Piano Regolatore Generale – Relazione Progettuale · Piano Regolatore Generale di Campofelice di...

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COMUNE DI CAMPOFELICE DI ROCCELLA Provincia di Palermo PIANO REGOLATORE GENERALE RELAZIONE Progettazione Ufficio comunale del Piano Responsabile: ing. Giuseppe Ranzino Consulente: prof. arch. ing. Giuseppe Trombino

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COMUNE DI CAMPOFELICE DI ROCCELLA

Provincia di Palermo

PIANO REGOLATORE GENERALE

RELAZIONE

Progettazione

Ufficio comunale del Piano Responsabile: ing. Giuseppe Ranzino

Consulente: prof. arch. ing. Giuseppe Trombino

Piano Regolatore Generale di Campofelice di Roccella Relazione

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PREMESSA Nelle pagine che seguono sono riportati i risultati degli studi analitici e progettuali svolti per la redazione del PRG di Campofelice di Roccella. Il progetto di PRG costituisce la rielaborazione totale del piano adottato con deliberazione consiliare n. 141 del 18.06.1994, restituito a seguito del voto del C.R.U. n° 514 del 16.07.97. Il PRG è stato redatto dall’Ufficio comunale di Piano, diretto dall’ing. Giuseppe Ranzino, incaricato con deliberazione di G. M. n° 10 del 05.02.2002, con la consulenza dell’arch. Angelo Aliquò e dell’ing. Filippo Botta limitatamente alla redazione dello schema di massima e del prof. ing. Giuseppe Trombino per il progetto definitivo. Il progetto si avvale degli studi di settore predisposti dalla Amministrazione comunale e precisamente: - Studio geologico generale del territorio comunale predisposto dal geologo dott. Gaspare Ingrao; - Studio agricolo-forestale del territorio predisposto dall'agronomo dott. Salvatore Paterna; - Studio del comparto commerciale realizzato dalla società SEATER s.r.l. Per la definizione della proposta progettuale ci si è riferiti alle direttive generali per la rielaborazione del PRG approvate dal Consiglio comunale con delibera n. n. 41 del 18.06.2003. La redazione del Piano definitivo è stata preceduta dalla redazione di uno studio di massima, i cui contenuti sono stati approvati dalla Commissione straordinaria di Campofelice di Roccella, con i poteri del Consiglio comunale, con determinazione n. 14 del 14.01.2005. Per la visualizzazione delle analisi e del progetto sono state utilizzate le cartografie aerofotogrammetriche vettoriali alla scala 1:10.000 del territorio comunale, realizzate dall’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente (CTR), e la cartografia vettoriale alla scala 1:2.000 del centro urbano realizzata nl 2003 dalla Amministrazione comunale, verificata ed aggiornata con quella, alla stessa scala, prodotta nel 2007 dallo stesso Assessorato. Ulteriori, non sistematici, aggiornamenti sono stati effettuati avvalendosi degli elaborati dei piani di lottizzazione e dei progetti realizzati. Il progetto di PRG risulta composto complessivamente dai seguenti elaborati: 1 Relazione 2 Inquadramento territoriale e socioeconomico Varie scale 3 Il territorio comunale. Stato di fatto scala 1:10.000 4 Il territorio comunale. Vincoli normativi scala 1:10.000 5 Il territorio comunale. Vincoli idrogeologici scala 1:10.000 6 Il territorio comunale. Stato di diritto scala 1:10.000 7 A-B-C-D-E L’area urbanizzata. Stato di fatto scala 1:2.000 8 A-B-C-D-E L’area urbanizzata. Stato di diritto scala 1:2.000 9 L’area urbana. Stato di fatto. Attrezzature scala 1:2.000 10 Il territorio comunale. Zonizzazione scala 1:10.000 11 A-B-C-D-E L’area urbana. Zonizzazione scala 1:2.000 12 Norme Tecniche di Attuazione

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Al PRG è allegato, giusto il disposto della L.R. 71/1978, il Regolamento Edilizio, che tuttavia costituisce un elaborato autonomo dal PRG. Negli elaborati progettuali del Piano sono indicate le risposte che il nuovo strumento urbanistico intende fornire ai problemi emergenti dallo stato di fatto e di diritto.

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1. STATO DI FATTO

1. 1 – Il territorio

Il Comune di Campofelice di Roccella ha un territorio complessivamente esteso Ha 1475 (Kmq 14,75), compreso tra i territori dei comuni di Termini Imerese, Collesano e Lascari, affacciato a nord sul mare Tirreno. Dal punto di vista morfologico, il territorio comunale appare come una sorta di “terrazzo naturale sulla costa tirrenica”. La costa è costituita da un vasto pianoro largo circa 500 metri che si affaccia sul Mare Tirreno a valle del terrazzo. Degradando da altopiani compresi tra 100 e 125 metri sul livello del mare, si perviene a quota zero in corrispondenza della costa che caratterizza per la lunghezza circa di 8.500 metri l’intero territorio. Il territorio comunale si compone di una porzione compresa tra 0,00 e 8,00 metri sul livello del mare avente superficie pari a ettari 475 circa, mentre la restante parte, estesa circa ettari 1000, è caratterizzata da pendenze maggiori. Nonostante la ridotta estensione (appena 1475 ettari di cui 700 circa caratterizzati da pendenze compatibili con l’insediamento di attività produttive e aggregati residenziali) il territorio di Campofelice di Roccella appare particolarmente modificato dall’intervento antropico: basti pensare alla realizzazione della SS113 e della linea ferrata che tagliano per l’intera larghezza il territorio comunale e che hanno determinato una netta cesura tra la fascia costiera ed il territorio collinare ed all’autostrada, realizzata in anni più recenti, che ha ulteriormente suddiviso il territorio collinare. La fascia costiera, che rimane quasi interamente a valle della SS 113 e della linea ferrata PA-ME, era in origine una area agricola irrigua ad alta produttività del tutto priva di urbanizzazioni, se si eccettua il piccolo complesso della Roccella, sviluppatosi dopo il XVIII secolo intorno ad una antica torre di difesa costiera. Negli anni cinquanta è stato immaginato per tale ambito, così come per altri territori pianeggianti della Sicilia, uno sviluppo nel settore industriale che si è rivelato ben presto assolutamente effimero. Tanto è bastato però per compromettere, in alcuni casi irreversibilmente, qualsiasi altra più solida prospettiva di sviluppo economico. Nel caso di Campofelice, fortunatamente, le iniziative di industrializzazione si sono limitate all’insediamento di un solo grande impianto per la produzione dell’acciaio, che ha funzionato per qualche decennio per essere poi travolto nella più generale crisi del settore. Per la sua realizzazione sono state espropriate buona parte delle terre comuni della piana che sino ad allora avevano assicurato la sopravvivenza a molte famiglie di Campofelice. Di quel progetto oggi rimane uno spaventoso ammesso di macerie rugginose che costituisce una ferita aperta nel territorio. Negli anni più recenti per effetto di uno strumento urbanistico a dir poco approssimativo, che una miope politica urbanistica regionale non è riuscita ancora a cancellare, buona parte del territorio costiero è stato (ed è tuttora) oggetto di un processo di urbanizzazione, ormai inarrestabile, che, per le modalità con cui si è svolto, ha aggiunto altre ferite nel territorio, forse ancora più difficili da

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rimarginare. 1.2 – Le vicende storiche

Le poche ed incerte fonti disponibili non consentono di stabilire con precisione una possibile datazione del primo nucleo abitato del territorio di Roccella, costituito dalla torre e da un complesso edilizio attorno ad essa. Il dato certo, riportato dagli storici, è che il Castello della Roccella fu costruito o ricostruito, quand’anche si volesse pensare ad un Qasr arabo distrutto da Abbas, probabilmente prima della presa di Cefalù, nel 1355 da Francesco Ventimiglia, reggente allora la città di Cefalù per conto del Re Federico III, e signore di Collesano, Gratteri ed Isnello. Dell’esistenza del Castello da notizia Vito Amico che ricorda “il ben munito forte

Roccella” che “sollevasi in custodia della spiaggia”. Lo storico locale Pasquale Cipolla, nel riferire della costruzione della fortezza della Roccella da parte di Francesco Ventimiglia, riferisce che nella perg. 120 della Chiesa di Cefalù, si legge che il tenimento di Roccella e la stessa Roccella, nella quale vi è la fortezza, furono costruite “da questo signor Conte a sue proprie spese”. Esistono però vari atti ufficiali anteriori al 1355 nei quali compare Roccella e che riguardano quasi sempre donazioni o alienazioni di un tenimento feudale; innanzitutto vi è un Diploma del 1135, nel quale si legge che David Abate del Monastero di Mileto in Calabria concede, giusto assenso di Re Ruggero, le chiese di San Cosmo e San Giovanni presso Cefalù in cambio di alcune terre e villani di Calabria. È detto ancora che la chiesa di San Giovanni si trova presso la Roccella al mare (iuxta maris Roccellam), e che l’Abate di Mileto cede le due chiese a quella di Cefalù con le pertinenze di diritto (iure pertinentibus), terre colte e

incolte, vigne, pascoli e decime di Cefalù, mulino e 39 villani. La permuta fu successivamente confermata dal Papa unitamente agli altri beni che erano già stati concessi dai re di Sicilia. Ciò che prova il citato Diploma è che presso la Roccella al mare esisteva una chiesa detta di San Giovanni, appartenente prima al Monastero di S. Trinità in Calabria e che a datare dal 1135, per effetto della permuta, divenne possesso della Chiesa di Cefalù la quale già possedeva le decime di Cefalù, con in più terre già colte e pascoli e con servi della gleba sia Cristiani che Musulmani. Scrive Pasquale Cipolla che «caduta la real casa di Svevia e venuti gli Angioini, Roccella insieme a Collesano, perveniva in possesso di Paolo Cicala, Conte di Alifi, uno dei tanti principi del napoletano, parteggianti per Carlo d’Angiò, che in Sicilia furono locupletati coi beni tolti ai fautori degli svevi. Egli non tenne lungamente Roccella, donandola col suo territorio al fratello Giovanni, Vescovo di Cefalù». Nei primi anni del quattrocento, il Castello con l’annesso tenimento entrano in possesso di Enrico Rosso, Conte di Aidone, già signore di Caltavuturo e Sclafani. Dopo la morte di Enrico Rosso, ritornato per poco tempo in potere del regio demanio, il Castello di Roccella tornò ai Ventimiglia nel ramo dei Conti di Geraci. Infatti con privilegio reale del 27 luglio 1440, emanato dal Re dal Castello di Aversa, Giovanni Ventimiglia, Marchese di Geraci, fu investito della Signoria del

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Castello di Roccella «cum omnibus et singulis dicti castri fortiliciis turribus,

muribus, feudis, feudataris, agris, agrariis campis, olivariis, boschis, silvis,

molenobinis, acquis, etc.». Eccezione era fatta per il caricatore che rimaneva al Re, ma si concedeva al Ventimiglia di prelevare trecento onze sopra i diritti spettanti alla corona sul detto caricatore. Sempre dal detto documento si apprende che in Roccella vi era un piccolo porto dove potè avvenire lo sbarco della flotta Angioina, l’11 di maggio del 1338, comandata da Conte di Artois e guidata dal Conte Francesco d’Antiochia. Tornata nuovamente in possesso della Corona la Roccella fu donata a D. Pietro d’Aragona, fratello minore di Re Alfonso, che la tenne fino al 1485, anno della sua morte. Quindi il Castello della Roccella, con tutti gli altri beni, venne donato da Re Ferdinando a D. Gaspare de Spes, Conte di Sclafani e Vicerè di Sicilia per sè ed i suoi eredi. Ma a seguito della rinuncia fatta da D. Raimondo de Spes, il Fondo di Roccella con l’annesso Castello tornò alla Corona, che lo vendette ad Antonio Alliata Conte di Caltabellotta al prezzo di 8.000 fiorini d’oro. Morto Antonio Alliata senza figli, il fratello si investì del Castello e territorio della Roccella il 14.02.1513. Gli successe il figlio Mariano Alliata il quale, come annota il De Spucches, «s’investì il 12 gennaio 1536 del feudo e Castello della Roccella e del feudo

nominato lo Puraci o Pirato, con il piano e gabella della Carriera e camperia

delle pecore e vacche, membri di Gratteri» Seguirono nell’investitura feudale della Roccella: Gerardo Alliata il 20-12-1552, il di lui figlio Ludovico il 25-10-1576, e alla morte di questi, il suo secondogenito Quintilio in data 12 febbraio 1622, essendo il primogenito Antonio, mentecatto. A lui succedeva Andrea Alliata il 29 febbraio 1640, fin quando prese possesso della Baronia, feudo e Castello della Roccella, Donna Girolama Corbera e Rende che li acquistò all’asta pubblica «da mani e potere di Andrea Alliata medesimo». Infine, prese investitura della Roccella, per concessione della su nominata Donna Girolama Corbera e Rende, Paolo Bonura, ma la proprietà dei beni tornò nelle mani di Andrea Alliata, il quale, “di suo potere” e per persona da nominare la concesse l’8 di ottobre del 1694 a Suor Maria Rizzo, Terziaria dell’Ordine Francescano. In quegli anni presso la Roccella si svolgeva un’intensa attività economica e commerciale come è dato rilevare da alcuni importanti documenti del tempo. Roccella, difatti, risulta intorno al 1408 come uno dei più importanti caricatori di grano con una commercializzazione di 691 salme. Fra il 1574 e il 1576, relativamente all’attività dei trappeti, Roccella compare con “12.787 giornate lavorative per la sola coltivazione, senza tenere conto del

personale di sorveglianza e direzione, dei mulattieri, dei lavori concessi in

appalto”. Di queste multiformi attività legate al Castello-fortezza della Roccella, intorno al quale gravitava un considerevole numero di lavoratori della terra, danno conferma due tabelle ricavate da un manoscritto del XVI secolo, esistenti presso la Biblioteca Comunale di Palermo, nelle quali, divisi per valli, vengono riportati i dati di numerazione dei fuochi, anime, animali, valore dei beni, milizie e resti liquidi di facoltà, delle Università, Baronie, feudi, Stati e terre della Sicilia ordinati dal Vicerè il Marchese de Pescara nell’anno 1570 e dal Vicerè M.A. Colonna nel 1583.

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Vi è un altro importante documento che dettagliatamente illustra lo stato economico della Segrezia del Castello di Roccella nel secolo XVI e che evidenzia come la popolazione del territorio di Roccella avesse avuto concesse terre e terratico e che dal Segreto si riscuoteva un tributo per la gabella della legna e della mortella. Nel feudo di Roccella si svolgeva quindi una non indifferente attività lavorativa, tale da richiamare contadini e villani dalle zone vicine, come è testimoniato dal totale di 1.392 anime dislocate nel territorio intorno alla Roccella. Il casale però non è ancora sorto. Nessun documento, nessuna statistica, nessun censimento menziona mai il casale di Roccella, ma solo e sempre il Castello con i tenimenti feudali annessi. Comparirà per la prima volta come Casale Baronale nel censimento del 1714, ordinato dal Vicerè Conte Maffei, con soli 137 abitanti. Esattamente 15 anni dopo di quel 18 dicembre 1699 in cui Don Gaspare La Grutta Guccio, già Principe della Roccella, chiese ed ottenne dal Re Carlo II la facoltà di fabbricare nel feudo della Roccella e popolare il nascente paese, dandogli lo stesso nome e pagando le regalie alla Corona nella misura di duecento onze. Che gli abitanti fossero così pochi a distanza di circa 15 anni dalla fondazione del Casale di Roccella non può stupire quando si rifletta sul fatto che i Comuni di Collesano, Termini e Cefalù fecero opposizione alle richieste del La Grutta di edificare il nuovo paese, davanti al Tribunale della Regia Magna Curia col motivo che la nascita di un nuovo Comune avrebbe danneggiato quelli già esistenti, potendo i lavoratori essere attratti dalle più favorevoli condizioni, i così detti patti della terra, che in questi casi i signori feudali pattuivano con i villani allo scopo di popolare presto il nascente Casale. Il ricorso fu respinto, ma fu fatto divieto al La Grutta di accogliere nel Casale di Roccella lavoratori della terra e borghesi provenienti dai Comuni ricorrenti.

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Il fatto che il borgo sia nato alla fine del seicento per volontà del fondatore è confermato dal Pluchinotta, che in uno dei suoi manoscritti sulle famiglie nobili siciliane, scrive: “Gaspare La Grutta comprò dalla Regia Corte di Palermo il

feudo di Cassuba col Castello di Roccella che prima apparteneva a suor Maria

Rizzo. Egli popolò poi il suddetto fondandovi una piccola terra baronale che fu

detta Roccella di Cefalù. Ora ha il nome di Campofelice di Roccella.” Le scarne notizie biografiche sul fondatore del Comune, dicono che il Principe Don Gaspare La Grutta fu Cavaliere di Alcantara e Senatore di Palermo nel 1692. Sposò Antonia Giardina e Lucchese di Diego, Barone di Gibellina, e Rosalia Lucchese. Da questo matrimonio non nacquero figli e ciò, in qualche misura, influì sulla decisione di Don Gaspare di mettere in vendita all’asta pubblica l’appena nato Casale in data 21 giugno 1708. E certo però che all’origine di tale decisione vi furono urgenti necessità economiche; in effetti la vendita risultò un buon affare perché fruttò al La Grutta una cospicua somma di denaro. Scrive Pasquale Cipolla, confermando questa tesi, che «il Principe La Grutta godè poco tempo la sua proprietà e gli omaggi dei suoi

nuovi vassalli di Roccella; chè, oppresso dai debiti, contratti per le spese occorse

per la costruzione delle case in detta terra, e per i miglioramenti introdotti nei

suoi beni, fu costretto a vendere il feudo di Roccella”. Difatti, va detto che, ottenuta la Licentia populandi, Don Gaspare aveva fatto costruire, l’anno successivo, e cioè nel 1700, cento case, quattordici botteghe, la Chiesa ed una fonte, che costituirono il nucleo primitivo del nuovo Comune. Messa in vendita, la Baronia passò nelle mani di Don Antonio Marziani, Principe di Furnari, che ne entrò in possesso il 15 giugno 1709. Il nuovo signore della Roccella prese in sposa Donna Eleonora Celesia, figlia di Mastro Lorenzo Celesia, notaro perpetuo del Senato Palermitano. Gli successe Lorenzo Marziani, figlio primogenito, che prese investitura ufficiale nel 1712. Alla sua morte fu investito del titolo il fratello Don Salvatore Marziani Valguarnera il 24 settembre 1808, il quale sposò Leonarda Inveges, dalla quale però non ebbe eredi maschi. Pertanto, non essendovi altri Marziani del ramo maschile, può considerarsi ultimo investito della Baronia di Roccella. Assunse comunque la proprietà dei beni Emmanuela Marziani Inveges, alla cui morte avvenuta neI 1883, si operò la divisione fra i suoi eredi: il Duca di Villarosa, Pietro Notarbartolo, per quattro sesti; la Baronessa di San Giuliano, Costanza Notarbartolo e la Principessa di Monforte, Emanuela Notarbartolo, rispettivamente per un sesto. Alla data del 1907, risultano proprietari di quasi tutto il territorio di Campofelice di Roccella, il Barone Bernardo Cammarata e Donna Vittoria Lanza dei Principi di Mirto. 1.3 - La condizione demografica ed abitativa Dopo una fase, coincidente con i primi secoli di vita del centro, di continua ma lenta crescita demografica, la popolazione di Campofelice di Roccella ha raggiunto, nel 1901, il valore di 2.500 abitanti circa. E’ seguito poi un periodo di sostanziale stabilità che si è protratto, con oscillazioni contenute in un range di

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300 abitanti, sino al 1936, quando la popolazione di Campofelice di Roccella ha raggiunto il valore di 2.800 abitanti. Dal dopoguerra ad oggi i ritmi di crescita della popolazione sono notevolmente aumentati, con tassi di incremento che hanno raggiunto il massimo storico nel decennio 1971/81; da allora la popolazione continua ad aumentare con tassi pressocchè costanti di circa il 7% ogni decennio. Tabella 1 - Andamento 1861/2001 della popolazione

(Censimenti della popolazione e delle abitazioni- ISTAT)

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001

1.261 1.442 1.827 2.546 2.692 2.540 2.705 2.874 3.726 3.779 4.112 5.015 5.328 5.735

0

1000

2000

3000

4000

5000

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1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Anni

Popolazione

Tabella 2 - Andamento 1951/2001 della popolazione e delle abitazioni

(Censimenti della popolazione e delle abitazioni- ISTAT)

1951 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione 3.726 3.942 4.112 5.015 5.328 5.735 Famiglie 888 1.001 1.194 1.611 1.810 2.135 Abitaz. occupate 761 899 1.063 1.397 1.793 2.115 Stanze occupate 2.056 2.387 3.185 5.554 6.990 8.245 Abit. non occ. 76 188 145 833 2.090 3.599 Stanze non occ. 232 433 394 2.572 4.094 7.050

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1.000

2.000

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1951 1961 1971 1981 1991 2001

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popolazione

famiglie

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Anni

Abitazioni

abitazioni occupate

abitazioni non occupate

I processi demografici e le condizioni abitative negli anni più recenti sono descritti nelle tabelle delle pagine seguenti, nelle quali sono riportati (Tab. 3) i dati degli ultimi tre censimenti della popolazione e delle abitazioni (1981, 1991, 2001) ed alcune semplici elaborazioni su tali dati, tendenti a far emergere con maggiore chiarezza i processi in atto. I dati sono disaggregati per sezioni di censimento e si riferiscono alle diverse partizioni del territorio comunale operate dall’ISTAT. Tab.3 – Abitazioni e popolazione nel 1981, 1991, 2001 per sezioni di censimento Dati ISTAT

Anno 1981

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Sezioni

censimento Popolazione

residente Famiglie Alloggi Stanze

Totali Occupati Non occupati

Totali Occupate Non occupate

1 410 139 177 115 62 707 170 5372 523 174 190 138 52 809 190 6193 745 248 245 213 32 979 97 8824 434 119 144 113 31 609 128 4815 451 157 146 127 19 452 41 4116 420 141 141 118 23 434 55 3797 452 147 147 126 21 580 73 5078 627 206 203 177 26 822 96 7269 600 178 219 173 46 686 108 57810 353 102 618 97 521 2048 1614 434

5015 1611 2230 1397 833 8126 2572 5554 Anno 1991

Sezioni censimento

popolazione residente

Famiglie Alloggi Stanze

Totali Occupati Non occupati

Totali Occupate Non occupate

1 1024 371 433 368 65 1418 1323 952 894 329 420 326 94 1355 1160 1953 591 208 279 207 72 936 799 1374 697 208 355 208 147 1074 844 2305 368 124 171 123 48 620 532 886 889 275 339 272 67 1199 1085 1147 512 180 444 177 267 1186 720 4669 57 18 413 18 395 779 85 69411 153 52 257 50 207 748 232 51612 143 45 772 44 728 1769 210 1559

5328 1810 3883 1793 2090 11084 6990 4094 Anno 2001

Sezioni

censimento popolazione residente

Famiglie Alloggi Stanze

Totali Occupati Non occupati

Totali Occupate Non occupate

1 838 332 466 327 139 1632 1227 405 2 883 367 470 367 100 1578 1296 274 3 619 235 303 235 66 1180 932 240 4 735 239 271 234 37 1141 984 157 5 488 169 216 168 48 836 663 173 6 1204 397 495 397 98 2020 1638 382

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7 417 161 251 159 92 998 658 340

Centro 5184 1900 2472 1887 580 9385 7398 1971

8 18 10 307 10 297 625 38 587 9 12 8 251 8 243 835 29 806 12 3 2 209 2 207 623 6 617 13 22 11 37 11 26 166 54 112 14 61 28 115 28 87 422 104 318

Piane – P.na Calzata 116 59 919 59 860 2671 231 2440

15 18 9 133 9 124 664 51 613 16 32 11 117 11 106 550 67 483 17 28 12 125 12 111 468 50 412 18 78 32 126 32 94 445 143 302 19 2 2 20 2 18 73 11 62 20 26 16 65 16 49 222 66 156

Roccella 184 82 586 82 502 2422 388 2028

23 17 11 102 11 85 346 39 283 24 5 3 104 3 101 235 13 222 26 9 2 64 2 62 192 6 186 27 4 4 233 4 229 646 11 635 28 5 4 595 4 591 1846 8 1838

Pistavecchia 40 24 1098 24 1068 3265 77 3164

10 0 0 76 0 76 217 0 217 11 95 36 224 36 188 785 144 641 21 99 30 167 30 137 509 122 387 22 0 0 141 0 141 311 0 311 25 30 4 74 4 70 172 28 144

Aree agricole 224 70 682 70 612 1994 294 1700

Totale

Comune 5748 2135 5757 2122 3622 19737 8388 11303

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13

Popolazione residente

90%

2%

3%

1%

4%

Centro

Piane - Piana Calzata

Roccella

Pistavecchia

Aree agricole

Alloggi non occupati

16%

24%

14%

29%

17%

Centro

Piane - Piana Calzata

Roccella

Pistavecchia

Aree agricole

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14

Alloggi in complesso

43%

16%

10%

19%

12%

Centro

Piane - Piana Calzata

Roccella

Pistavecchia

Aree agricole

Alloggi occupati

89%

3%

4%

1%

3%

Centro

Piane - Piana Calzata

Roccella

Pistavecchia

Aree agricole

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2. VALUTAZIONE DEI FABBISOGNI E DIMENSIONAMENTO DEL PIANO

La valutazione dei fabbisogni rappresenta, nel processo di costruzione di uno strumento urbanistico, il momento di passaggio da una fase analitica ad una fase più spiccatamente progettuale. Per giungervi è necessario partire da una interpretazione critica dei dati analitici che descrivono i diversi aspetti della realtà urbana. Tra questi, certamente importanti sono quelli che si riferiscono alla condizione abitativa esistente ed ai processi di trasformazione demografica: compito primario del Piano è infatti, da un lato quello di garantire la migliore utilizzazione del patrimonio edilizio esistente, dall’altro di determinare la condizioni per il soddisfacimento dei bisogni residenziali che emergeranno in un arco di tempo almeno ventennale. Nel caso di Campofelice il dimensionamento del piano non pone problemi di particolare complessità: i fenomeni demografici sono infatti di così plateale evidenza e linearità da rendere del tutto inutile il ricorso ad indagini statistiche sofisticate ed a modelli di previsione raffinati. 2.1 - DIMENSIONAMENTO RESIDENZIALE Ipotizzando che nei prossimi venti anni i ritmi di crescita demografica mantengano gli stessi valori che hanno fatto registrare dal 1961 ad oggi, gli abitanti e le famiglie residenti nel territorio di Campofelice di Roccella saranno quelli indicati nella Tab. 4, che sono ottenuti per semplice regressione lineare sui dati censuari. Tab.4 – Famiglie e popolazione al 2011 ed al 2021 Elaborazione su dati ISTAT

Anni 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2021 2028

Popolazione 3.942 4.112 5.015 5.328 5.735 6.267 6.585 6.750

Famiglie 1.001 1.194 1.611 1.810 2.135 2.415 2.607 2.755

In base ai dati sopra riportati il fabbisogno abitativo nel prossimo ventennio, facendo corrispondere ad ogni nuova famiglia una abitazione, può calcolarsi in (2.755-2.135=) 620 abitazioni. Un ruolo fondamentale nell’andamento demografico però potranno avere le dinamiche territoriali che si svilupperanno nel comprensorio nei prossimi anni: la imminente realizzazione di un collegamento ferroviario più efficiente con il capoluogo potrà infatti innescare fenomeni di pendolarismo giornaliero che potranno far crescere, anche sensibilmente, il numero delle famiglie residenti nel comune. L’aumento demografico in tale ipotesi sarebbe assorbito, in buona misura, dalla conversione a residenza stabile di parte del patrimonio edilizio residenziale già esistente nell’area della Piana, oggi utilizzato stagionalmente. Se dunque oggi la popolazione residente, come è mostrato dai grafici riportati nelle pagine precedenti, è concentrata al 90% nel centro urbano e per il 10% nelle

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altre parti del territorio, è ragionevole pensare che tali percentuali nei prossimi venti anni possano subire modifiche, anche significative. Tale prospettiva, assolutamente realistica, porta a valutare separatamente il dimensionamento del Piano: da un lato esso deve infatti dar conto dell’aumento fisiologico della popolazione e si immagina che debba essere soddisfatto principalmente attraverso la urbanizzazione di nuove aree in ampliamento del centro urbano esistente; dall’altro deve tener conto della prospettiva sopra descritta e porta ad ipotizzare, più che la urbanizzazione di nuove aree, una consistente riconversione del patrimonio edilizio esistente nella Piana. Si può dunque ipotizzare che la popolazione nell’area urbana nel 2021 si attesti sulla percentuale dell’80 per cento di quella totale, corrispondente a 5400 abitanti con un incremento di (5.400 – 5.184 =) 216 unità e che il restante 20% della popolazione, pari a 1350 unità, si distribuisca nelle altre aree; risiederanno nel centro urbano (2755*80%=) 2204 famiglie ed altre 551 nelle restanti parti del territorio. Alla luce di tale ipotesi e tenendo conto di quanto sopra detto si dovrà dunque soddisfare un fabbisogno complessivo di nuove abitazioni nell’area urbana pari all’incremento del numero delle famiglie e dunque pari a (2204 – 1900 =) 304 abitazioni. Il fabbisogno di (551 – 235 =) 316 abitazioni nell’area extraurbana sarà invece assorbito dalla riconversione ad usi abitativi stabili di una piccola parte del grande patrimonio edilizio già realizzato nelle aree extraurbane. Relativamente al centro urbano, per quanto riguarda il fabbisogno pregresso, determinato dalla domanda di sostituzione, dal degrado edilizio e/o dal sovraffollamento abitativo, si può ipotizzare che esso venga riassorbito dal riuso del patrimonio edilizio esistente e dunque il suo contributo può ritenersi nullo. Considerando che ogni alloggio è costituito da un volume medio di 500 mc., inclusi spazi accessori e condominiali e servizi standard, si può conclusivamente fissare in (304*500=) 152.000 mc. il dimensionamento residenziale del piano. Tali volumi dovranno essere realizzati ex novo nelle zone di espansione e di completamento dell’area urbana. Per quanto attiene le residenze stagionali non si ritiene di poter proporre alcun criterio di dimensionamento dal momento che, come più volte sottolineato, le previsioni del previgente strumento urbanistico, già quasi completamente attuate e che pertanto il PRG deve necessariamente recepire, risultano già superiori ai limiti dimensionali che una corretta politica urbanistica avrebbe dovuto suggerire. 2.2 - DIMENSIONAMENTO ATTIVITA’ PRODUTTIVE Il dimensionamento degli spazi da destinare nel Prg alle attività produttive è una operazione progettuale che presenta sempre notevole complessità: per pervenire ad un corretto dimensionamento è necessario infatti prevedere come si evolveranno nell'arco temporale di validità del Piano i fabbisogni in ciascuno dei settori produttivi, quali il commercio, l'artigianato, l'industria, il terziario direzionale. Perchè tale previsione possa risultare in qualche modo realistica occorrerebbe però ancorarla a sua volta a programmi di sviluppo economico che, con riferimento a ciascun settore economico, traccino precise linee

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programmatiche entro le quali i vari interventi territoriali dovranno collocarsi. Solo correlando le ipotesi di pianificazione territoriale a scelte di programmazione economica si può infatti garantire alle prime una probabilità di applicazione. In mancanza di un programma economico regionale vincolante e di quadri strategici che assegnino precisi obiettivi ad ogni settore economico, le previsioni di fabbisogno, per non risultare velleitarie, non possono che ricavarsi dai trend che alcune variabili significative hanno avuto in un congruo arco temporale. Sulla base di tali criteri sono stati valutati i fabbisogni di aree per attività produttive. La previsione al 2028 degli addetti operanti nei singoli settori di attività economica viene condotta utilizzando i dati dei Censimenti delle Imprese, Istituzioni ed Unità locali del 1961, 1971, 1981, 1991, 2001. La disponibilità di un numero assai limitato di valori per ciascuna variabile (corrispondenti ai cinque censimenti) non consente di far ricorso ad analisi statistiche di tendenza; sono state pertanto effettuate delle stime empiriche basate su alcune ragionevoli ipotesi di sviluppo. Tabella 5 - Censimenti ISTAT 1961 - 2001 – Dati relativi alle imprese

Anno Unità locali Addetti alle unità

locali

1961 121 238 1971 141 257 1981 146 656 1991 230 905 2001 268 981

Tali stime, prudenzialmente, portano a ritenere che il numero degli addetti al 2028 possa raggiungere il valore di 1300 addetti. Assumendo una superficie convenzionale lorda per addetto pari a mq. 300 si avrà pertanto la necessità di reperire nuove aree per attività produttive pari a (1300 x 300 = ) 39 ettari. Per quanto attiene il comparto turistico si ritiene che sia inutile proporre alcun criterio di dimensionamento dal momento che le previsioni del precedente strumento urbanistico, ormai quasi del tutto attuate, saturano già le potenzialità insediative del territorio comunale; un ulteriore sviluppo della ricettività turistica con la conseguente urbanizzazione di nuove aree finirebbe infatti per compromettere definitivamente il già precario equilibrio ambientale in cui si regge buona parte del territorio costiero.

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3. I RIFERIMENTI PROGETTUALI L’insieme delle analisi svolte riferite allo stato di fatto ed allo stato di diritto,

documentate negli elaborati cartografici che corredano la proposta di piano, ha consentito di mettere a punto, attraverso metodologie di tipo deduttivo e secondo criteri di razionalità urbanistica, la proposta progettuale illustrata nelle pagine seguenti ed esplicitata negli elaborati cartografici. Elementi fondamentali e condizionanti, sia pur in diverso modo, delle scelte contenute nel PRG sono state: a) le direttive formulate dal Consiglio comunale; b) le indicazioni contenute nello Schema di massima del PRG; c) le indicazioni progettuali contenute nel voto CRU n. 514/1997; d) le indicazioni relative alla suscettività di utilizzazione del suolo ed al sistema

dei vincoli ambientali contenute nello studio geologico; e) le indicazioni emerse dall’analisi agricolo-forestale del territorio. L'esposizione dei contenuti del Piano è pertanto preceduta da un capitolo nel quale sono riassunte le indicazioni formulate dal Consiglio comunale nonchè le indicazioni contenute negli studi di settore. 3.1 LE DIRETTIVE In ossequio al disposto del comma 7, art. 3, legge reg. 30 aprile 1991, n. 15, il Consiglio Comunale, con atto deliberativo n 41 del 18.06.2003, ha adottato le direttive generali da osservarsi per la redazione del PRG. In tali direttive, dopo una sommaria analisi delle problematiche che interessano il territorio comunale, vengono formulate indicazioni che in estrema sintesi possono essere così elencate: 1) nel dimensionamento del piano va tenuto conto del patrimonio edilizio esistente non utilizzato in riferimento alle nuove esigenze abitative; 2) il nucleo più antico del centro abitato, incentrato su un impianto urbanistico ottogonale, e sulle strade che dalla stessa si dipartono, ancora leggibile va mantenuto e valorizzato e come tale classificato come zona “A. Particolare attenzione va rivolta allo sviluppo commerciale del centro storico al fine di creare un richiamo forte, con apposite dotazioni, per l’attività turistica integrata che in atto non riesce a trovare momenti qualificanti differenziati di altre attività o di svago; 3) va valorizzato il borgo marinaro e la torre monumentale nel comprensorio denominato Torre Roccella, con la realizzazione di infrastrutture e strutture finalizzate alla salvaguardia ambientale e territoriale; il loro recupero può permettere l’utilizzo sociale mediante un insieme sistematico di servizi turistici e sociali aggiunti finalizzati ad incrementare il livello qualitativo dell’offerta; 4) le zone di completamento devono essere ridotte all'indispensabile; 5) le zone di espansione devono essere dimensionate tenendo conto delle effettive esigenze e debbono essere individuate in aree vicine all'esistente quali quelle limitrofe alle aree di espansione vicine al cimitero, nella zona di Piano Vignale e nel versante Ovest;

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6) la fascia costiera deve avere la doppia destinazione a zona turistico ricettiva e a residenze stagionali con interposte zone a verde e servizi tali da caratterizzare lo sviluppo principalmente dal punto di vista qualitativo e non solo quantitativo. Particolare attenzione deve essere posta all'area della ex AFEM che, bonificata e riqualificata, assieme alla Torre ed al borgo marinaro, dovranno costituire servizi di particolare qualità, caratterizzanti tutta la fascia costiera; 7) particolare attenzione va rivolta alle aree artigianali esistenti prevedendo un P.I.P. nella zona del torrente Basalaci con la possibilità di destinare un'area per attività commerciali; 8) vanno potenziate le infrastrutture nelle zone agricole per favorire lo sviluppo di attività legate all'agricoltura; 9) attraverso un Piano Commerciale integrato nel PRG deve prevedersi uno sviluppo del commercio nelle vie che si dipartono da Piazza Garibaldi verso sud e un'area polivalente per l’insediamento di medie e grandi strutture. Deve essere prevista un'area destinata al mercato settimanale con adeguati parcheggi nelle vicinanze; 10) vanno infine previste le seguenti attrezzature e infrastrutture: a) una cittadella parrocchiale con spazi infrastrutturali e strutture finalizzate alle

attività oltre che pastorali, formative, sociali, culturali ed assistenziali e di recupero del disagio giovanile nel rispetto delle tradizioni religiose;

b) una scuola media superiore di tipo professionale turistico-alberghiero; c) un centro polisportivo possibilmente annesso al campo sportivo d) parchi urbani ed extraurbani in corrispondenza di aree degradate o di aree di

pregio naturalistico ed ambientale e quanto altro connesso alla valorizzazione dei beni ambientali in genere;

e) una struttura teatrale all'aperto per le manifestazioni estive f) un acqua park in località Calzata g) un’area circense h) la localizzazione di un'area bus-stop di adeguata estensione per la

realizzazione di un nodo intermodale di collegamento con la previsione di servizi integrati anche per i grandi mezzi di trasporto su strada.

Va poi rilevato che, successivamente alla emanazione delle Direttive generali, il Consiglio comunale, con deliberazione n. 8 del 08.05.2008, ha approvato specifici indirizzi ai fini della pianificazione dell’area occupata dagli impianti, ormai da tempo dimessi, delle Acciaierie di Sicilia (AFEM), prescrivendo tra l’altro la destinazione dell’area a spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi, ai sensi del D.M. 2.04.1968. 3.2 LO SCHEMA DI MASSIMA Il progetto di massima del PRG è stato redatto con particolare riguardo a cinque specifici aspetti che condizionano la realtà del territorio comunale: 1) La problematica dei trasporti e delle infrastrutture connesse; il Piano ha evidenziato la necessità di definire una migliore accessibilità al centro urbano dal sistema autostradale e dalla viabilità principale di collegamento extraurbano e di attuare una politica di integrazione dell'esistente che deve privilegiare il mezzo

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pubblico rispetto a quello privato. 2) La problematica della valorizzazione delle risorse dell’ambiente e della natura (il mare, la costa e il Parco delle Madonie) ed in genere di tutti quegli elementi che possono costituire adeguata risorsa di attrazione culturale e turistica (come la presenza di un Campo da Golf nelle immediate adiacenze del territorio comunale). 3) La problematica delle attività produttive e manifatturiere e delle attività terziarie e della commercializzazione, che possono essere occasione di sviluppo e di occupazione soprattutto in ragione dell’ampio bacino di utenza determinato dalla posizione baricentrica del comune nell’ambito della Provincia Regionale di Palermo. 4) La problematica residenziale e dei servizi connessi che deve essere trattata con riguardo alla necessità di rafforzare il ruolo di centralità autonoma del comune, invertendo la attuale tendenza al trasferimento verso i poli territoriali di Cefalù e Palermo. 5) La problematica del coordinamento dei servizi connessi ai grandi impianti tecnologici urbani, che vanno curati al fine di una adeguata tutela dell'ambiente e che per alcuni servizi di carattere puntuale (isole ecologiche, discariche, ecc) debbono necessariamente essere risolte a scala intercomunale. Muovendo da queste premesse, sulla base di una attenta ricognizione dei numerosi vincoli presenti sul territorio, il progetto di massima ha definito le principali scelte urbanistiche, articolandole con riferimento ai diversi sistemi edilizi individuati nel territorio comunale. Per il sistema edilizio urbano, sulla scorta dei dati statistici disponibili, dell’esame di documentazione cartografica e di sopralluoghi, si è proceduto ad una prima enucleazione della zona A, da approfondire però sulla base di ulteriori studi, e ad una perimetrazione delle zone B. Per quanto attiene il sistema edilizio di espansione, lo schema di massima si è limitato a proporre alcune nuove aree, in base alla sommaria valutazione di nuovi alloggi non rientranti nelle residue zone di completamento. Per quanto attiene il sistema edilizio lungo la fascia costiera lo schema di massima, riconfermando sostanzialmente le previsioni del previgente strumento urbanistico, ha rinviato al progetto esecutivo la messa a punto di una pianificazione di dettaglio, che individuasse nuove strategie di sviluppo dell’economia legata al mare attraverso la regolamentazione del recupero, riconversione e del riuso anche a scopi promiscui: residenziale stagionale e turistico-ricettivo, del patrimonio esistente, prevedendo tra l’altro la realizzazione di un porticciolo turistico nonché idonee aree per i servizi e le attrezzature connesse. Per quanto attiene infine il sistema delle attività produttive, tenendo conto delle esigenze emerse in occasione degli incontri con vari operatori, il piano di massima propone una pianificazione dinamica delle esigenze attuali, con inserimenti percentuali di spazi commerciali in determinate aree limitrofe alle attuali zone artigianali, con previsioni agricole preferenziali per attività produttive a mezzo piani attuativi di certe dimensioni. Propone poi possibili allocazioni di attrezzature connesse con lo sviluppo sostenibile del territorio finalizzate alla ricettività turistica, in zone a bassissima densità e previa adozione di piani attuativi, con l’inserimento di strutture ricreative quali, campi da golf , acqua park, aree

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attrezzate con vari divertimenti, etc…, che permettano di incrementare il livello qualitativo del patrimonio esistente e di integrare l’economia di Campofelice in circuiti internazionali più quotati. I temi individuati nello schema di massima e le soluzioni progettuali in esso prefigurate hanno costituito la base di riferimento per la progettazione del PRG definitivo. La progettazione definitiva si è pero avvalsa di ulteriori approfondimenti anche analitici ed è frutto di una più attenta riflessione sulle soluzioni progettuali prefigurate in sede di schema di massima, che hanno portato in molti casi a modificare, anche radicalmente, le indicazioni in esso contenute. Le modifiche più significative hanno riguardato innanzitutto il sistema dei beni culturali, che è stato meglio inquadrato nelle sue diverse componenti e per il quale è stata messa a punto una più efficace strategia di tutela e valorizzazione. Una più attenta considerazione dei valori ambientali e paesaggistici ha poi portato ad eliminare talune ipotesi di nuova urbanizzazione, quale quella riguardante la fascia immediatamente a monte della SS 113. Di contro è stato completamente ridisegnato il sistema delle aree destinate ad attività produttive, tenendo conto, anche sulla base delle indicazioni formulate nello studio commerciale, delle esigenze del comparto e delle buone potenzialità di sviluppo connesse alla loro integrazione con il comparto turistico. Si è ritenuto infine di semplificare, sulla base di una più attenta analisi territoriale, la disciplina del territorio agricolo. 3.3 - LE INDICAZIONI PROGETTUALI CONTENUTE NEL VOTO CRU N. 514/1997 Pur se sono trascorsi molti anni dalla sua formulazione, nella redazione del PRG definitivo è stato comunque tenuto in particolare ed attenta considerazione il contenuto del voto del CRU n.514/1997; non va dimenticato infatti che il presente progetto di PRG costituisce la rielaborazione totale di quello a suo tempo adottato dalla Amministrazione e ritenuto non meritevole di approvazione dalla Regione. In estrema sintesi le indicazioni del CRU riguardavano la necessità di una interpretazione coerente dei vincoli e delle risorse territoriali, che portasse ad un consistente ridimensionamento delle aree di nuova urbanizzazione sia per garantire un contenimento del consumo del suolo sia per garantire una migliore qualità dell’organizzazione funzionale. Più in dettaglio il voto del CRU dava le seguenti indicazioni: - riperimetrazione delle zone A per tener conto delle valenza storiche ed

ambientali del territorio urbanizzato; - la eliminazione delle aree di espansione previste sul versante collinare

sottostante al centro abitato, prospiciente la costa; - la riduzione delle aree destinate alle attività residenziali stagionali e turistico

ricettive nella fascia costiera già previste dal vigente Programma di Fabbricazione, previa verifica dello stato di attuazione dello stesso;

- la unificazione delle diverse sottozone di verde agricolo in un’unica zona E; - il ristudio dell’apparato normativo del piano in maniera tale da evitare

ambiguità interpretative e vuoti normativi;

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- la eliminazione della previsione di un parco polifunzionale attrezzato a monte della autostrada e del mercato ortofrutticolo;

- il ristudio della viabilità, secondo ben definite gerarchie di percorsi. Va osservato comunque che alcune delle prescrizioni del CRU, e segnatamente quelle relative alla riduzione della urbanizzazione costiera risultano di fatto superate, dal momento che negli anni successivi alla restituzione del Piano (e forse proprio in virtù di essa) le previsioni del vigente P di F hanno trovato attuazione in maniera ormai quasi completa. 3.4 - STUDIO GEOLOGICO Lo studio geologico generale, redatto dal geologo Gaspare Ingrao, risulta costituito dai seguenti elaborati: Relazione Tav. 1 - Carta geologica scala 1:10.000 Tav. 2 - Carta geomorfologica scala 1:10.000 Tav. 3 - Carta idrogeologica scala 1:10.000 Tav. 4 - Carta della pericolosità geologica scala 1:10.000 Tav. 5a/5b - Carta geologica scala 1:2.000 Tav. 6a/6b - Carta geomorfologica scala 1:2.000 Tav. 7a/7b - Carta litotecnica scala 1:2.000 Tav. 8a/8b - Carta della pericolosità geologica scala 1:2.000 Tav. 9a/9b - Carta della pericolosità sismica locale scala 1:2.000 Tav. 10a/10b - Carta della esondazione con vincoli ante operam scala 1:2.000 Tav. 11a/11b - Carta della esondazione con vincoli post operam scala 1:2.000 Il supporto degli elaborati grafici è costituito dalle CTR raster alla scala 1:10.000 del 1992 e dal rilievo aerofotogrammetrico a scala 1:2.000 del 2003, fornito dall'amministrazione comunale. Il rilevamento geomorfologico ha messo in evidenza la presenza di un reticolo idrografico con sviluppo sud nord a carattere torrentizio, che in presenza di eventi meteorici particolarmente intensi, può determinare fenomeni erosivi nelle aree a monte dove la pendenze sono maggiori e di esondazione nella zona pianeggiante; tali fenomeni, in considerazione dell’elevato livello di urbanizzazione del territorio comunale, possono porre problematiche di rischio particolarmente gravi. Lo studio effettuato ha consentito di identificare i principali elementi geomorfologici e idrogeologici che determinano la necessità di apporre alcuni vincoli inerenti la pianificazione urbanistica. Nel determinare tali vincoli lo studio tiene conto degli effetti che produrranno gli interventi di salvaguardia idraulica previsti nel progetto di raddoppio della linea ferroviaria, attualmente in fase di appalto. Distingue pertanto un regime di vincolo ante operam da quello, definitivo, del quale si dovrà tener conto dopo che verranno realizzati gli interventi di salvaguardia idraulica. Lo studio geologico fornisce nello specifico le seguenti indicazioni, da tenere in specifico conto nella redazione del Piano:

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- nelle aree interessate da fenomeni di dissesto non è consentito l'uso edificatorio; in esse vanno comunque poste in essere opere finalizzate alla salvaguardia ambientale, consolidamento statico e recupero dell'esistente; - nelle aree esposte a fenomeni di erosione da parte dei corsi d'acqua non è consentita alcuna attività urbanistica; vanno tuttavia realizzati interventi per eliminare o minimizzare il fenomeno; - l’utilizzazione urbanistica delle aree esposte a fenomeni di esondazione è subordinata alla realizzazione di interventi di regimentazione idraulica. Ai lati delle incisioni torrentizie vanno rispettate le fasce di rispetto previste dalle norme; nella determinazione di tali fasce occorre tener conto delle sistemazioni idrauliche che verranno realizzate nell’ambito del progetto di raddoppio ferroviario. A tal fine lo studio è corredato da una duplice serie di cartografie che rappresentano le incisioni fluviali ed il relativo regime dei vincoli prima e dopo la realizzazione delle opere. La presenza di una esigua falda freatica di spessore particolarmente ridotto obbliga infine a svolgere accurate e puntuali indagini geognostiche nonché ad attuare eventuali precauzioni geotecniche e progettuali nel caso di realizzazione di opere e manufatti che con le loro parti interrate potrebbero intersecare la superficie piezometrica. 3.5 - STUDIO AGRICOLO FORESTALE Lo studio, redatto dal dott. agronomo Salvatore Paterna, incaricato con delibera della Giunta Comunale n. 103 del 6.12.2001, é costituito dai seguenti elaborati: - Relazione tecnica - Carta delle aree interessate da colture agricole e forestali e dalle infrastrutture ed impianti a servizio dell'agricoltura in scala 1:10.000 Le basi cartografiche utilizzate sono: la tavoletta a scala 1:25.000 dell'I.G.M. e la CTR del territorio comunale alla scala 1:10.000 aggiornata al 2002. Lo studio costituisce l’aggiornamento di un precedente studio, redatto nel 1993 dal dott. agr.mo Antonio Capizzi.

Dal punto di vista dell'uso del suolo, lo studio individua nel territorio comunale due parti: la prima, quella costiera a nord della linea ferrata, quasi del tutto antropizzata, l’altra, a monte della linea ferrata, ancora caratterizzata da vaste porzioni di territorio non antropizzato e dalla presenza di colture di tipo agrumicolo e seminativo irriguo. Lo studio non evidenzia la presenza di alcun bosco, e individua solamente la presenza di vegetazione di tipo ripariale in piccole e delimitate aree limitrofe ai corsi d'acqua principali, non rientranti nella definizione di bosco. Vengono fornite le seguenti indicazioni da tenere presente nella stesura del PRG: - tutela e valorizzazione delle aree di particolare interesse ambientale - creazione di percorsi naturalistici - recupero e valorizzazione di masserie e di edifici tipici della tradizione agricola - manutenzione e ripristino della viabilità rurale.

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4. I RIFERIMENTI NORMATIVI Nella valutazione della efficacia di ciascuna previsione in ordine al raggiungimento degli obiettivi prefissati occorre considerare che il progetto di PRG ha dovuto evidentemente tener conto di un sistema estremamente complesso di vincoli di varia natura, tra i quali particolarmente condizionanti sono stati quelli derivanti dallo stato di diritto. Sono state in particolare recepite nel piano, in quanto prevalenti: - le previsioni contenute nelle Linee guida del PTPR relative ai beni culturali

presenti nel territorio; - le previsioni contenute nei Piani stralcio di bacino, che identificano,

all’interno del territorio comunale, alcune aree soggette a pericolosità e rischio geologico ed idraulico; come già detto il territorio comunale è interessato da tre distinti bacini, i cui piani sono stati approvati in un arco temporale compreso tra il 2006 ed il primo semestre del 2007.

Sono state poi tenute in considerazione: - le previsioni planivolumetriche contenute nei Piani di lottizzazione approvati e

convenzionati e/o in corso di attuazione; - i programmi ed i progetti di opere pubbliche approvati dalla Amministrazione in conformità e/o in variante al PRG, inserite nel piano triennale vigente Compatibilmente con il nuovo quadro urbanistico definito nel progetto di PRG, sono state poi tenuti in conto i seguenti progetti redatti in vari momenti dalla Amministrazione comunale: - Individuazione delle infrastrutture primarie e secondarie nella fascia di territorio compreso tra la SS 113 ed il litorale, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n.145 del 30.122.1996. - Progetto di riqualificazione di un asse viario a servizio di attività ricettive turistico-alberghiere e balneari, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 53 del 28.11.2002. - Progetto per la realizzazione di un asse viario a monte della SS 113 in parte in ampliamento di una vicinale esistente, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 34 del 27.07.2007. Coerentemente con le disposizioni normative il PRG ha poi tenuto nel massimo conto le previsioni urbanistiche di destinazione in atto vigenti con i conseguenti diritti acquisiti dai proprietari dei suoli, modificandole esclusivamente laddove la loro conferma sarebbe risultata incompatibile con il raggiungimento di accertati e documentati obiettivi di pubblico interesse. Di contro i vincoli preordinati alla espropriazione del vecchio P di F, da tempo decaduti per il trascorso periodo di validità dei vincoli espropriativi, sono stati riproposti, e dunque confermati, solamente nel caso in cui la loro riproposizione rispondesse ad imprescindibili esigenze di interesse pubblico. Sono stati considerati elementi invarianti nella progettazione del PRG una serie di indicazioni progettuali derivanti da varie fonti normative sia regionali che statali,

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che compongono un quadro vincolistico da recepire integralmente nel PRG. Le principali di tali norme sono: - la legge 431/1985, oggi abrogata e confluita nel nuovo Codice dei beni

paesaggistici, attraverso la quale è dichiarato di interesse paesaggistico tutto il territorio comunale. Nella pianificazione di tale contesto il PRG dovrà dunque tener conto della necessità di non compromettere il valore ambientale e paesistico con previsioni lesive dei caratteri propri di ciascun sito.

- le leggi che fissano distanze minime delle costruzioni a protezione di infrastrutture pubbliche, quali le strade, la ferrovia, il depuratore, il cimitero.

- il vincolo sismico, agente sull’intero territorio, che determina limitazioni nella attività edilizia;

- il vincolo idrogeologico ex R.D. 3267/1923; - i Piani stralcio di bacino redatti dall’Assessorato Regionale del Territorio e

dell’Ambiente in attuazione della L. n. 183/1989, che identifica esattamente i perimetri delle aree di pericolosità e rischio elevato e molto elevato e detta disposizioni sulla utilizzabilità delle aree di pericolosità.

- la legge n. 16/1996, come modificata dalla L.R. 13/1999 e successivamente dalla L.R. 6/2001, che stabilisce limiti di edificazione nei boschi e nelle relative fasce di rispetto.

- il vincolo di tutela a fini turistici della fascia costiera di cui all’art. 15 della L.R. 78/1976.

4. 1 – I PIANI SOVRAORDINATI Le previsioni del Piano Regolatore, secondo le disposizioni legislative contenute nella legge fondamentale ed in successive disposizioni regionali, dovrebbero trovare il loro necessario inquadramento urbanistico in un insieme di strumenti di scala sovracomunale, quali il Piano urbanistico regionale ed i Piani Territoriali provinciali, oltre ad una serie di piani di settore. In realtà lo stato della pianificazione sovracomunale in Sicilia è pesantemente deficitario dal momento che solo alcuni degli strumenti sopraelencati sono riusciti sinora a pervenire ad una compiuta codificazione normativa, e precisamente il Piano Territoriale paesistico regionale del quale sono state approvate con D.A. 21 maggio 1999 le Linee Guida, ovvero un documento programmatico di carattere generale nel quale sono fissati i criteri metodologici per la redazione del Piano Territoriale Paesistico, e, più recentemente, alcuni Piani stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico. Per quanto concerne il primo, particolare rilievo assume, ai fini della redazione del PRG, il disposto contenuto nell’art. 5 delle Norme di attuazione delle Linee guida del Piano Territoriale paesistico regionale, che fa obbligo ai comuni, nella redazione dei piani regolatori generali, di riferirsi, negli ambiti sottoposti a tutela paesaggistica, alle indicazioni conoscitive ed ai criteri metodologici specificati nel documento stesso. Tali indicazioni riguardano sostanzialmente i criteri da seguire nella delimitazione dei centri storici e nella individuazione dei beni da sottoporre a tutela nonché le

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forme di tutela da porre in essere per ciascuna categoria di beni. Vengono pure forniti alcuni elenchi di beni individuati in ciascun territorio comunale. Nel caso di Campofelice di Roccella, che ricade nell’ambito n. 7 Monti delle Madonne, vengono individuati e sottoposti a tutela i seguenti beni isolati: Fattoria Pace, Villa Lalomia, Torre Roccella ed il cimitero. Vengono poi segnalate le aree di interesse archeologico di C.da e Piana Pestavecchia, dove si sviluppa un insediamento e una necropoli di eta' greca e romana, di C.da e Piano Calzata, dove sono segnalate tombe romane, e di Roccella, dove rimane la torre di eta' medievale ed un insediamento medioevale. Per tali beni, così come per tutti gli altri individuati nelle Linee guida e che saranno meglio specificati in seguito, è stato dunque previsto un particolare regime di tutela. Un riferimento altrettanto importante per il nuovo piano è rappresentato dal Piano di bacino per l’assetto idrogeologico, in corso di redazione da parte dell’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente per successivi piani stralcio relativi ai diversi bacini idrografici dell’isola, in attuazione della L.n. 183/1989 e della L. 267/1998. In particolare il territorio di Campofelice di Roccella è interessato da tre diversi bacini idrografici, i cui Piani stralcio di Assetto Idrogeologico sono stati già tutti approvati. In tali piani sono indicate numerose aree, evidenziate negli elaborati di Piano, sulle quali, per ragioni riconducibili al rischio di inondazione ovvero connesse alla natura geomorfologia dei terreni, sono gia operanti una serie di divieti, che, in quanto prevalenti sulla pianificazione urbanistica, devono essere tenuti in conto nella progettazione del PRG. Tra gli strumenti di pianificazione sovracomunale andrebbe pure considerato il Piano Regolatore dell’Area di Sviluppo Industriale di Palermo (PRASI), ma tale piano, per altro non ancora approvato in via definitiva, non prevede alcuna localizzazione nel territorio di Campofelice di Roccella. Per quanto concerne la pianificazione provinciale, ad oggi risulta solamente approvato un documento preliminare del Piano Territoriale Provinciale, non avente efficacia giuridica. Nella gestione del Piano, occorrerà riferirsi ad eventuali avanzamenti dei piani e programmi in via di predisposizione da parte di vari Organi regionali. Tra questi il Piano Urbanistico Regionale, in via di predisposizione da parte dell’Assessorato Territorio ed Ambiente, il Piano Territoriale Paesistico dell’ambito di Palermo, di competenza della Sovrintendenza ai BBCCAA di Palermo. 4.2 - IL PIANO VIGENTE Il Comune di Campofelice di Roccella è dotato di un Regolamento Edilizio con annesso Programma di Fabbricazione, redatto dall’ing. Antonio Lenzi, adottato

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dal Consiglio comunale con deliberazione n. 67 del 25.04.1973 e successivamente approvato con Decreto dell’Assessore Regionale per lo Sviluppo Economico n. 111 del 24.04.1976. Con D.A.R.T.A. n. 413 del 16.07.1986 sono state introdotte le limitazioni relative alla fascia costiera derivanti dalla L.R. n. 78/1976. Con D.A.R.T.A. n. 1122 del 13.09.1989 è stata approvata una variante relativa alle Norme Tecniche di Attuazione della zona “G” – Insediamenti Turistico Stagionali (villini) - integrando le stesse N.T.A con la possibilità di realizzare all’interno di tali zone campings, posteggi, bar, pizzerie, ristoranti ed infrastrutture compatibili con la destinazione turistico-stagionale. Il territorio comunale è suddiviso nelle seguenti zone: • zona territoriale omogenea “B” (Edilizia dell’abitato); • zona territoriale omogenea “C” (Edilizia di espansione); • zona territoriale omogenea “C3” (Turistica alberghiera); • zona territoriale omogenea “G” (Ricettiva stagionale a villini); • zona territoriale omogenea “D” (Industriale); • zona “E” territoriale omogenea (Verde agricolo); Il Piano, concepito secondo logiche oggi assolutamente superate e contrastanti con i più elementari principi di sostenibilità ambientale e paesaggistica, prevedeva la completa urbanizzazione, con varie tipologie insediative, della fascia costiera al di sotto della SS 113 (7 chilometri degli 8,5 del territorio comunale). Più contenute erano invece le previsioni relative al centro urbano, del quale erano però del tutto misconosciute le qualità architettoniche ed urbanistiche (non era identificato un centro storico !). Stante l’obbligo di dotarsi di PRG l’Amministrazione comunale, con deliberazione n. 141 del 18.06.1994, ha adottato un progetto di PRG, redatto dall’ing. A. Failla, che l’Assessorato al Territorio ed Ambiente, condividendo il voto del CRU n. 514 del 16.07.1997, ha successivamente restituito per rielaborazione totale. A seguito di tale restituzione ha ripreso validità il Programma di Fabbricazione. In quest’ultimo decennio, anche per il timore di limitazioni edificatorie conseguenti alla rielaborazione del PRG in adeguamento al voto del CRU, si è registrata una straordinaria accelerazione delle iniziative edificatorie che, a causa dell’elevato valore commerciale delle aree costiere e la appetibilità da parte di una fascia sempre più vasta di famiglie, ha praticamente saturato le previsioni di nuova urbanizzazione del P di F. 4.3 - RICOGNIZIONE DEL SISTEMA DEI VINCOLI E PRESCRIZIONI SOVRA

ORDINATE DI NATURA AMBIENTALE E TERRITORIALE Il territorio di Campofelice di Roccella risulta soggetto ad un regime vincolistico particolarmente complesso, sinteticamente visualizzato negli elaborati di progetto. Tale regime vincolistico discende in parte dall’applicazione di disposizioni di legge nazionali e/o regionali, in parte dalla emanazione di specifici provvedimenti

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amministrativi, a tutela di interessi di varia natura: paesaggistica, ambientale, di igiene pubblica, di sicurezza del traffico, ecc. Si riporta di seguito l’elenco dettagliato dei vincoli e delle prescrizioni esistenti. Vincolo a tutela dei beni paesaggistici ed ambientali Codice dei BB. CC. AA. (ex L.1497/1939 – L. 431/1985 - D. Legs n.490/1999)

Con Decreto dell’Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione del 30.01.1989 tutto il territorio del Comune di Campofelice di Roccella è stato dichiarato di notevole interesse pubblico, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1, numeri 3 e 4 della legge 29.06.1939 n° 1497 e dell’art. 9, numeri 4 e 5 del relativo regolamento di esecuzione approvato con R.D. 03.06.1940 n° 1357, in conformità alla proposta di vincolo deliberata dalla Commissione Provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Palermo nella seduta del 12.06.1986. Vincolo a tutela delle cose di interesse artistico e storico Ex L. 1089/39 - oggi D. L.vo n.42/2004

Con D.A. n. 1210 del 22.07.1983 è stato imposto il vincolo a tutela delle cose di interesse artistico e storico di cui alla legge 01.06.1939 n° 1089, al tempo vigente, sulla cosiddetta “Torre Roccella”. Con Decreto D.G. dell’Assessorato BB. CC. AA. n. 5455 del 23.03.2007, ai sensi dell’art. 13 del D.L.vo 42/2004, è stato imposto il vincolo a tutela delle cose di interesse artistico e storico sul “complesso della Roccella”, costituito dal castello e dal Baglio Roccella, con le seguenti prescrizioni: - generale indeficabilità, con la possibilità di realizzare un percorso mussale per

attività didattico divulgative all’interno di un Parco tematico archeologico-etnoantropologico;

- sistemazioni del terreno ed opere a verde. Risulta infine sottoposta vincolo archeologico diretto ed indiretto, con D.A. del 1992 e successiva nota della Soprintendenza ai BB.CC.AA del 2001, una vasta area triangolare compresa tra il tracciato autostradale, la ferrovia ed il fiume Imera, al centro della quale sono stati effettuati ritrovamenti archeologici. Fascia di rispetto costiero (L.R. 78/76 art. 15)

Con l’entrata in vigore della L.R. 12.06.1976 n. 78, al fine di favorire lo sviluppo del turismo nella regione siciliana, è stato imposto un vincolo di inedificabilità assoluta entro la fascia di 150 metri dalla battigia (art. 15, lettera a) mentre ai sensi del medesimo articolo 15 lettere b) e c) l’indice di densità territoriale massima entro la fascia di 500 metri e di 1000 metri dalla battigia è determinato rispettivamente in 0,75 mc/mq e 1,5 mc/mq. Con Decreto ARTA n. 413 del 16.07.1986 per adeguare il Programma di Fabbricazione alle disposizioni di cui alla citata L.R. 78/76 è stata introdotta nelle previsioni del piano la fascia di inedificabilità di m. 150 dalla linea di battigia. Va rilevato che tale linea, a causa del fenomeno di erosione costiera, appare sensibilmente diversa rispetto a quella attuale.

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Fascia di rispetto del demanio marittimo Ai sensi dell’art. 55 del Codice della Navigazione approvato con R.D. 30.03.1942 n. 327, l’esecuzione di nuove opere entro una zona di trenta metri dal demanio marittimo o dal ciglio dei terreni elevati sul mare è sottoposta all’autorizzazione della Capitaneria di Porto territoriale. Fascia di rispetto ferroviaria (D.P.R. 11.07.1980 n. 753)

Ai sensi dell’articolo 30 del D.P.R. 11.07.1980 n. 753 è istituita una fascia di rispetto della linea ferrata dell’ampiezza di metri trenta dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia. Fasce di rispetto stradale (art. 26 D.P.R. n. 495 del 16.12.1992 - D. Lgs. 30.04.1992 n. 285 Nuovo Codice

della Strada e s.m.i. )

Il territorio di Campofelice di Roccella risulta interamente attraversato dal tracciato dell’Autostrada “A20 Palermo – Messina” e parzialmente dal tracciato dell’Autostrada “A19 Palermo – Catania” e servito dallo svincolo denominato “Bonfornello” ricadente in ambito comunale. Ai sensi dell’art. 26 del D.P.R. 495/92 è imposta una fascia di rispetto della larghezza di metri 60 dalle proprietà autostradali, che si riduce a 30 in corrispondenza del centro abitato. Il territorio di Campofelice di Roccella risulta pure interamente attraversato dal tracciato della S.S. 113 – Settentrionale Sicula, esteso metri lineari 8500 e compreso tra il confine con il Comune di Termini Imerese e il confine con il Comune di Lascari. Tale strada, ai sensi dell’art. 2, comma 7 del D.Lgs. 285/92 – Nuovo Codice della Strada, appartiene alla rete delle Strade Statali – Demanio Pubblico dello Stato – Ramo Strade ed è identificata come strada di tipo B, con la conseguente apposizione di un vincolo di 40 m., che si riduce a 20 m. in corrispondenza dell’abitato. Fascia di rispetto cimiteriale (art. 338 T.U.LL.S. 1265/1934, art. 57 Regolamento n° 285 del 10.09.1990)

Con Decreto dell’Assessore Regionale alla Sanità n. 96963 del 29.11.1991 l’area di rispetto del cimitero di Campofelice di Roccella, a seguito di motivata istanza del Consiglio Comunale e previo conforme parere del Consiglio Provinciale di Sanità, ai sensi del 5° comma del medesimo articolo 338 T.U.LL.S. n° 1265/34, è stata ridotta a metri 50. Fascia di rispetto impianto di pretrattamento dei reflui (art. 46 L.R. 27/86)

Il Comune di Campofelice di Roccella risulta dotato di un impianto di pretrattamento dei reflui in cui ad un trattamento di primo livello di grigliatura meccanica e manuale è abbinato un trattamento di secondo livello per la

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separazione dei solidi sospesi sedimentabili e/o, in tempo di pioggia, delle sabbie (sistema di depurazione di secondo livello). Inoltre, poiché il carico previsto è di 12.000 abitanti equivalenti, in conformità al disposto dell’art. 11 della medesima L.R. 27/86, l’effluente depurato e ricondotto entro i limiti fissati dalla tabella 3 della L.R. 27/86, viene raccolto in una vasca e quindi immesso in una condotta sottomarina il cui punto di sbocco si trova ad una distanza di circa ml. 1200 dalla costa ad una profondità di 53 metri sotto il livello del mare. Tenuto conto delle caratteristiche sopra riportate, ai sensi dell’art. 8 della L.R. 27/1986, il sistema di depurazione dei reflui della fognatura pubblica comunale è classificato di quarto livello. Pertanto, ai sensi dell’art. 46 della L.R. 27/86, tenuto conto dei requisiti dell’impianto di depurazione (di secondo livello), la larghezza della fascia di rispetto, con vincolo assoluto di inedificabilità circostante l'area dell'impianto di depurazione è di 50 metri. Vincolo idrogeologico (R.D. n. 3267 del 30.12.1923).

Una considerevole porzione del territorio comunale risulta sottoposta al vincolo idrogeologico ai sensi dell’art. 1 cap. 1 tit. 1 del R.D. n° 3267 del 30.12.1923; in forza di tale vincolo qualsiasi attività edilizia e di trasformazione è subordinata al nulla osta dell’Ispettorato forestale. Pericolosità geologica ed esondazione (D. Lvo n. 180/1998 convertito, con modificazioni, con legge n. 267/1998 e s.m.i.)

Risultano sottoposte a vincolo per ragioni connesse alla pericolosità idrogeologica ed al conseguente stato di rischio per la popolazione e per le urbanizzazioni, varie porzioni del territorio comunale. Tali vincoli, discendenti dai Piani stralcio dei bacini idrografici nn. 28, 29 e 30, redatti dalla Direzione territorio dell’Assessorato competente e approvati con vari Decreti presidenziali in un arco temporale compreso tra il 2006 ed il primo semestre del 2007, sono visualizzati in specifiche cartografie alla scala 1:10.000. Di tali vincoli e specificatamente di quelli connessi alla pericolosità si è tenuto conto nella redazione del PRG. Va rilevato che nello studio geologico di supporto al PRG viene prospettata la possibilità di una consistente riduzione delle aree di rischio a seguito della realizzazione delle opere di difesa idraulica in corso di realizzazione per il raddoppio del tracciato ferroviario.

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5. IL PROGETTO DI PRG Il PRG suddivide il territorio comunale di Campofelice di Roccella nelle seguenti zone e ambiti che risultano delimitati negli elaborati n. 9 e 10, rispettivamente alle scale 1/10.000 e 1/2000: a) zone A, distinte nelle sottozone A1, A2; b) zone B, distinte nelle sottozone B1, B2; c) zone C, distinte nelle sottozone C1, Cs1, Cs2, Cs3, Cc; d) zone D; e) zone E di verde agricolo, con le specificazioni E1, E2; f) zone F di attrezzature di interesse generale. g) servizi della residenza; h) aree archeologiche; h) viabilità e verde stradale. 5.1 - IL CENTRO STORICO Sviluppando le indicazioni contenute nel più volte citato voto CRU n. 514/1997 il nuovo progetto di PRG è stato definito sulla base di una completa ed accurata analisi del sistema dei beni culturali presenti nel territorio comunale; tale analisi ha portato ad enucleare nel progetto di PRG distinti ambiti di interesse storico, ambientale e culturale, classificati come zone A: - il nucleo urbano di fondazione settecentesca articolato attorno alla piazza ottagonale e la espansione ottocentesca, che benché trasformati nelle loro caratteristiche edilizie, conservano un impianto urbanistico di grande interesse, e per tale ragione da sottoporre ad un regime di tutela e da riqualificare con interventi di arredo e di rifunzionalizzazione (zone A1); - il complesso della Roccella, costituito dalla torre, dal castello, dal baglio e dall’acquedotto, di recente sottoposto a vincolo di interesse storico, che costituisce una memoria storica di fondamentale importanza per la comunità insediata, e che per tale ragione deve essere sottoposto ad un particolare regime di tutela e valorizzazione. Sono poi individuati come “Edifici di interesse storico-documentativo” alcuni manufatti, siti al di fuori della zona A, che tuttavia manifestano caratteri architettonici di particolare interesse storico e/o ambientale. In tali edifici sono ammessi esclusivamente, qualunque sia la zona omogenea nella quale ricadono, interventi di cui alle lett. a), b), c) e d) dell’art. 20 della L.R. 71/1978, con esclusione della integrale demolizione e ricostruzione nonché cambiamenti di destinazione purchè compatibili con quelle ammesse nella zona omogenea nella quale ricadono. Tra tali edifici rientrano evidentemente quelli segnalati nelle Linee guida del PTPR, dei quali si è precedentemente detto. Per quanto concerne la perimetrazione del centro storico urbano si è fatto riferimento ai criteri precisati nella Circolare ARTA n. 3/2000, attraverso una apposita ricerca storica sulle origini e sull'evoluzione dell'insediamento, tenendo

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conto anche della formazione e delle trasformazioni del patrimonio edilizio. Un ulteriore fonte di documentazione è stata individuata nelle mappe del catasto grafico di epoca borbonica (1830-1850 circa), in possesso dell'Assessorato regionale dei beni culturali, integrata con la documentazione costituita dalle prime planimetrie catastali redatte dopo l'avvento dello Stato unitario (fine '800, primi decenni del '900). L'individuazione del perimetro della zona storica e la sua classificazione come zona omogenea A1 è stata effettuata a prescindere dalla valutazione sulla qualità architettonica e storicità dell'edilizia in essa contenuta attualmente, classificando come Zona A1 il centro urbano che ha mantenuto il contesto viario e degli spazi pubblici di origine storica - in sostanza l'assetto urbanistico originario preunitario con le eventuali significative addizioni postunitarie ottocentesche - pure in presenza dei processi, anche consistenti, di alterazione tipologica e/o di sostituzione delle unità edilizie che si sono verificati nel tempo. In considerazione del carattere unitario della zona e del ruolo che essa dovrà assolvere nell'assetto urbanistico complessivo della città, il PRG prevede la possibilità di predisporre per l'intera zona A1 un Piano Programma per il Decoro Urbano, costituente specificazione del Regolamento Edilizio e da approvare con le stesse procedure, all'interno del quale precisare i materiali ed i colori da impiegare nelle facciate degli edifici pubblici e privati, i modelli progettuali ai quali dovranno uniformarsi gli enti erogatori di servizi a rete negli interventi in spazi pubblici per la realizzazione di tubazioni, cavidotti, contatori, cabine, etc., i tipi di pavimentazione e di arredo degli spazi pubblici e privati di uso collettivo, il disegno delle vetrine, delle targhe stradali e degli spazi pubblicitari e quant'altro occorra per garantire il decoro urbano. Le previsioni del PRG relative al complesso della Torre Roccella si attuano invece a mezzo di piano di recupero. Il Piano dovrà garantire l’utilizzo sociale del Borgo mediante un insieme sistematico di servizi turistici e sociali avanzati, finalizzati ad incrementare il livello qualitativo dell’offerta turistica del comprensorio; va valutata in particolare la possibilità di realizzare un percorso museale per attività didattico divulgative all’interno di un Parco tematico archeologico-etnoantropologico.

5.2 – LE AREE URBANE CONSOLIDATE E DI COMPLETAMENTO

Sono classificate zone B le parti del territorio comunale aventi le caratteristiche stabilite dall'art. 2 lett. b) del D.M. 2.4.1968. In considerazione delle diverse caratteristiche di edificazione e del diverso ruolo nel contesto territoriale le zone B sono suddivise nelle sottozone B1 e B2. Rientrano nelle sottozone B1 le parti di città di formazione recente, prive di interesse storico ed ambientale, prevalentemente già normate come zone B dal P. di F. previgente. In tali sottozone il PRG ripropone sostanzialmente le norme previgenti.

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Sono invece classificate Sottozone B2 alcune aree, prevalentemente normate come zone C nel P di F previgente, nelle quali l’edificazione ha oggi raggiunto i limiti stabiliti dall’art. 3 del D.M. 2.04.1968 per la definizione di zone B. In tali zone si applicano gli indici ed i parametri stabiliti dal Piano previgente per le zone C, che si intendono integralmente richiamati e trascritti nel PRG. Per quanto attiene le zone B1 va sottolineata la previsione di alcuni piccoli interventi di demolizione, che sono finalizzati a migliorare sostanzialmente la accessibilità di alcune aree urbane; in particolare è previsto il completamento della via Siracusa, oggi interrotta da alcune costruzioni recenti, e la apertura di una nuova strada di collegamento tra il viale della Provincia e la via Italia, che consentirà di migliorare notevolmente il collegamento con il centro dei nuovi quartieri sorti ad ovest dell’abitato. 5.3 – LE AREE DI ESPANSIONE URBANA

Sono le aree, localizzate nelle immediate adiacenze della città consolidata, destinate a soddisfare le esigenze di nuova edilizia abitativa stabile. Sono dimensionate per una popolazione complessiva di circa 1500 abitanti ed occupano una superficie territoriale di circa 10 ettari, suddivisa in sei diversi comparti, distribuiti ad est e ad ovest dell’abitato. Il comparto più esteso, di superficie pari a circa 8 ettari è localizzato a nord-ovest della via Italia, ed è già parzialmente interessato da edilizia residenziale esistente nonché da iniziative di edilizia residenziale pubblica; gli altri cinque hanno invece superficie variabile dai 2000 ai 7000 mq. e sono delimitati da nuove strade, che completano il disegno urbano già definito dal previgente strumento urbanistico. All’interno di tali zone dovrà prevedersi il soddisfacimento delle esigenze di edilizia sociale, anche ricorrendo alle procedure premiali previste dall’art. 2, c. 258 e 259, della Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008).

5.4 – LE AREE DI EDILIZIA RESIDENZIALE A BASSA DENSITÀ E PER LA

RICETTIVITÀ TURISTICA Come ampiamente sin qui rilevato, il progetto di PRG, relativamente alla fascia costiera, non può far altro che introdurre elementi di razionalizzazione in una organizzazione che è ormai quasi definitivamente configurata in base alle previsioni del vigente Programma di Fabbricazione. Gli interventi più significativi tra quelli previsti nel PRG sono certamente quelli relativi al complesso della Torre Roccella e al Torrente Roccella e quelli relativi all’area ex AFEM, che modificano radicalmente le previgenti previsioni urbanistiche. Attraverso tali interventi il PRG intende garantire alla comunità insediata la riconquista di spazi appartenenti alla collettività, la cui riqualificazione in direzione di una fruizione pubblica, dopo decenni di privatizzazione e degrado, può rappresentare l’inizio di un nuovo processo di riappropriazione da parte dei cittadini di Campofelice delle fondamentali e non negoziabili risorse del territorio,

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sulle quali iniziare a costruire nuove opportunità di sviluppo sociale ed, anche, economico. In questa ottica devono riguardarsi le previsioni relative all’area ex AFEM, oggi occupata da resti edilizi che, per consistenza volumetrica e per caratteristiche spaziali ed architettoniche, si pongono in insanabile contrasto con i valori paesaggistici del territorio e determinano un impatto devastante che lede gravemente i programmi di sviluppo turistico della zona. In essa il PRG prevede di realizzare un nucleo di servizi ed attrezzature che possa soddisfare le necessità di spazi dell’intera urbanizzazione costiera e tale consentire un rilancio delle attività turistiche e del tempo libero. Nell’area del Roccella, oltre al recupero dei manufatti edilizi del borgo, del quale si è detto, il PRG prevede la realizzazione di un parco urbano che recupera in un disegno ed una organizzazione unitaria le aree demaniali attorno al torrente e sino alla foce ed i lembi di territorio scampati alle iniziative lottizzatorie degli ultimi anni. Particolarmente qualificante è poi la previsione di un percorso che unisce il centro storico del paese al borgo medioevale, scavalcando le infrastrutture viarie e ferroviarie che tagliano la piana. Il percorso parte dal belvedere comunale, ubicato subito a valle del centro storico ad una quota di 30 metri s.l.m., e, utilizzando una esile passerella metallica che si mantiene ad una quota di circa 25 metri s.l.m. scavalca, rispettando ampi margini di sicurezza, la statale e la nuova linea ferroviaria, per poi ridiscendere a livello stradale, circa 11 m.s.l.m., in corrispondenza della strada di servizio dell’agglomerato residenziale di Piano Calzata. Il disegno della passerella, assolutamente indicativo, prevede un andamento a spezzate rettilinee che consentono splendide viste sulle emergenze naturali e paesaggistiche del territorio. Al fine di connettere il nuovo percorso con il sistema della viabilità esistente, nei tratti intermedi sono previste due torri scala con ascensori meccanici; la prima garantisce una connessione tra la passerella e la vastissima area, alla quale il PRG attribuisce la classificazione di zona F5, ubicata subito a monte della statale, destinata a parcheggi, ma anche a spazio attrezzato per spettacoli e per mercati periodici; la seconda è ubicata invece tra la statale e la nuova linea ferroviaria e consente di raggiungere le aree commerciali previste, ed in parte già esistenti, a valle della statale. A valle della ferrovia il percorso continua, alla quota del terreno, seguendo il percorso rettilineo dello splendido acquedotto in pietra, quasi perfettamente conservato, che alimentava il mulino del borgo; il percorso, largo circa otto metri, si sviluppa ai due lati dell’acquedotto, seguendo le archeggiature in pietra e sottopassandole, ove possibile. A parte le modifiche sin qui descritte per il resto il PRG si limita ad un inevitabile recepimento delle previsioni del Programma di Fabbricazione, introducendovi però numerosi e significativi miglioramenti, ancorchè di modesta portata. La fascia costiera, quasi interamente edificabile nel P di F vigente, viene suddivisa in tre sottozone territoriali omogenee identificate con la sigla comune di Cs. In dettaglio, sono classificate Cs1 le aree già classificate “zone G” dal previgente P di F e destinate alla residenza stagionale, alle attività turistiche ricettive ed ai servizi ad esse connesse. Per tali zone, estese complessivamente quasi 170 ettari ed oggi quasi completamente urbanizzate, il PRG riprende la normativa previgente

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al fine di garantire la necessaria continuità regolamentativa, garantendo però un sistema di percorsi carrabili di dimensione adeguata che si sviluppano ad anello su due percorsi principali ad andamento parallelo alla costa e piccole penetrazioni trasversali. Lungo tali percorsi sono localizzati gli spazi a servizi collettivi, soprattutto parcheggi ed aree a verde attrezzato, alle quali è affidato il compito di creare luoghi di incontro e di socializzazione oggi completamente mancanti. Tali spazi sono in parte di nuova previsione ma generalmente sono ottenuti riunificando in un disegno unitario i tanti piccoli spazi destinati a standard nelle diverse iniziative lottizzatorie che l’Amministrazione ha avuto cura di far localizzare lungo la principale viabilità pubblica. Nelle zone CS1 prospicienti la costa, così come in tutte le aree costiere, si è poi avuto cura di prevedere frequenti percorsi di accesso al mare, sia utilizzando strade di lottizzazione esistenti, sia prevedendo specifici percorsi, definiti corridoi ecologici, destinati più generalmente a garantire la continuità monte mare dell’ecosistema territoriale. Per quanto attiene le destinazioni d’uso il PRG prevede di mantenere per le zone Cs1 le destinazioni residenziali previste dal P di F, introducendo però una normativa premiale per gli interventi che prevedano complessi ricettivi a gestione unitaria. Sono invece classificate Cs2 le aree costiere da destinare specificatamente alle attività turistiche di tipo ricettivo, quali pensioni, piccoli hotel, residences e simili, o ricreativo, quali ristoranti, impianti sportivi e per il tempo libero e simili, ed ai servizi ad esse connesse. Tale classificazione riguarda una parte della fascia costiera, estesa complessivamente 14 ettari, che si protrae per circa 400 metri ad est dello stabilimento ex AFEM. A tale fascia il P di F vigente attribuiva la destinazione di verde di rispetto dell’impianto industriale esistente. In realtà in questi anni l’intera area è stata interessata da un insieme di attività edilizie, in parte abusive, comunque oggi sanate, che non consentono di distinguere questa parte della fascia costiera rispetto alle altre, se non per il maggiore disordine urbanistico ed edilizio. Di tale ambito il PRG intende promuovere il recupero e la riqualificazione attraverso la riconversione dell’edilizia esistente e la realizzazione di nuove strutture destinate ad elevare l’offerta turistica di Campofelice. Una importanza fondamentale ai fini del raggiungimento di tale obiettivo avrà la sistemazione del fronte a mare, oggi precariamente organizzato attraverso una strada in parte a fondo naturale che corre lungo la spiaggia, tra lo stabilimento ex AFEM ed il complesso della Roccella. Per tale area, destinata a diventare il luogo più significativo del turismo balneare del territorio di Campofelice, occorre predisporre uno specifico piano urbanistico di Utilizzo di iniziativa pubblica, da attuare anche per stralci successivi e attraverso progetti esecutivi di iniziativa pubblica o privata. Attraverso tale piano si potrà finalmente risolvere una situazione paradossale che si trascina da anni che ha portato a più riprese sia la Sovrintendenza che la Direzione regionale urbanistica a negare la fattibilità di progetti comunali di sistemazione dell’area, appigliandosi ad una norma, l’art. 15 della L.R. 78/1976,

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che in realtà era stata concepita proprio per promuovere il turismo balneare lungo le coste siciliane. Infine sono classificate Cs3 le aree, localizzate nella parte occidentale della fascia costiera, già classificate zone C3 dal previgente PdiF e destinate alle realizzazione di attività turistiche ricettive a gestione unitaria ed ai servizi ad esse connesse. Per tali zone, estese 85 ettari circa ed oggi in buona misura urbanizzate, il PRG riprende la normativa previgente al fine di garantire la necessaria continuità di realizzazione. Anche per tali zone, così come per le altre localizzate nella fascia costiera, sono state però introdotte alcune modifiche alla zonizzazione previgente finalizzate ad assicurare la necessaria dotazione di attrezzature e servizi e di garantire la possibilità di accesso pubblico al mare. Completano l’offerta turistica nel territorio comunale due zone, destinate alla realizzazione di parchi di campeggio, ovvero di aziende ricettive all'aria aperta costituenti esercizi pubblici a gestione unitaria che, in aree recintate ed attrezzate, forniscono alloggio ai turisti provvisti di tende o di altri mezzi autonomi di pernottamento, purché trasportabili dal turista per via ordinaria e senza ricorrere a trasporto eccezionale, nonché ai relativi mezzi di trasporto. La prima di tali aree, estesa circa 1 ettaro, è localizzata in contrada Pistavecchia, subito a monte della autostrada, mentre la seconda, di estensione quasi doppia, è ubicata nella parte collinare del territorio in contrada Calzata, in splendida posizione panoramica sulla costa. Quest’ultima localizzazione riprende una specifica previsione adottata in variante al PdiF qualche anno addietro, ma rimasta sino ad oggi inattuata. Infine va ricordato che nella fascia costiera e precisamente in un’area ubicata ad ovest dello stabilimento ex AFEM operano le previsioni del Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio, promosso dal comune di Cefalù, e riguardanti tutto il territorio madonita, che prevedono la realizzazione di un grande complesso ricettivo alberghiero, oggi in corso di realizzazione. 5.5 - LE ZONE PER LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE Anche se lo sviluppo economico di Campofelice nei prossimi anni non può certo riferirsi alle attività industriali o artigianali, pure si ritiene che esse, per il ruolo complementare che possono svolgere rispetto agli altri comparti economici, debbano trovare nel nuovo strumento urbanistico adeguate possibilità di localizzazione. Per tale ragione il PRG prevede la localizzazione, in varie parti del territorio comunale, di aree destinate alla realizzazione di edifici ed impianti produttivi industriali, artigianali, commerciali, direzionali. Per attribuire alle previsioni urbanistiche la massima flessibilità, necessaria in un settore governato da mutevoli e contingenti logiche imprendoriali, a tali ambiti è assegnata una unica classificazione urbanistica di “zona D” All'interno di tali zone sono consentiti in particolare:

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a) edifici ed impianti per attività piccolo-industriali ed artigianali di qualsiasi natura purchè non nocive ed inquinanti, ai sensi del D.M. 23/12/1976 e successive integrazioni;

b) laboratori, magazzini, depositi, rimesse, uffici e sale mostre connessi all'attività di produzione;

c) depositi, anche all'aria aperta, e magazzini; d) locali per attività commerciali di media e grande distribuzione, centri

commerciali; e) locali per attività di commercio all’ingrosso; f) attrezzature tecnico-distributive; g) distributori di carburante per autotrazione.

L’estensione complessiva delle zone D è di circa 39 ettari. All’interno di tali zone rientrano sia ambiti già interessati da attività produttive, sia porzioni di territorio agricolo, oggi in totale abbandono e privi di utilizzazione; tra questi un’area di circa 7 ettari ubicata in prossimità dello svincolo autostradale che per posizione ed assetto morfologico ben si presta alla localizzazione di attività di artigianato produttivo e di servizio. 5.6 - IL VERDE AGRICOLO Diversamente che in molte altre parti del territorio regionale non si riscontrano nel territorio agricolo di Campofelice di Roccella, che si sviluppa nel tratto collinare, vistosi processi di urbanizzazione diffusa; soltanto nelle aree ad nord ovest dell’abitato in prossimità della viabilità principale e ad est, nella contrada Calzata, è presente un fenomeno di dispersione residenziale per seconde case o residenze a villini. Per il resto il territorio agricolo collinare di Campofelice di Roccella conserva ancora, soprattutto nelle parti più distanti dal centro urbano e se si eccettua l’area di cava in prossimità dell’Imera, caratteristiche di assoluta naturalità. In relazione alle diverse caratteristiche paesaggistiche, colturali, geomorfologiche ed urbanistiche il territorio agricolo viene suddiviso nel nuovo PRG nelle sottozone E1, E2. Le zone E1 sono le parti produttive del territorio, oggi per lo più interessate da seminativi alberati e più limitatamente utilizzati per la coltivazione della vite e di frutteti; oltre a tali funzioni il PRG consente di introdurre una variegata gamma di nuove attività, fissando per ciascuna di esse precisi limiti e regole. In tali zone è anche consentita una modesta attività edilizia, nei limiti consentiti dalle disposizioni normative vigenti. Sono invece classificate zone E2 le aree agricole di particolare valore ambientale e paesaggistico, nonché quelle caratterizzate da problematiche idrogeologiche, che richiedono un particolare regime di salvaguardia e tutela. 5.7 - LE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO

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Lo studio geologico di supporto al PRG evidenzia, per alcune parti del territorio comunale ed anche del centro abitato una condizione di grave rischio connesso sostanzialmente all’assetto geomorfologico ed idrogeologico dei terreni. Per tali aree, che vengono evidenziate nello studio geologico, ma anche nel vigente PAI, come instabili o soggette a fenomeni di inondazione, il PRG prevede un regime normativo particolarmente severo che esclude la possibilità di qualsiasi trasformazione urbanistica. Negli elaborati progettuali tali aree sono individuate con un'unica campitura, a prescindere del livello di rischio (elevato o molto elevato) ad esse associate. A tale campitura si sovrappongono correttamente le classificazioni di zona del PRG che, tuttavia, devono intendersi congelate e non operanti, nel caso in cui consentano attività di tipo edificatorio, sino alla realizzazione delle opere indicate nello studio geologico del PRG. Tali opere, insieme a quelle previste nel progetto di sistemazione idraulica connesse al raddoppio ferroviario, sono tutte riportate negli elaborati di piano. 5.8 - LE GRANDI INFRASTRUTTURE L’opera infrastrutturale di maggior rilievo tra quelle che interesseranno nei prossimi anni il territorio di Campofelice è certamente la nuova linea ferroviaria Palermo-Cefalù; il raddoppio della linea ferroviaria, lungi dal prevedere solamente opere limitate al sedime ferroviario, comporterà infatti la realizzazione di nuove infrastrutture viarie e di complesse opere di sistemazione idraulica, destinate a modificare sostanzialmente l’assetto funzionale dell’intera piana. Negli elaborati progettuali del PRG tale opera è riportata in conformità alla Variante urbanistica approvata qualche anno addietro dagli organi regionali. Fa eccezione il disegno di uno svincolo previsto in contrada Piano Calzata, che è stato riportato nel PRG con un disegno leggermente diverso rispetto a quello del progetto iniziale; a seguito di una lunga interlocuzione tra il Comune, che ha evidenziato la incompatibilità tra il disegno previsto nel progetto e o stato dei luoghi, e la società ferroviaria infatti, quest’ultima ha inviato al Comune un nuovo disegno che costituisce una variante esecutiva del progetto e che soddisfa appieno le esigenze prospettate. Per quanto concerne il sistema delle infrastrutture stradali, oltre alle importanti nuove opere in corso di realizzazione nell’ambito del raddoppio ferroviario, di cui si è detto, va segnalata la previsione di due nuovi tracciati stradali che collegano direttamente la SS113 con la provinciale per Collesano, senza attraversare il centro urbano; la prima, ad ovest dell’abitato, si diparte dal primo sottopasso ubicato sulla SS 113 e utilizzando in parte un tracciato esistente immediatamente a valle della autostrada, ed in parte un nuovo tracciato nel tratto a monte, si collega con la viabilità esistente a valle del campo da Golf e in prossimità del cimitero comunale; la seconda costeggia invece la parte orientale dell’abitato ed utilizza nell’intero percorso tracciati esistenti dei quali prevede l’allargamento. Per quanto concerne la SS 113 il PRG prevede che essa venga riorganizzata e trasferita alla responsabilità del comune, in quanto traversa interna, nel tratto compreso tra l’attuale svincolo di accesso al paese ed il torrente Roccella; in

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questo tratto infatti l’asse stradale è, già attualmente, interessato da una serie di attività commerciali e produttive che ne rendono pericolosa la utilizzazione come strada di scorrimento extraurbana. Dal momento che il PRG prevede di rafforzare ulteriormente la funzione commerciale e centrale della strada, ha anche immaginato una nuova organizzazione della geometria stradale, basata su due carreggiate separate da spartitraffico centrale e snodi a rotatoria a raso nei tratti terminali. Per quanto concerne le altre infrastrutture il PRG, in attuazione delle direttive consiliari, prevede: a) una cittadella parrocchiale con spazi infrastrutturali e strutture finalizzate alle attività oltre che pastorali, formative, sociali, culturali ed assistenziali e di recupero del disagio giovanile nel rispetto delle tradizioni religiose, in prossimità del cimitero comunale; b) una scuola media superiore in fondo alla via Italia; c) un ampliamento del campo sportivo esistente per ulteriori pratiche sportive; d) due parchi extraurbani lungo i tratti terminali del fiume Imera e del Torrente Roccella; f) un acqua park in località Calzata, utilizzabile anche come struttura ricettiva all’aria aperta; g) l’ampliamento del cimitero comunale secondo il progetto già inserito nella Programmazione comunale delle OO.PP. Infine il Piano prevede una grande area attrezzata polivalente sulla SS 113 in prossimità del torrente Roccella, da utilizzare come parcheggio di interscambio ed occasionalmente per manifestazioni estive, spettacoli circensi e per lo svolgimento di mercati e fiere. 5.9 – LA MOBILITÀ Le più gravi problematiche per quanto attiene la mobilità sono poste attualmente dal traffico di attraversamento urbano e, limitatamente al periodo estivo, dall’afflusso di turisti e villeggianti nell’area costiera. Relativamente alla prima questione si ritiene che un contributo decisivo possa essere dato dalle nuove previsioni viarie di cui si è detto nel paragrafo precedente, che assicureranno valide alternative per il traffico di penetrazione all’area madonita. Per quanto riguarda la accessibilità dell’area costiera, dato il livello di compromissione ormai raggiunto in alcuni tratti e la conseguente impossibilità di prevedere in tali aree significative infrastrutture sia per la mobilità che per la sosta, si ritiene che la soluzione vada ricercata nella introduzione di misure limitative del traffico non residenziale nel periodo estivo, che dovrebbe essere filtrato attraverso grandi parcheggi di interscambio sulla SS 113 e la organizzazione di bus navetta che assicurino una distribuzione nei punti più significativi della fascia costiera. Un contributo importante potrebbe dare anche la utilizzazione del mezzo ferroviario e a tal fine può essere risolutivo il collegamento diretto dell’area della stazione con le aree a valle, in atto non garantito ma già previsto nel progetto in corso di attuazione.

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6. DATI DIMENSIONALI DEL PIANO Nelle pagine seguenti sono riportati, in distinte Tabelle, i principali dati metrici e dimensionali del progetto di PRG. Precisamente nelle Tabb. 7 e 8 sono riportati i dati relativi alle diverse zone territoriali omogenee definite nel PRG. Nelle Tab. 9 e 10 è riportata la verifica degli standard di cui al D.M. 2.04.1968. 6. 1 - IL COMPARTO RESIDENZIALE Come si è detto il PRG è progettato per una popolazione residente complessiva di 6.750 abitanti al 2028, dei quali 5.400, pari all’80%, concentrati nell’area urbana e i restanti 1.350 distribuiti nelle altre aree urbanizzate presenti nel territorio comunale e nel territorio agricolo. Per soddisfare le esigenze di tale popolazione, oltre a procedere al recupero del patrimonio edilizio esistente attualmente inutilizzato o utilizzato stagionalmente, occorrerà realizzare una ulteriore nuova volumetria residenziale, che è stata quantificata in 152.000 mc. Tale nuovo volume, come si evince dalla Tab. 7, potrà essere realizzato per una parte, valutata in 125.000 mc. circa, nelle zone C di espansione urbana, per una ulteriore aliquota, pari a 26.000 mc. circa, all'interno delle zone di completamento del centro urbano (zone B). Di tale volume, una aliquota compresa tra il 40 ed il 70%, potrà essere destinata alle esigenze della edilizia residenziale pubblica, anche se il comune di Campofelice non risulta obbligato alla redazione dei PEEP. La volumetria che potrebbe essere utilizzata nei Programmi di edilizia residenziale pubblica nei primi dieci anni di attuazione del piano dovrebbe dunque essere compresa tra 30.000 e 53.000 mc. circa. Tabella 7 - Dati metrici e di dimensionamento delle zone residenziali

Zone

terr

itoriali

Om

ogen

ee

Superfici territoriali

(Ha)

Volumetria residenziale (mc)

Vol. p

ro c

apite

(mc/

ab) Fattore

di

utilizz

azz

ione Capacità

insediativa teorica

(ab)

totale esistente prevista

A 4,60 138.000 138.000 150 0,70 644 B 20,75 726.250 700.000 26.250 160 0,70 3.178 C 10,25 127.500 1.750 125.750 100 1 1.538 35,60 991.750 839.750 152.000 5.360 Per una corretta interpretazione dei dati riportati nell’ultima tabella va tenuto presente che, ai fini della verifica della capacità insediativa del nuovo Piano, si è assunto un valore medio di cubatura procapite diverso da quello (80-100 mc/ab) che prescrive, “ salvo diversa dimostrazione”, il D.M. 2/4/1968.

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Da tempo, infatti, si è constatato come lo standard di 80-100 mc/ab sia, almeno nelle nostre realtà territoriali, assolutamente sottostimato. Nei piccoli comuni siciliani soprattutto, dove la casa tende a svolgere funzioni sostitutive degli spazi pubblici e si carica di significati psicologici, sociali, economici, culturali che trascendono il puro e semplice ruolo funzionale di riparo, lo standard medio supera, spesso di gran lunga, il valore indicato dalla norma. Chi si costruisce la casa, infatti, per una serie di ragioni tende a dimensionarla in maniera decisamente sovrabbondante rispetto agli standard sopra indicati: nella casa, pensata anche per le future esigenze dei figli, è talvolta contenuto un magazzino-deposito di attrezzi e di prodotti agricoli, così come il garage (per altro la dimensione dell'area da vincolare a parcheggio è variata in conseguenza della L. 122/1990 e già tale circostanza comporta automaticamente un adeguamento del rapporto di cubatura ad abitante rispetto al valore di 100 mc/ab, che risale al 1968). Si è ritenuto, dunque, di assumere per quanto riguarda la valutazione della capacità insediativa il valore di 150 mc/ab nelle zone A e di 160 mc/ab nelle zone B, mentre nelle zone C si è assunto il valore di 100 mc/ab. All'interno di tali valori devono distinguersi 80-100 mc per la residenza e gli spazi accessori, 55-65 mc per deposito-garage e 15 mc per i servizi della residenza indicati dall'art. 3 del D.M. 2.4.1968. Nelle zone A la minore dotazione di volume procapite è giustificata dai maggiori condizionamenti determinati dagli schemi tipologici adoperati (case a schiera monoaffaccio sviluppate in altezza), mentre nelle zone B il valore più alto è giustificato dalla più alta percentuale di negozi, uffici ed alloggi inutilizzati. Occorre poi considerare il gran numero di vani destinati a negozi, ad uffici privati e pubblici, ad autorimesse. Si è tenuto conto infine di una quota fisiologica di alloggi inutilizzati perché tenuti a disposizione o abbandonati, che si è ipotizzata pari al 30%; tali alloggi infatti potrebbero farsi rientrare nel mercato abitativo soltanto con una politica abitativa di tipo coercitivo, assolutamente inimmaginabile nel nostro sistema politico ed economico. Per quanto riguarda la capacità insediativa delle zone C, considerato che tali zone sono destinate ad ospitare edilizia residenziale di nuovo impianto si è applicato, ai soli fini della verifica di dimensionamento e fermo restando quanto previsto per i Piani di Lottizzazione nelle N. di A., uno standard di 100 mc. pro capite. 6. 2 - I COMPARTI PRODUTTIVI Per tener conto delle differenti necessità emerse nei diversi comparti produttivi sono stati previsti nel PRG vari nuclei di insediamenti produttivi tra loro diversificati e dislocati in diverse parti del territorio comunale. Le superfici destinate alle attività produttive misurano complessivamente circa 39 ettari. Va sottolineato che le attività commerciali relative alle medie e grandi strutture di vendita possono essere realizzate in tutte le zone D; ciò sia per assecondare e dare sfogo ad una naturale vocazione economica di alcuni ambiti territoriali, sia per tener conto della indicazione contenuta nell’art. 15 del DPRS 11 luglio 2000 che

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prescrive che, “al fine di …contrastare il formarsi di rendite di posizione, il

numero delle aree individuate per l’insediamento di medie e grandi strutture di

vendità dovrà comunque essere sempre superiore al numero delle strutture

distributive effettivamente attivabili”. 6. 3 - VERIFICA DEGLI STANDARD Nelle Tabelle riportate nelle pagine seguenti sono sintetizzate le previsioni del Prg relative alle attrezzature residenziali di interesse locale, di cui all'art. 3 del D.M. 2.04.1968. Le tipologie dei servizi indicate nelle tabelle sono identificate con sigle che tengono conto della ripartizione operata dal D.M.1444/1968, e che coincidono con quelle utilizzate nella legenda dell'elaborato di progetto; precisamente: S - Attrezzature per la istruzione I C- Attrezzature di interesse comune V - Spazi pubblici attrezzati P – Parcheggi A- Attrezzature generiche (IC+V+P) Tra gli standard non sono state conteggiate le aree verdi di rispetto stradale. La verifica degli standard è condotta separatamente per il centro urbano e per la fascia costiera; precisamente nella Tab. 9 sono riportati i dati relativi all’area urbana, nella Tab. 10 gli altri. Pur prevedendo il PRG una popolazione residente notevolmente inferiore a 10.000 abitanti, tuttavia, tenendo conto delle massima affluenza nel periodo estivo, si è prudenzialmente assunto come standard si riferimento complessivo per il territorio comunale la quantità di 18 mq/ab. Relativamente all’area urbana la verifica è stata condotta per le zone A e B, riferendosi ad una popolazione di 3.822 abitanti al 2028 (vedi Tab. 7). Come prescritto, le aree destinate a nuovi servizi sono state conteggiate per il doppio. Lo standard raggiunto è pari a 70.141/3.822 = 18.35 mq per abitante. A tali quantità vanno aggiunte quelle relative alle opere di urbanizzazione da prevedere all’interno delle zone C del piano, che sono state previste parametricamente nella misura di 18 mq/ab. Per quanto attiene la verifica dello standard nelle zone A e B va sottolineato come lo standard relativo alle scuole sia leggermente inferiore a quello, di norma, prescritto (4.23 invece dei 4,5 mq/ab di legge) e tuttavia non emerge un particolare fabbisogno di nuova edilizia scolastica. Relativamente all’area extraurbana la verifica è stata condotta riferendosi ad una popolazione di 13.815 abitanti al 2028, data dalla capacità insediativa massima delle zone CS, calcolata come appresso:

Zona

Superficie (mq)

It (mc/mq)

V max (mc)

Popolazione teorica

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Cs1 1.695.811 0.35 847.905 8.479 Cs2 143.365 0.75 107.523 1.075 Cs3 852.193 0.50 426.096 4.261

Totali 2.691.369 1.381.524 13.815 Trattandosi di complessi insediativi nei quali la densità fondiaria non supera 1 mc/mq. lo standard di riferimento è pari a 12 mq per abitante; tuttavia, essendo essi in diretto rapporto visuale con particolari connotati naturali del territorio quali la costa marina, occorre prevedere una quantità di verde pubblico ed attrezzato maggiorato di 6 mq/ab. Lo standard assunto è dunque pari in complesso a 18 mq/ab. Tabella 10 – Standard urbanistici relativi all’area extraurbana

Attrezzatura Superficie (mq) Standard (mq/ab)

V 136.489 9,88P 52.978 3,83

A (V+P+IC) 62.476 4,52 251.943 18,24

Nel computo sono state considerate le aree già cedute all’interno dei singoli piani di lottizzazione; ai fini del raggiungimento degli standard di legge, come si vede, un contributo fondamentale è dato dalla utilizzazione a verde attrezzato, parcheggi ed attrezzature di interesse comune dell’area ex Afem, estesa circa 6 ettari. Nell’ultima Tabella infine sono conteggiate le superfici vincolate per attrezzature ed impianti di interesse generale (zone F), che concorrono ad aumentare il livello qualitativo dei servizi nel territorio comunale.

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Tabella 8 - Dati dimensionali zone A, B, C e D

Zona N° Superficie (mq)

A1 45598 A2 20932 66530

B1 1 5887 2 12638 3 4728 4 2043 5 21991 6 3694 7 25180 8 6751 9 8656 10 988 11 23197 12 19633 135386

B2 1 8334 2 12122 3 20121 4 4772 5 4390 6 7470 7 6970 8 3942 9 4037 72158

C1 1 2036 2 3310 3 7121 4 5593 5 78121 6 5210 7 923 102314

Zona N° Superficie (mq)

CS1 1 34379 2 44034

3 37927 4 120423 5 8641 6 29465 7 24828 8 61122 9 17248 10 25855 11 19700 12 12122 13 63131 14 70783 15 68604 16 44271 17 24426 18 17635 19 21525 20 35137 21 54575 22 60091 23 4374 24 12938 25 4550 26 628 27 60216 28 30651 29 51377 30 113177 31 101569 32 65843 33 66014 34 14938 35 59557 36 26779 37 6168 38 31424 39 22138 40 8455 41 36789 42 18640 43 12741 44 31450 45 12844 46 6629 1695811

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Zona N° Superficie (mq)

CS2 1 49128 2 67785 3 26452 143365

CS3 1 144.112 2 80.932 3 141.495 4 95822 5 13761 6 11002 7 141156 8 60314 9 163599 852193

Cc 1 22524 2 10611 33135

Zona N° Superficie (mq)

D 1 21670 2 70043 3 13381 4 37765 5 67281 6 49154 7 7937 8 39793 9 774 10 75489 11 6044 389.331

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Tabella 9 – Standard urbanistici relativi all’area urbana

Superficie Attrezzatura n° ordine esistente di progetto totale Standard

mq mq/ab

S 1 1650 1650 2 1561 1561 3 3500 7000 4 1860 3720 5 2220 2220 5431 5360 16151 4,23 IC 1 1898 1898 2 421 421 3 396 396 4 4033 8066 2715 4033 10781 2,82 V 1 1169 1169 2 9994 9994 3 255 255 4 1550 3100 5 2350 2350 6 290 580 7 8420 8420 8 1102 1102 23290 1840 26970 7,06 P 1 723 1446 2 1756 1756 3 1915 1915 4 3337 6674 5 1474 2948 6 1500 1500 1915 8790 16239 4,25

18,35

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Tabella 11 – Zone F. Attrezzature di interesse generale

Superficie Attrezzatura n° ordine esistente di progetto totale

Standard

mq mq/ab

F1 Cimitero 1 5590 2 3362 5590 3362 8952

F2 Scuola super. 1 10553 10553 10553 1,65

F3 Attrezz. ed impianti tecnologici

1 7223 2 28566 3 27802 4 4070 5 1166 6 2657 7 2877 8 2505 9 3600 80466 80466

F4 Attrezz. amministrative

sociali culturali

1 14683 2 20810

3 1964 16647 20810 37457

F5 Polivalenti 1 12430 2 27915 40345 40345

F6 1 24595 2 27905 24595 27905 52500

F7 Parco dell’Imera 55026

Parco del Roccella 59230 114256 114256 17,85

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6.4 - Programma e fasi di attuazione del Piano Le opere infrastrutturali connesse al raddoppio ferroviario, come già detto, assumono nel progetto di riassetto territoriale portato avanti dal PRG un ruolo fondamentale; attraverso tali opere infatti si conseguiranno due diversi ma egualmente importanti risultati: da un lato la messa in sicurezza dell’intera fascia costiera rispetto ai fenomeni di rischio idraulico, dall’altro una più funzionale connessione delle aree collinari con le aree costiere. Tali opere, già per altro appaltate, assumono dunque una priorità assoluta tra quelle previste nel nuovo PRG. In connessione a tali opere dovrà poi realizzarsi almeno una delle due strade previste per il collegamento diretto tra la SS 113 e la provinciale per Collesano, che potrà decongestionare il traffico urbano, nonché la sistemazione come viale urbano della stessa SS 113, nel tratto di attraversamento dell’abitato. Tra le opere assolutamente indispensabili per assicurare una qualificazione dell’offerta turistica, priorità assoluta assume il progetto di sistemazione del fronte a mare nel tratto compreso tra l’area ex Afem ed il borgo Roccella, che potrà ulteriormente qualificarsi attraverso il recupero del borgo e la eliminazione dei resti della Acciaieria, il cui permanere costituisce un ostacolo insuperabile rispetto ai programmi di rilancio turistico di Campofelice.

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INDICE PREMESSA 1. STATO DI FATTO

1.3 – Il territorio 1.4 – Le vicende storiche 1.3 - La condizione demografica ed abitativa

2. VALUTAZIONE DEI FABBISOGNI E DIMENSIONAMENTO DEL PIANO

2.1 - Dimensionamento residenziale 2.2 - Dimensionamento attivita’ produttive

3. I RIFERIMENTI PROGETTUALI

3.1 Le Direttive 3.3 Lo schema di massima 3.3 - Le indicazioni progettuali contenute nel voto CRU n. 514/1997 3.4 - Studio geologico 3.5 - Studio agricolo forestale

4. I RIFERIMENTI NORMATIVI

4. 1 – I piani sovraordinati 4.2 - Il Piano vigente 4.3 - Ricognizione del sistema dei vincoli e prescrizioni sovra ordinate di

natura ambientale e territoriale 5. IL PROGETTO DI PRG

5.1 - Il centro storico 5.2 – Le aree urbane consolidate e di completamento 5.3 – Le aree di espansione urbana 5.4 – Le aree di edilizia residenziale a bassa densità e per la ricettività turistica 5.5 - Le zone per le attività produttive 5.6 - Il verde agricolo 5.7 - Le aree a rischio idrogeologico 5.8 - Le grandi infrastrutture 5.9 – La mobilità

6. DATI DIMENSIONALI DEL PIANO

6. 1 - il comparto residenziale 6. 2 - I comparti produttivi 6. 3 - Verifica degli standard 6.4 - Programma e fasi di attuazione del Piano