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Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo Dicembre 2019 n. 3

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Periodico della Congregazionedelle Suore di San Giuseppe di Cuneo

Dicembre 2019 n. 3

Incontro Amici

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Sommario

Editoriale p 3

SpiritualitàLa buona notizia del Natale p 4Viene al mondo un Re p 6

Vita della ChiesaIl mese missionario straordinario p 7Una buona notizia: "Battezzati e inviati" p 9

Attualità

Natale tempo di nascite p 10

La storia si ripete p 11

Vita della congregazione

Insieme per raccontarci p 12

L'esperienza vissuta a Lourdes p 18

Selembao: il ritorno a scuola p 19Un sì definitivo a Dio p 20Un storia di amore e di salvezza p 21

La gioia evangelica p 22

Spazio giovani

Dove attingi buone notizie per la tua vita p 24

Una giornata di ordinario lavoro p 26

Laici nel Piccolo Disegno

Esercizi spirituali all'Alpe di papa Giovanni p 28

Progetti di Missione

La nostra presenza in Camerun p 29

Appuntamenti p 32

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Editoriale

Nella valanga di notizie che, attraverso i più svariati canali, ci raggiungono ogni giorno, si fa fatica a trovare annunci lieti La cronaca quotidiana offre, in modo spesso dramma-tico, il volto di un mondo sempre più travagliato, aggredito da fatti di cronaca, che mai avremmo voluto conoscere, da vicissitudini politiche convulse, da promesse inconsistenti, in un orizzonte senza speranza sul domani Per incontrare buone notizie sembra che ci vo-gliano dei droni super attrezzati a scovarle Eppure le storie positive sono in mezzo a noi, se sappiamo riconoscerle, perché ogni giorno di vita è un ‘regalo’ Nel libro dei Proverbi la sapienza di Israele già constatava: Uno sguardo luminoso rallegra il cuore, una buona notizia fortifica le ossa (15,30) Chiunque ha in sé una buona notizia, un fatto che lo riempie di entusiasmo, si strugge dal desiderio di far partecipe gli altri della sua gioia In questo momento di scoramento e fatica il nostro tempo ha urgente bisogno di buone notizie, e in particolare della notizia più buona di tutte che ci viene dalla Parola di Dio: quella cioè che non si è soli, si è amati senza misura, che c’è qualcuno che si prende cura di noi e ci porta nel palmo della sua mano perché la nostra vita non si perda e superi l’oscurità del male, della cattiveria, della stessa morte Il libro “Uomini e donne sulle tracce di Dio” di A Cur-zio, edito recentemente, è una toccante rivelazione di “buone notizie”, scovate in posti spesso nascosti, dove c’è gente comune che vive semplicemente e con umiltà la vita che il Signore dona giorno dopo giorno, ‘pagine di vangelo’ Ci vogliono sguardi capaci di coglierle e farle circolare, cercando il senso positivo della vita, in un mondo saturo spesso di aria inquinata da fatti di morte Tutta la nostra fede è racchiusa in questo annuncio: Dio si fa vicino a noi con il suo progetto di bene e chiede il nostro impegno ad accoglierlo, la nostra fatica di non lasciarci travolgere dalle cattive notizie e di lasciare germogliare il bene e il bello seminato in noi Gesù suggerisce al nostro cuore: “Guarda che io sono vivo nella tua storia, nelle persone che incontri Toccami in chi opera il bene, in chi soffre Non avere paura, lascia che la meraviglia si espanda nel tuo cuore, non temere di gioire Anzi, mentre ti mando nel mondo, sia proprio la tua gioia nella mia buona notizia, a renderti testimone di me, diventa tu una buona notizia vivente” Le pagine del nostro opuscolo vo-gliono aiutarci a cogliere queste buone notizie nella vita della gente, nel mondo, nel cuore dei giovani, dentro la fragilità delle nostre esistenze, dentro la stessa cultura, come nella povertà, economica e non, di tante persone Gesù, il Salvatore, con la sua nascita, è la buona notizia at-tesa dalle genti, da accogliere e gioirne

BUON NATALE di cuore, a tutti!

La commissione

C’è una“buona notizia”per te...

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LA BUONA NOTIZIA DEL NATALE Per secoli i primi cristiani festeg-giarono come festa delle feste la Pasqua di resurrezione di Gesù il primo giorno della settimana ebrai-ca, diventato per loro “giorno del Signore” (Ap 1,10), mentre non sappiamo se in qualche comunità del Mediterraneo si ricordasse la nascita di Gesù con una festa par-ticolare Nel IV secolo, dopo l’edit-to di Costantino e la libertà di cul-to concessa ai credenti in Cristo, avvenne la cristianizzazione di una festa pagana introdotta poco prima dall’imperatore Aureliano (270 ca )e celebrata a Roma come festa del Sol invictus, del “Sole vincitore”, che in quel giorno comincia ad allungare il suo tempo di luce sulla terra Per i cristiani Gesù il Signore era “il sole di giustizia” cantato da Malachia (Ml 3,20; cf Lc 1,78) era “la luce del mondo” proclamata dal vangelo (Gv 8,12) Ecco allora che in occidente la rinascita del Sol invictus pagano è stata cristianizzata mediante la fe-sta del Natale, della Natività di Gesù Cristo Parallelamente, in oriente (Egitto e Siria), dove il solstizio d’in-verno cade il 6 gennaio, si assunse quella data per celebrare l’Epifania come festa della manifestazione della venuta del Figlio di Dio nella nostra umanità Questa l’origine della nostra festa, che da sempre ha al suo centro il van-

gelo della nascita di Gesù secondo Luca Nella messa della notte, cele-brata nel cuore delle tenebre, rifulge una grande luce: Gesù, partorito da Maria a Betlemme Questo racconto non è una favola, anche se sembra scritto per i bambini, che significa-tivamente lo ricordano per tutta la vita, ma è una pagina del vangelo, una buona notizia! Per questo Luca vuole innanzitutto situare tale even-to nella grande storia del Mediter-raneo, contrassegnata dal dominio dell’impero romano Cesare Augu-sto decide di contare i cittadini di tutte le terre conquistate da Roma: per questo ordina un censimento, eseguito nella terra di Israele da Quirinio, governatore della Siria Giuseppe obbedisce a quest’ordine e, insieme alla moglie Maria, lascia la sua città di Nazaret per recarsi a Betlemme, in Giudea, nel sud del-la terra santa, là dove aveva avuto origine la casa e la discendenza di

Spiritualita'

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David, il Messia, l’unto del Signore, il re di Israele Conosciamo tutti bene l’icona della Natività: una capanna o una grotta, e Maria che adagia suo figlio in una mangiatoia, con accanto Giuseppe, testimone e custode di quel mistero nel quale viene coinvolto e al quale presta puntualmente obbedienza Tutto accade nella notte, nel silen-zio, nella condizione umanissima di una madre che partorisce un figlio Nessuno conosce quella coppia, nessuno l’ha accolta, nessuno si è accorto di nulla Ma ecco che Dio invia un suo messaggero ai pastori che si trovano sulle alture circostan-ti Betlemme, per alzare il velo su quell’evento: “Un angelo del Signo-re si presentò a loro e la Gloria del Signore li avvolse di luce” I pastori sono gente disprezzata, emarginata, neppure ritenuta degna di andare al tempio per incontrare il Signore Ma proprio a questi ultimi della so-cietà di Giudea è rivolto l’annuncio, la buona notizia per eccellenza, che è gioia per tutto Israele, per tutto il popolo di Dio Per la loro condizio-ne di poveri e ultimi, i pastori sono i primi destinatari di diritto di questa buona notizia: Oggi, nella città di David, è nato per voi un Salvatore, che è il Messia, il Signore In questo annuncio cogliamo come un anticipo della buona notizia pa-squale: Gesù è il Kýrios, il Salvatore! Non Augusto, che vantava questi ti-

toli, ma un infante appena nato rice-ve questi stessi titoli da parte di Dio Così avviene la rivelazione ai piccoli, agli ultimi, dalla quale sono esclusi quanti credevano di esserne desti-natari di diritto: sacerdoti, esperti della Legge, credenti militanti con-vinti di essere loro soli i veri figli di Abramo Ai pastori è dato anche un segno, un’indicazione perché possano ve-dere e comprendere; nulla di straor-dinario o di divino ma, di nuovo, una realtà umanissima: “Troverete un ne-onato avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” Realtà semplice e umile, senza ornamenti, senza “stra-ordinario” Eppure questo annuncio è dato da un coro innumerevole di creature invisibili, in una sorta di li-turgia cosmica, quella liturgia del cielo che non riusciamo a vedere né ad ascoltare ma che riempie l’univer-so e canta la santità e la gloria di Dio, cioè proclama chi e come Dio ama Infatti, ciò che in quel canto corale viene rivelato è la volontà di Dio: “Dio ha peso (kabod, gloria), Dio agisce nel mondo anche se è Santo ed è nel più alto dei cieli, Dio dà la pace all’umanità che egli ama” Ecco la buona notizia del Natale: Dio ci ama a tal punto da aver voluto essere uno di noi, tra di noi, uguale a noi, un uomo come noi

Enzo Bianchi(25 dicembre 2016 - Natale, messa della notte)

Spiritualita'

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VIENE AL MONDO UN RE

Spiritualita'

Nel punto più buio dell'anno, nel pas-saggio più oscuro del cuore, viene al mondo un re di tremenda Maestà Il senso irrompe nella storia perse-guitato dai poteri di questo mondo e del nostro vecchio io morente, nasce nello sterco di una stalla, riconosciuto solo dagli ultimi tra gli ultimi Custodi-to però dalla tenerezza di una madre e dai sogni di un padre, ricolmo di Spi-rito e salutato dagli astri quale com-pimento di un Amore che è nostalgia d'infinito e di casa La luce si incarna nella contraddizione del mondo e la-vora in noi instancabilmente per spez-zare la corazza del cuore di pietra Il travaglio che viviamo nel mettere al mondo la nostra Nuova Umanità è im-menso e doloroso, ma anche glorio-so e ricco di una gioia che irradia una

luce viva, misteriosa e insieme tanto familiare Così i tre re saggi d'Oriente scruta-no il cielo e si mettono in cammino, senza umane rassicurazioni, seguendo quell'avvenimento di pienezza che è il punto più incoercibile del nostro Spi-rito e che è capace di orientare come un magnete il nostro destino Come scrisse don Tonino Bello: "I pa-stori che vegliavano nella notte facen-do la guardia al gregge e scrutando l'Aurora, vi diano il senso della Sto-ria, l'ebbrezza delle attese, il gaudio dell'abbandono in Dio e vi ispirino un desiderio profondo di vivere pove-ri che è poi l'unico modo per morire ricchi. Sul nostro vecchio mondo che muore nasca la Speranza"

Chiara Liverani

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Vita della Chiesa

IL MESE MISSIONARIO STRAORDINARIO- OTTOBRE 2019 -

Papa Francesco aveva indetto per l’ottobre di quest’anno un mese di straordinaria animazio-ne missionaria di tutta la Chiesa scandito dal-lo slogan “Battezzati e inviati” al fine di risve-gliare maggior consa-pevolezza che la Chiesa è sempre in missione nel mondo… Celebrare questo mese ci aiuta in primo luogo a ritrovare il senso missio-nario della fede, gratuitamente ricevuta come dono nel Battesimo, e poi ci invia in missione affinché a nessuno manchi l’annuncio della sua vocazione a figlio adottivo, la certezza della sua digni-tà personale e dell’intrinseco valore di ogni vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. L’occasione per indire un mese missio-nario straordinario è data dalla scadenza dei 100 anni dalla promulgazione della Lettera apostolica Maximum illud con la quale Benedetto XV volle ridare nuovo slancio alla responsabilità dei cristiani di annunciare il Vangelo Era il 1919, quan-do da poco si era concluso il tremendo conflitto mondiale, che lo stesso Papa, solo in mezzo a molti che sostenevano la validità di quella guerra, aveva osato chiamarla un’«inutile strage» L’invito di allora a uscire dai confini delle nazioni è ben presente nella lettera di Papa Fran-cesco: "Sia occasione di grazia intensa e feconda… sia di stimolo a superare

la tentazione ricorrente che si nasconde dietro ad ogni introversione ecclesiale, ad ogni chiu-sura autoreferenziale nei propri confini sicuri."Gli Uffici Missionari di Cuneo e di Fossano, accogliendo l’invito del Papa, hanno proposto per ottobre un cammi-no comune per le due diocesi, fissando alcuni

appuntamenti di formazione, di pre-ghiera, oltre ad una rassegna cinemato-grafica nella sala Lanteri di Cuneo Il 3 ottobre ha segnato l’inizio del per-corso formativo a Fossano: una straor-dinaria serata di approfondimento sul Sinodo, con la presenza di Don Adriano Ciocca Vasino, vescovo di São Félix do Araguaia, delegato al Sinodo, don Da-miano Raspo, missionario della diocesi di Fossano, membro del comitato pre-paratorio e padre Bartolomeo Zaccaria, salesiano – ultranovantenne - missiona-rio fra varie tribù di Indios in Brasile e soprattutto fra gli Xavantes, con cui fin dai suoi primi anni di sacerdozio convive e lavora La sua toccante testimonian-za di rispetto e incarnazione in quella cultura ci stupisce e lascia intravvede-re la sua passione per un annuncio del Vangelo, che può essere accolto come arricchimento dei valori di cui ogni cul-tura è portatrice Un clima festoso, ral-legrato da canti brasiliani, ha stupito la numerosa assemblea e l’ha coinvolta

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Vita della Chiesa

nel tema proposto dalle relazioni: “Un futuro possibile: in ascolto del grido della terra e dei popoli dell’Amazzo-nia”, eco di un ampio lavoro realizza-to nella chiesa amazzonica in vista del Sinodo Altro appuntamento formativo ha avuto luogo a Cuneo con l’interven-to del padre Gigi Anatoloni, direttore della rivista Missioni della Consolata, che ha condiviso la sua lunga esperien-za missionaria in Kenia, dove ad ogni stazione missionaria si interrogava: Con quali parole annuncio il Vangelo a gen-te che ha fame, non può curarsi, soffre mancanza di acqua? In conclusione, ha lanciato una sfida a sacerdoti, reli-giose, laici ad andare “dove non avrai macchina né internet, ma tanti fratelli a cui stare accanto, situazioni di vita diffi-cili in cui farti solidale e dire l’amore di Dio”; e alle nostre parrocchie e comuni-tà solo un’alternativa: “guardare ancora alla missione ad gentes (invitando e la-sciando partire) o veder morire la nostra chiesa locale”

La dimensione della preghiera ha con-vocato le comunità a celebrare la me-moria del nostro battesimo: ‘BATTEZ-ZATI‘ nella parrocchia di Borgo San Dalmazzo, l’invio in missione ‘INVIATI’ con la recita del Rosario a Cuneo nella cappella della nostra Congregazione, la veglia missionaria nella parrocchia di Centallo e l’adorazione Eucaristica Mis-sionaria a Fossano nella cappella delle Monache Cistercensi Momenti intensi e belli per stare insieme, comunità, par-rocchie, diocesi a ringraziare, lodare, in-tercedere perché il Vangelo raggiunga tutti i confini della terra e tutti abbiano vita e gioia in abbondanza, secondo la promessa di Gesù A conclusione dell’Ottobre Missionario Straordinario è donata alla Chiesa la grazia di accoglie-re con gratitudine il Documento finale del Sinodo: Chiesa alleata dell'Amaz-zonia; il suo filo conduttore è la parola: conversione Il Sinodo sull’Amazzonia cambierà tutti noi

Suor Alda Giordanengo

Il 6 novembre 2019 il Santo Padre Francesco ha nominato primo Arcivescovo Metropolita della nuova arcidiocesi di Santarém (Brasile) S E Mons Irineu Roman, C S I , trasferendolo dalla sede titolare vescovile di Sertei e dall’Ufficio di Vescovo Ausiliare di Belém do Pará S.E. Mons. Irineu Roman, C.S.I., è nato il 10 agosto 1958 a Vista Alegre do Prata, diocesi di Caxias do Sul, nello Stato di Rio Grande do Sul Ha compiuto gli studi di Filosofia nella Facoltà Imaculada Conceição di Viamão-RS e nell’Università di Caxias do Sul-RS, e quelli di Teologia presso l’Instituto Teológico do Norte do Paraná a Londrina-PR e presso la Pon-tificia Università Cattolica di Porto Alegre-RS Ha emesso la Professione Religiosa il 2 gen-naio 1988 nella Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo) e ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 1° gennaio 1990 L’8 gennaio 2014 è stato nominato Vescovo titolare di Sertei ed Ausiliare di Belém do Pará, ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 19 marzo successivo All’interno della Conferenza Episcopale Brasiliana è Responsabile per la Pastorale del Turismo Religioso e Segretario del Regionale Norte 2, che comprende le circoscrizioni ecclesiastiche dello Stato di Pará Sr Anna Clara Corino, dalla missione di Boa Vista de Cuçari (Amazzonia), ci comunica la loro grande gioia per questa nomina, come dono del Sinodo sull’Amazzonia. Preghiamo perché questa nomina sia una benedizione per i fratelli di quella arcidiocesi.

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Battezzati, ma soprattutto “inviati”, non è proprio solamente di preti e suore Per noi cristiani nel momento stesso in cui ci immergiamo dentro l’amore di Dio attraverso il Battesimo riceviamo forza, carica, ma non in maniera automatica È un dono, ma non è scontato che riu-sciamo poi a trasmettere la bellezza di questo annuncio Come annunciamo? Annunciamo attraverso noi stessi, at-traverso le cose belle di noi e le cose brutte Nel momento in cui accogliamo l’amore di Dio in noi e ci mettiamo in questa ottica, in questo cammino, ciò che ci appartiene, i nostri talenti, quello che abbiamo conquistato, anche i no-stri beni materiali, i nostri affetti, così come le nostre difficoltà, le nostre fra-gilità, tutto può annunciare Lui agli altri Ognuno ha qualcosa attraverso cui an-nunciare, per qualcuno potrà essere la musica, il lavoro, per un altro il sorriso, la scuola, la capacità di abbracciare, di entrare in relazione con gli altri, per un altro, forse, il silenzio, il suo essere timi-do Questa è la Buona Notizia: l’annun-cio è di tutti E ciò è una grande poten-zialità per il proprio cammino di fede, perché obbliga a uscire da se stessi, dai propri problemi e dalle proprie picco-lezze che fanno parte di ognuno e dalle quali nessuno è esente L’esperienza di missione, come quella che ho vissuto in Brasile e in particolare nella Missio-ne di Vila de Cava delle Suore di San Giuseppe di Cuneo (Nova Iguaçu - Rio de Janeiro) dove è attivo il CECOM, ti insegna che uscire dalla propria cultura, significa uscire da se stessi, mettersi in

gioco fino in fondo, spogliarsi delle pro-prie cose La capacità di spogliarsi di sé per far spazio all’altro dovrebbe essere un atteggiamento continuo di vita Tutti siamo missionari, tutti siamo missione! In questo mondo pieno di “SELFIE”, pieno di vita centrata su se stessi, “io al centro del mondo”, vivere bene la missione significa spostare la telecame-ra del selfie da se stessi agli altri, avere quindi una “visione diversa” e, insieme alla telecamera, anche la propria vita, cuore, testa, per poter investire sulle relazioni Vivere bene la missione signi-fica costruire e coltivare le relazioni che sono linfa vitale del mondo

Silvia Micioni

Vita della Chiesa

UNA BUONA NOTIZIA: “BATTEZZATI E INVIATI”

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Per i cristiani Natale è il tempo di una nascita che ha cambiato la storia, orientandola verso orizzonti di spe-ranza Per i cittadini europei, qualun-que sia il loro credo, potrebbe essere l’occasione per pensare e lavorare alla nascita di una nuova Europa Un’occasione favorita dall’esito posi-tivo, per il processo di integrazione comunitaria, delle elezioni il maggio scorso per il Parlamento europeo che registrarono un forte balzo di parteci-pazione al voto, in particolare di quel-la giovanile, e orientamenti largamen-te favorevoli a proseguire sulla strada della solidarietà europea Un’occasio-ne offerta anche da una nuova stagio-ne che si apre per l’Europa con l’avvio della legislatura 2019-2024 affidata a Istituzioni UE completamente rinnova-te nei loro vertici, i due più importanti dei quali – la Commissione europea e la Banca centrale europea - guidati da due donne Le novità non si fermano qui: molte altre, e importanti, potreb-bero venire dal nuovo programma di lavoro della Commissione impegnata sulle priorità della lotta all’emergenza climatica per un modello di sviluppo sostenibile, quale perseguito dall’A-genda ONU alla scadenza del 2030 e che vede l’Unione Europea in testa ai progressi in corso Su questi ver-santi l’urgenza si impone: abbiamo troppo a lungo rinviato le soluzioni, che si trattasse della salvaguardia del pianeta, della lotta alla povertà, del governo dei flussi migratori, del con-

trasto a conflitti armati e del rafforza-mento della vita democratica La storia presente ci offre, tra mille traversie, l’opportunità di rinascere A trent’anni dall’abbattimento del Muro di Berlino e a quasi settant’anni della Dichiara-zione Schuman che avviò il processo di integrazione europea, è venuto il momento di lavorare a una “rinascita” del progetto europeo, per tornare a consolidare la pace e lavorare a uno sviluppo equilibrato, in Europa e nel mondo E’ un impegno che non può solo esse-re delegato a chi ci rappresenta nelle Istituzioni: deve diventare anche atti-vità quotidiana di tutti noi, ciascuno con i propri talenti, le proprie opinioni e la forza condivisa di una società che deve ridiventare comunità, lontana da odi e rancori e determinata a lavora-re per il bene comune Anche e so-prattutto da questo potrà nascere una nuova Europa e, con essa, una nuova Italia, rinata alla luce dei valori affer-mati nella sua Costituzione

Franco Chittolina

NATALE, TEMPO DI NASCITE (E RINASCITE)

Attualita

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La storia si ripete, sembra non inse-gnare nulla a nessuno Un anno sta per chiudersi e i problemi sono sem-pre gli stessi Sembrano persino più gravi di quelli che ci siamo lasciati alle spalle Proviamo a guardare per un at-timo a trecento sessanta gradi lo sce-nario mondiale che si presenta ai no-stri occhi Guerre e conflitti affliggono metà delle nazioni del pianeta e poi carestie, siccità, desertificazione Sur-riscaldamento del pianeta con conse-guenze gravissime già oggi e ben più pesanti nel prossimo futuro Migrazio-ni dai paesi poveri verso i paesi ricchi Accoglienza sempre più difficile delle persone che chiedono ospitalità, asilo politico L'aumento del razzismo e del-la xenofobia E il più delle volte l'acco-glienza negata a chi elemosina un pez-zo di pane per poter campare ancora per un giorno In alcune città, la Polizia municipale ha iniziato a multare i bar-boni che cercano cibo nei cassonetti della spazzatura, a vietare loro la sosta sulle panchine e nelle strade della città: sono contro il decoro cittadino Ecco uno spicchio dell'umanità che incon-triamo ogni giorno nelle nostre strade e città, l'umanità che si presenta oggi ai nostri occhi Dove sono finiti gli spa-zi di fraternità, di accoglienza? Dove posso ancora vedere storie di condi-visione, di rapporti veri sinceri e pro-fondi? Di chi mi posso ancora fidare? Siamo disorientati certo, ma a leggere le Scritture quanto descritto fin qui po-trebbe forse inserirsi in una delle tante

pagine dell’Antico Testamento, che ci fa incontrare spesso con situazioni di violenza, di guerra, di rubalizi, di mi-grazioni forzate, di arricchimenti che danneggiano i poveri, di sperperi e di ingiustizia Questo è il mondo, questa è la vita La storia si ripete, la storia non insegna nulla Eppure dall'Antico Testamento siamo arrivati fin qui Noi siamo il presente di questo mondo E come gli antichi profeti siamo chiama-ti ad affrontare queste situazioni nel segno della speranza Mi ha impres-sionato, e fatto molto bene, leggere “Vuoi un caffè?”, la Lettera Pastorale di Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo Sì: per sopravvivere ai giorni nostri ci vuole un caffè Perché ci fa energia, poi perché un caffè secondo il vescovo Derio è un grosso impegno verso co-lui al quale lo offro Ed è proprio vero Certo sembra semplicistico e illusorio affrontare le questioni e i problemi di oggi con una tazzina di caffè Ma pro-viamo a pensarci e a seguire i suoi in-segnamenti Offrire un caffè vuol dire: “ho tempo per te” Prendere un caffè riduce il confine tra chi offre e chi ri-ceve E chi di questi tempi ha ancora tempo per l'altro? “Ho tempo per te”, ripete Dio a ciascuno di noi È la storia che si ripete ogni anno a Betlemme: Gesù si ripropone ad ogni uomo prima di tutto come relazione La relazione cura, libera, crea lo spazio della spe-ranza Il Natale di Gesù è questo E ri-empie di speranza l’anno che seguirà

Silvano Gianti

LA STORIA SI RIPETE

Attualita

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Vita della congregazione

INSIEME PER RACCONTARCI...

Accoglienza mamma-bambinoRealizzo la missione che mi è stata affidata in questa comunità di ac-coglienza, dal 1983 come servizio a tempo pieno e dal 2005 come vo-lontaria Faccio parte del consiglio direttivo e mi occupo della comu-nità in generale Curo i rapporti con gli enti pubblici, in particolare con il consorzio socio-assistenziale, con cui è in atto una convenzione Collabo-ro con l’équipe educativa e cerco di sostenere e incoraggiare nei momenti difficili Sento urgente prendere cura della fragilità: donne con figli, spesso con un passato di grande sofferenza Presento al Signore ognuna e chiedo

Eccoci alla terza tappa del ‘raccontarci’ le nostre presenze ad extra, nella vigna del Si-gnore La Regola di vita del nostro Istituto ci chiede di proclamare “l’amore del Signo-re attraverso qualsiasi opera di misericordia spirituale e corporale: con servizi educativi e caritativi, con l'evangelizzazione e la pastorale, con l’apostolato della preghiera e della sofferenza L’importante è che Cristo sia annunciato” Anche dal Capitolo genera-le del 2017 ci viene l’invito a valorizzare e comunicare maggiormente tra noi quello che siamo e che realizziamo nella missione, attraverso la molteplicità dei nostri servizi, svolti con presenze di prossimità e con la caratteristica della piccolezza evangelica In queste pagine continuiamo a conoscere alcune testimonianze, pur non esaustive, presentate nell’incontro del 5 febbraio 2018, consapevoli che la rapida evoluzione del nostro tem-po rende presto ‘datate’ le risposte ai bisogni dell’oggi ‘Nel nostro fare, ‘siamo’, ma il nostro ‘essere’ è molto di più’, ha sottolineato una partecipante Ci sono presenze la cui efficacia apostolica è nota solo a Dio Per colmare eventuali lacune o per maggiori informazioni, ci potremo riferire direttamente alle sorelle interessate

la sua benedizione, anche per quelle che, a distanza di tempo, passano per un saluto, a volte un grazie

Suor Margherita Peirotti

Casa della giovaneIl nostro è un servizio di accoglienza di ragazze di ogni nazionalità, razza, reli-gione Attualmente (2018) le 22 ospiti sono di 10 nazionalità: Europa, Ame-rica Latina, Africa, Cina L’Ente aveva accolto anche profughe provenienti dall’Africa, in attesa di sistemazione da parte della commissione per l’ac-cettazione o meno come richiedenti asilo Cerchiamo di essere accanto nei casi più problematici con il rapporto

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Vita della congregazione

personale, la ricerca di lavoro e casa, momenti di formazione e incontro

Suor Anna Vacchetta

Collegio ImmacolataNel tempo questa opera ha avuto cambiamenti, non solo logistici At-tualmente, in corso Carlo Brunet, ac-cogliamo 20 studentesse o lavoratrici maggiorenni Le giovani, tutte italia-ne, provenienti da varie regioni, in prevalenza dal Sud, sono qui per mo-tivi di studio o di lavoro: si organizza-no autonomamente i tempi di studio, lavoro, pasti, tempo libero Noi ga-rantiamo il servizio di portineria e un ambiente il più possibile funzionale al loro bisogno Soprattutto cerchiamo di inserirci nei loro impegni di studio e di lavoro con proposte formative, con la nostra presenza cordiale, acco-gliente, attenta, pur nel rispetto della loro autonomia A inizio anno si pro-grammano incontri che tengano pre-sente anche il cammino della diocesi e della Chiesa È cresciuta l’apertura e la partecipazione di alcune ospiti a esperienze o attività proposte da La Sorgente ai giovani delle 5 diocesi o dalla pastorale giovanile e vocazio-nale diocesana Questi ‘piccoli passi’ sono motivo di gioia per noi, come lo è il vederle serene nella vita di con-vivenza, collaborative nel gestire i momenti comuni Desideriamo che la permanenza in Collegio segni positi-vamente la loro vita e conservino un buon ricordo delle persone con cui hanno condiviso alcuni anni del loro cammino

Suor Giovanna Moschella

CarcereDal 2013 vado in carcere due volte la settimana: il martedì per i colloqui e il sabato per la S Messa È un lavoro di vicinanza, di sostegno, di risposta ad alcuni bisogni soprattutto per chi è più solo, straniero, di catechismo (è per me il momento migliore per entra-re nella vita e creare un rapporto), di tenere contatti con famigliari quando è consentito Facciamo parte di “Aria Aperta”, associazione di volontari in carcere che gestisce anche un allog-gio esterno per accogliere detenuti in permesso premio

Suor Anna Vacchetta

Per suor Elsa Galfré, il servizio ai fratel-li in carcere è stato ‘il dono più gran-de’, un mondo di relazioni Ora che l’esperienza diretta per lei si è conclu-sa, continua a seguire con la preghie-ra e l’offerta ogni persona incontrata e rispettata nella sua dignità

MigrantiOffro il mio impegno al Servizio Mi-granti della diocesi di Torino, presen-za che sento di vivere anche come continuità degli 8 anni vissuti in Brasi-le È un’accoglienza quasi giornaliera per centinaia di immigrati regolari Un settore di operatori lavora con i richie-denti asilo politico, come pure per al-tre realtà, come gli sfrattati Io opero in modo prioritario in ‘Area donna’, in collaborazione con il servizio migran-ti, ma anche con varie risorse territo-riali: servizi sociali, dormitori pubblici, comunità che ospitano migranti For-miamo una rete di possibilità di nuovi

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Vita della congregazione

inserimenti lavorativi Con la condivi-sione dell’équipe, gestisco il ‘Proget-to sostegno’ a favore di situazioni di emergenza, soprattutto donne sole con figli, con il contributo di 3 gruppi di Vangelo, che ogni mese si autotas-sano Piccole gocce che sostengono e danno speranza Diamo sempre loro i riferimenti per incontri e celebrazio-ni dell’Eucaristia che avvengono nella loro lingua

Suor Lodovica Peirotti

Contemporaneamente all’attività di dopo scuola per i ragazzi della scuola primaria di primo e secondo grado, da alcuni anni, in base alla mia dispo-nibilità di tempo, ho incominciato ad interessarmi di giovani immigrati pre-senti in Cuneo e in Provincia Avendo la possibilità di offrire loro piccole con-fezioni di dolci o salato, le distribuisco a quelli che incontro mentre sono po-sizionati per attirare l’attenzione dei passanti e ricevere qualche moneta Per principio, non do soldi a nessu-no, ma li oriento alla mensa Caritas e ai vari servizi sul territorio, accom-

pagnandoli di persona e, se necessa-rio, facendomi portavoce e referente Contatto persone competenti per alcune problematiche più comples-se per avere la giusta versione delle cose e dare risposte adeguate Questi giovani arrivano dai posti più diversi, diverse sono le culture, le lingue, le religioni… Alcuni sono soli al mondo, tutti sono alla ricerca di condizioni di vita migliori e di un lavoro dignitoso; sono sfuggiti alla miseria e alla guerra e ne sono ancora feriti Si lasciano ac-costare senza difficoltà e s’instaura un rapporto di fiducia, di stima recipro-ca, di aiuto vicendevole perché men-tre si dà, si riceve e si diventa custodi dell’altro Questo grande mosaico che è il mondo che abitiamo, le cui tesse-re sono i molteplici popoli, non sarà mai completo fino a quando ognuno di noi non riconoscerà la presenza in-dispensabile di questo o quel fratel-lo, solo allora acquisterà la sua forma effettiva e manifesterà la sua bellezza, quando Dio sarà tutto in tutti!

Suor Rita Grollino

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Vita della congregazione

Collaboro all’interno dell’ufficio pa-storale Migrantes, a livello della dio-cesi di Cuneo, che segue in particola-re le comunità cattoliche dei migranti provenienti da Filippine, Sri Lanka, paesi dell’Africa e Sud America; con loro si celebra la Messa nelle varie lin-gue, una volta al mese e altri momenti festivi Accompagniamo il cammino di catecumenato di alcuni ragazzi che ne fanno richiesta Cerchiamo di favorire rapporti fraterni tra le varie comunità con alcune celebrazioni comuni Nella nostra sede, in corso IV novem-bre n 13, offriamo una presenza di ascolto e di aiuto per il disbrigo di documenti, ricerca di lavoro o proble-mi di vario genere Sono disponibili anche alcuni volontari per un po’ di scuola di italiano Partecipo al coor-dinamento regionale e sono delegata USMI-Migrantes per la regione Pie-monte e Valle d’Aosta Questo servi-zio è una piccola goccia in un mare di reali esigenze, una sfida che esige il mettersi continuamente in gioco, ma è soprattutto una ricchezza, una ri-sorsa umano-spirituale che vitalizza la mia consacrazione

Suor Gemma Dalmasso

In campo socialeMi sono sempre impegnata, contem-poraneamente all’insegnamento, nel sociale (Comunità giovani, Coopera-tiva Futura), faccio parte di una Asso-ciazione che se ne interessa e lavoro in una sua rete per richiedenti asilo Accompagno, in particolare, alcune situazioni delicate di persone o fami-glie Collaboro anche con una ONG

attraverso la Commissione della Fe-derazione italiana GPIC (Giustizia, Pace, Integrità del Creato) Direi che, da qualche anno, vivo la mia missione alla luce della parabola del buon sa-maritano, che a me dice moltissimo; cerco di fermarmi di fronte ad ogni fratello bisognoso che incontro sulla mia strada Mi piace pensarmi ‘sorella’ per ognu-no Una missione che sento molto mia è quella dell’ospitalità: la gioia di accogliere Gesù nei fratelli e, in par-ticolare, quelli più bisognosi L’unico obiettivo nella mia relazione con i fra-telli è dimostrare loro che Dio li ama e portare il Vangelo

Suor Graziella Zocchi

Un particolare affettuoso ricordo va a suor Maria Giorgia per la sua missione vissuta con grande passione nel ‘set-tore donna’ della Commissione Giu-stizia e Pace della congregazione e in varie altre associazioni e movimenti Nella sua testimonianza ci aveva co-municato che, inoltratasi in campi inediti, ha potuto realizzare tante aspirazioni, iniziative e gesti concreti di solidarietà, in difesa e promozione della donna, condividendo amicizia, solidarietà specie con chi ha subito violenza ‘Rendo grazie a Dio, sono sue parole, perché mi ha dato la gioia di poter annunciare la sua misericor-dia’ Dal cielo dove ti pensiamo nella infinita bellezza di Dio, sostienici nel-la nostra missione di amore al ‘caro prossimo’

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Buon Natale, amico mio: non avere paura. La speranza è stata seminata in te.Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, è spuntato un ramoscello turgido di attese. E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. Non avere paura, amico mio. Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi. Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te. Gesù che nasce, è il segno di una speranza che, nonostante tutto, si è già impiantata sul cuore della terra… e nel tuo cuore.

Don Tonino Bello

Buon Natale

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Vita della congregazione

L’ESPERIENZA VISSUTA A LOURDES“Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre” (Salmo 118,1)

Ogni anno è data a due suore la gioiosa opportunità di parteci-pare a un pellegrinag-gio a Lourdes, grazie all’Ente organizzatore l’O F T A L (Opera Fe-derativa di Trasporto degli Ammalati a Lou-rdes) Quest’anno, es-sendo in Italia, ho avuto la possibilità di godere di questo dono, in-sieme a suor Wivine Mboma Ringrazio Dio perché è stata un’espe-rienza bellissima e un grande dono per la mia vita Il luogo mi ha richiamato la Gerusalemme celeste, la famiglia di Dio nel paradiso, dove una moltitudine di persone e po-poli, di lingue e nazioni diverse si incon-trano per lodare Dio Ho visto la fede di quella moltitudine che spera ancora nel Dio vivente all’opera nell’uomo secondo la sua volontà Ho vissuto i vari momenti forti del pellegrinaggio: mi sono lavata alla piscina, ho bevuto alla fontana, ho fatto l’adorazione eucaristica nelle basi-liche, ho partecipato alla fiaccolata, ho acceso la candela alla Madonna, ho cam-minato con gli ammalati facendo sosta alla grotta di Massabielle, ho fatto la Via Crucis, ho visitato la casa di Bernadet-te e ho avuto il desiderio di confessar-mi nella Cappella della riconciliazione

Tutte queste tappe mi hanno allargato il cuo-re a Dio, alla Madonna, agli ammalati, alla mia Congregazione e alla Chiesa Alla grotta ho avuto tempo di prega-re per tutti: il mondo, la Chiesa, il mio paese, la Congregazione, la mia Delegazione, la mia fa-miglia di origine e per tutte le persone che mi hanno chiesto di prega-re per loro Nella casa dove eravamo ospitate ho ammirato la dispo-nibilità e la generosità dei volontari che erano

là per aiutare i malati e per il servizio del-la casa Che il Signore li ricompensi con tutte le grazie necessarie per la loro vita Penso che l’esperienza vissuta a Lourdes mi sarà di aiuto nella vita per radicare la mia fede in Dio, sull’esempio di Berna-dette e per portare nel mio servizio un nuovo soffio di amore, fede, speranza, fedeltà, generosità e disponibilità Che lo Spirito Santo mi aiuti ad aprire bene il mio cuore al calore del suo ‘fuoco’ per rimanere fedele al servizio di Dio, sia nei momenti di gioia che in quelli di difficol-tà Che Bernadette, dal Paradiso, mi aiuti ad amare la Vergine Maria! Vi ringrazio ancora di tutto quello che ho ricevuto e affido alle vostre preghiere il mio futuro servizio nella Delegazione Africa

Suor Marthe Etsaunga

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Vita della congregazione

SELEMBAO (RDC): IL RITORNO A SCUOLANotizie dalla scuola “San Giuseppe”

Il presidente della Repubblica, Félix Tshi-sekedi, iniziando il suo mandato il 25 gennaio 2019, ha promesso l'istruzione di base gratuita nelle scuole pubbliche Con le nuove disposizioni della Costituzione riguardo all'educazione nazionale sembra che ora si realizzi tale promessa Perman-gono tuttavia dubbi, incertezze e persino confusione circa l'effettiva realizzazione della dichiarata ‘educazione gratuita’ Il 2 settembre, come previsto dal calendario scolastico, ha avuto inizio l'anno scolasti-co in tutto il Paese Nel nostro comples-so scolastico ‘San Giuseppe’ gli studenti, vestiti di bianco e blu, accompagnati nel cortile della scuola dai fratelli o sorelle più grandi o dai genitori, ben forniti di mate-riale scolastico, erano eccitati per la so-lennità del momento Il primo fischio ha dato luogo all'incontro contrassegnato dalla preghiera, dall'animazione, dal salu-to alla bandiera e dalla parola di apertura della Direttrice, suor Séraphine MAMBU KAFUTI, che ha ringraziato innanzitutto Dio per il suo amore e la sua protezione, di cui tutti hanno beneficiato durante le vacanze Ha dato quindi il benvenuto a tutti i membri della scuola, insegnanti e studenti, affidando il buon esito dei corsi dell'anno scolastico alla protezione dello Spirito Santo La comunità insegnante è stata incoraggiata ad accogliere e realiz-zare le iniziative che verranno proposte per raggiungere i risultati attesi Un’e-spressione di gratitudine è stata poi ri-volta ai genitori per la rinnovata fiducia che dimostrano con l'invio dei loro figli a

questa scuola, nonostante la crisi che sta attraversando il paese, invitandoli a rima-nere nella speranza di giorni migliori Gli studenti sono stati invitati a svolgere un buon lavoro, con disciplina e in franca col-laborazione, nello spirito della nostra isti-tuzione scolastica, che opera senza scopo di lucro, ma unicamente per contribuire come deboli strumenti all'espansione del regno di Dio, come suggerisce il nostro fondatore JP Médaille, e allo sviluppo del nostro Paese Ringraziamo di cuore la Ma-dre generale e il suo consiglio, come pure la Delegata e il suo consiglio, per la loro attenzione al buon funzionamento dell'i-stituzione Grazie anche a Suor Micheline TOTO, economa della delegazione afri-cana, per il suo grande senso pratico e la esemplare dedizione, che ci ha dato la gioia di trovare aule molto pulite e acco-glienti e la nuova sala computer per gli alunni, la cui presenza è in crescendo Ora sono: 106 alla scuola materna; 474 nella scuola elementare e nelle 2 classi secondarie Possa la Beata Vergine Maria, nostra Madre, intercedere e vegliare su di noi, mantenendoci sotto la sua prote-zione materna per la maggiore gloria del suo Figlio Gesù

Suor Adèle BIETO

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Vita della congregazione

Il 3 agosto a Kinshasa le nostre sorel-le della Delegazione hanno avuto la gioia di celebrare la professione per-petua di suor Bernadette Nkoy e di suor Emérence Mafundu, il giubileo di Professione di suor Hélène Bungu (25°) e di suor Jeanne Kamenga (50°) Ascoltiamo alcune risonanze di que-sta felice ricorrenza Suor Emérence, a nome di tutte, ha espresso la gioia e riconoscenza al termine della solenne celebrazione con queste parole: “Voglio dire gra-zie prima di tutto al Signore della vita e della storia per tutti benefici che ci ha concesso e non cessa di accordarci nella sua bontà; un grazie particolare alla Congregazione che ci ha accolte e accompagnate in tutti questi anni nella formazione e nella nostra missio-ne; grazie ai sacerdoti celebranti e so-prattutto ancora, grazie alle famiglie che ci hanno iniziate alla fede e soste-nute durante il cammino di consacra-zione. Sentitevi onorati e ringraziati” Non è mancato il ricordo dei parenti che le hanno già precedute nella casa del Padre Anche suor Bernadette ha fatto sen-tire la sua voce riconoscente: “In questo giorno della mia definitiva consacrazione al Signore ho voluto ringraziare sinceramente il Signore per il dono della vocazione. Grazie anche a tutti, alle sorelle che mi han-no accolto, amata, sostenuta e che hanno continuato a incoraggiarmi at-traverso le preghiere e i consigli. Con

questi sentimenti di gratitudine sento bello ripercorrere la storia sacra del-la mia vita: Sono nata a Mapangu Plz, nella diocesi di Idiofa, nella provincia di Kwilu (RDC) nel 1986, sono quarta nella famiglia di 7 figli 4 femmine e 3 maschi, di cui il più piccolo è già stato chiamato dal Signore nel suo paradi-so. Sono nata in una famiglia cristiana. Durante la mia infanzia ho frequentato la parrocchia; mia madre mi ha inse-gnato a pregare e ci portava ogni do-menica in chiesa. Inoltre, ho iniziato a impegnarmi nella parrocchia all'età di 10-11 anni, quando sono entrata nel gruppo di KA (Kizito e Annuarite). Ho imparato e ho fatto l’esperienza di amare e servire i poveri: ogni settima-na si visitavano gli anziani e i malati nel quartiere. Per questo adesso sono contenta di continuare a servire i più poveri e quelli di cui nessuno si oc-cupa, come ci ha suggerito il nostro Fondatore”.

UN SÌ DEFINITIVO A DIO

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Vita della congregazione

Martedì 20 agosto 2019 ci ritroviamo nella nostra casa madre per la secon-da delle giornate formative, che sono state proposte per la nostra Congre-gazione nel tempo estivo Nella prima parte della mattinata p Aldo Genesio S J introduce la rifles-sione sul tema della Nuova Alleanza e, in prima battuta, sottolinea che ogni preghiera è preghiera di alleanza perché ci rende familiari a Dio, ci lega a Lui e Lui a noi Il discorso prosegue mettendo a fuoco che è il Nuovo Te-stamento il tempo in cui si realizza la Nuova Alleanza, la cui massima espressione è l’Eucarestia, mistero nel quale si compie il dinamismo pasqua-le di passione, morte e risurrezione del Signore Nell’Eucarestia si stabi-lisce l’alleanza di tutti gli uomini con Dio: non più sangue di animali come negli antichi sacrifici, ma un solo sacri-ficio, un solo sangue, quello di Cristo, ci lega strettamente a Dio Gesù è il mediatore di questa alleanza nuova Nell’Antico Testamento il profeta Ge-remia già prevedeva un futuro nel quale al popolo di Israele sarebbe stata data una legge nuova, interiore, scritta nel cuore, non più sulla pietra: “Questa sarà l’alleanza che conclude-rò con la casa d’Israele: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (Ger 31,33) Il profeta Ezechiele richiamava ulteriormente l’attenzione sulla pro-messa di un tempo in cui Dio avrebbe

compiuto meraviglie per il suo po-polo, legandolo a sé nell’amore: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo […], porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vive-re secondo le mie leggi […], voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” (cf Ez 36, 24-28) Nel Nuovo Testa-mento le promesse proclamate nelle profezie di Geremia e di Ezechiele non sono più soltanto un desiderio di Dio, una sua volontà di legarsi a noi, ma si realizzano La Nuova Alleanza si attua nell’uomo decaduto con il dono rinnovatore dello Spirito Santo Alla legge del peccato, che abita l’uomo irredento, subentra la legge dello Spirito e il discepolo può rivolgersi a Dio chiamandolo Padre: “Avete rice-vuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abba, Padre!" (Rm 8,15) Il relatore, riferen-dosi al Vangelo di Giovanni (cf Gv 15, 9-17), afferma che la Nuova Alleanza è alleanza trinitaria, legame di Spirito Santo tra il Padre e il Figlio, che, attra-

UNA STORIA DI AMORE E DI SALVEZZA

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Vita della congregazione

verso il dono della sua vita, comunica lo stesso Spirito ai discepoli ed essi attualizzano questo legame nel rap-porto con gli altri Dal punto di vista cristiano la relazione con il prossimo dovrebbe essere una reciproca co-municazione di Spirito Santo Anche la vita quotidiana, nella normalità dei suoi gesti, può diventare vita trinitaria perché la vita eterna è già in noi, è già iniziata Viviamo ancora nell’opacità della nostra esistenza ma, grazie alla misericordia di Dio, siamo già eredi e coeredi di Cristo (cf Tt 3,3-7) A noi, discepoli di Gesù, è richiesto di per-manere nell’alleanza nuova, vivendo sempre più profondamente nella ca-rità, come afferma l’apostolo Paolo: “Prego perché la vostra carità si arric-

chisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo” (Fil 1, 9-10) La Nuova Alleanza presuppone di es-sere vissuta nel dinamismo del “me-glio”, nel dinamismo dell’amore Il Si-gnore, che continuamente ci stimola a un “di più”, non esige cose straor-dinarie e impossibili Ogni istante di vita, ogni gesto anche piccolo, vissuti con amore, possono diventare rispo-sta al desiderio del Padre, che, lungo tutta la storia della salvezza, agisce per incontrare noi sue creature e suoi figli e per introdurci nella intimità con Lui

A cura di suor Luisita Quaglia

Il giorno 6 novembre 2019 ci siamo ritrovate come Congregazione per ri-flettere sul tema della gioia, per ani-marci, approfondire, scaldare il cuore e ripartire in modo nuovo a vivere e testimoniare la gioia La riflessione viene guidata da don Mariano Ber-nardi, biblista, con quel tocco di origi-nalità profonda che è tutto suo e che rende attraente l’ascolto Rivolgiamo lo sguardo attento e partecipe a quel-la ricerca di felicità che ogni persona si porta dentro, proprio in quanto per-sona umana, una ricerca che penetra i nostri sogni, entra nelle nostre paro-le, vive nelle nostre emozioni, orienta le nostre scelte, dilata il nostro cuore

La Parola di Dio è al centro di que-sta riflessione, una Parola ri-narrata, ri-interpretata, ri-detta oggi, a ciascu-no di noi, alla nostra storia, alla nostra vicenda umana I testi base a cui fac-ciamo riferimento sono: Mc 10, 17 ss; Dt 6, 1ss; Gv 6; le beatitudini di Mt 5 Il discorso delle Beatitudini viene ri-letto non come una legge morale, ma come un “entrare” di Gesù nel cuore della gente che lo ascolta e farlo di-ventare grande, chiamando ciascuno ‘beato’ in quanto la loro vita incarna la beatitudine proclamata Sia nelle relazioni che nel dialogo in assemblea, coglievi un coinvolgimen-to intenso delle partecipanti, segno di

LA GIOIA EVANGELICA

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un interesse vivo e crescente all’argo-mento Trascrivo ora alcune espres-sioni che mi hanno colpita ed hanno smosso qualcosa nella mia esistenza • Nella tua testa, nella tua vita, vuoi

la felicità? Mettiti in gioco con Dio e coltiva la fiducia

• La felicità non è come i fuochi arti-ficiali, che suscitano la gioia di un momento, ma è come un brace: è una ‘presenza’ stabile, profonda, una letizia di essere, qualità densa che ti permette di attraversare la vita, che è e rimane in te e si riatti-va quando vi soffi sopra

• Il nascere della gioia non è nel-la legge, ma in un’azione buona di Dio per te, in una Promessa di bene, in una Benedizione È in questo contesto che le norme di-ventano sentieri di libertà

• È la fede-fiducia che ci permet-te di avere accesso alla Sorgente della vita e ci spalanca il cuore alla bellezza della felicità: essa arriva nel momento in cui tu ti muovi, accetti di “partire”, decidi di dare questa forma alla tua vita, e non quella del sospetto, del dubbio, della paura, dell’obbedienza fine a se stessa

La riflessione continua nel pomerig-gio sul discorso delle beatitudini, in un contesto pratico, personalizzato, vitale, stimolante, penetrando nel no-stro vivere personale e comunitario Di tutto questo ci sentiamo ricono-scenti, desiderose di “rimanere” in questa ricchezza di Parola ri-narrata per la nostra vita Siamo certe che ci ritorneremo e potremo ritrovare ogni volta luce e calore per animarci a vive-re nella gioia

Suor Ester Baudino

Vita della congregazione

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Dove attingi buone notizie per la tua vita, per il tuo domani? A quale fonte?

Riflettendo su questa domanda sono arrivata alla sua essenzialità ed alla mia, comprendendo una delle cose più sottili, e che la fonte per me sono quelle che Don Milani chiama “parole generative” Le parole generative per me diventano tali tramite l’abitudine a scrivere quotidianamente su un diario che mi porta a rileggere il quotidiano ed a re-imparare da esso Le parole scritte diventano generative quando mi aiutano a non farmi sfuggire dalle mani il presente, a vivere in profondità il “qui ed ora” Mi aiuta a so-stare nei momenti della vita in maniera profon-da, a rileggere domani per re-impara-re ciò che vivo oggi Quindi le parole ascoltate, che diventerebbero vane se non le fermassi Un posto molto importante lo ricoprono le parole del vangelo che mi aiutano a ricordare che l’orizzonte a cui voglio tendere è la ricerca dell’essenzialità, dell’atten-zione alle piccole cose, agli ultimi Le parole generative quindi sono la fonte che riporta la mia strada non sulle cose più urgenti ma su quelle più importanti

Francesca

Mi presento: sono Letizia e per i pros-simi 5 mesi vivrò a Valencia per mo-tivi di studio Credo, in questa setti-mana, di essere stata circondata da buone notizie La buona notizia per me è quel qualcosa che ti fa dire: la vita è bella! Attingo a buone notizie nel condividere la casa con 4 stranieri

tedeschi che hanno una cultura diffe-rente dalla mia, ma hanno saputo ac-cogliermi a braccia aperte Attingo a buone notizie quando en-trando in una chiesa spagnola, mi ac-corgo e percepisco una chiesa univer-sale che, ovunque io sia, mi fa sentire a casa Spesso le buone notizie mi raggiungono senza che io me ne ac-corga La buona notizia si nasconde alle volte in dettagli, non si manifesta apertamente Sta ad ognuno trovare il passo giusto per accorgersi delle buone notizie che si presentano ti-midamente nella nostra quotidianità Sta ad ognuno ricercare delle buone notizie nelle persone che ci circonda-no, nella famiglia e nei luoghi in cui si vive

Letizia

Ogni giorno, in qualunque momento e da ogni parte siamo tempestati di notizie, informazioni, aggiornamenti, pubblicità Le modalità sono moltepli-ci: riviste, giornali, televisione e noti-ziari, internet con siti dedicati e social network, ecc A quale fonte affidarsi,

Spazio Giovani

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Spazio Giovani

credere e quale seguire? Personal-mente la mia scelta ricade su poche: un telegiornale regionale la sera, il settimanale cartaceo cattolico cune-ese, un sito internet di notizie della provincia Granda Un po’ controcor-rente lascio da parte i social network ai quali non sono iscritto per scelta dettata dalla volontà di relazioni e co-municazioni dirette e più vere con chi mi sta intorno Ma tutte queste sono notizie giornalistiche che servono per informazione e poco più; la vera no-vità che crea luce alla vita e al doma-ni sta altrove nella “Buona novella”, nel Vangelo La lettura quotidiana del Vangelo del giorno è ciò che dà senso al mio vivere Ed è novità perché, an-che su brani già conosciuti, ogni volta a seconda della mia situazione, atten-zione, stato fisico e mentale, condi-zioni di contorno del momento colgo una sfumatura diversa che colpisce, interroga ed indirizza Il Vangelo è il faro che guida la giornata, nella qua-le posso trovare altre buone notizie forse più nascoste o semplici o spes-

so poco considerate Mi riferisco alle bellezze della natura che ci circonda, alla straordinaria complessità del no-stro corpo e i suoi sensi, alle persone che ci stanno intorno con la propria personalità e unicità Anche nella sof-ferenza si può restare stupiti dalla for-za di volontà, dalla tenacia e da esem-pi di vita Se riferiamo tutto a Dio, Via, Verità e Vita, allora ogni cosa può es-sere Notizia a cui attingere qualcosa di importante per crescere nella fede e nell’amore

Davide

E anche oggi giornata meravigliosa! Prima di andare a dormire mi piace spesso ripensare alla giornata e co-gliere qualcosa di speciale che è ca-pitato… e anche questa sera sono qui che penso al pezzetto di oggi vissuto! Davanti agli occhi mi appare l’imma-gine del monte Tabor su cui quest’e-state siamo saliti a piedi… la fatica, il caldo, lo zaino, l’acqua che scarseg-giava, facce stanche, letteralmente sfigurate! Eppure in mezzo a tutta

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Una giornata di ordinario lavoro in Ufficio Pastorale Migranti

Siamo connessi Perennemente con-nessi Andiamo a dormire con l’ultimo messaggio inviato e ci risvegliamo con lo smart-phone già rovente Richieste di appuntamenti, segnalazioni di pro-blemi, inviti a chissà quali incontri, ri-unioni, tavoli, progetti La giornata sembra non bastare mai Il tempo del-le connessioni non è più sincronizzato al tempo reale Le risposte vanno date subito, le soluzioni dovresti averle an-cor prima che si presenti il problema e il buon Signore avrebbe dovuto donare a tutti il dono dell’ubiquità Si perdono

però i dettagli, quelli che solo chi pren-de tempo e rallenta riesce a cogliere Quei dettagli che noti se incontri le persone, quelle sfumature che solo in-sieme si possono afferrare Quelle pa-role, che in un dialogo in connessione non si sarebbero pronunciate, che ri-portano al senso del proprio operare Il messaggio dice “Abdul ha un proble-ma di documenti” La prima domanda che mi viene in mente è: “Ma chi è Abdul?” Abdul viene invitato a venire all’Ufficio Pastorale Migranti, prende il suo numero, attende comodo su una

Spazio Giovani

questa fatica appaiono occhi attenti che brillano di gioia per la conquista, per il paesaggio, per la terra che c’è sotto i nostri piedi C’è una trasforma-zione nell’aria: facce sfigurate stanno diventando trasfigurate! Quanta gioia, quanta semplicità, quanta vita! Chissà se duemila anni fa le facce dei disce-poli erano simili alle nostre! La buona notizia di oggi dunque è il ricordo di quest’esperienza e soprattutto la cari-ca di energia e positività che continuo ancora a vivere nella quotidianità

Andrea

Io ho avuto l'opportunità di parlare del Signore e della mia Fede con al-cuni ragazzi che ho conosciuto Mi sono reso conto di quanto sia im-portante confrontarsi con i pensieri degli altri e mi sto accorgendo che questo mi sta arricchendo Poiché non

riesco sempre a seguire la pagina di Vangelo del giorno, ho scaricato l'ap-plicazione della Bibbia Viaggiando in pullman mi concentro e mi perdo nelle Scritture e nelle Buone Notizie del Signore È bello scoprire elemen-ti sempre nuovi della mia fede Gesù in questi mesi lo sento molto vicino e mi accompagna nel cammino di ogni giorno

Gilberto

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Spazio Giovani

panca, chiacchiera con il suo vicino Entra allo sportello ascolto e si presen-ta Abdul è un ragazzo con la sua storia di vita Ha le sue passioni, la famiglia nel suo paese di origine e le sue rela-zioni e reti nella città in cui vive ora Ha delle competenze, parla più lingue e ha anche un problema di documenti Contingente Perché Abdul non è solo il suo problema di documenti Salgo al primo piano Sedute ad attendere davanti all’ufficio ci sono donne sole o con bambini Davanti alle scrivanie delle operatrici c’è chi piange, chi rac-conta triste la sua condizione di disoc-cupata, mentre dalla stampante esce un curriculum vitae Affissa alla porta una locandina che invita le donne a un corso di formazione per assistenti familiari, accanto un altro manifesto con la festa dei bambini del quartiere Le stesse donne le rivedo ai due ap-

puntamenti con il sorriso, più serene, attente nello spostare il manichino sul lettino della simulazione o a guardare i loro figli giocare nel cortile insieme a tutti gli altri Aisha ha preparato il cous cous e i dolcetti tipici della sua terra e va fiera del suo portavivande in tela, cucito con le sue mani nel laboratorio di sartoria Salgo al secondo piano e incontro la coordinatrice della scuola di italiano che ha gli occhi che sorrido-no Il suo studente più problematico, conosciuto da anni, finalmente ha otte-nuto la licenza media Saltellano insie-me nel corridoio e temo per l’incolu-mità della mia collaboratrice, tra le più anziane dell’Ufficio Intanto incrocio lo sguardo di un padre, una madre e le due figlie – presumo – mentre esco-no dall’ufficio dedicato alle famiglie italiane che ospitano, a casa propria rifugiati Mi affaccio e vedo un ragazzi-no seduto davanti all’operatrice I miei occhi sono interrogativi e lei mi dice che il momento appena vissuto è stato intenso e commovente, per entrambe le parti Era il primo appuntamento co-noscitivo tra famiglia e ragazzo Presto Mustafa si trasferirà a casa loro Intanto riguardo lo smart-phone, abbandona-to per qualche ora nella tasca 150 i messaggi, 20 telefonate andate per-se, messaggi che dicono “è urgente” Fisso appuntamenti sulla mia agenda, nei pochi spazi rimasti vuoti Passo al mese successivo e ricomincio L’incon-tro porta sempre a una nuova scoperta e questo è l’unico modo cristiano per vivere il nostro lavoro

Sergio Durando

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Laici nel Piccolo Disegno

Quando ho ricevuto la bella notizia degli esercizi spirituali all’Alpe ho pen-sato che fosse un’opportunità da non perdere, così mi sono iscritta al volo! Una settimana immersi nel silenzio e nella bellezza dei fiori, dei panorami e della preghiera Che bello! Sono sa-lita un po’ affaticata dalle molte atti-vità, ma desiderosa di immergermi in quest’esperienza; l’ho vissuta in piena serenità e sono scesa rigenerata Don Andrea Adamo ci ha sapientemente accompagnate sul tema della voca-zione, sottolineando quanto questa passi attraverso le piccole pieghe della nostra umanità, le nostre carat-teristiche caratteriali da valorizzare, rimanendo fiduciosi sotto lo sguardo di Dio Molte donne ci hanno guidate nelle riflessioni di questa settimana:

da Marta e Maria, così diverse e così simili, a Maria con il canto del Ma-gnificat, passando per l’emoroissa, la donna saggia del libro dei Proverbi e la peccatrice, che ama Gesù come sa e che Lui accoglie A casa, per la quo-tidianità mi sono portata soprattutto il desiderio di accogliere me stessa e ogni fratello e sorella nella nostra uma-nità, il nostro carattere, i nostri limiti, il nostro desiderio di amare, di essere lì, dove sono chiamata ad essere, senza forzature, con umiltà, con il desiderio di ringraziare per quel che sto viven-do con Gesù e con la preghiera di sa-per vivere e amare come Gesù Che bello se chi mi incontra potesse fare esperienza dell’Amore di Gesù, della sua vicinanza, della sua consolazione, della sua freschezza, della sua libertà nella quotidianità, senza pretendere che gli altri capiscano, cambino o si convertano, semplicemente Amando, lasciandomi amare e affidando tutto a Te, o Dio Donami o Signore di diventare tua consacrata, ossia persona che davve-ro AMA come ami Tu…

Con semplicità, “una” che c’è stata!

ESERCIZI SPIRITUALI ALL’ALPE DI PAPA GIOVANNI

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“Saranno i cuori di un popolo creden-te a custodire la pace dalla rapacità dei mercati, dal terrorismo, dalla ricer-ca frenetica dell’interesse di parte” Queste parole di Papa Francesco, du-rante il suo recente viaggio in Africa, si applicano bene anche alla situa-zione del Camerun La nostra mode-sta presenza all’Estremo Nord vuole essere un piccolo seme di speranza e contribuire, soprattutto attraverso l’educazione scolastica e l’evangeliz-zazione, a costruire un paese di pace, nella pluralità linguistica, etnica e re-ligiosa Rispetto ad altri paesi africani, il Ca-merun ha goduto un periodo di una relativa stabilità politica e sociale che ha consentito lo sviluppo dell'agricol-

tura, delle strade, delle ferrovie e di un'importante industria legata al pe-trolio e al legname Tuttavia un gran numero di camerunesi vivono anco-ra in povertà, contando unicamente su un'agricoltura di sussistenza, so-prattutto nella regione sub-sahariana dell’Estremo Nord

In questo ultimo decennio, la situazione si è però an-cora deteriorata Oltre alle conseguenze dei cambia-menti climatici, l’Estremo Nord è stato scosso dagli attentati e dalle incursioni dei vicini Boko Haram Men-tre questi attacchi sembra-vano già quasi terminati, è sopraggiunto un altro grave problema che minaccia se-riamente la stabilità politica e sociale Si tratta delle re-

INSIEME PER DONARE VITA

LA NOSTRA PRESENZA IN CAMERUN

Progetti di Missione

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Progetti di Missione

gioni anglofone dell’Ovest che chie-dono un maggiore decentramento e persino la secessione dell'ex territorio britannico Nonostante l’appello dei vescovi con l’invito al dialogo, conti-nuano le repressioni violente e la pace è messa in discussione Le nostre sorelle camerunesi e congo-lesi, pur nella situazione di insicurezza e di pericolo, hanno proseguito il loro impegno con coraggio e determina-zione nelle due parrocchie dell’Estre-mo Nord, in cui sono inserite le comu-nità A Mora, continuano l’impegno nella scuola e nella parrocchia Scrive suor Justine: Dopo il lungo periodo di vacanza di 3 mesi, durante il quale ci siamo riposate, lontano dagli schia-mazzi degli alunni, abbiamo ripreso il nostro servizio scolastico e siamo tor-nati a scuola il 2 settembre. Come sempre, abbiamo molti iscritti, intorno al migliaio (895). Iniziamo an-che la catechesi e il lavoro in parroc-chia. Abbiamo approfittato delle va-canze in famiglia e personalmente ho

avuto la gioia di rivedere le consorelle congolesi dopo molti anni, quando ho partecipato per la prima volta al consi-glio di Delegazione in Congo. Nella nostra zona pre-desertica, ci sono stati 3 mesi di pioggia, che se-gnano anche un intenso periodo di la-voro nei campi perché la popolazione si affida alla coltivazione del miglio e di alcune verdure, che poi fa seccare come provviste per contrastare la ca-restia. Non è facile la vita dei poveri. Dobbiamo grattare la terra per so-pravvivere perché per molti di noi l’a-gricoltura è l’unica risorsa su cui con-tiamo per mangiare, per curarci, per fare studiare i figli alla scuola primaria e secondaria. Quest'anno le piog-ge sono state abbondanti. Il raccolto sembra buono, ma le capanne della gente sono crollate. Le strade sempre mal riparate sono ulteriormente rovi-nate. È difficile passare con la mac-china sulla strada per raggiungere la nostra casa e la scuola, ma facciamo ciò che diciamo in Camerun: ‘on fait

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Progetti di Missione

avec’. In comunità, dopo diversi anni con due sorelle, abbiamo la gioia di acco-gliere suor Éliane tra noi. Ha prestato servizio nella Re-pubblica Democratica del Congo per 3 anni. È stato un periodo ricco di scambi e interculturalità. Grazie per essere qui nella nostra co-munità perché avevamo bi-sogno di una terza sorella! Anche a Salak le nostre so-relle sono impegnate nella scuola primaria vicino alla parrocchia e in quella di Yakang Sr Bérthe ci fa sapere che anche da loro gli alunni sono molto numerosi e lei si ritrova con una classe di 80 alunni Inoltre è impegnata in parrocchia per animare il gruppo Cop Monde (equivalente di ACR ragazzi) che quest’anno sono sti-molati dallo slogan: ragazzi all’opera per una società più giusta e responsa-bile. Anche suor Astrid e suor Odette, sono impegnate nelle scuole diocesa-ne di Salak e di Yakang di cui hanno la responsabilità, e svolgono servizi di catechesi e animazione di gruppi nel-la parrocchia

Come progetti prioritari hanno chie-sto: • il contributo per pagare la retta

scolastica a un gruppo di bambini bisognosi La somma richiesta per accedere alle nostre scuole private cattoliche non è alta, ma per alcune famiglie non è accessibile

• la costruzione dell’aula di infor-matica per la scuola di Yakang: an-che qui i ragazzi e i giovani sono confrontati con i nuovi mezzi di co-municazione e i programmi ministe-riali prevedono corsi di informatica già nella scuola primaria

• la costruzione di servizi igienici alla scuola di Salak: con l’aumento degli alunni e delle loro esigenze, si rende necessario adeguare, in proporzione, anche i servizi igienici Quelli già esi-stenti non sono sufficienti e sovente anche non più agibili

• Sostegno ai prigionieri delle car-ceri di Mora: contributo alimenta-re, medicine e vestiti ai più disagia-ti, tinteggiatura delle celle

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Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo - 12100 Cuneo - corso Giovanni XXIII, 17Tel: 0171.692269 - Fax: 0171.67319 - E-mail: suore.giuseppine@virgi l io. i t

Sito internet: www.suoresangiuseppecuneo.i t

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 e 3 - CB-NO/CUNEOINCONTRO AMICI Anno 66 n. 3/2019 - Direttore Responsabile: Don Antonio Gandolfo

Autorizzazione Tribunale di Cuneo n. 90 del 25-08-1954 - Stampa: MG Servizi Tipografici 12010 Vignolo (CN)

A p p u n t a m e n t iChiamati alla Comunione - Gioia in famigliaCalendario incontri per famiglie 2020 11 gennaio 2020 - 8 febbraio 2020 - 14 marzo 2020 - 4 aprile 2020Gli incontri si svolgono presso "La Sorgente" corso Brunet 14/A - Cuneowww suoresangiuseppecuneo it

Il Sole a Mezzanotte 2020Incontri di riflessione e preghiera18 gennaio - Gesù è sempre con te - don Carlo Occelli15 febbraio - Cristo Gesù ti salva - don Marco Giordy21 marzo - Desidera che tu viva - don Andrea Adamodalle 20.45 alle 24 presso “La Sorgente” via L. Bertano 19 - CuneoRitiri di Avvento e Quaresima7 Dicembre sabato pomeriggio / 11 dicembre mercoledì pomeriggioLe date per il tempo di Quaresima sono ancora da stabilire

Giornata celebrativa di Federazione per i 350 anni del dies Natalis di Padre Médaille il 28 dicembre 2019 dalle ore 9 15 alle 17 presso l'Istituto Faà di Bruno - suore Minime del Suffragio - via San Donato, 31 - Torino

Per questo grande evento di gioia e di grati-tudine a livello di Federazione italiana diver-se sono state le proposte, lungo tutto l’anno 2019, che hanno coinvolto le Congregazioni, le comunità, le singole suore e i laici del Piccolo Disegno.

Il bosco di padre Mèdaille. È stato l’invito, rivolto a ogni comunità, alle suore e ai laici a piantare un albero, fino a raggiungere il nu-mero di 350. Un gesto forte e significativo che esprime la crescita, la diffusione e i frutti del carisma consegnatoci dal Fondatore.