MUSICOLOGIA - Marco Croci · 2012. 7. 2. · MUSICOLOGIA Il Zabaione musicale «inventione...

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Gli anni a cavallo tra Cinque e Seicen-to, sono musicalmente un momento irri-petibile, che vede una grande vivacità diidee ed una sostanziale voglia di cambia-mento.

La prassi del basso continuo, scritta enon scritta, sta diventando ormai d’usocomune: ciò, se da un lato in passato èstato interpretato come segnale di decadi-mento della polifonia;1 ha tuttavia apertola strada a nuove possibilità espressive.Nascono le prime forme di teatro in musi-ca: da un lato vi sono quelle tipologiedrammaturgiche nelle quali il madrigale siespande, inglobando ampi momenti dideclamazione melodica a «solo accompa-gnato», cori, danze e quant’altro, che pre-sto diverranno ciò che oggi chiamiamoopera; dall’altro vi è chi invece tenta diconservare un approccio diverso, nelquale anziché dilatare le dimensioni di ununico brano, si costruisce una serie di

brani piú tradizionali nella forma, nelladurata e nella struttura musicale, accomu-nati da una tematica o da una storia che lileghi l’uno all’altro. Questo genere, cheprende il nome di Commedia harmonica,ha i suoi protomi ne L’anfiparnaso diOrazio Vecchi, ma trova in Adriano Ban-chieri uno dei suoi piú accesi sostenitori,tanto è vero che il Banchieri continuerà aproporre questo modello per decenni, an-che quando il dramma per musica sumodello monteverdiano avrà già pratica-mente preso il sopravvento.

Il Festino del Giovedi grasso avanti lacena, celeberrimo esempio di questo tipodi sillogi, ha sostanzialmente offuscato larestante copiosa produzione del monacobolognese: nelle pagine seguenti si pro-porranno al Lettore riflessioni su Il Za-baione Musicale, raccolta del 1603, primolibro «ufficiale» di madrigali ed esempiodecisamente piú unitario del suddetto.

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MUSICOLOGIA

Il Zabaione musicale«inventione boscareccia»

di Adriano Banchieri

di Marco Croci

1. INTRODUZIONE

1. Pensiamo ad esempi a Gian Francesco Mali-piero, che, nella sua trascrizione della Missa In IlloTempore di Monteverdi, sosteneva che il basso con-tinuo va considerata come «un’aggiunta che manife-

sta la tendenza di voler seguire quell’innovazioneche doveva segnare la decadenza della polifoniacorale». Cfr. Tutte le opere di Claudio Montteverdi,il Vittoriale degli Italiani, Vol. XIV, p. 57.

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La raccolta, col sottotitolo inventioneboscareccia et primo libro de madrigali,viene pubblicata a Milano, presso glistampatori Filippo Lomazzo e Simone Ti-ni, nel 1603.

«Hor concertati, per ricreazione / Gu-stiamo questo dolce Zabaione!» si cantanell’Introduzione; lo zabaione è un prete-sto per mescolare e prendere meno sulserio le serie tematiche letterarie a cui siispira il madrigale a cavallo tra XVI e XVIISecolo. Banchieri sembra cogliere unasorta di crisi di questo genere musicale, econ questo suo libro sembra voler metterordine, riportando, a dispetto dell’insolitotitolo, una certa gerarchia nella costruzio-ne musicale.

Nell’avviso ai «virtuosi cantori», Ban-chieri infatti scrive: «essendo hoggi di tal-mente corrotto i gusti intorno alle Musi-che de i Madrigali si come ne posso farfede io, per interesse delle mie stampe, eprofessione di contrattare simil materie;dico, che alcuni vorriano il stil’ del madri-gale grave e pieno, altri allegri e spasse-voli, e altri con il stil’ fantastico, di modoche è un Abaco poter soddisfare tanti di-versi humori. Hora essendo capitato allemie mani questo ZABAIONE, che altronon suona, che un misto di varij condi-menti, mi son assicurato per mezo dellemie stampe parteciparlo, sperando, essen-dovi inserto dentro tutti gli sopradetti ca-prizij, sia per esservi grato».2

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2. IL ZABAIONE MUSICALE

2. ADRIANO BANCHIERI, Il Zabaione musicale, Milano, Tini e Lomazzo, 1603,«lo Stampatore a gli virtuosiCantori».

FRONTESPIZIO DE «IL ZABAIONE MUSICALE», 1603

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La soluzione scelta dall’Autore è quin-di quella di proporre una vivace alter-nanza di stili, rimanendo però nel solcodella tradizione dell’ormai consolidatomadrigale a cinque voci: tutta la raccoltapresenta questo organico ma, come ve-

dremo, vi sono molteplici possibilità edinvenzioni.

Il Zabaione musicale è articolato inun’Introduzione, un Prologo e tre Atti,per un totale di diciassette brani comples-sivi:

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1. Introduzione«Già che ridotti siamo»

Atto Primo2. Prologo: L’umor

Spensierato«Ben trovati o compagnia»

3. Intermedio di felici pastori

«Apprestateci fede»

4. Progne e Filomena«Vago augellin»

5. Danza di Pastorelle«Siamo cinque pastorelle»

-fine del primo atto-

6.Madrigale «Soavissimo ardore»

(G. B. Guarini)

Atto Secondo

7. Intermedio di pignattari«Ninfe leggiadre noi siamo

pignattari»(M. Caputi)

8. Un pastorello con un au-gellino uccisogli da

un gatto «Augellin lascivetto»

(A. da Padova)

9. Tirsi e Clori«il cor non fu sanato»

10. Dialogo: Aminta, Dafnee giudizio d’Amore«Baciansi pastorella»

11. Gioco della Passerina«Ecco la passerina»

-fine del secondo atto-

12. Madrigale «Baci, sospir e voci»

(A. Parma)

Atto Terzo13. Ergasto appassionato

«Il misero mio core»

14. Preparamento pastorale«Alla riva d’un fonte

cristallino»

15. Gara amorosa di pastori«Se miro il bel crin d’oro»

16. Danza di ninfe e pastori«Venite amanti con suoni

e canti»

17. Licenza: L’Humorespensierato

«Son tornato o compagnia»

-il fine-

Negli Intervalli tra un atto e l’altro,trovano posto due seri madrigali su testod’autore, l’uno di Guarini, e l’altro di Al-berto Parma, poeta attivo a Ferrara nel se-condo Cinquecento; vi sono solo altri duetesti d’autore identificabile, l’Intermediodi Pignattari di Manlio Caputi, e AugellinLascivetto, riadattato da Banchieri da unmadrigale di Agostino da Padova, e giàimpiegato nelle sue Canzonette a tre voci(1597) col titolo Canzone del Cardillo.3

Di cosa tratta il Zabaione Musicale?Non c’è una vera e propria storia, una tra-ma con personaggi ben identificati, ma vi

sono diverse situazioni e sentimenti: ilpathos espresso nei madrigali tra un attoe l’altro (lo stil grave e pieno), quelli ap-parentemente piú leggeri come L’interme-dio di pignattari o il Gioco della passeri-na (gli allegri e spassevoli), ma piú che inaltre sembra che l’autore in questa raccol-ta abbia voluto ironizzare sull’intera lette-ratura madrigalesca di quel periodo, por-tandone in scena i protagonisti ricorrenti.Vediamo passare le leggendarie Progne eFilomena di petrarchesca memoria, poiTirsi, Clori, Aminta; Dafne (tutti personag-gi che si ispirano ad Aminta, favola pa-

3.. Cfr. PAOLA MECARELLI, Commento Critico a Il Zabaione Musicale di Adriano Banchieri» Firenze, Leo Ol-schki editore 1987, pp. 34-35.

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storale di Torquato Tasso), ed infine Er-gasto, Silvio e Carino, personaggi presentinell’opera letteraria forse piú usata dai

musicisti tra Cinque e Seicento, il PastorFido di Giovan Battista Guarini.

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Come si è detto, la scelta di Banchieriè quella di mantenere costante l’organicoa cinque voci, nella suddivisione di CantoPrimo, Canto Secondo, Alto, Tenore, Bas-so; si può notare la presenza di alcunimadrigali scritti in chiavette,4 concentratiper lo piú nel secondo atto (dal n. 6 al n.9, tutti senza bemolle in chiave) ed all’ini-zio del terzo (n. 12 e 13 con bemolle inchiave). Sono presenti a volte indicazionididascaliche dopo il titolo che ci fannopercepire l’intento dell’autore, come quel-la che si trova nell’ Intermedio di felicipastori (n. 3), descritto come a due cori,o nella Danza di pastorelle (n. 5) nel qua-le si aggiunge: «in aria del Spagoletto conle riprese per la cornamusa». Se ci attenia-

mo ai teorici trasporti di quarta e quinta,otteniamo un impasto vocale molto scuro,soprattutto per quanto riguarda l’Interme-dio di pignattari, ed Ergasto appassionato(nn. 7 e 13).

Contrariamente a quanto ci si potreb-be aspettare, il Zabaione è pubblicatosenza partitura5 per il Basso continuo:ciò però non ci deve fare escludere apriori la possibilità di un arricchimentostrumentale. Non dimentichiamo che que-sta prassi si stava rapidamente diffonden-do; nello Zabaione vi sono punti che nesuggeriscono l’opportunità, ad esempionell’Introduzione. Il Tenore «distribuisce»le parti fra gli astanti, che rispondono asolo:

3. LA PARTITURA

4. Si rammenta che la prassi delle chiavette, ov-vero l’indicazione di chiavi differenti dalle consuete(do in prima terza e quarta linea, fa in quarta linea),sottintendeva la trasposizione verso il basso di tuttele parti vocali. Cfr. MARCO CROCI, Musicologia, il li-bro secondo di madrigali a quattro et cinque voci diAnnibale Zoilo. Aspetti legati alla notazione inchiavette, in La Cartellina n. 183 pag. 23-33 e n.186 pp. 35-43.

5. Sono ancora rarissime le edizione in partituraintesa in senso moderno come rigo multiplo contutte le linee vocali e strumentali (uno dei primi ca-si è costituito dall’edizione dell’Orfeo di Monteverdiper Gardano nel 1609). Per partitura si intende inquesto periodo un libro parte contente la sola lineadel basso (poco) numerato, per l’intavolatura nelcembalo e/o in altri strumenti (liuto, tiorba, violoneecc.).

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Va inoltre sottolineato che all’iniziodel Seicento capita molto frequentementedi veder ristampati libri di madrigali ini-zialmente aventi il classico organico «acappella» con la partitura. Ciò accadde,ad esempio, alle seconde ristampe del Se-condo, Terzo e Quarto libro di Montever-di, mentre nel Quinto il Basso continuoviene riportato fin dalla prima edizioneper tutta la raccolta, ma è indicato obbli-gatorio «per li ultimi sei, et per li altri abeneplacito».6

Lo stesso Banchieri negli anni seguentiin altre raccolte indicherà espressamentela partitura: un esempio interessante è co-stituito da Le vivezze di Flora e Primave-

ra, silloge madrigalesca edita nel 1622.Nella parte del Basso continuo vengonoindicate varie tipologie di situazioni voca-li, evidentemente di rimando al continui-sta che non poteva avere sott’occhio le li-nee vocali simultaneamente. Solo per farealcuni esempi: un inizio fugato a quattroparti viene definito Scherzi a 4, un mo-mento omoritmico a cinque Ripieno a 5,un passaggio imitativo a cinque Tutti infuga, l’uso delle voci piú alte Terzettoacuto, ed il procedere di due voci per ter-ze Doppio intrecciamento;7 questo tipo dinomenclatura sintetizza molto bene le si-tuazioni musicali, e potrà esserci utile an-che per l’analisi de Il Zabaione.

Es. 1 - A. BANCHIERI, Il Zabaione Musicale, n. 1, bb. 14-42

6. Cfr, PAOLO FABBRI, Monteverdi, Toeibo, EDT1985, pag. 90.

7. Cfr. ADRIANO BANCHIERI, Le vivezze di Flora e

Primavera […], trascrizione e realizzazione a curadi Elio Piattelli. Edizioni de Santis, Roma 1971.

4. LA MUSICA

Dal punto di vista musicale, pur ri-scontrando una certa varietà di stili, si ri-leva nello Zabaione un’omogeneità chemanca ad altre raccolte; le dimensioninon troppo ampie riescono a tener vivo

l’interesse senza «cadute» di stile, come adesempio accade nel Festino del Giovedigrasso avanti la cena con ventuno nume-ri, in vari momenti piú lunghi ma menointeressanti.

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Il Zabaione si apre, come si è detto,con l’Introduzione (n. 1): Introduzione ePrologo, sono proposti nel modo di fa, tri-tus. Dopo la già citata distribuzione delleparti, si ha un breve momento di omorit-mia (hor concertati per recreatione), segui-

to da vari scherzi fugati tra le diverse voci.Interessante è a questo punto l’andamentodella parte di Basso, che si dissocia dallealtre linee vocali ed esegue tutto l’esacor-do molle: le voci realizzano quindi unasorta di ricercare sopra ut re mi fa sol la:

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Es. 2 - A. BANCHIERI, Il Zabaione Musicale, n. 1, Introduzione, bb. 59-69

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Segue il Prologo, l’Humor spensierato:questo brano, che apre il Primo atto eche chiuderà anche il Terzo (anche secon alcune varianti) è prevalentementeomorimico, con numerosi procedimentianaforici di ripetizione musicale che coin-volgono dapprima tutte le voci, e poi deisottogruppi. Abbiamo qui un primoesempio di madrigale dialogico, dove i

supposti personaggi non sono rappresen-tati da voci singole come nel precedente:in altre parole, se nell’Introduzione a par-lare sono ancora i musici che intervengo-no come esecutori dell’opera, qui sonogià nel personaggio. A questo punto le fi-gure maschili dei pastori sono Tenore eBasso, mentre le pastorelle vengono iden-tificate nel terzetto acuto.

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Es. 3 - A. BANCHIERI, Il Zabaione Musicale, n. 2, Prologo, bb. 7-15

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In questi primi due numeri musicali, ilZabaione viene continuamente evocato:nell’Introduzione, gli endecasillabi con-clusivi recitano: «hor concertati per re-creatione / Gustiamo questo dolce Za-baione».

Nel Prologo, in ottonari, si concludecon: «tutti in ton, attenti state / tutti in tonsilenzio fate, / tutti in ton, tutti in ton/mentre canta il Zabaion».8

Le allusioni allo Zabaione come spe-cialità dolciaria terminano qui, ad esclu-sione di due accenni accidentali nell’In-termedio dei pignattari («ecco le teglie

per far cibi rari/pottaggi, zabaioni allessoe rosto»), e nel Gioco della passerina («ohquanta roba, / ma in conclusione / me-gl’è un cappone / o un Zabaione»).

Con il brano che segue, Intermedio difelici pastori (n. 3), cambiamo decisamen-te atmosfera. Dall’ambito di Tritus, si pas-sa a quello di Protus trasposto, affine almoderno Sol minore; vi è la didascalia adue cori: è ben presto evidente il modonel quale viene sviluppata questa idea,con sottogruppi di tre voci che si rispon-dono come fossero in eco.

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8. Tutti a parte il Tenore che dice: mentre suo-na il zabaion..

9. Figura retorica musicale che Burmeister in

Musica Poetica associa al doppio coro. Cfr SILVANO

PERLINI, elementi di Retorica Musicale, Ricordi, Mila-no, pag. 21.

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Es. 4 - A. BANCHIERI, Il Zabaione musicale, n. 3, Intermedio di felici pastori, bb. 21-27

Vi è un altro punto di questa sorta dianaploche9 che va evidenziato: nel mo-mento in cui il terzetto acuto formatodall’Alto e dai due Soprani viene contrap-posto al terzetto grave costituito ancorada Alto, Tenore e Basso, Banchieri inseri-sce due brevi situazioni accordali maggio-re-minore, con si naturale nella parte gra-

ve contrapposto al bemolle nel’acuto (siveda l’Es. 5 alla pagina seguente).

Questo madrigale dovette godere diuna certa notorietà e diffusione, tanto èvero che venne incluso nelle Contrafactanella Musica tolta dai madrigali di Mon-teverdi ed altri autori a cinque e a sei vocifatta spirituale da Aquilino Coppini del

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Es. 5 - A. BANCHIERI, Il Zabaione musicale, n. 3, Intermedio di felici pastori, bb. 31-37

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1607. Il madrigale, che inizia con le paro-le «apprestateci fede», diventerà un motet-to con Confitemini Deo come incipit.10

Segue Progne e Filomena, titolo em-blematico che si rifà all’antica leggendadelle due sorelle trasformate in rondine eusignolo dopo l’uccisione del marito edel figlio di Progne, come vendetta diuna violenza ai danni di Filomena:11 Va-go augellin è un madrigale apparente-mente serio, anche se nel testo scorgiamopiccoli segnali, come nel primo verso do-ve l’augellin è descritto nell’atto di saltel-lare («vago augellin che saltellando vai»),e non è sorpreso nel consueto canto, co-me accade in gran parte della letteraturamadrigalesca similare,12 che di solito po-ne in contrasto il canto melodioso

dell’usignolo con la disperazione di uninnamorato non corrisposto. L’amore ir-realizzato, sempre che all’amore si alluda,è solo accennato nei versi successivi, an-che qui quantomeno insoliti: «misero medolente / che fermo sto con strani et aspriguai».

Possiamo quindi pensare ad una sotti-le ironia con la quale il Banchieri prendein giro il genere corrotto di cui ragionavanella Prefazione alla raccolta: utilizza glistessi stilemi di un madrigale serio, macon un testo che contiene termini ed ar-gomentazioni inattese.

Musicalmente brillante è l’inizio, conla parola «vago» resa in modo adeguatodalle due voci acute:

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10. Cfr. GIOVANNI ACCIAI - MARCO BOSCHINI, Po-lifonia Rara, Volume II. Milano, Edizioni MusicaliEuropee, , 2001, p. 240 e sgg.

11. Il riferimento letterario ricorrente è presumi-bilmente il petrarchesco «Zefiro Torna e’l bel temporimena», trecento decimo componimento del Can-zoniere. Nel sonetto, Progne e Filomena, (ovvero

rondine e usignolo) vengono citate in riferimentoall’arrivo della primavera.

12. Pensiamo ai monteverdiani Vago augellettoche cantando vai (da Petrarca), o Quell’augellinche canta soavemente (Guarini), o ancora al piùvolte musicato Solingo augello se piangendo vai (P.Bembo), o anche, dello stesso Banchieri al 10.

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ES. 6 - A. BANCHIERI, Il Zabaione musicale, n. 4, Progne e Filomena, bb. 1-4

L’azione del saltellare viene inveceespressa con un momento imitativo

all’unisono, tramite linee vocali contenen-ti rapidi salti melodici di quinta:

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Il ripieno a cinque seguente («per foltirami si vezzosamente») giunge improvviso

e sorprendente: la figurazione ritmica ot-tenuta sulle parole «si vezzosamente»,

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Es 7 - A. BANCHIERI, Il Zabaione musicale, n. 4, Progne e Filomena, bb. 5-10

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affidata alle voci acute va implicitamentea costituire momentanee ternarietà insi-

stenti, contrapposte al ritmo binario datti-lico del Basso.

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(continua)

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Es 9 - A. BANCHIERI, Il Zabaione musicale, n. 4, Progne e Filomena, bb. 18-24

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