PICCOLI PROGETTI PER GRANDI CAMBIAMENTI presso le comunità Munda del Bangladesh

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in collaborazione con SAMS: Sunderban Adibashi Munda Songstha Propone: PICCOLI PROGETTI PER GRANDI CAMBIAMENTI presso le comunità Munda del Bangladesh Le comunità Munda della foresta di Sunderban La pesca e la raccolta nella foresta, nonostante innumerevoli pericoli, restano tra le principali risorse per la difficile esistenza dei Munda di Sunderban. 1

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Dalla storia dei Munda alla realtà delle loro condizioni alla base di un progetto umanitario

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in collaborazione con

SAMS: Sunderban Adibashi Munda Songstha

Propone:

PICCOLI PROGETTI PER GRANDI CAMBIAMENTI

presso le comunità Munda del Bangladesh

Le comunità Munda della foresta di Sunderban

La pesca e la raccolta nella foresta, nonostante innumerevoli pericoli, restano tra le principali risorse per la difficile esistenza dei Munda di Sunderban.

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La foresta di SunderbanLa foresta costiera di Sunderban è uno dei luoghi più interessanti del Bangladesh dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Il nome deriva probabilmente dall’albero del Sundari, dal resistente legno rossiccio, che costituisce la principale fonte di legname da opera per le comunità locali. Questa è una delle più estese foreste di mangrovie del pianeta, ricca di vita selvatica, abitata da numerose specie di mammiferi, rettili e uccelli. La terra ferma è la patria della tigre del Bengala e del cervo maculato, mentre i canali lungo cui la marea si inoltra in profondità tra le terre costiere del delta sono ricchi di pesci, popolati da coccodrilli e da svariate specie uccelli. All’interno della foresta non ci sono insediamenti umani, ma i suoi margini ospitano una moltitudine di villaggi che sopravvivono in parte con le risorse che la foresta offre: pesci, cacciagione, miele selvatico, legname. Le comunità di questi villaggi sono in parte di etnia bengalese, però, nelle zone più marginali e più difficili, prevalgono gli insediamenti delle comunità tribali, essenzialmente Munda.

Provenienti dalle zone dell’India intorno al Jarkand, i Munda sono stati spinti a trasferirsi nel Sud-Ovest del Bengala dagli Inglesi, che necessitavano di mano d’opera esperta nel disboscamento e movimento terra. Attualmente in Bangladesh rimangono degli insediamenti nei Distretti di Satkhira e Khulna, soprattutto nelle zone ai margini della foresta costiera.

I Munda

Le comunità Munda del Bangladesh sono attualmente insediate in prevalenza nel Sud-Ovest del Paese, nei Distretti di Satkhira e di Khulna, in prossimità delle foreste costiere che sorgono sul delta del fiume Gange. Queste comunità non appartengono all’etnia bengalese predominante, ma si tratta di tribù dravidiche di origine assai antica, portatrici di cultura, tradizioni, lingua e religione proprie. Originarie delle regioni indiane del Jarkand, Bihar, West Bengal e Orissa, queste popolazioni tribali sono da sempre dotate di particolari abilità come cacciatori, pescatori, raccoglitori, scavatori e taglialegna, oltre che di una incredibile adattabilità alle condizioni di vita estreme. Rappresentavano quindi la mano d’opera ideale per gli Inglesi che, un paio di secoli fa, li impiegarono per strappare alla foresta superficie coltivabile. In cambio del loro lavoro, fu accordato loro il possesso di piccoli appezzamenti nei territori disboscati. Per tutelare queste piccole proprietà da acquisizioni fraudolente da parte delle popolazioni bengalesi, gli Inglesi emanarono una legge che impediva l’acquisto delle terre dei Munda da parte di persone non Munda. Questa regola fu però aggirata con

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la violenza o con l’inganno, tanto che attualmente la maggior parte dei Munda non possiede più nulla e deve affittare anche la piccola capanna in cui vive.

Un gruppetto di giovani ragazze e bambini Munda

La discriminazioneI Munda di Sunderban condividono la sorte di sfruttamento ed emarginazione che tocca in genere alle popolazioni tribali del sub-continente indiano, accomunate con il termine di “Adivasi”. Costoro furono spinti ad aderire, almeno formalmente, alla religione Indù, anche se la loro cultura mantiene ancora molti tratti della religione animista che era loro propria. Essi sono considerati fuori-casta e sono generalmente vittime di disprezzo e sopraffazione da parte tanto degli Indù quanto dei Mussulmani. Questo atteggiamento da parte del resto della comunità li ha privati della maggior parte dei diritti sociali, come l’istruzione, o l’equità del salario dovuto per il loro lavoro di cavatori di terra o braccianti a giornata. La pratica dell’allevamento dei gamberetti, molto redditizia per i proprietari terrieri, ha ulteriormente aggravato le loro condizioni di vita, potando via buona parte del terreno agrario che essi coltivavano come braccianti o mezzadri, circondando i loro villaggi con un deserto di acqua salata.

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Di questo villaggio Munda non restano che le capanne ad emergere dalla distesa di acqua salata delle gamberaie. Non esiste più neppure la strada: gli abitanti raggiungono le loro case camminando sugli argini

Sforzi per cambiareDa diversi anni Padre Luigi Paggi, Saveriano, lavora insieme ai Munda per cercare di migliorare le loro condizioni di vita ed esercitare finalmente qualcuno dei loro diritti sociali. I punti più importanti sono l’istruzione, il miglioramento economico, il recupero della loro identità e dignità culturale e sociale e il rispetto dei loro diritti civili, l’accesso alle risorse di base, quali acqua potabile, servizi igienici, elettricità.

Padre Luigi Paggi nella missione di Syamnagar, ai confini della foresta, con alcune studentesse Munda

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Per perseguire più efficacemente questi obiettivi, i Munda di Sunderban si sono recentemente costituiti in associazione di comunità (Community Based Organization) a cui è stato dato il nome di SAMS: Sunderban Adibashi Munda Songstha, cioè associazione degli Adivasi Munda di Sundarban.

I PROGETTI

Miglioramento delle condizioni igienico – sanitarie:

1- Servizi igienici.

Da 30 a 80 € per evitare il colera…L’assenza di servizi igienici è causa del diffondersi di malattie di ogni genere, dalle salmonella al colera, alle amebe. Pensare che per prevenire il pericolo delle malattie basterebbe molto poco: una cisterna sotterranea composta da cinque anelli di cemento, collegata con il gabinetto costruito con pareti di bambù, di argilla o di mattoni. E’ necessario diffondere la cultura dell’utilizzo dei servizi igienici ed aiutare le famiglie che, anche volendo, non possono permettersi di pagare interamente la costruzione di questi pur semplici strutture.Il costo dei servizi igienici per una famiglia è di circa 30 € per gli anelli di cemento della fossa biologica con il gabinetto in argilla; il costo sale a 80 € per una struttura in mattoni e cemento.

Costruzione di servizi igienici in villaggi del Bangladesh. Dopo aver acquistato i tubi in cemento per la costruzione delle fosse biologiche, questi vengono interrati (in alto); si procede quindi alla costruzione del gabinetto alla turca e della capanna. In basso a destra il risultato finale.

2- L’acqua potabile

80-90 € per offrire acqua pulita a una famiglia Nonostante il Bangladesh sia un Paese dove l’acqua abbonda, tanto da sommergere e travolgere campi e abitazioni durante le sempre più frequenti alluvioni, trovare acqua pulita da bere è uno dei problemi più importanti. L’acqua della pioggia raccolta nei laghetti artificiali, con l’andare del tempo si infetta di microbi patogeni di tutti i tipi e diventa una potenziale fonte di malattie. Lo

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stesso dicasi per l’acqua dei fiumi, che per di più sono spesso inquinati per l’assenza di depuratori presso le industrie e le città. Anche chi si rivolge speranzoso all’acqua di falda resta spesso deluso, per via della massiccia presenza di contaminanti, primo fra tutti l’arsenico. Ma nel Sud del Bangladesh, nei dintorni delle Sunderban, c’è un problema aggiuntivo: il sale. Salata è l’acqua dei fiumi, con la marea che risale per chilometri; salata anche l’acqua di falda. Distese saline sono poi le coltivazioni di gamberetti che si stendono a perdita d’occhio, assediando le capanne dei Munda, costruite in bilico sullo stretto margine degli argini. Si formano così processioni di donne, costrette a camminare per chilometri sotto il peso di grosse giare con cui portare a casa un po’ di acqua non salata di dubbia qualità igienica.

Data la rarità di questo prezioso liquido, di utilizzarlo a scopi igienici non se ne parla nemmeno. Per quello, se si è fortunati, si provvede con un tuffo in un laghetto melmoso e salaticcio, condiviso con pesci, papere e vacche accaldate. Però in Bangladesh piove: 1500-3000 mm l’anno! Anche se tutti concentrati nella stagione dei monsoni, più o meno da giugno a ottobre. Poter accumulare un po’ di quell’acqua e conservarla in contenitori puliti di materiale plastico sarebbe un sollievo incredibile. Se la si usa solo per bere e cucinare, un contenitore da 3000 litri può riuscire ad assicurare l’acqua ad una famiglia per diversi mesi, anche durante la stagione asciutta. Questi serbatoi hanno un costo di circa 8-9 centesimi di Euro per litro di capacità: quindi, per una cisterna da 1000 litri, occorrono 80-90 €, a seconda delle fluttuazioni del cambio.

Miglioramento delle condizioni economiche:

3- Sartoria

80-90 € per avviare una professioneLo stato di emarginazione e pregiudizio di cui i Munda sono tradizionalmente vittime, hanno impedito ai loro giovani di accedere a molti mestieri ed apprendere svariate professioni. Sono stati istituiti dei corsi professionali per ragazze e ragazzi: sartoria, falegnameria, meccanica… Affinché le competenze acquisite possano essere messe a frutto, è necessario offrire a questi giovani la possibilità di acquistare le attrezzature necessarie per iniziare la loro attività lavorativa.

Impianto di raccolta dell’acqua piovana

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Ragazze Munda che stanno completando il corso di sartoria. Per poter mettere a frutto le capacità acquisite avranno bisogno di un vero miracolo che consenta loro di acquistare la macchina per cucire..

Per iniziare, si intende aiutare le ragazze che hanno terminato il corso di sartoria ad acquistare una macchina per cucire, naturalmente a pedali (nella quasi totalità dei villaggi Munda non arriva la linea elettrica!), oltre ad alcune pezze di stoffa per iniziare il lavoro. Il tutto per un costo complessivo di circa 80-90 €.

4- Allevamento

90-100 €: il prezzo di un sogno…Un’altra importante fonte di reddito è l’allevamento di animali, quali capre e mucche. Mentre l’acquisto di una capretta è accessibile a molte famiglie, comprare una mucca, che offrirebbe latte per l’alimentazione di bambini malnutriti, e la non trascurabile rendita del vitello che può essere venduto, è generalmente un sogno inarrivabile. Con 90-100 € è possibile aiutare una famiglia a realizzare il sogno di poter comprare una mucca presso il mercato locale.

Mercato del bestiame in un villaggio ai confini con l’India. Per quasi tutti i poveri bengalesi il sogno di una vita è poter andare un giorno al mercato con in tasca il denaro necessario per portarsi a casa la loro mucca.

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5- Energia solare

350 € per vincere il buio…Forse uno dei progetti più interessanti per le comunità Munda è quello riguardante l’energia solare. Nei villaggi dislocati al confine della foresta la rete elettrica non arriverà mai, ma l’alternativa dell’energia solare è ormai ben consolidata. Un piccolo impianto, del costo di circa 400-450 €, è in grado di offrire l’illuminazione ad almeno cinque famiglie, oltre a un piccolo televisore in bianco e nero. Per meglio coinvolgere le famiglie nel progetto, si chiede loro di partecipare alla spesa con il 25% dell’importo, cioè circa 100 €, che potranno versare in piccole rate, mentre i restanti 300-350 € dovranno provenire da un finanziamento esterno. Guardando con occhi meravigliati il prodigio della luce elettrica che illuminava il buio della sua veranda, un anziano Munda ha esclamato: “Questa sera, per la prima volta nella mia vita, potrò vedere se nel mio piatto di riso cascherà qualche insetto…”. Questo desiderio ha contagiato le comunità dei villaggi della foresta, che vedono nell’energia solare la possibilità per i bambini di studiare la sera senza consumarsi gli occhi alla luce incerta del lumino a petrolio, di poter finalmente avere, con la piccola TV in bianco e nero, una connessione col mondo che fino ad ora li ha tagliati fuori.

Piccolo impianto a cellule fotovoltaiche in grado di fornire l’illuminazione notturna a 5-7 famiglie

6- Cultura e spettacolo

100 € per far festa…

I Munda vantano una cultura antica, con riti ed eventi sociali ricchi di canti, danze, folklore. Gruppi di artisti, cantori e danzatori, trasmettono alle nuove generazioni il patrimonio culturale e tradizionale di questa popolazione, che rischia di andare perduto, soffocato dalle espressioni musicali e folkloristiche dei gruppi sociali dominanti. I Munda sono certo abili nel ricavare piccoli, semplici strumenti dal bambù o dal legno della foresta, ma i materiali per costruire quelli più

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complessi sono costosi. Il suono dell’harmonium, ritmato dalla percussione dei tamburi, è il sottofondo musicale imprescindibile che accompagna i canti in tutte le occasioni. Questi strumenti vengono prodotti da artigiani altamente specializzati e il costo di un harmonium ed un paio di tamburi si aggira sui 100 €… per l’espressione della gioia, un piccolo costo.

Strumenti musicali tradizionali del Bangladesh

Costituzione di un fondo per affrontare le emergenze delle calamità naturali

7- Fondo emergenze

Offerta libera…L’ambiente naturale estremo che caratterizza la zona delle foreste costiere del Bangladesh pone spesso le comunità che vi risiedono in condizioni di dover affrontare emergenze di ogni sorta.Inondazioni, cicloni, eccessi del caldo e della siccità così come delle piogge torrenziali sono ricorrenti in queste zone. Ancora vivo è il ricordo dei danni causati dal ciclone che ha colpito il sud-ovest del Bangladesh nel 2006, ma quasi ogni anno calamità più o meno importanti si verificano su scala locale. Per una famiglia Munda anche il costo della riparazione del tetto di paglia della capanna, senza parlare di tegole o lamiera, può essere molto difficile da affrontare, così come la ricostruzione delle pareti di argilla cruda delle capanne che, imbevendosi d’acqua durante le alluvioni, si squagliano come un biscotto nel tè. Anche i raccolti di riso in tali circostanze vengono solitamente distrutti e il denaro per comprare nuove sementi, dopo che si è già perso un prezioso investimento, non sempre c’è. Inoltre occorre procurarsi in tempo beni di prima necessità: medicine, viveri, coperte e vestiti… Non sempre gli aiuti arrivano tempestivamente e, quando si è con l’acqua alla gola in senso letterale, non c’è tempo per aspettare le donazioni offerte da anime generose ma lontane: bisogna agire subito, con ciò che si ha sul momento. Sarebbe quindi estremamente utile se la comunità Munda potesse disporre di un fondo per le emergenze, che possa essere mobilizzato immediatamente quando si verificano i disastri. Ovviamente, per questo progetto, l’offerta è libera.

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Situazione ricorrente in seguito alle alluvioni che si verificano in Bangladesh quasi ogni anno.

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COME CONTRIBUIRE?

Chi volesse contribuire al progetto di SAMS a favore delle comunità Munda del Bangladesh “adottando” uno di questi microinterventi mediante IDEA Onlus, non ha che da effettuare un bonifico bancario sul conto corrente bancario di IDEA Onlus, riportato sotto, specificando nella causale: Attività istituzionale della Onlus - “SAMS” e il nome del microintervento che intende sostenere (es.: Attività istituzionale Onlus – SAMS-Acqua Potabile), magari comunicandolo al proprio promotore di IDEA Onlus di riferimento.

Conto Corrente Bancario presso: CASSA RURALE - BCC Via Carlo Carcano, 6 - 24047 Treviglio (BG)

Intestato a IDEA OnlusIBAN: IT29J0889953640000000025415

Cin: J Abi: 08899 Cab: 53640 c/c: 0000025415Causale versamento: Attività istituzionale Onlus. SAMS-(nome microprogetto)

Per ulteriori informazioni, potete scrivere al seguente indirizzo email: [email protected] oppure scrivere o telefonare ai promotori. Per Milano e Lombardia: Andrea Borghi (e-mail: [email protected]) e Barbara Alfieri (e-mail: [email protected]), tel. 0363-305681; per Torino e Piemonte: Gabriele Bresso (e-mail: [email protected]) e Maria Martin (e-mail: [email protected]), tel. 0121-800658.

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