Personale di St.Art

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Generoso La Sala L’ARTE DELLA CERAMICA... Percorso ermeneutico di MICHELE MISCIA 3

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Personale sul pittore e ceramista Generoso La Sala - Critica di Michele Miscia

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Generoso La SalaL’ARTE DELLA CERAMICA...

Percorso ermeneutico di MICHELE MISCIA

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Ogni artista è un astro che brilla di luce propria!Colui il quale si chieda come mai il Demiurgo abbia collocato le stelle alla distanza di anni luce, sappia che se esse entrano in contatto sono destinate allo scontro e alla deflagrazione.La metafora è sufficientemente esplicativa della scelta che abbiamo operato di trattare, in queste pagine, le singolarità individuali degli artisti.A nostro giudizio, infatti, non ha alcun senso porre in essere dei confronti tra quanti operano nella contemporaneità: il fiore di pesco non è senza dubbio meno bello di quello del ciliegio, ma essi sono semplicemente diversi. Quello di individuare parallelismi, di rintracciare riferimenti culturali ed artistici, di decidere se un artista debba essere inserito in questa o quella corrente, è compito essenziale della Storia dell’Arte, ma anche della critica, che non può astenersi da un approccio di ricerca multidisciplinare, che tenga conto dell’intero percorso dei singoli autori, che ne segua le tracce del percorso evolutivo in perenne mutamento, che cesserà, in un remoto futuro, soltanto quando l’ultima pennellata non sarà stata stesa sull’ultima tela. Non a caso il Goya ebbe a dire, alla veneranda età di ottanta anni: “Sto ancora imparando!”

Michele Miscia

Editoriale

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LE PERSONALI DI ST ART•

Anno I - 2009Numero 3Generoso La SalaISBN: 978-88-6436-048-5

Direttore ResponsabileNicola Scontrino

Direttore EditorialeMichele Miscia

GraficaMarco Mazzariello

RedazioniCattedra di Storia dell’ArteContemporaneaUniversità degli studi di SalernoProf. Nicola Scontrino

Via delle Rose, 1 - LacedoniaResponsabile - Dr. Michele MisciaCell. 338 [email protected]

Via Firenze, 1 - GrottaminardaResponsabile - Dr. Silvio SallicandroTel. 0825 [email protected]

Centro perl’emersione

e la promozionedell’Arte

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Colui il quale, per ventura, si ritrovi ad ammirare qualcuna delle creazioni di Generoso La Sala, sappia che la decodifica dell'opera sua abbisogna di una enciclopedia gnoseologica, in materia di storia e tecnica d'arte, quanto mai ampia e profonda. L'intera produzione dell'Artista, infatti, fin dai lontani esordi collocabili intorno alla metà degli anni cinquanta del secolo scorso, è fondata su di un sistema simboli-co, cromatico e segnico, che germoglia da una cultura eccezio-nalmente vasta, dalla conoscenza dell'arte trascorsa, che egli nel corso della sua esistenza ha studiato attentamente onde ve i co l a r l a a d e g u ata m e nte nell'ambito della sua missione, prima ancora che “mestiere”, di professore e maestro d'arte.Non pertanto egli si è mai lasciato

irretire da tendenze manieristiche o da mode dilaganti, che hanno attraversato, alla maniera di meteore, i cieli artistici internazio-n a l i , p e r p o i d i s s o l v e r s i nell'atmosfera onnivora del sistema mediatico lasciando il posto ad altre caduche stelle cadenti: anzi, da sempre il La Sala rincorre una originalità propria, che gli ha consentito di pervenire ad un linguaggio visivo che rende ogni sua opera riconoscibile, attribuibile a lui soltanto, perché frutto di conquiste del tutto personali ed avulse da qual si voglia inferenza o da intenti emulativi quali che siano. La quale conquista, però, non è mai figlia dell'improvvisazione, ma frutto, semmai, di profonde meditazioni che si traducono in una inesausta e costante speri-mentazione: nulla è lasciato al

caso, ma tutto è generato dal pensiero che si traduce in azione sperimentale. E tale volontà lo conduce, immancabilmente, a navigare negli oceani vasti ed ignoti della creatività, con l'unica guida del suo gusto personale, a f f i n a t o s i n e g l i s t u d i e nell'esperienza artistica ed incapace di accettare risultati estetici che non siano perfetta-mente in linea con quanto egli persegue nelle intenzioni. Questo non significa, però, che l'Artista non sia stato e sia testimone attendibile dei tempi che si trova a vivere, perché l'atto creativo, che si dipana nel presente, non può e non deve essere avulso dallo stesso, sia per quel che concerne i concetti e sia per quanto riguarda le tecniche: altrimenti si incorre nell'anacronismo che, almeno in arte, è una vera iattura.

Lo stiledi Generoso La Sala

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Non voglio addentrarmi nella disamina critica delle opere in ceramica di Generoso La Sala senza aver tentato prima di sgomberare il campo da un luogo comune estremamente diffuso nell'ambito dell'intelletto collettivo latente, ovvero della erronea opinione che quella della ceramica sia attività di pertinenza dell'artigiano piuttosto che dell'artista. I confini tra i due ambiti, come è noto, sono piuttosto labili e spesso si ingenera una confusione dei ruoli che abbisogna sicuramente di un qualche chiari-mento. Ciò che differenzia l'artigianato dall'arte, nell'accezione attuali dei termini, è sostanzialmen-te da rintracciare nello “scopo” che ci si prefigge: uno “scopo pratico” nel primo dei casi ed uno “creativo” nel secondo. In altri termini, se un buon artista deve necessariamente essere un buon artigiano, nel senso

che deve padroneggiare le tecniche, non è affatto detto che un buon artigiano sia un buon artista, se la sua produzione non poggia sull'idea, sul “pensiero creativo”, che conduce al raggiungimento (cosa non affatto facile) di uno stile originale e personale, in risponden-za alla concezione estetica che anima il vero artista.Nei fatti prima, dell'avvento della rivoluzione industriale quello che oggi definiamo “Artista” era in sostanza il maestro di una bottega artigiana, essendo gli altri, ancorché bravi e competenti, semplici discepoli di bottega. Ma le innova-zioni tecnologiche hanno deprivato l'opera artigiana della utilità della quale era foriera un tempo, riducendola a mero esercizio di una manualità che, oltretutto, va scomparendo sempre di più. Ergo, il vero scopo di una produzione

ceramica, che per gli oggetti di uso comune è ormai competenza quasi esclusiva dell'industria, è proprio quello “estetico”, nel significato filosofico del termine, ovverossia “artistico”.Il vocabolo “ceramica”, per quel che attiene ai tempi moderni, ha dunque perduto il suo senso etimologico derivante da una parola greca che tradotta significa “argilla per stoviglie”: se è vero che l'elemento base è pur sempre l'argilla, in essa si plasma ormai, e da lungo tempo, non il piatto o coppa, ma lo spirito creativo, il pensiero d'arte, il concetto estetico, ossia, in una sola parola, l 'epifania dell'anima umana alla ricerca della propria origine e delle proprie mete.

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Una vicenda artistica che dura da oltre mezzo secolo, quella di Generoso La Sala, e che si è dipanata, dopo un iniziale approccio alla scultura e alla ceramica, nelle trame cromatiche della sua ineffabile pittura, le quali lo hanno reso, pur nella ristretta nicchia degli esperti, figura artistica di grande rilievo. Fatto è che, un paio di anni or sono, egli è tornato agli atavici amori, soprattutto alla ceramica, con ritrovato entusiasmo, che si riflette, soprattutto, nella volontà di addivenire, per il tramite della sperimentazione, a linguaggi nuovi da articolare con le corde vocali dell'antica argilla, da un canto, ma nelle forme di nuove sintassi simboliche e sistemiche. Proprio la volontà di sperimentare è la cifra di una produzione posta in essere a partire dal 2007, ideale prosecuzio-ne dello sperimentalismo cromatico al quale era approdato nel 2000 in pittura e che lo aveva indotto a concentrare la sua attenzione sul colore, nel parziale abbandono della figura, che egli aveva portato al suo limite raffigurativo estremo e non più superabile. Già all'inizio degli anni sessanta, infatti, aveva dato corso ad una evoluzione tematica e tecnica, ma anche stilistica, che prendeva le mosse dalla grande tradizione novecente-sca, soprattutto dal meticciamento di istanze spaziali cubiste ibridate con suggestioni dinamiche futuri-ste, dando il via ad un percorso che, come detto, lo avrebbe condotto, sul farsi del nuovo millennio, alla convinzione d'aver espresso, in tali forme, tutto l'esprimibile. Aveva così cominciato a studiare le

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potenzialità espressive del colore, pur senza per questo abbracciare, tout court, un astrattismo che ha già sapore d'anacronismo, ma lavoran-dolo in forme e con metodologie del tutto personali, fino ad ottenere, per il suo tramite, l'appagamento del focus creativo. S'è fatto cenno della pittura, e non è questo il luogo in quanto lungo sarebbe discorrer-ne, perché essa ha molto a che spartire con la produzione artistica in ceramica del Maestro La Sala. L'argilla lavorata e cotta in forno, infatti, non è altro che il supporto sul quale prosegue l'esperimento sul colore, capace da se stesso di esplodere in figurazioni anamorfi-che, eppure soggettivamente significanti, perché prodotte dall'azione congiunta del creatore e dell'osservatore. E la ceramica, opportunamente trattata, ha in sé le caratteristiche ideali per raggiun-gere gli obbiettivi estetici che generoso La sala con tutta evidenza si pone.Il pittore francese Yves Klein ebbe ad affermare: “I colori sono i veri

abitanti dello spazio. La linea non fa che viaggiarvi attraverso e percor-rerlo; essa passa soltanto!E la ceramica, a ben vedere, è una modalità d'espressione artistica che consente alla “linea” di attraversare materialmente il colore, donando alla pittura le stessa forza suasiva del bassorilievo, finalità che, in verità, l'artista raggiunge anche su tela per il tramite dell'uso sapiente dei gradi di tonalità cromatica in taluno dei suoi dipinti.Ciò che interessa qui rimarcare è l'uso sperimentale delle tecniche millenarie dell'arte della ceramica. Un abbinamento degli smalti ad altri elementi che il La Sala si guarda bene dallo svelare producono, nel processo di cottura, esplosioni di effetti cromatici estremamente raffinati e godibili all'occhio; l'uso delle sabbie, ancora, dona sostanza materica ad alcune creazioni e così una innovazione, della quale non si dirà, nel campo della nota tecnica dell'engobbio, produce nell'opera spaccature profonde, che secondo il genio d'una casualità creativa vanno

a disegnare figure del tutto impen-sabili.Un ultimo cenno va fatto alla scultura, altro campo d'indagine creativa di Generoso La Sala. Da sempre convinto che la natura abbia già inscritto opere d'arte nei suoi elementi lignei o minerali, eppur legato a forme figurative dell'espressione scultorea ai suoi esordi, in questi ultimi anni, in perfetta coerenza con le conquiste ottenute in pittura, ha cominciato a sperimentare anche nel campo della scultura. Le poche opere proposte all'attenzione di chi scrive denunziano, inequivocabilmente, una ricerca consistente in un iter compiuto su un ponte temporale che collega, in maniera ovviamente metaforica, la modernità più estrema, all'antichità più oscura. Le figure, infatti, che sortiscono dai materiali usati in grazia di pochi e rapidi tocchi, eppure accuratamen-te studiati e portati secondo un preciso disegno intellettuale, richiamano direttamente, ad un primo sguardo, ai primi documenti

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artistici risalenti al paleolitico, vecchi di decine di migliaia di anni. Mi riferisco, soprattutto, alle piccole sculture rappresentanti entità femminili, scolpite e incise in materiali come corno, osso, avorio, pietra, e di solito lavorate con una pietra acuminata. Come non

pensare, ad esempio, alla cosiddet-ta “Venere di Willendorf”, nota pure con l'espressione “donna di Willendorf”, una statuetta misuran-te undici centimetri d'altezza e raffigurante una donna; o, ancora, alle numerose altre “Veneri paleolitiche”, il cui antecedente più

antico data addirittura ad un'epoca compresa tra i 35.000 e i 40.000 or sono: e qui mi riferisco alla celebre “Venere di Hohle Fels”. Quanto a dire che talvolta, come recita un antichissimo testo cinese, onde avanzare occorre saper guardare lontano, ma all'indietro.

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