Periodico di Fede, Attualità e...

15
Periodico di Fede, Attualità e Cultura ANNO 9 - n° 19| 26 maggio 2018 | 1 euro omaggio La Notte Europea dei Musei 2018 Voglia di stare insieme Premio “Placito Capuano” “…e quel giorno rimasero con Lui” S i è svolta sabato 19 maggio, alle ore 20.00, la “Notte Europea dei Musei 2018” che ha C artelloni, megafoni, bandierine, foulard e voglia di stare insieme … Un’esplosione di colori, volti e voci gioiose! Tutto N ella splendida cornice della chiesa di San Salva- tore a Corte, tipico U na giornata tutta all’insegna della musica, della gioia e dell’incontro. Domenica Attualità 6 Azione Cattolica 7 Placito Capuano 8|9 Marcianise 13 GESÙ È QUI! Domenica 3 giugno 2018 - Festa del Corpus Domini La Chiesa onora il vero Corpo di Gesù che è “fonte e culmine” della sua vita

Transcript of Periodico di Fede, Attualità e...

Page 1: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

Periodico di Fede, Attualità e Cultura

ANNO 9 - n° 19| 26 maggio 2018 | 1 euro omaggio

La Notte Europea dei Musei 2018

Voglia di stare insieme Premio “Placito Capuano”

“…e quel giorno rimasero con Lui”

Si è svolta sabato 19

maggio, alle ore

20.00, la “Notte Europea

dei Musei 2018” che ha

Cartelloni, megafoni,

bandierine, foulard

e voglia di stare insieme

… Un’esplosione di colori,

volti e voci gioiose! Tutto

Nella splendida

cornice della

chiesa di San Salva-

tore a Corte, tipico

Una giornata tutta

all’insegna della

musica, della gioia e

dell’incontro. Domenica

Attualità 6 Azione Cattolica 7 Placito Capuano 8|9 Marcianise 13

GESÙ È QUI!

Domenica 3 giugno 2018 - Festa del Corpus DominiLa Chiesa onora il vero Corpo di Gesù che è “fonte e culmine” della sua vita

Page 2: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

2 primo pianosabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Sul sentierodei giorni

Il maggior pericolo nella vita consiste nelprendere troppe precauzioni.Alfred Adler

Nella vita di ognuno/viene il momentoin cui/all’improvviso col buio davantiagli occhi/ardentemente si brama a ca-rezzare un viso sorridente.Jaroslav Seifert

O Dio, più Ti conosco e meno riesco acomprenderTi, ma questa mia incapa-cità a comprenderti, mi fa capire quantosei grande, o Dio.Santa Fausina Kowalska

La Maddalena: «Queste sono le cose/cheho visto, e che il Signore mi ha ordi-nato/di raccontare a tutti i suoifratelli./So bene che non è facile cre-derle;/ma non è per me che dovete cre-derle,/ma per la vostra vita».Giovanni Raboni

Non esiste uomo più solo di colui cheama solo se stesso.Abraham Ibn Ezra

L’amore si esprime in primo luogo nellostare con qualcuno, piuttosto che nelfare qualcosa per qualcuno.Madre Teresa di Calculla

Signore: «Se hai cura degli uccelli che di-cono il tuo nome/nella morte abbi curadei nostri cuori stanchi/e dà loro la paceche non ebbero in vita».José Maria Valverde

Non piangere per lettera/non dire chesei stata presa a calci dalla sorte/nessunasituazione al mondo è senzauscita/quando Dio chiude una porta-apre una finestra.Jan Twardowski

Il giorno è speso. Aprimi le braccia/allamorte; alla sorella/morte che trasfi-gura./E forse è la più alta creatura dell’Al-tissimo.Renato Filippelli

A CURA DI MONS. GIUSEPPE CENTORE

Il Corpus Domini celebra secondo gli inse-gnamenti della dottrina cattolica la realepresenza di Cristo nella Eucarestia che intale solennità viene esposto alla pubblicaadorazione. La Chiesa raccomanda ai fe-

deli la visita in adorazione al Santissimo Sacra-mento quale prova di gratitudine, segno di amoree debito di riconoscenza a Cristo Signore. Un ri-spetto che viene attestato non solo dalla liturgia edalle norme canoniche, ma anche dalle stesseIstituzioni, come quelle militari, che alla presenzadel Santissimo rendono gli onori delle armi previ-sti dai regolamenti. La solennità venne celebratala prima volta nel 1246 nella diocesi di Liegi, inBelgio, per iniziativa di una religiosa agostinianamolto devota al Santissimo Sacramento: SuorGiuliana di Cornillon. Papa Benedetto XVI vollecommemorarla dedicandole, durante il suo pon-tificato, una delle più belle udienze generali. Giu-liana nacque nel 1191 a Retienne, nei pressi diLiegi. Rimasta orfana all’età di cinque anni venneaffidata insieme alla sorellina Agnese alle mona-che agostiniane che operavano nel lebbrosario diMont-Cornillon,vicino Liegi. Fu educata da unasuora di nome Sapienza, che ne seguì la matura-zione spirituale sino a quando Giuliana indossòl’abito monacale. Dotata di intelligenza vivace,con gli insegnamenti ricevuti, era in grado di leg-gere e meditare le opere di S. Agostino e S. Ber-nardo. Trascorreva molte ore in contemplazionedinanzi al SS. Sacramento meditando sul sensoprofondo della presenza nascosta di Gesù nel-l’Eucarestia e soffermandosi sulle parole “Ecco iosono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”(Mt 28,30). All’età di sedici anni, durante l’adora-zione eucaristica, Giuliana ebbe una visione mi-stica che si ripeterà spesso. La visione presentavala luna nel suo pieno splendore, con una strisciascura che la attraversava diametralmente. Il Si-gnore le fece comprendere il significato di ciò che

le appariva. La luna simboleggiava la vita dellaChiesa sulla terra, la linea opaca rappresentavainvece l’assenza di una festa liturgica, per l’istitu-zione della quale era chiesto proprio a Giuliana diadoperarsi in maniera efficace: una festa cioènella quale i credenti avrebbero potuto adorarel’Eucarestia per aumentare la fede, avanzare nellapratica delle virtù, e riparare le offese recate alSantissimo Sacramento. Per vent’anni la religiosaserbò segretamente nel proprio cuore le mistichevisioni, che condivideva soltanto con due conso-relle adoratrici dell’Eucarestia: la beata Eva e Isa-bella. Quando divenne Priora, Giuliana rivelò levisioni al canonico della Chiesa di San Martino diLiegi, Giovanni di Losanna, e lo pregò di interpel-lare i teologi. Occorre precisare che la diocesi diLiegi, in quel tempo, era un vero “cenacolo euca-ristico”. Ancora prima di Giuliana, infatti, insigniteologi avevano argomentato sul valore supremodel Sacramento dell’Eucarestia e, sempre a Liegi,operavano gruppi femminili dediti al culto euca-ristico e alla comunione fervente. In Italia, inquello stesso periodo, San Francesco auspicavauna liturgia “dedicata” al Santissimo Sacramento,come documentano i suoi scritti. La risposta posi-tiva dei teologi non si fece attendere. Il Vescovo diLiegi, Roberto di Thourotte, accolse la proposta diGiuliana e istituì per la prima volta la solennitàdel Corpus Domini nella sua diocesi. Più tardi,altri Vescovi lo imitarono. Quando nel 1258 SuorGiuliana salirà in cielo in odore di Santità, nellaclausura di Fosses, la Solennità del Corpus Do-mini oltrepassa già i confini della Gallia belgicaestendendosi nel mondo cristiano. I Pontefici Ur-bano IV e Giovanni XXII conferiranno alla solen-nità una valenza universale. San Tommasod’Aquino, Domenicano e Dottore della Chiesa,comporrà la Messa e l’Ufficio del Pange Lingua,un inno di lode e gratitudine al Signore che sa dipoesia e che aiuterà l’umana intelligenza ad ad-dentrarsi con stupore nel mistero divino…

DI FERNANDO GRECO

Le origini nel cuore dell’Europa cristiana

Gli onori della liturgia e del cerimoniale

Page 3: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

semplicistico, la Trinità è Dio Padre che amada sempre un Figlio che scende sulla terra e la-scia a noi il dono dello Spirito Santo.Detto in altri termini Dio è sì uno, ma nonunico, perché è Trinità di persone. Dio è comu-nione di persone: Dio è famiglia. Solo a partiredalla seconda alleanza o dal Nuovo Testa-mento, come noi diciamo riusciamo a capire chiè Dio.Solo tramite Gesù possiamo nello Spirito Santodire: “Abbà, Padre”. E lo facciamo perché speri-mentiamo che Dio non è isolato, non è solo là inalto impotente rispetto a noi, ma è un Dio che sifa carico delle attese e speranze delle persone, ditutte le persone! È un Dio che si fa cura del po-vero, di coloro che hanno subito dei lutti.Si fa cura anche di tutti noi e di tutti voi, amicidella Casa della Divina Misericordia. Si fa nostracompagnia!È un Dio che guarda al volto dell’Uomo e dellaDonna di oggi per far percepire due grandi invitiche troviamo nel Vangelo di Matteo. Da un latol’invito a battezzare nel nome della Trinità equindi ad annunciare a tutti un Vangelo vivo.L’altro per capire che Dio non si stacca mai da noi,si lega inscindibilmente alla nostra vita e condi-vide con noi tutto, dai momenti belli a quelli tristi.Tutta la vicenda umana di ognuno di noi è cara alnostro Dio. Nonostante il dubbio dei discepoliche, mentre lo adorano fanno fatica a credere,Dio non si stanca di donarsi all’uomo e diamarlo sempre. Lui sa che per i suoi amici dev’essere stato ter-ribile e angosciante vivere quello spazio ditempo tra il venerdì pomeriggio e la domenicamattina... Dev’essere stato “tragico” quel sa-bato, prima di diventare “santo”. Lui sa che è così anche per noi. Così scrive ungiovane autore: “Eppure in quella terra di nes-suno tra il baratro e il cielo c’è un misterogrande e decisivo per la nostra vita. Eh sì, per-ché è il tempo della sospensione del senso, iltempo in cui quelli che erano con lui si doman-darono seriamente se fosse stata una terribile il-lusione e se tutto si fosse fermato a quell’assurdoe crudo epilogo del Golgota”. (Roberto Contu)La Trinità ci offre due atteggiamenti di fondo. Ilprimo ci lascia riflettere che se Dio non è un Dioisolato, ma comunione di persone, allora la co-munità cristiana è chiamata a porre gesti di soli-darietà e di unità. Noi siamo fatti per il “NOI”.Siamo fatti per costruire insieme agli altri.Non esiste più nella parrocchia e nella Chiesa iltermine “Io”, ma “Noi abbiamo fatto”, o meglio“Noi siamo”.In questa domenica un nostro seminarista, Fran-cesco Zarrillo, della nostra amata Chiesa diCapua, riceverà l’ammissione tra i candidati al-l’Ordine Sacro del Diaconato e del Presbiterato.Un dono per la nostra Chiesa e un dono per la no-stra famiglia che lo accompagna da sempre conla preghiera e lo affida oggi all’amore di Dio.L’altro atteggiamento che ci deve far riflettere èche per vivere questo percorso di unità è neces-sario partire anche dalla diversità. Lo dicevamoanche la settimana scorsa parlando del vero dono

della Pentecoste. Diversità di atteggiamenti, idee,modi di vivere e di credere. Solo riconoscendoquesta diversità, riusciamo ad apprezzare che talepercorso si traduca in unità. Il vescovo ToninoBello parlava correttamente di “convivialità delledifferenze”. Ossia è proprio nell’apprezzamento diquesta diversità che si riesce a mettere in moto unpercorso per trovare una strada comune rispet-tosa delle singole identità. Non a caso nel Vangeloricorre per ben tre volte l’aggettivo “tutto”, “tutti ...Totalità delle persone, tutto il Vangelo, tutti igiorni...Non c’è niente, non c’è nessuno che ri-manga escluso dall’annuncio, escluso dalla sal-vezza, escluso dalla conoscenza della verità.Eppure, ancora non ne siamo convinti. Ancora cisono persone, nei confronti delle quali siamo re-stii a vivere la nostra vocazione battesimale. Cisono aspetti del Vangelo, neanche tanto margi-nali, che istintivamente lasciamo sullo sfondo,molto sullo sfondo... parole dette dal Signore, cheriteniamo siano solo un modo di dire, pertantonon si debbano interpretare alla lettera...Forseperché, come scriveva Santa Elisabetta della Tri-nità: “Guardiamo troppo a noi stessi, vorremmovedere e comprendere, e non abbiamo abbastanzafiducia in Colui che ci avvolge con il suo cuore”.Ma Dio è capace di scendere nei meandri dellanostra storia in Gesù e nello Spirito e permette disentire la Sua vicinanza e il Suo Amore per noi.Terminiamo pregando insieme la preghiera chevi abbiamo consegnatoO Santissima TrinitàO santissima Trinità, Padre, Figlio e SpiritoSanto, ti adoriamo con voce umile e fiduciosa.Degnati di guardare benevolmente questi tuoifigli che portano in sé la tua immagine divina.Il nostro pensiero si perde nella tua immensità,alla quale si abbandona con slancio di amore.Vieni in noi e facci diventare il tuo cielo e il tem-pio della tua presenza!Tu sei il nostro unico bene, perciò vogliamo che la nostra vita sia continuamente protesa verso di Te Nell’attesa di unirci per sempre nell’eternità dell’amore e della gioia. Amen.

chiesa 3

Nell’ugola stormire odo del vento

Il canto di due foglie innamorate

Che mi sembra eseguito in nostro onore

Stante che non ci sono tra noi scontri

Mancati appuntamenti, attese vane.

E ovunque vado m’hai già preceduto.

E a te mi tieni così tanto avvinto

Che non riesco, anche volendo, a vederti

Ond’evado dal Tuo abbraccio immergendo

Sempre più a fondo nel Tuo cuore il mio

Io che so essere l’estrema tua parola

Identica alla prima: un sorriso.

E quando del Cielo mi aprirai le porte

Sarà cosa passata anche la morte.

Giuseppe Centore

Intimità

sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Tutte le parrocchie interessatealla pubblicazione degli oraridelle Sante Messesia festive che feriali, possono inviare i relativi datiall’indirizzo [email protected]

Non di solo pane…Il Vangelo nella Casa della Divina Misericordia

Nella vicenda umana in compagnia del Dio Amore

Santissima Trinità

Celebriamo la festa della Trinità.Quando sentiamo parlare di Trinitàpare si debba affrontare un temadella fede molto difficile. In realtà,parlare di Trinità è entrare nel

cuore della nostra fede cristiana. Si racconta cheil Vescovo Sant’Agostino camminava sulla rivadel mare. Era immerso in profondi pensieri per-ché stava componendo un suo famoso trattatosulla Trinità nel quale si sforzava di approfondireil grande mistero. Ad un tratto s’accorse che abreve distanza da lui v’era un bimbo che con unaconchiglia attingeva acqua dal mare e la traspor-tava in una piccola buca, che aveva scavata nellasabbia. Che fai bimbo? – domandò Sant’Ago-stino. Voglio svuotare il mare e metterlo in questabuca, – rispose il bambino. Ma non vedi che èimpossibile? Il mare è così grande e la buca cosìpiccola! Vescovo Agostino, e come potrai tu, pic-cola creatura della terra, con la tua limitata intel-ligenza comprendere un mistero così alto, qualeè quello della SS. Trinità? Detto ciò, il piccoloscomparve. Era un angelo del Cielo.Usando un linguaggio famigliare, forse troppo

DI ANTONELLO GAUDINO

Page 4: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

4 chiesasabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Lunedì, 21 maggio: Memoria liturgica della “Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa”

Lunedì, 21 maggio, si è celebrata, per una scelta “innovativa e unica” di Papa Francesco,la memoria liturgica obbligatoria della Celebrazione che sarà appuntamento marianoper ogni anno nel lunedì dopo Pentecoste. Come pubblicato il 3 marzo scorso nel de-creto “Ecclesia Mater” della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacra-menti. Per volontà dello stesso Pontefice, la ricorrenza si celebra il lunedì dopo

Pentecoste, per “favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei Pastori, nei religiosi e nei

fedeli, come anche della genuina pietà mariana”. Una memoria liturgica che celebra la mater-nità di Maria nei confronti della Chiesa ma che richiama anche un dono e un segno della pre-senza e dell’azione dello Spirito Santo e che ci fa scoprire, grazie a questo, Maria comeeducatrice di ogni credente in grado di svelarci il segreto di Cristo. Un titolo quello della Vergine “Madre della Chiesa” che ci riporta a quella definizione pronun-ciata nel 1964 proprio dal predecessore di papa Bergoglio sulla Cattedra di Pietro, il prossimosanto Paolo VI (sarà canonizzato il prossimo 14 ottobre) a conclusione della terza sessione delConcilio Vaticano II. Quando Papa Paolo VI, a nome di tutto il popolo di Dio, volle che la Ver-gine Maria fosse onorata e accolta come “Madre della Chiesa”, aveva davanti a sé la Costituzionedogmatica sulla Chiesa approntata dal ConcilioVaticano II, la Lumen gentium. In essa, il capitolo VIII è dedicato alla Madre diDio, perché non si possono separare Maria e laChiesa.L’una e l’altra sono indissolubilmente legate pervia della fede nel Cristo. Questa comune fede dàunità alla loro vocazione, alla loro testimo-nianza e al loro servizio. Essa altro non è che

l’abitare e il rimanere nel “segreto” del Cristo.Colui che ha fatto della Risurrezione daimorti la misura del perdono e della riconci-liazione che provengono dal Padre. Con lasua scelta, Paolo VI volle dire fermamenteche la dottrina conciliare era radicata nellapiù genuina tradizione apostolica; e che lastessa tradizione apostolica non smette maidi guardare a Maria.

Non perché sia Maria a generare la Chiesaperché questa nasce dallo Spirito.Lo Spirito ci rende fratelli e sorelle del Cristo,coeredi della sua Croce e Risurrezione. Riflettiamo sulle parole che Papa Francescoha detto celebrando la Messa nella Cappelladella Casa Santa Marta. La Chiesa è femminile, “è madre” e quandoviene a mancare questo tratto identitario di-viene “un’associazione di beneficienza o una

squadra di calcio”; quando “è una Chiesa ma-

schile” tristemente diventa “una Chiesa di zi-

telli, incapaci di amore, incapaci di fecondità”.“La Chiesa è femminile, perché è chiesa, sposa:è femminile”, ha detto Francesco. Ed è madre,dà alla luce. Sposa e madre. E i Padri vannooltre e dicono: “Anche la tua anima è sposa diCristo e madre”. E in questo atteggiamentoche viene da Maria, che è Madre della Chiesa,possiamo capire questa dimensione femmi-nile della Chiesa che, quando non c’è, perdela vera identità e diventa un’associazione dibeneficienza o una squadra di calcio o qual-siasi cosa, ma non la Chiesa. Solo una Chiesaal femminile potrà avere “atteggiamenti di fe-condità”, secondo le intenzioni di Dio, che “havoluto nascere da donna per insegnarci questa

strada di donna”, la tesi del Papa, secondo ilquale “l’importante è che la Chiesa sia donna,

che abbia questo atteggiamento di sposa e di

madre. Quando dimentichiamo questo, è una

Chiesa maschile, senza questa dimensione, e

tristemente diventa una Chiesa di zitelli, che

vivono in questo isolamento, incapaci di

amore, incapaci di fecondità. Senza la donna,

la Chiesa non va avanti, perché lei è donna. E

questo atteggiamento di donna le viene da

Maria, perché Gesù ha voluto così. Una Chiesa

che è madre va sulla strada della tenerezza, hasottolineato Francesco: sa il linguaggio ditanta saggezza delle carezze, del silenzio, dello

sguardo che sa di compassione, che sa di silen-

zio. E, anche, un’anima, una persona che vive

questa appartenenza alla Chiesa, sapendo che

anche è madre deve andare sulla stessa strada:

una persona mite, tenera, sorridente, piena di

amore”.

Una Chiesa che è madre va sulla strada della tenerezza

DI ANTONELLO GAUDINO

Page 5: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

chiesa 5

sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

X

Saluto tutti voi qui ra-dunati per la celebra-zione della solenneVeglia di Pentecoste,compimento – al cin-

quantesimo giorno – della Pa-squa del Signore Risorto.Sono tre gli appuntamenti ce-lebrativi nei quali il vescovopuò impartire la benedizionepapale con annessa l’indul-genza plenaria per la remis-sione della pena dovuta per ipeccati. Nella nostra Chiesa lo-cale abbiamo scelto la MessaCrismale del Giovedì Santomattina, la Solennità del Pa-trono San Roberto Bellarminoe la celebrazione di questasera, la Veglia di Pentecoste.Il Santo martire Ignazio, ve-scovo di Antiochia nei primidecenni dell’era cristiana,scrisse sette splendide lettereche testimoniano il suo impe-gno di tenace pastore nel-l’esempio e nell’entusiasticaesortazione a restare saldinella fede durante le persecu-zioni. Sono un invito ancheper noi che non sperimen-tiamo, come tanti nostri fratelliin altre parti del mondo il mar-tirio cruento, ma viviamo lesfide dell’ateismo pratico edell’emarginazione culturalesubendo scelte sociali in evi-dente contrasto con i principievangelici rischiando di ade-guarci, senza accorgercene, alsentire comune che sembravoler costruire una convivenzaumana senza Dio; le conse-guenze vengono simbolica-mente descritte dal brano dellibro della Genesi, la torre diBabele. Da soli non riusciamoa contrastare questa derivache sembra inarrestabile, anzispesso ne siamo pesante-mente condizionati. Abbiamobisogno della forza di Dio edobbiamo chiederla insisten-temente per evitare di vanifi-care la nostra identità diseguaci di Gesù.S. Ignazio in una di queste let-tere, quella agli Efesini, par-lando dell’efficacia dellapreghiera dice: “Se ha tantapotenza la preghiera di uno �di due, quanto maggiore nonne avrà quella del Vescovo e ditutta la Chiesa?”. Con questaespressione richiama implici-tamente le parole di Gesù ri-portate dall’evangelistaMatteo: “In verità vi dico an-cora: se due di voi sopra laterra si accorderanno per do-mandare qualunque cosa, ilPadre mio che è nei cieli ve laconcederà. Perché dove sonodue o tre riuniti nel mio nome,

19 maggio 2018 - Capua, Basilica CattedraleOmelia alla veglia di pentecoste di S.E. Mons. Salvatore Visco

e talvolta purtroppo anche nella stessa Chiesa.Nell’orazione della seconda lettura di questa ce-lebrazione abbiamo chiesto al Signore di fare unrogo solo dei nostri orgogli, di distruggere gli odie le armi di morte e accendere in noi la fiammadella Sua carità. Il superamento della confusione babelica che ri-fiutando Dio impedisce all’uomo di essere ca-pace di accogliere e comunicare col fratello,avviene nell’apertura al dono dello Spirito. Ilbrano evangelico ora proclamato ci riporta ilgrido di Gesù: “Se qualcuno ha sete venga a me,e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura dalsuo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva:Questo disse dello Spirito che avrebbero ricevutoi credenti in Lui” ( Cfr. Gv 7, 37-39).“Se ha tanta potenza la preghiera di uno � di due,quanto maggiore non ne avrà quella del Vescovoe di tutta la Chiesa?”. Ne siamo convinti? Ci cre-diamo veramente?Viviamo con intensità questo momento di Gra-zia che il Signore ci dona anche quest’anno eprepariamoci, con la forza dello Spirito, a spen-dere la nostra vita per impegnarci a realizzare ilcomando del Signore: “Amatevi come io vi hoamato”.Tra poco i rappresentanti delle diverse aggrega-zioni laicali presenti nella Consulta, porterannoa ciascuno di voi la luce accesa dal cero pa-squale, segno del Cristo Risorto. È un simboloche rappresenta la diffusione della luce dellafede, la Traditio Fidei, trasmissione della Fedeche si comunica soprattutto attraverso la testi-monianza della vita. Con la candela accesa rin-noveremo le promesse battesimali: No a Satanae alle sue opere e seduzioni, Sì al Dio Uno eTrino. Confermeremo che vogliamo vivere la no-stra esistenza nella Chiesa, comunità dei cre-denti che è una, santa, cattolica e apostolica, eche – insieme a coloro che ci hanno precedutonella Patria beata (la Comunione dei Santi) –siamo anche noi protesi verso la risurrezione ela vita eterna, perché certi della misericordia diDio.Carissimi sacerdoti, diaconi, religiose, seminari-sti e fedeli laici, da lunedì a giovedì prossimi, contutti i vescovi d’Italia, sarò a Roma per la nostraassemblea annuale. Il primo giorno incontre-remo Papa Francesco che introdurrà i lavori e siintratterrà per darci le sue indicazioni e ascol-tarci.Come fa sempre, al termine dell’incontro, ci sa-luterà tutti singolarmente. Poiché, come sapete,non manca mai di raccomandarsi alle nostrepreghiere, nei pochi minuti che ci saranno con-cessi nel saluto, gli dirò che i fedeli di Capua glivogliono bene e che sempre, accogliendo il suoinvito, pregano per lui.Maria Santissima, Madre della Chiesa ci custo-disca nei santi propositi, ci accompagni nella fa-ticosa testimonianza, ci protegga nel nostro nonsempre facile cammino.Lei – esperta di Spirito Santo – inondata nellaSua Immacolata Concezione dalla Potenzadell’Altissimo, ci sostenga nelle nostre umanefragilità perché, con la Grazia che il Signore cielargisce, facciamo della nostra esistenza unaperenne esperienza della presenza dello Spiritoin una quotidiana, entusiastica, e sempre rinno-vata Pentecoste. Amen.

Salvatore, arcivescovo

“Se ha tanta potenza la preghiera di uno o di due, quanto maggiore non ne avrà quella del Vescovo e di tutta la Chiesa?”

io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 19-20). Per questo com-menta; “Se ha tanta potenza la preghiera di uno � di due,quanto maggiore non ne avrà quella del Vescovo e di tutta laChiesa?”.Carissimi fratelli e sorelle, le parole del santo martire devonoessere accolte e impresse nel nostro cuore. La celebrazionedi questa Eucaristia avrà una straordinaria potenza se cre-diamo veramente nell’efficacia della preghiera. È questo ilmotivo principale del nostro convenire questa sera nella Ba-silica Cattedrale. Siamo radunati in preghiera perché vo-gliamo essere inondati dallo Spirito, perché siamo convintiche solo con i suoi doni saremo trasformati e potremo colla-borare a rinnovare la terra. Per questo insisto tanto perché leParrocchie, i Gruppi, i Movimenti, le Associazioni, il Cam-mino neocatecumenale siano presenti: non perché penso diessere più bravo di altri a esporvi la Parola di Dio ma perchéla preghiera del vescovo con la sua Chiesa ha una potenzacarismatica e taumaturgica che ci trasforma e ci rende – nonper nostro merito – trasparenza del bagliore di Dio. Potenzacarismatica, ricordiamoci delle parole di San Paolo: il donopiù grande è la Carità, l’Amore (Cfr. 1 Cor 13, 1-13). Potenzataumaturgica: il miracolo più strepitoso è la conversione, ilcambiamento del cuore.Viviamo un momento storico, come del resto hanno vissutoin maniera analoga i cristiani che ci hanno preceduto nelpassato, segnato dall’indifferentismo verso il trascendente epuò sembrare che la Bella Notizia del Vangelo non sia perniente recepita o vada inutilmente dispersa. Dobbiamo in-vece essere persuasi che l’evidente splendore della Verità il-luminerà le tenebre più oscure e che l’annunciotestimoniante della Parola di Dio non si disperde ma vieneseminato in attesa della crescita che solo il Signore può rea-lizzare. È questa la vera esperienza della Pentecoste che spe-rimentano gli apostoli mentre comunicano l’annuncio dellagloriosa risurrezione di Gesù.Che anche per noi, questa Pentecoste sia una vera espe-rienza dello Spirito che ci dia il coraggio di spalancare leporte e annunciare a tutti, con la nostra vita onesta e gioiosa,che il Signore Risorto ha vinto la morte e il peccato.Crediamo fermamente che il nostro essere qui ad invocare ildono dello Spirito Santo, come gli apostoli con Maria nel ce-nacolo a Gerusalemme, è il modo più idoneo e opportunoper superare gli ostacoli dell’egoismo, uscire dal pantano deipeccati, liberarsi dalle schiavitù che ci impediscono di espri-mere con gioia la libertà dei figli di Dio.Intraprendiamo pure tutte le iniziative che favoriscono l’an-nuncio nella multiforme varietà delle diverse esperienze ec-clesiali, ma siamo innanzitutto convinti che è più importantela preghiera che apre alla Grazia perché la nostre parrocchiee le nostre aggregazioni diventino isole di fraternità in unmondo dissociato e diviso. In questo modo i cristiani, fortidella forza dello Spirito, potranno contribuire a risanare lefratture inutili e dannose nelle nostre famiglie, nella società

Page 6: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

6 attualitàsabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

23 maggio 1992: l’uccisione di Giovanni FalconeIL MUSEO CAMPANO

La Notte Europea dei Musei 2018gnore che abbia conservato antiche con-suetudini umiliate da necessità e servitùritenute moderne, e che oggi appare mi-steriosamente e intensamente affasci-nante. La civiltà che si esprime dacolonne, epigrafi, sarcofagi, vasi, MatresMatutae, statuette votive; e ancora l’au-stera rinascita di quella stessa civiltà nellesolenni testimonianze dell’età federicianae più tardi nella pittura e nella scultura delCinquecento napoletano, sono valori cuiguardare con rispetto e devozione, assu-mendo l’abito di sacerdote di una tantogrande religione”. (Vittorio Sgarbi). Capuaha tanto da offrire e noi cittadini dob-biamo insegnare la sua storia a chi non laconosce per tramandarla a chi verrà dopodi noi. A voi lettori dedico questa: “si do-vrebbe almeno ogni giorno, ascoltare qual-che canzone, leggere una bella poesia,vedere un bel quadro, e se possibile, direqualche parola ragionevole”, Goethe. S

i è svolta sabato 19 maggio, alleore 20.00, la “Notte Europea deiMusei 2018” che ha visto prota-gonista Palazzo Antignano oggisede del Museo Campano per

una serata all’insegna dell’arte, della cul-tura e della storia. Il Direttore FrancescoDi Rienzo, che ringraziamo per la disponi-bilità, ha sottolineato l’importanza del-l’immenso patrimonio che vive ed ècustodito nella nostra città, e l’intenzionedi promuoverne la conoscenza anche a li-vello europeo. Nelle sue dichiarazioni ab-biamo colto uno spirito di iniziativa,un’occasione di incontro per porre l’atten-zione sul nostro territorio. Numerosi sonostati i visitatori che, seguendo un percorsoespositivo ricco di testimonianze unichesia sotto il profilo storico che artistico,hanno potuto ammirare la bellezza di unluogo speciale. Un ambiente di festa inuna serata elegante sulle note di violinodel Gruppo Euterpe e dell’orchestra Giu-seppe Martucci, accompagnati dal CoroCittà di Capua del liceo Luigi Garofano.Una apertura straordinaria per una notteparticolare. Una manifestazione ben riu-scita che ha visto anche la presenza delleistituzioni capuane. “Il Museo Campanodi Capua è vivo, ha lo charme di un si-

DI ANNAMARIA MEDUGNO

Era il febbraio di undici anni fa quando il cantau-tore Fabrizio Moro portò sul palco di Sanremo,nella categoria “Giovani”, un brano dal titolo

«Pensa», che è rimasto nella storia della musicae non solo. Il testo affronta il tema della mafia.

Egli ricorda gli «uomini o angeli» che hanno reso viva nelcuore degli italiani, di quel tempo e di oggi, la lotta gior-naliera contro un sistema che tarpa le ali alla libertà. Lostesso autore della canzone, in un’intervista, dichiarò diaver scritto il testo di getto, dopo aver guardato il docu-film della vita di Falcone e Borsellino. Moro pone l’atten-zione su un tema che viene spesso ignorato dallo stato,che ha creato guerre massacrando una generazione co-stringendola al silenzio, ma che solo grazie a uomini

che, con coraggio, sono riusciti a denunciare quanto ac-cadeva. Piccoli miracoli o angeli che hanno rappresen-tato un volto che si opponeva all’ipocrisia, all’illegalità eall’omertà che impone la mafia. I personaggi da ricor-

dare sono quelli che hanno ispirato Fabrizio: Paolo Bor-sellino e Giovanni Falcone. Il primo fu magistrato

italiano e assassinato da Cosa Nostra insieme a cinqueagenti della sua scorta nella strage di via D’Amelio a Pa-lermo il 19 luglio 1992. Giovanni Falcone, anche lui, fumagistrato italiano e assassinato nella strage di Capacida Cosa Nostra insieme alla moglie e ai tre uomini dellascorta il 23 maggio 1992. Si conobbero da bambini du-rante una partita a calcio all’oratorio e svolsero insiemegli studi per diventare magistrato. Questi due uomini

avevano scoperto come agiva la mafia: erano riusciti adinterpretare i segni e i gesti degli uomini di Cosa Nostra.Hanno collaborato soprattutto con gli uomini che deci-sero di abbandonare la mafia per affiancare la giustizia.Grazie alla scoperta di questi veri e propri «segreti» della

mafia, erano riusciti a far arrestare molti dei suoi uo-mini. La mafia, però, preparò la sua vendetta e la lorovita fu spezzata tragicamente, nello stesso anno. Per-

tanto, i successori di questi «eroi della libertà» non pos-sono e non devono dimenticare che «la giustizia no, non

è solo un’illusione!».

Uomini che hanno lasciato un segno

DI ANASTASIA OLIVIERO

ha indagato su cosa intendono esattamente gli ita-liani per comfort e benessere abitativo tra le muradomestiche. Ebbene, novità, sperimentazioni enuovi trend vengono scelti solo dal 7% degli inter-vistati. La maggior parte del campione guarda allapropria casa più che come a un luogo da fare invi-dia ai propri ospiti come a un luogo confortevole erasserenante (il 64%). Di questi il 70% è rappresen-tato da donne, evidenziando una maggior predile-zione e attenzione da parte del pubblico femminileper la ricerca dei dettagli e delle migliorie che, den-tro casa, contribuiscono ad aumentare la qualitàdella vita e il benessere abitativo. C’è anche un 29%degli intervistati che vede per la casa un futuro tec-nologico e funzionale, ricco di diavolerie innovativeche possano rendere la vita più facile. Le quattromura domestiche rimangono il luogo prediletto perrilassarsi appieno o prendersi una pausa rigene-

rante staccando dalla routine quotidiana e dai pic-chi di stress (per il 63%). Tra questi, il 21% haespressamente utilizzato il termine “rifugio” peresprimere il proprio concetto di casa: come unatana dove accoccolarsi. Aprendola a familiari eamici che devono avere la sensazione di essere“come a casa”, per una concezione di benessere davivere e condividere. Lo pensa il 35% del campione.Infine, ci sono gli aspetti pratici. Se si vuol mante-nere o rendere il più possibile accogliente e ospi-tale la casa, ci si deve dedicare alla manutenzione. Ilavori più richiesti sono la tinteggiatura delle pareti,seguita da revisioni di idraulica e dal controllo pe-riodico di infissi e serramenti. Per chi ha terrazzi ogiardini, la bella stagione impone anche un po’ digiardinaggio per utilizzarli al meglio. Gli italiani in-tervistati dal portale hanno dichiarato che, nei mesiprossimi, pensano di investire nel settore della si-curezza installando antifurti e sistemi di videosor-veglianza. Un ulteriore comfort per rendere la lorocasa un rifugio sicuro. I numeri dimostrano, inoltre,che i nostri connazionali affrontano revisioni e mi-gliorie in modo sempre oculato e senza sprechi.

Calda e confortevole, che strizzil’occhio alle innovazioni tecnolo-giche, svincolata da mode e ten-denze di design cheimpreziosiscono sicuramente,

ma che a volte confinano con la scomo-dità. Ecco la descrizione di come deve es-sere la casa per gli italiani. I dati sono statiraccolti dal Barometro dei servizi per lacasa di Instapro.it, il portale che mette incomunicazione coloro che vogliono ri-strutturare casa con imprese e professio-nisti del settore. L’indagine, che è statacondotta su un campione rappresentativod’età compresa tra i 30 e i 65 anni, resi-dente nei maggiori centri urbani d’Italia,

DI ORSOLA TREPPICCIONE

La casa secondo gli italiani

L’INDAGINE

Comfort non scomodità

Page 7: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

azione cattolica 7

sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

quentiamo e alle usanze

tramandate nelle nostre

case, nelle nostre parroc-

chie e nelle nostre comu-

nità. Ma è ora di raccontare

la fantastica giornata che ha

suscitato emozioni, cari ri-

cordi e vivo interesse sia nei

piccoli ascoltatori che negli

adulti in veste di testimoni

di una fede da trasmettere.

I gruppi parrocchiali si sono

recati nei luoghi loro asse-

gnati e in ognuna delle tre

postazioni sono stati accolti

da uno storico e un socio

adulto, oltre che da rappre-

sentanti del Consiglio Dio-

cesano. A ciascuno storico è

stato affidato il compito di

illustrare la parte artistica

del sito con rapidi riferi-

menti ad aneddoti e avveni-

menti importanti ivi

accaduti. I soci individuati

invece hanno avuto il com-

pito di raccontare episodi

della propria giovinezza e

dei primi passi nella fede

legati a quel luogo ormai

mutato nel tempo pur rima-

nendo, tuttavia, contenitore

di ricordi che riaffioravano

vividi alla mente.

La visita da parte delle par-

rocchie nei vari siti è stata

predisposta dividendo tutte

le parrocchie in tre squadre

diverse. Ad ogni gruppo è

Cartelloni, megafoni, ban-

dierine, foulard e voglia di

stare insieme … Un’esplo-

sione di colori, volti e voci

gioiose! Tutto pronto!

Ancora una volta l’ormai consueta

festa ACR-Adultissimi, tenutasi il 5

maggio nella città di S. Maria Capua

Vetere, ha visto la partecipazione di

tanti bambini, ragazzi, adulti e gio-

vani educatori provenienti da di-

verse parrocchie della nostra

diocesi.

Un’occasione che ha come scopo

l’unione tra due generazioni appa-

rentemente opposte ma, se acco-

state, danno vita a momenti magici e

simbolici che di certo non lasciano

indifferenti i nostri occhi e i nostri

cuori.

Quest’anno la formula scelta si è di-

scostata da quella tradizionale e si è

optato per una forma di festa itine-

rante che desse vita all’idea di un

cammino vòlto alla scoperta delle

nostre radici, territoriali e spirituali.

L’evento si è sviluppato su ben tre di-

verse postazioni storiche della città

tifatina: piazza Mazzini, chiesa di

San Pietro Apostolo e la Basilica di

Santa Maria Maggiore.

Tema della festa: Arte e Fede. Un

connubio indissolubile, se si fa rife-

rimento alla storia che tocchiamo

con mano ogni giorno, alle persone

che la incarnano, ai luoghi che fre-

stato dato il nome di noti brand di

macchine fotografiche, Nikon, Sony e

Canon, ciò in riferimento al tema del-

l’anno associativo dell’ACR “Pronti a

scattare”. Al termine dei racconti e

delle esposizioni storiche ogni gruppo

raggiungeva, a rotazione, il sito succes-

sivo.

L’evento si è concluso presso l’Istituto

delle suore Ancelle dell’Immacolata di

S. Maria Capua Vetere con un mo-

mento di convivialità e di condivisione

finale riguardante gli itinerari visitati,

gli interventi ascoltati, le emozioni e le

sensazioni vissute, e la visione di un

video creato con le fotografie scattate

dai ragazzi durante le visite. Le foto-

grafie venivano inviate istantanea-

mente ai consiglieri ACR Luigi

Casertano e Claudia Adragna che, con

Arte e fede: esploriamole divertendoci

cura e attenzione, provvedevano a sele-

zionare e a montare.

La scelta della Presidenza diocesana di

inserire tra le attività associative la Festa

ACR-Adultissimi conferma ancora una

volta la volontà dell’AC di mettere a con-

fronto generazioni che hanno da dare

tanto l’una all’altra: i ragazzi dell’ACR che,

con il loro entusiasmo e la loro fre-

schezza, trasmettono quella gioia di vi-

vere che è tipica della loro età e gli Adulti,

il cui bagaglio culturale ed esperienziale

diventa prezioso per la formazione di chi

muove i primi passi.

Ancora una volta abbiamo vissuto un

tempo intenso, caratterizzato dalla gioia

di stare insieme, dalla passione associa-

tiva che da sempre ci unisce e da tanto di-

vertimento!

DI CHIARA CARANGELO

Voglia di stare insieme

Page 8: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

98sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

speciale Placito Capuano

Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene…Capua, 26-27 maggio 2018 - Il Placito Capuano IV Edizione

Sao ko kelle terre, per kelle

fini que ki contene, trentaanni le possette parte san-

cti Benedicti. (So chequelle terre, entro quei

confini che qui si descrivono,trent’anni le ha tenute in possessol’amministrazione patrimoniale diSan Benedetto). E’ questo, il “tratto”

saliente contemplato nel PlacitoCapuano, ovvero, il primo testoscritto che documenti l’esistenzadei volgari o dialetti italiani. Ed ilprimo di quattro Placiti, detti anchePlaciti cassinesi, del 960-963.In buona sostanza, non sono altroche quattro sentenze giudiziarie involgare, volute dal giudice diCapua, Arechisi, perché i contenutidel discorso fossero chiari anche aipresenti, non conoscitori del latino.L’autore del Placito Capuano è dun-que Arechisi, il giudice della città diCapua, che fu chiamato a risolvereuna contesa fra i monaci di un mo-nastero dipendente dall’Abbazia diMontecassino e un privato di nomeRodelgrimo, il quale pretendevache gli venisse riconosciuta la pro-prietà di alcune terre, rivendicateinvece dai monaci, in base a un uti-lizzo in modo continuativo per oltretrent’anni. Nel documento, è riportata la testi-monianza di un chierico e di alcuniabitanti del luogo.Trattandosi di un documento uffi-ciale, il testo è scritto quasi intera-mente in latino, ma nel momentoin cui il giudice ascolta la testimo-nianza a favore dei monaci bene-dettini, riporta il contenuto,servendosi del volgare campano,cioè della lingua attraverso la qualesi esprimevano i testimoni.Nella trascrizione, il giudice, peròcorregge la forma ortografica, for-nendoci così un importantissimoesempio – il primo – di uso ufficialedel volgare illustre. Per questo motivo, il Placito Ca-puano è considerato il primo verotesto in volgare italiano. La cronaca dell’epoca racconta chenella piazza antistante il grande

portale del Sacro Palazzo dei Prin-cipi Longobardi di Capua si ammi-nistrava la giustizia e protagonistaprincipale era l’Abate di Montecas-sino, di quel Convento che circa unsecolo prima era stato distrutto daiSaraceni e che fu ricostituito aCapua, ove l’abate Giovanni rico-struì la perduta “Regola di San Be-nedetto”. Nell’841 l’antica Capua, quella dallagrande storia invidiata anche daRoma, viene completamente di-strutta. E’ la stagione terribile deldolore e della paura. Ma i Capuani,al seguito dei Signori Longobardi, sitrasferiscono altrove e nell’856 fon-dano la Nuova Capua, nell’ansa delgrande fiume Volturno, dove unavolta era il sito romano di “Casili-num”. Operosi e fieri trasferisconoqui tutto quanto era possibile recu-perare dal distrutto luogo, pietraper pietra, colonne, gruppi e manu-fatti lapidei, ogni cosa che possa ri-cordare il glorioso passato. E verràla primavera del Principato, l’epocain cui Capua sarà la capitale di“Terra di Lavoro”, come una voltaera stata la capitale della “Campa-nia Felix”. E in questi tempi di pace iCapuani accoglieranno i monacibenedettini sopravvissuti alle di-struzioni. Il cenobio capuano saràprolifico di cultura e di studi per piùdi trent’anni, e le miniature sui co-dici prodotti in Capua sono unani-memente riconosciute come lemigliori. Poi Montecassino sarà ri-costruito ma i monaci ricorrono alTribunale Capuano per farsi rico-noscere come i legittimi proprietaridelle terre che erano state usurpate.E la pace verrà ricomposta e sancitanella pergamena di quel Placito chestabilisce il buon diritto di “parte

sancti Benedicti”. In Capua si scrivein un documento ufficiale in linguavolgare la testimonianza giurata eribadita tre volte del possesso delleterre sempre appartenute al Con-vento. È la prima volta, ed è certifi-cato che Capua è il primo luogo diuso scritto e conclamato del volgareitaliano.Il Touring Club Italiano e per essola sede capuana di “Aperti per voi”che si colloca, quale base operativa,nella chiesa di San Salvatore aCorte si è reso promotore della rie-vocazione dell’evento.Con Annamaria Troili, console delTci, fa da corollario Pompeo Pela-galli, studioso di Capua, conosci-tore attento degli eventicaratterizzanti la cultura cittadina,nonché fine dicitore.Punto di riferimento dell’intera ma-nifestazione è il cippo marmoreoinaugurato lo scorso anno dal pre-sidente onorario dell’Accademiadella Crusca, Professor FrancescoSabatini, cittadino onorario diCapua. Il monumento è posizio-nato nei giardinetti adiacenti lachiesa di San Salvatore, nella cosìdetta zona “ad curtim”.Due giorni intensi di celebrazioni,rievocazioni ed eventi a Capua, perquesto fine settimana.Gli attori della compagnia “LaMansarda” interpreteranno i prota-gonisti dell’assise, domenica mat-tina alle ore 10,30, 11,15 e 12,00, nelcortile del palazzo del Governatore.Sarà questo, ancora una voltal’evento teatralizzato del “PlacitoCapuano” e Capua formalizzerà ilprimato di essere il primo luogo diuso scritto e conclamato del volgareitaliano.

Nella splendida cornicedella chiesa di San Sal-vatore a Corte, tipicoesempio della presenzaLongobarda a Capua, si

è svolta la cerimonia di consegnadel Premio “Placito Capuano”, as-segnato allo scrittore Lorenzo Ma-rone con questa motivazione:personalità del mondo culturale,attraverso il suo lavoro editoriale,ha contribuito in modo determi-nante alla diffusione della letturain Italia. L’avvocato Ottavio Mirra,già reduce del successo del Circolodei Lettori, presso Cose d’Interni,ha brillantemente condotto l’in-contro con l’autore del libro “Unragazzo normale”, incontro condi-viso con la giornalista Rosaria Ca-pacchione. Pubblico delle grandioccasioni per un successo annun-ciato, targato “Il Luogo della lin-gua Festival” con la direzioneartistica di Giuseppe Bellone. Im-peccabile, di grande talento, la let-tura dei brani tratti da “Un ragazzonormale” per le edizioni Feltri-nelli, da parte dell’attrice capuanaMarina Cioppa. “Un ragazzo nor-male” offre uno spaccato di vitanapoletana. Personaggio chiavedel racconto è Mimì che ha dodicianni nel 1985, è il figlio del por-tiere dello stabile del Vomero incui vive il giornalista del “Il Mat-tino” Giancarlo Siani. Mimì è ungran lettore, parla in modo forbito,

detesta il calcio e sogna i superpo-teri. Del giovane giornalista lo at-trae il sorriso, la disponibilità achiacchierare, la modestia, lafama di grande coraggio. Sianimuore la sera del ventitré settem-bre del 1985, assassinato sottocasa, al Vomero. Era appenagiunto a bordo della sua CitroënMéhari con la caratteristica capotein tela, quando fu affrontato educciso da malavitosi. Il giornoprima, aveva scritto dello spacciodi eroina e dei “muschilli”. Lamorte di Siani, cancella definitiva-mente l’innocenza fanciullesca diMimì che si ritrova, suo malgrado,in un mondo che non avrebbe mai

voluto conoscere. Il raccontare illibro è stata, dunque, anche occa-sione per ricordare una voce diforte dissenso in quegli anni diffi-cili. Il Premio “Placito Capuano”ha inaugurato l’edizione di que-st’anno de Il Luogo della LinguaFestival. Nelle passate edizioni,nomi di spicco sono stati la scrit-trice Dacia Maraini, il regista Mat-teo Garrone, l’attore e scrittoreMarco D’Amore, lo scrittore Mau-rizio de Giovanni. L’artista RobertoBranco ha realizzato, in scala, ilcippo marmoreo posizionato difronte alla chiesa di San Salvatorea Corte, quale testimonianza delPlacito Capuano. L’originale fu

inaugurato, l’anno scorso, alla pre-senza del Professor Francesco Sa-batini, presidente onorariodell’Accademia della Crusca, e cit-tadino onorario di Capua, nell’am-bito della rievocazione del Placito,organizzato dal Touring Club Ita-lia. Il premio a Lorenzo Maroni èstato consegnato dagli studentidell’Itet di Capua, con indirizzoturistico, accompagnati dalla do-cente Annamaria Califano, impe-gnati con CapuaSacra in unprogetto alternanza lavoro finaliz-zato alla diffusione delle attivitàturistiche e culturali in pro-gramma nella città di Capua. Ed èproprio in occasione del “Il Luogodella Lingua Festival” che sonostati prodotti alcuni gadget tra cuiuna Shirt con la stampa delle frasipiù significative scritte dagli au-tori premiati al Placito. La“prima” è stata donata a LorenzoMaroni.

L’autore, Lorenzo Marone è nato evive a Napoli; dopo aver eserci-tato per quasi dieci anni la profes-sione di avvocato, si è dedicatototalmente alla scrittura. Nel 2015pubblica per Longanesi “La ten-tazione di essere felici”, a cui èispirato il film La tenerezza diGianni Amelio; nel 2016 “La tri-stezza ha il sonno leggero”; nel2017 è uscito, per Feltrinelli, Ma-gari domani resto.

DII LUIGI DI LAURO

Premio “Placito Capuano”

DI LUIGI DI LAURO

Nella chiesa di San Salvatore a Corte Cerimonia di consegna allo scrittore Marone

Page 9: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

famigliasabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

10

Difendere la vita nascente

Proprio non ci si riesce a capire: sembraun dialogo tra persone che masticanolinguaggi diversi e non riescono a tro-vare un qualche simbolo che li mettain comunicazione. Parliamo dei pro-

life e delle donne favorevoli al diritto all’autode-terminazione (propria). L’occasione è laricorrenza dei 40 anni dalla promulgazionedella legge 194 cosiddetta “sull’aborto”. Sabato19 maggio, circa quindicimila persone a Romahanno manifestato contro tale legge. O almenoper chiederne un’applicazione più rigorosa epiù attenta alla sua prima parte che parla dellacorretta informazione da fornire ad una donnache sta pensando di abortire la creatura cheporta in grembo. Non si è molto parlato, ovvia-mente, di questa manifestazione. C’erano, quelgiorno, il Royal wedding a Londra, l’addio allaJuventus di Buffon, il governo in via di forma-zione e tanti altri argomenti con più appealverso il distratto pubblico lettore. Con sottile iro-nia, pericolosa, qualcuno ha fatto notare chenon ci sono stati nemmeno incidenti. Dunquenon se ne deve proprio parlare. A chi può inte-ressare una manifestazione di circa quindici-mila persone che voglio difendere il piùindifeso? A dire la verità, qualcuno tra gli orga-nizzatori aveva anche provato a smuovere le

acque, nei giorni precedenti, con alcuni mani-festi shock secondo i quali “La prima causa difemminicidio al mondo è l’aborto”. Hanno rac-colto solo indignazione collaterale ed il solito in-vito alla sindaca Raggi affinché rimuovesse imanifesti. Storia già vista, liquidata, ad esempioda Televideo, con un frettoloso richiamo ad unamanifestazione di alcuni “estremisti prolife”. Di-fendere la vita nascente è da estremisti, dun-que? Sull’altro versante le donnedell’autodeterminazione si sono schierate con-tro questo continuo rimanere ancorati all’ideamedioevale per cui una donna non può autode-terminarsi e scegliere per la propria vita. Si potràmai mettere intorno ad un tavolo questi due ap-procci così diversi? Da una parte si guarda soloal piccolo nel grembo. Dall’altra si difendonosolo gli interessi della madre (dicono: delladonna ma non è evidentemente la stessa cosa).Uno sguardo d’insieme che li veda entrambi epensi al benessere di entrambi sarà mai possi-bile? È troppo? Durante gli anni in cui è stata invigore la legge in questione, come umanità ab-biamo imparato tantissimo sul bambino nelgrembo e comunque quanto basta per sedersi eragionare ad “un tagliando”, una revisione se-rena della legge che però tocca troppi nervi sco-perti. “In un contesto come questo, - ha scrittoun sacerdote in questi giorni - molti preferi-scono tacere, stare lontani dalle polemiche. La-vorare in silenzio per ricostruire un tessutoculturale e solidale che favorisce l’accoglienzadella vita. Una scelta legittima. Ma è legittimaanche la scelta di coloro che vogliono portare in

piazza le proprie ragioni. Sono quelli che sabatohanno sfilato per le strade di Roma, sfidando ilcaldo e l’indifferenza. Non solo dei media maspesso anche della comunità ecclesiale. Quin-dicimila persone e forse più arrivati da ogniparte d’Italia, pagando di tasca propria, solo perdire che la vita ha un valore. Non è una faticainutile ma un segno visibile che esiste un po-polo per la vita che non rinuncia a lottare perchéla vita non è un bene negoziabile.” Nella setti-mana che vive ancora degli echi della Penteco-ste e della riunificazione dei linguaggi sotto ilcielo non possiamo non considerare come ilproblema non sia solo di lingue. È una que-stione di prospettive: se guardo l’uno non di-fendo l’altro. Crediamo che, invece, sia possibileprendere a cuore le esigenze delle parti. Perchéanche la donna che abortisce vive delle diffi-coltà e va accompagnata e aiutata. Ecco la sfida:aiutare tutti.

Il bene di tutti

La beatitudine di Dio è felicità della generazione

Uno dei temi che mag-giormente marcano ladifferenza tra noi di un“certo mondo passato” ei giovani di oggi che si

preparano al matrimonio ri-guarda la “gestione” della sessua-lità all’interno del rapporto dicoppia. Un aspetto viene postoparticolarmente in discussione:perché il rapporto sessuale inten-zionalmente chiuso alla vita nonsarebbe amore? In termini un po’più tecnici, a loro non va giù ilfatto che la dimensione unitivadel rapporto coniugale non possa

essere scissa da quella procrea-tiva. Per loro l’amore è amoreanche quando non è fecondo. Perridurla ancora più all’essenziale:perché non “si possono” (pur-troppo si finisce col parlare così)usare gli anticoncezionali e i con-traccettivi? La questione, utile ri-marcarlo, è sentitissima anchenella Chiesa e non da adesso. Ilettori con qualche anno in piùsulle spalle ricorderanno sicura-mente le difficoltà con cui venneaccolta l’Enciclica di Paolo VI suquesti temi: l’Humanae vitae. Lostesso Pontefice ne era consape-vole: «questo insegnamento nonsarà forse da tutti facilmente ac-

colto» (HV 18). Sono passati 50anni dalla pubblicazione di queldocumento profetico. Si moltipli-cano per l’occasione gli incontried i convegni. Uno di essi ha vistocome relatore il teologo milanesePier Angelo Sequeri, che papaFrancesco ha posto a capo delpontificio istituto teologico Gio-vanni Paolo II per le scienze delmatrimonio e della famiglia.Monsignor Sequeri, anchequando scrive solamente un edi-toriale per Avvenire, è di difficilelettura, richiede applicazione noncomune: non si è smentito inquest’occasione. Tuttavia le coseche dice vanno amplificate per itanti che affrontano, spesso consuperficialità, i temi con cui ab-biamo aperto. Dove nasce, si èchiesto, l’esigenza di non separarela dimensione unitiva da quellaprocreativa? Egli, giustamente, lafa risalire all’analogia tra l’amoredei coniugi e quello tra le DivinePersone della Trinità, che cele-briamo proprio in questo fine set-timana. In particolare la riferiscead un aspetto dogmatico che la ri-guarda: l’eterna generazione delFiglio. “La beatitudine di Dio è fe-licità della generazione (è amoreche non ripiega semplicementesu se stesso, ma si effonde comeSpirito). Di qui procede, verosi-milmente ogni amore e ogni giu-

stificazione dell’amore”. È a questofondamento che Sequeri riconduce“l’intima unione del significato uni-tivo e procreativo” messa in luce daHumanae vitae. Ed è così che eglidà ragione a ciò che l’Enciclica in-segna a favore del ricorso ai ritminaturali di fecondità e contro invecei contraccettivi artificiali: “L’intimaunione del significato unitivo e delsignificato procreativo istituisce lagiustizia dell’atto proprio dell’inti-mità coniugale. L’integrità di taleunione attiene alla struttura simbo-lica dell’atto coniugale: custodisce ilsignificato naturale dell’affetto co-niugale, anche indipendentementedall’effetto procreativo, che i ritminaturali delle sue condizioni già diper sé non impongono automatica-mente. In parole povere: perchél’amore coniugale non può non es-sere fecondo? Perché partecipa diquello divino che è ininterrotta-mente generatore. Evidentemente,senza fede, questa dimensione nonsi vive. Ma risulta altresì evidentecome, “in questa cornice, apparequindi giustificabile – onesta, lecita,coerente – la pratica dell’intimitàconiugale che riconosce e asse-conda la naturale sospensionedell’effetto generativo, mentre ri-sulta ingiustificabile la pratica cheprocura e impone un’artificiosa ste-rilizzazione dell’atto coniugale”.

A cinquant’anni da Humanae vitae e nella domenica della Santissima Trinità

DI ASSUNTA SCIALDONE

DI PIERO DEL BENE

Page 10: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

vita consacrata 11sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Scegli la vita… ripudia il male

Alla vigilia della solennità di Penteco-ste, sabato 19 Maggio, si è svolto il 3°Meeting Regionale della Vita Consa-crata, al Santuario della Madonnadell’Arco (NA). Il tema della giornata

è stato: “Discernimento personale e comunita-rio per una vita religiosa gioiosa”. A farci gustarela bellezza della vita consacrata, ancora di più, èstato Fratel Enzo Bianchi, fondatore della co-munità monastica di Bose. Ha sviluppato la suarelazione in quattro punti: Che cos’è il discerni-mento, il discernimento personale, il discerni-mento comunitario e il frutto deldiscernimento. Oggi viviamo un tempo di muta-mento, un tempo di crisi che non si ferma allacrisi economica del mondo ma è ben più pro-fonda. Discernere deriva dal latino cernere ve-dere chiaro, distinguere e dis tra; quindisignifica vedere tra, giudicare tra. L’uomo èsempre spinto a scegliere; scegliere tra la vita ela morte, tra il bene e il male, tra la gioia e il do-lore… la prima pagina della Genesi è la paginaessenziale per capire il discernimento. L’opera-zione del discernimento è dell’uomo, appar-tiene al cristiano e non bisogna ridurlo soloall’esame di coscienza. Ci sono persone chehanno ricco questo dono, è un dono che dà ro-bustezza alla nostra vita, fa diventare adultinella fede. Il frutto del discernimento è la gioiache è un dono, un impegno e non soltanto unostato emozionale ma un tesoro prezioso chedobbiamo sempre rinnovare; non è una condi-zione psicologica ma è quella beatitudine concui lo Spirito Santo ci indica che stiamo percor-rendo la via della Santità. La vita consacrata èmemoria evangelica, cioè seguire passo perpasso quello che ha fatto Gesù e la preghiera èl’unica certezza che abbiamo, senza preghiera esenza gioia l’uomo è sterile; se la nostra vita nonè gioiosa come possiamo attirare nuove voca-zioni? Nel pomeriggio abbiamo avuto una

grande testimonianza da parte di don AntonioColuccia che giovanissimo ha lasciato la suavita di operaio per seguire l’improvvisa e grandevocazione: donarsi a Dio per aiutare gli ultimi, isofferenti e gli emarginati come sacerdote voca-zionista. Nel 2012 fonda l’opera “Don GiustinoOnlus” e da un covo sequestrato alla bandadella Magliana (Roma nord) ha ricavato un cen-tro di accoglienza, anche per ragazzi legati allacamorra. E proprio per questo, dopo esser stato

minacciato di morte più volte, oggi vive sottoscorta per ragioni di sicurezza, ma va avanti piùforte di prima.Piene di gioia siamo ritornate a casa, pronte perattendere lo Spirito Santo e ringraziare il Si-gnore di tutte queste grazie donate in questagiornata, sperando di essere consacrate sempregioiose e testimoniare la vita bella di Gesù.

DI SUOR MARIA JESSICA NASSI

3° Meeting Regionale della Vita Consacrata, al Santuario della Madonna dell’Arco (NA)

Per una vita piena di gioia

Partecipare al 3° meetingregionale della vita con-sacrata mi ha fatto vivereemozioni forti nel vederetanti consacrati e consa-

crate di culture diverse in ascoltodell’Unica voce: quella di Gesù,che ci chiama ad essere profezianella Chiesa e nel mondo. Il temadi questa giornata è stato: “Discer-nimento personale e comunitarioper una vita religiosa gioiosa”, il re-latore è stato fratel Enzo Bianchi.Ciò che caratterizza la vita consa-

crata è la gioia, come dice papaFrancesco, il Signore non vuolevolti tristi e musi lunghi ma consa-crati gioiosi. La gioia è frutto delloSpirito Santo, è dono del Risorto erichiede impegno personale e unavita di preghiera. Oggi, più chemai, la Chiesa vive un momentostorico di grande mutamento, habisogno di un grande discerni-mento. Noi consacrati ci doman-diamo cosa vuole il Signore da noi,come possiamo venire incontro aqueste nuove povertà? Tutto que-sto non è facile, richiede aperturadi cuore all’azione dello Spirito, in-

vocazione continua nel chiederequesto dono, ci vuole discerni-mento comunitario. Essere apertiagli altri, accogliere, ascoltarci eascoltare i segni dei tempi. Discer-nimento personale non deman-dato. San Paolo parla deldiscernimento su sé stessi, per-corso doloroso; è necessario en-trare nella logica delcombattimento spirituale accom-pagnato da una guida e dall’incon-tro personale con Gesù. In alcunicasi in nome della misericordia ildiscernimento trascende la legge.È stata provocante la testimo-

nianza di Padre Antonio Coluccia,uomo coraggioso, che testimonia ilVangelo della carità, accogliendonella sua comunità ragazzi distrada legati alla camorra. Conforza ha gridato che noi religiosidobbiamo aprire il cuore e le portedei nostri istituti alle povertà dioggi e non chiuderci nei nostriconventi. Ringrazio il Signore perquesto dono, spero che ogni consa-crato testimoni gioia e fedeltà alVangelo.

La gioia è frutto dello Spirito Santo, è dono del Risorto

DI SUOR MARIA ANTONIETTA IADICICCO

Page 11: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

Nelle classi del liceoScientifico “G: Ga-lilei” di Mondra-gone, sede diCancello ed Ar-

none, in questo anno è statotrattato, come argomento in-terdisciplinare, il tema delviaggio. La scelta è stata det-tata dalla complessità dell’ar-gomento che si presta amolteplici approcci sia espli-citi che metaforici. Il viaggio,del resto, è un’esperienza chepermette di ampliare i proprischemi mentali, di conoscererealtà, persone e valori nuovi,di crescere allargando lo

sguardo fisico ed interiore aconoscere, accogliere,amare. “Il viaggio coincidecon la vita, né più né meno:esso è forse altra cosa che unpassaggio dalla nascita allamorte?” (Todorov; “Le mo-rali della storia”, TO 1995). Idocenti hanno guidato i ra-gazzi in questa avventura diriflessione e di approfondi-mento nei modi più vari det-tati dalla specificitàdell’approccio disciplinare. Siè spaziato infatti dalla orga-nizzazione, in lingua inglese,di un viaggio virtuale a Lon-dra con relative simulate di

prenotazioni on line, identi-ficazione dei luoghi da visi-tare e dei mezzi di trasportoda usare, al viaggio attraversola scoperta delle radici dellavita con l’estrazione del DNAdi alcuni vegetali; l’argo-mento ha ovviamente stimo-lato riflessioni eapprofondimenti sulle pro-blematiche di bioetica corre-late con le scoperte inmateria di genetica. Glialunni sono stati accompa-gnati a scoprire l’importanzadella cultura, lo straordinario“Viaggio” attraverso la cono-scenza del mondo e di sestessi. L’incontro con gli scrit-tori sia italiani che latini ha

evidenziato l’importanzadello sguardo che va “oltre”,che non si ferma al consuetoed allo scontato. Il viaggiodantesco, per gli alunni deltriennio, è stata una straordi-naria esperienza dell’univer-salità nel tempo e nellospazio dei valori sociali edelle domande di fondo checaratterizzano ogni uomo.Ulisse, il “viaggiatore” per ec-cellenza è stato riconosciutocome emblema del desideriodi andare oltre, di conoscereanche l’inconoscibile. Il per-corso scolastico li vede viag-giatori a volte inconsapevolio addirittura riottosi sullastrada del sapere e del saper

fare, ma, allargando gli oriz-zonti, acquisendo nuovi stru-menti di lettura e diinterpretazione della propriaesistenza e della realtà che licirconda, si ritrovano più li-beri e consapevoli, capaci diguardare oltre le apparenze ei falsi miti. I vari approcci di-sciplinari hanno avuto comesfondo unificatore la tema-tica del viaggio come espe-rienza spirituale trattata daldocente di IRC che, eviden-ziando i pericoli connessicon il relativismo, la fuga dal“difficile” e la superficialitàconsumistica che caratteriz-zano la nostra società, haproposto agli alunni unaforte esperienza di ricercadella verità di sé, sulle ormedi Sant’Agostino, in un per-corso dinamico, effetto dellalotta tra il bene e il male chesi svolge dentro di noi, perfare esperienza della realtàtrascendente di Dio nell’inte-riorità dell’anima. La ricercanon finisce, ma dura persempre, guai al viaggiatoreche ripone la valigia cre-dendo di essere arrivato; tut-tavia speriamo di aversuscitato nei ragazzi e forseanche in noi stessi interroga-tivi, riflessioni, curiosità si-gnificative.

12 scuolasabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Istituto “G: Galilei” di Mondragone

Il coraggio di una scelta

Sabato 12 Maggio si è tenuta,presso la sala Magna delplesso cinematografico“Duel” di Caserta, la ceri-monia di premiazione del

concorso indetto dall’associazioneA.I.D.O. (Associazione Italiana perla Donazione di Organi), rivolta allescuole secondarie di secondo gradocasertane. Ad apertura della cerimo-nia il presidente dell’A.I.D.O dellasezione di Caserta, Gennaro Ca-staldi, ha dato il benvenuto ai rap-presentati delle varie classiaccompagnate dai rispettivi refe-renti d’istituto, e sono stati proiettatialcuni video per ricordare impor-tanti personaggi testimonial dell’as-sociazione come Federico Finozzi,presidente dell’associazionedell’A.I.D.O. Toscana che nel 2003aveva subito un trapianto di fegato.Nonostante fosse un trapiantato, Fi-nozzi ha partecipato nel 2005, con lanazionale italiana trapiantati, allaquindicesima edizione dei giochimondiali dei trapiantati di London(Ontario), ottenendo eccellenti ri-

sultati. Finozzi si è spento all’età di42 anni nel 2017. Oltre Federico Fi-nozzi è stato ricordato anche il pic-colo Nicholas Green, un bimbostatunitense di 7 anni che nel 1994 èstato vittima di un assassinio sull’au-tostrada A3 Salerno-Reggio Calabriamentre era diretto in Sicilia con isuoi genitori. Ferito gravemente, Ni-cholas si spense dopo alcuni giornidi agonia. I genitori autorizzarono ilprelievo e la donazione degli organi,salvando così la vita a sette italiani;un gesto che contribuì all’ epoca adaccendere i riflettori sulla donazioned’organi in tutto il paese. Grandeparte della mattinata è stata occu-

pata dalla consegna dei premi ai variclassificati in due diverse categorie.La prima, una premiazione internafra i vari istituti scolastici parteci-panti, e una seconda relativa ai mi-gliori progetti interscolastici conmenzioni speciali. Tra i vincitorinella prima fase si è classificata conun racconto breve dal titolo “Servecoraggio per accendere una vita”,l’alunna Ucciero Milena della quarta

scientifico B. Inoltre, l’istituto Pizzidi Capua, per la seconda volta, congli alunni della quarta scientifico B,è rientrato nelle menzioni specialicon un fotografia dall’idea semplicema che tocca pienamente i valori eil vero significato dell’iniziativa. L’immagine, raffigurante coppie di ra-gazzi che si scambiano organi, rap-presenta in pieno l’opera disensibilizzazione pre-concorsosvolta proprio dall’ associazioneA.I.D.O. Grande soddisfazione per lareferente del progetto prof.ssa ElenaTruocchio e per la prof.ssa Lucia DiFuria, docente di italiano dellaclasse, che ha guidato e motivato glialunni nell’elaborazione dei dueprogetti. Ancora una volta un suc-cesso degli alunni del Pizzi che, par-ticolarmente motivati e interessati aquelle che sono le problematichesociali, rispondono sul campo con illoro straordinario impegno.

DI IANNOTTA MANUEL E CASTIELLO IMMA

IV SCIENTIFICO B

Istituto Statale “S. Pizzi” di Capua

Impegno nel sociale per gli alunni del Pizzi

Il desiderio di andare oltreDI MARINELLA VIOLA

Un viaggio alla scoperta di se stessi e del mondo

Page 12: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

13foraniesabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

zz Casagiove

La Pentecoste èuna festa chedona una consa-pevolezza nuovadel nostro essere

Chiesa. Per questo eraimportante accogliere einvocare lo Spirito Santo,sotto la protezione diMaria. Così, comegruppo Rns parroc-chiale, abbiamo ardente-mente desiderato untriduo di preparazionealla Pentecoste per tuttala comunità, la quale harisposto con gioia all’in-vito del nostro parroco. Adon John va il nostro ri-conoscente “GRAZIE”,perché ha voluto forte-mente che la sua fami-glia parrocchiale vivessequesti momenti di racco-glimento e di preghiera.Nei tre giorni del triduo

(17-18-19 maggio) cisiamo presentati al Si-gnore con la nostraumanità, con i cuoriaperti e le mani alzate,pregando il Santo Ro-sario allo Spirito Santo,salmeggiando i Vesprie partecipando allaSanta Messa, arricchitaogni sera dalle toccantiparole delle omelie dipadre John. A culminedi tutto ciò, la dome-

nica di Pentecoste, nellaS. Messa delle 18:30, ab-biamo avuto la gioia diaccogliere il coro del“Sacro Cuore” delle par-rocchie “Capua-centro”,che, con bellissimi canti,ha reso ancora più emo-zionante la nostra parte-cipazione all’Eucaristia.Sono stati giorni di in-tensa spiritualità, du-rante i quali, lasciandociguidare dallo Spirito

Santo, abbiamo ac-ceso la fiamma dellanostra fede e il fuocodell’amore versoDio, riscoprendo isanti doni e i fruttidello Spirito.

Grazie S.S. Trinità,

che ci hai guidati e

illuminati. Grazie

Maria, per la Tua

intercessione.

La nostra fede

Una giornata tuttaall’insegna dellamusica, della gioiae dell’incontro. Do-menica 20 maggio, i

giovani delle parrocchiedell’Arcidiocesi di Capua sisono radunati presso la par-rocchia Santa Maria della Li-bera (Marcianise) per laquarta tappa che li porterà alSinodo dei Giovani. Un’enne-sima opportunità per riflet-tere e confrontarsi, in unagiornata anche molto impor-tante: la festa della Penteco-ste.Il tema “…e quel giorno rima-sero con Lui” (Gv 1,39) haportato i ragazzi a riflettere sui le-gami e gli incontri, grazie all’aiutodella dottoressa Maria Pia Colella. Il pomeriggio ha avuto inizio con unmomento di accoglienza a ridossodel sagrato principale tra musica eballi. Con gli animi oramai accesi, iragazzi si sono riuniti nel salone par-rocchiale. Dopo il saluto di don Vin-

cenzo la parola è passata alla dotto-ressa che ha chiesto ai presenti se co-noscessero la differenza traemozione e sentimento, spiegandosubito dopo che “l’emozione è unanuvola passeggera, il sentimento èuna scelta!”. Ha continuato, poi, spie-gando che Dio ci ha creati con 5emozioni principali: felicità, tri-stezza, paura, rabbia e disgusto. Il se-greto della vita sta nel nonsoccombere ad esse, ed anche se la“negatività” sembrerebbe avere lameglio dobbiamo imparare a gestirele emozioni per “non rischiare di per-dere la nostra vita”. In seguito a taliriflessioni, i ragazzi si sono divisi ingruppi più piccoli per confrontarsi erispondere principalmente ad unadomanda: Cosa porti oggi a casa conte, dopo questa esperienza?Terminato il confronto, la parola èpassata ad Antonio, uno dei giovanidel Consiglio Pastorale Parrocchialee a don Paolo Dello Stritto, i qualihanno illustrato brevemente quelloche accadrà ad agosto: cinque/seigiorni in direzione di Roma, per ter-minare tutti il percorso iniziato in-sieme. In conclusione i salutidell’Arcivescovo Salvatore Visco, lasua benedizione e una preghiera allaMadonna. Il pomeriggio è terminato dopo unbreve momento conviviale, tra sor-risi, abbracci e scatti, con la pro-messa di rivedersi presto percontinuare insieme il cammino conla V tappa, il prossimo 17 giugno.

“…e quel giorno rimasero con Lui”

uMarcianise

DI SALVATORE VENTRONE

DI CARLA MORETTA

Perché l’8xmille alla Chiesa Cattolica?

Aiutare la Chiesa, attraverso i sacerdoti, perriscoprire i valori della solidarietà e dellapartecipazione comunitaria. Lunedì 21maggio nella Parrocchia di S. Erasmo si ètenuto un incontro formativo sul valore del

Sovvenire che ha richiamato l’attenzione sull’impor-tanza della partecipazione dei fedeli al sostentamentodei sacerdoti, attraverso gli strumenti dell’otto permille delle imposte sul reddito, da destinare in favoredella Chiesa cattolica, e delle offerte liberali. Nehanno parlato il diacono Giovanni Dentice, Incari-cato regionale di Sovvenire, e dott. Michele Castaldo,nuovo Incaricato di Sovvenire per la Diocesi Capua.Nelle relazioni, al di là degli aspetti più tecnici edoperativi che hanno messo in luce, tra l’altro, la nononerosità della destinazione dell’8 per mille (nel

senso che la stessa non comporta esborsi ulteriori ri-spetto alle imposte liquidate in dichiarazione), èemersa proprio l’importanza del senso della parteci-pazione dei fedeli, in uno spirito di solidarietà e di co-munione, al sostentamento dei sacerdoti e, attraversoquesti, al sostegno delle iniziative della Chiesa di cuifacciamo parte. In occasione del convegno, i diversigruppi parrocchiali hanno fattivamente collaboratoalla realizzazione dell’evento formativo ed, anchesotto questo aspetto, che ha visto una nutrita parteci-pazione di fedeli, è stato realizzato un bel momentodi comunione e di sensibilizzazione su un tema digrande interesse nell’attività della Chiesa. La Parroc-chia S. Erasmo parteciperà al Concorso indetto dallaCEI TuttixTutti che premia, ogni anno, i migliori pro-getti di utilità sociali realizzati dalle Parrocchie.

Triduo di preparazione alla Pentecoste

Domenica 20 maggio - IV tappa verso il Sinodo dei Giovani

zz Santa Maria C. V.

DI MICHELE BUONANNO

Page 13: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

14 foraniesabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Sant’Angelo in Formis

Venerdì 18 maggio la comunità santangio-lese ha festeggiato un compleanno spe-ciale: i primi cento anni della signoraAntonietta De Pascale, storica insegnantealle scuole elementari del paese, che ha

istruito la maggior parte delle generazioni viventi inesso. Un momento emozionante che ha coinvoltotutti, dai più piccoli allievi rappresentanti l’odiernascuola primaria agli alunni più anziani della festeg-giata. Un secolo di ricordi belli e brutti e un tra-guardo onorabilissimo e degno di essere festeggiatocon una celebrazione di ringraziamento avutasidalle Suore del paese e poi con un buffet aperto al-l’intera comunità in casa della festeggiata, insiemealla sua famiglia. Durante la santa messa tanti sonostati gli interventi di ex alunni commossi nel rivi-vere alcuni momenti lontani nel tempo e come rin-graziamento speciale a Dio per il dono della vita edessendo nata nel mese dedicato alla Madonna, lafesteggiata ha intonato il canto “Regina Coeli”, emo-zionando tutti i presenti. Alla maestra Antonietta,che ha raggiunto un’età da Guinness dei primati,non abbiamo però fatto una domanda: “Come si faa vivere così a lungo?”. Chissà, un giorno ce lo spie-gherà. Ancora buon compleanno per altri centoanni.

DI GIOVANNA IZZO

Un compleanno speciale

Un faro sul monte, che guarda verso di noi

Un faro sul monte, proietta il suo raggioluminoso, ad intervalli continui e rego-lari, invisibile è la sua strutturanelle notti tempestose. Guarda verso dinoi, con discrezione e calma silen-

ziosa. È questa l’immagine che vogliamo restituireraccontando del pellegrinaggio che la nostra par-rocchia ha vissuto a Cerreto di Sorano, alla vigiliadell’apparizione della vergine Addolorata a Vero-nica Nucci il 19 maggio 1853. A un anno di di-stanza dai primi voti pronunciati da Suor MariaCristina, siamo tornati a far visita a lei e alla suacomunità. La madre priora del monastero, suorMiriam, ci ha accolti come sempre con fare affa-bile e materno e ha acconsentito a parlarci dellavita in clausura. Reduci dalla visita in mattinataalla tomba di Santa Cristina e al miracolo eucari-stico di Bolsena, abbiamo fatto esperienza dellagioia e della serenità che lascia spazioall’ascolto e alla ricerca di risposte. In molti, du-rante il viaggio, si sono chiesti come si vive in unmonastero, come si svolge la giornata delle mona-che di clausura. E madre Miriam in semplicità hadissipato l’alone di mistero che circonda la vita inclausura: «La nostra vita di monache carmeli-tane è scandita dal ritmo della preghiera e del la-voro suddivisi con equilibrio, ma anche conausterità nell’arco della stessa giornata.Iniziamo con l’ufficio delle letture alleore 4.15, proseguiamo con la preghiera personale,alle 6.00 riprende la preghiera comunitaria colcanto della lode di Dio, segue il silenzio e insiemenuovamente alle 8 per l’ora terza, fino alle ore

8.30, ora della Santa Messa.Inizia, quindi, il nostrotempo di lavoro nel qualeogni buona mamma di fa-miglia si troverebbe subito asuo agio. Per tutta la gior-nata la preghiera cosiddetta“oraria” scandisce il nostrotempo, ma ampio spazio èlasciato alla preghiera per-sonale. L’atmosfera del no-stro vivere è il silenzio. Unsilenzio non vuoto, non im-posto, che non ci isola, maun silenzio che ci raccoglieattorno a una Presenza checi ha affascinate e condotte al monastero: è la pre-senza di Gesù. Sono tempi vissuti in solitudine, ilpranzo e la cena sono comunitari, sono le occa-sioni per trovare rassicurazione nella parola dellesorelle». Alla domanda se non sentono mai la ten-tazione di uscire tra la gente «Si, tuttavia, la clau-sura da noi è vissuta come illegame matrimoniale: una monaca non è isolatadal mondo, ma semplicemente separata da essoper cogliere di questo ogni gioia e ogni dolore etrasformarli in rendimento di grazie. Si diconotante cose sul senso della clausura, ma essere mo-naco o monaca è dire attraverso la vita che Dio èamore, che la preghiera, l’incontro costante conDio, la comunione d’amore con Lui, ha il primoposto nella vita dell’uomo. È a partire da questacomunione che tutto il resto prende significato. Lavita contemplativa è un servizio, una missioneche Dio affida a delle persone, non migliori, né

più adatte secondo i canoni del mondo, ma sem-plicemente persone che Dio ha scelto e chehanno detto il loro sì, come si dice quando ci sisposa o quando si vive una qualunque altra mis-sione. Dio ci ha chiamate a farci “preghiera” pergli altri, offrendo uno stile di vita che ci aiuta arealizzare questa missione. Essere preghiera è vi-vere la vita di Cristo quando si ritirava da solo sulmonte a pregare e nel suo cuore portava le soffe-renze e le gioie del mondo, esprimendole alPadre. Dalle parole di madre Miriam capiamo cheil nodo non è la clausura o la vita attiva o il faredei laici, ciò che davvero conta è stare al proprioposto e compiere la propria missione con amore ea servizio della collettività. Sembrerebbe mono-tona questa vita, visto che gli orari sono sempregli stessi, salvo nei giorni di grande festa nei qualicomunque variano di poco, eppure, ci rassicu-rano, non c’è un giorno uguale all’altro!

Un incontro costante con DioCAPUA.

DI LUCIA CASAVOLA

Ricordi di un secolo... Tanti auguri maestra

Page 14: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

orari messe 15sabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

ARCIDIOCESI DI CAPUAA.C.L.I. Progetto San MarcelloC.so Gran Priorato di Malta, 22 81043 Capua (CE)P. Iva: 03234650616Reg. Trib di Santa Maria C.V.n. 764 del 22 Giugno 2010www.kairosnet.it

per contatti e pubblicità+39 338 7740103 - [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEAntonio Casale

CAPOREDATTOREGiovanna Di Benedetto

GRAFICAGiovanna Di Benedetto

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Giuseppe Centore – Annamaria Medugnomons. Roberto Brunelli – Antonello GaudinoPiero Del Bene – Madre Amabile GalatàDaniele Nardi– Orsola TreppiccioneRoberto Forgillo – Giovanni Della CorteMons. Salvatore Visco - Anna MunnoAnastasia Oliviero – Maria MerolaTiberio Gracco

STAMPACentro Offset Meridionale

"Kairòs News", tramite la Fisc (Federazione ItalianaSettimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istitutodell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Co-dice di Autodisciplina della Comunicazione Com-merciale.

Iscritto a

CITTÀ PARROCCHIA CHIESA

ORARI PRE

FESTIVI ORARI FESTIVI

CAPUA CAPUA CENTRO Cattedrale 18.00 8.30 11.30

CAPUA CAPUA CENTRO 17.00 -

CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa San Domenico 19.00 -

CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa Santi Filippo

e Giacomo - 9.30

CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa della

Concezione - 10.30

CAPUA CAPUA CENTRO - 19.00

CAPUA CAPUA CENTRO Cappella ex Ospedale

Civile 8.15 8.45

CAPUA PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ - 18.30 11.00

CAPUA PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - 18.00 9.00 11.00 18.30

CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO - 19.00 9.00 11.30 19.00

CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO Chiesa di San Lazzaro - 10.30

CAPUA PARROCCHIA SAN ROBERTO BELLARMINO - 18.30 9.30 11.00

PANTULIANO PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA Chiesa San Giovanni

Evangelista 18.00 8.00 11.00

PANTULIANO PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA Chiesa Santa Maria

Maddalena - 9.30

LEPORANO PARROCCHIA S. MARIA AD ROTAM MONTIUM - 17.00 9.00 17.00

CAMIGLIANO PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI - 18.00 9.00

VITULAZIO PARROCCHIA - 18.00 8.00 10.00

11.30 18.00

BELLONA SAN SECONDINO VESCOVO E CONFESSORE - - 7.00 9.00

11.00 18.00

TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE Cappella SS. della Pietà 19.00 -

TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE - - 10.00 19.00

S. ANGELO IN F. Suore 18.00 -

S. ANGELO IN F. Chiesa Madonna del

Carmelo - 8.30 18.30

S. ANGELO IN F. Padova

- 11.00

CURTI PARROCCHIA DI CURTI Chiesa San Michele

Arcangelo 18.00 8.00 - 11.30

CURTI PARROCCHIA DI CURTI Tempio

dello Spirito Santo - 10.00 18.00

S. MARIA C.V. SANTA MARIA MAGGIORE

E SAN SIMMACO Duomo

8.00 9.00

18.30

8.00 10.00

11.30 18.30

S. MARIA C.V. SAN PIETRO APOSTOLO 19.00 9.00 11.00 19.30

S. MARIA C.V. SAN PAOLO APOSTOLO 19.00 8.00 11.30 19.30

S. MARIA C.V. 18.30 9.30 11.00 18.30

S. MARIA C.V. 18.30 8.30 10.30

S. MARIA C.V. SAN PAOLINO 18.30 9.00 11.00

S. MARIA C.V. 7.00 19.00 7.30 10.00 19.00

S. MARIA C.V. SANTA MARIA DELLE GRAZIE 7.30 19.00 7.30 10.00

11.30 19.00

S. MARIA C.V. IMMACOLATA CONCEZIONE 8.30 19.00 8.30 10.00

11.30 19.00

S. MARIA C.V. RETTORIA ANGELI CUSTODI 19.00 9.00 11.30 19.00

S. MARIA C.V. SAN VITALIANO 19.00 10.00 11.30 19.00

S. MARIA C.V. CHIESA MADRE CIMITERO 10.00

S. MARIA C.V. Suore Ancelle

7.15 8.30

S. MARIA C.V. Suore Domenicane

di Pompei 7.15

S. MARIA C.V. Suore Vittime Espiatrici 7.30

S. MARIA C.V.

Suore Ancelle

7.30

CASAGIOVE SAN MICHELE ARCANGELO 19.00 8.00 10.00

11.30 19.00

PORTICO

DI CASERTA SAN PIETRO APOSTOLO 19.00

8.00 10.00

11.30 19.00

MARCIANISE SANTA MARIA DELLA LIBERA 19.00 8.30 10.30 19.00

MARCIANISE SANTISSIMA ANNUNZIATA 18.30 7.00 8.30

10.00 11.30 18.30

MARCIANISE 18.00 8.00 9.30 11.00

CASAPULLA 8.30 19.00 7.30 9.30

11.30 18.30

CANCELLO

ED ARNONE MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 19.00 11.00 19.00

MAZZAFARRO 9.30

SANTA MARIA

LA FOSSA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 17.00 8.00 11.30 17.00

SANTA MARIA

LA FOSSA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO

Cappella in via Camino

(Poderi) 10.00

Page 15: Periodico di Fede, Attualità e Culturalnx.diocesidicapua.it/wp/wp-content/uploads/2018/05/KN19-2018.pdf · cesco Zarrillo, della nostraamata Chiesa di Capua, riceverà l’ammissione

16 rubrichesabato 26 maggio 2018 - Anno 9 n°19

Tradizioni in cucina

Il Danubio è un rustico salato e dolce tipicodella tradizione napoletana. Tipico dellatradizione boema e di quella austriaca è ilBuchteln, un antico dolce da thé che sicompone di tante morbide sfere di pasta

lievitata, farcite con marmellata di prugne e albi-cocche. Giovanni Scaturchio, pasticciere d’ori-gine calabrese, nel 1905 aveva fondato unapasticceria a Napoli in piazza San DomenicoMaggiore, pasticceria rinomata ancora oggi.Negli anni ’20 del ‘900 Scaturchio era tornato aNapoli, dopo la Grande Guerra, portando con séla sua sposa salisburghese. Della pasticceria Sca-turchio erano già rinomate la Pastiera, i Babà, leSfogliatelle ricce, i Roccocò, gli Struffoli, insiemeal Susamiello calabrese ed è proprio dagli anni’20 che iniziarono ad esser prodotti dolci nuoviper i palati napoletani: lo Strudel, la torta Sachere proprio il Buchteln, che venne presto “napole-tanizzato” in Briochina del Danubio e poi in Da-nubio.Secondo altre fonti, il Danubio avrebbe fatto lasua comparsa a Napoli già molto tempo prima,durante il regno dei Borbone. Nel 1768 re Ferdi-

nando IV prese in sposa Maria Carolinad’Asburgo-Lorena, la quale portò con se ungruppo di cuochi viennesi. A corte la tradizioneaustriaca si fuse con quella napoletana e da ti-pico dolce d’Oltralpe, il Danubio divenne unaghiotta torta salata, con un ripieno fatto di ingre-dienti come salame e scamorza.

Ingredienti per l’impasto 700 g di farina 200 g di acqua5 uova in totale (4 intere e 1 tuorlo)70 g di strutto o 80 g di burro (a scelta)60 g di zucchero semolato15 g di burro ammorbidito14 g di sale10 g di lievito di birra fresco10 g di olio evo1 cucchiaino di miele o malto

Ingredienti per il ripienoProvolaScamorzaRicottaSalame NapoliSalsiccia

PreparazioneSi comincia con la preparazione di un pre-impa-sto. Mescolare insieme dell’acqua tiepida, 200grammi di farina, il cucchiaino di malto (omiele) ed il lievito sbriciolato. Porre in un reci-piente l’impasto e ricoprirlo con della pellicolatrasparente e lasciarlo riposare per circa 40 mi-nuti.

Poi impastare 120 grammi di farina, un uovo in-tero e 15 grammi di zucchero. Lavorate il tuttoper qualche minuto. Quindi aggiungere il burromorbido e impastare fin quando l’impasto nonsarà omogeneo.Aggiungere al composto un uovo alla volta, 15grammi di zucchero, e la farina così fino adesaurimento di questi ingredienti. Solo alla fineunire all’impasto il tuorlo ed il cucchiaio dimalto. A questo punto non dovete far altro chelavorare l’amalgama per altri 10 minuti. Infineaggiungere lo strutto e l’olio.Ora l’impasto è pronto per riposare per almenoun quarto d’ora in una ciotola coperta con uncanovaccio.Trascorso questo tempo, riprendere il panetto estenderlo a rettangolo su di un piano ben infari-nato. Portare un lembo al centro del rettangolo efate lo stesso con il lato opposto. Quindi porrel’impasto così sistemato in un contenitore sigil-lato per circa 12 ore nella parte bassa del frigori-fero.A questo punto prelevare il panetto dal conteni-tore, schiacciarlo leggermente con il matterello edare un secondo giro di pieghe, usare la stessatecnica adoperata in precedenza. Anche questavolta lasciate riposare il composto per un tempodi 30 minuti.Ricavare dei panetti dal peso di 30 – 50 grammi.Schiacciarli in modo tale da ottenere dei dischi.Farcire con i formaggi e i salumi prescelti.Quindi chiuderli nel pugno e posizionarli in unateglia circolare imburrata in precedenza.Ad impasto terminato preparare un mix con deltuorlo a cui avrete aggiunto il latte e spennella-tevi il Danubio.Fate lievitare ulteriormente la torta rustica,quindi inserirla nel forno preriscaldo a 170°.Lasciar raffreddare e Buon Appetito!

DI ANASTASIA OLIVIERO

La “napoletanizzazione” del Buchteln

Arte e Fede

La Santissima Trinità

La raffigurazione di questo tema alle origini èrara e legata a pochi monumenti di difficileinterpretazione, questo dovuto a quel trava-glio ecclesiale nella formulazione del dogmatrinitario, soprattutto nei suoi riflessi cristo-

logici in quel drammatico clima di tensione per lacrisi ariana. Esempio eloquente di questa difficoltàè il celebre “sarcofago dogmatico” del Museo PioCristiano (IV secolo)All’inizio si tenta una iconografia della Trinità crea-trice (spesso infatti presente anche Adamo ed Eva),come nel sarcofago di Arles, ritrovandola più tardinei codici miniati del XII secolo. Altra immagine simbolica della Trinità è quellaadombrata nella visione di Abramo alla quercia diMamre, presente nei mosaici ravennati. Anche l’immagine del battesimo di Gesù si rivelamysterium Trinitatis nell’apparizione dall’alto dellamano divina, che invia lo Spirito sotto-forma di co-lomba, non dimenticando che proprio in questoevento evangelico per la prima volta si rivela narra-tivamente la Trinità, com’era quella purtroppo per-duta che si trovava nell’Abside di una delle Basilichedi Cimitile (V secolo), realizzata da San Paolino diNola e descritta nelle sue epistole. Talvolta in alcunechiese troviamo il simbolo del triangolo, respintoperò da S. Agostino perché proveniente dalla culturamanichea. Anche nell’abside centrale della Basilica di S. Angeloin Formis vi possiamo leggere iconograficamente ilmistero trinitario; in alto nel semicerchio l’occhio diDio Padre, Lo spirito Santo sotto forma di colomba,e il Figlio nel Pantocratore seduto i trono.

DI DON FRANCO DUONNOLO

Certamente però la rappresentazione trinitari piùconosciuta è quella del russo oggi santo, canoniz-zato il 1988 dalla Chiesa ortodossa, Andrej Rublevdipinta tra il 1422 e il 1427 e conservata nel MuseoTretjakov di Mosca. Il soggetto di tale rappresen-tazione è “l’ospitalità di Abramo” che troviamo nelcapitolo XVIII della Genesi, che narra l’incontroalla quercia di Mamre tra il capostipite del popoloeletto e tre pellegrini, che la Bibbia chiama angeli.A partire dal IX secolo nei testi liturgici orientalil’episodio viene considerato come l’apparizionead Abramo della Santissima Trinità. Su questo in-contro Rublev tesse una sottile trama di evoca-zioni simboliche, che nel corso della storia hannoricevuto varie interpretazioni. Le tre figure sonoimmerse in un armonioso colloquio (cerchio dicomunione), che si esprime con sguardi e gestiche convergono sulla mensa, simbolo della euca-restia con agnello e coppa. Tutti sono d’accordonell’individuare nei tre angeli la Trinità di Dio,solo che alcuni ritengono il Padre al centro, il Fi-glio alla destra, e lo Spirito Santo alla sinistra, altriinvece interscambiano destra e sinistra e, altri an-cora, vedono il Figlio al centro. La natura divinadei tre è sottolineata dai volti giovanili e identici,aureole uguali, colore azzurro (cielo), scettro (au-torità). Nonostante però la somiglianza, i tre

hanno identità diverse riferite alla loro missionenel mondo. Questo si evince dai colori dell’abito,dalle posizioni dei corpi, dalla gestualità dellemanie e dalla testa.Al centro il Padre con tunica rosso porpora segnodell’amore fontale, quale fonte iniziale e principio.Il Figlio con due dita della mano destra appog-giate sulla mensa, rivelano le due nature umana edivina. L’altro, lo Spirito Santo sembra sul puntodi mettersi in cammino per iniziare la sua mis-sione, col manto verde segno di speranza, atteg-giamento disponibile, ed entrambi rivolti al Padre.Il metropolita di Mosca Filarete in una omelia del1816 in riferimento alla coppa posta sulla mensadice “In questa coppa si legge tutto il mistero trini-tario; infatti vi si trova l’amore del Padre che cro-cifigge, l’amore del Figlio crocifisso e l’amore delloSpirito Santo che trionfa con la forza della Croce”

Il Danubio