phit 12

81
N° 12 GINNASTE AZZURRE CALCIO A MALINDI VIP ON BOARD KENYA MENTE NUOVA Alex Zanardi PHIT 12 MAG/GIU 2012 ANNO III BIMESTRALE 3,90 euro phitted!

description

phit number 12

Transcript of phit 12

N° 12

GINNASTE AZZURRECALCIO A MALINDIVIP ON BOARD KENYAMENTE NUOVA

AlexZanardi

PHIT 12MAG/GIU 2012

ANNO IIIBIMESTRALE

3,90 euro

phitted!

S U N G L A S SE S H A N D M A D E I N I TA LYW W W. R E T R O S U P E R F U T U R E .CO M

SUNLENS BY

S U N G L A S SE S H A N D M A D E I N I TA LYW W W. R E T R O S U P E R F U T U R E .CO M

SUNLENS BY

S U N G L A S SE S H A N D M A D E I N I TA LYW W W. R E T R O S U P E R F U T U R E .CO M

SUNLENS BY

S U N G L A S SE S H A N D M A D E I N I TA LYW W W. R E T R O S U P E R F U T U R E .CO M

SUNLENS BY

E D I T O R I A L E

S N O W B O A R D I N G

P H I T

7

STABILIDISEQUILIBRI

FEDERICO RIVA

È STATO UN MESE MOLTO DIFFICILE PER LA RE-

DAZIONE DI PHIT. CHI HA SUBITO DELLE TRA-

GICHE SCOMPARSE, CHI HA SOFFERTO E POI

GIOITO PER INASPETTATI ARRIVI. IN MEZZO A

QUESTE EMOZIONI CONTRAPPOSTE, ABBIAMO

RICEVUTO UNA GRANDE LEZIONE DI VITA DA

UN GRANDE UOMO CHE È RIUSCITO A TRASFO-

MARE UN'ENORME DIFFICOLTÀ IN UN GRANDE

SUCCESSO. LUI È ALEX ZANARDI. CI SENTIAMO

DI DIRVI DI CONSERVARE QUESTO NUMERO E

RILEGGERE LE SUE PAROLE OGNI QUALVOL-

TA VI PERMETTERETE IL LUSSO DI PIANGERVI

ADDOSSO. MEDITATE... MEDITATE.

P H I T

PHIT 12

8

< EVENTI, PEOPLE, TECH >

Dalla rivoluzione della fotografia digitale alle ultimissime qualificazioni per Londra 2012, passando per i sogni a 5 cerchi di Asbel Kiprop.

PHIT PARADE14

< SAPORE DI SALE >

Sale in zucca e a tavola, sul comodino e in grot-ta… Viaggio tra i benefici dell' “oro bianco” e consigli per non pagare il conto “salato”…

VITAMINA PHI22

< ARGENTO VIVO >

Vince un inaspettato Argento a Pechino 2008, la prima medaglia olimpica d’Italia nel taekwondo. Mauro Sarmiento, un campione “di cuore”.

PHIT PASSION33

< MAGNESITE >

Carlotta Ferlito, già qualificata per le Olimpiadi, e le altre donne-bambine della ginnastica artistica italiana ci raccontano le loro “vite parallele”…

PHIT INSIDE40

< MALINDI UNITED >

Una scuola di calcio italiana nata in Kenya per far tornare a sognare i ragazzi locali e permettere loro di costruirsi una vita vera.

PHITTING AROUND48

< BALANCE >

Un mondo pastello di capi semplici e aderenti al corpo, tra tessuti lucidi e trasparenze, polvere e fatica, nella palestra della ginnastica azzurra...

OUTPHIT60

< DISCHI VECCHI E NUOVI >

Dal Lucio Dalla, mago della descrizione, crudo e geniale come pochi, all’ultima indie rock band di Albuquerque.

PHIT ORCHESTRA70

< CINE-NEWS E CULT >

“La mia vita è uno zoo”, l'ultima riuscita pelli-cola di James Cameron, ci porta in viaggio tra le “creature selvagge” del cinema…

PHILMOTION71

< TROTA IN CROSTA DI NOCCIOLE >

Coloratissimo, semplice, sano: un piatto unico con cous cous, pesce italiano e croccanti ver-dure di stagione, per pregustare l’estate…

PHIT & CHIPS72

< INESAURIBILE ENTUSIASMO >

Alex Zanardi ci apre le porte di casa sua, del suo garage e del suo cuore. Un esempio unico di vitalità, coraggio e umanità.

PHITTED!

24

I N D I C E

< VIP, SPORT E SOLIDARIETÀ >

Da Trentalance a Claudia Peroni: un’inso-lita crew di personaggi alle prese con un viaggio d’avventura, sport e solidarietà.

VIP ON BOARD54

< MENTE NUOVA >

Un modo semplice e alla portata di tutti, bambini compresi, per rimettere a nuovo testa, corpo e sistema nervoso: la Meditazione Trascendentale…

PHIT THERAPY56

9

P H I T

22

7170 72

24

5436 4840

3614

56

60

I N D I C E

33

P H O T O S H O C K

S N O W B O A R D I N G

FOTO DI KRYSTLE WRIGHT

Steph Davis guarda Ben Lowe mentre si lancia da Tombstone, nel Moab Desert, Utah (USA). Il salto è breve, giusto il tempo di 1 secondo di caduta libera, prima di sganciare il paracadute e atterrare illesi. Il base jumping nel Moab Desert è legale.

S N O W B O A R D I N G

P H O T O S H O C K

Con cinque Guinness dei primati, Adili Wuxor è uno degli acrobati più celebri nell'arte del funambulismo. La sua famiglia pratica l'antica arte Xinjiang chiamata "Dawazi" o "camminare sull'aria" da oltre 430 anni. La fotografia è stata scattata mentre Adili attraversava, "camminando", il lago Kanas nella baia di Wolong presso Xinjiang, Cina.

FOTO DI YEN

P H I T P A R A D E

Al la qu inta

P H I T

Vi piace stare a “contare piastrelle”? Non perdetevi allora la 31ª edizione degli Europei di Nuoto, in pro-

gramma a Debrecen (Ungheria) dal 21 al 27 maggio, con i 48 atleti italiani già convocati e pronti a dare battaglia per le medaglie più ambite. Una prova generale di fondamen-tale importanza per chi non vede l’ora di emergere dalle “acque” londinesi, come il giovane Luca Dotto, che darà tutto se stesso anche per battere l’amico e compagno di squadra Filippo Magnini. Poi c’è anche chi, come Fede-rica Pellegrini, per mantenere alta la concentrazione olim-pica, ha persino rifiutato di essere l’alfiere italiano, ovvero colui che, il giorno dell’inaugurazione, porterà in sfilata il Tricolore. Quanto ai tuffi e al nuoto sincronizzato, invece, gli Europei si svolgeranno a Eindhoven, rispettivamente dal 15 al 20 e dal 23 al 27 maggio. Per chi ama il mare e le bracciate in “acque libere”, le Qualificazioni Olimpiche del nuoto di fondo sono previste tra il 9 e 10 maggio a Setubal, Portogallo. Per info: www.federnuoto.it.

Tornati finalmente ai livelli di un tempo, gli uomi-ni della Pallavolo azzurra si giocano in pochi

giorni il primo girone delle Qualificazioni Olim-piche Continentali, a Sofia, dal 8 al 13 maggio, e la prima fase della World Cup, a Firenze, dal 18 al 20 maggio. Per l’unico posto ancora disponibile in vista di Londra, dopo un lungo e complesso iter durato mesi, le finali si giocheranno a Verona, dal

8 al 10 giugno. Oltre alla Gran Bretagna, sono già “dentro” la Russia, la Polonia e i colossi brasilia-ni. Dal canto loro le donne, fresche vincitrici della Coppa del Mondo di Tokyo e già qualificate per il torneo a Cinque Cerchi, si “allenano” sfidandosi nel World Grand Prix. Prima fase in Polonia, dal 8 al 24 giugno; finali a Ningbo, in Cina, dal 27 giugno al 1 luglio. Per info: www.federvolley.it.

Dal 10 al 13 maggio torna Rimini Wellness che, alla sua VII edi-

zione, si conferma uno degli eventi più attesi dagli appassionati di fitness e benessere. Sempre più nutrita la par-tecipazione delle aziende del settore, con nuovi spazi, anche sulla Riviera, dedicati a momenti di business, forma fisica e divertimento. Per info: www.riminiwellness.com.

1 4

Se una delle discipline più “in voga” del momento, per impegno,

fatica e spettacolarità, è il triathlon, PHIT fa due passi in più e vi presen-ta i Mondiali di Pentathlon Moder-no, in svolgimento a Roma dal 6 al 13 maggio. Praticato già nell’Antica Grecia (pur con discipline diverse, tra cui lotta, lancio del disco e lancio del giavellotto), il pentathlon (dal greco “pènte”/cinque e “athlon”/lotta) è uno sport in cui l’atleta si cimenta, appun-to, in cinque specialità. Nell’arco di 12 ore consecutive, sono previste una prova di nuoto (200m), una di corsa (3000m piani), una di tiro con la pi-stola ad aria compressa, una di scher-ma e una di equitazione a ostacoli. La somma dei punteggi di ogni disciplina decreta il vincitore. La finale femmi-nile si svolgerà il 12 maggio, quella maschile il giorno successivo. Il tutto presso i centri sportivi Tor di Quinto e Aquaniene. Per info: www.fipm.it.

UN SOLO POSTO DISPONIBILE

ALLENAMENTI PRE-OLIMPICI

E V E N T I

P H I T

P er tutti gli amanti delle folli imprese, il 10 giu-gno torna la spettacolare manifestazione “con

le ali” organizzata da Red Bull: 35 squadre selezio-nate che si sfidano in un salto dal trampolino, con il proprio originalissimo mezzo di trasporto alato au-to-costruito e tassativamente sprovvisto di motore. Arrivato alla sua terza edizione italiana, il Red Bull Flugtag è da sempre garanzia di divertimento

e spettacolo. C’è quindi da aspettarsi che i 35 colo-ratissimi e imprevedibili team siano pronti a darsi battaglia a suon di creatività e sana follia, tentando di spiccare il volo come moderni Icaro per quei po-chi secondi (o attimi...), prima di piombare nelle acque dell’Idroscalo, con certi “atterraggi di fortu-na” che costituiscono la vera attrazione di curiosi e appassionati...

PRONTI A VOLARE?

1 5

Barcellona, Bayern, Real, Chelsea: chi metterà

in bacheca il titolo europeo più ambito? A Bucarest, nel frattempo, si gioca la finale di Europa League (9/05), mentre in Italia Juventus e Napoli si incontrano allo Stadio Olimpico di Roma, per la finale di Coppa Italia (20/05).

19 MAGFINALE CHAMPIONS

MONACO

>

L’Italia del ghiaccio è chiamata all’impresa

per restare nella “serie A” dell’hockey mondiale, dopo gli ottimi miglioramenti de-gli ultimi anni. L’obiettivo salvezza è nel girone B di Stoccolma, con Russia, Re-pubblica Ceca, Germania, Norvegia, Lettonia, Dani-marca e i padroni di casa.

4 - 20 MAG MONDIALI HOCKEY

PAESI NORDICI

>

Parte dalla Danimarca il 95° Giro d’Italia, con

le sue 21 tappe che porteran-no la “carovana rosa” fino a Milano, dove sarà incorona-to il vincitore. Il 30 maggio sarà la volta del 109° Tour de France, con i migliori ciclisti del mondo a sfidar-si per il premio finale sugli Champs-Élysées.

5 MAGGIRO D'ITALIA

HERNING

>

C on la presenza delle pri-me 25 tenniste al mon-

do, e con tutti i big del tennis maschile, l’edizione 2012 degli Internazionali d’Italia si prepara a offrire un gran-dissimo spettacolo di sport e pubblico. Non dimentica-tevi, poi, il Roland Garros parigino, dal 22 maggio al 10 giugno.

12 - 20 MAG INTERNAZIONALI TENNIS

ROMA

>

IIHF.COM GAZZETTA.IT/GIRODITALIA IT.INTERNAZIONALIBNLDITALIA.COM UEFA.COM

P H I T P A R A D E

«Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a

quello che vedi. (...) Guarda col tuo intel-letto, e scopri quello

che conosci già, allora imparerai come si vola»

da “Il gabbiano Jonathan Livingston”,

di Richard Bach

WWWW.REDBULLFLUGTAG.IT

© RED BULL CONTENT POOLPH: RENZO GIRALDO

E V E N T I

P H I T P A R A D E

P H I T

L’ultima volta che Mauro Sarmiento ha messo piede a

Manchester alle soglie di un’O-limpiade, è stato per guadagnarsi la qualificazione, dimostrando di che pasta era fatto, prima di portarsi a casa un Argento. Ov-vero la prima medaglia olimpica italiana da che il taekwondo è ufficialmente parte dei Giochi (2000). Era Pechino 2008. Ora, a distanza di quattro anni, Mau-

ro è più maturo, più robusto, più esperto, ancora più motivato. E guardacaso passerà nuovamente da Manchester per i Campionati Europei di Taekwondo (3-6/05) giusto prima delle attesissime Olimpiadi londinesi, per le quali questa volta ha già la qualifica-zione in tasca. Nel frattempo, ri-percorriamo le emozioni di quello splendido Argento a pag. 33. Per info: www.taekwondowtf.it.

1 6

Sono giovanissime, e passano la vita ad allenarsi duramen-

te, per dare il massimo prima che il corpo “cresca”, perdendo l’ela-sticità necessaria alla ginnastica artistica. Sono le atlete azzurre che hanno lasciato molti italiani attaccati alla tv, svelando le proprie “vite parallele” nell’omonimo rea-lity di MTV. Sono le ragazze che - speriamo - lasceranno altrettanti italiani attaccati alla tv per Londra

2012. Sono Carlotta Ferlito e le sue compagne, che, ancor prima di approdare nella capitale britannica, si sfideranno per i titoli Europei di Ginnastica Artistica di Bruxelles (8-13/05). Nel frattempo, PHIT le ha incontrate al Centro Tecnico Federale per un’interessante chiac-chierata... (v. pag. 40). Europei an-che per i maschietti, a Montpellier (21-27/05). Per info: www.feder-ginnastica.it.

CALCI VOLANTI

Arriva a Roma lo Swatch World Tour di

beach volley, spettacolare manifestazione in grado di attirare pubblico da tutto il mondo. Grande attesa per la coppia femminile Cicolari-Menegatti, a oggi nei primi posti del ranking mondiale, ma ancora in cerca del pass per Londra.

12-17 GIUGNOBEACH VOLLEY MONDIALE

ROMA

>

In questa specialità che da sempre regala grandi sod-

disfazioni ai colori azzurri e che in molti di noi risve-glia i ricordi delle grandi emozioni vissute coi fratelli Abbagnale, il fido Di Capua e le grandi cronache di Ga-leazzi, è tempo di staccare il pass per le Olimpiadi di Londra.

20-23 MAGGIOCANOTTAGGIO OLIMPICO

LUCERNA

>

Solo 250 posti a dispo-sizione per questa im-

pegnativa gara di corsa in montagna, giunta alla sua seconda edizione, in cui si affronta uno splendido per-corso di 4,3 chilometri per 1.000 metri di dislivello, con arrivo al rifugio Coca. L’an-no scorso l’esordio è stato un grande successo.

2 GIUGNOOROBIE VERTICAL

VALBONDIONE - BG

>

A nche nell’anno del “blocco” si è arrivati

alla fine della regular sea-son, ed è già tempo di play-off. Dal 28 maggio sono pre-viste le finali di Conference, dal 12 giugno la lunga serie della finalissima. I defender di Dallas sembrano fuori dai giochi: chi sarà il loro ere-de?

12 GIUGNOFINALI NBA

USA

>

CANOTTAGGIO.ORG SKYRUNNING.IT NBA.COM FIVB.ORG

PARALLELAMENTE

ANDREA MASIMiglior GiocatoreRBS VI Nations 2011

La compressione di materiali a base di poliestere con una elevata percentuale di elastane permette di offrire altissimi livelli di performance durante gli allenamenti più intensi. Lo scopo principale della tecnologia è garantire la forza esplosiva di ogni movimento fi sico, un risultato rivoluzionario ottenuto grazie all’esclusiva riduzione della vibrazione muscolare che determina un miglioramento della performance. In aggiunta a questa tecnica di compressione, altre due proprietà fondamentali di sono la capacità traspirante e la velocità di asciugamento, entrambe garantite dal tipo di materiale selezionato.

performance durante gli allenamenti più intensi. Lo scopo principale della tecnologia è garantire la forza esplosiva

di sono la capacità traspirante e la velocità di asciugamento, entrambe garantite dal tipo di materiale selezionato.

PHIT MAGAZINE220X285.indd 1 18/04/12 15:54

E V E N T I

ANDREA MASIMiglior GiocatoreRBS VI Nations 2011

La compressione di materiali a base di poliestere con una elevata percentuale di elastane permette di offrire altissimi livelli di performance durante gli allenamenti più intensi. Lo scopo principale della tecnologia è garantire la forza esplosiva di ogni movimento fi sico, un risultato rivoluzionario ottenuto grazie all’esclusiva riduzione della vibrazione muscolare che determina un miglioramento della performance. In aggiunta a questa tecnica di compressione, altre due proprietà fondamentali di sono la capacità traspirante e la velocità di asciugamento, entrambe garantite dal tipo di materiale selezionato.

performance durante gli allenamenti più intensi. Lo scopo principale della tecnologia è garantire la forza esplosiva

di sono la capacità traspirante e la velocità di asciugamento, entrambe garantite dal tipo di materiale selezionato.

PHIT MAGAZINE220X285.indd 1 18/04/12 15:54

P H I T

Ho avuto l’opportunità di incontrarlo agli ultimi Mondiali di Atletica ed è stata un’emozione inde-

scrivibile... Qualcosa che ti lascia dentro un segno inde-lebile e che ti porterai dietro per sempre. Lui unisce alla grande forza di soffrire tipica del nostro sport il talento straordinario che Madre Natura gli ha donato. Questo lo ha portato ai grandi risultati che ha ottenuto e che potrà ancora ottenere. In più ha il modo di correre che preferi-sco: il keniota». Daniele Meucci, fondo e mezzofondo

Non l’ho mai incontrato personalmente e, inoltre, pratica una specialità diversa dalla mia. Eppure ne

conosco le prestazioni, sia in termini di risultati che di medaglie, perché lui è un atleta al di sopra della maggio-ranza... Alle Olimpiadi e ai Mondiali, ha dimostrato di essere molto preparato e pieno di grinta, di non lasciare nulla al caso. Per me rappresenta un esempio importan-te: spero di poterne vedere presto una vittoria “live” e non solo dalla TV». Claudio Stecchi, salto con l’asta

Ho avuto la fortuna di vederlo in azione durante la finale dei 1.500 metri ai Mondiali di Daegu, dove

ha vinto la Medaglia d’oro. È uno di grande talento, che sta dando molto all’atletica mondiale e che, essendo così giovane, ci regalerà di sicuro ancora tante emozioni! Per me è un esempio da seguire, se non addirittura un “mito”, in quanto, all’età di 23 anni, ha già vinto un Oro olimpico e un Oro mondiale, ovvero tutto ciò che un atleta può desiderare». Marta Milani, 400m piani

Asbel Kiprop è un atleta appartenente alla grande tradizione sportiva keniota. E porta con sé due

messaggi positivi e fondamentali. Prima di tutto perché ha guadagnato l’Oro olimpico di Pechino in seguito alla squalifica per doping di Ramzi. E, in secondo luogo, per-ché non si è “venduto” a stati più ricchi come hanno fatto altri suoi colleghi, restando, invece, fedele al Ken-ya. Per entrambe queste ragioni, è un atleta da stimare e ammirare». Silvia Salis, lancio del martello

1 8

P E O P L E

P H I T P A R A D E

Incontriamo il giovane campione mondia-

le e olimpico keniota Asbel Kiprop al Nike Stadium, in una giorna-ta primaverile dal tipico cielo color “bianco Mi-lano”. Gli allenamenti per le Olimpiadi, infatti, quelli più tosti, quelli veri, inizieranno solo a metà maggio: ora c’è an-cora un po’ di tempo per i giornalisti, i fan e una corsa tutta meneghina con gli appassionati del Red Snakes Running Club. Kiprop è un tipo tranquillo e controllato, modesto ed essenziale: dosa le risposte come deve fare con le energie nella sua disciplina, il mezzofondo, dove sono fondamentali la costanza, la resistenza, la concen-trazione e una certa “eco-nomia” di risorse. Poche chiacchiere o complica-zioni inutili: dritti alla

meta. E la meta ora è una sola: Londra. «Mi sento molto bene – commenta – sono eccitato e sogno di vincere la medaglia d’o-ro, proprio come qualsi-asi atleta qualificato». E forse anche di più, visto che alle ultime Olimpia-di, sul campo Asbel ha vinto un Argento, men-tre l’Oro gli è arrivato a distanza di un anno, dopo la squalifica per doping del collega marocchino Rashid Ramzi. La vo-glia di vincere, insomma, è tanta, ma non deve tra-mutarsi in esuberanza. E Kiprop sembra saperlo molto bene: «quando sono sulla linea di par-tenza, non penso ad al-tro che a concentrarmi. Ma ricordo di aver perso una gara per mancanza di esperienza, per inco-scienza, perché avevo troppa fiducia in me stes-so... Credevo di essere il

più veloce e che li avrei battuti tutti. Ma così non funziona... Questa volta sarò più forte e cauto!». E tutta la vita è dedicata a questo: la corsa, gli alle-namenti, i titoli mondiali, i sacrifici, la dieta ricca di carboidrati, la gratitu-dine per l’allenatore e lo sponsor. Niente fronzoli da “star”. Ma tanti so-gni: «a parte la medaglia olimpica? Il record del mondo!». Quando gli chiediamo quale anima-le lo rappresenti di più, allora Asbel si illumina, sorride, spalanca gli oc-chi e si lascia un po’ an-dare, con un tono terso e ispirato: «Io sono un’a-quila, perché è un ani-male veloce. E, quando vola, può osservare tutto il mondo... Può arrivare molto in alto, ma ha sem-pre il controllo su ciò che sta sotto di lei. È libera e potente... ».

CORRI, RAGAZZO, CORRI!

ASBEL KIPROP: DICONO DI LUI...

«

«

«

«

PH: COURTESY OF NIKE

Dalla ricerca medica e dalla garanzia della svizzera COMPEX®, leader mondiale nell’e-lettrostimolazione, nasce un prodotto wireless adatto a chiunque voglia potenziare il proprio allenamento, migliorare il recupero, rafforzare i muscoli o semplicemente tenersi in forma, dagli amanti della palestra agli atleti di più alto livello. Testimonial dell'ultimo nato in casa COMPEX® sono, non a caso, i ragazzi del Barilla Blu Team, tra cui Alex Zanardi (in-tervistato in esclusiva a pagina 24). Compatti, innovativi, con un design accattivante e un’in-terfaccia web, gli elettrostimolatori uniscono all’efficacia dell’elettrostimolazione, metodo ormai riconosciuto dal mondo medico-scien-tifico, i vantaggi e il comfort di una tecnologia wireless intelligente. Infatti i più sofisticati apparecchi sono dotati dell’intera tecnologia muscle intelligence™ (mi-SCAN, mi-TENS, mi-RANGE, mi-ACTION). In pratica, è come avere un personal trainer esperto e “su misu-ra” sempre al proprio fianco, che analizza ogni muscolo del nostro corpo e adatta i parametri della stimolazione alla fisiologica di ciascuno. Per la varietà dei loro programmi Sport e Fit-ness, l'elettrostimolatore COMPEX® è ideale per qualunque tipo di sportivo, professionista, dilettante e occasionale. E, qualunque sia lo sport praticato, permette di allenarsi più effi-cacemente, prevenire gli infortuni, aumentare la forza e la potenza fisica, alleviare i dolori, fare recuperare meglio e più velocemente. E, naturalmente, mantenere una forma fisica ot-timale. Per info: www.compex.info.

P H I T

Ecco la bici che, oltre a portarci al la-voro e alla gita domenicale, ci fa ve-

ramente stare in forma, tonificando tutti i muscoli principali di gambe, glutei, brac-cia e tronco. Firmata da 3G e disponibile in tre modelli (Hammer, Workit e Jack Hammer), STEPPER è adatta a tutti, dal nonno al nipote, in quanto, grazie alla po-sizione eretta di guida, non sforza la spina dorsale. Per info: www.urbazshop.com.

2 0

T E C N O L O G I A

P H I T P A R A D E

STIMOLI INTELLIGENTI

Piccola, compatta, elegante, pesa poco più di 200g. È una “scatoletta” che

ricorda un po’ le “camere oscure” ante lit-teram, ma che, invece, si preannuncia ri-voluzionaria… Commercializzata a prezzi accessibili dall’azienda californiana Lytro, è tecnicamente una “light field camera”, ov-vero una macchina fotografica plenottica. In pratica, se gli attuali dispositivi digitali cat-turano solo il colore e l’intensità della luce, riproducendo un’immagine a 2 dimensioni, la Lytro Camera riesce a cogliere la direzio-ne di ogni singolo raggio al momento dello scatto, restituendo così un’immagine in 3D, più vera e vivida che mai. Le informazioni restano, poi, memorizzate nell’immagine stessa, per cui si può scegliere dopo cosa mettere a fuoco. Per cominciare, basta uno scatto… Per info: www.lytro.com.

AL FUOCO? CI PENSO DOPO! STEPPER BIKE

Se non riuscite a staccarvi dalla tavola, se inseguite le nevi perenni o avete già prenotato il summer camp dall’altra parte del pianeta... Se proprio non riuscite a smettere, insomma, fatelo con stile: ecco

la linea snowboard di Pirelli P Zero + Burton. Per info: www.pzeroweb.com.

SUMMER CAMP?

Azione tonica e psicostimolante

Integratore alimentare di vitamine, minerali & guaranàIntegratore alimentare

di vitamine, minerali & guaranà

www.berocca.it

scientificamenteprovata*

*Kennedy D.O. et all. Improved cognitive performance and mental fatigue following a multi-vitamin and mineral supplement with added guaranà (Paullinia cupana).

Appetite 50 (2008) 506-513

Es. Bay Berocca x Phit 22x28,5+5.indd 1 13/02/12 15.53

Azione tonica e psicostimolante

Integratore alimentare di vitamine, minerali & guaranàIntegratore alimentare

di vitamine, minerali & guaranà

www.berocca.it

scientificamenteprovata*

*Kennedy D.O. et all. Improved cognitive performance and mental fatigue following a multi-vitamin and mineral supplement with added guaranà (Paullinia cupana).

Appetite 50 (2008) 506-513

Es. Bay Berocca x Phit 22x28,5+5.indd 1 13/02/12 15.53

V I T A M I N A P H I

S N O W B O A R D I N G

P H I T

Per i Latini il sale era una merce di scambio molto preziosa su cui si basava gran parte del commercio, oltre che la retribuzione dei lavora-tori (da cui il termine “salario”). Il sale, inoltre, per molti secoli è stato impiegato per conser-vare più a lungo gli alimenti, vista l’assenza di frigoriferi e congelatori. Probabilmente è per questo suo grande valore che ancora oggi si associano forme scaramantiche al fatto di spre-carlo o farlo cadere.

Il sale, comunque, è di fondamentale impor-tanza anche per il nostro organismo, in quan-to influisce sulla trasmissione degli impulsi nervosi, sul bilancio idrico, e sull’equilibrio acido-base e viene utilizzato per regolare la concentrazione del plasma e dei liquidi esterni alle cellule. È, però, dimostrato che un consumo eccessivo può causare malattie come ipertensione e osteoporosi. Le donne, poi, for-se più degli uomini, sanno che “sale” è anche sinonimo di “ritenzione idrica”. Infatti ne ba-stano 9g per far sì che 1l di acqua si depositi nei tessuti per un giorno o due, come sostiene il dottor Pierre Dukan nel suo libro.

In effetti, il fabbisogno giornaliero di sodio, il principale elemento che costituisce il sale, si aggira intorno ai 3,5g: una quantità che può es-sere tranquillamente garantita da una dieta va-ria e bilanciata, ricca di frutta, verdura e ce-reali, senza alcuna aggiunta di sale “extra”. Spesso, però, superiamo abbondantemente questi limiti, non sapendo che il sodio si trova “nascosto” in moltissimi cibi pronti o confe-zionati (biscotti e cereali, per esempio), oltre che – in dosi tutt’altro che modeste! – negli stuzzichini da aperitivo e nei piatti consumati al ristorante. Diventa allora di fondamentale importanza bere molta acqua e consumare frutta e verdura a volontà, ovvero alimenti che, oltre a essere ricchi di acqua, contengo-no il potassio in grado di aiutarci a contrastare l’eccesso di sodio.

Se poi la verdura la mangiamo cruda, tanto meglio: non avremo nemmeno l’esigenza di salarla, poiché risulterà già saporita così (per i benefici del cibo crudo o Raw Food, potete leggere PHIT di marzo/aprile). Quanto ai cibi cotti, invece, è meglio aggiungere il sale solo a

fine cottura, così da limitarne l’assorbimento. Si può scegliere tra quello iposodico o asodi-co, marino integrale, iodato, piuttosto che rosa dell’Himalaya… Ma ricordatevi che anche spe-zie ed erbe aromatiche, oltre a essere potenti afrodisiaci (v. PHIT di gennaio/febbraio), sono perfette per insaporire, così come il succo di limone, lo yogurt, l’olio e l’aceto.

Nei periodi caldi e dopo la pratica sportiva, infine, è fondamentale reintegrare gli elementi persi con la sudorazione e il respiro, bevendo acqua e consumando molta frutta e verdura, poiché una carenza di liquidi e sali minerali può portare a disidratazione, affaticabilità, cali di pressione e persino svenimenti.

Detto questo, come arrivare alle “prove” estive (costume + Olimpiadi!), “salati” al punto giu-sto? Via al doping con centrifugati, macedonie e pinzimoni in tutte le salse, purché senza ag-giunta di sodio: il sale da cucina si può usare in tanti altri modi, dalle pulizie domestiche (ha proprietà abrasive, assorbenti e deodoran-ti!) a... Scopritelo nelle prossime pagine!

2 2

LE DONNE LO TEMONO, GLI UOMINI LO CERCANO. SE NON SIETE SCARAMANTICI, POTRESTE ANCHE DECIDERE DI FARNE CADERE UN PO’ SULLA TOVAGLIA: DEL RESTO MEGLIO LÌ CHE NON NEL PIATTO! E SE NE AVETE UN PIZZICO IN ZUCCA, CERTO NON ACCETTERETE DI ESSERE PAGA-TI CON QUESTO PREZIOSO MINERALE, ANCHE SE NELL’ANTICA ROMA SI USAVA COSÌ... IL SALE, NELLA GIUSTA MISURA, È PIENO DI BENEFICI: POSSIAMO SPERIMENTARLI IN BEAUTY FARM OP-PURE A CASA, IMMAGINANDO PER UN ATTIMO DI RITROVARCI VICINO A UNA CASCATA, MAGA-RI DOPO UN VIOLENTO TEMPORALE…

Sapore di sale

A CURA DI EMMARALE

P H I T

2 3

Non si estrae dal mare come il comune sale bianco, bensì dalle miniere, ovvero dal sottosuolo. Il che lo rende più incontami-nato e, quindi, più pregiato. Per questo non viene trattato ed è l’unico in grado di coniugare al cloruro di sodio altri 84 mi-croelementi, inclusi gli oligoelementi di cui abbiamo bisogno, nelle giuste proporzioni. Ecco perché, cucina a parte, è impie-gato soprattutto nei trattamenti in beauty farm (scrub, peeling, massaggi, lettini). A contatto con il corpo, infatti, il sale rosa dell’Himalaya emana onde energetiche che regalano un benes-sere immediato e un calore che scioglie tensioni e contratture. I granelli, poi, effettuano uno scrub molto efficace, eliminando le cellule morte dalla nostra pelle. Ma non è tutto: respirare l’aro-ma del sale in una stanza che ne è completamente rivestita aiuta a liberare le vie respiratorie, purificandole da virus e batteri.

Gli antichi conoscevano bene le proprietà battericide del sale. Basata sull’inalazione di sale purissimo, l’haloterapia (dal gre-co “halos”/sale) è utile per la cura di asma, riniti e faringiti e si può sperimentare, per esempio, nelle grotte di sale certificate. Si tratta di stanze completamente rivestite di sale micronizzato: un ambiente benefico e ricco di preziosi microelementi, tra cui iodio, sodio, ferro, rame, zinco, potassio, magnesio, litio, per-fetto anche per rilassarsi. Il tasso di umidità e la temperatura costanti creano un microclima ideale per respirare il cloruro di sodio secco nebulizzato, che in questo modo viene immediata-mente trasportato ai bronchi e all’intero apparato respiratorio. Essendo igroscopico, ovvero in grado di assorbire l’umidità, questo sale “aspira” i liquidi e le piccole impurità, che vengono poi eliminati dall’organismo con i processi metabolici.

SALE ROSA DELL'HIMALAYA GROTTE DI SALE

A TUTTO SALE

Pensate alla sensazione di benessere che si prova vicino a una cascata, in alta montagna o anche dopo un forte temporale... Il tutto ha una spiegazione “naturale”, poiché fenomeni quali i fulmini o l’acqua che cade da grandi altezze generano una forte energia, caricando l’aria circostante di ioni negativi che, a di-spetto del nome, apportano numerosi benefici (al contrario di quelli positivi, responsabili di vari disturbi). E, in particolare, donano una piacevole sensazione di benessere, migliorano con-centrazione, attenzione, produttività e stimolano il sistema immunitario. Ma se le cascate sono lontane, possiamo prova-re a percepire gli stessi benefici anche tra le mura domestiche: basta ricorrere alle lampade di sale, ionizzatori naturali che riequilibrano il numero di ioni negativi nell’ambiente. Al relax contribuisce anche la luce emessa dalle lampade, nei colori dal bianco all’arancione.

LAMPADE DI SALE

P H I T T E D !

P H I T

2 4

ALEX ZANARDI

FOTOGRAFATO DA ROBERTO COVISTYLIST: VALENTINA RODAGROOMING: STEFANIA GAZZI DI B FACTORY MILANOFOTO BACKSTAGE DI TOMMASO RIVAABITI EMPORIO ARMANI

2 5

P H I T

INSTANCABILEENTUSIASMOPILOTA, PADRE, PRESENTATORE, E ADESSO ANCHE ATLETA OLIMPICO CON IL BARILLA BLU TEAM. UNA VITA DI EMOZIONI INFINITE... UN UOMO CHE HA SAPUTO TRASFORMARE L’IMPOSSIBILE IN POSSIBILE, LA TRAGEDIA PIÙ GRANDE IN UNA NUOVA STORIA PIENA DI SUCCESSI. ALEX ZANARDI APRE LA PORTA DI CASA SUA (E DEL SUO GARAGE) A PHIT. E, TRA UNA TAZZA DI CAFFÈ E MILLE ATTREZZI DA BRICOLAGE, CI REGALA IRONIA, FORZA, CORAGGIO E LACRIME. UNA TESTIMONIANZA DI VITA UNICA, DA CUI C’È TUTTO DA IMPARARE...

ALEX, PER NOI DI PHIT È UN ONORE IN-

TERVISTARTI, AVERE LA POSSIBILITÀ DI

CAPIRE E, SOPRATTUTTO, FARE TESORO

DELLA TUA GRANDE FORZA. PERCHÉ È

QUESTO CHE TRASMETTI ALLA GENTE:

FORZA, OLTRE A QUEL GRANDE SENSO DI

LIBERTÀ CHE SEI RIUSCITO A NON PERDE-

RE, A RIBALTARE E, ADDIRITTURA, AD AM-

PLIFICARE. CHI RINGRAZI PER TUTTO CIÒ?

Su tutti, ringrazio i miei genitori. Sapete, come ciascuno di noi, sono nato con un’im-pronta genetica ereditata: sono loro che mi hanno creato così. Che mi hanno dato un carattere forte, l’ottimismo e un pizzico d’in-coscienza. L’audacia e la caparbietà per non accontentarmi mai dei piccoli successi e voler sempre raggiungere qualcosa in più. Il timone della mia vita, infatti, è la curiosità. Sono uno di quelli che considera ogni giorno come una nuova opportunità per costruire, nel bene o nel male. Prendiamo ad esempio il mio infor-tunio: è stata dura, sapete. È stato duro ogni singolo giorno di quel cammino per rimettersi in moto, dal dover guadagnare indipendenza dalle macchine che mi tenevano in vita al rimettermi in forze a poco a poco per poter scendere dal letto... Ma poi sono arrivate le soddisfazioni. E ho solo dovuto fare i conti con priorità in continuo cambiamento...

QUESTI RICORDI SONO CHIARI NELLA

TUA MENTE O LI HAI IN QUALCHE MODO

“OFFUSCATI”?

Sono ricordi chiarissimi. Come era chiarissi-mo in me il fatto che sarei tornato a guidare. Non mi sono chiesto (in quel momento né mai) se ci sarei riuscito o meno: non avevo alcun dubbio, dovevo solo rimettere in ordi-ne le cose... Perché l’essere un pilota, anche mentalmente, era dentro di me, lo sentivo, non poteva avermi lasciato. E questa sicurez-za mi arrivava prima di tutto dal fatto che ero rimasto vivo. Quindi, qualora avessi trovato tecnicamente il modo di guidare, sarei torna-to a guidare... Tecnicamente: certo lì qualche dubbio c’era...

QUESTA SICUREZZA L’AVEVA ANCHE IL

DOTTOR COSTA (medico ufficiale del Mo-

tomondiale, ndr). INFATTI, SUBITO DOPO

L’INCIDENTE, DISSE PIÙ O MENO COSÌ:

«QUESTO QUA, APPENA SI RIPRENDE,

TORNA A GUIDARE SENZA ALCUN PRO-

BLEMA, ANZI... »

Claudio Costa è un amico... Ricordo che fu una delle prime persone a venirmi a trovare in ospedale, a Berlino, per capire cosa si poteva fare. Pensate che stava andando a Valencia e ha fatto un giro assai più lungo per passare da

P H I T T E D !

A CURA DI SIMONA CONTALDOINTERVISTA DI FEDERICO RIVA

NOME COMPLETO

ALESSANDRO

ZANARDI

SEGNO ZODIACALE

CUSPIDE

VERGINE/BILANCIA)

LUOGO DI NASCITABOLOGNA

DATA DI NASCITA23-10-1966

SEGNI PARTICOLARI...CURIOSO

P H I T

2 6

P H I T T E D !

ALEX ZANARDI

2 7

P H I T

P H I T T E D !

me... Mi vuole molto bene. Tre giorni dopo, quando arrivò in Spagna e fu intervistato dai cronisti, disse che sarei tornato a guidare, a sciare, ad andare in bi-cicletta e a tenere mio figlio sulle spalle… A un certo punto spensero i microfoni, pensando fosse pazzo... E, invece, aveva assolutamente ragione!

DEL TUO INCIDENTE SI È PARLATO TANTO E

CI SEMBRAVA QUASI “SCONTATO” CHIEDER-

TI QUALCOSA IN PROPOSITO... MA FORSE CI

SONO COSE CHE MOLTI NON SANNO A RIGUAR-

DO: PER ESEMPIO, CHE TU SEI STATO ANCHE

UN CASO CLINICO UNICO...

Non ho nessun problema a parlare di questo, anzi lo racconto con un pizzico d’orgoglio. Ed ecco il per-ché: la NASA ha studiato per molto tempo le corse automobilistiche, raccogliendo dati a fini statistici, per creare una sorta di protocollo che, sulla base di ipotetiche situazioni di soccorso limitato, potesse sta-bilire una linea sotto la quale valesse o meno la pena di provare a salvare una vita umana.. Be’, il mio caso è risultato molto (ma molto!) al di sotto di quella li-nea, così lo hanno classificato come “errore”, senza più prenderlo in considerazione, altrimenti avrebbero dovuto buttare via tutto il fascicolo! Secondo lo stu-dio, infatti, era assolutamente impossibile che un es-sere umano potesse sopravvivere più di cinquanta mi-

nuti con meno di un litro di sangue in corpo. Eppure io, fortunatamente, sono ancora qui a raccontarlo. Io che ho avuto sette arresti cardiaci e ricevuto persino l’estrema unzione con l’olio del motore! Ma sapete una cosa? La cosa a cui nessuno pensa? Il fatto dav-vero incredibile è che l’unico danno da me realmente subito in quell’incidente è stato perdere le gambe. Per il resto, sono perfettamente funzionante! Questo è il vero miracolo!

IN EFFETTI, LA DINAMICA STESSA DELL’INCI-

DENTE, PER QUANTO CRUENTA, HA AVUTO UN

CHE DI MIRACOLOSO...

Certamente! Se l’altro pilota non avesse dato un col-po secco alla mia auto sul musetto anteriore, proba-bilmente saremmo morti entrambi semplicemente per la forza dell’impatto. Invece musetto e gambe sono stati tagliati via come il burro... Insomma, è andata così, e per me è andata molto bene. Io guardo a ciò che è rimasto e riparto da lì per fare dell’altro. Sono passati dieci anni ormai, sono successe tante cose e sinceramente non sono qui a pensare alle mie gambe: è un pensiero che non mi attraversa mai. Anzi, se do-mattina apparisse un mago per ridarmi le mie gambe direi: «no, un attimo: aspetta... », perché dovrei pri-ma prendere in considerazione tutte le cose che non potrei più fare, che caratterizzano oggi la mia vita e

che mi fanno divertire.

CIOÈ NON RIVORRESTI INDIETRO LE TUE GAM-

BE?

Be’, certo – è chiaro – alla fine le prenderei, tanto poi qualcosa da farci me la invento! Però non potrei più, per esempio, andare in handbike, la bicicletta con cui corro e con cui in questi anni ho ottenuto tutte le mie conquiste, e dover smettere di botto sarebbe un bel-lo shock! Invece, se arrivasse un mago e mi facesse tornare indietro nel tempo per evitare quell’incidente, senza però darmi la garanzia di poter vivere la vita che ho vissuto finora, allora sarei veramente in dub-bio, anzi direi che non mi interesserebbe proprio... Poi tanto il mago non arriva! Facciamo che adesso vado alle Olimpiadi di Londra e buonanotte!

COM’È LA TUA VITA OGGI?

Basta guardarmi intorno per dire di avere una vita bellissima. Quest’esperienza, poi, mi ha insegnato che c’è sempre qualcuno che sta peggio: bisogna go-dere di ciò che si ha.

PUOI RACCONTARCI UN ANEDDOTO?

Guardate, vi racconto una scena. Un giorno ero al centro di riabilitazione e un signore mi aveva of-ferto un caffè perché voleva parlare della “Ferra-

Il fatto davvero incredibile è che l’unico danno da me realmente su-bito in quell’in-cidente è stato perdere le gambe. Per il resto, sono perfettamente funzionante.questo è il vero miracolo!

P H I T

2 8

P H I T T E D !

ri di Schumacher”. Io non sapevo perché fosse lì ma venne fuori che accompagnava sua figlia, una bambina nata senza gambe. In pausa pranzo lo rincontrai che piangeva con la bimba in braccio, e non appena il mio sguardo incrociò il suo, lui mi tranquillizzò subito dicendomi che piangeva di gioia. Sì, perché prima di allora la bambina era stata troppo piccola per poter portare delle gambi-ne artificiali, invece quel giorno finalmente l’avevano messa in piedi e il dottore l’aveva guardato, dicendogli: «be’, e le scarpe dove sono?»… Così lui era corso in fretta a com-prarne un paio. Non aveva mai comprato un paio di scarpe a sua figlia: era l’uomo più fe-lice del mondo. Ecco, sono quelli i momenti in cui ringrazi di non esserti pianto addosso.

SEMBRA TU NON SIA AFFATTO SCARA-

MANTICO: HAI ADDIRITTURA VOLUTO

FINIRE I TREDICI GIRI CHE TI MANCA-

VANO SULLA PISTA DOVE HAI AVUTO

L’INCIDENTE...

Mah, sì e no: se non costa niente, perché sfi-dare la sorte?! Se un gatto nero mi attraver-sa la strada, aspetto un attimo e poi passo. Non mi piace il 17, ma con il 13 ho un otti-mo rapporto. E pensate che appena prima di rimettermi al volante dopo l’infortunio, per completare quei tredici giri che quel giorno non ero riuscito a fare, ho buttato l’occhio sull’orologio digitale ed erano le 13:13:13...

PER LA TUA PULIZIA NELLA GUIDA, SEI

STATO SOPRANNOMINATO “IL PARIGI-

NO”. QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ

ESALTANTE DELLA TUA CARRIERA AU-

TOMOBILISTICA?

Una sensazione fantastica l’ho provata a Long Beach nel ‘98. A metà gara ero dop-piato ma, grazie a varie situazioni che si sono presentate, ho recuperato talmente tanto che a sette giri dalla fine ero settimo. Avrei dovuto passare una macchina a giro: ce la potevo fare. E la gente stava iniziando a capire che potevo vincere, anzi si stavano esaltando mica poco! Sapete, gli Americani sono molto nazionalisti, ma quando si esal-tano, non c’è passaporto che tenga! Quindi hanno iniziato a incitarmi talmente tanto che sentivo il boato dall’interno del casco: avevo la pelle d’oca. E, be’, alla fine ho vinto. Con un sorpasso che giudico il migliore della mia

carriera. Era una situazione in cui potevo passare solo dove era impossibile: dovevo costruire un diversivo per creare una possi-bilità in una situazione impossibile. Ecco, questo per me è coraggio: tutti dicono che non si può fare? Bene, io ci ragiono su e tro-vo il modo di farlo. Nelle corse automobi-listiche, naturalmente, è un po’ più difficile perché poi, se sbagli, ti trovi attaccato a un muro ed è finita...

PARLIAMO DI MARATONA, LA TUA AT-

TUALE DISCIPLINA SPORTIVA. TUTTO

NASCE DA NEW YORK...

Sì, nel 2007 sono stato invitato da Paolo Barilla al Pasta Party durante la Maratona di New York. Lui teneva molto al fatto che io andassi lì a fare un discorso. «Tutto quel viaggio per un discorso?», gli dissi assoluta-mente di sì! E, per ridere, aggiunsi che a quel punto avrei anche provato a fare la maratona. Lui, da ex maratoneta qual era, mi rispose: «È impensabile che tu possa preparare una maratona in un mese. Non hai proprio capi-to nulla!». E lo disse con un tono talmente deciso e perentorio che allora io gli risposi: «Fermo lì! Tu comincia a iscrivermi e poi vediamo sul campo, se si può fare o meno». All’epoca non sapevo neanche cosa fosse una handbike. Avevo solo visto una foto di Clay Regazzoni che andava su quel trabicco-lo. Così mi sono detto: «partirò e poi si ve-drà...». Mi ricordai, però, di aver conosciuto un giorno in strada, per caso, Vittorio Pode-stà, mio attuale compagno nel Barilla Blu Team, il quale in quell’occasione, mi aveva fatto vedere la sua handbike. Allora lo richia-mai per chiedergli dove l’aveva comprata, perché volevo prepararmi per la Maratona di New York. Lui, gasatissimo, rispose: «Fi-gata! Che bello, dai prepariamola insieme: abbiamo giusto giusto un anno di tempo». E io: «no, non hai mica capito: io voglio fare quella di quest’anno... fra un mese!».

E COME ANDÒ A FINIRE?

Sta di fatto che trovai la handbike, andai alla Maratona di New York, e arrivai quarto. Be’ – intendiamoci – i forti erano tre, perciò diciamo che sono arrivato primo tra i “broc-chi”. Però tutto questo mi ha acceso la lam-padina. Il sudore che mi colava dalla fronte mi ha fatto godere, perché mi mancava.

per Fortuna io sono ancora qui a raccontarlo (l'in-cidente). ho avu-to sette arresti cardiaci e persino ricevuto l’estrema unzione con l’olio del motore!

ALEX ZANARDI

2 9

P H I T

P H I T T E D !

È STATO LÌ CHE HAI LASCIATO LE AUTO?

Sì, alla fine del 2009 ho pensato di non gareggiare più con le auto e di iniziare ad allenarmi per parte-cipare alle Olimpiadi di Londra...

CI ANDRAI CON IL BARILLA BLU TEAM: DI

COSA SI TRATTA?

È un progetto che nasce da Paolo, Guido e Luca Ba-rilla: grandi persone e sportivi molto sensibili, come il marchio della loro famiglia, del resto, da sempre attento ai valori ereditati dal padre. Ovvero a tutte quelle “regole” non scritte, che però aleggiano tra

i muri dell’azienda, del tipo “non essere sul mer-cato solo per profitto”. E non vi dico tutto questo per opportunismo, ma perché ne sono sinceramente orgoglioso: un’azienda che tiene a libro-paga gran-di campioni dello sport e che si potrebbe permettere chiunque, ha voluto, invece, fare un investimento su tre ragazzi che condividono un sogno, per nulla dissimile da quello dei grandi campioni, se non per il ritorno “quantitativo”. Sicuro è che storie come la mia e come quella di Fabrizio e Vittorio nascono e vivono grazie a un enorme impulso passionale. Per tutti questi motivi, si tratta di un’operazione quali-

tativamente molto valida: il Barilla Blu Team incar-na davvero i valori professati dall’azienda.

A PROPOSITO DI SOGNI, IN COSA CONSISTE IL

CONCORSO “SHARE YOUR DREAM”?

Anche questo è un bellissimo progetto. È un invi-to a mettersi in contatto con Barilla e raccontare il proprio sogno. Un invito rivolto a tutte le persone che stanno vivendo dei sogni sportivi e credono di condividere determinati valori. Io ho segnalato il mio! Tra i premi più “immediati” c’è la possibilità di andare a Londra a vedere i Giochi Olimpici e,

P H I T

P H I T T E D !

3 0

ALEX ZANARDI

P H I T

per i migliori, di essere aiutati dall’azien-da a realizzare questi sogni. È come dire «io da solo sono arrivato fin qui... Adesso vengo premiato per fare un salto di qua-lità!». Spero sinceramente che molte altre aziende si mettano sulla medesima scia e capiscano l’importanza di questo tipo di progetti.

SENTI, CI SPIEGHI COS’È UNA

HANDBIKE?

La handbike è para-ciclismo, ovvero un modo alternativo di andare in bicicletta. Esistono quattro categorie: H1, H2, H3, H4. La 4 è quella in cui corrono atleti con una disabilità meno penalizzante: la mia.

TI PIACE MOLTO FARE “BRICOLAGE”

SULLA TUA HANDBIKE. C’È ANCORA

MOLTO DA INNOVARE IN QUESTO

CAMPO?

Ormai la bicicletta è una scienza quasi per-fetta. Ma la handbike no, perché le abilità degli atleti sono sempre diverse. È una ca-tegoria relativamente nuova, in cui ciò che funziona per me può non funzionare per un altro. Pensate che chi ha vinto a Pechino correva con una media di 30km/h. Oggi, invece, con 40km/h non arrivi neanche al podio. Io quest’anno in una gara abba-stanza piatta ho fatto 43,6km/h di media. Insomma, secondo me c’è ancora molto da scoprire in questo campo, soprattutto nella mia categoria.

IN PRATICA COME PEDALI?

Pedalo in una posizione detta “inginoc-chiata” e, a differenza di un normale cicli-sta che ha due cerniere (anca e ginocchio), io ne ho tre (gomito, spalla e anca), come una fisarmonica. È vero che il braccio è più corto della gamba, ma io ho in più la lun-ghezza del busto e delle leve molto più lun-ghe. Per dirti, un ciclista viaggia con leve da 170cm, io ne ho da 240cm... Lunghissi-me! Ci vado dentro con tutto il corpo e de-scrivo un arco più ampio, semplicemente con una cadenza più bassa...

SENTI, MA IN TUTTO QUESTO TU SEI

STATO ANCHE NOMINATO “CAVALIE-

RE IN ORDINE AL MERITO”...

Sì, ed è stato un grande onore. Ho stretto la mano a ben due Presidenti della Repubbli-ca sinora: Ciampi e Napolitano. Ed entram-bi sono risultati simpaticissimi. Napolitano mi fece condurre (a sorpresa) la giornata per la disabilità: io ero terrorizzato, ma alla fine tutto andò bene e lui si complimentò per la mia bravura di “presentatore” Ciam-pi, invece, mi fece un discorso del tipo: «lei, Zanardi, questo titolo lo merita più di altri, con il suo coraggio, la sua tenacia... È un esempio positivo per i ragazzi. La for-za con cui è tornato alla vita e, addirittura, è tornato a correre... Ecco, però, questa cosa che è tornato a correre... Già ha pre-so una sventola colossale, se poi ne prende un’altra anche l’esempio viene meno!».

Ecco, questo per me è coraggio: tutti dicono che non si può fare? Bene, io ci ragio-no su e trovo il modo di farlo.

3 1

P H I T T E D !

Composto da Alex Zanardi, Fabri-

zio Macchi e Vittorio Podestà,

il Barilla Blu Team nasce per

accompagnare i tre campioni a

realizzare il proprio sogno, che

è poi quello di ogni atleta di

livello: le Olimpiadi 2012. Da

sempre legato al grande sport,

con questo nuovo progetto il

marchio si impegna ancora una

volta, forse in maniera ancora

più forte, a condividere e pro-

muovere alcuni valori propri del

migliore Sport: l’impegno, la

forza di volontà, il coraggio,

la spinta verso il superamento

dei propri limiti. Alessandro,

Vittorio e Fabrizio, in parten-

za per Londra 2012, ne sono la

prova vivente.

Barilla Blu Team

PHOTO: GENTILE CONCESSIONE DI BARILLA

Pagina_StepUp_PHIT.qxd 13-04-2012 16:38 Pagina 1

P H I T P A S S I O N

P H I T

S N O W B O A R D I N G

3 3

A R G E N T O V I V ODA UNA STORIA DI MAURO SARMIENTOTESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANOILLUSTRAZINI DI GIULIA SALEMI

Pagina_StepUp_PHIT.qxd 13-04-2012 16:38 Pagina 1

È UN FATTO DI CONCENTRAZIONE… E NON SOLO: NELLA BORSA CI SONO I MIEI CORNINI, CHE STANNO SEMPRE LÌ. NON LI MUOVO MAI, PERCHÉ LA SCARAMANZIA, PER ME COME PER TUTTI I NAPOLETANI, È UN RITO… MA ECCO LA SVEGLIA: SONO LE 6 DEL MATTINO E NON HO CHIUSO OC-CHIO. PER ME LA GARA È GIÀ INIZIATA DA IERI.

È IL 22 AGOSTO DI UN VENER-

DÌ SERA DIVERSO DAGLI ALTRI…

SONO NELLA CAMERA DELL’HOTEL

CON IL COACH E UN COMPAGNO, MA

NON LI VEDO NEMMENO…

CAMPANA DI VETRO

NON LI ASCOLTO, NON LI GUARDO… NON È PER

SCORTESIA. È CHE MI SENTO COME IN UNA CAM-

PANA DI VETRO. ED È SEMPRE COSÌ PRIMA DI

UNA GARA IMPORTANTE: MI CHIUDO E SEMBRO

DISTANTE… MA CHI MI CONOSCE, E SU TUTTI LA

MIA RAGAZZA VERONICA, SA CHE NON È CATTI-

VERIA…

P H I T

3 4

P H I T P A S S I O N

A R G E N T O V I V O

COLAZIONE LEGGERISSIMA: QUAL-

CHE FETTA BISCOTTATA, UN PO’

DI LATTE E VIA… NON VOGLIO PE-

SARE NEMMENO MEZZO GRAMMO DI

PIÙ, PRIMA DI ENTRARE IN QUEL

QUADRATO. DOPO L’INCONTRO

COL COACH, IL DOTTORE E TUT-

TO LO STAFF, MI AVVIO VERSO IL

PULLMAN, MANO NELLA MANO CON LA

MIA RAGAZZA.

VERONICA

PER FORTUNA LEI È QUI, ANCHE SE NON È RIU-

SCITA A QUALIFICARSI. SÌ, IO SONO UN ATLETA

MOLTO FORTUNATO, PERCHÉ, GRAZIE A DIO, HO

SEMPRE ACCANTO LA MIA FIDANZATA, ANCHE IN

CAMPO.

SIAMO ATLETI DELLA STESSA DISCIPLINA E NON SIAMO MAI STATI IN COMPETIZIONE. ANZI, LEI SA COME PRENDERMI, MI DÀ CONSIGLI, MI SPRONA SE HO DEI CALI DI CONCENTRAZIONE, NON MI FA MOL-LARE UN ATTIMO…

P H I T

S N O W B O A R D I N G

3 5

A R G E N T O V I V O

P H I T P A S S I O N

PER FORTUNA NOI GAREGGIAMO AL CHIUSO. ANZI,

È MEGLIO ENTRARE SUBITO, PER PRENDERE CONFI-

DENZA CON LO STADIO, AMBIENTARSI E COMINCIA-

RE IL RISCALDAMENTO… DUE CHIACCHIERE CON IL

MEDICO E IL TECNICO E… IO E VERONICA CI DIAMO

L’ULTIMO BACETTO.

… TRAFFICO, STRA-DE A CINQUE CORSIE, PALAZZONI, CASINO… PIOVE. MA SAI COME SI DICE A NAPOLI? "GIORNO BAGNATO, GIORNO FORTUNA-TO"», O QUALCOSA DEL GENERE… IL CLIMA DI PECHINO, INVECE, È MOLTO FASTIDIO-SO: AFOSO, UMIDO, DI QUELLI CHE TI BUT-TANO A TERRA…

SGUARDO ASSENTE, CUFFIE NELLE ORECCHIE

(ASCOLTO QUALCHE CANTANTE NEOMELODICO

DELLA MIA CITTÀ, CHE MI DÀ LA CARICA). IL PAE-

SAGGIO SCORRE DAL FINESTRINO DEL PULLMAN...

GIORNO BAGNATO

P H I T

3 6

P H I T P A S S I O N

QUARTO ROUND, GOLDEN

POINT, CHI SEGNA IL

PRIMO PUNTO VINCE… E

A SFERRARE IL CALCIO

DELLA VITTORIA SONO

PROPRIO IO. STEVE SI

TOGLIE DIRETTAMENTE

IL CASCHETTO, SENZA

NEMMENO GUARDARE IL

TABELLONE: SA CHE HA

PERSO E ROSICA!… BYE

BYE STEVE, SONO STA-

TO IO LA TUA BESTIA

NERA!

... PIÙ COMPLESSO L’AV-VERSARIO SUCCESSIVO: STEVEN “STEVE” LÒPEZ, IL CAMPIONE OLIMPICO USCENTE, L’AMERICANO CHE NON PERDE DA DIE-CI ANNI, IL PIÙ FORTE… IL “DIVO ONNIPOTENTE” CHE SI ALLENA A TOR-SO NUDO, PETTORALI IN VISTA E SGUARDO MI-NACCIOSO. MA STEVE – LÀSCIATELO DIRE IO TI SENTO: ‘STA VOLTA NON SEI PERFETTAMENTE A TUO AGIO… ‘STA VOLTA SAI CHE NON SARÀ POI COSÌ SEMPLICE…

DOBOK, CASCHETTO, CORPET-TO, PARASTINCHI, PARABRACCIA, CONCHIGLIA… CI SIAMO: È ORA DI ENTRARE NEL QUADRATO A COM-BATTERE. IL RAGAZZO DELLA CO-STA D’AVORIO CHE AFFRONTO PER PRIMO SI MUOVE COME UN FELINO DELLA SUA TERRA, MA PER ME È FACILE DA BATTERE: UNA SORTA DI RISCALDAMENTO...

IL QUADRATO

A R G E N T O V I V O

P H I T

3 7

P H I T P A S S I O N

IL QUADRATO

A R G E N T O V I V O

SONO IN SE-MI-FI-NA-LE E PER ME È GIÀ COME AVER VINTO MEZZA OLIMPIADE! MA DEVO RESTARE CONCENTRATO, PERCHÉ ORA È IL TURNO DI AARON COOK: IL GIOVANISSIMO, IL FUORICLASSE, L’INGLE-SE VENUTO DAL NULLA CHE PERÒ È GIÀ TRA I PIÙ FORTI DELLA MIA CATEGORIA. CARICHISSIMO, IN-STANCABILE, IMPREVEDIBILE, AARON È UNA MINA VAGANTE: DEVO STARCI ATTENTO. EPPURE…

SARÀ CHE L’HO GIÀ BATTUTO ALLE QUA-LIFICAZIONI OLIMPICHE DI MANCHE-STER, FACENDOGLI RISCHIARE IL KO… SARÀ CHE SEMBRA TUTTO TROPPO PIÙ GRANDE DI LUI… SARÀ CHE LA GIOVANE ETÀ LO PORTA A FARE QUALCHE PASSO FALSO… SARÀ, MA STA DI FATTO CHE A TRE SECONDI DALLA FINE DEL TERZO ROUND, SUL 5 A 5, RIFILO AD AARON TRE CALCI TRE, CHE MI FANNO GUADAGNARE IL SESTO PUNTO... SONO IN FINALE ALLE OLIMPIADI DI PECHINO!!!!

AARON

P H I T

3 8

P H I T P A S S I O N

A R G E N T O V I V O

EDISON.L’UNICASORPRESAÈ CHERISPARMI.

La nuova offerta su luce e gas di casa.

NASCE EDISONZEROSORPRESE.

E SE ATTIVI EDISON ZEROSORPRESE SUL WEB, HAI IL 10% DI SCONTO SULL’IMPORTO MENSILE PER LA LUCEE IL 5% DI SCONTO SULL’IMPORTO MENSILE PER IL GAS.

LUCE

GAS

PREZZI IVA E IMPOSTE ESCLUSE

SCEGLI IL TUO STILE DI CONSUMO, FISSA L’IMPORTO DELLA BOLLETTA.SE STAI CONSUMANDO PIÙ DEL PREVISTO, EDISON TI AVVISA.SE STAI CONSUMANDO MENO DEL PREVISTO, EDISON TI RIMBORSA.

CHIAMA SUBITO IL NUMERO VERDE O VISITA IL SITO.PASSARE A EDISON È FACILE, VELOCE, GRATUITOE NON RICHIEDE INTERVENTI SUI CONTATORI.

Mauro Sarmiento, Argento a Pechino 2008. Qualificato per l’Italia a Londra 2012 nel taekwondo.

DALLA GIOIA CADO PER TERRA, MI SCIOLGO IN UN PIANTO LIBERATO-RIO, NON CAPISCO PIÙ NULLA… HO APPENA VIN-TO UN ARGENTO: IL PRI-MO NELLA STORIA ITA-LIANA DEL TAEKWONDO. I CRONISTI E UNA DECINA DI TELECAMERE TENTA-NO DI BRACCARMI, MA IL COACH MI TIRA DALL’AL-TRA PARTE…

GIÀ, PERCHÉ LA GARA NON È ANCORA FINITA. HADI SAEI, L’IRANIANO, “IL MARPIONE”, IL CAMPIONE OLIMPICO USCENTE DELLA CATEGORIA SOTTO LA MIA, È GIÀ LÌ SUL QUADRATO CHE MI ASPETTA. MOTIVATO, ESPERTO, CONCENTRATO, FURBISSIMO… MENTRE COMBATTE, SI FA SENTIRE, E NON LA SMETTE DI GUARDARMI FISSO NEGLI OCCHI. ME LA GIOCO FINO IN FONDO, MA È LUI A VINCERE 6 A 4 ALL’ULTIMO ROUND. IO, DAL CANTO MIO, HO GIÀ IN TASCA LA MIA VITTORIA PIÙ GRANDE, TANTO CHE È SAEI AD ALZARE IL MIO BRACCIO AL CENTRO DEL QUADRATO. DOPO ESSERMI LIBERATO DI GIORNALISTI E TV, FINALMENTE ECCO LEI, VERONICA, CHE CORRE AD ABBRACCIARMI FORTE FORTE, CON GLI OCCHI PIENI DI LACRIME, SCIOCCATA E FELICE.

BRACCIA AL CIELO

EDISON.L’UNICASORPRESAÈ CHERISPARMI.

La nuova offerta su luce e gas di casa.

NASCE EDISONZEROSORPRESE.

E SE ATTIVI EDISON ZEROSORPRESE SUL WEB, HAI IL 10% DI SCONTO SULL’IMPORTO MENSILE PER LA LUCEE IL 5% DI SCONTO SULL’IMPORTO MENSILE PER IL GAS.

LUCE

GAS

PREZZI IVA E IMPOSTE ESCLUSE

SCEGLI IL TUO STILE DI CONSUMO, FISSA L’IMPORTO DELLA BOLLETTA.SE STAI CONSUMANDO PIÙ DEL PREVISTO, EDISON TI AVVISA.SE STAI CONSUMANDO MENO DEL PREVISTO, EDISON TI RIMBORSA.

CHIAMA SUBITO IL NUMERO VERDE O VISITA IL SITO.PASSARE A EDISON È FACILE, VELOCE, GRATUITOE NON RICHIEDE INTERVENTI SUI CONTATORI.

P H I T I N S I D E

S N O W B O A R D I N G

P H I T

4 0

CARLOTTA FERLITO

«Non puoi prescindere da ciò che sei. Il tuo talento, le tue aspirazioni, i tuoi obiettivi, sono la risposta alla domanda: chi vuoi diventare?». Federico Chiarugi

P H I T

4 1

P H I T I N S I D E

INTERVISTE DI FEDERICO RIVATESTI DI ANDREA ZAVAGLIA

FOTO DI TOMMASO RIVA

MagnesitePHIT INCONTRA LE GIOVANISSIME PROMESSE AZZURRE DEL-LA GINNASTICA ARTISTICA, REDUCI DA UN RIUSCITO REALITY SHOW. E LE VA A TROVARE “A CASA”, OVVERO AL CENTRO TEC-NICO FEDERALE DI MILANO, DOVE PASSANO GRAN PARTE DEL-LA LORO ESISTENZA...

Come vivono? Quali emozioni provano? Cosa temono di più? E, soprattutto, cosa sognano? Sono giovanissime e passano la vita ad allenarsi duramente, fra travi e parallele, per conquistare con fatica la massima elasticità possi-bile, millimetro dopo millimetro. Anche le ragazze della ginnastica artistica fantasticano su amori alla Twilight, tengono il loro diario personale e studiano, come le al-tre. Eppure fanno una vita total-mente diversa dalle loro coetanee, una vita necessariamente dura e votata al sacrificio, dalla fatica fi-sica alla dieta rigorosa, passando per le frequenti rinunce del tempo libero (il cinema del sabato pome-riggio, le feste, i “primi appunta-menti”)... Per loro, però, è tutto normale...

DA GRANDIDisciplina olimpica dai Giochi parigini del 1900, la ginnastica artistica è uno sport antichissimo, che affonda le sue radici nella cultura greca, ma che si basa su un’esigenza primaria dell’uomo evoluto: muoversi, e in un modo

che sia possibilmente armonioso e piacevole anche alla vista altrui. L’estrema elasticità e flessibilità richieste al fisico degli atleti ne fanno una specialità in cui eccel-lono ragazzi e ragazze per lo più giovanissimi, anche preadolescen-ti, che iniziano magari a 5/7 anni («prima il gioco, poi tanto poten-ziamento e preparazione fisica, in-fine gli attrezzi») e spesso finisco-no la propria carriera prima dei 20 («a 18 anni sei quasi finita... Solo i ragazzi vanno un po’ più in là...»). Già, perché più il corpo assume le forme femminili, da donna in-somma, più è difficile. Il che ha contribuito a creare, intorno alla ginnastica artistica, l’idea di un mondo a se stante, poiché in grado di condizionare significativamente il fisico durante l’età evolutiva.. Eppure questo non sembra affatto pesare, per esempio, a Carlotta e Francesca: loro amano ciò che fanno, ma sono in una fase della vita in cui pensare al futuro con preoccupazione è un’eventualità ancora lontana... Per la cronaca, Francesca (Deagostini), classe 1996, è già qualificata per le pros-

sime Olimpiadi, mentre Carlotta (Ferlito), 17 anni, con due Ori e un Bronzo conquistati al test event per Londra 2012, è una delle più grandi speranze del medagliere italico.

EQUILIBRIO

Gli uomini generalmente smet-tono più tardi, soprattutto se spe-cializzati in sotto-discipline mag-giormente legate alla forza fisica, come gli anelli (vedi Yuri Chechi, ritiratosi a 33 anni). Per molti di loro si aprono le porte della danza acrobatica, come per Paolo Bucci, ex olimpionico – ma si può mai essere “ex” in una cosa del ge-nere? – e ora allenatore delle due ragazze. Lui, dopo il ritiro dall’at-tività agonistica, ha lavorato per nove anni con i Kataklò, una com-pagnia di ballerini acrobatici nata nel ‘95 e oggi conosciuta in tutto il mondo. «È una buona oppor-tunità per non buttare via tutte quelle “super-qualità” che ci si è duramente e faticosamente costru-iti negli anni della ginnastica», spiega. E proprio di Super Qualità si tratta: PHIT le vede coi propri

CARLOTTA FERLITO

P H I T I N S I D E

P H I T

4 2

sono mille fattori, non ultima la mimica facciale: «non devi mai far vedere che hai accusato un col-

po, perché quella smorfia, anche se dura un istante, è un segno di debolezza che invita immediatamente l’avversario a colpirti». E che può decidere il risul-tato. Ma alla fine, Silvia, cos’è tutto questo per te? «Non lo so sinceramente», dice commuovendosi. «Molti mi dicono che se avessi avuto una palestra di danza davanti a casa, sarei diventata la più gran-de ballerina del mondo… Io sono una combattente e volevo arrivare da qualche parte».

«Sì, gli allenatori “rompono”, ma lo fanno per un mo-

tivo. Sono duri – è vero – ma è lo sport a essere duro, e noi

siamo qui per diven-tare dei campioni»

occhi durante gli allenamenti. Ma sono sotto gli oc-chi di tutti: la facilità con cui questi atleti compiono movimenti che paiono impossibili, la forza con cui si muovono tra le parallele, l’eleganza e l’equilibrio con cui volano sulla trave.

VITA VERA

Sarà per questo che “Vite Parallele”, il reality sulle ginnaste italiane proposto da MTV, è uno dei po-chi show del genere ad aver riscosso successo sia di pubblico che di critica, fino a essere da più parti definito uno spettacolo “vero”. Ovvero quello che in fondo ci si aspetterebbe da un reality show, ma che negli anni si è perso in nome dello spettacolo. «Dicono che ormai siamo un popolo comodo – com-menta Paolo – un popolo che non ha più voglia di soffrire, in un paese dove tutti i bambini giocano a calcio e le bambine sognano di fare le veline... Eppure nella ginnastica artistica, forse lo sport più impegnativo in assoluto per il fisico di un giovane

atleta, siamo sempre ai vertici europei, a volte an-che mondiali e, Olimpiade dopo Olimpiade, siamo sempre lì, a giocarcela fino in fondo». Paolo Bucci, forse proprio per i suoi trascorsi nel mondo dello spettacolo, davanti alle telecamere di MTV è sem-pre sembrato molto a suo agio, molto naturale. Sen-tirlo parlare, con l’enfasi che dà a tutto ciò che più lo entusiasma e l’energia che sprigiona quando ac-cenna a quello che le sue atlete sono in grado di fare, è già di per sé emozionante. In più c’è il fatto che la ginnastica artistica è uno degli sport più seguiti della kermesse olimpica, una disciplina storicamen-te colma di soddisfazioni per noi italiani e capace di sfornare grandi campioni, da Chechi a Cassina, dalla Ferrari alla Ferlito stessa.

FORZANonostante ciò, la ginnastica artistica in Italia si porta dietro i problemi di tutti gli sport cosiddetti “minori”: pochi partecipanti, pochi soldi, poca visi-

P H I T

4 3

«Poi finalmente a 18 anni, con i cin-que cerchi tatuati sulla schiena, po-trò pensare al mio futuro.Ora penso solo al mio presente»

P H I T I N S I D E

bilità, mentre in paesi come la Russia o gli Stati Uniti i risultati sportivi sono anche un mezzo per aprire le por-te dei grandi college e potersi costruire una vita dopo lo sport. Da noi magari ti dà una mano la televisione... «Il reality? Mamma mia, non vediamo l’ora che riini-zi! - commentano le ragazze - primo perché ci siamo troppo divertite, secondo perché è un ottimo modo per promuovere questo sport che viene sempre poco valo-rizzato». Elasticità, forza, allenamenti ripetuti fino allo stremo, rinunce, fatica, lacrime, una dieta durissima, il rischio di rompersi il collo per un “ritorno” sbaglia-to... Da dove viene la spinta a continuare? «La forza di andare avanti ci viene dai risultati, dalla passione, e dalle persone che ci stanno vicino», commentano le ragazze. Uno su tutti? Federico Chiarugi, un compagno di squadra che dopo una brutta caduta in allenamento è rimasto tetraplegico, ma che è oggi una fonte d’i-spirazione per tutti, con la sua presenza, i suoi sorrisi, le sue parole. Tanto che sulla bacheca della palestra spicca un incitamento intitolato “COMPETI” e firmato

proprio da lui. Eccone un estratto. «La perseveranza è il tuo strumento di evoluzione. La volontà la tua for-za motrice. L’esperienza la tua personale consigliera. Puoi prescindere dal gareggiare, ma non puoi sottrarti al confronto e allo scontro. Dunque, forza! Competi!». Questo, in fondo, è lo spirito che spinge ogni giovane atleta a lottare duramente per i propri sogni, Olimpiadi in testa: «lì il livello è altissimo... – commenta Carlotta – Le Americane, le Cinesi... sono dei mostri: già da piccole sanno fare di tutto!». Sentir pronunciare la pa-rola “olimpiadi” a Francesca e Carlotta, 15 e 17 anni, con una certa leggerezza e allo stesso tempo una pro-fonda luce negli occhi, fa riaffiorare in me il ricordo di quando, ancora bambino, alla classica domanda «cosa vuoi fare da grande?» rispondevo candido proprio «le Olimpiadi!». Erano gli anni dell’atletica, uno sport d’impegno e sacrificio che forse impallidisce di fronte al sudore versato da queste ragazze fin da piccolissime. Eppure loro, che ammettono di avere un po’ di paura solo quando affrontano le parallele, perché «se cadi da

P H I T I N S I D E

P H I T

4 4

4 5

P H I T

lì, ti fai veramente male», non si spa-ventano davanti ad allenamenti este-nuanti sia a livello fisico che menta-le: sanno che quella è l’unica strada per realizzare i loro sogni.

TENACIA

«Il massacro fisico e psicologico spesso ti porta a “sbroccare”, e ti vie-ne da dire: voglio tornare a casa! In realtà sei solo stanca: semplicemente non ce la fai più ad allenarti» dice Carlotta cercando lo sguardo della compagna. «Nel momento in cui dici “non ce la faccio più”... è proprio lì che devi darci dentro! Sono mattoni su mattoni che costruiscono il tuo essere atleta!», aggiunge la giovanis-sima Francesca con una naturalezza quasi disarmante. Chiedo loro se in qualche modo soffrono questo esse-re “diverse”, un po’ isolate dalla vita “vera”, dal resto del mondo, ma dalle loro risposte apparentemente evasive

mi rendo conto che questa per loro è la vita vera: la scuola da privatiste, gli allenamenti, le amiche compa-gne e avversarie, la cotta per qual-che “figo”, alcuni adulti come punti di riferimento, tra cui i genitori che, anche se lontani, sono ultra-fieri di te e gli allenatori, che «se “rompono” lo fanno per un motivo... Sono duri, ma poi capisci come prenderli»... Le gare importanti, in cui «può succede-re di tutto e all’inizio ti tremano le gambe, soprattutto alla trave»... E un po’ di tempo libero per ascoltare la boy band preferita (ma non erano finite le boy band?! Inizio a diven-tare vecchio!) o per vedere l’ultimo capitolo della saga di “Twilight”. E poi di nuovo allenamenti, gare, alle-namenti. E sogni, magari a Cinque Cerchi, da tatuarsi quando si sarà più “grandi”. Ma, in fondo, non è questa la vita che desidera ogni giovane sportivo?

Sono costituite da due staggi posizionati alla stessa altezza. Il gin-nasta compie una serie di evoluzioni al loro interno, sfruttando l’oscillazione sulle braccia, senza mai toccare il suolo con i piedi.

M - PARALLELE SIMMETRICHE

Le ginnaste eseguono movimenti in gran velocità, passando da uno staggio all’altro. L’esercizio termina con un’uscita che, ai massimi livelli agonistici, vede l’esecuzione di doppi salti mor-tali, anche con avvitamenti in volo.

F - PARALLELE ASIMMETRICHE

Poggiato su un tappetone, l’attrezzo è lungo 5m, largo 10cm e alto circa 1,25m. La limitata superficie di appoggio e l’altezza dal suolo richiedono particolari doti di equilibrio da parte delle atlete, che, dopo le evoluzioni, devono fare attenzione ad atterrare con tutti e due i piedi contemporaneamente.

F - TRAVE DI EQUILIBRIO

È alto 105cm da terra e dotato di maniglie di 15cm. L’atleta deve tenersi sull’attrezzo solo con le mani, evitando di toccarlo con i piedi nel corso delle sue evoluzioni, pena una consistente perdita di punti.

M - CAVALLO CON MANIGLIE

L’elemento principale utilizzato per questa specialità è la “gran-volta”: un movimento circolare attorno alla sbarra, durante il quale il ginnasta accumula energia cinetica e, sfruttando anche l’elasticità della sbarra stessa, attua salti al di sopra o alla stessa altezza dell’attrezzo.

M - SBARRA

Prevede una serie di esercizi, senza l’ausilio di attrezzi specifici al di fuori del suolo, ovvero di una pedana quadrata (detta “quadra-to”) di 12x12m, con 1m di “sicurezza” intorno. Solo per le donne è previsto un accompagnamento musicale, finalizzato alla ricerca di un effetto coreografico.

M/F - CORPO LIBERO

Il/la ginnasta corre lungo il tumbling (un corridoio lungo 25m), salta su una pedana posizionata davanti alla tavola e, poggiando le mani sull’attrezzo, esegue il volteggio vero e proprio. L’arrivo al suolo è di fondamentale importanza ai fini del punteggio.

M/F - VOLTEGGIO

L’esercizio agli anelli, due cerchi in legno fissati parallelamen-te a due nastri verticali, dura circa un minuto, durante il quale il ginnasta mantiene posizioni statiche, compie passaggi dinamici e termina con un salto detto “uscita”.

M - ANELLI

LE SPECIALITÀ

?

Paolo Bucci è il simpaticis-simo allenatore di queste ra-gazze. I momenti per lui più emozionanti? Le medaglie alle Olimpiadi giovanili nel 2009 a Pechino, dove «Carlotta (Ferlito, ndr) ha preso tre medaglie ed è sportivamen-

te esplosa». Tanto che ora è qualificata per Londra 2012: «è stato il coronamento di un lavoro di quattro anni», commenta Paolo. Una soddi-sfazione enorme, per arrivare a giocarsela con gli atleti top, alle Olimpiadi.

1. Seleziona il programma o l’obiettivo 2. Attacca gli elettrodi.

Niente fili, niente ostacoli! 3. Goditi il tuo allenamento in pieno comfort! 4. Sincronizzati alla

piattaforma on-line

COMPEX Wireless vi libera da fili che vi impedirebbero di abbinare l’allenamento volontarioall’elettrostimolazione ottimizzando il poco tempo che potete dedicare per mantenervi in forma.

COMPEX Wireless collegatoai muscoli quadricipiti per ottenere in pochi minuti un buon allenamento anche senza uscire di casa. COMPEX Wireless ha inoltre migliorato la tecnologia Muscle Intelligence™ (MI), in modo che ciascuno dei quattrodiversi moduli sia in grado di analizzare le caratteristiche fisiologiche del muscolo al quale il dispositivoè collegato. La tecnologia “MI” adatta adeguatamente gli impulsi e consente una seduta all’insegnadel massimo comfort. L’elettrostimolazione è un validissimo integratore dell’allenamento che rinforzando o tonificando i muscolici aiuta a migliorare le nostre prestazioni sportive o ad apparire più tonici e più gradevoli esteticamente,ma anche un indispensabile terapia fisica per il recupero muscolo-motorio e per la gestione delle sintomatologiedolorose. La terapia elettrica è quindi uno strumento al servizio dell’individuo anche per quanto riguardail recupero, la riabilitazione post trauma e il trattamento del dolore. Ecco quindi la possibilità di utilizzare,oltre che i programmi sport, i trattamenti antalgici quali il recupero attivo, la tens, l’endorfinico,il decontratturante e tutta una serie di trattamenti specifici per le varie zone della colonna.Compex è utile per l’allenamento, la prevenzione degli infortuni, il recupero e il trattamento del dolore. COMPEX leader mondiale nel campo dell’elettrostimolazione è ora Wireless e le possibilità sono davveroillimitate ... COMPEX Wireless No Limits!

PREPARATI COME UN PROFESSIONISTA:ELETTROSTIMOLAZIONE SENZA FILI,UNA VERA RIVOLUZIONEPER GLI APPASSIONATI DI SPORT

Una volta superata la linea di demarcazione tra il praticare lo sport per caso al farlo con passione, arriva il puntodi non ritorno. Un punto in cui migliorare le prestazioni diventa l’obiettivo principale. La programmazione di unallenamento e la stesura degli obiettivi di una preparazione atletica personalizzata, costituiscono sicuramenteil maggior ostacolo per qualunque persona che si accinga a decidere la propria preparazione in vista di unastagione o di un particolare evento. Da oggi anche le persone meno esperte di metodologia dell’allenamento

gli obiettivi e il percorso per raggiungerli. Stiamo parlando del COMPEX Wireless ed in particolare del serviziodi pianificazione dell’allenamento scaricabile gratuitamente dal sito www.compexwireless.comCOMPEX Wireless è l’ultima innovazione tecnologica della casa Svizzera, un elettrostimolatoresenza fili capace di farvi allenare in assoluta libertà senza alcuna costrizione.COMPEX Wirelessobiettivi che si vogliono raggiungere, ad esempio correre una maratona, e l’allenatore virtuale vi pianificheràtutto il programma giornaliero, settimanale, mensile e annuale, sia d’elettrostimolazione che volontario.Possiamo ben dire che solo questo vale l’acquisto di un COMPEX Wireless!L’elettrostimolazione è una metodica d’allenamento che permette di indurre contrazioni muscolari di grandeintensità senza la necessità di trovarsi in una palestra.Per questo motivo è uno strumento molto utile per tutte le persone che si vogliono mantenere in formama che per motivi di tempo non riescono a frequentare una palestra con la necessaria costanza.Oggi con l’utilizzo di COMPEX Wireless e dei servizi ad esso collegati, tutti potranno prepararsi per

dal programmatore personale di allenamento on line, consultandole direttamente dal computer della propria

dove è possibile consultare l’allenatore personale che vi suggerirà l’allenamento giornaliero.

www.compexnolimits.com

Informazione Pubblicitaria

1. Seleziona il programma o l’obiettivo 2. Attacca gli elettrodi.

Niente fili, niente ostacoli! 3. Goditi il tuo allenamento in pieno comfort! 4. Sincronizzati alla

piattaforma on-line

COMPEX Wireless vi libera da fili che vi impedirebbero di abbinare l’allenamento volontarioall’elettrostimolazione ottimizzando il poco tempo che potete dedicare per mantenervi in forma.

COMPEX Wireless collegatoai muscoli quadricipiti per ottenere in pochi minuti un buon allenamento anche senza uscire di casa. COMPEX Wireless ha inoltre migliorato la tecnologia Muscle Intelligence™ (MI), in modo che ciascuno dei quattrodiversi moduli sia in grado di analizzare le caratteristiche fisiologiche del muscolo al quale il dispositivoè collegato. La tecnologia “MI” adatta adeguatamente gli impulsi e consente una seduta all’insegnadel massimo comfort. L’elettrostimolazione è un validissimo integratore dell’allenamento che rinforzando o tonificando i muscolici aiuta a migliorare le nostre prestazioni sportive o ad apparire più tonici e più gradevoli esteticamente,ma anche un indispensabile terapia fisica per il recupero muscolo-motorio e per la gestione delle sintomatologiedolorose. La terapia elettrica è quindi uno strumento al servizio dell’individuo anche per quanto riguardail recupero, la riabilitazione post trauma e il trattamento del dolore. Ecco quindi la possibilità di utilizzare,oltre che i programmi sport, i trattamenti antalgici quali il recupero attivo, la tens, l’endorfinico,il decontratturante e tutta una serie di trattamenti specifici per le varie zone della colonna.Compex è utile per l’allenamento, la prevenzione degli infortuni, il recupero e il trattamento del dolore. COMPEX leader mondiale nel campo dell’elettrostimolazione è ora Wireless e le possibilità sono davveroillimitate ... COMPEX Wireless No Limits!

PREPARATI COME UN PROFESSIONISTA:ELETTROSTIMOLAZIONE SENZA FILI,UNA VERA RIVOLUZIONEPER GLI APPASSIONATI DI SPORT

Una volta superata la linea di demarcazione tra il praticare lo sport per caso al farlo con passione, arriva il puntodi non ritorno. Un punto in cui migliorare le prestazioni diventa l’obiettivo principale. La programmazione di unallenamento e la stesura degli obiettivi di una preparazione atletica personalizzata, costituiscono sicuramenteil maggior ostacolo per qualunque persona che si accinga a decidere la propria preparazione in vista di unastagione o di un particolare evento. Da oggi anche le persone meno esperte di metodologia dell’allenamento

gli obiettivi e il percorso per raggiungerli. Stiamo parlando del COMPEX Wireless ed in particolare del serviziodi pianificazione dell’allenamento scaricabile gratuitamente dal sito www.compexwireless.comCOMPEX Wireless è l’ultima innovazione tecnologica della casa Svizzera, un elettrostimolatoresenza fili capace di farvi allenare in assoluta libertà senza alcuna costrizione.COMPEX Wirelessobiettivi che si vogliono raggiungere, ad esempio correre una maratona, e l’allenatore virtuale vi pianificheràtutto il programma giornaliero, settimanale, mensile e annuale, sia d’elettrostimolazione che volontario.Possiamo ben dire che solo questo vale l’acquisto di un COMPEX Wireless!L’elettrostimolazione è una metodica d’allenamento che permette di indurre contrazioni muscolari di grandeintensità senza la necessità di trovarsi in una palestra.Per questo motivo è uno strumento molto utile per tutte le persone che si vogliono mantenere in formama che per motivi di tempo non riescono a frequentare una palestra con la necessaria costanza.Oggi con l’utilizzo di COMPEX Wireless e dei servizi ad esso collegati, tutti potranno prepararsi per

dal programmatore personale di allenamento on line, consultandole direttamente dal computer della propria

dove è possibile consultare l’allenatore personale che vi suggerirà l’allenamento giornaliero.

www.compexnolimits.com

Informazione Pubblicitaria

P H I T T I N G A R O U N D

S N O W B O A R D I N G

P H I T

4 8

+

P H I T

4 9

P H I T T I N G A R O U N D

MALINDIUNITEDÈ IL NOME DELLA SCUOLA DI CALCIO CHE, GRAZIE ALLA PASSIONE, ALLA FORZA DI VOLONTÀ E ALL’AMORE DI UN GRUPPO DI ITALIANI PER QUESTA TERRA E I SUOI ABITANTI, REGALA SOGNI CONCRETI AI BAMBINI DI MALINDI. SOGNI A FORMA DI PALLONE, MA NON SOLO…

TESTI DI FREDDIE DEL CURATOLOFOTO DI FRANCO ORIOT

La chiamano “la Rimini d’Africa” e hanno ribattezzato le sue spiagge “Sardegna 2”: Malindi è ormai una perla del turismo italiano sulle coste del Kenya. Ogni anno, infatti, sono oltre 100.000 i connazionali che vi trascorrono le vacanze, mentre 10.000 possiedono una casa in loco

e oltre 3.000 si sono trasferiti a vive-re qui, magari con tutta la famiglia. Tra questi, c’è anche Riccardo Botta. Trentasette anni, biellese, ex calcia-tore “globetrotter” in serie C e D, un patentino da allenatore e tanta voglia di insegnare ai giovani. Tanta che tre anni fa, insieme alla moglie Cristina

Bordone, ha deciso di aprire un’ac-cademia di calcio proprio a Malindi, per aiutare gli adolescenti in diffi-coltà e provare a migliorare le loro condizioni di vita e i loro obiettivi, attraverso il pallone. Magari – chissà – scovando anche un nuovo Eto’o o un altro Drogba…

P H I T T I N G A R O U N D

S N O W B O A R D I N G

P H I T

5 0

LE REGOLE

Ad aiutare Riccardo e Cristina nell’impresa, poi, mi sono aggiunto anch’io: sono Freddie del Cu-ratolo, giornalista, scrittore e da anni abitante di Malindi. Era il luglio del 2009 quando Riccardo e io abbiamo preso in affitto lo stadio di Malindi e iniziato le selezioni: mano a mano che si sparge-va la voce, arrivavano ragazzini da ogni villaggio e da ogni radura della foresta intorno alla città… Baraka, per esempio, si era fatto 20 chilometri a piedi e non mangiava da due giorni, ma ce l’ha messa tutta per convincere il mister, fino a cadere a terra stremato. Una settimana di pranzi e cene regolari hanno fatto il miracolo: oggi Baraka è il migliore della sua scuola, nonché il terzino titolare della Under 18 keniota. All’inizio abbiamo dovuto selezionare oltre mille ragazzini dai 10 ai 13 anni, che poi sono diventati duecento e, infine, un’ot-tantina. Tre i criteri d’ammissione all’accademia: buoni voti a scuola, disciplina e talento calcistico. Se due su tre non vengono raggiunti, allora il posto viene preso da qualcuno di più meritevole. Vice-versa, ai migliori sono destinati borse di studio, premi partita e altri tipi di regalo.

LA REALTÀLe regole e la serietà sono più che mai importan-ti. Perché per un bimbo africano sognare, più che un diletto o un volo aggraziato della fantasia, è un bisogno naturale. Il bisogno di evadere dalla mi-seria di un piatto di polenta ed erbe di campo, di una capanna di fango, di cinque chilometri a piedi nudi per raggiungere la scuola. Certo, a Malindi, la cittadina ad alta densità italiana, i sogni sembrano

più a portata di mano: hanno le arcate ampie come gli ingressi di resort e villaggi turistici, o le forme squadrate di un televisore che trasmette immagi-ni di gente famosa… Tuttavia, basta uscire dalla strada asfaltata e inoltrarsi nei quartieri poveri, per accorgersi quanto è difficile sognare quando si vive sotto la soglia di una vita accettabile, quando si ha a disposizione un solo pasto al giorno (quasi esclusivamente a base di carboidrati), quando non ci sono soldi per la più banale cura medica, quando le ragazzine sono costrette a prostituirsi, per por-tare a casa qualche spicciolo. In questi quartieri i bambini crescono in fretta e, altrettanto in fretta, dimenticano l’importanza di un sogno e il profumo della speranza. Presto abbandonano la scuola, co-minciano a vivere di espedienti, si avvicinano alla microcriminalità e alla droga.

I SOGNIL’accademia Malindi United ha provato a dare un senso ai sogni necessari dei bambini di Ma-lindi. Ha messo loro a disposizione un campo di calcio in cui conoscersi e fare amicizia, ha con-segnato loro un pallone e una divisa. Ha provato a insegnare che la vita con lo sport è più libera e sorridente, ma senza istruzione è triste come un leone della savana chiuso in una gabbia. Ha spie-gato loro che la droga uccide e alimenta un sistema che li vuole sempre più aridi e disperati. Ha voluto conoscere la loro situazione familiare, curandoli e seguendoli in un percorso medico personaliz-zato. Grazie al cuore dei tanti altri italiani che si sono avvicinati al progetto, poi, molti di questi ragazzi hanno abbandonato la strada e le cattive

La Malindi United ha insegnato a questi ragazzi che la vita con lo sport è più libera e sor-ridente, ma senza istruzione è triste come un leone della savana chiuso in una gabbia.

LA MALINDI UNITED

P H I T

5 1

P H I T T I N G A R O U N D

compagnie. E ogni giorno vengono ad allenarsi al campo. Poco alla volta, si sono aggiunti i donatori privati, una Onlus che ha creduto nel progetto (la Karibuni di Como) e alcune so-cietà italiane (dal Genoa al Bari, passando per piccole realtà di provincia, come l’abruzzese Virtus Cupello). È grazie a tutto questo che la Malindi United può disporre oggi di una strut-tura simile a quella di una vera e propria scuola calcio, con la Under 13, la Under 16, la Under 18, la Senior Team e la squadra femminile. Ma sono tantissimi i coetanei dei partecipanti che accorrono allo stadio il sabato e la domenica per le partite, sognando di potervi entrare… Tanto che recentemente il Prefetto di Malin-di ha applaudito al lavoro della scuola calcio italiana: se la microcriminalità adolescenziale

nei quartieri vicini al campo di gioco è dimi-nuita del 60% in due anni, è anche grazie allo stimolo che la Malindi United dà ai ragazzi. Insomma, siamo riusciti a convogliare l’amore per questa terra e questa gente con la passione per il calcio. E lo dico io che, da tifosissimo genoano quale sono, sono persino riuscito a far sponsorizzare dalla società calcistica ligure la scuola Under 13, chiamata ormai amichevol-mente “Genoa Malindi”. Il progetto, però, non si limita a formare piccoli campioni: ha una valenza sociale ben più ampia, poiché vuole portare al livello di istruzione superiore quan-ti più ragazzi possibili e fornire loro le chiavi per migliorare la propria condizione, puntando sull’educazione, sulla consapevolezza e sullo spirito di gruppo.

I CAMPIONIDetto questo, Riccardo insegue anche il suo sogno di allenatore: trovare qualche vero ta-lento che possa seguire le orme di McDonald Mariga, il più famoso calciatore keniota, lau-reatosi campione d’Europa con l’Inter di Mou-rinho. Alla fine, grazie alla tenacia che lo porta a girare di continuo per tutto il Kenya, e grazie al suo buon lavoro tecnico e tattico, Riccardo è stato chiamato dalla Federazione per fare da supervisore alle nazionali giovanili del Kenya. I successi non sono tardati ad arrivare… L’an-no scorso, per esempio, la nazionale keniota Under 19, con ben cinque giocatori del Ma-lindi United, è stata invitata al torneo 10 na-zioni in Umbria: un evento storico per il Paese africano, di certo non tra i migliori del ranking

P H I T T I N G A R O U N D

P H I T

5 2

Fifa. Eppure i leoni africani, spronati dal mister pie-montese, sono riusciti ad arrivare in finale, dopo aver battuto l’Inghilterra, arrendendosi solo di fronte ai padroni di casa italiani. «Il nostro gioiellino – raccon-ta orgoglioso Riccardo – si chiama Charles Bruno: a soli 16 anni aveva terminato gli studi ed era già nel giro delle nazionali maggiori. Oggi è un difensore po-liedrico e richiestissimo. Ad agosto, con ogni proba-bilità, sarà acquistato dai portoghesi dello Sporting Braga, dopo essere stato corteggiato da numerose squadre italiane di serie B e C. La sua eventuale ces-sione non solo permetterà all’accademia di prosegui-re il suo lavoro, ma fungerà anche da stimolo per tutti gli altri…». Charles, anche umanamente, è un ragazzo straordinario, che incarna in tutto e per tutto i valo-ri della Malindi United: serietà, abnegazione e tanta umiltà. Più la voglia forte di uscire da una situazione ancestrale e smettere di piangersi addosso. «Il calcio è un divertimento e io sono fortunato a poter sperare di vivere lavorando come calciatore» spiega “il gioielli-no”. «Non mi faccio illusioni, ma ce la metterò tutta per realizzare il sogno di poter giocare in Europa». Della spedizione italiana in Umbria faceva parte an-che Vincent, che ora gioca in una squadra di serie A di Nairobi e porta a casa uno stipendio di tutto rispetto per un keniota: 200 euro al mese. Nella Senior Team,

che da quest’anno affronta il campionato regionale, sono in molti a sperare in un salto del genere.

VITA NORMALEMa c’è anche chi si augura, proprio grazie al calcio, di poter studiare fino all’università: come Eugene Moses, 15 anni, una visione di gioco “alla Pirlo” e un provino già effettuato con il Genoa l’anno scorso. «Il calcio è la mia vita, ma so che è difficile arrivare in alto. Così vorrei diventare medico, per poter curare la mia gente, che ne ha tanto bisogno». Per la crona-ca, Eugene è stato adottato a distanza da una coppia di Roma, che ha garantito di farlo studiare fino alla laurea. «Chi viene a vedere il nostro progetto – spiega Cristina Bordone Botta – si innamora di questi ragaz-zi e li vuole aiutare, perché vede soprattutto giovani seri e maturi, che capiscono l’importanza di crescere con valori sani e sogni puliti, possibili». Intanto, il sogno della scuola calcio italiana in Africa prosegue. I goal più belli, comunque, sono sempre i sorrisi dei piccoli calciatori, lo sguardo orgoglioso dei genitori che li seguono oltre la recinzione e un piatto di polen-ta o riso in più a casa, magari – finalmente – con un po’ di carne. Ecco il sogno che si avvera, un sogno di normalità, condivisione, libertà. Con il semplice gesto di far rotolare un pallone sulla terra africana.

Basta uscire dalla strada asfaltata e inoltrarsi nei quar-tieri poveri, per accorgersi quanto è difficile sognare quando si vive sotto la soglia di una vita accettabile.

P H I T

5 3

P H I T

5 4

V I P O N B O A R D

VIP, SPORT ESOLIDARIETÀDOVE SARANNO FINITI ‘STA VOLTA QUELLI DI VIP ON BOARD, IL PRIMO E UNICO PROGETTO CHE CONIUGA SOLIDARIETÀ E SPORT, VIAGGI E SPETTACOLO? CON STRUMENTI TECNOLO-GICI DI ULTIMISSIMA GENERAZIONE, PHIT SI METTE IN CON-TATTO AUDIO-VIDEO CON LA COMBRICCOLA, CHE RISPONDE “LIVE” DAL CUORE DELL’AFRICA…

La videochiamata Milano(Italia)-Malindi(Kenya) è

fissata per le 19 ora italiana di un mercoledì post-

pasquale. Ci siamo, pronti, via… Sembra sempli-

ce, ma invece no, col piffero: riusciamo a collegar-

ci coi nostri solo alle ore 20. E la linea (internet)

va e viene di continuo, con risposte robotiche

che si perdono per sempre nel limbo dei bit…

Praticamente l’incubo di ogni giornalista. Eppure

riusciamo egualmente a percepire l’entusiasmo

che arriva dall’altro “capo” di Skype, la grinta e la

contagiosa energia dei protagonisti di questa nuo-

va avventura: 12 persone, tra VIP, non VIP, staff e

troupe. Sì, troupe, perché questo non è il “solito”

viaggio di Vip On Board. Qui, oltre che divertirsi,

mettersi alla prova con svariate discipline sportive

e sostenere il “Centro Dino Ferrari” per la diagnosi

e terapia delle malattie neuromuscolari e neurode-

generative, i partecipanti stanno anche girando la

puntata pilota di un nuovo format per la TV, con

tanto di titolo (al momento secretato) e autori già

abituati al “di più”, grazie a esperienze quali “L’iso-

la dei famosi”…

A PROVA DI VIPMa chi sono i VIP partiti il 6 apri-le per questa settimana di avven-tura e sport in Kenya? A spizzichi e bocconi, anche perché si trova con il resto del gruppo al risto-rante e sta per ordinare un ottima boccia di bianco del Sudafrica, ce lo spiega Enrico “Bruce” Di Mau-ro, mente e braccio del progetto insieme alla “Iena” Gip. «Oltre a me e Sergio Volpini (VIP, nonché insostituibile curatore, tecnico e arbitro delle prove sportive di Vip On Board, ndr), ci sono Claudia Peroni, che si cimenterà “al vo-lante”, e Franco Trentalance, che gareggerà contro la concor-rente non-Vip Valentina (Cavale-ra, ndr)… Ah sì grazie, un vino bianco sudafricano va benissi-

mo…». Non lasciamoci ingannare dalle apparenze: questa non è una scampagnata enogastronomica tra i 5 stelle “elle” di Malindi. O, me-glio, c’è anche quello, ma ci sono soprattutto esperienze faticose da sostenere e non alla portata di tutti. La caparbia Peroni, mitica giornalista che da anni accompa-gna le domeniche motoristiche italiane, e il prestante Trentalance, pluripremiato attore hard interna-zionale (ma anche scrittore, at-tore teatrale e habitué di radio e TV), non sono stati scelti certo a caso… «Anzi – commenta Sergio Volpini, con il naso color viola melanzana – potrei farti il nome di decine di personaggi che, alla fine, si sarebbero rifiutati di fare un viaggio del genere… Claudia

e Franco, invece, sono tosti, pre-parati e completi». Noi non resi-stiamo alla curiosità: «scusa, Ser-gio, ma ti sei ustionato il naso?». «Nooo, anzi! Sono orgoglioso di me stesso e del risultato, perché questa volta sono riuscito a non bruciarmelo… Ci ho messo su la protezione totale e addirittura un fazzoletto! Pensa se non fossi sta-to attento! Ma pronto? Mi senti? Bididibodibibù, la linea non c’è più! Pronto? Ah, eccoti, ti dicevo delle prove sportive…».

IL LEONE Safari diurni e notturni, una prova di guida fuoristrada, una di kite-surf, un safari blu con caccia al te-soro subacquea e, dulcis in fundo, un’estenuante maratona di 4km

TESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANOFOTO DI ENRICO “BRUCE” DI MAURO E FRANCO TRENTALANCE

P H I T

5 5

sotto il solleone a 45 gradi, con divieto di beve-raggi. Molto più vario dei precedenti viaggi (i surf camp alle Hawaii e in Messico, a Hossegor e in California), il programma è reso possibile anche dalla ricchezza del paesaggio keniota. Il Kenya, infatti, è una terra ricca di spianate selvagge, cime innevate, valli vulcaniche, deserti roventi e lunghe spiagge bianche bagnate dalle acque dell’Oceano Indiano… Una terra incantata, dalla magia quasi ancestrale, in cui vivono almeno quaranta tribù di-verse tra loro per etnia, lingua, cultura e tradizio-ni. Un luogo che offre innumerevoli opportunità di viaggio, sia a livello naturistico e sportivo, che a livello interiore… «Ci siamo trovati benissimo qui» conferma Enrico. «Perciò è possibile che Malindi diventi la location per eccellenza del no-stro nuovo format…». Il tutto è reso ulteriormente impegnativo dal contatto diretto con la natura più selvaggia, tra insetti grandi e piccoli, serpenti, coccodrilli (ecco una frase di Enrico presa a caso dai video di backstage: «ragazzi, siamo qui da 5 minuti: nostra casa là – indica a pochi metri di di-stanza – coccodrillo qua… Li mortacci!)». Senza dimenticare i leoni. Il che non scoraggia affatto i nostri: tutt’altro. Si è trovata faccia a faccia con un leone, senza poter fare marcia indietro con la jeep, proprio Claudia Peroni, che sembra la più entusiasta di tutti… «Io sono con-ten-tis-si-ma di questo format! Mi trovo benissimo qui, sia per la compagnia che per il posto… Pensa che quando abbiamo fatto il safari diurno guidavo io ed era-vamo talmente impazienti di vedere un leone da non accorgerci che ce l’avevamo praticamente a due metri: era troppo tardi per fare retro con la jeep. Alla fine è stato lui a lasciarci andare, al-trimenti…». E poi giù a raccontarci altre (dis)av-

venture di cui è stata protagonista al volante, ora risucchiata dalle sabbie mobili ora inseguita da una rapidissima alta marea su una lingua di sabbia in mezzo al mare. Per fortuna Claudia di motori se ne intende, anche perché è una rallista provetta da oltre dieci anni: «…Ma non sai che paura ab-biamo avuto!». Paura, adrenalina, vittoria: un mix emotivo di cui poi è difficile fare a meno… Tanto che all’idea di tornare a casa “a laurà” (domenica l’aspetta il Gran Premio Cinese), Claudia Peroni preferirebbe forse un altro incontro ravvicinato con il felino… «È fortissima», commenta Enri-co. «Siamo partiti subito, il primo giorno, con la prova di off road (con dei Toyota Land Cruiser del ‘90, cabrio, indistruttibili, tutti “vestiti” da Camel Trophy, bellissimi!) e lei ha fatto la brava, senza esagerare: li ha messi tutti sotto, ma con eleganza…».

FRANCAMENTE...Ci sono, poi, momenti di maggiore relax… Per l’occasione ci “passano” Franco Trentalance che, forse per una banalissima analogia, ci aspettia-mo come il più eccitato di tutti. E invece… Lui esprime la sua soddisfazione in una maniera qua-si “zen”, insospettabilmente rilassata, equilibrata e saggia… È contento di godersi un viaggio fi-nalmente diverso da quelli fatti nei molti anni di lavoro e vive con ironia priva di malizia la sua competizione diretta con la non-Vip Valentina… «Guarda, tra me e Valentina non può esserci nulla, perché sia io che lei usciamo da una bella batosta amorosa… E, come dico sempre io, dopo una relazione appena finita, il cuore deve poter “decantare” per un po’, proprio come dopo una corsa… ». Ma sul più bello, mentre Trentalance

snocciola perle di saggezza sentimentali, cade de-finitivamente la linea. %&####%!!! E al giornali-sta non resta che mettersi il cuore in pace…

FRANCAMENTE 2!Invece… sorpresa! Riusciamo a ricontattare Fran-co Trentalance qualche giorno dopo, in extremis, appena prima di andare in stampa… I nostri vip-peggianti sono appena tornati in Italia sani, salvi e contenti, nonostante la maratona di 4km nella savana e le ultime disavventure. «L’ultimo giorno c’è stata un po’ di tensione – racconta Trentalance – perché ci è giunta la notizia di un rischio tsu-nami previsto per quella sera proprio sulle coste del Kenya e dovuto al terremoto in Indonesia. Noi eravamo fuori in barca. Abbiamo deciso di torna-re a riva e spostarci con qualunque mezzo avessi-mo trovato verso l’interno, ma il motore si è rotto in mezzo al mare… Per fortuna, eravamo piutto-sto vicini alla costa e l’allerta è stata revocata nel frattempo…». Di qualunque cosa parli, Franco ha sempre questo tono sicuro e rilassato… Ma come fa? «Io sono uno tranquillo nei modi, ma molto dinamico nei fatti: l’energia la tiro fuori quando serve. Esattamente come a letto, dove agitarsi in anticipo serve a poco». Di fatto Trentalance, an-che fuori dal letto, pratica moltissimi sport: istrut-tore federale di tiro con l’arco, ama il jogging, il tennis, il beach tennis e la mountain bike. Anzi, lui “nasce” come istruttore sportivo nei villaggi turistici. Il che fa la differenza, non soltanto per la prestanza fisica. Una conclusione sul viaggio? «È stato un bel viaggio. Ed è sempre così quan-do si sta bene con se stessi: qualunque posto ha qualcosa da darti e da trasmetterti. Perché ogni viaggio va fatto, in primo luogo, dentro di sé».

PROBLEMI DA VIP...

P H I T T H E R A P Y

P H I T

Nella Meditazione Trascendentale, anzi, i bambini sono in un certo sen-so “avvantaggiati” rispetto agli adul-ti, proprio perché meno condizionati mentalmente e più abituati alla spon-taneità. La MT, infatti, a differenza di molte altre forme di meditazione, è semplice, adatta a tutti, indipen-dentemente da età, aspettative e con-vinzioni, e non richiede alcun prere-quisito fisico o mentale, né alcuno sforzo, poiché si basa su una sorta di automatismo: la naturale tendenza della mente a cercare stati di benes-sere sempre più appaganti. Ciò signi-fica che è un’esperienza anche molto piacevole. La MT si pratica due volte al giorno, mattina e sera, per 20 mi-nuti, seduti comodamente e a occhi chiusi. Concentrarsi, estraniarsi, con-tare i respiri, mantenere la posizione, controllare il pensiero? Dimenticate-vi di tutto questo. E dimenticatevi di dover cambiare il vostro stile di vita, aderendo a qualche forma di filosofia o di religione. Insomma, cominciate a “sgombrare” la mente da facili pre-giudizi e suggestioni.

ALLORA COS'È?La MT è una tecnica molto semplice da imparare, tesa allo sviluppo delle potenzialità della mente umana. Af-fonda le sue radici nell’antica scien-za vedica, oggi sempre più studiata in Occidente soprattutto in campo medico, con il risultato che tecniche, conoscenze e insegnamenti, giunti fino a noi dall’altra parte del mondo e da una storia millenaria, una volta sottoposti alla verifica scientifica, si rivelano spesso straordinariamente completi ed efficaci: scientificamen-te esatti, insomma. E lo stesso vale per la Meditazione Trascendentale. Tramandata di maestro in maestro, questa antica tecnica è stata por-tata in Occidente negli anni 50 da Maharishi Mahesh Yogi, che ne ha colto la portata universale e l’ha tradotta in un linguaggio più vicino al mondo occidentale. Allo scopo di diffonderla il più possibile, Mahari-shi ha poi passato la vita viaggiando in lungo e in largo, dall’Europa agli Stati Uniti, per formare insegnanti in ogni paese. La MT, infatti, deve

5 6

IN REALTÀ LA MENTE È SEMPRE QUELLA, MA PUÒ RITROVARE SE STESSA, E QUINDI TOR-NARE COME NUOVA - FRESCA, CREATIVA E LIBERA DAGLI STRESS - CON LA PRATICA RE-GOLARE DI UNA PARTICOLARE MEDITAZIONE, TANTO ANTICA, PROFONDA ED EFFICACE, QUANTO SEMPLICE, SPONTANEA E NATURALE... PRATICAMENTE, A PROVA DI BAMBINO.

la mente nuova

«Il processo della Meditazio-ne Trascendentale può essere paragonato a un’onda che, acquietandosi sulla super-ficie dell’oceano, si riunisce con esso»

A CURA DI ALESSIA GIORGIA PAGANO E MICHELE SIGURANI

P H I T

5 7

Nei suoi tour mondiali (1958-1968), Maharishi aveva già ot-

tenuto buoni risultati nella diffusione della Meditazione

Trascendentale, ma fu certamente il contatto con i Beatles,

che nel 1968 visitarono il suo ashram (o luogo di meditazi-

one) in India, a sancire il suo momento di massima popolarità

e la grande diffusione della tecnica, soprattutto negli ambi-

enti della controcultura dell’epoca. Furono molti gli artisti

che abbracciarono la MT: Mia Farrow, Mike Love dei Beach

Boys, Donovan, Mick Jagger e Marianne Faithfull... E, da al-

lora, sono molti i personaggi noti che si sono appassionati a

questa pratica. Tra tutti, anche per zelo, spicca David Lynch,

che ha persino dato vita a una Fondazione (la David Lynch

Foundation For Consciousness-Based Education), finalizzata

all’introduzione della MT nelle scuole e al suo utilizzo in con-

testi di particolare disagio sociale e psicologico, con soggetti

sottoposti a forti stress, come i reduci di guerra, i carcerati, gli

homeless (e perfino gli Indiani d’America). Altro importante

testimonial della MT e della sua diffusione, nonché praticante

attivo da 40 anni, è Clint Eastwood.

essere, insegnata e “trasmessa” da un istruttore. Ma non c’è nulla di complicato: in 4 incontri di 1 ora ciascuno, più un’introduzione generale, si è pronti per meditare “con le proprie gambe” per il resto della vita…. Anzi, si comincia a praticare da soli subito, sin dalla prima “lezione”. La tecnica consi-ste nell'utilizzo di alcune semplici indicazioni assegnate individual-mente dall'istruttore all'allievo, che permettono di portare natu-ralmente l'attenzione all'interno. Gianfranco Di Mola, della Libera Scuola di Meditazione (www.me-ditazione.com), che incontriamo a Milano, ha appreso le tecniche di Meditazione Trascendentale diret-tamente da Maharishi e le insegna come le ha imparate, senza averle mai cambiate di una virgola, dal 1981.

MA PERCHÈ? «Ma perché dovrei farlo?» si chie-derà qualcuno. Perché la Medita-zione Trascendentale, detto in sol-doni, fa un gran bene sia al corpo che alla testa. «La MT – spiega Gianfranco Di Mola – è una tec-nica per portare la mente alla sor-gente del pensiero, attraversando vari livelli dell’attività pensante, da quelli più superficiali, grosso-lani e spesso caotici, a quelli più sottili e profondi, nella direzione della loro sorgente: un’inesauri-bile fonte, per la mente stessa, di

riposo, rigenerazione e appaga-mento. Qui la mente “torna” a se stessa, è se stessa e non dipende più da alcunché di esterno, dallo spazio o dal tempo: raggiunge uno stato assoluto, libero e na-turale, che le permette di rigene-rarsi completamente, pacificarsi e ritrovare le sue capacità fonda-mentali di infinita intelligenza e creatività». Il risultato? Una volta tornati all’attività quotidiana, si è più calmi, lucidi, energici, con-sapevoli, organizzati. Si raggiun-gono più efficacemente i propri obiettivi. Si è più distaccati da dolori, problemi e sofferenze. Si impara a trovare le soluzioni “den-tro” di sé. E ci si sente, anche fisi-camente, più in salute, sani, forti. Non sono solo chiacchiere: basta provare, per accorgersi subito di alcuni cambiamenti fisici che av-vengono durante la meditazione stessa. Ma se ancora non bastas-se, c’è sempre la scienza che, dal canto suo, ha compiuto numerose ricerche a riguardo. «Sugli effetti benefici, concreti e oggettivi della pratica regolare della MT – com-menta Gianfranco – esiste una vasta letteratura scientifica, che ha verificato tali cambiamenti a livello fisiologico, sul sistema ner-voso e sugli stati di coscienza. È stato, per esempio, comprovato che il “riposo” ottenibile con la MT è assai più profondo di quello del sonno».

«La MT sviluppa la creatività e rimuove ansia, depressione e rabbia, che sono un veleno per l'espressione creativa»David Lynch

MEDITAZIONE E VIP

P H I T T H E R A P Y

P H I T

5 8

E QUINDI...Ma non è tutto: nel 1970 gli studi sulla MT portano un gruppo di scienziati di Harvard a individuare a livello fisiologico un “quarto stato di coscienza”, diverso dai tre stati già noti di veglia, sonno e sogno (o fase REM). «È il cosiddetto “stato di veglia ipometa-bolico”, chiamato da Maharishi anche “sorgente del pensiero” o “coscienza trascendentale” (da cui il nome della meditazione, ndr), cioè lo stato mentale che si produce durante la meditazione. Rispetto a quelli conosciuti, è l’unico che presenti contemporane-amente due condizioni solitamente antitetiche: il riposo fisico e l’attività mentale». Ovvero uno stato in cui siamo svegli e presenti a noi stessi, eppure, allo stesso tempo, tranquilli e riposati come se dormissimo. Sarebbe proprio questo a produrre conseguenze fortemente positive sul sistema nervoso, aiutandolo a ridurre gli elementi estranei, le tensioni e lo stress, con tutti i loro effetti psicosomatici e psicologici. Uno stato di coscienza nuovo, stabile, assoluto, pacifico, indipendente dalla relatività, dal cambiamento e dall’esperienza? Le conseguenze di una tale scoperta, peraltro ben chiara da secoli alla scienza vedica, possono essere molto più ampie e profonde. Il che spiega perché, pur non essendo una re-ligione, la MT abbracci appieno la tradizione vedica e, pur non essendo una filosofia, proponga comunque una “visione” com-plessiva che è in qualche modo filosofica e che, in parte, raccoglie alcuni concetti base di altre tradizioni filosofiche orientali, come il buddismo, il taoismo e l’induismo. L’approfondimento, però, non è ritenuto indispensabile perché la tecnica dia i suoi benefici. Anzi: quando si inizia a praticare, meno si sa e meglio è. La MT, infatti, sembra non aver bisogno di troppe spiegazioni o compli-cazioni intellettuali, proprio perché il processo sia il più possibile spontaneo, libero e piacevole. «Non abbiamo bisogno di “aggiun-gere”, bensì di “togliere”. È un po’ come tornare bambini…» conclude Gianfranco. Noi, che abbiamo provato sia a meditare che a spiegarne gli effetti, non dissentiamo: il modo migliore per capire la Meditazione Trascendentale, è farne esperienza. Poi, a praticare, e a vivere meglio, si impara benissimo da soli. Anzi, lo si riscopre, perché in realtà noi sappiamo già tutto…

“MEDITAZIONE TRASCENDENTALE”, “LA SCIENZA DELL’ESSERE E L’ARTE DI VIVERE” DI MAHARISHI MAHESH YOGI (ASTROLABIO EDITORE)

“LA SCIENZA DELL’INTELLIGENZA CREATIVA” DI JACK FOREM (UBALDINI EDITORE)

“IL SEGRETO DELL’UNIVERSO. MENTE E MATERIA NELLA SCIENZA DEL TERZO MILLENNIO” DI FABRIZIO COPPOLA (ISTITUTO SCIENTIA)

«Basta aprire le imposte e la luce entra da sé. Basta creare le condizioni ideali e la mente va naturalmente sempre più in profondità… »

«Se le acque del lago sono agi-tate, l'acqua è torbida e non fa intravvedere il fondo»

BIBLIOGRAFIA

UN'ILLUSTRAZIONE DI MICHELE SIGURANI

PHIT.ITIL BLOG

+ Follow

JULIAN (DX): MAGLIA M.GRIFONI, PANTALONI EA7 FOR REEBOKANIA (SX): ABITO ASOS, ABITO EMILIANO RINALDI

A CURA DI SIMONA CONTALDOFOTO: ROBERTO COVI

STYLING: VALENTINA RODAHAIR AND MAKE-UP: KARIN BORROMEO

HA COLLABORATO ALLO STYLING: MAELA LEPORATI

LOCATION: CENTRO TECNICO FEDERALE DI GINNASTICA ARTISTICA DI MILANO

balanceCapi dalle forme semplici che aderiscono, declinati

su tessuti lucidi che esaltano il corpo seguendo ogni suo movimento. Giacche sporty-chic, body in fantasia,

leggings, maglie che sfiorano l'ombelico e morbidi cardigans si fondono in un ambiente ricco di colori

dall'avvolgente atmosfera.

ANIA: BODY BAND OF OUTSIDERSGIUBBOTTO NIKE

JULIAN: MAGLIA EA7 PER REEBOKTRENCH STONE ISLANDLEGGINS ADIDAS

MARIA: TOP MANGOCULOTTE LA PERLA

GIANLUCA:TRENCH COMEFORBREAKFASTCANOTTA COMEFORBREAKFASTBERMUDA KAOSCALZE CALZEDONIASCARPE MAURO GRIFONI

ANIA: TOP EA7 FOR REEBOKGIACCA BAND OF OUTSIDERSLEGGINS DELPHINE MURAT

MARIA (DX): MAGLIA ASOS E CULOTTE VANETANIA (SX): COSTUME ASOS E CAMICIA MAURO GRIFONI

MARIA: BODY INDIVIDUALSCARDIGAN MAURO GRIFONI

CORSETTO LA PERLA

P H I T O R C H E S T R A

P H I T

7 0

marcoanna

LUCIO DALLA

Lucio DallaRCA

Un tributo a Lucio Dalla non è necessario, è d’obbligo.

Molti, forse troppi, lo conoscono e riconoscono per i più recenti e fa-mosi successi (o tormentoni?). Ma a noi piace il Dalla di fine anni 70, al limite tra il pop e il funk; il Dalla mago della descrizione, crudo e ge-niale come pochi. Mancherà.

legatopizzicato

ANDREW BIRD

Break It YourselfCoop

Break It Yourself è l’album che celebra l’arrivo della prima-

vera. Il suono pizzicato di Andrew Bird è indistinguibile, come il can-to di un usignolo alla mattina pre-sto. La ricerca degli spazi e dei si-lenzi, e il ritmo impeccabile eppure trascinato come in un orchestra, sono cose che fanno la differenza.

analogicdigital

PUNCH BROTHERS

Who’s Feeling Young NowNonesuch

Il nome dell’album dice tutto su questa band americana che ha

deciso di puntare al successo con un suono giovane, non del tutto convenzionale, a colpi di banjo, violino, chitarra e mandolino. Un bluegrass (come quello da balera del Far West), ma rivisitato in chia-ve moderna. Interessante!

Copertina super-colorata psi-chedelica. Ritmo afrofunk

scandito dal basso di Flea (sì, quello dei RHCP!). Ospiti d’onore Erykah Badu e la Hypnotic Funk Ensemble. Diciamo che l’incipit è dei migliori. Non resta che scartare questo disco come un bambino con la sua caramella zuccherata!

ROCKET JUICE & THE MOON

Rocket Juice & the MoonHonest Jon’s

fun(k)boring

THE SHINS

Port of Morrow Columbia

Dalla impronunciabile Albu-querque (leggasi “albacor-

chi”) nel New Mexico, arriva una band di cui tutti parlano. Siamo sempre nella sfera del rock alterna-tivo, suonato negli ultimi anni dal 95% delle band di tutto il mondo. Ma c’è pur sempre qualcuno che si distingue, emerge e sfonda.

artpop

LOTUS PLAZA

Spooky Action at a DistanceKranky

Se avete letto qualche numero di PHIT vi sarete già imbattu-

ti nella musica degli Atlas Sound, progetto solo del magrissimo Bradford Cox. Sempre dalla Geor-gia e dalla band Deerhunter arriva ora Lotus Plaza, il progetto solo di Lockett Plundt. Un pop alternativo, piacevole, senza troppe pretese.

4/47/8

A CURA DI TOMMASO RIVA

P H I L M O T I O N

P H I T

7 1

Ogni lavoro di Cameron Crowe è un momento da vi-vere. Non da ricordare o da attendere, ma “da vivere”. “Jerry Maguire” (1996), “Almost Famous” (2000), “Vanilla Sky” (2001), anche il discusso “Elizabethtown” (2005): sono stati tutti perle emozionanti, intervallate e condite, in ogni loro fibra, da escursioni nell’ambito da sempre caro al regista di Palm Springs. Gli inizi come giornalista per “Rolling Stone”, d’altronde, non po-tevano essere casuali né privi di tracce, e lo dimostrano le colonne sonore dei suoi film, sempre protagoniste del rac-conto. Nessuna eccezione per questa nuova favola mo-derna, tratta dalla storia vera

di Benjamin Mee e scritta, oltre che diretta – come tut-te le altre, d’altronde – da Mr. Crowe. La scelta delle inquadrature, larghe come il cuore dei personaggi pian piano rivelati, e la sorpresa di momenti unici e eccezionali, tanto per noi quanto per chi li vive sullo schermo, sono uno specchio che crea atmo-sfere ed emozioni “vere”. Un Matt Damon naïve, una dolce Scarlett Johansson, un grande Haden Church sono gli interpreti chiamati a sco-prirsi, ad accettare l’ennesi-ma sfida narrata da uno che di sfide se ne intende, e a cre-scere attraverso le difficoltà, raccontate, ancora una volta, con sublime leggerezza, sen-sibilità e humor.

LA MIA VITA È UN CONCERTO

IL SIGNORE DELLO ZOOKevin James in una ro-mantica “animal-come-dy”, dove gli animali han-no molto da insegnare su amore e corteggiamento.

2010

CREATURE SELVAGGELa speculazione non rispar-mia nemmeno gli animali. Ecco allora riunito il folle team di “Un pesce di nome Wanda”.

1997

IL BACIO DELLA PANTERARemake, con una sensua-lissima Nastassja Kinski, vittima e carnefice in un giardino zoologico avvol-to dalle nebbie....

1982

IL FAVOLOSO DR. DOLITTLEIl dottore in grado di par-lare con ogni animale, mostri marini in via d’e-stinzione inclusi, è solo uno: Rex Harrison!

1967

THE ZOOKEEPERZoo e intrighi politici, con Sam Neill nascosto sotto mentite spoglie, in atte-sa di essere salvato dagli agenti ONU...

2001

Dall’ultimo toccante Crowe al film della “zoologia” umana...

A CURA DI

P H I T & C H I P S

P H I T

Per pulire facilmente il pesce, tagliare a metà il filetto • v. fig. 1 e cercarne le spine con le dita, praticare poi un’incisione a lato della lisca con il coltello a 45˚e una dal lato oppo-sto e, infine, estrarre la lisca intera, cercando di non spaccare la pelle • v. fig. 2. Tagliare i tranci in altre due metà, in modo da ottenere quattro pezzi, spolverarli con un filo d’olio e passarli nella granella di nocciole • v. fig. 3 e box a lato. Aggiungere un pizzico di sale e lasciare nel forno già caldo a 180˚ per 10 minuti, senza aggiungere olio (meglio la carta forno) • v. fig. 4. Nel frattempo, mettere a bol-lire dell’acqua con un pizzico di sale grosso in due pentole: una servirà per il cous cous, l’altra per le verdure. Pulire i baccelli dei pi-selli dai piccioli e lasciarli nell’acqua bollente sul fuoco per 10 minuti • v. fig. 5 (o finché non si gonfiano per bene). Si può aggiungere

all’acqua anche un pizzico di bicarbonato di sodio, che manterrà vivo il colore delle ver-dure. Pulire le fave dall’occhiello e metterle nell’acqua con le altre verdure, insieme alle carote spellate. Dividere a metà i peperoni e pelarli con il pelapatate • v. fig. 6 (senza buccia sono molto più digeribili), tagliarli longitudinalmente a listarelle sottili • v. fig. 7 e condirli in una ciotola con un filo d’olio, un po’ di granella di nocciole e un pizzico di sale • v. fig. 8. Nel frattempo, preparare il cous cous (v. box a lato), farlo riposare per cinque minuti e posizionarlo in uno stampino o nel piatto. Scolare le verdure sbollentate, togliere la trota dal forno (la pelle si staccherà prati-camente da sola) e spolverare la granella di nocciole rimasta sul cous cous. Unire il tutto in un piatto decorato a piacere e servire. Buon appetito!

Filetto di trota

>

in crosta di nocciole

7 2

1 2 3 4

INGREDIENTI X 2FILETTO DI TROTA: 1 (350G)NOCCIOLE INTERE TOSTATE E PELATE: 25GFARINA DI SEMOLA DI GRANO DURO: 1 CUCCHIAIOPISELLINI FRESCHI “PRIMIZIE”: 10FAVE FRESCHE: 7CAROTE: 3PEPERONE GIALLO: ½ PEPERONE ROSSO: ½COUS COUS: 4 CUCCHIAI (50G)SUCCO DI LIMONE: 1 CUCCHIAINO SALE E SALE GROSSO: QBOLIO: 2 CUCCHIAICARTA DA FORNO

DA UNA RICETTA DI ROBERTO DI MAUROTESTO DI GIORGIA BARONIFOTO DI TOMMASO RIVA

TEMPO DI PREPARAZIONE: 20'KCAL A PERSONA: 350

S N O W B O A R D I N G

7 3

>

Sette/otto nocciole al giorno, tolgono il medico di torno…. E questo vale anche per le mandorle e molti altri tipi di frutta secca, che bisognerebbe mangiare quotidianamente per rafforzare l’orga-nismo, combattere il colesterolo cattivo e pre-venire patologie cardiovascolari. Della nocciola è soprattutto l’olio ad avere numerose proprietà benefiche, tra cui l’essere un antiossidante natu-rale, un energizzante e un fornitore extra di sali minerali. Si può tentare di “trattenere” il più pos-sibile questo olio, anche facendo la “granella” di nocciole: basta aggiungere nel mixer del frullatore un cucchiaio di farina di semola di grano duro.

Dal magrebino “kuskusu”, è composto da granel-li di semola di grano duro cotti al vapore. Sano, gustoso e ricco di fibre, il cous cous può accom-pagnare molti piatti unici ed è semplicissimo da preparare: a tanti cucchiai di cous cous corrispon-dono tanti cucchiai di acqua bollente. Basta quindi portare a ebollizione la quantità d’acqua desidera-ta con un pizzico di sale grosso e, a fuoco spento, aggiungere i corrispondenti cucchiai di cous cous. Mescolare, lasciare riposare con il coperchio per 5 minuti e servire con carne, pesce o verdure. Per insaporire, aggiungere un cucchiaino di succo di limone, prima di sgranare con la forchetta.

Può dirsi “olio extravergine di oliva” solo quel-lo ottenuto dalla spremitura meccanica (e non industriale) delle olive, con certe caratteristiche organolettiche e di acidità. Spesso ne diamo per scontata la presenza a tavola, ma non dobbiamo dimenticarci del perché questo prodotto italiano sia migliore di altri… In primo luogo è l’unico olio che deriva direttamente dal frutto della pian-ta e non dai semi, ovvero è un grasso liquido già esistente in natura a temperatura ambiente. Inol-tre è il più resistente alle alte temperature, poiché mantiene intatte le sue proprietà (antiossidanti, antitumorali, anti-colesterolo cattivo) fino a 180˚.

NOCCIOLE COUS COUS OLIO EVO

P H I T

5 6 7 8

F O O D

C O L O P H I T

P H I T

Ha lasciato l’Italia nel 2005 dopo aver fatto il giornalista, il saggi-sta musicale e persino il cantautore. Da allora vive in Kenya, si occupa di solidarietà, scrive e, a 44 anni, non sa cosa farà da grande…

Freddie, Alfredo del Curatolo

Gianfrancodi Mola Classe 1948, mila-nese, è uno studioso ante litteram delle filosofie orientali. Ha viaggiato molto (an-che a piedi) e insegna Meditazione Trascen-dentale dal 81. Non sta un giorno senza pratica e senza piano-forte...

IN COPERTINAAlex Zanardi fotografato da Roberto Covi

Nasce nel ‘83 a Ca-soria, uno dei quar-tieri più degradati di Napoli. Ma, grazie alla verace solarità e al taekwondo, di cui è il primo campione olim-pico italiano, trova una nuova vita e un grande amore.

MauroSarmiento

Autorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010

Direttore responsabileFederico [email protected]

Direttore esecutivo & Fashion directorSimona [email protected]

Art director Federico [email protected]

Photo editor Tommaso [email protected]

CaporedattoreAlessia Giorgia Pagano [email protected]

In redazione: Andrea Zavaglia, Giorgia Baroni, Maela Leporati, Michele Sigurani, Micol Della Penna, Stefania Gazzi, Valentina Roda

Philmotion a cura di 35mm (Mattia Pasquini e Paolo Piccioli)

Foto di: Barilla, Franco Oriot, Krystle Wright, Nike, Roberto Covi, Tommaso Riva, Yen, Red Bull Content Pool, Renzo Giraldo, Vip On Board

Illustrazioni di: Giulia Salemi, Michele Sigurani

Un progetto grafico di: [email protected]

Stampa Stampa Tipografica DerthonaTortona (Al)

DistribuzioneSo.di.p.

È chef, docente di cucina, blogger e col-labora con importanti ristoranti e servizi di catering. I suoi piatti sono un’armonica fu-sione di natura, uma-nità, tradizione ed estro. robertodimauro.blogspot.com.

Chef Roberto di Mauro

EnricoDi MauroDetto “Bruce” dagli amici, dopo anni di esperienza nel mon-do dello spettacolo e della comunicazione, diventa socio fonda-tore di Vip On Board, che lui stesso defini-sce una “fabbrica di happiness”.

30 anni, appassio-nata di benessere e sempre stupita dalle coincidenze, nel suo bio-blog milanese rac-conta di cosmetici, di visioni culinarie alter-native e del piacere delle piccole cose. aniceelimone.blogspot.com.

Emmarale

Si ringraziano:Alberto “Albi” De Pardo; Annalisa Di Cataldo; il Barilla Blu Team; Daniela Bracci & Nike; David Ciaralli e Pierluigi Girlando della Federazione Ginnastica d’Italia; Diego Jirillo; la Federazione Italiana Taekwondo; Gaia Mazzucchi,

Luca Brescianini, Michele ed Enzo Serlenga della Clinica del Sale di Milano (www.clinicadelsalemilano.it); Lapo & Loto; Manuela Merlo; Marco Contaldo; Vip On Board.

ERRATA CORRIGE PHIT11: Tra le fonti dell’articolo “Nudo e Crudo” sul Raw Food pubblicato su PHIT11 a pag. 44, si ricorda “Il cru-do è servito” (Ed. MyLife). Si ringraziano, inoltre, Laura Cuccato e Susanna Eduini per le informazioni fornite su “Cibi” e “Supercibi”.

PHIT12 è stato chiuso il 20/04/2012. La redazione si impegna a verificare preventivamente la correttezza dei dati riportati, ma non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori, omissioni o cambiamenti.

N° 12

GINNASTE AZZURRECALCIO A MALINDIVIP ON BOARD KENYAMENTE NUOVA

AlexZanardi

PHIT 12MAG/GIU 2012

ANNO IIIBIMESTRALE

3,90 euro

phitted!

PHIT 12

C O N T R I B U T O R S

UNO 61 srlEditore di riviste e periodici

Domicilio Fiscale: Tortona, (AL) Strada vicinale Ribrocca 6/5Redazione : Via Mecenate 76/22 - 20138, Milano

codice fiscale e p. iva: 02283960066web: http://www.unoseiuno.it / mail: [email protected]

n. R.E.A.: 241990 - C.C.I.A.A.: ALESSANDRIAAutorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010

Presidente: Luca MartinottiAmministratore delegato: Federico Riva, Carlo Salvador

Concessionaria esclusiva per la pubblicitàCROSS ADV S.R.L. Unipersonale

Sede operativavia Marina, 120121 Milanotel [email protected]

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

Friwix [ Phit ][ 220x285 mm - CMYK].pdf 1 12/15/11 1:12 PM

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

Friwix [ Phit ][ 220x285 mm - CMYK].pdf 1 12/15/11 1:12 PM

Garanzia 7 anni/150.000 km. Dettagli e condizioni su www.kia.it e nelle concessionarie. Consumo combinato (l x 100 km) da 3,7 a 6,1. Emissioni CO2 (g/km) da 97 a 145. La foto è inserita a titolo di riferimento.

www.kia.it

NUOVA KIA CEE’DTI PORTA AGLI EURO 2012.

https://www.facebook.com/VirginItalia

STAY TUNED ON VIRGIN ACTIVE.

Kia cee'd - Phit Magazine 220x285.indd 1 18/04/12 15.39

Garanzia 7 anni/150.000 km. Dettagli e condizioni su www.kia.it e nelle concessionarie. Consumo combinato (l x 100 km) da 3,7 a 6,1. Emissioni CO2 (g/km) da 97 a 145. La foto è inserita a titolo di riferimento.

www.kia.it

NUOVA KIA CEE’DTI PORTA AGLI EURO 2012.

https://www.facebook.com/VirginItalia

STAY TUNED ON VIRGIN ACTIVE.

Kia cee'd - Phit Magazine 220x285.indd 1 18/04/12 15.39

N° 12

GINNASTE AZZURRECALCIO A MALINDIVIP ON BOARD KENYAMENTE NUOVA

AlexZanardi

PHIT 12MAG/GIU 2012

ANNO IIIBIMESTRALE

3,90 euro

phitted!

N° 12

GINNASTE AZZURRECALCIO A MALINDIVIP ON BOARD KENYAMENTE NUOVA

AlexZanardi

PHIT 12MAG/GIU 2012

ANNO IIIBIMESTRALE

3,90 euro

phitted!