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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Scuola dell’Infanzia Primaria e Secondaria di Grado Comuni di Auletta Caggiano - Salvitelle Distretto Scolastico n. 61 Autonomia n. 188 - SA4/1 CAGGIANO (SA) PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE Anno Scolastico 2017/18 1

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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Scuola dell’Infanzia – Primaria e Secondaria di I° Grado

Comuni di Auletta – Caggiano - Salvitelle Distretto Scolastico n. 61 – Autonomia n. 188 - SA4/1

CAGGIANO ( SA)

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

Anno Scolastico 2017/18

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INDICE

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PIANO ANNUALE DI INCLUSIONE - PREMESSA pag.3

NUOVI GRUPPI PER L’INCLUSIONE pag.3 FINALITA’ E PERCORSI ATTIVATI pag.4 FASI DEL PERCORSO DI INCLUSIONE SCOLASTICA pag.5 PERSONE DI RIFERIMENTO PREPOSTE ALL’ORGANIZZAZIONE PER L’INCLUSIONE pag.5 SINTESI DEL PATTO DI CORRESPONSABILITA’ pag.6 INDICAZIONI OPERATIVE PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E DSA pag.7 PROCEDURE SEGUITE IN CASO DI SOSPETTO DSA pag.7 DOCUMENTAZIONE E DOCUMENTI NORMATIVI pag.8 LEGENDA NORMATIVA BES pag 9 SINTESI DI MAPPA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI pag. 10 SINTESI DI MAPPA ALUNNI CON DSA pag 11 PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI pag.12 FENOMENI DI BULLISMO O DI CYBERBULLISMO pag. 12 DIRIGENTE SCOLASTICO pag.13 PROPOSTA DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE pag.13 GRIGLIA VALUTAZIONE DISCIPLINARE pag.14 GRIGLIA VALUTAZIONE COMPORTAMENTO pag 15 PROVE DEGLI ESAMI DI STATO pag.16 PROVE INVALSI pag.17

INDICAZIONI ALUNNI BES pag.17 GRIGLIA RILEVAZIONE ALUNNI BES pag 18 DIMENSIONE ORGANIZZATIVA GESTIONALE pag. 19 MAPPA RIASSUNTIVA DEL PAI pag. 20 GLOSSARIO pag .21- 22

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PREMESSA

In un‟ottica inclusiva, la scuola di oggi, ed il nostro istituto in particolare, ha elaborato e raggiunto la consapevolezza che l‟ambiente scolastico deve offrire pari opportunità facendosi garante delle differenze individuali. Superata la limitante distinzione tra disabilità/normalità, con il principio di inclusione, la scuola persegue il fine di rimuovere tutti gli ostacoli alla partecipazione e all‟apprendimento. Detti ostacoli derivano dalla “diversità umana”: provenienza geografica, appartenenza sociale, condizione personale, e perché no, le differenze di genere. In questa visione più ampia, bene si collocano i BES ovvero gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

BES = tre grandi sotto categorie: DISABILITA’ DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE.

Il termine “Inclusione”, quindi, si riferisce a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, che necessariamente richiedono interventi, misure e strumenti mirati per poter partecipare alla vita scolastica e per raggiungere il miglior risultato possibile in termini di apprendimenti e partecipazione sociale. Ciò significa impegnare la scuola in uno sforzo prima di tutto etico per garantire il diritto allo studio e il successo formativo di ciascuno, affinché nessun alunno possa sentirsi non appartenente, non pensato e quindi non accolto. Una scuola inclusiva è una scuola che pensa, che progetta e che si muove sul binario del miglioramento organizzativo. In questa prospettiva, è necessario non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma anche e soprattutto un impegno di promozione della loro formazione, attraverso la realizzazione di un‟organizzazione educativa e didattica personalizzata negli obiettivi, nei percorsi formativi e nelle strategie didattiche. Occorre, pertanto, che i docenti conoscano i bisogni e le capacità cognitive del singolo alunno, le sue abilità, potenzialità e criticità, oltre che i punti di forza, per condividere linee comuni pedagogiche e progettare percorsi educativi - didattici e formativi calibrati ai modi, ai tempi e ai ritmi di apprendimenti di ciascuno. Solo in questo modo il PEI, Piano Educativo Individualizzato per gli alunni con disabilità e il PDP, Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, potranno essere concreti strumenti di lavoro. L‟offerta formativa di una scuola inclusiva, capace di accompagnare gli alunni nella crescita personale, sociale e formativa, si articola su vari livelli e necessita di diversi strumenti. NUOVI GRUPPI PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA Con il decreto legislativo n.66/2017, Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, sono stati individuati i seguenti gruppi:

- GLIR- Gruppo di lavoro Interistituzionale Regionale- già previsto presso ogni Ufficio Scolastico Regionale dalle Linee guida del 2009; al gruppo sono attribuiti nuovi compiti, in particolare supporto ai GIT (Gruppi per l’Inclusione Territoriale) e alle reti di scuole per il Piano di Formazione del personale della scuola.

- GIT- Gruppo per l’Inclusione Territoriale – viene istituito in ciascun ambito territoriale ed ha, quale compito principale quello di quantificare e proporre all’Ufficio Scolastico Regionale, le risorse per il sostegno, dopo aver consultato i Dirigenti Scolastici.

- GLI – Gruppo di Lavoro per l’Inclusione –questo gruppo è chiamato a supportare il Collegio dei docenti nella definizione del Piano per l’Inclusione e i docenti nell’attuazione dei singoli PEI e PDP. Mentre il GLIR e il GLI sono operativi dal 1° settembre 2017, il GIT verrà attivato dal 1°settembre 2019. Il decreto, inoltre, mantiene operativo il GLHO.

PIANO ANNUALE PER INCLUSIONE Il Piano Annuale per l’Inclusione, che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse, è predisposto dal Collegio dei docenti con il supporto del GLI nell‟ambito del PTOF. Esso rappresenta il principale documento programmatico-attuativo della scuola in materia di inclusione. Il PAI, quindi, è il documento da cui partire per poter rendere operativa la strategia inclusiva della scuola, al fine di realizzare pienamente il diritto all‟apprendimento e soprattutto alla crescita personale di ciascuno. Il PAI utilizza la programmazione dell‟attività didattica come strumento idoneo a rendere efficaci e concreti gli obiettivi del progetto stesso. Costituisce per:

- gli operatori scolastici, il quadro di riferimento ai fini dell‟impostazione dell‟attività didattica e dei Piani Personalizzati;

- gli utenti, una garanzia di assolvimento delle funzioni istituzionali della scuola e di perseguimento efficace all‟azione di formazione e di istruzione volta all‟Inclusività;

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- i soggetti esterni alla scuola, istituzioni, enti pubblici e privati, un‟opportunità di sinergie di obiettivi culturali ed educativi condivisi.

Ha le seguenti caratteristiche: - è un atto interno della scuola autonoma, finalizzato all‟auto-conoscenza e alla pianificazione della propria

offerta formativa in senso inclusivo, fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai diversi bisogni; - è conosciuto e condiviso da tutti gli organismi interagenti; - risponde a criteri di fattibilità e gradualità, tenendo conto di vincoli e risorse; - ha validità annuale.

La sua adozione consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative per gli alunni con disabilità contenute nella Legge Quadro n.104/92 e successivi decreti applicativi e nella Legge 170/2010 relativa agli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), C. M. n° 8 del 06/03/2013, direttiva recante strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l‟inclusione scolastica e successive linee guida o indicazioni del MIUR. In quest‟ultima, si precisa che l‟individuazione dei BES e la successiva attivazione dei percorsi personalizzati deve essere deliberata da tutti i componenti del team docenti o consiglio di classe.

FINALITA’ Il Piano intende raccogliere in un quadro organico gli interventi da intraprendere per affrontare le problematiche relative all‟inclusività degli alunni con diverse abilità e difficoltà di apprendimento. Attraverso il PAI, si esplicitano le seguenti finalità:

garantire il diritto all‟istruzione; inserire gli alunni con Bisogni Educativi Speciali nel contesto della classe e della scuola, favorendo il successo scolastico e agevolando la piena integrazione sociale e culturale; favorire una diagnosi precoce delle problematiche d‟apprendimento e l‟attivazione di percorsi didattici riabilitativi; ridurre i disagi relazionali ed emozionali; incrementare la comunicazione e la collaborazione tra scuola, famiglia, servizi sanitari e sociali durante il percorso di istruzione e di formazione; adottare forme e tempi di verifica e di valutazione adeguati alle necessità formative e didattiche degli studenti; accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali lungo tutto il percorso scolastico, svolgendo anche azione di orientamento e di prevenzione della dispersione scolastica.

Il diritto allo studio degli alunni con BES si realizza, nella scuola primaria e secondaria di primo grado, attraverso un raccordo stretto tra il piano di lavoro annuale destinato a tutta la classe e il Piano Didattico Personalizzato. Occorre, pertanto, costruire una rete di competenze tra genitori, insegnanti e specialisti, ciascuno con il proprio ruolo, al fine di individuare le strategie comuni e le misure dispensative e compensative, per poi giungere a condividere gli stessi obiettivi. Successivamente, nella contestualizzazione specifica di ogni PEI o PDP, saranno inseriti gli obiettivi specifici, le modalità di lavoro e di verifica che i team e i consigli di classe individueranno per ciascun alunno. OBIETTIVI Con il Piano Annuale di Inclusività ci si propone di:

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

analizzare le criticità e i punti di forza degli interventi di inclusione scolastica dell‟Istituto; articolare la progettazione nel rispetto dell‟identità dell‟istituto e della specificità del territorio; innalzare il livello di successo scolastico; integrare l‟azione educativa e didattica della scuola con quella delle istituzioni e delle associazioni locali; offrire agli alunni un servizio scolastico capace di rispondere ai loro specifici bisogni speciali; documentare obiettivi e percorsi di apprendimento; dare un‟adeguata e corretta informazione alle famiglie; definire le modalità di una corretta valutazione dei risultati.

PERCORSI ATTIVATI ● Cura dei rapporti con specialisti e Istituzioni Locali per la realizzazione di eventuali “Progetti integrati”, per la stesura

congiunta del Profilo Dinamico Funzionale, del Piano Educativo Individualizzato (alunni con disabilità), del Piano Educativo Personalizzato (alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento) o per altre e particolari situazioni problematiche.

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● Massima coerenza possibile tra il lavoro degli alunni diversamente abili o con DSA e quello del gruppo classe e, ove possibile, attività a piccoli gruppi e/o laboratoriali.

● Riunioni degli insegnanti di sostegno coordinati dalla Funzione Strumentale per analizzare, confrontare o elaborare strategie di intervento idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei PEI o PDP.

● Passaggio di informazioni su specifiche patologie e disturbi specifici di apprendimento; indicazioni per reperire materiale didattico-formativo adeguato e tecnologico/informatico compensativo; indicazioni sui criteri per la compilazione del PEI e del PDP.

● Scelta, come criterio preferenziale nell‟adozione dei libri di testo adottati in Istituto, di volumi con disponibilità di Cd Rom e/o DVD per studenti con DSA.

● Incontri per gruppi di lavoro, tra docenti dei diversi ordini di scuola, con particolare attenzione all‟organizzazione dei percorsi didattici finalizzati alla riduzione delle criticità.

● Predisposizione dei criteri e di griglie di valutazione rispettose dei Bisogni Educativi Speciali per gli alunni che devono affrontare gli esami di stato della Scuola Secondaria.

FASI DEL PERCORSO PER INCLUSIONE SCOLASTICA Il percorso di inclusione coinvolge alunni con BES, scuola, famiglia ed Enti territoriali; in esso è possibile individuare diverse fasi: 1. pre-conoscenza e coinvolgimento della famiglia dei nuovi alunni; 2. criteri di inserimento dei nuovi alunni diversamente abili nelle classi; 3. osservazione e conoscenza degli stessi durante il primo periodo d‟inserimento; 4. mantenimento dei rapporti con l‟ASL di appartenenza; 5. predisposizione di percorsi individualizzati o personalizzati; 6. coinvolgimento del gruppo classe e di tutti i docenti; 7. coinvolgimento del personale ATA; 8. stesura di PEI e PDP sulla base di un modello unico predisposto dalle F.S.; 9. verifica e valutazione sulla base di criteri stabiliti; 10. percorsi integrati tra ordini di scuole.

PERSONE DI RIFERIMENTO PREPOSTE ALL’ORGANIZZAZIONE PER L’INCLUSIONE PERSONALE COMPITI

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GLI

- Controllo della documentazione in ingresso e predisposizione di quella in uscita. - Rilevazione dei BES, monitoraggio e valutazione. - Consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestioni delle classi.

- Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dal G.L.H.O. - Monitoraggio periodico delle pratiche inclusive della didattica programmata. - Elaborazione del Piano Annuale per l‟Inclusività con supporto/ apporto delle Figure Strumentali.

- Aggiornamento delle eventuali modifiche ai P.D.P. e al P.E.I. relativamente alle situazioni in evoluzione.

DIRIGENTE

SCOLASTICO

- Compiti consultivi. - Decisioni sulla formazione delle classi. - Assegnazione dei docenti di sostegno agli alunni diversamente abili. - Gestione dei rapporti con le amministrazioni locali. - Istituzione del GLI di Istituto.

FUNZIONI STRUMENTALI

AREA 2

- Collaborazione con il Dirigente Scolastico. - Raccordo fra Enti Territoriali, Cooperative, Scuole, ASL, famiglie. - Monitoraggio degli alunni con Bisogni Educativi Speciali. - Coordinamento integrazione alunni - Coordinamento e aggiornamento PAI. - Supporto per la compilazione PDP e PEI. - Coordinamento del GLI e del GLHO d‟ Istituto. - Controllo e coordinamento documentazione alunni BES. - Coordinamento attività con apporto del docente referente per il contrasto ai fenomeni di bullismo e Cyberbullismo

Sintesi del patto di corresponsabilità La scuola si impegna a:

Conoscere i bisogni formativi dell‟alunno diversamente abile o con DSA per elaborare il PEI o il PDP. Favorire l‟inclusione, la socializzazione con i coetanei e il rapporto educativo con gli adulti (docenti e personale scolastico). Motivare gli alunni all‟apprendimento, ad acquisire consapevolezza sia delle proprie potenzialità che dei propri limiti, modulando su questi impegni e aspettative. Coordinare e bilanciare i carichi di lavoro; programmare le verifiche affinché l‟alunno sia sempre in grado di affrontare con serenità ed in modo proficuo il lavoro. Comunicare alla famiglia i risultati man mano raggiunti in ogni disciplina. Comunicare alla famiglia le norme comportamentali che l‟alunno deve rispettare. Prevenire e contrastare, in collaborazione con le famiglie, fenomeni di discriminazione, bullismo e Cyberbullismo. Mantenere i rapporti con l‟equipe medica che ha in cura l‟alunno (ASL, enti privati, servizi sociali...). Contattare la famiglia in caso di problemi relativi a frequenza, puntualità, profitto e comportamento, in modo da poter intervenire al primo insorgere di difficoltà.

La famiglia si impegna a:

Responsabilizzare i figli verso gli impegni scolastici, i doveri e le norme della vita comunitaria, stabiliti all‟interno del Regolamento d‟Istituto. Sostenere i figli nel loro impegno, a casa e a scuola. Favorire l‟autonomia personale dei figli, aiutandoli nell‟organizzazione di tempi e spazi adeguati per lo svolgimento di compiti, attività extrascolastiche, gioco e tempo libero. Aiutare i figli ad acquisire la consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, modulando su questi impegni e aspettative. Collaborare all‟azione dei docenti. Informare la scuola in caso di problemi didattici o comportamentali che possano incidere sul percorso formativo del figlio. Giustificare le assenze.

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- Supporto nelle attività di formazione e di aggiornamento dei docenti.

DOCENTI

DI CLASSE

- Accoglienza nuovi alunni diversamente abili nel gruppo classe. - Partecipazione a programmazione/valutazione individualizzata o personalizzata. - Collaborazione nella stesura, approvazione e valutazione di PEI/PDP. - Attuazione di interventi individualizzati per i diversamente abili anche in assenza del

docente di sostegno.

DOCENTI DI SOSTEGNO

- Partecipazione alla programmazione educativa-didattica e alla valutazione. - Cura degli aspetti metodologici e didattici funzionali a tutto il gruppo classe. - Mediazione dei contenuti relazionali, programmatici e didattici. - Cura dei rapporti con le famiglie, gli operatori ASL e gli Enti Locali. - Stesura del PEI con il coordinamento dei docenti di classe, della famiglia e dell‟ASL. - Collaborazione alla stesura di PDP con i docenti di classe e le famiglie. - Promozione di iniziative finalizzate all‟inclusione di tutti gli alunni.

COLLABORATORI SCOLASTICI

- Supporto all‟alunno diversamente abile negli spostamenti interni relativamente ai bisogni primari.

COLLABORATORI DEL D.S.

- Custodia fascicoli personali degli alunni BES. - Invio di documentazione richiesta dall‟UST in collaborazione con le F.S. - Partecipazione alle riunioni del GLI d‟Istituto.

FAMIGLIA

- Iscrizione dell‟alunno entro i termini stabiliti. -Consegna della documentazione certificativa attestante la diagnosi clinica.

- Presa visione del Patto di corresponsabilità e sottoscrizione dello stesso nel corso dell‟anno scolastico di frequenza in istituto.

- Condivisione con la scuola dello stesso progetto educativo. - Condivisione del PEI o del PDP con il Consiglio di classe e i singoli docenti. - Sviluppo di un sempre maggiore grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell‟impegno scolastico e delle relazioni con i docenti.

Firmare per presa visione le comunicazioni e, se richiesto, le verifiche consegnate. Sottoscrivere per accettazione il PEI/PDP, dopo averne presa visione con i docenti.

INDICAZIONI OPERATIVE PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI BES Per facilitare l‟inserimento degli alunni con bisogni speciali all‟interno delle classi, dal punto di vista burocratico e didattico, si definisce quanto segue:

La scuola accoglierà il minore, inserendolo nel gruppo classe meno numeroso o comunque con le caratteristiche più idonee alle sue esigenze. Le funzioni strumentali, dopo aver visionato la certificazione riguardante l‟alunno, informerà dettagliatamente gli insegnanti curriculari coinvolti. I docenti proporranno lavori e/o attività facilitate che coinvolgeranno l‟intera classe per l‟inserimento graduale e sereno dell‟alunno. La scuola, per rendere più specifica e funzionale l‟attività del docente potrà – compatibilmente alla disponibilità di spazio- accogliere la richiesta di allestimento di spazi dedicati esclusivamente alle disabilità. Il docente di sostegno, in collaborazione coi colleghi di classe, potrà richiedere l‟acquisto di materiali didattici specifici. I docenti, in collaborazione con l‟insegnante di sostegno e, allo scopo di facilitare il passaggio degli alunni diversamente abili da un ordine di scuola all‟altro, proporranno attività mirate alla conoscenza dei nuovi ambienti scolastici e della loro organizzazione. La famiglia si impegnerà a fornire con tempestività, in caso di alunno diversamente abile o con DSA, la documentazione accertante deficit cognitivi emersi, disturbi specifici d‟apprendimento o altro, tenendone controllata la validità e gli obblighi di rinnovo periodico (diagnosi e certificazioni potranno essere consegnate in segreteria in qualunque momento dell‟anno ma solo quelle ricevute entro l‟inizio di aprile consentiranno la stesura di un PEI o PDP, senza effetto retroattivo sui voti). La scuola potrà decidere autonomamente, secondo le più recenti indicazioni normative, di redigere un PDP anche senza il parere della famiglia, qualora sussistano importanti difficoltà all‟apprendimento (per una durata non superiore all‟anno). Gli insegnanti o la famiglia stessa potranno richiedere modifiche al PDP e al PEI, a seguito di significativi cambiamenti nel processo d‟apprendimento dell‟alunno. Le F.S. avranno cura di controllare che le certificazioni consegnate rispettino quanto sancito per legge. In caso contrario contatteranno la famiglia per chiarimenti e/o integrazioni. Ogni consiglio di classe/team docente specificherà nel PDP obiettivi eventualmente modificati, misure dispensative e strumenti compensativi da adottare, motivandoli e concordandoli con la famiglia. Fin dall‟ingresso in Istituto, ma soprattutto nel passaggio da un ordine di grado all‟altro, fra tutti coloro che interagiranno con l‟alunno diversamente abile o con DSA, sarà effettuato lo scambio di informazioni.

Il Piano Didattico personalizzato (PDP) costituisce un allegato riservato della programmazione e del fascicolo personale dell‟alunno. Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) viene redatto seguendo linee- guida condivise.

INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEGLI “ALUNNI A RISCHIO DI DSA” Non sono molti i bambini che ricevono una diagnosi di DSA in tempi dovuti: a volte essa viene posta con molto ritardo, poiché il disturbo è riconosciuto solo al termine della scuola primaria, quando le richieste della scuola in termini di apprendimento richiedono processi di elaborazione cognitiva che dovrebbero essere ormai automatizzati. Già a partire dalla scuola dell‟infanzia, soprattutto nei primi anni della scuola primaria, la normativa pone attenzione non solo al ”disturbo” di apprendimento, che verrà eventualmente diagnosticato dopo la fine della seconda classe (dislessia - disgrafia – disortografia – discalculia ), ma alla “difficoltà” di apprendimento che potrebbe evolvere in un Disturbo specifico dell‟apprendimento: quelle difficoltà che alcuni alunni, nonostante abbiano una intelligenza nella norma e privi di deficit cognitivi e sensoriali, manifestano nell‟apprendimento e nell‟automatizzazione della letto- scrittura e del calcolo, a causa di specifiche particolarità negli stili e nei tempi di apprendimento. L „azione di individuazione inizia con l‟osservazione dell‟alunno, che dovrà essere effettuata il più precocemente possibile. Essa ha come oggetto:

- lo sviluppo delle abilità dell‟alunno; - i processi implicati nell‟apprendimento; - le discrepanze tra le prestazioni del bambino e quelle del resto della classe in determinate attività.

Essa ha come scopo: - l‟individuazione delle aree specifiche in cui l‟alunno manifesta un significativo calo della prestazione rispetto ad altre; - l‟individuazione dei segnali predittivi di un DSA.

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PROCEDURE PER LA SEGNALAZIONE DEL BISOGNO

1. A seguito dell‟osservazione di persistenti difficoltà, nonostante le attività di recupero mirato, e alla luce dei risultati ottenuti, verranno consegnate alla famiglia comunicazioni che evidenzino “difficoltà persistenti”.

2.

3.

4.

In caso di sospetto DSA, verrà fatta segnalazione al coordinatore di classe e/o al referente DSA. I genitori verranno convocati per un colloquio con i docenti, al fine di valutare la situazione in vista di accertamenti diagnostici.

Sulla base delle problematiche evidenziate, che verranno registrate su una griglia di osservazione predisposta e compilata dal team docente, si deciderà se formalizzare o meno un PDP. Tale documento dovrà mettere in luce le debolezze e i punti di forza dell‟alunno, prevedere, ove necessario, semplificazioni alle programmazioni e strategie mirate di intervento, oltre all‟eventuale applicazione di strumenti compensativi e misure dispensative.

La famiglia sarà chiamata a condividere il documento, che avrà carattere temporaneo, fino all‟arrivo di certificazione o diagnosi.

DOCUMENTAZIONE Per ogni alunno diversamente abile vengono redatti:

LA DIAGNOSI FUNZIONALE (a cura dell‟equipe medico-specialistica che ha in carico l‟alunno). E‟ realizzata per descrivere i livelli di funzionalità; viene aggiornata con tempi indicati dalla stessa e comunque obbligatoriamente nei passaggi da un ordine di scuola all‟altro.

IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF) - (redatto dai docenti e dai genitori dell‟alunno diversamente abile insieme agli operatori socio-sanitari).

Indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali dell‟alunno, le possibilità di incremento delle abilità/conoscenze, le potenzialità da sollecitare e/o da rafforzare. Viene aggiornato al momento del passaggio da un ordine all‟altro.

IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI) - (elaborato e approvato da tutti i docenti della

classe, con il supporto degli operatori socio-sanitari e con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che esercitano la responsabilità genitoriale). Il PEI, basato sulla certificazione e sul PDF, ha quale finalità la realizzazione di “un ambiente di apprendimento nella relazione, nella socializzazione, nella comunicazione, nell’interazione, nell’orientamento e nelle autonomie”.

Nel documento vanno riportate la situazione di partenza dell‟alunno nelle diverse aree di sviluppo, le modalità didattiche e di valutazione relative alla programmazione individualizzata. Esso è suscettibile a modifiche ed integrazioni anche in itinere, in base all‟evoluzione degli apprendimenti dell‟alunno. DOCUMENTI NORMATIVI - Legge quadro 104/92, in particolare commi 5, 6, 7, 8 art.12,13,14 e DPR 24/02/92 art.4 (modalità di attuazione dell‟integrazione e piano educativo individualizzato). - Legge quadro 15/04/94, commi 5,6 e DPR 15/04/94 n.87, DPR 616/77, art. 42 e 45 (programmazione obbligatoria e

coordinata tra scuola, Asl ed Enti locali). - DPR del 24/02/94, art. 3 e precisazioni nella C.M. n. 363/94, art, 3, com.1,2. Art. 38 L. 448/98, Legge 104/92 art. 12,

C.M. 3/9/85, n.250, DPR 12/2/85 n. 105 (diagnosi funzionale). Per la valutazione: Decreto legislativo 16/04/94 n. 297;

- Decreto Presidente della Rep. 22/06/2009, n. 122 (Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni) e ulteriori modalità applicative, ai sensi degli art. 2/3 del decreto del settembre 2008, n. 137

convertito con modificazioni dalla L. 30/10/08, n. 169.

Per ogni alunno con BES viene redatto il PIANO EDUCATIVO PERSONALIZZATO. IL PDP: viene redatto dai docenti di classe in collaborazione con la famiglia e rinnovato ogni anno. Analizza le difficoltà d‟apprendimento e mette a fuoco i punti di forza dell‟alunno, sui quali agire per un recupero delle abilità. E‟ suscettibile a modifiche in itinere in caso di cambiamenti significativi del processo di apprendimento. Può prevedere l‟uso flessibile di strumenti compensativi e misure dispensative, lungo un percorso parallelo alle programmazioni di classe che persegue i medesimi obiettivi formativi e didattici.

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Legenda normativa BES - Legge 8 ottobre 2010, n. 170 –Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito

scolastico. - O.M. n.42 del 6 maggio 2011 (art.12 comma 8 - istruzioni e modalità organizzative per gli esami di stato) - circolari MIUR (03/02/11, 04/04/11, 26/05/11) - D.M. 12 luglio 2011 e successive linee guida: individualizzazione e personalizzazione della didattica. - D.M. 27 dicembre 2012: “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali, organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” e successivi chiarimenti d’applicazione (22/11/13). - Decreto Attuativo della legge 107/2015 art. 11 - D.L. n.66 del 13 aprile 2017:“Norme per la promozione per l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”.

Le principali modifiche apportate dal D.L 13 aprile 2017 n.66 “Norme per la promozione per l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità” affermano:

Il PEI viene elaborato e approvato dai docenti contitolari della classe o dall'intero consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori, delle figure professionali specifiche interne ed esterne all'Istituzione scolastica e con il supporto dell'unità multidisciplinare. Il numero massimo di alunni per classe, in presenza di alunni con disabilità, dovrà essere di venti unità. Nell'assegnazione dei collaboratori scolastici nella scuola statale, per lo svolgimento dei compiti di assistenza previsti, si terrà conto del genere degli alunni e degli studenti. Per gli insegnanti di sostegno, con contratto a tempo determinato, l‟art. 16 prevede che, «al fine di garantire la continuità didattica durante l'anno scolastico, si applica l‟art. 462 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994»: almeno per tutto l‟anno il docente dovrebbe rimanere lo stesso, solo ove ci sia stata la richiesta della famiglia. Per la certificazione e la valutazione della disabilità e poi per la progettazione, l‟art. 5 com.2 prevede: -alla lettera b, l‟utilizzo di un «profilo di funzionamento secondo i criteri del modello bio-psico-sociale dell‟ICF, per la definizione del Piano Educativo Individualizzato (PEI), entro l‟anno 2019; -alla lettera c, inoltre, è stabilito che il profilo di funzionamento è redatto dall‟unità di valutazione multidisciplinare, composta da: a. un medico specialista o un esperto della condizione di salute della persona; b. uno specialista in neuropsichiatria infantile; c. un terapista della riabilitazione; d. un assistente sociale o un rappresentante dell'Ente locale di competenza che ha in carico il soggetto.

Tutto ciò «con la collaborazione dei genitori dell‟alunno con disabilità, nonché con la partecipazione di un rappresentante dell‟amministrazione scolastica». Il profilo di funzionamento è il documento propedeutico alla definizione del progetto individuale.

Inoltre, l‟art. 8 dei D.L. 66 del 14/07/17 prevede la predisposizione del “Piano per l’inclusione che definisce le modalità per l’utilizzo coordinato dalle risorse, compresi il superamento delle barriere e l’ individuazione dei facilitatori del contesto di riferimento, nonché per progettare e programmare gli interventi di miglioramento della qualità dell’ inclusione scolastica”. Si stabilisce, infine, con l’art. 16 com.1, l’istruzione domiciliare, che le istituzioni scolastiche, in collaborazione con l‟Ufficio Scolastico Regionale, gli Enti locali e le agenzie sanitarie locali, attuano per garantire il diritto all‟ istruzione degli alunni per i quali sia accertata l‟impossibilità della frequenza scolastica, per un periodo non inferiore a 30 gg.

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Alunni diversamente abili (L.104/1992)

Riconoscimento di difficoltà psico-fisiche dell’alunno da parte dei genitori o della scuola

Accertamenti presso distretto NPI o struttura privata riconosciuta

DIAGNOSI funzionale alla famiglia

Invio di copia alla Commissione d‟accertamento

Rilascio del verbale d‟accertamento

La famiglia consegna diagnosi e verbale di commissione alla scuola

SCUOLA Richiesta all’USP

dell’ins. di sostegno

Se necessario, richiesta di educatore scolastico al Comune di residenza

PDF da aggiornare ad ogni passaggio di ciclo, in collaborazione con equipe sanitaria e famiglia.

PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO: interventi educativi e didattici calibrati a capacità e potenzialità; diversificazione di metodi e strategie didattiche.

VERIFICHE E VALUTAZIONI: calibrate in base alle capacità e competenze dell’alunno d.a. nel rispetto delle sue modalità d’apprendimento e dei tempi di esecuzione.

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Alunni con DSA (LEGGE 170/2010)

A scuola: osservazione di prestazioni atipiche - Interventi di identificazione di casi sospetti.

Attività di recupero mirato Comunicazione alla famiglia

Richiesta di valutazione c/o ASL o enti accreditati

MISURE DISPENSATIVE se necessarie

Dispensa dalla lettura ad alta voce, da interrogazioni scritte (a favore di quelle orali).. da attività in uso alla classe ma che mettano in difficoltà senza favorire apprendimento

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO: interventi educativi e didattici adeguati a capacità e potenzialità, diversificazione delle strategie didattiche.

Certificazione di disturbo DSA

STRUMENTI COMPENSATIVI se necessari

● sintesi vocale ● registratore ● video scrittura ● calcolatrice ● tabelle, formulari, mappe...

VERIFICHE Adozione di misure idonee: tempi più distesi, minor numero di esercizi, specificità e chiarezza dell’obiettivo, uso di strumenti compensativi

VALUTAZIONE Più attenta ai contenuti che alla forma

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DISPOSIZIONI A TUTELA DEI MINORI PER LA PREVENZIONE ED IL CONTRASTO DEI FENOMENI DEL BULLISMO E DEL CYBERBULLISMO

Per la prima volta è stata approvata una legge volta a prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo (L.1261 Art. 1, Art. 4, Art. 5) in tutte le loro manifestazioni, in particolare con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori coinvolti sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo ed educativo. Ai fini della presente legge, con i termini "bullismo o cyberbullismo ", si intendono l'aggressione o la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, a danno di una o più vittime, idonee a provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazioni al suicidio o all'autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni per ragioni di lingua, etnia, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico, disabilità o altre condizioni personali e sociali della vittima. Per il triennio 2017/2019, le linee di orientamento prevedono la partecipazione di un proprio referente per ogni Autonomia Scolastica; la promozione di un ruolo attivo degli studenti nella prevenzione e nel contrasto del bullismo nelle scuole; la prevenzione di misure di sostegno e di rieducazione dei minori coinvolti. Il Dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti di bullismo o cyberbullismo ne informa tempestivamente i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale ovvero i tutori dei minori coinvolti. Sentite le famiglie, valutata, anche in collaborazione con gli insegnanti ed il personale scolastico, la gravità degli atti, il Dirigente scolastico convoca i soggetti coinvolti, il referente per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo di cui al comma 3 dell'Art. 4, i rappresentanti di classe e, qualora lo ritenga necessario, rappresentanti dei servizi sociali e sanitari territoriali, al fine di predisporre percorsi personalizzati per l'assistenza alla vittima e per l'accompagnamento rieducativo degli autori degli atti medesimi.

PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI

Il documento viene deliberato dal Collegio docenti; contiene criteri, principi, indicazioni riguardanti l‟iscrizione e l‟inserimento degli alunni immigrati; definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici; traccia le diverse possibili fasi dell‟accoglienza e delle attività di facilitazione per l‟apprendimento della lingua italiana. Il protocollo si propone di:

definire pratiche condivise all‟interno delle scuole; sostenere gli alunni neo arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto; favorire un clima scolastico accogliente( che prevenga e rimuova ostacoli alla piena inclusione); promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio sui temi dell‟accoglienza e dell‟educazione interculturale, nell‟ottica di un sistema formativo integrato.

Al momento dell’iscrizione l’assistente amministrativo informa su:

documenti da consegnare, anagrafici e scolastici (con classe e Paese di frequenza scolastica, anche in forma di autocertificazione ed eventuali documenti sanitari attestanti le vaccinazioni); organizzazione scolastica, compresa l‟opzione di avvalersi o meno dell‟insegnamento della Religione Cattolica, indirizzando inoltre le famiglie ai servizi sociali del comune di residenza per le informazioni relative ai servizi di trasporto e mensa; informa il Dirigente scolastico della richiesta di iscrizione e fissa l‟incontro con i familiari; avvisa il responsabile di plesso della richiesta di iscrizione; fornisce copia delle informazioni ottenute alla Funzione Strumentale Area 2.

Anche in mancanza di documenti, il minore straniero viene iscritto a scuola, poiché la posizione di irregolarità non influisce sull’esercizio di un diritto-dovere riconosciuto. In questo caso verrà iscritto con riserva. La normativa, sia passata che recente, ci ricorda che tutti i bambini – siano essi appartenenti ad una famiglia regolarmente presente in Italia, o irregolare dal punto di vista del soggiorno – hanno diritto all‘inserimento scolastico in qualunque momento dell’anno e sottolinea anche che il criterio principale per la determinazione della classe di inserimento è quello dell’età anagrafica.

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IL DIRIGENTE SCOLASTICO Effettua il primo colloquio con i genitori (o con gli adulti di riferimento al momento dell‟iscrizione) per avere più notizie possibili in merito alle precedenti scolarità. Propone la classe e/o la sezione, valutando la complessità della situazione generale e tenendo conto anche delle considerazioni del referente per l‟Intercultura, del gruppo di accoglienza e degli insegnanti della classe destinata. Ripartisce gli alunni nelle classi, evitando la costituzione di sezioni con predominanza di alunni stranieri. Come si articola la prima conoscenza: Colloquio tra famiglia, referente di plesso e docente di classe, se necessario, per raccogliere informazioni su alunno, percorso scolastico, famiglia e Paese d‟origine. Colloquio approfondito con il bambino, utilizzando tecniche verbali e non, per accertare abilità logico- matematiche, grafiche/manipolative e livello di conoscenza spontaneo della lingua italiana. I risultati comporranno l‟iniziale biografia linguistica e scolastica dell‟alunno e saranno esaminati, con gli altri dati raccolti, dai docenti preposti all‟ accoglienza che proporranno l‟inserimento nella classe. Osservazione dell‟alunno in situazione, per poter accertare che la classe di inserimento proposta sia adeguata.

PROPOSTA DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE

Gli elementi raccolti durante le due precedenti fasi permettono di decidere la classe d‟inserimento. Per un primo periodo iniziale, si ritiene utile inserire nella scuola provvisoriamente l‟alunno immigrato, senza collocazione definitiva in una classe, ma facendolo partecipare a laboratori prevalentemente linguistici e ad altre attività, al fine di osservarlo e conoscerlo meglio. Occorre, infatti, tener presente che l‟alunno straniero vive già una situazione di disorientamento cognitivo e affettivo- relazionale che potrebbe essere negativamente accentuata da situazioni non definitive. Il principio di fondo per una proficua inclusione e per la riuscita scolastica è quello di reperire ogni risorsa nella scuola e nell‟extra-scuola. Il colloquio, l‟osservazione e le prove d‟ingresso costituiscono il primo passo per accertare indicativamente competenze ed abilità, sia linguistiche che disciplinari, dell‟alunno neo iscritto. Si individueranno, successivamente, percorsi di facilitazione che saranno attuati sulla base delle risorse disponibili (scolastiche- organico del Potenziamento- o messe a disposizione dal territorio). Criteri di riferimento per l’assegnazione di alunni stranieri alla classe

I minori stranieri presenti sul territorio italiano sono soggetti all’obbligo scolastico; l’iscrizione alle classi della scuola dell’obbligo va accolta in qualsiasi momento dell’anno, in coincidenza con il loro arrivo sul suolo nazionale (D.P.R.n.394/99, art.45, C.M. del 23/03/2000 n.87 e C.M. del 05/01/2001,n.3). Essi vanno accolti anche se sprovvisti di permesso di soggiorno o privi di documentazione (art. 45 del D.P.R. n. 394/99). I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica.

ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE/SEZIONE E PROGETTAZIONE ATTIVITA’ DI ACCOGLIENZA NELLA SCUOLA Il Dirigente Scolastico, in accordo con la Referente e i docenti che compongono il consiglio di classe, decide, quindi l’inserimento dell’alunno in una determinata classe nel rispetto dei criteri presenti negli ordinamenti vigenti, con particolare riferimento alla corrispondenza tra classe ed età anagrafica dell’alunno e alla ricognizione del percorso scolastico pregresso.

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GRIGLIA VALUTAZIONE DISCIPLINARE PER ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

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Per la scelta della classe/sezione devono essere presi in considerazione :

numero degli alunni per classe; tipologia degli alunni diversamente abili eventualmente presenti in classe; distribuzione equilibrata degli alunni stranieri nelle classi; situazione globale della classe.

L’assegnazione alla classe viene accompagnata dall’individuazione da parte del Consiglio di Classe di percorsi di facilitazione dell’apprendimento della lingua italiana, attuati sulla base delle risorse disponibili (docenti del Potenziamento), in base anche a quanto emerso dall’analisi degli elementi raccolti per predisporre il PDP. Gli insegnanti di classe, in accordo con il Referente, predisporranno, per il primo periodo, un percorso personalizzato per l’alunno neo iscritto mirato all’acquisizione dell’italiano come lingua della comunicazione. Questo tipo di apprendimento potrà essere svolto in alternanza tra la frequenza del” Laboratorio di italiano L2” e la frequenza in classe. VALUTAZIONE La valutazione dovrà rispecchiare la specificità di ogni alunno con disabilità, ed il suo personale percorso formativo: i progressi legati all‟inclusione, all‟acquisizione di autonomia e di competenze sociali e cognitive. La valutazione certificata dovrà essere espressa in decimi e riferita:

al comportamento alle discipline alle attività svolte sulla base del PEI o PDP.

Nella valutazione del percorso individuale, gli insegnanti privilegeranno la valutazione formativa rispetto a quella certificativa, anche secondo quanto stabilito dall’art. 11 del D.L. n.62 - 13 aprile 2017. Ogni insegnante che presta attenzione all‟inclusione, quindi, può declinare gli indicatori delle competenze da raggiungere, attraverso i quali effettuerà poi una valutazione che non considera le singole prove, ma il percorso nella sua complessità. Anche nella valutazione del comportamento bisognerà considerare le difficoltà derivanti dalla disabilità e procedere nella valutazione stabilendo chiare e precise competenze.

INDICATORI DESCRITTORI VOTO

Conoscenze Ampie ed approfondite.

10 Abilità e competenze

È in grado di esplicitare le conoscenze acquisite ed usa con padronanza la strumentalità appresa. Sa svolgere le attività in completa autonomia ed è propositivo. Applica con sicurezza i procedimenti acquisiti in situazioni nuove. Affronta situazioni problematiche utilizzando strategie adeguate.

Conoscenze Ampie e consolidate

9 Ampie e consolidate

È in grado di esplicitare le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa. Sa svolgere le attività in autonomia. Applica i procedimenti acquisiti in situazioni nuove. Affronta situazioni problematiche utilizzando strategie adeguate.

Conoscenze Consolidate

8 Abilità e competenze

È in grado di esplicitare le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa. Sa svolgere attività semplici in autonomia. Applica i procedimenti acquisiti in situazioni semplificate. Affronta semplici situazioni problematiche utilizzando strategie adeguate.

Conoscenze Parzialmente consolidate

7 Abilità e competenze

È in grado di esplicitare con qualche incertezza le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa in parziale autonomia. Sa svolgere attività semplici in autonomia. Applica i procedimenti acquisiti in situazioni semplificate. Affronta semplici situazioni problematiche con l'aiuto dell'adulto.

Conoscenze Essenziali Abilità e Esplicita le conoscenze acquisite ed utilizza la strumentalità appresa solo con l'aiuto

GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO PER ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Aspetti da valutare: Partecipazione alle attività scolastiche, impegno e motivazione ad apprendere. Comportamento, in riferimento alle regole di convivenza e all‟interazione con adulti e

compagni. Cura del proprio materiale, rispetto di quello altrui e dei contesti nei quali vive le

esperienze.

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competenze dell'insegnante. Svolge attività semplici ed affronta situazioni problematiche solo se guidato. Applica i procedimenti acquisiti solo se supportato dall'adulto.

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Conoscenze Inadeguate 5 Abilità e

competenze Esplicita le conoscenze affrontate con difficoltà, anche se guidato dall'insegnante. Ha difficoltà ad applicare semplici strategie di problem-solving, anche se supportato dall'adulto.

Conoscenze Assenti

4 Abilità e competenze

Non è in grado di esplicitare le conoscenze anche se supportato dall'insegnante.

INDICATORI VOTO

Partecipa sempre costruttivamente alle attività proposte, con impegno costante e motivazione ad apprendere. Si impegna in maniera conforme alle regole in qualsiasi situazione e attiva più che positive interazioni con adulti e compagni. Si prende cura del proprio materiale, rispetta quello altrui ed i contesti nei quali vive le esperienze.

10

Partecipa costruttivamente alle attività proposte con impegno e motivazione. Si comporta in maniera conforme alle regole e attiva positive interazioni con adulti e compagni. Ha cura del proprio materiale, rispetta quello altrui ed i contesti nei quali vive le esperienze.

9

Partecipa sempre alle attività proposte con impegno e motivazione. Generalmente rispetta le regole ed interagisce con adulti e compagni in maniera abbastanza positiva. Ha cura del proprio materiale di quello altrui e dei contasti nei quali vive le esperienze.

8

Partecipa in maniera discontinua alle attività proposte, impegno e motivazione vanno sollecitati e sostenuti. Deve ancora interiorizzare pienamente le regole scolastiche e le interazioni con adulti e compagni necessitano di essere spesso mediate dall‟adulto. La cura del proprio materiale, il rispetto di quello altrui e dei contesti nei quali vive le esperienze devono essere sollecitate dalle figure di riferimento.

7

Partecipa alle attività proposte solo se costantemente sollecitato, impegno e motivazione sono molto discontinui. Non sempre rispetta le regole ed ha difficoltà ad interagire positivamente con adulti e compagni. Ha scarsa cura del proprio materiale, è poco rispetto di quello altrui e del contesto nel quale vive le esperienze.

6

Attiva comportamenti deliberatamente gravi per la propria a l‟altrui incolumità psico- fisica e destabilizza consapevolmente relazioni ed attività.

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PROVE DEGLI ESAMI DI STATO a) INDICAZIONI PER GLI ALUNNI BES

Ogni singolo caso viene singolarmente analizzato al fine della preparazione e strutturazione di prove adeguate al percorso didattico realizzato e al percorso di vita attivato all‟inizio della scolarizzazione. In particolare, il comma 4 dell’art.11, del suddetto D.L. n. 62, introduce la possibilità per gli alunni con disabilità, di partecipare “con adeguate misure compensative o dispensative, per lo svolgimento delle prove, ove non fossero sufficienti, predisporre specifici adattamenti della prova, ovvero l‟esonero della prova”. Inoltre, il comma 5 del suddetto articolo, prevede, per gli alunni con disabilità, “la possibilità di sostenere le prove d‟esame al temine del primo ciclo di istruzione, con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario”, utilizzato nel corso dell’anno scolastico per l’attuazione del PEI. Il comma 6, inerente l’esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, prevede la predisposizione, se necessario, di prove differenziate idonee a valutare il progresso dell‟alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali Tali prove avranno valore equivalente ai fini del superamento dell‟esame e del conseguimento del diploma finale. Per gli alunni con DSA, certificati, la valutazione degli apprendimenti dovrà essere coerente con il PDP predisposto dai docenti. Inoltre, all‟interno del comma 8 dell‟art.11, si prescrive che”alle alunne e agli alunni con disabilità che non si presentano agli esami viene rilasciato un attestato di credito formativo. Tale attestato è comunque titolo per l’iscrizione e la frequenza della scuola secondaria di secondo grado ovvero dei corsi di istruzione e formazione professionale, ai soli fini del riconoscimento di ulteriori crediti formativi da valere anche per percorsi integrati di istruzione e formazione”. Infine, i commi 11-12 attinenti l‟esame di Stato conclusivo del primo ciclo d‟istruzione, prevedono che la commissione possa riservare agli alunni con DSA tempi più lunghi di quelli ordinari; inoltre, per gli stessi può essere consentito l’uso di strumenti informatici, senza che venga pregiudicata la validità delle prove scritte.

Per quanto riguarda la lingua straniera, a meno di diverse indicazioni che potrebbero giungere nel corso dell‟anno 2017/18, rimane valida la norma di cui alla Nota 4674 del 10/05/07, secondo la quale è possibile dispensare gli alunni dalla prova scritta in lingua straniera. Le difficoltà dovranno essere compensate con assegnazione di tempi più estesi, utilizzo di tecnologie informatiche, valutazioni più attente al contenuto che alla forma e/o integrazione orale alla prova scritta.

PER LE PROVE SCRITTE, LA COMMISSIONE D’ESAME PRENDERÀ IN CONSIDERAZIONE DI CONCEDERE: ‐ tempi più estesi per l‟esecuzione delle prove; ‐ strumenti informatici utilizzati in corso d‟anno; lettura dei testi delle prove scritte da parte di un componente della commissione.

Infine, va evidenziato che, secondo il comma 15, “nel diploma finale rilasciato al termine degli esami del primo ciclo e nelle tabelle affisse all‟albo di istituto, non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove”. b) INDICAZIONI PER GLI ALUNNI DSA Nel collegio docenti di fine anno, il coordinatore controllerà che ogni docente abbia specificato: ‐ gli strumenti compensativi e dispensativi utilizzati in corso d‟anno in riferimento alle verifiche, i tempi e le modalità

di valutazione; ‐ le simulazioni delle prove d’esame; ‐ le modalità, i tempi e i sistemi valutativi che verranno adottati nelle prove d‟esame. c) INDICAZIONI PER GLI ALUNNI IN SVANTAGGIO Convergono nella categoria BES anche tutti quegli alunni e studenti che per un determinato periodo del loro percorso scolastico mostrano importanti problematiche legate a: - svantaggio linguistico (stranieri da poco inseriti nella scuola o difficoltà di tipo logopedico); -svantaggio socio-culturale (difficile/mancato inserimento della famiglia nel tessuto sociale, anche per diversa cultura d‟origine);

- svantaggio economico (situazioni di gravi carenze); - svantaggio psicologico o fisiologico (periodi di disagio psicologico, ricovero ospedaliero ecc.).

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La scuola metterà in atto una serie di strategie idonee al recupero, attivando anche Piani Didattici Personalizzati(PDP) che permettano l‟uso flessibile di strumenti compensativi, misure dispensative, selezione degli obiettivi e/o riduzione dei carichi di lavoro finalizzati al benessere dello studente e al recupero di obiettivi e competenze previsti per la classe. L‟adozione di tali misure è collegiale; è necessario infatti che l‟attivazione del PDP sia deliberata dal Consiglio di classe o team, firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia. In assenza di dichiarazione specialistica, il Consiglio di classe/team motiverà le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche, al fine di evitare contenzioso. d) INDICAZIONI PER GLI ALUNNI STRANIERI Le prove dell‟esame di licenza della scuola secondaria di I° grado rappresentano il momento finale di un percorso e devono accertare il possesso delle competenze essenziali. Ci si orienterà, pertanto, verso una proposta di prove d‟esame "a gradini", che individuano il livello di sufficienza e i livelli successivi. Un‟altra modalità sarà quella di somministrare prove, in particolare per quanto riguarda la lingua italiana, di contenuto "ampio", in modo che ciascun alunno possa trovare la modalità di elaborazione più adeguata alle sue competenze. PROVE INVALSI Le prove nazionali di rilevazione degli apprendimenti messe a punto dall‟INVALSI hanno la funzione di certificare le competenze raggiunte e di fornire strumenti utili al progressivo miglioramento dell‟efficacia dell‟azione didattica. Per la valutazione della qualità dell‟inclusione scolastica, l‟INVALSI inserirà nel RAV specifici indicatori, sulla base dei criteri previsti dall‟art.4 del decreto legislativo n.66/2017. INDICAZIONI OPERATIVE per alunni con BES La partecipazione e lo svolgimento delle consuete prove annuali sono sintetizzate nella tavola di

seguito riportata. (a) A condizione che le misure compensative e /o dispensative siano concretamente idonee al superamento della specifica disabilità o dello specifico disturbo. (b) Salvo diversa richiesta della scuola. (c) A condizione che i dispositivi e gli strumenti di mediazione o trasduzione sensoriale (ad esempio sintesi vocale), siano concretamente idonei al superamento della specifica disabilità sensoriale. (d) Sono ricompresi anche gli alunni e gli alunni con diagnosi di DSA in attesa di certificazione.

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Dimensione organizzativa-gestionale

SCUOLA PRIMARIA Caggiano-Auletta

SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO Caggiano – Auletta

Le risorse professionali saranno utilizzate secondo il seguente prospetto, in relazione alle esigenze di ogni singolo alunno:

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Alunni con disabilità certificate (L. 104/92 art. 3, commi 1 e 3)

Risorse professionali specifiche (insegnanti di sostegno)

Risorse professionali (organico di potenziamento)

Assistente alla persona

n.1 (classe II Auletta) 24 ore + 4h 4h settimanali n.1 (classe IV Auletta) 24 ore +4h 5h

settimanali n.1 (classe V Auletta) 24 ore +4h No n.1 (classe V Caggiano) 24 ore +4h No

Alunni con disabilità certificate (L. 104/92 art. 3, commi 1 e 3)

Risorse professionali specifiche (insegnanti di sostegno)

Risorse professionali (organico di potenziamento)

Assistente alla persona

n.1 (classe II B Auletta) 18 ore +5h 6 h settimanali n.1 (classe II A Auletta) 18 ore NO

Anno Scolastico 2017-2018 Rilevazione dei BES presenti

1. Disabilità certificate (Legge 104/1992) 6 Alunni in via di certificazione Psicofisici

2. Disturbi evolutivi specifici (Legge 170/2010) DSA 2 ADHD/DOP in

alunni con DSA o altro

Borderline cognitivo in alunni con DSA o altro

Altro (Sindrome di Asperger - disturbo evolutivo non specificabile - immaturità cognitiva complessiva - disturbo nell‟organizzazione neuro - psicologica – disturbi del linguaggio-disturbi della regolazione emozionale…)

3. Svantaggio ( BES) 12 Socio-culturale Linguistico Altro: alunni con difficoltà d‟apprendimento in fase di certificazione 1

Totali

Percentuale su popolazione scolastica 469 alunni 4,5 %

N° PEI redatti 6 N° PDP redatti in presenza di certificazione sanitaria 2 N° PDP redatti in assenza di certificazione sanitaria 13

Mappa riassuntiva

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GLOSSARIO BES: Bisogni Educativi Speciali; macro-categoria che comprende alunni diversamente abili, con disturbi specifici d‟apprendimento e con svantaggi temporanei linguistici o socioculturali o economici o altro. DSA: Disturbi Specifici d‟Apprendimento, si tratta di disturbi delle abilità d‟apprendimento scolastico che assumono le denominazione di: dislessia (lettura), disortografia e disgrafia (scrittura), discalculia (calcolo). Si manifestano in presenza di capacità cognitive normali e in assenza di patologie neurologiche, ma possono costituire una limitazione importante di alcune attività della vita quotidiana e del percorso formativo scolastico. I DSA possono coesistere in un quadro definito tecnicamente “morbilità”. F.S.O.F: funzione strumentale; persona referente d‟istituto per importanti ambiti d‟intervento, scelti annualmente in base ai campi di priorità. GLI: Gruppo di Lavoro per l‟Inclusività Gruppo di Accoglienza per stranieri neo immessi a scuola: è composto da funzione strumentale e/o referente Intercultura del plesso, responsabile del plesso in cui sarà inserito l‟alunno, insegnanti di classe (italiano e matematica) e mediatore culturale (se possibile). Inclusività: termine che ha sostituito "integrazione"; è il processo attraverso il quale la scuola assume le caratteristiche di un ambiente che risponde ai bisogni di tutti i bambini e in particolare dei bambini con bisogni speciali. Legge n.104 del 5/2/92. E‟ titolata "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. Ultime modifiche introdotte dalla Legge n.53 del 2000 e dal D.L. n151 del 26/3/01 Legge n.170 dell‟8.10.2010: è titolata “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” Misure dispensative Interventi che consentono allo studente di non svolgere alcune prestazioni che a causa del disturbo risultano particolarmente difficoltose e non producono un miglioramento dell‟apprendimento. Ad esempio: -dispensa dalla lettura ad alta voce -dispensa dai tempi standard di lavoro e verifica -dispensa dal prendere appunti -dispensa parziale o totale dalle prove scritte (con integrazioni o sostituzione di prove orali...) -riduzione dei carichi di lavoro MIUR: Ministero dell‟Istruzione, Università e Ricerca NPI o UONPIA Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza PAI: Piano Annuale per l‟Inclusività PDF: Profilo Dinamico Funzionale PDP: Piano Didattico Personalizzato PEI: Piano Educativo Individualizzato POF: Piano dell‟Offerta Formativa dell‟istituto: è la carta d'identità della scuola: illustra le linee distintive dell'istituto, alla base della progettazione curricolare, didattica e organizzativa delle attività. Strumenti compensativi Strumenti che sollevano lo studente con DSA da prestazioni rese difficoltose dal disturbo. Fra quelli tecnologici più comuni:

- sintesi vocale (trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto) - registratore (consegne/lezioni possono essere registrate per chiarirsi, capire consegne o concetti) - video scrittura con correttore ortografico - calcolatrice

Fra quelli non tecnologici: tabelle, formulari, mappe concettuali, sintesi, schemi etc. UONPIA: Unità Ospedaliera di Neuro-Psichiatria dell‟Infanzia e dell‟Adolescenza USR: Ufficio Scolastico Regionale UST: Ufficio Scolastico Territoriale Il presente Piano Annuale d‟Inclusione è approvato dal Collegio Docenti del 30 ottobre e allegato al PTOF.

Caggiano, 30/10/2017

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