PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona...

5
Associazione Italiana Pedro Planas XV CONGRESSO NAZIONALE PIANI E CURVE DELL’EQUILIBRIO OCCLUSALE ortognatodonzia e protesi tra arte e clinica . Responsabile scientifico: Dott. ssa Laura Coradeschi Modena, 9-11 Giugno 2016 con il patrocinio dell’Associazione Italiana Odontoiatri Evento n. 1375-161574/1, 14 crediti formativi ECM per odontoiatri, medici pediatri ORL, logopedisti

Transcript of PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona...

Page 1: PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona adattiva, espressione da un lato della componente strutturale

Associazione Italiana Pedro Planas XV CONGRESSO NAZIONALE

PIANI E CURVE DELL’EQUILIBRIO OCCLUSALE ortognatodonzia e protesi tra arte e clinica

.

Responsabile scientifico: Dott. ssa Laura Coradeschi

Modena, 9-11 Giugno 2016

con il patrocinio

dell’Associazione Italiana Odontoiatri

Evento n. 1375-161574/1, 14 crediti formativi ECM per odontoiatri, medici pediatri ORL, logopedisti

Page 2: PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona adattiva, espressione da un lato della componente strutturale

Dott.ssa Laura Coradeschi

“La multidisciplinarietà della RNO” In RNO la conoscenza dell’orientamento dei piani occlusali, delle traiettorie condilari, degli AFMP e del movimentio mandibolare in toto viene utilizzata a fini diagnostici, terapeutici e

didattici. Grazie a queste indagini funzionali siamo in grado di eseguire: 1. Analisi dettagliata della perdita dell’equilibrio occlusale

delle interferenze occlusali delle alterazioni della funzione occlusale e masticatoria della minima dimensione verticale e degli AFMP

del rapporto tra piano occlusale e movimenti di lateralità 2. Diagnosi eziologica secondo le leggi di Hanau

determinazione delle traiettorie condilari delle traiettorie incisive

delle altezze cuspidali dell’orientamento del piano occlusale 3. Costruzione di apparecchiature ortodontiche e protesi con l’obiettivo di fornire una

occlusione bilanciata bilaterale secondo l’insegnamento di Gysi e una masticazione bilaterale alternata secondo Planas

***

Dott. Claudio Lanteri e Dott.ssa Valentina Lanteri “La gestione del piano occlusale in Early Treatment”

La relazione è volta a porgere ai partecipanti un panorama ampio e aggiornato delle possibilità preventive e terapeutiche proprie della moderna pedo-ortodonzia, finalizzate ad un corretto sviluppo della dentatura e alla gestione precoce delle malocclusioni secondo i

principi dell’ortodonzia intercettiva con particolare enfasi circa gli aspetti concernenti il piano occlusale.

In particolare verranno affrontati temi inerenti la diagnosi precoce, il piano di trattamento a lungo termine, la terapia a fasi, la biomeccanica e le modalità di azione delle più comuni apparecchiature che trovano indicazione in ortodonzia intercettiva.

Verrà approfondito il trattamento precoce con riferimento alle possibilità di correzione ortopedica e funzionale in modo efficace, efficiente, affidabile, tollerabile, sicuro ed

economico con il supporto della presentazione di numerosi casi clinici con follow up pluriennali e discussione interattiva con i partecipanti.

***

Dott. Luigi Scotti “Perché da ortodontista il piano occlusale non mi stressa” Il piano occlusale, secondo l’autore di questa relazione, rappresenta una delle

manifestazioni esteriori del processo di adattamento messo in grado dall’organismo umano nella ricerca di un equilibrio morfo-funzionale, che permetta di salvaguardare

l’indispensabile approvvigionamento energetico acquisito attraverso l’alimentazione. In considerazione della moderna evoluzione alimentare (e non solo) delle popolazioni civilizzate sarebbe forse più corretto parlare di equilibrio morfo-disfunzionale dal momento

che la funzione masticatoria ha subito importanti e veloci variazioni negli ultimi secoli di permanenza terrestre della specie umana. La cinetica masticatoria si è adattata con rapidità

incredibile alle caratteristiche dei cibi moderni, allontanandosi dalle caratteristiche funzionali mantenute per più di due milioni e mezzo di anni per scivolare verso quella che possiamo

definire dis-funzione masticatoria (che rappresenta une delle principali cause eziologiche dello sviluppo delle malocclusioni). In questa ottica il compito degli ortodontisti dovrebbe essere quello di assecondare la capacità di adattamento di ciascun paziente pur nella ricerca

delle variazioni morfologiche (“raddrizzamento” dei denti) che sono alla base delle richieste di intervento terapeutico. La formazione di ciascun piano occlusale è quindi un processo

fisiologico individuale valido cioè per ogni singolo soggetto e, oggi, difficilmente standardizzabile dal momento che l’organo della masticazione non svolge più la sua funzione naturale.

Page 3: PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona adattiva, espressione da un lato della componente strutturale

Dott. Stefano Frediani

“RNO, piano occlusale e cranio” La relazione propone di considerare il piano occlusale e la componente alveolo-dentale ad esso sottesa come una zona adattiva, espressione da un lato della componente strutturale

dell’architettura cranica legata all’ereditarietà e al fenomeno filo-ontogenetico della flessione basicranica e dall’altro alle componenti funzionali del cranio-bocca (respirazione,

deglutizione, masticazione, fonazione, impulso ritmico cranico) nonché alle forze di tensione e di compressione legate alla componente muscolo-fasciale cranio-cervico-toraco-mandibolare. In questa ottica l’approccio alla malocclusione prevede una modulazione delle

componenti disfunzionali del paziente in crescita, che non necessita di raggiungere un obiettivo occlusale ideale ma la miglior occlusione possibile specifica per quella data bocca,

inserita in una architettura cranica propria soltanto di quel dato paziente, che a livello corporeo esprime un suo specifico equilibrio posturale .

***

Dott. Stefano Corti

“Il NORM (Riprogrammatore Motorio Neuro Occlusale): dal movimento alla forma“

La malocclusione non è una patologia ma il miglior modo che ha avuto la natura di

armonizzare denti, atm e rachide in funzione dell’istinto di sopravvivenza, che prevede

respirare, alimentarsi, riprodursi, muoversi, vivere insomma al minimo dispendio energetico.

La vita è movimento e il sistema nervoso deputato, necessita di stimoli provenienti dagli organi di senso e dai recettori per

organizzarlo. Come asserisce Robertson (“Il cervello plastico”) le

esperienze recettoriali scolpiscono il cervello e i

movimenti conseguenti vengono immagazzinati in

memorie frutto dell’esperienza recettoriale acquisita.

Esperienze recettoriali differenti operano movimenti differenti e di conseguenza forme differenti. L’osservazione del movimento della bocca

assume pertanto una importanza fondamentale anche per la interpretazione della forma, che rappresenta il divenire del movimento e della funzione. Avremo pertanto sempre movimenti adeguati alle forme.

In ortodonzia si indaga e si interviene sulla forma, auspicando che il cambiamento di forma modifichi in meglio la funzione. La comparsa della recidiva testimonia il non raggiungimento

di uno stato fisiologico migliore dell’iniziale. Con la riprogrammazione motoria si interviene in primo luogo sulla modifica della esperienza sensoriale , sulla conseguente modifica del movimento, certi che il

cambiamento di funzione sarà determinante per favorire la correzione della forma.

***

Dott. Giovanni Antonio Toxiri

“Approccio alle anomalie dei piani occlusali nei casi disfunzionali in crescita e non mediante dispositivi originali fissi e rimovibili”

A partire dalla fase diagnostica fino alla scelta dei mezzi terapeutici storicamente l’ortodontista si trova occupato principalmente nella soluzione di problemi di tipo sagittale e\o verticale, campo routinario nella cura dei casi ortodontici “normali”.

Di fronte a casi un poco più articolati e con problematiche di “CANTING” dei piani occlusali scopriamo che le stesse consuete manovre applicate nella correzione sagittale o orizzontale

possiamo metterle in atto con successo al fine di rendere efficace il trattamento anche sulle anomalie a carico del piano occlusale.

Page 4: PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona adattiva, espressione da un lato della componente strutturale

Completerà la relazione una veloce carrellata riguardante casi in permuta, adolescenti,

classi II e classi III, adulti parodontopatici, DCCM, casi con indicazione chirurgica, canini inclusi, effetti collaterali di manovre ortodontiche, tutti trattati con la logica ortodontica unita a conoscenza base gnatologica. L’utilizzo di uno STRAIGHT WIRE “INFORMATO” e

customizzato in base alle scelte strategiche si giova spesso degli ancoraggi scheletrici, insostituibili ausili nella correzione verticale differenziata sia anteriore che sul piano

frontale.

***

Dott. Samuel John Porter

“L’arte del molaggio sensoriale dinamico” Panta rei, tutto scorre. Si parla di ortostatismo ma di statico non c'è nulla (a parte forse la

morte) ed è furviante continuare a parlare di occlusione centrica come di una postura statica della mandibola. Se per scopo descrittivo e pratico tale concetto continua a tornarci molto utile, dobbiamo uscire da una esclusiva visione statica e integrarla con la dinamica

della vita. La nostra mandibola non sta mai ferma, i denti sono dei sensibilissimi sensori e il Sistema Nervoso fa una continua scannerizzazione di tutti gli input, rielaboraldoli in tempo

reale (e successivamente a un molaggio selettivo ad opera della plasticità neuronale). Il primo inizio della dinamica dall’occlusione centrica è un confine borderline e già tale confine (oltre a movimenti più accentuati sia in laterale che in sagittale) può essere esplorato ed

equilibrato razionalmente solo con i concetti del Molaggio Sensoriale Dinamico, in perfetto raccordo con la Riabilitazione Neuro-Occlusale del Prof. Pedro Planas.

***

Dott. Maurizio Reali

“Riprogrammazione motoria nei pazienti disfunzionali attraverso l’uso del by-Te

Reali” Ripristinare la funzione corretta è fare RNO in base alle “Leggi di Sviluppo di Planas”, che

spiegano come avvenga la crescita fisiologica dell’apparato stomatognatico e che mostrano come la carente stimolazione funzionale masticatoria sia causa nel tempo di iposviluppo

della bocca e/o di disfunzione. Il recupero della corretta funzione (cioè RNO = riabilitazione neuro-occlusale) garantirà lo stimolo necessario sulle strutture neuro-muscolari per recuperare uno sviluppo fisiologico. La stessa cosa a maggior ragione è quanto vogliamo

ottenere nella riabilitazione dei disfunzionali con il nostro metodo, originale, che si fonda sui principi della filosofia planasiana. Originale è anche la nostra verifica diagnostica mediante

l’utilizzo del kinesiografo, lo strumento ideale per misurare la funzione, che permette di registrare con assoluta precisione i vari movimenti funzionali della bocca. L’esame KS, semplice, veloce da eseguire, consente di valutare l’iter dalla diagnosi alla terapia e la

funzionalizzazione del BY-TE REALI, consentendo la riprogrammazione del movimento masticatorio e un riequilibrio posturale complessivo. Casi clinici sempre nuovi e didattici

illustrano la metodica nella sua applicazione clinica quotidiana in studio.

***

Odt. Angelo Confaloni

"Importanza dell'utilizzo della pista di Paterson nella riprogrammazione morfo-funzionale del piano occlusale in protesi fissa" La finalizzazione protesica in RNO persegue come obiettivo riabilitativo la condizione di

equilibrio, espresso dal tripode statico dinamico valido nella fisiologia masticatoria. Scopo di questa relazione occlusale è garantire al sistema una masticazione alternata nella centrica

fisiologica con una distribuzione omogenea del carico masticatorio, garantendo dimensione verticale (DVA) alla relazione condilo fossa sia nella statica della deglutizione che nella dinamica della funzione. “E’ attraverso il raccordo delle determinanti dell’occlusione: guida,

lavoro, bilanciamento e tragitti condilari che si garantisce lo stato biofisico di “galleggiamento articolare”. Per maturare questa condizione la Pista di Paterson assolve un

ruolo fondamentale.

Page 5: PIANI E URVE DELL’EQUILIRIO O LUSALE ortognatodonzia e ... · esso sottesa come una zona adattiva, espressione da un lato della componente strutturale

Dott. Eugenio Tanteri “Valutazione e programmazione dei piani funzionali dell’occlusione”

Uno dei maggiori problemi che si incontrano nel campo della riabilitazione occlusale, sia essa ortodontica che protesica, è quello della definizione dei piani funzionali in relazione alle caratteristiche anatomico-scheleto-facciali del soggetto in esame. Il piano funzionale per

eccellenza è rappresentato dal piano occlusale e dalle sue relazioni con gli altri piani di riferimento funzionali sia per quanto riguarda la posizione che per l’inclinazione. Nello

specifico il relatore focalizzerà i rapporti tra i piani funzionali e la loro definizione utilizzando l’esame cefalometrico gnatologico-funzionale. Infatti come l’Ortognatodonzia può avvalersi della cefalometria per le valutazioni scheletriche di riferimento e per l’impostazione di un

corretto piano di trattamento anche nel paziente adulto si può utilizzare questo importante presidio per la definizione e la realizzazione di una corretta occlusione funzionale, anche

grazie all’interazione tra Cefalometria e Axiografia/Condilografia, che costituiscono una delle peculiarità della Scuola di R. Slavicek.