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1 ENTE PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA PIANO TRIENNALE PREVENZIONE della CORRUZIONE 2016 – 2018

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ENTE PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA

PIANO TRIENNALE PREVENZIONE della CORRUZIONE

2016 – 2018

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PREMESSA

La Legge 6 novembre 2012, n.190, recante “ Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” assegna alle pubbliche amministrazioni il compito di definire il proprio Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione (PTPC, sulla base delle direttive e dei contenuti indicati nel Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) a sua volta predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica(DFP) ed approvato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) con Delibera n.72/2013 dell’11 settembre 2013 . Il presente PTPC, secondo quanto stabilito al punto 3.1.1 del PNA, descrive nell’apposita sezione anche le iniziative intraprese dall’Ente nel corso dell’anno 2014 per diffondere tra i propri dipendenti e collaboratori la cultura dell’anticorruzione. Per quanto riguarda il triennio 2015-2017 il presente Piano:

• individua i soggetti, con i relativi compiti e responsabilità, che all’interno della struttura organizzativa dell’Ente sono coinvolti nella prevenzione della corruzione;

• descrive, in riferimento alle aree di rischio obbligatorie individuate nell’articolo 1, comma 16 della Legge 190/2012 quali sono gli ambiti di attività specifici dell’Ente Parco Nazionale della Majella che rientrano in tali Aree;

• descrive come verranno attuate nel corso del triennio di vigenza in termini di tempistica e di soggetti attuatori, le misure di mitigazione del rischio da corruzione indicate come obbligatorie dalla normativa nazionale nonché le misure ulteriori per prevenire il rischio da corruzione che si è ritenuto utile adottare;

• indica quali sono i tempi e le modalità con cui i soggetti preposti ne valuteranno l’efficacia del presente Piano.

Con l’approvazione del PTPC l’Ente Parco Nazionale della Majella concorre alla realizzazione dei seguenti obiettivi strategici, definiti a livello internazionale, in tema di prevenzione della corruzione:

• riduzione delle opportunità che si manifestino casi di corruzione; • incrementare la capacità di scoprire casi di corruzione; • creare un contesto sfavorevole alla corruzione

Come stabilito al paragrafo 2.1 del PNA, il concetto di corruzione che viene preso a riferimento è comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell'attività amministrativa, si riscontri l'abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. “Le situazioni rilevanti sono più ampie della fattispecie penalistica, che è disciplinata negli artt. 318, 319 e 319 ter, c.p., e sono tali da comprendere non solo l'intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del codice penale, ma anche le situazioni in cui - a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero l'inquinamento dell'azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo.” Ai sensi dell’articolo 10, comma 2 del Decreto Legislativo 14 marzo 2013, il Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI) , che l’Ente è tenuto ad adottare ai sensi dell’articolo 13, comma 6, lettera e) del Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n.150, relativamente al periodo 2015 – 2017, costituisce una sezione del presente PTPC.

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PROCESSO DI ADOZIONE DEL PIANO Attività svolta nell’ambito della prevenzione della corruzione nel corso dell’anno 2015 L’organizzazione dell’Ente risulta essere così strutturata:

DIREZIONE

A. SERVIZIO ORGANI DELL’ENTE E AFFARI GENERALI

B. SERVIZIO AMMINISTRATIVO

A1 UFFICIO STAMPA, MARKETING E COMMERCIALE

RESPONSABILE DI UFFICIO: FRANCESCO CRIVELLI B1

Personale assegnato:

n. 1 unità profilo professionale C1 − Di Padova Concetta

n. 1 unità profilo professionale B1 - Nicola Scalzitti

n. 1 unità profilo professionale A1 - Dino D’Alessandro

A2 UFFICIO PROMOZIONE E TURISMO, PROTOCOLLO E U.R.P.

RESPONSABILE DI UFFICIO: STEFANIA MONACO B3

Personale assegnato:

n. 3 unità profilo professionale B1 - John Forcone - Angelina Di Martino - Loreta Catalano

n.1 unità profilo professionale A1 − Francesca Gasbarro

B1 UFFICIO CONTABILITA’ E PATRIMONIO

RESPONSABILE DI UFFICIO: MARCO LIBERATORE C1

Personale assegnato:

n. 1 unità profilo professionale B3 - Rosalba Di Mascio -

B2 UFFICIO PERSONALE E AMMINISTRATIVO

RESPONSABILE DI UFFICIO: MASSIMO TUDINI C1

Personale assegnato:

n. 2 unità profilo professionale B3 - Carmelina Capaldo - Elena Colamarino

n. 1 unità profilo professionale B1 - Donatella Vitale

B3 UFFICIO LEGALE

RESPONSABILE DI UFFICIO: STEFANIA RANIERI C2

Personale assegnato: n. 1 unità profilo professionale B1

- Diana Dell’Arciprete

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C. SERVIZIO TECNICO-URBANISTICO

D. SERVIZIO NATURALISTICO-

SCIENTIFICO

C1 UFFICIO MANUTENZIONI E LAVORI PUBBLICI RESPONSABILE DI UFFICIO: VINCENZO INGANI B2 Personale assegnato: n. 1 unità profilo professionale B3

- Nino Fazio

n. 3 unità profilo professionale A1 - Angelina Trozzi - Maria Di Santo - Luciano Santone

C2 UFFICIO URBANISTICA E NULLA OSTA RESPONSABILE DI UFFICIO: CATERINA TERRIBILE C2 Personale assegnato: n. 2 unità profilo professionale B2

- Gabriele Santucci - Maria Grazia Quaranta

C3 UFFICIO S.I.T., INFORMATICA ED EDUCAZIONE AMBIENTALE

RESPONSABILE DI UFFICIO: ELENA LIBERATOSCIOLI C2

Personale assegnato:

n. 2 unità profilo professionale B1 - Mariano Spera - Maria Peroni

C4 UFFICIO SISTEMA DELLA FRUIZIONE RESPONSABILE DI UFFICIO: MA URIZIO MONACO Personale assegnato: n. 4 unità profilo professionale A1

- Edgardo Di Matteo - Dimitri Carducci - Giuseppe Carozza - Giammartino Coletti

D1 UFFICIO GESTIONE FORESTALE RESPONSABILE DI UFFICIO: TEODORO ANDRISANO C4 D2 UFFICIO VETERINARIO E ZOOTECNIA RESPONSABILE DI UFFICIO: SIMONE ANGELUCCI C1 Personale assegnato: n. 1 unità profilo professionale B1

- Luca Madonna

n. 2 unità profilo professionale A1 - Raffaele Pitassi - Moreno Di Pietrantonio

D3 UFFICIO GESTIONE FAUNISTICA RESPONSABILE DI UFFICIO: ANTONIO ANTONUCCI C1 Personale assegnato: n. 1 unità profilo professionale C1

- Marco Carafa n. 1 unità profilo professionale B1

− Assunta Masciarelli D4 UFFICIO AGRONOMICO E INDENNIZZI, FAUNA SELVATICA RESPONSABILE DI UFFICIO: GIUSEPPE MARCANTONIO C2 Personale assegnato: n. 2 unità profilo professionale B2

- Colomba Macino - Pasqualino Migliori

n. 1 unità profilo professionale B1

- Marco Di Santo

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D5 UFFICIO BOTANICO RESPONSABILE DI UFFICIO: LUCIANO DI MARTINO C1 Personale assegnato: n. 1 unità profilo professionale C1

- Giampiero Ciaschetti n. 1 unità profilo professionale B3

- Mirella Di Cecco n. 5 unità profilo professionale A1

- Angelo Pietropaolo - Marco Mazzolini - Roberto Cafarelli - Anna Zigrossi - Gabriella Chiaverini

Le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione sono state svolte dal Direttore dell’Ente giusta nomina avvenuta con Deliberazione Presidenziale n.8 del 29 aprile 2013. Il PTPC è stato attuato interamente. L'efficacia del Piano è da ascriversi sostanzialmente all'assenza di cultura ed atteggiamenti del personale dipendente inclini a favorire la corruzione all'interno dell'Ente La prima attuazione del PTPC è stata contestuale all'avvio delle ristrutturazione degli Uffici dell'Ente. Non è possibile dare attuazione alla rotazione del personale preposto alla titolarità degli Uffici appartenenti alle aree sensibili in quanto: 1) la dotazione organica dell'Ente è totalmente ricoperta dal personale in servizio; 2) non sono presenti tra il personale dell'Area C figure professionali che sono fungibili ai fini dell'attribuzione della diversa titolarità degli Uffici. Protocollo di legalità Attivazione di uno specifico indirizzo e mail relativo alla figura del whistleblower Effettuazione di una giornata formativa rivolta ai dipendenti dell’Ente Ulteriori informazioni nella Relazione pubblicata sul sito dell’Ente Data e documento di approvazione del Piano da parte degli organi di indirizzo politico-amministrativo Il PTPC dell’Ente Parco Nazionale della Majella è stato approvato con Deliberazione di Consiglio Direttivo n°___________ del ______ gennaio 2016 su proposta, così come stabilito dall’articolo 1, comma 8, della Legge 190/2012, del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Individuazione degli attori interni all'amministrazione che hanno partecipato alla predisposizione del Piano nonché dei canali e degli strumenti di partecipazione

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Il PTPC 2016 – 2018 è stato elaborato dal Responsabile della prevenzione della corruzione dopo aver ascoltato i responsabili degli Uffici di cui si compone l’Ente, con particolare attenzione degli addetti agli Uffici inclusi nelle Aree che obbligatoriamente, per Legge, debbono essere esaminate in quanto qualificate come Aree a maggior rischio di corruzione ai sensi del comma 16 dell’articolo 1 della Legge 190/2012 e dell’Allegato 2 al PNA. Sono stati coinvolti i seguenti Uffici:

• Ufficio del personale e amministrazione in quanto assegnatario delle attività afferenti all’Area di rischio A- “Acquisizione e progressione del personale”;

• Ufficio manutenzioni e lavori pubblici in quanto le attività loro assegnate riguardano l’Area di rischio “ B-Affidamento di lavori, servizi e forniture”;

• Ufficio sistema della fruizione le cui attività rientrano nell’Area di rischio B • Ufficio nulla osta e autorizzazioni in quanto competente a svolgere le istruttorie relative

al rilascio dei nulla osta e delle autorizzazioni per gli interventi di carattere edificatorio all’interno del Parco, provvedimenti che rientrano per il loro contenuto nella categoria dei “Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario” così come individuata nel PNA e costituiscono l’Area di rischio C.

• Ufficio Legale in quanto titolare delle istruttorie relative alle autorizzazioni al trasporto armi all’interno del perimetro del Parco, provvedimenti privi di effetto economico ed immediato nei confronti dei destinatari che formano l’Area di rischio D;

• Ufficio Gestione Forestale in quanto assegnatario delle istruttorie di autorizzazione al taglio piante, attività a cui non corrisponde sempre un effetto economico diretto ed immediato nei confronti dei destinatari, a cui corrisponde l’Area di rischio E;

• Ufficio Veterinario e Zootecnia in quanto preposto alla liquidazione dei danni da predazione da parte della fauna selvatica ed alle istruttorie relative all’erogazione dei contributi agli allevatori nell’ambito di uno specifico progetto sviluppato dal Parco sulla zootecnia di qualità. Tale attività si concretizza nell’adozione da parte dell’Ente di provvedimenti aventi un effetto economico immediato nei confronti dei destinatari. A tale Ufficio corrisponde l’Area di rischio F;

• Ufficio Agronomico e Indennizzi danni fauna selvatica in quanto cura i procedimenti di liquidazione dei danni prodotti dalla fauna selvatica alle colture a cui corrisponde l’Area di rischio G nonché di provvedimenti che hanno un effetto economico diretto nei confronti dei destinatari;

• Ufficio Gestione Faunistica in quanto preposto al rilascio delle istruttorie per le autorizzazioni al prelievo ittico, a cui corrisponde l’Area di rischio H. Le attività dell’Ufficio conferiscono solo indirettamente vantaggi economici ai destinatari;

• Ufficio Botanico in quanto assegnatario delle istruttorie riguardanti le autorizzazioni alla raccolta dei tartufi che avvengono sulla base di un apposito regolamento approvato dall’Ente con Deliberazione n.21 del 2 ottobre 2013, attività che non danno luogo a provvidenze economiche dirette a cui corrisponde l’Area di rischio I;

• Ufficio Marketing in quanto titolare delle istruttorie relative all’erogazione di contributi e finanziamenti, ovvero di istruttorie di provvedimenti che producono un effetto economico diretto a favore dei destinatari e costituiscono l’Area di rischio L;

• Ufficio Marketing per le attività di concessione di patrocini, provvedimenti che non conferiscono effetti economici immediati e diretti e che, pertanto, formano l’Area M di rischio.

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Il Piano, infatti, oltre ad essere pubblicato sul sito dell’Ente sarà trasmesso alle associazioni ambientaliste riconosciute ai sensi dell’articolo 13 della Legge 349/86, alle associazioni di consumatori rappresentate nel Consiglio nazionale dei Consumatori e degli utenti, ai Comuni del Parco, alle organizzazioni rappresentative delle professioni coinvolte nelle attività dell’Ente nonché di quelle rappresentative delle imprese e dei commercianti.

GESTIONE DEL RISCHIO

Secondo quanto stabilito nel PNA per gestione del rischio da corruzione deve intendersi l’insieme delle attività pianificate e coordinate nel PTPC per guidare e tenere sotto controllo le attività svolte dall’Ente con metodologie partecipate e progressive nella loro attuazione, l’amministrazione al fine di ridurre la probabilità che tale rischio si verifichi. In conformità all’Allegato 6 del PNA recentemente aggiornato per l’anno 2015 con Deterinazione dell’ANAC n.12 del 28 ottobre 2015 cui si rinvia per gli opportuni approfondimenti, i principi che attendono alla gestione del rischio da corruzione che si intendono attuare nel presente PTPC sono i seguenti: • creare e proteggere il valore derivante dalle attività svolte dall’Ente in termini di

conseguimento della mission istituzionale, dell’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi operativi, dell’efficienza dei processi, consenso presso l'opinione pubblica, governance e reputazione;

• attuare la gestione del rischio da corruzione come processo integrato con le attività

dell’Ente sia strategiche che operative e non come un processo indipendente esogeno all’organizzazione dell’Ente;

• far diventare le gestione del rischio parte del processo decisionale dei vari Responsabili

degli Uffici in modo tale che costoro effettuino le proprie scelte in maniera consapevole al fine di far maturare d adottare scelte consapevoli, determinare la scala di priorità delle azioni e distinguere tra linee di azione alternative;

• gestire l’incertezza derivante dalla sovrapposizione delle norme che disciplinano alcuni

settori di attività dell’Ente; • attuare un approccio sistematico struttura e sistematico alla gestione del rischio al fine di

conseguire risultati in termini di prevenzione che siamo coerenti, confrontabili ed affidabili;

• ottimizzare le fonti di informazione a disposizione dei decisori e dei portatori di interesse che afferiscono alle attività dell’Ente;

• conformare le politiche di mitigazione del rischio da corruzione al contesto esterno ed

interno dell’Ente;

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• includere nelle politiche di mitigazione del rischio da corruzione i fattori umani e culturali interni ed esterni all’Ente che possono facilitare oppure rallentare il conseguimento degli obiettivi dell’organizzazione;

• attuare le politiche di mitigazione del rischio attraverso il coinvolgimento dei portatori d'interesse in modo tale che essi siano opportunamente rappresentati e che i loro punti di vista siano presi in considerazione nel definire i criteri di rischio;

attuare una gestione del rischio in maniera dinamica attraverso un continuo monitoraggio finalizzato alla rilevazione dei nuovi rischi, alla analisi delle modifiche dei rischi prima catalogati nonché ad evidenziare i rischi scomparsi;

• far concorrere le politiche di gestione del rischio da corruzione al miglioramento continuo

dell’organizzazione ed al funzionamento dell’Ente La gestione del rischio si compone delle seguenti fasi:

• mappatura dei processi attuati dall'Ente Parco Nazionale della Majella; • identificazione del rischio • analisi del rischio ovvero valutazione e ponderazione del rischio; • trattamento del rischio.

In allegato al presente PTPC sono riportate le tabelle descrittive dei risultati attinenti la gestione del rischio.

Si è preferita tale formulazione sintetica al fine di permettere agli interessati di avere a disposizione una lettura immediata dei risultati derivanti dall’applicazione della metodologia di gestione del rischio riportata nel PNA.

Qui di seguito, pertanto, si riportano soltanto le note illustrative relative alle tabelle:

Tabella 1 : mappatura dei processi, identificazione del rischio, valutazione del rischio Tabella 2 : ponderazione del rischio e trattamento del rischio Tabella 1: mappatura dei processi, identificazione e valutazione del rischio La Tabella n.1 descrive i processi svolti presso gli Uffici dell’Ente che rientrano nelle Aree che obbligatoriamente sono individuate come a rischio corruzione nel PNA. Ai fini del presente Documento è importante sottolineare che l’attività dell’Ente, come de resto quella degli altri Enti Parco, è sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente ai sensi dell’articolo 9, comma 1 della Legge 6 dicembre 1991, n.394, soggetto che svolge, quindi, attività istituzionale di controllo di legittimità generale degli atti del Parco secondo criteri, tempi e modalità stabilite dal Ministero stesso ed oggetto di apposite comunicazioni agli Enti Parco. Nel presente PTPC l’analisi condotta ha riguardato le sole Aree obbligatorie rinviando ai successivi aggiornamenti del presente Piano l’individuazione e l’analisi di altre Aree e/o processi.

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Le Aree, pertanto, considerate a rischio di corruzione sono le seguenti così come indicate nel PNA:

Area A - Acquisizione e progressione del personale In questa Area sono state ricompresi i processi relativi all’immissione di forza lavoro nell’organizzazione dell’Ente sia sotto forma di personale dipendente che di soggetti che prestano la propria attività lavorativa con rapporti di lavoro autonomo, le progressioni di carriera nonché l’inserimento temporaneo nell’Ente di soggetti che svolgono attività di volontariato, borse di studio, tirocini e stage. Per quanto attiene il reclutamento del personale dipendente le attività dell’Ente è consistita ne reperimento di personale da assumere a tempo determinato per coprire posti rimasti temporaneamente scoperti, come nel caso dell’assenza per maternità essendo di fatto impedita ogni attività relativa al reperimento di personale a tempo indeterminato in quanto nell’Ente, anche per effetto della intervenuta normativa di finanza pubblica di taglio alla spesa per il personale dipendente, non ha posti vacanti nella propria dotazione organica. L’Ente Parco, ha comunque, approvato a suo tempo, con Delibera del Consiglio Direttivo n.2/97 del 14 febbraio 1997 il proprio Regolamento “per lo svolgimento di concorsi e delle altre modalità di accesso agli impieghi. Ai fini del presente documento, pertanto, il rischio assume rilevanza, secondo la misura indicata nelle tabelle allegate, soltanto in relazione alle procedure di reclutamento di personale a tempo determinato. In relazione alle progressioni di carriera, allo stato attuale della normativa vigente esse possono essere soltanto nell’ambito della stessa Area professionale di appartenenza in quanto il passaggio tra le aree viene parificato dalla legislazione come un nuovo concorso e, come tale, soggetto al previsto regime autorizzativo da parte del Governo. La disponibilità delle risorse finanziarie dell’Ente sono tali che è molto limitata la possibilità di poter avviare procedimenti selettivi per la progressione del proprio personale per cui, di fatto il rischio è molto basso. A tal fine comunque, l’Ente utilizza i criteri stabiliti nell’articolo 11 del Contratto Integrativo di Ente stipulato il 22 aprile 2002. Il reclutamento di soggetti con cui potere stipulare contratti di lavoro autonomo, nelle forme della collaborazione coordinata e continuativa oppure della prestazione occasionale ai sensi dell’articolo 7, comma 6 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n.165 avviene sulla base di un Regolamento dell’Ente approvato con Deliberazione n.13 del 2 dicembre 2008, approvato ai sensi della Legge 6 dicembre 1991, n.394 dal vigilante Ministero dell’Ambiente. Tale attività è, inoltre, soggetta al controllo preventivo di legittimità da parte della Corte dei Conti che opera ai sensi della Legge 14 gennaio 1994, n.20, articolo 3, comma 1, lettera f) bis: i contratti individuali di lavoro, stipulati dopo le relative procedure selettive, pertanto acquistano efficacia dalla data del visto della Corte dei Conti che viene apposto dopo la verifica di tutta la procedura selettiva e delle clausole contrattuali. Anche in questo caso, stante, il regime dei controlli il rischio da corruzione è molto basso se non inesistente. Il rischio potrebbe incrementarsi per l’attribuzione di borse di studio, l’instaurazione di stages e tirocini, attivazione di forme di volontariato, fattispecie disciplinate attualmente dalla normativa sola normativa regionale per quanto attiene gli aspetti generali. Area B: affidamento di lavori, servizi e forniture e manutenzione del territorio

Questa Area raggruppa i processi, assegnati, come desumibile dall’organigramma dell’Ente, a più Uffici, con cui l’Ente provvede alle forniture, all’acquisizione di servizi ed all’esecuzione di lavori. I procedimenti relativi agli acquisti di servizi e forniture possono essere divisi in due gruppi: nel primo afferiscono quelli svolti nell’ambito del Mercato elettronico gestito dalla

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CONSIP (MEPA), le procedure di acquisizione nell’ambito delle Convenzioni CONSIP, i prodotti di cui all’articolo 1, comma 7 del Decreto Legge 6 luglio 2012, n.95, convertito dalla Legge 7 agosto 2012, n.135 che obbligatoriamente debbono essere acquistati sulle Convenzioni CONSIP, fatte salve le deroghe previste nella citata normativa mentre nel secondo afferiscono tutti gli acquisti di servizi e forniture che l’Ente compie in maniera “autonoma” nei casi in cui si verificano i presupposti di Legge che permettono di operare al di fuori del sistema CONSIP nonché i lavori pubblici che esulano del tutto da tale sistema. Il primo gruppo di processi non è oggetto di valutazione del presente Piano in quanto gli acquisti avvengono in adesione a gare organizzate e gestite da CONSIP nel MEPA oppure a contrati già perfezionati a seguito di gare espletate da CONSIP come nel caso delle Convenzioni. Il secondo gruppo di processi è disciplinato dal Codice dei Contratti Pubblici e dal Relativo Regolamento di attuazione nonché, qualora ne ricorrano i presupposti dalla procedura in economia di cui all’articolo 135 del Codice dei Contratti Pubblici la cui esecuzione è disciplinata a sua volta dall’apposito Regolamento approvato dall’Ente, come Allegato n.2 al Regolamento di Contabilità, con Delibera del Consiglio Direttivo n.3 dell’8 maggio 2007.La valutazione del rischio riguarda, pertanto, le procedure espletate dall’Ente ricomprese nel secondo gruppo con particolare attenzione alle procedure negoziate ed agli affidamenti diretti. Al fine di migliorare ulteriormente la disciplina di tale settore degli acquisti si è ritenuto di dover adottare un nuovo Regolamento degli acquisti in economia anche in recepimento delle intervenute normative in materia. Per quanto riguarda la manutenzione del territorio, questa area sono comprende tutte le attività legate alla manutenzione dei sentieri che prevedono l’acquisto di DPI per i lavoratori e il personale che effettua lavorazioni esterne e di materiale quali pali, staccionate, panchine, gazebo e materiale minuto per le lavorazioni di settore.

Area C: Area delle autorizzazioni e dei nulla osta urbanistici provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario che sono curati dall’Ufficio Urbanistico Territoriale che opera sulla base delle prescrizioni contenute nel Piano del Parco pubblicato e pienamente vigente. Trattasi di attività a basso, se non nullo, contenuto discrezionale in quanto basata sulla verifica di requisiti tecnici dichiarati dagli istanti che intendono realizzare manufatti all’interno del perimetro del Parco.

Area D: autorizzazioni al trasporto armi. In questo ambito vengono emesse autorizzazioni al trasporto armi all’interno del perimetro del Parco, provvedimenti che, per loro natura, sono ampliativi della sfera giuridica e privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario. La finalità di tali autorizzazioni è quella di tutelare la fauna selvatica presente nel Parco e vengono rilasciate previa istanza degli interessati e successiva istruttoria sulla base della Legge 11 febbraio 1992, n.157, della Legge della Regione Abruzzo 28 gennaio 2004, n.10 e delle circolari del Ministero dell’Interno. Le autorizzazioni contengono gli estremi del percorso, eventuali prescrizioni e vengono trasmesse, per le attività di sorveglianza, anche al Coordinamento Territoriale per l’Ambiente(CTA) del Corpo Forestale dello Stato che istituzionalmente è preposto alla sorveglianza nelle Aree naturali protette. Sono provvedimenti curati dall’Ufficio Legale a nessun contenuto discrezionale, per giunta rigidamente disciplinato dalla richiamata normativa.

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Area E: autorizzazioni al taglio boschivo Tale Area riguarda i procedimenti di rilascio di autorizzazioni al taglio alberi ed il rilascio di pareri nell’ambito della valutazione di incidenza ambientale per interventi di tipo forestale. Sono attività, assegnate all’Ufficio Forestale, che conferiscono un effetto economico ai destinatari soltanto in via indiretta in quanto le relative istanze vengono avanzate da privati oppure da Ditte che operano nel settore del commercio del legname. Le autorizzazioni vengono rilasciate sulla base dell’articolo 13 della Legge 6 dicembre 1991, n.394 previa verifica che l’abbattimento non riguardi specie tutelate dalla Direttiva 43/92/CEE e 79/409/CEE ed acquisizione di un parere tecnico da parte del Corpo Forestale solitamente preceduto da un sopralluogo che può avvenire anche in maniera congiunta con il personale assegnato all’Ufficio. Sono, quindi, attività che hanno anche un basso contenuto di discrezionalità. Area F: liquidazione danni da predazione fauna selvatica Ufficio Veterinario Area G Ufficio agronomico Liquidazione danni alle colture da fauna selvatica Area H autorizzazioni al prelievo ittico Ufficio faunistico Area I autorizzazioni alla raccolta tartufi Ufficio botanico Area L: autorizzazioni alla raccolta di tartufi, al prelievo ittico, al sorvolo area Parco ed al taglio boschivo. In tale Area sono ricompresi quei processi autorizzativi che per il rispettivo contenuto rientrano tra i provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato. Sono provvedimenti la cui istruttoria presente un basso livello di discrezionalità da parte dell’Ufficio preposto, ovvero l’Ufficio Monitoraggio e gestione della biodiversità, in quanto: la raccolta dei tartufi, nelle more dell’approvazione del Regolamento del Parco di cui all’articolo 11 della Legge 6 dicembre 1991, n.394, è regolamentato da un disciplinare dell’Ente adottato con Delibera presidenziale n.21 del 2 ottobre 2013; il prelievo ittico da disposizioni specifiche adottate con Deliberazione Commissariale n.4 del 31 gennaio 2011 al fine di tutelare l’ittiofauna autoctona a scapito delle specie reintrodotte in passato che hanno alterato gli equilibri ecologici dei corsi dei fiumi, in cui vengono individuati le aree di prelievo, le specie ed il numero di catture, periodi, orari ed altri aspetti dell’attività di pesca; il sorvolo dell’Area Parco è autorizzato dall’Ente Parco ai sensi del Piano del Parco, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 17 settembre 2009, al fine di evitare che le tali attività possa indirettamente produrre effetti sull’ecosistema generale del Parco per cui sono provvedimenti di nulla osta che contengono precise prescrizioni in merito; analogamente per il taglio boschivo oggetto di nulla osta ai sensi dell’articolo 13 della Legge 6 dicembre 1991, n,394, provvedimento per il quale viene acquisito anche il relativo parere del Corpo Forestale dello Stato. Area M: erogazione di contributi e finanziamenti e riconoscimento di patrocini dell’Ente Parco. Con il Regolamento approvato con Delibera del Consiglio Direttivo n.46/2000 del 12 maggio 2000, l’Ente ha regolato l’attività di concessione di contributi, intesi come forme di intervento finanziario dell’Ente a parziale copertura delle spese, per una misura non superiore al 70%,

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sostenute per iniziative di promozione culturale, sociale, economica e civile del Parco, e finanziamenti ovvero gli interventi in cui l’Ente si assume totalmente a suo carico l’onere finanziario derivante dalla realizzazione di iniziative di altri soggetti. Tale regolamento disciplina la procedura per l’erogazione di tali contributi e finanziamenti nonché le modalità ed i criteri per il loro riconoscimento. Essendo provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto e immediato per il destinatari, avendo verificato che esistono margini di discrezionalità nel riconoscimento delle attività che possono essere ammesse a contributo oppure al finanziamento, avendo constatato che il Regolamento è stato approvato da oltre un decennio si ritiene necessario procedere ad una revisione dello stesso anche al fine di adeguarlo alle mutate condizioni socio economiche del Parco nonché al vigente quadro normativo generale in materia. Per ogni processo è stato indicato l’Ufficio preposto oppure coinvolto anche soltanto in una delle fasi in cui esso si compone nonché il relativo Responsabile di Ufficio, tenendo conto che, comunque, il Direttore è responsabile dei due Servizi di cui si compone la struttura organizzativa dell’Ente. Secondo quanto stabilito nel PNA, per ogni processo si è, quindi, provveduto ad identificarne il relativo rischio, tenendo conto:

• del contesto esterno ed interno all’Ente Parco Nazionale della Majella

• dei dati provenienti dall’esperienza pregressa relativamente ai procedimenti penali, ai procedimenti disciplinari, ai procedimenti per responsabilità amministrativo – contabile

• dalle caratteristiche dei processi attivi definite in relazione al grado di discrezionalità, al

grado di rilevanza esterna, alla complessità del processo, al valore economico, alla razionalità del processo ed ai controlli a cui il processo è sottoposto.

nonché dell’esemplificazione dei rischi che è riportata nell’Allegato 3 del PNA.

Secondo la definizione contenuta nel PNA, l’insieme dei rischi, configura il “Registro dei rischi” dell’Ente Parco Nazionale della Majella.

Tale Registro verrà monitorato revisionato, se necessario, nel corso della vigenza del presente Piano e se ne darà notizia nel corso degli aggiornamenti successivi.

Nella tabella 1 sono anche riportati i risultati relativi alla valutazione del livello di rischio che è un valore, così come chiarito nel PNA, dato dal prodotto della probabilità che il rischio si verifichi con la impatto di ciascun rischio.

Sia la valutazione della probabilità che quella dell’impatto sono state definite facendo riferimento agli indici descritti nell’Allegato 5 del PNA ed il loro valore è stato determinato secondo quanto stabilito nel comunicato del Dipartimento della Funzione Pubblica del 22 ottobre 2013.

La valutazione della probabilità è consistita nell’applicare i punteggi di seguito indicati ai seguenti criteri applicati ad ogni processo: discrezionalità, rilevanza esterna, complessità, valore economico, frazionabilità del processo, sistema dei controlli:

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0 = nessuna probabilità 1 = improbabile 2 = poco probabile 3= probabile 4= molto probabile 5= altamente probabile

La valutazione dell’impatto del rischio da corruzione per ogni processo è avvenuta applicando i punteggi di seguito riportati ai seguenti profili relativi all’impatto stesso: organizzativo, economico, reputazionale, e immagine:

0= nessun impatto 1= marginale 2= minore 3= soglia 4= serio 5= superiore

Tabella 2 - Ponderazione del rischio e trattamento del rischio

La ponderazione è la fase della gestione del rischio, di competenza del Responsabile della prevenzione e finalizzata alla definizione della priorità di intervento in quei processi, o fasi di esso, in cui il valore di rischio assume il valore più elevato rispetto ai restanti processi e che, pertanto, essendo più sensibili al rischio, richiedono gli interventi più urgenti.

E’ la fase in cui si decide la scala di priorità di intervento che permette di costruire la “Classifica dei livelli di rischio”.

Nella tabella n.2 sono, inoltre, descritte le misure che l’Ente applicherà nell’arco della vigenza del presente PTPC per neutralizzare o ridurre in misura significativa i rischi da corruzione riportati nella classifica dei rischi al termine delle fase di analisi. Le misure di prevenzione individuate dal Responsabile della prevenzione in questo PTPC ed applicate per ciascun rischio rilevato sono sia quelle obbligatorie per legge, rispetto alle quali è stata individuata anche la tempistica di attuazione, nonché le misure ulteriori desunte dall’Allegato 3 del PNA. Le priorità di intervento sono state definite in funzione dei seguenti parametri:

• livello di rischio; • obbligatorietà o meno della misura di prevenzione; • impatto organizzativo e finanziario

Ogni misura di prevenzione è descritta sulla base delle seguenti componenti:

• obiettivi che si intende raggiungere a seguito della relativa applicazione; • tempistica di attuazione; • soggetti responsabili e referenti per la relativa attuazione; • indicatori di efficacia della loro azione; • modalità di verifica dell'attuazione di ogni misura.

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• elementi che saranno considerati anche in sede di monitoraggio della gestione del rischio attuata.

FORMAZIONE IN MATERIA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIO NE

Per quanto attiene la formazione in tema di anticorruzione, già nel 2015 l’Ente ha effettuato una giornata formativa dei propri dipendenti con la presenza di responsabili nazionali dell’ANAC presso la sede operativa del Parco.

La formazione relativa al rischio di corruzione sarà, pertanto, svolta anche nel corso dell’anno 2016 perché in base a quanto stabilito dalla Corte dei Conti, Sezione di controllo per l’Emilia Romagna, nella propria Deliberazione n.276 del 20 novembre 2013 ha qualificato la spesa per la formazione in materia di anticorruzione come tipologia di spesa esclusa dalla riduzione di cui al comma 13, dell’articolo6 del D.L.78/2010, situazione che sarà valutata dall’Ente per incaricare soggetti esterni per lo svolgimento di corsi di formazione in materie attinenti le Aree a rischio.

Si prevede, nel corso del 2016 di effettuare una altra giornata formativa con lo stesso personale ANAC anche in applicazione delle norme di contenimento della spesa pubblica, atteso che nel Bilancio di previsione si è dovuto iscrivere uno stanziamento di euro evidentemente insufficiente ad attuare interventi formativi adeguati non solo in materia di anticorruzione ma, in generale, per tutte le tematiche professionali attinenti le attività dei dipendenti dell’Ente.

MISURE OBBLIGATORIE IMPLEMENTATE O DA IMPLEMENTARE

CODICE DI COMPORTAMENTO

Adozione delle integrazioni al codice di comportamento dei dipendenti pubblici L’Ente ha provveduto con atto protocollo 5693 del 26 giugno 2013 a distribuire ai dipendenti il DPR 16 aprile 2013 recante il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Con successiva Deliberazione Presidenziale n.15 del 7 giugno 2013 è stato adottato il nuovo regolamento per i procedimenti disciplinari dei dipendenti dell’Ente Parco Nazionale della Majella. Indicazione dei meccanismi di denuncia delle violazioni del codice di comportamento I meccanismi di denuncia sono quelli indicati nel provvedimenti adottati dall’Ente ovvero le regole indicate nel Decreto Legislativo 165 del 2001, nonché dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro del comparto Enti Pubblici non Economici a cui l’Ente appartiene ai sensi della Legge 394/91 Indicazione dell'ufficio competente a emanare pareri sulla applicazione del codice di comportamento

L’ufficio competente è l’Ufficio Legale con sede in Guardiagrele e posto sotto la responsabilità della Dr.ssa Stefania Ranieri.

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Indicazione dei criteri di rotazione del personale Per quanto attiene la rotazione dell’assegnazione delle figure dirigenziali la dotazione organica dell’Ente Parco Nazionale della Majella contiene una sola figura con qualifica dirigenziale, quella del Direttore, e, pertanto, ci si trova nell’impossibilità di poter ruotare gli incarichi. E’ stato verificato durante l’anno 2015 che tale misura non può essere applicata anche per il personale avente qualifica non dirigenziale preposto alla titolarità degli Uffici in quanto non esistono all’interno dell’organizzazione dell’Ente soggetti che abbiano una professionalità fungibile rispetto alle altre e tali da poter essere ruotate da tra i vari Uffici. Obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse Nel corso dell’anno 2015 è stata svolta attività di sensibilizzazione dei dipendenti dell’Ente in materia di conflitti di interesse, con richiamo anche a quanto stabilito nel Codice di comportamento adottato dall’Ente. Tale attività sarà continuata anche nel corso dell’anno 2016 ed opportunamente monitorata. Indicazione delle disposizioni relative al ricorso all'arbitrato con modalità che ne assicurino la pubblicità e la rotazione Situazione che non sussiste nell’ambito dell’Ente Elaborazione della proposta di decreto per disciplinare gli incarichi e le attività non consentite ai pubblici dipendenti Nel corso dell’anno 2015 si è provveduto a stabilire i criteri oggettivi per l'autorizzazione ai dipendenti dell’Ente di incarichi extraistituzionali, ad individuare le modalità di svolgimento dell’istruttoria di valutazione degli incarichi gratuiti, non soggetti ad autorizzazione, che i dipendenti sono tenuti comunque a comunicare nei casi previsti dalla Legge e ad individuare i criteri di valutazione dei singoli casi di conflitto di interesse da applicare in caso di richiesta di trasformazione a part time nella misura non superiore al 50% di quella a tempo pieno, nelle more dell’adozione delle disposizioni di cui comma 58 bis dell’articolo 1, della Legge 662 del 1996. Quanto sopra, nel corso dell’anno 2015, verrà opportunamente monitorato anche alla luce degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in materia.

Elaborazione di direttive per l'attribuzione degli incarichi dirigenziali, con la definizione delle cause ostative al conferimento

Nella dotazione dell’Ente Parco Nazionale della Majella è prevista una sola figura con inquadramento dirigenziale ovvero il Direttore dell’Ente. Attualmente il servizio di Direzione viene gestito in forma convenzionale con il Parco Regionale Sirente Velino. Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto

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Nel corso dell’anno 2015 è stato stabilito di inserire nei contratti di lavoro, nei bandi di gara e negli atti di affidamento delle forniture apposite clausole finalizzate all’applicazione dell’articolo 53, comma 16 ter del D.Lgs 165/2001. Durante l’anno 2016 si attuerà apposita attività di monitoraggio circa l’attuazione concreta delle suddette misure. Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell'attribuzione degli incarichi e dell'assegnazione ad uffici Ai fini dell'applicazione degli artt. 35 bis del d.lgs. n. 165 del 2001 e dell'art. 3 del d.lgs. n. 39 del 2013, il Responsabile del Servizio amministrativo dell’Ente tramite il proprio Ufficio Legale ha provveduto a verificare la posizione degli incaricati di funzioni di Responsabilità degli Uffici dell’Ente. Tale attività sarà ripetuta anche nel corso dell’anno 2016. Adozione di misure per la tutela del whistleblower A partire dall’anno 2014 è stata attivata un’apposita casella di posta elettronica relativa alla figura del whistleblower il cui accesso è stato riservato soltanto al Responsabile della prevenzione dal rischio da corruzione. La casella è stata predisposta in modo tale da garantire la riservatezza a favore del Responsabile della prevenzione oltre alla segretezza del denunciante. L’Ente ha provveduto anche a diffondere tra i dipendenti e collaboratori la scheda predisposta dall’ANAC per la segnalazione di abusi e illeciti. Durante l’anno 2015 non sono pervenute segnalazioni. Essendo una misura strutturale la casella di posta elettronica continuerà a funzionare anche per il periodo di validità del presente PTPC. Predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti Durante l’anno 2016 si provvederà al monitoraggio del protocollo di legalità emanato dal Direttore con proprio Ordine di servizio n.1 del 21 luglio 2014 e diffuso con nota protocollo 7774 di pari data. Il monitoraggio consisterà nel verificare se la normativa in materia subirà degli aggiornamenti in modo tale che vengano approntate le opportune modifiche. Realizzazione del sistema di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dal regolamento, per la conclusione dei procedimenti Per la verifica del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti in essere presso l’Ente si prevede di istituire un gruppo di lavoro multisettoriale composto da dipendenti appartenenti a ciascun ufficio che, senza ulteriori oneri aggiuntivi, effettueranno la ricognizione dei tempi previsti dalla normativa per la conclusione dei procedimenti in essere presso l’Ente ed eserciteranno anche il relativo monitoraggio riferendo direttamente al Direttore stesso gli scostamenti registrati rispetto alle previsioni di legge e regolamentari. In particolare il gruppo di lavoro provvederà ad effettuare quanto segue:

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• ricognizione dei procedimenti gestiti dall’ Ente avente rilevanza esterna, con indicazione della normativa applicabile e della modulistica disponibile o predisposta;

• verifica della natura dei termini, se perentorio oppure ordinatorio per il rilascio del provvedimento finale;

• elaborazione di report semestrali da sottoporre al Direttore per la verifica del rispetto dei tempi previsti

• conseguenze procedurali derivanti dal mancato rispetto dei termini perentori; • conseguenze in termini di impatto organizzativo e finanziario derivante dal mancato

rispetto dei termini perentori;

Iniziative previste nell'ambito dell'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere Al momento della redazione del presente documento l’Ente dispone di un regolamento con Delibera n.46/2000 del 12 maggio 2000. Nel corso dell’anno 2016, se ritenuto opportuno dagli organi dell’Ente Parco, sarà valutato se procedere o meno alla revisione del Regolamento in questione. Iniziative previste nell'ambito di concorsi e selezione del personale Per quanto attiene le procedure selettive, al momento della redazione del presente Piano sono vigenti due Regolamenti. Il primo approvato con Deliberazione del Consiglio Direttivo n.2 del 14 febbraio 1997 disciplina lo svolgimento dei concorsi e le altre modalità di accesso agli impieghi presso l’Ente Parco mentre il secondo Regolamento disciplina le selezioni per il reperimento di personale non dipendente dell’Ente ed è stato approvato ai sensi dell’articolo 7, comma 6 bis del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n.165 con Deliberazione Presidenziale n.13 del 2 dicembre 2008. Per lo svolgimento delle selezioni, pertanto, verranno adottate le misure previste nei suddetti Regolamenti finalizzate ad eliminare ogni interferenza dei funzionari dell’Ente preposti allo svolgimento delle prove selettive nonché all’eliminazione di ogni possibile conflitto di interesse. Ci riferisce, in particolare, alle norme che garantiscono l’anonimato delle prove, che disciplinano le verbalizzazioni delle fasi concorsuali ed il funzionamento della commissione. Iniziative previste nell'ambito delle attività ispettive organizzazione del sistema di monitoraggio sull'attuazione del P.T.P.C., con individuazione dei referenti, dei tempi e delle modalità di informativa La completa esecuzione del PTPC 2016 – 2018 comporta l’adozione da parte dell’Ente dei seguenti provvedimenti di cui qui di seguito se ne riporta anche l’Ufficio preposto alla relativa elaborazione e tempistica

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Adempimenti Ufficio responsabile

Tempistica Riferimento obiettivo del Piano della Performance

2016 – 2018 Attività formativa nei confronti dei dipendenti dell’Ente in materia di prevenzione del rischio da corruzione

Amministrativo 30 giugno 2016

Verifica di Ufficio dei precedenti penali eventualmente a carico dei titolari di Responsabilità di Ufficio

Legale 15 marzo 2016

Monitoraggio dei tempi per la conclusione dei procedimenti

Gruppo di lavoro semestrale

Sulmona, 25 gennaio 2016 Il Presidente Dott. Franco IEZZI