Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe ... · come vademecum per il cammino che...

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Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo Luglio 2018 n. 2

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Incontro Amici

Periodico della Congregazionedelle Suore di San Giuseppe di Cuneo

Luglio 2018 n. 2

Sommario

Editoriale p 3

Spiritualità

Il fondatore Jean-Pierre Médaille p 4

Vita della Chiesa

Gaudete et exultate p 6

Vita della congregazione

Giubileo e Santità p 8

Santità nel quotidiano p 9

Sosta alle sorgenti p 12

Laici nel Piccolo Disegno

Testimoni della porta accanto p 15

Ogni istante: un regalo pieno di sorprese p 18

Battesimo di Grace p 19

Laici nel Piccolo Disegno in Valle d'Aosta p 20

Al padre in umile via di Santità p 21

Spazio giovani

Cari giovani p 22

Al bivio p 23

Piccoli passi di Santità p 25

Attualità

Italia, spunti di riflessione p 27

Progetti di Missione p 29

Appuntamenti

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Editoriale

Ci stiamo abituando con gioia a un carteggio confidenziale di Madre Gemma, indiriz-zato a ciascuna sorella della congregazione nei momenti più rilevanti dell’anno liturgi-co Nell’ultima comunicazione la sua riflessione ha toccato alcuni contenuti dell’esor-tazione apostolica Gaudete et Exsultate di Papa Francesco, chiedendoci di accoglierli come vademecum per il cammino che cerchiamo di fare insieme, con passi di gioia evangelica e di compassione L’invito è a far tesoro, nella lettura personale e comuni-taria, delle indicazioni che ci stimolano a coltivare desideri e atteggiamenti di santità, quelli che il testo indica come “i piccoli particolari dell’amore” (GE 144 145) I Santi, ha ribadito il Papa in varie occasioni del suo pontificato, non sono supereroi, sono come ognuno di noi, hanno vissuto una vita normale, ma si sono lasciati contagiare dalla santità di Dio, hanno conosciuto il suo amore e lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni In questa esortazione si parla di santità quotidiana, di santi ‘della porta accanto’, testimoni e compagni di speranza, perché ‘lo Spirito santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio’ La santità si può incontrare nella malattia, nei genitori che faticano nel lavoro e nella custodia amorevole dei figli, nelle religiose anziane che continuano a sorridere; è riconoscibile da caratteristiche come: sopportazione, pazienza e mitezza, gioia e senso dell’umorismo, audacia e fervore, in un cammino comunitario e preghiera costante Non dobbiamo uscire dalle situazioni in cui viviamo, ma riempirle di amore Non si tratta di finta santità, è la ‘piccola via’ verso Dio percorsa da S Teresa di Gesù Bambino, alla quale Gesù non ha chiesto grandi gesti, ma abbandono e riconoscenza In queste pagine ci offriamo, insieme a notizie di eventi della vita della congregazio-ne e a uno sguardo sulla attuale situazione italiana, preziose riflessioni ed esperienze di persone e comunità che si impegnano a custodire e realizzare ‘i piccoli particolari dell’amore’ La nostra vita può far risuonare e incarnare, nel contesto del mondo odier-no, la chiamata a quella santità comune, associata alla pazienza e alla costanza dell’an-dare avanti giorno per giorno Accogliamo l’augurio di Papa Fran-cesco: “Voglia il cielo che tu possa ri-conoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lascia-ti rinnovare dallo Spirito. Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori e ai tuoi momenti negativi, purché tu non abbandoni la via dell’a-more” (GE 24)

La commissione della comunicazione

I piccoli particolari dell'amore

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Spiritualita'

IL FONDATORE, JEAN-PIERRE MÉDAILLEJean-Pierre Médaille è un padre ge-suita che la storia avrebbe ben presto cancellato dalla memoria, insieme a tanti altri suoi contemporanei, se non fosse stato il fondatore di una Con-gregazione religiosa femminile, le suore di San Giuseppe È un uomo di contemplazione e di azione, un missionario infaticabile; un mistico, appassionato di Gesù, servo umile, obbediente al Padre, e dell’Eucari-stia “mistero di comunione, perfetta-mente unificante; modello del nostro amore per Dio e della nostra carità verso il prossimo” Vuole essere pane spezzato che nutre e scompare Sa che per primo deve vivere ciò che ha posto come fondamento al suo Istituto religioso: né considerazione, né prestigio, né fama, che avrebbero potuto renderlo "grande" e venerato padre Médaille vive da contemplati-vo con tutta la vita incentrata su Dio, aspirazione profonda del suo cuore, oggetto della sua ricerca La preghie-ra, sorretta da una fede intessuta di silenzio, di attenzione, di costante vigilanza, implica il coinvolgimento radicale di tutta la sua esistenza nel rapporto personale e irripetibile con Dio creatore e redentore Prima che con le parole, padre Médaille prega con la vita, poiché non ci può essere preghiera contemplativa se non come espressione di carità I suoi colloqui con Dio sono sempre “incarnati” nel-la vita: in lui azione e contemplazione sono le due facce di una medesima

esperienza Per delineare le caratteristiche della sa fede, entriamo in un preciso stral-cio della sua vita, il momento delicato e difficile dell’origine della Congrega-zione, quasi paradigma del suo cre-dere, come uomo di Dio, in tutto il corso della sua esistenza Jean-Pierre Médaille incontra alcune donne desi-derose di consacrarsi a Dio, ma non in clausura, bensì mettendosi a servizio del prossimo Progetto impossibile a quel tempo perché si poneva al di là e oltre gli schemi che la stessa Chie-sa, dopo il Concilio di Trento, aveva eretto con fermezza guardando con sospetto ogni cambiamento dopo la spaccatura della Riforma La vita re-ligiosa femminile era solo claustrale Che cosa fare? Leggendo la domanda di quelle giovani come un “segno di Dio” e in sintonia con le urgenze so-ciali di allora, padre Médaille non si preoccupa subito di dare risposte Di fronte alla difficoltà, non solo grande, ma insuperabile, che già aveva visto fallire altri progetti simili (ad esempio le Visitandine di San Francesco di Sa-

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Spiritualita'

les), consegna semplicemente le do-mande ad un Altro, a Dio, e vive nella fede la pazienza dell’attesa Non sap-piamo quanto sia stato lungo il tempo dell’attesa, ma padre Médaille ha sa-puto entrare nei tempi di Dio e ad un certo punto Dio ha tolto il velo al suo sguardo facendogli “vedere” il Suo disegno La luce in lui si è accesa in un contesto di preghiera davanti all’Eu-caristia, in cui aveva portato il proble-ma di quelle donne che si volevano consacrare a Dio, ma non in clausura L’Eucaristia gli fa capire quale strada percorrere in quella realtà storica ed ecclesiale Padre Médaille scriverà nella Lettera Eucaristica, documento carismatico: “Il Signore mi ha fatto ve-dere…” In quel “vedere” cogliamo il dinamismo della sua esperienza di fede Egli “vede”, ma il suo, più che essere uno sguardo di contemplazio-ne, è lo sguardo del sogno in senso

biblico, di chi “intravede” ossia vede dentro, in profondità, vede oltre, per-ché questo è il modo di vedere di Dio e il progetto del Piccolo Disegno è un progetto di Dio (egli precisa sempre: “il suo disegno”) In un orizzonte se-gnato dall’oscurità, la riposta è quella della fede che altro non è che pensare secondo Dio, allargare le prospetti-ve, guardare oltre la realtà presente E in questa ottica dell’“oltre” va let-ta l’esperienza forte di fede di padre Médaille come fondatore, appassio-nato del Vangelo, messaggero della pace di Cristo a coloro che vivevano nella sua società travolta dall’odio e dalla guerra È ricordato come gran missionario, un servo di Dio illumina-to nella vita interiore, che si è distinto per virtù e talenti, con tale fama di im-pegno e di santità da venire chiamato ovunque SANTO e APOSTOLO

Suor Maria Rosa Porretta

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Vita della Chiesa

GAUDETE ET EXSULTATE: I SANTI DELLA PORTA ACCANTO

San GiuseppeNon è un caso che rechi la data del 19 marzo la terza esortazione apostolica di Papa Francesco Nella solennità di san Giuseppe (lo stesso avvenne per Amoris Laetitia nel 2016), il Papa fir-ma Gaudete et exsultate, una lettera sulla chiamata alla santità nel mon-do contemporaneo Notiamo il titolo (che è una citazione, Mt 5,12): messo accanto ai titoli dei testi propriamen-te di Francesco non è difficile cogliere quale sia l’accento che vuole dare al suo pontificato: Evangelii Gaudium, Amoris Laetitia, Laudato si’, Gaude-te et exsultate Come affermato sin dall’inizio del suo servizio, papa Ber-goglio è convinto che alla base della scelta di fede e di evangelizzazione ci sia la cura della gioia della fede

Perché questo testo? Una lettera lunga, molto semplice da gustare, non sempre ordinata Lo schema è piuttosto lineare (la santità, due suoi nemici, la via insegnata da Gesù, l’oggi, un incoraggiamento fi-nale) A muovere il Papa questa volta è la preoccupazione di un modo di concepire la fede e la santità come qualcosa di troppo alto, riservato ad alcuni, non per tutti Così ecco una ricca meditazione sul tema della chia-mata di tutti alla santità Vi si trovano espressioni anche molto singolari in merito, come “la classe media della santità” o “i santi della porta accan-

to” Queste espressioni sono tratte da un romanziere che è molto caro a Ber-goglio, Joseph Malègue (morto nel 1940), che esplorò la spiritualità della gente semplice In particolare per poter vivere la santi-tà, sono indicate due derive da evita-re nel cristianesimo contemporaneo: il neopelagianesimo ed il neognostici-smo Esse sono tanto diverse ma han-no in comune il proporre dei cammini di autosalvezza, rispettivamente fa-cendo leva sulla volontà o sulla cono-scenza Sono trappole tristi, che pri-vano della gioia del confidare in Dio, del puntare ai beni preziosi del Regno di Dio

Lectio divina e umorismoAl cuore della riflessione si trova una profonda meditazione sul testo del-le Beatitudini Come in Amoris Lae-titia, la riflessione si faceva lectio di-vina sull’inno paolino alla carità, così anche ora, frase per frase si medita su Mt 5,3-12 Da qui si continua ap-profondendo alcune caratteristiche contemporanee della santità Il testo è impreziosito da numerose e vivaci immagini Non mancano espressio-ni sorprendenti Ai numeri 122-128 il testo di Papa Francesco afferma che la santità si riconosce anche dalla pre-senza del senso dell’umorismo Tra le altre dimensioni della santità nel mon-do attuale (capitolo IV: sopportazione, pazienza e mitezza; audacia e fervo-

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Vita della Chiesa

re; in comunità; in preghiera costan-te), in un certo senso stupisce trovare questa caratteristica L’esatto contra-rio dello spirito inibito, triste, acido, malinconico, o un basso profilo senza energia, il santo è colui che sa coglie-re il bello, gioirne, parlarne in modo luminoso Non si tratta del gioire del consumismo, piuttosto della gioia che sa alleggerire e condividere Di que-sto non solo la Chiesa, ma lo stesso mondo ha bisogno (quanto è ancora prezioso Italo Calvino, nel suo saggio sulla leggerezza, la prima delle sue Lezioni americane)

E così la santità diventa subito plu-rale e gradualeNel descrivere la santità possibile nel contemporaneo diventa subito chia-ro che si tratta di un’esperienza che non è realizzabile dal singolo: “Dio ha voluto entrare in una dinamica po-polare, nella dinamica di un popolo” (n 6) Quasi come un ritornello insisti-to, molte volte nel testo il Papa mo-

stra come si chieda troppo all’indivi-duo, nel lavoro, nella famiglia, nella religione persino Si è buoni cristiani invece quando si custodiscono buone relazioni, si impara a stare nella comu-nità aperta del mondo da credenti La santità è apertura fiduciosa, graduale, per passi Tante volte si insiste sul fat-to che la santità non è priva di errori, ma sa “andare avanti”

Una via comoda?Il congedo dello scritto è però di un’in-tensità rara: combattimento, vigilanza e discernimento La santità è una vera battaglia, con un nemico astuto L’im-magine che conclude la riflessione è infatti fortissima Desideriamo una vita piena di fronte al Dio della pazienza, che sappiamo non interverrà con il fuoco, né separerà grano e zizzania Davanti abbiamo dunque la via della croce, del dare tutto “Questa è la no-stra logica” (s Bonaventura), la logica misteriosa e paradossale della felicità che è data solo a chi dona tutto

Don Marco Gallo

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Vita della congregazione

GIUBILEO E SANTITÀ“Non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia. Tutto il contra-rio perché arriverai ad essere quello che il Padre ha pensato quando ti ha creato e sarai fedele al tuo stesso essere. Dipendere da Lui ci libera dalle schiavitù e ci

porta a riconoscere la nostra dignità” (Gaudete et exsultate, n.32).

Queste parole di Papa Francesco mi sembrano particolarmente vere nella celebrazione del Giubileo di Profes-sione Normalmente, unite alla deter-minazione iniziale di ‘seguire Gesù’, vi sono anche delle paure che mi pare riguardino particolarmente le fragilità personali e i limiti umani nei confronti della santità che sinceramente si desi-dera perseguire Lungo il cammino della vita religiosa si scende pian piano verso la radice dei propri limiti e si impara a fare verità in se stessi, a conoscere i propri ‘talenti’ e metterli a frutto; ci si allena a diven-tare fedeli alla coscienza e abbando-nati a Dio, a riconoscere la voce dello Spirito e collaborare con Lui Diventa più chiaro che la santità, verso la quale le energie si sono indirizzate, è molto meno frutto dei propri sforzi che dono della Misericordia divina, l’Unica capa-ce di dare “forza, vita e gioia”

Uno dei desideri più profondi del cuo-re umano è sentirsi amati da Qualcuno che, con grande rispetto e pazienza, circonda la nostra vita con la luce, il calore e l’acqua necessaria per farla sviluppare secondo quello che essa è dalle sue origini, da sempre È molto bello pensare e credere che dandoci la vita il Padre aveva su di noi un so-gno grande e semplice: che diventas-simo unicamente quello che siamo E in questo sogno ha nascosto, come seme prezioso, l’anelito a realizzarlo scoprendo pian piano - attraverso gli avvenimenti, le relazioni, la contem-plazione del creato, l’ascolto della propria interiorità e della Parola di Dio - la voce che sospira in noi e ‘geme’ desiderando essere udita, voce tene-ra come una brezza e forte come una roccia La risposta, fragile ma sincera di voler “essere sua”, fa percorrere un cam-mino di verità che libera e manifesta sempre più l’autentica dignità con cui il Padre ci ha creati e ancora oggi ‘so-gna’ si realizzi in noi, secondo l’imma-gine del suo Figlio diletto e con l’azio-ne dello Spirito Santo Grazie, Signore, della vita trascorsa con te, della conoscenza sempre più convinta che tu sei il più grande alle-ato dell’uomo, che avvicinandoci a Te diventiamo sempre più ‘umani’, fratel-

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Vita della congregazione

li e prossimo, come tu desideri e sogni per tutta l’umanità e l’intero creato Grazie, Padre!

Suor Irene Botasso

In questi giorni siamo state chiamate a vivere i giubilei della nostra consa-crazione religiosa; la sottoscritta quel-lo dei 60 anni È stato un modo per farci tornare agli albori da cui è partita la nostra vocazione e in noi c’è stata meraviglia, fiducia, abbandono tota-le al Dio Amore, che ci ha chiamate a seguirlo È un cammino esigente, ma

possibile, un cammino umanizzante e ricco di sorprese che ci ha dato forza, luce e ci incoraggia a proseguire con maggior consapevolezza, slancio e lu-cidità

Suor Adriana Giribaldi

Portiamo in cuore tanta riconoscen-za da esprimere al Signore che ci ha dato la vita e ci ha chiamate al suo servizio facendoci giungere a 65 anni della nostra professione religiosa nel-la congregazione delle suore di san Giuseppe di Cuneo Diciamo grazie ai superiori passati e presenti, alle sorel-le vicine e lontane, ai nostri cari e a quanti ci hanno accompagnate nel no-stro cammino apostolico Chiediamo insieme a Gesù di imparare a dire il nostro sì ogni giorno, con gioia, anche se qualche volta c’è sofferenza fisica e morale, perché in Lui tutto è grazia

Suor Agnese Cravero e sorelle del 65° anniversario

SANTITÀ NEL QUOTIDIANOdi attività per la missione si ritirano in questo ambiente, preparato con cura per sostenere le fragilità fisiche e psichiche e sublimarle in donazione, libertà interiore, fraternità Tra le molte ‘perle’ che si possono raccogliere, mi limito a sottolineare le esperienze di santità di due nostre sorelle A una ultranovantenne, con il 90% di paralisi, rimane solo lo sguar-do e un lieve bisbiglio per manifestare sofferenza, gioia, riconoscenza Il suo

La santità è opera di Dio che, con la nostra collaborazione, dura tutta la vita e raggiungerà la pienezza nella Gerusalemme celeste Mi è sponta-neo simboleggiarla come una co-struzione fatta di pietre preziose, un mosaico, che, col passare del tempo si trasforma in una composizione di splendidi colori, diventando sempre più attraente Questa opera la vedo in atto, scolpita nelle sorelle dell’in-fermeria di Casa madre Dopo anni

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Vita della congregazione

corpo è lasciato nelle nostre mani per essere lavato, curato, accarezzato, senza resistenza, quasi a dire: fate di me ciò che a voi piace Non è questo il simbolo della ‘materia prima’ nelle mani del nostro Dio?Ho chiesto a un’altra sorella, anch’el-la ultranovantenne, di parlarmi della santità La sua testimonianza e il suo stile di vita mi hanno fatto sentire pic-cola e piena di ammirazione nei suoi confronti Sono convinta - è la sua risposta - che la santità si basa sulla certezza della grazia e della fedeltà del Signore. Mi sono state e mi sono di grande aiu-to le parole di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt28,20). Pensando al grande mistero della presenza Trinitaria in me e nei fratelli mi sento invitata a santificare la

mia vita, mettendo attenzione e fede nella preghiera comunitaria e perso-nale, nell’ascolto e nel vivere la Paro-la di Dio che è parola di vita eterna. Questo cammino verso la santità esi-ge però pazienza, molta umiltà, per-dono, aiuto fraterno, silenzio, pace, affinché la potenza della risurrezione, che è viva dentro ognuna di noi, pos-sa rivestire di amore tutta la mia vita e quella dei fratelli. Santità è rimanere nella calma interiore. Santità è vivere nella gioia le parole: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Santità è cercare, con l’aiuto del Signore, di vivere le bea-titudini perché sono la vera carta d’i-dentità del cristiano.Noi, che ci troviamo immerse nel lavo-ro in questa struttura, sovente corria-mo, ci agitiamo per servire e creare un clima di pace, ma siamo anche chia-mate a contemplare più in profondità l’opera di Dio e a domandarci qual è la nostra santità Non si tratta di fare progetti, programmi, ma lasciarci gui-dare dallo Spirito Santo e vivere nel quotidiano la logica dei piccoli gesti fatti con amore, nello spirito del Pic-colo Disegno

Suor Teresita Valsania

Ad occhio nudo, senza bisogno di len-te di ingrandimento, spinte da Papa Francesco (Gaudete et Exsultate) e in-vitate da madre Gemma (con lettera personale del 20 aprile 2018) è bello e incoraggiante, in comunità, leggere i gesti delle sorelle che lungo la gior-

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Vita della congregazione

nata manifestano la santità feriale, di casa, con il piccolo particolare che dà il sapore della fraternità gradevole a tutte e con i segni della presenza ope-rante dello Spirito Santo Amore La saggezza spirituale di padre Médaille conferma che i segni dell’a-more sono il frutto dello Spirito, sono in crescita e, per chi cerca di guar-dare la comunità con occhio di fede, sono motivo di gioia e di gratitudine Ciascuna cerca di dare il suo apporto come può, ma le altre possono veder-vi il frutto dell’Amore Bellissimo, dunque, è esercitarsi a ‘guardare’ le opere fraterne, feriali, quotidiane, talvolta non senza fatica a motivo di quell’istinto che porta la lente di ingrandimento sui limiti e sui difetti Alcuni tratti modesti di testimonianza bella e contagiosa:- Volgere lo sguardo alle sorelle e dire tutti i giorni con benevolenza: buona giornata, buona notte o fare il cenno con la mano per regalare con un sorri-so lo stesso augurio - Assicurarsi tutte le sera che la casa sia nella condizione di offrire una not-te serena per tutte - Cucinare con gioia e con attenzio-ne alle necessità di tutte, utilizzando bene quanto la Provvidenza elargisce - Esprimere normalmente e in sempli-cità di cuore il ‘grazie’, un ‘per favore’- Animare la liturgia comunitaria con costante cura e creatività, con lo sguardo rivolto a Dio e al prossimo - Abbracciare con la preghiera il mon-do lontano o vicino come conosciuto

dal telegiornale, dal quotidiano o dal-le situazioni contingenti che ci circon-dano - Porgere con contentezza, regolarità e delicatezza il servizio della stiratura - Rammendare bene qualunque capo di vestiario ed esprimere un’affettuo-sa gioia di essere utile - Ornare con armonia di fiori stagio-nali gli ambienti comuni e le immagini religiose - Aiutare con spontanea disponibilità in qualunque occasione e con atten-zione particolare a chi ha maggiori difficoltà - Riordinare ambienti e cose in silen-zio, in gratuità - Ascoltare, ricordare, partecipare, donare compagnia, dialogare, tra-smettere notizie, comprendere, inco-raggiare, perdonare, lasciar perdere, tacere, sorridere, gioire - Regalare tocchi di poesia e di umo-rismo E i modi, assai personali, di stare alla presenza di Dio, in compagnia del Si-gnore: la posizione, lo sguardo, il tono della voce, il mormorio, o il silenzio, o le parole, o … altri diversi aspetti che testimoniano una comunione Sì, “il nostro cammino di santificazio-ne non può cessare di identificarci con quel desiderio di Gesù: «Che tutti sia-no una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te»”. (GE, 146.)

Le sorelle della comunità di Stella Mattutina

Vita della congregazione

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Nei nostri incontri comunitari, un giorno ho chiesto: chi è il santo per te, per voi?Le risposte sono state varie, alcune date in gruppo e altre individuali; le ho riassunte così: il santo è una per-sona che vive unita a Cri-sto, una persona che ama Gesù, che vuole imitarlo nella gioia e nella soffe-renza Noi qui ora, come vivia-mo le nostre giornate di attività, di sofferenza, di preghiera?Le sorelle si sono espresse personalmente con rispo-ste sentite e profonde:- Al mattino, mi offro a Dio chiedendo di fare la sua volontà in tutto - Trovo gusto nella preghiera e nell’a-dorazione In questi momenti, mi sen-to realizzata - Nei momenti più difficili per la mia salute, chiedo a Gesù di tenermi vi-

cina a Lui e di aiutarmi a portare la croce - Mi sento contenta e in pace quando posso ancora essere utile alla comu-nità in cucina o in laboratorio Sento che il Signore mi riempie di gioia

- Io posso fare poco, ma mi unisco alla Madonna che va a trovare Elisabet-ta, disposta, come lei, con la mia preghiera ad aiutare il Papa in tutte le sue intenzioni, a sostene-re spiritualmente i nostri Superiori, affidando tutti i bisogni della Congre-gazione e dell’umanità Le risposte nate dalle nostre conversazioni mi hanno riempita di gioia Ho sentito che la santità

vera anima ogni sorella e la fa cresce-re intimamente con Lui, anche se a volte l’apparenza esteriore inganna

Le sorelle della comunità di San Giuseppe agli Angeli

SOSTA ALLE ... SORGENTIorigini della congregazione, le nostre comunità e la nostra missione in Italia La parola alle protagoniste Cuneo, la città della prima tappa: vi siete sentite ‘a casa’?Siamo arrivate bene e ben accolte dalle consorelle italiane Il mattino se-guente ci siamo ritrovate in Casa ma-dre per salutare la Madre generale e la sua équipe; hanno ascoltato il raccon-

È una data non facilmente dimenti-cabile, il 14 marzo 2018, da parte di sr Adèle Bieto, sr Berthe Mayang e sr Séraphine Kafuti, tre nostre sorel-le giunte in Italia, provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo In preparazione all’impegno dei Voti perpetui hanno avuto l’opportunità di vivere per tre mesi l’esperienza di po-ter conoscere di persona i luoghi delle

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Vita della congregazione

to del nostro viaggio e ci hanno mol-to incoraggiate perché potessimo iniziare serenamente la nostra espe-rienza Il programma di formazione prevedeva un breve corso di italiano, per permetterci di comunicare facil-mente con le sorelle, soprattutto nel-le comunità dove avremmo vissuto il nostro soggiorno I corsi successivi, che ci sono stati offerti, ci hanno aiu-tato ad approfondire le conoscenze sulla persona di Gesù, soprattutto con il corso di cristologia e la spiri-tualità del nostro carisma Un momento emozionante è stata la visita ai luoghi dove è iniziata la con-gregazione in Cuneo il 10 ottobre 1831 con la vestizione dell’abito reli-gioso delle prime 5 Suore, la preghie-ra in Cattedrale e nel cimitero dove sono sepolte Altra tappa: Roma Roma vi ha accolte nel vostro pelle-grinaggio alle origini della fede: che cosa vi è rimasto in cuore?Il pellegrinaggio fatto a Roma ha for-tificato la mia fede e il mio slancio per poter seguire Cristo Ci sono stati mo-menti di meraviglia, ma soprattutto di preghiera per chiedere la grazia di una buona testimonianza di vita per l’inter-cessione di tutti quei Santi, morti per la causa di Cristo Grande commozio-ne ho avuto nel pregare sulla tomba di san Pietro, colonna della chiesa Un altro momento importante per me è stato l’incontro con Papa Francesco, durante l’udienza in piazza san Pietro La grazia del battesimo, ha detto il papa, deve accompagnarci sempre

nella testimonianza della nostra vita” (suor Adèle)Mi sono lasciata guidare dal Signore, buon Pastore pregando nelle Basili-che; salendo in ginocchio la Scala san-ta, ho sentito l’amore di Dio per me; sono stata stupita per la sapienza che Dio ha dato agli uomini e per la loro fede e il coraggio percepiti visitando le Catacombe Per quanto mi riguar-da, sento l’invito a essere ‘pastore’ dei miei fratelli e sorelle con la mia testi-monianza di vita (suor Berthe)“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20) Queste parole di Gesù mi hanno accompa-gnata a Roma, in tutti i luoghi che ab-biamo visitato Sono stata commossa nel vedere più da vicino Papa France-sco Piazza san Pietro e tutte le Basili-che, che abbiamo visto, mi hanno im-pressionata e hanno suscitato in me il gusto della preghiera (suor Séraphine)

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Vita della congregazione

Siete state, poi, in Francia sui passi del Fondatore: Carcassonne, Tou-louse, Saint-Flour, Le Puy en Velay, Lyon, Annecy, nomi che ora avranno un’altra risonanza nel vostro cuore.Abbiamo potuto compren-dere meglio la vita del no-stro Fondatore e la nascita della congregazione fino alla sua espansione Abbia-mo potuto vedere i luoghi dell’infanzia e adolescenza di padre Médaille Abbiamo apprezzato la missione da lui compiuta, come pure la vita delle nostre prime suore nel servizio apostolico a favore dei più poveri Ci ha com-mosse la perseveranza e la semplicità che hanno carat-terizzato la loro vita L’opera del Piccolo Disegno, iniziata con p Médaille, è continuata con tan-te altre persone fino ad oggi È l’ora del ritorno alla vita ordinaria, dei saluti e dei...ringraziamenti!Siamo molto contente dell’esperienza vissuta nel nostro soggiorno tra voi e delle scoperte fatte Ringraziamo la Madre generale e il Consiglio per que-sta indimenticabile opportunità che ci è stata data; abbiamo sperimentato quanto si preoccupino della nostra crescita spirituale, perché possiamo vivere concretamente la centralità di Cristo nella nostra vita Ringraziamo anche le sorelle che hanno contribuito in vari modi perché potessimo vivere questo tempo di formazione in Italia Abbiamo imparato molto dalle sorel-

le italiane: l’assiduità nella preghiera e nell’apostolato, la precisione e la previsione con cui organizzano ogni esperienza, tanto spirituale che ma-teriale, la serenità delle nostre sorelle

anziane e malate Grazie alla congregazione per tutti i mezzi che ci ha messo a disposizione per-ché la nostra formazione si realizzi bene! Anche noi vi ringraziamo per la serena speranza che ci ha comunicato la vostra presenza, proiettata al fu-turo della congregazione Continuiamo a camminare insieme con ‘passi di gioia evangelica e di compassio-ne’, come ci ha chiesto il Ca-pitolo generale

A cura di Suor Margherita Colombero

Suor Régine Wala Wala ci lascia il suo saluto, ritornando nella R.D. del Congo.“Ringrazio il Signore per questo tem-po di grazia che mi ha dato Ringra-zio i Superiori e la congregazione per l’occasione che mi hanno offerto di partecipare alla sessione di formazione interculturale a Le Puy, dal tema: La co-municazione non violenta e la gestione dei conflitti Sono molto contenta di aver partecipato a questo corso perché ho incontrato suore di san Giuseppe di tutto il mondo e con loro ho imparato molti contenuti nuovi sul tema”

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Laici nel Piccolo Disegno

Con l’Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate Papa Francesco ci invita alla santità ricordandoci che, come cristiani, dal momento del battesi-mo, abbiamo ricevuto la grazia dello Spirito Santo per poter portare avanti una vita illuminata dalla parola di Dio che si rivela mi-sericordioso, ci ama in-finitamente senza con-dizioni, ci perdona e ci invita a seguirlo: “Io sono la via, la verità e la vita” Nella condizione di essere perdonata da Dio, e consapevole di questo immenso amo-re, avevo da anni ma-turato la convinzione che la mia vita doveva avere un senso profondo e preferenziale per la carità, nella misericordia Adesso posso dire che, nella mia continua ricerca di Dio, mi stimolano e aiutano ad avere una fede adulta la preghiera e la medita-zione, le letture e le conferenze di te-ologi Nella relazione con le persone, nella misura in cui sono attenta, acco-gliente, presente in quel determinato momento sorridendo, cerco nel loro sguardo quella luce di santità che mi rivela la presenza di Dio che si fa pros-simo Le cose belle mi commuovono fino alle lacrime; mi rendo conto che sono diventata molto più sensibile A volte divento un po’ intollerante di fronte a cose sgradevoli che mi fan-no stare male, ma cerco di farmi una

ragione sapendo che sono momen-ti passeggeri La mia preghiera è un canto di lode e di grazie quando sono da sola a casa nelle faccende dome-stiche e quando tutto è in armonia

Il Santo Padre invita al discernimento Sen-to che è un momento molto importante; mi presento di fronte al Si-gnore con tutta umiltà per arrivare alla verità e al bene, rinunciando a cose che alimentano solo l’egoismo che cer-co di superare Questa pratica di rivedere il mio agire in fedeltà a Dio mi aiuta a crescere e andare avanti La mia missione attuale

in Perù è l’opera di misericordia verso i miei fratelli più piccoli, orfani e ab-bandonati perché diversamente abili; mi sta insegnando a essere paziente e riconoscere in loro la gratitudine a Dio Che grande commozione stare con loro, confortandoli e aiutandoli nelle attività che svolgono in mattina-ta in un ambiente bellissimo con musi-ca che le suore mettono per creare un clima di pace e gioia, sentire le loro vocine che cantano e dicono grazie a Dio Sono voci di angeli e io con loro, in preghiera continua, posso solo dire grazie a Dio! Spero di essere uno stru-mento del suo Amore

dal Perù, Mercedes Caceres,

Laica nel Piccolo Disegno

TESTIMONI DELLA “PORTA ACCANTO”

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Appuntamenti

SantitàConsiderate che non si è più santi quando

si sbaglia meno e si pratica più facilmente la carità, ma più debitori verso Dio e la sua grazia. Non crediate che

la santità consista nell’essere privilegiati con molti doni gratuiti. La vera santità consiste in un bene molto nascosto, conosciuto da Dio solo e dal quale si è ben lontani per poco

che si creda di averlo raggiunto.

Padre Médaille

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Appuntamenti

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Laici nel Piccolo Disegno

Dalle foto appese davanti al mio let-to continuano a darmi il buongiorno gli sguardi e i sorrisi dei bambini e dei ragazzi argentini protagonisti dei due mesi e mezzo trascorsi nella missione delle suore Giuseppine a Berazategui, periferia di Buenos Aires A distanza di mesi dal mio ritorno, riescono ancora a regalarmi un motivo per stare nella gioia, anche nelle giornate più dure, per quanto mi risulti difficile, ora, usa-re questo aggettivo Infatti, l’incontro con questa terra, i suoi dolori e le sue povertà ti ridimensiona e ti decentra, ti porta a svuotarti per lasciarti riempi-re, cambia il tuo concetto del tempo, le tue priorità, allarga il tuo sguardo e ti conduce ad incrociare quello di un altro che, ancora innocente, porta già con sé un bagaglio pesante di soffe-renze e abusi tanto da non lasciarti il tempo di perderti in quelle che, in fon-do, sono spesso piccolezze Durante tutta la mia permanenza sono stata accompagnata dalla consapevo-lezza di essere esattamente nel posto che il Signore aveva scelto per me in quel momento per insegnarmi ad ama-re, rendendo ricco ogni istante e tra-sformandolo in occasione per impara-re, ringraziare e ricondurmi alla verità di me stessa La mia esperienza argentina è infatti primariamente l’incontro con una presenza tangibile di Dio che mi si è rivelato attraverso volti sempre di-versi, ma riconducibili sostanzialmente a due dimensioni: i poveri e la Chiesa La vera povertà di un Paese, potenzial-mente molto ricco come l’Argentina, è l’essere stato spogliato del proprio futuro dalla classe politica e da una pe-

renne crisi economica che continua ad uccidere sistematicamente i sogni dei giovani e le speranze di chi lotta ac-canto a loro ogni giorno da decenni Vivendo con le ragazze preadolescenti del Hogar Madre Teresa e prestando servizio quotidianamente tra i bambi-ni del Hogar Ezpeleta, ho incontrato povertà che possono essere ancor più profonde di quelle materiali poiché derivano da privazioni di bisogni altret-tanto primari, quali l’affetto di un padre e di una madre e la consapevolezza di avere un punto di riferimento Tuttavia, la gioia scoppiettante con cui sei accol-ta appena varcato l’ingresso, l'essere chiamata “mamma”, la straordinarietà con cui è vissuta la semplice lettura di una storia, così come il continuo ricorso alla violenza da parte di molti bambini, fanno comprendere come, in realtà, sa-rebbe bastato molto meno di quell’a-more che noi spesso diamo per scon-tato Sarebbe bastato non essere stati quotidianamente picchiati, maltrattati, a volte schiavizzati, venduti e prostitui-ti, abbandonati, lasciati sporchi ed affa-mati a dormire per strada Se con i bambini siamo portati più na-

OGNI ISTANTE: UN REGALO PIENO DI SORPRESE

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Laici nel Piccolo Disegno

turalmente a mostrare il nostro affetto, con gli adolescenti spesso incontriamo le sfide più grandi Per questo, sento di dover ringraziare ancora di più le ra-gazze dell’Hogar Madre Teresa e del Pre-egreso Sono state loro, infatti, a farmi scontrare con i miei limiti e le mie povertà, ad insegnarmi a vincere le mie resistenze, a farmi sentire sorella e ami-ca, rendendomi partecipe delle loro storie di sofferenza davanti alle quali rimaneva solo una scelta: il silenzio di Maria sotto la croce Infine, a Berazategui come nel nord, a Puerto Piray, ho potuto incontrare la presenza di una Chiesa bella, fatta di donne come Suor Renza e Suor Paulina capaci di farsi madri che – come quelle

Una bellissima notizia da condividere: saba-to 16 giugno la piccola Grace ha ricevuto il Battesimo con la presenza di parenti, amici, le laiche del Piccolo Disegno È stata una celebrazione molto intensa, con le indica-zioni della Parola di Dio, la forza trasforman-te dell'acqua, la luce donata come impe-gno dei genitori, madrina, padrino e tutta la comunità ad accompagnare il cammino cristiano di Grace, anche figlia del "Piccolo Disegno" Auguri!

Suor Lodovica

di Plaza de Mayo – lottano quotidiana-mente per affrontare le ingiustizie, in silenzio ma non avendo paura di farsi sentire Queste donne riescono a vin-cere con la speranza la disillusione e il senso di impotenza che assale di fron-te al disgregamento di una società che rischia di distruggere quanto faticosa-mente costruito in 50 anni di dono to-tale di sé: “Niente per se stesse, tutte per il prossimo” (padre Médaille) Una Chiesa fatta anche di tanti laici, in pri-ma linea nell’impegnarsi con amore e dedizione nelle tante realtà che molto spesso diventano occasione di lavo-ro per gli stessi ragazzi che da lì sono passati Di queste persone mi resta nel cuore la capacità di un’accoglienza ge-nerosa e gioiosa e la ricchezza di una fede semplice e concreta Con la gratitudine e la consapevolezza che ogni istante è stato un regalo pieno di sorprese, che molte volte non sono stata in grado di vivere pienamente fe-lice e grata, spero di poter riabbraccia-re presto questa terra meravigliosa

Chiara Subrizi

BATTESIMO DI GRACE

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Laici nel Piccolo Disegno

10 giugno 2018: una gior-nata bella, soleggiata acco-glieva fin dal mattino tanti laici del Piccolo Disegno per vivere una giornata tutti in-sieme nello spirito di comu-nione del carisma Durante gli ultimi Capitoli generali i gruppi dei laici avevano espresso il desiderio di ap-profondire la conoscenza reciproca attraverso incontri e momenti di scambio per costruire relazioni più pro-fonde Il gruppo di Aosta si è lanciato nell'organizzazione Ci siamo ritrova-ti, una settantina di laici con le suore accompagnatrici dei vari gruppi pro-venienti da Torino, Cuneo, Pinerolo e Aosta, nella Casa Madre delle Suore di San Giuseppe di Aosta, accolti con una gioiosa fraternità che ha messo tutti a proprio agio, attorno a tavoli imbanditi con una deliziosa colazione Suor Silvana Rean, professoressa di Arte ci ha guidati con grande cono-scenza e passione nella visita all’An-fiteatro Romano, risalente al 1° sec a C e ci ha sorprese dicendoci che le otto arcate rimaste, dopo varie vi-

cende, sono ora parte del Convento delle suore “Io vi scorgo un’icona del sogno di Dio - commentò - che, come esperto architetto, sa utilizzare pietre di diversa grandezza, ponendole nel posto giusto, dove tutte trovano la loro consistenza e la loro realizzazio-ne” Abbiamo terminato il percorso nella chiesa del convento dedicata a San Giuseppe, dove si è potuto am-mirare pitture e sculture più moderne che ci hanno fatto cogliere il nucleo dello spirito del Piccolo Disegno: la comunione con Dio e con il prossimo La celebrazione dell’Eucaristia è stata presieduta da padre Genesio, gesui-ta, conoscitore della vita del nostro fondatore padre Médaille e dei suoi scritti É stato un momento molto in-tenso per tutti, desiderosi di lasciarci immergere nella sorgente della comu-nione All’uscita dalla chiesa ci aspettava una sorpresa: il gruppo folcloristico di Cogne ci ha accompagnati, a suon di musica, nella sala da pranzo dove abbiamo condiviso in allegria un pa-

LAICI NEL PICCOLO DISEGNO IN VALLE D’AOSTA

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Laici nel Piccolo Disegno

Luigia Delfino (Gina) ci ha lasciato a 87 anni il 17 maggio scorso L’hanno ricordata a Passatore, pa-renti e amici e anche chi ha avuto il dono di conoscerla come ‘aggregata’ tra i laici nel Piccolo Disegno La sua esperienza di servizio e di amore, in famiglia e in par-rocchia, fa pensare alla realizzazione della santità quotidiana di chi vive in mezzo a noi, a cui ci invita il Papa nella Esortazione Gaudete et exsultate Al suo funerale sono state riferite al-cune sue risposte a un’intervista fatta da Alberto Burzio Signora Gina, Dio c’è? “Ne sono sicura! Così come sono sicura che i nostri morti ci aiutano, dall’Aldilà. Me ne sono accorta in tanti momenti dif-ficili”. Il mondo è cambiato in meglio o in peggio? “In peggio. La gente è ner-vosa, litiga e uccide. Le persone si sono incattivite e c’è meno solidarietà rispetto ad una volta” Vivrebbe di nuovo? “No, mi è basta-ta questa vita. Spero di vivere nell’e-ternità, Dio esiste ed è più misericor-dioso che giudice”

Così la ricorda suor Adriana Giribaldi:“In un’epoca di grandi tra-sformazioni e mutamenti in-contrare Gina è stato per me un dono di Dio. L’Ho cono-sciuta come una delle prime ‘aggregate’ verso il 1975. Il vero saggio si esprime in

poche parole, la sua parola è silenzio, ciò che dice viene dal cuore. Gina era così: saggia, riflessiva, profondamen-te buona e retta. Negli incontri mi colpivano i suoi occhi attenti, riflessi-vi, buoni. Il Signore Gesù era nel suo profondo e nelle sue parole che erano annunci di vita. Gina si è donata alle persone che incontrava e ha comuni-cato la gioia della fedeltà al Signore e ai poveri. Ha saputo vivere il proprio limite come luogo di perdono e di co-munione. C’era in lei uno spessore di saggezza che non dimenticherò, pa-role disadorne, ma intrise di verità ed equilibrio, che sapevano indicare ciò che è essenziale, ciò che veramente conta, dà forza di vivere e per cui vale la pena lottare. Gina, l’ho conosciuta così e la porto in cuore con tanta rico-noscenza".

AL PADRE, IN UMILE VIA DI SANTITÀ

sto caratteristico del luogo: la polenta con salsiccia e formaggio, preparato da volontari e simpatizzanti Il pome-riggio è stato interamente ricreativo e distensivo nel cortile del convento L'animatrice Mariella e il gruppo fol-cloristico ci hanno coinvolti con mu-siche e canti, intercalati da giochi, battimani sonori e risate: una bella

esperienza di incontro e di amicizia! Al momento del congedo, tutti i par-tecipanti si sono salutati soddisfatti della giornata e felici di aver vissuto momenti intensi di comunione frater-na e di relazioni cordiali, portandosi a casa il desiderio di poter ripetere esperienze come questa

Suor Robertina Giovani

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Spazio Giovani

CARI GIOVANI, IL CUORE DELLA CHIESA È GIOVANEGrazie per aver accettato l’invito di ve-nire qui Siete invitati perché il vostro apporto è indispensabile Abbiamo bi-sogno di voi per preparare il Sinodo che a ottobre riunirà i Vescovi sul tema I gio-vani, la fede e il discernimento vocazio-nale In tanti momenti della storia della Chie-sa, così come in numerosi episodi biblici, Dio ha voluto parlare per mezzo dei più giovani: penso, ad esempio, a Samuele, a Davide e a Daniele A me piace tanto la storia di Samuele, quando sente la voce di Dio La Bibbia dice: "In quel tempo non c'era l'abitudine di sentire la voce di Dio Era un popolo disorientato" È stato un giovane ad aprire quella por-ta Nei momenti difficili, il Signore fa an-dare avanti la storia con i giovani Dicono la verità, non hanno vergogna Non dico che sono "svergognati" ma non hanno vergogna e dicono la verità E Davide da giovane incomincia con quel co raggio Anche con i suoi peccati Perché è interessante, tutti questi non sono nati santi, non sono nati giusti, mo-delli degli altri Sono tutti uomini e don-ne peccatori e peccatrici, ma che han-no sentito il desiderio di fare qualcosa

di buono, Dio li ha spinti e sono andati avanti E questo è bellissimo[ ] Questo è uno spazio che noi vogliamo per sen-tire la vostra cultura, quella che voi state costruendo Il prossimo Sinodo si propone in parti-colare di sviluppare le condizioni perché i giovani siano accompagnati con pas-sione e competenza nel discernimento vocazionale, cioè nel «rico noscere e ac-cogliere la chiamata all'amore e alla vita in pienezza» (Documento preparatorio, Introduzione) Tutti noi abbiamo questa chiamata [ ] Siatene certi: Dio ha fiducia in voi, vi ama e vi chiama E da parte sua non verrà meno, perché è fedele e crede davvero in voi Dio è fedele Il prossimo Sinodo sarà anche un appello rivolto alla Chiesa, perché riscopra un rinnovato dinamismo giovanile Cari giovani, il cuore della Chiesa è gio-vane proprio perché il Vangelo è come una linfa vitale che la rigenera continua-mente Sta a noi essere docili e coopera-re a questa fecondità E tutti voi potete collaborare a questa fecondità: che siate cristiani cattolici, o di altre religioni, o non credenti

Dal discorso del Papa in occasione dell'incontro pre-sinodale con i giovani, 19 marzo 2018

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Spazio Giovani

Vi chiediamo di collaborare alla fecondi-tà nostra, a dare vita Lo facciamo anche in questo cammino sinodale, pensando alla realtà dei giova-ni di tutto il mondo Abbiamo bisogno di riappropriarci dell'entusiasmo della fede e del gusto della ricerca Abbiamo biso-gno di ritrovare nel Signore la forza di ri-sollevarci dai fallimenti, di andare avanti, di rafforzare la fiducia nel futuro E abbia-mo bisogno di osare sentieri nuovi Non spaventatevi: osare sentieri nuovi, anche se ciò comporta dei rischi [ ] Abbiamo bisogno di voi giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma non trucca-to, non ringiovanito artificialmente, ma ravvivato da dentro E voi ci provocate a uscire dalla logica del "ma si è sempre fatto così" [ ] per restare in modo cre-

ativo nel solco dell'autentica Tradizione cristiana [ ] Voi create una cultura nuo-va, ma state attenti: questa cultura non può essere "sradicata" Un passo avanti, ma guarda le radici! E le radici - questo, perdonatemi, lo porto nel cuore - sono i vecchi, sono i bravi vecchi Le radici sono i nonni Le radici sono quelli che hanno vissuto la vita e che questa cultura del-lo scarto li scarta, non servono, li manda fuori I vecchi hanno questo carisma di portare le radici Parlate con i vecchi [ ] Noi abbiamo bisogno di giovani profe-ti, ma state attenti: mai sarete profeti se non prendete i sogni dei vecchi [ ] Fate sognare i vecchi e questi sogni vi aiute-ranno ad andare avanti (cf CI 3,1)

Papa Francesco

AL BIVIObastanza visibili Le persone che voglio-no il loro bene, spesso, danno per scon-tato che questo bene venga recepito dai ragazzi Danno per scontato di aver fatto un buon lavoro, di aver dato loro l’affetto necessario per poter prendere da soli le decisioni più importanti della vita Tante volte, i grandi si autoassolvono Accompagnano i ragazzi fino al bivio, ma non un passo in più E spesso, in questo mondo che amplifica ogni cosa, anche la scelta più banale viene inizialmente vis-suta dal giovane con uno smarrimento tale da intimorire il cuore, che si trasfor-ma poi in una superficialità volontaria mirata soltanto al non pensare troppo alla direzione che si sta prendendo In questo panorama complesso e ner-voso, la Chiesa ha avuto l’intuizione di organizzare per il prossimo autunno un

Poche cose sono più complicate del cuore di un giovane Ed oggi, in un mondo che mira all’indi-vidualismo e alla personalizzazione delle coscienze, non si può più costruire un unico modello generalizzato a cui i ra-gazzi si ispirino e con cui confrontarsi per proporre loro momenti di formazione e di crescita Ognuno percorre la sua strada e la per-corre nei suoi tempi Tanti, troppi, per-corrono le loro strade troppo veloce-mente e quando si accorgono di aver sbagliato direzione sono ormai lontani dal bivio e per tornare indietro, quando ci riescono, sono tante le difficoltà e gli ostacoli che devono superare Ma la maggior parte di loro, in realtà, sbaglia strada soltanto perché i cartelli posti ai bivi della loro vita non sono ab-

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Spazio Giovani

Sinodo dei Vescovi, un’assemblea voluta dal Papa per discutere delle problemati-che del mondo giovanile e con un titolo che porta con sé i tre più grandi interro-gativi che un giovane si porta nel cuore: “I giovani, la fede e il discernimento vo-cazionale” I giovani Perché un giovane si chiede, sempre, cosa significhi essere giovane E quale sia il modo migliore per esserlo: vivere di occasioni per non avere il rim-pianto di non aver fatto qualcosa, o co-struire basi solide per garantirsi una per-sonalità ben definita, rinunciando però ad una vita senza freni? E poi, cosa signi-fica, per i propri coetanei, la gioventù? Una volta si cresceva tutti più o meno nello stesso modo, negli stessi ambienti, ed essere giovani aveva radici comuni Oggi, ognuno cresce a modo suo, e re-lazionarsi con un coetaneo è molto più complicato, in quanto molte volte sono più le differenze che le affinità La fede I giovani non hanno più fidu-cia nemmeno negli uomini, non bisogna stupirsi che non abbiano fede in Dio E la cosa peggiore che si può fare, con un ra-gazzo che non frequenta la Chiesa o gli ambienti parrocchiali, è parlargli diret-

tamente di Dio Dio è una cosa grande, irrazionale, non si può pretendere che venga assimilato subito Dio deve essere respirato, per poter arrivare al cuore E si può respirare solo se qualcun altro ha profumato gli ambienti con il suo odore: l’odore dell’esempio San Francesco di Sales diceva “Non parlare di Dio a chi non te lo chiede, ma vivi in modo tale che, prima o poi, te lo chieda” Infine, il discernimento vocazionale In altre parole, tutti i bivi della vita Prima di lamentarsi che i giovani prendano una strada piuttosto che un’altra, bisogne-rebbe chiedersi come si pongono, i gio-vani, davanti ad un bivio Il rischio, anche qui, è di dare per scontato che i ragazzi ragionino come noi, abbiano gli stessi principi e che i vari criteri di valutazione abbiano lo stesso peso che hanno per noi Spesso, invece, i giovani prendono una strada invece che un’altra sempli-cemente perché non hanno più idea di quale sia quella che porta al loro bene Non lo sanno, perché nessuno glielo ha mai spiegato Le famiglie delegano la scuola, che delega le famiglie I genitori delegano gli oratori, che delegano i ge-nitori In questo caos, alla fine, l’unico

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Spazio Giovani

risultato è la confusione nella testa dei ragazzi In preparazione al Sinodo, tutte le Pastorali giovanili Italiane si stanno organizzando per pensa-re a come riproporre, in chiave locale, le tematiche che verran-no affrontate dai Vescovi Anche a Cuneo è stata creata un’équipe di volontari forma-ta da una quindicina di perso-ne provenienti dai più svariati contesti lavorativi e formativi, ma con in comune l’amore per i giovani e la passione per il loro futuro In questi mesi, i membri di questa équipe stanno provando a confrontarsi con altre diocesi italiane (Parma, Cremona ) per allinearsi ed organizzare, in un secondo momento, quello che potrebbe conside-rarsi un Sinodo Cuneese dei Giovani Il coinvolgimento delle diverse realtà par-rocchiali sarà la sfida più impegnativa di tutto il progetto, ma le motivazioni non mancano, così come non manca la spe-ranza che, parlando dei giovani, tante persone possano scegliere di offrire il loro aiuto con generosità

Chi ha nel cuore il bene di un giovane, non può rimanere indifferente di fronte agli occhi di chi sta cercando un amico con cui crescere La Chiesa si è messa al Bivio, in attesa dei giovani Per ascoltarli, abbracciarli e, soltanto dopo, consigliare loro solo la strada da percorrere Ma se l’abbraccio farà comprendere ai giovani l’affetto che la Chiesa nutre per loro, non servirà mol-to perché sempre più ragazzi scelgano di seguire ciò che è bene per la loro vita Mettiamoci all’ascolto, e preghiamo per loro

Stefano Santoro

PICCOLI PASSI DI SANTITÀPer il mio diciottesimo compleanno chie-derò a parenti e amici di comprarmi un regalo meno costoso di quello che aveva-no in mente, in modo che possano anche regalarmi una piccola somma da donare a persone che ne hanno bisogno: certo, è solo un piccolo gesto, ma penso che possa essere un modo per condividere la felicità di questa festa con chi è in difficoltà

Una ragazza

Pensando a quelli che Papa Francesco chiama “piccoli momenti di santità quoti-diana”, mi viene da pensare all’esperienza che da qualche anno, insieme a un gruppo del coro Giovani del Sacro Cuore e a due sorelle della Città dei Ragazzi, ho la fortu-na di vivere nel servizio di animazione di una Messa al mese nel carcere di Cerialdo Quest’anno in particolare è stato molto bello quando, dopo la morte di Silvia, una

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Spazio Giovani

nostra amica del coro che ha condiviso con noi questa esperienza, i carcerati sono ri-masti molto commossi e l’hanno ricordata nelle loro preghiere, dicendo che chiunque decide di condividere con loro un po’ del proprio tempo è come un angelo donato da Dio È stata una scoperta sapere di po-ter portare un po’ di Sole anche a chi ti vede soltanto una volta al mese e per una sola ora! È proprio vero che spesso quello che per te è ordinario per altri diventa stra-ordinario, se fatto con amore

Agnese Perassi

Ogni giorno ci troviamo davanti a situazio-ni o scelte da compiere che ci interpellano, possiamo scegliere se far prevalere la no-

stra sola umanità, o se dare spazio a Gesù ripetendo i suoi gesti È bello pensare che Lui può rivivere anche grazie a me, pos-so essere le sue mani, le sue braccia, suoi occhi Nel mio piccolo cerco di dare spazio alle persone anziane ascoltandole, accoglien-dole se intuisco che hanno piacere di par-lare, provo anche a portare la chiacchierata su qualcosa di felice e scherzoso, speran-do di risollevarne un po' il morale e por-tare un po' di speranza Cerco di prestare attenzione anche a quei giovani o quelle persone che a volte vedo un po' esclusi dagli altri, provo ad essere un po' più vici-na a loro Mi impegno a coinvolgere quella persona, invitandola per esempio a veder-ci per una chiacchierata, per un’uscita an-che in gruppo con altri Nel rapporto con gli altri, sul lavoro metto tutto il buon umore possibile per essere sorridente, per accogliere le persone con gentilezza e attenzione anche quando è più difficile per trasmettere pace e calma soprattutto a chi si dimostra scontroso Quando se ne presenta l'occasione, provo a condividere la mia fede, non nascondo il mio amore per Gesù e la mia appartenen-za alla sua chiesa, sono felice e orgoglio-sa di farne parte e di essere stata scelta da Lui per portare qualche goccia del suo Vangelo Si tratta di piccoli gesti, è bello partecipare alla creazione del regno di Dio e vedere che la nostra vita diventa utile agli altri, con la nostra voglia di vivere possiamo far sorridere qualcuno e risollevare anche solo per un momento il cuore di una persona che sta passando un momento difficile

Una giovane

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'Attualita

ITALIA, SPUNTI DI RIFLESSIONE SULLA SITUAZIONE POLITICA, SOCIALE ED ECONOMICA

Raccontare l’Italia di oggi è impresa difficile Non tanto per ricordarne la sua lunga storia, il suo ricco patrimo-nio culturale e religioso e le sue bel-lezze naturali L’impresa si fa difficile quando ci si accinge a disegnarne le dinamiche politiche, dovendola an-che necessariamente inquadrare in un momento della storia turbolento come questo nel mondo, in Europa, con inevitabili ricadute nel Bel Paese Inevitabile quindi cercare di semplifi-care il quadro, senza trascurare però alcuni momenti essenziali, comincian-do dal “mondo interconnesso” nel quale viviamo, segnato da tensioni e conflitti che, in assenza di una qualche forma di governo mondiale, sembra pericolosamente fuori controllo Ba-sta, per convincersene, citare alcune regioni del mondo: dal Medioriente, con la guerra in Siria e l’infinito conflit-to israelo-palestinese, alla fascia sud del Mediterraneo, con quanto accade in Libia, luogo di transito di molti flus-si migratori; dai rischi di conflitti nu-cleari, con l’Iran e la Corea del Nord

nel braccio di ferro con gli Stati Uniti, fino ai movimenti sociali che scuotono di nuovo l’America latina In un quadro come questo potrebbe sembrare un’oasi tranquilla l’Europa, dove viviamo in pace (ex-Jugoslavia e Ucraina a parte) da oltre 70 anni Ma anche sul nostro continente ci sono tensioni, compreso all’interno dell’U-nione Europea tra i suoi Paesi partner, divisi politicamente e prigionieri di una competizione economica esaspe-rata che depotenzia il forte potenziale di cooperazione esistente, con il risul-tato di indebolire la coesione sociale Su questo imprescindibile sfondo si muove, quando si muove, anche la politica italiana Veniamo da stagio-ni politiche relativamente tranquille quando i due maggiori partiti tradizio-nali, la Democrazia cristiana e il Partito comunista, si confrontavano anche du-ramente, ma sempre dentro il quadro di una Costituzione che avevano con-tribuito entrambi ad elaborare, dentro un’Europa divisa in due dalla cortina di ferro con l’Unione Sovietica Dopo la caduta del Muro di Berlino molte cose sono cambiate, la fine provviso-ria della “guerra fredda” ha riaperto i giochi e anche in Italia il quadro politi-co si è fatto più “liquido”, generando in questi ultimi tempi nuovi soggetti, variamente chiamati “anti-sistema” o “populisti”, come oggi la Lega e il Movimento Cinque Stelle, tentati da discutibili interpretazioni della nostra

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Attualita

Costituzione repubblicana, come av-venuto nella recente vicenda della formazione del governo dopo il voto dello scorso 4 marzo A volerla ulteriormente semplificare oggi, la mappa politica vede affron-tarsi questi movimenti anti-sistema con quanto resta dei partiti tradi-zionali, ancora presenti nell’area di centro-destra e in quelli del centro-sinistra e della sinistra radicale, con i cattolici variamente frammentati nei diversi partiti, spesso su fronti opposti e in qualche modo autocondannatisi all’irrilevanza politica Sarebbe impor-tante capire come potrebbe evolvere in futuro questa mappa: se darà vita a un sistema bipolare o rimarrà bloccata sull’attuale geometria tripolare È pre-sto per dirlo Più chiara, anche se non proprio con-fortante, la mappa della situazione economica e sociale italiana cui le at-tuali forze politiche devono fare fron-te e sulla quale si misureranno le loro ambizioni, spesso smisurate rispetto alla gravità dei problemi, con il rischio di soluzioni disinvolte ed effimere, come è parso di capire dal cosiddet-to “contratto” di governo concordato recentemente tra i due partiti anti-si-stema Guardiamo alla fotografia dell’econo-mia italiana Il nostro Paese è la terza economia dei 19 Paesi dell’eurozona, il secondo per l’industria manifatturie-ra, con una grande capacità di espor-tazione sui mercati mondiali A que-sto si aggiunge il forte potenziale del risparmio privato e, in questi ultimi

mesi, una ripresa della crescita dopo lunghi anni di crisi Ma già in questi ultimi dati si affacciano ombre e ri-schi: si tratta di una crescita debole e ancora fragile rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, zavorrata da un pesante debito pubblico (oggi di oltre 2 300 miliardi di euro), con una popo-lazione che invecchia e conseguenti costi sociali alti, aggravati da una di-soccupazione ancora sopra il 10% A questi problemi difficili deve rispon-dere la politica italiana, proponendo soluzioni praticabili, una spesa con chiare coperture finanziarie e, soprat-tutto, mandando messaggi di serietà ed affidabilità che, soli, potranno con-vincere i cittadini e consolidare nel contempo la vita democratica nel no-stro Paese, evitandogli rischi di ban-carotta e derive autoritarie

Ezio Bernardi

INSIEME PER DONARE VITA

Sostegno ai progetti di missione

Siamo presenti in Argentina dal 1965 e operiamo, attualmente, nelle Dio-cesi di Quilmes e di Iguaçu

La Repubblica Argentina è uno Stato federale con 23 province e una cit-tà autonoma: Buenos Aires, capitale della nazione e sede del governo La popolazione (40 518 951 abitanti) è concentrata in Buenos Aires, Cor-doba, Rosario e relative periferie; grandi estensioni di campagna sono deserte, perché la gente va in cerca di lavoro e di opportunità nelle grandi città Le nostre suore che vivono e lavorano a Puerto Piray (Misiones) e a Bosques-Berazategui (Buenos Aires), da anni, coordinano e sostengono servizi per bambini e adolescenti in situazione di rischio e li realizzano attraverso inizia-tive comunitarie come: Casa del Niño, Jardines Maternales, Centro de Edu-cación Popular, Hogares, e altre atti-vità come il Centro diurno per bam-bini con disabilità e la Pastorale per l'infanzia In questo periodo, i bambi-ni e gli adolescenti argentini stanno attraversando uno dei momenti più difficili Secondo i dati dell'Osserva-torio Sociale dell'Università Cattoli-ca dell'Argentina: più di sei bambini

su dieci sono strutturalmente poveri Ciò significa che attualmente ci sono 7 930 000 bambini fino a 17 anni in quella situazione in tutto il paese Le famiglie più vulnerabili sono quelle che hanno più figli e sappiamo che le conseguenze delle privazioni sull’in-fanzia sono irreversibili Il 15% dei bambini che nascono annualmente in Argentina hanno mamme adolescenti L'Università Cattolica dell’Argentina calcola la povertà sulla base di diverse dimensioni o indicatori, in una duplice soglia di privazione (totale o grave) Si prendono in considerazione: cibo (se i bambini hanno fame o no), ser-vizi igienico-sanitari (accesso all'acqua corrente o inodore), alloggio (i tipi di materiali con cui è fabbricato), salute (se dispongono di un medico, se sono vaccinati o no), informazione (se han-no accesso a libri, telefoni o internet), educazione (se frequentano la scuola,

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Progetti di Missione

ARGENTINA

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Progetti di Missione

hanno avuto stimoli precoci o altro) Si stima che in Argentina, il 48,1% dei bambini delle città faccia parte di una famiglia che non raggiunge il reddito medio necessario per acquisire un pa-sto di base di circa $ 15 135 e il 10,2% delle famiglie non raggiunge un red-dito sufficiente per acquistare un pa-sto di base di $ 6 189

CENTRO CRE-SIENDOIl Centro cerca di miglio-rare la qualità della vita di ragazze e ragazzi con disabilità motorie, sen-soriali, intellettuali e/o psichiatriche, che vivono in situazione di povertà, di esclusione sociale e non sono aiutati dai centri di cura statali Oggi più che mai abbiamo bisogno del vostro aiu-to, lo Stato non assicura il pagamento delle borse di studio, che garantisco-no il sostegno del trattamento riabi-litativo e la stimolazione precoce per 80 bambini che frequentano il Centro

Suor Paulina

PUERTO PIRAYMISIONES A Puerto Piray-Misiones le suore di San Giusep-pe di Cuneo coordinano diversi progetti, in colla-borazione con i Centri di Educazione Popolare In questo momento sono attivi 6 centri e vi parteci-pano circa 100 bambini L’obiettivo principale è

permettere ai partecipanti di prende-re coscienza dei valori e dei diritti fon-damentali di ogni individuo, di ogni cittadino

In collaborazione con le famiglie, con gli amici e le comunità ci impegniamo a creare un ambiente favorevole allo sviluppo integrale di bambini e ado-lescenti in situazione di rischio, vittime di violenza o abuso Nel nostro lavoro cerchiamo di pre-venire l’abbandono scolastico, attra-verso un’educazione integrale e di di-minuire i casi di denutrizione cronica o nascosta nei bambini, cercando di migliorare le abitudini alimentari Con i genitori si portano avanti cor-si di giardinaggio e arte culinaria Lo scorso anno abbiamo iniziato un la-

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Progetti di Missione

boratorio di cucito e di falegnameria, ma con pochissimi strumenti di lavo-ro non avendo i fondi necessari per l’acquisto di un maggior numero di attrezzi e materiali adeguati Per poter sostenere questi centri è necessario creare nuovi spazi di atti-vità e avviare i giovani verso piccole esperienze imprenditoriali che offro-no nuove opportunità di lavoro Il ser-vizio in questo campo è un impegno arduo, ma sentiamo forte il messag-gio di Gesù: “Quello che fate al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me” (Mt 25) Chiediamo la vostra collaborazione e sappiamo di poter contare sul vo-stro sostegno perché siete sensibili alla nostra missione Ci rimane molto lavoro da fare per offrire a bambini, adolescenti e giovani un futuro mi-gliore Grazie davvero per la collabo-razione che ci permette di essere per questi piccoli, una possibilità di vita e di speranza

Suor Mari e Suor Pasqualina

HOGARES MADRE TERESA Molte volte mi chiedo: Come far sorri-dere bambini, ragazzi, ragazze, adole-

scenti a cui la vita ha negato tutto, che non hanno famiglia, casa, possibilità?

È quanto cerchiamo di creare negli Hogares: un luogo che permetta loro di vivere e crescere, di sentirsi amati e aiutati, di credere ancora che è pos-sibile, nonostante tutto… Stiamo fa-cendo salti mortali per continuare ad offrire questo spazio perché il Gover-no statale ci nega ogni sussidio, ma è sufficiente vederli felici per fare tut-to lo sforzo, per mettercela tutta, per inventarsi sempre nuove strategie e continuare Ci regala una gioia immensa il poter offrire a tanti ragazzi la possibilità di aprirsi al nuovo, di credere in se stessi perché possano anche contribuire un domani a cambiare questa società

Nella difficile situazione che stiamo vivendo per sostenere gli Hogares, la vostra generosa collaborazione è una FORZA, ci permettete di continuare ad essere case di accoglienza e di cura per tante persone ferite

Suor Renza

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Autorizzazione Tribunale di Cuneo n. 90 del 25-08-1954 - Stampa: MG Servizi Tipografici 12010 Vignolo (CN)

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Buona Estate

Per giovani dai 17 anni in suEsperienza di incontro, condivisione, silenzio e preghieraall’Alpe di papa Giovanni – Limonetto (CN)Dal 20 al 22 luglio 2018

Giornata per i sostenitori dei progetti di missione Incontro per conoscere le nostre attività a servizio dei poveri e riflettere sulla realtà sociale in cui operiamo noi, Suore di San GiuseppePresso La Sorgente - Via Lorenzo Bertano, 19 – CuneoDomenica 28 ottobre 2018

Il Sole a Mezzanotteper giovani over 18 - Presso "La Sorgente"- Via Lorenzo Bertano, 19 Cuneo IO GIOVANE…13 o 27 ottobre 2018 - …Come sono24 novembre 2018 - …mi relaziono con il Signore Gesù9 dicembre 2018 (dalle ore 9.30 alle ore 19) - …vivo con gli altri19 gennaio 2019 - …affronto le fatiche16 febbraio 2019 - …scelgo16 marzo 2019 - …mi dono13 aprile 2019 - Veglia delle Palme nelle varie diocesi