PERSONA. TESTO DI RIFERIMENTO R. Spaemann, Persone. Sulla differenza tra qualcosa e qualcuno...

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PERSONA

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PERSONA

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TESTO DI RIFERIMENTO

• R. Spaemann, Persone. Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno” (Laterza, 2005).

• Filosofo e teologo tedesco nato a Berlino nel 1927.

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DEFINIZIONE DI PERSONA

• A partire da Boezio: insistenza sulla razionalità.

• Boezio: “persona est naturae rationabilis individua substantia”.

• Come usiamo ‘persona’ nel linguaggio ordinario?

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DONALD DAVIDSON, SOGGETTIVO, INTERSOGGETTIVO, OGGETTIVO, RAFFAELLO CORTINA EDITORE, MILANO 2003, 121-122

• «Né un neonato di sette giorni né una chiocciola sono creature razionali. Se il neonato sopravvive abbastanza, probabilmente diventerà razionale, ma non si può dire lo stesso della chiocciola. Se vogliamo, possiamo dire che il neonato è una creatura razionale fin dall’inizio perché se sopravvive probabilmente diventerà razionale, o perché appartiene a una specie che ne ha la capacità. Comunque la si voglia mettere, quando si tratta di razionalità, la differenza tra il neonato e la chiocciola, da un lato, e un normale essere umano adulto, dall’altro, rimane.

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• La differenza consiste nel possesso di atteggiamenti proposizionali come la credenza, il desiderio, l’intenzione e la vergogna. Ciò solleva la questione di come fare a stabilire quando una creatura ha degli atteggiamenti proposizionali; le chiocciole, sarete d’accordo, non ne hanno; ma che dire di cani e scimpanzé? Il problema non è interamente empirico, poiché si pone la questione filosofica di quale sia l’evidenza rilevante per decidere quando una creatura abbia atteggiamenti proposizionali».

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AUTOCOSCIENZA

• Cartesio e l’irruzione dell’IO.• Se dico «Io penso», il soggetto che parla

necessariamente esiste.

• E coloro che non hanno autocoscienza?• E coloro che subiscono metamorfosi?

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CONSAPEVOLEZZA

• Aristotele, De anima 434b 21: solo l’uomo è consapevole della differenza tra vivere (zen) e vivere bene (eu-zen).

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TRASFORMAZIONE

• Tommaso, Contra Gentiles: agere sequitur esse.• Solo la persona è capace di non appiattirsi sulla

sua natura, ma di trasformarla.

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INTEGRAZIONE

• Jung ha parlato di accettazione di sé non come fissazione, ma come integrazione.

• Cf rapporto con i desideri: valutarli vuol dire non esserne dipendenti.• Consapevolezza e intenzionalità.

• Siamo capaci di assumere una posizione • ex-centrica /riflessione cf Morale e

linguaggio

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SVILUPPO DEL CONCETTO DI ‘PERSONA’

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PENSIERO GRECO

• Platone: l’uomo saggio è colui che è capace di dirigere se stesso.• I poeti parlano di forze interiori e di divinità: non

possono guidare la città.• Il saggio si lascia guidare dalla parte razionale

dell’anima.• Comincia ad emergere l’idea di un soggetto.• Ma perché in certi casi l’uomo non riesce a

lasciarsi guidare dalla ragione?• Qui il pensiero greco si inceppa.

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NUOVO TESTAMENTO

• Volontà e relazione con un Altro• Gv 3,19: «E il giudizio è questo: la luce è venuta nel

mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.».

• Gv 16,9: «Quanto al peccato, perché non credono in me».• Gv 15,22: «Se non fossi venuto e non avessi parlato loro,

non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato».

• Gv 11,24: «Gli rispose Marta: ‘So che risusciterà nell'ultimo giorno’».

• Cuore!

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TERMINE ‘PERSONA’

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TEATRO

• Prosopon

• Personaggi e interpreti

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GIURISPRUDENZA ROMANA

• Lo schiavo non è persona, ma semplicemente homo e quindi alieno juri subiectus.

• L’uomo libero è persona sui iuris.

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CON IL CRISTIANESIMO

Mondo classico

persona-ruolo

natura

Cristianesimo

ruolo-natura

persona

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• Tertulliano traduce per primo il termine greco ‘ipostasi’ con il termine latino ‘persona’.

• Formula trinitaria: un’essenza (ousia), tre ipostasi.

• La persona esprime in chi l’essenza si realizza.

• La natura (physis) indica invece ciò che è assunto dalla persona.

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DEFINIZIONE DI BOEZIO

• Boezio: “persona est naturae rationabilis individua substantia”.

• Substantia sta qui per ipostasi, cioè una realtà autonoma.

Non si tratta di un’essenza da descrivere,

ma di qualcuno da denominare.

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RICCARDO DI SAN VITTORE

• La persona non è sostanza, ma è portatrice di sostanza: possiamo dire che uno è persona, ma non cosa sia la persona.• Definizione di persona: existens per se solum

juxta singularem quendam rationalis existentiae modum.• La persona è un modus existentiae• Esistiamo solo nella modalità di persona.

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CHE EFETTO FA ESSERE UN PIPISTRELLO?

• Th. Nagel, 1974.

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ANTROPOLOGIA DI TOMMASO

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DOVE SI COLLOCA NELLA SUMMA THEOLOGIAE?

• Sacra dottrina• Dio• Male; angeli; creazione.

Prima parte

• Atto umano• Passioni; virtù; peccato; grazia.

Prima sezione della Seconda parte

• Virtù teologali; virtù cardinali.• Carismi; stati di vita.

Seconda sezione della seconda parte

• Cristo e i sacramentiTerza parte (incmpiuta)

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S.T. I, 29 (QQ.27-43 RIGUARDANO DAL DOTTRINA

DELLA TRINITÀ)

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S.T. Q.29, A.1

• RISPONDO: Sebbene l'universale e il particolare si trovino in tutti i generi [o predicamenti], tuttavia l'individuo si ha specialmente nel predicamento di sostanza. Infatti la sostanza si individua di per se stessa, mentre l'accidente è individuato dal suo soggetto che è la sostanza: la bianchezza infatti è questa qui [e non altra], perché è in questo soggetto. Quindi gli individui sostanziali, a preferenza degli altri, hanno un nome proprio, e si dicono ipostasi o sostanze prime.

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• L'individuo particolare poi si trova in un modo ancora più perfetto nelle sostanze ragionevoli che hanno il dominio dei propri atti che si muovono da se stesse e non già spinte dall'esterno come gli altri esseri: e le azioni si verificano proprio nella realtà particolare. Perciò, tra tutte le altre sostanze, gli individui di natura ragionevole hanno un nome speciale. E questo nome è persona. Nella suddetta definizione dunque ci si mette sostanza individua, per significare il singolare nel genere di sostanza: e vi si aggiunge di natura razionale, per indicare il singolare di sostanza ragionevole.

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SI PUÒ PARLARE DI DIO COME PERSONA? S.T. I, Q.29, A. 3

• RISPONDO: La persona significa quanto di più nobile c'è in tutto l'universo, cioè il sussistente di natura razionale. Per questo, dovendosi attribuire a Dio tutto ciò che importa perfezione, perché nella sua essenza contiene tutte le perfezioni, è conveniente che gli si attribuisca anche il nome di persona. Tuttavia non nel modo che si attribuisce alle creature ma in maniera più eccellente, come si fa con gli altri nomi da noi imposti alle creature ed applicati a Dio; come si è dimostrato sopra parlando dei nomi di Dio.

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PERSONA UMANA (S.T. I, Q.29, A.4)

• Perciò una cosa è cercare il significato di animale ed altra cosa è cercare il significato di quell'animale che è l'uomo. Così pure altro è cercare il significato di persona in generale, ed altro è cercare il significato di persona divina. La persona in generale, come si è detto, significa una sostanza individua di natura ragionevole. L'individuo poi è ciò che è indistinto in se stesso e distinto dagli altri. Perciò la persona, in qualsiasi natura, significa ciò che è distinto in quella natura: così nella natura umana significa questa carne, queste ossa, quest'anima, che sono principio di individuazione per l'uomo; le quali cose, pur non facendo parte del significato di persona tuttavia fanno parte di quello di persona umana.

Concretizzazione del concetto di persona

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LE CRITICHE DEGLI ESISTENZIALISTI NEL ‘900

• Priorità dell’esistenza.

• Ortega y Gasset (1883-1955): l’uomo è un gerundio (faciendum) e non un participio (factum). L’uomo diviene, si fa, è storia, cultura e non natura.

• J. Sartre (1905-1980), L’esistenzialismo è un umanismo:• La libertà dell’uomo è assoluta, assiopoietica.• L’uomo è un progetto gettato, ma responsabile.• L’uomo (incompiutezza) vs Natura (chiusa).• L’uomo introduce il nulla, perché può rispondere «no».• L’uomo tende ad una completezza che non potrà mai

raggiungere: è una è passione inutile!

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PARS COSTRUENS

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NON ESISTE UN’IDEA DI PERSONA, MA ESISTONO DELLE PERSONE REALI

• Non riusciamo a definire la persona in modo conclusivo. È piuttosto una questione di riconoscimento.• Perciò si può parlare di persona solo in termini

plurali.• E forse per questo il concetto di persone si è

sviluppato in riferimento alla necessità di parlare delle persone nella trinità.• Persona non è un predicato reale: incontriamo

non la Persona, ma delle persone concrete.

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PERCHÉ CI RICONOSCIAMO?

• Perché capisco il tuo dolore?• C’è una rete di significati comuni a cui facciamo

riferimento.• È il riferimento comune che permette

l’interpretazione, ma non la deriva nel relativismo (il contrario è la follia – la rete di significati dello psicotico non ha più riferimenti nella realtà).

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DARE SIGNIFICATO

• L’atto intenzionale non è un atto solo teleologico.• L’animale compie atti teleologici per mantenere

l’equilibrio dell’ambiente (lasciarsi morire per dare da mangiare ai piccoli del pellicano).• Gli uomini si formano un’idea del mondo che

oltrepassa lo scopo pratico: è il concetto di sogno che ha permesso all’uomo di progredire rispetto agli animali.• L’uomo non è appiattito sulla sua natura.

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TRASCENDENZA

• La persona percepisce la distinzione tra il sé e l’altro.

• L’altro è un sé reale come me: qui entra in gioco la libertà.

• Mi trovo davanti alla scelta di lasciar essere l’altro.

• Scelgo di non impossessarmi dell’altro: • Levinas: l’altro entra nel mio mondo come straniero non

voluto.

• L’alternativa al lasciar essere è la violenza.• Le persone sono esseri per i quali l’altro ha una

realtà diversa.

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TUTTI GLI UOMINI SONO PERSONE?

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NON TUTTI SONO D’ACCORDO

• La persona non è un insieme di qualità, ma uno/a che è portatore di queste qualità.

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TRADIZIONE CHE RISALE A LOCKESAGGIO SULL'INTELLETTO UMANO DEL 1694

• Siamo biologicamente in continuo mutamento.• Cosa permette la continuità?• La coscienza attuale: la capacità di dire ‘IO’.

• Non tutti gli individui quindi sono persone.

• Solo la persona è titolare di diritti.• Gli individui che non sono persone (incapaci di

riconoscersi) non hanno diritti.

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PERSONA DENTRO UNA RELAZIONE

• Noi ci relazioniamo ad individui che non hanno o non hanno ancora sviluppato la ragione come persone.• O perché svilupperanno la ragione [il neonato].• O perché non riteniamo fondamentale quel

parametro. [il malato di mente o l’individuo in stato vegetativo]• Non ci relazioniamo a un neonato come a

qualcosa, ma ci relazioniamo ad esso, fin dall’inizio, come a un qualcuno.