Costa Etrusca Periodico trimestrale di informazione, attualità, cultura … · 2014. 6. 7. ·...

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Anno 52 - n. 21 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno estate Periodico di informazione, attualità, cultura giugno - luglio - agosto 2014 - n. 21 - copia omaggio Foto di Francesco Masangui

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Anno 52 - n. 21 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno

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9 Editoriale di Silvia Avallone e Gianpiero Vaccaro 10 Speciale elezioni 12 Il ciclone Matteo sbaraglia tutti13 Salmastro di Giampaolo Talani14 Speciale Lucchini di Umberto Barlettani20 Da Otello, la tradizione del mangiar bene di G. Benedettini25 Delegazione croata in visita al frantoio di Tony Montero26 Fatti & persone (Spettacolo con la Galantara) 27 Fatti & persone (Masterclass con Dodi)28 Fatti & persone (La segnaletica come arte)29 Fatti & persone (Scultura del maestro Talani a Venezia)30 Livorno, città di mare e di vento di Paolo Fuligni33 “Un giorno … insieme”, vince la solidarietà 34 Le meraviglie del museo Guarnieri di Daniele Toncelli37 Diadema: la passione per il profumo di Umberto Barlettani38 I cercatori di parole di Lippi, Masetti, Ridi39 Mago Giò, il pagliaccio delle nostre strade di Luca Goerg40 Relax di Paolo Pachi41 Spigolature 42 Quel sostegno linfa vitale 43 Anfore etrusche al museo di Cittadella di Barbara Noferi44 Il turismo sessuale in rosa di Luca Goerg45 La tintarella intelligente di Riccardo Vigetti45 Alimentazione e mal di testa di Allegra Ciaponi46 Francesco Livi e le sue foto di Pierluigi Galassi48 Il “Morticino” come lo Stelvio di Franco Biegi49 Il nostro vino, volano le esportazioni di Piero Pardini52 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli54 Ferrante Rossi, una storia di successo di Luca Goerg56 In libreria di Emilio Guardavilla58 Quando c’era Berlinguer di Roberto Lampredi60 La parola ai lettori 61 Troppi silenzi sui porti di Vittore Rossi62 I naufragi nell’Arcipelago Toscano (2) di Emilio Guardavilla65 Ekon ascolta la tua energia di Giulia Lambardi

Anno 52 - n. 21giugno - luglio - agosto 2014

Periodico trimestraledi informazione,attualità, cultura

Direttore responsabileIvio Barlettani

[email protected]

Coordinatore redazionaleStefano Sanna

[email protected]

Marketing-pubblicitàUmberto Maria [email protected]

Direzione, redazione, pubblicitàCorso Italia 95 - [email protected]

Tel 0565 32843 - Fax 0565 474572334 3378121

Registrazione Tribunale Livornon. 167 in data 4/7/1962 r.s.

Sped. abb. post. 70% DCB LivornoPoste Italiane Spa

Editore e pubblicitàCosta Etrusca Comunicazione

Grafica e impaginazioneOpus Piombino

StampaCentro RotowebTivoli Terme (Roma)

Gli articoli firmatio con pseudonimo riflettono

unicamente le opinioni dell’autore

Chiuso in tipografia, 27 maggio 2014

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INSERZIONISTI:Altre Vacanze Club/Il Mondo di Nemo 31; Amplifon 4; Apritiborgo Festival 3; Aquolina Restaurant 8;Asiu 50; Assicurazione Ina Assitalia (Andrea Baroncelli Snc) 54; Assicurazione UnipolSai divisione LaFondiaria (Luca Ardenghi) 44; Assicurazione UnipolSai divisione Unipol (Lami & Bruscolini) 17;Automeccanica 47; Banca Credito Cooperativo Castagneto Carducci 67; Caffè Nanni 8; Camera diCommercio Livorno 32; Consorzio Balneare Cost Est 6; Coop Unicoop Tirreno 66; Diadema Cosmetici45; Edicola Sala Slot Agorà 16; Edicola Tabaccheria di Rita & Paolo 8; Edilcoop Fiorenzani 18; Eleonora68; Gioielleria Rosignoli 55; Grassi Arredamenti 36; Immobiliare Cristiani 58; Karma American Bar41; Lampogas Tirrena 64; L’Immobiliare del Corso 12; Marisa Gastronomia 49; Martini Professionale23; Mazzola Sport 4; Mobo Impianti 59; Park Albatros 61; Parrucchiera Stefania Carron 11; Podere TreCipressi Casa Vacanze 43; Residenza I Giunchi 2; Residenza San Giuseppe 2; Ristorante Il GaribaldiInnamorato 15; Ristorante Pizzeria La Rocchetta 13; Ristorante Pizzeria Mum and Dad 7; RistoranteOtello 34; Ristorante Zanzibar 65; Style 4; Studio Medico Libra 10; Super Casa Bucciantini 5.

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editoriale

L’editoriale di Costa Etrusca di questo numeroè affidato all’operaio Lucchini GianpieroVaccaro e alla scrittrice Silvia Avallone.

La copertina, invece, è stata realizzata dal fotoamatorepiombinese Francesco Masangui. Nessun titolo o com-mento corredano la foto già di per sé intrinseca dipathos. Lo sfondo del nostro mare blu e degli stabilimenti

incorniciano il volto affranto di un operaio Lucchinie della figlia (Gianfranco e Silvia Riparbelli) che loguarda nascondendo una vena di speranza. Lasciamola parola dunque a Vaccaro, operaio delle acciaierie ea Silvia Avallone, scrittrice bestseller legata indissolu-bilmente a Piombino e al suo Acciaio. Due punti divista diversi ma entrambi vivi e sentiti. i.b.

di Gianpiero Vaccaro*La fabbrica muore. É il si-lenzio la cosa che inquietapiù di tutto. Un silenzio ir-reale è calato sugli impiantifermi, nei capannoni desertie lungo i viali interni. Anchegli spogliatoi e le docce,al cambio turno, non rim-bombano più di vita. Seappoggio la mano sullemattonelle, mentre l'acquabollente scivola via veloce,non vibrano più della im-mensa forza che l'AFO sca-ricava sul terreno. Il cuoresta perdendo calore. Nonpulsa più. Nessun soffio,nessun boato: solo un si-lenzio opprimente rotto ditanto in tanto dal richiamodi una coppia di falchetti.Dopo cena, mentre il sole

cala dietro il Belvedere,cammino lungo il pontiledeserto per tutta la sualunghezza. Innumerevoliimmagini, episodi, voltie voci mi affollano la men-te e, in una serata di pri-mavera assolutamente cal-ma, forse la burrasca l’hodentro di me.Poco oltre il sottopassovedo una cosa che mi stu-pisce e commuove. Da unadelle ultime navi era cadutoun mezzo secchiello disemi di grano che si è spar-so sul ciglio, nel carbone.Adesso quegli stessi semi,sul pontile deserto, hannoiniziato a germogliare.Contro ogni logica, controogni pronostico.

*Operaio Lucchini

di Silvia Avallone*C’erano gli adulti, i padridi famiglia con lo zainopreparato la sera prima.C’era l’orgoglio di una vitaintera trascorsa nel giusto,il poter essere d’esempioper i propri figli. (…) L’ul-tima cosa che avrei imma-ginato era leggere sul gior-nale che Afo 4 sarebbe statoreso innocuo e sterile, forseper sempre. (…) Come sela storia, l’identità, le lotte,la dignità di migliaia dipersone potessero passaredallo stato di ciò che esistea quello di ciò che nonesiste più. (…) Ricordo un

giovane padre che con ilsorriso pieno d’orgogliomostrava al figlio di quattroanni attraverso la rete, dalontano, il carroponte sucui lavorava. Legare padrie figli, legare le epoche,legare la storia del lavoro.L’acciaio è una lega, edesige legami. Esige da noila stessa solidarietà, lo stessoimpegno, la stessa forza dichi lo produce per far sìche la storia continui. Chela storia sia vita, non so-pravvivenza appena, nonprecipizio e oblio.

*Scrittrice, autricedel bestseller Acciaio

Lucchini, l’operaio e la scrittrice

Afo 4: innocuo e sterile

Il grano germoglia nel carbone

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giugno - luglio - agosto 201410

PIOMBINO

Vince le elezioni comunaliMassimo Giuliani con il55,47%, 10332 voti. Il Pd siriconferma così alla guidadel capoluogo della Val diCornia. La lista vincitrice èsostenuta anche da Idv, Pdcie Spirito Libero. Secondo ilMovimento 5 stelle (DanielePasquinelli) 15,76%, 2934voti. Terzo Francesco Ferrari(Forza Italia, Lega Nord, LaDestra e Nuovo Psi) con il10,02%, 1868 voti. A segui-re Rifondazione Comunista(Fabrizio Callaioli) 5,78%,1077 voti; Ascolta Piombino(Riccardo Gelichi) 3,76%,700 voti; Un’altra Piombino(Marina Riccucci) 3,75%,698 voti; Svolta Popolare(Luigi Coppola) 2,91%, 542voti e L’alternativa (FabrizioPierini) lista che riunisceNuovo centro destra e il clubForza Silvio 2,54%, 475 voti.Anselmi nel 2009, alle pas-sate amministrative era sta-to eletto con il 67%.

SAN VINCENZOConquista il comune Massi-mo Bandini (Pd) con il49,87%, 2001 voti. A soste-

nerlo anche il Psi locale. A se-guire Assemblea Sanvincenzi-na (Massimo Riccucci) con il28,71%, 1152 voti; SiAmoSan Vincenzo (Luca Cosimi)con il 12,63%, 507 voti e ilMovimento 5 stelle (DavideSavioni) 8,77%, 352 voti. Nel2009 il sindaco uscente Mi-chele Biagi aveva ottenuto il60,3% dei consensi.

CAMPIGLIA MARITTIMAIl sindaco uscente RossanaSoffritti (Pd) si riconfermaprima cittadina con il50,56%, 3544 voti. La coali-zione è formata da Pd, Pdci ePsi. In seconda posizionecolpo di scena si piazza Da-niele Fioretti (Movimento 5stelle) che supera lo storicooppositore del Pd il Comunedei cittadini (Daniele Scafa-ro). 1327 voti (18,93%) per ipentastellati contro 1161 vo-ti (16,56%) di Scafaro. PoiScelta civica di centro destra(Federico Pazzaglia) 8,27%,580 voti e infine Rifondazio-ne comunista (Manrico Ga-sperini) 5,66%, 397 voti.La Soffritti nel 2009 era sali-ta al potere con il 55,3% deiconsensi elettorali.

SUVERETO

Voto shock. Primo comune incontinente della provincia incui non vince il centrosini-stra. Assemblea Popolare, li-sta civica, si afferma con il59,4 %,1135 voti. GiulianoParodi è quindi il primo citta-dino. Il Pd (Francesco Lolini)ottiene 776 voti, 40,6%. Apesare nei risultati anche lavicenda del referendum nelloscorso anno sulla fusione traSuvereto e Campiglia Maritti-ma. Motivo di lotta e di affos-samento dello storico poteredel Pd nel comune. Una

sconfitta costruita dallo stes-so partitone, ci sarà da riflet-tere in via Marco Polo.

LIVORNONella città dove è nato il Par-tito comunista italiano la si-nistra non vince al primo tur-no. È il neo per il Pd toscanoche ha vinto in tutti i capo-luoghi. Marco Ruggeri soste-nuto anche da Idv, Sel, Livor-no decide, Psi e Confrontoper Livorno ha ottenuto il40%, 34096 voti. A sfidarlol’8 giugno sarà il pentastella-

Elezioni amministrative: Parodi strappa Suvereto al Pd

Giuliani nuovo sindaco di PiombinoIl dado è tratto. Per i prossimi cinque annila mappa politica della Costa degli Etru-schi sarà quella uscita delle urne elettoralidel 25 maggio. Ha vinto subito ovunque ilPartito Democratico tranne nelle città: Li-vorno, Cecina e Follonica passano dal bal-lottaggio. Piombino unica realtà cittadinadove il Pd si conferma al primo turno. An-che a Suvereto è novità. Il primo comunedel continente a non portare al potere unagiunta targata centrosinistra ma una listacivica, Assemblea Popolare (sindaco Paro-di). Sconfitta storica in continente per lafederazione Pd Val di Cornia-isola d’Elba. Nel resto della provincia, a parte Suvereto,

nessun colpo di scena. I nomi che per iprossimi anni accompagneranno il territo-rio nel duro lavoro di dare nuove prospetti-ve sono Giuliani, Bandini e Soffritti. Tuttisindaci esponenti del vecchio zoccolo durodel partitone.A Rosignano vince Franchi a Bibbona Fede-li e a Castagneto Scarpellini. Tutti sindaciPd. All’isola d’Elba, invece, territorio non uni-forme politicamente si è votato nei comunidi Portoferraio, Marciana, Capoliveri, Cam-po nell’Elba e Rio nell’Elba. Qui hanno vin-to rispettivamente Ferrari, Bulgaresi, Bar-betti, Lambardi e De Santi.

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to Filippo Nogarin che ha ot-tenuto il 19%, 16216 voti.L’outsider delle urne è la li-sta Buongiorno Livorno (An-drea Raspanti) che diventala terza forza del capoluogoe con il 16,4%, 13973 votiha fino all’ultimo sperato diarrivare al ballottaggio al po-sto dell’M5s. Di seguito tuttigli altri partiti e movimentiche hanno concorso per il co-mune labronico e la relativapercentuale di voti ottenuti.Forza Italia (Elisa Amato Ni-cosia) 7,3%; Marcella Ama-dio sostenuta da Fratelli d’i-talia, Unione di centro e Le-ga nord 4,6%; Ncd (CostanzaVaccaro) 1,7%; Progetto perLivorno (Cristiano Toncelli)1,2%; Ugo de Carlo sostenu-to da Votare per cambiare eFare per fermare il declino1,8%; Marco Cannito soste-nuto da Dasul e Citta’ diver-sa 6,3%; Movimento cinquee cinque (Jacopo Toninelli)0,8% e Partito comunista deilavoratori (Ruggero Rognoni)0,5%.

CECINATutto rimandato all’8 giugnocon il ballottaggio. SamueleLippi (Pd e varie liste) con il42,6% dei voti non ce la fa aconquistare il comune. A sfi-darlo sarà Paolo Barabino

(Forza Italia e varie liste) cheha ottenuto il 28,8%. A se-guire Movimento 5 stelle(Stefano Antonini) 10%, Pa-mela Tovani ottiene il 14,7%(sostenuta da Cecina insie-me, Centrosinistra civico -Cecina può cambiare, Mari-na per Cecina, Uniti per Pa-lazzi e Collemazzano) e infi-ne Sel (Vincenza Zagaria)con il 3,7% dei voti.

ISOLA D’ELBAA Portoferraio torna a vince-re la destra con Mario Ferrari(40,62% - 2519 voti). Il Pdperde la poltrona di sindaco,Cosetta Pellegrini rimane alpalo con il 33,22% di con-senso, 2060 voti.Voto incontrotendenza rispetto alleeuropee dove invece ha vintoil Pd. Seguono Alessia delTorto (Cambiare in Comune)11,38%, 706 voti; Luigi La-nera 7,57%, 470 voti e Clau-dio Coscarella (M5s) 7,19%,446 voti.A Rio nell’Elba svolta stori-ca. La sinistra perde la pol-trona di sindaco e si affermaClaudio De Santi (Noi per RioCastello) con il 49,3%, 356voti. Secondo Giuseppe Co-luccia (Rio Democratico) conil 32,4%, 234 voti. UltimaNadia Mazzei (Cambiamo In-sieme) con il 18,28%, 132

voti.A Capoliveri duello tra il sin-daco uscente Ruggero Bar-betti (Capoliveri Bene Comu-ne) e Fausto Martorella (Co-struiamo il Futuro). Si ricon-ferma Barbetti che così co-mincia la sua quinta legisla-tura da primo cittadino delcomune elbano con il69,92%, 1546 voti contro il30,07% di Martorella, 665voti.A Campo nell’Elba vince Lo-renzo Lambardi (Punto e acapo) con il 62,76% dei voti.È il sindaco più giovane ditutta l’isola d’Elba con i suoi29 anni. Lo sfidante VannoSegnini si ferma a 37,24%.1793 voti contro 1064.A Marciana vittoria al femmi-nile: Anna Bulgaresi (centro-destra) vince con il 56,75%dei consensi. Lo sfidanteLiugi Logio fa il 43,24%. 744voti contro 567. Nei comuni di Porto Azzurro,Marciana Marina e Rio Mari-na non si è votato.

GLI ALTRI COMUNIDa nord. A Collesalvettitrionfa Lorenzo Bacci (Pd)con il 65,2% dei consensi.Dietro di lui a netta distanzagli altri sei movimenti.Nel comune di RosignanoMarittimo conquista la pol-

trona di primo cittadino Ales-sandro Franchi (Pd) con il54,4% dei voti. A debita di-stanza con percentuali similiM5s, lista civica di centrosi-nitra e Forza Italia. In fondoaltri quattro movimenti.Nel piccolo comune di Bibbo-na sfida a tre. Vince il Pd ca-pitanato da Massimo Fedeli(55%), poi Massimiliano Ru-go (Responsabilità civica)35,27% e Maria Cristina d’A-mato (Bibbona Futura)9,68%.A Castagneto Carducci vin-ce il Pd con il 58,42% deiconsensi, gli identici conse-guiti nelle amministrative2009. Ma questa volta cam-bio di guardia, il sindacouscente Tinti è sostituito daSandra Scarpellini. Al secon-do posto un’altra donna Lui-sa Fonzo (Insieme per Casta-gneto) con il 21,42%. Ultimi icandidati uomini: ManricoMicheletti (M5s) 10,59% eAlessandro Masoni (Sinistraper Castagneto) 9,55%.

Alle elezioni europee l’Elbasi scopre di centrosinistra.L’isola dell’arcipelago to-scano che ha sempre striz-zato l’occhio a Berlusconilascia al leader di Forza Ita-lia solo il secondo posto(23,95%). Lo tsunami Renziinfatti travolge l’isola colo-randola di un inaspettatorosso Pd. Il risultato è sto-rico: un 39% sull’intero ter-ritorio insulare, con picchidel 40% a Portoferraio, unbalzo in alto rispetto allepolitiche del 2013 del 16%.Flop del Movimento 5 stelle

sotto il 20%.Livorno. Nel capoluogo ilPd è in vetta con il 52,7%dei voti. Ben al di sottol’M5s (22,5%). Gli altri duepartiti rilevanti sono ForzaItalia (8,8%) e Lista Tsi-pras (7,2%). Poi Fratellid’Italia (2,8%), Ncd-Udc(1,8%), Lega Nord (1,8%),Verdi (1,1%), Idv (0,6%),Scelta Europea (0,4%), Io

cambio (0,1%).Cecina. In città il primo par-tito con il 52,3% dei voti è ilPd. Ben al di sotto l’M5s(17,4%).Ottima percentuale per For-za Italia (14,9%) e per Fra-telli d’Italia (4,5%). La de-stra in città tiene. Anche laLista Tsipras porta a casaun buon 4,1%. A seguire Le-ga Nord (3,1%), Ncd-Udc

(1,8%), Verdi (0,9%), Idv(0,6%), Scelta Europea(0,3%), Io cambio (0,1%).Castagneto Carducci. Nelborgo caro al poeta dei ci-pressi il Pd si afferma con il55,4% dei voti. Secondo eterzo posto rispettivamenteal Movimento 5 stelle(15,2%) e a Forza Italia(13,6%). Qua Fratelli d’Italiabatte Lista Tsipras: 4,6%contro 4,2%. Poi Lega Nord(3,1%), Ncd-Udc (2,4%), Ver-di (0,6%), Idv (0,4%), SceltaEuropea (0,3%), Io cambio(0,1%).

Europee a norddella provincia e Elba

Soffritti confermataa Campiglia.Bandini vincea San Vincenzo.Ferrari sindacoa Portoferraio

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12 giugno - luglio - agosto 2014

di Guglielmi dott.ssa Elena

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L’Immobiliare del Corso

Ciclone Matteo Renzi. Il se-gretario Pd trionfa. Renzi è ilprimo leader progressistad’Europa con più del 40% deiconsensi. Questa volta lotsunami c’è stato davvero edha un volto, quello dell’exsindaco di Firenze. In Tosca-na fa cappotto: 66,3% il suorisultato. Da solo mette in-sieme più voti di quelli som-mati fra tutte le altre liste incorsa in regione. Conquista-te anche le roccaforti delladestra toscana, in primis laVersilia e Prato. Nelle rocca-forti rosse come Piombino,Livorno, Pisa, Firenze, Gros-seto e Siena è trionfo.Beppe Grillo piange. Datonei sondaggi ad un soffio dalrottamatore viene invecedoppiato, ottenendo il 21,1%dei voti. Non è tutto, infatti,se sommati i voti delle de-stre: Forza Italia (16,8%), Le-ga Nord (6,1%), Nuovo Cen-tro Destra insieme all’Udc(4,3%) e Fratelli d’Italia(3,6%), risulterebbero loro ilsecondo partito italiano. Peril Movimento 5 stelle è un to-tale flop.Vince la Merkel. A livello eu-ropeo il primo partito è quel-lo Popolare che ha candidatocome presidente Jean-Calu-de Juncker. Tra i leader delledestre europee a festeggiaredi più è frau Merkel che conil 35,6% dei consensi in Ger-mania si conferma reginad’Europa. La sua politica del-l’austerità ha la strada spia-nata per i prossimi cinqueanni. Male Berlusconi in Ita-lia e shock totale per Sar-kozy in Francia dove a stra-vincere è Marine Le Pen.Trionfa Le Pen. Terremotoeuroscettico in Francia e

Gran Bretagna dove il FrontNational di Marine Le Pen el’Ukip di Nigel Farage vinco-no, ma l’Unione europea noncrolla. Nei risultati del Parla-mento europeo, l’ondata an-ti-Ue è meno violenta del pre-visto grazie soprattutto al ri-sultato italiano, al di là delleprevisioni. Infatti a giochi fat-ti i nuovi capi d’Europa sonola Merkel e Renzi. I vincitori. Merkel prima don-na del Ppe, Renzi primo lea-der dei Socialisti e Democra-tici europei. A loro le sorti delcontinente.Di seguito i risultati del no-stro territorio. Piombino. Pd primo partitocon il 59,6% dei voti. Votofiume che stacca triplicandoil secondo movimento citta-dino l’M5s (17,3%). Gli altridue partiti con voti di rilevan-za sono Forza Italia (9,4%) eLista Tsipras (6,2%). A segui-re Fratelli d’Italia (2,1%), Le-ga Nord (2%), Ncd-Udc(1,9%), Verdi (0,6%), Idv(0,4%), Scelta Europea(0,3%), Io cambio (0,1%).Hanno votato il 70,2% deglielettori, lievemente in calo ri-spetto all’affluenza per le eu-ropee del 2009 (75,8%) madato superiore alla media

italiana.San Vincenzo. Più della me-tà degli elettori ha scelto Pd(56,3%). Secondo Movimen-to 5 stelle (18,3%) e terzopartito Forza Italia (12,8%).Bene anche Lista Tsipras(4,6%). Poi Fratelli d’Italia(2,4%), Lega Nord (2,3%),Ncd-Udc (1,3%), Verdi (1%),Idv (0,5%), Scelta Europea(0,3%), Io cambio (0,1%).Affluenza alta con il 74%,nelle passate elezioni euro-pee fu dell’82,8%.Campiglia Marittima. Il Pdvola al 58,6% dei consensi.Movimento 5 stelle ottiene il17,9%. A seguire Forza Italia(11,7%) e Lista Tsipras(4,2%). Poi Fratelli d’Italia(2,3%), Lega Nord (2,1%),Ncd-Udc (1,5%), Verdi(0,8%), Idv (0,4%), Scelta Eu-ropea (0,2%), Io cambio(0,1%).Affluenza al 71,1% degliaventi diritto, scorse euro-pee del 2009 fu del 78,3%.Suvereto. Pd stacca di moltogli altri concorrenti alle ele-zioni europee con il 57,6%.Secondo Movimento 5 stelle(19,6%) e terzo Forza Italia(8,3%). Lista Tsipras ottiene6,4%. Fratelli d’Italia (2,9%),Lega Nord (2,4%), Ncd-Udc

(1,5%), Verdi (0,6%), SceltaEuropea (0,3%), Idv (0,2%),Io cambio (0,1%).Affluenza più alta di tutta laVal di Cornia (81,2%), nellepassate elezioni europee fudell’ 80,3%.Sassetta. Nel comune piùpiccolo del circondario si an-dava al voto solo per le ele-zioni europee. L’affluenza neha risentito fermandosi al65,2%, dato più basso dellaVal di Cornia. Alle elezionieuropee del 2009 fu del72,6%. Primo partito il Pdcon il 53,2%. Movimento 5stelle ottiene il 20,4% deiconsensi. Forza Italia terzopartito con l’11,9%. ListaTsipras 8,5, Lega Nord2,6%, Ncd-Udc 1,7%, Fratellid’Italia 0,9%. Pareggio perVerdi e Io cambio (0,4%). Ze-ro voti Scelta europea e Idv.

Elezioni europee: Pd trionfa, M5S doppiato, Berlusconi fa flop

Il ciclone Matteo sbaraglia tuttiSi sono svolte domenica 25 maggio le ele-zioni per il Parlamento europeo nell’interaUnione. A livello nazionale ha prevalso ilPartito Democratico (40,8%), seguito dalMovimento 5 stelle (21,2%) e da Forza Ita-lia (16,8%). Buon risultato per la LegaNord con il 6,8% dei consensi, Nuovo cen-tro destra insieme all’Udc si è fermato al4,4%. La Lista Tsipras per un soffio ce la facol 4%. In base al trattato di Lisbona il voto, per laprima volta, determinerà anche il nuovopresidente della Commissione europea. Il

Ppe con 212 seggi del parlamento europeoha la maggioranza relativa: leader Jean-Claude Juncker. Martin Schulz (Socialisti eDemocratici)186 seggi, Guy Verhofstadt(Democratici e liberali per l’Europa) 70seggi, Josè Bovè (Verdi) 55.Eurodeputati. Lo stivale è stato diviso incinque grandi circoscrizioni per 73 seggicomplessivi da occupare nel parlamentoeuropeo. La nostra regione facente partedella circoscrizione Centro (Toscana,Marche, Umbria e Lazio) ha eletto 14 de-putati.

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Èun sollievo non saperdi cosa parlare ed èsaggio non farlo se non

si hanno argomenti.In periodi come questo ditante promesse e di nessunacertezza, con troppi giusti obeati e illusionisti che ci giu-rano dai palchi, dai balconi,dalle finestre e televisioni diavere la verità in tasca, meglio

tacere e... attendere.Non un mago e nemmeno unsanto che nessuno dei due cipuò aiutare, ma un pensieroraro di fede giusta, non divinama collettiva di umano buon-senso. Questopo t r e bbesalvarci.

Tante promesse,nessuna certezza

salmastrodi Giampaolo Talani

Pensiero rarodi fede giusta.Non divina ma collettivadi umano buonsenso

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di Umberto Barlettani

Era il 1992 quando daBrescia arrivò il “Re deltondino” Luigi Lucchini.

Venne accolto dagli operai diPiombino con 39 giorni disciopero, occupazione distrade e ferrovie, contro ilpiano di licenziamenti cheavrebbe dovuto precedere ilpassaggio dalla proprietàpubblica a quella privata.Qui si producono le rotaie,fanno gola all’imprenditorevenuto dal nord.Non tappeti rossi ad atten-derlo ma scetticismo. Dubbisulle capacità del nuovogruppo di poter gestire unpolo siderurgico così impor-tante e di saper affrontare icali del mercato. «Morale della favola – sonoin molti ad affermarlo – sistava meglio quando c’era loStato che proteggeva tutti».Basti ricordare che ai tempidell’Ilva, nel 1981 i lavorato-ri erano quasi 8mila. Unaprassi dell’assunzione faci-le, una gestione opaca dellapolitica dei quadri dirigenzialie strategie poco lungimirantihanno prodotto crepe mai ri-sanate. Al tempo del Cavalier Lucchi-ni, si producevano circa 2milioni di tonnellate di ghisa.Ammodernò la cokeria e feceun piano di investimenti darealizzarsi nei successivi seianni, ma poi solo in parterealizzati. Nel tempo ci sonostati anche tanti infortuni sullavoro, scarsa attenzione al-la sicurezza e tutela dei lavo-ratori, con un pesante bilan-cio anche in termini di viteumane.Nel 2003 la prima crisi: il Ca-valier Lucchini lascia nelle

mani del commissario EnricoBondi e delle banche un de-bito di 800 milioni di euro.Nel 2005 arriva il magnaterusso Aleksei Mordashov diSeverstal, tra i più grandigruppi siderurgici al mondo.Assistiamo ad un periodo dicrescita. Segue nel 2008l’annuncio da parte di Mor-dashov di un piano di ingentiinvestimenti per lo sviluppoulteriore della fabbrica cheportò a una sostanziale mo-difica del piano regolatoredella città. L’ottimismo sem-brava giustificato: «Siamosalvi, questa è la volta buo-

na» pensavano i sindacatidei lavoratori e le istituzionilocali. A pochi mesi dell’an-nuncio dell’ampliamento del-lo stabilimento, ecco però ar-rivare la crisi finanziaria eMordashov fa retromarcia ecomincia a pensare alla riti-rata strategica. Con un’ope-razione rapida, vende a sestesso il 50% delle azionidella Lucchini per un euro ein pratica taglia la corda. Ad-dio investimenti e così il so-gno del rilancio si ferma dinuovo. Una doccia gelata perPiombino. È l’estate del2010 quando il russo dichia-

ra in sala consiliare: «Io nellaLucchini ci credo ancora, so-no convinto che questaazienda abbia un futuro».L’esposizione finanziaria delgruppo verso le banche si ag-gira intorno ai 770 milioni dieuro.Dopo tutte le trattative avvia-te negli anni, le azioni dimo-strative per un impegno con-creto da parte del Governosulla questione Lucchini, ar-riviamo alla nomina del com-missario straordinario PieroNardi.A Piombino, tutti sono esper-ti e tecnici di acciaio, come

14 giugno - luglio - agosto 2014

Questa nella foto è la Lucchini. Le acciaierie di Piombino.La storia del nostro territorio. La Val di Cornia - un tempo fascia di terra ricca e fiorente grazie all’agricolturadi qualità, alle grandi industrie e al turismo - oggi è in profonda crisi.Tutto si sta assottigliando come il cuore dello stabilimento: Afo 4 è morto. Di seguito un reportage sulla vicenda Lucchini.Sospesi tra la disperazione di ciò che lasciamo e un futuro incerto.Futuro però sicuramente ricco di possibilità e rilancio.Siamo solo a un punto della storia della nostra città, non di certo alla sua fine.Piombino deve vivere!

LUCCHINISPECIALE

Acciaio,dal 1992ad oggi

Il Signore di Piombino

Giorgio PasquinucciIl Tirreno

«Raddoppio della produzione di rotaie,rifacimento dell’altoforno ed altri in-terventi per migliorare la qualità deiprodotti. Sono questi i capisaldi delpiano industriale che Alexey Mordashov,azionista di maggioranza della Lucchini,a grandi linee ha illustrato al sotto-segretario allo Sviluppo economicoStefano Saglia, al presidente dellaRegione Enrico Rossi, al presidentedella Provincia di Livorno GiorgioKutufà e al sindaco di PiombinoGianni Anselmi. Un piano destinatoa guidare la fase critica che sta at-traversando il secondo polo siderurgicoitaliano, ma non a sciogliere i nodisul suo futuro».Giorgio Pasquinucci, Il Tirreno.6 agosto 2010

Alexey Mordashov«Io nella Lucchini ci credo ancora, sonoconvinto che questa azienda abbia un futuro.Ma le banche devono sostenere il mio pianoindustriale se vogliamo andare avanti».Alexey Mordashov,amministratore delegato Severstal5 agosto 2010

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quando gioca la nazionale dicalcio e tutti si sentono Pran-delli. In tanti sostengono chel’acciaieria così come era(parliamo appunto al passa-to) non poteva essere com-petitiva. Che contava su unciclo integrale complesso ecostruito male, con l’impian-

to di laminazione troppo di-stante dall’altoforno. Quel-l’altoforno addormentato eabbandonato che in pochi,escluso i lavoratori e i sinda-cati, consideravano ancoracompetitivo ed economica-mente sostenibile.

(continua a pag. 16)

ASPETTANDO GLI INDIANIL’altoforno è spento. Il futuro dello stabilimento siderurgi-co e dei 4mila lavoratori, compreso l’indotto è tutto datracciare. A questo punto è in discussione la vocazionemanifatturiera dell’Italia, che non può privarsi di patrimoniindustriali come quello di Piombino, che ha contribuito conla sua produzione di acciaio al progresso dell’economiadel nostro Paese. Con l’accordo di programma firmato a Roma a Palazzo Chi-gi saranno disponibili 270 milioni di euro stanziati da Go-verno e Regione: riconversione ecologica del polo siderur-gico, interventi area portuale, polo rottamazione navi, bo-nifiche con l’impiego dei lavoratori, che potranno benefi-ciare dei contratti di solidarietà.Si guarda avanti con l’obiettivo di tornare a produrre acciaiocon nuove tecnologie, forno elettrico e un impianto Corex perla produzione di ghisa. Nell’accordo di programma varato a Roma sono previsti 60milioni di euro dalla Regione a sostegno dei futuri investi-menti dei nuovi proprietari in nuovi impianti, per evitareche Piombino retroceda a semplice laminatoio di acciaioprodotto altrove.Il commissario Nardi intanto, ha spostato al 18 giugno iltermine ultimo per la presentazione delle offerte vincolan-ti. Tra i possibili acquirenti l’ucraina Steel Mont, e dueaziende indiane: Jindal South West di Sajjan Jindal e JindalSteel Power guidata dal fratello Naveen.Al momento la Jindal South West, uno dei maggiori gruppisiderurgici al mondo, sembrerebbe la più accreditata nellacorsa su Piombino.

Giovedì 24 aprile: l’altoforno ha emesso l’ultima colata in un’atmosfera drammatica e surreale. I lavoratori, con studenti e diverse famigliesfilano sulla via di accesso alla città rallentando il traffico stradale e distribuendo volantini: «Fermare l'altoforno è un crimine».

Foto Francesco Masangui

L’ultima colata,il blocco stradale

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16 giugno - luglio - agosto 2014

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(continua da pag 15)E in questo clima di sfiduciaprendono piede le più svaria-te teorie, teorie del complot-to dai tanti retroscena.Ecco arrivare anche Khaledal Habahbeh con la tunisinaSmc. Regala un sogno mache dura poco: 3 miliardi diinvestimenti nel territorio, laproposta dell’acquisto di tut-to lo stabilimento, altofornocompreso che nessuno vuo-le. È un sogno al quale i lavo-ratori vogliono credere. Aguardare un po’ meglio conlucidità appare evidente, cheKhaled non avrebbe mai pre-so una fabbrica come que-sta. Poco competitiva, costo-sa, piena di debiti e 2200 di-pendenti.Il ciclo integrale della produ-zione dell’acciaio sembrache nessuno possa più per-metterselo se vuole restaresul mercato, dentro una crisistrutturale. In tanti peròguardano anche ai conflitti diinteressi di Federacciaio, al-le aziende italiane in Lom-bardia e Veneto che sareb-bero interessate esclusiva-mente alla parte più sanadel polo siderurgico: i lami-

natoi (dove lavorano 700persone), per poi lasciare acasa tutti gli altri lavoratori.E allora i complottisti hannodavvero tanto materiale dicui parlare o sparlare. Turba-tive d’asta comprese. Il sistema produttivo dellaLucchini, a detta di espertidel settore, ha sofferto dimolteplici criticità e di ineffi-cienze, che hanno messobuona parte della produzionedel sito, di fatto fuori merca-to. Gli squilibri sono risalentia molti anni fa, nascosti dalboom dell’acciaio del 2004-2008, durante la gestioneSeverstal, per poi riemergerecon maggiore gravità alloscoppio della crisi. Oggi la

Lucchini ha un miliardo di de-biti verso i fornitori, non arri-vano più le navi di minerale inporto e l’altoforno è spento. Ed ecco l’ultimo di una seriedi potenziali acquirenti. L’ac-quirente straniero: l’indianoSajjan Jindal.Sarà lui il salvatore? Vorreb-be comprare i laminatoi e ilforno elettrico che ancoranon c’è. È alla guida dellaJindal South West, uno deimaggiori gruppi siderurgicidel mondo. Il problema è il tempo. Trapochi giorni scadrà il bandodi vendita. Per il momentol’unica cosa certa è l’accor-do di programma siglato dalGoverno. Se tutto andrà be-

ne per il programma di ricon-versione ci vorranno tre anni. E nel clima di incertezza, inuna fase caratterizzata an-che da un’aspra campagnaelettorale, la sensazione èquella di un progressivosenso di ansia e di preoccu-pazione. Si guarda verso ilcielo e non si vede più il fu-mo dalle ciminiere. Quel fu-mo tante volte sopportatoperché dava da mangiare atante famiglie.Ora il polo siderurgico haun’unica strada: la riconver-sione.Il processo sarà complicatoe doloroso ma è l’unico ingrado di garantire un futuroall’acciaio di Piombino.

Il governatore Enrico Rossi ad una manifestazione a Piombino

LUCCHINISPECIALE

C’è anche Piero Nardi, oggicommissario straordinariodi Lucchini, tra i condannatia Taranto a conclusione delprocesso per i lavoratori del-l’Ilva morti a seguito diesposizione ad amianto.Ventisette le condanne eun’assoluzione nella sen-tenza emessa. I casi di de-cesso sono 15 e si sono ve-rificati nel periodo tra il2004 e il 2010, quindi ge-stione sia pubblica che pri-vata dell’azienda siderurgi-

ca, tant’è che sono imputatidi omicidio colposo i verticiaziendali delle due fasi so-cietarie. Otto anni e sei me-si sono stati inflitti a Nardi,dirigente dell’azienda con lagestione pubblica.«A fine giugno chiudo il miomandato a Piombino», ne ècerto il commissario straor-dinario Lucchini che ha ri-cordato date e scadenze

della procedura di venditadello stabilimento in una in-tervista a Siderweb.Tra gli ex dirigenti condan-nati in primo grado ci sonotanti nomi conosciuti aPiombino per aver ricopertoincarichi nel polo siderurgi-co ai tempi delle partecipa-zioni statali. Tra questi l’exdirettore dell’Italsider di Ta-ranto Sergio Noce, pena di

9 anni e mezzo, Giambatti-sta Spallanzani e GirolamoMorsillo condannati rispetti-vamente a 9 anni.

Commissario Nardi condannato

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Claudio De Vincenti(Sottosegretario Sviluppo Economico)

«Abbiamo firmato l’accordo di�pro-gramma per Piombino, è una tappafondamentale per dare un futuro ai la-voratori e ai cittadini». 24 aprile, Palazzo Chigi Roma

Paolo Francini(Operaio)

«Non sono mai rimastosolo durante lo scioperodella fame davanti allaportineria Lucchini. Hoavuto solidarietà ancheda persone, colleghi, chenon conoscevo. E dome-nica notte alcuni ragazzidi una ditta mi hanno fat-to compagnia fino aquando non sono entratial lavoro».22 aprile

Gianni Anselmi (Sindaco Piombino)

«Firmato, sono grato a Matteo Renzi ed Enri-co Rossi. Ci sono le cose che avevamo chie-sto e per le quali abbiamo lavorato duramen-te, giorno dopo giorno, a Bruxelles, a Roma,a Firenze: siderurgia nuova, polo trattamentonavi, diversificazione, bonifiche, infrastruttu-re, protezione sociale, reimpiego di lavorato-ri e ditte del territorio. E 142 milioni di euro,più l’impegno a completare la 398 che nevale altri 65. Ora dobbiamo tenere duro tuttie scrivere una storia nuova. Io vi conosco, esono convinto che ce la faremo.Daremo l’esempio a tutta l’Italia di chi sia-mo e come sapremo rialzarci».24 aprile

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LUCCHINISPECIALE

Lami & Bruscolini srlagenti di assicurazioni

hannOdetto

Vincenzo Renda(Segretario provinciale Uilm)

«Nel protocollo d’ intesa ci comunica-no che sono state accolte le nostre ri-chieste al centro delle quali c’era laquestione del futuro della siderurgiapiombinese attraverso i finanziamentiin grado di incentivare l’interesse diun imprenditore a realizzare Corex eforno elettrico. Finanziamenti che per-metteranno inoltre la realizzazione diinfrastrutture che attendiamo da an-ni».24 aprile

Fausto Fagioli(Segretario Fim Cisl)

«Nella giornata in cui si spenge l’al-toforno, l’accordo di programma re-sta concretamente l’unico strumen-to da dove ripartire, sarà ora essen-ziale rispettare programmi e scaden-ze per ridisegnare un futuro dell’ac-ciaio a Piombino». 24 aprile

Klaus Davi (Massmediologo)«Piombino sta per chiudere, 4milaoperai a casa nella disperazionepiù nera e i vip toscani tacciono.Sarebbe importante sentire la lorovoce. Penso al grande Paolo Virzì,che sulla condizione operaia ha fat-to cose straordinarie, penso a Pao-lo Ruffini, uomo di punta a Media-set, comico brillante e acuto, maanche ad Andrea Bocelli e a comicivicini agli operai di Piombino comePaolo Hendel. Sarebbe importantesentire ora la loro voce».20 aprile, Twitter

Luciano Gabrielli(Segretario provinciale Fiom)

«L’Europa provveda a varare normeantidumping e a garantire costienergetici uguali per tutti, visto chel’Italia è svantaggiata da una con-correnza sleale. Servono investi-menti Ue, e agli eletti in Europachiedo un impegno: che venganouna volta al mese a Piombino aspiegarci cosa stanno facendo perla siderurgia».10 maggio

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Michele Nardini(Tecnico che ha spento

l’altoforno)«Noi avremmo voluto l’alto-forno acceso. È stato diffici-le arrivare a lavoro e sapereche la fermata dell’impiantonon era programmata, nonuno stand-by ma l’anticame-ra dello spegnimento defini-tivo. Per tutto il turno ci sia-mo guardati in faccia senzadirci nulla. Anche se abbia-mo razionalizzato il compitoche ci è toccato, nessuno loha accettato. Con questoepilogo ci sentiamo traditi,dalla politica, dal governo».25 aprile

Antonio Gozzi(Presidente Federacciai,

Ad Duferco)«La chiusura degli impianti si-derurgici di Piombino è, co-me sempre in casi del gene-re, ragione di tristezza maera inevitabile che finisse co-sì perché l’altoforno non po-teva essere salvato. Mi dis-piace di aver dovuto ritirarel’offerta d’inizio anno per itre laminatoi esistenti nel po-lo industriale ma siamo staticostretti. Non si va in paradi-so a dispetto dei santi e, sulterritorio, raccontavano cheera possibile rilanciare l’Afo.Raccontavano favole a ope-rai disperati, mentre non po-teva finire diversamente per-ché si tratta di un impiantoobsoleto».

Beppe Grillo(Leader Movimento 5 Stelle)

«Qui alla Lucchini stiamo facendo il funera-le della mentalità tipica italiana, il funeraledella politica. È con la speranza che vel’hanno messa nel culo. Qui si celebra lamorte dei sindacati nel regno del Pd, la pe-ste rossa. Se siamo qui è perché voi ciavete creduto. Voi non dovete sperare piùin questa gente. Il problema della Lucchiniè l’Europa, bisogna risolvere i problemi deifondi che sono bloccati dalla Germania edai paesi del nord Europa».26 aprile, comizio cancelli Lucchini

LUCCHINISPECIALE

I lavori al porto a gonfie vele

Benvenuta ConcordiaI lavori di ampliamento del porto di Piombino procedono a rit-mo spedito nel pieno rispetto della tabella di marcia concor-data con Sales e Cmc. Prende vita quindi il bacino dove at-traccheranno le navi da smantellare compresa la Concordia.Tra poco cominceranno anche le operazioni di dragaggio cheporteranno i fondali a meno venti metri di profondità. Si lavoraper venti ore al giorno senza “confondersi” con i proclami e lepolemiche relative alla destinazione finale della Concordia.Come da noi già affermato più volte, la Concordia arriverà aPiombino a settembre. Intanto all’isola del Giglio le operazioniintorno al relitto vanno a rilento e le difficoltà sono evidenti atutti. Da ricordare il recente cedimento di uno dei cassoni giàmontati sul lato dritto della Concordia. L’arrivo della nave nel nostro porto rappresenta un’opportuni-tà fondamentale per Piombino e la Val di Cornia: fornitura dirottame a chilometro zero per la siderurgia e sviluppo del por-to e sua diversificazione.

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« Ho ricevuto un videoappello dagli operaidella Lucchini di Piom-bino, inviatomi primadella chiusura dell’al-toforno che mi hadavvero commosso.Sono rimasto triste.Cari operai, cari fra-telli sui vostri voltierano dipinte unaprofonda tristezzae le preoccupazio-ni di padri di fami-glia che chiedono soloil loro diritto di lavorareper vivere dignitosamen-te e per poter custodire,nutrire ed educare ipropri figli. Siate sicuridella mia vicinanza edella mia preghiera;non scoraggiatevi,il Papa è accantoa voi e prega pervoi affinchéquando si spen-gono le speranze umane rimanga sempre accesa la speranza divina chenon delude mai. Cari operai, cari fratelli, vi abbraccio fraternamente e a tut-ti i responsabili chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e di generositàper riaccendere la speranza nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore ditutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica.Per favore, aprite gli occhi e non rimanete con le braccia incrociate!».23 aprile 2014, udienza generale piazza San Pietro

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«Grazie per le Suepreghiere»

«Caro Santo Padre, i lavoratori del-la Lucchini, della Magona, delle im-

prese e di tutta la Val di Cornia, attra-verso i loro rappresentanti sindacali, il

governatore della Toscana, il sinda-co di Piombino, il cardinale di

Firenze e il vescovo dellaDiocesi, La ringrazianoper le parole che haspeso per noi, facen-do conoscere, Piom-bino e il suo ac-ciaio in tutto ilmondo e dandodignità e speran-za alle personedi questa terra.La ringrazianoper le Sue pre-ghiere che di-v e n t e r a n n oseme buonoche la terra diPiombino tra-

sformerà in ger-moglio. La ringra-ziano perché at-traverso le Sueparole, tutti gli

uomini, le donne e i bambini che chiedonosoltanto salute, lavoro, dignità e pace, nonsi sentiranno soli. Piombino e il compren-sorio tutto, nel salutarLa con affetto La in-vitano a visitare il nostro solare territorio».21 maggio 2014, udienza generale piazzaSan Pietro

LUCCHINISPECIALE

«Il Papaè accanto

a voi»

Mirko Lami (Rsu Fiom)«Una festa del lavoro ferita con l’alto-forno in stand by, ma non possiamopensare che sia un funerale. Grazie aPapa Francesco oggi qui con noi tanteradio e tv telecamere accese su Piom-bino. A Piombino l’acciaio, a Piombinola Concordia».1° Maggio, piazza Verdi Piombino

Enrico Rossi(Governatore Toscana)

«A Piombino per il 1° Maggio. Non c’èaria di festa ma di lotta. La nostra sfi-da è quella più ambiziosa: continuare aprodurre e fondere acciaio. Le battagliesi vincono e si perdono e se si perdonobisogna trarne le conseguenze. Noicontinueremo la nostra lotta finchéavremo forza e coraggio. Lo faremonelle istituzioni, nel governo, nelle piaz-ze, nelle fabbriche. La Toscana chiedelavoro, sobrietà, senso del sacrificio.La politica deve riscoprirsi come servi-zio, dedizione totale. Grillo ci ha definitiappestati rossi. Bene. Il mio bacilloche mi porto dietro dall’inizio è la vo-glia di riscatto, per emancipare dallapovertà chi soffre, per portare diritti achi non ne ha».1° Maggio, piazza Verdi Piombino

Nella foto di Francesco Masangui,Roberto Rinaldi insieme alla figliaBeatrice

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giugno - luglio - agosto 201420

Sergio Benedetti, seguendo il padreSergio Benedetti, seguendo il padre

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Da Otello,la tradizionedel mangiar

bene

Sergio Benedetti con le cuocheGabriella Bonino (sx) e Silvia Ciavaglia

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diGianfranco Benedettini

La magia, il fascino,l’atmosfera, la convi-vialità, il gusto di se-

dersi a tavola, non si creanocon la copia del modello ori-ginale. Così riflette chi escedal ristorante Otello di Ven-turina Terme e fa i confronticon altri ristoranti magari ta-roccati, dove si possono an-che trovare prodotti gastro-nomici un tempo frutto di“ricerca”, ma ormai diffusiovunque. Il ristorante Otelloè, invece, un originale crea-to a metà degli anni Trentadel 1900 dall’estroverso duoOtello e Giovanna, oggicontinuato dal figlio Sergio,da sua moglie Adriana e daifigli Alberto e Leonardo: lafamiglia. Forse, sta qui il se-greto. Tutti insieme per con-seguire un obiettivo: conti-nuare la tradizione del man-giar bene da Otello.La cucina di Giovanna ema-nava un profumo di autenti-cità identica alla cucina dioggi seppur trasformata se-condo le norme rigide dellaigiene e della sicurezza. Lesale, dove i clienti siedono atavola con tovaglie di lino,piatti di porcellana e bic-chieri di cristallo, sono datempo un “covo” di palatiesigenti, soprattutto la sera,prenotati o meno, dove ipiatti ricorrono anche apranzo: menu di grandequalità e tradizione locale,ingredienti ricercati, garan-zia di una lunga sperimenta-zione. Prendiamo a caso unodei tanti menu e leggiamo:gnocchi leggeri come unanuvola, tortelli fatti a manocon ricotta e verdure, gialletagliatelle con ragù rosso disugo di guanciale oppure,massimo del godimento, ilfritto. Non mancano il bolli-to con salsa verde, tortelliniin brodo di gallina e, buonultimo quasi un consiglio,lasciare un angolino per latorta di pere con salsa digrappa fatta da Adriana. Uh,non vi viene l’acquolina in

bocca? Oh, non avvertite illanguorino dell’appetito chesi è risvegliato? Certo, que-sti piatti si possono gustareanche altrove, ma da Otelloc’è qualcosa di magico cherende unico quel cibo, e digioioso, come l’entusiasmodi Sergio e dei figli che gira-no premurosi e sorridenti frai tavoli a parlare con i clien-ti, quasi per rassicurarli cheè sempre stato così e chesempre meglio sarà la pros-sima volta, proprio perchéc’è stato questo momento,che si sta consumando inquel preciso istante.Oh, da Otello avvertiamo unfascino che ci avvolge! Ba-sta la parola. Da Otello aSergio. Buon sangue nonmente. Da un gastronomo innuce e da una casalinga vir-tuosa, che sognavano un cal-do e sensuale locale-risto-rante, è nato Otello. Di co-gnome Benedetti, ma sonoin pochi a saperlo. Tutti han-no detto Otello, oggi diconoSergio. Fra l’altro suona an-che bene. Si va a mangiareda Otello, la frase può ac-compagnarsi alla musica. Siva a mangiare da Benedetti?No, suona male.Un poeta gli dedicò questapoesia: “Non c’è niente dipiù bello/ che mangiar beneda Otello./ Il suo vitto tuttiallieta,/ non disturba la die-ta./ Pollo, trippa, bei fagiani/funghi freschi belli e sani./Bei fagioli e sotto sale/ pro-sciuttini di cinghiale./Lepriarrosto, in dolce e forte/ hantrovato la lor morte./ Colbuon vino e la poesia,/ spen-

di poco e vieni via./ Non c’èdi più bello/ che mangiar be-ne da Otello.” Musica, ba-sterebbe qualche nota e sa-rebbe musica.E, i nomi? Questi nomi, so-no passati di bocca in bocca.Soprattutto quelle dei ca-mionisti degli anni 30, 40,50, 60, del 1900. Sono loroad aver fatto da megafonopropagandando in tutta Ita-lia il nome della trattoria,prima e del ristorante, dopo.La trattoria di via Cerrini aVenturina che nemmeno sisognava di diventare Termeanche se le aveva lì, a porta-ta di mano, aveva un pergo-lato che la identificava finda subito. Quasi un faro peri camionisti che affollavanole vie adiacenti. E, prima dientrare nelle linde sale dovesi allineavano i tavoli prontia riceverli, era obbligo la-varsi almeno le braccia e la

faccia. Giovanna li scrutavauno per uno e, loro, uominirotti alla fatica dello sterzodi quei mastodontici ca-mion, le passavano sotto, infila militaresca, eppure sor-ridenti. Otello, va bene, or-mai si sa. Ma, Giovanna?

Chi è Sergio BenedettiSergio Benedetti nasce a Venturina il 15settembre 1938.Diplomato in ragioneria nel 1958, fre-quenta per diversi anni l’Università a Pisaper lasciarla dopo pochi esami in scienzeeconomiche e commerciali e tuffarsi nelmondo della ristorazione proseguendo l’a-zione dei genitori Otello e Giovanna Gori.Il padre, nato a Suvereto, il 7 giugno1912 e la madre, nata a Venturina, il 16

maggio 1913, aprono una trattoria–risto-rante in via Cerrini negli anni 30 del1900. Il 16 settembre 1960 si spostanoin un nuovo ristorante sulla via Aurelia,lato sud di Venturina. Sergio Benedettiassume la titolarità del ristorante Otellol’1 ottobre 1982.Sposato con Adriana, ha due figli: Albertoe Leonardo. Tutta la famiglia è impegna-ta nella gestione del ristorante.

Dalla trattoria dei camionisti

di Otello eGiovanna

al super ristorantedel figlio Sergio.Cucina raffinatacon accurataricerca deiprodotti.

Si va da Otello,basta la parola.E buon appetito

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Un cliente del tempo che fu,mi racconta questo aneddo-to. Siamo nella trattoria divia Cerrini. Giovanna solle-va un braccio in alto, contro-luce, e scruta un bicchierealla ricerca di un pelino: lista asciugando tutti con ac-canimento perché “devono”essere perfetti, prevedendoil sopraggiungere in massadei “miei camionisti”, cosìdiceva. Ma, all’improvvisosi sbraccia, mettendo in pe-ricolo una pila ancora in at-tesa dello strofinaccio. “Checos’è? Una vespa?” le chie-de. “Macché, ho risposto adun’amica che conosco e chemi ha salutato”. In quelleparole si trova qualcosa chenon capita più, perfino neipaesi. Chiunque incontrassi-mo ci dava il benvenuto, unrituale che, a lungo andare,poteva rivelarsi persino fa-stidioso. Ecco una buonaabitudine che ora si ritrovada Otello di Sergio.Oggi stiamo vivendo un mo-mento particolare che, certo,passerà come sono passatitanti altri. Lo affermano gli

economisti, ci consola lasperanza.Non tutti riescono nella ri-storazione anche se molti ciprovano. Il dramma è che inquesto momento di gravecrisi economica, solo i risto-ratori accorti e professionalipossono permettersi di teneraperto un ristorante.Il settore è in piena mutazio-ne spinta dalle difficoltà, al-

la ricerca di nuovi modelli.La haute cousine segna ilpasso, nonostante lo starchef system televisivo stiaspingendo migliaia di giova-ni ad iscriversi negli istitutiprofessionali per diventarestelle di pentole e padelle. Ilcliente chiede qualità e pre-tende conti possibili. Diconseguenza, il nuovo cheavanza è la cucina di un ter-ritorio; una pietanza natura-le; un prodotto declinato.La ristorazione del nostrocomprensorio, direi megliose indico l’intera Alta Ma-remma, deve molto a Otel-lo/Sergio. Il tandem gastro-nomico è riuscito a “tratte-nere il cliente locale e a far-ne di nuovi” che altrimenticommetterebbero davveroun peccato culinario per un“altrove” che esiste ma non

è superiore. Infatti, la cucinadi Otello/Sergio, questa cu-cina, è davvero raffinata eoriginale, senza bizzarrie estravaganze, con un’accura-ta ricerca dei prodotti “die-tro il banco”. Da loro, infat-ti, ci si trova a tavola per ri-scoprire il piacere, la bellez-za e il gusto del cibo comerisultato di infinite media-zioni culturali, quasi la cele-brazione di un rito che riper-corre antiche esperienze,ove ciascuno ritrova la pro-pria identità e si sente paci-ficato con l’ardua faticaquotidiana.Sapori e profumi unici chesono riusciti ad armonizzarenei loro piatti con grandemaestria. Ieri come oggi. In-somma, si va da Otello. Bastala parola. E, buon appetito.

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A sinistra Otello e Giovanna davanti alla storica trattoria.Sopra, una sala dell’odierno locale

La famiglia Benedetti: da sinistra Adriana, Alberto, Sergio, la collaboratrice SilvanaLombardo e Leonardo

giugno - luglio - agosto 2014

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di Umberto Barlettani

Il tratto principale del suocarattere? Timidezza.Dono di natura che vor-rebbe avere? Sicurezza.Un suo difetto?Pignoleria.Stato attuale del suo ani-mo? Ansioso.La persona cui chiedereb-be consiglio? Mio padre, se fosse vivo.Il giorno più felice dellasua vita? La nascita dei figli.E il più infelice? La morte dei genitori.Di cosa ha bisogno per es-sere felice? Serenità.Una cosa che non ha maicapito della gente? La presunzione.Il vero lusso è?Il tempo libero.Il più bel ricordo da bam-bino? Le vacanze a San Vincenzo.

Materia scolastica preferi-ta? Economia.Un consiglio ai giovani dioggi? La modestia.Città preferita?Venezia.Dove vorrebbe vivere senon a Venturina? Livorno.Piatto storico del ristoran-te Otello? Pasta e fagioli.Il piatto che predilige? Spaghetti aglio, olio e pepe-roncino.

E la bevanda? Acqua.La qualità che preferiscein un uomo? Sincerità.E di una donna?Sincerità.Quel che detesta di più? La presunzione.Personaggio storico piùammirato? Giorgio La Pira.Film cult? Prima la musica, poi le pa-role.Attori preferiti?Mastroianni.

Cantanti preferiti?Mina.Pittori preferiti?I Macchiaioli.Libro preferito?I Promessi Sposi.La soddisfazione più gran-de? La gratificazione del clien-te.Hobby? Cruciverba.Programma televisivo pre-ferito? Telegiornale.Squadra del cuore?Torino.Il regalo più bello che haricevuto? La Seicento.Un suo rimpianto? Non aver terminato l’uni-versità.Le colpe che le ispiranomaggiore indulgenza? I peccati veniali.Ciò di cui non può fare ameno?La famiglia.Nella vita a chi deve diregrazie? Alla famiglia.

SergioBenedettiBotta e risposta

Di padre... in figlio: Otello e Sergio

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24 giugno - luglio - agosto 2014

SergioBenedetti,impressionia caldo

Vittorio Targettii(Avvocato):«Con Sergio ci conosciamoda una vita: siamo stati ra-gazzi insieme quando latrattoria "Otello" (allora sichiamava ancora trattoria) sitrovava in via Cerrini, pro-prio di fronte alla mia abita-zione. I nostri babbi eranovecchi venturinesi ed amicida anni ed avevano molticontatti in quanto "dirimpet-tai". Sergio è cresciuto al-l'ombra del padre riprenden-done la lunga esperienza edaffinandola, trasformandoquella che era nota cometrattoria frequentata per lopiù da camionisti che purevi trovavano ottime portateed a prezzi convenienti, inun ristorante conosciuto edapprezzato in tutto il mon-do. Attualmente il volto delmio amico è adombrato daun velo di malinconia ed an-che di preoccupazione: ma-linconia perché i tempi glo-riosi sono ormai trascorsi al-lorchè divi del cinema e per-sonaggi politici allignavanospesso e volentieri nel risto-rante. Preoccupazione per-ché l'attuale situazione dicrisi si fa sentire anche perun imprenditore conosciutoed apprezzato come il mioamico Sergio. Forza, finchèla gente è abituata a mangia-re non ci saranno problemi,soprattutto in un locale rino-mato ed accogliente come iltuo. Ti saluta il tuo caroamico Vittorio».

Rossana Soffritti(Sindaco Campiglia M.ma):«Per me Otello e la famigliaBenedetti hanno rappresen-tato il filo conduttore di tantimomenti belli della mia vitae dell’infanzia. Gli eventifamiliari importanti li abbia-mo festeggiati nel ristorante,ma anche nella vita di tutti i

giorni era un luogo di riferi-mento. Ricordo l’amiciziatra Otello, Sergio e mio pa-dre e le giornate trascorsenel giardino, un luogo chemi pareva incantato pieno difiori e con i pavoni che tipasseggiavano accanto. So-no certa che Leonardo e Al-berto sapranno valorizzarequesta eredità di famiglia,con la loro gentilezza e ca-pacità».

Laura Baroni(Commercialista):«Quando entro nel ristoran-te Otello mi sento "a casa".Sopra ai locali del ristoranteinfatti io ci sono nata, hopassato la mia infanzia agiocare con Leonardo, nipo-te di Otello, nel grande giar-dino sul retro e da adole-scente durante l'estate spes-so ho lavorato come aiuto albar e in sala. Di quel perio-do ho un gioioso ricordo: lalaboriosità, l'armonia tra lepersone, l'affabilità e la cor-tesia con cui Otello e Sergioaccoglievano i clienti siache fossero affezionati o dipassaggio, o fossero, comespesso capitava personaggi

famosi dello spettacolo edella politica diretti a Roma.Otello, Giovanna, Sergio,Adriana, Leonardo e Alber-to, sono una famiglia cheappartiene alla storia di Ven-turina e che in tre generazio-ni ha attraversato 80 anni distoria e di cambiamenti cul-turali, sociali e di costumemantenendo inalterate le do-ti di serietà, professionalitàe "calore" con cui insiemecon il loro personale curanoil cliente. Sorriso, pacatez-za, attenzione discreta, fan-no sì che gli ospiti si sentano"a casa" anche se non ci so-no nati e cresciuti.�Quanto ame sono felice di aver fattoparte della storia di "Otel-lo", ritrovandomi anche nel-la suggestiva antologia foto-grafica curata da Alberto.Un affettuoso pensiero va adOtello».

Massimo D’Onofrio(Calidario Terme Etrusche):

«Festeggiare gli 80 anni delristorante “Otello” è ricor-dare una figura di riferimen-to della nostra cittadina ebrindare alla vita di un loca-le storico della Val di Cor-

nia. È anche grazie alla feli-ce intuizione del suo fonda-tore Otello, che fu capace dicapire a suo tempo l’impor-tanza di investire per cresce-re che, Venturina ieri e Ven-turina Terme oggi, è diven-tata un’importante luogo tu-ristico della nostra Regione.Auguro all’amico Sergio, fi-glio di Otello, a sua moglieAdriana, e ai suoi figli Leo-nardo e Alberto, di conti-nuare sulla strada maestradell’ospitalità che, da sem-pre li ha ispirati e che con-traddistingue il nostro terri-torio».

Fiorenzo Bucci(Giornalista):

«Non è vero che non ci sonomonumenti nel paese chesolo cent’anni fa era un cro-cicchio sull’Aurelia con unaspecie di osteria per rifocil-lare i viandanti. Nella giova-ne Venturina i “monumenti”sono gli uomini e le donneche hanno speso la loro esi-stenza perché dal nulla na-scesse una comunità, perso-naggi che si sono ritagliatiun posto nella microstoria diquesto spicchio di Toscana.Otello Benedetti ed il suostorico ristorante la loro“statua” nel parco dei ricor-di del paese ce l’hanno datempo. È una “statua” co-struita col paziente lavoro ditutti i giorni, col sorriso mainegato ad alcun cliente, conla disponibilità ad essere co-munque presente nella vitasociale del paese. Un meto-do costruito col buon sensoe tramandato ai figli ed ainipoti, un esempio che vaoltre l’ambito familiare perottenere l’applauso di tutti».

Dicono di lui

Sergiocon la collaboratriceEugenia De Rose

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Apprezzamenti per vigneti e oliveti della nostra terra

Delegazione croata in visita al frantoio di Tony Montero

Croazia e Italia, duePaesi legati da unmare comune, due

Repubbliche pronte a co-operare nell’ambito dell’U-nione europea. È con questospirito che una delegazionedel gruppo interparlamenta-re di amicizia Croazia-Italiaha programmato una visitaufficiale nel nostro Paese.Guidati dal senatore italianoAldo Di Biagio, i delegaticroati, seguiti da accompa-gnatori, interprete e porta-voce, sono giunti in Tosca-na, terra da loro apprezzataper le eccellenze enogastro-nomiche e le bellezze cultu-rali e naturalistiche. La delegazione, compostadal senatore Jasen Mesić,Goran Beus Richembergh,Saša Đujić, Sunčana Gla-vak, Barbara Medved e Do-magoj Livljanic (consigliered’ambasciata della Repub-blica Croata), è stata ospita-ta in Val di Cornia. I rappresentanti croati, cu-riosi di scoprire il nostro ter-ritorio, sono stati accompa-gnati tra i vigneti di Bolghe-ri, dove hanno potuto assa-porare i vini dell’aziendaGuado al Melo di MicheleScienza. La visita è proseguita aCampiglia al frantoio dellaTenuta Eleonora di Toledo,nome che rende omaggio al-

la moglie di Cosimo I De’Medici. La delegazione hapotuto degustare, in abbina-mento a piatti tipici toscani,rivisitati dal ristorante Ta-verna dei Buoncompagni diPiombino, l’olio extravergi-ne di oliva Eleonora, pro-dotto nel moderno frantoiocostruito in località La Ban-dita. Oltre diecimila piantedi olivo distribuite in ottantaettari di terra. All’internodella struttura innovativadella tenuta, i rappresentantidel gruppo interparlamenta-re sono stati salutati dal sot-tosegretario all’ambienteSilvia Velo, dai sindaci diCampiglia e Piombino, Ros-sana Soffritti e Gianni An-selmi e, per la Regione, daldirettore di Toscana promo-zione Stefano Giovannelli.

«Ci sono una serie di pro-getti riguardanti l’Italia e laCroazia che ci possono ve-dere lavorare fianco a fianco– ha detto nel suo saluto Sil-via Velo –. Spero che questavisita sia l’inizio di un per-corso di collaborazione traquesti due Paesi legati dalmare e da una simile identi-tà».Il senatore e vice presidentecroato della commissionecultura, scienza, educazio-ne, sport, turismo e media,Jasen Mesić ha ringraziatoper l’ospitalità riservata alladelegazione ed ha elogiato iprodotti degustati al vignetoe al frantoio. «Come desti-nazione di questa visita ab-biamo scelto la Toscana pro-prio perché, in tutti i settori,la riteniamo una eccellenza

di questo meraviglioso Pae-se – ha sottolineato il sena-tore –. Lo scopo del nostroviaggio in Italia è capire sepuò essere reale la possibili-tà di una cooperazione».Guidata dal presidente dellasocietà Parchi Val di Cornia,Luca Sbrilli, la delegazionecroata ha infine visitato, conestremo interesse, la necro-poli etrusca di Baratti e l’a-cropoli di Populonia. I rappresentanti del parla-mento croato hanno conclu-so il loro viaggio diplomati-co a Roma dove hanno in-contrato Andrea Manciulli,vice presidente della Com-missione affari esteri.

Visita agli impianti delfrantoio nella tenutaEleonora di Toledo.Degustazione dell’olioEleonora.Foto ricordo.Necropoli etrusca Baratti

Il saluto del sottosegretario Silvia Velo,dell’onorevole Di Biagio e dei sindaciGianni Anselmi e Rossana Soffritti

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26 giugno - luglio - agosto 2014

Riconoscimen-to importanteper la giovaneartista sanvin-cenzina ElisaLorenzelli.La scultrice stainfatti valicandoi confini nazionali con due suecreazioni che sono state acqui-state dalla città di Pfarrkirchen,in Baviera in occasione del ge-mellaggio con San Vincenzo.Le due opere in ferro, di grandidimensioni, rappresentano lesue solari figure femminili che,come Veneri moderne, sonoelegantemente trasformate infantastiche metamorfosi di ani-mali marini che ora, come inun sogno, emergono dalle acquelimpide del lago tedesco.

Elisa Lorenzelliin Germania

fatti & persone

Musica, spettacolo, al-legria. L'annuale fe-stival organizzato dalla

banda cittadina A. Galantaraè arrivato alla sua secondaedizione. Quattro serate mu-sicali che hanno visto unagrande partecipazione e trion-fare il canto e il divertimen-to.Il tutto si è svolto al Centrogiovani De’Andrè di Piombino.I partecipanti divisi in categorie,secondo il genere musicaleche proponevano, e in fasce,secondo l’età, si sono sfidatiin un clima sereno e amiche-vole. Ma ciò che soprattuttoha colpito sono stati la grandeprofessionalità e la scopertadi veri e propri talenti tra iconcorrenti. A decretare i vincitori unagiuria composta da ClaudioMazzola, sportivo, Don PaoloPasolini, ex tastierista dellaband dei Bisonti, Luca Goerg,giornalista di Costa Etrusca,Carlo Gistri, presidente dellaBanda cittadina di Follonica

e Nico lo Bianco regista ereferente Anbima.Ecco chi ha vinto. Canzonenapoletana: 1 ̂fascia, AlessioGiuntini con Malafemmina;2^ fascia Enzo Malavolti conO paese d’o sole. Canzoned’autore: 1^ fascia, AlessiaRusso con Guardastelle; 2^fascia, Sergio Ballati con Iovagabondo. Canzone italiana:1^ fascia, Lisa Bartali conMinuetto; 2^ fascia, parime-rito, Monia Masotti con Gli

uomini non cambiano e Ca-tiuscia Papi con Un’amorecosì grande. Canzone inter-nazionale: 1^ fascia GiuliaBetti con I will always loveyou; 2 ̂fascia, Paola Ribechinicon Memory.A trionfare su tutti la emo-zionantissima Claudia Ticciaticon una canzone napoletana,Dicitincello vuje. La ragazzaha origini partenopee e hacantato in un dialetto perfetto,riscuotendo nella folla applausi

e consenso.Sponsor dell’evento: UnicoopTirreno, Banca di credito diCastagneto Carducci, Dia-dema cosmetici di MartaPierini, Comune di Piombino,Ennegi infissi di ClaudioCerri, Global trasporti, L’an-golo del fiore di Salvatored’Amato (via Galilei), Fascinoe fantasia di Papi e Patrizi(via De Amicis) Concessio-naria Fiat Pettinelli, OleificioPeccianti di Bibbona.

Musica e spettacolo con la Galantara

La piombinese Linda Gorini è en-trata a far parte del cast di "Nonabbiate paura" il musical dedi-cato alla figura di Papa GiovanniPaolo II. La prima rappresenta-zione è andata in scena all'Audi-torium della Conciliazione a Ro-ma, in occasione della canoniz-zazione di Karol Wojtyla. Linda(ora ventitreenne) era una bam-bina quando ha cominciato a fre-quentare i corsi di danza classi-ca e moderna al Centro studidanza di Monica Guerrieri. Nelfrattempo, ha intrapreso lo stu-dio della musica e del cantopresso il Centro didattico musi-cale di Piombino diretto da Vivia-na Tacchella e Rossella Canac-cini. Dopo il liceo, si è trasferitaa Roma dove si è diplomata allascuola professionale Lim.

Linda nel musicalsu Papa Wojtyla

Non è estate senza MisterCocco. Da sempre percor-re la spiaggia di San Vin-cenzo offrendo frutta esorrisi per tutti. SalvatoreAnnoni, è dal 1984 chemacina chilometri e chilo-metri di spiaggia, dai tem-pi del cesto di paglia finoad oggi, con la sua mac-china elettrica trasforma-ta in nave dei pirati. Salva-tore lo senti arrivare, ac-compagnato dalle notedella musica e dal suo ri-chiamo inconfondibile:«Eccolo!... bimbo piangiche mamma ti compra lafrutta!». Qualunque cosatu stia facendo, non puoinon osservarlo mentre ta-glia ananas e cocco e siintrattiene con formidabili

battute dallo spirito napo-letano. In un tempo in cuitutto cambia velocemen-te, lui c’è sempre. Non so-lo frutta appunto, ma unaforza coinvolgente, mix digioia, allegria e colore. Al-lora benvenuta estate,bentornato amico pirata!

Bentornato Mister Cocco

Foto Andrea Celati

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fatti & personeNel 34° Concorso fotograficonazionale Vittorio Bachelet diRoma, ideato da Fabrizio Fra-tangeli, il nostro collaboratorePierluigi Galassi si è aggiudicatoper la seconda volta il premiospeciale Tina Modotti con l'opera"Pagliaccio tutto l'anno". Il sog-getto principale è Mago Giò dicui si parla in questo numero,al secolo Giovanni Binello.

Pierluigi Galassipremiato a Roma

Il pittore Daniele Toncelli, nostroapprezzato collaboratore, stalavorando all'allestimento diuna nuova esposizione dellesue opere presso la sala d'artedel Palazzo Appiani in piazzaBovio. La mostra, che si terràdal 2 al 17 agosto, fa parte diun progetto che prevede un per-corso itinerante nei paesi dellaVal di Cornia e avrà il patrociniodei comuni di Piombino e Cam-piglia Marittima, dell'Asiu, del-l'associazione “Amicizia nelmondo” e il riconoscimento delConsiglio Regionale della Toscana,con l'utilizzo del logo. Verrannoesposti 46 dipinti inediti e pre-vediamo che susciteranno alcunesimpatiche sorprese. Si ricordainoltre che il suo studio d'arte“Il Pianerottolo” che si trova aVenturina in via Trieste n. 19,è aperto tutto l'anno con ap-puntamento: tel. 3405681740.

Il pittore Toncellia Palazzo Appiani

Cambio al vertice dell’Ente Va-lorizzazione Campiglia, nell’ultimariunione la presidente Marta LaMura si è dimessa per motividi carattere personale e vienesostituita dal suo vice FrancescoParri. Alla vicepresidenza è statochiamato Francesco Calistri.Marta La Mura rimane membroattivo del direttivo partecipandoalle attività dell’Ente.

Francesco Parripresidente Evc

Grande successo per l’iniziativa volutae ideata dall’imitatrice-attrice piombineseGianna Martorella che con la sua as-

sociazione “Le Muse, Accademia Arti e Spet-tacolo” ha dato vita ad un interessanteevento musicale. Al Castello di Piombinosi è tenuta infatti un’audizione con il notomaestro Fio Zanotti, dove numerosi ragazzihanno presentato il loro talento, ricevendoimportanti suggerimenti e consigli utili peril loro futuro.A questo incontro hanno aderito molti giovaniprovenienti da tutta Italia, alternandosi nellevarie categorie di cantanti, musicisti, autorie compositori.Questo primo appuntamento piombinese,nasce dalla volontà di Gianna Martorella difare qualcosa di serio ed importante perquesta città, nella quale lei stessa è natae nella quale ha deciso di tornare. Gli intentidell’associazione “Le Muse” sono infatti

quelli di divulgare la cultura e l’arte nellevarie tecniche comunicative con un’attenzioneparticolare per i giovani, attraverso percorsiformativi dedicati e stage periodici di ap-profondimento, con artisti e professionistidi ogni singolo settore.Seguendo questa scia di successo e par-tecipazione, il 14 giugno l’associazione haorganizzato (Auditorium hotel Phalesia, ore20,30) un incontro/stage/seminario, conil famoso chitarrista-cantante dei Pooh DodiBattaglia, con lo scopo di avvicinare i chitarristialla sua figura, sia come artista che comeuomo. In questo stage, Battaglia racconteràil suo percorso artistico di oltre 45 anni at-traverso momenti di musica, con la suachitarra, a momenti di conversazione con ilsuo pubblico.Al termine dell’evento risponderà poi alledomande dei partecipanti.Per info: [email protected]

Masterclass con Dodi

Matrimonio doppio in fami-glia per Salvatore e KatiaFerro, fratelli di origine na-poletana ma da anni resi-denti a Piombino. Sabato

10 maggio Katia, 25 anni,è diventata la moglie diSandy Palella, 26 anni. Sal-vatore, 22 anni, ha sposa-to la coetanea Annalisa Co-

razza. Stessa cerimonia,stesse partecipazioni,stesse bomboniere e stes-so viaggio di nozze adIschia. Il giorno del matri-monio i due fratelli hannolasciato la casa dei genitorie sono saliti su due ca-mion Mercedes che li han-no condotti al ristoranteRodeo a Scarlino. Lì si è te-nuta la cerimonia, in perfet-to “american style”. In ungiardino, sotto ad un arcofiorito, i due fratelli si sonosposati in contemporanea.E l’uno ha fatto da testimo-ne all’altra.Poi il pranzo, al quale sonostati invitati un centinaio diparenti.

Matrimonio doppio in casa Ferro

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28 giugno - luglio - agosto 2014

I cartelli stradali dell'isola d'Elbanon sono più gli stessi. Sonostati trasformati in vere e

proprie opere d'arte. Un nor-male divieto di accessoospita ora l’immagine sti-lizzata di Napoleone Bona-parte sdraiato sul fianco, contanto di feluca in testa, trascinatoda tre soldatini affaticati.La firma inconfondibile è quella di CletAbraham, pittore e scultore bretone,che vive in Italia dal 1990. Clet trasforma

i cartelli stradali con degli stickeradesivi posizionati con estre-ma creatività. Basta poco,così, per trasformare undivieto di sosta in una cin-tura slacciata o, magari,vedere uno dei suoi omini,con le forbici in mano, intento

a tagliare la striscia biancadel divieto di accesso. Il linguaggio

di Clet è semplice.A volte parte dal significato di un cartelloe lo decontestualizza tramite l'aggiuntadi una novità, altre volte, invece, loutilizza come elemento puramente este-tico, come il senso unico o divieto dicircolazione che si trasforma in unapesante croce, un fardello da portareper il suo famoso omino.Clet Abraham ha lasciato la sua improntaall'Elba in occasione dell’Instatour, ilmaxi evento che ha portato sull’isolaalcuni degli Igers (fotografi social diInstagram), più quotati dell’Italia e delmondo.Ma Clet, senza dubbio, con la sua arte,è quello che ha catturato maggiormentela curiosità degli elbani.

fatti & personeLa segnaletica come arte

Le nostreBandiere Blu

La Toscana sale al secondo postoassoluto per numero di spiagge docpremiate con la Bandiera Blu, ben 18dietro la Liguria con 20. Il litorale dellaprovincia di Livorno colleziona 8 vessilli:Livorno-Antignano, Quercianella, Ro-signano Marittimo-Castiglioncello,Vada, Cecina-Marina, Le Gorette, Bib-bona-Marina, Castagneto Carducci,San Vincenzo, Piombino-Parco naturaledella Sterpaia, Marciana Marina-LaFenicia. Anche quest’anno, quindi, laFee, l’ente che assegna i riconoscimenti,ha certificato la qualità delle acque el’eccellenza della gestione ambientale,dei servizi e della sicurezza lungo lacosta. Il riconoscimento non è maiscontato. Ogni anno è il risultato diun impegno che deve essere rinnovato.

È arrivato al Senato il di-segno di legge sull'assi-stenza sessuale per lepersone con disabilità.Un provvedimento per cui,negli ultimi due anni, siè battuto il piombineseMaximiliano Ulivieri, affettoda distrofia muscolare.Lo scopo è aiutare chiper varie forme di disabilitànon può vivere in pienola propria vita sessualee per questo si vede ne-gato il diritto al piacere.Un testo, quello presentato al Senato, che vuole introdurrenuove figure professionali qualificate. «In paesi come Svizzera,Svezia, Danimarca, Olanda, Germania – spiega Ulivieri – idisabili hanno la possibilità di fare “sesso assistito”, che nonsignifica, come molti pensano, prostituzione.In Italia l'assistenza sessuale non è contemplata, quasi cheun disabile non possa, o meglio, non debba, sentire il bisognodi ricevere oltre alle cure anche il piacere. Vogliamo che unportatore di handicap abbia la possibilità di scegliere cometutti, di vivere serenamente e liberamente la propria sessualità».

Disabili e sesso: Max in Senato Insieme per celebrare i tren-t'anni di Spazio H. “Insie-me”, come il titolo dellospettacolo all'insegna del-l'amicizia e della solidarietàche l'associazione piombi-nese ha portato in scena alMetropolitan. Un pubbliconumeroso e partecipe haapplaudito i “ragazzi” e i vo-lontari che si sono esibitisul palco. L'incasso è stato finalizzatoal “Progettomare 2014” chedal primo luglio al 31 agostopermette alle persone condisabilità di essere accom-pagnate in una spiaggia at-trezzata sulla Costa est.La serata, che ha visto lapresenza del sindaco Ansel-mi e dell'assessore Tempe-stini, è stata animata daAisla, Centro didattico musi-cale, Ci sono anch’io onlus,

cooperativa sociale Cuore,parrocchia di Salivoli, asso-ciazione La Provvidenza.«Questi trent'anni rappresen-tano per noi un traguardodavvero importante» ha sot-tolineato il presidente diSpazio H Leonilda Martini,sul palco insieme a StefaniaStefanini.

I trenta anni di Spazio H

Maximiliano con la moglie Enza

Da sinistra: Stefania Stefanini,Leonilda Martini,Marco Bocchigli

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fatti & persone

L'ambasciatore della Repub-blica d'Armenia, Sargis Gha-zaryan, in visita a Livorno perincontrare gli imprenditorilocali. Dopo una lectio magi-stralis all'Università di Pisa,l'ambasciatore è stato accoltoin Camera di commercio dalpresidente Sergio Costalli esi è intrattenuto a lungo conun pubblico di imprenditori in-teressati a scambi commercialicon l'Armenia. Nel suo intervento, Ghazaryanha tratteggiato le caratteristicheeconomiche del suo Paesesuscitando la massima atten-zione degli imprenditori livornesi.“L’Armenia si raggiunge dal-l'Italia con tre ore di volo –ha spiegato l'ambasciatore -. E' una nazione in crescitanonostante la crisi mondiale.

Il vino armeno, ad esempio,è stato la rivelazione dell'anno2013. Per la nostra economia,è oggi fondamentale lo sviluppodi alcuni settori, come quellofarmaceutico e parafarmaceu-tico e quello delle energie al-ternative. Per non parlare delturismo che, negli ultimi treanni, è cresciuto del 40%”. Al termine dell'incontro alla

Camera di commercio, SargisGhazaryan, guidato dal pro-fessore Giangiacomo Panessa,ha raggiunto i resti dell’anticachiesa degli Armeni in viadella Madonna. Qui l’amba-sciatore Ghazaryan, ha assi-curato l’impegno a far sì chei luoghi italo-armeni costitui-scano un elemento di interessecomune ai due Paesi.

Albert Hofheinz otto anni e sanvincenzino nonè un campione da mare bensì da montagna.Ha vinto il titolo di campione regionale di scinella categoria “Baby 1” all’Abetone. Thomas,suo padre, è maestro di sci e allenatore delbaby talento.

Veltroni premiaRino Bucci

Rino Bucci, giornalista del Tir-reno (cronaca Cecina-Rosigna-no) e collaboratore di CostaEtrusca, si è aggiudicato lasettima edizione del premioCapelli. Promosso dall'Asso-ciazione stampa toscana e dal-l'Ordine dei giornalisti il rico-noscimento è dedicato alla me-moria di Gabriele Capelli storicocapocronista dell'Unità.La giuria, presieduta da WalterVeltroni, ha premiato un ser-vizio di Bucci sul dramma diGiovanna, ristoratrice-coraggiodi Riparbella che dopo il sui-cidio del marito a causa deidebiti ha deciso di mandareavanti la sua osteria da sola.Una vicenda che ha assuntorilevanza nazionale.Il pezzo è uscito sulle cronacheregionali del Tirreno nel no-v e m b r e2013.Al giornali-sta è stataconsegnatauna targa eun riconosci-mento di5mila euro.

L'ambasciatore armeno a Livorno

Èstata inaugurataalla stazione fer-roviaria di Venezia

Santa Lucia la sculturain bronzo Rosa dei venti,opera del maestro Giam-paolo Talani, in colla-borazione con GrandiStazioni.Il bronzo rappresentauna esile figura maschileche poggia sulla cupoladi un grande ombrelloche indica punti cardinalidistribuiti in disordine,una rosa dove i ven-ti sottolineano nel-la loro confusionele tante incertezzedei tragitti di tutti noi. L'uomoporta sotto al braccio una

barca di carta, simbolodel viaggio e stringe unarosa con atteggiamentodi attesa, come a va-lutare in quale dire-zione muoverà i suoipassi ancora fermiin mezzo al continuo

via vai della stazione.Il tema del viaggio, giàraccontato in dimensioneepica nel grandioso af-fresco Partenze concepitoper la stazione di SantaMaria Novella di Fi-

renze, è nuova-mente ripresodall’artista inquesto bronzo

che accoglie i viaggiatori invisita ad una delle più straor-

dinarie città d'arte del mon-do.Rosa dei venti non sarà ilsolo bronzo di Giampaolo Ta-lani ad essere ospitato in ungrande scalo ferroviario. Lostesso tema dell'affresco fio-rentino, per volontà delle au-torità tedesche, sarà ripresoanche nel piazzale della sta-zione Hautbanhof di Berlinocon la collocazione di un altrogrande bronzo di Talani nelprossimo autunno.Un unico pensiero unirà dun-que due prestigiosi scali fer-roviari italiani al principalescalo ferroviario della capitaletedesca, segno della stessavitalità intellettuale e del me-desimo desiderio di ricono-

scersi attraverso la medesimapoetica artistica in spazi pub-blici liberamente fruibili datutti.

Scultura del maestro Talani a Venezia

Otto anni campione di sci

In occasione del viaggio di gemellaggio inFrancia, nel comune di Saint Maximin, l’AvisSan Vincenzo attraverso il suo presidente DarioCairo è stato ospite dei donatori di sanguelocali. In cantiere un progetto sulla solidarietà.Perché un’Europa solidale è possibile.

Avis e solidarietà

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30 giugno - luglio - agosto 2014

di Paolo Fuligni *

Livorno è in primoluogo un porto, aper-ta verso il mare o,

meglio ancora, verso il mon-do al di là del mare; e di fat-to, se si guarda dal bel lun-gomare labronico, sono lenavi in attesa di entrare cheper prime si impongono allavista.Fin da bambini i livornesiguardano le navi in rada;quelle ancorate, quelle chedirigono verso il porto equelle che, sbarcato il pilo-ta, fan rotta verso il mareaperto. Traghetti, portacon-tainers, cisterne, navi dacrociera dalle linee futuristi-che, vecchie carrette striatedi ruggine, nomi, porti ebandiere di tutto il mondo.Livorno – nota anche come“Rosa del Tirreno” – volgeostentatamente le spalle allaterraferma e presta attenzio-ne soltanto al “suo” mare;non a caso qui anche il gior-nale si chiama proprio così,

"Il Tirreno", quasi a volerdire che, oltre alle merci e aisoldi, anche le notizie pos-sano venire solo da quellaparte. Bagnata dalle onde epercorsa dai “fossi”, cioèdagli antichi canali dellostorico quartiere “Venezia”,è senz'altro una città d'ac-qua; ma anche, a buon dirit-to, una città d'aria perchél'altro grande elemento delcapoluogo labronico è sen-z'altro il vento. Il vento cheaccompagna la vita dei li-vornesi, il glorioso libeccio,spesso terribile, capace difar volare tettoie e cassonettie di spingere furiosamentele onde fin sul viale Italia.Un vento forte che fa rumo-re, che scuote le finestre e fatraballare i passanti, che im-pone prepotentemente la suapresenza trasformando ilmare in una selvaggia ba-raonda di marosi.Questo, dunque, il contestoe questa l'impronta: navi,isole, scogli, salmastro evento forte.

Altra cosa è la città vera epropria; le originali soluzio-ni urbanistiche del Buonta-lenti e le belle architetturesei-settecentesche del centrostorico, tra i Quattro Mori ela Venezia, subirono pur-troppo pesantissimi danni,ad opera dei bombardamentialleati – senza dubbio – maanche dei livornesi stessiche realizzarono una rico-struzione ben poco rispetto-sa dell'identità originaria.Gravemente danneggiatodalla guerra, il centro urba-no venne ricostruito nello

stile degli anni '50 del seco-lo scorso; funzionale, forse,ma prevalentemente inele-gante e banale. Così Livornoha pochi monumenti e po-che memorie da offrire aisuoi figli per trasmetter loroun sentimento di identità le-gato alle glorie della sua sto-ria. Anche per questo, pro-babilmente, i livornesi tuttosono fuorché conservatori.A differenza di Lucca o –dio ce ne scampi – di Pisa,qui il passato non ha nientedi nobile e certo non va dimoda; solo il nuovo interes-

Donne e uomini vivono intensamente il proprio presente

Livorno, città di mare e di vento

Le foto sono di Andrea Danilivornot.tumblr.com

Il caratteristico quartiere Venezia

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sa, il vecchio è solo da but-tare. Qui tutte le novità han-no successo; un successobreve, ovviamente, perchéverrà presto sostituito dalprossimo venturo. Le modesono brucianti, invasive; ri-empiono le vetrine e subitodopo le strade con una velo-cità fuori del comune. Il li-vornese è modaiolo perchésente forte il bisogno di mo-strarsi, di farsi vedere. E an-che di farsi sentire perchéparla spesso con una vocestentorea, decisamente piùalta di quanto non sia neces-

sario, che sembra rivolta piùad un vasto pubblico chenon all'occasionale interlo-cutore. D'estate, ma anche d'invernoquando sia possibile, a Li-vorno si va al mare. Tutti,vecchi e giovani, senza ec-cezione, ad abbronzarsi e amettere in mostra il corpotenacemente curato. Maschie femmine frequentano assi-

duamente palestre e corronosul lungomare perché quil'aspetto fisico – muscoliscolpiti, addome piatto, fa-volosi tatuaggi – è tutto o al-meno quasi. Infatti, l'altracosa veramente importantesono i soldi; non per accu-mularli – per carità – ma perspenderli, naturalmente.Forse per l'eredità culturalelasciata dall'epoca dei mer-canti, quando c'era il portofranco e le fortune nasceva-no e finivano nel giro diqualche mese, qui i soldi sispendono con grande facili-tà, per goderseli e per “ap-parire”. Insofferenti di ogniregola, attaccabrighe, chiac-chieroni e al tempo stessosensibili, facili alla commo-zione e generosi, i livornesi,donne e uomini, son gentesenza passato e senza pauradel futuro che vive intensa-

mente il proprio presente.Come scriveva un grandefiorentino, il Magnifico Lo-renzo, “chi vuol esser lietosia, del doman non c'è cer-tezza”; chissà, forse era unpo' livornese anche lui.

*Psicologo - psicoterapeuta

I livornesi tutto sono fuorchè conservatori.Qui i soldi si spendono con grande facilità.Sensibili, facili alla commozione e generosi

Suggestivo scorcio della Fortezza Vecchia I Quattro Mori

Corso Italia, 89 – Piombino (LI) Tel. 0565 881241 – Cell. 349 2606979 [email protected] Tinacci Cell. 335 6541182 - e-mail: [email protected]

LE NOSTRE GITE DA UN GIORNO

12 luglioGiardini Vaticani di Castel Gandolfo

20 luglioLago di Bracciano e Castello Odescalchi

17 agostoAssisi e Sagra della Porchetta

24 agostoPortofino-Monterosso

23 novembreMondo Creativo a Bologna

I NOSTRI TOURdall’8 al 13 luglioSvizzera-Cascate RenoAustria-Germaniadal 29 agosto al 3 settembreSlovenia e Budapest dal 10 al 15 settembreMedjdugorje (Bus e nave)dal 3 all’8 ottobreNew Yorkdal 9 al 21 ottobreIl regno del Nepaldal 12 al 20 ottobreSicilia e isole Eoliedal 24 ottobre all’8 novembreVietnam e Cambogiadal 10 al 23 novembreGran tour Birmania

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32 giugno - luglio - agosto 2014

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Dieci anni! Il decen-nale di «Un gior-no… insieme», la

festa di Costa Etrusca cheabbatte le barriere e uniscesenza discriminazioni. An-ziani, politici, persone di-versamente abili, imprendi-tori, associazioni. Tutti, an-che quest’anno insieme, nel-la splendida cornice dellapineta di Baratti per gridare:siamo tutti uguali.

La dedizione del nostrogiornale per organizzare unafesta dallo spirito di grandesolidarietà non è mai man-cata. E anche se dieci annisono tanti, la voglia e la de-terminazione sono sempreuguali. Nonostante le diffi-coltà e l’impegno, ancheoneroso, che una festa di talidimensioni comporta, CostaEtrusca ha deciso di portaresempre avanti questo mo-mento di grande gioia pertante persone. È quindi pervenerdì 27 giugno l’appun-tamento con la consueta gitain barca e il pranzo offertoda Costa Etrusca, il giornaledella nostra terra. Il programma prevede inmattinata la tradizionale mi-nicrociera lungo la costa.Tutti potranno godere dellabellezza del nostro territorioda una visuale inconsueta,in mezzo al mare. Finalmen-te le barriere saranno abbat-tute e in mare ci sarà spaziodavvero per tutti.La festa si sposterà poi nellasecolare pineta di Barattidove i festeggiamenti conti-nueranno con il pranzo so-ciale (oltre 400 persone).Davanti ad un ricco menùsarà il momento per scam-biare quattro chiacchiere efare nuove amicizie sotto albandiera della solidarietà. Anche quest’anno i ragazzidelle associazioni animeran-no per la gioia di tutti l’e-

vento concanti eballi. Ilm i t i c oGiovanniBenini faràscoppiettareil suo organettofacendo risuonaremusica indimenticabile. Iragazzi della scuola di Vi-viana Tacchella e Rossella siesibiranno con le loro per-formance canore strappandomolti applausi.Ma non è tutto. Quest’anno,vista l’eccezionalità dell’an-niversario dei dieci anni di«Un giorno… insieme», unasorpresa attenderà tuttiquanti tra i pini di Baratti.Infatti, per chi vorrà, ci saràil pony di Costa Etruscapronto a fare una piccola ca-valcata sotto il sole dell’e-state. Altri sorrisi e tanta al-legria per questa festa e isuoi invitati.Nell’occasione i sindaci del-la zona interverranno condiscorsi ufficiali e si terran-no le tradizionali premiazio-ni a personalità del territorioche si sono contraddistinteper impegno e tenacia nelproprio settore. Se tutto ciò sarà possibile,

anche in questa decima edi-zione, lo si deve ad un grup-po coeso e instancabile checollabora da tempo con Co-sta Etrusca. Senza di lorotutto ciò non sarebbe possi-bile. Si ringrazia quindi Ar-celorMittal Piombino, CoopUnicoop Tirreno, ComitatoFesteggiamenti Piombinese,Comunità Irpina, ComitatoCittadino Venturina, Sider-Piombino, Etrusca Profilati,Centro Velico Piombinese,Cooperativa Circolo Nauti-co Pontedoro, Circolo Nau-tico Baratti, Centro Didatti-co Musicale di Viviana Tac-chella, Gruppo Scout (Age-sci Piombino 2), Comune diPiombino, Comune di Cam-piglia, Capitaneria di Porto,Compagnia Carabinieri,Guardia di Finanza, Poliziadi Stato, la stampa, gli spon-sor e tutti i nostri ecceziona-

li volon-tari. Unr i n g r a -ziamentoparticola-re all’infa-

ticabile AldoAgroppi, al no-

stro presentatore-conduttore Marco Boc-

chigli e alla imitatrice-attri-ce Gianna Martorella.La decima volta di «Ungiorno… insieme» sarà in-dimenticabile. Dieci anni diCosta Etrusca, il giornaledella nostra terra, nel segnodella solidarietà.

“Un giorno... insieme”, vince la solidarietà

Al traguardo dei dieci anni

Venerdì 27 giugnoallegria e serenitàcon tanti amici.Gita in barca e pranzo nella

pineta di Baratti.10 anni nel segnodella solidarietà

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giugno - luglio - agosto 201434

diDaniele Toncelli

In una bella giornata disole sono andato a Cam-piglia Marittima per sco-

prire il fascino misteriosodel museo Guarnieri, malungo la strada che attraversacon curve armoniose le colli-ne, arricchite da piante seco-lari e case antiche, mi è ap-parsa una misteriosa e sor-prendente visione. Davantial cancello di ingresso di Vil-la Mussio mi è sembrato diintravedere il grande artistache con maestria ed eleganzadipingeva il bel paesaggiodella nostra valle. È stato unattimo, un baleno, perchéquell'immagine fantastica èscomparsa subito, immersanella mente dei miei ricordi.Avvicinandomi a Campiglia,mi sono chiesto come la no-stra memoria riesca talvoltaa inventare le nostre vedute.Certamente quel vecchio,dai capelli argentati, lunghi escomposti, faceva parte deimiei pensieri più cari, quan-do da bambino avevo cono-sciuto finalmente il maestroche proprio in quella villaaveva creato opere sublimi:Carlo Guarnieri. Con luiavevo scoperto centinaia didipinti e incisioni.I miei occhi li guardavanoincantati, con la meravigliadello sguardo di un adole-scente che voleva crescere.Un bambino diventato uomoche ora percorre le silenziosevie del paese, passando pro-prio di fronte alla casa Guar-

nieri, dove era nato e avevavissuto nella sua infanzia.Un respiro profondo e, conpochi passi, raggiungo il so-lenne Palazzo Pretorio. Quisembra di entrare in uno spa-zio senza tempo, dove la vitaha percorsi intrecciati eparalleli.La prestigiosa costruzione,un tempo sede di antichi co-muni, è ora dedicata allascienza con il Museo dei Mi-nerali, alla cultura con la bi-blioteca, archivio storico eultimamente all'arte, con ilfantastico museo Guarnieri.

La pinacoteca è un vero fioreall’occhiello per il sindacoRossana Soffritti e la suaamministrazione comunale ein modo particolare per l’as-sessore alla cultura JacopoBertocchi, che in questi annisi è impegnato assiduamentecon competenza, passione ededizione per la realizzazio-ne di un progetto così impe-gnativo.Il suo ingresso è annunciatoda uno storico stendardo do-ve campeggia l'immaginedel celebre ritratto “Signoracon cappello nero”.

Entrato nella prima sala, am-metto di provare grandeemozione perché insieme airicordi si accavallano i senti-menti di meraviglia e conti-nuo stupore. Sono immaginigià conosciute, alcune sonostate anche esposte nella gal-leria della mia famiglia, mami appaiono con il loro fa-scino come se fosse la primavolta.La prima sala è una preziosasintesi di tutto il percorso ar-tistico di Carlo Guarnieri,perché vi sono esposte leopere pittoriche dei suoi treperiodi, alcune xilografiegiovanili e una sanguigna. Liguardo estasiato pensandoanche che tutto quello chevedo è frutto di un meravi-glioso dono, un grande gestod'amore che il figlio GianniGuarnieri ha voluto fare allacomunità di Campiglia e atutte quelle generazioni cheoggi, domani e nel futuropotranno fruire di un'arte co-sì strabiliante. Sono capola-vori che ora ci appartengono,come “I vecchi”, una grandetela del primo periodo, quel-lo vicino alla gloriosa tradi-zione dei macchiaioli, “Ilcacciatore”, “Il pittore e lasorella” e “La ragazza cam-pigliese” sono invece del se-condo ciclo, dove grumi dicolore scolpiscono e illumi-nano radiosi i volti immer-gendoli in atmosfere silen-ziose. Il terzo stile è rappre-sentato dal San Sebastiano,una sensuale figura pacata-mente inserita nello sfondo

Uno spazio senza tempo, caleidoscopio di emozioni

Le meraviglie del museo Guarnieri

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rarefatto e ovattato dell'im-maginazione grazie a un vir-tuosismo pittorico che cisuggerisce intense espressio-ni di profonda fede e spiri-tualità.La seconda sala è dedicataalle donne: “La moglie”, “Lamadre”, “La sorella”, “Lafattoressa”, “La signora dicampagna”, “La signora convaso rosa”, “La signora concappello nero”. Meraviglio-se appaiono in grandiose di-mensioni, isolate nel tempocon tutto il loro fascino, lasensualità, la grazia e la sag-gezza.La terza stanza rappresentala xilografia, l'arte che lo hafatto conoscere e apprezzarein tutto il mondo. Vi sonoesposte con cura le stampecon le relative matrici in le-gno. E' la sala del bianco edel nero, che però diventanoi colori di un caleidoscopiofantastico suggerito dalle in-finite sfumature di tagli oradelicati, ora decisi e semprearmoniosi. In quelle tavoledi legno incise con supremamaestria emerge il mondopoetico di Guarnieri, la spiri-tualità cristiana, il virtuosi-smo anatomico, il mistero, laDivina Commedia, l'orroredella guerra, l'amore per lasua terra.Ora è l'arte floreale del dan-nunzianesimo, ora espressio-nismo, ora realismo, talvoltaforse surrealismo. Mentrestudio attentamente questecreazioni, mi sembra ancorauna volta di vederlo. La suafigura riflessa magicamentenel vetro mi appare con lesue sgorbie, i bulini, le tavo-le di legno di testa e di filo, ifogli, il suo tornio e tutti i so-gni e le fantastiche e miste-riose storie, ormai leggende,sulla sua vita solitaria cosìavventurosa, eccentrica e bo-hèmienne.Nella quarta sala sono rac-colti i lavori più importantidella sua grafica, disegni acarboncino, sanguigna, chi-ne, con studi di vacche, dellemani, delle espressioni del

volto, del corpo umano equalche paesaggio. Ma so-prattutto le incisioni più rap-presentative come il “SanFrancesco”, “Il Sogno”, “LaFecondazione”, “Le Mater-nità”, “Il Nudo”, “Il Tramon-to”, “Il Fuoco” e “Il DanteTirreno”. Un Dante che ècolto con un'espressione diprofondo raccoglimento in-teriore, forse nel momento incui ha terminato finalmentela sua immensa opera.Uscendo da questi spaziespositivi, entriamo nella sa-la più prestigiosa, quella del-le conferenze e celebrazioni.Isolati nelle pareti, sono alle-stiti dipinti di dimensioni no-tevoli: “La famiglia”, “Settevele latine”, “Sogno di ma-dre”, “Ritratto di signora se-duta” e uno stupendo e sola-

re paesaggio della nostravalle.Quando lascio il museo, fuo-ri è già apparso un magnificotramonto.Il tempo è trascorso veloceperché l'arte di un grande

della nostra terra mi ha do-nato tanta bellezza e mo-menti di serenità.Una bellezza e una serenitàche devono essere scoperteda tutta la nostra comunità enon solo.

Chi è Carlo GuarnieriCarlo Guar-nieri è natoa CampigliaMarittima il23 ottobre1892 ed èmorto nel1988. Allie-vo predilet-to di Adolfo

De Carolis, ha frequentato il Regio Istitutodi Belle Arti di Firenze dal 1906 al 1915.Come incisore fece parte del primo gruppoper la rinascita della xilografia italiana,partecipando nel 1912 all'esposizione ita-liana della xilografia a Levanto.Nel 1907 si presentò anche come pittorein una prima mostra a Firenze e nel 1914fu invitato alla XI esposizione internaziona-le d'arte di Venezia. Lasciò Firenze per par-tecipare alla Grande Guerra e fu decorato

con tre medaglie al merito. Nel 1921fu in-vitato alla Biennale Romana e nel '23 sitrasferì a Torino dove conobbe Felice Care-na. Nel 1927 divenne socio ad honoremdella “Associazione Pittori e Scultori di Ma-drid” e si trasferì per alcuni anni a Romadove lavorò a fianco di Sartorio, Selva, Ma-rinetti, Arturo Martini.Dopo la seconda guerra ritornò a Campi-glia isolandosi nella sua Villa Mussio.Ha ottenuto per la sua attività artistica nu-merosi riconoscimenti nazionali ed interna-zionali, esponendo a Roma, Milano, Vene-zia, Firenze, Parigi, Londra, Tokio, Madride Bruxelles.Orario di apertura del museo: martedì –mercoledì – venerdì: ore 9,15/13,15 –14/18,30. Primo e terzo sabato del mese:9,15/13,15 – 14/18,30.Per info: tel. 0565 838470www.carloguarnieri.com

Le mani, xilografia legno di filo, 1924

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36 giugno - luglio - agosto 2014

Rossana Soffritti(Sindaco Campiglia M.ma):«Si apre uno spazio nuovoarricchendo Palazzo Pretoriodi una pinacoteca, la primadella storia del nostro comune,un luogo in cui valorizzare econdividere il talento di unodei figli più illustri di CampigliaMarittima, il pittore e xilografo,l’artista, Guarnieri».

Jacopo Bertocchi(Ass. Cultura Campiglia M.):«Carlo Guarnieri il maestro“xilografo e pittore”, figuraattraente e nobile, protagonistadi racconti rari e poco ricordati,ritorna a Campiglia per entrarein maniera definitiva e tangibilenella storia del nostro terri-torio».

Maria Grazia Diana(Storica dell’arte):«Parlare di Carlo Guarnierioggi e guardare le sue primeopere vuol dire alternativa-mente entrare in mondi paral-leli, il mito, il simbolo, lastoria – ma contemporanea-mente sentire sempre viva ecostante una dimensione piùintima e sofferta, a volte vi-sionaria – gli affetti familiari,la Maremma, la guerra».

Armando Nocentini(Critico d’arte):«Pronto agli entusiasmi maanche natura schiva di artistadi razza, Carlo Guarnieri hatenuto per lungo tempo questisuoi segreti fogli, non ha cer-

cato mai, come tanti al suoposto avrebbero fatto, di sban-dierare dei meriti che effetti-vamente possiede e che lastoria della xilografia modernaitaliana, quando si farà, dovràpur riconoscergli».

Andrea Baldocchi(Storico dell’arte):«L’incisore toscano è un tecnicosopraffino del virtuosismo lirico,un esploratore dei sentimenticonfidenziali, riposti. Possiedeun segno unico che accentuaingombri e toni fissando laforza eterna dell’avvenenzadelle forme; possente nel mo-dellato, è culturalmente com-posto, flemmatico, maturo».

Giampaolo Talani(Pittore):«Mi dissero che potevo in-contrare Carlo Guarnieri e lanotizia fece sussultare il miocuore di diciassettenne inna-morato dell’arte e della vogliadi diventare un pittore vero».

Daniele Toncelli(Pittore):«Dopo tanti anni lo ricordoancora come allora, una splen-dida figura solitaria che, fu-mando una sigaretta, giocacome un bambino a scoprirenel fumo che emana nell’ariale magiche figure della suaarte sublime».

Gianfranco Benedettini(Scrittore e storico):«Di statura normale anche sela magrezza del corpo parevaallungarlo, gli occhi vivaci.Era di un’eleganza un pocotrasandata, i suoi capelli d’ar-gento sempre al vento e prividi unguenti, comunque scom-posti. Ma erano le mani adimpressionare, avendo dita

lunghe ed ossute, quasi dimusicista»

Tommaso Paloscia(Critico d’arte):«Guarnieri in questo dopo-guerra è tornato in Maremmae dall’eremo di campagna simuove di tanto in tanto a mo-strare i suoi quadri.Le stampe dei gloriosi legnise le porta dietro con malcelatacontrarietà e le sottopone quasifurtivamente all’attenzionedell’osservatore. Ne ama parlarpoco come un capitolo di vitadefinitivamente passato in ar-chivio. E non ci riesce di capireper quale patto con se stessoabbia voluto porre sotto chiave

lo spirito più autentico dell’artesua. La sua anima».

Pablo Gorini(Critico d’arte):«Ma, per tutti, l’impulso piùforte ed efficace fu la presenza,sulla collina campigliese, inuna posizione simbolicamentedominante, di Carlo Guarnieri,l’unico cui si alludeva conla semplice qualifica di “pit-tore”, artisticamente isolato,ma aperto ai contatti umanie al dialogo, rispettato edammirato anche da coloroche non erano in grado dicomprendere a pieno il lin-guaggio in cui aveva sceltodi esprimersi».

Hannoscrittodi lui

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La famiglia, olio su tela, 1924

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diUmberto Barlettani

Èla storia di un amore,di una passione co-mune per la cosmesi.

È la storia di Marta Pierini esuo marito Pier Luigi Salvi,entrambi farmacisti che dan-no vita al loro sogno realiz-zando un laboratorio cosme-tico artigianale. Umiltà, ori-ginalità, passione, ricerca,materie prime certificate lelinee guida del successo diDiadema Cosmetici. «Abbiamo iniziato cinqueanni fa – racconta Pier LuigiSalvi, addetto alle formule edesigner artistico – ma giànegli anni Novanta quandostudiavo farmacia a Pisa, ilprofessore Giovanni Pro-serpio, che insegnava chimi-ca e tecnologia cosmetica,mi consigliò di intraprende-re questa strada. Più tardi hoconosciuto Marta che è poidiventata mia moglie e in-sieme abbiamo deciso diprovarci».Diadema ha sviluppato unaserie di linee fino ad arrivareoggi ad oltre 70 prodotti,tutti realizzati nel laborato-rio di Piombino, in via Lera-rio. Creme per il corpo e peril viso, saponi, docciaschiu-ma, profumi e tanto altro an-cora, perfino una collezionedi pomander in argento. «L’artigianalità rappresentala nostra filosofia – spiegaMarta Pierini, direttore tec-nico dell’azienda – le mate-rie prime e la cura del detta-glio sono il nostro punto diforza. Ma anche la territo-rialità per noi è un’idea dadifendere e portare avanti,non a caso abbiamo ancheideato una linea che porta ilnome di Baratti».Oggi Diadema porta in giroin Italia e nel mondo il nomedi Piombino con le sue es-senze e fragranze. InfattiMarta e Pier Luigi hannopartecipato ad Esxence, ilpiù importante evento inter-nazionale della profumeriad’arte che si è tenuto a Mila-no. Per partecipare sono ri-

chiesti parametri molto se-lettivi: presenti le migliorirappresentazioni della pro-fumeria d’autore.«Per noi è stata davvero ungrande soddisfazione – af-fermano con orgoglio Martae Pier Luigi –. Abbiamopresentato la nostra nuovalinea Exclusif, un progettoche lega il profumo alla mu-sica e alla poesia. Tre fra-granze, Armonia della Sera,Milonga e Anuar, in flaconidi cristallo, essenze preziosechiuse da una capsula in le-gno, tutto curato nei minimidettagli. Anche il tappo è in-triso di profumo. Lo studiodell’essenza, della confe-zione fino al disegnodella bottiglia,realizzata da

una cristalleria artigiana, èideato interamente da noi.Con queste realizzazioni –affermano Marta e Pier Lui-gi – puntiamo anche ad unpubblico di nicchia che siaattento ai prodotti esclusivie di eccellenza e guardiamoal mercato estero perché ilmade in Italy e soprattutto ilprodotto toscano è apprez-zato in tutto il mondo e affa-scina sempre. Esportiamo,per esempio, anche in Rus-sia e in Iran». La lavorazione in piccolaserie garantisce un alto stan-

dard di qualità. Fantasia evoglia di fare premiano il la-voro di questa azienda aconduzione familiare. Sonoaffezionati alla città e al ter-ritorio dove vivono. Oltre adue punti vendita a Piombi-no, il loro brand è presente aSan Vincenzo, Orbetello eanche a Roma. Continua ri-cerca, progetti e sviluppo.Dispongono anche di un ter-reno di 18 ettari il localitàAffitti, a Venturina, con ol-tre mille piante di lavandaper la produzione di olio es-senziale. «Abbiamo creato la nostraazienda – concludono – perrealizzare il nostro sogno. Inquesto momento difficileper la città, ci auguriamoche tutti si animino di forzae fantasia per dare vita aipropri progetti e far vivere lapropria idea, Piombino habisogno di questo».Nella foto in alto PierLuigi Salvi con la moglieMarta Pierini nel labora-torio dell’azienda

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Originalità e ricerca: i segreti di Diadema

La passione per il profumo

Oltre 70 prodotti, tutti realizzati a Piombino.Lavorazione in piccola serie, garanzia di qualità

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38 giugno - luglio - agosto 2014

Nella società dell’im-magine e degli ef-fetti speciali le pa-

role hanno perso significato.Le parole sono un’arma po-tente possono distruggere ecostruire, avvicinare o al-lontanare, far nascere amoreo odio. L’eco delle parolepuò modulare le relazioni omobilitare le guerre.Quando le parole esprimonosentimenti riacquistano lavalenza delle emozioni, siriprendono lo spazio dellerelazioni. Pulsano, evocano,trasmettono, danno senso.Quali parole si intrecciano,accavallano, rincorrono nel-le classi della nostra scuo-la?!Abbiamo intrapreso unviaggio con alcune inse-gnanti di lettere, sostenutidal dirigente scolastico, acui hanno partecipato venticlassi, cinquecento studenti. L’idea: sollecitare ragazze eragazzi a cercare, all’im-provviso, dentro di sé “paro-le” per esprimere dei senti-menti e dei rapporti che sipercepiscono belli o brutti,buoni o cattivi.Narrare: il “simbolico” diciò che si dice e si fa attra-verso idiomi, capaci di rac-contare vissuti personali ecollettivi.Il perché: fare una “fotogra-fia” di gruppo del sentire ri-spetto a se stessi e agli altri,attraverso una parola eletta arappresentaci. Nessun inten-to statistico. Nessun giudi-zio di merito. Nessuna ana-lisi interpretativa.Il percorso: riflettere sulleparole nei significati etimo-logici, semantici e immagi-nari. Cercare parole chemancano o le troppe che

rimbombano. Ascoltare ilsuono delle parole.Ogni singolo studente hascelto un cartoncino colora-to tra le diciassette possibili-tà cromatiche disponibili.Indicato il sesso, in modoanonimo, ha risposto a quat-tro semplici domande: la pa-rola in assoluto più bella equella più brutta, il gesto ri-cevuto o fatto più bello equello più brutto.L’entusiasmo partecipativoe serio degli studenti è statola premessa per stimolare inclasse, sulle parole “signifi-cative”, momenti di discus-sione e approfondimento,partendo da un “ordine delgiorno” dettato dal colletti-vo.L’installazione: gridare fuo-ri dalla scuola le nostre pa-role. È primavera e in viaTorino, sulla cancellata del-la scuola media “AndreaGuardi”, sono sbocciate leparole. Tante, colorate, scrit-te su tavolette di legno, sonostate appese ai due lati delcancello d’ingresso dalle ra-

gazze e i ragazzi della 1A,da alcuni insegnanti e dai lo-ro genitori. Passando davan-ti alla scuola, è possibileleggere i termini maggior-mente usati che rappresenta-no l’ immaginario delle ra-gazze e dei ragazzi di Piom-bino, le parole ed i gesti neiquali si riconoscono, i ter-mini e le azioni che condan-nano. Il “bello” si lega a parole co-me amore, amicizia e aiuto;i ragazzi credono nella fami-glia, mamma e babbo in par-ticolare; scrivono affetto,bacio e abbraccio, ma anchemusica o rugby. Il “brutto” è rappresentatodalle parole guerra, odio,morte, ma soprattutto tradi-mento, delusione e offesa.Gli studenti condannano leazioni volte a prendere in gi-ro, insultare e picchiare.La lettura e l’interpretazionedell’installazione è lasciataal passante curioso che, sof-fermandosi, può dare la sualettura e ricevere una foto-grafia ben chiara dei valori,

delle paure e delle speranzedella gioventù piombinese.I nostri adolescenti non so-no omologati, il sentire e iriferimenti sono molto sog-gettivi e nel mutare dell’etàil bisogno di relazione e divalori si fa pressante.Dei colori a disposizione lascelta prevalente è statol’azzurro, forse il colore delmare della loro città.«C’è un gran lavoro da farenell’educazione preventivadell’anima per essere all’al-tezza del nostro tempo, cheha bruciato gli spazi della ri-flessione, ridotto all’insigni-ficanza quelli della comuni-cazione, ma soprattutto hainaridito il cuore, che poi èl’organo attraverso il qualesi sente, prima ancora di sa-pere, che cosa è il bene e ilmale. Nel deserto della co-municazione emotiva il ge-sto, soprattutto quello vio-lento, rischia di prendere ilposto di tutte le parole chenon abbiamo scambiato nécon gli altri, per istintiva dif-fidenza, né con noi stessi,per afasia emotiva». (Galim-berti – L’ospite inquietante– 2007).

Paola Lippi, Elena Masetti,Eraldo Ridi

Il progetto della scuola “Andrea Guardi”

I cercatori di parole

Bello

Bacio

AmoreAbbraccio

Amicizia

Famiglia

Guerra

Delusione

Offesa

Odio

Morte

Tradimento Musica

Coinvolti oltre500 ragazzi.Gli studenticondannano

le azioni negative.Le parole esprimono stati d’animo.Scritte colorateall’ingressodella scuola

dal 1962 il gior

nale

della nostra ter

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di Luca Goerg

C’è un mago, travesti-to da pagliaccio, chegira la nostra costa

senza affanno. Bensì ha un coniglio nelpasseggino e, per i piccolibambini, gonfia tanti pal-loncini.

No, non è una filastrocca diRodari o una fiaba di Collo-di. Il Mago Giò esiste dav-vero. Lo avete visto spessoper le strade delle nostre cit-tà e dei nostri borghi. Viag-gia a bordo di un furgonebianco dove cucina e dorme.Ha sempre con sé Pallino,un coniglio bianco, che trat-ta come un re portandolo aspasso col passeggino.Questo eclettico personag-gio è l’idolo dei bambinidell’estate della costa tosca-na. Dalla Versilia alla Ma-remma passando, natural-mente, dalla Costa degliEtruschi gonfia per tutti pal-loncini a forma di animali.Ama lavorare soprattutto aBolgheri, dove lo hannosempre accolto con affetto.«La Versilia è bella, ma Bol-gheri è una perla» affermaGiovanni Binello, in arteMago Giò.Originario delle Langhe,passa l’inverno a Montà, vi-cino Alba. Fa l’artista distrada da cinque anni. «Hoscoperto la vocazione tardi,dopo aver fatto l’autista el’operaio. Ma questo lavorolo si deve avere nel Dna. Ioce l’ho».

Quest’ anno però, dopoaver fatto felici tanti bam-bini locali e soprattutto va-canzieri ha deciso di nontornare per l’inverno a ca-sa, in Piemonte. È partitoper andare a donare unsorriso ai bambini delBangladesh.«È un mondo opposto al no-stro. Le bambine si sposanogiovanissime, alcune diven-tano nonne a trent’anni.Molte, infatti, vengono fattesposare prima dei quindicianni. Se per il marito sonoancora troppo piccole ven-gono rimandate a casa deigenitori. Poi se danno allaluce due bimbe femmineconsecutivamente o ancheun bimbo disabile vengonoripudiate e abbandonate. Ibambini sotto i dieci anniche lavorano sono tantissi-mi. Scaricano camion, lavo-rano nell’edilizia o coltiva-no la terra. Sono molto ri-chiesti perché pagati pochispiccioli».

Un’esperienza traumati-ca…«Sì, ma donare la gioia e ildivertimento a quei bambi-ni, che non hanno nemmenoun giocattolo, è stato unico,rivelatore. Mi sono innamo-rato. Per questo ho decisoche dopo aver passato l’e-

state di nuovo in Toscana,tornerò là. Se riesco a raci-molare abbastanza denaroper aiutarli, passerò con loromolto più tempo».

Com’è il Bangladesh?«Solo una parola: povertà.Penso sia il paese più pove-ro del mondo. Per questo hodeciso di andarci».

E le usanze? Sono dav-vero così diverse daquelle europee?«Molto diverse. Unavolta un missionario miha fatto vedere unagrotta dicendomi cheuna volta l’anno vi pas-sava una tigre. Quando suc-cede tutti gli uominidel villaggio si ri-uniscono, quelli nonsposati si armanodi bastoni e lamassacrano.Quasi semprequalcuno diloro finiscemale. Sem-brano favo-le, ma que-sti fattisuccedonor e a l m e n t e .Questo è il Ban-gladesh».Quest’ estate quandoincrocerete il MagoGiò fermatevi con ivostri bambini e fate-vi raccontare la storia di unuomo unico. Sensibile e fie-ro. Dopo aver giocato conlui e Pallino, il suo conigliobianco, seguite il consigliodel cartello affisso sul pas-seggino dell’animaletto:“Certo puoi baciarmi, acca-rezzarmi, fotografarmi, maanche un soldino puoi la-sciarmi. Grazie”.Fatelo con entusiasmo, sicu-ri che aiuterete non solo un

personaggio formidabile co-me il Mago Giò, ma contri-buirete anche a favore dellaOnlus che lo ospiterà ilprossimo anno in Bangla-desh. Così, anche grazie avoi, riuscirà a donare sorrisie allegria a quei bambini chemeritano di essere, vivere egiocare da bambini.Perché i bimbi del MagoGiò sono uguali: sia in va-canza in Toscana, stanchidopo una giornata al mare acostruire castelli di sabbia,sia in Bangladesh, stanchi econ la schiena spezzata do-

po unavita dilavoro,solo ad i e c ianni.

Con il suo coniglio bianco

Mago Giò, il pagliacciodelle nostre strade

Artistadi strada.Nei borghidella nostra

Costa Etrusca.In giro

con Pallinoil conigliobiancowww.costaetrusca.net

Mago Giò con i bambini in piazza

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ORIZZONTALI1. Opera nel calzaturificio – 9. Solco spumante marino – 12. Dà tuttii poteri – 14. Piante che producono foglie aromatiche – 15. Hercule,investigatore belga – 17. Isola francese – 19. Il nome di Fiorini, ilcantante – 20. Associazione Italiana Spadaccini – 21. Elenco articolidi una rivista – 23. Il centro del registro – 25. Razza di pappagallo –27. Azione che comprende l’estorsione, la ruberia – 31. Condizionedi un’opera priva del nome dell’autore – 32. Servizio vincente neltennis – 34. Il tastierista dei Pooh – 36. È apprezzato se è di petto –37. La sigla svizzera – 38. Stato confinante con il Vietnam – 39. Cu-neo – 40. Le prime dell’Himalaya – 41. Pronome confidenziale – 42.Ne è pieno Baratti – 45. Offende il giro vita – 47. Ponente – 48. Fiu-me svizzero.

VERTICALI1. Può essere anche a chiocciola – 2. Chi esercita la bella scrittura –3. Opera lirica di Francesco Cilea – 4. Il centro della martora – 5.Protegge le tibie dei calciatori – 6. Agenzia Buone Intenzioni – 7.Due romani – 8. Operatori Agricoli Pisani – 9. Correre sulla neve –

10. Regione storica delle Alpi Orientali – 11. Lo è un grattacielo – 13. Città in Provincia di Napoli – 16. Organo DemanialeOpere Rinnovate – 18. Antica fabbrica di camion – 22. C’è quella mercantile e quella militare – 24. Boria, vanteria – 26. Unsaluto a Maria – 28. Negoziatori Internazionali Honda – 29. Il nome di Salgari – 30. Le vocali di gigantesco – 33. Pianta dacui si estrae un potente veleno – 35. Trieste – 36. Poi – 41. Zia spagnola – 44. Non concesso – 46. Arezzo.

Le pillole di Paolo Pachi

PAROLE INCROCIATE (di Paolo Pachi)

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SCARPAIOSCIA

CARTABIANCAL

ALLORIPOIROT

ILEAOLANDO

AISSOMMARIO

GISTAARA

TRAPINERIAV

ANONIMIAACE

FACCHINETTI

DOCHLAOSCN

OHIITU

PINIOBESITA

OCCASOAAR

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Il buio non mi piace. È sempre pesto.

La caramella, quando piace, si scarta.

L’avaro può avere tutto se fa a meno di

tutto.

Il cantante è sempre in giro: per un motivo

o per l’altro.

L’idraulico arricchisce nelle perdite.

Il vulcano tira fuori la cenere e poi la lava.

Ho visto l’insegna di un ottico in crisi, con

le lacrime.

Da quando mia moglie è a dieta, io ho già

perso sei chili.

Il gallo afferma che è meglio una gallina

oggi che un uovo domani!

Il criminale è come il pesce: se viene

pescato è fritto.

Il fisco non perde d’occhio le entrate.

La luna, dopo tre quarti, è piena e brilla.

La felicità son cinque semafori verdi di fila.

Chi dorme come un bimbo non ha figli!

Ilvano, possibile che tutto quel che faccio non ti vada mai bene?

giugno - luglio - agosto 2014

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Spigolature

La critica è divisa so-stanzialmente in duegruppi: quelli ai qualiLa grande bellezza èpiaciuto da subito, equelli ai quali è pia-ciuto solo dopo la vit-toria dell’Oscar. Unicoin Italia, un anzianocritico di “Quadernipiacentini” (continuaa mandare ogni meseil suo articolo anchese la prestigiosa rivistaè chiusa dal 1985) è

rimasto fermo nel suogiudizio negativo: so-stiene che il film è unaboiata orripilante, elo sarebbe pure se vin-cesse l’Oscar anchel’anno prossimo. Èstato espulso dall’Or-dine dei giornalisticon la motivazione che«il suo eccesso di co-erenza mette in evi-dente cattiva luce illavoro di tanti colle-ghi».

«Sarò breve e circonciso…». Gaffe clamorosa deldeputato Cinquestelle Davide Tripiedi in pienostile Cetto Laqualunque, il personaggio comicoprotagonista del film di Antonio Albanese.Così ha esordito alla Camera il parlamentarepenstastellato. Subito il presidente di turno SimoneBaldelli lo ha stoppato: «Sia conciso! Perché quel-l’altra, invece, è un’altra cosa». Smarrimento diTripiedi, che si ferma, alza lo sguardo e poi sicorregge: «Sì, volevo dire conciso, ho sbagliato».Risate e applausi a Montecitorio. Ma sul web ilvideo è già un cult.

Ha 102 anni è di origine indiana e pesa 52 chili. Fauja Singh è il piùvecchio maratoneta del mondo. Soprannominato “Il tornado col turbante”,ha iniziato a correre all’età di 89 anni. Perse moglie e figli e qualcuno gliconsigliò di provare a distrarsi facendo jogging. Da allora ha partecipatoa nove maratone internazionali fra cui Londra e New York. Il suo migliortempo è stato di 5 ore e 40 minuti.Ora ha deciso di ritirarsi: «Perché alla mia età si sente la concorrenza etutto si fa più difficile. Perciò – spiega il maratoneta – credo di dovermiritirare, anche se sono ancora in forma».

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L’impegnodi Costa Etrusca è proseguire, il

patto d’alleanza con i lettori è stretto. Ma ilsacrificio è notevole. Non nascondiamoci dietro un

dito: produrre un giornale costa sempre di più. Forse non ci siriflette abbastanza. Il pensiero collettivo corre al caro vita, ai generialimentari che aumentano, alla benzina alle stelle, alle bollette sempre

più pesanti, alle gite fuori porta proibitive a causa dei pedaggi autostradali.Ma la domanda: quanto costa produrre informazione, in quanti se la pongono?Eppure è un dato di fatto: mandare in stampa Costa Etrusca costa. Sempre di più.

La carta, ad esempio, è un lusso, e il suo prezzo continua a salire.La soluzione, a questo punto?

Mantenere la gratuità del giornale per incrementarne di conseguenza la diffusione,rendendola sempre più capillare.

Costa Etrusca, quindi, resta per sua scelta un giornale gratuito.Il sostegno, la linfa vitale continua ad arrivare dagli inserzionisti, da quanti investono inpubblicità sulle nostre pagine, e da quelle aziende che credono nelle iniziative dellatestata e le sponsorizzano. Grazie a loro, Costa Etrusca continua ad uscire, senzagravare sulle tasche del lettore, con l’intento di informare e di animare il dibattitosul territorio, dando risposte e suscitando interrogativi, spunti di riflessione.Questa è la nostra forza: rappresentare una voce di informazione libera, noncensurata, non orientata. Alcuni imprenditori del territorio lo capiscono e

lo apprezzano, tanto da decidere di sostenere la nostra rivista,condividendone gli obiettivi. Perché intelligenza

imprenditoriale significa anche contribuire allo sviluppolocale, in termini sociali e culturali, non solo

economici. E l’informazione è aiprimi posti.

Inserzionisti e sponsor… grazie!

Quel sostegno,linfa vitale

42 giugno - luglio - agosto 2014

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di Barbara Noferi

Per chi ama la storia el’archeologia, Piombinooffre un’interessante

appuntamento: al Museo Ar-cheologico del Territorio diPopulonia, (piazza Cittadella),è stata inaugurata una nuovaesposizione intitolata “Ar-cheologia in cantiere. Nuovescoperte dagli scavi di Barat-ti”.La mostra “itinerante”, (curatada Andrea Camilli e ElenaSorge, Sovrintendenza per iBeni Archeologici della To-scana, Carolina Megale, Uni-versità di Firenze e StudioArcheologico Associato Hera)è visibile fino al 6 luglio edha come obiettivo quello direndere noti, i nuovi dati emersidagli scavi archeologici delgolfo di Baratti.Tutti i reperti che possiamoammirare sono stati rinvenutigrazie agli scavi condotti daAsa Spa, nell’ambito di unprogetto che prevedeva la rea-lizzazione del sistema fognario

di Baratti e Populonia. A se-guito di questi lavori sonoemerse 15 tombe, alcune giàsaccheggiate in passato, altreintegre con i loro corredi. An-fore, balsamari in vetro, va-sellame in terracotta al lorointerno perfettamente conser-vati, ma anche oggetti in bron-zo, argento e anelli d’oro.

Dopo un attento lavoro, ireperti provenienti da otto diqueste sepolture, sono statiresi fruibili al pubblico e cor-redati da una serie di pannellididattici e descrittivi. Questi,partendo dal progetto tecnicorealizzato, raccontano il per-corso espositivo di scopertain scoperta, spiegando il si-

gnificato, la funzione e la cro-nologia dei vari ritrovamenti.È stato anche realizzato uncatalogo che raccoglie attra-verso testi, foto e disegni inuovi dati emersi da questoimportante lavoro.Un’interessante esperienzache vuole inoltre evidenziarecome una corretta program-mazione e la collaborazionetra enti, possono far conviverericerca archeologica, tuteladel patrimonio, sviluppo in-frastrutturale e promozionedel territorio. Quindi, nonresta che approfittare di questaopportunità e scoprire le nuovebellezze che l’antica storia diBaratti ci ha restituito, tuttial Museo in Cittadella.

Anfore e anelli ben conservati

Dalle tombe di Barattial Museo di Cittadella

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di Luca Goerg

Vacanze erotiche permigliaia di donne.Non solo uomini che

raggiungono i paesi caraibiciper l’ormai noto turismo ses-suale, ma anche donne. Fe-nomeno che tocca pure l’Italia.Secondo gli ultimi dati sono600mila le donne occidentalidedite al turismo sessuale.30mila le italiane, tra cui un20% di donne toscane. Sonosoprattutto over 40, che cercanocompagnia con uomini locali.Kenya, Capoverde, Santo Do-mingo, Cuba, Maghreb, Tan-zania, Gambia.Metti una donna sola, annoiatae desiderosa di un po’ di affetto.I coetanei uomini che non laconsiderano, sempre dietro aragazze almeno dieci anni piùgiovani. Se d’estate le occasionidi uscire, anche con le amiche,in una provincia come quelladi Livorno dove la stagioneè bella non mancano, altraquestione è l’inverno. La so-litudine è tanta, i figli ormaicresciuti chiamano se va beneuna volta a settimana, l’exmarito che se la spassa con

la nuova compagna, il lavorofatto di routine. Perché nonconcedersi una o due settimanein un posto caldo, magari ca-raibico, anche con prezzi lowcost? Una volta arrivati in spiaggiaci si stende per prendere ilsole. Gli occhi degli uominidel posto ti guardano, ti scru-tano, ti desiderano. Sembrafissino proprio te e le altrecentinaia di donne, tutte over40, europee e nordamericane.Si avvicinano, ti corteggiano,ti fanno sentire speciale. Unasensazione che non provi or-mai da anni. La proposta nonè mai esplicita. Questi giovaniragazzi neri, con fisici statuari,ci mettono poco a dichiarareil proprio interesse.«Perché no? Sono libera, nontocco un uomo da tempo, luiè bellissimo, anche se chiedeun favore in cambio che malec’è?». E così molte donne silasciano convincere.C’è chi prova una sola volta,chi diventa una habitué. Ma

il turismo sessuale femminileè ormai una realtà. Di solitole donne italiane e latine sonoattratte dal romanticismo emolte volte si accompagnanocon il solito gigolò, le nord-americane, invece, tendonoa cambiare partner durantela settimana, infatti tendonopiù a dominare l’uomo di co-lore.Il pagamento non avviene co-me nella prostituzione tradi-zionale. Non esiste un tariffariopreciso. Di solito è l’uomo adichiarare una necessità: «Devopagare l’affitto, mi mancanoi soldi», «Devo comprare ilibri per la scuola della miasorellina», «Ho diverse bollettearretrate…». Tutte affermazioni

in codice che celano la richiestadi pagamento per la prestazionesessuale appena consumata.Un modo più soft per non farsentire il peso della situazionedi pura e semplice prostitu-zione.Meglio sentirsi delle benefat-trici che delle clienti.Anche online il fenomeno èesploso. Sono diversi i gruppie le chat che danno consigliper le località più gettonateper questo tipo di turismo. Lafrase che leggiamo e che piùci rimane impressa è quelladi butterfly52, nickname diuna donna americana del Ne-vada, 52 anni secondo il suoprofilo online, appassionatadei viaggi a Cuba: «Once yougo black, you’ll never go back»(Una volta che vai con un uo-mo nero non tornerai mai in-dietro).

Il turismo sessuale in rosa

Donne in cerca dell’uomo di colore.L’emozione del sesso proibito

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di Riccardo Vigetti*

SFinalmente l’estate. Maattenzione alle scottaturesolari. Come facciamo

ad evitarle? Ecco alcuni con-sigli.Non dobbiamo avere fretta diavere un’abbronzatura caraibicagià i primi giorni. È importanteabituare la pelle a prendereil sole e a reagire in manieraadeguata attraverso la produ-zione di melanina.Usare sempre la protezioneadeguata.Dobbiamo sfatare il mito checon la crema solare non ci siabbronza: la vostra tintarellasarà più duratura, uniforme ebella senza la scottatura iniziale.

Dobbiamo scegliere la cremaadatta al nostro tipo di pelle(fototipo) e metterla più voltedurante la giornata di mare(il bagno e il sudore tendonoa portarla via). I solari vannospalmati ogni quattro ore, uni-

formemente. Non facciamocipoi ingannare dalle nuvole: iraggi UVA e UVB passanoanche attraverso l’ombrello-ne.Importantissimo è il contributoche ci può dare una giusta

alimentazione: dobbiamo pun-tare sul consumo di cibi ricchidi vitamina C, vitamina E,beta-carotene, zinco, selenio,antiossidanti in grado di con-trastare l’azione dei radicaliliberi e quindi anche controgli effetti dell’invecchiamento. Il sole deve essere un alleatodel nostro corpo e non un ne-mico: ha, infatti, un’azioneterapeutica nei confronti dellapelle e delle ossa (stimolandola produzione di vitamina D)ed ha un effetto antidepressivoperché stimola la produzionedi serotonina cerebrale, unneuromediatore dotato di un’a-zione antidepressiva a livellocentrale.

*Medico estetico

di Allegra Ciaponi*

La relazione dieta e ce-falea non è ancora deltutto chiara. Tuttavia,

la limitazione o l’abolizionedi alcuni alimenti può essereutile nel ridurre le crisi. Traquesti i principali sono i cibiche richiedono tempi lunghidi digestione come gli agrumi,le cipolle, le olive in salamoia,la frutta secca in guscio, ilpane e la pizza caldi (appenasfornati), le banane mature,il cioccolato, i fritti, il caffè(in modica quantità al contrariopuò anche essere benefico),il tè e le bevande contenenticaffeina e teina, pesce seccosalato.Anche latte e latticini dovreb-bero essere consumati conmoderazione. Inoltre è benefare attenzione anche ad alcunesostanze contenute negli ali-menti: in particolare ai nitratiusati per conservare salumi

e insaccati, alla tiramina pre-sente nei formaggi stagionati,al glutammato di sodio usatonei dadi per brodo e nellezuppe pronte in busta o nellacucina cinese, ai tannini delvino rosso.Aiutano invece a proteggeredalla cefalea, pane, pasta eriso (soprattutto integrali),

frutta e verdura fresche, legumifreschi o secchi che si dige-riscono senza problemi, pescefresco, non affumicato e nonsalato, carne fresca (ancorameglio se bianca), spremute,e centrifugati. Anche il tipo di cottura ha lasua importanza. Se errata, in-fatti, può contribuire ad au-

mentare la formazione di com-posti tossici e a diminuire ilpotere nutritivo degli alimentia causa della distruzione dialcune vitamine e/o delle pro-teine.Sono da privilegiare le cotturea vapore o in forno a microon-de, mentre meno indicate sonola frittura, la cottura in fornoelettrico, alla brace, al caloreumido (brasata).Tenere un “diario dei mal ditesta” per alcuni mesi può es-sere utile ad individuare glialimenti che sembrano esserein relazione con l'insorgenzadell’emicrania.I digiuni e le diete troppo dra-stiche sono anch'essi dellepossibili cause di cefalea,mantenere uno stile di vitasano e un'alimentazione equi-librata può aiutare a ridurrela frequenza degli episodi.

*Dottoressa, dietista

ATTENZIONE ALLE SCOTTATURE

La tintarella intelligente

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ED ORA LA PAROLA PASSA ALLA DIETISTA

Alimentazione e mal di testa

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FRANCESCO LIVI

Tecnica e sensibilità:

scatto vincente

Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino. È presidentedella sezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo lapresentazione di Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, GuidoMorelli, Oreste Malvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, Stefano Valdiserri,Davide Bedini, Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, Patrick Donati, Fabio DelGhianda, Manuela Innocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi, LucaVangelisti, Massimo Daddi, Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, portaoggi alla ribalta Francesco Livi.

Galassi, il decano dei fotoamatoripresenta Francesco Livi

ATTENTA CURA DELL’IMMAGINE

AMA IL COLORE E IL BIANCO E NERO

di Pierluigi Galassi

Ho conosciuto Francesco Livi analizzando lesue opere in occasione del primo Concorsofotografico indetto dalla Fratres di Piombino.

Si è aggiudicato il primo premio bianco nero, nellacategoria tema libero. La giuria, composta dal sotto-scritto e dagli amici Fabio Del Ghianda e Nino Mar-chi, non ha avuto alcuna esitazione a decretarlo vinci-tore. Ciò che ci colpì è la sua tecnica precisa, sia nel-l'atto decisionale dello scatto che nella stampa, anchese il soggetto presentato faceva parte del "già visto"fotografico, grazie alla cura dell'immagine, Francescoè riuscito ad emergere sugli altri. Nato a Pisa il 10 giugno '92, dal 2011, fa parte delCircolo fotografico "Il Rivellino".Livi deve la sua formazione artistica al professor Da-niele Toncelli, suo docente alle scuole medie. Succe-sivamente ha ampliato i suoi orizzonti cognitivi all'I-siss di Cecina, dove ha avuto modo di conoscere la fo-tografia.Negli anni successivi ha avuto molte soddisfazioni,come il primo premio per il logo del 150° Anniversa-rio dell'Unità d'Italia, indetto dal Lions Club di Ceci-na; a Livorno è stato scelto per l'impaginazione de "Il28° Trofeo Accademia Navale". L'ultima soddisfazio-ne riguarda "Scatta Venezia… in dodici mesi", dovegli sono state scelte quattro foto per il calendario "Ve-nezia 2014", mentre nel contest internazionale "Colorof Venice Carneval", altre due sue immagini sono sta-te selezionate per un altro calendario.Partecipa inoltre insieme al suo gruppo a mostre per-sonali e collettive, ottenendo sempre il consenso delpubblico. Una nota di plauso infine perchè Francescofotografa sempre a luce ambiente, senza l'ausilio dellampeggiatore, e questo gli fa onore.Voglio concludere dando uno sguardo alla sua attrez-zatura fotografica: la sua prima fotocamera è stata laNikon D 3000, sostituita poi dalla D7000; ora lavoraanche con la Nikon D7100, ed ha un discreto numerodi obiettivi.Auguri Francesco, continua così.

Fa parte del circolo “Il Rivellino”.Al suo attivo mostre personali e collettive.Alcune sue immagine per “Venezia 2014”

giugno - luglio - agosto 2014

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Gli scattidi Francesco Livi

AUTOMECCANICA sncLoc. Montecaselli, 14 - PiombinoTel. 0565 221471 - 0565 221481

Fax. 0565 224431e-mail: [email protected]

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48 giugno - luglio - agosto 2014

di Franco Biegi

Molto, moltissimotempo fa andavo aBaratti per una

quindicina di giorni d’esta-te. Andavo con il babbo, lamamma e Togo, un bastardi-no di cane tutto nero con unpaio di strisce bianche sullagroppa.

Ero attaccatissimo a Togo eproprio per questa specie diamore di bimbo per il suocane non sono mai riuscito a“battezzarmi” il motivo del-la mia innata antipatia per lestrisce bianconere. Forse perl’esagerato gradimento dicui godevano presso tutti iragazzi con i quali giocavo etutti, o quasi, i miei compa-gni di scuola o forse perchévincevano sempre loro. Percarità, solo antipatia, marca-ta e reale con la matta, masolo antipatia.Dicevo che andavo tutti glianni a Baratti con la fami-glia e il mio Togo, per prati-care i bagni di rena caldissi-ma alla gamba sinistra delmi’ babbo, martoriata dauna granata austriaca unaquindicina di anni prima.Il primo giorno di agosto ve-niva a prenderci a Piombinoil Guerrini con il calessino,per portarci nella sua casacolonica di Grattalocchio, aun passo dalla spiaggia diBaratti.Non mi ricordo quanto po-tesse durare il viaggio, malo vivevo tutto come unamagnifica avventura, spe-rando di non incrociare o dinon essere superati dall’au-tobus di servizio tra Piombi-no e Campiglia, per nonsparire nel polverone dellastrada bianca.Mi ricordo invece molto be-ne la “salita del morticino”,poco lontano da Fiorentina edalla stazione di Populonia.

Ne ho sentito parlare la pri-ma volta da un amico di ca-sa che la doveva fare tutti igiorni in bicicletta e al soloparlarne gli veniva il fiatone.Il cavallo ansimava sin daiprimi passi, come se pensas-se alla fatica che l’aspettava,e il Guerrini, con le brigliein mano e la frusta, saliva apiedi con me, la mamma eTogo. In cima, dopo un ripo-sino per tirare il fiato, si ri-saliva tutti a bordo e tutte levolte, come in una specie diminuto di raccoglimento, ilGuerrini raccontava che uncentinaio di anni prima futrovato, in quel punto, il cor-picino di un neonato morto ecoperto di stracci, e la deci-sione popolare battezzò lasalita “del morticino”.A sole appena “levato” an-davamo sulla spiaggia a pre-parare una piazzola dove, unpaio di ore dopo, il mi’ bab-bo si sdraiava con la gambasepolta nella rena calda, conun ombrello da acqua sulla

testa per evitare, diceva, di“covare la rosolia”. E io mibuttavo in mare con Togo,tartassato dai soliti richiamidella mamma che, a suo di-re, mi entravano da un orec-chio e mi uscivano dall’al-tro. Baratti era tutta per noi,almeno prima che arrivasse-ro in colonia i “Balilla” diPiombino.Oltre a dover fare un po’ dilezione avevo due compitiprecisi: raccogliere le moreper la marmellata da fare incasa e, verso sera, “parare”le bestie al pascolo per evi-tare che andassero nel semi-nato.E pensare che a me non pia-ceva la marmellata fatta incasa e il pane cotto al forno.Qualcuno doveva andare aPoggio all’Agnello a com-prare la ciambella di panebianco, e il mi’ babbo dicevache ero uno “sceglino, conla bocca delicata” e che la“roba bona un mi si appicci-cava”, meravigliandosi per

la cena a base di caffellatte.Con l’andare del tempoqualche dubbio incominciòa turbare i miei desideri cu-linari, e con i primi calzonialla zuava mi capitò di anda-re a una cena fra amici,guarda caso, proprio a Ba-ratti.Mi vergognai a chiedere ilcaffellatte e lasciai fare alla“sora” Pasquina, ovverol’arte nobile di cucinare ilpesce. E, il giorno dopo, acasa mia a Piombino, fecerofesta perché ero…cresciuto.Oggi Pasquina non c’è più,e ha lasciato il passo a quel-la “tincona”, come si dice aPiombino, della “sora” ana-grafe. E i suoi consigli e,qualche volta, i suoi ordinisono un po’ diversi da quelliche strillava la mi’ mammaquando mi buttavo in marecon Togo. Allora da un orecchio mi en-travano e dall’altro mi usci-vano, oggi invece…

Ogni anno il viaggio in calesse per andare al mare a Baratti

Il “morticino”… come lo Stelvio

L’estatea Baratti

con il babbo,la mamma

e il cane Togo.La “salita

del morticino”.Andavamoin calessee il cavalloansimava

ai primi passi.Sulla spiaggiaa prendere Il sole.

La cena a basedi caffellatte

Illustrazione Luca Leonetti, tecnica mista

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di Piero Pardini

Archiviata la 48° edi-zione del “SaloneInternazionale del

Vino e dei Distillati”, tenu-tasi a Verona, con un bilan-cio più che positivo per ilmercato enogastronomicoitaliano, settore che non co-nosce crisi come evidenzia-to anche nell’intervento delPresidente del ConsiglioMatteo Renzi nella giornataconclusiva delle Kermesseveronese. In questo scenario, le 793aziende vinicole toscanepresenti all’evento, sono sta-te la porta di accesso a unsettore che, in Toscana pro-duce 300 milioni di bottigliea fronte di un valore com-plessivo del Vigneto Tosca-na di 3,3 miliardi di euro,con una crescita del 6,3% ri-spetto ai dati dell’anno pre-cende. Volano le esportazio-ni dei vini DOP, nello speci-fico le produzioni di mag-gior pregi e qualità, ben il72% di tutte le vendite sonodestinate al mercato esteroEuropa, America e semprepiù i paesi dell’Est. La Toscana è, quindi, unaregione felice con ulteriorimargini di crescita. Lo stes-so assessore all’agricolturadella Regione, Gianni Sal-vadori, ha puntato l’atten-zione sulla necessità di con-centrare le energie dei pro-duttori su un brand “Tu-scany Taste”, quello dellafarfalla di vino, quale identi-ficativo di qualità ed eccel-lenza del territorio. È, inol-tre, confermata la notiziache sarà proprio Vinitaly agestire il padiglione del vinoper Expo 2015. Un appunta-

mento imperdibile per tuttigli appassionati dell’ecce-lenze dell’enogastronomianazionale e internazionale.A Expo 2015 saranno pre-senti molte delle aziende del“Consorzio Strada del Vinoe dell’Olio Costa degli Etru-schi”, in parte già presenti aVinitaly 2014, che presente-ranno ai visitatori di tutto ilmondo il meglio della pro-duzione. Per conoscere me-glio questo territorio abbia-mo incontrato Luca D’Ono-frio titolare, insieme al fra-tello Massimo, del “Calida-rio Terme Etrusche” di Ven-turina Terme, nonché som-melier della delegazione diLivorno, che ci ha “raccon-tato” questo meravigliosoangolo della nostra penisola.

Un territorio che abbrac-cia ben cinque DOC, tutteda scoprire. Può descriver-mi questo territorio?«Questa importante stradadel vino si estende su unpercorso di circa 150 km.Tale percorso si sviluppadalla provincia di Pisa, lun-go la costa della provincia diLivorno, sino a toccare leterre dell’Elba. Le aziendeagricole sono spesso inca-stonate tra meravigliosi vi-gneti circondati dalla classi-ca macchia mediterranea dauna parte e con il mare Me-diterraneo che assicura sa-pori e sensazioni uniche aivini. L’accoppiata vincentecibo-vino è apprezzabile inogni angolo di questo terri-torio. Il vino simbolo di

quest’area è, senza ombra didubbio, il Sassicaia, uno trai vini maggiormente cono-sciuti nel mondo, ma il terri-torio offre nelle sue cinqueDOC altri vini, di grandespessore, forse meno famo-si, ma molto interessanti e diindubbia qualità».Quindi il suo consiglio è dipercorrere in lungo e inlargo queste DOC, perchépotrebbero regalare piace-voli sorprese?«Più che sorprese, direi cer-tezze. La prima DOC che siincontra provenendo danord verso sud è la più gio-vane (Terratico di Bibbona)ma, nonostante la sua “gio-vane età”, regala già ottimivini. Nella DOC Montescu-daio, in provincia di Pisa,grazie al suo territorio in-contriamo vini eleganti congrandi profumi. Arrivati aBolgheri, forse la più cono-sciuta, il regno del Sassi-caia, con la sua storia e coni suoi riferimenti poetici delgrande Giosuè Carducci.Scendendo verso sud incon-triamo la Val di Cornia doveil terreno ricco di mineraliregala vini rossi austeri soli-di e profondi, attraversandopoi il mare da Piombino sigiunge all’isola d’Elba, l’ul-tima DOC, dove l’aleaticopassito regala profumi esensazioni uniche, ma ancheterra di rossi e bianchi dascoprire. Appare chiaro cheExpo2015 sarà il luogoideale per conoscere questameravigliosa area geografi-ca attraverso i suoi prodottidi eccellenza, resta comun-que il consiglio di farsi unviaggio e toccare con manoe vivere questo territoriounico nel suo genere».

Parla l’imprenditore Luca D’Onofrio

Il nostro vino nel mondo,volano le esportazioni

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50 giugno - luglio - agosto 2014

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Incrementodello svuotamentocassonetti

Le frequenze con le quali icassonetti vengono svuotatisono incrementate, arrivandofino a due volte al giornonelle zone dove si registrala maggior produzione di ri-fiuti.Durante l’estate, infatti, itempi di riempimento deicassonetti si accorciano no-tevolmente, e di conseguenzaaumenta la necessità di svuo-tamento. A questo si aggiunge unaintensificazione dei servizidelle zone da servire, rap-presentato da tutte quelleche d’inverno sono pratica-mente prive di residenti, mache in estate registrano nu-merose presenze. E’ il casodi tutta la parte dei campeg-gi, della Costa Est fino aRiotorto, le zone di Barattie Populonia, la zona di Ma-rina di Donoratico e alcunezone di San Vincenzo.Allo stesso modo vengonoregistrate maggiori presenzeanche nei Comuni di Suveretoe Campiglia, ed anche inquesti casi le frequenze disvuotamento aumentano.Tale incremento viene ri-

portato anche per i passaggidi ritiro dei rifiuti con mo-dalità porta a porta. In alcuniComuni, infatti, la raccoltaviene fatta anche di domenica,interessando la frazione or-ganica.

Incremento ritirorifiuti a bar

ristoranti e pizzerieAnche nel caso dei servizispecifici tipo “porta a porta”rivolti alle utenze commercialicome appunto bar, ristoranti

o pizzerie, si registra un no-tevole incremento di lavoro,dovuto sia ad un incrementodei passaggi, sia all’aumentodelle attività da servire, conl’avvio e l’apertura di tuttele attività stagionali. In alcunezone, infatti, tali servizi ven-

ASIU E I SERVIZIPER LA STAGIONE ESTIVA

Anche per questa estate ASIU incrementa gli sforzi e l’impegnonell’erogazione dei servizi, per far fronte all’aumento delle presenzeche durante la stagione turistica si verifica in tutti i Comuni serviti.Da giugno a settembre sono molte le attività che l’azienda svolge emolti i servizi specifici andando incontro alle esigenze del territorio,di quanti lo scelgono per le loro vacanze e per tutti gli operatori chea vario titolo vi operano.

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gono erogati solamentedurante il periodo estivo,mentre soprattutto per lafrazione organica è fi-siologico avere necessitàdi svuotamenti più fre-quenti.Maggiori frequenze diritiro e maggiori utenzeda servire, quindi, cheportano ad una aumentodei turni e del personaleda impegnare.

Sanificazionedei cassonetti

Da giugno ASIU iniziail potenziamento degliinterventi di disinfezionedei cassonetti stradali. Siarriva secondo necessitàsino alla sanificazionegiornaliera secondo unprogramma prefissato.Tali interventi vengonoeffettuati per eliminareil problema dei cattiviodori derivanti dai cas-sonetti, che specialmentenei mesi più caldi possonopresentarsi.In pratica, tutte le volteche un mezzo svuota uncassonetto, viene cosparsala superficie interna diun’apposita sostanza checontiene specifici enzimiche “si nutrono” lette-ralmente i residui dellesostanze che generanocattivi odori. Si raccomanda comunquedi gettare i rifiuti all’in-terno dei cassonetti dellafrazione organica e del-l’indifferenziato non ri-ciclabile in sacchi benchiusi.La sanificazione interessasia i cassonetti che i bi-doni.

Incrementodelle zone

di spazzamentoAnche le zone di spaz-zamento durante il pe-riodo estivo sono mag-giori rispetto all’inver-no, proprio perché al-cune zone dei vari Co-muni si popolano sol-tanto durante tale pe-riodo.Aumentano di conse-guenza le frequenze ele modalità con le qualialcuni tratti sono inte-ressati dalle operazionidi spazzamento e di pu-lizia meccanica attra-verso spazzatrici.L’incremento operativosi riferisce non solo alnumero di zone, ma an-che alla frequenza.

DisinfestazioneNei Comuni di Piombino,Campiglia Marittima eCastagneto, in quest’ul-timo per quanto riguardauna specifica zona di Ma-rina di Donoratico, ASIUsvolge per tutto il periodoestivo servizi di disinfe-stazione contro le zanzare. Tali interventi vengonoeffettuati in orario not-turno con cadenze spe-cifiche secondo un ap-posito calendario.Gli interventi, effettuatisulla base di specificicontratti stipulati con iComuni, riguardano learee comunali dove visia presenza di verde pub-blico.Inoltre tale servizio com-prende anche il tratta-mento antilarvale che

viene eseguito con pro-dotti biologici ed è tesoa limitare lo sviluppo ela proliferazione di zan-zare

Raccoltadifferenziataspiagge

Anche quest’anno sullespiagge dei comuni servitiASIU ha attivato specificiservizi di raccolta diffe-renziata attraverso l’i-stallazione di appositepostazioni. Tale servizioè stato istituito oltre cheper incrementare le per-centuali di raccolta dif-ferenziata, anche per sup-portare le varie ammini-strazioni nel manteni-mento e nel processo dimiglioramento ambientaleprevisto dalle normativeche regolano il processodella “Bandiera Blu d’Eu-ropa”.

Porta a portaAnche i servizi di portaa porta subiscono varia-zioni ed incrementi neivari Comuni

Servizio disinfestazione

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52 giugno - luglio - agosto 2014

Laura Pesce è nata a Venezia. Dopogli studi artistici si è trasferita negliStati Uniti e in Brasile, tornando inItalia, a Campiglia Marittima, nel1997. Ha esposto negli Stati Uniti, inGermania, in Brasile, a Firenze, Par-ma, Reggio Emilia, Siena, Piombino,Manciano, San Gimignano, Carrara,Campiglia e Populonia. È stata invi-tata ad allestire una importante mo-stra nel prestigioso “Palazzo Blu” diPisa. Il suo laboratorio è nel centrostorico di Campiglia in via Roma.

Laura Pesce è un'artista veneta chevive a Campiglia. La sua preparazio-ne è veramente completa perché è av-venuta nell'ambito dell'Accademia,delle botteghe di arte vetraria di Mu-rano e nei viaggi negli Stati Uniti e inBrasile, dove ha creato opere davverouniche. Ha saputo distinguersi e affermarsi intutti i suoi interessi che spaziano dallapittura alla scultura, ai “design” digioielli, alle installazioni e agli as-semblaggi. In America ha creato isuoi totem dai mille colori che ricor-dano i costumi degli Indios o le tona-lità profonde dell'oceano. Colori rea-lizzati magistralmente nelle loro infi-nite gamme, con il fuoco e la fiamma,coniugando la tradizione della vetre-ria di Venezia con la cultura antica econtemporanea di popoli lontani.Laura Pesce è attratta dall'immensità

dell'universo e nelle sue opere ap-paiono le stelle e le galassie in un in-finito che diventa sorgente di creazio-ne eterna.A Campiglia crea sculture come gli“Aquiloni”, i “Velieri”, le “Piramidi”dove pittura e scultura sono in perfet-ta armonia e realizza le sue splendide“Luci” che radiose illuminano lamente suscitando intense emozioni.

Federico Tanzi è nato a San Giovan-ni Incarico nel 1926. Autodidatta, siè interessato all'arte fin dagli anni'50. Nel 1975 ha vinto il premio dellagalleria “Atelier des imagines”.Nel 1976 ha esposto alla galleriaMontenapoleone e nel '79 realizzamostre d'arte sacra ad Assisi. Nel1983 ha vinto il secondo premio alMuseo delle Arti Popolari a Roma eha ricevuto dalla Tv Raiuno “L'o-scar del Successo”. Ha esposto a Ro-ma, Ferrara, New York, Pechino, Va-ticano, Firenze.È morto a Piombino nel 2011.

Ho conosciuto il pittore FedericoTanzi negli anni '70. È sempre statoun uomo estremamente gentile e sin-cero e la sua arte è stata il riflesso evi-dente delle sue qualità. Un'arte all'ap-parenza molto semplice ma essenzia-le, intuitiva e capace di trasmettereemozioni. Vi possiamo intravedere lelezioni affascinanti di Guttuso, Carrà,Morandi, che però sono state comple-tamente assorbite e superate dalle in-venzioni genuine e personali che soloun artista autodidatta può creare. Nel-la sua pittura emergono i temi dellacittà e della fabbrica che lui, ciociaro,ha conosciuto quando è venuto aPiombino. Una fabbrica vista con gliocchi di un uomo che ha saputo inter-pretarla e inserirla in un discorso eco-logico suggestivo. Città e industria sono un connubio diforme squadrate cubiche, che sem-brano essere quasi assorbite da cielicupi, privi di luce e di speranza. Inqueste visioni poeticamente appare

però un fiore, una natura morta, unCristo. Tanzi, uomo di profonda fede,ha dialogato con passione tra il sacroe il profano.Sacro e profano che ritroviamo anchenelle sue sculture, dove è stato tra iprimi a creare il “Riciclo d'autore”.

Federico Tanzi

La città e la fabbrica

La magia...

Laura Pesce Il colore, il fuoco e la fiamma

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Hemmes apprende precocemente l'artedel disegno dal padre e dallo zio, maestriorafi. Prima degli studi universitari(ingegneria) viene ammesso, con borsadi studio, ai corsi dell'Accademia delleBelle arti che frequenta con ottimi ri-sultati. Dopo aver dipinto paesaggi enature morte, si avvicina al “movimentospazialista” ed elabora la sua personalericerca di pitto-scultura. Ha esposto aLivorno, Lucca, Roma, Parigi, Milano,Venezia, Firenze, Salisburgo, Vienna.Vive e lavora a Livorno.

Visitando la galleria “Le stanze” di Li-vorno, tra i tanti dipinti esposti, il miosguardo è stato improvvisamente attrattoda un'opera grondante di effetti cromaticie di luce. È un quadro del pittoreMaurizio Stiaffini, in arte Hemmes.Ardengo Soffici amava dire che la forzadi attrazione di un'opera d'arte è la di-chiarazione del suo valore e quel dipintoha indubbiamente un fascino incredibile. Hemmes usa una tecnica mista moltosuggestiva, inventata applicando conmaestria la carta sulle tele, rigonfiandola,piegandola, lacerandola. Nell'energiadegli strappi e nell'eleganza delle pieghe,il colore, spruzzato o disteso con ilpennello, interagisce con tutta la suavitalità. È un caleidoscopio fantasticodove i rossi sensuali vengono improv-visamente illuminati dalla luce chefiltra dalle lacerazioni e dove i blu e iverdi acquistano le intensità del maree dell'universo.Emozioni suscitate da un effluvio in-

candescente che colpisce gli spettatoriche rimangono abbagliati dalla forzamisteriosa di quelle astrazioni fanta-stiche.Così, rabbia, sgomento, meraviglia, di-ventano musica e parole colorate cheparlano al cuore perché nascono dalprofondo dell'anima.

Stefano Bianchi è nato a Piombinonel 1958 e risiede e lavora a SanVincenzo. È stato allievo di StefanoPetroni e ha frequentato le accade-mie di belle arti di Livorno e di Fi-renze. Le sue opere figurano in pi-nacoteche e collezioni private comeil Palazzo Bandera, il Museo di Bu-sto Arsizio e il Museo Carducci. Haesposto a San Vincenzo, Livorno,Piombino, Campiglia, Roma, Corto-na, Massa Marittima, Firenze, Su-vereto, Bolgheri, Castagneto Car-ducci, Punta Ala, Castiglione dellaPescaia, Milano, Sanremo.

Fiori, alberi e paesaggi toscani sono itemi più frequenti della pittura di Ste-fano Bianchi, conosciuto per la suaintensa attività espositiva. Riesce adistinguersi per una tecnica espressi-va pregevole e per la sua spontaneitàcreativa. La sua tematica potrebbesembrare retorica e scontata ma, alcontrario, si rivela coraggiosa perchénel mondo della pittura “en plein air”,specialmente in Toscana, è semprepiù difficile creare un linguaggio fi-gurativo proprio. Bianchi, invece, for-te di una preparazione avvenuta nellostudio del maestro Petroni e pressol'Accademia, nel tempo ha acquisitouna maturità artistica di rilievo. I suoidipinti sono infatti accattivanti nellascelta dei soggetti, compresi quellisacri. È capace di creare un impianto pit-torico equilibrato nella struttura ecompendiario nella sapiente sempli-ficazione delle forme e nella stesura

dei colori.La sua pennellata è talvolta mossa eframmentaria come quella degli im-pressionisti e talvolta distesa ad am-pie campiture come i macchiaioli ecomunque ricca di piacevoli tonalitàcalde, ora intense e ora velate.

Stefano Bianchi

I colori della Toscana

Maurizio Stiaffini

In arte Hemmes

dell’Arte a cura di D a n i e l e T o n c e l l i

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di Luca Goerg

Èpassato molto tempoda quando nel pienofervore del boom

economico Piombino potevavantare una delle prime tele-visioni private (la secondadopo TeleBiella). L’era deicolossi Mediaset e Sky eralontana e nella nostra pro-vincia, nel 1973, nascevaun’avventura che è rimastanella storia della televisionenazionale. Costa EtruscaTV, poi TelePiombino. L’impresa la si deve all’in-gegnere Ferrante Rossi che,con la sua azienda Intel, resetutto tecnicamente possibile

e al giornalista Ivio Barletta-ni, all’epoca direttore dellaneonata televisione e oggialla guida del giornale CostaEtrusca.«Te la senti di fare anche aPiombino qualcosa del ge-nere? chiesi telefonando adIvio – racconta l’ingegnere– non appena lessi del lanciodi TeleBiella. Detto fatto.Prendemmo l’aereo per To-

rino e ci dirigemmo a Biellaper capire come si eranomossi. Ricreammo il tuttoqui e nel giro di venti giorniPiombino aveva la sua tele-visione privata».

Erano anni di fermentodove tutto era possibile.Anche battere le grandicapitali nella corsa alprogresso. Piombino co-

me Milano, Torino o Ro-ma, giusto?«Esatto. La prima trasmis-sione andò in onda da unfondo in corso Italia (ex fer-ramenta Biancotti). Il cavoche venne installato, da unaditta locale, partiva da qui eproseguiva fino all’angolocon il bar Nazionale, poilungo via Lombroso fino avia della Pergola dove si tro-vavano allora i magazziniIntel. Tutti i negozi avevanola televisione in vetrina.L’euforia per le trasmissioniera tanta. Quella scatola condentro le immagini della no-stra città eccitava, non poco,tutta la popolazione».

giugno - luglio - agosto 20145454

Un quadro del maestro Ennio Calabria

Pioniere della Tv via cavo

Ferrante Rossi,una storia di successo

Pioniere della Tv via cavo

Ferrante Rossi,una storia di successo

Nel pieno fervore del boom economico a Piombino nasce la Intel di Ferrante Rossi.

Uomo energico. Una vita per il lavoro.Dall’avventura di Costa Etrusca TV

alla ribalta nel mercato internazionale

Agenzia Generale

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Ma la strada non è semprespianata, infatti il mono-polio Rai non si lasciò dicerto aggirare così facil-mente e nacque una famo-sa causa, governo controtv private. Alla fine vinse-ro quest’ultime.«Ma la paura era stata trop-pa. Ero a Parigi quando miarrivò la denuncia. Decisi inquel momento di mollare.Per fortuna Costa EtruscaTV, poi TelePiombino conti-nuò la sua avventura graziealla tenacia di Ivio Barletta-ni. Ormai i cavi della miaazienda non servivano più,infatti abbattuto il monopo-lio Rai si poté usufruire del-le frequenze via etere. Ma seci fate caso i cavi sono rima-sti ancora là, lungo le stradedi Piombino».

Ma la sua azienda non sioccupa solo di cavi, anzi…«No, assolutamente no. Sia-mo partiti con l’interfoniaper gli appartamenti nei pa-lazzi. In seguito anche per leimbarcazioni. Poi siamocresciuti sempre di più:commesse militari, impiantiper la comunicazione tra re-parti alla Magona e all’allo-ra Ilva. Alla Ilva di Tarantoabbiamo fornito, nel corsodegli anni, oltre 20mila ap-parecchi industriali, via filoe via ad onda convogliata.Ma abbiamo lavorato ancheper impianti siderurgici epetrolchimici in tutto ilmondo».

Piombino non è stato quin-di un luogo troppo remotoper sfondare nel mercatointernazionale.«No, scelsi di tornare a casadopo aver lavorato a Mila-

no, L’Aquila e a Bologna.Mi proposero un lavoro conbase a Roma ma con sposta-menti continui in tutto ilmondo. Rifiutai. Era il1965, l’anno in cui è nata laIntel, Laboratori di Elettro-nica Applicata sas. Con questa azienda piombi-nese sono riuscito ad arriva-re fino a Mosca, dove hoaperto un ufficio per cinqueanni e anche in Iran. Peccatoche da quattro anni il merca-to nel medio oriente siacompletamente sbarrato.Ora come ora lavoriamomolto con l’Egitto».

Nessun rimpianto per nonaver continuato l’avventu-ra di TelePiombino? Ma-gari vedendo cosa Berlu-sconi è riuscito a fare conla televisione privata?«No. Ma le racconto unaneddoto divertente. In Rus-sia era aperta una gara per la

fornitura di una torre televi-siva, la Intel gareggiava in-sieme ad una società france-se, la Fininvest (la società diBerlusconi, ndr) invece conuna americana. Andai a Mo-sca in classe turistica, Silviocon il jet privato. Le nostrestrade si incrociavano. Allafine la torre andò a fuoco ela gara fu annullata. L’obiet-tivo perso per entrambi. Ma,sinceramente, non mi inte-ressava. Non mi andava diconfrontarmi di nuovo conlui. La gara, l’avevo già vin-ta anni prima. TelePiombinoè nata seconda in Italia, pre-cedendo anche Mediaset».

La sua famiglia ha recen-temente festeggiato con leii suoi sessanta anni di lau-rea, conseguita nel 1954alla facoltà di IngegneriaElettronica di Pisa.«Sì quest’anno sono sessan-ta anni della mia laurea. Una

laurea molto sfruttata. Primain giro per l’Italia e per ilmondo a lavorare in aziendeimportanti come la Marelli ela Ducati. Poi utilizzata perla mia impresa, la Intel, cheè riuscita a sfondare le bar-riere geografiche partendodalla nostra piccola provin-cia».

E a parte il lavoro?«Ho sciato fino a due annifa. Ma la mia vera passioneè il mare. Adoro andare inbarca. Infine come potetenotare dalla mia libreria pie-na di volumi di storia del-l’arte, amo il bello. Il cultoper la bellezza è qualcosache cerco di tramandare alprossimo».

Progetti futuri?«Continuare a lavorare, fin-ché si può». La storia di suc-cesso di Ferrante Rossi,dunque, non finisce qui.

Chi è Ferrante Rossi

L’ ingegner Ferrante Rossi nasce a Piombi-no il 22 aprile 1930. Da mamma AmeliaPaoletti, maestra elementare e babbo Giu-seppe Rossi, commendatore e direttoredell’ufficio registro.

Ferrante si laurea a Pisa nel 1954 (la tesiè in radiotecnica per la facoltà di ingegne-ria elettrotecnica) e oggi sono ormai ses-santa anni da allora. Ha festeggiato con lafamiglia la ricorrenza. Svolge il servizio mi-litare con il grado di sottotenente trasmis-sioni presso il comando Nato di Verona.Dal 1956 al 1961, con la qualifica di caposervizio controlli e collaudi, lavora alla Ma-gneti Marelli di Sesto San Giovanni. Poi sitrasferisce a L’Aquila per dirigere come re-sponsabile il settore apparati dellaAtes/Rca. Nel 1964 è a Bologna come di-rettore dello stabilimento Ducati Elettroni-ca Cisem .Nel 1965 fonda la Intel, Laboratori di Elet-tronica Applicata sas dove tutt’oggi conti-nua a svolgere la sua attività. Nel 1973 èprotagonista insieme a Ivio Barlettani dellancio di Costa Etrusca TV, poi TelePiombi-no: la seconda televisione privata italiana.

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56 giugno - luglio - agosto 2014

Le supernotes ideate dal genio lette-rario di Luigi Carletti sono tagli dacinquanta e cento dollari, stampatiper milioni e milioni in un’inesplica-bile zecca americana delocalizzata abella posta in una qualche parte nellaCorea del Nord e destinate al finan-ziamento di operazioni non del tuttoumanitarie del governo a stelle stri-sce. La relazione dei fatti, una tramaintrigata ed avvincente, è la risultantedel lavoro a quattro mani del giorna-

lista e scrittore piombinese e dell’a-gente Kasper, ultimo nome in codicedi uno 007 italiano dal passato torbi-do nelle limacciose acque dello spio-naggio internazionale. Il binomio ètalmente vincente da essere in gradodi portare a galla documenti e testi-monianze che illuminano la scabrosavicenda dando in pasto la spy storyche ne scaturisce, contemporanea-mente, ai media e al grande pubblicodi Mondadori. La ricostruzione vienecondotta con perizia impressionante eesattezza sbalorditiva, grazie all’ado-zione di una metodica scientifica del-la ricostruzione dei fatti degna dellamigliore giallistica internazionale.Ma in questo caso, ed è ciò che rendeeccezionale la pubblicazione di “Su-pernotes”, la realtà e la finzione sifondono fino a confondersi in una di-mensione che va oltre la più fervidadelle fantasie, stupefacendo il lettorecon rivelazioni a dir poco sconcertan-

ti. Le pagine oscure della nostra storiarecente, come quelle che trattano irapporti tra i servizi segreti italiani estatunitensi, il conflitto dei Balcani ole attività di Gladio per citare alcune,sono riscritte in un codice linguisticoaffascinante, sempre in bilico tra cro-naca e narrativa senza mai sbilanciar-si verso una delle due sponde.

Supernotes, Mondadori,pagine 389, € 19.

Intrigo internazionale nel libro di Carletti

Supernotes

in libreria

Il sentiero di una nuova vita è il nuovoracconto con il quale il suveretanoLeido Petricci, dopo Leido e i suoi rac-conti e Il buio dell’innocenza, torna adare libero sfogo a quella creativitàcomunicativa che neanche quella sclerosilaterale amiotrofica di cui soffre daoltre vent’anni è riuscita a scalfire inminima parte. In questa pubblicazionel’autore ci accompagna in un viaggioimmaginario ma dagli sfondi realisticiin una porzione di Maremma, un lembo

di terra tra campagna e mare senzaspazio e senza tempo, insegnandoci lasperanza con la semplice chiarezza dichi ha fatto di questo sentimento unaragione di vita. La narrazione si dipanain un’agile alternanza tra sogno e vegliain cui un efficace e toccante allegoriarende partecipe il lettore della propriacostrizione senza che ne percepiscal’autentica drammaticità. Con lo stessoregistro l’autore è capace di condividerele sue sensazioni più positive impartendouna lezione di vita senza pari a chi nonha bisogno di un comunicatore audio-visivo per poter esternare le proprieemozioni. Una lezione di vita che faseguito alle numerose attività di impegnocivile e sociale di cui Leido Petricci siè reso protagonista nel corso degli anni,nella fattispecie a favore e a sostegnodella ricerca medica per la cura dellemalattie genetiche rare. Il viaggio trafantasia e realtà de “Il sentiero di una

nuova vita” è macchiato dalla veracetoscanità dei disegni su tela di LucianoRossi. L’artista piombinese, manife-stamente innamorato della sua terra diorigine e apprezzato anche per questodai suoi numerosi estimatori, illustracon profonda suggestione le tappe piùsignificative della narrazione.

Il sentiero di una nuova vita, Bandecchi& Vivaldi, pagine 48, prezzo: offertevolontarie devolute a Telethon.

Il nuovo racconto di Leido Petricci

Il sentiero di una nuova vita

disegni di Luciano Rossi

FOTO FABIO MUZZI

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Non si esaurisce la vena compositivadel bardo scarlinese Paolo Bianchi chetorna al cospetto del suo numerosopubblico con la nuova raccolta di com-ponimenti poetici pubblicata da LabGrafdi Follonica. La struttura dell’antologia,sono novantaquattro le poesia andatein stampa nel dicembre 2013, ricalca ilavori precedenti di Bianchi, in quantoa impostazione e stesura. I criteri espo-sitivi, cronologici o tematici, sono scon-volti dalla vena istintiva della percezioneacuta e dalla schiettezza del linguaggio

che pervadono tutti i testi. “A brigliasciolta”, per citare le parole dell’autorestesso in sede di premessa, i suoi versicavalcano il nostro tempo e si sbizzar-riscono tra i temi della più drammaticaattualità e quelli di un quotidiano semprepiù incerto sia a livello territoriale,l’Alta Maremma e la Val di Cornia,che nazionale. L’ispirazione scaturisceda immagini paesaggistiche semplice-mente acquisite, rapporti umani scontati,constatazioni di un reale sempre piùdanneggiato dai ritmi di vita impostidal nostro tempo. Tra essi l’autore simuove da osservatore attento e silenziosoper poi rimare il significato più profondodel fenomeno preso in considerazione.La manifestazione del reale viene dalui colta, affrontata e sviscerata senzapeli sulla lingua o circonlocuzioni disorta. Di prezioso supporto didascalicoalla “poetica di strada” di Paolo Bianchi,oltre al consueto contributo fotograficodi Giancarlo Grassi, sono gli acquarelli

di Maurizio Burchianti, i disegni GianniBulleri, gli oli di Flavio Agresti, LuigiM. Fortunati, Giuseppe Giuggioli, NadiaPacini, Carla Giuggioli, Ise Vichi Demi,Marcello Neri e Sandra Ricono.

Con gli occhi della sincerità, LabGraf,pagine 142.

La Maremma nelle poesie di Paolo Bianchi

Con gli occhi della sincerità

in libreria

Calcio e acciaio. Dimenticare Piom-bino è il libro di Gordiano Lupi ap-prodato all’ultima edizione del Pre-mio Strega che sta raccogliendo con-tinui consensi di critica e di pubblicoa livello nazionale. Il romanzo si in-centra su una vicenda malinconicaambientata in una provincia decaden-te, vissuta a più riprese dal protagoni-sta e dai personaggi secondari con lavisione del passato come unica alter-nativa ad un presente incerto e inade-guato. L’azione, la trama propriamen-te detta, è quasi del tutto assente da

una narrazione fluida e sofferta; pervoce dei vari protagonisti procede traricordi e rimpianti di tempi ormai ir-ripetibili. Ad innescare il processo dirivisitazione critica ed amareggiatadelle proprie radici è il nostos, di Gio-vanni, calciatore di successo con lemaglie di squadre importanti, di ritor-no in una Piombino natia difficilmen-te dimenticabile, proprio in virtù dellememorie in grado di suscitare. Cosìcome si intuisce dalla copertina, ilcalcio è un pretesto anche se le gestadell’eroe/fuoriclasse dai piedi buoniin terre lontane avvalorano ancor dipiù la sua valenza di metafora dellavita quanto mai pertinente. Una criti-ca attenta vede l’autore piombinesespalmato su tutti i personaggi, anchemarginali, peraltro accomunati dal ri-cordare proustiano già presente in Al-la ricerca della Piombino perduta; lanostalgia che partorisce il ricordo, fi-glio unico come la via di fuga da ciò

che avrebbe dovuto essere ma chenon si è mai materializzato. Illumi-nante per decifrare in toto la genesidel romanzo e il senso di appartenen-za che si intuisce in ogni capitolo èl’accorata prefazione del sindaco diPiombino Gianni Anselmi.

Calcio e acciaio, Acar Edizioni, pagine192, € 12,50.

Successo editoriale per Gordiano Lupi

Calcio e acciaio

a cura di Emilio Guardavilla

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58 giugno - luglio - agosto 2014

di Roberto Lampredi

Anche a Piombino èstato proposto ilfilm Quando c’era

Berlinguer, con Walter Vel-troni al suo esordio alla re-gia. La proiezione si è tenu-ta al Teatro Metropolitan suiniziativa del Pd locale conil pubblico delle “grandi oc-casioni”. Si è trattato di unevento dal sapore eminente-mente politico vuoi per l’ar-gomento trattato, vuoi per lecaratteristiche degli spetta-tori. Infatti, non era difficileintuire dai volti segnati dallacommozione alla fine delfilm che tra i presenti moltiavessero militato nel partitocomunista italiano o comun-que ne fossero stati simpa-tizzanti.

La pellicola veltroniana, conspezzoni di repertorio e in-terviste ai coprotagonisti diquella stagione, ha ricostrui-to un periodo storico lungodieci anni: dall’esito del re-ferendum sul divorzio finoall’ultimo comizio di Ber-linguer nel giugno 1984 cheebbe la sua morte come ter-ribile epilogo. Il film rivelain modo diretto, senza infin-gimenti, da parte del suo au-tore emozioni non ancorasopite per Berlinguer, e sin-cera riconoscenza per l’e-sempio di discreta probitàche la sua figura di leaderdal “mite carisma” seppe in-fondergli. Quegli stessi sen-timenti e impressioni cheancor oggi trovano riscontronella generalità degli ex mi-litanti comunisti, e persino

in coloro che negli anni incui fu protagonista lo avver-sarono politicamente.Alla narrazione veltroniananon sfuggono il passaggiodal compromesso storico al-l’alternativa di sinistra; ilcontesto storico in cui si rea-lizzarono la politica di soli-darietà nazionale come ri-sposta al terrorismo incal-zante; il tema dell’austeritàe la vigorosa denuncia del-l’immoralità pubblica e del-le logiche spartitorie deipartiti governativi. Vengonoaltresì dedicate sequenze si-gnificative allo strappo conl’Urss, pronunciato nel fa-moso discorso tenuto a Mo-sca in occasione del 60° an-niversario della rivoluzioned’ottobre, che segnò sulpiano teorico il superamentodell’interpretazione togliat-tiana della democrazia inte-sa come terreno più avanza-to per la lotta di classe, perassurgere a “valore storica-mente universale sul qualefondare un’originale societàsocialista”.Nulla da eccepire sulle in-tenzioni di Veltroni e la suavolontà di restituire alla me-moria collettiva un periodostorico ricco di fermenti e di

spinte contradditorie e diportare alla ribalta uno deisuoi più importanti protago-nisti, in risposta alla tenden-za post-modernista di vivereil presente come assoluto,secondo il moto nietzschia-no “hic et nunc” (qui ed ora)di cui sono espressione igiovani intervistati all’iniziodel film. Difficile però nonchiedersi se al rischio di fa-vorire una certa nostalgiaper “un mondo che fu”, tipi-co di quando si affrontanovicende politiche ancora anoi vicine e soprattuttoquando da esse se ne escesconfitti, la pellicola veltro-niana contenga in sé i neces-sari anticorpi.La scelta del mezzo cinema-tografico per rendere contodel periodo berlinguerianoimplica di per sè privilegiareun linguaggio visivo e con-seguentemente un approccioalla materia destinato a su-scitare emozioni più che ap-profondimenti di tipo anali-tico. E Veltroni dimostra ca-Walter Veltroni al suo esordio alla regia

di Livio Cristiani

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pacità nell’uso del montag-gio, riuscendo a dare fluiditàe ritmo al suo racconto me-diante il sapiente dosaggiodi immagini d’epoca inter-vallate da molte intervisteraccolte ai nostri giorni. Be-ne le immagini di repertorio,che ci inducono a sentircilontani da quel mondo: bastipensare alle tribune politi-che con giornalisti simili apersonaggi felliniani, o allemanifestazioni violente diquella vasta area politica-mente contigua al terrori-smo. Mentre, sulle intervisteproposte dal regista perma-ne il dubbio che esse sianodi aiuto alla comprensionedi quel periodo.L’autore si è infatti lasciatosfuggire l’occasione di ap-profittare di interlocutoriimportanti come Napolitanoe Macaluso per ottenere,dai loro contributi, odiernispunti di riflessione sugliaspetti critici che i due poli-tici all’interno del Pci in piùcircostanze manifestarono

rispetto alla linea berlingue-riana, soprattutto nel perio-do successivo al compro-messo storico, in cui il lea-der comunista si arroccò suposizioni operaiste che con-dussero il suo partito e laCgil ad acuire lo scontro asinistra con i socialisti, e al-la pesante sconfitta nel refe-rendum abrogativo sullascala mobile.Sempre in merito alle inter-viste, appare alquanto dis-cutibile, essendo priva dicontraddittorio, anche la te-si cara a Eugenio Scalfaridel Berlinguer portatore nelPci di valori e principi risa-lenti al liberalsocialismo diCarlo Rosselli e al partitod’azione, soprattutto seconsideriamo che in quellostesso periodo puntuali cri-tiche venivano rivolte ai co-munisti italiani dal gruppodi intellettuali radunatosiintorno alla rivista “Mon-doperaio”, tra cui NorbertoBobbio, che a quelle com-ponenti minoritarie della si-

nistra italiana faceva riferi-mento. D’altra parte diffici-le non tenere conto che non-ostante le molte innovazionidella linea politica berlin-gueriana, il Pci non riuscì,per i troppi errori sedimen-tatisi nel suo lungo percorsostorico, a liberarsi dei mitiche aveva in comune con lastoria dei paesi del sociali-smo reale. Tanto erano fortiquei legami, che il suogruppo dirigente, pur con-quistando al partito tratticrescenti di autonomia daquel mondo nei confrontidel quale emergeva sempre

più la sua diversità, non netrasse fino in fondo le dovu-te conseguenze.Ed i comunisti italiani, anzi-ché assistere al crollo dei si-stemi capitalistici come dasempre profetizzato dalla“vulgata marxista”, si trove-ranno a fare i conti con lastoria e dovranno prendereatto, tardivamente e con nonpochi travagli, che sarà pro-prio il Paese in cui ebbe luo-go la Rivoluzione d’ottobread andare incontro ad unacrisi drammatica, che di lì apoco assumerà forme nonreversibili.

A 30 anni dalla scomparsa del leader del Pci.Dal compromesso storico allo strappo con l’Urss

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Questa rubrica è libera. Ilcontenuto delle lettere puònon collimare col pensierodel giornale. Costa Etruscasi riserva di ridurre le lette-re e di eliminare espressio-ni che possano integrareipotesi di diffamazione. Gliautori, purchè noti alla di-rezione, potranno chiedereche la loro firma sia omes-sa. Precisazioni o rettifiche sa-ranno pubblicate.

I DUE PAPIFolla e commozioneper la santificazioneSono stati proclamati santidue papi: Angelo Roncalli(Giovanni XXIII) e KarolWojtyla (Giovanni Paolo II),entrambi rimasti nel cuoredelle genti. Anche chi professa una reli-gione diversa e molti ateihanno apprezzato la vita diqueste due figure emblemi dipace, di dialogo e di ecume-nismo. I predecessori nonstati da meno, ma nessunocome loro due ha saputo arri-vare alla gente comune, agliumili e ai diseredati.Hanno aperto un solco chepapa Francesco sembra stiapercorrendo per farlo diven-tare una strada così grandeda unire tutte le persone delmondo con un legame di fra-tellanza. La prova l’abbiamoavuta quando durante la san-tificazione piazza San Pietroe via della Conciliazione finoal lungo Tevere erano stra-colme non solo di bandiere,striscioni e immagini deinuovi santi ma di persone diogni età, razza e provenienzauniti come un solo popolonel ricordo.

Giuseppina Toncelli

NUOVO SINDACOI desideri di un elettoreSi sono appena svolte le ele-zioni comunali. Mi auguroche il nuovo sindaco riesca a

fare in modo che il mercatosettimanale non si tenga piùtra le strade urbane con dis-agio e pericolo per i residen-ti. Che non faccia più girarebus grandi e vuoti, special-mente quelli extra urbani,bensì veicoli più piccoli (ti-po scuola bus). Che non sidebba togliere periodica-mente l’erba sui marciapiedima si stuccasse con cementouna volta per tutte l’interse-zione dove nasce. Che nonfaccia più vedere a chi arrivada fuori città la scritta “Ga-

gno” e dopo circa trenta me-tri un’altra scritta “Piombi-no”. Che risolva la telenove-la della vendita dei licei edefinisca la sorte della bellasala ex chiesa sopra i canali.Che non chiuda troppo spes-so via Lombroso con note-vole intralcio alla circolazio-ne. Che riesca a proteggerela bocca del porticciolo diMarina come nel resto delmondo. E per ora basta così.Il resto un’altra volta.

Sergio Galligani

ARCHITETTURAConoscere meglio la storia del territorioDegli edifici importanti sipuò sapere l’età consultandouna comune guida turistica,ma per tutti gli altri ignoria-mo la data di nascita. Perchénon contrassegnare ogni casacon l’anno di fondazione?

Bruno Pellegrino

MUNICIPALIZZATA“A ciascuno il suo”Scrive Vittore RossiCaro Barlettani, in merito allasimpatica intervista a Ilvio Mi-lani, amico da sempre, com-pagno e collega nella giuntaGiovannelli, ci sono alcune ine-sattezze. L'accordo Milani-Lazzi che doveva portare allamunicipalizzata dei trasportiurbani saltò per il cambio delprefetto, forse questo Ilvio nonlo ricorda non essendo allorapiù in giunta. Il nuovo prefettonon intendeva approvare l'in-tegrazione che era nel vecchioaccordo, quindi ci fu la rotturacon la Lazzi che non volevarinunciare a questo indennizzo,né a un suo ridimensionamento.L'incarico fu da Tamburini af-fidato a me, ci ho lavorato conimpegno per mesi fino alla con-clusione della municipalizzata.Per questa mia azione ebbi duedenunce da Lazzi che si risolseroanni dopo con la metà dellacifra e il ritiro della denuncia.Giampiero Ticciati che seguìquesta vicenda può confermarequesto breve chiarimento.

Vittore Rossi

SEMPRE PRIMAVERAOra legaletutto l’annoPerché non estendere l’oralegale tutto l’anno? Il sole neimesi più bui tramonterebbesempre un’ora dopo regalan-doci l’illusione di una peren-ne primavera.

Maurizio Tornaghi

IL FAMOSO SELFIE

L’uso dello stranieronella nostra lingua

L’autoscatto con lo smartphone, battezzato selfie, si staaffermando come una forma di espressione della propriapersonalità. Un fenomeno senza conseguenze o un segnalepericoloso del crescente narcisismo della società?Siamo ancora in tempo o è troppo tardi per arrestare l’usodilagante della parola “selfie” che significa “autoscatto”nella nostra lingua? Certo che la cosa non è importantecon tutto quello di più importante che c’è, ma…

Maurizio Carmignani

giugno - luglio - agosto 2014

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Piombino sta vivendo unodei periodi più bui della

sua storia. Il sistema indu-striale che ha caratterizzatoun secolo con uno sviluppocontinuo, si è fermato ed èiniziato un lento inesorabiledeclino.Da ormai oltre venti anniconosciamo questa situa-zione, a mio parere il parti-to di maggioranza, che haespresso in ogni settore ilsuo dominio, non ha sapu-to concludere neppurequello che aveva nei suoiprogrammi: Città Futura (al-meno sei costosi progetti),la 398 per il porto (neppu-re il progetto!).La vera “diversificazione”che poteva dare prospettivedi lavoro a centinaia di gio-vani era un sistema portua-le moderno e competitivo.Si doveva però abbandona-re l'ormai vecchio, supera-to, sistema dei tombamentidegli specchi d'acqua conmontagne di massi di cava,montagne di cemento, eprocedere con il sistemapraticato in tutto il mondo

dei porti scavati dentro la li-nea di costa. Costano lametà (quindi con i soliti eurosi fa il doppio delle cose),sono meno impattanti conle coste adiacenti, possonoavere - come nel nostro ca-so - enormi spazi attorno al-le banchine che sono indi-spensabili per una portuali-tà competitiva. Queste idee le ho scrittecento volte inutilmente. Mainessuno abbia detto o scrit-to che sono sbagliate: tuttitacciono. Continuano a pro-gettare e buttare a mare mi-lioni di euro per soluzionidiscutibili. Provate a imma-ginare di non avere i trafficiobbligati per l'Elba e le isolee ditemi quali traffici ci sononel “loro porto”.Per quelli turistici stessastoria, dopo quello di Salivo-li, dove i posti di lavoro pro-messi non ci sono, con iproblemi che sta creando e

che ora si vuole riversare sudi noi per la ricostruzionedella residua spiaggia, nonè che un ottimo parcheggioper barche. Abbiamo due progetti: alPoggio Batteria, e l'altronell'area del vecchio Pon-tedoro. Al Poggio Batteriafondali enormi, area giàfortemente caotica in terrae in mare, area commercia-le assurda, solo per direquelle più evidenti. L'altroporto, con la demolizionedelle navi a due passi saràun piacere tenerci una bar-ca ... Insomma si insiste inuna politica portuale sba-gliata, ormai abbandonataovunque, la portualità effi-ciente, che produce lavoro,deve avere enormi spazi at-torno, servizi efficienti, via-bilità e ferrovia rapidi e bencollegati.Tutta l'area dalle Terre Ros-se alla foce del Cornia a

Ponte di Ferro, poteva esse-re lì il nuovo porto commer-ciale. A ridosso dell'arginedestro del fiume (sotto ilQuagliodromo) quello turisti-co. Ovviamente scavati die-tro la linea di costa.Queste idee sono venti an-ni che provo a trasmetterleinutilmente, ora c'è una si-tuazione che costringe a ri-pensamenti, che accentua-no i limiti dei loro porti: lacrisi del settore. Meno traf-fici marittimi, nuovi porticompetitivi nel Mediterra-neo per il porto commercia-le. Per quelli turistici, unaprofonda crisi della nauticada diporto, nuovi porti co-struiti vicino a noi: Rosigna-no, Cecina, San Vincenzo,al Puntone, per cui siamogià al fenomeno della nonvendita, del calo dei prezzi,dei posti vuoti.Solo una scelta oculata,molto economica può ave-re forse una prospettivarealistica. Ed è appunto do-ve ho indicato.

Vittore Rossi

Quella politica portuale sbagliata

Troppi silenzi sui porti

Sulla Costa degli Etruschi, in una splendida e immensa pineta secolare,

il Park Albatros è un gioielloincastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti

e i tipici paesini medievali.

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62 giugno - luglio - agosto 2014

Prosegue, con l'uscita estivadi Costa Etrusca, la rico-struzione storica dei nau-fragi avvenuti nelle acquedell'Arcipelago Toscano.In questo secondo capitolovengono trattati gli eventirelativi gli anni della Gran-de Guerra.

di Emilio Guardavilla

Nei primi anni delXX secolo unabrezza funesta di

scelleratezza soffiò sui re-gni e gli imperi dell’Euro-pa continentale travolgen-do con le sue raffiche irra-zionali le coscienze delleteste coronate del vecchiomondo. Furono folate fre-sche e tese, tanto potenti epersistenti da annichiliregli sforzi diplomatici del-le poche menti lucide ri-maste intatte da mireespansionistiche e maniedispotiche di varia entità.La tempesta che furonocapaci di originare fu unaguerra totale che si pro-trasse per quattro lunghianni nel più grande con-flitto armato fino ad allo-ra mai combattuto in cie-lo, in terra e in mare. In questo indegno sfoggiodi stupidità il mare fece lasua parte di spettatoremuto ed imparziale. A fa-si alterne si prese giocodegli schieramenti incampo e umiliò con logi-ca tempestività gli slancieroici dei temerari di tur-no. A partire dal 1914 lamaggior parte delle im-barcazioni fu requisita eimmatricolata nelle mari-ne da guerra con arma-menti dai propositi esizia-li, corazze dall’esteticaterrificante e apparati pro-pulsivi dalle prestazionimostruose; i caratteri cu-bitali sulle fiancate grigiedivennero ben presto i nu-meri di una riffa nelle ma-

ni del diabolico imponde-rabile. La gente di mare,ora inquadrata con stellet-te e solini inamidati, giu-rava eterna fedeltà allabandiera e levava all’on-nipotente il “cuore dallasacra nave armata dallaPatria.” Sempre con le pa-role di Fogazzaro per gli“uomini di mare e diguerra” si prospettavanofranchigie insonni e ve-glie angoscianti.Alle prime luci del 22maggio del 1916 il piro-scafo di costruzione scoz-zese Washington coprivala sua rotta verso Napoli,Pireo, Salonicco nel brac-cio di mare tra Cavo e l’i-solotto di Palmaiola. Alle6.45 le tre cannonate diavvertimento del som-mergibile U39 di ritornoda una missione ai dannidelle acciaierie elbane al-lertarono bruscamente ipasseggeri, l’equipaggioe i finanzieri della scorta

armata preannunciandoloro un futuro prossimosconcertante. Quel gransignore al comandodell’U-boote della Krieg-semarine austriaca si at-tenne con ammirevolepietà alla convenzioneimposta di dare la possi-bilità di abbandono naveprima di procedere al si-luramento; risparmiò gio-vani vite guadagnandosiun posto in paradiso enelle pagine dei libri distoria oltre che al benefi-cio, a ben pochi concessoin quei tristi giorni, di farpace con la propria co-scienza e guardarsi drittonegli occhi davanti allospecchio. Dopo l’attaccoil piroscafo Washington,che occorre ricordare erastata la prima nave ad at-traccare nel porto di Mes-sina nel 1908 in soccorsoai terremotati, fu lasciatoal suo innegabile destinoe completò anzitempo

quel viaggio verso sud.Trasbordò con apprezzatasolerzia il carico umano eportò con sé solo le 300tonnellate merci alla rin-fusa condannandole perinfinite lune ad una pro-fondità di quaranta metri.Nel periodo compreso trail 1953 e 1961, grazieall’impagabile opera deipalombari dell’Elba, fratutti Aladino Simone e isuoi diretti discendenti, fusmantellato nelle struttureprincipali e il carico dimaterie prime quasi inte-ramente recuperato. Og-gi, a 11 anni dalla mostra“L’affondamento del pi-roscafo Washington” sa-pientemente allestitapresso il Museo delCastello di Piombino e a134 dal suo varo la nave ètrasfigurata dal tempo,dall’uomo e dal mare. Adifferenza di tanti altri re-litti del nostro arcipelagonon è considerato in buo-

Storia dei naufraginell’Arcipelago ToscanoDestinazioni mai raggiunte dalle imbarcazioni,tesori e relitti inabissati nel blu più profondo

Convoglio della Kriegsemarine austriaca

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no stato di conservazionee per tanto non meritevoledi immersioni o reportagefotografici dagli amantidel genere; a differenza ditanti altri relitti può esserevisitato e documentatosenza disturbare l’eternoriposo di nessuna animadisgraziata.Chi va per mare riposapoco, male e quando nonne ha volontà. Quando ri-esce i risultati non sonomai quelli desiderati e iltempo trascorso non cam-bia lo stato emotivo in de-riva. Chi va per mare intempo di guerra lo fa inposture sempre inadatte econ gli occhi semiapertisull’invisibile; il sonnonon sconfigge la veglia e inervi tesi dettano legge suun fisico stremato dal ter-rore. La stanchezza offu-sca le forme, l’angosciasbiadisce i colori, la pauratramuta entrambe in unadimensione opposta chesi affianca alla realtà soloin modalità asintotica. Fucosì che la cannoniera diSua Maestà BritannicaHMS Cyclamen colpì eaffondò il sommergibiledella Regia Marina Alber-to Guglielmotti nel pome-riggio del 10 maggio del1917 non riconoscendo lesue insegne e scambian-dolo per U-boote germa-nico. Il fatidico equivocoaccadde proprio nel suoviaggio inaugurale da LaSpezia per Brindisi, la ba-se a cui era stato assegna-to per rafforzare la IIFlottiglia Sommergibilidestinata all’adriatico.Poche miglia a sud ovestdella Capraia perirono se-condo le fonti più attendi-bili in 16 tra ufficiali, sot-tufficiali e marinai; tra es-si i sottocapi torpedinieriEnrico De Filippi e Giu-seppe Detti, immatricolatialla Capitaneria di Livor-

no secondo l’Albo Cadu-ti, e, per ironia della sorte,un operaio dei Cantieri diMuggiano da cui il Gu-glielmotti I era appenasalpato. Non appena lastessa Cyclamen ebbecompletato il recuperodei naufraghi, circa lametà dell’equipaggiocompreso il comandanteCastiglioni, fu costretta,contro ogni logica retri-butiva, a trasmettere le te-stuali parole: “Ho attac-cato ed affondato grossosommergibile. Sono do-lente di rapportare che su-perstiti apparire italiani.Si calcola che la nave do-vesse trovarsi paraggi Ca-po Corso”.Ma ciò che a distanza dimolti anni resta fortemen-te impresso nelle memo-rie dal nostro mare e dellasua gente è il micidialeoperato del UB49 e delsuo famigerato Kapitän-leutnant. Trattasi di HerrKommander Hans-Joa-chim Wilhelm Ernst vonMellenthin, giovane spe-ranza della scalpitanteMitteleuropa di inizio900, Marineoffizier dalfiero cipiglio e dalla vo-cazione bellica indomabi-le. Sulla plancia del UB49

effettuò 8 missioni nelMediterraneo affondando44 battelli di ogni tipo perun totale 97.700 tonnella-te di acciaio al suo attivo,navi da guerra escluse.Con acume tattico innatoe la sfrontatezza che sologli audaci si possono per-mettere, Herr Hans vonMellenthin seminò terro-re e scompiglio anche neinostri litorali: nel periodonatalizio del 1917, era lanotte del 22 dicembre,cannoneggiò pesante-mente gli altoforni diPiombino. Al chiarore della stessaluna, attaccò in immersio-ne un convoglio compo-sto da tre piroscafi scorta-ti da due vedette (54AS,G32) in navigazione daCalcutta a Genova. Nelloscontro ebbe la peggio il

piroscafo Caboto, unitàdella Società Venezianadi Navigazione a Vapore,all’epoca considerata unavera e propria fortezza delmare grazie ad una mac-china a triplice espansio-ne e due caldaie mono-fronti. Poco più di 5 mi-glia fuori San Vincenzo ilcomandante Augusto Pel-legrini riuscì a garantirel’incolumità della suagente, vi fu solo una vitti-ma tra l’equipaggio, pri-ma di abbandonare la na-ve. Con un isteresi di unmese e mezzo l’U49 com-pletò la sua opera affon-dando il dragamine G32,ex peschereccio giappo-nese convertito dalla Re-gia Marina. Oggi i relittidel Caboto e della G32continuano a far parlaredi sè adagiati sui fondalifangosi di fronte alla co-sta degli etruschi. Nella stessa zona, intornoalla batimetrica dei 40metri, si trovano i resti diuna nave da carico, ina-bissatasi anch’essa du-rante l’estenuante battglianavale combattuta tra gliImperi Centrali e la Tri-plice Intesa. Le notizie diquesto naufragio, Gabrie-le è il nome fittizio attri-buito al relitto al momen-to della scoperta, ci giun-gono scarse e frammenta-rie, non sufficienti a rico-struirne le dinamiche ofornire testimoninze sullecause, tantomeno agevo-

Il sommergibile Guglielmotti

Uniformi della Regia Marina

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larne l’identificazione. Sitratta di un bastimento dadatare a fine 800 per lecaratteristiche strutturali;lo scafo, ridotto in duetronconi asimmetrici, èadagiato in assetto di na-vigazione e rappresentaun sito subacqueo di no-tevole interesse fotografi-

co e biologico assidua-mente frequento in tuttele stagioni.Il mare occulta e il tem-po dimentica. L’uomorinnega il suo passato elo rivanga per conoscerele proprie debolezze. Laricerca è un obbligo perespiare le colpe perpetra-

te verso sè stesso e versoil mare. In un punto im-precisato delle Secche diVada il Carlotta Maria,un cargo a vela o forse avapore, attende ancora diessere localizzato e pren-dere il posto che gli spet-ta nella storia della mari-neria. 2) continua

Il mare non èmai stato amico

dell'uomo.Tutt'al più èstato complicedella sua

irrequietezza.(Joseph Conrad,Lo specchio delmare, 1906)

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di Giulia Lambardi*

“Benvenuto nel siste-ma Ekon”, eccoquali sono le parole

che vi accoglieranno all’ac-censione del nostro fantasticoprodotto. Si chiama Ekon (dal-l’acronimo È Carica O No?)ed è stato ideato, creato esponsorizzato da noi studentidella 4 A e 4 MAT dell’ISISCarducci Volta Pacinotti diPiombino partecipando al pro-getto “Impresa in Azione”.Tutto questo è stato possibilegrazie al fondamentale contri-buto della Fondazione Arce-lorMittal. Il nome dell’azienda da noifondata è ENearGY, in cuiognuno ha un ruolo ben preciso(Giulia Lambardi, amministratoredelegato, Sara Gambini, risorseumane, Irene Perillo, marketing,Federico Leggieri, produzione,Nicolas Seravalle, finanze,Noemi Fatticcioni, voce delprodotto, Azzurra Taddei, FabiolaBahiti, Giovanni Esposito, Ga-briele Maurizi, Mirko Pantani,Tiziano Gherardini, Sara Marotta,Alessio Ricci, dipendenti). Neilocali della nostra scuola si ètenuta la prima presentazioneufficiale del prodotto. Ospitidella conferenza sono statele persone ipovedenti e il ClubKiwanis di Follonica.Ekon è, infatti, uno strumentocapace di misurare la caricadelle comuni batterie non ri-caricabili, comunicandolo vo-calmente, rivolto in primis ainon vedenti. È originale e unicoin tutto il mondo e saràpresto introdotto sulmercato dalla no-stra azienda. Du-rante la confe-renza, la Diri-genza dellaEneargy ha espo-sto lo scopo e ilfunzionamento diEkon, riscontrandola curiosità e lo stuporedelle persone non vedenti cheerano presenti e alle quali sirivolge principalmente il prodotto.Ekon è stato apprezzato da

tutti e siamo stati contenti chela Kiwanis abbia gradito ilmotivo che ci ha spinti a rea-lizzare un simile prodotto; cosaancora più confortante per noisono stati i ringraziamenti dellepersone ipovedenti per il nostrointeressamento a rendere laloro vita più “normale”. Sentire i loro ringraziamenti ecomplimenti ha significatomolto per noi e sicuramenteci ha aiutati anche a capiremeglio come interagire con ilcliente.Ho trovato questo progettomolto utile, sia per avvicinarenoi giovani al mondo del lavoro,ma anche per farci rendereconto delle difficoltà nel lavorareinsieme e mandare avanti unavera azienda. Sicuramente l’e-sperienza è stata gratificanteper tutti noi, soprattutto hopotuto notare piccoli dettagliche rendono la nostra aziendaunita e fiera del proprio lavoro.Infine da segnalare il successo

conseguito al concorso“Impresa in azione”svoltosi a Pisa.Tra oltre 20 scuo-le in gara pro-venienti da tuttala Toscana ab-biamo infatti con-quistato il primo

premio per l’inno-vazione tecnologica.

Il mio ruolo, amministratoredelegato, mi è sembrato ini-zialmente un compito moltofacile e non impegnativo, main realtà non è affatto così,

anzi sono contenta di esserestata scelta perché significache gli altri si fidano di me emi ritengono una persona re-sponsabile e adatta a gestirela Eneargy.Questo progetto è sicuramenteandato a buon fine ed ha rag-giunto i risultati prefissati, tuttihanno lavorato seriamente e

ciò ha rafforzato il nostrolegame di compagni. Un rin-graziamento ai professori FabioCanessa e Michele Collavitti,i nostri coordinatori. Anche seil progetto è quasi terminato,l’esperienza non verrà dimen-ticata da nessuno di noi.

* Amministratore delegato

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