Piano di Emergenza - SoGENUS Spa – Raccolta Trasporto ... piano emergenza.pdf · Emergenza...
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Piano di EMERGENZA
PEM REV. 7 DEL 02/02/2015 Pag. 1 di 36
Piano di Emergenza
N° Rev.
del motivo
1 2 3 4 5 6 6/2/14 Adeguamento per dismissione impianti compost e Riccoboni e rinuncia SA8000 7 7/2/15 Presa in carico Oss. da riscontro emergenza ambientale del 30/1/15 dispersione plastica causa tromba d’aria vedi pt.30 9 10
SOMMARIO 1. Premessa 3 2. Formazione e post gestione dell'emergenza 3 3. Identificazione dello stato di emergenza e scenari incidentali 4 4. Luoghi maggiormente a rischio nell’azienda - punti critici 4 5. Struttura organizzativa e n° tel. dell’emergenza 5 6. Organizzazione delle emergenze 6 6.1. Schema generale di allertamento 6 6.2. Comportamenti degli addetti all'emergenza 7 7. Fine dell’emergenza 8 7.1. Allertamento autorità esterne le parole da dire 9 8. Avviso di evacuazione procedura di evacuazione 10 9. Allegato CPI in vigore e dotazione minima attrezzature 11 10. Sistemi di comunicazione e metodi di allarme presenti 11 11. Eventi incidentali 12 11.1. Primo soccorso - emergenza medica 12 12. Norme comuni in caso di incendio 13 13. Ruolo della squadra emergenza incendio 13 14. Norme di comportamento per il personale interno 13 15. Norme di comportamento per contenere l'incendio 14
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16. Tipologie di incendio e limiti dei mezzi/sostanze antincendio 15 17. Impiego degli estintori 16 17.1. Spegnimenti di un liquido infiammabile 16 17.2. Spegnimenti di un combustibili solidi 16 18. Tipologie di emergenze incendio 17 18.1. Incendio di materiali all’interno della discarica 17 18.2. Incendio di materiali all’interno del mezzo di trasporto 17 18.3. Incendio di gasolio contenuto nel serbatoio dei mezzi 17 18.4. Incendio per guasti elettrici nelle cabine o nei quadri 18 18.5. Incendio fusti di olio 18 18.6. Incendio del serbatoio di G.P.L. 18 18.7. Incendio in area stoccaggio 19 18.8. Incendio impianto “Marcopolo” - energia elettrica da biogas 19 19. Procedura di emergenza in caso di esplosione 19 20. Presidio del focolaio spento 20 21. Procedura di emergenza in caso di rilascio di sostanze pericolose solide, liquide, gasose 20 22. Dispersione di liquidi 20 23. Emergenza terremoto 20 24. Inondazioni, trombe d’aria 21 25. Procedura di emergenza conseguente attentati 21 26. Emergenza radioattività 21 27. Sversamento di percolato 21 28. Sversamenti di olio e gasolio rifiuti solidi 22 29. Intensa e prolungata produzione di odori molesti 22 30. Emergenza ambientale provocata dal vento 22
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1. Premessa
Il piano di emergenza e di evacuazione rappresenta la raccolta delle informazioni e delle disposizioni necessarie all’attuazione delle attività in caso di EMERGENZA.
Il piano è rivolto al personale interno e a tutti coloro che accedono in discarica a qualsiasi titolo e fornisce indicazioni e procedure sul comportamento e sulle azioni corrette da effettuare
Scopo del piano di emergenza e di evacuazione è ridurre le conseguenze di un incidente, mediante il razionale impiego di risorse umane e materiali. Lo stesso piano contiene una chiara e semplice indicazione sulle modalità delle operazioni di evacuazione e di pronto intervento in situazioni di pericolo.
Gli Obiettivi del piano sono: aiutare e soccorrere le persone garantire la sicurezza dei soccorritori evitare nuovi infortuni limitare i danni alle cose ed all’ambiente controllare l’evento, rimuovere la causa collaborare con i soccorsi esterni conservare la registrazione dei fatti ridurre il rischio
La predisposizione di un piano di emergenza, evacuazione e primo soccorso si basa su una approfondita conoscenza dei rischi presenti all’interno della discarica SO.GE.NU.S. Infatti solo conoscendo il rischio e la sua evoluzione è possibile predisporre quelle procedure di intervento atte a consentire un corretto svolgimento delle operazioni e avere successo sull’emergenza. La conoscenza dei luoghi, delle eventuali vie di fuga, dei rischi e della evoluzioni di possibili emergenze ed una corretta procedura di intervento sono la base indispensabile per la gestione dell’emergenza.
Gli schemi riportati nel Piano di Emergenza son gestiti da allegato schema allertamento piano emergenza
2. Formazione e post gestione dell'emergenza
I RSGI provvedono a formare il personale sulla corretta applicazione del PIANO DELLE EMERGENZE definendo le necessarie attività nel PRO 04 M 06 Piano di Addestramento. In relazione alle competenze indicate nel individuate nell’PRO 04 M 01- Organigramma Funzionale Aziendale Nominativo.
I RSGI verificano alla chiusura dell’emergenza, le cause della stessa provvedono inoltre alla registrazione dell’evento nella apposita modulistica prevista dalla PRO 14 Gestione Non Conformità gestendo il trattamento delle eventuali NC correlate e l’attuazione della azioni pianificate, nonché l’efficacia dei provvedimenti adottati ed integrano il PEM per getsire eventuali situazioni di emergenza che non fossero descritte in presente procedura.
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3. Identificazione dello stato di emergenza e scenari incidentali
Si definisce emergenza ogni scostamento dalle normali condizioni operative, tale che si possano determinare condizioni di
danno alle cose e agli uomini e all'ambiente. L’identificazione dell’emergenza ha lo scopo di attivare le risorse adeguate alla gravità dell’evento stesso al fine di prendere
tempestivamente le decisioni da adottare (ad es. interpellare immediatamente le autorità esterne). Nella discarica della SO.GE.NU.S. vengono ritenuti verosimili i seguenti scenari:
Incidenti - mancati incidenti (inclusi gli infortuni) Rilascio di sostanze pericolose sul terreno, nelle acque, in atmosfera Incendi / Esplosioni
A questi eventi si possono associare altri quali: Eventi naturali (terremoti, inondazioni, ecc) Attentati
Incidenti minori : Dal punto di vista operativo l’incidente di livello 1 corrisponde a
tutte quelle situazioni incidentali che possono essere agevolmente affrontate dalle persone presenti all’interno degli impianti e degli uffici Sogenus, i cui effetti sono sicuramente sempre contenuti nell’ambito dell’area interessata e/o dei soggetti coinvolti.
CONTROLLABILE Incidenti medi : L’incidente di livello 2 è relativo a tutte quelle situazioni che
comportano l’intervento delle squadre di emergenza e possono richiedere di allertare i Soccorsi esterni, in quanto le risorse interne potrebbero non essere in grado di fronteggiare la situazione di emergenza verificatasi.
Incidenti gravi : L’incidente di livello 3 è relativo a tutte quelle situazioni di
emergenza che provocano feriti gravi o decessi o per i quali si possono presumere ripercussioni all’esterno che potrebbero suggerire, agli organi competenti, l’evacuazione degli impianti e degli uffici Sogenus e delle realtà abitative limitrofe. In questo caso oltre ai VVF, per il loro intervento, potrà essere richiesto di allertare anche altri Enti
NON CONTROLLABILE
4. Luoghi maggiormente a rischio nell’azienda - punti critici
I punti dove risultano maggiormente probabili eventi incidentali sono così localizzati:
Impianti e reparti di produzione Depositi Movimentazione e stoccaggio rifiuti Oli lubrificanti Impianto di produzione di energia elettrica da biogas
Serbatoi di stoccaggio gasoli
Cabina elettrica Serbatoio di stoccaggio GPL
Per quanto riguarda le principali emergenze individuate nell’analisi di rischio sono riportate in apposite schede allegate al presente piano le modalità di intervento.
Livello 3
Livello 1
Livello 2
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5. Struttura organizzativa e n° tel. dell’emergenza
La creazione di una struttura organizzativa di emergenza semplice e lineare è fondamentale affinché qualsiasi evento incidentale possa essere affrontato in maniera adeguata ed immediata, in quanto individua ruoli e compiti delle persone incaricate al piano.
In linea con questa filosofia, di seguito viene riportata la struttura organizzativa predisposta per affrontare qualsiasi emergenza. La scelta di procedere all’evacuazione della discarica è responsabilità del coordinatore dell’emergenza che, in base al tipo di
evento, può stabilire modi e tempi di evacuazione. In questo caso le persone incaricate dell’evacuazione dovranno procedere all’allontanamento delle persone presenti, seguendo le
indicazioni del coordinatore. Vedi in dettaglio AREA SICUREZZA dell'organigramma PRO 04 M 01- Organigramma Funzionale Aziendale Nominativo.
Chiunque dovesse rilevare una situazione capace, a suo avviso, di evolvere in evento incidentale (infortunio, incendio, rilascio di prodotti, “oggetti sospetti” etc.) deve immediatamente dare l’allarme al responsabile dell’emergenza indicando:
* proprio nome e cognome,
* l’ubicazione dell’evento o il luogo dove è presente il potenziale evento incidentale,
* il tipo e le dimensioni dell’evento stesso,
* il coinvolgimento di altre persone (se ci sono feriti).
ELENCO DELLE PERSONE INTERESSATE ALL’EMERGENZA E NUMERI TELEFONICI
Cognome NomePosizione di
lavoroMobile Fisso
R. Medio Cerioni PietroCOORDINATORE
Capo servizio33583897550731 793418 8
0731 781052
R. Medio Verdolini Moreno Vice coordinatore 335 5273064 0731 703385R. Medio Valentini Baldino Gestione discarica 335 8751949 0731 780377R. Medio Ciattaglia Andrea Ex-Resp. Compost 335 5870106 0731 208451R. Medio Cerioni Andrea Operat. qualificato 3337753004 338 7643075R. Medio Petrellini Giuliano Operat. Qualificato 3337752957 0731 86466R. basso Gresti Andrea Impiegato 335 375290 0731 703418R. basso Santelli Giorgio Impiegato 3381942175 0731 703418
Cognome NomePosizione di
lavoroMobile Fisso
R. basso Giaccaglia Stefano Uffici Via Petrarca 9-19 3298230705 0731 703418R. basso Piermartini Franco Uffici Via Petrarca 9-19 3351375593 0731 703418
EMERGENZA PRIMO SOCCORSO e INCENDIO
EMERGENZA PRIMO SOCCORSO e INCENDIO UFFICI VIA PETRARCA 9-19
IMPIANTO VIA CORNACCHIA 12
File di stampa dell’Elenco e nominativo Squadre EMERGENZA in /../..utility/rubrica
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6. Organizzazione delle emergenze
6.1. Schema generale di allertamento
Di seguito si riporta lo schema generale di allertamento da utilizzare nel caso di un’emergenza. Questo schema fornisce l’indicazione del flusso di informazioni che il coordinatore dell’emergenza deve utilizzare per attivare il piano di emergenza.
SINO
EMS118
Vigili del Fuoco 115
tipologia Ambiente CONTROLLABILE
tipologia sanitaria CONTROLLABILE
SI NO
OK
OK
PER IL DETTAGLIO DEL PERSONALE VEDIPRO 04 M 01 Organigramma Funzionale Aziendale Nominativo
intervento contenimento
evacuazione parziale o totale
addetti Sogenus alle emergenze si rendono a
disposizione delle autorità esterne
addetti alla gestione delle emergenze di
TUTTE le aree
non controllabilecontrollabile
KO
KO autorita' esterne
risoluzione
squadra di intervento
COORDINATOREO SUO SOSTITUTO
valutazione entità
Livello 1 Livello 2 Livello 3
1 1
SERVIZIO ANTINCENDIO ED EMERGENZA SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
fine emergenza
Dipendenti / Esterniindividuazione situazione di allarme
2 2
11
(origine della figura “allegato schema allertamento piano emergenza”)
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6.2. Comportamenti degli addetti all'emergenza
MANTENERE LA CALMA, LE EMERGENZE SONO DI DUE TIPI:
SANITARIE o AMBIENTALI ed hanno TRE GRADI DI GRAVITÀ
(Livello 1 e/o 2) CONTROLLABILE (Livello 3) NON CONTROLLABILE
Lievi ferite, Persona senza coscienza o gravemente ferita, lievi malori senza perdita di coscienza grossi incendi o sversamenti
piccolo focolaio di incendio, piccoli sversamenti crolli che preludono aggravamenti
PRESUPPONGONO DUE ATTEGGIAMENTI DIVERSI
Attivare prima il Coordinatore aziendale che valuterà se chiamare l'Ente esterno
ATTIVARE PRIMA l'ENTE ESTERNO poi il Coordinatore aziendale
LANCIARE L'ALLARME, INTERVENIRE SOLE SE LA SCENA E' SICURA E SE IN GRADO SOLO CON LE ATTREZZATURE DISPONIBILI SUL LUOGO DELL'EVENTO; ALTRIMENTI ASPETTARE LA SQUADRA D'EMERGENZA E TENERE SOTTO OSSERVAZIONE LA SITUAZIONE
IN ORARIO DI LAVORO
IL COORDINATORE o suo sostituto (Capo Squadra) Ricevuta la segnalazione di allarme si reca immediatamente sul luogo dell’emergenza Coordina il flusso delle informazioni(Accettazione, ditte coinsediate, addetti emergenza, soccorsi) stabilisce le procedure da applicare in relazione allo scenario da ordine agli addetti alle emergenze e ne verifica le comunicazioni di ritorno Dichiara lo stato di fine emergenza redige il rapporto sull'avvenuta emergenza
In relazione alle procedure da applicare ORDINA AGLI ADDETTI DI:
dare corso alle operazioni del caso spegnimento e/o contenimento delle sostanze o di Primo soccorso prendere il defibrillatore e la cassetta di primo soccorso. ispezionare eventuali altri locali che potrebbero essere coinvolti dall'emergenza. chiudere eventuali rubinetti dell’impianto gas o disattivare gli impianti elettromeccanici. evacuare gli ambienti di lavoro richiedere l’intervento dei soccorritori (vedi Allertamento autorità esterne LE PAROLE DA DIRE)
GLI ADDETTI ALLE EMERGENZE DEVONO collaborare con il Coordinatore dando comunicazione di ritorno dei risultati evitano di chiamare il centralino se non indispensabile
ADDETTO ALLA SORVEGLIANZA POSTO ALL’INGRESSO ESTERNO (ACCETTAZIONE) chiama gli addetti alle emergenze informandoli dello stato dei fatti effettua chiamate degli enti esterni di soccorso se disposta dal coordinatore provvede ad aprire il
cancello (qualora chiuso) per far accedere i mezzi di soccorso; smista le telefonate interne ed esterne, provvedendo ad effettuare il filtro su quelle esterne;
incarica i colleghi di: Tenere libera la zona di ingresso per consentire l'accesso dei soccorritori. accompagnare sul posto le squadre esterne di emergenza; disporre sulla strada di accesso alla discarica i cartelli predisposti vicino al cancello (solo in caso di
chiamata dei soccorsi o di evacuazione), affinché chiunque percorra la strada si avvisato della possibilità di trovare code e procedere quindi con cautela.
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NORME DI COMPORTAMENTO GENERALE PER I DIPENDENTI
Qualora è un dipendente dell’azienda ad individuare l’emergenza dovrà segnalare rispettando la gravità dell'evento (Livello 1 e/o 2) CONTROLLABILE (Livello 3) NON CONTROLLABILE
Lievi ferite, Persona senza coscienza o gravemente ferita,lievi malori senza perdita di coscienza grossi incendi o sversamenti
piccolo focolaio di incendio, piccoli sversamenti crolli che preludono aggravamenti In questo caso dopo aver dato avviso della situazione a rischio, solo se in grado e solo per livello 1 e/o 2, valuterà se
intervenire, , con le attrezzature disponibili sul luogo dell’evento. Dovrà inoltre: Interrompere le attività lavorative (eccetto avviso contrario del coordinatore dell’emergenza). Mantenere la calma e seguire le indicazioni dei soccorritori e del Coordinatore Tralasciare il recupero degli oggetti personali o ingombranti Tutto il personale non interessato all’emergenza e non è addetto all'emergenza si reca nei punti di raccolta
e luoghi sicuri Interrompere tutte le comunicazioni telefoniche in atto.
NORME PER IL PERSONALE DI IMPRESE ESTERNE E VISITATORI
Qualora sia il personale di imprese esterne o visitatori ad individuare una emergenza deve: * Segnalare immediatamente ad un dipendente SOGENUS eventuali situazioni di emergenza, in
assenza chiama i seguenti numeri: 335 83 89 755 - 0731 70 34 18 8
* Allontanarsi dall’area interessata. * seguire scrupolosamente le istruzioni che verranno impartite dal personale Sogenus addetto
all’emergenza mantenendo la massima calma e disciplina, recandosi, secondo le indicazioni impartite, al punto di raccolta più vicino segnalato dalla cartellonistica.
* Attività fuori dal normale orario di lavoro (notturno e festivo)
* La SO.GE.NUS., al fine di garantire maggiori controlli, ha istituito, oltre il servizio di vigilanza esterno, un Servizio di
reperibilità dotando il personale interno di vigilanza di un cellulare unico: 335 8389603. * Il reperibile provvederà a recarsi sul posto e, in relazione al tipo e gravità dell’emergenza, dovrà provvedere a
chiamare il coordinatore dell’emergenza e il personale addetto al piano di emergenza. Successivamente, se autorizzato dal coordinatore, a chiamare le Autorità esterne.
* In caso di irreperibilità dei soggetti allertati, l’addetto alla vigilanza autonomamente valuterà di allertare le Autorità esterne.
* All’arrivo, il coordinatore stabilirà il comportamento da adottare, seguendo lo stesso ordine cronologico riportato durante il normale orario di lavoro.
7. Fine dell’emergenza
Sentiti gli eventuali soccorritori e verificate le condizioni di sicurezza del sito il Coordinatore dichiara la fine dell'Emergenza:
ordina e verifica la riattivazione degli impianti ordina e verifica il rientro nei posti di lavoro (tramite gli addetti) incarica il resp. della manutenzione impianti di ripristinare i presidi di emergenza eventualmente utilizzati redige la reazione di emergenza
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7.1. Allertamento autorità esterne le parole da dire
La necessità di allertare gli Enti Esterni è caratterizzata da una fase di stress ma
È NECESSARIO ESSERE PRECISI NEL SEGNALARE L'EMERGENZA SIA PER QUANTO RIGUARDA IL LUOGO PRECISO, SIA PER QUANTO RIGUARDA LA TIPOLOGIA ED I DANNI A COSE E PERSONE :
Sono ................ segnalo la situazione di Emergenza presso la SOGENUS SPA - MOIE DI MAIOLATI SPONTINI SPECIFICARE SE: Via CORNACCHIA 12 oppure Via PETRARCA 9-19
DESCRIVERE L'ACCADUTO - N° DI FERITI - TIPOLOGIA - n° DI DECEDUTI PERSONE SENZA COSCIENZA STIAMO ATTIVANDO IL DEFIBRILLATORE PAD ALTRO - TIPOLOGIA - N° DI TELEFONO DI CHI EFFETTUA LA CHIAMATA
n° FISSO È 0731 703418 INTERNO 8 n° del TUO CELLULARE È ___________________
PER RAGGIUNGERE Via CORNACCHIA 12 DA SUPERSTRADA FABRIANO <-> ANCONA USCITA CASTELBELLINO ALLA FINE DELLA RAMPA A SINISTRA, ATTRAVERSARE DRITTO LA PRIMA ROTATORIA, ALLA SECONDA ROTATORIA PRENDERE SECONDA USCITA A DESTRA DIREZIONE MONTECAROTTO, PRIMA TRAVERSA A DESTRA, IN CIMA ALLA SALITA PRIMA TRAVERSA A SINISTRA INGRESSO DISCARICA. DA JESI, STRADA PROVINCIALE, PASSATO SCORCELLETTI ALLA ROTATORIA PRIMA USCITA A DESTRA DIREZIONE MONTECAROTTO, PRIMA TRAVERSA A DESTRA IN CIMA ALLA SALITA A SINISTRA INGRESSO DISCARICA. DA CASTELPLANIO, STRADA PROVINCIALE DIREZIONE JESI, ATTRAVERSARE TUTTA MOIE, ALLA ROTATORIA DI VIA CLEMENTINA NORD, TERZA USCITA A DESTRA DIREZIONE MONTECAROTTO, PRIMA TRAVERSA A DESTRA, IN CIMA ALLA SALITA PRIMA TRAVERSA A SINISTRA INGRESSO DISCARICA.
PER RAGGIUNGERE Via PETRARCA 5-7-9
DA SUPERSTRADA FABRIANO <-> ANCONA USCITA CASTELBELLINO ALLA FINE DELLA RAMPA A SINISTRA, ATTRAVERSARE DRITTO LA PRIMA ROTATORIA, ALLA SECONDA ROTATORIA PRENDERE TERZA USCITA A DESTRA DIREZIONE FABRIANO, DOPO IL SECONDO SEMAFORO ALL'ALTEZZA DOTTORI MODA TRAVERSA A DESTRA VIA TULLIO CECCACCI, TERZA TRAVERSA A SINISTRA PALAZZO A SINISTRA DA JESI, STRADA PROVINCIALE, DIREZIONE FABRIANO PASSATO SCORCELLETTI ALLA ROTATORIA SECONDA USCITA A DESTRA, DOPO IL SECONDO SEMAFORO ALL'ALTEZZA DOTTORI MODA TRAVERSA A DESTRA VIA TULLIO CECCACCI, TERZA TRAVERSA A SINISTRA PALAZZO A SINISTRA
DA CASTELPLANIO, STRADA PROVINCIALE DIREZIONE JESI, DOPO IL BIVIO PER MONTECAROTTO E DOPO IL BIVIO PER SUPERSTRADA, 300 MT A SINISTRA ALL'ALTEZZA DI DOTTORI MODA VIA TULLIO CECCACCI, TERZA TRAVERSA A SINISTRA PALAZZO A SINISTRA
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8. Avviso di evacuazione procedura di evacuazione
Il Coordinatore dell’emergenza decide di lanciare l'avviso di evacuazione con lo scopo di allontanare le persone non necessarie dall’area dell’emergenza per evitare che possano essere coinvolte in situazioni incidentali, o in caso di evoluzione pericolosa, dell’evento incidentale. Gli addetti all'emergenza fanno una ricognizione dell'impianto al fine di verificare che tutto il personale dipendente, esterni e visitatori venga avvisato dell'evacuazione e condotto fuori dell'impianto
NORME COMUNI A TUTTO IL PERSONALE:
Il personale che evacua deve: * Allontanarsi dall’area interessata ordinatamente e con calma senza creare confusione; * seguire scrupolosamente le istruzioni che verranno impartite dal personale Sogenus addetto all’emergenza
mantenendo la massima calma e disciplina, recandosi, secondo le indicazioni impartite, al punto di raccolta più vicino segnalato dalla cartellonistica.
* non allontanarsi dal luogo di raduno prima della propria identificazione al fine di evitare inutili ricerche di dispersi
Gli AUTISTI ESTERNI dovranno: terminare le operazioni in corso, avviare il mezzo ed allontanarsi dal luogo di carico/scarico portandosi verso l'uscita,
preoccupandosi di non intralciare l'arrivo dei soccorsi e non percorrere sensi vietati alla marcia; qualora, su disposizione dei responsabili dell'azienda o in caso di impossibilità di spostare il mezzo, l'autista dovrà lasciare
la chiave nel cruscotto e recarsi in uno dei punti di ritrovo più vicini, prima dì allontanarsi senza il mezzo, verificare che lo stesso sia lasciato in condizioni di sicurezza, senza quindi essere
fonte di ulteriore emergenza.
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9. Allegato CPI in vigore e dotazione minima attrezzature
CPI IN VIGORE
Per una corretta applicazione del Piano occorre conoscere le caratteristiche costruttive della discarica. Di seguito sono riportate, su planimetrie, affisse nei punti principali della discarica stessa, la posizione delle attrezzature antincendio di seguito riportate nella planimetria generale e soprattutto la posizione dei punti di raccolta dove fare confluire i dipendenti e i clienti e visitatori in caso di emergenza.
\\Sbs2003\franco\SI\00001 NEW SGI\ARCHIVIO\AMBIENTALI\PLANIMETRIA
10. Sistemi di comunicazione e metodi di allarme presenti
Sistemi di comunicazione interni o esterni presenti Metodi di allarme esistenti Telefoni Rilevatori di fumo Sirene di tipo elettrico (obbligatorio) Rilevatori di incendio Sirene collegate ai rilevatori Avvisatori luminosi Avvisatori acustici collegati al telefono Pulsanti di allarme
oltre ai punti di raccolta, tutte le zone di discarica esaurite e ricoperte SONO ZONE SICURE
INGRESSO
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ISTRUZIONI
11. Eventi incidentali
11.1. Primo soccorso - emergenza medica
In caso di emergenza sanitaria il Capo squadra incarica un membro di portare con se defibrillatore e la cassetta di primo soccorso sul luogo dell'emergenza, anche se non è stato richiesto.
Alcuni componenti della squadra, una volta giunti sul luogo dell’emergenza, se già informati e formati per l’emergenza di
primo soccorso, provvederanno a soccorrere i feriti e se del caso a “trasportarli” in area sicura.
Le emergenze mediche con infortuni seri possono essere causate da eventi quali: incendi, spandimento di sostanze, cadute di strutture o apparecchiature, scontri tra veicoli, cadute dalle scale, asfissia, etc.
La procedura si applica sia nel normale orario di lavoro che al di fuori.
In caso quindi di segnalazione di evento incidentale che può determinare il coinvolgimento di persone, il coordinatore provvederà a: - Valutare la gravità delle persone coinvolte: - Nel caso l’entità dell’infortunio sia lieve e l’infortunato può essere trasportato organizzerà l’intervento di primo soccorso
ed il trasporto al più vicino primo soccorso - Se la gravità è tale da suggerire l’inamovibilità dell’infortunato provvede a richiedere l’intervento del 118; - lo spostamento dei feriti gravi può essere unicamente effettuato solo nel caso di imminente pericolo di vita determinato
dal restare nelle vicinanze della scena dell’incidente (incendio, del locale o del luogo, presenza di gas tossici ecc.; - in caso di elevato numero di feriti, il coordinatore comunica immediatamente al 118 sia la richiesta di intervento che la
valutazione dl numero di feriti ed una stima della gravità e della tipologia di danno (VEDI PUNTO 7.1 pag.9 - 7.3. Allertamento autorità esterne LE PAROLE DA DIRE );
si ricorda che personale non formato all'emergenza primo soccorso non deve intervenire con azioni di cui non è in grado di valutare gli esiti (es: trascinare una persona senza aver verificato la possibilità di lesioni alla spina dorsale può causare in via definitiva la paralisi) (a titolo informativo alla fine del documento è riportato un documento sul Basic Life Support (in italiano supporto di base alle funzioni vitali) noto anche con l'acronimo BLS)
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12. Norme comuni in caso di incendio
Il rischio principale di un incendio non sempre è il fuoco, ma il fumo che si produce in quanto generatore di sostanze tossiche che possono causare fenomeni di asfissia.
La gestione dell'emergenza incendio ha lo scopo di fra confluire tutti in LUOGO SICURO. I LUOGHI SICURI SONO INDIVIDUATI CON CARTELLONISTICA ADEGUATA IN AREE APERTE La conformazione della Sogenus NON riveste particolari condizioni di rischio INCENDIO in quanto fatta eccezione
degli uffici NON SONO PRESENTI LUOGHI CHIUSI CON AFFOLLAMENTO DI PERSONE
13. Ruolo della squadra emergenza incendio
allegato schema allertamento piano emergenza
14. Norme di comportamento per il personale interno
In caso di segnalazione della presenza di un incendio il personale presente dovrà: recarsi immediatamente presso il proprio posto di lavoro; non utilizzare i telefoni della SO.GE.NU.S.; interrompere qualsiasi comunicazione telefonica; non interferire con le procedure di intervento; non ostacolare il passaggio del personale addetto all’emergenza; non utilizzare attrezzature di emergenza se non espressamente richiesto dal coordinatore; allontanarsi VERSO I PUNTO DI RACCOLTA più vicino, solo dopo indicazione del coordinatore.
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15. Norme di comportamento per contenere l'incendio
In presenza di un incendio è importante rispettare alcune regole fondamentali:
allontanare tutte le sostanze combustibili in prossimità dell’incendio; non aprire porte o finestre per non alimentare con nuovo ossigeno l’incendio stesso; in presenza dei fumi dell’incendio, che tendono a disporsi nella parte alta della sala e’ consigliabile
allontanarsi muovendosi carponi; evitare che il fuoco si interponga tra voi e la via di fuga intervenire con le attrezzature antincendio disponibili solo se l’incendio è di modesta entità e si è
formati per il tipo di emergenza; non utilizzare le attrezzature antincendio senza la necessaria autorizzazione del personale addetto
all’emergenza; allontanarsi dal luogo dell’emergenza seguendo un percorso di fuga; aprire le porte solo dopo aver verificato che non siano calde; recarsi presso il proprio posto di lavoro se questo non è interessato dall’incendio; non rientrare nella zona interessata dall’incendio fino a quando non verrà autorizzato dal
coordinatore dell’emergenza.
Affinché si realizzi una combustione debbono essere presenti i tre elementi del triangolo del fuoco, per contenere e spegnere un incendio si deve intervenire per bloccare almeno uno dei tre elementi. - allontanare le sostanze combustibili - raffreddare - togliere ossigeno in SOGENUS sono dislocati
- idranti - schiumogeni - estintori
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16. Tipologie di incendio e limiti dei mezzi/sostanze antincendio
SIMBOLO DELLA CLASSE
DI FUOCO
CLASSI DEI FUOCHI SECONDO LE NORME EUROPEE EN2 ED EN3
MEZZO / SOSTANZA ANTINCENDIO ACQUA SCHIUMA POLVERE CO2
GETTO NEBULIZ. VAPORE
CLASSE A - (legna, carta, carbone ecc..) TUTTO QUANTO FORMA BRACE.
SI SI SI SI SI
CLASSE B - (benzina, gasolio, alcol, ecc..) LIQUIDI INFIAMMABILI.
NO SI SI SI SI
CLASSE C - (gas propano, metano, idrogeno ecc..) GAS INFIAMMABILI.
NO SI SI SI SI
CLASSE D (magnesio, potassio, sodio) METALLI INFIAMMABILI
NO NO NO SI SI
CLASSE - E
I fuochi di natura elettrica
NO NO NO SI SI
CLASSE - F
fuochi da oli e grassi vegetali o animali.
NO NO NO SI SI
N.B.: IL SIMBOLO DELLA CLASSE DI FUOCO È RIPORTATO SULL'ESTINTORE AL FINE DI IDENTIFICARE IMMEDIATAMENTE DOVE SI PUÒ USARE
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17. Impiego degli estintori
LA QUANTITÀ DI AGENTE ESTINGUENTE E' CONTENUTA È LIMITATA E LA DURATA DEL GETTO NON SUPERA I 15 SECONDI
17.1. Spegnimenti di un liquido infiammabile
Figura A - IL GETTO VA INDIRIZZATO VERSO IL FOCOLAIO CON LA DIREZIONALITA' INDICATA PONENDOSI SD UNA DISTANZA DI EROGAZIONE TALE CHE L'EFFETTO DINAMICO DELLA SCARICA TRASCINI LA DIREZIONE DELLE FIAMME TAGLIANDONE L'AFFLUSSO DI OSSIGENO.
17.2. Spegnimenti di un combustibili solidi
Figura B - L'ANGOLO DI IMPATTO DEL GETTO DEVE ESSERE PIÙ ACCENTUATO PER CONSENTIRE LA PENETRAZIONE DELLA POLVERE ESTINGUENTE ALL'INTERNO DELLA ZONA DI COMBUSTIONE
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18. Tipologie di emergenze incendio
18.1. Incendio di materiali all’interno della discarica
Azioni: L'eventuale incendio in discarica è paragonabile all'incendio di combustibile solido ma
considerando la vastità del banco e la possibilità di propagazione, è inutile intervenire con gli estintori, salvo che non sia un principio di modestissima intensità.
Si dovrà utilizzare acqua con gli idranti e soprattutto soffocare l'incendio con la terra, sospinta sul focolaio con mezzi meccanici.
18.2. Incendio di materiali all’interno del mezzo di trasporto
In occasione di un non desiderato evento di autoinnesco del carico, (l’esperienza conferma che tale evenienza è
determinata dalla presenza di braci e/o tizzoni nei cassonetti che si ravvivano a seguito della “presa d’aria” dovuta al
rovesciamento del carico del cassonetto nella tramoggia di carico del compattatore) si sottolinea che prioritariamente è il personale che deve mettersi in sicurezza e, solo quando possibile, condurre il mezzo in zone a minor rischio. Azioni:
1. L’autista, solo se non mette a repentaglio la propria incolumità, dovrà tentare di condurre il mezzo in un’area lontana dai corsi d’acqua e dalle abitazioni/luoghi produttivi al fine di evitare il propagarsi dell’incendio, scegliendo possibilmente strade secondarie a bassa intensità di traffico o zona isolata e scaricare il contenuto del compattatore.
2. Allerta i vigili del Fuoco Tel.115 e successivamente avvisare il Coordinatore 3. Solo se ritiene di poter ottenere risultati risolutivi, usa l’estintore per tentare lo spegnimento
del focolaio garantendo sempre la propria incolumità. 4. Tiene DECISAMENTE lontani i curiosi dato che l’incendio potrebbe propagarsi all’intero
mezzo ed al serbatoio del gasolio. 5. prestare soccorso al personale eventualmente coinvolto 6. verificare la direzione del vento per disporsi contro vento in caso di emissione di fumi tossici 7. mantenere il presidio dell’area fino a quanto non richiesto dal coordinatore o dai VVF
18.3. Incendio di gasolio contenuto nel serbatoio dei mezzi
Si sottolinea che prioritariamente è il personale che deve mettersi in sicurezza e, solo quando possibile, condurre il mezzo in zone a minor rischio. Azioni:
1. L’autista, solo se non mette a repentaglio la propria incolumità, dovrà tentare di condurre il mezzo in un’area lontana dai corsi d’acqua e dalle abitazioni/luoghi produttivi al fine di evitare il propagarsi dell’incendio, scegliendo possibilmente strade secondarie a bassa intensità di traffico o zona isolata.
2. Allerta i vigili del Fuoco Tel. 115 e successivamente avvisare il Coordinatore. 3. Solo se ritiene di poter ottenere risultati risolutivi, usa l’estintore per tentare lo spegnimento
del focolaio garantendo sempre la propria incolumità. 4. Tiene DECISAMENTE lontani i curiosi. 5. delimita la zona 6. prestare soccorso al personale eventualmente coinvolto 7. verificare la direzione del vento per disporsi contro vento in caso di emissione di fumi tossici 8. mantenere il presidio dell’area fino a quanto non richiesto dal coordinatore o dai VVF
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18.4. Incendio per guasti elettrici nelle cabine o nei quadri
Azioni: NON INTERVENIRE CON GETTI DI ACQUA La squadra di emergenza preposta all’intervento deve:
Operative:
1 Togliere tensione 2 Usare estintori a CO2, ed eventualmente a polvere 3 Posizionare le attrezzature antincendio (estintori) nei pressi della sottostazione elettrica
NOTA:
usare acqua esclusivamente per raffreddare le eventuali strutture di supporto o contenitori pericolosi solo se si è sicuri che è stata tolta tensione
Attenzione nell’addentrarsi nel locale a causa di: - Presenza di fumi tossici,
18.5. Incendio fusti di olio
Azioni: 1 posizionare i mezzi estinguenti e le attrezzature mobili 2 dirigere i getti degli estintori all'interno della zona di combustione NOTA: NON USARE L'ACQUA DIRETTAMENTE SUL COMBUSTIBILE LIQUIDO IN FIAMME CHE, GALLEGGIANDO PROPAGHEREBBE L'INCENDIO. USARE ACQUA ESCLUSIVAMENTE PER RAFFREDDARE LE EVENTUALI STRUTTURE DI SUPPORTO
Attenzione nell’addentrarsi nel locale a causa di:
- Presenza di fumi tossici,
18.6. Incendio del serbatoio di G.P.L.
Azioni: 1 avviare i sistemi antincendio fissi 2 posizionare i mezzi estinguenti e le attrezzature mobili 3 collegare e stendere le manichette 4 aprire i rubinetti degli idranti
Attenzione l'acqua non può spegnere l'incendio di un gas ma può evitare l'esplosione del serbatoio ed il propagarsi dell'incendio. Operare a distanza per evitare di essere coinvolti dalla eventuale esplosione del serbatoio.
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18.7. Incendio in area stoccaggio
Azioni: La squadra di emergenza preposta all’intervento deve: 1. staccare le utenze elettriche interessate (quadri elettrici pompe percolato) mediante interruttore
principale 2. stendere e collegare le manichette agli idranti. 3. aprire i rubinetti degli idranti 4. posizionare in prossimità dell’incendio i mezzi di estinzione mobili (estintori) pronti per essere utilizzati. 5. posizionare la sabbia e la terra, facendola pervenire utilizzando gli automezzi disponibili della SO.GE.NU.S 6. far pervenire sul luogo dell’emergenza e far posizionare tutti gli attrezzi idonei per lo spargimento sull’evento
incidentale della sabbia e terra 7. posizionare un mezzo d’opera idoneo (pala) in grado di effettuare la separazione, mediante spandimento -
rimescolamento - allontanamento, del prodotto che incomincia a bruciare 8. indossare gli indumenti protettivi richiesti dal coordinatore 9. verificare la direzione del vento per disporsi contro vento in caso di emissione di fumi tossici 10. procedere allo spegnimento con acqua fin quando non si ha la certezza di aver soffocato tutti gli eventuali focolai
presenti sotto le ceneri 11. mantenere il presidio dell’area fino a quanto non richiesto dal coordinatore o dai VVF
18.8. Incendio impianto “Marcopolo” - energia elettrica da biogas
MISURE DI SICUREZZA PRESENTI ED ATTUATE IMPIANTO PRODUZIONE ENERGIA ELETTRICA MARCOPOLO ENGINEERING S.P.A. Dal Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) della MARCOPOLO ENGINEERING S.P.A. fornitoci, si rileva che nell’area dell’impianto il rischio di incendio è di tipo MEDIO. La MARCOPOLO ENGINEERING S.P.A. ha redatto un proprio piano per gli interventi di emergenza che coinvolge anche personale della SO.GE.NU.S. con funzione di reperibilità nella persona del Tecnico Sig. Verdolini componente della squadra di emergenza SO.GE.NU.S. In caso di malfunzionamento e/o di emergenza incendio l’intervento del personale reperibile è attivato mediante allarme telefonico.
Le emergenze ambientali possibili negli impianti in oggetto sono: a) Esalazione di biogas dalla torcia senza combustione; b) Incendio.
Nel primo caso l’esalazione del biogas dalla torcia spenta è impedito dall’analizzatore, che arresta i sistema di aspirazione e chiude tutte le valvole se l’abbassamento della percentuale di metano rende il gas difficilmente combustibile.
Inoltre il rilevatore di fiamma UV arresta il sistema di aspirazione e chiude tutte le valvole se si ha uno spegnimento della fiamma.
L’eventualità dell’innesco di un incendio è remota grazie alle soluzioni impiantistiche adottate (grado di protezione dell’impianto elettrico, dispositivi antideflagranti, etc.), in questo caso si applica il piano antincendio della discarica.
In caso d’innesco, gli impianti sono dotati di valvole generali d’intercettazione del combustibile e di interruttori generali dell’energia elettrica e di interruttori d’emergenza “a fungo”.
La attivazione di questi dispositivi mette in sicurezza entrambi gli impianti. In ogni caso l’operatore addetto registra l’apertura della NC, si mette immediatamente in contatto con la Ditta
MARCOPOLO ENGINEERING S.P.A., che gestisce per conto SO.GE.NU.S l’impianto, la quale interviene immediatamente per riportare la situazione alla normalità a seguito di chiamata da parte dell’operatore addetto. Il coordinatore dell’Emergenza decide se richiedere l’intervento dei VVF.
19. Procedura di emergenza in caso di esplosione
Sicuramente l’esplosione e’ un fenomeno non frequente nella discarica SOGENUS, ma qualora si determinano le condizioni, le conseguenze sono estremamente gravose. E’ quindi particolarmente importante valutare le attività da mettere in atto.
In caso di esplosione occorre che il personale presente: resti calmo e aiuti i clienti a mantenere la calma; provveda a ripararsi, scegliendo luoghi idonei, in caso di successive esplosioni;
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si allontani da finestre, specchi, vetrate e qualsiasi cosa che possa generare schegge; verifichi le vie di fuga privilegiando gli spostamenti lungo i muri o le pareti (se esistono); non accenda la luce; non rientri nel luogo dell’esplosione se non espressamente autorizzato dal coordinatore dell’emergenza.
20. Presidio del focolaio spento
Il focolaio appena spento non va abbandonato per un tempo tale che il suo riaccendersi sia impossibile
21. Procedura di emergenza in caso di rilascio di sostanze pericolose solide, liquide, gasose
Una perdita di gas o di sostanze tossiche non è sicuramente un evento tipico di una discarica, ma la possibilità che questo possa accadere esiste e pertanto è necessario conoscere le modalità di intervento e di comportamento.
L’emergenza che si genera in conseguenza di una fuga di sostanza pericolosa dipende dalla natura della sostanza che si diffonde.
Se la sostanza pericolosa ha le caratteristiche del combustibile ci possiamo attendere una esplosione, se invece ha caratteristiche di tossicità ci dovremo attendere un fenomeno di intossicazione.
Sovente una fuga di sostanze pericolose è segnalata da odori caratteristici, che ne consentono la sua individuazione (tipo e provenienza), ma il maggior pericolo si ha quando la sostanza non è così facilmente individuabile.
In presenza di una fuga è indispensabile provvedere al suo intercettamento (chiudere la fonte della perdita laddove possibile) e allontanare tutte le persone presenti.
22. Dispersione di liquidi
Una perdita di una sostanza liquida sul suolo è anch’esso un evento non sicuramente tipico di una discarica, anche per le caratteristiche costruttive del sito, ma la possibilità che questo possa accadere esiste e pertanto è necessario conoscere le modalità di intervento e di comportamento. L’evento considerato è comunque legato esclusivamente al rischio inquinamento e non agli altri effetti che ricadono nei precedenti eventi.
In presenza di una perdita sul suolo è indispensabile provvedere al suo intercettamento (chiudere la fonte della perdita), isolare l’area possibilmente con materiale assorbente e allontanare tutte le persone presenti.
se la sostanza e’ infiammabile comportarsi come nel caso di un principio di incendio; o provare ad isolare la perdita con materiale assorbente, quale sabbia sino all’attesa della squadra di
emergenza o non interferire con le procedure di intervento; o non ostacolare il passaggio del personale addetto all’emergenza e ai mezzi di soccorso; o non utilizzare attrezzature di emergenza se non espressamente richiesto dal coordinatore o dal
responsabile.
23. Emergenza terremoto
Le scosse sismiche, che accompagnano un terremoto, giungono per lo più inattese e non è ancora noto alcun affidabile
sistema di previsione dell'avvento di scosse sismiche. Non è pertanto possibile prendere alcuna precauzione preliminare e bisogna cercare di fronteggiare l'emergenza non appena si verifica.
Un terremoto di solito si presenta con una prima scossa, la più violenta, e poi prosegue dopo intervalli più o meno lunghi con scosse meno intense, causando effetti del tutto paragonabili ad una esplosione, di conseguenza il rischio che si presenta è dovuto a successivi crolli delle strutture danneggiate.
Di conseguenza l’allontanamento delle persone deve quindi essere fatta seguendo i percorsi più sicuri e resistenti della struttura.
In caso di terremoto il personale dovrà allontanarsi dal proprio posto di lavoro in maniera ordinata, utilizzando le vie di esodo indicate nella planimetria e utilizzando le uscite di sicurezza.
Il personale, per quanto possibile, prima di allontanarsi dovrà mettere in sicurezza le attrezzature o le apparecchiature, al fine di evitare, in caso di mancato controllo, situazioni di rischio.
Aiutare le persone esterne (clienti o fornitori), specialmente quelle disabili, ad allontanarsi attraverso le vie di esodo.
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24. Inondazioni, trombe d’aria
In presenza di eventi naturali, quali ad es. trombe d’aria, inondazioni, sarà il Coordinatore dell’emergenza a stabilire quale
procedura dovrà essere applicata in funzione dell’evento stesso e dell’evoluzione che questo possa determinare.
25. Procedura di emergenza conseguente attentati
Il pericolo più grande derivante da una emergenza conseguente una minaccia di attentato o di un attentato è il panico che normalmente si instaura nelle persone coinvolte.
In caso di sola minaccia è opportuno sempre allontanare le persone dalle aree dove si ha il sospetto di oggetti non conosciuti. In caso di effettivo attentato la tipologia di emergenza si può ricondurre ad uno dei casi riportati nei paragrafi precedenti
(esplosione, incendio, gas).
26. Emergenza radioattività
la procedura di emergenza si verifica quando lo strumento GAMMA SCOUT PRESENTE IN ACCETTAZIONE emette una segnalazione acustica. Ciò indica che il livello di radiazioni misurate ha superato il limite di legge di 3 µSv/h. In questa situazione, l’operatore che ha rilevato la segnalazione acustica deve rispettare questa procedura:
2.1 Far avvisare il responsabile in servizio del fatto avvenuto. Dare istruzione all’autista di portare il mezzo in zona isolata, su una zona della vecchia discarica 2 B.
2.2 Controllare che nessuno si avvicini al mezzo; 2.3 Prendere lo strumento ed avvicinarsi lentamente al mezzo rilevando con attenzione i valori riscontrati; 2.4 Nel caso in cui avvicinandosi al mezzo il display segnalasse l’aumento della radioattività, a conferma che non
si sia trattato di una anomalia, di un falso positivo,(c’è sempre una radioattività di fondo nell’ambiente) sospendere la rilevazione e
2.4 dare conferma dell’emergenza al Responsabile. IL RESPONSABILE ALLERTA LE AUTORITÀ DI COMPETENZA
ASUR Zona 5 Jesi 0731534620 e ARPAM, attenendosi alle disposizioni che da questi enti verranno impartite.
27. Sversamento di percolato
In caso di sversamento accidentale del percolato si interviene per bloccare la fuoruscita: arresta/fa arrestare le pompe per bloccare immediatamente lo sversamento.
Se la perdita ricade nell’ambito del corpo della discarica lo sversamento non crea dei problemi ambientali. L’addetto provvede immediatamente a cospargere il liquido sversato con materiale assorbente (sabbia o segatura).
Se il percolato esce dal corpo della discarica l’addetto alla manutenzione informa il capo servizio e il RGA: confinare l’area cospargere il liquido sversato con materiale assorbente (sabbia o segatura) raccogliere il materiale bagnato in un contenitore e quindi provvede allo smaltimento secondo la procedura PRO 20
gestione rifiuti nel caso lo sversamento abbia proporzioni eccezionali per cui il contenimento non è possibile con quanto appena
evidenziato, applicare il punto 3) Sversamenti di Percolato/Olio/gasolio all’esterno del sito del successivo paragrafo.
Uffici accettazione
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28. Sversamenti di olio e gasolio rifiuti solidi
Le situazioni che richiedono una procedura di emergenza riguardano: 1) Sversamenti di olio esausto o nuovo e gasolio
confinare l’area su cui si è verificato lo sversamento tamponando con stracci e materiale assorbente per limitare lo spandimento;
raccogliere l’olio o il gasolio sversato e cospargere la zona con materiale assorbente; raccogliere il materiale e smaltire il rifiuto secondo le modalità descritte nella procedura PRO 20 gestione
rifiuti. Attenzione: se lo sversamento è avvenuto sulla strada pubblica, al fine di evitare incidenti a
terzi, si dovrà avvisare anche la Polizia Municipale / Stradale, Vigili del Fuoco per regolare il traffico fino al completamento della bonifica
29. Intensa e prolungata produzione di odori molesti
A seguito di particolari condizioni atmosferiche: Temperatura, Venti ecc. e simultaneamente il conferimento di rifiuti particolarmente odorigeni che porta alla produzione di odori prolungati e molesti per gli stessi operatori si provvede come segue: - operazioni di abbancamento e ricopertura – eseguita immediatamente - rivoltamento cumuli - bloccato - copertura con materiale inerte, sovvallo, dei rifiuti particolarmente odorigeni - analisi delle condizioni meteo - climatiche
Se, si registrano lamentele da esterni, gli operatori segnalano l’emergenza al RSGA che tratta tale comunicazione secondo la procedura PRO 05 Gestione della consultazione e della comunicazione e decide come contenere l’emergenza esterna.
30. Emergenza ambientale provocata dal vento
In seguito ad eventi atmosferici con presenza di vento molto forte, parte del materiale (soprattutto quello plastico) può essere sospinto dal vento fuori dal recinto della discarica e configurare un inquinamento ambientale. In caso di presenza di forte vento pertanto: il Resp 1^ UO a seguito di una sua ponderata valutazione è autorizzato a sospendere momentaneamente le attività di
scarico rifiuti e ad agire come segue: effettua un o più sopralluoghi su tutto il confine esterno della discarica per individuare le aree che presentano
maggiore criticità se la situazione lo richiede, sospende momentaneamente lo scarico e l'ingresso dei mezzi presso la discarica; coordina l'attività degli addetti della discarica sulle aree che presentano criticità (la raccolta delle parti di plastica
eventualmente fuoriuscita, la raccolta della plastica sulle barriere di rete metallica per impedirne il rovesciamento, e quanto necessario a recuperare qualsiasi rifiuto disperso)
contatta le aziende esterne coinvolte nelle operazioni di pulizia all'interno ed all'esterno della discarica per concordare un piano di lavoro.
realizza un sopralluogo al fine di valutare eventuali danni permanenti strutturali (danni al recinto esterno della discarica alle barriere contenitive, alle linee elettriche, agli alberi, mezzi ecc.) e le necessarie attività di sistemazione/riparazione se necessarie;
a seguito di eventuali danni rilevati, attiva le necessarie procedure per gli acquisti di servizi. Il Resp della 2^ UO è autorizzato ad acquisire un CIG con carattere di urgenze ed emergenza ambientale per affidare
l’incarico a posteriori dell’evento non prevedibile
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MATERIALE A PURO FINE INFORMATIVO
Si ricorda che personale non formato per il primo soccorso
non è autorizzato ad intervenire
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Non puoi usare quest'opera per fini commerciali.
Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra.
Tratto da http://crivalnestore.netfirms.com/documenti/bls.htm
BASIC LIFE SUPPORT (BLS)
Secondo le linee guida
PREMESSA L'Italian Resuscitation Council è un gruppo che coinvolge medici di diverse discipline e infermieri professionali attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera allo scopo primario di diffondere la cultura e l'organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia. Nell'ambito del collegamento con l'European Resuscitation Council, come prima iniziativa l'Italian Resuscitation Council ha promosso un consenso nazionale sul tema del - Basic Life Support (BLS) - supporto delle funzioni vitali con tecniche di base - facendo riferimento alle linee guida internazionali, aggiornate al 1992. In questo ambito sono stati definiti due moduli formativi rivolti rispettivamente alla popolazione e agli operatori sanitari. Questo manuale, rivolto all'operatore sanitario, contiene gli elementi teorici indispensabili per comprendere i principi e le tecniche di RCP ma deve essere associato ad un corso di tipo pratico-comportamentale per garantire l'acquisizione delle "abilità" del BLS.
Registrazione suono di cuore sano
è volutamente in loop si deve cliccare per fermarlo sul suo apposito comando
IL SUPPORTO DI BASE DELLE FUNZIONI VITALI (BLS)
II Supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) consiste nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare (RCP) necessarie per soccorrere un paziente che:
ha perso coscienza; ha una ostruzione delle vie aeree o si trova in stato di apnea per altri motivi; è in arresto cardiaco.
L'obiettivo principale del BLS è la prevenzione dei danni anossici cerebrali; le procedure sono finalizzate a:
prevenire l'evoluzione verso l'arresto cardiaco in caso di ostruzione respiratoria o apnea; provvedere alla respirazione e alla circolazione artificiali in caso di arresto di circolo.
Piano di EMERGENZA
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Le procedure di BLS sono standardizzate e riconosciute valide da organismi internazionali autorevoli (American Heart Association, European Resuscitation Council, Italian Resuscitation Council) che periodicamente provvedono ad una revisione critica e ad un aggiornamento in base all'evoluzione delle conoscenze. L'acquisizione delle "abilità" del BLS prevede la frequenza di un corso di tipo pratico-comportamentale; pertanto il presente manuale costituisce uno degli strumenti didattici del corso stesso e non può sostituirlo.
SEGNI DI ALLARME DELL'ATTACCO CARDIACO
Quando una parte del muscolo cardiaco non riceve un adeguato flusso di sangue per un periodo prolungato (circa 20-30 minuti) si manifesta una condizione clinica comunemente chiamata "attacco cardiaco", che può in alcuni casi portare all'infarto miocardico, cioé alla morte di un certo numero di cellule cardiache. Nel corso di un attacco cardiaco è possibile che si verifichi la cessazione improvvisa dell'attività di pompa del cuore (arresto cardiaco) dovuta in molti casi a fibrillazione ventricolare; in tal caso i presenti, se sono in grado di farlo, devono tempestivamente mettere in atto le procedure del BLS e attivare il sistema di emergenza. Tuttavia, è opportuno conoscere i segni premonitori che possono farci sospettare che un arresto cardiaco sia imminente o possibile, così da poter mettere in atto un soccorso precoce; è opportuno cioé conoscere i segni di allarme dell'attacco cardiaco:
dolore o senso di oppressione al centro del torace o localizzato alle spalle, al collo, alla mandibola o alla parte superiore dell'addome in corrispondenza dello stomaco;
sudorazione, nausea, sensazione di "mancanza di respiro" e di debolezza; il dolore non viene necessariamente descritto come "acuto"; a volte può essere di entità modesta ed essere presente solo
difficoltà respiratoria; i sintomi possono comparire in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento, sia che il paziente stia facendo uno sforzo, sia
che si trovi a riposo.
LA MORTE IMPROVVISA
Si definisce morte improvvisa la cessazione brusca ed inaspettata dell'attività circolatoria e respiratoria. Può verificarsi senza segni premonitori ed essere la prima manifestazione della malattia coronarica. Può colpire pazienti con malattia cardiaca nota, specialmente nel corso delle prime due ore dall'inizio di un attacco cardiaco o soggetti non cardiopatici.
IL DANNO ANOSSICO CEREBRALE
La mancanza di apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (anossia cerebrale) produce lesioni che diventano irreversibili dopo circa 4-6 minuti di assenza di circolo. L'attuazione di procedure atte a mantenere una ossigenazione d'emergenza può interrompere la progressione verso una condizione di irreversibilità dei danni tessutali. Qualora il circolo venga ripristinato ma il soccorso sia stato ritardato o inadeguato, l'anossia cerebrale prolungata si manifesterà con esiti di entità variabile: stato di coma persistente, deficit motori o sensoriali, alterazioni delle capacità cognitive o della sfera affettiva, ecc. Le possibilità di prevenire il danno anossico dipendono dalla rapidità e dalla efficacia delle procedure di soccorso, ed in particolare dalla corretta applicazione della "Catena della sopravvivenza". La "Catena della sopravvivenza" La sopravvivenza integra dopo un arresto cardiaco avvenuto in sede preospedaliera dipende dalla corretta realizzazione di una serie di interventi; la metafora della "catena" sta a significare che se una delle fasi del soccorso è mancante, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime. Come illustrato in figura, i quattro anelli della catena sono costituiti da:
accesso precoce al sistema di emergenza; inizio precoce delle procedure di BLS (con particolare riferimento al BLS messo in atto dalle persone presenti);
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defibrillazione precoce, cioè arrivo precoce sul posto di un'èquipe in grado di praticare la defibrillazione; inizio precoce del trattamento intensivo (ACLS).
Dopo il BLS, quindi, la prosecuzione logica della formazione nella RCP comprende l'acquisizione delle tecniche di supporto vitale avanzato (Advanced Cardiac Life Support, ACLS): defibrillazione, intubazione tracheale, impiego di farmaci, ecc. Esse hanno l'obiettivo del ripristino del circolo spontaneo e della stabilizzazione del paziente dopo arresto cardiaco. La defibrillazione, anche se inclusa fra le tecniche ACLS, viene sempre più considerata come un passo del BLS praticato da personale sanitario: nei sistemi di soccorso in cui le unità BLS praticano la defibrillazione precoce con i defibrillatori semiautomatici (DAE) si sono osservati significativi miglioramenti della sopravvivenza dopo arresto cardiaco in sede preospedaliera. Pertanto, la nuova catena della sopravvivenza (linee guida 2000) è formata da tre anelli:
IL BLS IN SITUAZIONI PARTICOLARI
In caso di arresto cardiaco (fibrillazione ventricolare, asistolia, dissociazione elettromeccanica) la perdita di coscienza e la cessazione dell'attività respiratoria si verificano entro circa 30 secondi. A seguito di apnea o grave difficoltà respiratoria, l'arresto cardiaco può sopraggiungere dopo un tempo variabile; il polso può essere quindi ancora presente per un certo tempo nel paziente con ostruzione respiratoria o apnea. In questi casi è indicato mettere in atto le procedure BLS per prevenire l'evoluzione verso l'arresto cardiaco: Accidente cerebrovascolare (stroke): può presentarsi in modi molto diversi (alterazioni della coscienza, della parola, della motilità, della sensibilità, convulsioni, ecc.); il mantenimento della pervietà delle vie aeree (sollevamento del mento, estensione della testa) deve essere assicurato nei casi in cui il rilassamento muscolare e la riduzione del livello di coscienza provocano l'ostruzione. Trauma: la sequenza A-B-C del BLS non è diversa in caso di evento traumatico, ma nel mantenimento della pervietà delle vie aeree si deve tenere conto della possibilità di lesioni alla colonna cervicale, quindi:
sollevamento del mento o della mandibola senza estensione del capo (testa in posizione neutrale);
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mantenimento in asse di testa e collo.
La posizione laterale di sicurezza è controindicata. Le possibilità di successo della rianimazione in caso di arresto cardiaco post-traumatico in sede preospedaliera sono scarse; la causa infatti risiede spesso in lesioni che riducono l'efficacia della ventilazione e del massaggio cardiaco (es. tamponamento cardiaco, pneumotorace a tensione, dissanguamento, ecc.). Elettrocuzione - folgorazione: L'esposizione a scariche elettriche può provocare arresto cardiaco immediato (per fibrillazione ventricolare o altre aritmie ventricolari gravi) o apnea (per inibizione dei centri respiratori, contrazione tetanica dei muscoli respiratori o paralisi muscolare prolungata). Le procedure di BLS sono indicate in tutte le condizioni descritte, una volta che il soccorritore ha provveduto a salvaguardare la sua sicurezza. Annegamento: le possibilità di sopravvivenza dipendono dalla durata dell'ipossia, pertanto è necessario iniziare al più presto le procedure di BLS, che non differiscono da quelle standard. La ventilazione non deve essere ritardata nel tentativo di estrarre acqua dalle vie aeree: in molti casi non è presente ed è comunque quasi sempre impossibile farla uscire. Qualora il soccorritore raggiunga la vittima in acqua, dovrà prima di tutto provvedere alla propria incolumità servendosi sempre di un galleggiante. II massaggio cardiaco può essere eseguito solo su un piano rigido, mai in acqua; le manovre di Heimlich non sono utili per estrarre liquido dalle vie aeree e sono indicate solo se si sospetta un'ostruzione da materiale solido. Nel provvedere alla pervietà delle vie aeree deve essere valutata la possibilità di trauma cervicale (vedi sopra).
LA SEQUENZA DEL BLSD
La sequenza delle procedure di BLSD consiste in una serie di azioni alternate con fasi di valutazione. Le azioni sono schematizzate mnemonicamente con l'ABCD:
A. Apertura delle vie aeree (Airway); B. Bocca-a-bocca (Breathing); C. Compressioni toraciche (Circulation); D. Defibrillazione (Defibrillation).
Ogni passo è preceduto da una fase di valutazione:
Valutazione dello stato di coscienza -> A; Valutazione della presenza di attività respiratoria (GAS) -> B; Valutazione della presenza di attività circolatoria (polso carotideo e segni di circolo) -> C; Ritmo al defibrillatore semiautomatico (DAE) -> D.
Ogni azione (ABCD) è sempre preceduta dalla relativa valutazione.
VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
Il primo passo nel soccorso di una persona apparentemente senza vita consiste nel valutare lo stato di coscienza:
chiamala a voce alta; scuotila delicatamente (spalle).
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La condizione di non coscienza autorizza l'attivazione della sequenza del BLS:
chiama aiuto, fai portare il DAE; posiziona la vittima su un piano rigido o a terra, allineando il capo, il tronco e gli arti.
Nel caso di trauma, la vittima può essere spostata se è assicurato il mantenimento in asse di collo e tronco.
A. APERTURA DELLE VIE AEREE
La perdita di coscienza determina un rilasciamento muscolare e la lingua va ad ostruire le prime vie aeree. Per ottenere la pervietà delle vie aeree bisogna iperestendere il capo:
solleva con due dita il mento; spingi la testa all'indietro appoggiando l'altra mano sulla fronte.
Questa manovra impedisce la caduta indietro della lingua e permette il passaggio dell'aria. Tecnica alternativa: posizionandoti dietro la testa del paziente, solleva la mandibola agganciandone gli angoli con le due mani. In caso di sospetta lesione traumatica cervicale, solleva la mandibola senza estendere la testa. Controlla quindi se nella bocca della vittima sono presenti oggetti o residui di alimenti e se possibile cerca di asportarli.
Mezzo aggiuntivo: cannula faringea. La cannula faringea facilita il mantenimento della pervietà delle vie aeree; posta tra la lingua e la parete posteriore del faringe garantisce il passaggio dell'aria attraverso le vie aeree superiori, sia in caso di respiro spontaneo che durante ventilazione con maschera (vedi oltre).
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Attenzione: se sono presenti i riflessi faringei, è possibile che lo stimolo meccanico della cannula provochi il vomito; in questo caso l'ostruzione delle vie aeree può venire aggravata. E' opportuno quindi non impiegare la cannula se il soggetto reagisce al tentativo di inserimento. Le dimensioni della cannula possono essere stimate prendendo la distanza tra il lobo dell'orecchio e l'angolo della bocca.
VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI ATTIVITA' RESPIRATORIA
Una volta provveduto alla pervietà delle vie aeree occorre valutare se l'attività respiratoria è presente (GAS: Guardo, Ascolto, Sento):
mantieni il mento sollevato ed il capo esteso; avvicina la guancia alla bocca e al naso della vittima; ascolta e senti l'eventuale passaggio di aria; guarda se il torace si alza e si abbassa.
Valuta per 10 secondi. Attenzione: la presenza di "respiro agonico" ("gasping") equivale ad assenza dell'attività respiratoria: consiste in contrazioni dei muscoli respiratori accessori senza che venga prodotta una espansione del torace; è un respiro inefficace.
POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
Qualora l'attività respiratoria sia presente e la vittima rimanga non cosciente, è possibile utilizzare la posizione laterale di sicurezza, che permette di:
mantenere l'estensione del capo (quindi la pervietà delle vie aeree); prevenire la penetrazione nelle vie aeree di materiale presente nella bocca (es. vomito), che può defluire all'esterno; mantenere la stabilità (il corpo non rotola).
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Puoi utilizzare questa posizione in attesa di altri soccorsi o nel caso tu debba allontanarti. Non è indicata in caso di eventi traumatici. Se la vittima deve essere lasciata in posizione laterale per oltre 30 minuti, deve essere girata sul lato opposto. La presenza di attività respiratoria deve essere verificata regolarmente.
B. RESPIRAZIONE BOCCA - BOCCA O BOCCA - NASO
Qualora l'attività respiratoria sia assente, è necessario iniziare la respirazione artificiale. Tecnica della respirazione bocca-bocca:
posizionandoti a fianco della vittima, mantieni il capo esteso tenendo una mano sulla fronte e solleva il mento con due dita dell'altra mano;
appoggia la tua bocca bene aperta sulla bocca della vittima; soffia due volte lentamente (2 secondi) nelle vie aeree della vittima in modo da gonfiare i suoi polmoni; mentre insuffli osserva che il torace si alzi; tra un'insufflazione e l'altra osserva che la gabbia toracica si abbassi.
II pollice e l'indice della mano sulla fronte stringono il naso nel momento dell'insufflazione.
Se per qualche motivo la ventilazione attraverso la bocca è impedita, è possibile insufflare attraverso il naso mantenendo sempre esteso il capo con una mano e sollevando il mento per chiudere la bocca con l'altra. Insufflazioni troppo brusche o con insufficiente estensione della testa provocheranno introduzione di aria nello stomaco, distensione gastrica e vomito.
VENTILAZIONE CON MEZZI AGGIUNTIVI
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E' opportuno che il personale sanitario utilizzi mezzi aggiuntivi di ventilazione, evitando, quando possibile, il contatto diretto con il paziente. Ventilazione bocca-maschera: Si pratica per mezzo di una maschera tascabile (pocket mask) o di maschere per rianimazione tradizionali. Tecnica:
posizionati dietro la testa della vittima; appoggia la maschera sul viso della vittima; solleva la mandibola ed estendi la testa con entrambe le mani; mantieni aderente la maschera con pollice ed indice di entrambe le mani; insuffla nel boccaglio della maschera.
La ventilazione bocca-maschera è molto efficace, di facile esecuzione e permette di erogare un volume elevato ad ogni atto. Raccordando la maschera ad una sorgente di ossigeno è inoltre possibile ventilare con aria arricchita di ossigeno. E' possibile utilizzare tale tecnica anche in posizione laterale. Ventilazione pallone-maschera: Si effettua utilizzando il sistema pallone autoespansibile-maschera e, non appena possibile, ossigeno. Una valvola unidirezionale permette all'aria espirata di non rientrare nel pallone e quindi di non essere reinspirata. Possono essere ottenuti arricchimenti di ossigeno di varia entità, a seconda che venga utilizzato o meno un reservoir (serbatoio) e a seconda del flusso di ossigeno impiegato (valori indicativi in tabella). Sistema pallone autoespansibile-maschera con flusso di concentrazione di ossigeno inspirato: 10-12 lt/min senza reservoir 40-50% di O2; 10-12 lt/min con reservoir 80-90% di O2. Tecnica:
posizionati dietro la testa del paziente; appoggia la maschera, solleva la mandibola ed estendi la testa con la mano sinistra; comprimi il pallone con la mano destra (mano a C).
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Insufflazioni brusche o eseguite senza una adeguata pervietà delle vie aeree possono provocare distensione gastrica. Nel caso che la ventilazione non sia efficace, è necessario passare subito ad un altro tipo di ventilazione (bocca-maschera o bocca-a-bocca). La difficoltà di mantenere una buona aderenza della maschera e di garantire un sufficiente volume corrente rendono necessario un addestramento specifico per raggiungere una manualità adeguata.
VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI ATTIVITA' CIRCOLATORIA
Dopo aver effettuato 2 insufflazioni è necessario valutare se è presente l'attività circolatoria. Per far questo si ricerca la presenza di pulsazioni alla carotide (polso carotideo) e i segni di circolo (atti respiratori, movimenti degli arti, colpi di tosse):
mantieni estesa la testa della vittima con una mano; con l'indice ed il medio dell'altra mano individua il pomo di Adamo; fai scivolare le dita dal pomo di Adamo verso di te fino ad incontrare un incavo nella parte laterale del collo; senti per 10 secondi con i polpastrelli se ci sono pulsazioni in questa area; la pulsazione va cercata con delicatezza per
evitare di schiacciare l'arteria.
La ricerca del polso si esegue dal lato dove si trova il soccorritore; si deve evitare che le dita siano poste di traverso sulle vie aeree per non comprimerle.
C. COMPRESSIONI TORACICHE (massaggio cardiaco esterno)
Se il polso carotideo è assente ciò significa che è assente una attività cardiaca efficace: allerta l'ALS (il team di rianimazione cardio-polmonare avanzata, la centrale operativa 118). E' necessario provvedere alla circolazione artificiale per mezzo delle compressioni toraciche o massaggio cardiaco esterno. II cuore si trova all'interno della gabbia toracica subito dietro lo sterno; comprimendo lo sterno il cuore viene schiacciato contro la colonna vertebrale e questo, assieme ad un aumento della pressione all'interno del torace, permette al sangue contenuto nelle camere cardiache e nei grossi vasi di essere spinto in circolo; rilasciando il torace il cuore si riempie di nuovo.
Tecnica: Ricerca del punto di compressione e posizione delle mani (linee guida 2000):
fai scorrere il medio lungo il margine inferiore della cassa toracica ed individua il punto di incontro dell'ultima costa con lo sterno;
appoggia l'indice al di sopra di questo punto sulla parte ossea dello sterno; scorri con il "calcagno" lo sterno fino al dito dell'altra mano (accanto al dito); questo è il punto corretto dove effettuare
le compressioni; appoggia il "calcagno" della prima mano sopra l'altra ed intreccia le dita per assicurarti che rimangano sollevate e non
comprimano le coste.
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Esecuzione del massaggio cardiaco:
posizionati in modo che le tue braccia e le spalle siano sulla verticale dell'area della compressione; comprimi ritmicamente il torace ad una frequenza di 100/min; il torace si deve abbassare di 4-5 cm; la compressione ed il rilasciamento devono avere la stessa durata; mantieni le braccia tese, sfruttando il peso del tronco; alterna 15 compressioni a 2 insufflazioni sia che tu sia solo, sia che siate due soccorritori; dopo 4 cicli, e successivamente ogni minuto, ricontrolla il polso carotideo; se è assente, continua.
Qualora ricompaia il polso, ripercorri la sequenza al contrario (C-B-A):
se il polso è presente, valuta il respiro (GAS): se assente esegui una insufflazione ogni 5 secondi circa, verificando ogni 30 secondi circa che il polso sia sempre presente;
se ricompare anche l'attività respiratoria, continua a mantenere pervie le vie aeree sollevando il mento ed estendendo il capo o, se è indicato utilizza la posizione laterale di sicurezza.
RIEPILOGO
SEQUENZA BLS - UN SOCCORRITORE (senza DAE)
1. Valuta lo stato di coscienza;
se la vittima non risponde:
2. Chiama aiuto, chiedi il defibrillatore (DAE), posiziona, allinea;
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3. Pervietà delle vie aeree: sollevamento del mento, iperestensione del capo, esplorazione del cavo orale; 4. Valuta per 10 secondi la presenza di attività respiratoria (GAS).
se assente:
5. 2 insufflazioni lente e graduali (2 secondi); 6. Valuta per 10 secondi la presenza del polso carotideo e dei segni di circolo.
se assente:
7. Compressioni toraciche: 100/min. Alterna 15 compressioni a 2 insufflazioni; 8. Dopo ogni minuto valuta se è ricomparso il polso: se assente continua con i cicli di 15/2.
se presente:
9. Valuta il respiro (GAS): se assente 12 ventilazioni (1 ogni 5 secondi);
se presente:
10. Valuta la coscienza: se assente metti in posizione laterale di sicurezza.
Se il DAE è disponibile, rilevata l'assenza del polso carotideo e dei segni di circolo, il soccorritore accende il DAE, avvia l'analisi e se lo shock è consentito (ritmo defibrillabile) preme il pulsante di scarica. Attiva l'ALS dopo le prime 3 scariche o in presenza di "shock non consigliato" (vedi II parte del manuale BLSD).
BLS PRATICATO DA DUE SOCCORRITORI (senza DAE)
La sequenza del BLS viene attuata da due soccorritori in modo più efficace e meno faticoso per gli operatori.
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Separazioni dei ruoli:
il 1° soccorritore effettua le fasi del BLS come descritte sopra fino alla valutazione della presenza del polso e dei segni di circolo, posizionandosi dietro alla testa del paziente nel caso vengano impiegati mezzi aggiuntivi per la ventilazione (pocket mask, pallone-maschera);
il 2° soccorritore aiuta il 1° nel posizionamento della vittima e si prepara ad effettuare le compressioni toraciche prendendo posto a fianco del torace del paziente;
il 1° soccorritore, accertata l'assenza del polso carotideo e dei segni di circolo, comunica al 2°: "è un arresto cardiaco: attiva l'ALS, inizia il massaggio";
il 2° soccorritore inizia le compressioni toraciche contando ad alta voce per sincronizzarsi con le insufflazioni; si alternano 15 compressioni e 2 insufflazioni; il 1° soccorritore dopo il primo minuto (e successivamente ogni minuto) invita il 2° ad interrompere le compressioni e
rivaluta per 10 secondi la presenza del polso.
Scambio fra i due soccorritori: quando uno dei due è stanco (più facilmente il 2°) chiede uno scambio dei ruoli:
"alla fine di questo ciclo, cambio"; finisce le 15 compressioni, si sposta alla testa del paziente, valuta per 10 secondi la presenza del polso e dei segni di
circolo, insuffla; l'altro soccorritore, dopo che il compagno ha effettuato la 15a compressione, si sposta a fianco del torace, ricerca il
punto di compressione e dopo l'insufflazione inizia le compressioni toraciche.
Se il DAE è disponibile, rilevata l'assenza del polso carotideo e dei segni di circolo, il 2° soccorritore invita il 1° soccorritore ad allertare l'ALS, accende il DAE, avvia l'analisi e se lo shock è consentito (ritmo defibrillabile) preme il pulsante di scarica (vedi II parte del manuale BLSD).
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE DA CORPO ESTRANEO
Un corpo estraneo può provocare un'ostruzione parziale o completa delle vie aeree. Più frequentemente il corpo estraneo, nell'adulto, è rappresentato da materiale alimentare solido in pazienti con riflessi della tosse torpidi per età avanzata, assunzione di alcool o patologie neurologiche. Occorre sospettare l'ostruzione da corpo estraneo qualora il soggetto manifesti improvvisamente difficoltà respiratoria, accompagnata da sforzi respiratori inefficaci e seguita da cianosi, o perdita di coscienza inspiegabile. L'ostruzione può essere incompleta e l'attività respiratoria può essere sufficiente a non determinare perdita di coscienza; in questo caso il soggetto viene incoraggiato a tossire ed a respirare spontaneamente, cercando di non interferire con i suoi tentativi di espellere il corpo estraneo. Se l'ostruzione è completa, il soggetto presenterà i sintomi tipici dell'ostruzione respiratoria:
non riesce a respirare, parlare, tossire; si porta le mani alla gola.
L'ostruzione può essere sospettata anche nel corso delle procedure BLS in una vittima non cosciente nella quale le insufflazioni risultano inefficaci (il torace non si espande nonostante che l'estensione della testa e il sollevamento del mento siano corretti). In questo caso, dopo aver ricontrollato l'adeguatezza della iperestensione del capo, si insuffla altre 3 volte quindi si procede con il massaggio cardiaco esterno provocando una "tosse artificiale" mediante le compressioni sullo sterno: l'aumento brusco della pressione nelle vie aeree produce una spinta verso l'alto che può dislocare o far espellere il corpo estraneo. I colpi sul dorso
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vengono utilizzati nel paziente in piedi o seduto (ostruzione parziale) alternati alla compressioni sotto-diaframmatiche.
Tecnica della manovra di Heimlich
Se la vittima è in piedi o seduta:
il soccorritore si posiziona alle spalle del paziente; pratica 5 colpi dorsali (fra le scapole); pone entrambe le braccia attorno alla vita del paziente; pone una mano stretta a pugno tra l'ombelico e l'estremità dello sterno e con l'altra mano stringe il polso della prima; comprimendo il pugno nell'addome esercita ripetutamente delle brusche spinte dal basso verso l'alto; alterna i colpi dorsali con le compressioni sotto-diaframmatiche.
Se la vittima è a terra:
viene messa in posizione supina; il soccorritore si posiziona a lato del paziente; appoggia il "calcagno" della mano sul punto di repere (compressione) ed effettua le 15 compressioni; controlla il cavo orale per visualizzare eventuali corpi estranei dislocati dalla manovra, controlla il polso e se assente,
inizia i 4 cicli di 15 compressioni e 2 insufflazioni.