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Pietro Burelli

è sicuramente il personaggio che dona maggiore notorietà alla fa-miglia. Nato tra il 1584 e il 1589, fece una brillantissima carriera militare che lo portò fino ai vertici. Fu capitano generale del ter-ritorio di Chiusi, a servizio del Marchese Ascanio della Corgna; poi, sempre al seguito di tale Marchese, fu in Francia ove di-venne Generale dello Stato di Avignone e, quindi, in Fiandra50. In quella terra partecipa a varie battaglie: Oldenzaal nei Paesi Bassi, Singhen, Wachtendonc. Arrivò a combattere fino al confine con la Danimarca, e alla presa di Remberg51 nei pressi di Hagen. Di lui era nota, oltre che la valentia militare in senso stretto, la capacità ingegneristica: tant’è, che proprio per queste sue doti venne poi

50 G. Cozzari, o.c., p. 1�.51 Vedi lettera del Provveditore Generale di Terraferma, del 29.1.160�, che presenta il curriculum del Burelli in Archivio di Stato di Venezia, Regesto �6, c. 180 r/v.

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assunto dalla Serenissima con il ragguardevole stipendio di 400 scudi l’anno. Ma per comprendere la considerazione di cui go-deva, è bene ripercorrere i documenti originali che ci parlano di lui e che sono conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia52. In un dispaccio al Doge, il Provveditore di Terra, Benedetto Mo-ro5�, il 29 gennaio 160� scrive che, essendo l’esercito in ambasce per l’impossibilità di trovare bravi ingegneri capaci di «fabricar trincere et far forti in campagna et far mine a fortezze et altro» compare «per gran ventura ...il Capitan Pietro Borelli perugino, di buona età, di gran cognizione delle fortificazioni et espugna-tioni moderne il quale viene hora di Fiandra». Ma il fatto più interessante del dispaccio è che il Burelli porta a propria referen-za la sua conoscenza di uno strumento bellico nuovo che illustra per iscritto: la bomba! Questo il Moro scrive: «Mi ha egli fatto una distinta informatione in scritto d’un moderno importantissi-mo istrumento bellico, la Bomba, che fabricato et adoperato con l’opera si come per sua esperienza si offerisce apporterà notabile offesa...». Lo scrivente chiude il dispaccio con la precisa racco-mandazione di non sottovalutare la segnalazione poichè, afferma al Doge: «..non credo di ingannarmi che questo sia per riuscirle uno de più necessari et più utili huomini della sua conditione che sia per servirla...»54. E difatti Pietro si premura di presentare al Serenissimo governo un vero e proprio trattato sulle bombe, i tra-bucchi, le granate, il modo di realizzarle, caricarle e spararle55. La lunga carriera militare e i prestigiosi incarichi non lo estraniarono mai dalla sua terra e in uno dei suoi ritorni venne anche consulta-to quale valente ingegnere, perchè la cupola della Collegiata, da poco abbattuta in quanto pericolante, necessitava di rifacimento e le strutture portanti di consolidamento. Parrebbe dunque che fos-

52 Archivio di Stato di Venezia, Regesto �6, Senato di Terra, c. 180 r/v; Dispacci dei provveditori da terra e da mar, Benedetto Moro, busta 45.5� Cfr.: P. A. Noël -Bruno Daru, Storia della Repubblica di Venezia, traduzione dal francese, Voll. 10 -11, p. �80.54 Traduzione del documento originale ripresa da Cozzari, o.c., pp. 52-5�.55 Archivio di Stato di Venezia, Manoscritto di P. Burelli, fonte citata.

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se suo il consiglio di rafforzare la costruzione con l’aggiunta del colonnato interno. Non è invece condivisibile quanto scrivono sia Giambattista Burelli nel manoscritto sia il Guerrini, riportando quest’ultimo, oltre ad altri storici, che si debba attribuire a lui il vero e proprio disegno di detto colonnato che, invece, riprende il primitivo disegno delle paraste dell’Alessi.Per certo poi - e in questo caso confermiamo il Guerrini che però non cita le fonti - Pietro si occupò anche del restauro e della ri-strutturazione dei baluardi di Palmanova56 e concorse all’ideazio-ne e realizzazione di quello che, poi, sarà il sistema fortificato di Verona, per conto sempre della Serenissima Repubblica che pri-ma abbatte, e poi ricostruisce con criteri più moderni, il sistema difensivo della città scaligera5�.Pietro si spense prematuramente per una repentina e maligna feb-bre malarica, contratta nel 1642 nell’entroterra veneto.

56 Cfr. Archivio di Stato di Venezia: Inventario dell’archivio dei Provveditori alle fortezze, compilato da Luigi Ferro nel 1909, n. 1�4 (bis).5� Palladio, Vol. 1�, nn. 25-26, p. 1�8, nota 14.