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Ottobre 2017 PERIODICO INFORMATIVO SINDACALE UIL FPL In questo numero: 1– contratto 2– aggressioni 3– pensioni 4– formazione Lo sblocco dei contra della Pubblica Amministrazione, aeso da quasi nove anni, riguarda ol- tre 3,2 milioni di dipenden pubblici e dovrebbe portare all’aumento degli spendi di circa 85 euro lordi, come previsto nell’accordo quadro dello scorso 30 novembre 2016 siglato tra Governo e Con- federazioni. I nodi da sciogliere sono lega principalmente al tema delle risorse economiche: con la pubblicazione della nota di aggiornamento del DEF (Documento di programmazione economica - finanziaria) è stato confermato che la manovra 2018 meerà a disposizione del rinnovo con- trauale dei dipenden statali un fondo pari a 1,65 miliardi di euro che vanno ad aggiungersi agli 1,2 miliardi già a disposizione: è questa la “dote economica” che il Governo avrà a disposizione per il rinnovo contrao statali. Restano ancora mol i nodi da sciogliere e, nonostante le novità sulle risorse, lo sblocco dei contra è ancora oggi una strada in salita. “La macchina pubblica deve tor- nare a funzionare e non soltanto per la dignità di chi ci lavora. La Pubblica Amministrazione, infa, è un patrimonio di tu e come tale va preservata e soraa dalla longa manus di coloro che po- trebbero avere interessi a che le cose non funzionino ovvero di chi ne auspicherebbe addiriura lo smantellamento per favorire operazioni che andrebbero soltanto a detrimento dei servizi eroga, procurando una lesione nella stessa azione di tutela che la P.A. esplica rispeo ai diri costuzio- nalmente garan alla ciadinanza” (citazione del Segretario Generale Uilpa Nicola Turco in Lavoro Italiano, seembre 2017). La stagione dei tagli che stanno leeralmente smantellando il Servizio Sanitario Nazionale, che hanno ritardato di quasi dieci anni il rinnovo dei contra del pubblico im- piego, che hanno portato l’indice di disoccupazione giovanile a livelli insostenibili, deve terminare. Si può tornare a parlare finalmente di welfare e garanzia delle tutele per i lavoratori del pubblico impiego? Il sindacato connuerà a loare affinché si restuisca al contrao collevo nazionale del lavoro il giusto ruolo e il degno contenuto. Silvia Sferrazza – Milena Guidi La Redazione: Claudio Benedetti Silvia Sferrazza Enrico Ricci Michele Milano Giovanni Rosa Milena Guidi

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Ottobre 2017

PERIODICO INFORMATIVO SINDACALE UIL FPL

In questo numero:

1– contratto

2– aggressioni

3– pensioni

4– formazione

Lo sblocco dei contratti della Pubblica Amministrazione, atteso da quasi nove anni, riguarda ol-tre 3,2 milioni di dipendenti pubblici e dovrebbe portare all’aumento degli stipendi di circa 85 euro lordi, come previsto nell’accordo quadro dello scorso 30 novembre 2016 siglato tra Governo e Con-federazioni. I nodi da sciogliere sono legati principalmente al tema delle risorse economiche: con la pubblicazione della nota di aggiornamento del DEF (Documento di programmazione economica - finanziaria) è stato confermato che la manovra 2018 metterà a disposizione del rinnovo con-trattuale dei dipendenti statali un fondo pari a 1,65 miliardi di euro che vanno ad aggiungersi agli 1,2 miliardi già a disposizione: è questa la “dote economica” che il Governo avrà a disposizione per il rinnovo contratto statali. Restano ancora molti i nodi da sciogliere e, nonostante le novità sulle risorse, lo sblocco dei contratti è ancora oggi una strada in salita. “La macchina pubblica deve tor-nare a funzionare e non soltanto per la dignità di chi ci lavora. La Pubblica Amministrazione, infatti, è un patrimonio di tutti e come tale va preservata e sottratta dalla longa manus di coloro che po-trebbero avere interessi a che le cose non funzionino ovvero di chi ne auspicherebbe addirittura lo smantellamento per favorire operazioni che andrebbero soltanto a detrimento dei servizi erogati, procurando una lesione nella stessa azione di tutela che la P.A. esplica rispetto ai diritti costituzio-nalmente garantiti alla cittadinanza” (citazione del Segretario Generale Uilpa Nicola Turco in Lavoro Italiano, settembre 2017). La stagione dei tagli che stanno letteralmente smantellando il Servizio Sanitario Nazionale, che hanno ritardato di quasi dieci anni il rinnovo dei contratti del pubblico im-piego, che hanno portato l’indice di disoccupazione giovanile a livelli insostenibili, deve terminare. Si può tornare a parlare finalmente di welfare e garanzia delle tutele per i lavoratori del pubblico impiego? Il sindacato continuerà a lottare affinché si restituisca al contratto collettivo nazionale del lavoro il giusto ruolo e il degno contenuto.

Silvia Sferrazza – Milena Guidi

La Redazione:

Claudio Benedetti

Silvia Sferrazza

Enrico Ricci

Michele Milano

Giovanni Rosa

Milena Guidi

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Aumentano le aggressioni nei confronti degli operatori sanitari, sempre più numerosi i casi in cui l’incolumità degli stessi viene messa a dura prova. L’infermiere è un incaricato di pubblico servizio. Alla luce di questa considerazione, l’art 336 del codice penale disciplina la materia affermando che: Chiunque usa violenza o minaccia ad un incaricato di pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. La pena è della reclusione fino a tre anni, se il fatto è commesso per costringere alcuna delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per influire, comunque, su di essa. Non si escluda inoltre il riferimento per estremi anche al ricorso alla tutela concessa dall’articolo 340 c.p: chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposi-zioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pub-blica utilità è punito con la reclusione fino a un anno. I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusio-ne da uno a cinque anni. Nel primo quadrimestre del 2017 sono state aggredite 1.163 operatori sanitari a fronte dei 1.999 del 2016. Questo vuol dire che se il trend fosse confermato, ci sarebbe una crescita esponenziale delle aggressioni del 75% rispetto al 2016. Reparti di emergenza e Pronto soccorso rimangono le unità operative in cui le aggressioni si manifestano più costantemente; cresce la tendenza a colpire maggiormente le donne. Tempi di atte-sa, ritardi nelle visite mediche, pagamento dei ticket sono i motivi scatenanti a violenza di pazienti e familiari a sca-pito del personale sanitario. In caso di aggressioni e violenze l’azienda risponde di non aver attuato tutte le misure che la legge richiede per prevenire il danno biologico a carico dei propri dipendenti che hanno subito lesioni per-sonali. Per la Cassazione, infatti, se è onere del dipendente dimostrare la sussistenza del danno e la pericolosità del luogo di lavoro e la correlazione tra attività lavorativa, contesto e danno subito, è però onere dell’azienda dimostrare di aver messo in atto tutte le misure necessarie (e non solo quelle obbligatorie per legge) al fine di tutelare l’integrità fisica dei propri dipendenti. Con la sentenza n. 14566/17 la Corte di Cassazione, ribaltando il giudizio della Corte di Appello (favorevole, invece, all’azienda) ha condannato un ospedale palermitano al risarcimento del danno a favo-re di un infermiere del pronto soccorso vittima di aggressione da parte di un paziente. Sostiene il giudice: «l’obbligo di prevenzione di cui all’articolo 2087 Cc impone all’imprenditore di adottare non soltanto le misure tassativamen-te prescritte dalla legge in relazione al tipo di attività esercitata, che rappresentano lo standard minimale fissato dal legislatore per la tutela della sicurezza del lavoratore, ma anche le altre misure richieste in concreto dalla specificità dei rischi connessi tanto all’impiego di attrezzi e macchinari, quanto all’ambiente di lavoro».

Enrico Ricci – Silvia Sferrazza

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Le confederazioni hanno rilanciato a Roma la piattaforma unitaria “Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani” presentata lo scorso anno. Flessibilità, solidarietà e equità i punti significativi del documento unitario in parte rece-pito nel verbale di sintesi siglato con il Governo il 28 settembre 2016 e al centro del confronto con Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sulla prevista fase2 avviata nelle scorse settima-ne. Le proposte intendono superare le attuali rigidità e favorire il turnover generazionale per rendere più equo il sistema previdenziale e favorire un inserimento lavorativo dei giovani. Durante un’intervista, all’affermazione “dicono che non ci sarebbero risorse sufficienti…” , il Segretario Generale Uil, Carmelo Barbagallo, risponde che bisogna smetterla con questa bugia, ci sono 110 miliardi di evasione fiscale, 60 miliardi di corruzione e 27 miliardi di pizzo e usura: è da qui che si può e si deve attingere. “I lavori non sono tutti uguali e non si può andare in pensione tutti alla stessa età. Ecco perché noi siamo contrari all’innalzamento automatico dell’età pensionabile”. Nei prossi-mi anni in Italia raggiungeremo i 67 anni… Situazione a dir poco incresciosa se confrontata con quanto avviene negli stati UE: l’età dei 67 anni in Germania sarà raggiunta solo dal 2030. La Uil sostiene da tempo la necessità di congela-re l’innalzamento dell’età pensionabile. Per adeguare l’età della pensione all’andamento demografico una legge del 2011 stabilisce che vanno usate come riferimento le variazioni della speranza di vita nell’ultimo triennio, meglio nota come adeguamento all’aspettativa di vita. La speranza di vita a 65 anni, cioè il tempo che in media resta da vivere una volta superata quella soglia, è stata nel 2016 di 20,7 anni; rispetto al 2013 l’aumento è di cinque mesi. Lo rileva l’Istat nella pubblicazione sulla mortalità della popolazione residente in Italia. Il dato è importante perché proprio alla speranza di vita a 65 anni è legata, per legge, l’età in cui è possibile andare in pensione. Sulla base di questi numeri il governo deve fissare la nuova soglia che dal 2019 aumenterà in previsione a 67 anni , determinata dopo l’aggiornamento Istat, secondo l’attuale meccanismo. A tal proposito è necessario fare una riflessione sugli istituti che dovranno produrre i parametri di adeguamento all’aspettativa di vita, ricordando che l’Istat non gode

dell’immunità dall’ errore purtroppo. In sintesi rispetto alla fine del 2013 la speranza di vita a 65 anni è cresciuta di cinque mesi e quindi dovrebbe salire di cinque mesi anche l’età della pensione rispetto a ora arrivando a 67 anni nel 2019 sia per gli uo-mini sia per le donne. “Negativa è la valutazione sul capitolo previdenza - sostiene Barbagallo – su cui avevamo molte aspettative. Gli stanziamenti previsti sono insuffi-cienti”. La trattativa è un work in progress, certo è che la fase 2 con il governo fa passi timidi e finora del tutto irrilevanti… anche se restano ancora in campo altre so-luzioni, sulle quali sono da tempo in pressing soprattutto i sindacati.

Silvia Sferrazza - Michele Milano

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LAUREARSI NON È PIÙ UN SOGNO!

Ogni singolo associato UIL FPL,conta!

In altre parole tutto il lavoro svolto negli anni dalla UIL FPL e dalla nostra agenzia formativa, la OPES Formazione, è stato intra-preso pensando anche ad offrire servizi e possibilità di crescita a livello formativo e culturale. Per queste ragioni la UIL FPL attraverso la OPES Formazione, mette a disposizione dei propri associati un ventaglio molto am-

pio di offerte che attraverso l’erogazione di servizi dedicati e personalizzati, consentono di raggiungere con successo questo im-

portante obiettivo.

Ma vediamo nel concreto quali sono le caratteristiche dei nostri progetti:

VIA GLI OBBLIGHI BUROCRATICI ED I TEMPI DI ATTESA: per

ogni esigenza di tipo burocratico, i partecipanti al progetto si rivolgono telefo-

nicamente o per email alla OPES che si occupa direttamente di ogni pratica;

UNA DIDATTICA AGGIUNTIVA DEDICATA , supportata anche dalla

erogazione di materiali di studio specifici dedicati ad ogni percorso (Di-

spense, approfondimenti tematici, slide, simulazioni ed esercitazioni di prove

scritte, ecc.);

VERIFICHE IMPOSTATE SULLA TIPOLOGIA DEI DISCENTI INTE-

RESSATI: vengono erogate, tramite le piattaforme FAD dedicate, verifiche

intermedie di autovalutazione che hanno lo scopo di consentire ad ogni parte-

cipante di misurare il grado di effettivo apprendimento raggiunto;

MASSIMA ECONOMICITÀ: le quote di partecipazione possono essere ver-

sate anche in maniera rateale mensile con interessi zero.

UNILABOR: Consulente del Lavoro (Laurea Triennale Siena) UNILAB: Scienze Politiche (Laurea Triennale Caserta); Scienze e Tecniche delle Amministrazioni Pubbliche (Laurea Specialistica Caserta. Richiede il possesso di una Laurea trien-nale in disciplina politologia, giuridica, econo-mica o delle scienze so-ciali) UNILAVORO: Giurisprudenza (Laurea Magistrale UNISU Roma. Richiede il possesso di una Laurea triennale in disciplina strettamente giuridica) UNILAV: Servizi Sociali L‐39 (Laurea triennale - Cassino/Frosinone) Politiche Sociali e Servizio Sociale LM‐87 (Laurea magistrale - Cassino/Frosinone. Richiede il pos-sesso di una Laurea

triennale in Servizi Sociali o Laurea equipollente).

Rosa Giovanni