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WELFARE METROPOLITANO E RIGENERAZIONE URBANA Città Metropolitana di Milano

Riqualificazione urbana e la sicurezza 2016 (D.P.C.M. 25/5/2016) RiCA (Rigenerare Comunità e Abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO (MI) REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA PROGETTO ESECUTIVO ELABORATO R. A0.06

PIANO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE E DELLE SUE PARTI (ART. 38 D.P.R. 207/2010) Manuale d’uso e manuale di manutenzione Capogruppo e coordinamento progetto: arch. Emilio Caravatti caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it Progetto architettonico arch. Emilio Caravatti, arch. Elena Verri Progettazione strutture: ing. Filippo Valaperta, FV progetti, Milano Progettazione impianti meccanici ed elettrici: ing. Emilio Panzeri, Polistudio, Barzanò (LC) Coordinamento alla sicurezza in fase di progetto: arch. Massimiliano Filoramo

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INDICE

MANUALE D’USO

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO.................................................................................................................3 Unità tecnologiche interessate

1. Infissi esterni.....................................................................................................................................4

2. Infissi interni......................................................................................................................................5

3. Pareti interne.....................................................................................................................................5

4. Pavimentazioni interne......................................................................................................................6

5. Rivestimenti interni............................................................................................................................7

6. Impianto di riscaldamento e raffrescamento.....................................................................................9

7. Impianto di distribuzione acqua fredda e calda...............................................................................10

8. Impianto elettrico.............................................................................................................................12

9. Impianto di illuminazione ordinaria..................................................................................................13

10. Impianto di illuminazione di emergenza...........................................................................................14

11. Impianto di messa a terra.................................................................................................................14

MANUALE DI MANUTENZIONE

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO...............................................................................................................16 Unità tecnologiche interessate

1. Infissi esterni...................................................................................................................................17

2. Infissi interni....................................................................................................................................22

3. Pareti interne...................................................................................................................................25

4. Pavimentazioni interne....................................................................................................................27

5. Rivestimenti interni..........................................................................................................................29

6. Impianto di riscaldamento e raffrescamento...................................................................................36

7. Impianto di distribuzione acqua fredda e calda...............................................................................42

8. Impianto elettrico.............................................................................................................................46

9. Impianto di illuminazione ordinaria.................................................................................................50

10. Impianto di illuminazione di emergenza..........................................................................................52

11. Impianto di messa a terra................................................................................................................54

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MANUALE D’USO (ART. 38 D.P.R. 207/2010)

Comune di: VANZAGO Provincia di: Milano Oggetto: REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA

Progettista: arch. Emilio Caravatti, arch. Elena Verri Progettazione strutture: ing. Filippo Valaperta Progettazione impianti meccanici ed elettrici: ing. Emilio Panzeri Coordinamento alla sicurezza in fase di progetto: arch. Massimiliano Filoramo DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO Il presente lavoro rientra nell’ambito dei progetti di riqualificazione coordinati da Città metropolitana, finalizzati a superare le emergenze e costruire nuovi spazi di coesione e di accoglienza. Si pone quale intervento nell’ambito del progetto “RiCA Rigenerare Comunità e Abitare -

Verso Human Technopole” che riunisce progetti volti all’inclusione sociale di varie fasce della popolazione, nell’ottica di generare nuovi poli di riferimento per l’intera comunità urbana con il recupero e la rifunzionalizzazione di alcuni immobili. Per l’oggetto del presente intervento sono stati individuati dei locali al piano terreno dell’ala ovest di Palazzo Calderara, attuale sede comunale di Vanzago. In adiacenza alla chiesa parrocchiale e al parcheggio pubblico per la stazione ferroviaria, il complesso si affaccia su via Garibaldi, spina portante delle principali funzioni pubbliche della città e di importanti luoghi di aggregazione sociale quali la Fondazione Ferrario e il Cinema teatro Flores. Situato al centro del paese, Palazzo Calderara è' uno storico edificio di metà sec. XVIII, con una trasformazione neoclassica avvenuta nel corso del sec. XIX, e conserva pregevoli interni in alcune parti caratterizzati da bassorilievi, soffitti a volta e solai lignei.

Dopo l’acquisto nel 1991 di Palazzo Calderara per destinarlo a sede municipale, l’Amministrazione comunale intende ora innescare progetti tendenti a riqualificare il complesso quale polo attrattore culturale e sociale del paese. L’inserimento di un Job Community Hub/#OP Cafè presso alcuni spazi al piano terra rappresenta la prima tappa di rivitalizzazione. Il progetto si costituisce inoltre come un primo tassello per generare nuove risorse, corresponsabilizzando cittadini e forze sociali delle comunità locali, verso un approccio di cura condivisa dei bisogni delle comunità. Si tratta di uno spazio che agisce come catalizzatore di risorse e generatore di legami e relazioni sociali positive, primo livello per stabilire una rete di protezione delle persone più fragili in aree urbane caratterizzate dal maggior disagio sociale ed economico. L’intervento in progetto interesserà opere di completamento e arredo di quattro vani in precedenza ristrutturati dall’amministrazione comunale ed attualmente “al rustico” per quanto riguarda le finiture e la dotazione di impianti. Gli spazi individuati attualmente sono utilizzati come deposito per il minuto mantenimento dell’edificio.

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Si tratta di vani dotati di un blocco servizi parzialmente in uso, caratterizzati da soffitti lignei conservati nel corso della ristrutturazione precedente, per i quali sono già stati realizzati interventi di rinforzo strutturale, murario (vespaio) e partizioni esterne (serramenti). Unità tecnologiche interessate dei lavori

01. Infissi esterni 02. Infissi interni 03. Pareti interne 04. Pavimentazioni interne 05. Rivestimenti interni 06. Impianto di riscaldamento e raffrescamento 07. Impianto di distribuzione acqua fredda e calda 08. Impianto elettrico 09. Impianto di illuminazione ordinaria 10. Impianto di illuminazione di emergenza 11. Impianto di messa a terra

01. INFISSI ESTERNI

Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Tutti gli infissi esterni sono realizzati in legno e vetro secondo i canoni dell’Architettura locale con tavolame di prima scelta, privo di nodi e con fibre regolari, e possono essere delle essenze : pioppo, pino nazionale, castagno, abete, larice, rovere, faggio, douglas, ecc. completi di controtelaio, telaio, parti apribili e parti fisse vetrate, ferrature e serrature metalliche di disegno classico. Le finestre in legno sono apprezzate per leggerezza, silenziosità, colore e resistenza. Modalità di uso corretto: E' necessario provvedere alla manutenzione periodica degli infissi in particolare alla rimozione di residui che possono compromettere guarnizioni e sigillature e alla regolazione degli organi di manovra. Per un corretto funzionamento dell’infisso mantenerne le giunture metalliche fra le parti debitamente ingrassate e verificarne annualmente la posizione originaria, onde evitare fuorisquadra delle ante. Non far compiere movimenti bruschi alle ante e non forzare gli elementi di chiusura fra le stesse. Tenere pulite le superfici con regolare giornaliera spolveratura e annualmente (verificandone la necessità) applicare uno strato di vernice protettiva sulla superficie metallica. Azione sul meccanismo di chiusura; apertura dell’infisso fino al punto di fermo.

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02. INFISSI INTERNI

Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 02.01 Porte - 02.02 Telai vetrati

02.01 Porte Modalità di uso corretto: E' necessario provvedere alla manutenzione periodica delle porte in particolare al rinnovo degli strati protettivi (qualora il tipo di rivestimento lo preveda) con prodotti idonei al tipo di materiale ed alla pulizia e rimozione di residui che possono compromettere l'uso e quindi le manovre di apertura e chiusura. Controllare inoltre l'efficienza delle maniglie, delle serrature, delle cerniere e delle guarnizioni; provvedere alla loro lubrificazione periodicamente. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato. 02.02 Telai vetrati Modalità di uso corretto: Provvedere alla pulizia delle parti in vista e dei vetri con prodotti idonei. Si tratta di aperture vetrate, con telaio in materiali diversi, poste nelle pareti interne con altezza variabile. La loro funzione è quella di consentire il passaggio di luce naturale da un ambiente ben illuminato ad un altro.

03. PARETI INTERNE

Insieme degli elementi tecnici verticali del sistema edilizio aventi funzione di dividere, conformare ed articolare gli spazi interni dell'organismo edilizio. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 03.01 Muratura in mattoni pieni per la formazione di spalle e voltini - 03.02 Tramezzi in laterizio

03.01 Muratura in mattoni pieni Modalità di uso corretto: Sono elementi in mattoni pieni, e corsi di malta di vario spessore, destinati a chiudere e suddividere gli spazi in senso verticale. Hanno sempre funzione strutturale sia in quanto elemento portante dei carichi verticali, sia in quanto elemento resistente alle forze orizzontali; i consolidamenti sono stati eseguiti mediante cucitura di lesioni, placcature a confinamenti. 03.02 Tramezzi in laterizio Si tratta di pareti costituenti le partizioni interne verticali, realizzate mediante elementi forati di laterizio di spessore variabile ( 8-12 cm) legati con malta idraulica per muratura con giunti con

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andamento regolare con uno spessore di circa 6 mm. Le murature sono eseguite con elementi interi, posati a livello, e con giunti sfalsati rispetto ai sottostanti. Modalità di uso corretto: Non compromettere l’integrità delle pareti.

04. PAVIMENTAZIONI INTERNE

Le pavimentazioni fanno parte delle partizioni interne orizzontali e ne costituiscono l'ultimo strato funzionale. In base alla morfologia del rivestimento possono suddividersi in continue (se non sono nel loro complesso determinabili sia morfologicamente che dimensionalmente) e discontinue (quelle costituite da elementi con dimensioni e morfologia ben precise). La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di permettere il transito ai fruitori dell'organismo edilizio e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso degli ambienti. Gli spessori variano in funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione degli ambienti e del loro impiego. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 04.01 Piastrelle di ceramica - 04.02 Piastrelle di gres

04.01 Piastrelle di ceramica Per pavimento ceramico si intendono tutti quei prodotti che si ricavano dalla lavorazione di impasti dove l’argilla è il materiale principale. Modalità di uso corretto: Le pavimentazioni, quali modalità d'uso corretta, richiedono una periodica e costante manutenzione, al fine di garantire, sempre ed ovunque, buone condizioni di fruibilità; è pertanto necessario provvedere ad una costante manutenzione con pulizia, riparazione di eventuali danni che potrebbero crearsi nel tempo quali sconnessioni, rotture, distacchi, ecc., e tutte le altre operazioni utili al mantenimento del pavimento stesso. E' necessario ispezionare il pavimento per monitorarne il naturale invecchiamento in modo da controllare una eventuale caduta dei livelli qualitativi al di sotto dei valori accettabili tanto da comprometterne l'affidabilità dello stesso. 04.02 Piastrelle di grès - ceramico Si tratta di rivestimenti che trovano il loro impiego nell'edilizia residenziale, ospedaliera, scolastica, industriale, ecc.. Le varie tipologie si differenziano per aspetti quali: materie prime e composizione dell'impasto; caratteristiche tecniche prestazionali; tipo di finitura superficiale; ciclo tecnologico di produzione; tipo di formatura; colore. Tra i tipi più diffusi di rivestimenti in grès-ceramicio presenti sul mercato troviamo: gres rosso; gres ceramico; klinker, tutti di formati, dimensioni, spessori vari e con giunti aperti o chiusi e con o meno fughe. La posa può essere eseguita mediante l'utilizzo di malte o di colle. Modalità di uso corretto: Per i rivestimenti ceramici la scelta del prodotto va fatta in funzione dell'ambiente di destinazione. Inoltre altrettanto rilevante risulta la posa in opera che è preferibile affidare ad imprese

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specializzate del settore. La manutenzione quindi varia a secondo del prodotto. In genere la pulibilità delle piastrelle è maggiore se maggiore è la compattezza e l'impermeabilità. Allo stesso modo le piastrelle smaltate a differenza di quelle non smaltate saranno più pulibili. Con il tempo l'usura tende alla formazione di microporosità superficiali compromettendo le caratteristiche di pulibilità. Per ambienti pubblici ed industriale è consigliabile l'impiego di rivestimenti ceramici non smaltati, a basso assorbimento d'acqua, antisdrucciolo e con superfici con rilievi. Importante è che dalla posa trascorrino almeno 30 giorni prima di sottoporre la pavimentazione a sollecitazioni. I controlli in genere si limitano ad ispezioni visive sullo stato superficiale dei rivestimenti, in particolare del grado di usura e di eventuali rotture o distacchi dalle superfici di posa.

05. RIVESTIMENTI INTERNI

Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di chiusure interne dalle sollecitazioni interne degli edifici e di assicurare un aspetto uniforme ed ornamentale degli ambienti. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 05.01 Intonaco - 05.02 Piastrelle di ceramica monocottura - 05.03 Tinteggiature

05.01 Intonaco Si tratta di un sottile strato di malta la cui funzione è quella di rivestimento nelle strutture edilizie. Svolge inoltre la funzione di protezione dai fattori ambientali è allo stesso tempo protettiva e decorativa. Il rivestimento a intonaco è comunque una superficie che va rinnovata periodicamente e in condizioni normali esso fornisce prestazioni accettabili per 20 - 30 anni. La malta per intonaco è costituita da leganti (cemento, calce idraulica, calce aerea, gesso), da inerti (sabbia) e da acqua nelle giuste proporzioni a secondo del tipo di intonaco; vengono, in alcuni casi, inoltre aggiunti all'impasto additivi che restituiscono all'intonaco particolari qualità a secondo del tipo d'impiego. Nell'intonaco tradizionale a tre strati il primo, detto rinzaffo, svolge la funzione di aggrappo al supporto e di grossolano livellamento; il secondo, detto arriccio, costituisce il corpo dell'intonaco la cui funzione è di resistenza meccanica e di tenuta all'acqua; il terzo strato, detto finitura, rappresenta la finitura superficiale e contribuisce a creare una prima barriera la cui funzione è quella di opporsi alla penetrazione dell'acqua e delle sostanze aggressive. Gli intonaci per interni possono suddividersi in intonaci ordinari e intonaci speciali. A loro volta i primi possono ulteriormente suddividersi in intonaci miscelati in cantiere ed in intonaci premiscelati; i secondi invece in intonaci additivati, intonaci a stucco o lucidi, intonaci plastici o rivestimenti plastici continui ed infine intonaci monostrato. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti (presenza di bolle e screpolature, macchie da umidità, ecc.). Per l'intonaco ordinario, quale modalità d'uso corretta, occorre visionare periodicamente le superfici al fine di verificare il grado di conservazione dello stesso e poter intervenire contro eventuali degradi, in modo da monitorare un'eventuale caduta dei livelli qualitativi al di sotto dei valori accettabili tanto da compromettere l'affidabilità stessa del rivestimento. Comunque affinché tali controlli risultino efficaci affidarsi a personale tecnico con esperienza.

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05.02 Piastrelle di ceramica monocottura Impiegate come rivestimenti di pareti con elementi in lastre o piastrelle ceramiche prodotte con argille, silice, fondenti, coloranti e altre materie prime minerali. Tra i materiali ceramici utilizzati come rivestimenti ricordiamo le maioliche, le terraglie, i grès naturale o rosso, i klinker. Gli elementi in lastre o piastrelle ceramiche hanno caratteristiche di assorbimento, resistenza e spessore diverso. Modalità di uso corretto: Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Evitare l’uso di sostanze chimiche aggressive per la pulizia dei rivestimenti ceramici che possano causare corrosione o alterazioni cromatiche degli elementi. Evitare urti e inserimento di chiodi o viti. 05.03 Tinteggiature Le tinteggiature delle pareti vengono eseguite con lo scopo di proteggere le pareti stesse e per renderle esteticamente gradevoli. L'evoluzione della produzione ha contributo ad avere un'ampia varietà di tinte, dalle iniziali calci e vernici ad olio di lino, sino a pitture a base di resine sintetiche. La scelta del prodotto ideale da utilizzare si basa sulla superficie e sul tipo di ambiente su cui andiamo ad operare. Tra le pitture abbiamo : - pitture a calce (grassello di calce in acqua), tempere (carbonato di calcio macinato con colle, diluito in acqua con aggiunta di pigmenti per il colore), pitture lavabili (resine sintetiche con pigmenti per il colore : resine acrilviniliche, acriliche, epossidiche, tolueniche, ecc.) Modalità di uso corretto: E' necessario ispezionare le tinteggiature per monitorarne il naturale invecchiamento in modo da controllare una eventuale caduta dei livelli qualitativi al di sotto dei valori accettabili tanto da compromettere l'affidabilità delle stesse o eventuali degradi anche di natura vandalica (graffi, murales,ecc.).

06. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO

L'impianto di riscaldamento/raffrescamento è "l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate condizioni termiche". Le reti di distribuzione e terminali hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori, provenienti dalle centrali termiche o dalle caldaie, fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente e di controllare e/o regolare il loro funzionamento. Si prevede la climatizzazione dell’edificio in oggetto mantenendo la stessa tipologia d’impianto delle zone già precedentemente realizzate ovvero, un sistema idronico che possiede come terminali dei ventilconvettori per effettuare caldo e freddo con l’integrazione di radiatori nei bagni. Tutte le tubazioni saranno installate in vista o in appositi cavedi, con giunzioni realizzate mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno coibentate, senza discontinuità, con rivestimento isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti. Nel caso di utilizzazione di radiatori o di piastre radianti per ottimizzare le prestazioni è opportuno che: - la distanza tra il pavimento e la parte inferiore del radiatore non sia inferiore a 11 cm; - la distanza tra il retro dei radiatori e la parete a cui sono appesi non sia inferiore a 5 cm;

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- la distanza tra la superficie dei radiatori ed eventuali nicchie non sia inferiore a 10 cm. I corpi scaldanti in questione sono dei ventilconvettori marca “SABIANA” modello “CRC24” e “CRC44” completi di termostato e comando a bordo macchina. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 06.01 Ventilconvettori - 06.02 Tubazioni per scarico condensa in PVC - 06.03 Tubazioni in multistrato preisolato in DN20 - 06.04 Radiatori

06.01 Ventilconvettori marca Sabiana modello CRC24 Potenzialità frigorifera: 1,43 kW Potenzialità riscaldamento: 1,72 kW Assorbimento motore: 22 W Portata aira: 220 m³/h Dimensioni: 770x530hx225

Ventilconvettori marca Sabiana modello CRC44

Potenzialità frigorifera: 2,28 kW Potenzialità riscaldamento: 2,72 kW Assorbimento motore: 28 W Portata aira: 335 m³/h Dimensioni: 985x530hx225 Modalità di uso corretto: La manutenzione degli impianti, sia essa di tipo ordinaria che straordinaria, ha la finalità di mantenere costante nel tempo le prestazioni degli impianti al fine di conseguire: - le condizioni di base richieste quali temperature, umidità, purezza dell’aria; - le prestazioni di base richieste quali portate aria unità trattamento, portate gruppi di pompaggio; - la massima efficienza delle apparecchiature (rendimenti delle caldaie, COP dei gruppi frigo, efficienza dei recuperatori, efficienza delle regolazioni). L’attuazione di una strategia di interventi a carattere preventivo e di un programma di controlli ed ispezioni consente di massimizzare la durata dei componenti limitando e rallentando gli effetti dell’usura. Verificare che i fan-coils non presentino perdite o rumorosità anomale. Sostituire periodicamente i filtri sulla ripresa dell’aria e mantenere le superfici, sia in vista che nascoste, perfettamente pulite. 06.02-3 Tubazioni Modalità di uso corretto: Mantenere le reti pulite e con l’isolamento termico integro in ogni sua parte e controllare periodicametne la corretta dilatazione delle tubazioni. 06.04 Radiatori Modalità di uso corretto:

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Verificare che i radiatori non presentino perdite, sia pur minime, di fluido e mantenere le superfici, sia in vista che nascoste, perfettamente pulite.

07. IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE ACQUA FREDDA E CALDA

L'impianto di distribuzione dell'acqua fredda e calda consente l'utilizzazione di acqua nell'ambito degli spazi interni del sistema edilizio o degli spazi esterni connessi. L'impianto è generalmente costituito dai seguenti elementi tecnici: - allacciamenti, che hanno la funzione di collegare la rete principale (acquedotto) alle reti idriche d'utenza; - macchine idrauliche, che hanno la funzione di controllare sia le caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche, ecc. dell'acqua da erogare sia le condizioni di pressione per la distribuzione in rete; - accumuli, che assicurano una riserva idrica adeguata alle necessità degli utenti consentendo il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori; - riscaldatori, che hanno la funzione di elevare la temperatura dell'acqua fredda per consentire di soddisfare le necessità degli utenti; - reti di distribuzione acqua fredda e/o calda, aventi la funzione di trasportare l'acqua fino ai terminali di erogazione; - reti di ricircolo dell'acqua calda, che hanno la funzione di mantenere in costante circolazione l'acqua calda in modo da assicurarne l'erogazione alla temperatura desiderata; - apparecchi sanitari che consentono agli utenti di utilizzare acqua calda e/o fredda per soddisfare le proprie esigenze. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 07.01 Collettore - 07.02 Bollitore con resistenza elettrica da 30 lt - 07.03 Apparecchi sanitari e rubinetteria

07.01 Collettore Modalità di uso corretto: È necessario verificare e valutare la prestazione delle connessioni di scarico e dei collettori durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante la successiva operatività del sistema. 07.02 Bollitore con resistenza elettrica da 30 lt Modalità di uso corretto: Verifica a vista del funzionamento e registrazione parametri significativi (pressioni, temperature). La manutenzione del sistema deve essere realizzata da un tecnico specializzato. 07.03 Apparecchi sanitari e rubinetteria Modalità di uso corretto: Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/o fredda. Gli apparecchi sanitari vanno installati nel rispetto di quanto previsto dalle normative vigenti ed in particolare si deve avere che:

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11 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

- i vasi igienici saranno fissati al pavimento in modo tale da essere facilmente rimossi senza demolire l'intero apparato sanitario; inoltre dovrà essere posizionato a 15 cm dalla parete e dovrà avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm. Nel caso che il vaso debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il locale deve avere una superficie in pianta di almeno 180 x 180 cm ed il vaso sarà posizionato ad almeno 40 cm dalla parete laterale, con il bordo superiore a non più di 50 cm dal pavimento e con il bordo anteriore ad almeno 75 cm dalla parete posteriore; il vaso sarà collegato alla cassetta di risciacquo ed alla colonna di scarico delle acque reflue; infine sarà dotato di sedile coprivaso (realizzato in materiale a bassa conduttività termica); - i lavabi saranno posizionati a 15 cm dalla parete e dovrà avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm; nel caso che il lavabo debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il lavabo sarà posizionato con il bordo superiore a non più di 80 cm dal pavimento e con uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 80 cm; - il piatto doccia sarà installato in maniera da evitare qualsiasi ristagno d'acqua a scarico aperto al suo interno e rendere agevole la pulizia di tutte le parti. Prima del montaggio bisognerà impermeabilizzare il pavimento con una guaina bituminosa armata sistemata aderente al massetto del solaio e verticalmente lungo le pareti perimetrali. Il lato di accesso al piatto doccia deve avere uno spazio libero di almeno 55 cm da qualsiasi ostacolo fisso; - la cassetta di scarico tipo zaino sarà fissata al vaso con viti regolabili idonee e sarà equipaggiata con rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso cui è collegata; - la cassetta di scarico tipo alto sarà fissata a parete previa verifica dell'idoneità di questa a resistere all'azione dei carichi sospesi e sarà equipaggiata con rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso cui è collegata; - la cassetta di scarico tipo ad incasso sarà incassata a parete accertandone la possibilità di accesso per le operazioni di pulizia e manutenzione. Sarà inoltre equipaggiata con rubinetto a galleggiante e tubazione di scarico per il risciacquo del vaso cui è collegata.

08. IMPIANTO ELETTRICO

Il progetto dell’impianto elettrico ed impianti speciali per l’intervento in oggetto sarà realizzato con criteri di qualità ed innovazione tecnologica al fine di ottenere un sistema impiantistico sicuro e di massima flessibilità ed adattabilità nell’organizzazione spaziale e distributiva della struttura. Particolare attenzione sarà dedicata al tema della sostenibilità ambientale, privilegiando l’utilizzo di tecnologie volte al risparmio energetico. L’impianto elettrico e gli impianti speciali saranno quindi progettati in ottica di massima funzionalità e comfort, prevedendo l’installazione e l’automazione di tutte le utenze necessarie. L’esecuzione degli impianti dovrà avvenire a regola d’arte con utilizzo di materiale e componenti rispondenti alle vigenti normative. Gli impianti saranno progettati in conformità a quanto previsto dal D.M. 22 Gennaio 2008 n.37 “Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”, normativa CEI (Comitato Elettronico Italiano), norme, prescrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni emanate dagli enti agenti in campo nazionale-regionale-locale e le norme di buona tecnica. I lavori dovranno essere eseguiti impiegando materiali nuovi, di ottima qualità, posti in opera secondo la migliore tecnica. Si intendono compresi la fornitura dei materiali, le eventuali

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12 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

lavorazioni in officina, il trasporto in cantiere, il montaggio e posa in opera, la manovalanza tecnica in aiuto ai montatori, il collaudo e relative prestazioni di personale. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 08.01 Quadri elettrici di distribuzione - 08.02 Linee di alimentazione - 08.03 Prese e spine

08.01 Quadri elettrici di distribuzione Per l’area in oggetto si prevedere la realizzazione di un impianto elettrico al fine di alimentare tutte le utenze elettriche previste. L’impianto sarà alimentato da un contatore energia dedicato installato in posizione opportuna all’esterno dell’immobile ed in accordo con l’Ente Distribuzione Energia. L’impianto in oggetto è dimensionato per una potenza di 20 kW trifase 3F+N. A valle del contatore energia, nella medesima nicchia, verrà installato l’avanquadro per la protezione della linea generale di alimentazione. L’avanquadro sarà completo di interruttore automatico magnetotermico differenziale. All’interno dell’area in oggetto si prevede l’installazione del quadro elettrico generale bar in posizione indicata in planimetria allegata completo di idonee apparecchiature per la protezione delle linee di alimentazione elettriche di tutte le utenze in campo. La Norma considera l’esistenza di 2 tipi di quadri: i quadri AS ed i quadri ANS. I quadri AS sono quadri totalmente provati al tipo, sono stati sottoposti a tutte le prove di tipo previste dalle norme. I quadri AS non devono necessariamente essere tutti uguali, sono infatti ammesse varianti non sostanziali rispetto al quadro totalmente provato al tipo che non compromettano le prestazioni del quadro. I quadri ANS sono quadri parzialmente provati al tipo, cioè sono stati sottoposti solo ad alcune prove di tipo prevista dalle norme. Le prove mancanti sono state sostituite da calcoli a da misure semplificate. Modalità di uso corretto: Il quadro elettrico è un componente dell’impianto elettrico, e come tale deve avere un costruttore che ne dichiara la conformità alle norme vigenti. Sul quadro deve essere installata una targa sulla quale devono essere indicate le caratteristiche del quadro stesso. 08.02 Linee di alimentazione Modalità di uso corretto: Le linee di alimentazione in derivazione dal quadro elettrico saranno in cavo multipolare conforme alla normativa europea Prodotti da Costruzione CPR UE 305/11 con sezione adeguata a garantire una caduta di tensione non superiore al 4%. Si prevede principalmente la realizzazione dell’impianto sottotraccia con posa di conduttori unipolari conformi alla normativa europea Prodotti da Costruzione CPR UE 305/11 con sezione adeguata a garantire una caduta di tensione non superiore al 4% installati in tubazioni flessibili in pvc sottotraccia all’interno dei vari locali predisponendo le necessarie scatole di derivazione per l’attestazione delle linee. 08.03 Prese e spine Modalità di uso corretto: Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel

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13 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

locale dove è installato il quadro deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Le prese e le spine devono essere posizionate in modo da essere facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte. Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette).

09. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ORDINARIA

L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. Per tutti gli ambienti presenti si prevede la realizzazione di impianto di illuminazione sottotraccia con punti luce a plafone e/o a parete, comandati da appositi interruttori / deviatori / invertitori / pulsanti installati in scatole portafrutto da incasso. Modalità di uso corretto: L’impianto di illuminazione ordinaria dovrà garantire un idoneo livello di illuminamento consono con la destinazione d’uso del singolo ambiente. In questa fase non si prevede la fornitura e posa dei corpi illuminanti per l’illuminazione ordinaria. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 09.01 Lampade a LED 09.01 Lampade a LED Si tratta di un innovativo sistema di illuminazione che, come l'impianto di illuminazione tradizionale, consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. I corpi illuminanti a led devono consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. In modo schematico, un sistema di illuminazione LED è composto da: - una sorgente LED per l’emissione del flusso luminoso; - un circuito stampato per il supporto e l’ancoraggio meccanico, per la distribuzione dell’energia elettrica fornita dall’alimentatore (che fornisce il primo contributo alla dissipazione termica); - uno o più alimentatori per la fornitura di corrente elettrica a un dato valore di tensione; - uno o più dissipatori termici per lo smaltimento del calore prodotto dal LED; - uno più dispositivi ottici, o semplicemente le “ottiche” (“primarie” all’interno del packaging e “secondarie” all’esterno), per la formazione del solido fotometrico. Modalità di uso corretto: Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine.

10. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

L’illuminazione di sicurezza dovrà garantire l’illuminazione delle vie di esodo e la segnalazione delle uscite di sicurezza per il tempo necessario a consentire l’evacuazione di tutte le persone che si trovano nel complesso. Le lampade saranno installate in posizione opportuna ed in corrispondenza delle vie di esodo. L’illuminazione di emergenza sarà assolta con l’installazione di

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14 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

corpi illuminanti aventi lampada fluorescente da 24W oppure con lampade equivalenti a tecnologia Led. Modalità di uso corretto: I corpi illuminanti di emergenza saranno dotati di autotest per il controllo periodico del funzionamento.

1.1 IMPIANTO DI MESSA A TERRA

L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra. L’impianto di messa a terra sarà realizzato allacciandosi all’impianto di messa a terra generale esistente dell’intero immobile. Il collegamento dovrà essere effettuato con corda unipolare giallo-verde di adeguata sezione. L’impianto di messa a terra si attesterà al nodo equipotenziale generale posizionato in corrispondenza del quadro elettrico generale. Ogni utilizzatore installato deve essere raggiunto e collegato al conduttore di protezione il quale deve fare capo al nodo equipotenziale di terra dell’unità immobiliare. Modalità di uso corretto: Occorre prevedere inoltre i collegamenti equipotenziali di tutte le masse estranee eventualmente presenti. Il conduttore di protezione deve essere installato all’interno del tubo flessibile in PVC nel quale vengono posati i conduttori di fase e di neutro; di conseguenza esso deve avere una sezione di rame pari a quella dei suddetti conduttori. L’impianto elettrico in BT 220V è alimentato da un sistema di I categoria e sarà collegato a terra con modo TT, cioè le masse dell’impianto utilizzatore saranno collegate ad un impianto di messa a terra distinto da quello del collegamento a terra di un punto (neutro) del sistema di alimentazione. E’ vietato collegare l’impianto di terra dell’utilizzatore al neutro, in quanto questo potrebbe assumere tensioni pericolose. La corrente di guasto nei modi di collegamento TT si chiude attraverso terra alla cabina di trasformazione da cui si alimenta l’impianto. Questa corrente risulta molto limitata dalla resistenza di terra e quindi non raggiunge valori sufficienti a far intervenire nei tempi richiesti gli interruttori di protezione contro le sovracorrenti. Risulta necessario installare interruttori differenziali con sensibilità di qualche decina di milliampere, ciò consente di installare impianti di messa a terra con valori di resistenza relativamente elevati. L'impianto di terra deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza come previsto dal DPR 462/2001.

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MANUALE DI MANUTENZIONE (ART. 38 D.P.R. 207/2010)

Comune di: VANZAGO Provincia di: Milano Oggetto: REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA

Progettista: arch. Emilio Caravatti, arch. Elena Verri Progettazione strutture: ing. Filippo Valaperta Progettazione impianti meccanici ed elettrici: ing. Emilio Panzeri Coordinamento alla sicurezza in fase di progetto: arch. Massimiliano Filoramo DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO Il presente lavoro rientra nell’ambito dei progetti di riqualificazione coordinati da Città metropolitana, finalizzati a superare le emergenze e costruire nuovi spazi di coesione e di accoglienza. Si pone quale intervento nell’ambito del progetto “RiCA Rigenerare Comunità e Abitare -

Verso Human Technopole” che riunisce progetti volti all’inclusione sociale di varie fasce della popolazione, nell’ottica di generare nuovi poli di riferimento per l’intera comunità urbana con il recupero e la rifunzionalizzazione di alcuni immobili. Per l’oggetto del presente intervento sono stati individuati dei locali al piano terreno dell’ala ovest di Palazzo Calderara, attuale sede comunale di Vanzago. In adiacenza alla chiesa parrocchiale e al parcheggio pubblico per la stazione ferroviaria, il complesso si affaccia su via Garibaldi, spina portante delle principali funzioni pubbliche della città e di importanti luoghi di aggregazione sociale quali la Fondazione Ferrario e il Cinema teatro Flores. Situato al centro del paese, Palazzo Calderara è' uno storico edificio di metà sec. XVIII, con una trasformazione neoclassica avvenuta nel corso del sec. XIX, e conserva pregevoli interni in alcune parti caratterizzati da bassorilievi, soffitti a volta e solai lignei.

Dopo l’acquisto nel 1991 di Palazzo Calderara per destinarlo a sede municipale, l’Amministrazione comunale intende ora innescare progetti tendenti a riqualificare il complesso quale polo attrattore culturale e sociale del paese. L’inserimento di un Job Community Hub/#OP Cafè presso alcuni spazi al piano terra rappresenta la prima tappa di rivitalizzazione. Il progetto si costituisce inoltre come un primo tassello per generare nuove risorse, corresponsabilizzando cittadini e forze sociali delle comunità locali, verso un approccio di cura condivisa dei bisogni delle comunità. Si tratta di uno spazio che agisce come catalizzatore di risorse e generatore di legami e relazioni sociali positive, primo livello per stabilire una rete di protezione delle persone più fragili in aree urbane caratterizzate dal maggior disagio sociale ed economico. L’intervento in progetto interesserà opere di completamento e arredo di quattro vani in precedenza ristrutturati dall’amministrazione comunale ed attualmente “al rustico” per quanto riguarda le finiture e la dotazione di impianti. Gli spazi individuati attualmente sono utilizzati come deposito per il minuto mantenimento dell’edificio.

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Si tratta di vani dotati di un blocco servizi parzialmente in uso, caratterizzati da soffitti lignei conservati nel corso della ristrutturazione precedente, per i quali sono già stati realizzati interventi di rinforzo strutturale, murario (vespaio) e partizioni esterne (serramenti). Unità tecnologiche interessate dei lavori

01. Infissi esterni 02. Infissi interni 03. Pareti interne 04. Pavimentazioni interne 05. Rivestimenti interni 06. Impianto di riscaldamento/raffrescamento 07. Impianto di distribuzione acqua calda/fredda 08. Impianto elettrico 09. Impianto di illuminazione ordinaria 10. Impianto di messa a terra

01. INFISSI ESTERNI

Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Tutti gli infissi esterni sono realizzati in legno e vetro. REQUISITI E PRESTAZIONI 01.R01 (Attitudine al) controllo del fattore solare Gli infissi dovranno consentire un adeguato ingresso di energia termica raggiante attraverso le superfici trasparenti (vetri) in funzione delle condizioni climatiche. Il fattore solare dell'infisso non dovrà superare, con insolazione diretta, il valore di 0,3 con i dispositivi di oscuramento in posizione di chiusura. 01.R02 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso Gli infissi dovranno consentire una adeguata immissione di luce naturale all'interno, in quantità sufficiente per lo svolgimento delle attività previste e permetterne la regolazione. 01.R03 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Gli infissi devono essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie degli elementi. 01.R04 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Gli infissi devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali scariche elettriche e/o comunque pericoli di folgorazioni, a carico degli utenti, per contatto diretto. Essi variano in funzione delle modalità di progetto. 01.R05 Isolamento acustico E’ l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio.

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In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti esterni sono classificati secondo la UNI 8204: di classe R1 se 20 <= Rw <= 27 db(A); di classe R2 se 27 <= Rw <= 35 dB(A); di classe R3 se Rw > 35 dB(A). 01.R06 Isolamento termico Gli infissi dovranno avere la capacità di limitare le perdite di calore. Al requisito concorrono tutti gli elementi che ne fanno parte. Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per i singoli infissi ai fini del contenimento delle dispersioni, è opportuno comunque che i valori della trasmittanza termica unitaria U siano tali da contribuire al contenimento del coefficiente volumico di dispersione Cd riferito all'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti. 01.R07 Oscurabilità Gli infissi devono, attraverso opportuni schermi e/o dispositivi di oscuramento, provvedere alla regolazione della luce naturale immessa. I dispositivi di schermatura esterna di cui sono dotati gli infissi esterni verticali devono consentire una regolazione del livello di illuminamento negli spazi chiusi degli alloggi fino ad un valore non superiore a 0,2 lux. 01.R08 Permeabilità all'aria Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione. I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3/hm^2 e della pressione massima di prova misurata in Pa. Qualora siano impiegati infissi esterni verticali dotati di tamponamento trasparente isolante (con trasmittanza termica unitaria U < = 3,5 W/m°C), la classe di permeabilità all'aria non deve essere inferiore ad A2. 01.R09 Protezione dalle cadute Gli infissi devono essere posizionati in maniera da evitare possibili cadute anche con l'impiego di dispositivi anticaduta. Il margine inferiore dei vano finestre dovrà essere collocato ad una distanza dal pavimento >= 0,90 m. Per infissi costituiti integralmente da vetro, questi dovranno resistere a un urto di sicurezza da corpo molle che produca una energia di impatto di 900 J. 01.R10 Pulibilità Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. 01.R11 Regolarità delle finiture Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Gli infissi esterni verticali non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli né tanto meno fessurazioni o screpolature. 01.R12 Resistenza a manovre false e violente L'attitudine a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni sotto l'azione di sollecitazioni derivanti da manovre false e violente. Gli sforzi per le manovra di apertura e chiusura degli infissi e dei relativi organi di manovra devono essere contenuti entro i limiti normativi ovvero secondo i limiti tabellati e di buona tecnica, a seconda del tipo di apertura. 01.R13 Resistenza agli agenti aggressivi

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18 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

Gli infissi non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. In particolare, tutti gli infissi esterni realizzati con materiale metallico come l'alluminio, leghe d'alluminio, acciaio, ecc., devono essere protetti con sistemi di verniciatura resistenti a processi di corrosione in nebbia salina, se ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane, marine, ecc.) per tempo di 1000 ore, e per un tempo di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere poco aggressive. L'ossidazione anodica, di spessore diverso, degli infissi in alluminio o delle leghe d'alluminio deve corrispondere ai valori riportati di seguito: - Ambiente interno - Spessore di ossido: S > = 5 micron; - Ambiente rurale o urbano - Spessore di ossido: S > 10 micron; - Ambiente industriale o marino - Spessore di ossido: S > = 15 micron; - Ambiente marino o inquinato - Spessore di ossido: S > = 20 micron. 01.R14 Resistenza agli urti Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. 01.R15 Resistenza al fuoco I materiali costituenti gli infissi, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. I serramenti dovranno essere scelti in base alla individuazione della classe di resistenza al fuoco REI in funzione della compartimentazione antincendio cui appartengono. 01.R16 Resistenza al gelo Gli infissi non dovranno subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio. Specifici livelli di accettabilità inoltre possono essere definiti con riferimento al tipo di materiale utilizzato. Nel caso di profilati in PVC impiegati per la realizzazione di telai o ante, questi devono resistere alla temperatura di 0°C, senza subire rotture in seguito ad un urto di 10 J; e di 3 J se impiegati per la costruzione di persiane avvolgibili. 01.R17 Resistenza al vento Gli infissi debbono resistere alle azioni e depressioni del vento in modo da garantire la sicurezza degli utenti e assicurare la durata e la funzionalità nel tempo. Inoltre essi devono sopportare l'azione del vento senza compromettere la funzionalità degli elementi che li costituiscono. I livelli minimi variano in funzione di prove di laboratorio basate nella misurazione della differenza di pressioni, riprodotte convenzionalmente in condizioni di sovrappressione e in depressione secondo la UNI EN 77 e UNI EN 12210. 01.R18 Resistenza all'acqua Gli infissi a contatto con l'acqua, dovranno mantenere inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Sugli infissi campione vanno eseguite delle prove atte alla verifica dei seguenti limiti prestazionali secondo la norma UNI EN 12208. 01.R19 Resistenza alle intrusioni e manomissioni Gli infissi dovranno essere in grado di resistere ad eventuali sollecitazioni provenienti da tentativi di intrusioni indesiderate di persone, animali o cose entro limiti previsti. Si prendono inoltre in considerazione i valori desumibili dalle prove secondo le norme UNI 9569, UNI EN 1522 e UNI EN 1523. 01.R20 Resistenza all'irraggiamento solare

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19 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

Gli infissi non devono subire mutamenti di aspetto e di caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'irraggiamento solare. Gli infissi, fino ad un irraggiamento che porti la temperatura delle parti opache esterne e delle facciate continue a valori di 80°C, non devono manifestare variazioni della planarità generale e locale, né dar luogo a manifestazioni di scoloriture non uniformi, macchie e/o difetti visibili. 01.R21 Riparabilità Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. 01.R22 Sostituibilità Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi esterni verticali siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864 - UNI 7866 - UNI 7961 - UNI 7962 - UNI 8861 e UNI 8975. 01.R23 Stabilità chimico reattiva Gli infissi e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Si fa riferimento alle norme UNI 8753, UNI 8754, UNI 8758. 01.R24 Tenuta all'acqua Gli infissi devono essere realizzati in modo da impedire, o comunque limitare, alle acque meteoriche o di altra origine di penetrare negli ambienti interni. I livelli minimi sono individuabili attraverso l'identificazione della classe di tenuta all'acqua in funzione della norma UNI EN 12208. 01.R25 Ventilazione Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale o meccanica che viene affidato all'utente, mediante l'apertura del serramento, oppure a griglie di aerazione manovrabili. ANOMALIE RISCONTRABILI 01.A01 Alterazione cromatica 01.A02 Bolla 01.A03 Condensa superficiale 01.A04 Deterioramento per attacco biologico o presenza di umidità 01.A05 Deformazione 01.A06 Degrado degli organi di manovra 01.A07 Degrado delle guarnizioni 01.A08 Deposito superficiale 01.A09 Frantumazione 01.A10 Macchie 01.A11 Non ortogonalità 01.A12 Perdita di materiale 01.A13 Perdita trasparenza 01.A14 Rottura degli organi di manovra MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL’UTENTE

01.I01 Lubrificazione serrature e cerniere Cadenza: ogni 6 anni

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Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. 01.I02 Pulizia delle guide di scorrimento Cadenza: ogni 6 mesi

Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. 01.01.01.I03 Pulizia frangisole o avvolgibili Cadenza: quando occorre

Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. 01.I04 Pulizia guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 12 mesi

Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi. 01.I05 Pulizia organi di movimentazione Cadenza: quando occorre

Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. 01.I06 Pulizia telai fissi Cadenza: ogni 6 mesi

Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi. In particolare per i profili elettrocolorati la pulizia va effettuata con prodotti sgrassanti ed olio di vaselina per la protezione superficiale; per i profili verniciati a forno, la pulizia dei profili va effettuata con paste abrasive con base di cere. 01.I07 Pulizia telai mobili Cadenza: ogni 12 mesi

Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi. 01.I08 Pulizia telai persiane Cadenza: quando occorre

Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi. 01.I09 Pulizia vetri Cadenza: quando occorre ma mediamente ogni 3 mesi

Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. 01.I10 Registrazione maniglia Cadenza: ogni 6 mesi

Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 01.I11 Regolazione guarnizioni di tenuta Cadenza: ogni 3 anni

Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta. 01.I12 Regolazione organi di movimentazione Cadenza: ogni 3 anni

Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere. 01.I13 Regolazione telai fissi Cadenza: ogni 3 anni

Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica.

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01.I14 Ripristino fissaggi telai fissi Cadenza: ogni 3 anni

Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio tramite cacciavite. 01.I15 Ripristino ortogonalità telai mobili Cadenza: ogni 12 mesi

Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. 01.I16 Sostituzione cinghie avvolgibili Cadenza: quando occorre

Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi. 01.I17 Sostituzione frangisole Cadenza: quando occorre

Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi. 01.I18 Sostituzione infisso Cadenza: ogni 30 anni

Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso.

02. INFISSI INTERNI

Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 02.01 Porte - 02.02 Telai vetrati

REQUISITI E PRESTAZIONI 02.R01 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Gli infissi devono essere in grado di controllare e disperdere eventuali scariche elettriche e/o comunque pericoli di folgorazioni, a carico degli utenti, per contatto diretto. Essi variano in funzione delle modalità di progetto. 02.R02 Isolamento acustico E’ l'attitudine a fornire un'idonea resistenza al passaggio dei rumori. Il livello di isolamento richiesto varia in funzione della tipologia e del tipo di attività svolta e in funzione della classe di destinazione d'uso del territorio. In relazione alla destinazione degli ambienti e alla rumorosità della zona di ubicazione i serramenti sono classificati secondo la UNI 8204: di classe R1 se 20 <= Rw<= 27 db(A); di classe R2 se 27 <= Rw<= 35 dB(A); di classe R3 se Rw <= 35 dB(A). 02.R03 Isolamento termico Gli infissi dovranno avere la capacità di limitare le perdite di calore. Al requisito concorrono tutti gli elementi che ne fanno parte. Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per i singoli infissi ai fini del contenimento delle dispersioni, è opportuno comunque che i valori della trasmittanza termica unitaria U siano tali da

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contribuire al contenimento del coefficiente volumico di dispersione Cd riferito all'intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti. 02.R05 Permeabilità all'aria Gli infissi devono controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione. I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3/hm^3 e della pressione massima di prova misurata in Pa. 02.R06 Pulibilità Gli infissi devono consentire la rimozione di sporcizia, depositi, macchie, ecc. Gli infissi devono essere accessibili e dimensionati in modo da consentire le operazioni di pulizia. 02.R07 Regolarità delle finiture Gli infissi devono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Inoltre gli elementi dovranno combaciare tra di loro in modo idoneo senza comprometterne la loro funzionalità. Gli infissi non devono presentare finiture superficiali eccessivamente rugose, spigolose, cedevoli né tanto meno fessurazioni o screpolature. 02.R08 Resistenza agli agenti aggressivi Gli infissi non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici In particolare, tutti gli infissi realizzati con materiale metallico come l'alluminio, leghe d'alluminio, acciaio, ecc., devono essere protetti con sistemi di verniciatura resistenti a processi di corrosione in nebbia salina, se ne sia previsto l'impiego in atmosfere aggressive (urbane, marine, ecc.) per tempo di 1000 ore, e per un tempo di almeno 500 ore, nel caso ne sia previsto l'impiego in atmosfere poco aggressive. L'ossidazione anodica, di spessore diverso, degli infissi in alluminio o delle leghe d'alluminio deve corrispondere ai valori riportati di seguito: - Ambiente interno - Spessore di ossido: S > = 5 micron; - Ambiente rurale o urbano - Spessore di ossido: S > 10 micron; - Ambiente industriale o marino - Spessore di ossido: S > = 15 micron; - Ambiente marino o inquinato - Spessore di ossido: S > = 20 micron. 02.R09 Resistenza agli attacchi biologici I preservanti con i quali vengono trattati i materiali in legno devono avere una soglia di efficacia non inferiore al 40% di quella iniziale. 02.R10 Resistenza agli urti Gli infissi dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità degli stessi; né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. 02.R11 Resistenza al fuoco I materiali costituenti gli infissi, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. 02.R12 Riparabilità Gli infissi dovranno essere collocati in modo da consentire il ripristino dell'integrità, la funzionalità e l'efficienza di parti ed elementi soggetti a guasti. Gli infissi devono essere accessibili in modo da consentire agevolmente le operazioni di riparazione. La loro collocazione dovrà rispettare le norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 7962, UNI 8861 e UNI 8975.

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02.R13 Sostituibilità Gli infissi dovranno essere realizzati e collocati in modo da consentire la loro sostituibilità, e/o la collocazione di parti ed elementi essi soggetti a guasti. Onde facilitare la sostituzione di intere parti (ante, telai, ecc.), è inoltre opportuno che l'altezza e la larghezza di coordinazione degli infissi siano modulari e corrispondenti a quelle previste dalle norme UNI 7864, UNI 7866, UNI 7961, UNI 7962, UNI 8861 e UNI 8975. 02.R14 Stabilità chimico reattiva Gli infissi e i materiali costituenti sotto l'azione di sostanze chimiche con le quali possono venire in contatto non dovranno produrre reazioni chimiche. Si fa riferimento alle norme UNI 8753, UNI 8754, UNI 8758. 02.R15 Ventilazione Gli infissi devono consentire la possibilità di poter ottenere ricambio d'aria per via naturale o meccanica che viene affidato all'utente, mediante l'apertura del serramento, oppure a griglie di aerazione manovrabili. ANOMALIE RISCONTRABILI 02.A01 Alterazione cromatica 02.A02 Bolla 02.A03 Corrosione 02.A04 Deformazione 02.A05 Deposito superficiale 02.A06 Distacco 02.A07 Fessurazione 02.A08 Frantumazione 02.A09 Fratturazione 02.A10 Incrostazione 02.A11 Infracidamento 02.A12 Lesione 02.A13 Macchie 02.A14 Non ortogonalità 02.A15 Patina 02.A16 Perdita di lucentezza 02.A17 Perdita di materiale 02.A18 Perdita di trasparenza 02.A19 Scagliatura, screpolatura 02.A20 Scollaggi della pellicola MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 02.I01 Lubrificazione serrature, cerniere Cadenza: ogni 6 mesi

Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. 02.I02 Pulizia ante Cadenza: quando occorre

Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale. 02.I03 Pulizia delle guide di scorrimento Cadenza: ogni 6 mesi

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Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. 02.I04 Pulizia organi di movimentazione Cadenza: quando occorre

Pulizia degli organi di movimentazone tramite detergenti comuni. 02.I05 Pulizia telai Cadenza: ogni 6 mesi

Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale. 02.I06 Pulizia vetri Cadenza: quando occorre

Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. 02.I07 Registrazione maniglia Cadenza: ogni 6 mesi

Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 02.I08 Regolazione controtelai Cadenza: ogni 12 mesi

Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. 02.I09 Ripristino protezione verniciatura parti in legno Cadenza: ogni 2 anni

Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. 02.I10 Regolazione telai Cadenza: ogni 12 mesi

Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai.

03. PARETI INTERNE

Insieme degli elementi tecnici verticali del sistema edilizio aventi funzione di dividere, conformare ed articolare gli spazi interni dell'organismo edilizio. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 03.01 Muratura in mattoni pieni per la formazione di spalle e voltini - 03.02 Tramezzi in laterizio

REQUISITI E PRESTAZIONI 03.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Le pareti debbono essere realizzate in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie interna. Per i locali considerati nelle condizioni di progetto, con temperatura dell'aria interna di valore Ti=20°C ed umidità relativa interna di valore U.R. <= 70%, la temperatura superficiale interna Tsi riferita alle pareti perimetrali verticali esterne, in considerazione di una temperatura esterna pari a quella di progetto, dovrà risultare con valore non inferiore ai 14°C. 03.R02 Assenza di emissioni di sostanze nocive

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Le pareti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m^3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m^3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m^3). 03.R03 Attrezzabilità Le pareti debbono consentire l'installazione di arredi e attrezzature. I livelli minimi variano in funzione alle diverse tecnologie utilizzate. E' opportuno comunque che si verifichi la stabilità dei mobili appesi, in particolare per le sollecitazioni dal basso verso l'alto a tutela dell'incolumità dell'utente. Per le altre sollecitazioni si devono applicare le norme previste per i mobili. 03.R04 Reazione al fuoco Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti le pareti. Livello minimo della prestazione: I livelli minimi vengono valutati attraverso prove distruttive in laboratorio dei materiali, in particolare: - attraverso la prova di non combustibilità (UNI ISO 1182); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali sospesi che possono essere investiti da una piccola fiamma su entrambe le facce (UNI 8456); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali che possono essere investiti da una piccola fiamma solamente su una faccia (UNI 8457); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali sottoposti all'azione di una fiamma d'innesco in presenza di calore radiante (UNI 9174). 03.R05 Regolarità delle finiture Le pareti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. 03.R06 Resistenza agli agenti aggressivi Le pareti non debbono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. Per i rivestimenti in prossimità di apparecchi sanitari, lavabi e lavelli, questi devono avere una resistenza alle macchie secondo i livelli richiesti dalla classe C2 della classificazione UPEC per i rivestimenti da pavimentazione. 03.R07 Resistenza agli attacchi biologici Le pareti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazioni. Livello minimo della prestazione: I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. 03.R08 Resistenza agli urti

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Le pareti debbono essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Le pareti devono resistere all'azione di urti sulla faccia interna, prodotti secondo le modalità riportate di seguito che corrispondono a quelle previste dalla norma UNI 9269 P: TIPO DI PROVA: Urto con corpo duro; Massa del corpo [Kg] = 0.5; Energia d’urto applicata [J] = 3; Note: - ; TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di grandi dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 50; Energia d’urto applicata [J] = 300; Note: Non necessario, per la faccia esterna, oltre il piano terra; TIPO DI PROVA: Urto con corpo molle di piccole dimensioni; Massa del corpo [Kg] = 3; Energia d’urto applicata [J] = 60 - 10 - 30; Note: Superficie esterna, al piano terra. 03.R09 Resistenza ai carichi sospesi Le pareti debbono essere in grado di sopportare il peso di carichi appesi minori (ad esempio quadri, insegne, ecc.) o altri di maggiore entità (mensole, arredi, ecc.). Le pareti devono essere in grado di garantire la stabilità sotto l'azione di carichi sospesi, in particolare se sottoposte a: - carico eccentrico di almeno 5 N, applicato a 30 cm dalla superficie tramite una mensola; - sforzi di strappo, fino a valori di 100 N, del fissaggio per effetto della trazione eseguita perpendicolare alla superficie della parete; - sforzi verticali di flessione del sistema di fissaggio fino a valori di 400 N. 03.R10 Resistenza al fuoco I materiali costituenti le pareti sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. In particolare gli elementi costruttivi delle pareti interne devono avere la resistenza al fuoco prescritta per il comparto antincendio a cui appartengono, espressa in termini di tempo entro i quali essi conservano stabilità, tenuta alla fiamma e ai fumi e isolamento termico. 03.R11 Resistenza meccanica Le pareti devono contrastare in modo efficace la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti le pareti si rimanda comunque alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia.

04. PAVIMENTAZIONI INTERNE

Le pavimentazioni fanno parte delle partizioni interne orizzontali e ne costituiscono l'ultimo strato funzionale. In base alla morfologia del rivestimento possono suddividersi in continue (se non sono nel loro complesso determinabili sia morfologicamente che dimensionalmente) e discontinue (quelle costituite da elementi con dimensioni e morfologia ben precise). La loro funzione, oltre a quella protettiva, è quella di permettere il transito ai fruitori dell'organismo edilizio e la relativa resistenza ai carichi. Importante è che la superficie finale dovrà risultare perfettamente piana con tolleranze diverse a secondo del tipo di rivestimento e della destinazione d'uso degli ambienti. Gli spessori variano in

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27 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

funzione al traffico previsto in superficie. La scelta degli elementi, il materiale, la posa, il giunto, le fughe, gli spessori, l'isolamento, le malte, i collanti, gli impasti ed i fissaggi variano in funzione degli ambienti e del loro impiego. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 04.01 Piastrelle di ceramica - 04.02 Piastrelle di gres

REQUISITI E PRESTAZIONI 04.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale Le pavimentazioni devono essere realizzate in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie interna. 04.R02 Assenza di emissioni di sostanze nocive I rivestimenti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m^3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m^3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m^3). 04.R03 Reazione al fuoco

Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti i rivestimenti. Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale). Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; in tutti gli altri ambienti è consentito che le pavimentazioni compresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1; oppure di classe 2 se in presenza di impianti di spegnimento automatico asserviti ad impianti di rivelazione incendi. 04.R04 Regolarità delle finiture Le pavimentazioni debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. 04.R05 Resistenza agli attacchi biologici I rivestimenti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di prestazione. I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. ANOMALIE RISCONTRABILI 04.A01 Alterazione cromatica 04.A02 Degrado sigillante 04.A03 Deposito superficiale

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28 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

04.A04 Disgregazione 04.A05 Distacco 04.A06 Erosione superficiale 04.A07 Fessurazioni 04.A08 Macchie e graffiti 04.A09 Mancanza 04.A10 Perdita di elementi 04.A11 Scheggiature 04.A12 Sollevamento e distacco dal supporto MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 04.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: quando occorre (quotidianamente se l’ambiente è frequentato)

Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio, ed eventualmente spazzolatura manuale degli elementi o con tecniche di rimozione dei depositi, adatte al tipo di rivestimento, e con detergenti appropriati. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

04.I01 Pulizia e reintegro giunti Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura per pavimenti ceramici. Cadenza: quando occorre

04.I02 Ripristino degli strati protettivi Cadenza: ogni 5 anni

Ripristino degli strati protettivi, previa accurata pulizia delle superfici, con soluzioni chimiche appropriate antimacchia, qualora il tipo di elemento lo preveda, che non alterino le caratteristiche fisico-chimiche dei materiale ed in particolare di quelle visive cromatiche. 04.I03 Sostituzione degli elementi degradati Cadenza: quando occorre

Sostituzione di elementi, lastre, listelli di cornice o accessori usurati, rotti, sollevati o scollati con altri analoghi, previa preparazione del sottostante piano di posa. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura.

05. RIVESTIMENTI INTERNI

Si tratta di strati funzionali, facenti parte delle chiusure verticali, la cui funzione principale è quella di proteggere il sistema di chiusure interne dalle sollecitazioni interne degli edifici e di assicurare un aspetto uniforme ed ornamentale degli ambienti. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 05.01 Intonaco - 05.02 Piastrelle di ceramica monocottura - 05.03 Tinteggiature

REQUISITI E PRESTAZIONI 05.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione superficiale

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29 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

I rivestimenti interni dovranno essere realizzati in modo da evitare la formazione di condensazione sulla superficie interna. I rivestimenti e gli strati costituenti dovranno limitare e impedire la formazione di fenomeni di condensa in conseguenza dell'azione dei flussi di energia termica che li attraversano. I valori minimi variano in funzione dei materiali e del loro impiego. Si prende in considerazione la norma UNI 10350. 05.R02 (Attitudine al) controllo dell'inerzia termica Contribuisce, con l'accumulo di calore, ad assicurare il benessere termico. Un'inerzia più elevata può evitare il veloce abbassamento della temperatura dei locali con riscaldamento ad attenuazione notturna, o la dispersione di calore in locali soggetti a frequenti ricambi d'aria e privi di dispositivi per il recupero del calore. In via qualitativa l'inerzia termica esprime l'attitudine di un edificio (o di una sua parte) ad accumulare calore e riemetterlo successivamente in corrispondenza di una definita variazione di temperatura. I rivestimenti interni sotto l'azione dell'energia termica che tende, in condizioni invernali, ad uscire all'esterno e che tende, in condizioni estive, ad entrare, dovranno contribuire a limitare il flusso di tale energia. Da tale punto di vista perciò non si attribuiscono specifici limiti prestazionali ai singoli elementi ma solo all'edificio nel suo complesso. 05.R03 Assenza di emissioni di sostanze nocive I rivestimenti non debbono in condizioni normali di esercizio emettere sostanze tossiche, polveri, gas o altri odori fastidiosi per gli utenti. I materiali costituenti i rivestimenti non devono emettere sostanze nocive per gli utenti (gas, vapori, fibre, polveri, radiazioni nocive ecc.), sia in condizioni normali che sotto l'azione dell'ambiente (temperatura, tasso di umidità, raggi ultravioletti, ecc.). In particolare deve essere assente l'emissione di composti chimici organici, quali la formaldeide, nonché la diffusione di fibre di vetro. Dovranno essere rispettati i seguenti limiti: - concentrazione limite di formaldeide non superiore a 0,1 p.p.m. (0,15 mg/m^3); - per la soglia olfattiva valori non superiori a 0,09 p.p.m. (0,135 mg/m^3); - per la soglia di irritazione occhi-naso-gola non superiore 0,66 p.p.m. (1 mg/m^3). 05.R04 Attrezzabilità Le pareti ed i rivestimenti debbono consentire l'installazione di attrezzature. I rivestimenti dovranno consentire modifiche di conformazione geometrica e l'inserimento di attrezzatura (corpi illuminanti, impianti, tubazioni, ecc.) attraverso semplici operazioni di montaggio e smontaggio. Non vi sono livelli minimi prestazionali specifici. 05.R05 Isolamento acustico I rivestimenti dovranno fornire una adeguata resistenza al passaggio dei rumori. I rivestimenti di una parete che separano due ambienti adiacenti, sottoposti all'azione dell'energia sonora aerea che può manifestarsi in uno dei due ambienti, dovranno contribuire alla riduzione di trasmissione di quest'ultima nell'ambiente contiguo attraverso le pareti. Le prestazioni di una chiusura esterna, ai fmi dell'isolamento acustico ai rumori esterni, possono essere valutate facendo riferimento all'indice del potere fonoisolante Rw che essa possiede (dove R = 10 log (W1/W2) dove W1 e W2 sono rispettivamente la potenza acustica incidente sulla chiusura e quella trasmessa dall'altro lato. Facendo riferimento ai soli valori relativi alla frequenza di 500 Hz la relazione suddetta definisce l'indice di valutazione del potere fonoisolante, Rw).

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In relazione a tale grandezza, sono ammesse soltanto chiusure in grado di assicurare un valore di Rw = 40 dB e concorrere all'isolamento acustico standardizzato DnTw dell'intera facciata. Gli indici di valutazione che caratterizzano i requisiti acustici passivi degli edifici sono: a. indice del potere fonoisolante apparente di partizioni fra ambienti (Rw) da calcolare secondo le norme UNI EN ISO 140-1;UNI EN ISO 140-3; UNI EN ISO 140-4; b. indice dell'isolamento acustico standardizzato di facciata (D2m,nT, w) da calcolare secondo le stesse procedure di cui al precedente punto a; c. indici del livello di rumore di calpestio di solai, normalizzato (Ln, w) da calcolare secondo la procedura descritta dalla norma UNI ENISO 140-1; UNI EN ISO 140-6; UNIEN ISO 140-7; UNIEN ISO 140-8; 05.R06 Isolamento termico I rivestimenti dovranno conservare la superficie interna a temperature vicine a pareti fredde e comunque fenomeni di condensazione superficiale. I rivestimenti di pareti e soffitti sottoposti all'azione dell'energia termica che tende ad uscire all’esterno (in condizioni invernali) e che tende ad entrare (in condizioni estive), dovranno contribuire a limitare il f1usso di energia per raggiungere le condizioni termiche di benessere ambientale. Le prestazioni relative all'isolamento termico di una parete sono valutabili attraverso il calcolo del coefficiente di trasmissione termica tenendo conto delle grandezze riportate nella UNI 7357. Pur non stabilendo specifici limiti prestazionali per le singole chiusure ai fini del contenimento delle dispersioni, tuttavia i valori di U e kl devono essere tali da concorrere a contenere il coefficiente volumico di dispersione Cd dell’intero edificio e quello dei singoli locali nei limiti previsti dalle leggi e normative vigenti. 05.R07 Permeabilità all'aria I rivestimenti dovranno controllare il passaggio dell'aria a protezione degli ambienti interni e permettere la giusta ventilazione attraverso delle aperture. Le prestazioni si misurano sulla classificazione basata sul confronto tra la permeabilità all'aria del campione sottoposto a prova riferito all'intera area, e la permeabilità all'aria riferita alla lunghezza dei lati apribili. In particolare si rimanda alle norme UNI EN 12207, UNI EN 12208, UNI EN 12210. I livelli prestazionali variano in funzione delle classi, della permeabilità all'aria di riferimento a 100 Pa misurata in m^3 /hm^2 e della pressione massima di prova misurata in Pa. 05.R08 Reazione al fuoco Livello di partecipazione al fuoco dei materiali combustibili costituenti i rivestimenti. I materiali di rivestimento delle pareti devono essere di classe non superiore a l (uno) come previsto dalla classificazione di reazione al fuoco prevista dal D.M. 26.6.1984 ad eccezione di scale e dei passaggi situati all'interno della stessa unità immobiliare. Le prestazioni di reazione al fuoco dei materiali devono essere certificate da "marchio di conformità" con i dati: del nome del produttore; dell'anno di produzione; della classe di reazione al fuoco; dell'omologazione del Ministero dell'Interno. Per altre aree dell'edificio a rischio incendio (autorimesse, depositi di materiali combustibili, centrale termica, ecc.) valgono le specifiche disposizioni normative in vigore per tali attività. I livelli minimi vengono valutati attraverso prove distruttive in laboratorio dei materiali, in particolare: - attraverso la prova di non combustibilità (UNI ISO 1182); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali sospesi che possono essere investiti da una piccola fiamma su entrambe le facce (UNI 8456);

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- attraverso la reazione al fuoco dei materiali che possono essere investiti da una piccola fiamma solamente su una faccia (UNI 8457); - attraverso la reazione al fuoco dei materiali sottoposti all'azione di una fiamma d'innesco in presenza di calore radiante (UNI 9174). 05.R09 Regolarità delle finiture I rivestimenti debbono avere gli strati superficiali in vista privi di difetti, fessurazioni, scagliature o screpolature superficiali e/o comunque esenti da caratteri che possano rendere difficile la lettura formale. Le superfici dei rivestimenti non devono presentare anomalie e/o comunque fessurazioni, screpolature, sbollature superficiali, ecc.. Le tonalità dei colori dovranno essere omogenee e non evidenziare eventuali tracce di ripresa di colore e/o comunque di ritocchi. Per i rivestimenti ceramici valgono le specifiche relative alle caratteristiche di aspetto e dimensionali di cui alla norma UNI EN ISO 10545-2. I livelli minimi variano in funzione delle varie esigenze di aspetto come: la planarità; l'assenza di difetti superficiali; l'omogeneità di colore; l'omogeneità di brillantezza; l'omogeneità di insudiciamento, ecc.. 05.R10 Resistenza agli agenti aggressivi I rivestimenti non dovranno subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici. I materiali costituenti i rivestimenti esterni ed interni delle pareti perimetrali non devono deteriorarsi o comunque perdere le prestazioni iniziali in presenza di agenti chimici presenti negli ambienti. I materiali devono comunque consentire le operazioni di pulizia. I rivestimenti plastici ed i prodotti a base di vernici dovranno essere compatibili chimicamente con la base di supporto. I livelli minimi variano in funzione dei materiali utilizzati e del loro impiego. 05.R11 Resistenza agli attacchi biologici I rivestimenti a seguito della presenza di organismi viventi (animali, vegetali, microrganismi) non dovranno subire riduzioni di sorta. I materiali costituenti i rivestimenti non devono permettere lo sviluppo dei funghi, larve di insetto, muffe, radici e microrganismi in genere, anche quando impiegati in locali umidi. In ogni caso non devono deteriorarsi sotto l'attacco dei suddetti agenti biologici, resistere all'attacco di eventuali roditori e consentire un'agevole pulizia delle superfici. I valori minimi di resistenza agli attacchi biologici variano in funzione dei materiali, dei prodotti utilizzati, delle classi di rischio, delle situazioni generali di servizio, dell'esposizione a umidificazione e del tipo di agente biologico. 05.R12 Resistenza agli urti I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere in grado di sopportare urti (definiti dall'energia cinetica di urti-tipo o convenzionali di corpi duri, come di oggetti scagliati, o molli, come il peso di un corpo che cade) che non debbono compromettere la stabilità della parete, né provocare il distacco di elementi o frammenti pericolosi a carico degli utenti. Sottoposte alle azioni di urti sulla faccia esterna e su quella interna, i rivestimenti unitamente alle pareti non dovranno manifestare deterioramenti della finitura (tinteggiatura, rivestimento pellicolare, ecc.) né deformazioni permanenti, anche limitate, o fessurazioni, senza pericolo di cadute di frammenti, anche leggere. I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno resistere all'azione di urti sulla faccia esterna ed interna, prodotti secondo le modalità previste dalla norma UNI 9269 P alla quale si rimanda per ulteriori dettagli. 05.R13 Resistenza ai carichi sospesi

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I rivestimenti unitamente alle pareti debbono essere in grado di sopportare il peso di carichi appesi minori (ad esempio quadri, insegne, ecc.) o altri di maggiore entità (mensole, arredi, ecc.) I rivestimenti unitamente alle pareti e/o eventuali contropareti, devono essere in grado di garantire la stabilità ed evitare pericoli a carico dell'utenza per l'azione di carichi sospesi. Inoltre devono essere assicurate tutte le eventuali operazioni di riparazione delle superfici anche nel caso di rimozione degli elementi di fissaggio. I rivestimenti unitamente alle pareti devono essere in grado di garantire la stabilità sotto l'azione di carichi sospesi, in particolare se sottoposte a: - carico eccentrico di almeno 5 N, applicato a 30 cm dalla superficie tramite una mensola; - sforzi di strappo, [mo a valori di 100 N, del fissaggio per effetto della trazione eseguita perpendicolare alla superficie della parete; - sforzi verticali di flessione del sistema di fissaggio fino a valori di 400 N. 05.R14 Resistenza al fuoco I materiali costituenti i rivestimenti, sottoposti all'azione del fuoco non devono subire trasformazioni chimico-fisiche. I rivestimenti unitamente agli elementi strutturali delle pareti devono presentare una resistenza al fuoco (REI) non inferiore a quello prescritto dalle normative applicabili in base alla destinazione d’uso dei locali. 05.R15 Resistenza meccanica I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno limitare la manifestazione di eventuali rotture, o deformazioni rilevanti, causate dall'azione di possibili sollecitazioni. I rivestimenti unitamente alle pareti dovranno essere idonei a limitare il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti. A tal fine si considerano le seguenti azioni: carichi dovuti al peso proprio e di esercizio, sollecitazioni da impatto, carichi dovuti a dilatazioni termiche, assestamenti e deformazioni di strutture portanti. Per una analisi più approfondita dei livelli minimi rispetto ai vari componenti e materiali costituenti i rivestimenti si rimanda alle prescrizioni di legge e di normative vigenti in materia. ANOMALIE RISCONTRABILI 05.A01 Alterazione cromatica 05.A02 Degrado sigillante 05.A03 Deposito superficiale 05.A04 Disgregazione 05.A05 Distacco 05.A06 Erosione superficiale 05.A07 Fessurazioni 05.A08 Macchie e graffiti 05.A09 Mancanza 05.A10 Perdita di elementi 05.A11 Scheggiature 05.A12 Sollevamento e distacco dal supporto 05.01 Intonaco ANOMALIE RISCONTRABILI

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05.01.A01 Bolle d'aria 05.01.A02 Decolorazione 05.01.A03 Deposito superficiale 05.01.A04 Disgregazione 05.01.A05 Distacco 05.01.A06 Efflorescenze 05.01.A07 Erosione superficiale 05.01.A08 Esfoliazione 05.01.A09 Fessurazioni 05.01.A10 Macchie e graffiti 05.01.A11 Mancanza 05.01.A12 Penetrazione di umidità 05.01.A13 Polverizzazione 05.01.A14 Rigonfiamento MANUTENZIONE ESEGUIBILI DALL’UTENTE 05.01.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: quando occorre MANUTENZIONE ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.01.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: quando occorre Pulizia delle superfici mediante lavaggio ad acqua e detergenti adatti al tipo di intonaco. Rimozioni di macchie, o depositi superficiali mediante spazzolatura o mezzi meccanici. Ditte specializzate: tinteggiatore. 05.01.I02 Sostituzione delle parti più soggette ad usura Cadenza: quando occorre Sostituzione delle parti più soggette ad usura o altre forme di degrado mediante l'asportazione delle aree più degradate, pulizia delle parti sottostanti mediante spazzolatura e preparazione della base di sotto fondo previo lavaggio. Ripresa dell'area con materiali adeguati e/o comunque simili all'intonaco originario ponendo particolare attenzione a non alterare l'aspetto visivo cromatico delle superfici e tantomeno delle caratteristiche di comportamento al fuoco dei rivestimenti. 05.02 Piastrelle di ceramica monocottura ANOMALIE RISCONTRABILI 05.02.A01 Bolle d'aria 05.02.A02 Decolorazione 05.02.A03 Deposito superficiale 05.02.A04 Disgregazione 05.02.A05 Distacco 05.02.A06 Efflorescenze 05.02.A07 Erosione superficiale 05.02.A08 Esfoliazione 05.02.A09 Fessurazioni 05.02.A10 Macchie e graffiti

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34 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

05.02.A11 Mancanza 05.02.A12 Penetrazione di umidità 05.02.A13 Polverizzazione 05.02.A14 Rigonfiamento MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE 05.02.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: quando occorre Pulizia delle superfici mediante lavaggio ad acqua e detergenti adatti al tipo di intonaco. Rimozioni di macchie, o depositi superficiali mediante spazzolatura o mezzi meccanici. Ditte specializzate: tinteggiatore. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 05.02.I01 Pulizia delle superfici Cadenza: quando occorre Pulizia e rimozione dello sporco superficiale mediante lavaggio ed eventuale spazzolatura degli elementi con detergenti adatti al tipo di rivestimento. Ditte specializzate: tinteggiatore e/o altri specializzati. 05.02.I02 Pulizia e reintegro dei giunti Cadenza: quando occorre

Pulizia dei giunti mediante spazzolatura manuale. Reintegro dei giunti degradati mediante nuova listellatura. Ditte specializzate: piastrellista e/o altri specializzati. 05.02.I03 Sostituzione degli elementi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi usurati, rotti, sollevati o scollati con altri analoghi previa preparazione del sottostante piano di posa. Ripristino delle sigillature deteriorate mediante rimozione delle vecchie e sostituzione con sigillanti idonei. Ditte specializzate: piastrellista e/o altri specializzati. 05.03 Tinteggiature ANOMALIE RISCONTRABILI 05.03.A01 Bolle d'aria 05.03.A02 Decolorazione 05.03.A03 Deposito superficiale 05.03.A04 Disgregazione 05.03.A05 Distacco 05.03.A06 Efflorescenze 05.03.A07 Erosione superficiale 05.03.A08 Esfoliazione 05.03.A09 Fessurazioni 05.03.A10 Macchie e graffiti 05.03.A11 Mancanza 05.03.A12 Penetrazione di umidità 05.03.A13 Polverizzazione 05.03.A14 Rigonfiamento MANUTENZIONI ESEGUIBILI DALL'UTENTE

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35 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

05.03.C01 Controllo generale delle parti a vista Cadenza: quando occorre Controllo dello stato di conservazione delle finiture e verifica del grado di usura delle parti in vista. Controllare l'uniformità dell'aspetto cromatico delle superfici. Riscontro di eventuali anomalie (macchie, disgregazioni superficiali, rigonfiamenti, distacco, ecc.) e/o difetti di esecuzione. Requisiti da verificare: l) Assenza di emissioni di sostanze nocive; 2) Regolarità delle finiture; 3) Resistenza agli agenti aggressivi; 4) Resistenza agli attacchi biologici. 05.03.I01 Ritinteggiatura coloritura Cadenza: quando occorre Ritinteggiatura delle superfici con nuove pitture previa carteggiatura e sverniciatura, stuccatura dei paramenti e preparazione del fondo mediante applicazione, se necessario, di prevernici fissanti. Le modalità di ritinteggiatura, i prodotti, le attrezzature variano comunque in funzione delle superfici e dei materiali costituenti. Ditte specializzate: tinteggiatore. 05.03.I02 Sostituzione degli elementi decorativi degradati Cadenza: quando occorre Sostituzione degli elementi decorativi usurati o rotti con altri analoghi o se non possibile riparazione dei medesimi con tecniche appropriate tali da non alterare gli aspetti geometrici-cromatici delle superfici di facciata. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi. Ditte specializzate: tinteggiatore, specializzati vari.

06. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO/RAFFRESCAMENTO

L'impianto di riscaldamento/raffrescamento è "l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate condizioni termiche". Le reti di distribuzione e terminali hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori, provenienti dalle centrali termiche o dalle caldaie, fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente e di controllare e/o regolare il loro funzionamento. Si prevede la climatizzazione dell’edificio in oggetto mantenendo la stessa tipologia d’impianto delle zone già precedentemente realizzate ovvero, un sistema idronico che possiede come terminali dei ventilconvettori per effettuare caldo e freddo con l’integrazione di radiatori nei bagni. Tutte le tubazioni saranno installate in vista o in appositi cavedi, con giunzioni realizzate mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno coibentate, senza discontinuità, con rivestimento isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti. Nel caso di utilizzazione di radiatori o di piastre radianti per ottimizzare le prestazioni è opportuno che: - la distanza tra il pavimento e la parte inferiore del radiatore non sia inferiore a 11 cm; - la distanza tra il retro dei radiatori e la parete a cui sono appesi non sia inferiore a 5 cm; - la distanza tra la superficie dei radiatori ed eventuali nicchie non sia inferiore a 10 cm. I corpi scaldanti in questione sono dei ventilconvettori marca “SABIANA” modello “CRC24” e “CRC44” completi di termostato e comando a bordo macchina. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

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- 06.01 Tubazioni - 06.02 Radiatori - 06.03 Ventilconvettori REQUISITI E PRESTAZIONI 06.R01 (Attitudine al) controllo del rumore prodotto Gli impianti di climatizzazione devono garantire un livello di rumore nell’ambiente esterno e in quelli abitativi entro i limiti prescritti dal D.P.C.M. 1.3.1991. Le dimensioni delle tubazioni di trasporto dei fluidi termovettori e quelle dei canali d’aria devono essere tali che la velocità di tali fluidi non superi i limiti imposti dalla normativa. I valori di emissione acustica possono essere verificati “in situ”, procedendo alle verifiche previste dalle norme UNI (in particolare UNI EN 27574), oppure verificando che i valori dichiarati dal produttore di elementi facenti parte dell'impianto siano conformi alla normativa. 06.R02 (Attitudine al) controllo della combustione I gruppi termici degli impianti di climatizzazione devono garantire processi di combustione a massimo rendimento e nello stesso tempo produrre quantità minime di scorie e di sostanze inquinanti. - In particolare, nel caso di generatori di calore con potenza nominale del focolare superiore a 34,8 kW si deve avere che la percentuale di aria comburente necessaria per la combustione deve essere: - per combustibile solido > dell'80%; - per combustibile liquido 15-20%; - per combustibile gassoso 10-15%; - il contenuto di ossido di carbonio (CO) nei fumi di combustione non deve superare lo 0.1% del volume dei fumi secchi e senza aria; - l’indice di fumosità Bacharach deve rispettare i limiti di legge. Verificare che i locali dove sono alloggiati i generatori di calore siano permanentemente ventilati mediante idonee aperture di aerazione di dimensioni non inferiori a quelle riportate dalle vigenti norme di sicurezza e prevenzione incendi. 06.R03 (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi Gli elementi costituenti l'impianto di climatizzazione devono essere in grado di garantire valori minimi di portata dei fluidi circolanti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 06.R04 (Attitudine al) controllo della pressione di erogazione Gli elementi costituenti l'impianto di climatizzazione devono essere in grado di assicurare un'opportuna pressione di emissione per consentire ai fluidi di raggiungere i terminali. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 06.R05 (Attitudine al) controllo della temperatura dei fluidi I fluidi termovettori dell'impianto di climatizzazione devono avere temperatura idonea per assicurare il corretto funzionamento dell'impianto assicurando nello stesso momento un benessere ambientale oltre che un contenimento dei consumi energetici. La temperatura dei fluidi viene verificata mediante termometri che devono essere sottoposti alle prove di laboratorio previste dalle vigenti norme sul risparmio energetico. I valori della temperatura del fluido termovettore rilevati devono essere paragonati ai valori della temperatura prevista in base al diagramma di esercizio dell’impianto così come prescritto dalla normativa UNI vigente.

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06.R06 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di climatizzazione, capaci di condurre elettricità, devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall’art.7 del regolamento di attuazione della Legge 5.3.1990 n.46. 06.R07 Affidabilità Gli elementi costituenti l'impianto di climatizzazione devono essere realizzati con materiali idonei a garantire nel tempo le proprie qualità così da garantire la funzionalità dell'impianto. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 06.R08 Attitudine a limitare i rischi di esplosione Gli impianti di climatizzazione devono garantire processi di combustione con il massimo del rendimento evitando i rischi di esplosione. Verificare che i locali dove sono alloggiati i generatori di calore siano permanentemente ventilati mediante idonee aperture di aerazione di dimensioni non inferiori a quelle riportate dalle vigenti norme di sicurezza e prevenzione incendi. 06.R09 Attitudine a limitare le temperature superficiali I componenti direttamente accessibili dagli utenti devono essere in grado di contrastare in modo efficace le variazioni di temperatura superficiali. La temperatura superficiale dei componenti degli impianti di climatizzazione non coibentati deve essere controllata per accertare che non superi i 75°C. 06.R10 Comodità di uso e manovra Gli impianti di climatizzazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). 06.R11 Reazione al fuoco I materiali degli impianti di climatizzazione suscettibili di essere sottoposti all’azione del fuoco devono essere classificati secondo quanto previsto dalla normativa vigente; la reazione al fuoco deve essere documentata da “marchio di conformità” o “dichiarazione di conformità”. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 06.R12 Resistenza agli agenti aggressivi chimici L'impianto di climatizzazione deve essere realizzato con materiali e componenti idonei a non subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto se sottoposti all'azione di agenti aggressivi chimici. Per la valutazione della resistenza agli agenti chimici presenti nell’aria si fa riferimento ai metodi di prova indicati dalle norme UNI. Per garantire i livelli minimi possono essere utilizzati eventuali rivestimenti di protezione esterna (smalti, prodotti vernicianti, ecc.) che devono essere compatibili con i supporti su cui vengono applicati. 06.R13 Resistenza al vento Gli elementi costituenti l'impianto di climatizzazione sottoposti all'azione del vento devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture. Sono da effettuare le verifiche prescritte dalla normativa vigente seguendo i metodi di calcolo da essa previsti. 06.R14 Resistenza meccanica

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Gli impianti di climatizzazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 06.R15 Sostituibilità Gli elementi costituenti l'impianto di climatizzazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 06.A01 Difetti di taratura 06.A02 Incrostazioni 06.A03 Perdite di acqua 06.A04 Sbalzi di temperatura 06.A02 Rumorosità 06.01 Tubazioni A secondo del tipo dell'impianto (a colonne montanti o a zone) vengono usate tubazioni in acciaio nero senza saldatura (del tipo Mannessman), in rame o in materiale plastico per il primo tipo mentre per l'impianto a zona vengono usate tubazioni in acciaio o in rame opportunamente isolate (e vengono incluse nel massetto del pavimento). Le tubazioni in acciaio sono disponibili in verghe di lunghezza massima pari a 6 m, in una serie di diametri esterni prefissati, indicati convenzionalmente in pollici. Le tubazioni in rame sono disponibili in due diversi spessori di parete, che contraddistinguono due serie, la pesante e la normale (UNI 6507). REQUISITI E PRESTAZIONI 06.01.R01 (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi Le tubazioni devono assicurare che i fluidi termovettori possano circolare in modo da evitare fenomeni di incrostazioni, corrosioni e depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi e la sicurezza degli utenti. Livello minimo della prestazione: Possono essere previsti specifici trattamenti dell’acqua dei circuiti di riscaldamento, raffreddamento e umidificazione in modo assicurare in ogni momento i requisiti minimi richiesti. 06.01.R02 Resistenza alle temperature e a sbalzi di temperature Le tubazioni devono essere realizzate con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di temperature elevate o sbalzi improvvisi delle stesse. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 06.01.R03 Resistenza meccanica Le tubazioni devono essere realizzate con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni.

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Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Cadenza: quando occorre Pulizia o eventuale sostituzione dei filtri delle tubazioni. 06.02 Radiatori I radiatori sono costituiti da elementi modulari (realizzati in ghisa, in alluminio o in acciaio) accoppiati tra loro per mezzo di manicotti filettati (nipples) e collegati alle tubazioni di mandata e ritorno con l’interposizione di due valvole di regolazione. La prima valvola serve per la taratura del circuito nella fase di equilibratura dell’impianto; la seconda rende possibile la diminuzione ulteriore della portata in funzione delle esigenze di riscaldamento, può anche essere di tipo automatico (valvola termostatica). La resa termica di questi componenti è fornita dal costruttore, espressa per elemento e per numero di colonne. Il radiatore in ghisa ha la più alta capacità termica. REQUISITI E PRESTAZIONI 06.02.R01 Attitudine a limitare le temperature superficiali I componenti direttamente accessibili dagli utenti devono essere in grado di contrastare in modo efficace le variazioni di temperatura superficiali. Livello minimo della prestazione: La temperatura superficiale dei componenti degli impianti di riscaldamento non coibentati deve essere controllata per accertare che non superi i 75°C. 06.02.R02 Comodità di uso e manovra I radiatori degli impianti di riscaldamento devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m ed è opportuno rispettare alcune distanze minime per un corretto funzionamento dei radiatori ed in particolare: - la distanza tra il pavimento e la parte inferiore del radiatore non sia minore di 11 cm; - la distanza tra il retro dei radiatori e la parete a cui sono appesi non sia inferiore a 5 cm; - la distanza tra la superficie dei radiatori ed eventuali nicchie non sia inferiore a 10 cm. 06.02.R03 Resistenza meccanica I radiatori degli impianti di riscaldamento devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e per accertare la resistenza meccanica i radiatori devono essere sottoposti ad una prova di rottura ad una pressione di 1,3 volte la pressione usata per la prova di tenuta. Cadenza: ogni 12 mesi Verificare lo stato superficiale dei radiatori e se necessario eseguire una pitturazione degli elementi eliminando eventuali fenomeni di ruggine che si dovessero presentare. 06.02.I02 Sostituzione Cadenza: ogni 25 anni Sostituzione del radiatore e dei suoi accessori quali rubinetti e valvole quando necessario.

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06.02.I03 Spurgo Cadenza: quando occorre Quando si verificano delle sostanziali differenze di temperatura sulla superficie esterna dei radiatori o si è in presenza di sacche d'aria all'interno o si è in presenza di difetti di regolazione, spurgare il radiatore e se necessario smontarlo e procedere ad una disincrostazione interna. 06.03 Ventilconvettori I termoconvettori e i ventilconvettori sono costituiti da uno scambiatore di calore a serpentina alettata in rame posto all'interno di un involucro di lamiera dotato di una apertura (per la ripresa dell'aria) nella parte bassa e una di mandata nella parte alta; il ventilconvettore ha, in aggiunta, un ventilatore di tipo assiale a più velocità che favorisce lo scambio termico tra l’aria ambiente e la serpentina alettata contenente il fluido primario. Le rese termiche sono indicate dal costruttore in funzione della temperatura di mandata e della portata d’aria del ventilatore (in caso di ventilconvettore). Il ventilconvettore funziona con acqua a temperatura anche relativamente bassa. REQUISITI E PRESTAZIONI 06.03.R01 (Attitudine al) controllo della purezza dell'aria ambiente I termoconvettori ed i ventilconvettori devono garantire durante il loro funzionamento condizioni di purezza ed igienicità dei fluidi da immettere negli ambienti indipendentemente dalle condizioni di affollamento. Livello minimo della prestazione: La percentuale di ossido di carbonio (CO) presente nell’aria ambiente deve essere rilevata ad un’altezza di 0.5 m dal pavimento; la percentuale di anidride carbonica (CO2) deve essere rilevata ad una distanza di 0,5 m dal soffitto. Entrambi le percentuali vanno rilevate con impianto di climatizzazione funzionante, con porte e finestre chiuse ed essere eseguite ad intervalli regolari, nell'arco di un'ora, di 10 minuti. La portata d’aria esterna di rinnovo e le caratteristiche di efficienza dei filtri d’aria non devono essere inferiori a quelle indicate dalla normativa. I termoconvettori ed i ventilconvettori devono garantire i valori di progetto della temperatura dell’aria nei locali serviti indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne ed interne. Livello minimo della prestazione: La temperatura dei fluidi termovettori deve essere verificata nella parte centrale dei locali serviti e ad un’altezza dal pavimento di 1.5 m. I valori ottenuti devono essere confrontati con quelli di progetto ed è ammessa una tolleranza di +/- 0.5°C nel periodo invernale e +/- 1°C nel periodo estivo. 06.03.R02 Resistenza alle temperature e a sbalzi di temperature I termoconvettori ed i ventilconvettori devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di temperature elevate o sbalzi improvvisi delle stesse. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 06.03.I01 Pulizia filtri Cadenza: ogni 3 mesi

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Effettuare una pulizia dei filtri mediante aspiratore d'aria ed un lavaggio dei filtri con acqua e solventi. Asciugare i filtri alla fine di ogni intervento. 06.03.I02 Sostituzione filtri Cadenza: quando occorre Sostituire i filtri quando sono usurati seguendo le indicazione fornite dal costruttore. 06.03.I03 Pulizia batterie Cadenza: ogni 12 mesi Effettuare una pulizia delle batterie di scambio dei ventilconvettori, mediante aspiratore d'aria e spazzolatura delle alette. 06.03.I04 Pulizia bacinella raccolta condensa Cadenza: ogni mese Effettuare una pulizia delle bacinelle di raccolta condense e del relativo scarico utilizzando idonei disinfettanti. 06.03.I05 Pulizia scambiatori acqua/acqua Cadenza: quando occorre Operare un lavaggio chimico degli scambiatori acqua/acqua dei ventilconvettori, per effettuare una disincrostazione degli eventuali depositi di fango.

07. IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE ACQUA FREDDA/CALDA

L'impianto di distribuzione dell'acqua fredda e calda consente l'utilizzazione di acqua nell'ambito degli spazi interni del sistema edilizio o degli spazi esterni connessi. L'impianto è generalmente costituito dai seguenti elementi tecnici: - allacciamenti, che hanno la funzione di collegare la rete principale (acquedotto) alle reti idriche d'utenza; - macchine idrauliche, che hanno la funzione di controllare sia le caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche, ecc. dell'acqua da erogare sia le condizioni di pressione per la distribuzione in rete; - accumuli, che assicurano una riserva idrica adeguata alle necessità degli utenti consentendo il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori; - riscaldatori, che hanno la funzione di elevare la temperatura dell'acqua fredda per consentire di soddisfare le necessità degli utenti; - reti di distribuzione acqua fredda e/o calda, aventi la funzione di trasportare l'acqua fino ai terminali di erogazione; - reti di ricircolo dell'acqua calda, che hanno la funzione di mantenere in costante circolazione l'acqua calda in modo da assicurarne l'erogazione alla temperatura desiderata; - apparecchi sanitari che consentono agli utenti di utilizzare acqua calda e/o fredda per soddisfare le proprie esigenze. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 07.01 Collettore - 07.02 Bollitore con resistenza elettrica da 30 lt - 07.03 Apparecchi sanitari e rubinetteria

REQUISITI E PRESTAZIONI 07.R01 (Attitudine al) controllo della combustione

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Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire processi di combustione a massimo rendimento con una produzione minima di scorie e di sostanze inquinanti. Il controllo della combustione può essere verificato rilevando: - la temperatura dei fumi di combustione; - la temperatura dell’aria comburente; - la quantità di anidride carbonica (CO2) e di ossido di carbonio (CO) presente (in % del volume) nei residui della combustione e rilevata all’uscita del gruppo termico; - l’indice di fumosità Bacharach (per i generatori funzionanti a combustibile liquido). 07.R02 (Attitudine al) controllo della temperatura dei fluidi I fluidi termovettori devono avere temperatura idonea per assicurare il corretto funzionamento, sia in relazione al benessere ambientale che al contenimento dei consumi energetici. E' opportuno che le temperature dei fluidi termovettori corrispondano ai valori riportati dalla normativa di riferimento assicurando comunque una tolleranza per temperature oltre 100 °C di +/- 0,15 K e per temperature fino a 100 °C di +/- 0,1 K. 07.R03 (Attitudine al) controllo della tenuta Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi in circolazione per garantire la funzionalità dell'impianto. La capacità di tenuta viene verificata mediante la prova indicata dalla norma UNI di settore. Al termine della prova si deve verificare la assenza di difetti o segni di cedimento. 07.R04 (Attitudine al) controllo dell'aggressività dei fluidi Le tubazioni dell'impianto idrico non devono dar luogo a fenomeni di incrostazioni, corrosioni, depositi che possano compromettere il regolare funzionamento degli impianti stessi. L’analisi delle caratteristiche dell'acqua deve essere ripetuta con frequenza annuale e comunque ogni volta che si verifichi un cambiamento delle stesse. Devono essere previsti specifici trattamenti dell’acqua in modo che le caratteristiche chimicofisiche (aspetto, pH, conduttività elettrica, durezza totale, cloruri, ecc.) corrispondano a quelle riportate dalla normativa. In particolare le acque destinate al consumo umano che siano state sottoposte ad un trattamento di addolcimento o dissalazione devono presentare le seguenti concentrazioni minime: durezza totale 60 mg/l Ca, alcalinità >= 30 mg/l HCO3. 07.R05 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Gli elementi dell'impianto idrico sanitario capaci di condurre elettricità devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Devono essere rispettati i livelli minimi di progetto. 07.R06 Attitudine a limitare i rischi di esplosione Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire processi di combustione a massimo rendimento con una limitazione dei rischi di esplosione. Per potere raggiungere e mantenere le ideali condizioni di combustione onde evitare rischi di esplosione è necessario che i locali dove sono alloggiati i generatori di calore siano permanentemente ventilati mediante idonee aperture di aerazione di dimensioni non inferiori a quelle riportate dalle vigenti norme di sicurezza e prevenzione incendi. 07.R07 Attitudine a limitare i rischi di incendio Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di limitare i rischi di probabili incendi nel rispetto delle normative vigenti. Per i generatori di calore si può controllare la conformità a quanto prescritto dalla normativa e legislazione vigente. 07.R08 Attitudine a limitare i rischi di scoppio

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Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di resistere alle variazioni di pressione che si verificano durante il normale funzionamento con una limitazione dei rischi di scoppio. Per potere raggiungere e mantenere le ideali condizioni di combustione onde evitare rischi di scoppio è necessario che i generatori di calore siano dotati di dispositivi di sicurezza installati e monitorati secondo le prescrizioni di legge. 07.R09 Regolarità delle finiture Gli elementi dell'impianto idrico sanitario devono essere realizzati nel rispetto della regola d'arte e devono presentare finiture superficiali integre. Tutte le superfici devono avere caratteristiche di uniformità e continuità di rivestimento e non devono presentare tracce di riprese o aggiunte di materiale visibili. 07.01 Collettore REQUISITI E PRESTAZIONI 07.01.R01 (Attitudine al) controllo delle valvole Controllo tenuta 07.01.R02 (Attitudine al) controllo integrità tubazioni Verifica dell'integrità delle tubazioni con particolare attenzione in corrispondenza dei raccordi tra tronchi di tubo e organi interposti, tra tubi e apparecchi utilizzatori. 07.01.R03 (Attitudine al) controllo integrità coibentazione Controllo dell'integrità della coibentazione con eventuale ripristino. 07.02 Bollitore REQUISITI E PRESTAZIONI 07.02.R01 (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi Gli impianti autoclave dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire valori minimi di portata dei fluidi circolanti. Livello minimo della prestazione: Il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua fredda e calda può essere verificato mediante l’individuazione della portata massima contemporanea utilizzando il metodo delle unità di carico (UC). Pertanto bisogna accertare che facendo funzionare contemporaneamente tutte le bocche di erogazione dell’acqua fredda previste in fase di calcolo per almeno 30 minuti consecutivi, la portata di ogni bocca rimanga invariata e pari a quella di progetto (con una tolleranza del 10%). ANOMALIE RISCONTRABILI 07.02.A01 Difetti ai termostati ed alle valvole 07.02.A02 Difetti delle pompe 07.02.01.A03 Difetti di regolazione 07.02.A04 Difetti di ventilazione 07.02.A05 Perdite alle tubazioni gas 07.02.A06 Sbalzi di temperatura 07.02.A07 Pressione insufficiente

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MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 07.02.I01 Lubrificazione Cadenza: ogni 6 mesi Effettuare una lubrificazione con lubrificanti indicati dalle case costruttrici delle filettature e dei rubinetti. 07.02.I02 Pulizia generale Cadenza: ogni 12 mesi Lubrificare con vaselina pura i contatti, le pinze e le lame dei sezionatori di linea, gli interruttori di manovra, i sezionatori di messa a terra. Lubrificare con olio grafitato tutti gli ingranaggi e gli apparecchi di manovra. 07.02.I03 Pulizia otturatore Cadenza: quando occorre Pulizia o eventuale sostituzione dell'otturatore nel caso si verifichi il passaggio del fluido ad otturatore chiuso. 07.02.I04 Pulizia serbatoio Cadenza: ogni 2 anni Pulizia interna mediante lavaggio con eventuale asportazione di rifiuti. 07.03 Apparecchi sanitari e rubinetteria Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/o fredda.

REQUISITI E PRESTAZIONI 07.03.R01 (Attitudine al) controllo della portata dei fluidi Gli apparecchi sanitari dell'impianto idrico sanitario devono essere in grado di garantire valori minimi di portata dei fluidi. Livello minimo della prestazione: Il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua fredda e calda può essere verificato mediante l’individuazione della portata massima contemporanea utilizzando il metodo delle unità di carico (UC). Pertanto bisogna accertare che facendo funzionare contemporaneamente tutte le bocche di erogazione dell’acqua fredda previste in fase di calcolo per almeno 30 minuti consecutivi, la portata di ogni bocca rimanga invariata e pari a quella di progetto (con una tolleranza del 10%). 07.03.R02 Comodità di uso e manovra Gli apparecchi sanitari devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Livello minimo della prestazione: I vasi igienici ed i bidet devono essere fissati al pavimento in modo tale da essere facilmente rimossi senza demolire l'intero apparato sanitario; inoltre dovranno essere posizionati a 10 cm dalla vasca e dal lavabo, a 15 cm dalla parete, a 20 cm dal bidet o dal vaso e dovranno avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm. I lavabi saranno posizionati a 5 cm dalla vasca, a 10 cm dal vaso e dal bidet, a 15 cm dalla parete e dovranno avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm; nel caso che il lavabo debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il lavabo sarà posizionato con il bordo superiore a non più di 80 cm dal pavimento e con uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 80 cm. 07.03.R03 Resistenza a manovre e sforzi d'uso

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Gli apparecchi sanitari e la rubinetteria devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo. Livello minimo della prestazione: In particolare tutte le parti in ottone o bronzo dei terminali di erogazione sottoposti a manovre e/o sforzi meccanici in genere devono essere protetti mediante processo galvanico di cromatura o procedimenti equivalenti (laccatura, zincatura, bagno galvanico ecc.) per eliminare l’incrudimento e migliorare le relative caratteristiche meccaniche, seguendo le prescrizioni riportate nelle specifiche norme UNI di riferimento. I rubinetti di erogazione, i miscelatori termostatici ed i terminali di erogazione in genere dotati di parti mobili utilizzate dagli utenti per usufruire dei relativi servizi igienici possono essere sottoposti a cicli di apertura/chiusura, realizzati secondo le modalità indicate dalle norme controllando al termine di tali prove il mantenimento dei livelli prestazionali richiesti dalla normativa. La pressione esercitata per azionare I rubinetti di erogazione, i miscelatori e le valvole non deve superare i 10 Nm.

08. IMPIANTO ELETTRICO

Il progetto dell’impianto elettrico ed impianti speciali per l’intervento in oggetto sarà realizzato con criteri di qualità ed innovazione tecnologica al fine di ottenere un sistema impiantistico sicuro e di massima flessibilità ed adattabilità nell’organizzazione spaziale e distributiva della struttura. Particolare attenzione sarà dedicata al tema della sostenibilità ambientale, privilegiando l’utilizzo di tecnologie volte al risparmio energetico. L’impianto elettrico e gli impianti speciali saranno quindi progettati in ottica di massima funzionalità e comfort, prevedendo l’installazione e l’automazione di tutte le utenze necessarie. L’esecuzione degli impianti dovrà avvenire a regola d’arte con utilizzo di materiale e componenti rispondenti alle vigenti normative. Gli impianti saranno progettati in conformità a quanto previsto dal D.M. 22 Gennaio 2008 n.37 “Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”, normativa CEI (Comitato Elettronico Italiano), norme, prescrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni emanate dagli enti agenti in campo nazionale-regionale-locale e le norme di buona tecnica. I lavori dovranno essere eseguiti impiegando materiali nuovi, di ottima qualità, posti in opera secondo la migliore tecnica. Si intendono compresi la fornitura dei materiali, le eventuali lavorazioni in officina, il trasporto in cantiere, il montaggio e posa in opera, la manovalanza tecnica in aiuto ai montatori, il collaudo e relative prestazioni di personale. L'Unità Tecnologica è composta dai seguenti Elementi Manutenibili:

- 08.01 Quadri elettrici di distribuzione - 08.02 Linee di alimentazione - 08.03 Prese e spine

REQUISITI E PRESTAZIONI 08.R01 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale Classe di Requisiti: Sicurezza d'intervento

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I componenti degli impianti elettrici capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.R02 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti elettrici devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall’art.7 del regolamento di attuazione della Legge 5.3.1990 n.46. 08.R03 Attitudine a limitare i rischi di incendio I componenti dell'impianto elettrico devono essere realizzati ed installati in modo da limitare i rischi di probabili incendi. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.R04 Impermeabilità ai liquidi I componenti degli impianti elettrici devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.R05 Isolamento elettrico Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.R06 Limitazione dei rischi di intervento Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.R07 Montabilità / Smontabilità Gli elementi costituenti l'impianto elettrico devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.R08 Resistenza meccanica Gli impianti elettrici devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI Le anomalie proprie di ogni apparecchiatura sono elencate nei manuali d’uso forniti dalle Ditte Costruttrici. Di seguito è riportato un elenco non esaustivo di alcune anomalie che sono più frequentemente riscontrabili nelle apparecchiature installate: - intervento delle protezioni sui quadri elettrici di bassa tensione, di piano e di locale; - cedimento meccanico del fissaggio degli apparecchi illuminanti; - mancata accensione di lampade degli apparecchi d'illuminazione normale; - mancata accensione di lampade degli apparecchi d'illuminazione di emergenza; avaria alle batterie; - apparecchi di comando rotti o non funzionanti; - prese a spina che si surriscaldono, o sfiammano, o sono visibilmente rotte;

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- rivelatore di fumo in avaria; - rivelatore di antintrusione in avaria; - terminale per impianto di comunicazione rotto. - allarme controllo isolamento. 08.01 Quadri elettrici di distribuzione I quadri elettrici hanno il compito di distribuire ai vari livelli dove sono installati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono supporti o carpenterie che servono a racchiudere le apparecchiature elettriche di comando e/o a preservare i circuiti elettrici. Possono essere del tipo a bassa tensione BT e a media tensione MT. Quadri a bassa tensione Le strutture più elementari sono centralini da incasso, in materiale termoplastico autoestinguente, con indice di protezione IP40, fori asolati e guida per l’assemblaggio degli interruttori e delle morsette. Questi centralini si installano all’interno delle abitazioni e possono essere anche a parete. Esistono, inoltre, centralini stagni in materiale termoplastico con grado di protezione IP55 adatti per officine e industrie. Quadri a media tensione Definite impropriamente quadri elettrici, si tratta delle cabine elettriche in muratura per il contenimento delle apparecchiature di MT. Le strutture prefabbricate a elementi componibili in cemento armato vibrato possono essere suddivise in: - cabine a elementi monolitici; - cabine a lastre e pilastri; - cabine a lastre con pilastro incorporate di altezza fino a 3 metri, con pareti interne senza sporgenza di pilastri e installazione su platea continua. REQUISITI E PRESTAZIONI 08.01.R01 Accessibilità I quadri e le cabine elettriche devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.01.R02 Identificabilità I quadri e le cabine elettriche devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 08.01.A01 Corto circuiti 08.01.A02 Difetti agli interruttori 08.01.A03 Difetti di taratura 08.01.A04 Disconnessione dell'alimentazione 08.01.A05 Interruzione dell'alimentazione principale 08.01.A06 Interruzione dell'alimentazione secondaria 08.01.A07 Surriscaldamento MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO

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08.01.I01 Lubrificazione ingranaggi e contatti Cadenza: ogni 12 mesi Lubrificare con vaselina pura i contatti, le pinze e le lame dei sezionatori di linea, gli interruttori di manovra, i sezionatori di messa a terra. Lubrificare con olio grafitato tutti gli ingranaggi e gli apparecchi di manovra. 08.01.I02 Pulizia generale Cadenza: ogni 12 mesi Pulizia generale degli interruttori di manovra, dei sezionatori di messa a terra, delle lame e delle pinze dei sezionatori di linea. 08.02 Linee di alimentazione Le "canalette" sono tra gli elementi più semplici per il passaggio dei cavi elettrici. Le canalizzazioni dell'impianto elettrico sono generalmente realizzate in PVC e devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle norme CEI; dovranno essere dotati di marchio di qualità o certificati secondo le disposizioni di legge. REQUISITI E PRESTAZIONI 08.02.R01 Resistenza al fuoco Le canalizzazioni degli impianti elettrici suscettibili di essere sottoposti all’azione del fuoco devono essere classificati secondo quanto previsto dalla normativa vigente; la resistenza al fuoco deve essere documentata da “marchio di conformità” o “dichiarazione di conformità”. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 08.02.R02 Stabilità chimico reattiva Le canalizzazioni degli impianti elettrici devono essere realizzate con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Livello minimo della prestazione: Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. Cadenza: quando occorre Ripristinare il previsto grado di protezione che non deve mai essere inferiore a quello previsto dalla normativa vigente. 08.03 Prese e spine Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette). REQUISITI E PRESTAZIONI 08.03.R01 Comodità di uso e manovra Le prese e spine devono essere realizzate con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. Livello minimo della prestazione: In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).

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ANOMALIE RISCONTRABILI 08.03.A01 Corto circuiti 08.03.A02 Difetti agli interruttori 08.03.A03 Difetti di taratura 08.03.A04 Disconnessione dell'alimentazione 08.03.A05 Surriscaldamento MANUTENZIONI ESEGUIBILI DA PERSONALE SPECIALIZZATO 08.03.I01 Sostituzioni Cadenza: quando occorre Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti di prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando.

09. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ORDINARIA

L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. REQUISITI E PRESTAZIONI 09.R01 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso I componenti degli impianti di illuminazione devono essere montati in modo da controllare il flusso luminoso emesso al fine di evitare che i fasci luminosi possano colpire direttamente gli apparati visivi delle persone. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale I componenti degli impianti di illuminazione capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R03 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall’art.7 del regolamento di attuazione della legge 5.3.1990 n.46. 09.R04 Accessibilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R05 Assenza di emissioni di sostanze nocive Gli elementi degli impianti di illuminazione devono limitare la emissione di sostanze inquinanti o comunque nocive alla salute degli utenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

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09.R06 Comodità di uso e manovra Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi). 09.R07 Efficienza luminosa I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R08 Identificabilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R09 Impermeabilità ai liquidi I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R10 Isolamento elettrico Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R11 Limitazione dei rischi di intervento Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose. 09.R12 Montabilità / Smontabilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R13 Regolabilità I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori specializzati. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R14 Resistenza meccanica Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 09.R15 Stabilità chimico reattiva L'impianto di illuminazione deve essere realizzato con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto.

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ANOMALIE RISCONTRABILI 09.A01 Abbassamento livello di illuminazione 09.A02 Avarie 09.A03 Difetti agli interruttori

10. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

L’illuminazione di sicurezza dovrà garantire l’illuminazione delle vie di esodo e la segnalazione delle uscite di sicurezza per il tempo necessario a consentire l’evacuazione di tutte le persone che si trovano nel complesso. Le lampade saranno installate in posizione opportuna ed in corrispondenza delle vie di esodo. L’illuminazione di emergenza sarà assolta con l’installazione di corpi illuminanti aventi lampada fluorescente da 24W oppure con lampade equivalenti a tecnologia Led. REQUISITI E PRESTAZIONI 10.R01 (Attitudine al) controllo del flusso luminoso I componenti degli impianti di illuminazione devono essere montati in modo da controllare il flusso luminoso emesso al fine di evitare che i fasci luminosi possano colpire direttamente gli apparati visivi delle persone. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R02 (Attitudine al) controllo della condensazione interstiziale I componenti degli impianti di illuminazione capaci di condurre elettricità devono essere in grado di evitare la formazione di acqua di condensa per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazioni per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R03 (Attitudine al) controllo delle dispersioni elettriche Per evitare qualsiasi pericolo di folgorazione alle persone, causato da un contatto diretto, i componenti degli impianti di illuminazione devono essere dotati di collegamenti equipotenziali con l’impianto di terra dell’edificio. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto e nell’ambito della dichiarazione di conformità prevista dall’art.7 del regolamento di attuazione della legge 5.3.1990 n.46. 10.R04 Accessibilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente accessibili per consentire un facile utilizzo sia nel normale funzionamento sia in caso di guasti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R05 Assenza di emissioni di sostanze nocive Gli elementi degli impianti di illuminazione devono limitare la emissione di sostanze inquinanti o comunque nocive alla salute degli utenti. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R06 Comodità di uso e manovra Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali e componenti aventi caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità. In particolare l’altezza di installazione dal piano di calpestio dei componenti deve essere compresa fra 0.40 e 1.40 m, ad eccezione di quei componenti il cui azionamento avviene mediante comando a distanza (ad. es. telecomando a raggi infrarossi).

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52 RICA (Rigenerare comunità e abitare) verso Human Technopole NO.5.9.L COMUNE DI VANZAGO - REALIZZAZIONE DI UN COMMUNITY HUB/#OP CAFE’ PRESSO I LOCALI AL PIANO TERRA DELL’ALA LATERALE DI PALAZZO CALDERARA Progetto: caravatti_caravatti architetti Piazza San Paolo 4 Monza MB 20900 Italia T + 39 039 327425 www.caravatti.it arch. emilio caravatti, arch. elena verri

10.R07 Efficienza luminosa I componenti che sviluppano un flusso luminoso devono garantire una efficienza luminosa non inferiore a quella stabilita dai costruttori delle lampade. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R08 Identificabilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere facilmente identificabili per consentire un facile utilizzo. Deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori nonché le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R09 Impermeabilità ai liquidi I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di evitare il passaggio di fluidi liquidi per evitare alle persone qualsiasi pericolo di folgorazione per contatto diretto secondo quanto prescritto dalla normativa. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R10 Isolamento elettrico Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di resistere al passaggio di cariche elettriche senza perdere le proprie caratteristiche. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R11 Limitazione dei rischi di intervento Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere in grado di consentire ispezioni, manutenzioni e sostituzioni in modo agevole ed in ogni caso senza arrecare danno a persone o cose. 10.R12 Montabilità / Smontabilità Gli elementi costituenti l'impianto di illuminazione devono essere atti a consentire la collocazione in opera di altri elementi in caso di necessità. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R13 Regolabilità I componenti degli impianti di illuminazione devono essere in grado di consentire adeguamenti funzionali da parte di operatori specializzati. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R14 Resistenza meccanica Gli impianti di illuminazione devono essere realizzati con materiali in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. 10.R15 Stabilità chimico reattiva L'impianto di illuminazione deve essere realizzato con materiali in grado di mantenere inalterate nel tempo le proprie caratteristiche chimico-fisiche. Devono essere rispettati i livelli previsti in sede di progetto. ANOMALIE RISCONTRABILI 10.A01 Abbassamento livello di illuminazione 10.A02 Avarie 10.A03 Difetti agli interruttori

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11. IMPIANTO DI MESSA A TERRA

L'impianto di messa a terra ha la funzione di collegare determinati punti elettricamente definiti con un conduttore a potenziale nullo. E’ il sistema migliore per evitare gli infortuni dovuti a contatti indiretti, ossia contatti con parti metalliche in tensione a causa di mancanza di isolamento o altro. L’impianto di terra deve essere unico e deve collegare le masse di protezione e quelle di funzionamento, inclusi i centri stella dei trasformatori per i sistemi TN, gli eventuali scaricatori e le discese contro le scariche atmosferiche ed elettrostatiche. Lo scopo è quello di ridurre allo stesso potenziale, attraverso i dispersori e i conduttori di collegamento, le parti metalliche dell’impianto e il terreno circostante. Per il collegamento alla rete di terra è possibile utilizzare, oltre ai dispersori ed ai loro accessori, i ferri dei plinti di fondazione. L’impianto di terra è generalmente composto da collettore di terra, i conduttori equipotenziali, il conduttore di protezione principale e quelli che raccordano i singoli impianti. I collegamenti devono essere sconnettibili e il morsetto principale deve avere il contrassegno di terra. L’impianto di messa a terra sarà realizzato allacciandosi all’impianto di messa a terra generale esistente dell’intero immobile. Il collegamento dovrà essere effettuato con corda unipolare giallo-verde di adeguata sezione. L’impianto di messa a terra si attesterà al nodo equipotenziale generale posizionato in corrispondenza del quadro elettrico generale. Ogni utilizzatore installato deve essere raggiunto e collegato al conduttore di protezione il quale deve fare capo al nodo equipotenziale di terra dell’unità immobiliare. REQUISITI E PRESTAZIONI 11.R01 Resistenza meccanica Gli elementi ed i materiali dell'impianto di messa a terra devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture. I dispersori per la presa di terra devono garantire, per il complesso delle derivazioni a terra, una resistenza non superiore a 20 A per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V. Per tensioni superiori e per le cabine ed officine il dispersore deve presentare quella minore resistenza e sicurezza adeguata alle caratteristiche dell'impianto.

il progettista

arch. Emilio Caravatti

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