Petrolio, in Italia un «tesoro» da scoprire · Rovigo Ravenna Forlì ... piano montenegrino e per...

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Le riserve di petrolio e metano toccate dal blocco delle attività entro le 12 miglia dalla costa MARE ADRIATICO SETTENTRIONALE MARE ADRIATICO CENTRALE MARE IONIO - GOLFO DI TARANTO CANALE DI SICILIA Zona soggetta all’accertamento della non sussistenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste Mare Adriatico 1 2 3 1 Eni Rovigo Ravenna Forlì Ferrara 2 Po Valley Op. 3 Eni 4 Apennine Energy 5 Rockhopper 6 Eni 7 Petroceltic Italia 8 Apennine Energy 9 Transunion Petroleum IT 10 Shell Italia 11 Shell Italia 12 Petroceltic Elsa 13 Eni 14 Northern Petroleum Uk 15 Audax Energy Società Società Società Società 16 Northern Pet. UK 17 Eni-Edison Gas 18 Petroceltic Elsa - Northern Pet. UK 19 Eni 20 Transunion Pet. 21 Eni-Edison Gas VENETO MARCHE ABRUZZO EMILIA ROMAGNA Mare Adriatico Mar Ionio Isole Tremiti 4 5 6 7 OMBRINA MARE Pescara Teramo L’Aquila Fermo CALABRIA BASILICATA PUGLIA 8 9 10 11 14 12 13 Crotone Cosenza Catanzaro Golfo di Taranto Golfo di Taranto SICILIA Canale di Sicilia 15 16 17 18 19 20 21 Isola di Pantelleria Isola di Pantelleria Linea delle 12 miglia Linea delle 12 miglia Linea delle 12 miglia Linea delle 12 miglia Agrigento Caltanissetta La mappa dei giacimenti bloccati dalla legge

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Il Sole 24 Ore Commenti e inchieste 21Sabato 23 Gennaio 2016 ­ N. 22

Fonti energeticheIL FUTURO DELLE TRIVELLE NEL MARE

Stime. Le risorse potenziali totali ammontano a 700 milionidi tonnellate di oro nero, cioè cinque anni di autonomia totale

Petrolio, in Italia un «tesoro» da scoprireLe due facce del referendum: perdere 3 maxi-giacimenti e i rischi ambientali

Di fronte alla costa barese e brindisina. I nodi del piano

Il Montenegro cercarisorse in Adriatico

di Jacopo Giliberto

Se noi italiani — noi che nel 2015 abbiamoaumentato il consumo di petrolio —esprimeremo il nostro parere in nume­ro sufficiente a superare il quorum, e se

voteremo in maggioranza per il sì, allora il refe­rendum contro le perforazioni petrolifere nel­le acque territoriali potrebbe fermare tre gran­di giacimenti. Potrebbero frenare e fermarsi il giacimento Guendalina (Eni) in Adriatico, il giacimento  Rospo  (Edison)  di  fronte  al­l’Abruzzo e il giacimento Vega (Edison) nel ca­nale di Sicilia di fronte alla costa ragusana.

Invece, qualunque sarà l’esito del referen­dum non dovrebbero esserci effetti su altri programmi di investimento petrolifero in ma­re come i giacimenti siciliani Argo e Cassiopeaal largo di Gela , giacimenti il cui sviluppo è cor­relato con il futuro del petrolchimico di Gela, né sulle prospettive di ricerca nelle zone più profonde dello Ionio o al largo della Sardegna, dove i geologi assicurano che potrebbero es­serci riserve importanti ma non ancora misu­rate. Questi bracci di mare sono nella zona di interesse economico italiano ma si trovano in acque internazionali, oltre la distanza di 12 mi­glia (circa 22 chilometri dalla costa).

L’ipotesi di rigettare i progettiCon ogni probabilità il Governo non farà ricor­so a ritocchi normativi nel tentativo di evitare la consultazione dei cittadini. Più facilmente sarà fatta attenzione alla data del referendum, il quale potrebbe sommarsi con le elezioni am­ministrative di primavera o con il referendum costituzionale previsto in autunno.

Dal punto di vista pratico, l’intenzione delGoverno parrebbe il blocco di tutte le richiesteaperte di autorizzazione petrolifera, rigettan­dole, a cominciare dal contestatissimo giaci­mento Ombrina Mare, a pochi chilometri dallacosta abruzzese. A medio termine la questioneverrà risolta quando, in futuro, si aprirà la parti­ta del cosiddetto Titolo Quinto della Costitu­zione, il quale assegna alle Regioni un potere decisionale forte sul tema energetico.

Braccio di ferro con le RegioniProprio dalla divergenza sulle strategie ener­getiche fra il Governo centrale e le Regioni na­sce il referendum contro l’uso dei giacimenti nazionali di metano e petrolio.

Il decreto Sblocca Italia l’anno scorso ave­va rimescolato le carte delle competenze, as­segnando allo Stato più potere sullo sfrutta­mento delle  risorse nazionali. Tra  i vari aspetti, il decreto introduceva una pianifica­zione strategica ambientale — molto innova­tiva — per esaminare subito con i cittadini e leloro rappresentanze (Regioni, enti locali, as­sociazioni) quali aree del Paese hanno deli­catezze tali da essere escluse da ogni uso del­le risorse del sottosuolo.

Apriti cielo. Imbufalite, dieci Regioni in au­tunno hanno presentato la richiesta di referen­dum. Compatti contro queste norme i consigli

regionali  di  Abruzzo,  Basilicata,  Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto. Invece si sono tenute ben lontane dal chiedere un referendum antipiat­taforme due Regioni ad altissima perforazio­ne, l’Emilia Romagna e la Sicilia.

Il problema è il consenso degli elettori, pernon perdere il quale molti politici cercano di non farsi scavalcare dalla protesta anti­trivellee dai movimenti politici che la appoggiano. Anche il Governo ha preferito fare marcia in­dietro e in dicembre ha inserito nella Legge di Stabilità un emendamento che accoglieva completamente le richieste delle Regioni, an­nullandone in apparenza i motivi di referen­dum. In apparenza. La Corte di cassazione ha 

analizzato la Legge di Stabilità e ha visto che uno dei quesiti restava valido; la settimana scorsa la Corte costituzionale ha confermato ildubbio della Cassazione e ha deciso: al voto. 

Che cosa voteremoDei sei originari, il quesito referendario so­pravvissuto è debolissimo nei contenuti ma forte nella valenza politica ed emotiva. Il quesi­to come sempre è incomprensibile e basato sulla citazione di commi e articoli, ma tradottoci chiede: volete voi italiani che i giacimenti nelle acque territoriali, quando scadranno le loro concessioni, vengano fermati anche se sotto c’è ancora tanto gas o petrolio?

Il tema rilevato dai magistrati della Cassa­

zione e della Consulta è la durata delle conces­sioni. Nella Legge di Stabilità per i giacimenti già in corso d’opera entro le 12 miglia dalla costala concessione è allungata per tutta la vita utiledel giacimento. Molti giacimenti sono ancora ricchi di risorse ma erano stati perforati decen­ni fa quando le tecnologie erano meno efficaci:chiedendo il permesso e investendo in nuove tecnologie, la vita utile del giacimento potreb­be essere assai interessante. E sono questi i progetti messi a rischio dal quesito referenda­rio, cioè gli storici giacimenti Guendalina, Ro­spo e Vega che hanno ancora risorse da sfrutta­re ma per i quali s’avvicina l’età del prepensio­namento obbligatorio.

Petrolio per 5 anni. Oppure per 50I segnali di abbandono degli investimenti ci sono già. A Ravenna, dove c’è il polo del madein Italy petrolifero richiesto in tutto il mondo per qualità tecnologica e ambientale, molte aziende in difficoltà hanno lasciato per stradai dipendenti. Complice il greggio attorno ai 30dollari al barile (un barile sono circa 159 litri), non si investe e in questo periodo si perfora pochissimo. Le contestazioni locali, e ora le leggi, paralizzano quel poco che le compa­gnie potrebbero fare. 

Quanto petrolio c’è in Italia? A dispetto deiluoghi comuni, l’Italia ha grandi risorse ener­getiche poco usate: le fonti rinnovabili, la geo­termia che ricupera il calore del sottosuolo. Abbiamo anche 106 piattaforme petrolifere in mare, 113 permessi di ricerca di giacimenti nonancora scoperti e 202 concessioni già attive.

Ma sotto i nostri piedi parrebbe nasconder­si, non ispezionato, un tesoro che potrebbe evi­tarci di importare metano e petrolio da Paesi lontani dove le cautele ambientali sono meno attente. La Strategia energetica nazionale, un documento politico e tecnico del 2013, asseri­sce che «le risorse potenziali totali ammonta­no a 700 Mtep di idrocarburi», cioè 700 milionidi tonnellate equivalenti di petrolio.

Tradotto, significa che avremmo 5 anni in­teri di autonomia totale, senza importare una goccia di petrolio. Oppure, se continuassimo a importare il petrolio e il gas a tutta manetta come oggi, i giacimenti nazionali durerebbe­ro più di mezzo secolo. 

I rischi di incidenteDal punto di vista assoluto, il ricorso ai giaci­menti darebbe benefici ambientali ed econo­mici evidenti. Migliori tecnologie di estrazio­ne, minori trasporti ed emissioni che cambia­no il clima, meno petroliere pericolose davantialle nostre coste, più ricchezza nel Paese. Però lo sfruttamento dei giacimenti nazionali po­trebbe accrescere a casa di noi consumatori accaniti il rischio di incidenti rilevanti sui gia­cimenti. Pochissimi  incidenti,  finora:  1950, Cortemaggiore, Piacenza, metano; 1994, Tre­cate, Novara, petrolio. Ma per quanto remota la possibilità, una marea nera avrebbe conse­guenze difficili da tollerare.

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Le riserve di petrolio e metano toccate dal blocco delle attività entro le 12 miglia dalla costa

MARE ADRIATICOSETTENTRIONALE

MARE ADRIATICOCENTRALE

MARE IONIO -GOLFO DI TARANTO

CANALE DI SICILIA

Zona soggettaall’accertamentodella nonsussistenzadi rischiapprezzabilidi subsidenzasulle coste

MareAdriatico

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1 EniRovigo

Ravenna

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7 Petroceltic Italia

8 Apennine Energy

9 TransunionPetroleum IT

10 Shell Italia

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14 NorthernPetroleum Uk

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Società

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16 Northern Pet. UK

17 Eni-Edison Gas

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Caltanissetta

La mappa dei giacimenti bloccati dalla legge

Il Montenegro ha deciso di cercareil petrolio in Adriatico, di fronte al­la Puglia e alle isole Tremiti. E in­tanto la Croazia fa il contrario, fa

marcia indietro sulla ricerca di metanoe greggio nel mare.

Il mese scorso il ministero dell’Econo­mia del Montenegro (ministarstvo Ekono­mije Crna Gora) ha aperto la consultazionepubblica sul piano strategico del Governo per sfruttare i giacimenti in Adriatico tra leBocche di Cattaro, davanti a Budua e Dulci­gno. Di fronte alla costa barese e brindisina.

Il documento di riferimento si chiamaProgramma di ricerca e sfruttamento di giacimenti di  idrocarburi nel mare del Montenegro  («Program  istraživanja  iproizvodnje ugljovodonika u podmorju Cr­ne Gore»), una trentina di pagine accom­pagnate dai documenti correlati di impat­to ambientale e note tecniche per le com­pagnie petrolifere e per i cittadini che vor­ranno  esprimere  il  loro  parere  sul programma. Il tempo per rispondere al piano montenegrino e per offrire suggeri­menti e osservazioni è il 25 febbraio. Conogni probabilità, com’era avvenuto un an­no fa con la Croazia, i comitati nimby ita­liani si faranno avanti inviando al Gover­no di Podgorica le contestazioni contro il programma montenegrino.

L’area di mare interessata è stata divisain tredici quadratoni ciascuno con lati di una ventina di chilometri, estesi soprattut­to davanti alla costa meridionale del Paeseal largo di Dulcigno. Sono previste le classi­che ricerche geologiche con il ricorso al­l’air gun, il dispositivo che produce l’esplo­sione di bolle d’aria nel mare in modo che, percuotendosi sul fondale, l’eco del sotto­suolo possa far capire che cosa c’è in pro­fondità nelle rocce. L’air gun disturba i ce­tacei (come delfini e balene), di cui queltratto di Adriatico è assai popolato.

Sarà difficile che il programma monte­negrino venga realizzato a breve, poiché lecompagnie petrolifere in questo periodo diprezzi bassissimi del greggio hanno scarsapropensione a investire nella ricerca di nuovi giacimenti di valore oggi modesto.

I licenziamenti fra il personale e i falli­menti di molte piccole società petrolifere impegnate nelle attività con lo shale oil ne­gli Stati Uniti sono un termometro molto efficace della riduzione degli investimenti.

Invece le compagnie dalle spalle più lar­ghe, che hanno la capacità di impostare og­gi il futuro con i tempi lunghi di program­mazione che richiede il settore energetico,potrebbero essere interessate al program­ma del Governo di Podgorica, prenotando­si già ora i giacimenti da sfruttare però quando il greggio li renderà più appetitosi.

La Croazia ha seguito, ma con un annod’anticipo, lo stesso percorso che oggi se­gue il Montenegro confinante. I due Paesi avevano anche avuto dubbi su come suddi­

videre in modo corretto il mare che fron­teggia la costa dalmata, e i programmi ave­vano avuto un ritardo.

Ora la Croazia, dopo aver bandito la ga­ra e avere assegnato alcuni blocchi diAdriatico a diverse compagnie (tra le qua­li l’italiana Eni) pensa di «proclamare una moratoria al progetto di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi», ha annun­ciato ieri il premier incaricato Tim Ore­skovic nella presentazione del program­ma di governo in Parlamento. 

In Italia nel frattempo si sta sopendo lapolemica per il permesso dato dallo Svi­luppo economico alla compagnia irlande­se Petroceltic perché possa in futuro cerca­re giacimenti in acque internazionali al lar­go del Molise e delle isole Tremiti, pro­gramma che, se verrà realizzato quando i prezzi del greggio lo renderanno fattibile, prevede una procedura pubblica correda­ta con una valutazione di impatto ambien­tale del ministero dell’Ambiente. Per ora (eforse per anni) nessuna compagnia sta pro­grammando esplorazioni nel sottosuolo allargo delle Tremiti né in Adriatico.

J.G.© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PREMIER ORESKOVICLa Croazia, dopo aver banditola gara, pensa di «proclamareuna moratoria al progettodi esplorazione ed estrazione degli idrocarburi»

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6.30 | Il cacciatore di libri R

7.16 | Reportage

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12.05 | L’altra Europadi Federico Taddia

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14.00 | Fabbrica 2.4di Filippo Astone

14.30 | L’altro pianetadi Laura Bettini

15.00 | Il sabato del villaggiocon Marta Cagnola

17.05 | Radiotubedi Marta Cagnola e Daniele Bellasio

18.05 | La rosa purpureadi Franco Dassisti

19.15 | Sound Checkdi Gegè Telesforo

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21.30 | Storiaccedi Raffaella Calandra

22.05 | Il cacciatore di libridi Alessandra Tedesco

Siamo tutti europei

OMAGGIO A ETTORE SCOLAFranco Dassisti ricorda la carriera del regista e sceneggiatore Ettore Scola (foto) in compagnia del critico Gianni Canova. Nella seconda parte spazio alle novità in sala, da “Se mi lasci non vale” con l’intervista a Vincenzo Salemme fino a “Il figlio di Saul” che approda nelle sale italiane dopo il Golden Globe per il miglior film straniero e il Gran Premio della Giuria a Cannes

18.05La rosa purpurea

IL TEMPO www.ilsole24ore.com/meteoTV A CURA DI LUIGI PAINI

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tempo soleggiato seppur con il passaggio di unacerta nuvolosità medio-alta; peggiora la sera suPuglia, Molise e nord Sicilia. Temperaturestabili, massime tra 8 e 13.

velature in transito al mattino. A seguire bensoleggiato, ma con nubi in aumento su Toscanae Abruzzo. Temperature in rialzo ad Est,massime tra 8 e 12.

Cuneo

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condizioni di bel tempo, con al più qualchevelatura in transito e maggiori annuvolamenti almattino sul Nordest. Temperature in lieve rialzo,massime comprese tra 6 e 10.

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residui piovaschi al mattino su Molise, Puglia,reggino e Sicilia ionica; più soleggiato easciutto altrove. Temperature stazionarie,massime tra 8 e 13.

ampie zone di sereno, locali annuvolamentisulla Sardegna e velature in arrivo serale sullealtre regioni. Temperature senza particolarivariazioni, massime tra 8 e 12.

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velato, con qualche foschia in pianura almattino. Nubi in aumento serale tra Liguria ebasso Piemonte, ma senza fenomeni.Temperature stabili, massime comprese tra 6e 10.

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DA NON PERDERE20.55 | NAT GEO Breakthrough ­ La scienza rivoluzionaria. Uomo o robot? L’interazione tra biologia e tecnologia è oggi sempre più forte: quali saranno le conseguenze di cambiamenti che si annunciano epocali?

21.15 | RAI 5 Attila. Dal Teatro Comunale di Bologna: l’opera di Giuseppe Verdi, che ha inaugurato la stagione lirica 2016, è diretta da Michele Mariotti; fra gli interpreti, Simone Piazzola e Maria Josè Siri.

22.00 | BBC KNOWLEDGE Viaggio nelle città dell’arte moderna.Alla fine degli anni 20 del secolo scorso, Parigi attirava artisti da tutto il mondo: anche Ernest Hemingway e George Gershwin arrivarono in città in cerca di ispirazione.

ATTUALITÀ

11.30 | RAITRE Officina Italia. Qui si produce l’automobile più famosa e desiderata del mondo: visita alla modernissima fabbrica della Ferrari, a Maranello.

18.00 | RAITRE Per un pugno di libri. Due classi di studenti di Orvieto e Cagliari si sfidano sul “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes:

al via la nuova serie del quiz letterario condotto da Geppi Cucciari.

18.05 | RAIDUE Signori del vino. La sua famiglia ha fatto la storia del vino sardo, valorizzando vitigni come Cannonau, Carignano e Vermentino: incontro con l’imprenditrice Valentina Argiolas.

21.30 | RAI STORIA Eco della storia.Perché non bombardare Auschwitz? Perché non sono stati colpiti i binari che conducevano allamorte milioni di ebrei? Con Gianni Riotta e Umberto Gentiloni Silveri.

23.45 | RAIDUE Tg2 Dossier.In Italia produciamo 30 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti, 500 chili a testa: se ben trattati, costituirebbero una ricchezza quasi pari alle materie prime.

SPETTACOLO

21.00 | SKY MAX E venne il giorno,di M. Night Shyamalan, con Mark Wahberg, Usa 2008 (91’). Prima scompaiono tutte le api, poi... Povera Terra, chi ti salverà?

21.10 | ITALIA 1 L’era glaciale 2 ­ Il disgelo, film d’animazione, Usa 2006 (91’). Avventure a rotta di collo tra i ghiacci della preistoria. Trascinante come il primo.

21.15 | RAI 5 Varietà con Massimo Ranieri (nella foto)

Frequenze:800­080408Per intervenire alle trasmissioni:800­240024 SMS 349­2386666I Gr possono essere ascoltati anche su:www.radio24.it

GR 24: all’oraSTRADE IN DIRETTA: ai 15’ e ai 45’

SUL SITODieci domande e dieci risposte per capire la «vicenda trivelle»La Corte Costituzionale ha approvato unodei sei referendum “anti­trivelle” chiesti da dieci Regioni italiane. Sul sito del Sole 24 Ore potete leggere i perché della vicenda.

www.www.ilsole24ore.com/art/notizie

Piattaforme. L’Italiapossiede 106 installazioni

petrolifere in mare,113 permessi di ricerca di giacimenti

non ancora scopertie 202 concessioni già attive 106