^PIETRO E IL MONDO La laicità non contrasta ladiscorso dell Eliseo, ricordando il Date a Cesare...

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drilli piano il diario Ricevuto da Sarkozy all'aeroporto, Ratzinger è stato accolto alTEliseo, dove ha parlato alle autorità dello Stato. Si è aperta così un'«agenda» fittissima, col discorso al mondo della cultura, i saluti alla comunità ebraica e agli esponenti islamici, la veglia in Cattedrale, davanti alla quale lo hanno atteso 15mila giovani ^PIETRO E IL MONDO I TELEGRAMMI Scambio di saluti tra il Pontefice e Napolitano C onsueto scambio di telegrammi tra il Pontefice e il capo dello Stato. Nel momento di partire per la Francia, Benedetto XVI ha inviato al presidente della Repubblica il seguente telegramma: «Nel lasciare il suolo italiano per recarmi in Francia e in particolare a Lourdes in occasione del 150° anniversario dell'apparizione della Vergine Immacolata mi è caro rivolgere a lei, signor presidente, il mio deferente saluto e mentre mi accingo a incontrare pellegrini e specialmente malati che da tutto il mondo accorrono in quel santuario mariano per trovare luce e speranza, invoco la benedizione del Signore sull'intera nazione italiana specialmente su quanti soffrono nel corpo e nello spirito». A sua volta Giorgio Napolitano nel ringraziare il Pontefice per il messaggio di saluto ha ricordato come la Francia sia «un Paese che ha dato un contributo storico essenziale all'affermazione dei valori della democrazia, della solidarietà, della tolleranza religiosa e che è chiamato a svolgere un ruolo centrale nella vita internazionale, come nel momento attuale, esercitando la presidenza di turno dell'Unione europea. Sono certo - ha concluso il capo dello Stato - che il suo messaggio di pace e di fratellanza fra i popoli sarà accolto con gratitudine e profonda consapevolezza del suo alto significato». La laicità non contrasta la Dall'Eliseo aNotre-Dame kprirna giornata delPapa a Parigi Anche in democrazia «la religione ha una funzione insostituibile DAL NOSTRO INVIATO A PARIGI MIMMO MUOLO e avrebbero di cose da raccontare, se potessero parlare, le pietre dell'E- liseo. Di qui, negli ultimi 300 anni, è passata la storia. Napoleone e Madame Pom- padour. Re e imperatori che hanno fatto e di- sfatto l'Europa. Ma parole come quelle di og- gi sono certamente nuove anche per un pa- lazzo come questo. Nuova è, per esempio, la consonanza tra un Papa, Benedetto XVI, e un presidente francese, Nicolas Sarkozy, sul con- cetto di «laicità positiva». Nuovo è l'affresco della scena mondiale che il Pontefice traccia nel proprio discorso, confidando le sue tre «preoccupazioni» (i giovani, la povertà, l'am- biente) . Ma nuova è soprattutto la rivendica- zione da parte del capo di Stato transalpino delle radici cristiane del Continente, anche perché pronunciata in quello che fino a ieri era il «tempio» per eccellenza della laicità che separa. Invece davanti alle autorità dello Stato che affollano il salone, davanti ai giornalisti e al- le telecamere e naturalmente davanti al Pon- tefice - che lui stesso, rompendo la consue- tudine, ha voluto andare a ricevere già all'ae- roporto di Orly, insieme con la moglie Carla Bruni vestita con un austero completo grigio - Sarkozy riafferma quanto aveva già detto in dicembre a Roma. «La laicità serve a rispet- tare, unire, dialogare e non a escludere o de- nunciare». Anzi, aggiunge quasi a suggellare la riflessione avviata allo- ra, «sarebbe folle», anche per una moderna demo- crazia, «privarsi della re- ligione». Il primo viaggio di Bene- detto XVI in Francia par- te, dunque, con il vento in poppa di questo in- contro, cordiale e persi- no amichevole, nella re- sidenza ufficiale del pre- il discorso sidente della Repubblica transalpina. Il Papa vi giunge intorno alle 12,30 dopo la breve ce- rimonia all'aeroporto e una sosta in nunzia- tura. Accolto da Sarkozy, che da perfetto pa- drone di casa gli mostra brevemente l'archi- tettura dell'edificio settecentesco, raggiunge gli appartamenti privati per il colloquio a quattr occhi. Resta insieme con lui una ven- tina di minuti, mentre il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, incontra il primo ministro francese, Francois Fillon. Infine, quando torna con il suo ospite nel Salone del- le Feste, dopo lo scambio dei doni e la pre- sentazione delle rispettive delegazioni, il Pon- tefice pronuncia il discorso - che Avvenire pubblica integralmente a pagina 6. Sottolinea anche a Parigi l'emergenza edu- cativa, Benedetto XVI. Chiede che i giovani siano «incoraggiati a rispettare se stessi e gli altri», si dice preoccupato per il tacito ma cre- scente divario tra ricchi e poveri nel mondo occidentale e per «lo stato del nostro Piane- ta», che va rispettato e protetto meglio. Ma soprattutto indica alla Francia, presidente di turno dell'Ue, una strada sicura per la co- struzione dell'Europa. Quei diritti dell'uomo dal concepimento alla morte naturale che sono così importanti anche per far fronte al «riemergere di vecchie diffidenze, tensioni e contrapposizioni tra Nazioni». Su questi ter- reni, dunque, argomenta il Pontefice, si de- ve misurare quella laicità positiva che se di- stingue tra ambito politico e religioso, non può ignorare «la funzione insostituibile del- la religione». Perfettamente in li- nea con queste af- fermazioni appaio- no anche i successi- vi appuntamenti. Nel primo pomerig- gio Benedetto XVI riceve in nunziatura i rappresentanti del- la Comunità ebraica e poi saluta alcuni e- sponenti musulmani che avevano seguito nel College des Bernardins il suo incontro con il mondo della cultura e il relativo di- scorso. Ai "fratelli maggiori", in particolare, il Papa ribadisce il «no» della Chiesa cattoli- ca «a ogni forma di antisemitismo, di cui non v'è alcuna giustificazione teologica accetta- bile». «Spiritualmente noi siamo semiti», af- ferma citando Pio XI. E con Henri de Lubac ripete che «essere antisemiti significava an- che essere anticristiani». Gli impegni si succedono celermente. E si ac- cende anche l'entusiasmo popolare, quando la papamobile compie il tragitto fino a Notte- Dame. Parigi, finalmente, mostrali suo cuo- re cattolico e migliaia di fedeli fanno ala al passaggio dell'auto papale, dalla quale Be- nedetto XVI, sempre accompagnato dall'ar- civescovo della capitale francese, Andre Vingt- . Trois, distribuisce sorrisi e benedizioni. Davanti alla Cattedrale sono già assiepati 15mila giovani. Sotto le grandiose arcate go- tiche del tempio lo attendono invece i sacer- doti, i religiosi e i seminaristi per la recita dei vespri. A loro il successore di Pietro racco- manda di curare la liturgia e di amare la Scrit- tura, studiarla, meditarla, farne la propria «compagna di vita», «imparare, grazie ad es- sa, ad amare ogni uomo». «Nessuno, infatti, è di troppo nella Chiesa. Tutti possono e de- vono trovarvi il proprio posto». Compresi, na- turalmente i giovani, con i quali il Pontefice conclude la sua intensa giornata. Sul sagrato di Notre-Dame ci si prepara alla veglia che durerà tutta la notte. Ma prima risuonano le parole di Benedetto XVI, spesso interrotto da- gli applausi: l'importanza dello Spirito Santo nella vita di ogni cristiano e la centralità del- la Croce, «che esprime la legge fondamenta- le dell'amore, la formula perfetta della vera vi- ta» . «Portate con coraggio la Buona Novella ai giovani della vostra età», raccomanda il Papa ai presenti. Anche loro, in fondo, sono pietre. Ma pietre vive. E dunque in futuro potranno parlare e raccontare le cose nuove che la lai- ca Parigi ha visto oggi. «Da cristiani nella società» DAL NOSTRO INVIATO A PARIGI uattro domande e altrettante risposte I riguardo a temi come il motti proprio _ ^ ^ sulla Messa in latino, la laicità, la cultura francese e il rapporto del Papa con Lourdes. Il primo viaggio di Benedetto XVI in terra francese comincia oltre un'ora prima dell'attcrraggio, quando il Pontefice si presenta nella parte dell'aereo destinato ai giornalisti e, accompagnato dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, risponde in francese ad alcuni quesiti. Si parla naturalmente degli argomenti principali di questi quattro giorni. E tra gli altri vi sono le resistenze di alcuni gruppi francesi contro il documento con cui, nel luglio dello scorso anno, Papa Ratzinger permette l'uso del Messale di san Pio V Resistenze, e in alcuni casi anche polemiche, che sono state ripescate nei giorni di vigilia della visita sulla stampa transalpina, sostenendo che si tratterebbe di «un passo indietro rispetto al Concilio». «Questo è un timore assolutamente infondato - risponde Benedetto XVI - II motti proprio è solo un atto di tolleranza e amore pastorale per le persone che sono state formate con questa liturgia, la amano, la conoscono e vogliono viverla». Per il Papa, dunque, «non c'è alcuna opposizione tra la liturgia rinnovata dal Concilio Vaticano II e quella precedente. I Padri conciliari hanno celebrato ogni giorno con l'antico rito e allo stesso tempo hanno concepito la riforma liturgica». Ci sono, certo, «degli accenti diversi - fa notare il Papa - ma anche un'identità comune che esclude il contrasto». I due riti, al contrario, possono arricchirsi reciprocamente. E, conclude sul punto il Pontefice, «la liturgia rinnovata è la liturgia ordinaria». Analogamente, quando gli chiedono di esprimersi sul concetto di laicità, Benedetto XVI esclude che essa sia «in contrasto con la fede». «È, anzi, un frutto della fede, afferma convinto (e spiegherà poi l'asserzione nel discorso dell Eliseo, ricordando il Date a Cesare ciò che è di Cesare contenuto nel Vangelo). Davanti ai giornalisti che lo ascoltano in aereo, ricorda: «La fede cristiana è universale, dunque non è identificabile con uno Stato. La religione non è una politica e la politica non è una religione, ma una realta profana». È necessario, pero, «che ci siano persone che amano Dio e i suoi valori fondamentali, per la sopravvivenza dello Stato e della nostra società». E perciò «i cristiani devono poter dare il proprio contributo per la costruzione della società stessa». Rispondendo alle altre due domande, il Papa ha ricordato il suo amore per la cultura e la teologia francese, citando tra gli altri De Lubac, Congar, Danielou, Clodele Bernanos. E quanto al suo pellegrinaggio a Lourdes, dicendosi devoto di Santa Bemadette (tra l'altro morta il 16 aprile, giorno in cui egli compie gli anni), ha spiegato: «Non andiamo per trovare miracoli, ma Famore della Madre che è la vera guarigione». Mimmo Muoio Ai giovani: «Siate testimoni dell'amore autentico Pubblichiamo il testo integrale del di- scorso pronunciato ieri da Benedetto X- VI sul sagrato della Cattedrale di Notre- Dame a Parigi durante la veglia di pre- ghiera con i giovani. C ari giovani, dopo il raccoglimen- to orante dei Vespri a Notte-Da- me, è con entusiasmo che voi mi salutate stasera, dando così un caratte- re festoso e molto simpatico a questo in- contro. Esso mi richiama quello indi- menticabile dello scorso luglio a Sydney, al quale alcuni di voi hanno partecipato in occasione della Giornata mondiale della Gioventù. Questa sera, vorrei par- larvi di due punti profondamente legati l'uno all'altro, che costituiscono un vero tesoro nel quale voi potrete porre il vo- stro cuore (cfr Mt 6,21). I l primo si collega col tema scelto per Sydney. È pure quello della vostra ve- glia di preghiera che sta per comin- ciare tra qualche istante. Si tratta di un passo degli Atti degli Apostoli, libro che alcuni qualificano molto giustamente come il Vangelo dello Spirito Santo: «Avreteforza dallo Spirito Santo che scen- derà su di voi e mi sarete testimoni» {At 1, 8). Sydney ha fatto riscoprire a molti gio- vani l'importanza dello Spirito Santo nel- la vita del cristiano. Lo Spirito ci mette in- timamente in rapporto con Dio, presso il quale si trova la sorgente d'ogni ric- chezza umana autentica. Tutti voi cer- caie di amare e di essere amati! È verso Dio che voi dovete volgervi per impara- re ad amare e per avere la forza di ama- re. Lo Spirito, che è Amore, può aprire i vostri cuori per ricevere il dono dell'a- more autentico. Tutti voi cercate la ve- rità e volete viverne! Questa verità è Cri- sto. Egli è la solaVia, l'unica Verità e la ve- raVita. Seguire Cristo significa veramente «prendere il largo», come dicono diver- se volte i Salmi. La strada dellaVerità è u- na e nello stesso tempo molteplice, se- condo i diversi carismi, come la Verità è una e nello stesso tempo di una ricchez- za inesauribile. Affidatevi allo Spinto San- to per scoprire Cristo. Lo Spirito è la gui- da necessaria per la preghiera, l'anima della nostra speranza e la sorgente della vera gioia. P er approfondire queste verità di fede, vi incoraggio a meditare la grandezza del sacramento della Confermazione che avete ricevuto e che vi introduce in una vita di fede adulta. È urgente comprendere sempre meglio questo sacramentoperverificare la qua- lità e la profondità della vostra fede e per rafforzarla. Lo Spirito Santo vi fa avvici- nare al Mistero di Dio e vi fa compren- dere chi è Dio. Egji vi invita a vedere nel vostro prossimo il fratello che Dio vi ha donato per vivere in comunione con lui, umanamente e spiritualmente, per vi- vere nella Chiesa dunque. Nel rivelarvi chi è il Cristo morto e risuscitato per noi, Egli vi spinge a testimoniare. Voi siete nel- l'età della generosità. È urgente parlare di Cristo attorno a voi, alle vostre fami- glie e ai vostri amici, nei vostri luoghi di studio, di lavoro o di divertimento. Non abbiate paura! Abbiate «il coraggio di vi- vere HVangelo e l'audacia di proclamar- lo» [Messaggio ai giovani del mondo, 20 luglio 2007). Per questo io vi incoraggio a trovare le parole adatte per annuncia- re Dio intorno a voi, poggiando la vostra testimonianza sulla forza dello Spirito imploratanellapreghiera. Portate laBuo- na Novella ai giovani __^ della vostra età e anche agli altri. Essi conosco- no le turbolenze degli affetti, la preoccupazio- ne e l'incertezza di fron- ti di voi portano al collo una catena con una croce. Anch'io ne porto una, come tutti i vescovi del resto v Non è un orna- mento, né un gioiello. È il simbolo pre- zioso della nostra fede, il segno visibile e materiale del legame con Cnsto. San Pao- lo parla chiaramente della Croce all'ini- zio della sua Prima Lettera ai Corinzi. A Corinto, viveva una comunità agitata e turbolenta che era esposta ai pericoli del- la corruzione presente nell'ambiente. Questi pericoli sono simili a quelli che conosciamo oggigiorno. Non citerò che «Alla Gmg in Australia molti hanno scoperto l'importanza dello Spirito Santo. Come san Paolo fate della Croce un segno di speranza» te al lavoro e agli studi. Affrontano sofferenze e fanno l'espe- rienza di gioie uniche. Rendete testimo- nianza di Dio, perché, in quanto giova- ni, voi fate pienamente parte della co- munità cattolica in virtù del vostro Bat- tesimo e in ragione della comune pro- fessione difede (cfr Ef4,5). La Chiesa con- ta su di voi, ci tengo a dirvelo! I n questo anno dedicato a san Paolo, vorrei affidarvi un secondo tesoro, che era al centro della vita di questo apostolo affascinante: si tratta del mi- stero della Croce. Domenica, a Lourdes, ' celebrerò la festa della Croce Gloriosa u- nendomiainnumerevoli pellegrini. Mol- i seguenti: le discussioni e le contese al- l'interno della comunità dei credenti, la seduzione esercitata dalle pseudo-sa- pienze religiose o filosofiche, la superfi- cialità della fede e la morale dissoluta. San Paolo inizia la sua lettera scrivendo: «Laparoladella Crocee stoltezzaper quel- li che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio» (I Cor 1,18). Poi l'Apostolo mostra l'op- posizione singolare che esiste fra la sa- pienza e la follia, secondo Dio e secon- do gli uomini. Egli ne parla quando evo- ca Mondazione della Chiesa a Corinto e, poi, aproposito della propria predica- zione. Egli conclude insistendo sulla bel- lezza della sapienza di Dio che Cristo - e, sulle sue orme, i suoi apostoli - sono venuti a insegnare al mondo e ai cristia- ni. Questa sapienza, misteriosa e resta- ta nascosta (cfr 1 Cor 2,7), ci è stata rive- lata dallo Spirito, perché «l'uomo natu- rale non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è ca- pace di intenderle, perché se ne può giu- dicare solo per mezzo dello Spirito» [1 Cor 2,14). L o Spirito apre all'intelligenza u- mana nuovi orizzonti che la supe- rano e le fa capire che l'unica vera sapienza risiede nella grandezza di Cri- sto. Per i cristiani la Croce è simbolo del- la sapienza di Dio e del suo amore infi- nito rivelatosi nel dono salvifico di Cri- sto morto e risorto per la vita del mon- do, per la vita di ciascuno e di ciascuna di voi in particolare. Possa questa sco- perta sconvolgente invitarvi a rispettare e a venerare la Croce! Essa è non soltan- to il segno della vostra vita in Dio e della vostra salvezza, ma è anche -voi lo com- prendete - la testimone muta dei dolori degli uomini e, allo stesso tempo l'e- spressione unica e preziosa di tutte le lo- ro speranze. Cari giovani, io so che ve- nerare la Croce attira a volte la derisione e anche la persecuzione. La Croce met- te in questione in qualche modo la sicu- rezza umana, ma rende sicura, anche e soprattutto, la grazia di Dio e conferma la nostra salvezza. Questa sera, io vi affi- do la Croce di Cristo. Lo Spirito Santo ve ne farà comprendere i misteri d'amore e voi esclamerete allora con san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del nostro Signore Gesù Cri- sto, per mezzo della quale il mondo per me e stato crocifisso, come io per il mon- do» {Gai 6,14). Paolo aveva capito la pa- rola di Gesù - apparentemente para- dossale - secondo cui solo donando («perdendo») la propria vita la si può tro- vare (cfr Me 8,35; Gv 12,24) e ne aveva concluso che la Croce esprime la legge fondamentale dell'amore, la formula perfetta della vera vita. Possa l'ap- profondimento del mistero della Croce far scoprire ad alcuni fra voi la chiamata a servire Cristo in maniera più totale nel- la vita sacerdotale o religiosa! E tempo ora di cominciare la veglia di preghiera, per la quale vi siete raccolti stasera. Non dimenticate i due tesori che il Papa vi ha presentato stasera: lo Spirito Santo e la Croce! Vor- rei, per concludere, dirvi ancora una vol- ta cne io conto su di voi, cari giovani, e desidererei che voi faceste esperienza oggi e domani della stima e dell'affetto della Chiesa! Che Dio vi accompagni o- gni giorno e benedica voi insieme con le vostre famiglie e i vostri amici. Ben vo- lentieri imparto a voi la benedizione a- postolica, così come a tutti i giovani del- la Francia. Benedetto XVI Cf.

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  • drillipiano

    il diarioRicevuto da Sarkozyall'aeroporto, Ratzingerè stato accolto alTEliseo,dove ha parlato alleautorità dello Stato. Si èaperta così un'«agenda»fittissima, col discorsoal mondo della cultura,i saluti alla comunitàebraica e agli esponentiislamici, la vegliain Cattedrale, davantialla quale lo hannoatteso 15 mila giovani

    ^PIETROE IL MONDO

    I TELEGRAMMI

    Scambio di saluti tra il Pontefice e Napolitano

    Consueto scambio di telegrammi tra il Pontefice e il capodello Stato. Nel momento di partire per la Francia,Benedetto XVI ha inviato al presidente della Repubblica ilseguente telegramma: «Nel lasciare il suolo italiano perrecarmi in Francia e in particolare a Lourdes in occasione del150° anniversario dell'apparizione della Vergine Immacolata miè caro rivolgere a lei, signor presidente, il mio deferente salutoe mentre mi accingo a incontrare pellegrini e specialmentemalati che da tutto il mondo accorrono in quel santuariomariano per trovare luce e speranza, invoco la benedizione delSignore sull'intera nazione italiana specialmente su quantisoffrono nel corpo e nello spirito». A sua volta GiorgioNapolitano nel ringraziare il Pontefice per il messaggio disaluto ha ricordato come la Francia sia «un Paese che ha datoun contributo storico essenziale all'affermazione dei valoridella democrazia, della solidarietà, della tolleranza religiosa eche è chiamato a svolgere un ruolo centrale nella vitainternazionale, come nel momento attuale, esercitando lapresidenza di turno dell'Unione europea. Sono certo - haconcluso il capo dello Stato - che il suo messaggio di pace e difratellanza fra i popoli sarà accolto con gratitudine e profondaconsapevolezza del suo alto significato».

    La laicità non contrasta laDall'Eliseo aNotre-Dame kprirna giornata delPapa a ParigiAnche in democrazia «la religione ha una funzione insostituibileDAL NOSTRO INVIATO A PARIGIMIMMO MUOLO

    e avrebbero di cose da raccontare,se potessero parlare, le pietre dell'E-liseo. Di qui, negli ultimi 300 anni, è

    passata la storia. Napoleone e Madame Pom-padour. Re e imperatori che hanno fatto e di-sfatto l'Europa. Ma parole come quelle di og-gi sono certamente nuove anche per un pa-lazzo come questo. Nuova è, per esempio, laconsonanza tra un Papa, Benedetto XVI, e unpresidente francese, Nicolas Sarkozy, sul con-cetto di «laicità positiva». Nuovo è l'affrescodella scena mondiale che il Pontefice traccianel proprio discorso, confidando le sue tre«preoccupazioni» (i giovani, la povertà, l'am-biente) . Ma nuova è soprattutto la rivendica-zione da parte del capo di Stato transalpinodelle radici cristiane del Continente, ancheperché pronunciata in quello che fino a ieriera il «tempio» per eccellenza della laicità chesepara.Invece davanti alle autorità dello Stato cheaffollano il salone, davanti ai giornalisti e al-le telecamere e naturalmente davanti al Pon-tefice - che lui stesso, rompendo la consue-tudine, ha voluto andare a ricevere già all'ae-roporto di Orly, insieme con la moglie CarlaBruni vestita con un austero completo grigio- Sarkozy riafferma quanto aveva già detto indicembre a Roma. «La laicità serve a rispet-tare, unire, dialogare e non a escludere o de-nunciare». Anzi, aggiunge quasi a suggellarela riflessione avviata allo-ra, «sarebbe folle», ancheper una moderna demo-crazia, «privarsi della re-ligione».Il primo viaggio di Bene-detto XVI in Francia par-te, dunque, con il ventoin poppa di questo in-contro, cordiale e persi-no amichevole, nella re-sidenza ufficiale del pre-

    il discorso

    sidente della Repubblica transalpina. Il Papavi giunge intorno alle 12,30 dopo la breve ce-rimonia all'aeroporto e una sosta in nunzia-tura. Accolto da Sarkozy, che da perfetto pa-drone di casa gli mostra brevemente l'archi-tettura dell'edificio settecentesco, raggiungegli appartamenti privati per il colloquio aquattr occhi. Resta insieme con lui una ven-tina di minuti, mentre il cardinale segretariodi Stato, Tarcisio Bertone, incontra il primoministro francese, Francois Fillon. Infine,quando torna con il suo ospite nel Salone del-le Feste, dopo lo scambio dei doni e la pre-sentazione delle rispettive delegazioni, il Pon-tefice pronuncia il discorso - che Avvenirepubblica integralmente a pagina 6.Sottolinea anche a Parigi l'emergenza edu-cativa, Benedetto XVI. Chiede che i giovanisiano «incoraggiati a rispettare se stessi e glialtri», si dice preoccupato per il tacito ma cre-scente divario tra ricchi e poveri nel mondooccidentale e per «lo stato del nostro Piane-ta», che va rispettato e protetto meglio. Masoprattutto indica alla Francia, presidente diturno dell'Ue, una strada sicura per la co-struzione dell'Europa. Quei diritti dell'uomodal concepimento alla morte naturale chesono così importanti anche per far fronte al«riemergere di vecchie diffidenze, tensioni econtrapposizioni tra Nazioni». Su questi ter-reni, dunque, argomenta il Pontefice, si de-ve misurare quella laicità positiva che se di-stingue tra ambito politico e religioso, nonpuò ignorare «la funzione insostituibile del-

    la religione».Perfettamente in li-nea con queste af-fermazioni appaio-no anche i successi-vi appuntamenti.Nel primo pomerig-gio Benedetto XVIriceve in nunziaturai rappresentanti del-la Comunità ebraicae poi saluta alcuni e-

    sponenti musulmani che avevano seguitonel College des Bernardins il suo incontrocon il mondo della cultura e il relativo di-scorso. Ai "fratelli maggiori", in particolare,il Papa ribadisce il «no» della Chiesa cattoli-ca «a ogni forma di antisemitismo, di cui nonv'è alcuna giustificazione teologica accetta-bile». «Spiritualmente noi siamo semiti», af-ferma citando Pio XI. E con Henri de Lubacripete che «essere antisemiti significava an-che essere anticristiani».Gli impegni si succedono celermente. E si ac-cende anche l'entusiasmo popolare, quandola papamobile compie il tragitto fino a Notte-Dame. Parigi, finalmente, mostrali suo cuo-re cattolico e migliaia di fedeli fanno ala alpassaggio dell'auto papale, dalla quale Be-nedetto XVI, sempre accompagnato dall'ar-civescovo della capitale francese, Andre Vingt- .Trois, distribuisce sorrisi e benedizioni.Davanti alla Cattedrale sono già assiepati15mila giovani. Sotto le grandiose arcate go-tiche del tempio lo attendono invece i sacer-doti, i religiosi e i seminaristi per la recita deivespri. A loro il successore di Pietro racco-manda di curare la liturgia e di amare la Scrit-tura, studiarla, meditarla, farne la propria«compagna di vita», «imparare, grazie ad es-sa, ad amare ogni uomo». «Nessuno, infatti,è di troppo nella Chiesa. Tutti possono e de-vono trovarvi il proprio posto». Compresi, na-turalmente i giovani, con i quali il Ponteficeconclude la sua intensa giornata. Sul sagratodi Notre-Dame ci si prepara alla veglia chedurerà tutta la notte. Ma prima risuonano leparole di Benedetto XVI, spesso interrotto da-gli applausi: l'importanza dello Spirito Santonella vita di ogni cristiano e la centralità del-la Croce, «che esprime la legge fondamenta-le dell'amore, la formula perfetta della vera vi-ta» . «Portate con coraggio la Buona Novella aigiovani della vostra età», raccomanda il Papaai presenti. Anche loro, in fondo, sono pietre.Ma pietre vive. E dunque in futuro potrannoparlare e raccontare le cose nuove che la lai-ca Parigi ha visto oggi.

    «Da cristiani nella società»DAL NOSTRO INVIATO A PARIGI

    uattro domande e altrettante risposteI riguardo a temi come il motti proprio

    _ ^ ^ sulla Messa in latino, la laicità, la culturafrancese e il rapporto del Papa con Lourdes. Ilprimo viaggio di Benedetto XVI in terrafrancese comincia oltre un'ora primadell'attcrraggio, quando il Pontefice si presentanella parte dell'aereo destinato ai giornalisti e,accompagnato dal direttore della Sala Stampavaticana, padre Federico Lombardi, rispondein francese ad alcuni quesiti.Si parla naturalmente degli argomentiprincipali di questi quattro giorni. E tra gli altrivi sono le resistenze di alcuni gruppi francesicontro il documento con cui, nel luglio delloscorso anno, Papa Ratzinger permette l'uso delMessale di san Pio V Resistenze, e in alcuni casianche polemiche, che sono state ripescate neigiorni di vigilia della visita sulla stampatransalpina, sostenendo che si tratterebbe di«un passo indietro rispetto al Concilio».«Questo è un timore assolutamente infondato- risponde Benedetto XVI - II motti proprio èsolo un atto di tolleranza e amore pastorale perle persone che sono state formate con questaliturgia, la amano, la conoscono e voglionoviverla». Per il Papa, dunque, «non c'è alcunaopposizione tra la liturgia rinnovata dalConcilio Vaticano II e quella precedente. I Padriconciliari hanno celebrato ogni giorno conl'antico rito e allo stesso tempo hannoconcepito la riforma liturgica». Ci sono, certo,«degli accenti diversi - fa notare il Papa - maanche un'identità comune che esclude ilcontrasto». I due riti, al contrario, possonoarricchirsi reciprocamente. E, conclude sulpunto il Pontefice, «la liturgia rinnovata è laliturgia ordinaria».

    Analogamente, quando gli chiedono diesprimersi sul concetto di laicità, BenedettoXVI esclude che essa sia «in contrasto con lafede». «È, anzi, un frutto della fede, affermaconvinto (e spiegherà poi l'asserzione neldiscorso dell Eliseo, ricordando il Date a Cesareciò che è di Cesare contenuto nel Vangelo).

    Davanti ai giornalisti che lo ascoltano in aereo,ricorda: «La fede cristiana è universale, dunquenon è identificabile con uno Stato. La religionenon è una politica e la politica non è unareligione, ma una realta profana». È necessario,pero, «che ci siano persone che amano Dio e isuoi valori fondamentali, per la sopravvivenzadello Stato e della nostra società». E perciò «icristiani devono poter dare il propriocontributo per la costruzione della societàstessa». Rispondendo alle altre due domande, ilPapa ha ricordato il suo amore per la cultura ela teologia francese, citando tra gli altri DeLubac, Congar, Danielou, Clodele Bernanos. Equanto al suo pellegrinaggio a Lourdes,dicendosi devoto di Santa Bemadette (tral'altro morta il 16 aprile, giorno in cui eglicompie gli anni), ha spiegato: «Non andiamoper trovare miracoli, ma Famore della Madreche è la vera guarigione».

    Mimmo Muoio

    Ai giovani: «Siate testimoni dell'amore autenticoPubblichiamo il testo integrale del di-scorso pronunciato ieri da Benedetto X-VI sul sagrato della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi durante la veglia di pre-ghiera con i giovani.

    C ari giovani, dopo il raccoglimen-to orante dei Vespri a Notte-Da-me, è con entusiasmo che voi misalutate stasera, dando così un caratte-re festoso e molto simpatico a questo in-contro. Esso mi richiama quello indi-menticabile dello scorso luglio a Sydney,al quale alcuni di voi hanno partecipatoin occasione della Giornata mondialedella Gioventù. Questa sera, vorrei par-larvi di due punti profondamente legatil'uno all'altro, che costituiscono un verotesoro nel quale voi potrete porre il vo-stro cuore (cfr Mt 6,21).

    I l primo si collega col tema scelto perSydney. È pure quello della vostra ve-glia di preghiera che sta per comin-ciare tra qualche istante. Si tratta di unpasso degli Atti degli Apostoli, libro chealcuni qualificano molto giustamentecome il Vangelo dello Spirito Santo:«Avreteforza dallo Spirito Santo che scen-derà su di voi e mi sarete testimoni» {At 1,8). Sydney ha fatto riscoprire a molti gio-vani l'importanza dello Spirito Santo nel-la vita del cristiano. Lo Spirito ci mette in-timamente in rapporto con Dio, pressoil quale si trova la sorgente d'ogni ric-chezza umana autentica. Tutti voi cer-

    caie di amare e di essere amati! È versoDio che voi dovete volgervi per impara-re ad amare e per avere la forza di ama-re. Lo Spirito, che è Amore, può aprire ivostri cuori per ricevere il dono dell'a-more autentico. Tutti voi cercate la ve-rità e volete viverne! Questa verità è Cri-sto. Egli è la sola Via, l'unica Verità e la ve-raVita. Seguire Cristo significa veramente«prendere il largo», come dicono diver-se volte i Salmi. La strada della Verità è u-na e nello stesso tempo molteplice, se-condo i diversi carismi, come la Verità èuna e nello stesso tempo di una ricchez-za inesauribile. Affidatevi allo Spinto San-to per scoprire Cristo. Lo Spirito è la gui-da necessaria per la preghiera, l'animadella nostra speranza e la sorgente dellavera gioia.

    P er approfondire queste verità difede, vi incoraggio a meditare lagrandezza del sacramento dellaConfermazione che avete ricevuto e chevi introduce in una vita di fede adulta. Èurgente comprendere sempre meglioquesto sacramentoperverificare la qua-lità e la profondità della vostra fede e perrafforzarla. Lo Spirito Santo vi fa avvici-nare al Mistero di Dio e vi fa compren-dere chi è Dio. Egji vi invita a vedere nelvostro prossimo il fratello che Dio vi hadonato per vivere in comunione con lui,umanamente e spiritualmente, per vi-vere nella Chiesa dunque. Nel rivelarvichi è il Cristo morto e risuscitato per noi,

    Egli vi spinge a testimoniare. Voi siete nel-l'età della generosità. È urgente parlaredi Cristo attorno a voi, alle vostre fami-glie e ai vostri amici, nei vostri luoghi distudio, di lavoro o di divertimento. Nonabbiate paura! Abbiate «il coraggio di vi-vere HVangelo e l'audacia di proclamar-lo» [Messaggio ai giovani del mondo, 20luglio 2007). Per questo io vi incoraggioa trovare le parole adatte per annuncia-re Dio intorno a voi, poggiando la vostratestimonianza sulla forza dello Spiritoimploratanellapreghiera. Portate laBuo-na Novella ai giovani _ _ ^della vostra età e ancheagli altri. Essi conosco-no le turbolenze degliaffetti, la preoccupazio-ne e l'incertezza di fron-

    ti di voi portano al collo una catena conuna croce. Anch'io ne porto una, cometutti i vescovi del restovNon è un orna-mento, né un gioiello. È il simbolo pre-zioso della nostra fede, il segno visibile emateriale del legame con Cnsto. San Pao-lo parla chiaramente della Croce all'ini-zio della sua Prima Lettera ai Corinzi. ACorinto, viveva una comunità agitata eturbolenta che era esposta ai pericoli del-la corruzione presente nell'ambiente.Questi pericoli sono simili a quelli checonosciamo oggigiorno. Non citerò che

    «Alla Gmg in Australia molti hanno scopertol'importanza dello Spirito Santo. Come sanPaolo fate della Croce un segno di speranza»

    te al lavoro e agli studi.Affrontano sofferenze e fanno l'espe-rienza di gioie uniche. Rendete testimo-nianza di Dio, perché, in quanto giova-ni, voi fate pienamente parte della co-munità cattolica in virtù del vostro Bat-tesimo e in ragione della comune pro-fessione difede (cfr Ef4,5). La Chiesa con-ta su di voi, ci tengo a dirvelo!

    I n questo anno dedicato a san Paolo,vorrei affidarvi un secondo tesoro,che era al centro della vita di questoapostolo affascinante: si tratta del mi-stero della Croce. Domenica, a Lourdes,

    ' celebrerò la festa della Croce Gloriosa u-nendomiainnumerevoli pellegrini. Mol-

    i seguenti: le discussioni e le contese al-l'interno della comunità dei credenti, laseduzione esercitata dalle pseudo-sa-pienze religiose o filosofiche, la superfi-cialità della fede e la morale dissoluta.San Paolo inizia la sua lettera scrivendo:«Laparoladella Crocee stoltezzaper quel-li che vanno in perdizione, ma per quelliche si salvano, per noi, è potenza di Dio»(I Cor 1,18). Poi l'Apostolo mostra l'op-posizione singolare che esiste fra la sa-pienza e la follia, secondo Dio e secon-do gli uomini. Egli ne parla quando evo-ca Mondazione della Chiesa a Corintoe, poi, aproposito della propria predica-zione. Egli conclude insistendo sulla bel-

    lezza della sapienza di Dio che Cristo -e, sulle sue orme, i suoi apostoli - sonovenuti a insegnare al mondo e ai cristia-ni. Questa sapienza, misteriosa e resta-ta nascosta (cfr 1 Cor 2,7), ci è stata rive-lata dallo Spirito, perché «l'uomo natu-rale non comprende le cose dello Spiritodi Dio; esse sono follia per lui, e non è ca-pace di intenderle, perché se ne può giu-dicare solo per mezzo dello Spirito» [1 Cor2,14).

    L o Spirito apre all'intelligenza u-mana nuovi orizzonti che la supe-rano e le fa capire che l'unica verasapienza risiede nella grandezza di Cri-sto. Per i cristiani la Croce è simbolo del-la sapienza di Dio e del suo amore infi-nito rivelatosi nel dono salvifico di Cri-sto morto e risorto per la vita del mon-do, per la vita di ciascuno e di ciascunadi voi in particolare. Possa questa sco-perta sconvolgente invitarvi a rispettaree a venerare la Croce! Essa è non soltan-to il segno della vostra vita in Dio e dellavostra salvezza, ma è anche -voi lo com-prendete - la testimone muta dei doloridegli uomini e, allo stesso tempo l'e-spressione unica e preziosa di tutte le lo-ro speranze. Cari giovani, io so che ve-nerare la Croce attira a volte la derisionee anche la persecuzione. La Croce met-te in questione in qualche modo la sicu-rezza umana, ma rende sicura, anche esoprattutto, la grazia di Dio e confermala nostra salvezza. Questa sera, io vi affi-

    do la Croce di Cristo. Lo Spirito Santo vene farà comprendere i misteri d'amore evoi esclamerete allora con san Paolo:«Quanto a me non ci sia altro vanto chenella Croce del nostro Signore Gesù Cri-sto, per mezzo della quale il mondo perme e stato crocifisso, come io per il mon-do» {Gai 6,14). Paolo aveva capito la pa-rola di Gesù - apparentemente para-dossale - secondo cui solo donando(«perdendo») la propria vita la si può tro-vare (cfr Me 8,35; Gv 12,24) e ne avevaconcluso che la Croce esprime la leggefondamentale dell'amore, la formulaperfetta della vera vita. Possa l'ap-profondimento del mistero della Crocefar scoprire ad alcuni fra voi la chiamataa servire Cristo in maniera più totale nel-la vita sacerdotale o religiosa!

    E tempo ora di cominciare la vegliadi preghiera, per la quale vi sieteraccolti stasera. Non dimenticatei due tesori che il Papa vi ha presentatostasera: lo Spirito Santo e la Croce! Vor-rei, per concludere, dirvi ancora una vol-ta cne io conto su di voi, cari giovani, edesidererei che voi faceste esperienzaoggi e domani della stima e dell'affettodella Chiesa! Che Dio vi accompagni o-gni giorno e benedica voi insieme con levostre famiglie e i vostri amici. Ben vo-lentieri imparto a voi la benedizione a-postolica, così come a tutti i giovani del-la Francia.

    Benedetto XVI

    Cf.