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ITALIAN QUANDO LA Fin da bambino ha la passione per la musica, la sua carriera artistica comincia all’età di sedici anni nonostante la disabilità lo accompagni da quando aveva un anno H o incontrato il cantau- tore Roberto Bignoli, qualche mese fa in Sicilia a Carlentini in provincia di Siracusa. Roberto era insieme ai ragazzi della sua band ufficiale “Nuova Civiltà” che lo accompagnano nei vari concerti- testimonianza in giro per l’Italia. Sono rimasta colpita dalla sua for- za e dalla sua vitalità che nonostan- te la sua condizione fisica precaria, non lo ferma dinnanzi agli eventi ma anzi cerca sempre di essere uti- le agli altri ed è molto attento ai bi- sogni del prossimo. Ecco che cosa ha raccontato a Miracoli. Tutto è iniziato a Medjugorje La tua conversione è legata a Medjugorje. Cos’è successo esat- tamente in quel pellegrinaggio? Chi era Roberto Bignoli prima della conversione? «Andai a Medjugorje, esatta- mente nel 1984 più per curiosità che per convinzione. Mi trovavo in un momento di grande difficoltà esistenziale, intorno a me vi era, e sentivo tanto vuoto. Un vuoto che rappresentava il frutto di fallimenti adolescenziali, giovanili, la corsa al successo, le lotte politiche espe- rienze di vita legate ad un mondo in cui l’uso della droga e della vio- lenza parevano essere i mezzi per essere ascoltati e poter imporre il mio essere, seguì poi un periodo di 30 giorni nel carcere di San Vit- tore a Milano e successivamente il trasferimento da Milano a Varese : furono anni in cui tutte queste vi- cende avevano in qualche modo appesantito il mio essere senza che mi rendessi conto. Quando mi fu proposto questo viaggio pellegrinaggio in terra ol- Roberto Bignoli, uno dei più noti cantautori di ispirazione cristiana, PERSONAGGI 34

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ItalIan ChrIstIan MusIC: quando la fede dIventa MelodIa

Fin da bambino ha la passione per la musica, la sua carriera artistica comincia all’età di sedici anni nonostante la disabilità lo accompagni da quando aveva un anno

H o incontrato il cantau-tore Roberto Bignoli, qualche mese fa in Sicilia a Carlentini in

provincia di Siracusa. Roberto era insieme ai ragazzi della sua band ufficiale “Nuova Civiltà” che lo accompagnano nei vari concerti-testimonianza in giro per l’Italia. Sono rimasta colpita dalla sua for-za e dalla sua vitalità che nonostan-te la sua condizione fisica precaria, non lo ferma dinnanzi agli eventi ma anzi cerca sempre di essere uti-le agli altri ed è molto attento ai bi-sogni del prossimo. Ecco che cosa ha raccontato a Miracoli.

Tutto è iniziato a Medjugorje

La tua conversione è legata a Medjugorje. Cos’è successo esat-tamente in quel pellegrinaggio? Chi era Roberto Bignoli prima della conversione?

«Andai a Medjugorje, esatta-mente nel 1984 più per curiosità che per convinzione. Mi trovavo in un momento di grande difficoltà esistenziale, intorno a me vi era, e sentivo tanto vuoto. Un vuoto che rappresentava il frutto di fallimenti adolescenziali, giovanili, la corsa al successo, le lotte politiche espe-rienze di vita legate ad un mondo in cui l’uso della droga e della vio-lenza parevano essere i mezzi per essere ascoltati e poter imporre il mio essere, seguì poi un periodo di 30 giorni nel carcere di San Vit-tore a Milano e successivamente il trasferimento da Milano a Varese : furono anni in cui tutte queste vi-cende avevano in qualche modo appesantito il mio essere senza che mi rendessi conto.

Quando mi fu proposto questo viaggio pellegrinaggio in terra ol-

Roberto Bignoli, uno dei più noti cantautori di ispirazione cristiana, attraverso le sue canzoni parla direttamente al cuore degli ascoltatoripersonaggi ●

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ItalIan ChrIstIan MusIC: quando la fede dIventa MelodIa

tre confine verso la Bosnia Erze-govina, il desiderio di lasciare alle spalle tutto per andare a curiosare cosa succedeva in quel luogo tanto “strano” mi stimolava l’immagina-zione e la ricerca di cose diverse, ma non sapevo in effetti molto, ma mi sentivo spinto dalla curiosità per non doverci andare e così nel 1984 nel mese di agosto con 4 amici co-minciò l’avventura verso un luogo che ha segnato il mio cammino di inizio di conversione.

In quel luogo non ho cercato nul-la per me, e tantomeno la guarigio-

come tutte le cose per maturare e crescere hanno bisogno del loro tempo».

Il tuo cambiamento è stato im-provviso, oppure è stato difficile allontanarsi dalla via sbagliata?

«Come ti dicevo il cambiamento non è stato immediato. Nel cuore avevo tante ferite e tante cose che faticavo a comprendere come la condizione di disabilità, che mi ha fatto vivere l’adolescenza nei vari istituti lontano dalla famiglia, la ri-bellione che nutrivo nei confronti

ne fisica ma ho colto invece cose importanti: mi pareva di essere tornato nella terra della mia fami-glia di origine, contadini e poveri, vi era un clima così tranquillo, così pacifico che chiesi alla Madonna la grazia di fare diventare il mio cuore di carne e di sciogliere tutta la pietra che lo formava per esse-re semplice umile e in pace come questa terra che mi circondava, ecco che in quel luogo così parti-colare avevo chiesto una cosa che mai pensavo sarei arrivato a chie-dere arrivando là, ma chiaramente continua a pag. 36

l’inconTro Giovanni Paolo II nell’incontro con il cantautore dopo che aveva cantato la canzone Non temere lo ha esortato ad andare avanti.

● personaggi Roberto Bignoli, uno dei più noti cantautori di ispirazione cristiana, attraverso le sue canzoni parla direttamente al cuore degli ascoltatori

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mi ha detto: «che la tua storia sia un inno alla vita»

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della società, la droga, l’esperienza carceraria che mi avevano segnato e che in cuor mio non credevo mai di poter superare se non attraverso un ipotetico successo nel mondo dello spettacolo e con grandi suc-cessi anche economici. Ma questo incontro a Medjugorje, inaspettato e semplicissimo, ha aperto degli orizzonti e mi ha fatto capire l’im-portanza anche delle sofferenze e della disabilità, non come una sorta di disgrazia e disavventura, ma come un dono perché grazie a queste “croci” ho potuto intra-vedere l’Amore del Signore e la Sua grazia nella mia vita, e da quel momento ho compreso che potevo

cambiare se mi lasciavo guidare piano piano».

«Tornato da Medjugorje - con-tinua Bignoli -, ho vissuto il mo-mento più intenso e forse più diffi-cile, perché mi sentivo chiamato a cambiare vita, e interessi ma avevo anche tanta paura al cambiamento fino a quando un giorno ho realiz-zato che di scelte folli ne avevo fatte tante, ma questa era la pazzia più bella e che seguirla mi dava tanta pace e così faticosamente con l’aiuto di un cammino stretto alla Chiesa e ai sacramenti mi sono lasciato guidare dal Signore e dalla Madonna».

Medjugorje è una meta che ha segnato la tua esistenza. Qual è

il momento che porti nel cuore di quel pellegrinaggio? Che cosa rappresenta per te la Madonna?

«Nel cuore porto sempre il pri-mo incontro con Maria, in quella piccola stanzetta delle apparizioni dove ho trascorso la prima notte a Medjugorje, la mia vita ha avu-to una chiamata e la grazia è stata aver avuto il coraggio di fare quel passo e di credere e di scommette-re in quella chiamata così partico-lare che mi ha fatto nel tempo sco-prire la via maestra, l’indicazione, la forza per poi essere vincente in questa grande sfida della vita. Ma-ria è prima di tutto la mamma che non ho avuto, è colei che mi ha fatto comprendere il vero amore, è colei che ti aiuta a capire e a cono-scere Gesù, il Figlio. Puoi arrivare a Gesù attraverso Maria, con la sua dolcezza la sua semplicità e con la sua maternità. Questa donna straor-dinaria, è l’amore che ti avvolge e ti accompagna, siamo noi che pur-troppo con la nostra vita ci allonta-niamo e siamo indifferenti. Lei, se vogliamo, ci aiuta a cambiare e ci fa capire che siamo strumenti im-portanti. Lei ci dice semplicemen-te la bellezza del dono della fede e ci invita a scoprire i talenti che il Signore ha donato ad ognuno di noi. Con Maria ho avuto per la pri-ma volta il coraggio di mettermi in

ascolto se pur con tanta difficoltà, io non volevo mai ascoltare gli al-tri, ma alla fine con questa sua in-sistenza e questa sua dolcezza, ho ascoltato il suo richiamo e quando penso che ogni volta che nei suoi messaggi dice: “Grazie, per avere risposto alla mia chiamata”. Io mi sento di rispondere dal profondo del cuore: “Grazie, per avermi fat-to incontrare la fede e aver cam-biato la mia vita”».

Sentivo la sofferenza del Papa

Che rapporto avevi con Gio-vanni Paolo II? Ci descrivi que-sto futuro Santo?

«Giovanni Paolo II è sicuramen-te stato un grande uomo, un gran-de Papa.Un uomo che ho sempre sentito vicino perché sentivo che la sua storia, la sua sofferenza erano simili alla mia storia alla mia sof-ferenza. Pensavo spesso alla sua adolescenza, la mancanza della sua famiglia, i momenti difficili duran-te il periodo della guerra e del na-zismo, e malgrado ciò si era fatto forte, aveva preso con coraggio la sua vita, si era abbandonato alla Madonna e aveva affidato a Lei, come ad una madre, tutto se stesso, senza sapere nemmeno che un gior-no sarebbe diventato il Capo della Chiesa. Un uomo che, con poche

personaggio ●

segue da pag. 35

Roberto Bignoli ha cambiato la sua vita e la sua musica grazie all’incontro con la regina della Pace a Medjugorje

in giro Per il Mondo In queste due foto alcuni momenti del concerto tenuto a Varsavia.

non Solo canzoni In questa foto il concerto al Palasport di Barletta per un incontro di preghiera.

con la veggenTe La mistica di Medjugorje Vicka in una foto degli anni ‘80 insieme a un “nuovo” Roberto.

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Servizio di rita sberna

parole ma con uno sguardo, sape-va trasmettere qualcosa di grande e di soprannaturale, si capiva che era un uomo di Dio, guidato da una donna straordinaria la Vergine Maria. Tutto questo suo Essere, ha rafforzato la mia convinzione di camminare per mezzo di Maria, e di lui ho dei ricordi bellissimi. Sento che la mia vita è legata an-che a Giovanni Paolo II che, grazie al suo esempio, mi ha incoraggiato molto a perseverare nel cammino. Ho avuto la grazia di incontrarlo personalmente quattro volte, e di aver tenuto un concerto a Toronto, nella vigilia della Giornata Mon-diale della Gioventù, ma soprattut-to ricordo con commozione e gioia gli incontri con quest’uomo, quan-do mi avvicinavo a lui per abbrac-ciarlo e salutarlo, Lui, vedendomi in una situazione precaria fisica: la mia disabilità e le mie stampelle, allargando le braccia e con un sor-riso, mi ha sempre invitato ad an-dare avanti, affinché la mia storia e tutto quello che mi accompagnava, fosse un inno alla vita».

Roberto, tu sei un interprete mondiale e di conseguenza le tue canzoni sono ascoltate in tutto il mondo. Hai avuto grandi ricono-scimenti anche in America. Rac-contaci un po’.

«Sì, esatto. Devo affermare che ci

sono delle canzoni, in particolare, che sono state molto apprezzate an-che all’estero, per esempio Ballata per Maria che è diventata la sigla di Radio Maria e esiste una versio-ne in Spagnolo per radio Maria Pa-nama e America Latina e Centra-le. Arrangiata magistralmente dal musicista calabrese Mario Ferrara. La canzone Ho visto la croce insie-me alla canzone E venne un uomo usate per un documentario sulla Passione di Gesù dalla televisione Svizzera Italiana, Concerto a Sara-jevo che è stata trasmessa durante la guerra nelle radio clandestine di Sarajevo e dedicata a Mons. Toni-no Bello e ai bambini vittime della guerra in Bosnia, e che nasce an-che dall’esperienza personale vis-suta nei campi profughi e nei viag-gi durante il periodo della guerra portando aiuti umanitari. Ho biso-gno di Te presentata alla Sanremo Cristiana e vincitrice dello Unity Award in America insieme succes-sivamente alla canzone Dulcis Ma-ria Totus Tuus scritta in collabora-zione con Nico Fortarezza e con il grande musicologo scomparso 5 anni fa Don Stefano Varnavà, Gli Unity Awards sono i Grammy della Musica Cristiana Cattolica. Inoltre ricordo un viaggio parti-colare a Panama dove oltre a fare dei concerti ad alto livello profes-

sionale, con interviste in radio e TV nazionali, sono andato anche nelle carceri. Ma non dimentico altre belle esperienze come il tour in Canada, ,Guatemala Salvador, Argentina, e le varie esperienze nelle città Europee. Un’altra bel-la esperienza è stata in India dove ho avuto modo di conoscere Padre Alessi, Padre Maschio, le suore del sorriso e in Nepal dove ho visitato le case gestite dalle suore di Madre Teresa di Calcutta. Ovunque dove sono andato ho avuto riconosci-menti e premi ma la cosa più bella è avere la grazia di poter lavorare per il Signore che mi ha mandato veramente in giro per le strade del mondo….

Progetti in corso o per il futuroSì è in preparazione un libro bio-

grafico, in programma un nuovo cd fatto con l’orchestra del Maestro Maurizio Mune e un tour in atto con la rock band emiliana Nuova Civiltà che da anni condivide la propria professionalità con i miei concerti testimonianza in Italia e all’estero, ultimo mio cd è Confido in te realizzato con Radio Kolbe Sat di Schio (Vicenza) il cui rica-vato è per le missioni, nel cassetto il sogno di essere sempre creativo e voce di speranza per i più deboli.

Per informazioni o contatti scrive-te a : [email protected]

● personaggioRoberto Bignoli ha cambiato la sua vita e la sua musica grazie all’incontro con la regina della Pace a Medjugorje

in giro Per il Mondo In queste due foto alcuni momenti del concerto tenuto a Varsavia.

il viaggio in india Per conoscere le umili condizioni della popolazione e dei missionari che le aiutano.

«ho la grazia di lavorare

per il signore»