Piano regolatore generale Collepasso 2010

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Piano regolatore generale Collepasso 2010

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1.0 Cenni storici

Collepasso s'impone all'attenzione per l'originalità dal nome e per la singolarità della sua

evoluzione storica.

Il toponimo, nella forma Koulopatze, è riportato in un pergamena greca del XII secolo, quale possibile

traslitterazione ellenofona delle coeve forme d'archivio latino-volgarizzate Colopati e Colopaci, ricorrenti

in diversi documenti pubblici del tempo.

Queste forme, risultato di processi di abbreviazione e fusione dei composti ( Ni)colaus

(Ipa)tius (casale di Nicola Ippazio o di Nicola di Ippazio) o più verosimilmente (Ni)colaus-pagi (casale

del villaggio (lat. pagus/i) di Nicola o di San Nicola, costituiscono la vera antica

denominazione del sito e dell'antico abitato dell'attuale Collepasso, e nella loro evoluzione volgarizzata

(Colopatzi Colupazo, Culopazze) sono pervenute sino a noi nella forma Culopazzo che non è

pronunzia dialettale dell'italiano Collepasso, bensì l’ultima evoluzione dell’originale

denominazione del sito.

L'attuale nome Collepasso, infatti, è costruzione linguistica recente, affermatasi nell'Ottocento, frutto di

un processo di ingentilimento linguistico dell'antica denominazione attraverso forme latine a

settecentesche (Colyspassi, Collispassi, Collispatium), per ovvie regioni eufoniche e come

riferimento sul piano etimologico all'orografia del sito e all'antico pedaggio per

l'attraversamento del colle.

Il casale o feudo di Colopati/Colopaci, attestato nel corso del 1200 e del 1300, scomparve tra la

fine del XIV e gli inizi del XV secolo e il suo territorio rimase spopolato, ossia privo di un nucleo umano

stabilmente insediato, sino a tutto il 1700.

Il feudo, però, continuò ad essere proprietà di varie dinastie feudali, le ultime delle quali furono le famiglie

dei Massa e, a partire dal 1692, dei Leuzzi. Alla fine del 1500 sul territorio di Collepasso è documentata la

presenza di un certo numero di masserie nelle quali vivevano famiglie coloni o lavoratori stagionali,

che ovviamente non costituivano una comunità giuridicamente organizzata.

Agli inizi del 1800, nel territorio, si ricostituì il nuovo villaggio di Collepasso per iniziativa dell'ultima

baronessa, Maria Aurora Leuzzi Contarini, e del conte Bartolomeo degli Alberti di Enno, che richiamarono

sui terreni del fendo contadini provenienti dai paesi limitrofi, mediante concessioni enfiteutiche di

appezzamenti di terreno a condizioni vantaggiose, mediante incentivi in denaro per dissodare i terreni e

avviare le colture e, soprattutto, donando piccoli lotti intorno al palazzo baronale con l’esplicito intento di

favorire la costruzione di abitazioni che, nei contratti enfiteutici, era una condizione vincolante per

l'ottenimento dei terreni da parte dei contadini.

Si andò così costituendo il nuovo villaggio di Collepasso, come frazione del Comune di Cutrofiano.

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Nel 1907, con apposita legge proposta dal deputato galatinese Antonio Vallone, Collepasso venne elevato

alla dignità di comune autonomo e il 10 dicembre 1911 fu emanato il Regio Decreto che delimitava

l'estensione territoriale del feudo, dopo una lunga e sofferta controversia con l'ex capoluogo Cutrofiano.

Il 18 febbraio 1912 veniva eletto il primo Consiglio comunale del nuovo Comune di Collepasso.

1.1 Cenni storici sull’evoluzione urbanistico – edilizia

Collepasso è, come anzi detto, uno dei comuni del Salento di più recente impianto.

La tavola relativa all’evoluzione storica dell’insediamento urbano, oltre alla rappresentazione

dell’antica Masseria “Tafuri”, redatta dall’Ing. Scotellaro, fornisce una idea

dell’urbanizzazione al 1894 e di come l’abitato cominci spontaneamente a formarsi alla base

della collina, a nord della via Gallipoli – Otranto, che, come vedremo, costituirà l’asse

portante dello sviluppo urbanistico del comune.

Nel 1907 Collepasso ottiene formalmente l’autonomia comunale tuttavia compiutamente

definita dopo lunga diatriba con Cutrofiano; una planimetria del 1948 (a cura dell’IGM)

evidenzia l’accentuarsi dello sviluppo dell’insediamento sempre a nord dell’asse Gallipoli –

Otranto, che in questa fase rappresenta una sorta di tangenziale ante – litteram.

Si può notare come l’evoluzione del contesto abitativo avvenga in modo disorganico,

appoggiandosi probabilmente ad antichi percorsi intepoderali e/o a stradine vicinali.

A differenza di altre realtà del Salento il centro urbano non si sviluppa intorno ai luoghi

simbolo del potere sia esso civile che religioso, quindi intorno al Palazzo Baronale, pur

risalente al XVI sec.; non vi è, cioè, quel processo di crescita lenta e graduale intorno

all’edificio simbolo.

Solitamente i primi insediamenti, le prime abitazioni dei pastori e dei contadini sorgono

attorno al palazzo–fortezza del feudatario per poi svilupparsi, anche con l’edificazione della

chiesa e quindi con la nascita di un luogo di culto, come centro abitativo autonomo.

Collepasso non avendo avuto una propria baronia, ma solo un palazzo baronale,

probabilmente utilizzato in modo saltuario, non ha segnato simile evoluzione, ma, a partire

dall’800, ha fatto registrare un continuo e fortissimo tasso di crescita demografica attenuatosi

solo nell’ultimo decennio.

Un grande sviluppo (come nel resto d’Italia) si ha nel dopoguerra; il progressivo

miglioramento delle condizioni economiche, il fenomeno dell’emigrazione (fortissima nel

periodo 1955 – 1975), la voglia di migliorare la qualità dell’abitare, spingono ad una enorme

espansione edilizia che conferisce a Collepasso l’attuale conformazione urbanistica.

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Il primo strumento urbanistico, il vigente P.d.F., è del 1976; concepito nell’euforia di una

crescita che sembrava inesauribile risulta ad oggi, come molti strumenti dell’epoca,

notevolmente sovradimensionato con consistenti previsioni del tutto inattuate; se si considera

che le stesse erano riferite al un quindicennio e sono passati oltre 30 anni si ha la misura

dell’eccessivo “ottimismo” con cui era stato concepito.

Il P.d.F., primo strumento urbanistico di Collepasso, non ha reso un buon servizio al paese;

seguendo criteri all’epoca piuttosto diffusi e colpevolmente avallati dagli organismi di

controllo) ha tipizzato circa 2/3 delle zone già urbanizzate e da urbanizzare come zone “B” di

completamento edilizio, per quanto le stesse, secondo il D.I. 1444/68 (già vigente all’epoca

della redazione del P.d.F.), non ne avessero le caratteristiche.

Il risultato è stato, per un verso (quello più spiccatamente sociale), d’instaurare nella gente il

concetto che le urbanizzazioni debbano essere a carico della fiscalità generale e che ognuno

può costruire sul proprio lembo di proprietà, disincentivando così il concetto di ordinata

pianificazione esecutiva, per altro verso, di favorire un addensamento dell’edificato privo di

adeguate aree di servizi e, conseguentemente, con un modesto standard abitativo.

Considerato che uno strumento di pianificazione urbanistica del territorio deve conseguire il

necessario consenso sociale, deve essere condiviso dalla gente, che è necessario trovi nella

superiore tutela degli interessi generali anche motivo di superare la spesso ostinata difesa di

più modesti interessi particolari, appare una sfida quella di conferire al comune, attraverso il

PUG, un più ordinato assetto urbano dotandolo contestualmente di quei servizi che ne

potranno fare una moderna comunità.

Peraltro, le previsioni del P.d.F. che dovevano essere riferite ad un quindicennio, erano

talmente sovradimensionate che, ad oggi, come meglio si dirà in seguito, vi sono residue

capacità insediative per circa 1.000.000 mc.

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a) PUG – Parte strutturale

Sistema delle conoscenze 2.0 Relazioni intercomunali

Collepasso è il comune più “alto” della Provincia di Lecce sito ad una quota di circa

120 m s.l.m., con un territorio che oscilla tra un massimo di 180 mt. ed un minimo di 102 mt.

s.l.m.

E’ sito su uno dei principali assi di comunicazione tra i due mari, lo Ionio e l’Adriatico, tra

Gallipoli ed Otranto, peraltro asse in fase di potenziamento in conseguenza della crescente

pressione turistica.

Ha collegamenti diretti con Tuglie, Neviano, Aradeo, Cutrofiano, Galatina, Maglie,

Casarano, Matino, Parabita, Alezio e Gallipoli; il copioso numero di connessioni fa ben

comprendere la posizione di assoluto pregio nel contesto del basso Salento e le relative

potenzialità di interscambio e di crescita.

Collepasso insiste sul corridoio ecologico più importante del Salento costituito dalle

Serre Salentine e che, per la parte che lo interessa direttamente, si sviluppa, da un lato,

verso Tuglie, Neviano e dall’altro Casarano, Matino e Parabita.

L’importanza di tale contesto, ad alta valenza paesaggistica ed ambientale, è ben colto

dal nuovo PPTR, in corso di approvazione, che ne fa oggetto, nell’ambito della “Carta

del Patrimonio territoriale dei paesaggi della Puglia”, di un approfondimento specifico

“Tavoliere salentino – Le serre ioniche”.

2.1 SISTEMA TERRITORIALE LOCALE

2.1 Risorse ambientali Il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) è un sicuro ed efficace

riferimento per evidenziare le risorse ambientali.

Gli obiettivi del PTCP sono i seguenti (testuale dalle N.t.a.):

“Obiettivo generale del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce è la

costruzione di un quadro di coerenze entro il quale singole Amministrazioni ed Istituzioni

possano definire, eventualmente attraverso specifiche intese, le politiche per il

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miglioramento della qualità e delle prestazioni fisiche, sociali e culturali del territorio

provinciale.

Sono principi ispiratori del Piano e fondatori dell'azione pubblica per quanto riguarda la

sua realizzazione un riconoscimento esteso dei diritti di cittadinanza, del valore della

partecipazione nella costruzione e gestione di ogni politica territoriale, la tutela del

patrimonio storico e la salvaguardia dell'ambiente naturale.

Più in particolare i principali obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento sono quelli

di uno sviluppo del benessere e dei redditi individuali e collettivi, dell'espansione delle

attività produttive e dell'occupazione, coerentemente alla diffusione della naturalità, del

miglioramento dell'accessibilità e della mobilità nel Salento, di un'articolazione dei modi di

abitare nelle diverse situazioni concentrate e disperse, della salvaguardia e recupero dei

centri antichi e di un immenso patrimonio culturale diffuso, di uno sviluppo turistico

compatibile.

Questi obiettivi sono collocati entro una specifica ipotesi di organizzazione spaziale ed

insediativa, quella del Salento come parco, nella quale i due termini di concentrazione e

dispersione sono assunti come compresenti ed integrati.

Abitare un parco comporta l'utilizzo di nuove infrastrutture che consentano allo

stesso Salento di non dover ripetere in ritardo vicende di modernizzazione non adeguate e

distanti e di proporre un diverso e nuovo modello di sviluppo.

L'idea che presiede alla costruzione del Piano è quella di uno sviluppo diffuso ed

equilibrato; un'idea che si oppone a quella tradizionale dei "poli di sviluppo, della

concentrazione cioè di un numero limitato di interventi di grandi dimensioni ed affidati ad un

numero ristretto di operatori, in pochi luoghi e settori.

Distribuzione equilibrata degli interventi e delle risorse non vuol dire distribuzione

uniforme: all'opposto, ponendosi in continuità con le politiche già intraprese, migliorandole

e rendendole sempre più rigorose, vuol dire articolazione delle politiche, dei progetti e degli

interventi; ritrovare nell'articolazione, piuttosto che nella dimensione, una maggior

efficienza e produttività del singolo intervento e di ogni politica.”

Seguendo lo schema di impostazione del PTCP porremo via via in evidenza le problematiche

ambientali che interessano il territorio di Collepasso rinviando per ogni trattazione specifica

ad altri elaborati di piano.

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2.1.1 Politiche della salubrità

2.1.1.1 Regimazione delle acque superficiali : si rinvia alla relazione geologica.

2.1.1.2 Pericolosità nei confronti degli allagamenti: si rinvia al paragrafo relativo al PAI

(Piano di Assetto Idrogeologico) ed alla relazione geologica.

2.1.1.3 Percolazione delle acque negli acquiferi: si rinvia alla relazione geologica.

2.1.1.4 Vulnerabilità degli acquiferi: si rinvia alla relazione geologica.

2.1.1.5 Processo di salinizzazione delle falde - fasce di salvaguardia: il territorio di

Collepasso ricade parte nella fascia più distante dalla costa rispetto alle tre fasce ipotizzate

dal PTCP cioè nella fascia di approvvigionamento idrico, quindi la meno soggetta a possibili

infiltrazioni di acque salse, parte, la più cospicua, nella fascia di ricarica.

Occorre quindi proteggere le falde acquifere ed evitare qualsiasi tipo in potenziale

PTCP – Salvaguardia delle fasce acquifere

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inquinamento, stante la valenza del sottosuolo di Collepasso, considerato che l’acqua è un

ormai un bene da tutelare con ogni accortezza.

Ci si riferisce sia a norme che regolino i processi di trasformazione delle superfici connessi

alle infrastrutture ed alla attività edificatoria, sia soprattutto alla diffusione di buone pratiche

nell’attività agricola che evitino l’improprio uso di fertilizzanti, di fitofarmaci e lo spreco

della risorsa idrica.

L’agricoltura ha conosciuto qui un lento ma inesorabile declino nell’attività primaria

consistente nella coltura del tabacco ed una lenta ma costante riconversione verso la coltura

dell’ulivo (in assoluto la meno bisognosa di “trattamenti” chimici), specie verso il versante

della serra, data la natura rocciosa del suolo ed in parte, nella piana, dei seminativi e della

vite.

Vi sono cioè oggettive condizioni per una buona difesa della falda e per salvaguardarla da

infiltrazioni inquinanti.

2.1.1.6 Disposizioni relative alla razionalizzazione del ciclo dei rifiuti

Si evidenziano due aspetti di tale problematica:

a ) il problema dello smaltimento è tutt’ora un problema non del tutto risolto nella nostra

provincia poiché risultano incomplete le procedure atte a chiudere il ciclo di smaltimento e

riutilizzo dei rifiuti; l’avvio della raccolta differenziata ha contribuito a migliorare il

problema del conferimento in discarica che sino a pochi anni fa rappresentava in Puglia il

solo modo di smaltire una quantità crescente di rifiuti solidi urbani.

b) Collepasso ha avviato nel 2007 la raccolta differenziata con una quantità irrisoria il primo

anno dovuta alla scarsa dimestichezza e sensibilità dei cittadini poi l’Anno successivo la

differenziata è salita al 17% e nel 2009 ad oltre il 20%; i primi mesi del 2010 confermano

tale percentuale.

Siamo ben lontani dal traguardo del 50% che le istituzioni si sono poste come limite ottimale

di raccolta differenziata tuttavia è auspicabile una continua sollecitazione ai cittadini per far

maturare la consapevolezza verso una tematica che ormai è un autentico problema di civiltà.

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2.1.2 Politiche della diffusione della naturalità

Si è anzi fatto riferimento alla difficoltà di normare possibili diffusioni di naturalità in aree

non pubbliche poiché tale intendimento sembra contrastare con la libertà di colture dei

contadini.

Si coglie comunque il senso in cui muove il PTCP :” Per politiche di diffusione della

naturalità si intende…soprattutto un insieme di azioni tese a consentire che la naturalità,

nella sua diversità di forme, possa diffondersi sino ad investire, in tempi medi e lunghi, vaste

parti del territorio salentino”; il Pug, stante anche la limitata estensione del territorio di

Collepasso, opera a livello normativo per salvaguardare la vegetazione esistente e

promuoverne l’impianto di nuova, incentivando la diffusione di varietà autoctone.

In riferimento alle matrici ambientali e percolazioni della naturalità il Pug opera

soprattutto in riferimento a quanto compreso nel gruppo B - utilizzazione dei relitti stradali,

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degli svincoli, dei bordi strada per la creazione di aree verdi con funzioni di connessione con

la naturalità; incentivazione per la formazione di siepi, di muretti a secco, barriere vegetali,

filari di alberi, allo scopo di creare ambienti di rifugio per la flora e la fauna spontanea; ecc.-

PTCP – Diffusione della naturalità/Strati

La posizione dell’abitato di Collepasso, sito a ridosso della serra, dovrebbe indurre l’Amm.ne

Com.le ad attuare una politica di acquisizione di terreni che hanno scarsa valenza

commerciale sia per la loro scarsa produttività agricola, sia perché interessata la rilevanti

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problemi di natura idrogeologica e di loro forestazione con l’intento di favorire l’espansione

della naturalità, sia di migliorare il contesto periurbano con la creazione di un grande

polmone verde.

2.1.3 Pai (Piano di Assetto Idrogeologico)

Il territorio di Collepasso è interessato dal Piano di Assetto Idrogeologico per tre aree una

delle quali molto estesa caratterizzate da alta pericolosità idraulica.

Le stesse risultano localizzate alla base del versante della Serra e almeno due di esse in

territorio agricolo.

La terza, sita sul lato est, è adiacente all’abitato.

Si tratta di sottoporre a verifica tali indicazioni onde pervenire di concerto con l’Autorità di

Bacino della Regione Puglia ad un definitiva individuazione de grado di pericolosità

idraulica e geologica .

Collepasso ha da sempre, data l’orografia dei luoghi su cui insiste, grossi problemi di natura

idrogeologica; le copiose acque meteoriche che, dall’alto della serra, convergono verso

l’abitato, facilitate da una viabilità sempre più invasiva, hanno costituito un problema che

negli ultimi anni è stato avviato a soluzione con una serie di interventi mirati.

Un esame accurato del territorio, effettuato, come anzi detto, di concerto con l’AdB, con

l’ausilio della nuovissima carta idrogeologica regionale e degli approfondimenti puntuali che

si rendessero necessari, è propedeutico a qualunque pianificazione e deve servire da guida

per prevenire previsioni insediative che potrebbero rivelarsi del tutto erronee.

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PAI - Ortofoto con indicazione delle aree a rischio

PAI - Ortofoto con indicazione delle aree a rischio - Dettaglio

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2.1.4 Prae (Piano Regionale Attività Estrattive)

Il PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive), come anzi detto, è stato adottato dalla Giunta

Regionale con provvedimento n. 580 del 15.05.07 e viene qui riportato data l’importanza

dell’attività estrattiva nell’adiacente Comune di Cutrofiano dal quale proviene per

gemmazione Collepasso.

Per quanto è dato verificare il bacino estrattivo lambisce il territorio di Collepasso senza

comunque interessarlo direttamente.

PRAE - Collepasso e l’adiacente Comune di Cutrofiano

2.1.5 Gli agenti inquinanti e gli interventi di mitigazione realizzati e/o in atto

Nel giugno dello scorso anno la Regione Puglia ha promulgato la L.R. n. 13/08 “Norme per

l’abitare sostenibile” con la quale ha dettato norme inerenti le modalità costruttive in

riferimento al risparmio energetico ed alla qualità dell’abitare.

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L’art. 13 della legge consiglia approfondimenti progettuali nella redazione dei PUG volti alla

redazione dei sotto indicati elaborati o comunque della quota parte degli stessi che

interessano il proprio territorio:

1) carta dei rischi ambientali artificiali (nella quale sono evidenziate in particolare cave,

impianti di smaltimento rifiuti, dighe, fabbriche ad alto rischio, centrali, linee elettriche a media

e alta tensione, sorgenti puntuali di emissione elettromagnetica).

Il territorio di Collepasso insieme al limitrofo territorio di Parabita è interessato dalle Serre

Salentine che qui raggiungono la loro massima altitudine.

Proprio per questo, a partire dagli anni 60, questo luogo è diventato della massima appetibilità

per la installazione di antenne per il segnale televisivo ed, a partire dagli anni 90, anche per

quello relativo alla telefonia mobile; si sono così moltiplicate le antenne con le loro emissioni

elettromagnetiche.

Amministrativamente esse insistono sul territorio di Parabita ma fisicamente si trovano a ridosso

dell’abitato di Collepasso.

E’ questa una tipica situazione in cui l’evoluzione legislativa non ha tenuto il passo con

l’evoluzione tecnologica.

E’ singolare che il limite amministrativo possa condizionare l’ambiente, il paesaggio, la salute

dei cittadini di un comune limitrofo; la variazioni di contesti ambientali, specie quando

interessano la salute umana. non può essere legata solo alle situazioni giuridico-amministrative

consolidatesi nei secoli ma vanno interpretate in un’ottica comprensoriale che veda le comunità

interessate potersi esprimere con pari dignità.

2) carta dei rischi ambientali naturali e carta dei regimi delle acque (nella quale sono

rappresentate in particolare la vulnerabilità dei suoli e degli acquiferi e la presenza di radon);

Si è preferito mettere insieme i due tematismi in quanto i rischi ambientali naturali sono legati per

Collepasso precipuamente al regime delle acque superficiali.

La presenza della serra e la progressiva impermeabilizzazione di grandi superfici ( abitazioni,

strade, ecc.), oltre alla canalizzazione delle relative acque meteoriche lungo le vie ed alla

modifica del regime idraulico delle campagne con la chiusura di canali, scoline e comunque con

la limitazione del deflusso naturale delle acque, comporta un aggravio delle acque indirizzate

verso l’abitato che in occasione di violenti acquazzoni (ormai sempre più frequenti) scaricano a

valle terra e pietrame.

3) carta delle biomasse

Come per l’intera realtà salentina le biomasse sono legate elusivamente ai residui della potatura

degli ulivi. E’ stata rappresentata nella carta dell’uso del suolo la superficie olivetata in ettari, le

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tonnellate/anno di residui prodotte e quindi il relativo potenziale energetico (GJ/anno).

Nelle fasi successive di redazione del PUG si esaminerà l’opportunità di redigere anche:

4) carta dei fattori climatici, nella quale sono rappresentati in particolare gli elementi relativi

alla conoscenza della temperatura media mensile, della pluviometria, dell’umidità e dei venti;

5) carta del soleggiamento, nella quale sono rappresentate in particolare le condizioni dei

singoli comparti o quartieri, in base all’orientamento, all’orografia, all’altezza degli edifici

esistenti, con indicazioni circa la radiazione solare diretta e totale, nonché la ripartizione oraria

dell’irraggiamento.

2.1.6 Energie rinnovabili

Si pone il problema di normare la possibilità di installare centrali fotovoltaiche;

conformemente al PTCP si ritiene che le stesse debbano essere localizzate nelle aree

produttive e, per quanto concerne Collepasso, nell’area Pip.

Sono agli atti del comune, ed in corso di avanzata istruttoria, 4 richieste in tal senso per

complessivi 8 MWP circa, l’una delle quali, di maggiore potenzialità, di 5,408 5,408 MWP.

Vi sono inoltre 18 richieste per installazione di impianti in zona agricola, tutte la di sotto di 1

MWP (utilizzando la semplificazione dell’iter approvativo stabilita dalla normativa

regionale) per complessivi 15.5 MWP circa.

La realizzazione di sistemi per produrre energie alternative, che sotto la spinta degli incentivi

statali e della politica energetica regionale ha avuto un forte impulso, va comunque

inquadrata nell’ambito degli strumenti sovraordinati dettati da Provincia e dalla stessa

Regione anche per non produrre irreversibili danni paesaggistici.

Si pone anche il problema, a portata di PUG, di consentire la possibilità di installare pannelli

fotovoltaici e/o pannelli solari sui tetti; tuttavia per quanto sia auspicabile muoversi nella

direzione di utilizzare energie rinnovabili e “pulite” è necessario conciliare tale possibilità

con la salvaguardia estetica del contesto urbano per non introdurne significative alterazioni;

attualmente sono 23 le pratiche richieste dai privati per realizzare impianti fotovoltaici sul

tetto della propria abitazione.

Gli apparecchi captanti energia andranno installati sui tetti piani delle case in modo che siano

occultati da qualunque punto di vista.

L’Amm.ne Com.le si è già attivata in tale direzione attraverso progetti atti all’installazione di

pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici scolastici e della sede comunale.

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2.2 Risorse paesaggistiche Sistemi di tutela paesistico ambientale

2.2.1 Putt/P

Il Comune di Collepasso a circa 10 anni dall’approvazione del PUTT/P non ha provveduto,

ai “primi adempimenti” per l’attuazione del Piano di cui all’art. 5.05 delle N.T.A.

relativamente alla Perimetrazione dei “territori costruiti “ ed al riporto sulla cartografia

dello strumento urbanistico generale vigente delle perimetrazioni degli Ambiti Territoriali

Estesi e degli Ambiti Territoriali Distinti adeguandoli alle situazioni di fatto documentate

dalla cartografia comunale in scala maggiore più aggiornata.

Perimetrazione dei “territori costruiti“

Il comma 5 dell’art. 1.03 del PUTT così recita testualmente: “ Le norme contenute nel Piano,

di cui al titolo II “ambiti territoriali estesi” ed al titolo III “ambiti territoriali distinti” non

trovano applicazione all’interno dei “territori costruiti” che vengono in applicazione dell’art.

1 della L. 431/85 (Legge Galasso) così definiti:

5.1 a) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee “A” e “B”;

5.2 b) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee "C" oppure

come zone "turistiche" “direzionali” "artigianali” "industriali” "miste" se, alla data del 6

giugno 1990, incluse in strumento urbanistico esecutivo (piano particolareggiato o piano di

lottizzazione) regolarmente presentato e, inoltre, le aree incluse, anche se in percentuale, in

Programmi Pluriennali di Attuazione approvati alla stessa data;

5.3 c) aree che, ancorché non tipizzate come zone omogenee "B" dagli strumenti urbanistici

vigenti:

- o ne abbiamo di fatto le caratteristiche (ai sensi del DI n.1444/1968), vengano riconosciute

come regolarmente edificate (o con edificato già "sanato" ai sensi della legge n. 47/1985), e

vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio

Comunale;

- o siano intercluse nell’interno del perimetro definito dalla presenza di maglie regolarmente

edificate, e vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di

Consiglio Comunale;

Le norme contenute nel Piano non trovano applicazione all’interno dei territori disciplinati

dai Piani delle Aree di Sviluppo Industriale.

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La perimetrazione sarà quindi effettuata su aerofotogrammetria sulla quale verranno riportate

le zonizzazioni del vigente PRG e su cartografia catastale come per legge.

“Ambiti territoriali estesi e distinti”

L’intero territorio del Comune di Collepasso è interessato da ambito esteso “E” (laddove non

è direttamente dichiarabile un significativo valore paesaggistico) cioè da un modesto livello

paesaggistico.

Gli “ambiti distinti” sono caratterizzati da:

- un sistema geomorfologico che evidenzia una serie di emergenze quali “cigli di

scarpata”, piane alluvionali, ripe fluviali, e i canali “Sirgole” e “Colaturo” siti in adiacenza

del confine con il limitrofo Comune di Cutrofiano;

- un sistema botanico-vegetazionale che evidenzia a margine dell’edificato una modesta

area boscata che è quanto resta di un bosco ben più esteso che ha subito un inesorabile

processo di riduzione a seguito delle contigue e poco avvedute previsioni edificatorie del

PdF; la stessa caratterizza comunque positivamente l’abitato in quanto, attrezzata come parco

urbano, consente una gradevole ed appagante fruizione per l’intera comunità.

E’ singolare la mancanza di segnalazioni di beni architettonici-archeologici considerata la

presenza diffusa di tali emergenze in tutto il Salento.

A fronte di tale situazione sarà necessario approfondire il quadro delle conoscenze territoriali

attraverso una profonda indagine sulle valenze storico-testimoniali, paesaggistiche ed

ambientali; di non minore rilievo deve essere l’approfondimento del sistema di conoscenza

dei beni minori sparsi nel contesto agricolo (pagghiare, muretti a secco, edicole votive, ecc.),

oltre alla segnalazione di punti panoramici connaturati all’orografia dei luoghi, poiché gli

stessi costituiscono elementi cardine di un contesto di considerevole paesaggistico che va

preservato.

2.3 Risorse rurali Collepasso si adagia su una superficie che, dall’alto della serra, degrada verso il piano con

una differenza di quota di circa 80 mt.

Le tipologia delle coltivazioni segue l’andamento altimetrico perché allo stesso si

accompagna una diversa composizione del terreno che, da roccioso e arido nella parte alta,

diviene gradatamente più fertile così da consentire un utilizzo per seminativi.

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P.U.G. Collepasso - D. P.P. Relazione Ing. Claudio Conversano (Coord.) – Arch. Francesca Pisanò

18

Nella parte alta e lungo il versante la coltura esclusiva è quella dell’ulivo, data la sua

eccezionale capacità di adattamento ad ogni terreno, mentre in piano si incontrano vigneti e,

come anzi detto, seminativi; marginali risultano altre colture come ortaggi, alberi da frutto,

ecc.

La tumultuosa crescita di Collepasso che in un secolo, a partire dall’autonomia comunale del

1907, cresce sino ad una consistenza di poco meno di 7.000 abitanti poi stabilizzatasi intorno

ai 6.700, è dovuta essenzialmente al prospero andamento dell’agricoltura e soprattutto della

monocoltura del tabacco attività fiorente sino circa 30 anni or sono e che ha poi visto un

rapido declino.

I dati statistici censuari confermano il ruolo centrale occupato dall’agricoltura nell’economia

di Collepasso; gli occupati nel settore primario rappresentano circa il 60% del totale della

popolazione attiva sia nel 1971 (1.143 su un totale di 1.971) che nel 1981 (1011 occupati in

agricoltura su un totale di 2.113) per poi calare vertiginosamente al 20% solo 10 anni dopo

(656 su un totale di 1.838) ed all’8.58 % nel 2001 (154 su un totale di 1.934); ad oggi si

registra un’ulteriore calo, in sintonia con quanto accade a livello provinciale, che rende ormai

“marginale” il comparto.

Il sistema insediativo rurale connesso all’attività agricola non è quello, tipico del Salento, con

i contadini che abitavano nelle “masserie”, intese sia come complesso insediativo sia come

comunità sociale con il “signore” che abitava nella villa ed, i coloni e spesso i pastori

insediati nei “curti”, delle quali il territorio risulta scarsamente connotato.

Sono 6 le “masserie” presenti sul territorio tutte comunque di notevole interesse

architettonico; “Masseria Grande, Masseria Quagliasiero, Masseria Manimuzzi, Masseria

Lubelli, Masseria San Suma, Masseria Sferracavalli.

Di particolare rilievo è la “Masseria Grande”, sita all’incrocio tra la Collepasso-Maglie e la

deviazione per Casarano, che, oltre all’imponenza edilizia ed alla tipica conformazione

insediativa di cui si è dianzi detto, conserva un grandissimo terreno di pertinenza (oltre 100

ha) in parte coltivato a seminativo e in parte, di maggiore estensione, ad uliveto.

Sul lato opposto, lungo la via per Casarano, è allocata una grande zona industriale che ad

oggi tuttavia è ancora largamente sottoutilizzata.

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19

2. 4 Risorse insediative 2.4.1 In cento anni dal borgo rurale alla città moderna

Sino al 1861 anno del primo censimento Collepasso ( 1.067 abitanti) è appena un borgo

agricolo sviluppatosi in maniera spontanea intorno alla residenza baronale.

Nel 1907, quando diviene comune autonomo, fa registrare 2.700 abitanti prevalentemente

insediatisi a partire dalla Gallipoli-Maglie verso ovest, in direzione Noha.

Dopo l’autonomia l’insediamento continua a crescere con una viabilità prevalentemente fatta

di tratti rettilinei ed ortogonali tra loro che delimitato maglie urbane dalle forme e dimensioni

le più svariate e che solo episodicamente assumono caratteristiche ben definite e di una certa

regolarità (parallalelamente al tratto urbano iniziale della Gallipoli-Maglie).

Non è possibile rilevare una qualche gerarchizzazione della viabilità se non in riferimento

alla più volte richiamata Gallipoli-Maglie che costituisce l’asse portante dell’intero impianto

urbano.

L’idea complessiva è di un contesto frutto di spontaneismo insediativo che ha dato luogo ad

un contesto residenziale caotico, confuso che solo di recente nella zone più periferiche tende

a recuperare ordine e qualità abitativa.

Data tale evoluzione non esiste né come impianto urbano, né come caratteristiche

architettoniche dell’edificato un nucleo antico chiaramente identificabile.

Il vigente PdF perimetra un modesto centro storico che fa perno sulla residenza baronale e

sul casa comunale che appare più il rispetto di una consuetudine progettuale (legata alla

zonizzazione dettata dal D.I. 144/68) che la conseguenza di una effettiva lettura dei luoghi.

Come espliciteremo nella parte programmatica si ritiene più opportuno andare ad individuare

puntualmente immobili degni di tutela nell’intero centro urbano piuttosto che delimitare un

contesto avente solo la pretesa di omogeneità.

2.4.2 Consistenza e stato del territorio urbanizzato (situazione residenziale)

Insediamenti residenziali

La valutazione sullo stato e lo sviluppo degli insediamenti residenziali è stato affrontato

analizzando, sulla base dei dati dei censimento ISTAT, la situazione abitativa al 2001 posta a

confronto con quella evidenziata dai corrispondenti dati dei censimenti precedenti (1981 -

1991).

Situazione abitativa al 1981

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20

Al censimento 1981 Collepasso contava 6.334 abitanti residenti, con un numero di stanze

occupate di 8.091 pari all’79,39%, mentre le stanze non occupate erano 2.100 pari all'20,61%

del totale.

L'indice di affollamento risultava essere mediamente pari a circa 0.78 e quindi soddisfacente

se, come parametro indicativo della condizione abitativa, si assumesse quello di abitanti per

stanza pari all'unità, come in genere si è fatto nel passato.

Situazione abitativa al 1991

Al censimento 1991 Collepasso contava 6.874 abitanti residenti, con un numero di stanze

occupate pari a 9.758 (81.43%), mentre le stanze non occupate erano 2.225 pari al 18,57%

del totale.

L'indice di affollamento risultava essere quindi mediamente pari a 0,70.

Se si prendono in esame gli alloggi e li si raggruppa per numero di stanze da cui sono

costituiti, si nota che (tabella 11):

1) L'indice di affollamento varia da un massimo di 1,53 abitante per stanza nelle abitazioni

costituite da una sola stanza, ad un minimo di 0,59 per le abitazioni di 6 o più stanze, essendo

pari od inferiore all’unità nelle altre tipologie.

Il che tradotto in percentuali ci dice che solo una modesta porzione di popolazione disponeva

di meno in una stanza per abitante.

2) Il numero delle abitazioni (2.235) è circa uguale al numero dei nuclei familiari (2.236)

(tab. 10).

Rispetto al 1981 la situazione abitativa non si è sostanzialmente modificata, anzi, il numero

di abitazioni costituite da una sola stanza è aumentato di 8 unità, il che evidenzia l’esistenza

di una percentuale (anche se modesta) di popolazione che disponeva di una sola stanza o

meno, ciò tradotto significa che c’è un indice ancora negativo delle condizioni abitative (sia

pur di una piccola parte dei residenti), se si tiene conto che i dati del censimento considerano

stanza anche il vano destinato a cucina.

Situazione abitativa al 2001

Al censimento 2001 Collepasso contava 6.888 abitanti residenti, con un numero di stanze

occupate pari a 10.109, mentre le stanze non occupate erano 1.919 del totale.

L'indice di affollamento risultava essere quindi mediamente pari a 0,66.

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Circa le abitazioni occupate per numero di stanze, il numero totale di abitazioni rispetto al

precedente censimento è aumentato di 749 unità (2984), allo stesso modo il numero di

famiglie è passato a 2481 ( + 245 ), il che porta a concludere che a fronte di una diminuzione

della popolazione residente (- 186 unità ) sono:

- aumentate il numero complessivo di abitazioni (+ 749);

- aumentate il numero di abitazioni occupate (+172);

- diminuite il numero di abitazioni non occupate (- 306);

conseguentemente l’indice di affollamento medio si è assestato sul valore pari a 0.66.

Situazione abitativa al 2010

I dati comunali riferiti al 31.12.2009, in attesa del censimento del prossimo anno,

confermano gli andamenti degli ultimi decenni senza sostanziali scostamenti.

2.3.4 Tendenze in atto

Se si raffrontano i dati del censimento del 1991 con quelli del 1981, e del 2001, confermati

dai dati comunali del 2009 si colgono con maggiore evidenza gli elementi caratteristici

(vengono indicati i trend che saranno poi ripresi nella parte programmatica).

I dati ci dicono infatti che:

Indice di affollamento

1971

19811991

2001 2024 (proiezione)

0,00

0,20

0,40

0,60

0,80

1,00

1,20

Anno di censimento

Indi

ce

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22

1) scende progressivamente l'indice medio di affollamento riferito alle stanze occupate;

Esso passa, infatti, da 0.98 (1971) a 0.78 (1981) a 0,70 (1991) a 0.66 (2001) con proiezione a

0.55.

2) diminuisce il numero delle persone che costituiscono mediamente una famiglia;

Nel 1981, infatti, una famiglia era mediamente costituita da 3,24 persone; nel 1991 da 3,07

persone; nel 2001 da 2.85 persone e nel 2009 da 2.68 con un indice di proiezione al 2024 di

2.55 componeti/famiglia.

La tendenza alla progressiva diminuzione del rapporto persone-famiglie costituisce una

caratteristica generale riscontrabile in tutte le regioni italiane, in alcune delle quali l'indice in

questione ha raggiunto livelli più bassi di quello attualmente esistente in Puglia.

Secondo i dati del censimento 1981 la dimensione media della famiglia italiana,

rappresentata dal rapporto componenti/famiglie, era rappresentato dall'indice 3,00. Detto

indice scendeva a 2,90 nell’Italia centro-settentrionale con punta minima di 2,50 in Liguria e

saliva a 3,30 nell'Italia meridionale con punta massima di 3,50 in Campania.

In Puglia il rapporto persone/famiglie era di 3,40 nel 1981, valore di poco superiore a quello

registrato a Collepasso.

andamento n.ro medio componenti per famiglia

19811991

20012009 2024

(proiezione)

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

anno di censimento

n.ro

med

io c

ompo

nent

i fam

iglia

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La tendenza alla progressiva-diminuzione del rapporto persone/famiglie è indubbiamente un

fenomeno demografico - sociale legato, come i dati dicono, allo sviluppo economico delle

regioni italiane e perciò più lento ove detto sviluppo è più faticoso ed incerto, ma destinato,

indubbiamente, ad incrementarsi, col passare degli anni, anche nelle regioni meridionali di

pari passo con lo sviluppo socio-economico delle stesse.

3) si stabilizza il numero delle stanze che costituiscono un'abitazione.

Nel 1971 a Collepasso un'abitazione era costituita mediamente da 3.52 stanze; nel 1981 di

4.16 stanze; nel 1991 di 4.24 stanze e nel 2001 di 4.55 con una proiezione al 2024 di 4.70

st/ab.

Numero medio stanze per abitazione

1971

1981 19912001

2024 (proiezione)

0,000,501,001,502,002,503,003,504,004,505,00

Anno di censimento

Indi

ce

2.4.3 Consistenza del patrimonio edilizio e residue capacità insediative

Qui di seguito viene fornito in quadro sinottico delle residue capacità insediative come viene

dall’applicazione tout court degli indici planovolumetrici di PdF alle superfici interessate.

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Zona Comparto Sup. territoriale

Sup fondiaria

Volume realizzabile

Volume esistente

Volume residuo

A AB 1 80.000

B1 2 11.586 8.368 41.840 3.558 38.282

B1 3 54.792 36.775 165.000 4.867 160.135

B1 4 75.022 51.608 159.000 13.696 145.304

B1 5 16.900 7.280 33.772 33.772B1 6 32.400 22.680 113.400 1.232 112.168

B1 7 29.450 20.615 103.075 5.016 98.059

B1 8 25.269 88.410 88.059

B1 9 12.700 44.000 44.000

258.119 147.326 748.497 28.369 720.128

C1 10 167.689 106.329 301.840 22.539 279.301

C1 11 13.238 11.163 23.828 562 23.266

C1 12 13.420 10.695 24.156 7.647 16.509

C 13 24.000 38.400 38.400

C1 14 69.070 124.326 124.326

C1 15 86.700 156.060 156.060

C1 16 44.900 80.820 80.820

C2 17 18.780 10.960 21.920 21.920

C2 18 30.200 30.200 30.200

C2 19 53.900 53.900 53.900

521.897 139.147 855.450 52.668 802.782

1.602.910Nota: in neretto i comparti oggetto di P.P.

Totale

Totale zone B1

Totale C1 e C2

Piano di recuperoPiano Particolareggiato

Tab. A

Zona Comparto Sup. territoriale

Sup fondiaria

Volume realizzabile

Volume esistente

Volume residuo

A AB 1 80.000B1 2 11.586 8.368 41.840 3.558 38.282

B1 3 54.792 36.775 165.000 4.867 160.135

B1 4 75.022 51.608 159.000 13.696 145.304

B1 5 16.900 7.280 33.772 33.772B1 6 32.400 22.680 113.400 1.232 112.168

B1 7 29.450 20.615 103.075 5.016 98.059

B1 8 25.269 88.410 88.059

B1 9 12.700 44.000 44.000

258.119 147.326 748.497 28.369 719.779

C1 10 167.689 106.329 209.817 22.539 187.278

C1 11 13.238 11.163 16.718 562 16.156

C1 12 13.420 10.695 15.964 7.647 8.317

C 13 24.000 38.400 38.400

C1 14 69.070 124.326 124.326

C1 15 86.700 156.060 156.060

C1 16 44.900 80.820 80.820

C2 17 18.780 10.960 21.920 21.920

C2 18 30.200 30.200 30.200

C2 19 53.900 53.900 53.900

521.897 139.147 855.450 52.668 695.457

1.495.236TotaleNota: in neretto i comparti oggetto di P.P.

Piano di recuperoPiano Particolareggiato

Totale zone B1

Totale C1 e C2

Tab. B

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In questa seconda tabella, apparentemente simile alla precedente, vengono posti in evidenza i

piani esecutivi approvati ed in particolare quelli oggetto di successivi provvedimenti di

“adeguamento” per renderne possibile la realizzazione.

Ebbene è evidente, per quanto riguarda i Comparti 10 – 11 – 12, interessanti la zona C1,

come, la ridefinizione dei P.P., ha comportato un contenimento della volumetria realizzabile

pari a circa 1/3 di quella teoricamente possibile.

I piani particolareggiati di cui ai Comparti 2 – 3 – 4 – 5 delle zone B1 ( o meglio i Piani

quadro, come si diceva all’epoca della redazione del PdF) pur approvati, non hanno trovato

concreta realizzazione a causa delle difficoltà attuative; anche qui quindi una mera previsione

teorica, che esprime una volumetria riferita a superfici a lordo delle urbanizzazioni primarie

(in primis viabilità) e secondarie; la residua superficie fondiaria concretamente realizzabile

(considerando i limiti di altezza e di distanza) non supera il 40% della volumetria teorica.

Si è così provveduto ad una stima realistica della residua capacità insediativa come qui di

seguito schematizzato e considerando che la zona B, già oggetto di P.P. è praticamente satura

e comunque stimando in circa 20.000 mc. il residuo volume edificabile:

1) Zona B - P.P. - mc. 20.000

2) Zona B1 mq. 258.119 (x 0.4 x 3 mc/mq) = mc. 294.502

3) Zona C1 oggetto di P.P. in corso di realizzazione mc. 211.751

Sommano mc. 526.254

4) Zone C – C1 – C2 previste ma non oggetto di P.P. o P.d.L. mc. 483.706

Totale mc. 1.009.960

Ci troviamo quindi con previsioni che prospettavano una crescita che non ha trovato

riscontro nella reale evoluzione demografica residuando capacità insediative nettamente

superiori ai fabbisogni ipotizzati.

Se si fa riferimento al fatto che le stesse erano riferite ad un quindicennio e sono trascorsi

oltre 30 anni ne appare evidente l’assoluta irrealtà.

2.4.8 Interventi di recupero prevedibili

Dal punto di del recupero residenziale è necessario individuare, tra la totalità delle stanze a

disposizione, quelle da sottoporre ad intervento di risanamento sia per il loro stato di degrado

fisico, sia per la necessità di determinare situazioni abitative al passo con i tempi sotto

l’aspetto igienico e funzionale.

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Non sono rari i casi di unità abitative prive di impianti igienico-sanitari o dotati di impianti e

servizi impropri (collocati fuori dell'abitazione).

La tabella seguente offre un quadro sinottico dell’epoca di costruzione del contesto

residenziale. ABITAZIONI OCCUPATE PER EPOCA DI COSTRUZIONE

N.ro % N.ro %

1919 ABITAZIONI 231 9,60 148 5,52

STANZE 864 8,55

1919 - 1945 ABITAZIONI 328 13,63 324 12,09

STANZE 1286 12,72

1946 - 1960 ABITAZIONI 515 21,40 606 22,62

STANZE 2137 21,14

1961 - 1971 ABITAZIONI 548 22,77 607 22,66

STANZE 2491 24,64

1972 - 1981 ABITAZIONI 442 18,36 529 19,75

STANZE 2147 21,24

1982 - 1991 ABITAZIONI 171 7,10 335 12,50

STANZE 833 8,24

1991-2001 ABITAZIONI 172 7,15 130 4,85

STANZE 351 3,47

TOTALI ABITAZIONI 2407 100,00 2679 100,00

STANZE 10109 100,00DATI ISTAT

DIFFERENZA 2001 - 1991

1991 2001

EPOCA IGNOTA E PRIMA DEL-83

-4

91

272

59

-42

87

164

Fra le abitazioni che hanno bisogno di interventi di recupero, si ritiene di dover includere

buona parte di quelle costruite prima del 1945 per le caratteristiche funzionali utilizzate

all’epoca specie se riferite all’edilizia minore (quasi tutta ad eccezione di pochi edifici di

pregio).

E' evidente che un intervento di recupero "puntuale" determinato in modo sempre più

massiccio dall' innalzamento progressivo del tenore di vita della popolazione, comporta su un

totale di 2.679 stanze costruite prima dei 1945, una riduzione notevole di quelle a

disposizione, riduzione imputabile sia alla realizzazione di servizi igienici propri, sia ad una

riorganizzazione distributiva delle unità abitative.

Tradurre in numeri, sia pur approssimati, questa riduzione nell'assenza di una ricognizione

puntuale dell'intero patrimonio esistente costruito prima del 1945 ed attualmente occupato è

pressocchè impossibile poiché oggetto di interventi dettati di volta in volta da modalità ed

esigenze dettate dalla iniziativa privata.

Ci si è limitati, pertanto, a formulare una valutazione approssimata per difetto di detta

riduzione col seguente metodo:

- per il patrimonio edilizio esistente costruito prima del 1919 (158 abitazioni) si è assunto

pari al 80% la riduzione conseguente ad interventi di ristrutturazione. Trattasi del patrimonio

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edilizio esistente nella zona centrale dell’abitato con articolate tipologie che segnano la

stratificazione storico-edilizia e presuppongono interventi di ristrutturazione piuttosto

complessi ed in cui si spera di stabilizzare gli attuali abitanti;

- per il patrimonio edilizio esistente costruito tra il 1919 ed il 1945 (324 abitazioni) si è

assunto pari al 30% la riduzione conseguente ad interventi di ristrutturazione;

- per il patrimonio edilizio esistente costruito tra il 1945 ed il 1960 (606 abitazioni) si è

assunto pari al 15% la riduzione conseguente ad interventi di ristrutturazione.

2.5 Risorse infrastrutturali 2.5.1 Sistema della mobilità

Collepasso non dispone di strada ferrata presumibilmente a causa dell’orografia dei luoghi su

cui è sita che ne rendevano onerosa la realizzazione.

La più vicina stazione ferroviaria è quella di Parabita che dista qualche chilometro.

Si è anzi detto come il comune è nato ed è cresciuto lungo l’asse stradale che collega

Gallipoli ad Otranto passando per Maglie.

Di pari passo con la crescita dell’abitato nel corso dei decenni, soprattutto nel 2^ dopoguerra,

è cresciuta l’importanza di una tratto viario che è nato con caratteristiche extraurbane e che

invece con il passare degli anni è divenuto la principale dorsale urbana.

Questo anche correlato ad uno sviluppo urbano disordinato e senza alcuna gerarchizzazione

dei tratti viari interni così che è quasi naturalmente, non avendo individuato per tempo alcun

assetto alternativo l’abitato si è “poggiato” su tale infrastruttura esistente che è diventata

l’asse portante della mobilità.

Insieme allo sviluppo edilizio ed all’aumento esponenziale del traffico sia urbano che

extraurbano ne è cresciuta la pericolosità sino ad obbligare all’installazione di ben 4 isole

semaforiche lungo il percorso per determinare minime condizioni di sicurezza.

Strade provinciali lo collegano ai comuni limitrofi di Tuglie, Neviano, Cutrofiano e

Casarano.

Di notevole rilevanza è poi il tronco stradale che, a partire dalla Collepasso – Maglie,

all’altezza della Masseria Grande, si dirama per Casarano, in adiacenza al quale si sviluppa la

grande zona per insediamenti produttivi; per altro, tale tronco, di ampia sezione, collega la

predetta zona per insediamenti produttivi di Collepasso con quella poco distante di Casarano,

così da definire il più grande contesto produttivo del Salento.

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Circa la mobilità interna all’abitato si è più volte detto dello spontaneismo urbanistico che ne

ha contraddistinto la crescita tumultuosa e che ha determinato tronchi stradali di sezione

anche inferiore ai 5 mt.; modesti sono anche gli spazi a parcheggi limitati a Piazza Dante e

via N. Sauro.

Solo in periferia, con la progettazione/realizzazione dei nuovi strumenti esecutivi, si stanno

definendo contesti insediativi di più ampio respiro sia per la densità abitativa, sia per una

viabilità più ampia e più ordinata, sia per le superfici a servizi.

Del tutto assenti per ora percorsi ciclabili in sede propria anche se l’Amm.ne ha elaborato di

recente un progetto per la realizzazione di alcuni percorsi in area periurbana e rurale.

2.5.2 Le reti tecnologiche urbane

Collepasso, come evidenziato negli allegati grafici, risulta ben dotata di reti inerenti la

distribuzione idrica, la rete fognante, elettrica, di pubblica illuminazione, di distribuzione del

gas.

Esiste una rete di captazione e raccolta delle acque bianche che è stata via via implementata

risolvendo in gran parte i problemi attinenti la raccolta e lo smaltimento delle acque

meteoriche.

2.5.3 Attrezzature e spazi collettivi

Le attrezzature per l'istruzione dell'obbligo e quelle per attrezzature civili e religiose risultano

sufficienti sia per dimensione che per ubicazione, coprendo con i loro raggi di influenza

l'intero tessuto edificato.

Del tutto insufficienti risultano invece sia le superfici per “verde attreato e per lo sport” sia a

parcheggio.

E' proprio partendo dal concetto di "miglioramento della qualità del vita" che va evidenziata

la necessità di migliorare la dotazione infrastrutturale prioritariamente per gli standard

deficitari.

Si riporta di seguito l'elenco e la situazione dei servizi (urbanizzazione secondaria) esistenti

nel territorio comunale:

1) Aree per l'istruzione

- Asilo Nido e sede ASL in via avv. Longo mq. 3.500

- Scuola Materna in via B. Croce mq. 4.500

- Scuola Materna in via Masaniello mq. 2.750

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- Scuola Materna ( privata ) in via Roma mq. 4.800

- Scuola Elementare in via regina Elena mq. 7.200

- Scuola Media in via Bosco mq. 6.500

- Scuola Media Superiore in via Meucci mq. 6.870

Per una superficie complessiva di mq. 36120 e quindi uno standard medio attuale per abitante

di mq. 36.120 /6.872 = 5.26 mq/ab

2) Attrezzature civili e di interesse comune:

- Biblioteca Comunale in via Battisti su lotto di circa mq. 720

- Municipio ed uffici Polizia Municipale in piazza Dante mq. 620

- Caserma dei Carabinieri in via De Nicola mq. 800

- Farmacie in via Roma e via B. Contarini mq. 400

- Sala cinematografica in via Roma mq. 400

- Ufficio Postale in via Nenni mq. 1.000

- Banca Popolare Pugliese in via Carabiniere Rollo mq. 200

- Casa Riposo Anziani (privata )in via A. Molloni mq. 5.700

- Castello Baronale in via U. Bassi mq. 8.300

Totale attrezzature civili e di interesse comune mq.18.140 di conseguenza lo standard

medio è di mq. 18 140/6.872 = 2,64 mq/ab.

2.1) Attrezzature Religiose:

- Chiesa Parrocchiale " Madonna delle Grazie " mq. 1.700

- Chiesa" San Francesco" in via Bellini mq. 180

- Cappella " Cristo Re " in via Roma mq. 100

- Cappella " Spirito Santo "in via U. Bassi mq. 100

- Cappella " Immacolata " in Piazzetta R. Margherita mq. 100

- Cappella "Madonna delle Grazie" in via P. Piemonte mq. 15

- Chiesa e Centro Parrocchiale "Cristo Re dell’Universo" in via Arc. Molloni mq. 6.000

Per una superficie complessiva di mq. 8.195 con uno standard medio attuale di

mq. 8.195/6872 = 1,19 mq/ab.

Totale attrezzature (18.140+8195)/6872= 3.8 mq/ab.

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3) Verde attrezzato e attrezzature per lo sport:

Campo Sportivo in via Foscolo mq. 8.000

Verde pubblico in piazza Dante, via Dabormida e Cairoli mq. 2.470

Bosco in via Salvemini mq. 26.740

Attrezzature sportive in via B: Croce mq. 3.500

Totale verde attrezzato e attrezzature per lo sport mq. 40.710 e quindi uno standard

attuale medio di mq. 40.710/6.872=5,92 mq/ab

4) Parcheggi:

-parcheggi in Piazza Dante mq. 680

-parcheggi in Piazza R. Margherita mq. 220

-Parcheggi vari mq. 1.000

Per una superficie complessiva di mq. 1.900 e quindi uno standard medio attuale di

mq. 1.900/6.872 =0,28 mq/ab

Totale superfici a servizi 15.26 mq/ab. con forti carenze per gli spazi pubblici attrezzati e per

i parcheggi.

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3.0 REALTA’ SOCIO-ECONOMICA 3.1 Attività produttive - Livelli e tipologie occupazionali

I tassi occupazionali inerenti la popolazione attiva mostrano un andamento lineare con

oscillazioni modeste che confermano, pur al mutare dei parametri demografici, una

sostanziale stabilità.

In condizione professionale

Occupati 2065 32,6 1923 27,97 1736 29,27Disoccupati 48 0,76 239 3,48 1285 19,7TOTALE 2113 33,36 2162 31,45 3022 51,9In cerca di 1a occupazione 280 4,42 554 8,06 533 8,17Totale popolazione attiva 2393 37,78 2716 39,51 2617 40,1Popolazione non attiva 3941 62,22 4158 60,49 3908 59,9TOTALE 6334 100,00 6874 100,00 6525 100

2001

MF %

POPOLAZIONE ATTIVA E NON ATTIVA1981

MF %

1991

MF %

Esaminare come sono distribuiti gli occupati per settore produttivo risulta invece

particolarmente interessante perché consente di rilevare l’evoluzione della situazione

economica e specie per Collepasso, comune giovane, di legarla alle dinamiche demografiche

ed insediative.

E’ macroscopico il calo degli occupati in agricoltura che sono passati in 30 anni dal 59.10%

del 1971 (1143 occupati in agricoltura su un totale di 1934 – dato non riportato in tabella-) al

47.85% del 1981, al 35.69% del 1991 ed infine al 10.72% del 2001.

L’ultimo dato ufficiale disponibile registra meno di 200 occupati in agricoltura con un trend

che, per quanto è dato sapere, è in ulteriore calo.

Si è anzi detto che Collepasso è nata come comunità ed è cresciuta rapidamente intorno alla

monocultura del tabacco; venuta meno per la concorrenza delle produzioni estere è venuta

meno l’intera economia alimentata dalla produzione, dalla raccolta e dall’essiccamento delle

foglie di tabacco.

L’attuale coltura prevalente è quella dell’ulivo che, con il venir meno degli incentivi

comunitari, si avvia anch’essa verso un non auspicabile ma inesorabile declino.

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Probabilmente con il tempo, così com’è stato per la viticoltura soprattutto nell’alto salento, ci

si dovrà indirizzare verso una produzione più qualitativa e meno quantitativa per consentire

una adeguata redditività.

L’industria nonostante la realizzazione di una grande zona zona per insediamenti produttivi,

ha mantenuto costante il suo tasso occupazionale anche se lo stesso andrà verificato con il

prossimo censimento in considerazione della crisi occupazionale degli ultimi anni con

particolare riferimento per quanto riguarda il Salento al settore manifatturiero del TAC

(Tessile-Abbigliamento-Calzaturiero).

AGRICOLTURA 1011 47,85 656 35,69 194 10,72Impr./Libera profess. 2 0,20 9 1,37 - -lavoro in proprio 295 29,18 161 24,55 - -Coadiutori 25 2,47 31 5,79 - -Dirig. e impieg. 0 0,00 5 0,76 - -Lavoro dipendente 689 68,15 443 67,53 - -

INDUSTRIA 459 21,72 539 29,33 522 28,84Impr./Libera profess. 9 1,96 33 6,12 - -lavoro in proprio 86 18,74 82 15,21 - -Coadiutori 3 0,65 4 1,67 - -Dirig. e impieg. 25 5,45 36 6,68 - -Lavoro dipendente 336 73,20 379 70,32 - -

ALTRE ATTIVITA' 643 30,43 643 34,98 1094 60,44Impr./Libera profess. 30 4,68 60 6,2 99 -lavoro in proprio 165 25,66 227 23,47 340 -Coadiutori 10 1,55 21 2,7 20 -Dirig. e impieg. 258 40,12 313 32,37 15 -Lavoro dipendente 180 27,99 341 35,26 1336 -

TOTALE 2113 100,00 1838 100,00 1810 100,00

MF %MF % MF %

2001POPOLAZIONE RESIDENTE ATTIVA PER RAMO E POSIZIONE PROFESSIONALE

1981 1991

In espansione, secondo un consolidato trend, è il settore terziario cioè trasporti e

comunicazioni, servizi commerciali, servizi assicurativi e bancari, attività amministrativa,

servizi avanzati, come fornitura di attrezzature, macchinari e beni, informatica, ricerca e

sviluppo, consulenza legale, fiscale e tecnica che appare l’unico settore in grado di offrire

sbocchi occupazionali.

L’atto di indirizzo indica peraltro nelle attività legate al turismo, quindi ristorazione, luoghi

dell’ospitalità, promozione del territorio, valorizzazione delle tradizioni e degli usi locali,

ecc. una prospettiva di sviluppo verso la quale indirizzare le previsioni del piano.

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3.2 Attività artigianali

Collepasso non ha artigianato tipico in quanto realtà sviluppatasi prevalentemente nel settore

agricolo.

Va tuttavia tenuto in debita considerazione lo sviluppo delle attività artigianali tradizionali

legate all’edilizia ed al suo indotto con il riconoscimento e la regolarizzazione anche

attraverso una migliore infrastrutturazione delle presenze produttive già presenti sul territorio

ed ipotizzando un loro misurato ampliamento.

3.3 Economia turistica: “l’ospitalità diffusa tra campagna e centro urbano”

Tale settore viene trattato qui in fase ricognitiva per porre le basi di previsioni che aiutino ed

indirizzino un potenziale settore di sviluppo economico.

Attualmente è del tutto marginale tale settore nell’economia cittadina; secondo i dati

dell’Ente Provinciale per il Turismo della Provincia di Lecce al 31.12.2008 l’attività ricettiva

di Colepasso si concretizza in 3 bred and breakfast per un totale di 20 posti letto.

Alla stessa data, nel 2008, sono stati 165 i turisti ospitati con 526 presenze.

Bisognerà quindi operare esaltando la posizione di Collepasso sita lungo il corridoio

ecologico costituito dalle “Serre Salentine” e a breve distanza dalla costa.

Occorre uno sforzo di immaginazione, una capacità di articolare un’offerta innovativa legata

alla qualità del territorio, con riferimento anche ad una visione di area vasta, di un paesaggio

ricco di testimonianze della cultura contadina, di distese di ubertosi uliveti, di insediamenti

raccolti nei contesti delle “masserie”.

Occorre quindi valorizzare:

- gli immobili del centro urbano frutto di un’architettura legata all’uso del tufo, quindi con

le volte tradizionali “a spigolo”, “a crociera”, “ a stella”, ecc. nei quali ipotizzare di insediare

un sorta di “albergo diffuso”, per incentivarne il recupero attraverso un orizzonte operativo

che offra anche ai privati la prospettiva di un ritorno economico così da coniugare l’interesse

pubblico, cioè la salvaguardia del patrimonio architettonico, e l’interesse privato;

- gli immobili rurali con il loro recupero e riuso ai fini turistico-ricettivi; a tal proposito va

esaminata la possibilità di incentivare il recupero delle “masserie” anche qui con il doppio

fine di valorizzare forme di turismo all’aria aperta, di “agriturismo”, che tanto successo

stanno ottenendo specie nel territorio salentino, e contestualmente favorire il recupero di

immobili che, senza un chiaro orizzonte di positivo ritorno economico, sono destinate

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all’abbandono ed al degrado con una irreversibile perdita per il territorio delle testimonianze

di un “irripetibile vissuto” che pure si è conservato sino ai nostri giorni.

Infine pensare ad una zona alberghiera, seppur modesta, magari non lontana dalla zona per

insediamenti produttivi, e comunque da localizzare lungo la Gallipoli – Maglie – Otranto, per

cogliere sia le opportunità offerte dalle aziende che vi operano, sia per il turista che può

godere di un contesto rurale ma che può raggiungere comodamente le due coste marine e/o i

borghi interni ricchi di storia e di tradizioni.

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4.0 BILANCIO DELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE

4.1 PRG vigente e suo livello di attuazione

Il territorio del Comune di Collepasso è normato dal Programma di Fabbricazione approvato

con D.P.G.R. del 3.05.1976.

Le previsioni dello strumento urbanistico generale sono state attuate con i seguenti strumenti

attuativi:

1) Piano Recupero Centro Storico adottato con deliberazione C.C. n. 44 del 1.07.1996 ed

approvato con deliberazione C.C. n.10 del 18.03.1998;

2) Piano Particolareggiato Zone B adottato con deliberazione C.C. n. 90 del 30.12.1982,

approvata CO.RE.CO di Lecce con provvedimento n. 6241 del 2.02.1983 ed approvato con

deliberazione C.C. n. 64 dei 27.04.1983 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. 29724 del

26.05.983;

3) Piano Particolareggiato Zona B1 contrada “Sant'Anna” adottato con deliberazione C.C.

n.169 dell'8.11.1985 approvata CO.RE.CO con provvedimento n. 73794 del 12.12.1985 ed

approvato con deliberazione C.C. n. 28 del 28.04.1986 resa esecutiva dal CO.RE.CO con

provv. n. 29246 del 16.05.1986;

4) Piano Particolareggiato Zona B1 contrada " Tafuro " adottato con deliberazione C.C. n.

178 dei 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provvedimento n. 73800 del 12.12.1985 e

approvato con deliberazione CC. n. 175 del 21.12.1987 previa approvazione Osservazioni

con deliberazione C.C, n. 66 del 21.09.1987 rese esecutive dal CO.RE.CO con provv. n.

57186 del 16. 10.1987;

5) Piano Particolareggiato Zona B1 contrada " Tafuro " adottato con deliberazione C.C. n.

179 del 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provvedimento n. 73798 del 12.12.1985 e

approvato con deliberazione C.C. n. 176 del 21.12.1987 previa approvazione Osservazioni

con deliberazione C.C. n. 67 del 21.09.1987 rese esecutive dal CO.RE.CO con provv. n.

57187 del 16.10.1987;

Adozione variante – Deliberazione C.C. n. 23 del 9/6/2010;

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6) Piano Lottizzazione Privata zona B1 (Vignale) adottato con deliberazione C.C. n. 63 del

9.12.1987 ed approvato con deliberazione C.C. n. 11 del 18.03.1998;

Adottata variante con deliberazione C.C. n. 21 del 28/8/2001;

Approvata variante con deliberazione C.C. n. 27 del 29/10/2001;

Approvato pregetto esecutivo di variante OO.UU. e ristitemazione dei lotti con Deliberazione

del C.C. n. 24 del 9/6/2010;

7) Piano Particolareggiato zona C1 comparto " 1 " adottato con deliberazione C.C. n.

180 del 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provv. N. 73799 del 12.12.1987 ed approvato

con deliberazione del C.C. n. 177 del 21.12.1987 previa approvazione delle Osservazioni con

deliberazione C.C. n. 68 del 21.09.1987 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. n. 57228

del 16 10.1987;

Adottato progetto di revisione del P.P. – Zona C1 – Comparti 1-2-3 del P. di F. con

deliberazione del C.C. n. 29 del 19.06.2007;

Approvato con deliberazione del C.C. n. 44 del 1/10/2007;

8) Piano Particolareggiato zona C1 comparto " 2 " adottato con deliberazione C.C. n.

180 dei 9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provv. n. 73799 del 12.12.1987 ed approvato

con deliberazione del C.C. n. 177 dei 21.12.987 previa approvazione delle Osservazioni con

deliberazione C.C. n. 68 del 21.09.1987 resa esecutiva dal CO.RE.CO con provv. n. 57228

del 16.10.1987;

Adottato progetto di revisione del P.P. – Zona C1 – Comparti 1-2-3 del P. di F. con

deliberazione del C.C. n. 29 del 19.06.2007;

Approvato con deliberazione del C.C. n. 44 del 1/10/2007;

9) Piano Particolareggiato zona C1 comparto " 3 " adottato con deliberazione C.C. n. 180 del

9.11.1985, approvata CO.RE.CO con provv. n. 73799 del 12.12.1987 ed approvato con

deliberazione del C.C. n. 177 dei 21.12.1987;

Adottato progetto di revisione del P.P. – Zona C1 – Comparti 1-2-3 del P. di F. con

deliberazione del C.C. n. 29 del 19.06.2007 ed approvato con deliberazione del C.C. n. 44 del

1/10/2007;

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10) Piano di Lottizzazione zona C2 (C.A.E.R.) approvato con delibera C.C. n. 63 del

15.07.89 in attuazione dell’art. 51 della L. 865/71 – Localizzazione aree per edilizia

economica e popolare.

11) Piano Insediamenti Produttivi approvato con deliberazione C.C. n. 76 del 31.07.978 e

con deliberazione della G.R. n. 7113 del 19.11.979;

Nuovo progetto adottato con deliberazione del C.C. n. 34 del 29/11/2002 ed approvato con

deliberazione del C.C. n. 2 del 27/01/2003;

Progetto di ampliamento adottato con deliberazione del C.C. n. 35 del 29/11/2002 ed

approvato con deliberazione del CC. n. 3 del 27/01/2003;

Approvata riorganizzazione tecnico funzionale dell’intera area PIP con riformulazione del

quadro economico e del piano finanziario con deliberazione del C.C. n. 18 del 11/8/2009;

12) Piano Insediamenti Produttivi adottato con deliberazione C.C. n. 64 del 20.03.90 ed

approvato con deliberazione del C.C. n. 133 del 28.09.1990;

13) Variante al P.d.F Vigente per individuazione Impianti Sportivi approvata con

deliberazioni del C.C. n. 19 del 19.06.1984 e n. 25 del 4.09.1985 rese esecutive con

deliberazione della G.R. n. 2446 del 23.03.1987;

14) Palazzetto dello Sport – Variante al P. di F. adottata con deliberazione del CC.. n. 15 del

1/7/2009 ed approvata con deliberazione del C.c. n. 24 del 26/10/2009;

15) Piano Particolareggiato zona-P.E.E.P adottato con deliberazione del C.C. n.58 del

6.04.1983 e mai approvato.

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5.0 Quadri interpretativi 5.1 Le invarianti

L’approfondimento dei quadri ricognitivi ha comportato anche aspetti interpretativi delle

componenti territoriali e delle modifiche antropiche di breve e lungo periodo.

Collepasso ha un suolo con notevoli specificità sotto l’aspetto geomorfologico inerenti

precipuamente la sua collocazione alla base delle “Serre Salentine” seppur dal lato interno.

Tale versante, specie in adiacenza all’abitato risulta in parte pietroso, arido, con scarsa

vegetazione ed in parte olivetato.

L’orografia dei luoghi comporta notevoli problematiche idrogeologiche, tant’è che vi è

un’ampia zona che il PAI segnala ad alta pericolosità idraulica; le forti piogge degli ultimi

anni hanno amplificato le difficoltà connesse al grande afflusso di acque meteoriche e alla

terra ed al pietrame che le stesse trascinano a valle.

Da tempo sono state avviate opere per attenuare pericoli e danni indotti da una situazione

connessa alla natura dei luoghi tuttavia va posta una estrema attenzione per evitare aumento

delle superfici impermeabili legate sia a nuove costruzioni sia a nuova viabilità se non

preventivamente oggetto di attento ideologico.

Sono interessanti anche le componenti storico culturali ed ambientali che caratterizzano il

paesaggio agricolo.

Il PUG oltre a verificare e prendere atto delle indicazioni del PUTT/P ha provveduto ad

approfondire la conoscenza dei luoghi individuando e proponendo la tutela di ben 6

Masserie ed inoltre ha localizzato localizzati e sottoposti a tutela gli edifici di pietra

(pagghiare, furnieddhi, lamie, ecc.) oltre ai muretti a secco che sono componenti essenziali di

un paesaggio che è il suggestivo risultato della sedimentazione del lavoro dell’uomo nei

secoli.

Questi elementi contribuiscono a definire i caratteri dominanti, i caratteri identitari di

Collepasso e del suo territorio così come ci sono pervenuti e come vanno preservati a favore

delle future generazioni e come tali vengono individuati come invarianti territoriali.

Così pure invarianti sono le componenti costituenti l’armatura infrastrutturale, e cioè la

viabilità statale e provinciale, le rete tecnologiche ed in particolare l’acquedotto e la dorsale

di alta tensione.

L’insieme delle invarianti detta le linee guida di una pianificazione programmatica obbligata

a muoversi nel rispetto dei tratti identitari del territorio e nell’ottica di preservare le

caratteristiche dei luoghi.

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5.2 I contesti territoriali

a) Contesti urbani

5.2.1 Contesto urbano antico

Volutamente si è qui usata la definizione di centro urbano antico e non l’usuale di centro storico

in considerazione della vita ancor breve del comune.

Vero è che alcuni edifici sia di rilievo architettonico sia attinenti alla così detta architettura

minore danno un’impronta all’evoluzione insediativa e rappresentano un segno tangibile dei

cambiamenti sociali e della crescita economica.

Non esiste, a differenza dei centri più antichi del Salento, un impianto urbanistico tipico della

parte vecchia della città; per questo si è preferito individuare un contesto antico molto più ampio

del limitato centro storico perimetrato nell’attuale PdF e prefigurare una pianificazione che tuteli

puntualmente i contesti di maggior pregio e di più antico impianto e gli edifici di maggiore

rilevanza architettonica ritenendola un’operazione che meglio rappresenta e tutela il centro

urbano antico.

5.2.2 Contesto urbano consolidato

Comprende gran parte dell’abitato frutto dell’espansione del dopoguerra attualmente tipizzato

come B1.

E’ qui che si è sviluppata la Collepasso moderna con un edificato molto denso, con una viabilità

regolare ma quasi tutta di minime dimensioni e senza alcun asse preferenziale, con scarsi spazi

pubblici.

E’ un’area sostanzialmente satura in cui sono possibili ancora residuali interventi

prevalentemente di sopraelevazione.

5.2.3 Contesto urbano in via di consolidamento

Trattasi quasi esclusivamente di un’area sita su entrambi i lati dell’asse principale che attraversa

Collepasso, cioè la Gallipoli-Maglie, dal lato di Parabita.

E’ un’area in parte tipizzata B1 ed in parte C oggetto di piano attuativo, che interessa la parte

più alta dell’abitato ed i primi versanti della serra; è caratterizzata da un abitato fatto di

costruzioni isolate, a villini.

Le caratteristiche degli edifici inerenti sia le dimensioni, sia le finiture, sia gli spazi verdi privati,

ne fanno la zona residenziale di maggio pregio.

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5.2.4 Contesto urbani periferici e marginali

Collepasso è dotata di un’ampia zona per insediamenti produttivi adiacente da un lato alla

Gallipoli - Maglie e dall’altro ad una importante bretella che collega lo stesso importante asse

viario alla non lontana ed importante area industriale di Casarano.

L’area risulta in parte urbanizzata, in parte con urbanizzazioni da completare, è occupata per

circa 1/3 e quindi suscettibile ancora di auspicabili nuove attività produttive.

5.2.6 Contesti della diffusione

Per completezza di esame e di rappresentazione sono stati individuati anche alcuni contesti della

diffusione. Gli stessi hanno però scarso rilievo sia come ubicazione che come consistenza; la

loro caratteristica comune è quella di costruzioni nell’agro tipiche da consolidate abitudini di

“campagna abitata” che quasi mai raggiungono densità tali da configurare contesti insediativi da

recuperare.

b) Contesti rurali 5.2.7 Contesti rurali periurbani

Si tratta di aree attualmente incolte anche a causa della natura arida e pietrosa di terreni che

sono posti sui versanti della serre.

Insistono tra l’abitato e il confine dell’agro in adiacenza al limitrofo comune di Parabita.

5.2.8 Contesti rurali a prevalente funzione agricola

La quota di territorio non interessata dai contesti di cui si è dianzi detto e che è pari a circa il

65% del territorio è interessata da attività agricola.

Di questa circa il 60% da uliveti che interessano prevalentemente, anche se non solo, la parte più

elevata dell’agro; circa il 26% sono seminativi ( verso l’agro di Cutrofiano), la quota residuale

vigneti, frutteti e pascoli.

Sotto l’aspetto dell’inquinamento da colture questa rappresenta la situazione ottimale poiché il

l’uliveto è in assoluto la coltura che richiede meno trattamenti chimici ( si intervenie solo, e

piuttosto raramente, contro la mosca olearia).

Il carattere non intensivo delle colture praticate è in linea con una buona conservazione del

paesaggio agricolo e dei segni dovuti all’opera sapiente dei contadini e consente, per

assorbimento, una tranquilla ricarica della falda acquifera profonda con acque di buona qualità.

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6.0 CONSIDERAZIONI DI SINTESI E CRITERI PER LE PREVISIONI

PROGRAMMATICHE

Il Documento Programmatico Preliminare rappresenta un momento di sintesi tra gli

approfondimenti operati nell’ambito del sistema delle conoscenze, che hanno consentito una

disamina puntuale delle componenti urbanistiche, ambientali, paesaggistiche, storico-culturali,

sociali ed economiche, e gli obiettivi generali dettati nell’Atto di indirizzo che l’Amm.ne

Com,le pone come riferimento per la redazione del PUG.

L’esame dello strumento urbanistico vigente e del suo stato di attuazione ha consentito di

verificarne l’abnormità delle previsioni insediative; a distanza di circa 35 anni dalla sua

approvazione solo ora si è in fase di realizzazione di uno dei Comparti di espansione di

maggiore estensione mentre la maggior parte restano inattuati (per circa 500.000 mc.!!!).

Analoga considerazione per le zone B2 (impropriamente così tipizzate poiché sono superfici

pressocchè totalmente inedificate, quindi non rispondenti al prescritto del D.I. 1444/68, pur

vigente all’epoca di redazione/approvazione del PdF.); anche queste, per la maggior parte

delle quali sono stati redatti piani attuativi, sono rimaste solo una mera previsione che non

ha trovato realizzazione.

L’espansione edilizia si è concentrata prevalentemente nella vastissima zona B1 sino a

determinarne la quasi saturazione.

La mancata corrispondenza tra previsioni e realtà insediativa ha determinato un

frattalizzazione dei margini edificati che dovrà essere recuperata attraverso la revisione di

previsioni non sostenibili, la definizione di contesti urbani di frangia che siano luogo di

adeguato moderno habitat residenziale anche per prevenire fenomeni di marginalizzazione e

di degrado cui sono costantemente esposte le periferie.

Una attenta localizzazione di spazi per servizi pubblici con particolare attenzione a

parcheggi e verde attrezzato, di cui è carente il tessuto edificato, può contribuire ad un

miglioramento della vivibilità sia nelle periferie sia nello stesso centro urbano.

Circa la vigente perimetrazione del centro antico la stessa risulta scarsamente significativa

dell’effettiva consistenza urbanistica e storico-architettonica dei luoghi.

In sede di pianificazione si opererà una individuazione puntuale dei contesti e degli edifici

degni di tutela nell’intero ambito urbano e, per questi, sarà dettata una normativa di

salvaguardia; le caratteristiche dell’evoluzione storico-insediative di Collepasso, comune

giovane, non consentono di individuare un omogeneo “centro storico”, risulta piuttosto più

utile preservare ciò che testimonia i momenti più significativi della sua rapida crescita.

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Per un miglioramento della qualità urbana risulta indispensabile procedere alla previsione di

viabilità esterna per evitare che il traffico di passaggio, soprattutto pesante, attraversi

l’abitato (oggi di fatto transita tutto per via Roma e via Principe di Piemonte) e consenta il

collegamento intercomunale (Gallipoli-Maglie-Galatina-Cutrofiano) al di fuori del contesto

urbano.

La finalità è di evitare pericoli per la pubblica incolumità, decongestionare il traffico interno

che vede proprio in via Roma e via Principe di Piemonte la dorsale principale anche per la

presenza di numerose attività commerciali, di scuole, ecc., evitare l’inquinamento indotto

dal traffico veicolare specie dei mezzi pesanti.

Sempre al fine di migliorare la qualità urbana, considerato poi l’angusto sistema viario, si può

ipotizzare la limitazione del traffico veicolare in più maglie pensando anche ad una loro

pedonalizzazione.

L’attento esame del contesto agricolo ha consentito oltre che una conoscenza sull’uso del suolo

in riferimento alle colture praticate ed a porre i presupposti per parametrare l’insediamento di

attività connesse al relativo sviluppo, anche di individuare un sistema di beni diffusi nel

paesaggio agrario quali muretti a secco, furnieddi, pagghgiare, ecc. che sono stati puntualmente

censiti.

Sono state individuati dei beni architettonici di notevole valore sia architettonico sia storico-

antropologico poiché legati al sistema insediativo antico.

Si tratta delle Masserie intese non solo come entità edilizie ed architettoniche di pregio ma come

comunità la cui esistenza ed economia era legata alla lavorazione dei campi ed alla pastorizia.

Tali beni, anch’essi puntualmente censiti ed oggetto di tutela secondo la normativa del PUTT/P,

se recuperati, possono rappresentare un’autentica ricchezza sotto l’aspetto dell’ospitalità

turistica, settore al quale Collepasso vuole puntare per la sua posizione nel contesto del Salento

ed altimetrica per la salubrità del sito.

Ad implementare tale scelta è ipotizzabile una, sia pur modesta, zona alberghiera da localizzare

lungo la Gallipoli – Maglie, anche in considerazione della zona per insediamenti produttivi, per

cogliere tutte le opportunità rivenienti anche da tale collocazione.

Soprattutto fuori dal contesto rubano e in considerazione delle caratteristiche orografiche è

opportuno creare i presupposti per incentivare la mobilità lenta onde consentire la possibilità di

apprezzare il paesaggio passa attraverso la realizzazione di percorsi ciclabili anche attraverso un

sistema di bike sharing, sistema idoneo per una mobilità “ecologica” ed apprezzato specie dai

turisti per “scoprire” i nostri territori.

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7.0 INDICAZIONI RELATIVE AI PRIMI ESITI ED AGLI SVILUPPI FUTURI

DELLA COOPERAZIONE INTERISTITUZIONALE E DELLA

PARTECIPAZIONE CIVICA. L’avvio dell’iter di formazione di PUG è stato reso pubblico attraverso un manifesto

dell’Amm.ne Com.le inserito anche sul sito internet del Comune con il quale si sollecitavano

inoltre suggerimenti e manifestazioni di interesse.

Con delibera G.C. n. 208 del 30.12.2009 sono stati approvati l’Atto di Indirizzo e il

Documento di Scoping anch’essi resi pubblici sul sito del Comune.

In data 8 febbraio 2010 è stata tenuta presso l’Assessorato all’Assetto del Territorio della

Regione Puglia la 1^ Conferenza di Copianificazione nella quale, giusto quanto disposto dal

DRAG, si è convenuto. con gli enti interessati al territorio comunale. modalità e procedure

per accedere al sistema di conoscenze propedeutico alla redazione del PUG.

In data 22.02.2010 presso la Sala Riunioni della Scuola Elementare si è tenuta un’assemblea

pubblica, con la partecipazione dell’Assessore Regionale all’Urbanistica, Prof. Angela

Barbanente, nella quale è stata effettuata una presentazione dell’Atto di Indirizzo e una disamina

delle problematiche/prospettive offerte alla pianificazione, ed in particolare al nuovo strumento

urbanistico generale di Collepasso, dalla L.R. 20/01 e dal DRAG (Documento Regionale di

Assetto Generale) anche in riferimento agli strumenti sovraordinati di governo del territorio

(PTCP, PAI, PRAE, PUTT/P, ecc.).

E’ stata poi aperta una fase di intensa consultazione presso le scuole dell’obbligo con incontri con le scolaresche per l’illustrazione delle finalità e del significato del piano urbanistico; è stato poi distribuito un questionario oggetto di notevole interesse tra gli studenti che si è concluso con una assemblea pubblica estremamente partecipata del quale si riporta integralmente il manifesto-invito. “Domenica 4 luglio, con inizio alle ore 19.00, nello spazio antistante il Palazzo Municipale, mostra dei disegni degli alunni della Scuola Primaria “Don Bosco” di Collepasso sul tema “Il paese che vorrei”, nell’ambito delle iniziative dell’Amministrazione comunale per un “PUG partecipato”. Alle ore 20.30, incontro pubblico per condividere con i cittadini i primi temi emersi per il redigendo PUG (Piano Urbanistico Generale). Interverranno i progettisti arch. Francesca Pisanò e ing. Claudio Conversano, l’assessore alla Partecipazione e Urbanistica Pantaleo Gianfreda, il sindaco Vito Perrone. Al termine verrà consegnato un piccolo omaggio agli alunni autori dei disegni. Verso la fine dell’anno scolastico, l’Amministrazione aveva richiesto all’Istituto Comprensivo la partecipazione degli alunni e dei docenti delle classi III-IV-V della Scuola Primaria e delle classi della Scuola Secondaria nel percorso di “PUG partecipato”, intrapreso in vista dell’elaborazione del nuovo

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strumento urbanistico generale del Comune. A tal fine, erano state elaborate e presentate due proposte all’Istituto Comprensivo: un tema libero dal titolo “Il paese che vorrei” per gli alunni delle classi III-IV-V della Scuola Primaria; un questionario per gli alunni della Scuola Secondaria. L’Amministrazione ritiene, infatti, fondamentale la partecipazione delle giovani generazioni all’elaborazione dello strumento urbanistico generale, che dovrà “ideare” e programmare la polis del domani, il futuro delle giovani generazioni. I ragazzi, supportati dai loro docenti, hanno risposto positivamente all’iniziativa. La mostra intende essere un primo e importante riconoscimento al lavoro e al contributo dei ragazzi. Ai sensi dell’Atto di indirizzo e del Documento di Scoping del PUG, già approvati dalla Giunta, il percorso di costruzione ed elaborazione del nuovo strumento urbanistico prevede importanti fasi di promozione della partecipazione pubblica al processo di pianificazione, il coinvolgimento dei cittadini, delle categorie sociali, delle scuole, delle associazioni, nonché la distribuzione in ogni famiglia di questionari. “La partecipazione pubblica - secondo quanto scritto negli atti già approvati - non è stata pensata come

uno o più momenti prestabiliti all’interno dell’iter di redazione e approvazione del Piano, quanto come

uno strumento di costante confronto con la comunità cui lo strumento di pianificazione si rivolge”. Gli elaborati scritto-grafici degli scolari offrono un panorama estremamente interessante della lettura che le giovani generazioni danno del loro paese, delle loro quotidiane difficoltà derivanti da un tessuto urbano che non è quello che vorrebbero, dai problemi ambientali (specie connessi all’elettromagnetismo), dagli spazi per il tempo libero, ecc. Il processo di partecipazione, supportato dal sistema di conoscenze del DPP, seguirà una successiva fase di articolato coinvolgimento per categorie sociali e professionali che consenta di pervenire ad uno strumento “maturo” e sentito dalla popolazione.

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