Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1....

27

Transcript of Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1....

Page 2: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

KnowIT. Rivista scientifica trimestrale gratuita per i manager della governance digitale e della privacy.

Testata iscritta al n. 6/2016 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 23 maggio 2016 - ISSN2532-1684Direttore responsabile: Silvia RiezzoDirettore editoriale: Andrea Lisi

Comitato di redazione: Adriana Augenti - Angela Busacca - Marco Camisani Calzolari - Franco Cardin - FabrizioCirilli - Giorgio Confente - Alessandro Di Maggio - Fernanda Faini - Massimo Farina - Laura Flora - Luigi Foglia -Lino Fornaro - Corrado Giustozzi - Nello Iacono - Michele Iaselli - Donato Limone - Massimiliano Lovati -Giovanni Manca - Marco Mancarella - Alberto Manfredi - Paolo Maresca - Daniele Minotti - Romano Oneda -Francesca Panuccio Dattola - Nazzareno Prinzivalli - Morena Ragone - Ruben Razzante - Franco Ruggieri -Giancarmine Russo - Fulvio Sarzana - Marco Scialdone - Laura Strano - Fabio Tommasi - Sarah Ungaro

Editore: Clio S.r.l. Via 95° Rgt. Fanteria n°70 - 73100 Lecce. Tel. +39 0832 344041 - Fax +39 0832 340228 -www.clio.it - [email protected]

pagina 2 / 27

Immagine di copertina realizzata dagli studenti della scuola media "Giuseppe Mazzini" di Roma sui problemilegati all'ambiente. Si ringrazia il professor Enrico Castelli per la collaborazione. Le immagini degli articoli provengono dal sito Pexels.com e sono concessi in licenza Pexels .I loghi ANORC e le pagine pubblicitarie sono a cura di Marcello Moscara Graphic Designer.

Page 3: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Indice

Gli anni “ruggenti” del digitale: 2020 e dintorni ...................... 4

Digitalizzazione: utopia o verità ..................................... 6

Perché occuparsi ancora di Fatturazione Elettronica? ................. 9

Sanzioni milionarie: tra ragionevolezza e dissuasività ................ 12

Riscaldamento globale e tecnologia: ecco cosa possiamo fare perridurre facilmente le emissioni di CO2 .............................. 16

ANORC Sicilia: intervista a Davide Maniscalco ....................... 21

ANORC Puglia: intervista a Luigi Foglia ............................. 22

ANORC Emilia-Romagna: intervista a Mara Mucci .................... 23

ANORC Lombardia: intervista a Flavio Petrino ....................... 24

ANORC Liguria e Piemonte: intervista a Giovanni Piccinelli ........... 25

ANORC Triveneto: intervista a Andrea Piccoli ........................ 26

pagina 3 / 27

Page 4: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Gli anni “ruggenti” del digitale: 2020 e dintorni

Editoriale a firma di Andrea Lisi - avvocato - DirettoreEditoriale KnowIT, Coordinatore Studio Legale Lisi ePresidente di ANORC Professioni

e Francesca Cafiero - archivista, CoordinatriceRivistaKnowIT, Referente Ufficio di Comunicazione StudioLegale Lisi

Le chiavi di lettura per interpretare la realtà liquida nellaquale siamo immersi sono state finora tante eprobabilmente siamo ancora solo gli inizi della ricerca.Tuttavia continua a persistere una “falla” comune nelmondo degli “esperti del digitale”, ossia la tendenza aguardare il dito e non la luna in un percorso di ricerca chespesso si perde dietro sterminati dibattiti anziché regalarcila capacità di orientarci in modo autonomo attraversol'uso sapiente di strumenti che sono già a nostradisposizione e magari rivoluzionando inaspettatamente(quello sì) il nostro rapporto con la tecnologia.

La premessa

I protagonisti delle nostre vite, oggi, si chiamano Google,Facebook, Amazon e altre svariate piattaforme che cimostrano il loro volto gratuito, da un lato, mentre dall’altrosono impegnate a fagocitare i nostri dati più personali,influenzando le nostre coscienze, inibendo i nostri cervelli eprogettando la costruzione della nostra personalità. Temoche l’aspetto consumistico sia solo una faccia dellamedaglia. Siamo immersi in un gigantesco vortice, anzi unosterminato frullato di vite digitali che ci ha letteralmenterisucchiato, attraverso comandi vocali e dispositivitascabili, con i quali abbiamo oramai sviluppato una vera epropria sinergia sul piano fisico.

La nostra identità è lì, ma il diritto ad oggi non è in grado dipresidiare con tutele effettive i diritti fondamentali cheapparterrebbero indissolubilmente ad essa. Mancaprobabilmente l’anello (giuridico-culturale) dellacatena tra noi e lo strumento tecnologico (lo smartphone)che ormai costituisce l’appendice costante per rivelare (esolo in parte gestire) la nostra identità nel mondo digitale.

E noi siamo dati. Dati preziosissimi.

L’imperialismo social

L’assenza di un dato, è un dato anch’esso. Ebbene oggi noinon esistiamo, siamo completamente assenti se non siamosu Google e su Facebook. Riflettiamo davvero sullacapacità dell'impero social nel quale viviamo: quanto pocotempo occorrerebbe per spazzare via pezzi di storia che ci

riguardano, distorcere i nostri desideri, orientarlivigliaccamente fino a modificare o cancellare le nostrestesse esistenze, grazie ad un potenziale accordo tra pochigrandi player e un paio di Stati vigliacchi?Vogliamo renderci conto della capacità decisionaleincredibile che oggi è nelle mani di pochissimi in grado digestire e orientare il mondo intero, compresa la nostramemoria?

Ovvio che in un contesto a-nazionale del genere la solaItalia può poco, ma ben potrebbe invece rafforzarsiconvergendo verso un'azione coordinata europea, checomporti un’alfabetizzazione diffusa, con la costruzione diun’innovazione digitale presidiata da vere democrazieoccidentali.

Il monito di Giovanni Buttarelli

Come ho avuto più volte occasione di ribadire, non ultimodurante l’evento “Governance digitale e custodia delpatrimonio informativo pubblico” tenutosi a Roma loscorso 28 novembre e dedicato alla memoria di GiovanniButtarelli, l’ex Garante Europeo per la protezione dei dati ciha consegnato il suo testamento durante il DIG.eat 2019,ultimo convegno a cui ha fortemente voluto e potutopartecipare fisicamente.Buttarelli ha indicato proprio nel ruolo coordinato delle Authority i suoi possibili argini: “L'attuale ecosistemadigitale si fonda sullo sfruttamento intensivo edindiscriminato delle informazioni e dei dati personali. Nelcorso di poco più di un decennio, la struttura dei mercati èandata convergendo verso situazioni di quasi-monopolio,decretando l’accrescimento esponenziale del potere dimercato di pochi, ma potentissimi, attori privati. Il risultatoè la concentrazione del potere di controllo dei flussid'informazione nelle mani dei giganti del tech, circostanza

pagina 4 / 27

Page 5: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

che facilita il consolidamento di un modello di businessbasato sulla profilazione e finanche manipolazione dellepersone. Si rende a tal proposito necessario unripensamento strutturale del modello di business prevalente.Si impone, inoltre, un intervento coordinato delle autoritàdella protezione dei dati, della protezione dei consumatori edella concorrenza, che tenga conto delle sinergie e sfidecomuni alle diverse aree di regolazione”.

Vogliamo prendere in considerazione queste parole oseppellire per sempre il suo monito insieme alla sua tomba?Il problema oggi è proprio quello di comprendere fino infondo cosa ci sta accadendo intorno.

Esperto o... messia?

Forse finora non abbiamo affrontato uno dei diritti piùimportanti del digitale: il diritto ad occuparsene.Ecco, questo dovrebbe essere un diritto letteralmentedisconosciuto a tutti coloro che si improvvisano “esperti”impegnati a inseguire le “chimere” degli automatismi(dalla blockchain, all’IA, per finire al machine learning),privi di quelle competenze necessarie ad interpretare egovernare il cambiamento.

L’interpretazione dell’innovazione digitale è un lavoro“duro” e logorante: diciamocelo pure, non serve qualcunoche assuma una funzione messianica di insegnamento sucome funziona davvero questo mondo rivoluzionario.Sveliamo finalmente, una volta per tutte, il trucco dellostorytelling[1]: un prestigiatore sul palcoscenico e intornoun’enorme platea che si beve tutto.

Finiamola con la fiaba del digitale sempre innovativo dasvelare: l'innovazione -quella vera- è ferma da tempoall'Internet e al Web e alle loro applicazioni. Sonoincredibilmente cresciute potenze di calcolo e capacità dimemoria, questo è vero, ma le tecnologie son semprequelle da un po’ di tempo a questa parte. Ed è questo undettaglio che sfugge a chi non ha la capacità di cogliere ledelicate sfaccettature interpretative del digitale edastrarne i principi fondamentali, quelli che veramenteservono a guidarci.

Codice, linee guida o... tutorial?

Se è vero dunque che non c’è più nulla di realmenterivoluzionario e che oramai siamo solo circondati dastrumenti che continuano a “replicare” fondamentalmentela stessa tecnologia, non ci resta che adottare principi eregole in grado di reinterpretare ciò che abbiamo giàregolamentato da anni[2]. Semplice, no?

Ecco che come primo proposito per il nuovo decennio direiproprio di non modificare più le regole che già ci sono.

Abbiamo rattoppato per troppo tempo e il nostro sistemanormativo, finendo per credere più all’utilità dei tutorial,che a un sistema di norme fondato sulla centralità di unCodice e sulla gerarchia di fonti a suo corredo.

Restiamo in attesa della pubblicazione della versioneconsolidata delle Linee Guida, sul sito ufficiale di AGID.A queste Linee Guida spetterebbe il prezioso compito diguidarci nel mantenimento della memoria digitale neltempo, la quale è frutto di un sistema condiviso di metodie procedure che parte correttamente dall’inizio, dallaformazione consapevole e accorta della “rappresentazioneinformatica, rilevante giuridicamente, di dati, informazionie documenti” per poi garantire il contesto archivistico nelsistema di gestione documentale.Tutto questo non è risolvibile attraverso pillole ditecnologia a basso costo che oggi vanno “di moda”(blockchain o cloud che siano), ma va guidato attraversoun’azione accorta di costruzione di competenzeinterdisciplinari[3].

A proposito, quindi, che fine hanno fatto queste LineeGuida?

[1] Termine spesso abusato e usato in questo caso, con cognizione dicausa, in accezione dispregiativa[2] Rileggetevi, ad esempio, l'art 3 comma 1 del decreto legislativo39/1993 sugli atti e procedimenti amministrativi automatizzati e il comma2 sulla "firma a stampa" (e relativa giurisprudenza del Consiglio di Stato) evedrete che ritroverete molte delle rivoluzionarie e recenti teoriesull'intelligenza artificiale applicata ai procedimenti giudiziali...[3] Ho affrontato questo argomento molto delicato in un post pubblicato indata 20 febbraio 2020 su anorc.eu, dal titolo “La conservazione deidocumenti informatici non si fa in cloud o in blockchain”, acquisibile allapagina: https://anorc.eu/attivita/la-conservazione-dei-documenti-informatici-non-si-fa-in-cloud-o-in-blockchain/.

pagina 5 / 27

Page 6: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Digitalizzazione: utopia o verità

di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente delMastercourse ANORC

L’Italia ha 7.905 comuni[1] di cui 1.216 hanno più di10.000 abitanti.Sono comuni che quotidianamente devono affrontare unanumerosità di richieste ed obblighi: dal controllo delterritorio, all’interazione con la popolazione e le altreistituzioni. Il costo sostenuto dai comuni per gestire tuttoquesto è di conseguenza ingente, ma nonostante ciò iservizi erogati non sono quasi mai all’altezza delleaspettative dei cittadini. Negli ultimi dieci anni è cresciutofortemente il concetto di digitalizzazione, inteso comequel processo atto ad integrare i tradizionali processilavorativi con l’informatica, provocando così unatrasformazione e un’automazione nelle attività e nei servizierogati dall’amministrazione. Purtroppo, questatrasformazione al digitale è stata finora molto pocoperseguita, complice anche l’attaccamento a tecnichetradizionali di lavoro che mal si sposano con ladigitalizzazione.

A chiunque piacerebbe poter dialogare con la propriaamministrazione da remoto, evitando code allo sportello,effettuando pagamenti online, svolgendo pratiche tramite ilcosiddetto sportello virtuale, apponendo bolli senza doveracquistare nulla fisicamente. Sono tutti progetti chel’Italia della trasformazione digitale ha proposto epromulgato per anni, ma di cui si vede solo una parzialerealizzazione. Però ogni anno la situazione viene reiteratae, soprattutto, viene reiterato un concetto chiave: ladigitalizzazione è un diritto del cittadino ed un obbligodell’amministrazione, lo stabilisce la legge. Il Codicedell’Amministrazione Digitale[2] (di seguito CAD) è queltesto che contiene tutte le regole che l’amministrazionedeve osservare in tema di informatizzazione: all’articolo23-ter comma 1 è riportato: “Gli atti formati dallepubbliche amministrazioni con strumenti informatici,nonché i dati e i documenti informatici detenuti dalle stesse,costituiscono informazione primaria ed originale da cui èpossibile effettuare, su diversi o identici tipi di supporto,duplicazioni e copie per gli usi consentiti dalla legge”

Abbiamo quindi appurato, senza alcuna forma di dubbio,che le pubbliche amministrazioni devono senza “sé” esenza “ma” adottare un processo di lavoro basato suldigitale, eppure la realtà attuale è differente.

Lo strumento e il metodo sono due cosedifferenti

Digitalizzare significa applicare un modello metodologico

specifico per l’amministrazione in oggetto. Per anni,invece, si è ritenuto che digitalizzare significasseacquistare semplicemente, computer, dispositivi,software e servizi informatici con una spesa economicamolto elevata e con pochi risultati: implementare un nuovocomputer non significa aver portato il digitale, significasemplicemente aver innovato il parco macchine del propriocentro elaborazione dati.

Il computer, il software, il dispositivo informatico sonostrumenti e come tali possono assumere diversi livellid’importanza a seconda di come vengono utilizzati. Il meroacquisto non rappresenta una soluzione, bensì unsemplice “atto dovuto” qualora l’amministrazione nonne fosse già dotata. La legge infatti specifica correttamenteche prima di compiere un nuovo acquisto ogniamministrazione deve valutare il riuso delle risorse giàdisponibili e, se non adeguate, deve prima valutare seesistano sul mercato soluzioni più economiche se nonaddirittura gratuite. È un principio che sappiamo esserlegato alla mitigazione della spesa pubblica che, nei tre annifino al 2021 è aumentata di ben 48,7 miliardi di euro[3].Rimane quindi da chiarire il concetto chiave: che cosa è ladigitalizzazione? Cosa significa digitalizzare una pubblicaamministrazione?

Un metodo sartoriale per un’amministrazionepubblica moderna

Digitalizzare significa, prima di tutto, analizzare i processilavorativi compiuti dall’amministrazione e studiare “quali”attività vengono svolte e “come” vengono svolte. Lo si faattraverso strumenti d’indagine, interviste, analisi diprocesso e al termine dell’operato si arriva ad averegeneralmente il quadro di un ecosistema funzionante maanche molto pesante. La burocrazia, termine a cuil’Italia è molto legata, è in un certo senso il grasso ineccesso della pubblica amministrazione. La burocrazia simanifesta in molti modi: primo tra tutti è il mantenimentodei documenti cartacei anche quando non necessario.Immaginate il costo di milioni di pratiche, stampateannualmente senza alcun motivo solo per la tranquillitàdell’operatore seduto dietro alla scrivania, ignaro in realtàdel fatto che tutta quella carta stampata è perfettamenteinutile. Anzi, in ottica di digitalizzazione, quell’operatoresarebbe un pessimo esempio per l’organizzazione.

Per comprendere come mai esiste la burocrazia dobbiamofare un piccolo passo indietro: si stampa perché siamo statiabituati che la carta ha più valore del digitale. Ma unafirma autografa può essere facilmente falsificata e peraverne un valido riscontro giuridico da parte del tribunale

pagina 6 / 27

Page 7: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

occorrono mesi. La firma digitale, invece, non si vede e nonpuò essere clonata: si applica in meno di un minuto e vienevalidata in tempo reale da un certificatore. Come se unnotaio fosse costantemente accanto alla persona che apre ildocumento per dimostrargli l’autenticità della firma. Ecco,la burocrazia è sparita: semplice ma anche impegnativo daraggiungere come obiettivo.

Quando la fase di analisi preliminare è terminata, ci si siedeinsieme all’amministrazione per presentare un piano didigitalizzazione. Qui gli strumenti vengono introdottitimidamente, a favore di una maggior attenzione allastrategia. La firma digitale sostituisce la firma tradizionale,i sistemi centralizzati, come il gestore documentale,sostituiscono gli archivi in carta ed ecco che il risparmioeconomico comincia a farsi sentire perché i file nonrichiedono scaffalature e palazzi per essere mantenuti;richiedono una buona strategia organizzativa e tecnica,unità a lungimiranza e trasparenza.

Ecco quindi che l’amministrazione inizia a compiere lasua trasformazione, certamente grazie agli strumenti,ma animata da una strategia che prima non esisteva. Iflussi informativi sono stati riorganizzati e iniziano aduscire verso i cittadini in modo completamente nuovo:niente più carta, si accettano email, PEC e si risponde confile firmati digitalmente a pieno valore legale. Niente piùpresenza fisica allo sportello, può essere istituto uno“sportello virtuale” da interrogare prendendo unappuntamento online e utilizzando messaggistica in temporeale, video conferenze e tutti quegli strumenti che oggisono normalmente presenti su qualsiasi computer.

Quando un’amministrazione vuole diventare digitale siscontra con naturali resistenze interne: il personale non èsempre entusiasta del cambiamento. In parte questaresistenza è fisiologica e viene opportunamente trattata conattività di formazione. Il personale, tra l’altro, subisce unimportante processo di riqualificazione professionale:essendo sgravato dalle attività futili, può essere orientato asvolgere lavori più gratificanti e meglio remunerati. Eccoquindi che il processo di digitalizzazione è, prima ditutto, un processo fatto da fasi specifiche e tempi bendefiniti. Un processo che è finalizzato a creare una strategiadi crescita per l’intera organizzazione perché ogniamministrazione pubblica è, in fondo, un ecosistema chevive di regole esplicite ma anche di quelle implicite che,spesso, sono più importanti delle altre.

Conclusioni, tra utopia e verità

L’Europa sta spingendo i vari paesi, tra cui l’Italia, versouna digitalizzazione che non ha ancora raggiunto unostato di maturità elevato. Ci vorranno anni ma l’Italia nonpuò realmente aspettare: i comuni oggi soffrono i taglieconomici e la mancanza di strategie armoniche di crescitae sviluppo interno. Ci sono realtà virtuose, come ilComune di Palermo, che ha recentemente bandito unagara per implementare SPID come sistema diautenticazione per accedere ad un servizio pubblico; lasperanza è che queste non rimangano realtà isolate, bensìdelle “realtà-apripista” di cui il Paese ha bisogno. Senzadubbio le istituzioni devono fare la loro parte e lopossono fare attraverso la promozione di attività ditransizione al digitale e tramite il supporto di tecnologieadeguate a sostenere tali processi. In tal senso èimportante che vi sia chiarezza sugli strumenti e sullestrategie nazionali, non vi può essere alcuna ambiguità nellinguaggio usato, né alcuna ritrattazione di quantoaffermato in precedenza dalle istituzioni, se non a costo diconfondere i cittadini e le stesse amministrazioni. Ciò di cuiperò si può star certi è che il processo di cambiamento èiniziato e difficilmente si potrà arrestare, la speranza è chevenga condotto a termine con la massima serietà etrasparenza possibile, in modo che si possa costruire unfuturo migliore: più efficiente e con meno sprechi per tutti.

[1] Dati ISTAT aggiornati al 1 gennaio 2020

(https://www.istat.it/it/archivio/6789)[2] Il testo è reperibile qui: https://docs.italia.it/italia/piano-triennale-

ict/codice-amministrazione-digitale-docs/it/v2018-09-28/index.html[3] Fonte: Corriere della Sera https://www.corriere.it/economia/finanza/19_settembre_25/spesa-stato-continua-crescere-2-anni-salita-5percento-c7f14c94-df6d-11e9-aa5f-fbca0c81b7c9.shtml

pagina 7 / 27

Page 9: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Perché occuparsi ancora di Fatturazione Elettronica?

di Paolo A. Catti, Associate Partner VPS

Dalla Fatturazione Elettronica aIladigitalizzazione dei processi di FatturazioneElettronica: l’importanza della governance

Stiamo vivendo negli anni della digitalizzazione (più omeno “forzata”) dei documenti legati alle transazioni:ordini, documenti di consegna, fatture, ecc. Questopercorso di digitalizzazione è ispirato dalla visioneEuropea del Mercato Unico Digitale e accompagna,all’evoluzione tecnologica, diverse novità di caratterenormativo. In questo contesto, per inquadrareefficacemente il vero valore di questa “spinta digitale”,più che guardare ai temi del rispetto dell’adempimento odella compliance normativa, ritengo sia utile orientareattenzioni, sforzi di sviluppo e modelli operativiall'ecosistema dei processi impattati: “i processi diFatturazione Elettronica”.

I processi di Fatturazione Elettronica

Definiamo che cosa si intende con “processi di FatturazioneElettronica”: l’insieme di attività che imprese e PAdevono “mettere a terra” per governare la - oppure“rispondere all'obbligo di” - Fatturazione Elettronica,con l'intento ultimo di trarne vantaggio e ottimizzare attivitàe carichi di lavoro.

Affrontando il tema con questo punto di vista, emerge chenon ci si può limitare a considerare solo l’emissione e laricezione del documento Fattura - al quale, inveceespressamente rimanda l'obbligo normativo. Occorre inveceinquadrare le attività necessarie per gestire “al meglio” laFatturazione Elettronica: queste attività impattano sia sulCiclo Attivo sia sul Passivo, incluse le riconciliazioni tra imolteplici documenti del ciclo dell’Ordine - ai quali laFattura appartiene.

Di conseguenza, affrontare i processi di FatturazioneElettronica significa gestire, ottimizzandolo, l'interociclo dell’Ordine, sfruttando al meglio tutti gli strumentidigitali a disposizione. La Fattura Elettronica è dunquesolo una piccola parte di quell’insieme di attività chepossiamo identificare come i “processi di FatturazioneElettronica”.

Questo punto di vista può sembrare “non convenzionale”,tuttavia il tema trattato – va detto – non è certo innovativo:la gestione in formato elettronico strutturato dei documentilegati alle transazioni ha infatti origini lontane e risale aglianni ‘60 ‘70 del secolo scorso. Oggi, grazie all’evoluzione

tecnologica, normativa e di processo, esistono strumenti(digitali) applicabili ai processi di PA e imprese in modopervasivo e decisamente accessibile: un’opportunitàconcreta di digital transformation nelle relazioni Business-to-Business (B2b).

La “spinta digitale”

A rendere di attualità i processi di Fatturazione Elettronicacontribuisce una non trascurabile “spinta digitale”. Èpossibile immaginarla come la risultante di 2 forze checongiuntamente insistono su imprese e PA:

la crescente, e dinamica “innovazione tecnologica”;la continua (a volte un po’ impacciata) e inevitabile“innovazione normativa”

Dietro a quest'ultima, si muovono attori di tutto rispetto:il legislatore europeo, quello italiano, gli enti distandardizzazione e naturalmente l'intero sistema compostoda imprese, PA e cittadini.

L’alveo delle opportunità che derivano dall’azionesinergica di queste due forze contiene un mix ampio erobusto di strumenti, come le firme elettroniche, i canalidi trasmissione, gli standard ma anche il quadro normativo,le regole tecniche, le linee guida ecc. Con questo insieme di“attrezzi” è possibile ridisegnare processi, policy, costruirenuove procedure, formare nuove abitudini e competenzeagendo sulle componenti elementari dei processi diFatturazione Elettronica. Le componenti elementari nonsono altro che i “dati”: gli ordini, i documenti diconsegna, le fatture ma anche le anagrafiche di prodotto, ilistini, i contratti, gli inventari di magazzino, gli strumentidi pagamento e tutto quanto dà vita alle esigenze diriconciliazione tra le informazioni disperse su tutte questefonti di dati.

pagina 9 / 27

Page 10: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

I passaggi chiave di questa trasformazione

Vero e proprio “passaggio epocale” di questatrasformazione è stata la Fatturazione Elettronica, intesa inmodo “ristretto”, prima verso la PA, poi estesa ai privati.Gli impatti di breve periodo sono stati prossimi a crisi dipanico, in qualche caso accompagnate anche daimportanti problemi tecnologici. Tuttavia, a valle diqualche settimana di shock e di un paio di mesi diassestamento, i problemi sono stati risolti e oggi... quasici dimentichiamo che c’è (tuttavia, questo non significache se ne sia già tratto, complessivamente, tutto il beneficiopossibile!). Sapendo come è andata a finire, oggi l’avventodella Fatturazione Elettronica fa scuola soprattutto per lapotenza del suo switch-on: la scadenza certa che ha portatoil cambiamento fissata in una determinata (e ben difesa!)data. A questo risultato, è corretto ricordarlo, ha contribuitoanche il percorso di “avvicinamento”: partito nel 2007, haconsentito a molteplici stakeholder di esprimere le proprieposizioni e si è concretizzato dal 2013 per poi affermarsinel 2019.

Il prossimo passaggio è quello dell’Ordine Elettronico,abilitato dal “cugino” del Sistema di Interscambio, il“Nodo Smistamento Ordini” (NSO), consultabileattraverso la (ormai storica) Piattaforma CreditiCommerciali (PCC). Per ora si parte con la sola SanitàPubblica (tutti gli attori del Servizio Sanitario Nazionale) esolo per una parte degli ordini ai fornitori, ma presto saràestesa a tutto l’acquistato (per dirla all’antica: beni, servizie lavori). In sintesi, gli Enti del SSN dovranno fare OrdiniElettronici ai loro fornitori per ricevere la merce. Puòsembrare un adempimento per la Sanità pubblica, inveceriguarda anche tutte le imprese che con la Sanità operano(peraltro, i modelli di stima dei benefici evidenzianonitidamente da anni che è chi riceve un documento informato elettronico strutturato ad appropriarsi dei maggiorivantaggi gestionali, nella coppiacliente-fornitore). L’Ordine Elettronico nascedall’esperienza della Fatturazione Elettronica, maintroduce alcune novità: su tutte, per esempio, la scelta diadottare lo standard europeo per l’Ordine, usatonell’ambito del progetto PEPPOL. Un passaggio tutt’altroche irrilevante, in prospettiva.

E dopo l’Ordine Elettronico sarà la volta del DDTtelematico (come avviene da tempo, per esempio, in EmiliaRomagna nelle relazioni tra Sanità, Regione e i lorofornitori). La digitalizzazione formalizzata del DDT – o diun qualsiasi documento di accompagnamento della merce -sarà un passo complesso per via degli impatti su unprocesso articolato e variabile da settore a settore, maineludibile, in quanto solo con la gestione integrata diOrdini, Consegne/esiti di Consegna e Fatture si può ambirea tracciare pienamente la spesa pubblica e a digitalizzare

l’intero ciclo dell’ordine, riducendo i costi amministrativi-gestionali a circa un quinto dell’attuale valore.

Accanto a queste “milestones” è doveroso citare anchealcuni ulteriori strumenti che consentono di digitalizzare nei“processi di Fatturazione Elettronica”: dagli standardselezionati a livello Europeo che prevedono anche i formatiper la condivisione di listini, anagrafiche, gestionepagamenti, ecc., fino alle tecnologie di identificazione esottoscrizione, che consentono la dematerializzazione deicontratti e l’abilitazione di ogni modello di workflowautorizzativo digitale.

Il “modello di B2B digitale italiano”

Nel nostro paese esiste un nitido “modello di B2Bdigitale” che vede al centro la PA, come abilitatore efacilitatore nella diffusione della digitalizzazione neiprocessi amministrativi. Questo modello prevedeun’infrastruttura composta da NSO per la gestione degliOrdini, SDI per le Fatture, il sistema SIOPE+ permonitorare i pagamenti pubblici e la possibilità diconsultare su PCC tutto quanto gestito via NSO, SDI epresente in SIOPE+. A sostegno, giocano un ruolofondamentale anche le Banche Dati nazionali:Amministrazioni, Contratti, Operatori Economici, ecc.(oggi “work in progress”). Manca, per ora, un modellonormato per la gestione telematica dei DDT, ma potrebbeforse derivare dall’esito della convergenza tral’infrastruttura italiana e il progetto PEPPOL.Il “disegno” è chiaro. La sua attuazione, per risultarealtrettanto “lineare” richiede però ancora del lavoro,oltre che sulle Banche Dati nazionali, sulle esigenzeinformative e di processo che costituiscono la linfa vitaledei diversi settori. E’ però proprio nella consapevolezzache la digitalizzazione richiede semplificazione, e quindicomprensione piena dei processi e attenzione allepeculiarità, che riveste un ruolo centrale la governancecontinua e consapevole per l’attuazione del “modellodigitale italiano”.

L’importanza della governance per orientarela trasformazione digitale nelle relazioni diBusiness

Tipicamente un’impresa che decide di digitalizzare ilproprio ciclo dell’Ordine parte... dall’Ordine. O, ancorameglio, dalla condivisione di anagrafiche (icosiddetti master data), che consentono, poi, in cascata, diaffrontare, facendo leva sul quanto già condiviso, Ordini,DDT, Fatture e Pagamenti. Anche i progetti Europei hannoavuto una genesi analoga e coprono nativamente l’interopercorso partendo dalla condivisione degli standard. Nelpercorso di creazione del “modello di B2B digitale

pagina 10 / 27

Page 11: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

italiano”, invece, si è partiti dal fondo: per fronteggiarel’urgenza nei ritardi sui tempi di pagamento, è statalanciata PCC. In seguito, è arrivata la FatturazioneElettronica, che ha richiesto di apportare modifiche su PCC.Poi si è passati all’Ordine Elettronico, che naturalmente harichiesto di apportare modifiche in Fattura (per riportare icampi obbligatori presenti nell’Ordine). Ragionevolmente,quando si arriverà a lavorare sui DDT, occorrerà introdurreulteriori modifiche di adattamento, probabilmente a Ordini,Fatture e PCC. Questo semplice esempio richiama l’importanza di avere, oltre che una visione chiara cuitendere, anche una chiara capacità e continuità digovernance sull’intero processo, che è unico e concatenadiverse fasi (ciascuna delle quali con caratteristiche diprocesso ed esigenze non trascurabili) e richiede a montesolide e stabili Banche Dati. Onde evitare che scelte efficaci“localmente” (per esempio, per gestire un singolodocumento) diventino vincoli nella prospettiva dell’intero“processo di Fatturazione Elettronica”, il governodell’innovazione normativa su questo fronte vanecessariamente garantito con compattezza e continuità diazione. Gli strumenti da usare possono essere quelli giàintrodotti per accompagnare l’avvento della FatturaElettronica: la condivisione aperta, il confronto con espertie le fasi di test. A questi, va poi aggiunta anche laconsapevolezza che Ordini e documenti di Consegna sonodocumenti meno formalizzati rispetto alle Fatture e sonointerpretati in modo anche molto diverso, settore persettore.

pagina 11 / 27

Page 12: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Sanzioni milionarie: tra ragionevolezza e dissuasività

di Enrico Pelino, avvocato esperto in protezione dei datipersonali e diritto dell’informatica

Si è improvvisamente rotto l’incantesimo di un’attesa chedurava da mesi: le prime ordinanze-ingiunzioni “di peso”emesse Garante per la protezione dei dati personali sonostate pubblicate a fine gennaio 2020 sul sito istituzionale.Permettono già delle riflessioni compiute sull’orientamentosanzionatorio dell’Autorità in epoca GDPR? Forse nonancora del tutto, sono però una convincente base dipartenza. Del resto, l’estensione e il dettaglio deiprovvedimenti fanno intravvedere le linee di tendenzache il Garante ha evidentemente impostato rispetto auna serie di temi decisivi: come considerare gli obblighidel titolare del trattamento rispetto alla sua filiera, comeinquadrare o non inquadrare le violazioni normativeall’interno di una più profonda patologia del trattamento,taglio applicativo da dare al cumulo giuridico ai sensi delparagrafo terzo dell’art. 83, bilanciamento tra aggravanti eattenuanti (ancorché non ancora espresso in termininumerici).Sono in effetti svariate le piste di lettura che già si apronoall’interprete, inclusa quella – giuridicamente assaistimolante – dei possibili motivi di impugnazione. Ma nonsono questi i temi della nostra breve riflessione, né cisarebbe lo spazio.

Concentriamoci allora sull’elemento di maggioresuggestione, quello che l’interprete cerca – possiamoesserne sicuri – prima ancora di addentrarsi nella geometriadella motivazione: l’importo finale comminato altrasgressore.Complessivamente, 11,5 milioni di euro (8,5 + 3 per laprecisione) nelle due ordinanze-ingiunzioni nei confronti diEni Gas e Luce (di seguito EGL) e ben 27,8 milioni di euronei confronti di TIM. Sono vette che colpiscono, anche percontrasto rispetto alla gestione pre-GDPR.

E con ciò ci collochiamo entro l’area “mittel-europea”

Con questi provvedimenti il nostro Garante mostra diallinearsi alle autorità di controllo “mittel-europee”. Sirammenterà ad esempio la sanzione di 14,5 milionicomminata alla società Deutsche Wohnen SE dalla BerlinBeauftragte für Datenschutz und Informationsfreiheit nelnovembre 2019, quella da 9,55 milioni dell’Autoritàfederale contro l’Internet provider 1&1 nel dicembre equella da 18 milioni della DPA austriaca nei confronti diÖsterreichische Post AG in ottobre. In definitiva, l’unità dimisura è diventata la decina di milioni, quantomeno sulfronte più avanzato della responsabilità amministrativa,

mentre verso il basso le sanzioni possono risultare assai piùcontenute, fino sfumare in quelle dell’ordine di alcunemigliaia di euro, secondo una scala granulare articolata (cfr.es. i 10.000 euro comminati dall’autorità federale tedescaalla società Rapidata GmbH, 10.000 euro inflitti dalGarante italiano al comune di Francavilla Fontana). L’escursione dunque tra minimi e massimi applicatiappare marcata e ampia.

Sarebbe certo improprio istituire classifiche, specie nellafase attuale e tenuto conto della disomogeneità economicadei soggetti sanzionati e delle circostanze, non di meno puòessere tentato un primo e del tutto provvisorio quadro dimassima sulle macrotendenze in atto, utile del resto anchein termini scientifici. A dispetto della desiderabilecompattezza applicativa del Regolamento, emerge infattiuna chiara disomogeneità tra i vari Stati membri o permeglio dire tra raggruppamenti di Stati membri. Questaquantomeno è la situazione osservabile oggi, mentre ci siavvia al secondo giro di boa della normativa.

Alla sinistra geografica dell’area mittel-europea, sidelinea un’area “latina” (Italia esclusa), al momentotemperata in termini applicativi, con massimi contenutianche a fronte di violazioni gravissime (es. accesso ai datidei pazienti attraverso falsi profili in un ospedale pubblico,sanzionato per 400.000 euro da parte dell’autorità dicontrollo portoghese). Appare al momento unaccorciamento notevole dello scarto tra le sanzioni minimee quelle elevate (cfr. es. AEPD: dai 1.500 euro comminati aCafetería Nagasaki per videosorveglianza illecita ai 75.000nei confronti di Vodafone per violazione degli artt. 5 e 6GDPR). Fa qui, ma solo apparentemente, eccezione lasanzione di 50 milioni di euro comminata dal CNIL aGoogle LLC il 21 gennaio 2019.

Seguono, al ribasso, i settori orientale e baltico-scandinavo, che registrano importi decisamente modesti invalori assoluti.

Una considerazione a parte invece riguarda il Regno Unito,indipendente anche sotto questo profilo. Qui l’ICO hacomminato nel 2019 sanzioni assolutamente svettanti sulresto dell’Unione: 99 milioni di sterline (oltre 117 milionidi euro al cambio attuale) alla catena di hotel MarriottInternational, e ben 183 milioni di sterline (oltre 218milioni di euro al cambio attuale) nei confronti di BritishAirways.

Non è da escludere che tale, evidente, difformità di livellisanzionatori, cui si accompagna una difformità di rischiogiuridico, possa alla lunga entrare nel novero dei fattori cheincideranno sulla scelta del luogo di stabilimento delle

pagina 12 / 27

Page 13: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

imprese, una sorta di “shopping” delle autorità di controllopotremmo chiamarlo, specie in considerazione del fatto chele sanzioni, pur non ancora realmente dissuasive (a nessunalatitudine), possono ben diventarlo se ripetute nel tempo.

Da importi assoluti a importi relativi alfatturato: una prospettiva virtuosa

Una forte escursione sanzionatoria tra minimi e massimipraticati, come quella che si osserva oggi appunto nelgruppo degli Stati centrali dell’Unione, introduce a benvedere ragionevolezza ed equilibrio nel sistema.

Siamo infatti abituati a porci rispetto alle violazioniamministrative in termini di valori numerici assoluti, ma sitratta di una prospettiva immotivata e assolutamentepenalizzante per le piccole e medie imprese. Ancor piùrispetto a professionisti e artigiani. I 27,8 milioni di euroingiunti a TIM, che di primo acchito colpisconol’osservatore, corrispondono a ben vedere ad appena lo0,2% del fatturato mondiale annuo dell’ultimo eserciziodella società, a fronte di violazioni estesissime elucrative. La stessa percentuale dello 0,2% appareapplicata nella sanzione di 8,5 milioni a EGL, e quil’interprete può cominciare a scorgere l’indizio di unacostante del Garante, se si tiene conto che nelle due ipotesisono stati contestati svariati illeciti ai sensi dell’art. 83.3GDPR, punibili con un massimo edittale fino al 4% delfatturato. Ci dirà il futuro se lo 0,2% sarà la lineapercentuale seguita dall’Autorità, almeno in prima battuta,di certo non nuocerà in sede di eventuali opposizioni dareprova di una certa regolarità applicativa e dunque di unaprevedibilità sanzionatoria.

Ma veniamo al tema centrale che qui ci interessa: lesanzioni in commento sono veramente dissuasive? Per unrapido confronto, se si applicasse la stessa percentualedello 0,2% a un professionista soggetto al regimeforfettario, con un fatturato diciamo di 65.000euro/anno, l’importo applicato risulterebbe di appena130 euro, dimezzabile a 65 euro ai sensi del comma 8dell’art. 166 Cod. priv. in virtù dell’istituto del pagamentoin misura ridotta consentito dalla normativa di settore.

Esaminata la questione sotto questa luce, appare inveroassolutamente irragionevole punire con maggioreseverità il piccolo rispetto al grande, ingiungendo inipotesi al primo migliaia di euro, anche in considerazioneche i soggetti di massa economica rilevante svolgonotrattamenti di incidenza nazionale, sono dotati di mezzieconomici ragguardevoli (diciamo anzi neppurelontanamente paragonabili a quelli della polverizzatamoltitudine dei piccolissimi operatori economici) e sonoallo stesso tempo onerati da costi di compliance chepercentualmente incidono in maniera nettamente minore

(diciamo anche qui: neppure comparabile) sul bugdetcomplessivo a disposizione. In alternativa, per non renderedel tutto inefficaci le sanzioni ai piccoli, non appareirrealistico valutare un proporzionale incremento di quelleai grandi.

Qui il giurista tende a evocare la clausola diragionevolezza, che, lo sappiamo, costituisce ben più cheun’esigenza morale, è anzi uno principi immanenti etrasversali dell’ordinamento: non può essere ignorato ecertamente non può essere interpretato a svantaggio delleparti economicamente più fragili. Il tema richiama quellodell’obiettivo della sanzione, argomento ampio ma certonon riducibile a un brutale “fare cassa” quantopiuttosto e più propriamente a un correggere ex post e auno scoraggiare ex ante condotte divergenti rispettoall’obiettivo del legislatore. La ragionevolezza imponealmeno proporzionalità rispetto ai mezzi economici deltrasgressore, se non addirittura l’applicazione di aliquotepiù severe a chi dispone di mezzi più ampi. Certo nonl’inverso.

Del resto, il primo paragrafo dell’articolo 83 GPDRrichiama proprio il criterio della proporzione: le sanzionidevono essere “effettive, proporzionate e dissuasive”.Proporzionate rispetto a che cosa? Certamente allecircostanze concrete, dunque per esempio alla gravità eampiezza delle violazioni, secondo gli elementi soggettivi eoggettivi enunciati al paragrafo 2, ma anche – sia permessoipotizzarlo – rispetto alle condizioni economiche delcontravventore, se è vero, come è vero, che queste ultimesono altrove espressamente richiamate nel Regolamento.Del resto, non è un caso che nei considerando si facciaespresso riferimento alla situazione economica deltrasgressore e al livello generale di reddito nello Statomembro e che, per le persone fisiche, il legislatore abbiaprevisto anche l’istituto dell’ammonimento.

pagina 13 / 27

Page 14: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Sanzioni effettivamente dissuasive?

Torniamo perciò all’argomento di questo breveragionamento e veniamo all’altra coppia di termini:effettive e dissuasive. Ebbene, se 130 euro riducibili a 65non appaiono nella percezione comune forti argomenti nelladirezione dell’effettività e della dissuasione rispetto alpiccolo professionista perché mai gli importi milionarisopra ricordati, calcolati nella stessa percentuale dello0,2%, dovrebbero esserlo per la grande impresa? Nonpotrebbe risultare tutto sommato ancora conveniente alle blue chip mettere a bilancio il rischio sanzione e continuarecon il business lucroso della violazione sistematica?

Guardare solo la partita negativa rappresentata dallasanzione senza cogliere quella positiva del profittocollegato all’infrazione normativa vuol dire non averechiaro il mercato di cui si sta ragionando. Questo valeovviamente, anzi vale in misura esponenziale, anche per iprotagonisti dell’era dei "Big Data". Per questa ragione i 50milioni comminati dal CNIL a Google, per pubblicitàcomportamentale (praticamente il suo core business),appaiono un incentivo piuttosto che una sanzione.

Sia come sia, si apprezza finalmente lo scarto culturaleintrodotto dal Regolamento: cominciamo a ragionare – eil cambio di prospettiva è spiazzante – in termini dirapporto con il fatturato. Nel sistema nazionale previgentequesta istanza era solo accennata, ma resa inefficace dalimitazioni che la rendevano impraticabile in concreto. Sipensi al vecchio art. 164-bis, comma 4 Cod. priv., chepermetteva di quadruplicare la sanzione “in ragione dellecondizioni economiche del contravventore”: quadruplicaresi è tradotto nel consegnare all’Autorità di controlloun’arma giocattolo.

Interessante, da ultimo, ma qui non c’è purtroppo spazioper espandere ulteriormente il ragionamento, la tendenzaencomiabile del nostro Garante ad applicare un criterioproporzionale al fatturato anche rispetto a importi inferioria quelli assoluti di 10 e 20 milioni previsti dai paragrafi 4 e5 del Regolamento. Sembra una banalità, non lo è. Siapprezza qui, credo, una scelta di fondo ben precisadell’Autorità, di notevole interesse.

pagina 14 / 27

Page 16: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

Riscaldamento globale e tecnologia: ecco cosa possiamo fare per ridurre facilmente le emissioni di CO2

di Andrea Millozzi, Blogger & Maker, HiTech Lover

In occasione del congresso annuale del Gruppo di lavoroGovernance Digitale di Anorc Mercato e AnorcProfessioni, organizzato a Roma, a cui ho partecipato dauditore, si è parlato tra le altre cose dell'impatto dellatecnologia sull'ambiente. Quelle che seguono sono alcuneconsiderazioni scaturite dal dibattito.

Dedicato alla memoria di Giovanni Buttarelli, ex Garanteeuropeo per la protezione dei dati, scomparso lo scorso 20agosto, si è svolto nei mesi scorsi l'incontro di alcuni tra imaggiori esperti di settore e i rappresentanti di istituzioni ePA, in occasione del congresso annuale del Gruppo dilavoro Governance Digitale di Anorc Mercato e AnorcProfessioni, organizzato a Roma, presso la sede di Bancad’Italia. Tema al centro del congresso era la Governancedigitale e la Custodia del Patrimonio informativo pubblico:l'occasione ha permesso di fare il punto sulle novità inmateria di digitalizzazione, sull’impulso all’attuazionedell’Agenda Digitale (soprattutto alla luce del neonatoDipartimento per la Trasformazione Digitale),sull’applicazione del Regolamento europeo sulla privacy.

L'evento ha visto anche la partecipazione del Ministro perl’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, PaolaPisano, che è intervenuta sulle diverse questioni al centrodel dibattito. Tra le varie tematiche di cui si è discusso, unain particolare credo sia meritevole di attenzione da parte ditutti: l'impatto della tecnologia sull'ambiente.

Emissioni di CO2, effetto serra eriscaldamento climatico globale

Durante il 2019, anche grazie all'impegno e alladeterminazione della giovanissima Greta Thunberg, leproblematiche legate al cambiamento climatico sonodivenute sempre più evidenti anche al grande pubblico e,soprattutto nei paesi economicamente avanzati, si è venutaa creare una maggiore sensibilità sull’argomento. Anchese il parere della comunità scientifica sul tema delriscaldamento globale sembra non essere unanime, ècomunque un dato di fatto che un mutamento dellecondizioni climatiche esiste, dimostrato anche dallenumerose notizie (allarmanti) che si susseguono ognigiorno, come questa del 7 febbraio scorso: "Temperaturarecord in Antartide: +18,3°C. È la più alta mai registrata"[1].

Determinante, nel cambiamento climatico, sembrerebbeessere l’incremento delle emissioni di CO2, indicato comeuno dei maggiori responsabili dei gas serra nell’atmosfera.

La CO2 (anidride carbonica, o biossido di carbonio) è ungas inerte, inodore ed incolore, naturalmente presente inatmosfera in concentrazioni limitate. Una volta generata(tramite respirazione cellulare, combustione odecomposizione delle molecole organiche), la CO2 sidiffonde nell'atmosfera, dove permane per lungo tempo,contribuendo all’effetto serra naturale.

Di per sé, l'effetto serra, è un fenomeno "utile", visto che ègrazie ad esso che le condizioni termiche restano idoneealla nascita ed al mantenimento della vita terrestre. Unasorta di "coperta naturale", insomma, che grazie ad uncomplesso bilancio termico, mantiene una temperaturarelativamente omogenea e costante su tutta la crostaterrestre. Il problema è che questo equilibrio naturale èmesso a repentaglio dal massiccio uso di energia(derivante dai combustibili fossili), che adoperiamonell'ambito industriale, dei trasporti ma anche nelmondo digitale, vista la notevole quantità di elettricitànecessaria per mantenere accesi e operativi, i data centerutilizzati dalle aziende per fornirci i servizi che chiediamoogni giorno e che ci sono ormai indispensabili.

Purtroppo la situazione sembra sia diventata talmentecritica tanto che gli scienziati ci mettono in guardia [2]:saremmo pericolosamente prossimi al limite diconcentrazione atmosferica di CO2 per poter limitarel'incremento di temperatura sotto i 2 °C (e quindi sperare ineffetti non disastrosi dei cambiamenti climatici). Motivoper cui in buona parte dei report climatici odierni, sonopresenti proprio i valori delle emissioni di CO2 generatidalle varie attività umane: ecco perché le principalipolitiche ambientali europee vertono proprio sulla riduzionedell’impronta di carbonio emessa annualmente dai singoliStati.

Giovanni Buttarelli e il suo manifesto per ilfuturo della privacy: se applicato, aiuta anchel’ambiente!

In tal senso, nel suo "Manifesto per il futuro della privacyin Europa" [3], il compianto Giovanni Buttarelli, ha inseritoun passaggio molto interessante, affermando che laprotezione del dato, se applicata a dovere, può servireanche... a tutelare l'ambiente!

«L’uso e consumo intensivo di video, intelligenzaartificiale, internet delle cose e smart device divario tiporaddoppierà il consumo di energia nei prossimi quattroanni. Non dimenticando anche l'alto consumo energeticodella blockchain, i soli servizi digitali incideranno per il10% sui consumi complessivi nei prossimi anni. A ciò si

pagina 16 / 27

Page 17: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

aggiunga che computer e smartphone vivono in media daidue ai quattro anni, sono difficilmente riciclabili e sonoprogettati in modo da preferire una loro sostituzionepiuttosto che una riparazione. L’applicazione del principiodel GDPR della minimizzazione dei dati, secondo cuidevono essere trattati e conservati solo i dati necessari, euna maggior condivisione degli stessi per motivi di ricercae per perseguire un interesse pubblico porterebbero sia aun minor consumo sia aiuterebbero a usare queste stessetecnologie per ridurre ulteriormente l’inquinamento».

Il messaggio è chiaro e inequivocabile: l'innovazione, segestita male, può danneggiare l'ambiente. Anche perquesto quindi è importante applicare le logiche delGDPR, perché è comunque un modo, seppur inusuale,per tutelarlo.

Pochi byte possono fare la differenza e ridurrel'impatto ambientale

Proprio in questi giorni lo sviluppatore indipendente Dannyvan Kooten ha pubblicato un interessante articolo [4] in cuisegnala un altro modo, per così dire, "alternativo", perevitare di inquinare e preservare l'ambiente: visto che, inmodo indiretto, anche Internet è responsabile di numeroseemissioni di gas serra, il suggerimento, rivolto aiprogrammatori e ai Web developer maggiormente sensibiliall’argomento, è quello di mettere in atto delle soluzioniper ridurre i consumi energetici, partendo dallaprogettazione green delle proprie Web App."Ho trascorso l'ultimo mese a cercare di ridurre l'improntadi carbonio dei siti Web sui quali ho il controllo. Quandone parlo con altre persone, spesso mi guardanoinespressivamente prima di chiedere 'Ma non staiesagerando?'. La semplice risposta è no. In effetti, èprobabilmente l'uso più efficace del mio tempo quando sitratta di ridurre le emissioni di anidride carbonica." Cosìscrive Danny van Kooten sul suo blog, e prosegue: "Lascorsa settimana ho ottimizzato i consumi energetici delmio progetto Mailchimp su WordPress tramite la rimozionedi un file Javascript di 20Kbyte. [Secondo le mie stime] talimodifiche mi hanno permesso di eliminare l’emissione di59.000 Kg di CO2 al mese".

Si tratta di un risultato notevole, per rendere meglio l’idea59.000 Kg di CO2 sono paragonabili ai gas serra emessi da5 voli da Amsterdam a New York [5] oppure allaproduzione di 118Kg di carne bovina [6]. In definitiva, se iWeb developer stessero più attenti alle scelte checompiono nella creazione dei loro siti e Web App, sipotrebbero ottenere minori consumi energetici e quindiminori emissioni di CO2 nell'atmosfera [7]. In buonasostanza Kooten sottolinea come sia relativamente sempliceridurre i consumi energetici dei singoli portali [6] e invitagli sviluppatori Web a fare la loro parte per contrastare il

cambiamento climatico. In un mondo dove i dati digitali lafanno da padrone, riuscire a contenere il più possibile iconsumi adottando semplicemente migliori pratiche diprogrammazione, è un atto rivoluzionario e necessario.Oltretutto, in ambito professionale, è da tener presente chein alcuni tipi di relazioni B2B o con le PubblicheAmministrazioni la certificazione tecnica di impattoambientale, può essere un requisito importante, chegarantisce rigore ed autorevolezza alle valutazioni anche invista della partecipazione a bandi e gare d'appaltopubbliche.

Con un semplice gesto anche noi possiamo farela nostra parte

Nonostante i problemi legati all'ambiente non siano difacile soluzione e richiedano notevoli sforzi da parte deigoverni mondiali, quanto detto finora ci è comunque diinsegnamento e di ispirazione: se "la rimozione di un file di20Kbyte", come sembra, permette di ridurre drasticamentele emissioni di CO2 in atmosfera, allora forse anche noipossiamo fare la nostra parte molto facilmente. Adesempio, se decidessimo di essere più oculati con l'invio difoto e video, che non pesano pochi KByte, ma molto di più(nell'ordine dei Mega Byte, 1MB = 1.000.000 Byte), consforzo nullo, potremmo contribuire ad inquinare moltomeno, sia l'ambiente virtuale che quello reale. Seguendo lostesso principio, quando inviamo file a qualcuno, è sempremeglio compattarli con un programma di compressione, inmodo da diminuirne le dimensioni.

Oltre all'ambiente però, facciamo attenzione anche allasicurezza: evitiamo assolutamente di inviare documentiimportanti, compresi contratti, documenti di identità esimili, per email o peggio attraverso le varie App dimessaggistica come Whatsapp, Messenger, ecc. Se proprionon possiamo farne a meno, raggruppiamoli sempre in ununico file compresso e applichiamo una password forte (piùcaratteri usiamo, meglio è!), che ovviamente nonscriveremo nel testo del messaggio inviato, ma chesuggeriremo a voce al nostro interlocutore. Anche se può

pagina 17 / 27

Page 18: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

sembrare una scocciatura, gli esperti consigliano sempremolta cautela visto che le App, specialmente quelle dimessaggistica e quelle più rinomate, sono le più attaccatedagli hacker, proprio perché sanno bene che le persone,cercando la comodità, tendono a non rispettare le buonepratiche di sicurezza, mettendo così a rischio le proprieinformazioni che, una volta carpite, vengono sfruttate permettere in atto azioni truffaldine.

Oltretutto, se ci teniamo alla privacy, è utile sapere cheoramai è appurato: tutto ciò che inviamo nel Web odepositiamo nel Cloud, viene monitorato, scansito einterpretato da Intelligenze Artificiali in grado di "violare"qualsiasi tipo di contenuto, non adeguatamente protetto. Unottimo programma Open Source (quindi gratuito),comodamente portabile in una chiavetta USB, checomprime e scomprime i file in diversi modi, è 7-Zip chetrovate a questo indirizzo.

Dalle ultime notizie sul riscaldamento globale, pare che iltempo a nostra disposizione per invertire la rotta sia sempremeno, quindi non chiediamoci cosa può fare il mondo persalvare il Pianeta, piuttosto domandiamoci cosa possiamofare noi per essere determinanti ogni giorno: e comeabbiamo visto, a volte basta davvero solo un minimo divolontà.

[1] huffingtonpost.it - 07/02/2020 - "Temperatura record in Antartide:+18,3°C. È la più alta mai registrata" https://www.huffingtonpost.it/entry/temperatura-record-in-antartide-183degc-e-la-piu-alta-mai-

registrata_it_5e3d8c5ec5b6bb0ffc10092a[2] ilmattino.it - 15/01/2020 - Ultimi 5 anni i più caldi dal 1880. Nasa eNoaa: «2019 al secondo posto dopo il 2016» https://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca/riscaldamento_globale_temperature_alte_caldo_ultime_no

tizie_oggi_15_gennaio_2020-4985286.html[3] Giovanni Buttarelli - "Manifesto per il futuro della privacy in Europa" -da «Privacy 2030: a New vision for Europe»

https://iapp.org/media/pdf/resource_center/giovanni_manifesto.pdf

[4] Danny van Kooten - "CO2 emissions on the Web"[5] Emissioni: 679 Kg di CO2 per volo

https://www.costtotravel.com/flight/from-new-york-to-amsterdam[6] emissioni: 25 Kg di CO2 per Kg di carne bovina

https://eprints.lancs.ac.uk/79432/4/1_s2.0_S0959652616303584_main.pdf[7] Chiunque può vedere l'impatto in termini di CO2 generata da qualsiasisito Web partendo da questo utile servizio:https://www.websitecarbon.com

pagina 18 / 27

Page 19: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Link: https://www.anorc.eu/anorc/quality-tag-anorc

Richiedi l’iter di verifica dei tuoi processi di governance e ottieni il Quality Tag ANORC

Page 20: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Mercato

Link: https://www.anorc.eu/

Da oltre 10 anni rappresentiamo i bisogni di società, enti pubblici, professionisti ed esperti del settore della digitalizzazione e della privacy.

Page 21: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

ANORC Sicilia: intervista a Davide Maniscalco

Intervista a Davide Maniscalco, Avvocato - Coordinatoreregionale della Sicilia e Referente territoriale in ambitoprivacy per la provincia di Palermo

Presidiare il territorio: qual è l’importanza in un contestoassociativo esteso a livello nazionale?

D: Il presidio territoriale in un contesto associativo è la piùefficace e funzionale risposta alla sempre più avvertitaesigenza di sviluppo di corpi intermedi capaci di acquisireconsenso legittimante e rappresentatività per formare,qualificare ed indirizzare la società civile, i professionisti edi cosiddetti decision makers in settori strategici perl’economia nazionale.

Tastando il polso della Regione Siciliana quali sono a suoavviso le priorità da raggiungere in ambito didigitalizzazione e privacy nel 2020?

D: La Sicilia rappresenta un'importante sfida nella nuovaeconomia data driven. In questo scenario, la Sicilia siattesta a diventare (in parte lo è già) la regionemaggiormente infrastrutturata sul piano digitalenell’area mediterranea con una connettività su bandalarga che ha la percentuale più alta (quasi il 90% - fonte I-Com) rispetto alle altre regioni d’Italia. È notorio a talproposito che la Sicilia si è dotata di un Data Center dirilievo continentale e dei relativi sistemi di disasterrecovery e di cloud computing ed è posta al centro di unostraordinario sistema di backbones landing points ed èconnessa ai cavi sottomarini più importanti del sud-Europa.Tuttavia, se dal punto di vista tecnico la connettività abanda larga è assicurata dalla presenza già concreta di unapiattaforma abilitante, non è altrettanto sviluppata unacultura digitale orientata alla creazione nei vari settoridell’economia regionale (e-healt, smart infrastructures,etc. ...) di end points dell’IoT che possono sfruttarne almassimo le potenzialità.È per questo che tra le principali priorità individuabilinell’agenda regionale non può non esserci la promozionead ogni livello delle digital skills per favorire una crescitaequilibrata dell’ecosistema digitale.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

D: La forte passione per le nuove tecnologie e, in generale,per l’innovazione digitale da intendersi come volano disviluppo dell’economia e come opportunità imperdibile digovernare il progresso senza subirlo, con laconsapevolezza delle forti responsabilità, anche etiche, daassumere nel governo del cambiamento.

Quali sono gli obiettivi che intende conseguire entro il2020 per la crescita dell’Associazione?

D: Obiettivo prioritario e sfidante è quello di consolidareterritorialmente l’Associazione per farla diventare uncorpo intermedio di riferimento ed interlocuzione delleamministrazioni locali, professionisti, mondo accademicoed ordini professionali, attraverso momenti di confronto ecollaborazione nel contesto di una partnershippubblico/privato efficace e di successo.

pagina 21 / 27

Page 22: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

ANORC Puglia: intervista a Luigi Foglia

Intervista a Luigi Foglia, Avvocato - consulente StudioLegale Lisi, Coordinatore regionale della Puglia eSegretario Generale ad interim di ANORC

Presidiare il territorio: qual è l’importanza in un contestoassociativo esteso a livello nazionale?

L: ANORC da sempre raccoglie e mette a confronto chiopera nel digitale. Con l’aumentare della penetrazione delladigitalizzazione nei nostri territori occorre capillarizzaregli sforzi per permettere un confronto sempre più efficace eproattivo a qualsiasi livello. Se è vero che ladigitalizzazione doveva partire dall’alto, con normespecifiche e con una visione d’insieme del nostro sistemapaese “digitale”, ora tocca ai territori cercare didiffondere capillarmente la cultura digitale e completare larivoluzione in atto con un’azione e una spinta che, semprepiù dal basso, aumenti la domanda pubblica e privata didigitale. ANORC, che riunisce esperienze pubbliche eprivate al suo interno, può e deve diventare fulcrodell'innovazione digitale sul territorio.

Tastando il polso della Regione Puglia quali sono a suoavviso le priorità da raggiungere in ambito didigitalizzazione e privacy nel 2020?

L: Occorre unire le forze tra chi, in Puglia, lavora da temposul digitale per poter incentivare e potenziare ulteriormentei servizi digitali. Se l’FSE, ad esempio, è statocorrettamente implementato nella mia regione, molti ancoranon lo conoscono e non riescono ad alimentarlo eutilizzarlo in maniera corretta. Diventa,quindi, indispensabile aumentare la cultura digitale atutti i livelli per far sì che gli sforzi fatti da pochi possanorestituire risultati che siano da sprone e da traino per tantealte innovazioni digitali pubbliche e private.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

L: Mi occupo ormai di digitale su tutto il territorio italianoda 15 anni e vedo tantissime concrete e interessantiesperienze di innovazione digitale. Vorrei che anche qui inPuglia, regione in cui vivo da venti anni, ci sia sempre piùla possibilità di riconoscere e far conoscere le buonepratiche digitali e che gli operatori del settore, pubblici eprivati, possano confrontarsi e unire le forze per diffonderesempre più la cultura digitale sul territorio.

Quali sono gli obiettivi che intende conseguire entro il2020 per la crescita dell’Associazione?

L: Stiamo ancora valutando le diverse azioni daintraprendere, ma la strada maestra è ormai disegnata:occorre supportare la PA e le imprese che investono neldigitale, creando un circolo virtuoso che riesca a farpercepire a tutti le opportunità e i vantaggi dell'innovazione.Tra le azioni più urgenti da intraprendere, rientracertamente l'attivazione di occasioni di confronto tratecnici e professionisti del territorio, anche attraversol’organizzazione di eventi. L'apertura di un dialogo,semplice e immediato sull'innovazione, costituiscecertamente il principale obiettivo da perseguire sulterritorio.

pagina 22 / 27

Page 23: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

ANORC Emilia-Romagna: intervista a Mara Mucci

Intervista a Mara Mucci - Segretario Generale di ANORCProfessioni

Presidiare il territorio: qual è l’importanza in un contestoassociativo esteso a livello nazionale?

M: Presidiare il territorio è, di per sé , un valore aggiuntoper un’Associazione. Significa dare fiducia agli iscritti efarli crescere attraverso il confronto tra loro ed il supportoa livello centrale. È anche un fattore di crescita indiretto perl’Associazione stessa, perché viene conosciutacapillarmente e ha l’occasione di crescere dal basso.

Tastando il polso della Regione Emilia-Romagna qualisono a suo avviso le priorità da raggiungere in ambito didigitalizzazione e privacy nel 2020?

M: Dal punto di vista delle aziende è importante farcomprendere che gli adempimenti in materia di privacy nonsono meramente burocratici. Adeguarsi alla normativainduce, da una parte, ad una riorganizzazione delle attività,dall’altra tutela l’azienda da abusi involontari-interni evolontari-esterni nel trattamento dei dati. Infine rappresentaun modo per accrescere le competenze dei dipendenti stessidell’azienda, che debbono essere continuamente aggiornati.In ambito digitalizzazione è importante spingere sullaformazione del personale sia in ambito pubblico cheprivato. In particolare, in ambito pubblico c’è tanto dafare per rispettare i diritti del cittadino sul campoamministrazione digitale.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

M: Credo nel lavoro di squadra e credo nel potenzialedell’Associazione. È importante che i presidi territorialitrovino una propria mission che porti beneficio anche alivello locale sensibilizzando, attraverso workshop specificied incontri pubblici, sui temi della privacy edigitalizzazione. Sono consapevole che questi sianoargomenti un po’ “freddi”, ma le ripercussioni inambito aziendale e pubblico sono di estremo rilievo. Senon inizieremo a curare anche questi aspetti non saremocompetitivi a livello europeo. Ricordiamoci semprel’impietosa graduatoria europea DESI, che ogni anno ciconsegna una fotografia poco lusinghiera dello stato didigitalizzazione del nostro Paese.

Quali sono gli obiettivi che intende conseguire entro il2020 per la crescita dell’Associazione?

M: Gli obiettivi sono principalmente due:

1. Costruire iniziative di networking, organizzandoeventi locali divulgativi per accrescere competenzedegli iscritti e dei partecipanti, anche facendo retecon altre associazioni di professionisti/aziendelocali.

2. Fare da pungolo sugli enti locali che non rispettanole normative in materia di agenda digitale, dal D.lgs.82/2005 - Codice dell’amministrazione digitale(CAD) al “Piano Triennale per l’informatica dellapubblica amministrazione” fino al Regolamentoeuropeo 2016/679 GDPR.

Come primo passo abbiamo lanciato l’idea di una rubricafissa che monitori il percorso di adeguamento degli attoriistituzionali in ambito privacy Ritengo che proseguire suquesti due binari possa aiutare nella crescita della nostraassociazione.

pagina 23 / 27

Page 24: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

ANORC Lombardia: intervista a Flavio Petrino

Intervista a Flavio Petrino - Coordinatore della RegioneLombardia e Professionista della Digitalizzazione ANORCProfessioni

Presidiare il territorio: qual è l’importanza in un contestoassociativo esteso a livello nazionale?

F: È importante e strettamente necessario chel’Associazione sia presente sul territorio e sensibilizziaziende e professionisti mettendo a disposizione le proprieconoscenze tecniche e normative. Credo fortemente cheANORC, mediante l’erogazione di servizi e di momenti diconfronto, possa ampliare la rete territoriale e nazionale inmodo che ogni singolo associato/sostenitore si sentaparte di un progetto e di un team con obiettivi ben precisie comuni.

Tastando il polso della Regione Lombardia quali sono asuo avviso le priorità da raggiungere in ambito didigitalizzazione e privacy nel 2020?

F: Per quanto riguarda la privacy, tematica orizzontalerispetto ai processi digitali nelle aziende, occorrerebbe diffondere la cultura legata alla protezione del datoancora prima di diffonderne la tecnologia. Ho una fortesensazione che sulla sicurezza del dato siamo piuttostofermi.Le tematiche digitali prioritarie percepite sono:

RPA (Robotic Process Automation) processi checonsentono di automatizzare le attività ripetitivepresenti nei processi aziendali. Per esempio, puòessere introdotto ed è richiesta come versione 2.0del processo di fatturazione elettronica.Digitalizzazione dei processi manifatturierisupportati anche dallo Stato con ottimi incentivi,conosciuto meglio con l’etichetta Industria 4.0 epresente in Italia da qualche anno.Business Intelligence e Business Analytics ilprocesso per analizzare i dati raccolti dalle aziende èoggi la sfida più importante in ottica business. Unapiattaforma di Business Intelligence e Analyticsdeve essere in grado di valutare e presentare lealternative a disposizione, per offrire ai managertutti gli strumenti necessari per individuare nuoveopportunità prima della concorrenza e migliorarel’efficienza aziendale.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

F: La voglia di poter contribuire alla crescita di un Paese(forse è più appropriato definirla una partenza visto che lacrescita è vicina allo zero), che ha bisogno di rigenerarsi, di

“togliersi la polvere da dosso”. Ritengo di avere moltipensieri comuni ai progetti ANORC e ai validiprofessionisti che la compongono da diversi anni. Accettola sfida!

Quali sono gli obiettivi che intende conseguire entro il2020 per la crescita dell’Associazione?

F: Nel progetto di crescita dell’Associazione, ilcoordinatore regionale deve coinvolgere, sensibilizzare ediffondere cultura digitale sul territorio sviluppando unarete di collaborazione tra professionisti e aziende, esperti econoscitori del mercato digitale. Inoltre, essere in perfettasinergia con gli altri coordinatori regionali, è utile efondamentale per confrontarsi su tematiche comuni, ma suterritori diversi. I percorsi territoriali estesi a livellonazionale porteranno senza dubbio a consolidare erafforzare la presenza e gli obiettivi dell’Associazione.

pagina 24 / 27

Page 25: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

ANORC Liguria e Piemonte: intervista a Giovanni Piccinelli

Intervista a Giovanni Piccinelli - Coordinatore dellaRegioni Liguria e Piemonte e Professionista dellaDigitalizzazione di ANORC Professioni

Presidiare il territorio: qual è l’importanza in un contestoassociativo esteso a livello nazionale?

G: L’Associazione è molto conosciuta presso gliinterlocutori istituzionali e poco a livello locale, se nonpresso i grossi player. In un contesto nazionale in cui siparla molto di digitalizzazione, gestione dei dati personali equant’altro diventa importante evidenziare e diffonderenel proprio territorio le competenze di alto livellopresenti nell’Associazione, per fornire informazionicorrette e aggiornate su tali problematiche.

Tastando il polso della Regione Piemonte e Liguria qualisono a suo avviso le priorità da raggiungere in ambito didigitalizzazione e privacy nel 2020?

G: Vi sono diverse “spinte” provenienti dall’Europa(Horizon Europe) e dall’Italia sui temi legatiall’innovazione che passano attraverso il ripensamento deiprocessi in chiave digitale con grande attenzione ai temidelle competenze necessarie, della sicurezza informaticae dell’ambiente; la priorità è non “perdere il treno” esfruttare le competenze esistenti localmente (Università,Politecnici, Imprese) per rilanciare il Nord-ovest.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

G: Sin dal primo momento, ancor prima della nascita deicoordinamenti regionali, ho iniziato a confrontarmi con ladirezione ANORC per promuovere delle iniziative a livellolocale (attraverso l'organizzazione di eventi o workshop). Ilmio intento era quello di promuovere la conoscenzadell'Associazione all'interno degli ambienti di settore. Hopresentato le proposte, condivise dai colleghi che hannosostenuto la mia candidatura. Da quel momento il miocompito è tenere fede agli impegni, un’anticipazione checomunicherò agli associati del territorio appena saràufficiale: a marzo organizzeremo un evento sulla “Firmadigitale” in collaborazione con il Club DirigentiInformatici dell’Unione Industriale; a questo è miaintenzione promuovere altre iniziative con la finalità di farconoscere ANORC e le competenze che l’Associazionepossiede.

Quali sono gli obiettivi che intende conseguire entro il2020 per la crescita dell’Associazione?

G: Diffusione a livello regionale (Piemonte e Liguria)dell’esistenza di ANORC come Associazione di grandevalore in quanto detentore di conoscenze e competenzesempre aggiornate e di alto livello, attraverso eventi ejoint-venture con altre realtà locali.

pagina 25 / 27

Page 26: Periodico trimestrale Anno V N. 1 · 2020-02-28 · Periodico trimestrale Anno V N. 1. Digitalizzazione: utopia o verità. di Edoardo Limone, ICT Specialist e docente del Mastercourse

Periodico trimestrale Anno V N. 1

ANORC Triveneto: intervista a Andrea Piccoli

Intervista a Andrea Piccoli - Coordinatore del Triveneto eProfessionista della Digitalizzazione di ANORCProfessioni

Presidiare il territorio: qual è l’importanza in un contestoassociativo esteso a livello nazionale?

A: Le imprese e pubbliche amministrazioni del territoriospesso non sono sufficientemente consapevolidell'importanza delle tematiche legate alla digitalizzazionee soffrono dei limiti delle politiche locali. L’associazioneANORC e le sue attività, come i gruppi di lavoro non sonoabbastanza conosciute e non rappresentano ancora quelpunto di scambio di competenze e conoscenze.Il coordinamento territoriale è quindi l’occasione dicostruire una rete di professionisti e aziende che copronocon i propri servizi le diverse aree di competenza che sononecessarie ad un approccio multidisciplinare alladigitalizzazione.

Tastando il polso del Triveneto quali sono a suo avviso lepriorità da raggiungere in ambito di digitalizzazione eprivacy nel 2020?

A: A livello di amministrazione territoriale manca unruolo guida del governo regionale (dove anche in ambitosanitario evidenzia una mancanza di servizi digitali aicittadini) e l’applicazione delle Linee guida del pianonazionale per la digitalizzazione. Rispetto ad altre regioni lavisione di integrazione e cooperazione tra soluzioni eservizi ai cittadini resta carente. Occorre impergnarsi perdiffondere l'azione Associativa a livello regionale, inparticolare nell'area del Triveneto ed è ciò a cui lavoreremo. Bisogna accompagnare la pubblicaamministrazione nella trasformazione del rapporto concittadini e imprese che la vede al centro, ad un modello chevede questi ultimi protagonisti di un dialogo digitalecoordinato con i servizi delle diverse pubblicheamministrazioni.

Dal punto di vista del tessuto imprenditoriale il nordest ècaratterizzato da numerose PMI molto verticali nel propriomodello di business e con capacità di investimentomisurate. Sull’applicazione del GDPR è quindi necessarioaffrontare con gli imprenditori un percorso che miri alla compliance aziendale accompagnandoli in un percorso diprogressivo miglioramento del proprio grado di attuazionedelle norme, tenendo conto dei tempi e costi, utilizzando unapproccio basato sulla valutazione dei rischi.

Cosa l’ha spinta a candidarsi?

A: Dgroove, ex Vecomp Software, è tra i soci che hanno

sostenuto e dato vita all’ associazione fino dai suoi inizi.Dopo la scomparsa di Alessandro Giachi, uno dei fondatoridell’Associazione, ho progressivamente dedicato maggiorienergie nelle diverse attività associative assumendo indiversi ruoli, tra cui quello di Rappresentante territoriale. Nel Triveneto siamo un folto gruppo di professionisti eaziende e da anni lavoriamo sui temi delladigitalizzazione e privacy. Credo che creare sinergia e unarete di competenze multidisciplinari sia il primo mandatodel mio ruolo, prerequisito per una autorevole presenza cherisvegli i temi di digitalizzazione e compliance.

Quali sono gli obiettivi che intende conseguire entro il2020 per la crescita dell’Associazione?

A: Ci siamo già riuniti un paio di volte e abbiamo fattoanche del design thinking su un possibile evento daorganizzare in primavera. Stiamo cercando di organizzareun evento che coinvolga la pubblica amministrazioneterritoriale e la porti a misurarsi con i cittadini, partendoda cosa vuol dire essere cittadini digitali nel 2020.

pagina 26 / 27