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Venerdi 17 Febbraio 2012 primapagina 17 F orum Commercio, l’Ass. Famiglie numerose le Associazione di categoria e l’ass. Prov. al Lavoro a famiglie e confronto chiaro e serrato Presidente Vitali: “Banche sorde per le famiglie numerose” Le Banche, specie quelle locali, devono dare alle imprese artigiane maggiore fi ducia la sospensione delle rate dei mutui per le famiglie, evitando di ridurre gli affidamenti alle imprese. A differenza delle imprese, non abbiamo avuto riscontro dalle famiglie per ulteriori richieste. Questo dato però non vuol dire che le famiglie non siano in crisi o non abbiano problemi economici, può anche essere che, vista la situazione, le neo famiglie abbiano rinunciato ad acquistare una casa, per il timore che uno dei coniugi possa perdere il lavoro e non poter pagare il mutuo. Diverso caso per le imprese, in questo ambito abbiamo riscontrato una crisi notevole. Il nostro tier one è del 14% e siamo al 97% del rapporto tra raccolto ed erogato . Questo è un fattore impor- tante per una banca piccola come la nostra che raccoglie in loco e reinveste in loco. In provincia di Cremona impie- ghiamo più di quello che raccogliamo. Ricordo che la Banca di Caravaggio è presente a Soncino da 20 anni e a Crema ed Offanengo”. I coniugi Varichio, genitori di 5 figli, portano la loro esperienza nella richiesta di mutuo, negato e poi concesso dalla Sparkasse La sig.ra Veronica Rozza, moglie del sig. Paolo Varichio e genitori di una famiglia numerosa, composta da cinque figli hanno illustrato la propria, non facile, esperienza, alla ricerca di una banca che finanziasse il mutuo per una casa più grande per poter crescere i figli. "Contraddico il dott. Dionisi quando afferma che la richiesta di credito è diminuita. Noi abbiamo lottato mesi per ottenere un mutuo e abbiamo ricevuto tanti no. Eravamo correntisti della Banca Po- polare di Crema, ma qui non ci hanno concesso il mutuo". Nel discorso è in- tervenuto anche il sig. Roberto Vitali, Presidente dell'Associazione Famiglia Numerose di Cremona: "Noi portiamo l'esperienza del vissuto quotidiano. Noi conosciamo certi aspetti, certi problemi perchè li viviamo". Ha proseguito la sig.ra Rozza: "Dopo il diniego da parte della Banca Popolare abbiamo bussate alle porte di altre banche che ci hanno fatto sentire inadeguati nonostante non chiedessi- mo cifre iperboliche e pagassimo già un affitto di 650 euro al mese. Solo la Sparkasse, che ha una convenzione con l'Associazione Famiglie Numerose, ci ha dato fiducia. Si è creato un rapporto umano tra loro e noi. Non siamo una famiglia di insolventi, anche se, come molti oggi, fatichiamo ad arrivare alla fine del mese. Ma voi - rivolgendosi ai rappresentanti delle Banche -volete creare un rapporto con le famiglie? Bisogna infatti partire da qui per la crescita sociale. Siamo persone che vanno aiutate e se non ci aiutano le banche". "C'è uno scollamento - ha concluso Vitali - tra le banche locali e il tessuto sociale”. E’ intervenuto, in questo discorso, il dott.Landi: "Non è vero che le banche non vivono del rapporto con le famiglie. In tre anni abbiamo concesso tanti mutui alle famiglie. E' bene precisare che non bisogna considerare le banche come aziende pubbliche, bensì come aziende private e come tali devono rispondere ai propri soci e fare i conti con la con- correnza. Nel 2008 la crisi mondiale è nata anche da mutui troppo generosi. La nostra analisi è che per evitare che la famiglia vada in crisi economica il mutuo non deve superare il 30% dello stipendio". Rag. Angelo Zanchi: "Bisogna creare una rete con imprenditori capaci" “La BCC di Treviglio attraverso una sua società la SECO ha promosso un progetto di housing sociale realizzando 200 alloggi dati a famiglie che avevano difficoltà ad accedere al credito e che pagano un affitto del valore simbolico di 1 euro al mese. Mi associo a quanto appena detto dai miei colleghi. Anche a me è capitato di dover spiegare il perchè del diniego del mutuo a persone che con troppa facilità si acquistano le case, sen- za pensare poi alle spese che comporta una casa. Noi abbiamo riscontrato che la difficoltà non sta nel pagare la rata del mutuo, ma nel gestire poi le altre spese (come le bollette luce, gas, acqua , tel. ecc.) Abbiamo visto famiglie detonare e le loro case finire all’asta. Vi assicuro che questa non è un’esperienza che non voglio far ripetere a nessuna famiglia. Noi abbiamo contatti quotidiani con i nostri clienti, sia che siano aziende, sia che siano famiglie. I nostri imprenditori, sono anche soci della banca e parlando con loro è emerso che sono molti preoc- cupati per la situazione. Quando noi decidiamo di elargire un finanziamento ad una nostra impresa, è logico che se la ditta va in crisi, il problema è anche nostro. Il settore delle costruzioni è in crisi, l’usato non si riesce a vendere ed è logico che anche il nuovo fa la stessa fine. Il mercato è fermo. Noi abbiamo una responsabilità in più nei confronti dei nostri clienti, perchè quasi tutti loro sono anche nostri soci ed annualmente si tiene un’assemblea nella quale viene giudicato il nostro operato. In tutto quel- lo che facciamo dobbiamo poi render conto a loro. Siamo di fronte ad una crisi senza precedenti. Oggi, non ci si può più basare sul fatto che un’azienda è storica e guardare il suo bilancio per darle un finanziamento. Secondo me bisogna leggere con il Confidi, il pro- getto che l’imprenditore ha in mente, aiutarlo a costruirlo il suo progetto ed incoraggiarlo ad entrare in rete con altri che fanno la stessa attività. Purtroppo oggi di imprenditori capaci ce ne sono pochi e servono persone che siano in grado di interpretare questi progetti. Anche noi siamo in difficoltà, tutti noi oggi dobbiamo cambiare qualcosa, non solo le banche, ma anche gli impren- ditori affinché i lavoratori non perdano il loro posto di lavoro e la famiglie non si trovino poi in difficoltà. Il bene più prezioso che le famiglie oggi hanno, e che se non fosse così non le fa dormire la notte, è riuscire a pagare la rata del mutuo”. Dott. Berlino Tazza: "Il ruolo dei Confidi è determinante" Il Presidente di Asvicom dott. Berlino Tazza ha illustrato le azioni messe in campo dal Superconfidi del Commercio per le famiglie. "Nonostante il dott. Landi abbia detto che solo il 18% dei finanziamenti vengano erogati attraver- so i Confidi, il loro ruolo è determinante. Noi con il Superconfidi del Commercio abbiamo ridotto i costi di tre Consigli d'Amministrazione e di tre sedi (tre gestioni in un'unica realtà) e abbiamo creato un patrimonio che dà garanzie per 80 milioni di euro di finanziamenti. Il CdA che si è insediato una settimana fa circa, ha già valutato 57 pratiche e garantito finanziamenti per 4 milioni di euro. Il ruolo dei Confidi è importante per le imprese. Il ruolo sociale della Cooperativa di Garanzia è uguale a quello delle banche. Si valuta il progetto e si fanno le dovute verifiche prima di mettersi in azione. Se il 2011 è stato l'anno in cui la tipologia di finanziamen- to era per la ristrutturazione del debito delle imprese, nel 2012 il 70% delle pratiche trattate sono per l'acquisto di nuove strumentazioni e tecnologie innovative". Il dott. Tazza ha fatto un breve passaggio sul problema legato ai ritardi dei pagamenti della pubbli- ca amministrazione, agganciandosi all'intervento del dott. Cavagnoli, il quale ha dichiarato che “l’Asl ha tempi di pagamento a 120-180 giorni". "Il problema dei ritardi nei pagamenti è annoso, anche se il territorio cremonese è abbastanza virtuoso. Il pubblico deve alle imprese italiane 60 miliardi euro. 63 sono i giorni d'attesa in Europa, 186 in Italia con punte di 800 giorni a livello nazionale per la sanità". "Noi - ha reso pubblico il dott. Landi - siamo tesorieri del Comune di Crema e anticipiamo noi i soldi che deve pagare il Comune di Crema alle imprese”. Dott. Silvio Vailati: “Con i Confidi abbiamo un rapporto aperto da coltivare e potenziare” Dott. Silvio Vailati: “Mi piace sentir parlare di cambio di marcia nei Confidi per affrontare la crisi in modo diverso. Con i Confidi, noi della Banca Popo- lare di Crema, abbiamo un rapporto aperto da coltivare e potenziare. Per le famiglie in tre anni abbiamo erogato 200 milioni di euro e sostenuto 2000 famiglie”. Prof.ssa Paola Orini: "La Provincia collabora con Banche, Sindacati e Camera di Commercio per aiutare le famiglie e le imprese” “La Provincia di Cremona ha con- cordato con le banche locali una serie di politiche che hanno avuto riscontro positivo. È stato firmato un protocollo d’intesa da circa tre anni con Banca Popolare di Crema, Banca Cremonese Credito Cooperativo, Banca Cre- masca Credito Cooperativo, Cassa Padana – Banca di Credito Coope- rativo, Cassa Rurale ed Artigiana di Rivarolo Mantovano, Banca di Credi- to Cooperativo di Dovera e Postino, Credito Cooperativo dell’Adda e del Cremasco Cassa Rurale”, (in futuro faranno parte del tavolo anche la BCC di Offanengo – Treviglio e la BCC di Caravaggio). Periodicamente questo tavolo si riunisce per monitorare la situazione e le iniziative messe in atto. Tra queste azioni vi sono: l’anticipo di cassa integrazione, di qualsiasi tipo: ordinaria, straordinaria, in deroga per i lavoratori che hanno sospeso il rapporto di lavoro. I tempi che l’Inps impiega per dare le mensilità ai lavoratori sono lunghissimi ed allora le banche, dopo aver ottenuto la firma dell’accettazione della cassa, anticipano questi soldi alle famiglie. Nell’ultimo anno abbiamo aggiunto la sospensione della rata del mutuo. Questo è un protocollo molto positivo ed apprezzato dai lavoratori. Un’altra azione avviata sempre con le banche, ma che non ha avuto molto riscontro, è quella del micro-credito.(2- 3 mila euro). Sempre con le banche e in accordo anche con i sindacati Cgil, Cisl e Uil e la Camera di Commercio di Cremona, è stata avviata l’incenti- vazione per le aziende che assumono nuovo personale o che fanno passare un dipendente da un contratto più svantaggioso ad uno contratto mi- nimo di 12 mesi, più vantaggioso. Quest’iniziativa è andata talmente bene che la riproponiamo ancora. A livello europeo è stato riscontrato che l’incentivazione per l’assunzione è il metodo più efficace”. Task force delle Banche per finanziare la Cittadella dell’Anziano “E se veramente partisse a breve la Cittadella dell’Anziano le nostre ban- che locali sono disposte a scendere in campo o vogliono cedere il passo alla Banche Nazionali ?”. E’ questa la domanda posta dalla dott.ssa Rosa Massari Parati a conclusione del forum. "La Cittadella dell'Anziano è come se fosse un'azienda privata - ha risposto il dott. Paolo Landi "dobbiamo chiedere tutta la do- cumentazione, valutare i requisiti minimi. Come se fosse un'azienda a 360°. Ne dovremo poi rispondere ai nostri soci. Ai tavoli del dibattito come questo intervengono le banche locali, rispetto ad altri istituti di credito nazionali, perché abbiamo una maggiore responsabilità a livello territoriale". "Cerchiamo di aiutarci ed aiutare le imprese del territorio - ha affermato il rag. Angelo Zanchi- Se le cose vanno come devono andare è un bene per tutti". Il rag. Dario Cattaneo è d'accordo con quanto affermato dal dott. Landi: "Bisogna andarci con i piedi per terra perché i soldi non sono nostri". "Sarebbe bello - ha detto l'ass. prov. Paola Orini - che questo atteggiamento positivo venisse portato fino in fondo. Ci vuole impegno da parte di tutti”. Noi auspichiamo che si arrivi ad un’Associazione temporanea d’Impresa per l’appalto della Citta- della dell’Anziano. Un’ATI formata dalle imprese del nostro territorio, così che la ricaduta sul mondo che ruota intorno all’edilizia :idraulici, falegnami, lattonieri, ecc. trovi in questa operazione lo sbocco per superare questi anni di crisi. E dopo? Dopo aver costruito la Cittadella dell’Anziano, partiamo a ricostruire l’ex Kennedy. L’impor- tante che siano le nostre aziende e sostenute dalle nostre Banche. Quindi Cremaschi i vostri risparmi vanno depositati nelle sole banche che investono sul nostro territorio per le nostre aziende e per le nostre famiglie.

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Venerdi 17 Febbraio 2012primapagina16 Forum Venerdi 17 Febbraio 2012 primapagina 17Forum

di Denise Nosotti e Simona Cisarri

Come annunciato sul numero di inPrima-pagina di venerdì 10 febbraio, lunedì 13 febbraio, nella Reda-zione di via Frecavalli, a Crema, si è tenuto il forum-dibattito sul

tema: “Banche e fi nanziamenti a fa-miglie e piccole imprese”. L’incontro è stato condotto dal Direttore di inPrima-pagina dott.ssa Rosa Massari Parati. Presenti: Dott. Paolo Landi (Direttore Banca Popolare di Crema), Dott. Silvio Vailati (Capo Area Banca Popolare di Crema), Dott. Claudio Dionisi (Diret-tore Commerciale BCC di Caravaggio), Rag. Dario Cattaneo (Responsabile Area Affari Banca Cremasca), Rag. Angelo Zanchi ( Capo Area della BCC Offanengo – BCC Treviglio), Cav. Pierpaolo Soffi entini (Presidente As-sociazione Autonoma Artigiani), Dott. Bruno Cavagnoli (Direttore CNA Cre-mona), Dott. Mario Moretti (Direttore Edilconsorzio), Dott. Renzo Ardigò (Vice Direttore Libera Associazione Agricoltori), Roberto Vitali (Presidente Associazione Famiglie Numerose) con i coniugi Veronica Rozza e Paolo Varichio, genitori di cinque fi gli, Prof.ssa Paola Orini (assessore provinciale istruzione, formazione e lavoro) e Dott. Berlino Tazza (Presidente Asvicom). Dopo l’introduzione del Direttore, dott.ssa. Parati l’incontro è entrato nel vivo con gli interventi.

Dott. Mario Moretti: “L’edilizia uno deisettori più penalizzati”

Ha affrontato il tema rapportandolo alla situazione in cui versa il mondo dell’edilizia. “Le banche ci hanno messo in categoria C. Noi di Edilconsorzio, ricor-do, siamo la seconda realtà, nel campo dell’edilizia, più grossa, in provincia di Cremona. Siamo la più diffusa sul ter-ritorio con imprese a Cremona, Crema e nel Casalasco, che complessivamente raggruppa 33 aziende. Oggi contiamo 220 unità abitative invendute. Con 15 milioni di merce acquistata sul territorio da fornitori locali. Le banche ci hanno messo in categoria C e questo, per le banche, signifi ca che siamo inaffi dabili. Non abbiamo più potere d’acquisto per quanto ci serve per costruire. Abbiamo cercato di avvicinare le banche, con clienti interessati a comprare casa. Ma oggi non basta più portare il cliente che decide di mettere anche l’ipoteca sulla propria casa. Qualcuno ci deve illumi-nare sul futuro. Se dobbiamo metterci il cuore in pace e pensare subito di chiudere bottega o se dobbiamo tirare la cinghia ancora per 3-4 anni, in vista di un miglioramento. Forse in questi anni abbiamo costruito un po’ troppo, ma l’Italia è tutta da riqualifi care”.

– Ma non avete pensato di inserivi nel mercato dell’Housing Sociale?- ha chiesto il direttore di inPrimapagina. “Noi siamo poco inseriti nella politica. Quando abbiamo inaugurato la nostra nuova sede di Cappella Cantone, all’allora assessore regionale Scotti avevamo fatto presente che l’Aler sta ‘buttando’ sul mercato case quando c’è ancora tanto invenduto. In questo caso deve intervenire la politica. Noi siamo una delle categorie più pena-lizzate e tante aziende si vedono costrette a licenziare dipendenti”.

Forum-tavola rotonda nella redazione di inPrimapagina con 4 Banche, il Super Confi di del Commercio, l’Ass. Famiglie numerose le Associazione di categoria e l’ass. Prov. al Lavoro

Banche e fi nanziamenti a famiglie epiccole imprese: un confronto chiaro e serrato

Presidente Vitali:“Banchesorde perle famiglienumerose”

Le Banche,specie quelle locali,devono dare alleimprese artigianemaggiore fi ducia

L’edilizia è tra i settori più colpitidalla crisi. Le famiglie, specie con

tanti fi gli, faticano ad ottenere un mutuo

Dott. Bruno Cavagnoli:“Il problema più grave sono i tempi di pagamento”

“C’è molta preoccupazione, le mano-vre di risanamento sono preoccupanti. Ci troviamo di fronte a storture come il modo e i tempi in cui avvengono i pagamenti.

Ci troviamo in questa situazione ed uno dei problemi più gravi da affron-tare sono i tempi di pagamento. Siamo costretti a lavorare e a relazionarsi con il sistema del credito. Noi chie-diamo a questo sistema di prender coscienza della grave situazione e far la loro parte.

Rappresentiamo il mondo dell’im-presa ed il mondo economico e per noi è indispensabile rapportarci con le banche. Credo che uno sforzo in più abbia una ricaduto in positivo sul sistema delle imprese e questo è uno dei punti da cui partire. Le aziende virtuose di un tempo, ora sono in una situazione di diffi coltà per via dei tempi di pagamento.

La liquidità è un presupposto ed una condizione per stare sul mercato. Dal 2008 ad oggi molte aziende le abbiamo perse e quelle che sono rimaste hanno utilizzato gli ammortizzatori sociali ed hanno investito tutti i loro risparmi. Abbiamo bisogno di un ‘Sistema paese’ per far ripartire l’economia, dobbiamo fare tutti uno sforzo in più, altrimenti sarà diffi cile avviare la fase di ricrescita del lavoro e dell’occupazione”.

Cav. Pierpaolo Soffi entini: “Le banche devono dare alle imprese artigiane maggiore fi ducia”

Lei ha un’azienda fortunata per la nuova normativa che riguarda l’impiantistica. E gli iscritti all’Autonoma Artigiani Cremaschi? Ha chiesto il direttore di inPrimapagina. “L’Azienda ora è de miei fi gli –ha introdotto il Cav. Soffi entini- comunque i problemi degli associati all’Autonoma sono gli stessi di quelli iscritti alla CNA. L’Artigianfi di nato un anno fa non è in diffi coltà, ma si scontra con la rigidità del rapporto bancario. Le banche, specie quelle locali, devono dare alle imprese artigiane maggiore fi ducia. Ci deve essere una volontà comune di risolvere il problema dei pagamenti. I 60 giorni nessuno li rispetta. Si arriva fi no a 120-160 giorni. Non sono comunque le ban-che a essere messe sotto accusa, ma anche altre associazioni non artigiane come gli Industriali e l’ASL. Spesso approfi ttano del momento ed anche se possono pagare rimandano i pagamenti per comodità”. A tal proposito abbiamo sentito il direttore amministrativo dell’ASL dott. Giu-seppe Albini il quale ci ha dichia-rato che .” L’ASL paga a 60 giorni dal ricevimento della fattura. Non possiamo fare diversamente perchè abbiamo il controllo mensile da parte di Regione Lombardia. Posticipiamo i pagamenti se : la fattura è sbagliata o è sbagliata la fornitura, oppure se il fornitore non produce il DURC. In 14 anni non è mai successo che l’ASL abbia pagato interessi per ritardi nei pagamenti”.

Dott. Renzo Ardigò:"Il mondo agricolochiede di tenerepiù in considerazionele garanzie dei rischi”

“Le imprese agricole hanno lo stesso problema del settore edilizio, siamo tutti sulla stessa barca. Bisogna però fare un passo indietro. Noi ci troviamo in un quadro di recessione economica mondiale. La BCE (Banca Centrale Europa) ha immesso nel 2011 circa 700 miliardi di euro in liquidità ed entro la fi ne di febbraio ha annunciato che ne immetterà altri, arrivando ad un totale di circa 1.300 miliardi di euro. Di questi 40 miliardi sono andati al mondo agricolo di cui il 25% al Nord. Non si possono fare operazioni di cash

Rag. Dario Cattaneo:“Noi compriamo titolidi Stato per darenuove liquidità”

“Le domande di fi nanziamenti, di mutui sono tante. Pochi i dinieghi. Come tutti possiamo compiere degli errori nel dare o nel non dare. Mi ricordo che tanti anni fa la crisi immobiliare era già pesante. Siamo passati dal 1998 ad oggi, da 328 a 405 milioni di euro di impieghi con tassi limitati per i soci. Siamo quindi vicini ai nostri clienti. La crisi c’è. E’ latente, ma noi abbiamo ancora spazio per dare via soldi. Non nego che in passato possiamo avere sbagliato, esagerando magari un po’ troppo coi fi nanziamenti, però non tutti gli errori vanno imputati alle banche. Ognuno ha le sue responsabilità. Mi sembra di muovermi con dei mutui ancorati all’Euribor. Oltre al cash and carry vanno immessi nel siste-ma soldi. Noi abbiamo liquidità da dare ai clienti. Noi compriamo titoli di Stato per dare nuove liquidità. La nostra banca, rispetto alla raccolta e impiego, ha ancora notevole spazio. I problemi che oggi la società deve affrontare non sono di poco conto. Se un’azienda va male, anche noi ne risentiamo, in quanto, da erogatori del fi nanziamento, siamo quindi partner di maggioranza, perchè diamo il 50% del capitale. Come Banca Cremasca mi sento in questi anni di aver agito in modo leale pur sbagliando, in alcuni casi”.

Dott. Paolo Landi:“In due anni abbiamo erogato 470 ml di euroa famiglie ed imprese”

“La Popolare di Crema nel 2010 conta un miliardo di euro di raccolta diretta e un miliardo e 150 mila euro di erogazioni sul territorio. Dall’inizio del 2012 in due mesi abbiamo erogato già 450 milioni di euro a famiglie ed imprese, di cui alle PMI 18% con Confi di, senza sminuire il ruolo dei Confi di, e 82% senza Confi di. Non è vero dunque che si danno fi nanziamenti solo attraverso i Confi di. Ci sono stati imprenditori accorti ed altri meno. Non si può dare un giudizio uniforme su un intero settore, come quello dell’edilizia, per esempio. E’ vero che la BCE (Banca Centrale Europea) ha dato molta liquidi-tà. Il problema, in Europa, è che l’EBA e la BCE sembra non riescano a capirsi, a comunicare. L’EBA ha imposto che entro il 30 giugno l’indice core tier one, per le grandi banche italiane dovrà essere del 9% . Questo implica che non si possono fare più impieghi. L'Italia sta facendo una sorta di crociata contro l'EBA, perchè a fare le spese per questa situazione è l'utenza fi nale. L'impossibilità di fare impieghi signifi ca far morire l'attività principale di una banca". Il dott. Landi ha inoltre evidenziato che spesso i maggiori ritardatari nei pagamenti sono le pubbli-che amministrazioni. Ci sono aziende che stanno crescendo in fatturato, ma anche in insoluti. La valutazione di un'azienda si fa soprattutto dai suoi fl ussi di cassa. Quando un'azienda, per esempio, non ha fl ussi di cassa, ci sono meccanismi che mettono in osservazione chi ha 6-8 rate di mutui non pagate. Sono più importanti i fl ussi di cassa piuttosto che l'aumento del fatturato. Se uno aumenta il fatturato ma non incassa come può essere fi nanziato?".

Dott. Claudio Dionisi:"In prov. di Cremonaimpieghiamo più diquello che raccogliamo”

“La nostra situazione è come quella esposta dal Rag. Cattaneo di Banca Cremasca. Nel 2009/2010 abbiamo promosso un’iniziativa anticrisi, age-volando l’erogazione del credito, per i mutui alle imprese e alle famiglie. Con

la sospensione delle rate dei mutui per le famiglie, evitando di ridurre gli affi damenti alle imprese. A differenza delle imprese, non abbiamo avuto riscontro dalle famiglie per ulteriori richieste. Questo dato però non vuol dire che le famiglie non siano in crisi o non abbiano problemi economici, può anche essere che, vista la situazione, le neo famiglie abbiano rinunciato ad acquistare una casa, per il timore che uno dei coniugi possa perdere il lavoro e non poter pagare il mutuo. Diverso caso per le imprese, in questo ambito abbiamo riscontrato una crisi notevole. Il nostro tier one è del 14% e siamo al 97% del rapporto tra raccolto ed erogato . Questo è un fattore impor-tante per una banca piccola come la nostra che raccoglie in loco e reinveste in loco. In provincia di Cremona impie-ghiamo più di quello che raccogliamo. Ricordo che la Banca di Caravaggio è presente a Soncino da 20 anni e a Crema ed Offanengo”.

I coniugi Varichio, genitori di 5 fi gli, portano la loroesperienza nella richiestadi mutuo, negato e poi concesso dalla Sparkasse

La sig.ra Veronica Rozza, moglie del sig. Paolo Varichio e genitori di una famiglia numerosa, composta da cinque fi gli hanno illustrato la propria, non facile, esperienza, alla ricerca di una banca che fi nanziasse il mutuo per una casa più grande per poter crescere i fi gli. "Contraddico il dott. Dionisi quando afferma che la richiesta di credito è diminuita. Noi abbiamo lottato mesi per ottenere un mutuo e abbiamo ricevuto tanti no.

Eravamo correntisti della Banca Po-polare di Crema, ma qui non ci hanno concesso il mutuo". Nel discorso è in-tervenuto anche il sig. Roberto Vitali, Presidente dell'Associazione Famiglia Numerose di Cremona: "Noi portiamo l'esperienza del vissuto quotidiano. Noi conosciamo certi aspetti, certi problemi perchè li viviamo".

Ha proseguito la sig.ra Rozza: "Dopo il diniego da parte della Banca Popolare abbiamo bussate alle porte di altre banche che ci hanno fatto sentire inadeguati nonostante non chiedessi-mo cifre iperboliche e pagassimo già un affi tto di 650 euro al mese. Solo la Sparkasse, che ha una convenzione con l'Associazione Famiglie Numerose, ci ha dato fi ducia.

Si è creato un rapporto umano tra loro e noi. Non siamo una famiglia di insolventi, anche se, come molti oggi, fatichiamo ad arrivare alla fi ne del mese. Ma voi - rivolgendosi ai rappresentanti delle Banche -volete creare un rapporto con le famiglie? Bisogna infatti partire da qui per la crescita sociale. Siamo persone che vanno aiutate e se non ci aiutano le banche". "C'è uno scollamento - ha concluso Vitali - tra le banche locali e il tessuto sociale”. E’ intervenuto, in questo discorso, il dott.Landi: "Non è vero che le banche non vivono del rapporto con le famiglie. In tre anni abbiamo concesso tanti mutui alle famiglie. E' bene precisare che non bisogna considerare le banche come aziende pubbliche, bensì come aziende private e come tali devono rispondere ai propri soci e fare i conti con la con-correnza. Nel 2008 la crisi mondiale è nata anche da mutui troppo generosi. La nostra analisi è che per evitare che la famiglia vada in crisi economica il mutuo non deve superare il 30% dello stipendio".

Rag. Angelo Zanchi:"Bisogna creare una rete con imprenditori capaci"

“La BCC di Treviglio attraverso una sua società la SECO ha promosso un progetto di housing sociale realizzando 200 alloggi dati a famiglie che avevano diffi coltà ad accedere al credito e che pagano un affi tto del valore simbolico di 1 euro al mese. Mi associo a quanto appena detto dai miei colleghi. Anche a me è capitato di dover spiegare il perchè del diniego del mutuo a persone che con troppa facilità si acquistano le case, sen-za pensare poi alle spese che comporta una casa. Noi abbiamo riscontrato che la diffi coltà non sta nel pagare la rata del mutuo, ma nel gestire poi le altre spese (come le bollette luce, gas, acqua , tel. ecc.) Abbiamo visto famiglie detonare e le loro case fi nire all’asta. Vi assicuro che questa non è un’esperienza che non voglio far ripetere a nessuna famiglia. Noi abbiamo contatti quotidiani con i nostri clienti, sia che siano aziende, sia che siano famiglie. I nostri imprenditori, sono anche soci della banca e parlando con loro è emerso che sono molti preoc-cupati per la situazione. Quando noi decidiamo di elargire un fi nanziamento ad una nostra impresa, è logico che se la ditta va in crisi, il problema è anche nostro. Il settore delle costruzioni è in crisi, l’usato non si riesce a vendere ed è logico che anche il nuovo fa la stessa fi ne. Il mercato è fermo. Noi abbiamo una responsabilità in più nei confronti dei nostri clienti, perchè quasi tutti loro sono anche nostri soci ed annualmente si tiene un’assemblea nella quale viene giudicato il nostro operato. In tutto quel-lo che facciamo dobbiamo poi render conto a loro. Siamo di fronte ad una crisi senza precedenti. Oggi, non ci si può più basare sul fatto che un’azienda è storica e guardare il suo bilancio per darle un fi nanziamento. Secondo me bisogna leggere con il Confi di, il pro-getto che l’imprenditore ha in mente, aiutarlo a costruirlo il suo progetto ed incoraggiarlo ad entrare in rete con altri che fanno la stessa attività. Purtroppo oggi di imprenditori capaci ce ne sono pochi e servono persone che siano in grado di interpretare questi progetti. Anche noi siamo in diffi coltà, tutti noi oggi dobbiamo cambiare qualcosa, non solo le banche, ma anche gli impren-ditori affi nché i lavoratori non perdano il loro posto di lavoro e la famiglie non si trovino poi in diffi coltà. Il bene più prezioso che le famiglie oggi hanno, e che se non fosse così non le fa dormire la notte, è riuscire a pagare la rata del mutuo”.

Dott. Berlino Tazza:"Il ruolo dei Confi diè determinante"

Il Presidente di Asvicom dott. Berlino Tazza ha illustrato le azioni messe in campo dal Superconfi di del Commercio per le famiglie. "Nonostante il dott. Landi abbia detto che solo il 18% dei fi nanziamenti vengano erogati attraver-so i Confi di, il loro ruolo è determinante. Noi con il Superconfi di del Commercio abbiamo ridotto i costi di tre Consigli d'Amministrazione e di tre sedi (tre gestioni in un'unica realtà) e abbiamo

creato un patrimonio che dà garanzie per 80 milioni di euro di fi nanziamenti. Il CdA che si è insediato una settimana fa circa, ha già valutato 57 pratiche e garantito fi nanziamenti per 4 milioni di euro. Il ruolo dei Confi di è importante per le imprese. Il ruolo sociale della Cooperativa di Garanzia è uguale a quello delle banche. Si valuta il progetto e si fanno le dovute verifi che prima di mettersi in azione. Se il 2011 è stato l'anno in cui la tipologia di fi nanziamen-to era per la ristrutturazione del debito delle imprese, nel 2012 il 70% delle pratiche trattate sono per l'acquisto di nuove strumentazioni e tecnologie innovative". Il dott. Tazza ha fatto un breve passaggio sul problema legato ai ritardi dei pagamenti della pubbli-ca amministrazione, agganciandosi all'intervento del dott. Cavagnoli, il quale ha dichiarato che “l’Asl ha tempi di pagamento a 120-180 giorni". "Il problema dei ritardi nei pagamenti è annoso, anche se il territorio cremonese è abbastanza virtuoso. Il pubblico deve alle imprese italiane 60 miliardi euro. 63 sono i giorni d'attesa in Europa, 186 in Italia con punte di 800 giorni a livello nazionale per la sanità". "Noi - ha reso pubblico il dott. Landi - siamo tesorieri del Comune di Crema e anticipiamo noi i soldi che deve pagare il Comune di Crema alle imprese”.

Dott. Silvio Vailati:“Con i Confi di abbiamo un rapporto aperto da coltivare e potenziare”

Dott. Silvio Vailati: “Mi piace sentir parlare di cambio di marcia nei Confi di per affrontare la crisi in modo diverso. Con i Confi di, noi della Banca Popo-lare di Crema, abbiamo un rapporto aperto da coltivare e potenziare. Per le famiglie in tre anni abbiamo erogato 200 milioni di euro e sostenuto 2000 famiglie”.

Prof.ssa Paola Orini: "La Provincia collabora con Banche, Sindacati e Camera di Commercio per aiutare le famigliee le imprese”

“La Provincia di Cremona ha con-cordato con le banche locali una serie di politiche che hanno avuto riscontro positivo. È stato fi rmato un protocollo d’intesa da circa tre anni con Banca Popolare di Crema, Banca Cremonese Credito Cooperativo, Banca Cre-masca Credito Cooperativo, Cassa Padana – Banca di Credito Coope-rativo, Cassa Rurale ed Artigiana di Rivarolo Mantovano, Banca di Credi-to Cooperativo di Dovera e Postino, Credito Cooperativo dell’Adda e del Cremasco Cassa Rurale”, (in futuro faranno parte del tavolo anche la BCC di Offanengo – Treviglio e la BCC di Caravaggio). Periodicamente questo tavolo si riunisce per monitorare la situazione e le iniziative messe in atto. Tra queste azioni vi sono: l’anticipo di cassa integrazione, di qualsiasi tipo: ordinaria, straordinaria, in deroga per i lavoratori che hanno sospeso il rapporto

di lavoro. I tempi che l’Inps impiega per dare le mensilità ai lavoratori sono lunghissimi ed allora le banche, dopo aver ottenuto la fi rma dell’accettazione della cassa, anticipano questi soldi alle famiglie. Nell’ultimo anno abbiamo aggiunto la sospensione della rata del mutuo. Questo è un protocollo molto positivo ed apprezzato dai lavoratori. Un’altra azione avviata sempre con le banche, ma che non ha avuto molto riscontro, è quella del micro-credito.(2-3 mila euro). Sempre con le banche e in accordo anche con i sindacati Cgil, Cisl e Uil e la Camera di Commercio di Cremona, è stata avviata l’incenti-vazione per le aziende che assumono nuovo personale o che fanno passare un dipendente da un contratto più svantaggioso ad uno contratto mi-nimo di 12 mesi, più vantaggioso. Quest’iniziativa è andata talmente bene che la riproponiamo ancora. A livello europeo è stato riscontrato che l’incentivazione per l’assunzione è il metodo più effi cace”.

Task force delle Banche per fi nanziare laCittadella dell’Anziano

“E se veramente partisse a breve la Cittadella dell’Anziano le nostre ban-che locali sono disposte a scendere in campo o vogliono cedere il passo alla Banche Nazionali ?”. E’ questa la domanda posta dalla dott.ssa Rosa Massari Parati a conclusione del forum. "La Cittadella dell'Anziano è come se fosse un'azienda privata - ha risposto il dott. Paolo Landi "dobbiamo chiedere tutta la do-cumentazione, valutare i requisiti minimi. Come se fosse un'azienda a 360°. Ne dovremo poi rispondere ai nostri soci. Ai tavoli del dibattito come questo intervengono le banche locali, rispetto ad altri istituti di credito nazionali, perché abbiamo una maggiore responsabilità a livello territoriale". "Cerchiamo di aiutarci ed aiutare le imprese del territorio - ha affermato il rag. Angelo Zanchi- Se le cose vanno come devono andare è un bene per tutti". Il rag. Dario Cattaneo è d'accordo con quanto affermato dal dott. Landi: "Bisogna andarci con i piedi per terra perché i soldi non sono nostri". "Sarebbe bello - ha detto l'ass. prov. Paola Orini - che questo atteggiamento positivo venisse portato fi no in fondo. Ci vuole impegno da parte di tutti”.

Noi auspichiamo che si arrivi ad un’Associazione temporanea d’Impresa per l’appalto della Citta-della dell’Anziano. Un’ATI formata dalle imprese del nostro territorio, così che la ricaduta sul mondo che ruota intorno all’edilizia :idraulici, falegnami, lattonieri, ecc. trovi in questa operazione lo sbocco per superare questi anni di crisi. E dopo? Dopo aver costruito la Cittadella dell’Anziano, partiamo a ricostruire l’ex Kennedy. L’impor-tante che siano le nostre aziende e sostenute dalle nostre Banche. Quindi Cremaschi i vostri risparmi vanno depositati nelle sole banche che investono sul nostro territorio per le nostre aziende e per le nostre famiglie.

and carry e carry trade nella speranza che i soldi si tramutino in liquidità. La politica che sta adottando non solo il sistema europeo, ma anche quello americano, è una politica espansio-nistica che fa aumentare l’infl azione, ma purtroppo non c’è altra soluzione. La Federal Reserv ha già annunciato che i tassi rimarranno bloccati allo 0% per altri due anni. Il settore agricolo ha molte diffi coltà ad ottenere i fi nan-ziamenti. La media di sofferenza è del 6%. I fi di fi no a 125.000,00 euro sono i più sicuri. Noi chiediamo di tenere più in considerazione gli strumenti e le garanzie dei rischi del mondo agricolo. Noi possiamo contare anche sull’Ismea (Istituto di Servizio per il Mercato Agrico-lo Alimentare)che è come se garantisse lo Stato e sul Confi di, ma non riusciamo ad avere dei riscontri in più dalle ban-che”. Sulla questione dell’uso del mais per le biomasse, Ardigò ha espresso la sua posizione, “Qua c’è un’idea di fondo sbagliata. Usare le biomasse per produrre energia è una scelta del singolo imprenditore che decide di adottare nella sua azienda. E comunque l’uso del mais per questo tipo di attività, è una goccia nell’oceano, rispetto alla produzione italiana nel mondo che è dell’1%. Quindi, qua da noi a livello locale sembra che il mais impiegato sia tanto, ma in realtà non è così. Siamo la prima provincia d’Italia nel settore delle energie rinnovabili e comunque l’Unione Europea ci ha imposto che nel 2020 si devono raggiungere determinati obiettivi per la salute dei cittadini e per il rispetto dell’ambiente. Stessa cosa vale per i campi impiegati per il fotovoltaico”.