti e pratiche di business, dove il rischio di perdita deriva dal mancato rispetto, non

intenzionale o per negligenza, di un’obbligazione professionale nei confronti di specifici clienti

(inclusi requisiti fiduciari e di idoneità), oppure dalla natura o dalla concezione di un prodotto;

danni a beni materiali, dove il rischio di perdita deriva da danni a beni materiali provocati da un

disastro naturale o da altri eventi;

avarie e guasti dei sistemi, dove il rischio di perdite è dovuto a interruzioni dell’operatività, a

disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi;

esecuzione, consegna e gestione dei processi, dove il rischio di perdite è dovuto ad errori nel

perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi, nei rapporti con controparti

commerciali o fornitori.

Sono previsti tre metodi di calcolo del requisito patrimoniale, caratterizzati da livelli crescenti di

complessità nella misurazione dell’esposizione al rischio e da più stringenti presidi organizzativi in

termini di meccanismi di governo societario e di processi per l’identificazione, la gestione e il controllo

del rischio: metodo base (BIA –Basic Indicator Approach), metodo Standardizzato (TSA –Traditional

Standardised Approach), metodi avanzati (AMA – Advanced Measurement Approaches).

Con riferimento alla misurazione del requisito prudenziale a fini regolamentari Banca Intermobiliare si

avvale del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA) che prevede l’applicazione di un unico

coefficiente regolamentare (15%) all’indicatore del volume di operatività aziendale, individuato nella

media aritmetica dell’indicatore rilevante degli ultimi 3 esercizi.

Il processo di Operational Risk Management si suddivide principalmente in tre grandi macro fasi:

Identificazione: localizzazione degli eventi di perdita operativa che possono sorgere sulle attività, sui

business e sui centri di responsabilità. A tal fine la Direzione Centrale Rischi si avvale di un apposito

modello organizzativo che si basa su una segmentazione ordinata e omogenea di tutti i processi aziendali

e sui centri di responsabilità corrispondenti, coerente con la mappa delle business line prevista dalla

regolamentazione in materia di requisiti patrimoniali.

Misurazione: analisi, per mezzo di stime e perdite fornite dalle strutture operative, degli impatti

economici negativi in cui il Gruppo può incorrere.

Gestione e mitigazione: individuazione delle aree la cui esposizione al rischio risulta particolarmente

rilevante e conseguente definizione, con il supporto delle strutture operative interessate, degli interventi

di mitigazione da attuare con priorità maggiore da sottoporre all’alta direzione per approvazione. È attivo

all’interno del Gruppo il Piano di Continuità Operativa di Gruppo (Business Continuity e Disaster

Recovery Plan). L’obiettivo del piano di continuità è predisporre presidi organizzativi e infrastrutture

tecnologiche atte a ridurre nei limiti ritenuti accettabili i danni derivanti da eventi clamorosi, garantendo

che la riattivazione dei processi critici ed il coordinamento delle attività sino al ripristino della piena

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

79

funzionalità avvengano nei tempi e nei modi definiti.

Nel corso del 2017 sono proseguite le attività di raccolta delle perdite operative del Gruppo (Loss Data

Collection).

La Direzione Risk Management effettua l’analisi dei dati di perdita rilevati. Tale attività ha per oggetto

la ricerca e la registrazione delle c.d. perdite effettive lorde e prevede il censimento delle sole perdite di

importo uguale o maggiore a € 500. Vengono classificate per event type, risk factor e loss type.

Dal 2009 è pienamente a regime un tool web based che permette di effettuare un’attenta elaborazione

statistica dei dati storici.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

80

Dall’analisi dei dati di allocazione per “Event Type” emerge che l’impatto più elevato (50.5% della

perdita effettiva lorda) è riconducibile ad “Adeguatezza, informativa e rapporti fiduciari” mentre la

frequenza più alta (30.6% della frequenza degli eventi) è riconducibile alla categoria attinente a

“Clientela, prodotti e prassi professionali”.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

81

Sezione 12 - Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio

di negoziazione

Differenziazione delle esposizioni in funzione degli obiettivi perseguiti

Gli investimenti in strumenti di capitale presenti nel Gruppo Bancario, detenuti per finalità differenti

alla negoziazione, sono iscritti in bilancio alle voci “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e alla

voce “Partecipazioni” del bilancio consolidato in quanto assolvono ad una pluralità di funzioni, di

seguito schematizzate:

- strategiche: società sottoposte ad influenza notevole, joint ventures con partners industriali ed

investimenti istituzionali;

- strumentali all’attività operativa della banca ed allo sviluppo dell’attività commerciale;

- istituzionali di sistema: partecipazioni di public finance, società consortili, enti ed istituzioni legate al

territorio;

- di investimento finanziario: tra le quali, in primis, le partecipazioni di private equity.

Il Bilancio consolidato di Banca Intermobiliare è redatto con l’applicazione dei principi contabili

internazionali International Accounting Standard (IAS) e International Financial Reporting Standard

(IFRS), così come omologati dalla Commissione Europea in base alla procedura prevista dal

Regolamento (CE) n. 1606 del 19 luglio 2002 e come previsto dal D.lgs. 38/05.

Il bilancio consolidato è predisposto sulla base delle “Istruzioni per la redazione del bilancio

dell’impresa e del bilancio consolidato delle banche e delle società finanziarie capogruppo di gruppi

bancari” emanate dalla Banca d’Italia, nell’esercizio dei poteri stabiliti dall’art. 9 del D.lgs. n. 38/2005,

con il Provvedimento del 22 dicembre 2005 con cui è stata emanata la Circolare n. 262/05, con i

successivi aggiornamenti. In tale ambito Banca d’Italia stabilisce in modo vincolante gli schemi di

bilancio e le relative modalità di compilazione, nonché il contenuto della Nota integrativa.

Contabilizzazione e valutazione degli strumenti di capitale non inclusi nel portafoglio di negoziazione

Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di classificazione - Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie non derivate non

diversamente classificate come crediti, attività detenute per la negoziazione, attività valutate al fair

value o attività detenute sino a scadenza. In particolare, vengono incluse in questa voce le interessenze

azionarie non gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento e

controllo congiunto.

Criteri di iscrizione - L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento per i

titoli di debito o di capitale ed alla data di erogazione nel caso di crediti.

All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al costo, inteso come il fair value dello

strumento, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento

stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione dalle Attività detenute sino a scadenza, il

valore di iscrizione è rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.

Criteri di valutazione - Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita

continuano ad essere valutate al fair value, con la rilevazione a conto economico della remunerazione

dello strumento calcolato in base alla metodologia dell’I.R.R., mentre gli utili o le perdite derivanti da

una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica Riserva di patrimonio netto sino a che

l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della

dismissione o della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a

conto economico.

Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione di valore e la determinazione

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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del relativo ammontare la Banca, facendo uso della sua esperienza valutativa, utilizza tutte le

informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono già verificati e su dati osservabili alla

data di valutazione.

In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini

dell’accertamento di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti:

esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, testimoniate da inadempimenti o

mancati pagamenti di interessi o capitale;

probabilità di apertura di procedure concorsuali;

scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari;

peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emittente;

declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre notizie negative

sulla situazione finanziaria di quest’ultimo.

Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione

di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente

tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera. Una diminuzione significativa e/o

prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è

considerata evidenza obiettiva di una riduzione di valore.

Le perdite per riduzione di valore di titoli di capitale non possono determinare riprese di valore iscritte

nel conto economico qualora vengano meno le motivazioni della svalutazione. Tali riprese interessano

pertanto la specifica riserva di patrimonio netto. La ripresa di valore riferita a titoli di debito è invece

iscritta nel conto economico, nel limite dell’impairment precedentemente imputato a conto economico.

In relazione ai titoli di debito classificati disponibili per la vendita la rilevazione dei relativi rendimenti

in base alla tecnica del costo ammortizzato è iscritta in bilancio in contropartita del conto economico,

analogamente agli effetti relativi alle variazioni dei cambi.

Le variazioni dei cambi relative agli strumenti di capitale disponibili per la vendita sono invece rilevati

nell’ambito della specifica riserva del patrimonio netto.

I titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo le

linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo rettificato a fronte dell’accertamento di perdite per

riduzione di valore.

La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di

bilancio o di situazione infrannuale.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente

alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto

economico, nel caso di crediti o titoli di debito e a patrimonio netto nel caso di titoli di capitale.

L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento

avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

Per dettagli in merito alle modalità di determinazione del fair value e metodologia utilizza per gli

impairment si rinvia alla Sezione 18 “Altre informazioni” della Parte A.2.del fascicolo di bilancio

annuale.

Criteri di cancellazione - Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali

sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo

sostanzialmente tutti i rischi e benefici della proprietà dell’attività finanziaria.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Partecipazioni

Criteri di classificazione - La voce include le interessenze detenute in società collegate e soggette a

controllo congiunto. Si considerano collegate le società in cui si detiene il 20% o una quota superiore

dei diritti di voto e le società che per particolari legami giuridici, quali la partecipazione a patti di

sindacato, debbono considerarsi sottoposte ad influenza notevole, mentre sussiste controllo congiunto

quando vi sono accordi contrattuali, parasociali o di altra natura, per la gestione paritetica dell'attività e

la nomina degli amministratori. Nel bilancio consolidato di Banca Intermobiliare è presente una sola

interessenza detenuta in una società collegata e nessuna situazione di controllo congiunto.

Criteri di iscrizione - Le partecipazioni sono iscritte in bilancio al valore di acquisto.

Criteri di valutazione - Ad ogni chiusura di bilancio il valore di acquisto viene allineato alla quota parte

del patrimonio netto della partecipata. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa

aver subito una riduzione si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa,

tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso

il valore di dismissione finale dell’investimento. Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore

contabile, la relativa differenza è rilevata a conto economico nella voce “utile (perdite) da

partecipazioni”. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi

successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con

imputazione a conto economico.

Criteri di cancellazione - Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui

flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo

sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

Impairment degli strumenti finanziari disponibili per la vendita

Sulla base dello Ias 39§67, in caso di evidenze obiettive che uno strumento finanziario disponibile per la

vendita (Available For Sale – AFS) abbia subito una riduzione di valore, la perdita cumulativa, che è

stata rilevata direttamente nel patrimonio netto, deve essere stornata e rilevata a conto economico anche

se l’attività finanziaria non è stata eliminata (c.d. impairment).

Il paragrafo 68 precisa inoltre che “l’importo della perdita complessiva che viene stornata dal

patrimonio netto e rilevata nel conto economico deve essere la differenza tra il costo di acquisizione (al

netto di qualsiasi rimborso in conto capitale e ammortamento) e il fair value corrente, dedotta qualsiasi

perdita per riduzione di valore su quell’attività finanziaria rilevata precedentemente nel conto

economico”. Dunque l’intera riserva negativa del patrimonio netto deve essere imputata al conto

economico nel caso di evidenze di impairment. La differenza tra il valore di iscrizione ed il valore

recuperabile rappresenta quindi una perdita di valore.

Le attività finanziarie del portafoglio disponibile per la vendita vengono quindi sottoposte ad

impairment test ogni qualvolta vi sia una qualche obiettiva evidenza che un’attività finanziaria abbia

subito una riduzione di valore e, in ogni caso, ad ogni data di riferimento del bilancio, così come

previsto dal paragrafo 58.

Il processo d’identificazione del deterioramento è strutturato in tre distinte fasi:

individuazione degli strumenti finanziari da prendere in considerazione, in quanto evidenzianti

segnali di potenziale deterioramento;

verifica su un piano quantitativo se detti segnali di deterioramento portano oggettivamente a

delle valorizzazioni da ritenere critiche;

analisi particolareggiata degli strumenti finanziari individuati secondo le metodologie ben

definite.

Dal punto di vista sostanziale, quindi, questo processo mira a supportare la decisione di considerare

durevole una perdita secondo una metodologia che prevede degli automatismi finalizzati

all’individuazione degli strumenti finanziari potenzialmente deteriorati ed al loro corretto trattamento

contabile.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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I criteri applicati dal Gruppo per identificare situazioni di impairment del portafoglio AFS, distinguono

tra titoli di capitale e titoli di debito.

Per i titoli di capitale si verifica se la perdita di valore cumulata dal momento dell'acquisto fino alla data

del test, contabilizzata nell’apposita riserva di Patrimonio Netto, risulta:

1. superiore al 40% del controvalore di acquisto; oppure

2. se la stessa perdura per un periodo superiore a 24 mesi.

Nel caso si verifichi il superamento di una delle soglie indicate ai punti 1) o 2), si procede con

l’automatica svalutazione dello strumento finanziario con imputazione a conto economico della rettifica

di valore.

Esistono inoltre dei filtri quantitativi che vengono utilizzati per l'esame del portafoglio ai fini del “test di

impairment” per quegli strumenti finanziari che, pur non superando le soglie precedentemente indicate,

presentano comunque delle perdite di valore superiori al 30% rispetto al prezzo medio ponderato di

acquisto. Qualora l’applicazione di detti filtri evidenzi dei segnali potenzialmente riconducibili a

situazioni di deterioramento, si provvede ad una successiva analisi di tipo qualitativo/fondamentale.

Nell’analisi qualitativa si tiene conto di elementi a supporto o contrari alla rettifica di valore. Tra quelli

da considerare a sostegno dell’eventuale sussistenza di situazioni di deterioramento sono inclusi:

- la durabilità, cioè il permanere di una situazione negativa di mercato per un determinato arco

temporale;

- la verifica della scomparsa dello strumento finanziario da un mercato attivo e/o la non

significatività dei prezzi eventualmente reperibili;

- la constatazione dell'esistenza di gravi difficoltà finanziarie dell'emittente, con eventuali

inadempienze contrattuali già verificatesi che si sostanziano nel mancato pagamento di interessi o

capitale nei termini previsti;

- la revisione al ribasso del “rating” espresso da una società specializzata di oltre due classi;

- un iter di ristrutturazione del debito dell'emittente già in corso;

- il sussistere di crediti erogati da una Banca del Gruppo all’emittente che, in funzione della presenza

degli eventi di perdita previsti dalla normativa di vigilanza, sono classificati nelle categorie di

credito anomalo - “sofferenze” o “incagli” - e sottoposti a svalutazione analitica.

Viceversa, tra gli elementi che denotano la non sussistenza di deterioramento , si considera il recupero

nelle quotazioni, ancorché parziale, verificatosi successivamente alla data cui è riferita la valutazione

(bilancio /semestrale/trimestrale).

Per i titoli di debito prevale invece l’aspetto qualitativo e pertanto si verifica se l’emittente: abbia

conseguito risultati economici negativi o comunque un significativo scostamento rispetto ad obiettivi di

budget dichiarati o previsti da piani pluriennali comunicati al mercato; abbia annunciato/avviato

procedure concorsuali o piani di ristrutturazione del debito; abbia ottenuto la revisione al ribasso del

“rating” espresso da una società specializzata di oltre due classi; si trovi in gravi difficoltà finanziarie,

con eventuali inadempienze contrattuali già verificatesi che si sostanziano nel mancato pagamento di

interessi o capitale nei termini previsti; e che tutto quanto precede possa incidere negativamente sulla

possibilità/probabilità che lo strumento finanziario possa non essere pagato alla sua scadenza naturale.

Nel caso che l’analisi qualitativa sopra indicata porti a ritenere esistenti oggettive possibilità di perdita

anche parziale dello strumento finanziario, si procede con la svalutazione dello stesso con imputazione a

conto economico della rettifica di valore.

Analogamente ai titoli di capitale, anche per i titoli di debito esistono dei filtri quantitativi che vengono

utilizzati per l'esame di quegli strumenti finanziari che, pur non sussistendo i presupposti sopra indicati,

presentano comunque delle perdite di valore superiori al 30% rispetto al prezzo medio ponderato di

acquisto. Qualora l’applicazione di detti filtri evidenzi dei segnali potenzialmente riconducibili a

situazioni di deterioramento, si provvede ad una successiva analisi di tipo qualitativo/fondamentale,

sulla base dei medesimi elementi previsti per i titoli di capitale, annoverando tra gli elementi che

denotano la non sussistenza di deterioramento la regolarità nei pagamenti in conto interessi e/o capitale

da parte dell'emittente, eventualmente anche riferita a strumenti diversi da quello in portafoglio.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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In entrambi i casi - titoli di capitale e di debito - la fase di verifica qualitativo/fondamentale è comunque

incentrata sulla valutazione del profilo creditizio (inclusiva dei parametri del rating e del CDS, se

disponibili, similmente ai filtri quantitativi per le obbligazioni) e sull'analisi di bilancio, retrospettiva

(ultimi 3 bilanci) e prospettica (piano triennale, se esistente), compresa la verifica della politica di

distribuzione dei dividendi, ecc...

Qualora al termine dell’analisi emergessero degli evidenti segnali che propendono a situazioni di

evidente deterioramento, si procede con la svalutazione dello strumento finanziario con imputazione a

conto economico della rettifica di valore.

Procedura di impairment test sugli avviamenti

L’avviamento iscritto a seguito di acquisizioni viene assoggettato ad test di impairment secondo il

principio IAS 36. Ai fini del test, una volta allocato l’avviamento in unità generatrici di flussi finanziari

(CGU), si pone a confronto il valore contabile ed il valore recuperabile di tali unità, rappresentato dal

minore fra il fair value, al netto degli eventuali costi marginali di vendita e il valore d’uso.

Tale principio stabilisce inoltre che la verifica dell’impairment possa essere svolta in qualsiasi momento

dell’esercizio, a condizione che sia fatta con riferimento allo stesso periodo tutti gli anni. In aggiunta

stabilisce altresì che il calcolo di dettaglio annuo possa essere considerato valido ai fini della successiva

verifica per riduzione di valore della CGU, purché sia considerata remota la probabilità che l’attuale

determinazione del valore recuperabile sia inferiore al valore contabile della CGU. Tale giudizio può

basarsi sull’analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze modificatesi successivamente al più recente

test di impairment annuale.

Si precisa che annualmente si procede ad una valutazione completa e di dettaglio delle perdite presunte

di valore a fronte di attività immateriali e di investimenti partecipativi in sede di redazione del bilancio

consolidato annuale. In applicazione di quanto sopra il cosiddetto test di impairment è stato

correttamente effettuato per la predisposizione del bilancio 2017.

In sede di redazione dei bilanci intermedi si è comunque proceduto a valutare l’esistenza di indicazioni

che gli avviamenti potessero aver subito una riduzione durevole di valore a causa del verificarsi di

variazioni o situazioni di discontinuità di particolare rilevanza rispetto ai valori ed agli assunti presi a

riferimento nella rilevazione di fine anno. Dall’analisi effettuata in sede di predisposizione delle

situazioni patrimoniali ed economiche intermedie non sono emersi elementi che hanno reso necessaria

una verifica di adeguatezza del valore degli avviamenti iscritti nel bilancio.

Si deve tuttavia sottolineare che i parametri e le informazioni che vengono utilizzati per la verifica della

recuperabilità dell’avviamento (in particolare i flussi di cassa prevedibili per le CGU, nonché i tassi di

attualizzazione utilizzati) risultano significativamente influenzati dal quadro economico e di mercato.

Maggiori informazioni sono rilevabili nell’ambito della nota integrativa, Parte B “Informazioni sullo

stato patrimoniale consolidato“, Sezione 13 dell’attivo.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Informativa quantitativa su strumenti di capitale non inclusi nel portafoglio di negoziazione

Nelle tabelle che seguono sono riportate le esposizioni in strumenti di capitale distinte per portafoglio

contabile di classificazione. I dati illustrati rappresentano le esposizioni contabili del Gruppo bancario,

così come riportate nel bilancio consolidato del Gruppo ed escludono, dunque, i valori di tutte

partecipazioni in società consolidate integralmente in bilancio.

Il valore degli investimenti nelle controllate assicurative, che sono dedotte nel calcolo del patrimonio di

vigilanza, è illustrato nella Sezione dedicata ai Fondi propri.

Portafoglio non di negoziazione: esposizioni per cassa in strumenti di capitale

Tipologia esposizioni/valori

31.12.2017

Valore bilancio Fair value Utili/perdite

realizzati

ed impairment

Plus/mins

non

realizzate

e iscritte a

pn Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Partecipazioni - - 14.365 - - n.a. - -

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 377.541 24.923 12.076 377.541 24.923 12.076 (1.854) 8.511

Tipologia esposizioni/valori

31.12.2016

Valore bilancio Fair value Utili/perdite

realizzati

ed impairment

Plus/mins

non

realizzate

e iscritte a

pn Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Partecipazioni - - 14.020 - - n.a. - -

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 729.673 96.938 8.169 729.673 96.938 8.169 (2.757) 1.867

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Portafoglio non di negoziazione: rischio di prezzo impatto sul patrimonio netto

Il rischio di prezzo del “banking book” viene monitorato in termini di Value at risk (per quanto attiene

agli investimenti effettuati nei portafoglio Afs) e di scenario analysis. In particolare viene svolta

un’analisi di sensitività che consente di misurare la variazione del valore delle posizioni azionarie nei

portafogli di proprietà a seguito di variazione dei prezzi. Nella tabella sottostante si fornisce l’analisi di

sensitività del portafoglio bancario al rischio di prezzo, simulando l’impatto sul Patrimonio netto di uno

shock dei prezzi per le sopracitate attività quotate detenute nella categoria AFS.

Analisi di sensitività portafoglio di bancario (solo attivo)

Risk Scenario 31.12.2017 31.12.2016

Equity Equity -10% (0,937) (5,496)

Equity Equity +10% 0,937 5,496

Equity Equity -20% (1,874) (10,992)

Equity Equity +20% 1,874 10,992

Equity Equity -40% (3,749) (21,983)

Equity Equity +40% 3,749 21,983

Risk Scenario 31.12.2017 31.12.2016

Credit Curve Credit Curve – 100 bp 17,594 24,007

Credit Curve Credit Curve + 100 bp (15,645) (21,073)

Credit Curve Credit Curve – 200 bp 37,445 51,553

Credit Curve Credit Curve + 200 bp (29,599) (39,689)

Di seguito sono esposti i settori di investimento delle esposizioni in strumenti di capitale diversi da

quelle di negoziazione.

Voci/Valori 2017 2016

Titoli di capitale

a) Banche 7 2.930

b) Altri emittenti: 3.992 9.508

- imprese di assicurazione - 706

- società finanziarie 149 187

- imprese non finanziarie 3.632 8.474

- altri 211 141

Totale 3.999 12.438

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Sezione 13 - Rischio di tasso di interesse su posizioni non incluse nel

portafoglio di negoziazione

Natura del rischio di tasso di interesse e le ipotesi di fondo

L’esposizione al rischio di tasso di interesse presenta diverse accezioni:

rischio di reddito: deriva dalla possibilità che una variazione inattesa nei tassi di interesse produca

una riduzione del margine di interesse, ossia del flusso netto degli interessi pagati e ricevuti. Tale

rischio viene misurato tramite le tecniche di repricing analysis (approccio full evaluation) e dipende:

- dallo sfasamento nella struttura temporale degli impieghi e della raccolta, nel caso in cui le

attività e le passività siano remunerate a tasso fisso fino alla scadenza finale;

- dalla mancata corrispondenza dei periodi di revisione delle condizioni di tasso, nel caso di

attività e passività a tasso variabile.

L’asincronia delle scadenze espone la Banca a:

- rischio di rifinanziamento: è il rischio che si manifesta quando la data media di scadenza

(periodo di ridefinizione del tasso) delle passività è inferiore a quella delle attività. In tal caso la

banca è esposta ad eventuali aumenti dei tassi di interesse (banca liability sensitive);

- rischio di reinvestimento: è il rischio che si manifesta quando la data media di scadenza

(periodo di ridefinizione del tasso) delle attività è inferiore a quella delle passività. In tal caso la

banca subirà una riduzione del proprio margine di interesse nel caso di riduzione dei tassi di

interesse (banca asset sensitive).

rischio di investimento: è il rischio di subire variazioni negative nei valori di tutte le attività,

passività e strumenti fuori bilancio, in seguito a mutamenti nei tassi di interesse, con un conseguente

impatto destabilizzante sull’equilibrio patrimoniale. Più specificamente tale rischio può essere

definito anche come rischio di variazione nel valore del portafoglio titoli e derivati di negoziazione

(minusvalenze), con un impatto negativo sull’utile di esercizio. Tale rischio è misurato mediante le

tecniche di bucket sensitivity.

Vengono identificate le seguenti forme di rischio di tasso di interesse:

Repricing Risk: rischio legato alle differenze nelle scadenze (tasso fisso) e nelle date di

riprezzamento (tasso variabile) delle attività, passività e operazioni fuori bilancio;

Yield Curve Risk: rischio legato a cambiamenti nella pendenza e nella forma della yield curve;

Basis Risk: rischio determinato dalla non perfetta correlazione esistente tra i parametri di

indicizzazione di impieghi e raccolta, ovvero dall’eventualità che intervengano variazioni

sfavorevoli nell’inclinazione della curva;

Optionality Risk: rischio legato ad opzioni “esplicite” o “implicite” nelle attività o passività

della Banca..

Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso interesse Il Gruppo Banca Intermobiliare ha un approccio alla gestione del rischio di tasso di tipo dinamico, i cui

obiettivi sono:– volti a garantire un corretto processo di governo del rischio in esame – sono di:

preservare la stabilità del margine di interesse, minimizzando l’impatto negativo delle variazioni

dei tassi (prospettiva degli Utili Correnti), in un’ottica focalizzata principalmente sul breve

periodo ed entro i limiti stabiliti dalla presente policy. La stabilità del margine di interesse è

influenzata principalmente dal Repricing Risk, Yield Curve Risk, Basis Risk e Optionality Risk;

immunizzare il valore economico, inteso come sommatoria dei Present Value dei cash flow

attesi, generati da entrambi i lati del bilancio entro i limiti stabiliti dalla presente policy. La

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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prospettiva del Valore Economico, a differenza di quella degli Utili Correnti, si pone in

un’ottica di medio/lungo termine ed è legata principalmente al Repricing Risk;

assicurare che il rischio di tasso assunto o assumibile sia correttamente identificato, misurato,

controllato e gestito secondo metodologie e procedure formalizzate e condivise;

mantenere la qualità dei sistemi di misurazione dei rischi e dei processi di gestione dei rischi

allineati agli standard delle best practice di mercato;

definire il sistema dei limiti e delle deleghe attribuiti ai diversi livelli di responsabilità;

garantire la produzione di informativa e reportistica accurate per i diversi livelli organizzativi

responsabili delle attività di gestione e controllo;

assicurare il rispetto dei requisiti organizzativi previsti in materia degli organismi di vigilanza nazionali

e internazionali.

Il Gruppo Banca Intermobiliare gestisce in maniera integrata i flussi finanziari utilizzando per il

monitoraggio di tali rischi un apposito software di Asset and Liability Management (ALM), elaborato

da Prometeia.

Le metodologie applicate consentono il monitoraggio delle seguenti metriche di valutazione del rischio

tasso:

variazioni del margine di interesse, determinate dalla sfasatura temporale nelle scadenze e nella

tempistica di riprezzamento del tasso di interesse delle attività e delle passività dell’istituto. Tali

mismatching, in presenza di shock dei tassi di mercato, determinano una variazione del margine

di interesse atteso che può essere quantificata attraverso le tecniche di Maturity Gap con

un’ottica di riferimento di breve periodo, ovvero entro l’esercizio corrente. Il metro di misura di

questa variazione è lo shock improvviso di ±100 punti base della curva;

variazioni del valore economico del Gruppo, dovute a shock dei tassi di mercato. Per valutare

tale impatto, con un’ottica quindi di lungo periodo, si utilizzano le tecniche di Sensitivity

Analysis. Il metro di misura di questa variazione è lo shock improvviso di ±100 punti base della

curva.

La sempre migliore conoscenza delle dinamiche sottostanti alle poste finanziarie in portafoglio e il

costante monitoraggio delle stesse ha consentito, nel corso dell’esercizio, l’impostazione di politiche di

posizionamento mirato sulle attese di evoluzione dei tassi nel mercato.

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha fissato determinati limiti entro i quali il Gruppo

deve operare. Al Comitato Controllo e Rischi è, quindi, affidato il compito di esaminare

periodicamente le situazioni di rischio della Banca e di fornire alla Direzione Mercati Finanziari le

direttive per il contenimento o per l’allargamento delle posizioni. Il Consiglio di Amministrazione ha

altresì deliberato l’apposita policy sulla gestione dei rischi di tasso e sull’applicazione delle regole

dell’hedge accounting.

Attività di copertura del fair value

L’attività di copertura viene effettuata per il Gruppo Banca Intermobiliare dalla Direzione Mercati

Finanziari della Capogruppo con l’obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta e

degli impieghi causate dai movimenti di mercato della curva dei tassi di interesse.

Le tipologie di derivati utilizzati sono gli interest rate swap (IRS), i cross currency swap (CCS) e

interest rate options (IRO).

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

90

Informativa quantitativa rischio di tasso di interesse su posizioni non del portafoglio di negoziazione

I modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività

Le metriche utilizzate per misurare l’esposizione del Gruppo Banca Intermobiliare al Rischio Tasso di

Interesse indagano l’effetto di uno shock istantaneo e parallelo della curva dei tassi privi di rischio (+/-

100 bps) sul margine di interesse atteso e sul valore attuale del patrimonio.

La sensitivity del margine di interesse viene monitorata mensilmente quantificando l’impatto sul

margine annuo previsionale di una variazione istantanea e parallela delle curve di mercato di ±100 punti

base, su un orizzonte temporale di dodici mesi. Secondo il manuale sulla Policy Rischio di Tasso di

Interesse tale variazione non deve eccedere la soglia del -20%.

La sensitivity del valore economico viene invece misurata ricorrendo ad una precisa mappatura dei cash

flow futuri di tutte le poste dell’attivo e del passivo che consente la quantificazione del valore

economico corrente alla data di analisi e di quello atteso sulla base del nuovo scenario tassi. La Policy

Rischio di Tasso di Interesse prevede che la variazione del valore economico del patrimonio, a fronte di

una variazione di ±100 punti base, sia non superiore al 6% del patrimonio di vigilanza.

Tutte le misurazioni di rischio calcolate includono anche la sensitivity delle poste a vista con la clientela,

le cui caratteristiche in termini di riprezzamento e di valore economico sono state analizzate ricorrendo

ad un modello econometrico sviluppato grazie alla disponibilità di un’ampia serie storica.

Rischio di tasso di interesse

Il rischio tasso del portafoglio di negoziazione viene monitorato in termini di Value at Risk e di

scenario analysis. In particolare viene svolta un’analisi di sensitività che consente di misurare la

variazione del valore delle posizioni nei portafogli di proprietà a seguito di “shock” della curva dei

tassi di interesse. Vengono considerati spostamenti paralleli, al rialzo e al ribasso, di 100 e di 200 punti

base della curva dei rendimenti area Euro. Gli effetti sul margine di intermediazione e sul risultato

economico sono stati quantificati esclusivamente per le posizioni classificate come HFT e le cui

variazioni di mark to market si manifestano direttamente a conto economico.

Analisi di sensitività portafoglio di bancario (complessivo)

(valori espressi in punti percentuali)

Indice di rischiosità per shift (+/-) +100 bp -100 bp

Valore economico a rischio / Patrimonio di Vigilanza 0,58% 0,91%

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Sezione 14 - Attività vincolate e non vincolate

Sulla base dell’art. 433 del Regolamento UE n. 575/2013 e alle successive disposizioni emanate

dall’EBA, è richiesto di quantificare i beni impegnati e non impegnati suddivisi per tipologia di attività.

Nel corso della propria operatività il Gruppo Banca Intermobiliare pone in essere svariate operazioni

che comportano il vincolo di attività di proprietà o ricevuti in garanzia. Tra le principali operazioni di

questo tipo rientrano:

- operazioni passive di pronti contro termine;

- accordi di collateralizzazione, per esempio, le garanzie date a fronte del valore di mercato delle

operazioni in derivati;

- garanzie finanziarie collateralizzate;

- assegni circolari.

Tali tipologie di attività sono poste in essere o per permettere di accedere a forme di provvista al

momento dell’operazione considerate vantaggiose o perché la costituzione di garanzie reali è condizione

standard per accedere a particolari mercati o tipologie di attività (ad esempio, nell’operatività con

controparti centrali).

Informazioni sulle attività impegnate e non impegnate iscritte in bilancio

(Valori espressi in €/Migl.)

Impegnate Non impegnate Totale

Valore di Fair value Valore di Fair value 31.12.2017

Bilancio

bilancio

1. Strumenti di capitale - - 12.311 12.311 12.311

2. Titoli di debito 48.188 48.188 382.223 382.223 430.411

3. Altre attività - - 308.545 - 308.545

Totale attivo 48.188 48.188 703.079 394.534 751.267

Garanzie ricevute

(Valori espressi in €/Migl.)

Fair value Totale

Collaterali a

garanzie o propri

titoli impegnati

Collaterali a

garanzie o propri

titoli non impegnati 31.12.2017

1. Strumenti di capitale 1.773 313.544 315.317

2. Titoli di debito - 83.140 83.140

3. Altre garanzie ricevute - - -

Totale attivo 1.773 396.684 398.457

Attività vincolate/Garanzie reali ricevute e passività associate

(Valori espressi in €/Migl.)

Passività

corrispondenti,

passività potenziali o

tioli dati in prestito

Attività, garanzie

reali ricevute e titoli

di debito emessi,

diversi dalle

obbligazioni

garantite e da ABS

vincolate 31.12.2017

Valore contabile delle passività finanziarie 60.155 60.155

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Sezione 15 - Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione

FONTI NORMATIVE

Il presente documento è redatto da Banca Intermobiliare S.p.A. ai sensi degli art. 114-bis e 123-ter del

D.lgs. 58/1998 (T.U.F.) e all’art. 84-quater del Regolamento Emittenti ed in conformità al

provvedimento della Banca d’Italia “Disposizioni di vigilanza per le banche, circolare n°285 del 17

dicembre 2013, 7° aggiornamento del 18 novembre 2014” (di seguito le “Disposizioni” o le

“Disposizioni di Vigilanza”).

Si segnala inoltre che il 18 novembre 2014 si è concluso l’iter normativo che ha portato al completo

recepimento in Italia della Direttiva Comunitaria 2013/36/UE, fornendo un framework normativo

coerente in materia di prassi di remunerazione e superando l’asimmetria normativa generata dalla diretta

applicazione del regolamento delegato (UE) 604/2014 ad integrazione della CRD IV.

Costituisce fonte normativa esterna il Regolamento delegato (UE) 2017/565 della Commissione, del 25

aprile 2016, che integra la direttiva 2014/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto

riguarda i requisiti organizzativi e le condizioni di esercizio dell'attività delle imprese di investimento e

le definizioni di taluni termini ai fini di detta direttiva .

A completamento del quadro normativo, come già evidenziato nella relazione dello scorso anno, si

ricordano:

il regolamento ISVAP n. 39

la delibera Consob n. 18049 del 23 dicembre 2011

il Regolamento Emittenti

le disposizioni emanate dall’ESMA (European Securities and Markets Authority) l’11 giugno

2013.

Si pone l’attenzione anche sulle recenti modifiche al regolamento congiunto Banca d’Italia - Consob

relativo alla trasposizione italiana della AIFMD (Alternative Investment Fund Management Investment)

con particolare riferimento ai requisiti organizzativi-prudenziali in materia di politiche e prassi di

remunerazione e incentivazione per le SGR che gestiscono Fondi Alternativi; l’attesa per la conclusione

del percorso per UCITS V (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities), proposta

che è parte di un più ampio pacchetto legislativo dedicato a ricostruire la fiducia dei consumatori nei

mercati finanziari. Inoltre, il 21 dicembre 2015, è stato pubblicato sul sito dell’EBA il documento di

consultazione sulle nuove linee guida in materia di remunerazione entrate in vigore a partire dal 1°

gennaio 2017.

Ricordiamo come l’attuale normativa europea in via di completamento si colloca nel solco normativo

definito dalle linee guida emanate dal Financial Stability Board volte a tutelare il sistema finanziario e

assicurare l’allineamento tra operato del management apicale degli istituti agli interessi di sostenibilità

delle banche e del sistema finanziario intero in quanto fortemente interconnesso e sensibile ad eccessive

esposizioni al rischio. Il sostanziale allineamento degli interessi è ottenibile anche attraverso la

definizione di appropriati sistemi incentivanti in grado di non consentire l’erogazione di premi in caso di

comportamenti distorsivi della stabilità finanziaria dell’istituto e promuovendo al contempo la

sostenibilità dei risultati.

Pertanto, recependo i principi fondanti la normativa, il sistema di remunerazione e incentivazione di

Banca Intermobiliare prevede:

l’identificazione del “personale più rilevante” di Banca Intermobiliare, come richiesto dalla

normativa italiana ed europea in applicazione dei criteri tecnici ABE nel processo di individuazione

di tale personale e costante monitoraggio della struttura organizzativa al fine di individuare anche in

corso d’anno eventuali nuovi risk takers che potrebbero potenzialmente influenzare l’esposizione al

rischio oltre i limiti definiti dalla banca;

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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La definizione di interventi sulla retribuzione fissa e di sistemi variabili in un’ottica di

bilanciamento tra il contenimento dei costi, richiesto da un contesto sempre più sfidante, e la

necessità di motivazione e retention del personale esistente e di reclutamento sul mercato delle

migliori professionalità;

la strutturazione di un piano incentivante che consenta la ponderazione della remunerazione

variabile rispetto al profilo di rischio assunto dal singolo beneficiario e dall’istituto attraverso

l’implementazione di obiettivi che tengano conto dei rischi effettivamente assunti e delle risorse

patrimoniali e di liquidità necessarie alla corretta gestione del business. In conformità con la

normativa, inoltre il sistema incentivante dei singoli beneficiari prevede la combinazione di

indicatori in grado di tenere conto dei rischi e dei risultati della Banca nel suo complesso, quelli

delle singole unità di business e individuali;

l’enfatizzazione del rispetto della correttezza delle relazioni con la clientela, il contenimento dei

rischi reputazionali e la conformità rispetto alle disposizioni di legge, regolamentari e di

autodisciplina, in merito al sistema incentivante del resto del personale con un particolare

riferimento alle reti sia interne che esterne;

la previsione per i responsabili delle funzioni aziendali di controllo di un sistema incentivante

correlato all’adeguatezza qualitativa delle proprie strutture prevedendo obiettivi esclusivamente di

funzione e fissando un tetto alla remunerazione variabile inferiore al 33% della remunerazione fissa,

come richiesto dalla normativa corrente.

1 IL MODELLO DI BUSINESS DI BANCA INTERMOBILIARE

Coerentemente con quanto indicato nella Circolare n. 285, nel definire il modello di remunerazione

incentivazione proposto, si sono considerate e analizzate le variabili organizzative e di business che

caratterizzano Banca Intermobiliare.

Il modello di business di Banca Intermobiliare e delle società da essa controllate risulta essere

essenzialmente incentrato nell’attività di Private Banking; l’attività su cui si incentra il modello di

business è essenzialmente imperniata sulla valorizzazione del rapporto con la clientela e la relativa

fidelizzazione nel tempo.

L’attivo di Banca Intermobiliare (1,6 miliardi al 31 dicembre 2016) la colloca nella c.d. fascia degli

“intermediari minori” (attivo consolidato inferiore ai 3,5 miliardi), consentendo per il “personale più

rilevante” di Banca Intermobiliare l’applicazione del principio di proporzionalità.

2 GLI OBIETTIVI DELLA POLITICA RETRIBUTIVA E INCENTIVANTE

La politica di remunerazione di Banca Intermobiliare si ispira ai principi di equità, correttezza e

prudente gestione del rischio, con lo scopo di attrarre, motivare e mantenere le risorse aventi

professionalità e capacità adeguate alle esigenze della Banca.

Le politiche di remunerazione di Banca Intermobiliare mirano, nel rigoroso rispetto delle vigenti

normative e in un’ottica di contenimento dei costi:

ad allineare i comportamenti del personale più rilevante e del resto della popolazione della Banca

con gli interessi di breve e di medio/lungo periodo dei soci e degli altri portatori di interessi;

a sostenere la meritocrazia negli interventi remunerativi, in grado di assicurare un solido

collegamento tra prestazioni rilevate, qualità dell’azione manageriale e la prudente gestione del

rischio oltre alla sostenibilità nel raggiungimento degli obiettivi del piano industriale;

a supportare la fidelizzazione del personale più rilevante e alla cui retention sono collegati anche

significativi rischi, sia reputazionali che operativi, il cui manifestarsi genererebbe effetti negativi per

l’intera Banca;

a consolidare la cultura della performance collegata ad obiettivi sfidanti che consentono

l’erogazione di una componente remunerativa variabile solo nel caso di eccellenti risultati

conseguiti;

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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ad assicurare l’equità interna, al fine di stimolare comportamenti virtuosi e allineare i trattamenti

definiti al mercato retributivo di riferimento e per valorizzare la rilevanza degli stessi nel

raggiungimento degli obiettivi definiti;

a garantire la competitività esterna della retribuzione totale annua rispetto ai livelli espressi dai

principali competitor, verificando altresì l’effettiva criticità della risorsa;

a perseguire la sostenibilità, per contenere gli oneri derivanti dall’applicazione della policy entro

valori compatibili con gli obiettivi del piano industriale.

La politica è stata definita nel rispetto delle regole e della normativa (interna ed esterna) ed è orientata

alla promozione della correttezza nel rapporto con la clientela e i principi etici alla base della Banca.

Banca Intermobiliare richiede che non siano messi in atto possibili aggiramenti delle disposizioni

normative utilizzando veicoli, strumenti o modalità elusivi degli obiettivi della disciplina. Assicura

inoltre che i propri dipendenti non si avvalgano di strumenti di copertura personale o assicurativi tali da

poter alterare l’obiettivo di una sana gestione del rischio.

3 UTILIZZO DI BENCHMARK PER GLI AMMINISTRATORI E IL PERSONALE

DIPENDENTE

La Banca, anche avvalendosi di consulenti esterni, applica un continuo monitoraggio delle tendenze

generali di mercato per la corretta definizione di livelli retributivi competitivi, così come per garantire

equità interna e trasparenza.

La partecipazione a benchmark riferiti a specifici panel di aziende operanti in uno o più mercati di

riferimento e corrispondenti a figure che occupano ruoli e posizioni assimilabili, consente di rilevare il

posizionamento retributivo rispetto alla remunerazione fissa, variabile e totale.

4 RUOLI E RESPONSABILITÀ DEGLI ORGANI E SOGGETTI COINVOLTI NEL

PROCESSO DI PREDISPOSIZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DI

REMUNERAZIONE

4.1 ASSEMBLEA DEI SOCI

L’Assemblea BIM S.p.A. in applicazione della normativa di riferimento vigente, al fine di accrescere il

grado di consapevolezza e di poter monitorare i costi complessivi, i benefici e i rischi del sistema di

remunerazione e incentivazione prescelto, oltre a quanto già disciplinato all’interno dello statuto:

delibera in senso favorevole o contrario sulle politiche retributive predisposte dal Consiglio di

Amministrazione; la deliberazione è vincolante e l'esito del voto è messo a disposizione del

pubblico;

approva i piani di remunerazione basati su strumenti finanziari;

può elevare, nel caso sia espressamente previsto dallo Statuto, il limite del rapporto tra la

componente variabile e la componente fissa della remunerazione individuale, alle condizioni e nei

limiti stabiliti dalla disciplina normativa primaria e secondaria pro tempore vigente;

approva i criteri per la determinazione del compenso da accordare in caso di conclusione anticipata

del rapporto di lavoro o di cessazione anticipata dalla carica, ivi compresi i limiti fissati a detto

compenso, in conformità con la normativa anche regolamentare, tempo per tempo vigente;

riceve informazioni sull’evoluzione delle dinamiche retributive, anche rispetto al trend di settore;

riceve informativa adeguata in merito all’attuazione delle Politiche retributive, con l’obiettivo di

esaminare le effettive modalità di applicazione di dette politiche con particolare riguardo alle

componenti variabili e di valutare la coerenza con gli indirizzi e gli obiettivi definiti.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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4.2 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Il Consiglio di Amministrazione – nella sua funzione di supervisione strategica – elabora e riesamina,

con periodicità almeno annuale e con il supporto del Comitato remunerazioni, le Politiche retributive e

incentivanti della Banca ed è responsabile della loro corretta attuazione. Inoltre:

assicura che le Politiche retributive siano adeguatamente documentate e trasmesse all’Assemblea

per approvazione, inclusi gli eventuali piani basati su strumenti finanziari;

delibera, sentito il Collegio Sindacale, in merito alla ripartizione o determinazione dei compensi per

gli Amministratori investiti di particolari cariche.

Avvalendosi del Comitato remunerazioni, nonché delle funzioni aziendali competenti:

approva il processo d’identificazione del personale più rilevante, i criteri di rilevanza adottati

nonché l’elenco di ruoli conseguentemente considerati “rilevanti”;

approva le Politiche retributive della Banca, i sistemi di remunerazione e incentivazione del

personale identificato come più rilevante e dei ruoli appartenenti alle funzioni aziendali con compiti

di controllo; in particolare, pertanto, degli amministratori con incarichi esecutivi, del Direttore

Generale, di coloro che riportano direttamente al Consiglio di Amministrazione e al Direttore

Generale o al Consigliere con incarichi e degli altri soggetti rientranti tra i risk takers;

assicura che le funzioni aziendali competenti (in particolare, Risorse Umane, Pianificazione e

Controllo di Gestione, Affari Societari e Legale, Compliance, Risk Management e Internal Audit)

risultino coinvolte nel processo di definizione delle politiche di remunerazione con modalità tali da

preservare l’autonomia di giudizio delle funzioni tenute a svolgere controlli anche ex post;

con particolare riferimento alle funzioni aziendali con compiti di controllo, per le sue valutazioni

non legate a parametri economici, si avvale altresì del parere del Collegio Sindacale in merito alla

funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni;

provvede all’attuazione e all’aggiornamento dei sistemi d’incentivazione basati su strumenti

finanziari ivi inclusa l’individuazione dei destinatari, la determinazione dell’ammontare di strumenti

finanziari spettante a ciascuno di essi, l’identificazione degli indicatori di performance della Banca,

nonché il compimento di ogni atto, adempimento, formalità e comunicazione necessari o opportuni

ai fini della gestione e/o attuazione dei sistemi d’incentivazione basati su strumenti finanziari,

inclusi i relativi regolamenti attuativi;

assicura l’attuazione delle politiche di remunerazione e incentivazione, avvalendosi della

collaborazione del Direttore Generale;

è informato in merito al raggiungimento degli obiettivi stabiliti per il riconoscimento della

remunerazione variabile legata a parametri economici nonché al funzionamento dei meccanismi di

correzione per il rischio e differimento adottati, con particolare riferimento, al “personale più

rilevante”;

verifica la coerenza delle Politiche retributive rispetto alla sana e prudente gestione e alle strategie

di lungo periodo della Banca;

approva l’informativa predisposta per l’Assemblea, relativa all’attuazione delle Politiche retributive

a favore di tutti i ruoli aziendali.

4.3 COMITATO REMUNERAZIONI

Il Comitato Remunerazioni dispone di poteri propositivi, consultivi e istruttori, con l’obiettivo di

consentire al Consiglio di Amministrazione di adottare consapevolmente le pertinenti decisioni. A tal

fine, il Comitato ha accesso alle informazioni aziendali rilevanti per tali finalità e dispone delle risorse

finanziarie sufficienti a garantirne l’indipendenza operativa.

Per ulteriori dettagli dei compiti e delle attribuzioni del comitato si fa rimando al REG054 Regolamento

Comitato Remunerazioni pro-tempore vigente.

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4.4 COMITATO CONTROLLO E RISCHI

Nell’ambito delle politiche di remunerazione e incentivazione, ferme restando le competenze del

Comitato Remunerazioni, il Comitato accerta che gli incentivi sottesi al sistema di remunerazione ed

incentivazione della Banca siano coerenti con il RAF (in coerenza con le Competenze previste nel

Regolamento del Comitato), verificando che tengano conto dei rischi, del capitale, della liquidità.

4.5 DIRETTORE GENERALE

Il Direttore Generale nell’ambito dei poteri allo stesso attribuiti:

verifica l’adeguamento del sistema di remunerazione e d’incentivazione sulla base delle Politiche

retributive e incentivanti approvate dall’Assemblea dei Soci e comunica le politiche stesse agli

Organi Amministrativi della Capogruppo;

ha poteri di proposta in merito alle Politiche retributive della Banca;

nell’ambito della predisposizione del progetto di bilancio riceve dalla funzione Risorse Umane

apposita informativa inerente:

o lo stato di applicazione delle politiche di remunerazione e d’incentivazione (compresa

l’attuazione degli eventuali piani di compensi basati su strumenti finanziari) in favore dei

diversi ruoli aziendali, inclusa la Rete Commerciale, riassumendo i compensi deliberati e i

diritti maturati in favore dei destinatari delle predette politiche;

o i controlli effettuati sull’attuazione delle politiche retributive;

Il Direttore Generale dispone altresì poteri di proposta in merito ai:

soggetti aziendali da fare rientrare all’interno del “personale più rilevante”;

sistemi di remunerazione e incentivazione del “personale più rilevante” ad esclusione del personale

appartenente a funzioni aziendali con compiti di controllo nonché, più in generale, di soggetti

aziendali con compiti in potenziale conflitto di interesse con i poteri degli amministratori con

incarichi e del Direttore Generale;

4.6 COLLEGIO SINDACALE

Il Collegio Sindacale ha il compito di esprimere pareri sulla remunerazione degli amministratori

investiti di particolari cariche; tali pareri sono forniti anche per quanto riguarda la remunerazione della

Direzione Generale.

Inoltre, esprime il proprio parere sulla remunerazione dei responsabili e/o i referenti delle funzioni di

controllo.

4.7 RISORSE UMANE

La Direzione Risorse Umane partecipa alla definizione delle politiche di remunerazione e

incentivazione in supporto degli organi e delle funzioni aziendali competenti, provvedendo

preliminarmente all’analisi della normativa di riferimento, delle tendenze e delle prassi di mercato in

materia, nonché all’esame dei CCNL applicati e degli accordi integrativi interni in essere. In aggiunta,

anche con l’eventuale supporto delle funzioni aziendali competenti:

sottopone ai competenti Organi la struttura della remunerazione variabile, con particolare

riferimento ai meccanismi applicati al “personale più rilevante”;

effettua l’analisi sull’evoluzione delle dinamiche remunerative e sul posizionamento dell’azienda

rispetto al mercato di riferimento;

verifica lo stato di applicazione delle Politiche retributive;

cura, nel rispetto delle linee guida emanate internamente, gli aspetti tecnici legati alla formulazione

e applicazione dei piani basati su strumenti finanziari;

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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sottopone ai competenti Organi modifiche delle Politiche retributive a seguito di eventuali

variazioni organizzative interne e/o del contesto normativo di riferimento, verificandone l’eventuale

impatto;

propone le regole sottostanti al processo di identificazione del “personale più rilevante” con

riferimento al Personale dipendente e Amministratori e sottopone al Comitato remunerazioni

l’elenco dei ruoli identificati come “personale più rilevante

4.8 PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE

La Direzione in oggetto contribuisce alla definizione delle Politiche retributive provvedendo, su

richiesta degli Organi e funzioni aziendali competenti, a fornire dati e informazioni utili per la

determinazione degli obiettivi da assegnare alle figure aziendali per le quali è prevista una parte di

remunerazione variabile legata ai risultati attesi, nonché per la verifica dei risultati dagli stessi

conseguiti

4.9 RISK MANAGEMENT

La Direzione in oggetto contribuisce alla definizione delle politiche di remunerazione e incentivazione

provvedendo, su richiesta degli organi e funzioni aziendali competenti, a formulare pareri in merito

all’adozione di adeguati indicatori di misurazione della performance, in grado di riflettere la

profittabilità nel tempo della Società e di tener conto dei rischi, attuali e prospettici, del costo del

capitale e della liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese.

Inoltre, partecipa, ove necessario, all’attività di identificazione del personale più rilevante, in

collaborazione con le altre funzioni aziendali competenti.

Al riguardo, il Responsabile della Direzione Risk Management partecipa, su invito, alle riunioni del

Comitato Remunerazioni per assicurare che i sistemi di incentivazione siano adeguatamente corretti per

tener conto di tutti i rischi assunti dalla Banca, secondo metodologie coerenti con quelle che la Banca

adotta per la gestione dei rischi a fini regolamentari e interni.

4.10 COMPLIANCE E ANTIRICICLAGGIO

La Direzione Compliance e Antiriciclaggio valuta la conformità delle politiche e delle prassi di

remunerazione adottate e il loro corretto funzionamento.

Partecipa alla definizione dei sistemi d’incentivazione a supporto delle altre funzioni coinvolte. In

particolare, svolge le seguenti attività di controllo ex ante:

verifica la rispondenza delle politiche di remunerazione e incentivazione al quadro normativo

interno ed esterno;

verifica che i contenuti dell’informativa agli stakeholders rispettino i requisiti normativi di

Vigilanza;

verifica la corretta definizione normativa dei criteri di identificazione del personale più rilevante, in

collaborazione con le altre funzioni aziendali competenti.

Le evidenze riscontrate e le eventuali anomalie sono portate a conoscenza del Comitato Remunerazioni,

del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale per l'adozione di eventuali misure correttive.

4.11 INTERNAL AUDIT

La Direzione Internal Audit verifica, con frequenza almeno annuale, la rispondenza delle prassi di

remunerazione alle politiche approvate e alla normativa con particolare riferimento ai seguenti aspetti:

attuazione del processo di identificazione e aggiornamento dell’elenco del “personale più rilevante”;

rispetto dell’iter autorizzativo previsto per l’approvazione delle politiche retributive;

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rispetto delle regole e procedure previste dalle politiche di remunerazione approvate

dall’Assemblea con particolare attenzione al “personale più rilevante”;

rispetto della politica pensionistica e di fine rapporto prevista all’interno delle politiche

retributive di Gruppo, con specifico riferimento alla Rete di Vendita.

Le evidenze riscontrate, con l’indicazione delle eventuali anomalie rilevate, sono portate a conoscenza

degli Organi e delle funzioni aziendali competenti per l’esecuzione delle eventuali azioni di

miglioramento, nonché, a seguito di una valutazione di rilevanza, per la predisposizione di un’adeguata

informativa da trasmettere alla Banca d’Italia. Gli esiti della verifica condotta sono portati annualmente

a conoscenza all’Assemblea.

4.12 DIRIGENTE PREPOSTO

Assicura la veridicità e correttezza dei documenti contabili a supporto della consuntivazione delle

performance economico-finanziarie.

5 I DESTINATARI DELLE POLITICHE DI REMUNERAZIONE E INCENTIVAZIONE

5.1 INDIVIDUAZIONE DEL PERSONALE PIÙ RILEVANTE

In linea con quanto previsto dalle Disposizioni, per identificare il “personale più rilevante”, la cui

attività professionale ha o può avere un impatto rilevante sul profilo di rischio della banca o del gruppo

bancario e al quale si applicano le regole di maggior dettaglio, il Consiglio di Amministrazione della

Società è tenuto ad effettuare, con il supporto del Comitato per la Remunerazione, un processo di

autovalutazione applicando a tal fine quanto previsto dal Regolamento delegato (UE) del 4 marzo 2014,

n.604. Detta autovalutazione si basa sulla struttura organizzativa approvata dal Consiglio di

Amministrazione del 09 febbraio 2018.

In tale contesto è stata condotta l’analisi per l’identificazione del personale più rilevante attraverso

l’applicazione, come previsto, delle norme tecniche di regolamentazione relative ai criteri qualitativi e

quantitativi previsti dal Regolamento citato (c.d. regulatory technical standards for Identified staff-

RTS) che integra la direttiva 2013/36/UE; tale attività è stata effettuata verificando la rilevanza, ai fini

dei presente assessment, non solo del personale di Banca Intermobiliare, ma anche di quello delle

società controllate.

Banca Intermobiliare assicura la suddetta analisi coinvolgendo le Direzioni Risorse Umane, Compliance

e Antiriciclaggio e Risk Management.

L’attività, che riguarda tutto il Personale dipendente, gli Amministratori e la Rete commerciale, consta

di:

una valutazione qualitativa volta ad identificare le posizioni rilevanti in virtù dell’importanza dei

singoli ruoli, delle responsabilità assunte e della possibilità di avere impatto in modo rilevante sulla

rischiosità di Banca Intermobiliare;

una valutazione quantitativa basata sull’analisi delle componenti retributive.

La suddetta autovalutazione, condotta a livello di Gruppo Bancario, ha delineato un perimetro composto

da 26 risorse “risk takers” di cui 8 appartenenti al Consiglio di Amministrazione, in quanto l’attività

professionale svolta è ritenuta avere o potenzialmente avere un impatto rilevante sul profilo di rischio

della banca.

In particolare sono stati individuati i seguenti soggetti:

A. Membri del Consiglio di Amministrazione (il Presidente, 1 Consigliere con incarichi, 6 Consiglieri

non esecutivi);

B. Alta Dirigenza: il Direttore Generale e i soggetti che riportano direttamente al Consiglio di

Amministrazione e al Direttore Generale (Responsabile Direzione Commerciale, Responsabile

Direzione Mercati Finanziari, Responsabile Direzione Crediti, Responsabile Direzione Marketing e

Investment Solutions, Responsabile Direzione Amministrazione, Responsabile Direzione

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Pianificazione e Controllo di Gestione, Responsabile Direzione Operations, Responsabile

Direzione Affari Societari e Legali, Responsabile Ufficio Wealth Management) per un totale di 9

soggetti;

C. Responsabili delle unità operative/aziendali rilevanti (principali linee di business): si tratta

dell’Amministratore Delegato di Symphonia SGR e dell’Amministratore Delegato di BIM

Fiduciaria, per un totale di 2 soggetti (di cui 1 già ricompreso per il criterio B);

D. Responsabili che per attività/autonomie/poteri sono considerati come aventi impatto sul rischio

aziendale: Responsabile Funzione Conto Proprio e Responsabili Aree Commerciali per un totale di

4 soggetti;

E. Dirigenti responsabili delle funzioni aziendali di controllo: Responsabile Direzione Risorse Umane,

Responsabile Direzione Internal Audit, Responsabile Direzione Compliance e Antiriciclaggio,

Responsabile Direzione Risk Management per un totale di 4 soggetti.

Non è stato identificato altro personale rilevante rispetto ai criteri quantitativi, previsti dalle Norme

tecniche di regolamentazione – RTS - dall’ABE, poiché nessun altro soggetto ha la possibilità di

assumere autonomamente rischi materiali significativi per Banca Intermobiliare, non avendo deleghe

specifiche in tal senso. In particolare, per alcuni Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede, che

rientrerebbero nel perimetro del personale più rilevante secondo i criteri quantitativi, Banca

Intermobiliare presenterà notifica di esclusione a Banca d’Italia come richiesto da normativa.

Si ritiene opportuno precisare che, variazioni di rilievo a livello di governance e/o dell'assetto

organizzativo di Banca Intermobiliare e delle società controllate eventualmente intervenute in corso

d'anno, determinano la necessità di svolgere nuovamente il processo di autovalutazione del “personale

più rilevante” ai fini della corretta identificazione dei ruoli rispondenti ai criteri definiti dal

Regolamento Delegato (UE) 604/2014 e quindi all'eventuale aggiornamento dei soggetti inclusi.

6 LA REMUNERAZIONE E LE MODALITA’ DI COLLEGAMENTO CON I RISULTATI

La struttura remunerativa adottata con riferimento al personale prevede una componente fissa della

remunerazione, che riconosce il ruolo ricoperto e l’ampiezza delle responsabilità, rispecchiando

esperienza e capacità richieste per ciascuna posizione e la qualità complessiva del contributo ai risultati

di business, nonché una componente variabile che mira a valorizzare i risultati raggiunti stabilendo un

collegamento diretto tra i compensi e i risultati effettivi, dell’Azienda e dell’individuo, nel breve e

medio termine, nel rispetto del profilo di rischio definito.

Per alcuni manager si aggiunge anche la partecipazione a piani di Long Term Incentive, che legano la

retribuzione ad obiettivi di lungo termine delle Società.

6.1 RAPPORTO TRA LA COMPONENTE VARIABILE E FISSA DELLA

REMUNERAZIONE

Nelle Disposizioni di Banca d’Italia sopra citate, assume particolare importanza l’introduzione, per il

personale più rilevante, di un limite di 1:1 al rapporto tra la componente variabile e quella fissa della

remunerazione.

La Banca ha deciso di rispettare tale rapporto per il personale in oggetto, sebbene per taluni soggetti tale

limite potrebbe costituisce una situazione di difformità rispetto alle scelte effettuate dai competitors,

determinando una condizione di debolezza rispetto all'attrazione e al mantenimento in Banca dei

soggetti che rivestono ruoli chiave all’interno dell’organizzazione aziendale o ruoli manageriali nelle

strutture commerciali, soggetti quindi aventi professionalità e capacità adeguate alle esigenze

dell’impresa ed a garantire il conseguimento dei risultati di business.

Per la parte del personale appartenente a funzioni aziendali con compiti di controllo, ai sensi delle

Disposizioni di Vigilanza, la remunerazione variabile non può essere superiore al 33% della

remunerazione fissa.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Per il restante personale, il peso della componente variabile della retribuzione rispetto a quella fissa

totale è parametrato all’ambito di attività ed al peso strategico della posizione a cui la retribuzione si

riferisce: per le aree professionali ed i quadri direttivi non supera di norma il 30%, fatta eccezione per le

figure che operano nell’ambito delle unità operative di natura commerciale per i quali può arrivare fino

al 100%, nel caso di raggiungimento pieno degli obiettivi assegnati.

Per quanto attiene le restanti figure ricomprese tra i Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede

uno specifico dettaglio delle componenti del pacchetto retributivo e della loro suddivisione in logica di

componenti ricorrenti ed incentivanti sono esposti al punto 9.5.

6.2 POLITICHE DI REMUNERAZIONE PER I COMPONENTI DEGLI ORGANI SOCIALI

In conformità con quanto stabilito dalla Circolare n. 285 di Banca d’Italia, il vigente Statuto sociale

Banca Intermobiliare riserva alla competenza dell’Assemblea dei Soci la determinazione dei compensi

spettanti agli organi dalla stessa nominati.

Per tali organi, verranno applicati i seguenti principi:

a) determinazione del compenso annuo per i Consiglieri in misura fissa e con pagamento

esclusivamente in denaro;

b) applicazione del compenso sub a) per tutto il triennio di carica ovvero – in caso di cessazione dalla

carica e di cooptazione – pro rata temporis per il periodo di effettiva durata della carica;

c) per gli amministratori non esecutivi, nessuna previsione di piani di incentivazione o componenti

variabili basati sulle performances aziendali.

Il Consiglio di Amministrazione (su proposta del Comitato di Remunerazione e sentito il parere del

Collegio Sindacale), determina il compenso aggiuntivo (in misura fissa e con pagamento esclusivamente

in denaro) per il Presidente, il Vice Presidente e gli Amministratori che partecipano ai Comitati costituiti

in seno al Consiglio, applicando i seguenti criteri:

d) (i) per il Presidente, fino a 5 volte il compenso base del Consigliere; non può comunque essere

superiore alla remunerazione fissa percepita dal Direttore Generale;

e) (ii) per il Vice Presidente, compenso ridotto rispetto a quello attribuito al Presidente;

f) (iii) per gli Amministratori che partecipino ad eventuali Comitati interni al Consiglio di

Amministrazione, un ulteriore compenso da commisurarsi alle responsabilità, ai compiti ed alla

frequenza prevista delle riunioni dei singoli Comitati;

g) (iv) per i Sindaci effettivi è definito un compenso fisso annuo, stabilito in osservanza delle

indicazioni normative e statutarie ed in considerazione delle prassi retributive di mercato per cariche

equivalenti. L’emolumento è valido per l’intero periodo di durata del loro mandato e i membri del

Collegio Sindacale non sono destinatari di alcuna componente variabile o collegata ai risultati

aziendali.

Infine, per tutti i consiglieri, nonché per il Presidente e il Vice Presidente, come previsto da Statuto,

spetta il rimborso a piè di lista delle spese sostenute per la carica.

6.3 COMPONENTI FISSE DELLA REMUNERAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

Per il Personale dipendente si applica quanto previsto dai contratti collettivi di riferimento e dagli

eventuali contratti integrativi aziendali, nonché dal sistema di remunerazione e d’incentivazione, che

considera il peso organizzativo delle posizioni ricoperte dai dipendenti con riferimento alla situazione

del mercato di riferimento e del budget disponibile per il periodo.

La rilevanza del peso della remunerazione fissa è prevista all’interno del pacchetto complessivo in modo

tale da ridurre la possibilità di comportamenti eccessivamente orientati al rischio e focalizzati su risultati

di breve termine decorrelati dalla formazione di valore ricorrente a medio e lungo termine. La

remunerazione fissa è strutturata in misura tale da consentire alla parte variabile di contrarsi

sensibilmente o azzerarsi, in relazione ai risultati corretti per i rischi effettivamente conseguiti.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Nella remunerazione fissa totale del personale dirigente vengono prese in considerazione, oltre alla

remunerazione annua lorda, le indennità di carica, i compensi quali amministratore, le housing

allowance (o i contratti di subaffitto), la previdenza integrativa collettiva aziendale, le garanzie sanitarie,

le polizze aziendali per i casi di morte ed invalidità permanente e per gli infortuni professionali ed

extraprofessionali e l'eventuale assegnazione dell'auto aziendale.

Per i quadri direttivi e le aree professionali viene applicato il CCNL Aziende del Credito, integrato dal

Contratto Integrativo Aziendale. Le coperture assicurative, previdenziali e pensionistiche sono, quindi,

regolate in modo uniforme, nel rispetto di quanto previsto dalla contrattazione collettiva e da accordi

collettivi per le diverse categorie di personale.

In un’ottica di contenimento dei costi, la politica sull’adeguamento della retribuzione fissa per il

personale dirigente prevede interventi mirati in riduzione o in incremento in funzione del

posizionamento rispetto benchmark retributivo, relativo al campione di riferimento di settore, e

performance individuale/criticità del ruolo. Gli interventi di adeguamento retributivo, infine, avranno

luogo nel rispetto del budget definito.

6.4 COMPONENTI FISSE DELLA REMUNERAZIONE DEL PERSONALE NON

DIPENDENTE

Per i Collaboratori non legati alla Società da rapporto di lavoro subordinato, si applica quanto previsto

dai rispettivi contratti di consulenza, di lavoro a progetto, di collaborazioni coordinate e continuative. Il

compenso che remunera detti contratti è determinato in rapporto all'utilità che la Società ricava

dall'opera di chi presta collaborazione. Nel caso in cui il contratto abbia ad oggetto la prestazione di

un'attività intellettuale e di supporto organizzativo, occorre tener conto dei livelli di compenso che offre

il mercato di riferimento anche in relazione al pregio qualitativo della prestazione dedotta in contratto.

Ove invece l'oggetto del rapporto risulti la promozione di affari o la vendita di prodotti, il compenso

viene determinato in base ad appositi schemi provvigionali, in considerazione delle migliori pratiche

adottate dal mercato in conformità alla normativa.

6.5 COMPONENTI VARIABILI DELLA REMUNERAZIONE DEL PERSONALE

DIPENDENTE

Le componenti variabili remunerano i risultati conseguiti nel breve e nel medio-lungo termine. La

performance viene valutata con un approccio che tiene conto - a seconda della fascia di popolazione e

dell’arco temporale considerati - dei risultati conseguiti dai singoli individui, di quelli ottenuti dalle

strutture in cui questi operano e, per quanto riguarda le figure apicali, dei risultati dell’azienda/gruppo

nel suo complesso.

Attraverso le componenti variabili ricorrenti della remunerazione e gli incentivi di lungo termine (quali

ad esempio piani di long term incentive, piani di stock options e sistemi di bonus differiti, come di

seguito definiti) si persegue in maniera diretta il principio dell’allineamento tra gli interessi degli

azionisti e quelli del management.

Inoltre, tra le componenti variabili della remunerazione sono ricompresi anche i patti di stabilità e di non

concorrenza e i trattamenti una tantum garantiti specifici in fase di assunzione.

Obiettivi generali del piano di incentivazione sono:

allineare gli obiettivi dei destinatari a quelli aziendali di crescita sostenibile del business, nel rispetto

del RAF definito;

configurare un pay mix che, per livello complessivo della remunerazione e per composizione, sia

allineato con le migliori prassi di mercato per retention e recruiting;

disporre di un elemento della remunerazione che permetta di correlare una componente di costo alla

creazione di valore per Banca Intermobiliare;

erogare la remunerazione variabile dei destinatari al raggiungimento:

o o di obiettivi aziendali predefiniti;

o o dei livelli attesi di performance individuale;

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essere “compliant”, rispetto alla disciplina regolamentare già citata, con particolare riferimento ai

“Material Risk Takers”.

Tutte le forme di retribuzione incentivante, collegate alla performance della Banca, tengono conto dei

rischi assunti e della liquidità necessaria a fronteggiare l’attività aziendale e sono strutturate in modo da

evitare l’insorgenza di conflitti di interessi.

Prevedono gate di accesso, per cui al mancato raggiungimento dei previsti indicatori di stabilità non

potranno essere erogate, nonché meccanismi di malus e di claw-back come successivamente illustrati.

6.5.1 INCENTIVAZIONE DI BREVE TERMINE IL “MANAGEMENT BY OBJECTIVES” E

LE “BALANCED SCORECARDS”

La componente variabile di breve periodo è basata sul meccanismo cosiddetto di Management by

Objectives (M.B.O.) che persegue la coerenza con il raggiungimento dei risultati economici e finanziari

indicati dal budget per l’esercizio di riferimento. Il sistema di Management by Objectives è collegato

allo strumento delle Balanced Scorecards.

L’adozione di tale strumento è tesa a tradurre i target del budget annuale della Banca Intermobiliare in

un insieme di obiettivi, che tenendo attentamente conto dei rischi aziendali, siano capaci di allineare

costantemente i comportamenti alle strategie di business ed indirizzarli verso performances sostenibili

nel tempo.

Gli obiettivi vengono assegnati annualmente, in schede comunicate ai singoli destinatari, e saranno

articolati in:

Obiettivi quantitativi (aziendali e specifici per singolo ruolo): obiettivi collegati agli indicatori

economico-finanziari e di gestione del rischio e allineati alle aspettative di budget;

Obiettivi qualitativi: obiettivi legati all’avanzamento dei progetti di rilevanza strategica, che

assicurano la correlazione tra i risultati dell’anno e l’orientamento al medio - lungo periodo;

Valutazione dei comportamenti manageriali: consiste in una valutazione qualitativa

dell’orientamento manageriale e degli aspetti comportamentali da parte del proprio responsabile.

A ciascun obiettivo è assegnato un peso che ne determina l’incidenza percentuale nella determinazione

del premio effettivo da accantonare. L’incidenza percentuale di ciascuna tipologia di metrica, da

definire in sede di assegnazione degli obiettivi, può modificare notevolmente la priorità assegnata a

diversi indicatori, assicurando la coerenza con gli obiettivi di piano e di budget.

Il risultato effettivo individuale raggiunto sarà definito sulla base delle valutazioni ponderate conseguite

nei singoli obiettivi di performance economici e non economici indicati nella scheda MBO.

Il Consiglio di Amministrazione, in coerenza con le Politiche di Remunerazione e nel rispetto della

normativa di settore di tempo in tempo vigente, sentito il Comitato per la Remunerazione, potrà altresì

valutare sia di modificare gli obiettivi previsti dalle schede bilanciate in funzione dell’andamento dello

scenario di riferimento assegnando obiettivi straordinari in corso d’anno, sia decidere di riconoscere ad

alcuni soggetti, anche appartenenti al personale più rilevante, un’ulteriore componente premiante

straordinaria, percentualmente non superiore al valore del 30% della remunerazione variabile massima

di breve periodo ordinaria di ciascun soggetto beneficiario di piano di incentivazione, finalizzata a

premiare il raggiungimento di obiettivi aziendali particolarmente sfidanti, misurabili e preventivamente

prestabiliti.

Inoltre il Consiglio di Amministrazione, nella valutazione dei risultati e della relativa componente

premiante, potrà tenere conto di eventi di natura straordinaria e non prevedibile in sede di assegnazione

di obiettivi, che hanno comportato effetti rilevanti sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi fissati, in

ottica strettamente meritocratica e nel rispetto della compatibilità economica aziendale e della normativa

di tempo in tempo vigente.

L’erogazione di tale componente premiante è assoggettata al rispetto di tutti i criteri previsti per le

componenti variabili di breve periodo illustrati successivamente nel documento, ovvero superamento del

Entry Gate e attivazione del Sistema Incentivante, regole di differimento e quote di compenso in

strumenti finanziari.

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6.5.2 PIANI DI INCENTIVAZIONE DI MEDIO LUNGO TERMINE (LONG TERM

INCENTIVE PLAN)

La componente variabile di medio-lungo periodo (Long Term Incentive Plan) è strutturata in un piano

triennale che si avvale dell’utilizzo di assegnazione di Stock Options (anche nella forma di strumenti

analoghi di tipo sintetico come Phantom Share Option). Tale componente è volta a perseguire obiettivi

di crescita di valore allineando, al contempo, l’interesse economico dei destinatari dei Piani a quello

degli Azionisti. Gli strumenti finanziari utilizzati mirano, quindi, a rafforzare il legame tra la

remunerazione del management e le performance attese secondo il piano triennale, perseguendo quindi

la fidelizzazione del management.

Anche il Long Term Incentive Plan prevede gate di accesso, per cui al mancato raggiungimento dei

previsti indicatori di stabilità non potrà essere erogato il bonus ad esso collegato, nonché meccanismi di

malus e di claw-back come di seguito definiti.

Sono allo studio meccanismi che collegano la componente variabile di medio-lungo periodo

all’incremento del prezzo dell’azione Banca Intermobiliare e/o alla sua capitalizzazione di mercato e/o

al Total Shareholder Return (TSR) e/o ai risultati di crescita della raccolta connessi a progetti di

particolare rilevanza strategica (ad esempio l’incremento quantitativo e qualitativo della Rete

Commerciale).

Al Piano di Long Term Incentive, previsto in sede di assunzione per il Consigliere con Incarichi, il

Direttore Generale e il Direttore Marketing & Investment Solutions, non è stato ancora possibile dare

attuazione, ma con il supporto di una Società di consulenza si stanno attivamente delineando le modalità

operative.

6.5.3 PATTI DI STABILITA E PATTI DI NON CONCORRENZA

In specifiche e limitate situazioni, soprattutto in una logica di retention, è possibile prevedere la

sottoscrizione sia con dipendenti, anche appartenenti al personale più rilevante, sia con consulenti

finanziari abilitati all’offerta fuori sede, di patti di non concorrenza, con durata non superiore ai termini

di legge e patti di stabilità, nel rispetto delle previsioni di Banca d’Italia.

6.5.4 BONUS DI INGRESSO

In via straordinaria, nell’ottica di attrarre figure chiave dal mercato e di particolare valenza, possono

essere altresì accordati trattamenti una tantum garantiti specifici in fase di inserimento (welcome bonus).

Queste componenti, che vengono previste solo in via eccezionale, possono essere accordate solo in caso

di assunzione di nuovo personale e limitatamente al primo anno d’impiego e dovranno essere

specificatamente documentati in caso di assegnazione a soggetti rientranti della categoria del “personale

più rilevante”.

6.6 DETERMINAZIONE DEL BONUS POOL

Con cadenza annuale viene determinato dal Consiglio di Amministrazione, in coerenza con le politiche

retributive, un bonus pool complessivo, che potrà essere erogato, in presenza delle necessarie condizioni

di stabilità patrimoniale e di liquidità, al verificarsi dei presupposti previsti per ciascuna figura

aziendale.

Il livello del bonus pool complessivo non può quindi essere incrementato in funzione della performance

aziendale, mentre è oggetto di azzeramento nel caso di mancato rispetto delle soglie minime di accesso

(“gate d’accesso”) di cui al paragrafo successivo.

Al fine di garantire la coerenza con le aspettative a livello di Gruppo, possono essere previsti correttivi

ex-post all'ammontare del bonus pool delle società controllate, sulla base dei risultati a livello

consolidato di Capogruppo. Tale eventuale correzione verrà verificata in seno al Comitato di

Remunerazione di Banca Intermobiliare e quindi eventualmente portata all’approvazione del CDA.

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6.7 SOGLIE MINIME DI ACCESSO (ENTRY GATE)

Per tutto il personale del Gruppo Banca Intermobiliare il diritto alla percezione del bonus, oltre che

all’effettivo risultato individuale raggiunto, è subordinato al raggiungimento di un Entry gate al fine (i)

sia di parametrare ad indicatori di misurazione della performance la remunerazione variabile, (ii) sia di

tener conto dei rischi attuali e prospettici, del costo del capitale e della liquidità necessari a fronteggiare

le attività intraprese nell’ambito della Banca.

L'Entry gate del Gruppo Banca Intermobiliare è rappresentato dal livello di Tolerance dei seguenti due

indicatori riferiti al RAF:

a) ratio patrimoniale: Total Capital Ratio4, al fine di misurare la capacità patrimoniale della Banca in

relazione alla rischiosità delle attività detenute – soglia minima dell' 10,5%;

b) ratio di liquidità: Liquidity Coverage Ratio5 , al fine di aumentare la resilienza a breve termine del

profilo di rischio di liquidità della banca, assicurando che disponga di sufficienti attività liquide di

elevata qualità per superare una situazione di stress acuto della durata di 30 giorni – soglia

minima del 110,0%.

Il superamento della soglia definita di Entry Gate garantisce la sostenibilità dell’erogazione dei

compensi variabili.

Per ciascun ratio viene definita una soglia on/off e la condizione d’accesso al bonus maturato nel corso

dell’esercizio è che, alla rilevazione a consuntivo dei risultati economici dell’esercizio, entrambi i ratio

si posizionino sopra la soglia minima stabilita.

Il gate d’accesso non condiziona soltanto il bonus relativo all’esercizio in oggetto ma anche, di esercizio

in esercizio, le porzioni di bonus maturate negli esercizi precedenti e la cui erogazione è differita negli

esercizi successivi.

6.8 DIFFERIMENTO E PAGAMENTO IN STRUMENTI FINANZIARI

NELL’EROGAZIONE DEL COMPENSO VARIABILE

In via generale e fatte salve le disposizioni più stringenti previste per il personale più rilevante e nel

dettaglio specificate, per tutti i dipendenti, con retribuzione variabile basata sul meccanismo di

Management by Objectives e/o su criteri discrezionali, operanti all’interno di Banca Intermobiliare che

maturino nel corso dell’esercizio un bonus, è previsto un sistema di differimento dell’erogazione di una

parte del compenso variabile, per un periodo di tempo che, nell’esercizio del principio di

proporzionalità, viene definito come segue:

il 60% dell’importo sarà erogato - verificato il superamento del gate d’accesso come sopra descritto

- nell’esercizio successivo dopo la verifica da parte del Consiglio di Amministrazione dei risultati

economici e di solidità patrimoniale riguardanti l’esercizio cui si riferisce il bonus;

il 20% sarà erogato successivamente alla verifica del conseguimento dei risultati di solidità

patrimoniale riguardanti l’esercizio successivo;

il rimanente 20% sarà erogato a distanza di un ulteriore esercizio, previa verifica del conseguimento

dei relativi risultati di solidità patrimoniale.

4 1 Total Capital Ratio - inteso come Patrimonio di Vigilanza / Risk Weighted Assets (RWA) (entrambi gli

elementi di calcolo sono di natura segnaletica e contenuti in nota integrativa di bilancio, Parte F/ Informazioni sul

Patrimonio; viene considerato il dato inviato a Banca d’Italia su base dati consolidata a fine esercizio) 5 2 Liquidity Coverage Ratio - inteso come rapporto tra lo stock di [1] attività liquide di alta qualità (cioè

facilmente liquidabili sui mercatianche in periodi di tensione e, idealmente, stanziabili presso una banca centrale) e

[2] il totale dei deflussi di cassa netti nei 30 giorni di calendario successivi in uno scenario di stress specificato.

Detto ratio, proposto dall’evoluzione normativa cd. Basilea3, è di natura segnaletica (prima applicazione su base

dati del 31 marzo 2014); viene considerato il dato inviato a Banca d’Italia su base dati consolidata a fine esercizio

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Nel caso di differimento dell’erogazione del bonus maturato, sulle singole tranches oggetto di

differimento viene riconosciuto, all’atto dell’erogazione delle stesse, un rendimento calcolato

utilizzando il rendimento medio dell’Euribor a 6 mesi dell’ultimo anno solare, maggiorato di uno spread

di 0,50.

Per i soggetti appartenenti al personale più rilevante, una quota pari al 25% del compenso variabile

complessivamente maturato sarà erogata, sia per la quota pagata upfront che per le quote differite, in

azioni o Phantom Shares collegate all’azione Banca Intermobiliare.

Per tale componente in strumenti finanziari reali o sintetici è previsto, successivamente alla maturazione

dei diritti, un periodo di mantenimento (holding period) fissato in 12 mesi sia per le erogazioni upfront

che per quelle differite.

Inoltre, di anno in anno verranno definiti i requisiti patrimoniali ed economici che rappresentano i criteri

per l’erogabilità delle quote differite, valutando l’andamento economico generale e tenendo conto di

eventuali evoluzioni normative.

Pertanto:

il 60% del bonus sarà erogato up front nell’esercizio successivo a quello di riferimento per il 75% in

cash e per il 25% in azioni o Phantom Shares collegate all’azione Banca Intermobiliare, che saranno

assoggettate ad un periodo di retention di un anno;

il 20% del bonus sarà erogato con un differimento di un anno: per il 75% in cash e per il 25% in

azioni o in Phantom Shares collegate all’azione Banca Intermobiliare, che saranno assoggettate ad

un periodo di retention di un anno;

il restante 20% del bonus sarà erogato con un differimento di due anni: per il 75% in cash e per il

25% in azioni o Phantom Shares collegate all’azione Banca Intermobiliare, che saranno assoggettate

ad un periodo di retention di un anno.

La metodologia applicata per la determinazione del numero di azioni spettanti ai percettori considera: al

numeratore, il 25% della remunerazione variabile di competenza maturata relativamente al

raggiungimento effettivo dei target prefissati per l’esercizio in oggetto e, al denominatore, il valore del

prezzo dell’azione (calcolata come media del prezzo dell’azione stessa nei tre mesi precedenti la

riunione del Consiglio di Amministrazione in cui viene approvato il progetto di bilancio di esercizio e il

bilancio consolidato relativi all’esercizio precedente a quello a cui inizia il ciclo di riferimento, ovvero

annuale per il piano di incentivazione a breve termine e triennale per il piano di incentivazione a medio-

lungo termine).

Il Consiglio di Amministrazione, sentito il parere del Comitato di Remunerazioni, definisce una soglia

minima di € 40.000 (cosiddetta “soglia di materialità”) al di sotto della quale, vista l’esiguità degli

importi rispetto ad un possibile risk appetite e in coerenza con le prassi di mercato, il compenso

variabile maturato al termine del piano verrà comunque erogato cash ed up-front dopo la verifica da

parte del Consiglio di Amministrazione dei risultati economici riguardanti l’esercizio di competenza e

del superamento del gate di accesso di Banca Intermobiliare; stabilisce, inoltre, che qualora la quota in

strumenti finanziari reali o sintetici da erogarsi nel singolo periodo di riferimento risultasse inferiore ad

euro 10.000 € verrà corrisposta direttamente in componente monetaria (contanti).

Si precisa, infine, che il bonus verrà riconosciuto e corrisposto solo ed esclusivamente nel caso in cui il

beneficiario sia dipendente di Banca Intermobiliare o di una delle Società del Gruppo Bancario, e non

abbia rassegnato le dimissioni alla data di pagamento del medesimo o di una quota parte, e che quindi a

quella data non sia venuto meno, a causa della cessazione o della comunicazione di cessazione del

rapporto di lavoro per qualsivoglia motivo, il requisito della continuità nel rapporto di lavoro.

6.9 ISTITUZIONE DI UN MECCANISMO DI CAP VOLTO AD ASSICURARE IL

RISPETTO DEL RAPPORTO TRA REMUNERAZIONE VARIABILE E

REMUNERAZIONE FISSA

Per quanto attiene il rispetto dei rapporti tra la remunerazione fissa e la remunerazione variabile del

personale più rilevante, è stato introdotto un meccanismo di “cap”, volto ad assicurare il rispetto del

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rapporto tra la remunerazione variabile totale e la remunerazione fissa totale (comprensiva cioè di ogni

forma di pagamento o beneficio corrisposto, direttamente o indirettamente, in contanti, strumenti

finanziari reali o sintetici o beni in natura non collegato al raggiungimento di risultati di performance

individuali o aziendali o sottoposto per l’assegnazione ad una valutazione qualitativa annuale o da altri

parametri).

Il meccanismo del cap verifica che la percentuale della remunerazione variabile totale erogata in un

determinato esercizio (comprensiva dei pagamenti up front e dei pagamenti di quote differite) non

superi il rapporto di 1:1 con la remunerazione fissa totale, riferita allo stesso esercizio in osservazione.

Quindi tale meccanismo, operante al momento dell’erogazione dei singoli compensi variabili, tiene

conto degli effetti derivanti dall’impatto dei bonus attinenti alla maturazione in esercizi precedenti a

quello di effettivo pagamento.

Qualora si venisse a modificare nel corso del tempo, in senso meno favorevole, il rapporto 1:1 tra

remunerazione variabile e remunerazione fissa di uno o più soggetti, preso a riferimento l’esercizio nel

quale si è verificato il cambiamento nel rapporto tra remunerazione variabile e remunerazione fissa,

verranno sterilizzate dal meccanismo di calcolo tutte le quote di remunerazione variabile maturate in

esercizi precedenti all’esercizio in oggetto e non ancora pagati perché differiti.

6.10 MECCANISMI DI MALUS E CLAW BACK

Una volta maturato il diritto all’erogazione del sistema incentivante, di anno in anno verranno definiti i

requisiti patrimoniali ed economici che rappresentano i criteri per l’erogabilità delle quote differite,

valutando l’andamento economico generale e tenendo conto di eventuali evoluzioni normative.

Il meccanismo di erogazione dovrà prevedere la possibilità che le somme oggetto di differimento

possano ridursi fino all’azzeramento nel caso in cui le condizioni di accesso non siano raggiunte

(meccanismi di malus) ovvero nel caso di eventuali violazioni delle norme in materia di prestazione dei

servizi di investimento.

Le quote del premio differito verranno corrisposte solamente se, nel momento previsto per ciascuna

erogazione, il beneficiario sia dipendente di Banca Intermobiliare o di una delle Società del Gruppo e

non abbia rassegnato le dimissioni alla data di pagamento delle medesime e che quindi a quella data non

sia venuto meno, a causa della cessazione o della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro

per qualsivoglia motivo, il requisito della continuità nel rapporto di lavoro.

Inoltre, l'Azienda attiverà sia meccanismi di malus (ovvero di riduzione fino all'azzeramento del premio

annuale o delle quote differite) che meccanismi di claw-back (ovvero restituzione di premi già

corrisposti) a soggetti che abbiano determinato o concorso a determinare:

comportamenti da cui è derivata una perdita significativa per la banca (per perdita significativa si

intende una perdita non inferiore a 250.000 euro; il CdA tenuto conto del ruolo e delle leve a

disposizione della persona coinvolta, potrà definire, di volta in volta, un limite superiore alla soglia

minima di definita;

violazioni delle norme sulla trasparenza bancaria, in materia di antiriciclaggio e sulle Politiche di

remunerazione e incentivazione secondo quanto previsto dalle Disposizioni di vigilanza per le

banche

comportamenti fraudolenti o di colpa grave a danno della banca;

ci sia la non sussistenza dei requisiti alla base dell’erogazione.

La Banca ha, inoltre, facoltà di chiedere la restituzione dei bonus erogati in corso d’anno nonché

nell’anno precedente nel caso di errori materiali nella determinazione delle grandezze alla base del

calcolo del gate di accesso.

Per il personale commerciale verranno definite ulteriori specifiche clausole di clawback che verranno

inserite nell’apposito documento relativo al sistema incentivante.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

107

6.11 CRITERI DI CORRETTEZZA E CONTENIMENTO DEI RISCHI REPUTAZIONALI

I sistemi di remunerazione e di incentivazione delle reti distributive sono ispirati anche a criteri di

correttezza nelle relazioni con la clientela e contenimento dei rischi legali e reputazionali attraverso

l’utilizzo di specifiche regole formalizzate, quantificabili e verificabili e di indicatori (quali ad esempio

il numero di reclami), che incidono sul diritto alla percezione della componente incentivata della

remunerazione.

6.12 GLI ULTERIORI ELEMENTI DEL SISTEMA DI REMUNERAZIONE

6.12.1 POLIZZA DI ASSICURAZIONE D&O ( DIRECTORS’ AND OFFICERS’ LIABILITY

INSURANCE)

In linea con la best practice diffusa sui mercati finanziari e tenuto conto degli elementi caratterizzanti lo

svolgimento dell’attività d’impresa della Banca e del Gruppo, è stata stipulata una polizza assicurativa a

copertura della responsabilità civile degli Amministratori, dei Sindaci e del Direttore Generale della

Società (Directors' and Officers' Liability Insurance - D&O), secondo i seguenti termini di massima:

a) durata: 12 mesi, rinnovabili di anno in anno, sino a revoca dell'autorizzazione da parte

dell'Assemblea degli Azionisti;

b) massimale aggregato: euro 30 milioni per anno, per la globalità degli assicurati, con dei sottolimiti

per le richieste di risarcimento in materia di lavoro;

c) esclusione della copertura assicurativa per i casi di dolo e colpa grave.

6.12.2 MECCANISMI DI INDENNIZZO IN CASO DI RISOLUZIONE ANTICIPATA DEL

RAPPORTO DI LAVORO

Il trattamento previsto in caso di scioglimento del rapporto è definito ai sensi della normativa di

riferimento, fatta salva la possibilità di prevedere con singole figure aziendali dirigenziali (tipicamente i

soggetti appartenenti alla categoria del personale rilevante) un meccanismo d‘indennizzo per le ipotesi

in cui i rapporti con le stesse intercorrenti si risolvano per iniziativa della Banca stessa o comunque su

iniziativa della Banca, in assenza di comportamenti dolosi o con colpa grave del dirigente.

I compensi pattuiti per la conclusione anticipata dalla carica o dal rapporto di lavoro (c.d Golden

Parachute), saranno erogati in coerenza con le previsioni normative e contrattuali vigenti e saranno pari

a quanto previsto a titolo di preavviso dalle disposizioni normative e/o di contratto collettivo nazionale

applicabili, più un importo massimo equivalente a ventiquattro mensilità di retribuzione ricorrente

(intendendosi per tale la retribuzione annua lorda incrementata della media di quanto effettivamente

percepito a titolo di componente di breve termine della remunerazione variabile nell’ultimo triennio).

L’attribuzione dovrà, in ogni caso, rispettare le seguenti linee guida:

prevedere una quota up-front non superiore al 50% dell’importo e un differimento minimo per la

restante quota di 12 mesi complessivi;

essere erogati, sia per la quota up-front che differita; in strumenti finanziari (reali o sintetici) per una

quota non inferiore al 25% dell’importo complessivo, con un periodo di retention pari a 12 mesi;

essere soggetti a meccanismi di correzione ex-post (malus e claw back).

L’accordo per la corresponsione di tale importo dovrà prevedere clausole di rinuncia in via generale ad

ogni diritto comunque connesso, direttamente e/o indirettamente, al rapporto di lavoro e/o all’incarico

ricoperto, nonché ad ogni diritto, pretesa e/o azione nei confronti della società e delle altre società del

Gruppo per qualsivoglia titolo direttamente o indirettamente connesso con il rapporto di lavoro e/o con

l’incarico svolto e con la loro definitiva accettata cessazione. La rinuncia si dovrà estendere ai diritti di

natura risarcitoria nonché ai diritti di natura economica connessi ai suddetti rapporti ed alla loro

cessazione.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

108

7 INDICATORI DI PERFORMANCE E PRINCIPALI PARAMETRI UTILIZZATI

Come sopra anticipato la retribuzione variabile è collegata al grado di raggiungimento dei target stabiliti

per i singoli obiettivi, in quanto il meccanismo di Management by Objectives, e in particolare delle

Balanced Scorecards, che è posto alla base della componente variabile della retribuzione (di seguito

anche bonus) dei dirigenti e di alcuni quadri direttivi, si basa sulla definizione ed attribuzione a ciascun

soggetto di obiettivi specifici e ben individuati, per ciascuno dei quali è definito è attribuito un peso e un

valore target.

Una percentuale della retribuzione variabile è collegata ad obiettivi quantitativi attinenti alla strategia

aziendale e al budget annuale atteso del Gruppo Banca Intermobiliare. In particolare si tratta di:

Raccolta netta e/o Raccolta Netta Gestita;

Margine di intermediazione;

Costi operativi e/o Cost Income

Risultato Gestione Operativa

Utile netto consolidato

Ampliamento della Rete Commerciale

Return on Risk Capital o RORAC (parametro che evidenzia la relazione tra risultato operativo e

capitale a rischio, dove il secondo rappresenta l’ammontare di capitale proprio che la banca dovrà

impegnare per fronteggiare i rischi a cui si espone).

Gli indicatori individuati e i relativi target sono definiti in coerenza con il Risk Appetite

Framework(RAF) approvato dal Comitato Rischi.

Per l’organo/gli organi incaricati della funzione di gestione detti obiettivi quantitativi concorrono alla

determinazione della retribuzione variabile di breve termine per una percentuale non inferiore al 50%;

per gli altri dirigenti e quadri direttivi tali obiettivi concorrono alla determinazione della retribuzione

variabile di breve termine per una percentuale non superiore al 50%.

La restante percentuale di retribuzione variabile di breve termine è collegata al raggiungimento di

obiettivi quantitativi e qualitativi relativi alla posizione ricoperta, al fine di utilizzare variabili per

misurare la performance il più possibile coerenti con il livello decisionale del singolo dirigente.

Il peso assegnato agli obiettivi nelle singole Balanced Scorecard viene annualmente definito ed è

differenziato sia in funzione della rilevanza che hanno gli obiettivi nell’ambito della strategia aziendale

e in connessione con il budget annuale, sia in funzione del ruolo organizzativo ricoperto dal

dirigente/quadro direttivo e delle mansioni allo stesso assegnate.

In particolare, in relazione alla posizione ricoperta, gli obiettivi quantitativi si riferiscono agli obiettivi

di raccolta, di ricavo e/o di costo di cui il Dirigente/Quadro Direttivo è responsabile sulla base del

budget aziendale dell’esercizio di riferimento.

Gli obiettivi qualitativi, che prevedono generalmente criteri di valutazione predeterminati, si riferiscono

a progetti che riguardano Banca Intermobiliare e richiedono la collaborazione di tutti i dirigenti, ognuno

per la sua area di competenza, ovvero a progetti attribuiti alla responsabilità di singole direzioni, ma di

rilevanza generale.

Fanno eccezione a questi criteri generali gli obiettivi assegnati al Responsabile della Direzione Affari

Societari e Legali, al Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili e societari, ai

Responsabili delle funzioni di controllo e al Responsabile della Direzione Risorse Umane, che non sono

collegati a risultati di creazione di valore per la società o il gruppo.

A ciascun obiettivo vengono associati dei “pesi”, che ne definiscono la rilevanza rispetto al totale degli

obiettivi, e dei livelli di performance (minimi, target e massimi) espressi attraverso parametri

appropriati. Vengono inoltre definiti, per ciascun obiettivo, il posizionamento dei risultati attesi rispetto

ai livelli di performance previsti, la soglia minima d’accesso per l’erogazione del bonus e quella

massima in caso di overperformance, nonché l’importo massimo del bonus raggiungibile.

Per quanto riguarda i criteri per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi di performance ai fini

dell’erogazione del bonus, nell’esercizio successivo a quello di riferimento viene verificato, in relazione

a ciascun obiettivo, il livello di performance raggiunto, che viene poi ponderato per il relativo peso. La

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

109

somma dei livelli di performance ottenuti per ciascun obiettivo e così ponderati costituisce la

performance totale sulla base della quale, qualora si verifichi la condizione che, fatti salvi i gate

d’accesso precedentemente indicati, determina l’insorgenza del relativo diritto (raggiungimento almeno

della soglia minima di accesso), viene quantificato l’ammontare del bonus. In tal modo viene garantita

una correlazione diretta tra i risultati ottenuti e la corresponsione dell’incentivo.

I livelli di performance individuati negli obiettivi sono direttamente collegati alle previsioni del budget

approvato dal Consiglio di Amministrazione ed il raggiungimento dei risultati, ove collegato ai risultati

economici, viene verificato sulla base del bilancio consolidato di Banca Intermobiliare.

Per quanto riguarda la retribuzione variabile della maggior parte dei quadri direttivi e dei dipendenti

appartenenti alle aree professionali (non rientranti in nessuna delle categorie di cui in appresso), il

sistema di determinazione dei bonus, che avviene con cadenza annuale, è collegato al processo di

valutazione della prestazione e deciso su base discrezionale.

Per quanto riguarda gli incentivi a lungo termine (LTI Plan) gli obiettivi quantitativi di riferimento sono

collegati ai risultati della banca per il triennio di riferimento. Inoltre l’accantonamento effettivo del

numero di Stock Option (o strumenti sintetici analoghi) è subordinato alla verifica annuale del

superamento dei gate di accesso.

Al fine di garantire la coerenza con le aspettative a livello di Gruppo, possono essere previsti correttivi

all'ammontare delle remunerazioni variabili risultanti dall’applicazione delle suddette regole, sulla base

dei risultati consolidati a livello di Capogruppo. Tale eventuale correzion

e verrà verificata in seno al Comitato di Remunerazione di Banca Intermobiliare e quindi eventualmente

portata all’approvazione del Consiglio di Amministrazione.

8 INFORMAZIONI SULLE RETRIBUZIONI PER RUOLO E FUNZIONI

8.1 COMPONENTI IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Il compenso per i membri del Consiglio di Amministrazione è stato determinato, in occasione

dell’Assemblea dei Soci del 18 ottobre 2016, nella seguente misura:

euro 25.000,00 a ciascun Consigliere;

euro 70.000,00 al Presidente;

euro 45.000,00 al Vice Presidente;

Inoltre, per il Consigliere con Incarichi, in data gennaio 2017, è stato definito dalla data di conferimento

dell’incarico fino all’approvazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2018,un compenso aggiuntivo di

importo pari a 455.000 euro annui lordi.

La remunerazione dei componenti non esecutivi, ivi compreso il Presidente, ed indipendenti del

Consiglio di Amministrazione è composta esclusivamente da una componente fissa, oltre al rimborso

delle spese sostenute per lo svolgimento dell’incarico e gli stessi non sono beneficiari né di alcun tipo di

remunerazione variabile legata al conseguimento di obiettivi, né di piani di incentivazione basati su

strumenti finanziari.

Agli amministratori che sono anche membri di comitati consiliari sono corrisposti degli emolumenti

aggiuntivi – determinati in misura fissa e/o parametrata al numero di riunioni cui il consigliere presenzia

- rispetto a quanto già percepito in qualità di membri del Consiglio di Amministrazione, in funzione

delle competenze attribuite a tali comitati e all’impegno richiesto per la partecipazione ai lavori di questi

ultimi in termini di numero di adunanze e di attività propedeutiche alle stesse.

Per quanto riguarda l’Amministratore con incarichi si rinvia all’apposito paragrafo.

Si precisa infine che a favore dei componenti il Consiglio di Amministrazione è stata stipulata una

polizza D&O, come sopra illustrata.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

110

8.2 COMPONENTI IL COLLEGIO SINDACALE

Il compenso per il Presidente del Collegio Sindacale e per gli altri componenti viene determinato

dall’Assemblea dei Soci al momento della nomina e per tutta la durata del mandato. I componenti

effettivi del Collegio Sindacale non sono beneficiari di alcun tipo di remunerazione variabile.

Ai soggetti in questione compete inoltre il rimborso delle spese incontrate nell’esercizio delle loro

funzioni. Ai componenti del Collegio Sindacale è altresì attribuito un ulteriore compenso, in aggiunta a

quello percepito in qualità di membri dell’organo di controllo, per l’assunzione, da parte del Collegio

Sindacale, in conformità alle previsioni normative vigenti, dei compiti e delle funzioni di Organismo di

Vigilanza, istituito ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001.

I membri dell’organo di controllo beneficiano infine della polizza D&O, come sopra illustrata.

8.3 PERSONALE PIU RILEVANTE

Con riferimento a quanto illustrato in precedenza relativamente all’identificazione del “personale più

rilevante”, di seguito vengono riepilogate, aggregate per le categorie indicate, le principali informazioni

attinenti la struttura retributiva.

8.3.1 DIRIGENTI CON RESPONSABILITA STRATEGICHE

Per gli appartenenti a questa categoria, si prevede che la componente variabile della remunerazione sia

articolata in modo tale da rispettare tutti i principi sopra enunciati ed inoltre da permettere (i) il

differimento di una quota sostanziale della remunerazione incentivante e (ii) che una parte della

remunerazione variabile venga corrisposta in strumenti azionari (anche di natura sintetica).

Amministratore con Incarichi

La remunerazione dell'Amministratore con Incarichi, si compone di un compenso fisso ricorrente e di

un compenso variabile di breve termine, collegato al grado di raggiungimento degli obiettivi di

performance espressi nella relativa Balanced Scorecard, che può arrivare ad un massimo di 100.000

euro lordi (pari a circa il 21% dell’emolumento ricorrente), qualora siano raggiunti al livello massimo

tutti gli obiettivi contenuti nei piani di incentivazione a breve termine e non prevede nessun minimo

garantito.

A detta componente variabile si applicano interamente il principio del differimento, del pagamento in

strumenti finanziari (azioni o Phantom Shares di Banca Intermobiliare), quello del gate di accesso e i

meccanismi di malus e di claw-back illustrati in precedenza.

In aggiunta, la componente variabile della retribuzione prevede anche la partecipazione ad un piano

triennale di Long Term Incentive i cui obiettivi, opportunamente dettagliati nel relativo regolamento,

saranno collegati alla crescita di valore della Banca misurati attraverso indicatori di performance tra cui

l’incremento della capitalizzazione di mercato, o del prezzo dell’azione o del Total Shereholder Return.

I compensi attributi in relazione alla partecipazione a tale LTI piano saranno erogati sotto forma di stock

options o analoghi strumenti sintetici collegati al titolo di Banca Intermobiliare.

Il rapporto tra componenti variabile e fissa della remunerazione corrisposta dovrà rispettare il rapporto

pari a 1 a 1 approvato dall'Assemblea dei Soci; eventuali superamenti di detto rapporto saranno soggetti

all’applicazione del meccanismo del cap, come sopra descritto.

E', inoltre, previsto un indennizzo per il caso di anticipata cessazione della carica di Amministratore con

Incarichi in conformità ai principi esposti al precedente punto 7.12.2.

L'Amministratore con Incarichi beneficia inoltre della polizza D&O, come sopra illustrata, oltre alla

polizza sanitaria per sé e i propri famigliari, le polizze aziendali per i casi di morte ed invalidità

permanente e per gli infortuni professionali ed extraprofessionali.

Direttore Generale

La remunerazione del Direttore Generale si compone di una retribuzione annua omnicomprensiva

(RAL) e di una retribuzione variabile di breve termine, collegata al grado di raggiungimento degli

obiettivi espressi nella relativa Balanced Scorecard, che può arrivare per l’esercizio 2018 fino ad un

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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massimo del 40% della retribuzione annua lorda, qualora siano raggiunti i target contenuti nei piani di

incentivazione a breve termine (cioè gli obiettivi di budget annuo) e nessun minimo garantito.

I compensi variabili maturati sono assoggettati a quanto previsto nel presente documento in materia di

erogazione dei bonus per il personale più rilevante, ovvero differimento ed utilizzo di strumenti

finanziari.

La componente variabile della retribuzione del Direttore Generale prevede la partecipazione ad un piano

triennale di Long Term Incentive i cui obiettivi, opportunamente dettagliati nel relativo regolamento,

saranno collegati alla crescita di valore della Banca misurati attraverso indicatori di performance tra cui

l’incremento della capitalizzazione di mercato, o del prezzo dell’azione o del Total Shereholder Return;

altri indicatori saranno focalizzati sulla crescita della raccolta connessa a progetti di rilevanza strategica

come l’ampliamento quantitativo della Rete commerciale.

I compensi attribuiti in relazione alla partecipazione a tale LTI piano saranno erogati sotto forma di

stock options o analoghi strumenti sintetici collegati al titolo di Banca Intermobiliare.

Il rapporto tra componenti variabile e fissa della remunerazione corrisposta al Direttore Generale dovrà

rispettare il rapporto pari a 1 a 1 approvato dall'Assemblea dei Soci; eventuali superamenti di detto

rapporto saranno soggetti all’applicazione del meccanismo del cap, come sopra descritto.

In fase di definizione degli accordi contrattuali di assunzione con il Direttore Generale è stato pattuito

un indennizzo per il caso di anticipata cessazione del rapporto di lavoro in conformità ai principi esposti

al precedente punto 7.12.2.

Egli beneficia inoltre di una previdenza integrativa pari al 9% della RAL, oltre al pacchetto benefit

previsto per i dirigenti del Gruppo Bancario dettagliato al paragrafo 7.3; è, inoltre, coperto per le

responsabilità amministrative, dalla polizza D&O, come sopra illustrata.

Responsabili di Direzione e altri Dirigenti Risk Takers

La remunerazione dei Responsabili delle Direzioni si compone di una retribuzione annua

omnicomprensiva (RAL) e di una retribuzione variabile di breve termine, collegata al grado di

raggiungimento degli obiettivi di performance espressi nella relativa Balanced Scorecard, alla logica dei

gates d’accesso, a quella di differimento di erogazione del bonus e del pagamento in azioni o Phantom

Shares collegate al titolo Banca Intermobiliare, e ai meccanismi di malus e di claw-back, che può

arrivare fino ad un massimo del 50% della remunerazione annua lorda qualora sia raggiunto il livello

massimo di performance totale e non prevede nessun minimo garantito.

I Responsabili di Direzione e gli altri Dirigenti Risk Takers beneficiano inoltre di una previdenza

integrativa di base che prevede il contributo aziendale nella misura del 4% della RAL, ma che può

arrivare in alcuni casi sulla base di pattuizioni individuali in fase di assunzione, fino ad un massimo del

12% della RAL.

Per tutti è previsto il pacchetto benefit previsto per i dirigenti dettagliato al paragrafo 7.3.

Attualmente, per questa categoria di personale, esiste un solo caso di definizione di un trattamento di

indennizzo in caso di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro; per tutti gli altri soggetti si applica

quanto previsto della normativa di riferimento.

Nell’ambito delle previsioni sopra espresse relative ai Responsabili dei Direzione e per altri Dirigenti

Risk Takers, si evidenziano le particolarità legate ad alcuni soggetti rientranti tra i Risk Takers.

La remunerazione variabile del Responsabile della Direzione Risorse Umane e della Direzione

Amministrazione, in quanto anche Dirigente responsabile della redazione dei documenti contabili

societari ai sensi dell’art.154-bis del D.Lgs. 58/1998, potrà arrivare fino ad un massimo del 33,3% della

remunerazione fissa totale, qualora sia raggiunto il livello massimo di performance totale e non prevede

nessun minimo garantito. Gli obiettivi fissati sono coerenti con i compiti assegnati e sono rappresentati

da obiettivi progettuali e di copertura del ruolo oltre che di sostenibilità aziendale.

La remunerazione variabile del Responsabile della Direzione Affari Societari e Legali (General

Counsel) potrà arrivare fino ad un massimo del 40% della remunerazione fissa totale, qualora sia

raggiunto il livello massimo di performance totale e non prevede nessun minimo garantito. Gli obiettivi

fissati sono coerenti con i compiti assegnati e sono rappresentati da obiettivi progettuali e di copertura

del ruolo oltre che di sostenibilità e di redditività aziendale.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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In tale categoria di personale, per il solo Responsabile della Direzione Marketing & Investment

Solutions è prevista la partecipazione ad un piano triennale di Long Term Incentive i cui obiettivi,

opportunamente dettagliati nel relativo regolamento, saranno collegati alla crescita di valore della Banca

misurati attraverso indicatori di performance quali l’incremento della capitalizzazione di mercato o del

prezzo dell’azione o del Total Shareholder Return.

Responsabili delle funzioni di controllo

La remunerazione dei dirigenti appartenenti a tale categoria, si compone di una retribuzione annua

(RAL) (omnicomprensiva per i dirigenti) e di una retribuzione variabile collegata al grado di

raggiungimento degli obiettivi espressi nelle relative Balanced Scorecard. A detta componente variabile

si applicano il principio del differimento, quello dei gates di accesso e i meccanismi di malus e di claw-

back illustrati in precedenza per il personale più rilevante.

La retribuzione variabile sulla base del peso e della complessità della posizione ricoperta può andare

fino ad un massimo del 33,3% della remunerazione fissa totale, qualora sia raggiunto il livello massimo

di performance totale e non prevede nessun minimo garantito.

Per i dirigenti responsabili di funzioni di controllo gli obiettivi fissati sono coerenti con i compiti

assegnati ed indipendenti dai risultati conseguiti dalla banca e sono rappresentati da obiettivi progettuali

e di copertura del ruolo oltre che di sostenibilità aziendale.

La valutazione del raggiungimento degli obiettivi per queste funzioni sarà una responsabilità del

Consiglio di Amministrazione di Banca Intermobiliare, sentito il parere del Comitato di Remunerazioni.

I dirigenti appartenenti a tale categoria beneficiano inoltre del pacchetto benefit previsto per i dirigenti

di Banca Intermobiliare. Attualmente il trattamento previsto in caso di scioglimento del rapporto è ai

sensi della normativa di riferimento; eventuali meccanismi di indennizzo in caso di risoluzione

anticipata del rapporto di lavoro potranno essere pattuiti nel rispetto dei principi definiti al precedente

punto 5.2.

8.3.2 ALTRO PERSONALE

Altri Dirigenti

La remunerazione degli altri dirigenti si compone di una retribuzione annua omnicomprensiva (RAL) e

di una retribuzione variabile, collegata al grado di raggiungimento degli obiettivi di performance

espressi nelle relative Balanced Scorecard. A detta componente variabile si applicano il principio del

differimento, quello dei gates di accesso, ed i meccanismi di malus e di claw-back illustrati in

precedenza. La retribuzione variabile sulla base del peso e della complessità della posizione ricoperta

può andare da un minimo del 10% ad un massimo del 50% della retribuzione annua lorda, qualora sia

raggiunto il livello massimo di performance totale e non prevede nessun minimo garantito fisso.

Essi beneficiano inoltre del pacchetto benefit previsto per i dirigenti di Banca Intermobiliare.

Altri dipendenti (quadri direttivi ed aree professionali)

La remunerazione degli altri dipendenti avviene in conformità al CCNL Aziende del Credito, integrato

dal Contratto Integrativo Aziendale per quanto attiene agli istituti di natura economica e dagli Accordi a

Latere per quanto riguarda altri benefit di contenuto anche normativo. Inoltre, su motivati presupposti,

potrà essere deliberata anche la partecipazione a piani di fidelizzazione e/o retention.

Per alcuni quadri direttivi, può essere prevista una retribuzione variabile di breve periodo, collegata al

grado di raggiungimento degli obiettivi di performance espressi nelle relative Balanced Scorecard. A

detta componente variabile si applicano il principio del differimento, quello dei gates di accesso, ed i

meccanismi di malus e di claw-back illustrati in precedenza. La retribuzione variabile sulla base del

peso e della complessità della posizione ricoperta può andare da un minimo del 10% ad un massimo del

30 % della retribuzione annua lorda, qualora sia raggiunto il livello massimo di performance totale e

non prevede nessun minimo garantito fisso.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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8.4 STRUTTURA REMUNERATIVA DELLA RETE COMMERCIALE

La remunerazione della Rete Commerciale è costituita da componenti di diversa natura, influenzate

dalla tipologia di attività svolta. E’ necessario che alla Rete sia riconosciuta una remunerazione

proporzionata ai ricavi dell’azienda, evitando al contempo situazioni di potenziale conflitto di interesse.

La struttura remunerativa prevede una componente ricorrente, che ricompensa il ruolo ricoperto e

l’ampiezza delle responsabilità, rispecchiando esperienza e capacità richieste per ciascun ruolo nonché

la qualità complessiva del contributo ai risultati di business, ed una componente d’incentivazione non

ricorrente che mira a riconoscere i risultati raggiunti stabilendo un collegamento diretto tra i compensi e

i risultati effettivi nel breve e medio termine, nel precipuo rispetto del profilo di rischio definito.

8.4.1 RAPPORTO TRA COMPONENTE RICORRENTE E NON RICORRENTE

Per il personale facente parte della Rete Commerciale il rapporto massimo tra la remunerazione

variabile e la remunerazione fissa è fissato in 1:1.

8.4.2 FINALITA DELLA COMPONENTE NON RICORRENTE

Obiettivi generali del piano di incentivazione per il Personale della Rete Commerciale sono:

allineare gli obiettivi della Rete Commerciale a quelli aziendali di crescita sostenibile del business,

nel rispetto del RAF definito;

dotarsi di un pay mix che, per livello complessivo della remunerazione e per composizione permetta

di mantenere alta la motivazione della Rete Commerciale e sia ragionevolmente attrattivo;

disporre di un elemento della remunerazione che permetta di correlare una componente di costo alla

creazione di valore da parte della Banca.

8.4.3 FORMAZIONE DELLA COMPONENTE NON RICORRENTE DELLA RETE

La struttura della retribuzione del personale dipendente adibito a funzioni commerciali tiene conto

anche di aspetti collegati alla correttezza e trasparenza dei rapporti con la clientela, nonché al rischio di

insorgenza di conflitti di interesse.

L’attivazione di tale sistema di remunerazione variabile è, comunque, subordinata alla presenza dei

requisiti minimi di patrimonializzazione richiesti dalla vigente normativa.

Per i dipendenti appartenenti alla categoria dei Relationship Manager (dirigenti o non dirigenti) è

previsto un piano di Management by Objectives.

La loro remunerazione si compone quindi di una retribuzione annua fissa (RALomnicomprensiva per i

dirigenti) e di una retribuzione variabile, collegata al grado di raggiungimento degli obiettivi di

performance espressi nelle relative Balanced Scorecard. A detta componente variabile si applicano il

principio del differimento e quello dei gates di accesso illustrati in precedenza.

La retribuzione variabile può arrivare fino ad un massimo del 100% della remunerazione annua lorda e

non prevede nessun minimo garantito, salvo in caso di specifici accordi finalizzati in corso di

assunzione e di durata limitata a 12 mesi.

Considerato che l’attività dei Relationship Manager è finalizzata al miglior soddisfacimento degli

interessi della clientela nel rispetto delle norme che disciplinano la distribuzione di prodotti e servizi di

investimento, le attività interessate dalla remunerazione incentivante devono rispettare i conseguenti

principi di professionalità, correttezza nelle relazioni con la clientela e fidelizzazione della stessa. A tal

fine sono stati introdotti accanto ai tradizionali obiettivi di raccolta e ricavo, obiettivi di correttezza e

conformità alla norma dell’attività svolta e meccanismi di malus e claw-back specifici.

I parametri della valutazione della performance cui si ispira il sistema incentivante per il personale

dipendente assegnato ai diversi ruoli della Rete Commerciale per l’esercizio 2018 possono così essere

riassunti:

A) Raccolta netta, raccolta netta gestita e ricavi;

B) Crescita quantitativa della Rete Commerciale;

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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C) Raccolta da reclutamento;

D) Contest commerciale sulla Raccolta Netta Gestita.

con una differenziazione per ruoli e per incidenza sui risultati di struttura.

E’, inoltre, previsto, un piano di remunerazione variabile di lungo temine con l’obiettivo di fidelizzare la

Rete Commerciale attraverso il riconoscimento, al termine del triennio 2018-2020, di un premio per la

raccolta netta effettuata (con differenziazione tra Gestita e Amministrata)

Per quanto riguarda l’erogazione dei compensi variabili maturati, oltre all’applicazione del limite del

rapporto 1:1 tra remunerazione variabile e fissa, è previsto il seguente piano di differimento:

- qualora il premio totale da corrispondere in relazione all’esercizio appena concluso sia inferiore o

pari a 40.000 euro, il premio verrà interamente erogato, senza applicare differimento, secondo le

tempistiche previste e indicate nel Regolamento del Sistema Incentivante per la Rete Commerciale;

- qualora il premio totale da corrispondere in relazione all’esercizio appena concluso sia superiore a

40.000 euro, il 60% del premio verrà erogato immediatamente secondo le tempistiche previste e

indicate nel Regolamento del Sistema Incentivante per la Rete Commerciale, mentre la restante

parte verrà erogato alla conclusione dei due esercizi successivi in parti uguali pari ciascuna al 20%

del premio maturato.

L’utilizzo di strumenti finanziari è previsto limitatamente alle figure della Rete Commerciale che

eventualmente rientrino nel “personale più rilevante”: per questi la quota di strumenti finanziari sarà

pari al 25% del premio erogato, sia per la quota up-front che per la parte differita, con un holding period

di 12 mesi successivi all’assegnazione degli strumenti finanziari. La predetta quota verrà erogata in

Stock Option o Phantom Share Option collegate all’azione Banca Intermobiliare.

Sono stati, inoltre, definiti alcuni meccanismi di correzione che consentono una decurtazione crescente

della parte variabile al verificarsi di determinati comportamenti, da parte del personale commerciale,

difformi da quanto prescritto dalla normativa o in presenza di eventi che sottopongano la Banca a

potenziali rischi o che abbiano procurato un danno a quest’ultima.

Sono, infine, previste clausole di restituzione qualora siano accertati comportamenti fraudolenti o

colposi.

8.5 I CONSULENTI FINANZIARI ABILITATI ALL’OFFERTA FUORI SEDE

8.5.1 INFORMAZIONI SULLA TIPOLOGIA DI RAPPORTO

I Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede (di seguito anche i Consulenti Finanziari), ad

eccezione dei Relationship Manager dipendenti, sono legati alla società da un contratto di agenzia sulla

base del quale il Consulente Finanziario è incaricato stabilmente (e senza rappresentanza) di svolgere, in

via autonoma – per conto della società e, su indicazione della stessa, anche nell’interesse di società terze

mandanti – nell’ambito della prestazione del servizio di consulenza, la promozione ed il collocamento in

Italia degli strumenti e servizi finanziari, dei prodotti e servizi bancari, dei prodotti assicurativi e dei

prodotti diversi indicati nel contratto stesso, come pure di curare – con tutta la diligenza richiesta allo

scopo di realizzare le finalità aziendali – l’assistenza della clientela acquisita e/o assegnata.

Il rapporto può avere termine (oltre che per il verificarsi degli eventi estintivi previsti dalla legge) a

seguito di risoluzione consensuale o di dichiarazione di recesso di una delle due parti, nel rispetto dei

previsti periodi di preavviso, salvo che non si verifichi un inadempimento di tale gravità da non

consentire la prosecuzione neppure temporanea dello stesso.

Queste figure professionali sono destinatarie, nell’ambito di una disciplina comune, di una specifica

regolamentazione economica i cui principi generali sono di seguito enunciati.

8.5.2 LA REMUNERAZIONE DEI CONSULENTI FINANZIARI

La remunerazione dei Consulenti Finanziari – che sono legati alla banca non da un rapporto di lavoro

subordinato ma da un autonomo contratto di agenzia - a differenza di quella dei dipendenti, non ha per

definizione carattere di stabilità nel tempo e pertanto per dette figure le remunerazioni passate non

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

115

rappresentano garanzia di remunerazione futura; tale affermazione è ancora più vera in presenza di piani

di ingresso temporanei.

La remunerazione dei Consulenti Finanziari è infatti costituita da provvigioni di diversa natura, che

sono influenzate dalla tipologia di attività svolta, dalla gamma di prodotti collocati, dagli accordi di

distribuzione in essere con le società prodotto.

La remunerazione del Consulente Finanziario ha natura di reddito d’impresa, nella determinazione del

quale intervengono anche costi di produzione variabili o fissi (si pensi ad es. ai costi per la

remunerazione di propri collaboratori), e riceve un trattamento fiscale del tutto diverso da quello del

reddito di lavoro subordinato, cui è difficilmente equiparabile.

Il sistema remunerativo è, in via generale, comune per tutti i Consulenti Finanziari, sebbene la

l’evoluzione negli anni del contratto standard abbia determinato l’esistenza di alcune differenze a livello

di singoli contratti.

La remunerazione ricorrente dei Consulenti Finanziari di Banca Intermobiliare è costituita da

provvigioni connesse, a livello esemplificativo e non esaustivo:

alla sottoscrizione, al collocamento e alla gestione di prodotti e servizi gestiti da società controllate

da Banca Intermobiliare o Società Terze;

all’attività di ricezione ed esecuzione/trasmissione ordini da parte della clientela;

erogazione servizi di consulenza;

alle commissioni di gestione e performance per alcune classi di prodotti.

Le provvigioni di cui trattasi hanno carattere ricorrente e pertanto non hanno valenza incentivante.

Considerato che l’attività dei Consulenti Finanziari è finalizzata al miglior soddisfacimento degli

interessi della clientela, nel rispetto delle norme che disciplinano la distribuzione di prodotti e servizi di

investimento, l’intera attività svolta deve rispettare i conseguenti principi di professionalità, correttezza

nelle relazioni con la clientela e fidelizzazione della stessa. A tal fine sono stati introdotti obblighi di

correttezza e conformità alla norma dell’attività svolta, attraverso l’obbligo in capo al Consulente

Finanziario di svolgere un’adeguata attività di assistenza post vendita ai clienti.

A partire dall’esercizio 2017 sono inoltre previsti per i Consulenti Finanziari sistemi di incentivazione

basati sull’individuazione di obiettivi individuali.

In particolare, la componente non ricorrente della remunerazione è collegata alle seguenti categorie di

incentivo:

A) Raccolta Netta e la Raccolta Netta Gestita

B) Contest sulla Raccolta Netta Gestita

C) Crescita quantitativa della Rete Commerciale e in particolare dei Consulenti finanziari.

Gli obiettivi di cui trattasi devono sempre essere realizzati nel rispetto della necessità di mantenere la

correttezza nelle relazioni con la clientela e di contenere i rischi legali e reputazionali.

Tutte le erogazioni delle incentivazioni vengono effettuate solamente a condizione che, alle date

previste per le erogazioni stesse, il rapporto di agenzia sia regolarmente in essere, non sia in corso il

periodo di preavviso e si siano verificate tutte le condizioni richieste di raggiungimento degli obiettivi di

risultato stabiliti.

Il diritto alla percezione dei bonus derivanti dai suddetti sistemi è inoltre subordinato, oltre che

all’effettivo risultato raggiunto, al raggiungimento del gate d’accesso di Banca Intermobiliare di cui al

precedente punto 7.7.

Anche per la figura dei Consulenti Finanziari è prevista la partecipazione ad un piano di remunerazione

variabile di lungo temine con l’obiettivo di fidelizzare la Rete Commerciale attraverso il

riconoscimento, al termine del triennio 2018-2020, di un premio per la raccolta netta effettuata (con

differenziazione tra Gestita e Amministrata).

L’erogazione del premio variabile rispetta le medesime regole e limiti previsti per il personale

commerciale dipendente.

Sono stati, inoltre, definiti alcuni meccanismi di correzione che consentono una decurtazione crescente

della parte variabile al verificarsi di determinati comportamenti, da parte del personale commerciale,

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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difformi da quanto prescritto dalla normativa o in presenza di eventi che sottopongano la Banca a

potenziali rischi o che abbiano procurato un danno a quest’ultima.

Sono, infine, previste clausole di restituzione qualora siano accertati comportamenti fraudolenti o

colposi.

8.5.3 ISTITUTI ACCESSORI ALLA REMUNERAZIONE PERMANENTE

Sono riconosciuti ai Consulenti Finanziari una copertura assicurativa per il caso di infortunio malattia e

invalidità permanente e gli istituti previdenziali e di fine rapporto previsti dalla normativa. A ciò si

aggiunge una specifica polizza finalizzata a garantire un reddito minimo in caso di grave inabilità

permanente (Long Term Care).

Queste misure hanno lo scopo di riconoscere a Consulenti Finanziari, accanto alla retribuzione

ordinaria, una serie di protezioni e di coperture volte a consolidare il rapporto professionale con la

banca, a reciproca garanzia di continuità di risultati nel tempo e nella convinzione anche che tali tutele

consentano un rapporto più efficace e sereno nei confronti della clientela.

9 POLITICHE RETRIBUTIVE E INCENTIVANTI DELLE SOCIETA CONTROLLATE

Le politiche di remunerazione e incentivazione delle società controllate da Banca Intermobiliare

seguono le linee guida da questa fornite al fine di assicurare la complessiva coerenza delle politiche di

remunerazione e incentivazione applicate al personale. Il presente documento ha infatti valenza per tutte

le società controllate.

In particolare, le società che non elaborano un proprio documento autonomo, sottoporranno

all’approvazione della propria assemblea il presente documento ed anche la sezione relativa

all’informativa ex post.

Symphonia SGR dovrà, invece, predisporre un proprio documento di politica, coerente alle linee guida

definite dalla Capogruppo Banca Intermobiliare e in ottemperanza alla disciplina specifica prevista per

le società di risparmio gestito.

Come già evidenziato in precedenza, in applicazione ai criteri tecnici ABE in tema di identificazione del

personale più rilevante e in osservanza delle disposizioni previste dalla Circolare n.285, il processo di

autovalutazione del personale più rilevante si è svolto anche a livello di singola società controllata.

Il piano di incentivazione per le controllate si sviluppa considerando, similmente a quanto fatto dalla

Capogruppo, tre categorie di personale:

soggetti rientranti nel perimetro del personale più rilevante di Gruppo appartenente alle società

controllate;

soggetti identificati esclusivamente nel perimetro del personale più rilevante della società

controllata (ma non di Gruppo);

altro personale appartenente alla società controllata.

Ai soggetti rientranti nel perimetro del personale più rilevante di Gruppo si applicano integralmente le

regole definite al par. “Personale più rilevante”, ferme restando eventuali regole specifiche imposte

dalla regolamentazione locale e di settore.

Per il restante personale appartenente alle società controllate, eventuali sistemi di remunerazione

variabile si attivano verificata la sostenibilità complessiva da parte delle funzioni preposte della

controllata e di Capogruppo e seguono i principi definiti per il restante personale.

Per categorie di personale che non impattano in modo materiale su rischi della banca/società di

appartenenza ma la cui remunerazione variabile può raggiungere dei livelli significativi sono declinate

regole di differimento e condizioni di malus tali da mitigare il rischio reputazionale e operativo la cui

entità è definita in coerenza con le linee guida della Capogruppo.

La possibilità di attivare i sistemi incentivanti previsti dalla società controllate è condizionata dal

superamento dell’Entry Gate definito a livello di Gruppo Banca Intermobiliare e specificato al paragrafo

7.7 del presente documento.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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In ultimo, vengono estesi alle società controllate, in coerenza con quanto definito per la Capogruppo, il

limite 1:1 nel rapporto tra la remunerazione variabile e fissa, le quote di assegnazione up-front e

differite, nonché la percentuale di compenso variabile da erogarsi sotto forma di strumenti finanziari per

il personale per cui è prevista tale modalità di erogazione.

10 INFORMATIVA QUANTITATIVA RELATIVA ALLE POLITICHE DI

REMUNERAZIONE DELL’ANNO 2017

Si illustrano di seguito le risultanze dell’applicazione delle politiche di remunerazione del personale

approvate dall’Assemblea dei Soci di Banca Intermobiliare (di seguito anche “BIM”) in data

21.04.2017.

Di seguito, per quanto riguarda l’intera popolazione di Banca Intermobiliare e le società da esse

controllate, compresi i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, l’ammontare complessivo

delle competenze del 2017 suddivise per categorie (valori espressi in unità di euro).

Nei paragrafi seguenti viene presentato il dettaglio delle competenze del 2017, articolato per le diverse

categorie di personale, ovvero:

1. i componenti del Consiglio di Amministrazione;

2. il personale più rilevante;

3. il personale commerciale;

4. i consulenti abilitati all’offerta fuori sede;

5. il restante personale dipendente;

6. il personale delle Società controllate.

CATEGORIAREMUNERAZIONE

TOTALE

Investment Banking (Direzione Generale BIM, Direzione Commerciale, Direzione

Mercati Finanziari, Direzione Crediti, Direzione Marketing &

Investment Solutions, Rete Commerciale, BIM Fiduciaria)

23.097.408

Asset Management(Amministratore Delegato e Direzione Generale Symphonia

SGR, Direzione Investimenti Symphonia SGR, Gestori e

Supporto Gestori Symphonia SGR, Direzione Commerciale

Symphnia SGR)

2.507.724

Funzioni di controllo 1.089.982

Funzioni aziendali (Organizzazione, IT, Amministrazione contabile e fiscale,

Risorse Umane, Affari Societari, Legale, Controllo di Gestione,

Comunicazione, Middle Office SYM)

5.542.622

Consulenti finanziari 7.713.535

Personale in distacco presso ex Capogruppo 2.471.784

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

118

10.1 Componenti del Consiglio di Amministrazione

Di seguito l’informativa relativa alla remunerazione complessiva del Presidente dell’Organo con

funzione di supervisione strategica e di ciascun membro dell’Organo con funzione di gestione, del

Direttore Generale, ai sensi della lett. j) dell’articolo 450 del regolamento UE N. 575/2013 del

Parlamento Europeo e del Consiglio (CRR).

Sulla base di quanto definito dall’art. 7 dello Statuto sociale di BIM che prevede che l’Assemblea

Ordinaria determini i compensi spettanti agli organi dalla stessa nominati, l’Assemblea dei Soci del 18

ottobre 2016, dopo aver nominato il Consiglio di Amministrazione in carica fino all’approvazione del

bilancio relativo all’esercizio 2018, ha definito i compensi a favore degli amministratori stabilendo i

seguenti importi, oltre al rimborso delle spese sostenute ai fini dello svolgimento dell’incarico:

25.000,00 euro annui a ciascun Consigliere;

70.000,00 euro annui al Presidente;

45.000,00 euro annui al Vice Presidente.

Al Consiglio di Amministrazione, sentito il Collegio Sindacale ai sensi dell’art. 2389 comma 3 del

Codice Civile, viene demandata anche la determinazione della remunerazione degli amministratori

investiti di particolari cariche; nell’ambito di tale facoltà, in relazione alla nomina del Consigliere con

Incarichi, è stato definito per tale figura un compenso aggiuntivo dell’importo di 455.000 euro lordi

annui.

Infine, il Consiglio di Amministrazione del 10/11/2016 ha deliberato i compensi per la partecipazione ai

comitati endoconsiliari:

Comitato Controllo e Rischi: 30.000,00 euro annui per il Presidente ed 20.000,00 euro annui per

gli altri componenti;

Comitato Nomine: 20.000,00 euro annui per il Presidente ed 15.000,00 euro annui per gli altri

componenti;

Comitato Remunerazione: 20.000,00 euro annui per il Presidente ed 15.000,00 euro annui per

gli altri componenti.

Comitato Amministratori Indipendenti: 10.000,00 euro annui per il Presidente ed 5.000,00 euro

annui per gli altri componenti;

Non sono previsti piani di incentivazione o componenti variabili basati sulle performances aziendali per

gli amministratori non esecutivi. I soggetti per cui tale componente è presente sono ricompresi nella

sezione relativa al “personale più rilevante”.

Di seguito si dettagliano i compensi totali del Presidente, di ciascun membro del Consiglio di

Amministrazione e del Direttore Generale erogati nell’anno 2017 in coerenza con quanto deliberato

dall’Assemblea e dal Consiglio di Amministrazione stesso.

Per i membri del Consiglio di Amministrazione, tali compensi comprendono i compensi di

amministratore, i compensi di carica, i compensi per i comitati endoconsiliari.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Valori espressi in unità di Euro (*) sono inclusi compensi per 91.994,57 euro lordi relativi all’esercizio 2016 erogati nel mese di febbraio 2017. (**) per un conteggio errato dei giorni di carica sono stati erogati compensi superiori al dovuto per 1.164,38 euro lordi; tali compensi sono stati recuperati con le competenze del primo trimestre 2018.

10.2 Il personale più rilevante

Per l’anno 2017 Banca Intermobiliare ha approvato un sistema incentivante che coinvolge le categorie

di soggetti la cui attività professionale ha o può avere un impatto rilevante sul profilo di rischio della

banca (così detti Risk Takers).

In via preparatoria all’approvazione delle politiche retributive ed incentivanti per l’anno 2017, Banca

Intermobiliare, in accordo con l’allora Capogruppo Veneto Banca, aveva svolto un’auto-valutazione per

identificare il cosiddetto “personale più rilevante” a livello Banca Intermobiliare.

Al personale individuato secondo la metodologia d’analisi sopra sinteticamente descritta, si applicano,

per la definizione dei compenso variabile, le regole stabilite dal documento “Politiche di remunerazione

2017”, approvato dall’Assemblea dei Soci del 21 aprile 2017 ed a cui si fa rinvio, che subordina

l’erogazione del premio al superamento di alcuni parametri di sostenibilità definiti annualmente in sede

di emanazione della politica di remunerazione.

In riferimento all’esercizio 2017, è stato verificato il raggiungimento dell’Entry Gate del sistema di

incentivazione definito a livello di Banca Intermobiliare, determinandosi così la possibilità di erogare

bonus al “personale più rilevante”, oltre che alle altre categorie di personale per cui tale soglia non è

applicata.

Nello specifico l'Entry Gate di Banca Intermobiliare per l’anno 2017 era rappresentato dal livello di

Tolerance dei seguenti due indicatori riferiti al RAF:

a) Total Capital Ratio – soglia minima dell' 9,88%

b) Liquidity Coverage – soglia minima del 110,0%

Poiché alla data del 31 dicembre 2017 i due indicatori erano pari a:

a) Total Capital Ratio – 10,52%

b) Liquidity Coverage - 114,79%

l’Entry Gate si considera validamente superato.

Per l’elaborazione e la definizione degli importi maturati in relazione all’esercizio 2017 dai soggetti

rientranti nel “personale più rilevante” sulla base delle percentuali di raggiungimento degli obiettivi

NOMINATIVO INCARICO DAL ALREMUNERAZIONE

TOTALE

Maurizio LauriPresidente del Organo con funzione di

supervisione strategica31/12/2016 31/12/2017 70.000,00

Giampaolo ProvaggiVice presidente del Organo con funzione di

supervisione strategica31/12/2016 16/05/2017 29.099,00

Giorgio Girelli(*)Membro del Consiglio di Amministrazione con

Incarichi31/12/2016 31/12/2017 571.994,57

Daniela Toscani Membro del Consiglio di Amministrazione 31/12/2016 31/12/2017 36.438,36

Maria Alessandra Zunino De

PignierMembro del Consiglio di Amministrazione 31/12/2016 31/12/2017 31.791,00

Anna Maria Chiodaroli Membro del Consiglio di Amministrazione 31/12/2016 21/06/2017 40.398,31

Simona Heidempergher Membro del Consiglio di Amministrazione 31/12/2016 31/12/2017 90.000,00

Michele Odello Membro del Consiglio di Amministrazione 31/12/2016 31/12/2017 55.000,00

Alessandro Potestà(**) Membro del Consiglio di Amministrazione 18/01/2017 31/12/2017 34.151,11

Paolo Ciccarelli Membro del Consiglio di Amministrazione 24/05/2017 31/12/2017 35.917,81

Stefano Maria Grassi Direttore Generale 25/02/2017 31/12/2017 780.447,00

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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individualmente assegnati tramite le Balanced Scorecard consegnate e condivise nel corso dell’anno, si

è fatto riferimento:

per gli indicatori di tipo quantitativo ai dati consuntivi elaborati dalla Direzione

Pianificazione e Controllo di Gestione;

per gli indicatori qualitativi, relativi ad obiettivi progettuali specifici per ciascun ruolo, alle

valutazioni indicate dal Direttore Generale per i soggetti suoi diretti riporti e alle valutazioni

che il Presidente proporrà all’approvazione del Consiglio di Amministrazione per quanto

riguarda gli obiettivi progettuali strategici supervisionati dal Consigliere con Incarichi e dal

Direttore Generale.

L’applicazione di tali indicazioni ha portato alla maturazione di compensi variabili per il “personale più

rilevante” dipendente da Banca Intermobiliare di incentivi per un totale di 485.305,91 euro (pari al

19,93% del totale delle relative retribuzioni lorde annue), con le seguenti ulteriori specifiche:

per il solo Direttore Commerciale, assunto in data 28/06/2017 e incaricato in data 21/09/2017, il

bonus maturato è parametrato sul periodo effettivamente lavorato a partire dall’assunzione in

Banca Intermobiliare;

per l’indicatore relativo al rapporto tra “Raccolta Gestita/Raccolta Totale” che non ha raggiunto

la soglia di attivazione (55,24% vs. budget di 55,44%) e presente sulla scheda bilanciata del

Direttore Commerciale e del Direttore Marketing & Investment Solutions, si riconosce ai due

soggetti interessati l’importo previsto al raggiungimento della soglia minima in considerazione

che il risultato è stato pari al 99,6% del livello Floor dell’obiettivo (rispettivamente 2.400,00

euro lordi pro quota e 6.250,00 euro lordi).

Inoltre, sono stati assegnati, secondo quanto previsto nelle facoltà del Consiglio di Amministrazione,

ulteriori bonus straordinari a quattro soggetti per un ammontare complessivo di 29.700 euro lordi.

In relazione ai suddetti compensi variabili, l’applicazione di quanto previsto dal Documento di Politiche

Retributive e Incentivanti di Banca Intermobiliare per l’esercizio 2017 in materia di erogazione, si da

evidenza del fatto che:

la quota di 400.021,03 euro lordi verrà liquidata entro il mese di giugno 2018, di cui

l’importo di 20.321,66 euro in strumenti finanziari;

la quota di 114.984,88 euro lordi verrà differita in due anni; l’erogazione avverrà per il

50% dell’importo entro il mese di giugno 2019 e per la restante parte entro il mese di

giugno 2020, salvo intervento successivo delle formule di claw back e malus;

per ciascuna quota differita, l’importo sarà erogato al 75% in contanti e al 25% in strumenti

finanziari, salvo il caso in cui la quota prevista non superi l’importo minimo di 10.000 euro

lordi (soglia di materialità per l’assegnazione di strumenti finanziari);

l’intervento di differimento della quota di compenso variabile eccedente la soglia di

materialità definita dal Consiglio di Amministrazione coinvolge quattro tra i soggetti

beneficiari di tale piano di incentivazione.

Sulla base di quanto sopra indicato, in relazione all’erogazione dei suddetti compensi variabili sotto

forma di strumenti finanziari, verrà successivamente definito e portato all’approvazione del Consiglio di

Amministrazione, sulla base di quanto già indicato nel Documento di politiche retributive e incentivanti,

un apposito regolamento di gestione del piano di compenso in strumenti finanziari.

Al Piano di Long Term Incentive, previsto in sede di assunzione per il Consigliere con Incarichi, il

Direttore Generale e il Direttore Marketing & Investment Solutions, non è stato ancora possibile dare

attuazione, ma con il supporto di una Società di consulenza si stanno attivamente delineando le modalità

operative.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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In linea con quanto indicato nel documento di Politiche di remunerazione e incentivazione per l’anno

2017, le coperture assicurative previste per il personale apicale sono state integrate con la stipula della

polizza vita. Non sono state apportate variazioni alle ulteriori polizze già in essere (polizza sanitaria,

infortuni professionali ed extra-professionali).

Nel corso dell’anno 2017 sono stati formalizzati accordi individuali in caso di termine del rapporto

lavorativo o revoca anticipata dalla carica con tre soggetti inclusi nel “personale più rilevante”.

Si segnala, infine, che nel corso dell’anno si è risolto il rapporto lavorativo con quattro dei Risk Takers

di Banca Intermobiliare; tali risoluzioni sono avvenute per dimissioni, per termine del contratto e per

risoluzione consensuale dal rapporto di lavoro, mentre in un caso vi è stato il termine del distacco

dall’ex Capogruppo Veneto Banca. Con tali soggetti non erano stati pattuiti accordi individuali

discrezionali relativi alla cessazione del rapporto di lavoro (c.d. golden parachutes). Per le modalità e il

contesto nel quale sono avvenute le dimissioni, non è stato necessario attivare clausole di claw-back.

10.3 Il personale commerciale dipendente

L’applicazione del sistema incentivante per la rete commerciale di Banca Intermobiliare approvato

dall’Assemblea dei Soci del 21.04.2017 comporterà la maturazione di incentivi da erogarsi entro il mese

di giugno 2018 per un totale 400.495,64 euro, di cui:

18.339,96 euro lordi ai Responsabili delle Aree Commerciali, di cui 13.840 euro quale bonus

per attività da reclutamento;

160.560,18 euro lordi ai Responsabili di Filiale dipendenti, di cui 14.311 euro quale bonus per

attività da reclutamento;

221.595.50 euro lordi ai Relationship Manager dipendenti;

in relazione all’esercizio 2017 non è prevista l’erogazione di compensi minimi garantiti al

personale commerciale dipendente.

In relazione a quanto previsto dal Sistema Incentivante per la Rete Commerciale, in considerazione

degli importi maturati, non è previsto per l’anno 2017 il differimento di importi.

Entro il mese di giugno 2018 si darà corso anche all’erogazione della quota prevista dei compensi

differiti relativi agli anni precedenti, ovvero:

seconda tranche del premio differito relativo ai compensi variabili dell’anno 2015: tale

intervento riguarda 3 soggetti (2 Responsabili di Filiale e 1 Relationship Manager) per un

importo pari a 24.841,84 euro lordi

prima tranche del premio differito relativo ai compensi variabili dell’anno 2016: tale intervento

riguarda 1 Responsabile di Filiale per un importo pari a 4.183,98 euro.

In riferimento all’erogazione dei compensi variabili previsti dal Sistema Incentivante per la Rete

Commerciale si precisa che gli importi indicati potrebbero subire ulteriori lievi rettifiche in relazione al

consolidamento finale dei dati provenienti dai flussi di alimentazione del sistema.

All’Assemblea del prossimo 21 aprile, qualora intervenissero variazioni di rilievo, verranno presentati i

dati definitivi del Sistema Incentivante per la Rete Commerciale come appendice alla presente

Relazione.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

122

10.4 I consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede

Gli assetti remunerativi dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede di Banca Intermobiliare –

disciplinati da contratti di Agenzia – hanno portato per l’anno 2017 al pagamento di provvigioni

ricorrenti per un ammontare pari a Euro 7.221.973,62 a favore di 47 soggetti.

A partire dal presente esercizio, come indicato nel Documento di Politiche retributive e incentivanti di

Banca Intermobiliare, è prevista l’erogazione di compensi variabili anche per 18 Consulenti Finanziari;

tale previsione comporterà la liquidazione di compensi variabili per un importo pari a 266.328,00 euro.

In applicazione del regolamento del Sistema Incentivante per i Consulenti Finanziari, si segnala che per

due dei suddetti soggetti, superando il compenso maturato la franchigia definita di 40.000 euro,

verranno applicate le regole di differimento previste; pertanto, l’importo complessivo di 41.627,35 euro

sarà erogato per il 50% entro il mese di giungo 2019 e per la restante parte entro il mese di giugno

2020, salvo intervento successivo delle formule di claw back e malus.

10.5 Il personale dipendente

Retribuzione fissa

La componente fissa è la parte fondamentale e prevalente della remunerazione per tutta la popolazione

aziendale, ma il contesto economico ha imposto un’ulteriore contenimento degli interventi rispetto

all’anno precedente.

Nello specifico le uniche posizioni su cui si è intervenuti sono state quelle del personale della Rete

Commerciale (Responsabili di Filiale e Relationship Managers), in particolare:

a marzo 2017, in relazione al raggiungimento dei previsti obiettivi contrattuali, incremento

retributivo per un soggetto per un ammontare complessivo di 19.609,00 euro lordi;

nel corso dell’anno, connessi al passaggio al ruolo di Relationship Manager o con finalità di

retention, sono stati effettuati interventi sul livello di inquadramento e/o aumenti retributivi che

hanno interessato 41 soggetti per un ammontare complessivo di 376.219,11 euro lordi.

Per quanto riguarda il restante personale, nel 2017 non sono stati definiti interventi di promozione e/o

aumenti ad personam, ad eccezione di:

5 casi per un ammontare di complessivi 3.817, euro e relativi ad un piano triennale di

adeguamento retributivo previsto per i soggetti assunti con l’inquadramento di 3°Area 1°

Livello – Inserimento professionale;

2 passaggio di livello nell’ambito delle Aree Professionali con aumenti retributivi per

complessivi 5.253 euro lordi;

2 aumenti retributivi per complessivi 18.772 euro lordi con finalità di retention.

Si segnala che, per tale categoria di personale, non sono state apportate, rispetto all’anno precedente,

variazioni alla polizze sanitaria, infortuni professionali ed extra-professionali già in essere l’anno

precedente.

Retribuzione variabile

Bonus discrezionali individuali

In relazione all’esercizio 2017, verranno erogati al personale di Banca Intermobiliare bonus

discrezionali individuali per un importo massimo pari a 210.000 euro lordi.

Premio aziendale per la totalità dei dipendenti (ad esclusione di dirigenti e personale commerciale) ai

sensi dell’art.48 CCNL

In considerazione dei risultati di esercizio, verificato che non sussistono le condizioni previste

nell’accordo siglato con le Organizzazioni Sindacali, nell’anno 2017, non è stato erogato alcun premio

aziendale in favore della totalità dei dipendenti di Banca Intermobiliare e delle società controllate.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

123

Non sono previsti piani di assegnazione di strumenti finanziari alla totalità della popolazione aziendale.

10.6 Il personale delle società controllate

Symphonia SGR

In relazione all’esercizio 2017, in cui i risultati economici sono stati di assoluto rilievo, in linea con

quanto previsto dalle Politiche di remunerazione e incentivazione definite da Symphonia SGR e

approvate dalla relativa Assemblea dei Soci in data 29/06/2017 è stata prevista l’erogazione di compensi

variabili al personale di Symphonia SGR, sia quello più rilevante, che per gli altri responsabili e addetti

di sede.

I compensi variabili che verranno riconosciuti in relazione ai risultati dell’esercizio 2017 ammontano a

825.744 euro lordi per i soggetti ricompresi nel personale più rilevante di Symphonia SGR, incluso

l’Amministratore Delegato

- la quota di 542.736 euro lordi verrà liquidata entro il mese di giugno 2018, di cui l’importo di

84.902 euro in strumenti finanziari;

- la quota di 283.008 euro lordi verrà differita in tre anni con quote di pari importo, salvo

intervento successivo delle formule di claw back e malus;

- per ciascuna quota differita, l’importo sarà erogato al 70% in contanti e al 30% in strumenti

finanziari;

- l’intervento di differimento del compenso variabile coinvolge cinque tra i soggetti beneficiari di

tale piano di incentivazione.

E’ inolte prevista, entro il mese di giugno 2018, l’erogazione di compensi variabili discrezionali per

complessivi 95.000 euro lordi per altri responsabili e addetti non inclusi nel personale più rilevante.

BIM Fiduciaria

Bim Fiduciaria, in relazione all’esercizio 2017, prevede di erogare bonus discrezionali per un importo

complessivo pari a 20.000 euro lordi.

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PILLAR 3 – INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31.12.2017

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Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei

documenti contabili societari

Il sottoscritto Mauro Valesani,

Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari della società Banca Intermobiliare di

Investimenti e Gestioni S.p.A., dichiara, ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della

Finanza, che l’informativa contabile, contenuta nel presente documento “Terzo Pilastro di Basilea 3 al

31 dicembre 2017” corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

Torino, 21 marzo 2018

Sig. Mauro Valesani

Dirigente preposto alla redazione

dei documenti contabili societari

BANCA INTERMOBILIARE S.p.A.