L’amore è più forte della morte La scuola si...

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0761.826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] Anno XXIX (XLVII) - N°8 - AGOSTO 2015 - Via S. Lucia Filippini n° 25 - Tel. 0761.826050 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo” Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Nel percorso di catechesi sulla famiglia, oggi prendiamo direttamente ispirazione dall’episodio narrato dall’evangelista Luca, che abbiamo appena ascoltato (cfr Lc 7,11-15). È una scena molto com- movente, che ci mostra la compassione di Gesù per chi soffre - in questo caso una vedova che ha perso l’unico figlio - e ci mostra anche la potenza di Gesù sulla morte. La morte è un’esperienza che riguarda tutte le famiglie, senza eccezione alcuna. Fa parte della vita; eppure, quando tocca gli affetti familiari, la morte non riesce mai ad appa- rirci naturale. Per i genitori, sopravvivere ai propri figli è qualcosa di particolarmente straziante, che contraddice la natura elementare dei rapporti che danno senso alla famiglia stessa. La perdita di un figlio o di una figlia è come se fermasse il tempo: si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. La morte, che porta via il figlio piccolo o giovane, è uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amore gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere. Tante volte vengono a Messa a Santa Marta genitori con la foto di un figlio, di una figlia, bambino, ragazzo, ragazza, e mi dicono: “Se ne è andato, se ne è andata”. E lo sguardo è tanto addolorato. La morte tocca e quando è un figlio tocca profondamente. Tutta la famiglia rimane come paralizzata, ammutolita. E qualcosa di simile patisce anche il bambino che rimane solo, per la perdita di un genitore, o di entrambi. Quella domanda: “Ma dov’è il papà? Dov’è la mamma?” - Ma è in cielo” - “Ma perché non lo vedo?”. Questa domanda copre un’angoscia nel cuore del bambino che rimane solo. Il vuoto del- l’abbandono che si apre dentro di lui è tanto più angosciante per il fatto che non ha neppure l’esperienza sufficiente per “dare un nome” a quello che è accaduto. “Quando torna il papà? Quando torna la mamma?”. Cosa rispondere quando il bambino soffre? Così è la morte in famiglia. In questi casi la morte è come un buco nero che si apre nella vita delle famiglie e a cui non sappiamo dare alcuna spiegazione. E a volte si giunge persino a dare la colpa a Dio. Ma quanta gente - io li capi- sco - si arrabbia con Dio, bestemmia: “Perché mi hai tolto il figlio, la figlia? Ma Dio non c’è, Dio non esiste! Perché ha fatto questo?”. Tante volte abbiamo sentito questo. Ma questa rabbia è un po’ quello che viene dal cuore del dolore grande; la perdita di un figlio o di una figlia, del papà o della mamma, è un grande dolore. Questo accade continuamente nelle famiglie. In questi casi, ho detto, la morte è quasi come un buco. Ma la morte fisica ha dei “complici” che sono anche peggiori di lei, e che si chiamano odio, invidia, superbia, avarizia; insomma, il peccato del mondo che lavora per la morte e la rende ancora più dolorosa e ingiusta. Gli affetti familiari appaiono come le vittime predestinate e inermi di queste potenze ausiliarie della morte, che accompagnano la storia dell’uomo. Pensiamo all’assurda “normalità” con la quale, in certi momenti e in certi luo- ghi, gli eventi che aggiungono orrore alla morte sono provocati dall’odio e dall’indifferenza di altri esseri umani. Il Signore ci liberi dall’abituarci a questo! Nel popolo di Dio, con la grazia della sua compassione donata in Gesù, tante famiglie dimostra- no con i fatti che la morte non ha l’ultima parola: questo è un vero atto di fede. Tutte le volte che la famiglia nel lutto - anche terribile - trova la forza di custodire la fede e l’amore che ci uniscono a coloro che amiamo, essa impedisce già ora, alla morte, di prendersi tutto. Il buio della morte va affrontato con un più intenso lavoro di amore. “Dio mio, rischiara le mie tenebre!”, è l’invocazione della liturgia della sera. Nella luce della Risurrezione del Signore, che non abbandona nessuno di coloro che il Padre gli ha affidato, noi possiamo togliere alla morte il suo “pungiglione”, come diceva l’apostolo Paolo (1 Cor 15,55); possiamo impedirle di avvelenarci la vita, di rendere vani i nostri affetti, di farci cadere nel vuoto più buio. In questa fede, possiamo consolarci l’un l’altro, sapendo che il Signore ha vinto la morte una volta per tutte. I nostri cari non sono scomparsi nel buio del nulla: la speranza ci assicura che essi sono nelle mani buone e forti di Dio. L’amore è più forte della morte. Per questo la strada è far crescere l’amore, renderlo più solido, e l’amore ci custodirà fino al giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata, quando «non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno» (Ap 21,4). Se ci lasciamo sostenere da questa fede, l’esperienza del lutto può generare una più forte solidarietà dei legami famigliari, una nuova apertura al dolore delle altre famiglie, una nuova fraternità con le famiglie che nascono e rinascono nella speranza. Nascere e rinascere nella speranza, questo ci dà la fede. Ma io vorrei sottolineare l’ultima frase del Vangelo che oggi abbiamo sentito (cfr Lc 7,11-15). Dopo che Gesù riporta alla vita questo giovane, figlio della mamma che era vedova, dice il Vangelo: “Gesù lo restituì a sua madre”. E questa è la nostra speranza! Tutti i nostri cari che se ne sono andati, il Signore ce li restituirà e noi ci incontreremo insieme a loro. Questa speranza non delude! Ricordiamo bene questo gesto di Gesù: “E Gesù lo restituì a sua madre”, così farà il Signore con tutti i nostri cari nella famiglia! Questa fede ci protegge dalla visione nichilista della morte, come pure dalle false consolazioni del mondo, così che la verità cristiana «non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere», cedendo ai riti della superstizione, anti- ca o moderna» (Benedetto XVI, Angelus del 2 novembre 2008). Oggi è necessario che i Pastori e tutti i cristiani esprimano in modo più concreto il senso della fede nei confronti dell’esperienza famigliare del lutto. Non si deve negare il diritto al pian- to - dobbiamo piangere nel lutto -, anche Gesù «scoppiò in pianto» e fu «profondamente turbato» per il grave lutto di una famiglia che amava (Gv 11,33-37). Possiamo piuttosto attingere dalla testimonianza semplice e forte di tante famiglie che hanno saputo cogliere, nel durissi- mo passaggio della morte, anche il sicuro passaggio del Signore, crocifisso e risorto, con la sua irrevocabile promessa di risurrezione dei morti. Il lavoro dell’amore di Dio è più forte del lavoro della morte. È di quell’amore, è proprio di quell’a- more, che dobbiamo farci “complici” operosi, con la nostra fede! E ricordiamo quel gesto di Gesù: “E Gesù lo restituì a sua madre”, così farà con tutti i nostri cari e con noi quando ci incontreremo, quando la morte sarà definitivamente sconfitta in noi. Essa è sconfitta dalla croce di Gesù. Gesù ci restituirà in famiglia a tutti! L’amore è più forte della morte È stata approvata in maniera definitiva la nuova legge che regolerà, dal prossimo anno, l’andamento scolastico. I Capi d’Istituto, come si preve- deva, avranno maggiori oppor- tunità d’interveto e più potere. Saranno loro a dover organiz- zare con precisione e compe- tenza il funzionamento della scuola che dirigono, dal lavoro dei Docenti, ai rapporti con genitori ed alunni, ad attività che siano di arricchimento e di sicura formazione. Dovranno controllare che tutto funzioni al meglio, che non ci siano superficilità ed incon- gruenze all’interno degli Istituti. I Docenti, da parte loro, saran- no chiamati ad occuparsi degli alunni con serietà e tanta disponibilità. Dovranno orga- nizzare studio e lavoro con metodo e competenza, in modo da instaurare, con la propria classe, rapporti solidi di reciproca intesa che assicurino l’ampliamento e l’approfondi- mento culturale, la crescita umana ed intellettuale. L’autonomia di cui godranno gli Istituti scolastici è tesa anche ad impostare, in tempi e modi precisi, l’alternanza scuola- lavoro prevista dalla legge. In sintesi, ogni scuola dovrà aprir- si alla società, al mondo del lavoro gestendo una sorta di alternanza tra la teoria e la pratica, tra lo studio non super- ficiale delle varie discipline ed il rapporto con la manualità. Non sarà né semplice né facile affrontare e risolvere le tante problematiche che sembra pre- suppongano un “modus ope- randi” completamente nuovo. Che dire? Speriamo si possa- no conseguire gli obiettivi pre- visti dal legislatore e si otten- gano risultati soddisfacenti. Speriamo, chi vivrà vedrà! A.L. La scuola si rinnova

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo GargiuliDirezione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0761.826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982

Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]

Anno XXIX (XLVII) - N°8 - AGOSTO 2015 - Via S. Lucia Filippini n° 25 - Tel. 0761.826050 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo”

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Nel percorso di catechesi sulla famiglia, oggi

prendiamo direttamente ispirazione dall’episodionarrato dall’evangelista Luca, che abbiamo appenaascoltato (cfr Lc 7,11-15). È una scena molto com-movente, che ci mostra la compassione di Gesùper chi soffre - in questo caso una vedova che haperso l’unico figlio - e ci mostra anche la potenzadi Gesù sulla morte. La morte è un’esperienzache riguarda tutte le famiglie, senza eccezionealcuna. Fa parte della vita; eppure, quando toccagli affetti familiari, la morte non riesce mai ad appa-rirci naturale. Per i genitori, sopravvivere ai proprifigli è qualcosa di particolarmente straziante, che contraddice la natura elementare dei rapporti che danno senso alla famigliastessa. La perdita di un figlio o di una figlia è come se fermasse il tempo: si apre una voragine che inghiotte il passato eanche il futuro. La morte, che porta via il figlio piccolo o giovane, è uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amoregioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere.

Tante volte vengono a Messa a Santa Marta genitori con la foto di un figlio, di una figlia, bambino, ragazzo, ragazza, e midicono: “Se ne è andato, se ne è andata”. E lo sguardo è tanto addolorato. La morte tocca e quando è un figlio toccaprofondamente. Tutta la famiglia rimane come paralizzata, ammutolita. E qualcosa di simile patisce anche il bambino cherimane solo, per la perdita di un genitore, o di entrambi. Quella domanda: “Ma dov’è il papà? Dov’è la mamma?” - Ma è incielo” - “Ma perché non lo vedo?”. Questa domanda copre un’angoscia nel cuore del bambino che rimane solo. Il vuoto del-l’abbandono che si apre dentro di lui è tanto più angosciante per il fatto che non ha neppure l’esperienza sufficiente per “dareun nome” a quello che è accaduto. “Quando torna il papà? Quando torna la mamma?”. Cosa rispondere quando il bambinosoffre? Così è la morte in famiglia. In questi casi la morte è come un buco nero che si apre nella vita delle famiglie e acui non sappiamo dare alcuna spiegazione. E a volte si giunge persino a dare la colpa a Dio. Ma quanta gente - io li capi-sco - si arrabbia con Dio, bestemmia: “Perché mi hai tolto il figlio, la figlia? Ma Dio non c’è, Dio non esiste! Perché ha fattoquesto?”. Tante volte abbiamo sentito questo. Ma questa rabbia è un po’ quello che viene dal cuore del dolore grande; laperdita di un figlio o di una figlia, del papà o della mamma, è un grande dolore. Questo accade continuamente nelle famiglie.In questi casi, ho detto, la morte è quasi come un buco. Ma la morte fisica ha dei “complici” che sono anche peggiori di lei, eche si chiamano odio, invidia, superbia, avarizia; insomma, il peccato del mondo che lavora per la morte e la rende ancorapiù dolorosa e ingiusta. Gli affetti familiari appaiono come le vittime predestinate e inermi di queste potenze ausiliarie dellamorte, che accompagnano la storia dell’uomo. Pensiamo all’assurda “normalità” con la quale, in certi momenti e in certi luo-ghi, gli eventi che aggiungono orrore alla morte sono provocati dall’odio e dall’indifferenza di altri esseri umani. Il Signore ciliberi dall’abituarci a questo! Nel popolo di Dio, con la grazia della sua compassione donata in Gesù, tante famiglie dimostra-no con i fatti che la morte non ha l’ultima parola: questo è un vero atto di fede. Tutte le volte che la famiglia nel lutto -anche terribile - trova la forza di custodire la fede e l’amore che ci uniscono a coloro che amiamo, essa impedisce già ora,alla morte, di prendersi tutto. Il buio della morte va affrontato con un più intenso lavoro di amore. “Dio mio, rischiara le mietenebre!”, è l’invocazione della liturgia della sera. Nella luce della Risurrezione del Signore, che non abbandona nessuno dicoloro che il Padre gli ha affidato, noi possiamo togliere alla morte il suo “pungiglione”, come diceva l’apostolo Paolo (1 Cor15,55); possiamo impedirle di avvelenarci la vita, di rendere vani i nostri affetti, di farci cadere nel vuoto più buio.

In questa fede, possiamo consolarci l’un l’altro, sapendo che il Signore ha vinto la morte una volta per tutte. Inostri cari non sono scomparsi nel buio del nulla: la speranza ci assicura che essi sono nelle mani buone e forti di Dio.L’amore è più forte della morte. Per questo la strada è far crescere l’amore, renderlo più solido, e l’amore ci custodirà finoal giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata, quando «non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno» (Ap 21,4). Seci lasciamo sostenere da questa fede, l’esperienza del lutto può generare una più forte solidarietà dei legami famigliari, unanuova apertura al dolore delle altre famiglie, una nuova fraternità con le famiglie che nascono e rinascono nella speranza.Nascere e rinascere nella speranza, questo ci dà la fede. Ma io vorrei sottolineare l’ultima frase del Vangelo che oggiabbiamo sentito (cfr Lc 7,11-15). Dopo che Gesù riporta alla vita questo giovane, figlio della mamma che era vedova, dice ilVangelo: “Gesù lo restituì a sua madre”. E questa è la nostra speranza! Tutti i nostri cari che se ne sono andati, ilSignore ce li restituirà e noi ci incontreremo insieme a loro. Questa speranza non delude! Ricordiamo bene questo gesto diGesù: “E Gesù lo restituì a sua madre”, così farà il Signore con tutti i nostri cari nella famiglia!

Questa fede ci protegge dalla visione nichilista della morte, come pure dalle false consolazioni del mondo, cosìche la verità cristiana «non rischi di mischiarsi con mitologie di vario genere», cedendo ai riti della superstizione, anti-ca o moderna» (Benedetto XVI, Angelus del 2 novembre 2008). Oggi è necessario che i Pastori e tutti i cristiani esprimano inmodo più concreto il senso della fede nei confronti dell’esperienza famigliare del lutto. Non si deve negare il diritto al pian-to - dobbiamo piangere nel lutto -, anche Gesù «scoppiò in pianto» e fu «profondamente turbato» per il grave lutto diuna famiglia che amava (Gv 11,33-37).

Possiamo piuttosto attingere dalla testimonianza semplice e forte di tante famiglie che hanno saputo cogliere, nel durissi-mo passaggio della morte, anche il sicuro passaggio del Signore, crocifisso e risorto, con la sua irrevocabile promessa dirisurrezione dei morti. Il lavoro dell’amore di Dio è più forte del lavoro della morte. È di quell’amore, è proprio di quell’a-more, che dobbiamo farci “complici” operosi, con la nostra fede! E ricordiamo quel gesto di Gesù: “E Gesù lo restituì a suamadre”, così farà con tutti i nostri cari e con noi quando ci incontreremo, quando la morte sarà definitivamente sconfitta innoi. Essa è sconfitta dalla croce di Gesù. Gesù ci restituirà in famiglia a tutti!

L’amore è più forte della morte

È stata approvata in manieradefinitiva la nuova legge cheregolerà, dal prossimo anno,l’andamento scolastico.I Capi d’Istituto, come si preve-deva, avranno maggiori oppor-tunità d’interveto e più potere.Saranno loro a dover organiz-zare con precisione e compe-tenza il funzionamento dellascuola che dirigono, dal lavorodei Docenti, ai rapporti congenitori ed alunni, ad attivitàche siano di arricchimento e disicura formazione.Dovranno controllare che tuttofunzioni al meglio, che non cisiano superficilità ed incon-gruenze all’interno degli Istituti.I Docenti, da parte loro, saran-no chiamati ad occuparsi deglialunni con serietà e tantadisponibilità. Dovranno orga-nizzare studio e lavoro conmetodo e competenza, inmodo da instaurare, con lapropria classe, rapporti solidi direciproca intesa che assicurinol’ampliamento e l’approfondi-mento culturale, la crescitaumana ed intellettuale.L’autonomia di cui godranno gliIstituti scolastici è tesa anchead impostare, in tempi e modiprecisi, l’alternanza scuola-lavoro prevista dalla legge. Insintesi, ogni scuola dovrà aprir-si alla società, al mondo dellavoro gestendo una sorta dialternanza tra la teoria e lapratica, tra lo studio non super-ficiale delle varie discipline edil rapporto con la manualità.Non sarà né semplice né facileaffrontare e risolvere le tanteproblematiche che sembra pre-suppongano un “modus ope-randi” completamente nuovo.Che dire? Speriamo si possa-no conseguire gli obiettivi pre-visti dal legislatore e si otten-gano risultati soddisfacenti.Speriamo, chi vivrà vedrà!

A.L.

La scuola si rinnova

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 2

Cari fratelli e sorelle di Ecuador, Boliviae Paraguay, manca poco al viaggio. Conquesto saluto preliminare vorrei esprimerela mia vicinanza, la mia simpatia, la miabuona volontà. È mio desiderio stare convoi, condividere le vostre preoccupazioni,manifestarvi il mio affetto e la mia vicinanzae anche rallegrarmi con voi. Voglio esseretestimone della gioia del Vangelo e portarvila tenerezza e la carezza di Dio, nostroPadre, specialmente ai suoi figli più biso-gnosi, agli anziani, ai malati, ai detenuti, aipoveri, a quanti sono vittime di questa cul-tura dello scarto.

L’amore del Padre tanto misericordiosoci permette di scoprire senza limiti il voltodi suo Figlio Gesù in ogni nostro fratello, inogni nostra sorella, nel prossimo. Bastasolo avvicinarsi, farsi prossimo. ComeGesù ha detto a quel giovane dottore dellalegge quando gli ha chiesto: E chi è il mioprossimo? Basta fare come il buon samari-tano, vai e fai lo stesso, avvicinati, non pas-sare alla larga.

In questo viaggio visiterò tre nazionisorelle nelle terre del Continente america-no. La fede che tutti noi condividiamo èfonte di fraternità e di solidarietà, costrui-sce popoli, forma famiglia di famiglie, pro-muove la concordia e incoraggia il deside-rio e l’impegno per la pace. In questi giorniprecedenti al nostro incontro rendo grazie aDio per voi e chiedo che siate perseverantinella fede, che abbiate il fuoco dell’amore edella carità e che vi manteniate saldi nellasperanza che non delude mai. Vi prego diunire le vostre preghiere alle mie affinchél’annuncio del Vangelo giunga alle periferiepiù lontane e continui a far sì che i valoridel Regno di Dio siano fermento della terraanche ai nostri giorni. Che la Vergine Santa,come Madre dell’America, vi custodisca eche il Signore vi benedica. Grazie, a prestoe, per favore, non dimenticatevi di pregareper me.

La prima tappa è stato l’Ecuador. Altermine dell’incontro, nel Santuariomariano di Nuestra Senora delQuinche, il Papa ha pronunciato ilseguente discorso:

Buongiorno fratelli e sorelle.In questi due giorni, 48 ore, in cui sono

stato a contatto con voi, ho notato che c’eraqualcosa di particolare - scusatemi - qualcosadi particolare nel popolo ecuadoriano. In tutti iluoghi dove vado, sempre l’accoglienza ègioiosa, contenta, cordiale, religiosa, riccadi pietà, in ogni parte. Ma qui c’era qualcosanella religiosità, nel modo, per esempio di chie-dere la benedizione - dal più vecchio fino al“bebè”, che la prima cosa che impara è farecosì - c’era qualcosa di diverso... E anch’io hoavuto la tentazione, come i l Vescovo diSucumbios, di domandare: Qual è la ricetta diquesto popolo? Qual è? Ci pensavo su e pre-gavo... Ho chiesto a Gesù più volte nella pre-ghiera: Che cos’ha questo popolo di diver-so? E stamattina, pregando, mi si è presentataalla mente quella Consacrazione al SacroCuore. Penso che devo dirvelo come un mes-saggio di Gesù: tutto questo che voi avete diricchezza, di ricchezza spirituale, di religiosità,

di profondità, viene dall’aver avuto il coraggio -perché sono stati momenti molto difficili - ilcoraggio di consacrare la nazione al Cuoredi Cristo, quel Cuore divino e umano che ciama tanto. E io vi vedo un po’ così: divini eumani. Di sicuro siete peccatori, anch’io però...Ma il Signore perdona tutto...

Custodite questo! E poi, pochi anni dopo, laconsacrazione al Cuore di Maria. Non dimen-ticate: quella consacrazione è una pietra milia-re nella storia dell’Ecuador, e da quella consa-crazione sento come se venisse questa graziache voi avete, questa religiosità, questa cosa virende diversi.

Oggi devo parlare a voi sacerdoti, seminari-sti, religiose, religiosi e dirvi qualcosa. Ho undiscorso preparato... ma non ho voglia di leg-gere... Così lo do al presidente della conferen-za dei religiosi perché lo pubblichi poi. E pen-savo alla Vergine, pensavo a Maria. Le dueparole di Maria - qui mi sta mancando lamemoria, non so se ne ha dette altre... -: “Sifaccia in me”. Sì, certo, chiese spiegazioni sulperché era stata scelta lei, all’Angelo. Ma dice:“Si faccia in me”. E l’altra parola: “Fate quelloche Lui vi dirà”. Maria non ha mai volutoessere protagonista. È stata discepola per tuttala vita. La prima discepola di suo Figlio. Ed eracosciente che tutto ciò che lei aveva portatoera pura gratuità di Dio. Coscienza di gratuità.Per questo “si faccia”, “fate” che si manifesti lagratuità di Dio. Religiose, religiosi, sacerdoti,seminaristi, tutti i giorni ritornate, fate questocammino di ritorno alla gratuità con cui Dio viha scelti. Voi non avete pagato l’ingresso perentrare in seminario, per entrare nella vita reli-giosa. Non ve lo siete meritato. Se qualche reli-gioso, sacerdote o seminarista o suora che c’èqui crede di esserselo meritato, alzi la mano!Tutto gratuito.

E tutta la vita di un religioso, di una religio-sa, di un sacerdote e di un seminarista che vaper questa strada - e già che ci siamo diciamo:e dei vescovi - deve andare per questa strada -e già che ci siamo diciamo: e dei vescovi -deve andare per questa strada della gratuità,ritornare tutti i giorni: “Signore, oggi ho fattoquesto, mi è andato bene questo, ho avutoquesta difficoltà.... Ma tutto questo, tutto vieneda Te, tutto è gratis”.

La gratuità. Siamo oggetto della gratuitàdi Dio. Se dimentichiamo questo, lentamenteci andiamo facendo importanti. “E guardatequesto, che opere sta fecendo...”; “guardate,questo lo hanno fatto vescovo del tal postoimportante...”; “questo lo hanno fatto monsi-gnore”; “questo...” e così lentamente ci allonta-niamo da ciò che è la base, e da cui Maria non

si allontanò mai: la gratuità diDio. Un consiglio da fratello: tutti igiorni, magari alla sera è meglio,prima di andare a dormire, unosguardo a Gesù e dirgli: Mi haidato tutto gratis. E rimettersi aposto. Allora quando mi cambia-no di destinazione o quando c’èuna difficoltà, non protesto, per-ché tutto è gratis, non meritonulla! Questo ha fatto Maria.

Conclusa la visita inEcuador, nel pomeriggio dimercoledì 8 luglio, è accolto

dal presidente della Bolivia, EvoMorales e ha pronunciato il seguentediscorso

Signor Presidente, Distinte Autorità,Fratelli nell’Episcopato, cari fratelli e sorelle,Buona sera!

All’inizio di questa visita pastorale, vogliorivolgere il mio saluto a tutti gli uomini e ledonne della Bolivia, con i migliori auguri dipace e prosperità. Ringrazio il Presidente delloStato Plurinazionale di Bolivia per la calorosa efraterna accoglienza che mi ha riservato e lesue cortesi parole di benvenuto. Ringrazioanche i Signori Ministri e Autorità dello Stato,delle Forze Armate e della Polizia Nazionale,che hanno avuto la bontà di venire a ricevermi.Ai miei fratelli nell’Episcopato, ai sacerdoti, aireligiosi e alle religiose, ai fedeli cristiani, atutta la Chiesa pellegrina in Bolivia, voglioesprimere i miei sentimenti di fraterna comu-nione nel Signore. Porto nel cuore specialmen-te i figli di questa terra che per molteplici motivinon sono qui e hanno dovuto cercare un “altraterra” che li accogliesse, un altro luogo dove lanostra madre li rendesse fecondi e desse loropossibilità di vita.

Sono lieto di trovarmi in questo Paese disingolare bellezza, benedetto da Dio nelle suediverse zone: l’altopiano, le valli, le terre amaz-zoniche, i deserti, gli incomparabili laghi; ilpreambolo della sua Costituzione lo ha sigillatoin modo poetico: “In tempi immemorabili sieressero montagne, si dispiegarono fiumi, siformarono laghi. La nostra Amazzonia, il nostro

Tre sorelle Così le definisce papa Francesco nel videomessaggio del27 giugno parlando del suo prossimo viaggio in AmericaLatina in Ecuador, Bolivia e Paraguay dal 5 al 12 luglio.

continua a pag. 8

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pag. 3LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015

FOTO DIATTUALITÀ

Castrum Montis Flasconisdi GIANCARLO BRECCOLA

Sono tre persone ben note...

Un Vescovo: Sua Ecc.za Mons. Fabio Fabene, un

decano-parroco emerito: D. Agostino, che si tro-

vano per caso a sinistra e a destra del sig. rag.

Vittorio Biccheri che sta gustando una merendina!

Poi dite che non andrà in Paradiso!? Non per ora...

“Il Papa, già nelprimo anno delsuo pontificato,vedendo inViterbo il raffor-zarsi di una fortecorrente ghibelli-na, aveva intan-to fatto costruirea Montefiasconeuna munitissimarocca che, nellasua forte posi-zione, veniva acostituire unbaluardo insor-montabile. Sulfinire del luglio1262 egli perciòne approfittò pertrasferirvisi e sfuggire anche agli eccessivi calori estivi. Qui il Pontefice pro-segui nella politica di ricostruzione dei domini della Chiesa, e per dirimereogni causa di disordine tra Pietro di Vico e i Signori di Bisenzo che, comevedremo, da vari anni si contendevano il possesso del castello di Marta [...]Però i più potenti feudatari di quelle terre, malcontenti della politica di riven-dicazione dei diritti ecclesiastici, suscitarono turbolenze contro il Pontefice,il quale il 18 ottobre del 1262 pensò bene di partire per Orvieto, ove fissò lapropria sede. Lasciava a Montefiascone, in qualità di Rettore, il proprioCappellano Guidone De Polis, che continuò il suo mandato per altri ottomesi”.1

In occasione del suo soggiorno a Montefiascone, Urbano IV, oltre a fortificare larocca, aveva anche ritenuto opportuno dotare la basilica di San Flaviano - cheall’epoca aveva il ruolo di ecclesia maior del castrum - di una cattedra papalecon relativo altare. L’inaugurazione della nuova struttura avvenne, come ricorda l’epigrafe ancoraincassata nell’altare del piano superiore della basilica, il 14 ottobre del 1262;quindi in uno degli ultimi giorni di permanenza della corte pontificia aMontefiascone.

+AN(NO) D(OMI)NI MCCLXII D(OMI)N(U)S URBANUS P(A)P(A) IIII / FIERI FECIT ISTUD

ALTARE AD HO(NO)REM B(E)AT(E) / MARI(A)E VI(RGINIS) S(AN)C(T)E CRUCIS S.LUC(IA)E S. URBANI P(A)P(A) / S. LINI S(AN)C(T)ORUM FABIANI ET SEBASTIANI / S.AUREE VI(RGIN)IS ET MANIBUS P(RO)PRIIS / CO(N)SECRAVIT ILLUD / CU(M)CARD(I)NALIBUS A(R)CH(I)EPI(SCOPIS) / ET EPI(SCOPIS) PLURIBUS II ID(US)OCT(O)B(RIS) /T(EM)P(OR)E PRIO(R)IS PHILIPPI

[traduzione: NELL’ANNO DEL SIGNORE 1262 PAPA URBANO IV FECE COSTRUIRE

QUEST’ALTARE IN ONORE DELLA BEATA MARIA VERGINE, DELLA S. CROCE, DI S.LUCIA, DI S. URBANO PAPA, DI S. LINO, DEI SANTI FABIANO E SEBASTIANO, DI S.AUREA VERGINE E PERSONALMENTE LO CONSACRÒ INSIEME A VARI CARDINALI, ARCI-VESCOVI E VESCOVI IL 14 OTTOBRE AL TEMPO DEL PRIORE FILIPPO]

La presenza alla cerimonia di tanti prelati importanti risulta in linea con la magni-ficenza della curia romana al seguito del pontefice. Sappiamo, ad esempio, chela corte di Urbano IV durante la successiva permanenza a Orvieto, tra cardinalicon i loro accoliti, vescovi, ufficiali, copisti, salariati, mercanti e querelanti incerca di giustizia, era composta da circa 500-600 persone.2

Quattro giorni dopo la consacrazione dell’altare, 18 ottobre 1262, Urbano è aOrvieto, luogo ove pose la residenza per molto tempo e che abbandonò soltantonegli ultimi giorni della sua vita.3

Tra le tante lettere e documenti da lui emanati da Montefiascone, ne ricordiamouno diretto al re di Francia, Luigi IX, ove si sottolinea la particolare importanzadel castrum di Montefiascone: Regi Francorum illustri. Nuper de Viterbio rece-dentes declinaturi apud Montem-Flasconem, castrum Ecclesiae speciale, ac inibi

ad vitandos fervores aestivos aliquandin moraturi;4 un secondo datato 31 agosto1262 indirizzato all’abbazia di Villers-la-Ville, relativo a un lascito per la crociata,del duca Enrico III di Brabante;5 e infine una lettera del 6 ottobre 1262 diretta alpodestà, al capitano, agli anziani e al consiglio del Comune di Siena.6

Guiscardo da PietrasantaIl trasferimento di Urbano a Orvieto fu, come abbiamo visto, una conseguenzadella determinazione con cui lo stesso papa aveva cercato di risolvere, una voltaper tutte, la questione della sovranità della Chiesa sulle regioni del lago diBolsena; territori che la Sede apostolica, nonostante le pretese di Orvieto e dellafamiglia Bisenzi, da tempo rivendicava come propri.Quelle stesse pretese che, il 1 giugno 1262, avevano spinto Nicola (Niccolò)Bisenzi ad affermare la propria signoria su Bisenzo e sulle isole, pur lasciandonenominalmente la sovranità a Orvieto.Atto di potere che si rivelava una misura difensiva della famiglia Bisenzi, sulleisole Martana e Bisentina, contro le paventate rivendicazioni pontificie. E analo-go significato è da attribuire alla successiva sottomissione di Piansano, di cuiNicola era signore, a Tuscania.Manovre che non dovettero raggiungere l’effetto desiderato se, il 16 dicembre1262,7 il pontefice dichiarò nullo l’atto di sottomissione a Orvieto, confermando lasovranità della sede apostolica sull’isola Bisentina che ufficialmente ribattezzò“Urbana”, Insola praeterea, quae Bizantina solebat Dici [...] Pater Ecclesiae red-dens, bene muniit illam, Urbanamque suo nomine dixit eam.8

Altro colpo inflitto dal Papa ai signori di Bisenzo fu la cattura di Giacomo – unodegli altri due fratelli di Nicola – che, trattenuto prigioniero nel castello diMontefiascone, dovette cedere, in cambio della libertà, tutti i diritti sull’isolaMartana.9

Atto grave ed emblematico non solo per i membri della famiglia Bisenzi, maanche per le limitrofe comunità di Orvieto, Tuscania e Viterbo, le cui autonomieerano del pari minacciate dalle rivendicazioni papali. Le tensioni, quindi, aumen-tarono e Urbano si rese conto che per continuare nella politica intrapresa,Guidone de Polis, il rettore che aveva lasciato in carica nella rocca diMontefiascone, non era la persona adatta. Occorreva un uomo di carattere cheriunisse in sé prerogative militari e politiche.Il 14 luglio 1263, il Papa nominò rettore del Patrimonio, Guiscardo daPietrasanta, uomo e soldato di grande energia, abile nelle armi, di pronta azionee di indiscussa fedeltà alla Chiesa, de cuius fide, sollicitudine, probitate ac pru-dentia pleniorem fiduciam obtinemus.10

Nel documento della nomina, il Papa esortava i sudditi a restare tranquilli sottol’autorità della Chiesa e a obbedire agli ordini del capitano e rettore,11 residentenella rocca di Montefiascone, che aveva loro destinato.

(segue-20)

1 SCALABRELLA, DIAMONDO, Vita eroica del milanese Guiscardo da Pietrasanta fondato-re del “Cuore della Versilia”, Pietrasanta 1964, pp.106-107.2 LANSING 1999, p. 40. Lansing Carol, / rapporti tra eresia e politica: catari e popolo inOrvieto nel medioevo, «Bollettino dell’Istituto storico artistico orvietano», 48-49, 1992-93 [ma 1999], 13-443 POTTHAST 1874-75, pp. 1494-1495.4 BARONIO, CESARE, Annales Ecclesiastici, vol. 22, 1870, p. 82. 5 Ex Urbani IV registro, in “Monumenta Germaniae Historica - Epistolae saeculi XIII eregestis pontificum Romanorum selectae”, voll. 3, HERAUSGEGEBEN VON KARL

RODENBERG, Berlino 1894, pp. 491-2.6 Ex Urbani IV registro 1894, pp. 492-4.7 THEINER 1861, doc. CCLXX, pp. 144-145.8 MURATORI, LUDOVICO ANTONIO, Rerum Italicarum Scriptores, tomo III, pars altera, col.411.9 WALEY, DANIEL, Bisenzio, Niccolò di, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 10,1968.10 THEINER 1861, doc. CCLXXIX, p. 151.11 PANNUCCI, UMBERTO, I Castelli di Bisenzo e di Capodimonte, Viterbo 1976, p. 57.

Il seggio papale e l’altare di Urbano IV(Basilica di San Flaviano, piano superiore)

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 4

NOTIZIE DAL COMUNE DI MONTEFIASCONELA COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DI TUTTE LE GUERREI Caduti di tutte le guerre, sia militari che civili, sono statisolennemente commemorati, nella mattinata di domenica28 giugno, nella chiesa di Montedoro, nella frazioneMosse, alla presenza del sindaco Luciano Cimarello,del vice Fernando Fumagalli e dell’assessore GiorgioCacalloro. Alla sentita e commovente cerimonia e allaSanta Messa erano presenti le associazioni combattenti-stiche, di volontariato della città insieme alle autorità mili-tari e tanti cittadini. Ad introdurre la commemorazione è intervenuto il primocittadino di Montefiascone Luciano Cimarello: “Vi ringra-zio per la partecipazione. Come consigliere provinciale èanche presente, questa mattina, il gonfalone dellaProvincia di Viterbo, vi porto il saluto del presidente pro-vinciale Mauro Mazzola. Oggi commemoriamo solenne-mente i Caduti di tutte le guerre sia militari che civili. Tuttele generazioni si devono unire nel ricordo della memoriaper rendere omaggio a quanti hanno sacrificato la propriavita per l’unità prima, la libertà e la democrazia poi dellanostra Italia, di tutti noi. Quest’anno ricadono due partico-lari e significative ricorrenze: il centesimo anniversariodell’inizio della Grande Guerra per l’Italia entrata nel 1915, ed il settantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, conclusasiper il continente europeo, e quindi anche per l’Italia, nel maggio del 1945”. Il primo cittadino ha poi ricordato i caduti montefiasconesi nella Grande Guerra: “Anche Montefiascone, come quasi tutti i paesi d’Italia, ha contri-buito con un grande sacrificio di sangue e di vite umane; i montefiasconesi caduti nella Grande Guerra sono stati oltre 180, tra i quali figura il sin-daco Tenente Oreste Borghesi, a cui è intitolata una via del paese, nato il 9 gennaio 1885 a Montefiascone e morto il 20 giugno del 1918 aMirano Veneto in un ospedale da campo mentre prestava servizio nel 7° artiglieria da fortezza. Sono stati oltre 100 i cittadini mutilati o invalidi diguerra. Sono orgoglioso anche per i molti nostri concittadini che si sono distinti in azioni eroiche di combattimento a cui sono state conferitemedaglie e riconoscimenti. In particolare, da menzionare, è Furio Monticelli, Tenente Colonnello del sesto Rgt. Bersaglieri che è stato insignitodi 3 medaglie d’argento ed una Croce di guerra, Angelo Mezzetti, tenente del 14esimo Reggimento Ftr., insignito di una medaglia d’argento euna medaglia di bronzo”. “Quest’anno - ha aggiunto il sindaco - ricade anche il settantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondia-le. Montefiascone è stata coinvolta con tanti cittadini partiti per i diversi fronti e con i bombardamenti alleati che hanno interessato la nostra cittàcon decine di caduti I morti e i dispersi sono stati 61, mentre i mutilati e gli invalidi 169. Un particolare ricordo va ai nostri 3 partigiani uccisi: DelioRicci, Felice Dominici, e Salvatore Paoletti”. Cimarello ha concluso: “Ricordiamo tutti questi uomini e donne che hanno dato la propria vitanelle due disastrose guerre; il loro sacrificio deve essere di esempio per tutti noi e un monito anche per il futuro”. Poi è intervenuto lo storico Nando Onofri che ha ricordato alcuni valorosi soldati di Montefiascone nelle Prima guerra mondiale, nonché altri fattiinerenti la cittadina nel periodo 1915-1918. Poi si è tenuta la celebrazione religiosa presieduta dal parroco don Giuseppe Trapè che ha ricordatoil voto del vescovo Rosi, nel corso della prima guerra mondiale, nei confronti di Santa Lucia Filippini a cui è stata, per l’appunto, dedicata la criptasituata nella cattedrale di Santa Margherita. Una cerimonia molto emotiva.

I LAVORI AL PALAZZETTO DELLO SPORTSono stati consegnati i lavori per l’efficientamento energetico e termico del palazzettodello sport. Ad illustrare il progetto il sindaco Luciano Cimarello e il vice sindacoNando Fumagalli: “Lunedì 13 luglio sono stati consegnati i lavori presso il palazzettodello sport di via Giuseppe Contadini, che dureranno circa 2 mesi. L’intervento saràeffettuato con il finanziamento di 580mila euro della Regione Lazio, si tratta di uno deipiù importanti contributi concessi dalla Regione e precisamente in ordine di grandezzail secondo dopo Latina. Riguarderà la sostituzione degli infissi, l’installazione dell’im-pianto fotovoltaico sul tetto, il cappotto termico e l’impermeabilizzazione del terrazzo”.“Una volta ultimati i lavori e con l’installazione dell’impianto fotovoltaico -continuano- siavranno molteplici benefici: il risparmio per il riscaldamento e l’abbattimento dei costiper l’energia elettrica degli impianti sportivi. Così facendo le risorse risparmiate saran-no reinvestite per altri interventi. L’utilizzazione così massiccia degli impianti sportivi èun vanto per l’intera città di Montefiascone. Infatti sempre più associazioni frequenta-no gli impianti, con notevoli manifestazioni e non da ultimo anche per la prossima sta-gione si svolgeranno le gare di pallavolo, campionato A-2 con il Tuscania Volley. Inoltre in queste settimane abbiamo sistemato il campo da calcio in erba con la rizolla-ture e la semina in vista della nuova stagione calcistica che riprenderà a settembre”. Ilsindaco ed il suo vice concludono: “ Questa politica di efficientamento energetico è unmerito avviato da questa amministrazione che intende avere una ricaduta positiva nelbilancio comunale con una minor spesa e quindi un risparmio, che sarà riutilizzato pernuovi progetti. Sempre in questa ottica si inquadra il progetto di efficientamento ener-getico della pubblica illumi-nazione con un granderisparmio sulla spese dellebollette della luce i cui risul-tati già si sono visti nelbilancio comunale 2015. Lestrade interessate a questoprimo step del progetto sonovia Giuseppe Contadini, delCastagno, Gramsci eGiacomo Matteotti. Nellesuddette strade sono statesostituite le lampade avapori di mercurio da nuo-vissime luci a led, per oltre80 punti luce”.

MONTEFIASCONE AL PRIMOPOSTO DEI “COMUNI RICICLONILAZIO 2015”Montefiascone ha ottenuto il primo posto dei “ComuniRicicloni Lazio 2015” per la realizzazione di buone prati-che di gestione della raccolta differenziata. Il sindacoLuciano Cimarello spiega: “Questo è un premio partico-larmente importante che ricompensa la città diMontefiascone e tutti i cittadini che effettuano giornal-mente la raccolta differenziata. Il premio è riferito ai datidel 2014, quando abbiamo effettuato soltanto gli ultimisei mesi dell’anno di raccolta con il metodo del porta aporta. Fin dai primi mesi abbiamo ottenuto ottimi risulta-ti. I successi raggiunti sono stati resi possibili grazieall’opera di informazione, alla disponibilità della cittadi-nanza e all ’operato dell ’azienda appaltatrice”.L’iniziativa denominata “Comuni Ricicloni Lazio 2015” èstata organizzata da Legambiente in collaborazione conla Regione Lazio. A ritirare il premio per l’intera cittadinanza è stato il con-sigliere comunale con delega all’ambiente RenatoTrapè presso la sede del Parlamento Europeo a Roma.“Come già detto in un precedente consiglio -continua ilsindaco Luciano Cimarello- cercheremo di migliorareancor di più la raccolta differenziata porta a porta conuna maggiore opera di informazione alla cittadinanza inmerito al conferimento dell’organico e dell’indifferenzia-to. Inoltre grazie ad un contributo regionale, acquistere-mo una nuova area per allargare ulteriormente l’isolaecologica, creando un centro del riuso, al fine di riutiliz-zare i rifiuti che possono essere, per l’appunto, riutilizza-ti e quindi non conferiti in discarica. Infine sarà rifatta con il calcestruzzo la strada che con-duce all’isola ecologica”.

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 5

NOTA DI AGRICOLTURA a cura di GIMBERTO

UNA CURIOSITÀ: L’olio di semi di canapaLa canapa è una pianta antica, coltivata da

circa 10.000 anni e da sempre avvolta in unalone di mistero. È una pianta erbacea a cicloannuale e caratterizzata da una vegetazionerigogliosa che può raggiungere un’altezza che vada un metro e mezzo a due metri, ma alcunevarietà raggiungono anche cinque metri di altez-za. È una pianta “dioica” cioè ha i fiori unisessualie distribuiti su piante distinte, ma esiste qualchevarietà “monoica” cioè con i fiori di ambo i sessipresenti sulla stessa pianta. Inizia a germinare aprimavera e fiorisce in estate quando raggiungela maturazione; si adatta a diverse condizioni diclima e di altitudine. Vegeta bene su terreno ferti-le ma anche su terreno sabbioso o paludoso, nonha bisogno delle concimazioni e si difende natu-ralmente molto bene dai parassiti animali e dagliattacchi fungini. Essendo la canapa una piantache produce grande quantità di massa vegetale,è considerata un’ottima risorsa naturale. Nel suointero arco vegetativo di circa tre mesi e mezzo,la canapa produce una biomassa quattro voltemaggiore di quella prodotta dalla stessa superfi-cie di bosco in un intero anno.

In Romania, in una grotta risalente al neoliti-co, sono stati rinvenuti semi di canapa fossilizzati ed il più antico manufatto dicanapa è un pezzo di tessuto risalente a circa ottomila anni fa. Poiché lapianta di canapa fornisce un’ottima e resistente fibra è stata coltivata fin daepoche storiche in Asia ed in medio Oriente. Per la sua robustezza la fibradella canapa veniva utilizzata per tessere le vele già dei Fenici, grandi navi-gatori del Mediterraneo. All’epoca dell’Impero Romano la canapa veniva col-tivata intensamente nella pianura padana per ricavarne fibra ottima comemateria prima per tutti i tessuti. Nel Medioevo la maggioranza della popola-zione usava la fibra di canapa per tessere vestiti, arredi domestici, per la tes-

situra delle famose e storiche braghe in tela di canapa e per l’attorcigliamen-to di tutte le corde usate nelle attività dell’epoca. Nel XVI secolo Enrico VIII°incoraggiò i contadini a coltivare più quantità possibile di canapa allo scopodi fornire fibra per vele e cordami necessari alla flotta navale britannica. NelXVII secolo in America venne obbligata per legge la coltivazione della cana-pa e la canapa era addirittura accettata come valuta per pagare le tasse. Nel1896 Rudolph Diesel inventò il famoso motore ed auspicò che il suo motorefunzionasse con combustibili derivati da olio di semi. Nei primi anni del 1900le industrie di fibre sintetiche, considerate le potenzialità della canapa, asso-ciarono la pianta di canapa alla droga provocandone una incredibile campa-gna denigratoria, che nel 1937 portò di fatto all’impossibilità di coltivare lacanapa negli Stati Uniti. Durante la seconda guerra mondiale il governo ame-ricano stimolò gli agricoltori a coltivare la canapa allo scopo di contribuire asostenere lo sforzo bellico. Tuttavia appena terminata la guerra vennerochiusi tutti gli impianti di lavorazione facendo cessare immediatamente la col-tivazione della canapa. Nel 1970 la canapa venne confermata come droga.

La coltura, la cultura e l’economia della canapa affogarono in una paludechiamata marijuana. Poiché la canapa si è dimostrata una eccellentissimaconcorrente delle fibre sintetiche, inoltre idonea a produrre olio alimentare edanche valente sostegno ecologico contro l’inquinamento ambientale, inGermania si cerca di spingerne la coltivazione. Nel mondo esistono centinaiadi ditte che utilizzano la canapa come materia prima, fornendosi in prevalen-za dall’Ungheria che non ne ha mai interrotto la coltivazione. In Italia alcunianni fa vennero pressati a freddo i semi di canapa per estrarne olio alimenta-re, che messo in vendita trovò subito un vivace mercato. È bene precisareche pur indicando la canapa come “cannabis sativa”, così chiamata perchénon spontanea ma coltivata, tuttavia le varietà specifiche per la produzione difibre e semi non sono assolutamente idonee per ricavare droga. L’olio disemi di canapa ha un colore verde smeraldo tipico dei prodotti vegetali ed haun odore delicato ed un sapore che ricorda le nocciole. Va utilizzato solo acrudo per evitare che perda le proprie caratteristiche nutrizionali, va conser-vato in bottiglie di vetro scuro per proteggerlo dalla luce che potrebbe alterar-ne il colore e la bottiglia aperta va conservata in frigorifero per proteggerlodall’ossidazione.

LA FONTANA DEL PELLEGRINOÈ stata inaugurata la

ristrutturata Fontana delPellegrino situata nellafrazione Paoletti, a ridossodella Cassia Romana, aMontefiascone. Nel pome-riggio di sabato 27 giugno,alla presenza del sindacoLuciano Cimarello, delvice sindaco FernandoFumagalli, dell’assessoreGiorgio Cacalloro e didecine di concittadini, si èsvolta la simpatica ceri-monia di inaugurazionedella fontana che era statarealizzata nel 1949.L’opera di ristrutturazioneè stata effettuata grazie al lavoro magistrale e volontaristico di tre abitanti della zona: Alessandro DelSignore, Giovanni Banco e Massimo Panichi. I tre con spirito di sacrificio e grande volontà, dall’otto-bre 2014 si sono messi al lavoro, dando una nuova veste a questo importante simbolo di Montefiascone,sito appunto a pochi metri dall’antica Cassia Romana, che conserva lunghi tratti di basoli, oggi metacontinua dei passaggi di migliaia di pellegrini che attraversando la via Francigena, che ricalca l’anticopercorso, arrivano nella città eterna Roma.

La cerimonia di inaugurazione è stata introdotta dalla benedizione del parroco don Domenico Baldini.Subito dopo è intervenuto il sindaco Luciano Cimarello: “Oggi siamo qui per inaugurare questa fontanarestaurata da tre nostri concittadini. Questa opera in passato veniva usata come abbeveratoio e comelavatoio ed oggi, grazie a questa opera volontaristica, rivive proprio in un contesto particolare come puòessere quello dell’antica Cassia Romana. Nel corso di questi ultimi anni a Montefiascone, grazie all’impe-gno di alcuni cittadini, in sinergia con l’amministrazione, sono stati restaurati il fontanile delle Cannelle invia Bastiglia, il fontanile del Cuniccho nella frazione Coste e questa fontana di oggi. Inoltre, da quanto mihanno riferito, sono in preparazione i lavori per restaurare il fontanile di Tartarola. Tutto questo è statopossibile grazie all’impegno e alla volontà di privati cittadini che si sono messi all’opera e al contributodell’amministrazione comunale che ha fornito i materiali. È sempre bello da sindaco partecipare a questemanifestazioni, soprattutto perché si salvaguardano e si migliorano dei simboli storici di Montefiascone”.

Poco dopo il sindaco ha “tagliato il nastro”. Poi gli abitanti della frazione Paoletti hanno organizzatoun piccolo rinfresco per tutti i partecipanti. Alessandro Del Signore, Giovanni Banco e Massimo Panichiaggiungono: “Il nostro lavoro è durato ben otto mesi, ma siamo veramente soddisfatti di ciò che è statorealizzato. Abbiamo restaurato questa fontana storica che sarà utilizzata in modo particolare dai pellegri-ni della via Francigena. Tutto ciò è stato possibile grazie alla cooperazione dell’amministrazione che hafornito i materiali”.

CARITAS MONTEFIASCONE

CENTRO D’ASCOLTO INTERPARROCCHIALE “EMMAUS”

• La Caritas interparrocchiale vuole essere unservizio alle persone che si trovano in situazionidi difficoltà e non hanno nessuno a cui rivolger-si.

• È un luogo di accoglienza dove viene datoascolto a tutti - senza distinzione alcuna - edove è possibile ricevere orientamento ed aiutoper uscire dalle situazioni di bisogno ancheattraverso la collaborazione con i servizi e lerisorse esistenti nella zona.

• L’obiettivo è quello di aiutare la persona a cre-scere nell’autonomia per riacquistare sicurezzain se stessa e fiducia negli altri diffondendo ecostruendo una cultura di solidarietà nellacomunità interparrocchiale.

• Il Centro d’ascolto è collegato con il CentroDistribuzione viveri e indumenti che ha sedepresso l’Istituto delle Suore del Divino Amore inCorso Cavour 64, dove si possono consultarele date e gli orari di apertura.

Il Centro d’ascolto di Montefiasconeha la propria sede presso il Monasterodelle Benedettine del SS. Sacramento,in Via Garibaldi 31, ed è aperto neiseguenti giorni:

Martedì dalle ore 16,00 alle ore 17,30Mercoledì dalle ore 10,00 alle ore 12,00

Per maggiori informazioni ci si può rivolgere al proprio parroco

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 6

Lo Psicologo risponde...Taccuino economico e tributario

Potete scrivere a:Dott.ssa Monia Cosimi, Via Zepponami n. 6/F - 01027 Montefiascone (VT)

Email: [email protected] - 3394151301 - 0761831212

Cara dott.ssa Cosimi,Da maggio da quando ha incominciato a fare caldo, mi sono ritornati i sin-tomi di ansia, vertigini, pressione alla testa, instabilità a camminare, ecc.Non sopporto il caldo e già non vedo l’ora che finisca l’estate. I pomerigginon passano mai, con i sintomi che ho esco poco. Mi annoio, non mi stopassando bene la bella stagione, soffro pure di allergia ai pollini. Oggi mi èritornata l’ansia come sensazione, sembra che fa lo stesso percorso ognimese. Non so nemmeno se dipenda dall’andamento degli ormoni, perchéoggi che ho ansia ho gli ormoni agitati.Ma ora soffro di più, non sono i sintomi in se che non sono nemmenomolto forti, faccio le solite cose, è solo che esco di meno. Ho pure pensierinegativi. Non posso neanche uscire liberamente per la fobia ma sonoanche allergica al sole e non posso andare al mare che non mi piace nem-meno. Soffro il caldo. La giornata è troppo lunga e mi annoio, mi sembra disoffrire più psicologicamente che fisicamente. So che in estate mi peggioral’ansia, ma ora anche se faccio cure da due anni, l’estate scorsa mi pare diaverla passata meglio, non so se avevo umore più forte. Visto che sono stata bene in inverno e la primavera/estate dell’anno scor-so è stata migliore pensavo che questa estate dovesse essere migliore.È normale che in estate si peggiori con l’ansia?

Cara lettrice o lettore,c’è una forte correlazione tra attivazione dell’ansia e una temperatura piùelevata. Questo connubio è spiegabile per un motivo sia prettamente fisicosia psicologico. Quando fa molto caldo la temperatura corporea aumentaper effetto dell’ambiente circostante e del metabolismo. Per mantenere latemperatura corporea a 37°C, questo carico di calore deve essere dissipa-to, grazie ad un processo chiamato termoregolazione. Basta che la tempe-ratura del sangue aumenti di 1°C, o anche meno, per attivare i recettori peril calore periferici e ipotalamici. Questi a loro volta mandano segnali al cen-tro di termoregolazione dell’ipotalamo, che risponde attivando due effettiprincipali: la vasodilatazione cutanea e la sudorazione.Queste normali reazioni corporee sono similari a quelle che l’attivazioneansiosa provoca. Unite alla normale spossatezza e a quella sensazione difrastornamento legate al caldo, creano un’unione perfetta. La nostramente, avverte questi sintomi non solo come effetti normali del caldo maanche e soprattutto, nei soggetti che sperimentano e vivono l’ansia negati-va, come un principio di attacco d’ansia o come una attivazione di unostato di malessere ansioso. La sensazione quindi di trovarsi a provare delle sensazioni fisiche spiace-voli viene letta in maniera rigida dalla mente come un allarme. Spessoinfatti, chi soffre di disturbi d’ansia ha una difficoltà, spesso marcata, nelriconoscere e leggere in modo obiettivo e dettagliato il proprio stato emo-zionale, scambiando per esempio un battito accelerato, causato magari dastanchezza, stress o caldo con un principio di un malessere o peggio di uninfarto.Il continuo esporsi alle attivazioni fisiologiche provoca un continuo stress.Lo stress prolungato causa un forte stato di nervosismo che diventa croni-co e spesso automatico ad ogni minima sollecitazione.Il termine “nervosismo” (o più semplicemente “nervoso”) è ormai entrato apieno titolo nella nostra quotidianità e, ognuno di noi si è abituato a utiliz-zarlo per definire uno specifico stato d’animo non spiegabile in nessunaltro modo. Ma cosa si intende esattamente per “nervosismo”? O quandodiciamo “ho il nervoso”? Possiam considerarlo uno stato emotivo che pre-senta due particolari caratteristiche ricorrenti: l’ipersensibilità a certi stimolie l’eccessiva risposta (comportamentale, mentale e fisica) a tali stimoli.Ovviamente, esistono diverse forme e intensità di nervosismo, o di sentirsinervoso, ma ciò che le accomuna sono alcuni segnali, perlopiù fisici, espesso identificabili facilmente anche dall’esterno; la tensione muscolare èsenza dubbio il primo di questi, solitamente localizzata nella zona del colloe delle spalle. La persona nervosa mette in atto, magari in maniera invo-lontaria, gesti o movimenti improvvisi, automatici, ripetuti o sterotipati(soprattutto con mani, piedi e viso); solitamente, anche gli occhi tradisconouno stato di forte nervosismo, rimanendo sempre vigili e attenti al benchéminimo stimolo esterno. Quindi esiste una forte correlazione tra aumento eccessivo della tempera-tura, ansia e nervoso.

Dott.ssa Monia Cosimi(Psicologo, Consulente Familiare, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)

Riforma fiscaleIl Consiglio dei Ministri nella seduta del 26 Giugno ha approvato, inattuazione della delega fiscale, cinque decreti sulla riforma del fiscoche saranno trasmessi alle Camere per il relativo parere. Illustriamo inquesto numero del taccuino le principali novità relative alle sanzionisia penali che amministrative che riguardano principalmente la frodefiscale, la dichiarazione infedele e l’omesso versamento dell’IVA.Dichiarazione infedeleNel caso in cui dalla dichiarazione risulti un’imposta evasa superiore a150.000, precedentemente fissata a 50.000 euro, si configura il reatopenale. Altra condizione per far scattare il reato è che l’imponibileevaso superi i 3 milioni di euro (il limite era precedentemente fissato a2 milioni di euro) e comunque il 10% di ricavi totali. In questo caso ilreato è punito con il carcere fino a 3 anni. Evasione e frode fiscaleSotto i 30.000 euro di imposte evase il contribuente continua a incorre-re nel reato di evasione fiscale e, comunque, non in quello di frodefiscale.La frode fiscale si configura quando vengono accertate le seguenticondotte fraudolente:• operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente o, comunque,messa in atto di artifici contabili finalizzati ad ostacolare l’attività diaccertamento fiscale;• utilizzo, da parte del contribuente, di documenti falsi, fatture false oaltri mezzi fraudolenti;Per quanto riguarda le soglie di punibilità si configura il reato penalequando l’ammontare dei ricavi non dichiarati supera 1,5 milioni di euro,in precedenza il limite era fissato ad 1 milione di euro. Vengono intro-dotti nuovi parametri per la configurazione del reato di fronde fiscaleanche riguardo alla compensazione dei crediti: in particolare si deter-mina una situazione illecita nel caso in cui i crediti e le ritenute fittizie,utilizzate per diminuire e compensare le imposte da pagare, ammonti-no a una quota complessiva superiore a 30.000 euro oppure superinoil 5% dell’imposta complessiva. Le pene previste per il reato di frodefiscale rimangono inalterate e consistono nella detenzione fino a unmassimo di 6 anni.Cancellata la norma “salva-Berlusconi” in base alla quale era previstauna soglia del 3% al di sotto della quale non si configurava il reatopenale; cancellata anche la misura, prevista per le fatture false, inbase alla quale non sarebbe scattato il reato penale per fatture al disotto dei 1000 euro.Omesso versamento di IVAPer i contribuenti che compiono illeciti le soglie di punibilità vengonoelevate da 50.000 euro a 250.000 euro, oltre la quale scatta il reatopenale.Sanzioni amministrativePer quanto riguarda le sanzioni amministrative che vengono commina-te per importi inferiori alle soglie di punibilità indicate sopra, vieneintrodotto il principio della gradualità delle sanzioni, ridotte nel caso incui l’illecito sia più lieve e maggiorate nel caso in cui l’illecito sia piùgrave. Le sanzioni vengono comunque previste, sia per le impostedirette che per i tributi che per l’IVA. Nel caso dell’omessa dichiarazio-ne viene prevista una sanzione proporzionale al ritardo nell’adempi-mento; se la dichiarazione viene presentata entro il termine utile perpresentare la dichiarazione dei redditi successiva, la sanzione base èridotta del 50%. Nel caso in cui la maggiore imposta accertata (e nonpagata) o il minore credito accertato (rispetto a quello effettivamenteportato in compensazione) siano complessivamente inferiori al 3%rispetto all’imposta o al credito dichiarato sono previste sanzioni ridottedi un terzo. Nei casi in cui vengano superate le soglie di punibilità e siconfigurino condotte fraudolente le sanzioni vengono aumentate del50%.Ravvedimento operosoSe prima del controllo fiscale il contribuente si avvale del ravvedimen-to per la dichiarazione infedele, per gli omessi versamenti e per indebi-te compensazioni si estingue il reato. Se, dopo l’avvenuto controllo,aderisce a una procedura di conciliazione e acquiescenza prima che siapra il dibattimento di primo grado il contribuente avrà diritto a unosconto della metà della pena e all’esclusione delle pene accessoriepreviste dalla normativa sui reati tributari. Viene introdotto anche ilprincipio della lieve inadempienza delle sanzioni amministrative, inbase al quale se il versamento delle sanzioni avviene in tempi brevi ilcontribuente ha diritto a uno sconto: la sanzione del 30% dell’impostanon pagata potrebbe essere ridotta fino alla metà e saranno previsteanche multe ridotte nel caso di omessa dichiarazione recuperata entrol’anno.

a cura della Dott.ssa Paola Ciripicchioe del Dott. Luca Radicati Finisse presto... l’estate!

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 7

La Chiesa di S. Giuseppe (Le Mosse)si è arricchita di una nuova maiolica euca-ristica, opera dello scultore Mario Vinci,a decoro del Tabernacolo che custodiscela SS. Eucaristia, posto nella piccolanavata di sinistra. Era un’opera che man-cava, perché la parete del Tabernacolorisultava spoglia e senza un adeguatorilievo dello stesso Tabernacolo.

La maiolica ricorda 2 miracoli eucari-stici:

1. Il miracolo di Bolsena (ben noto!)che ci rimanda alla presenza reale enon simbolica dell’Eucaristia. È lafede?2. La Comunione miracolosa di S.Lucia Filippini (meno nota!). LaSanta era a Pitigliano, la chiamata afondare le scuole di catechismo. Unamattina, presto, con una consorella,andò nella Chiesa vicina. La Messaera già iniziata. Non aveva potutoavvisare il celebrante che desideravafare la S. Comunione. Partecipò allaS. Messa con grande fervore e rinno-vando spesso atti di amore a GesùEucaristia. L’amore della Santa eratale e tanto che Gesù volle esaudirla.

Infatt i , quando alla recita dell ’“Agnello di Dio” il sacerdote spezzòl’ostia per mettere una particella nelcalice... questa sfuggì dalle mani delcelebrante e andò a posarsi sulla lin-gua della Santa. Gesù non fu invisibi-le all’amore della Santa.

È un’opera che attorno alTabernacolo, mette in rilievo la presenzadell’Emmanuele - il Dio con noi e 2 virtùindispensabili per il Cristiano: la fede el’amore.

La maiolica è stata inaugurata esolennemente benedetta dal nostroVescovo Mons. Lino, durante i primiVespri (18 marzo) della solennità di SanGiuseppe, che ha presieduto alla presen-za dei sacerdoti della città, deiSeminaristi Diocesani e del VerboIncarnato, delle Maestre Pie e di numero-so popolo.

Il fine dell’opera non è solamente arti-stico, ma soprattutto catechetico-spriri-tuale. Un grazie anche allo scultoreMario Vinci per questa bella e significati-va opera.

Don Giuseppe - Parroco

L’artistica Maiolica Eucaristica

Caro Direttore,sono un gran lettore, ormai anziano, del

giornale “La Voce”. Leggo con interesse tutto.Negli ultimi mesi ci sono alcuni argomenti

che mi interessano particolarmente.

La scuola è cambiataSento i miei nipoti che dicono che le mae-

stre (per fortuna non tutte) hanno il cellularesempre “in funzione” e stanno al computermentre i ragazzi fanno il compito. E questo intutte le scuole sia statali che religiose.

Poi i genitori dicono alle maestre quello chedevono fare e s’arrabbiano se il figlio non pren-de tutti i giorni 10.

Quando andavo a scuola io, le maestrecomandavano e se il maestro mi dava unoschiaffo, mia madre mi dava il resto. Dico aigenitori che i figli non valgono per i 10 cheprendono ma per l’educazione e l’impegno chemettono nel fare bene tutte le cose.

Alla fine, dopo aver preso troppi 10, portia-mo i figli dallo psicologo. Io 10 non l’ho presomai e nella vita ho fatto sempre il mio dovere eanche bene. A questi figli dategli un po’ di sere-nità, vogliono essere voluti bene così comesono. È meglio un operaio bravo che un medi-co somaro. Se i ruoli (insegnanti - genitori) s’in-trigano, “aprete cielo”, i figli scontano tutto. Igenitori facciano i genitori bene e gli insegnantialtrettanto. Insieme si lavora per il bene deiragazzi; non si può fare la guerra sulla pelledegli altri. “Sto mondo” gliel’abbiamo costruitonoi che abbiamo i capelli bianchi e dovremmosentirci responsabili e non accusatori.

Il senso unico di Via D. AlighieriC’è un altro problema: “Il senso unico” in

Via Dante Alighieri. Io vado a piedi per salute ein macchina per altri servizi.

Quando ho visto quel bel marciapiedi hodetto a me stesso: - Meno male che c’è qualcu-no che pensa anche a chi va a piedi senzaessere buttati per terra. Secondo me è stata

una spesa ottima.Dopo varie prove, l’amministrazione comu-

nale è stata costretta a levare il senso unicocon tutti i problemi che ci sono. I commercianti,grandi e piccoli, hanno “rivoltato la frittata”, ungruppo di “sapienti” subillano continuamente ilpopolo e questo “come un alocco” ci casca. Èuna manovra studiata per accusare il sindaco eforse soprattutto da chi gli sta vicino?!

La vita mi ha insegnato che in qualsiasi isti-tuzione laica e religiosa una situazione è fattabene o è fatta male secondo chi la fa.

Concerto a ZepponamiIl 2 giugno scorso ho partecipato al concer-

to a Zepponami che è stato bellissimo.Quando si tratta di canzoni patriotiche io

partecipo sempre. Il dottor Bartoleschi ha presentato i vari

canti in modo eccellente e la conclusione l’hafatta sempre lui di sua iniziativa leggendo unbrano impeccabile e tutti abbiamo applaudito.Qualche anno fa c’è stato di nuovo il concertoin occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italiae in quella occasione ha condotto tutto il dottorTrapè. Beh! ci sono state polemiche pesanti,alcuni presenti non hanno accettato il dottorTrapè perché non era secondo i loro “gusti poli-tici”. E questa è una realtà che si ripete conti-nuamente.

Io sono costaroloC’è un’altra cosa da dirle. Io sono costaro-

lo e quest’anno non ho partecipato alla proces-sione di S. Pancrazio per motivi di salute peròho inteso quello che è successo e mi vergognodi appartenere a questa parrocchia.

I preti ci insegnano che dire le bugie è pec-cato e come fanno loro da dirle tante e grosse.

Alle Coste se abbiamo la strada per andarea S. Pancrazio, se abbiamo il piazzale, ilcampo sportivo e... altre cose anche ultime, lodobbiamo al Sindaco. Il materiale l’ha portatosempre lui anche se gli onori l’ha presi sempre

un altro. Siamo pochi a sapere certe cose per-ché il bene non fa rumore però chi ha presogli applausi queste cose le conosce moltobene. Se c’è qualcosa che non va, si affrontapersonalmente e non ci si nasconde facendoparlare altri che non conoscono niente di noi.Le Chiese, gli spazi intorno e la manutenzionenon spettano soltanto al Comune ma a tutti:sacerdoti, religiosi e Comune. È troppo comodoscaricare tutto sugli altri, ci vuole una coscien-za a parte... “se c’è stata coscienza”.

I peccati grossi, secondo me, non sonoquelli di non andare alla messa, i peccati grossisono il diffamare gli altri e alimentare nel popo-lo una mentalità corrotta.

I dipendenti del comune che “sputano sulpiatto d’oro” la smettano di spettegolare in ogniangolo del paese compresi i negozi e si renda-no conto che molti danni li fanno proprio lorosoprattutto quelli che si sentono salvatori delmondo.

Conosciamo le accuse che si fanno alSindaco perché non scende a “loschi compro-messi” e conosciamo bene anche i “volponi”che gli girano intorno. Noi montefiasconesisiamo per natura “disfattisti” senza pensare cheil degrado è causato da ognuno di noi. Se unapersona “di fuori” dice bene di Montefiasconec’è subito il montefiasconese che dice il contra-rio con cattiveria pensando di fare del male a“qualcuno” mentre fa del male a se stesso ealla propria città.

Caro Sindaco, se puoi, scanzati da “stamonnezza”, Montefiascone non ti merita. Siguarda sempre il pesce piccolo e mai quellogrosso che puzza... e pure tanto!

“Famo governà ste istruiti che hanno settot-to lauree così i montefiasconesi saranno con-tenti e coionati”.

Scusi Direttore, ma dopo aver inteso e vistoalcuni comportamenti ho sentito il dovere diparlare.

Montefiascone è di tutti. Il popolo con l’am-mazzare le persone non costruisce niente dibuono, anzi deteriora sempre di più se stesso estia attento “sto popolo che casca giù come ‘napera cotta”.

A.L.

LETTERA AL DIRETTORE

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 8

Omaggio allaVergine di

CopacabanaIl Papa lasciando le due onorificenze allaPatrona della Bolivia ha pronunciato leseguenti parole e recitato la preghieraalla Madonna

Il Signor Presidente della Nazione, in ungesto di cordialità, ha avuto la delicatezza dioffrirmi due onorificenze a nome del popoloboliviano.

Ringrazio per l’affetto del popolo boliviano eringrazio per questa finezza, questa delicatezzadel Signor Presidente, e vorrei lasciare questedue onorificenze alla Patrona della Bolivia,Madre di questa nobile Nazione, affinché Ella siricordi sempre del suo popolo e della Bolivia, dalsuo Santuario, dove vorrei che rimassero, siricordi anche del Successore di Pietro e ditutta la Chiesa, e dalla Bolivia se ne prendacura.

Il Papa ha poi recitato la seguente preghiera:

Madre del Salvatore, Madre nostra, tu, Regina diBolivia, dall’alto del tuo Santuario a Copacabana,soddisfa le suppliche e i bisogni dei tuoi figli, spe-cialmente dei più poveri e abbandonati, e li pro-teggi.Ricevi come ossequio del cuore della Bolivia edel mio affetto filiale i simboli dell’amore e dellavicinanza che - a nome del Popolo boliviano - miha consegnato con affetto cordiale e generoso ilSignor Presidente Evo Morales Ayma, in occasio-ne di questo Viaggio Apostolico, che ho affidatoalla tua sollecita intercessione.Ti prego affinché queste onorificenze, che lascioqui in Bolivia ai tuoi piedi, e che ricordano lanobiltà del volo del Condor nei cieli delle Ande e ilcommemorato sacrificio di Padre Luis Espinal,s.i., siano emblemi dell’amore perenne e dellaperseverante gratitudine del Popolo boliviano allatua sollecita e forte tenerezza.In questo momento affido al tuo cuore le mie pre-ghiere per tutte le richieste dei tuoi figli che horicevuto in questi giorni: ti supplico di ascoltarle;concedi loro il tuo incoraggiamento e la tua prote-zione e mostra a tutta la Bolivia la tua tenerezzadi donna e di Madre di Dio, che vive e regna neisecoli dei secoli. Amen.

segue da pag. 2

I diversi momenti della visita di PapaFrancesco in Bolivia sono l’ennesima confermadel carattere innovativo ed essenziale dei suoiviaggi. In coerenza con la scelta di Paolo VI - chetra il 1964 e il 1970 compì nove itinerari simboliciin tutti e cinque i continenti, visitati poi dai suoisuccessori - e naturalmente con la volontà di testi-moniare la gioia del Vangelo (evangelii gaudium)descritta dall’arcivescovo di Buenos Aires nelbreve intervento durante le riunioni preparatoriedel conclave da cui è uscito eletto e poi nel gran-de documento programmatico del pontificato.

Questa è la prospettiva, radicalmente missio-naria, nella quale bisogna comprendere i gestisemplici ed eloquenti di Bergoglio, che in questomodo rafforza la presenza nel mondo delle comu-nità cattoliche e i loro legami di comunione. Comesta facendo in questo ritorno nella sua terra di ori-gine, l’America latina, “patria grande” che conosceovviamente benissimo. Ecco dunque spiegati l’af-fetto con il quale il Pontefice viene accolto e l’inte-resse che suscitano le sue parole, efficaci nelrichiamare di continuo al puro Vangelo, come amadire, in situazioni spesso difficili.

Così è stato nella messa con la quale il Papaha aperto il congresso eucaristico, descrivendo losguardo di Gesù che prende molto sul serio la vitadei suoi: «Li guarda negli occhi e in essi riconosceil loro vivere e il loro sentire». Gesù, che «ci havisti» nello stesso modo in cui ha guardato alcieco Bartimeo, «seduti sui nostri dolori, sullenostre miserie» ha detto Bergoglio parlando allesuore, al clero e ai seminaristi, ribadendo che«non siamo testimoni di una ideologia, di unaricetta, di un modo di fare teologia», ma «dell’a-more risanatore e misericordioso di Gesù».

E lo stesso Vangelo ispira il lunghissimodiscorso - durato un’ora e punteggiato da unasessantina di applausi - con il quale il Ponteficeha concluso il secondo incontro mondiale deimovimenti popolari, quasi una piccola enciclicache s’inserisce con linguaggio nuovo nella dottrinasociale cattolica: «Né il Papa né la Chiesa hannoil monopolio dell’interpretazione della realtà socia-le», perché sono le generazioni che si succedonoa costruire la storia nel contesto di popoli «cheprocedono cercando la propria via e rispettando ivalori che Dio ha deposto nel cuore».

Richiamando la Bibbia, l ’esempio dellaVergine Maria e di Francesco d’Assisi, citandoBasilio, Giovanni XXIII, Paolo VI, i vescovi latinoa-mericani e quelli africani, il Pontefice ha ribaditoche, nell’annuncio del Vangelo, «la Chiesa nonpuò né deve essere estranea» a un processo dicambiamento - definito necessario, positivo e«redentore» - di un sistema globale di ingiustizia edi nuovi colonialismi. E di fronte a possibili criticheper i peccati «passati e presenti» contro i popolinativi americani Bergoglio ha ripetuto la richiestadi perdono pronunciata da Giovanni Paolo II.

Al tempo stesso e con accenti nuovi PapaFrancesco ha chiesto che credenti e non credentiriconoscano quanto la Chiesa ha fatto e fa, «sinoal martirio», per testimoniare il Vangelo: i suoi figlie figlie sono infatti «parte dell’identità dei popoli inLatinoamerica». Identità che oggi in molte partidel mondo si vuole cancellare perché «la nostrafede è rivoluzionaria» nella sfida all’idolatria deldenaro, ha rivendicato il Pontefice. Che è tornatodi nuovo a denunciare le persecuzioni e le stragidei cristiani, in Medio oriente e altrove, definendo-le «una specie di genocidio».

g.m.v.

Quasi una piccola enciclica

Chaco, il nostro altipiano, le nostre pianu-re e le valli si coprirono di piante e difiori”, e questo mi ricorda che “il mondo èqualcosa di più che un problema da risol-vere, è un mistero gaudioso che contem-pliamo nella letizia e nella lode” (Enc.Laudato si’, 12).

Ma soprattutto è una terra benedettanelle sue genti, con la sua variegatarealtà culturale ed etnica, che costitui-sce una grande ricchezza e un appellopermanente al mutuo rispetto e al dia-logo: popoli originari millenari e popolioriginari contemporanei; quanta gioia cidà sapere che il castellano portato inqueste terre oggi convive con 36 idiomioriginari, amalgamandosi - come fannonei fiori nazionali di kantuta e patujù ilrosso e il giallo - per dare bellezza eunità nella differenza. In questa terra e inquesto popolo si è radicato con forzal’annuncio del Vangelo, che lungo gli anniè andato illuminando la convivenza, con-tribuendo allo sviluppo del popolo e pro-muovendo la cultura. Come ospite epellegrino, vengo per confermare lafede dei credenti in Gesù Cristo risorto,perché quanti crediamo in Lui, mentresiamo pellegrini in questa vita, siamotestimoni del suo amore, fermento di unmondo migliore, e collaboriamo allacostruzione di una società più giusta esolidale. La Bolivia sta facendo passiimportanti per includere ampi settori nellavita economica, sociale e politica delPaese; può contare su una Costituzioneche riconosce i diritti degli individui, delleminoranze, dell’ambiente, e su istituzionisensibili a queste realtà. Tutto ciò richie-de uno spirito di collaborazione civile, didialogo e di partecipazione negli individuie negli attori sociali sulle questioni cheinteressano tutti. Il progresso integrale diun popolo comprende la crescita dellepersone nei valori e la convergenza suideali comuni che riescano ad unire levolontà senza escludere e respingerenessuno.

Se la crescita è solo materiale, sicorre sempre il rischio di tornare acreare nuove differenze, che l’abbon-danza di alcuni si costruisca sullascarsezza di altri.

Perciò oltre alla trasparenza istituzio-nale, la coesione sociale richiede unosforzo nell’educazione dei cittadini. Inquesti giorni mi piacerebbe incoraggiarela vocazione dei discepoli di Cristo acomunicare la gioia del Vangelo, adessere sale della terra e luce del mondo.La voce dei Pastori, che dev’essere pro-fetica, parla alla società in nome dellamadre Chiesa - perché la Chiesa èmadre - e parla a partire dalla sua opzio-ne preferenziale ed evangelica per gliultimi, per gli scartati, per gli esclusi: que-sta è l ’opzione preferenziale dellaChiesa. La carità fraterna, espressioneviva del comandamento nuovo di Gesù,si esprime in programmi, opere e istitu-zioni che cercano la promozione integra-le della persona, così come la cura e laprotezione, dei più vulnerabili.

Non si può credere in Dio Padresenza vedere un fratello in ogni persona,e non si può seguire Gesù senza dare lavita per quelli per i quali Egli è mortosulla croce.

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 9

Che bello pregare tutti insieme i Vespri! Come non sognare una Chiesa cherifletta e ripeta l’armonia delle voci e del canto nella vita quotidiana? E lo faccia-mo in questa Cattedrale, che tante volte ha dovuto ricominciare di nuovo; questaCattedrale è segno della Chiesa e di ognuno di noi: a volte le tempeste da fuori eda dentro ci obbligano a buttar giù ciò che abbiamo costruito e cominciare dinuovo, ma sempre con la speranza riposta in Dio; e se guardiamo questo edifi-cio, senza dubbio non ha deluso i paraguayani, perché Dio non delude mai e perquesto lo lodiamo con gratitudine.

La preghiera liturgica, con la sua struttura e la sua forma ritmata, vuoleesprimere la Chiesa tutta, sposa di Cristo, che cerca diconformarsi al suo Signore. Ognuno di noi nella nostrapreghiera vogliamo diventare più somiglianti a Gesù.La preghiera fa emergere quello che stiamo vivendo oche dovremmo vivere nella vita quotidiana, almeno lapreghiera che non vuole essere alienante o solodecorativa. La preghiera ci dà impulso per mettere inatto o verificarci in ciò che recitavamo nei salmi: siamonoi le mani di Dio che «dall’immondizia rialza il povero»(Sal 112[113],7) e siamo noi a lavorare perché la tristezzadella sterilità si trasformi nella gioia del terreno fertile. Noiche cantiamo che «agli occhi del Signore è preziosa lamorte dei suoi fedeli» (Sal 116,15), siamo quelli che lot-tiamo, ci diamo da fare, difendiamo il valore di ogni vitaumana, dal concepimento fino a che gli anni sono molti ela forza poca. La preghiera è riflesso dell’amore chesentiamo per Dio, per gli altri, per il mondo creato; ilcomandamento dell’amore è la miglior configurazione conGesù del discepolo missionario. Stare attaccati a Gesùdà profondità alla vocazione cristiana, che, coinvolta nel“fare” di Gesù – che è molto più che delle attività –, cercadi assomigliare a Lui in tutto ciò che compie. La bellezzadella comunità ecclesiale nasce dall’adesione di ciascunodei suoi membri alla persona di Gesù, formando un“insieme vocazionale” nella ricchezza della varietà armo-nica.

Le antifone dei cantici evangelici di questo fine setti-mana ci ricordano l’invio dei Dodici da parte di Gesù.Sempre è bene crescere in questa coscienza di lavoroapostolico in comunione. E’ bello vedervi collaborarepastoralmente, sempre a partire dalla natura e dalla fun-zione ecclesiale di ogni vocazione e ogni carisma.Desidero esortare tutti voi, sacerdoti, religiosi e religiose,laici e seminaristi, vescovi, ad impegnarvi in questa colla-borazione ecclesiale, specialmente intorno ai piani pasto-rali delle diocesi e alla missione continentale, cooperandocon tutta la vostra disponibilità al bene comune. Se ladivisione tra noi provoca sterilità (cfr Esort. ap. Evangeliigaudium, 98-101), non c’è dubbio che dalla comunione edall’armonia nasca la fecondità, perché sono profonda-mente consonanti con lo Spirito Santo.

Tutti abbiamo limiti, nessuno può riprodurre GesùCristo nella sua totalità, e sebbene ogni vocazione si con-figura principalmente con alcuni raggi della vita e dell’o-pera di Gesù, ce ne sono alcuni comuni e irrinunciabili.Abbiamo appena lodato il Signore perché «non ritenne unprivilegio l’essere come Dio» (Fil 2,6), e questa è unacaratteristica di ogni vocazione cristiana, «non ritenne unprivilegio l’essere come Dio»: chi è chiamato da Dio nonsi vanta, non va in cerca di riconoscimenti né di applausieffimeri, non sente di esser salito di categoria e non trattagli altri come se fosse su un piedestallo.

Il primato di Cristo è descritto chiaramente nella litur-gia della Lettera gli Ebrei; noi abbiamo appena letto quasiil finale di tale Lettera: “Renderci perfetti come il pastoregrande delle pecore” (cfr 13,20-21) e questo comportariconoscere che ogni consacrato si configura a Colui chenella sua vita terrena, tra «preghiere e suppliche, con fortigrida e lacrime» (Eb 5,7) raggiunse la perfezione quandoimparò, soffrendo, che cosa significava obbedire; e anchequesto fa parte della chiamata.

Terminiamo di recitare i nostri Vespri. Il campanile diquesta Cattedrale è stato rifatto più volte; il suono dellecampane precede e accompagna in molte occasioni lanostra preghiera liturgica: fatti nuovi da Dio ogni volta chepreghiamo, saldi come un campanile, gioiosi di predicarele meraviglie di Dio, condividiamo il Magnificat e lasciamoal Signore di fare – che Lui faccia – mediante la nostravita consacrata, grandi cose nel Paraguay.

Al clero e ai religiosi del Paraguay

SIAMO LE MANI DI DIOL’11 luglio si è conclusa la giornata con i vespri reci-tati nella cattedrale di Asunciòn

Care sorelle e cari fratelli, buongiorno!Sono molto contento di farvi visita questa mattina. Non potevo trovarmi in Paraguay senza venire

da voi, senza stare in questa vostra terra.Ci incontriamo in questa Parrocchia intitolata alla Santa Famiglia e vi confesso che da quando

ho cominciato a pensare a questa visita, da quando ho cominciato il percorso da Roma fino a qui,pensavo alla Santa Famiglia. E quando pensavo a voi, mi ricordavo della Santa Famiglia. Vedere ivostri volti, i vostri figli, i vostri nonni. Ascoltare le vostre storie e tutto quello che avete realizzato perstare qui, tutte le lotte che avete fatto per avere una vita degna, un tetto. Tutto quello che fate persuperare l’inclemenza del tempo, le inondazioni di queste ultime settimane, tutto questo mi riportaalla memoria la piccola famiglia di Betlemme. Una lotta che non vi ha rubato il sorriso, la gioia, lasperanza. Un darsi da fare che non vi ha tolto la solidarietà, al contrario, l’ha stimolata e l’ha fattacrescere. Mi voglio soffermare su Giuseppe e Maria a Betlemme. Essi dovettero lasciare la propriaterra, i propri cari, i propri amici. Dovettero lasciare le proprie cose e andare in un’altra terra. Unaterra in cui non conoscevano nessuno, non avevano casa, né famiglia. In quel momento, quella gio-vane coppia ebbe Gesù. In quel contesto, in una stalla preparata come poterono, quella giovanecoppia ci ha regalato Gesù. Erano soli, in una terra estranea, loro tre. All’improvviso, cominciò adapparire gente: dei pastori, persone come loro che avevano dovuto lasciare la propria realtà alloscopo di trovare migliori opportunità familiari. Anche la loro vita era legata alle inclemenze del tempo,e ad altri tipi di inclemenze. Quando si resero conto della nascita di Gesù, si accostarono, si feceroprossimi, vicini. Diventarono subito la famiglia di Maria e Giuseppe. La famiglia di Gesù.

Questo è ciò che accade quando Gesù appare nella nostra vita. Questo è ciò che la fede susci-ta. La fede ci rende prossimi, ci fa prossimi della vita degli altri, ci avvicina alla vita degli altri. La fedesuscita il nostro impegno con gli altri, la fede suscita la nostra solidarietà: una virtù umana e cristia-na, che voi avete e che molti, molti hanno e che dobbiamo imparare. La nascita di Gesù risveglia lanostra vita. Una fede che non si fa solidarietà, è una fede morta, una fede falsa. “No, io sono moltocattolico, sono molto cattolica, vado a Messa tutte le domeniche”. Ma, mi dica, signore, signora, checosa succede là a Bañado? “Ah, non so… sì… no… non so, sì…, so che c’è gente là, ma non so…”.Per quanto vai a Messa la domenica, se non hai un cuore solidale, se non sai che cosa succede neltuo popolo, la tua fede è molto debole, o è malata, o è morte. È una fede senza Cristo. La fedesenza solidarietà è una fede senza Cristo, è una fede senza Dio, è una fede senza fratelli. E alloraviene quel detto, che spero di ricordare bene, ma che ritrae questo problema di una fede senza soli-darietà: “Un Dio senza popolo, un popolo senza fratelli, un popolo senza Gesù”. Questa è la fedesenza solidarietà. E Dio si mise in mezzo al popolo che Lui aveva scelto per accompagnarlo, emandò il suo Figlio a questo popolo per salvarlo, per aiutarlo. Dio si fece solidale con quel popolo, eGesù non ebbe alcun problema a scendere, umiliarsi, abbassarsi, fino a morire per ognuno di noi,per questa solidarietà da fratello, solidarietà che nasce dall’amore che aveva per suo Padre e dall’a-more che aveva per noi. Ricordatevi: quando una fede non è solidale, o è debole, o è malata, o èmorta. Non è la fede di Gesù. Come vi dicevo, il primo ad essere solidale fu il Signore, che scelse divivere tra di noi, scelse di vivere in mezzo a noi. Io vengo qui come quei pastori che c’erano aBetlemme. Voglio farmi prossimo. Voglio benedire la vostra fede, voglio benedire le vostre mani,voglio benedire la vostra comunità. Sono venuto a rendere grazie con voi, perché la fede si è fattasperanza ed è una speranza che stimola l’amore. La fede che Gesù suscita è una fede con la capa-cità di sognare il futuro e di lottare per esso nel presente. Proprio per questo voglio incoraggiarvi acontinuare ad essere missionari di questa fede, a continuare a contagiare questa fede per questestrade, per questi sentieri. Questa fede che ci fa solidali tra di noi, con il nostro Fratello maggioreGesù, e la nostra Madre, la Vergine. Facendovi prossimi specialmente dei più giovani e degli anzia-ni. Facendovi sostegno delle giovani famiglie e di coloro che stanno attraversando momenti di diffi-coltà. Forse il messaggio più forte che voi potete dare agli altri è questa fede solidale. Il diavolo vuoleche litighiate tra di voi, e così vi divide e vi rovina e vi ruba la fede. Solidarietà di fratelli per difenderela fede! E inoltre che questa fede solidale sia un messaggio per tutta la città!

Voglio pregare per le vostre famiglie, e pregare la Sana Famiglia perché il suo modello, la suatestimonianza continui ad essere luce sul cammino, stimolo nei momenti difficili, e che ci faccia lagrazia di un dono, che domandiamo insieme, tutti: che la Santa Famiglia ci doni “pastori”, che ci donipreti, vescovi, capaci di accompagnare, di sostenere e di stimolare la vita delle vostre famiglie.Capaci di far crescere quella fede solidale che non è mai vinta.

Vi invito a pregare insieme e vi chiedo anche di non dimenticarvi di pregare per me.E recitiamo insieme una preghiera al nostro Padre che ci fa fratelli, ci ha mandato il nostro

Fratello maggiore, il suo Figlio Gesù, e ci ha dato una Madre che ci accompagneràE andate avanti! E non lasciate che il diavolo vi divida! Addio!

La visita al Banado Norte di AsunciònTra la popolazione del Banado Norte, uno dei quartieri

più poveri e degradati di Asunciòn, il Pontefice ha trascorso i primi momenti della giornata di domenica 12 luglio.

Questo il discorso pronunciato durante la visita.

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 10

57ª FIERA DEL VINO EST! EST!! EST

Con soddisfazione ed orgoglio, sabato 4 luglio la Pro Loco diMontefiascone ha presentato al pubblico il programma completo della Fieradel Vino di Montefiascone, che si svolgerà dal 1 al 16 agosto 2015.

Alla presenza del Sindaco Luciano Cimarello e degli sponsor della mani-festazione, le quattro banche (Banca Cattolica, BCC Roma, Banca di Viterbo,Intesa San Paolo) e l’Istituto Fondazione Carivit, il Presidente VanielMaestosi ed il vicepresidente Manuel Pezzato hanno dato il via a quella cheforse è la data più importante dell’intera manifestazione.

Le parole chiave del lavoro della Pro Loco, inizia il PresidenteMaestosi, sono “orgoglio” ed “entusiasmo”. L’orgoglio di aver avutoda subito la fiducia dell’Amministrazione Comunale, con l’affidamentototale ed esclusivo della gestione di una Fiera che vanta ormai 57anni di storia, peculiarità più unica che rara nel panorama nazionale,“entusiasmo” nel portare avanti, rivoluzionando ma senza stravolge-re, una delle più solide tradizioni montefiasconesi.

Il primo passo per affrontare questo importante incarico è statosicuramente creare un metodo, la cui parola d’ordine fosse “sinergia”.Sinergia tra le Associazioni, che rappresentano una grande ricchezzaper il nostro Territorio, sinergia tra gli sponsor ed i partners, poichésolo unendo le forze si può creare qualcosa di veramente importanteper il paese.

Le parole di stima che ilSindaco Luciano Cimarello haespresso nella prima pagina delprogramma, come augurio aquesta nuova squadra, le haribadite in questa sede. “Lascommessa dell’organizzazionedella Fiera del Vino - inizia ilSindaco - è stata a mio pareregià vinta con la giornata di oggi.Lo staff di questa rinnovata ProLoco rappresenta per me e pertutta l ’AmministrazioneComunale una sintesi di profes-sionalità, passione ed entusia-smo, dato dall’insieme di espe-rienze associative e forze giova-ni ed il coinvolgimento e l’inte-resse di tutta la cittadina perquesto evento è motivo per noidi grande orgoglio”.

L’Amministrazione Comunale ha voluto dare carta bianca agliorganizzatori, evitando qualsiasi tipo di interferenza, proprio comedimostrazione della fiducia riposta in questo nuovo team.

“Questo per Montefiascone è un anno Zero, un momento nuovo -conclude il Sindaco - poiché solo condividendo obiettivi e passioni siesprime un grande senso di appartenenza e si può crescere, insie-me”.

Ringraziando il Sindaco per le belle parole spese, VanielMaestosi, ha sottolineato la totale autonomia della Pro Loco nell’or-ganizzazione dell’evento la quale, nonostante l’anticipo con cui si pre-senta il programma al pubblico, ha dovuto operare con tempi moltoristretti, soprattutto nella ricerca dei contributi degli sponsor e dei fondipubblici. Creare un metodo è significato anche mettere insieme benquattro istituti bancari e la Fondazione, senza però privarli di una loro esclusi-vità, ogni luogo di eventi, anzi, ogni “arena”, è stata infatti dedicata ad unaBanca.

Il primo ad intervenire è il dott. Giovannini, in rappresentanza di BancaCattolica Gruppo Creval, la Banca tesoriera del Comune di Montefiascon cheda anni sostiene e sponsorizza la Fiera del Vino e che avrà, data l’importan-za storica e l’importanza del suo contributo, l’esclusività dell’Arena diPiazzale Roma, luogo di maggior capienza di pubblico. “La Banca Cattolicaconferma il suo sostegno alla Fiera del Vino” dice il dott. Giovannini nel suointervento “e si impegnerà inoltre a diffonderne il cartellone nelle numerosefiliali del Lazio, e in tutte le agenzie dislocate nella Capitale”.

La Fondazione Carivit avrà l’esclusività dell’Arena Largo San Pietro,

luogo di eventi più raccolti e di grande qualità, come concerti di musica clas-sica, presentazioni di libri, letture. Il dott. Mario Brutti, quale Presidentedella Fondazione, si è detto felice di partecipare alla manifestazione, che rap-presenta in sé gli obiettivi dell’Ente.

Le Arene sono luoghi di intrattenimento, spiega il presidente nel primo“zoom” sul programma, ma non sono che una cornice del protagonista di tuttii 16 giorni dell’evento, l’elemento senza il quale non esisterebbe questamanifestazione. Il vino, soprattutto il vino di Montefiascone. È per questo cheè stata creata un’Arena interamente dedicata al Vino, che lo nobiliti e lorenda l’elemento principe, la Rocca dei Papi, che sarà anche la location del“Villaggio del vino” nei giorni 6, 7 e 8 agosto: un ulteriore circuito ideato daCarlo Zucchetti e dedicato alla degustazione delle prime 5 D.O.C. Storiche

Con soddisfazione ed orgoglio, sabato 4 luglio laPro Loco di Montefiascone ha presentato al pubblico ilprogramma completo della Fiera del Vino diMontefiascone, che si svolgerà dal 1 al 16 agosto 2015.

Il cuore propulsore della manifestazione si devesoprattutto al nuovo direttivo della Pro Loco, i cui prin-cipali responsabili sono: Vaniel Maestosi - Presidente,Manuel Pezzato - vice Presidente, Mauro Marinelli -Segretario, Lodovico Mocini - Tesoriere.

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 11

T!!! MONTEFIASCONE (VT) 1-16 AGOSTO 2015

d’Italia: Brunello di Montalcino, Vernaccia di San Gimignano, Frascati, Ischiae naturalmente l’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone. Ma non solo. Sarà luogo didegustazioni guidate e soprattutto della conferenza sul Consorzio Est! Est!!Est!!!, altra realtà importante costituitasi proprio in questi mesi, che sarà pre-sentata con una conferenza da Riccardo Cotarella (Cantina Falesco), MarioTrapè e Fabio Brugnoli (Cantina Sociale di Montefiascone), BeatriceLeonardi (Antica Cantina Leonardi) e Stefano Stefanoni (CantinaStefanoni).

L’Arena della Rocca dei Papi sarà esclusiva della BCC - Roma, rap-presentata in questa sede dal Direttore della Filiale di Montefiascone,

Mirco Marianello, il quale si è espresso con grande entusiasmo e trasportoverso questa nuova realtà associativa, che lascia sicuramente ben sperareper il futuro e per l’esportazione del nostro brand.

Anche Franco Mura, Direttore della Filiale di Montefiascone dellaBanca di Viterbo, si è espresso con parole di grande fiducia per questonuovo staff, per questo evento che racchiude in sé enograstronomia, culturae folklore e soprattutto che ha fatto della collaborazione il suo punto di forza.

La collaborazione, la sinergia e l’unione di forza sono state appunto laforza motrice di questo lavoro, in cui sponsor, cantine e partners non sonoconcorrenti ma collaboratori che dialogano ed insieme danno il loro contribu-to per la riuscita di un grande evento, una Fiera del Vino in cui Montefiasconeintera si mette in vetrina, mostrando i punti di forza di ogni settore. Un territo-

rio che si compatta all’interno per offrirsi ad ogni visitatore, unitoe condiviso. Proprio per questo il 90% degli eventi è stato idea-to, cercato, costruito e trovato sul e dal territorio. Non a caso iltradizionale circuito “In cantina con Defuk” quest’anno saràdedicato esclusivamente alle cantine vinicole di Montefiascone,che avranno a disposizione due cantine nel percorso enoico(cantina bianchi e cantina rossi) ed un punto vino, in cui degu-stare il vino alla mescita, seduti ad un tavolo.

Ogni evento in programma è stato proposto da Associazionio privati cittadini di Montefiascone, Piazzale Frigo (Arena Bancadi Viterbo) ad esempio sarà il palco dedicato alle esibizioni diquasi tutti i gruppi locali, in tutto nei sedici giorni di Fiera saran-no offerti quasi 100 eventi tutti ad ingresso libero.

Lo stesso staff è stato selezionato attraverso un bando, rivolto ai giovanidi Montefiascone, che unisse “conoscenza del proprio paese, voglia di colla-borare e amore per il proprio territorio” come dice nel suo intervento ManuelPezzato, curatore principale della selezione. “I colloqui per noi stati comeuna sorta di raccolta dati, proprio per creare un filo diretto con la società checi circonda. Chiedendo ai ragazzi cosa pensassero degli eventi estivi diMontefiascone sia per testare la conoscenza che i ragazzi ne hanno, sia peraccogliere le loro opinioni”. Un’esperienza quindi nuova, ben accolta dairagazzi e diciamolo, anche divertente!

Molte sono le novità all’interno del programma. Una delle più importanti,se non altro dal punto di vista dell’impatto scenico, è quella del PrimoDefuk Day. Una giornata, quella del 9 agosto, dedicata interamentealla figura di Johannes Defuk, leggendario Vescovo tedesco chemorì inebriato dalla bontà dell’Est! Est!! Est!!!, al quale saranno dedi-cate conferenze, proiezioni e, soprattutto, una nuova interpretazionedel tradizionale Corteo Storico, che stavolta sarà interamente narrato,raccontato e commentato durante la sfilata serale interamente modifi-cata e ripensata per l’occasione in stretta collaborazione con il CorteoStorico di Montefiascone, che terminerà con una nuova rappresenta-zione, scritta da Mario Lozzi ed interpretata dai figuranti stessi delCorteo.

Tra gli eventi dedicati ai giovani invece, di grande risalto è l’evento“Ferra Mosto” organizzato dal Bar Vittoria di Montefiascone in colla-borazione con la Discoteca SubWay di Viterbo e Redbull: una disco-teca in piazza che darà modo ai più giovani di scatenarsi ed ai nostriDeejay di esibirsi; o anche la serata di Ferragosto dedicata allaTaranta e alle musiche salentine, con il concerto del gruppo “Mammali Turchi”. Altre due importanti novità risiedono nell’inserimento didue nuove arene: l’Arena Ludoteca Comunale, gestito dalle dueTata Francesca, spazio dedicato ai più piccini, interamente gratuitoed aperto ogni sera per i bambini da 3 a 10 anni, all’interno dellaLudoteca saranno organizzati giochi e laboratori creativi, e l’ArenaLungolago, dove avranno luogo, tutti i pomeriggi le attività sportive,dal Torneo di Beach Volley Maschile, che accompagnerà la Fiera perun’intera settimana, alle esibizioni delle palestre, dai “Giochi di Bacco”per i più piccini, all’evento dedicato ai motori (Pro-MotorS), alle bici-clette (In Bici con la Pro Loco), o agli amici a quattro zampe (DogPride Day).

O ancora la 31ª edizione dello storico Cantinone, che darà mododi gustare i prodotti tipici del territorio nelle caratteristiche cene all’a-perto organizzate in via Trento. Tra gli eventi extra, si ricorda presso ilcomplesso delle Carceri Papaline la Mostra “Arte Libera Tutti”,aperta per tutta la Fiera del Vino. Infine ampio spazio agli allestimentisul Corso Cavour di circuiti espositivi come mostre, prodotti tipici, arti-gianato dedicati al territorio. Tra questi circuiti ricordiamo il prestigiosoMuseo Didattico della Stampa, allestito per l’occasione dallaTipografia Silvio Pellico di Montefiascone, e visitabile per tutta lamanifestazione. Eventi in grado davvero di soddisfare ogni gusto.

Due sono gli ospiti di grido di questa edizione: in ordine crono-logico, i Dear Jack, giovane band che deve il suo successo alla par-tecipazione al programma Amici 2013 di Maria De Filippi e che hapartecipato alla sezione Big del Festival di San Remo. Il gruppo saràa Montefiascone per un originale incontro in cui si racconteranno alpubblico. L’evento di chiusura sarà invece il Concerto di Morgan eMegahertz, che vedrà Montefiascone tra le tappe del loro BioelecrticTour. La scelta dell’artista non è stata solamente dettata dalle econo-mie (anche se i costi per i concerti che la popolazione sperava corri-spondono quasi all’intero budget a disposizione di tutta la Fiera!) ma èstata anche una scelta concettuale, dato che Morgan è un produttore

di vino e chissà che non si affezioni ai nostri prodotti e al nostro paesaggioper creare, in un futuro, una collaborazione artistica fondamentale.

Tanti i contenuti di questa presentazione, per un evento descritto nel det-taglio ed in quasi due ore di conferenza, conclusasi con un applauso dei pre-senti ed un ringraziamento di tutto il Direttivo Pro Loco di Montefiasconeall’intera cittadinanza ed a tutte le persone che hanno collaborato.

La chiusura dei lavori non poteva che essere affidata ad un brindisi di Est!Est!! Est!!!, con l’augurio e la speranza di una Fiera del Vino pronta a decolla-re sui panorami nazionali, all’interno di una calda Est-ate montefiasconese!

L’intero programma è consultabile e scaricabile dal sito www.fieradelvi-nomontefiascone.it.

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 12

CAVALIERI: Associazione Solidarietà Falisca, Onofri Antonio, BatinelliMaria Pia, Pezzato Salvatore, Cappelloni Luigino, Mocini Massimo,Santini Vittorio, Morincasa Emilio, Cimarello Luciano, Perazzi Santina.BENEMERITI: Natalini Adalberto, Monachello Giuseppe, Pezzato Elsa,Bellacima Domenico, Ferri Angela, Romiti Dorindo, Cevolo Andrea,Clementi Massimo, Scoponi Giorgio, De Angeli Francesca, Lozzi Fabrizio,Notazio Antonio, Fetoni Benita, Lenti Nazzareno, Moretti Giovanna,Bracaccino Luigi, Ceccobello Rosa, Michele e Lorenzo Cappannella,Rocchi Tommaso. AMICI: Belleggi Angelo, Ricci Cesarina, Merlo Costantino, Carelli M. Pia,Clementi Roberta, Di Luigi Elisabetta, Menghini Adele, Rosati Rosa,Napoli Cesarina, Pelabasto Vincenzo, Manzi Gino, Paoletti Benito, AngeliAntonio, Pasqualini Giuseppe, Patrizi Vittoria, Andreani Mario, CortonesiAnna, Salvatori Aldo.NON nominati nel mese di luglio (scusateci...!): Bartoleschi Augusto,Cevolo Maria Teresa, Bartoli Antonietta, Trapè Giorgio, MarianelloMarisa, Mecucci Angelo, Ugolini Sante, Pellegrini Rosa, Monanni Derna,Torri Carlo Alberto, Scoponi Assunta.

“LA VOCE” E’ GRATA AI SUOI

Anagrafe cittadinaNATI: Bellacima Simone (11/7), Giraldo Sofia (2/7), Pisapia Manuel(7/7), Zampetta Iolanda (16/7). MATRIMONI: Montana Lampo Simone e Panichi Daniela, MoscettiAlessio e Brozzetti Ester, Rossi Giampaolo e Bellitto Luigina,Costantini Luciano e Grappasonni Paola, Ottavianelli Riccardo eCeccarini Stefania, Piergiovanni Alessio e Moscetti Giulia.MORTI: Arcangeli Maria (n.3/2/39 m.14/7), Carlett i Alf imenio(n.30/12/30 m.11/7), Clementini Vincenza (n.2/6/28 m.12/7), FumagalliAnna (n.19/11/16 m.12/7), Giusti Rosa (n.2/7/29 m.16/7), Hysaj Drita(n.22/6/30 m.7/7), Mocini Rosa (n.23/1/29 m.11/7), Panichi Vincenzo(n.17/9/35 m.9/7), Pascucci Margherita (n.16/2/36 m.21/7), Serafini Tita(n.8/1/36 m.15/7).

Omaggio alla Madonna prima di rientrare in VaticanoPapa Francesco ha concluso il

suo viaggio apostolico in AmericaLatina davanti all’immaginemariana custodita nella Basilicadi Santa Maria Maggiore aRoma. Una volta atterrato all’aero-porto di Ciampino, dopo un volo diquasi tredici ore dal Paraguay,Bergoglio si è recato ad omaggiarel’ icona della “Salus PopuliRomani” prima di rientrare inVaticano. Com’è tradizione, i lPontefice si è fermato in preghieranella cappella Paolina e ha resograzie alla Vergine per la protezione che lo scorso 4 luglio aveva chiesto prima della visitaapostolica in Ecuador, Bolivia e Paraguay. E tutti gli otto giorni nel “suo” continente sonostati nel segno della Vergine, come testimoniano le parole e i gesti del Papa nei tre Paesi.

A Quito Bergoglio si è avvicinato alla statua della Madonna di Quinche, patronadell’Ecuador, per accarezzarla delicatamente.

In Bolivia ha consegnato alla Vergine di Copacabana, patrona della nazione, le dueonorificenze donate dal presidente Evo Morale, “emblema dell’amore perenne e dalla per-severante gratitudine del popolo boliviano alla tua sollecita e forte tenerezza”.

In Paraguay, nel santuario mariano di Caacupé, ha ricordato che il “popolo sa cheMaria è Madre ed è stata e rimane accanto ai suoi figli. È stata e rimane nei nostri ospe-dali, nelle nostre scuole, nelle nostre case. È stata e rimane con noi nel lavoro e nel cam-mino. È stata e rimane alla mensa di ogni casa”.

Rientrando in Italia papa Francesco ha inviato al Capo dello StatoSergio Mattarella, un suo personale saluto e una speciale preghieraper il bene della intera nazione italiana

Come è tradizione, al rientro dal viaggio apostoli-co in America Latina, papa Francesco ha inviato alcapo dello stato Sergio Mattarella un telegrammanel quale, oltre al suo personale saluto al presi-dente, ha assicurato “una speciale preghiera per ilbene, la serenità e la prosperità dell’intera dilettanazione italiana” alla quale il Pontefice ha inviato lasua “affettuosa benedizione”. Nel viaggio, sottolineaBergoglio nel telegramma, “ho potuto incontrarenumerosi fedeli e rappresentanti di quelle care popo-lazioni ammirandone la fede e il desiderio di crescitaspirituale e sociale”.

Anche il presidente della Repubblica ha inviato,per l’occasione, un messaggio al Papa. “Santità, anome mio personale e del popolo italiano tutto, desidero porgerle il più caloroso bentorna-to al rientro dal suo viaggio apostolico in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Sono certo che ilsuo forte messaggio di speranza abbia toccato il cuore dei numerosi fedeli che l’hannoaccolta calorosamente nei loro Paesi”. “Confido inoltre che i popoli di Ecuador, Bolivia eParaguay - ha notato Mattarella - nazioni che l’Italia guarda sempre con affetto e simpa-tia, sapranno trovare nelle sue parole motivo di fiducia nel futuro e incoraggiamento perrilanciare il dialogo e la collaborazione sul piano regionale. Con profonda considerazione,le rivolgo il mio affettuoso pensiero”.

Santità cosa ha provato quando il Presidente Morales gli haregalato il Crocifisso con la falce e il martello?

“Io non sapevo che padre Espinal fosse scultore e anche poeta, l’ho saputo in questigiorni e per me è stata una sorpresa. Si può qualificare il genere nell’arte di protesta.

A Buenos Aires alcuni anni fa è stata fatta una mostra di uno scultore bravo e creati-vo argentino ed era arte di protesta, e ricordo un Cristo crocifisso su un bombardiere: unacritica al cristianesimo ma perché alleato con l’imperialismo. Io la qualifico come arte diprotesta, che in alcuni casi può essere offensiva. In questo caso concreto: padre Espinalè stato ucciso nell’anno 1980, quello era il tempo della teologia della liberazione... una diqueste usava l’analisi marxista della realtà e padre Espinal apparteneva a questo, losapevo perché in quell’anno ero rettore della facoltà di teologia e si parlava tanto di que-sto. Nello stesso anno il superiore generale della Compagnia padre Arrupe ha scritto unalettera ai gesuiti chiedendo di fermare l’analisi marxista della realtà, e quattro anni doponel 1984, la Congregazione per la dottrina della fede ha pubblicato il primo documento,che critica, e poi il secondo che apre a prospettive più cristiane. Espinal era un entusiastadi quest’analisi marxista, gli è venuta questa opera, anche le sue poesie sono di quelgenere, era la sua vita, era il suo pensiero, era un uomo speciale con tanta genialitàumana, era in buona fede. Facciamo un’ermeneutica di questo genere: capisco quest’o-pera, per me non è stata un’offesa. Ho lasciato le decorazioni che il presidente Moralesha voluto darmi... Io mai ho accettato un’onorificenza, ma Morales l’ha fatto con buonavolontà, per farmi un piacere, così ho pensato che quella viene dal popolo. Ci ho pregatosu. E ho pensato di lasciarle alla Madonna di Copacabana, andranno al santuario.Invece il Cristo di legno lo porto con me”.

Una domanda infine anche sulla sua notevole energia e serenità con la quale haaffrontato un viaggio serrato che ha messo a dura prova anche fisici giovani a causa deicontinui sbalzi di altitudine e di clima. Scherzando, il Papa ha risposto così: “La miaenergia? Il mate mi aiuta, ma non ho assaggiato la coca”.

Inaugurato ieri la Mostra-Laboratorio Didattico della Stampa, dono dell’antica Tipografia Silvio Pellico alla comunità di Montefiascone. Melaragni, CNA: “Orgogliosi di un artigianato che esprime passione

e un alto valore sociale e culturale”La Typographia Seminarii, attiva aMontefiascone dal 1695 per volontàdel Cardinale Marcantonio Barbarigoe chiamata dal 1892 TipografiaSilvio Pellico, è stata sempre famosaper l’alta qualità espressa nell’artedella stampa. In occasione dei 320anni di attività, Mauro e AnitaMarroni, figli di Eliseo, tipografoche nel 1956 salvò il prestigiosocentro dalla chiusura, hanno voluto

compiere una importante operazione culturale. E hanno inaugurato ieriuna Mostra - Laboratorio Didattico della Stampa nella vecchia sededi via Oreste Borghesi: qui è stato ricostruito, con grande cura, unantico laboratorio tipografico, con i reparti di composizione, stampa elegatoria, dove i visitatori possono vedere, e toccare con mano, tecniche,strumenti, caratteri (la Tipografia fu dotata, fin dagli inizi, di caratteri latini,greci, ebraici e siriaci) e macchine utilizzati fino all’ingresso delle nuovetecnologie, non troppo tempo fa. Un pezzo di storia affascinante.“E’ un dono alla comunità di Montefiascone”, hanno detto, orgogliosi,Mauro e Anita, i quali hanno messo i locali e il patrimonio che vi è con-servato a disposizione del Comune. Entrambi sono anche autori delbellissimo volume “Storia della Tipografia Silvio Pellico”, presentatoda Luciano Cimarello, sindaco della cittadina, Monsignor FabioFabene, vescovo di Acquapendente e sottosegretario del Sinodo deiVescovi, Renato Trapè, delegato alla Cultura del Comune, e dagli studio-si Romualdo Luzi e Giancarlo Breccola. E’ intervenuta anche Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterboe Civitavecchia, che ha consegnato ad Anita Marroni una targa.“Siamo orgogliosi di annoverare, tra le imprese associate alla CNA,la Tipografia Silvio Pellico, vera eccellenza artigiana -ha sottolineato-.Basta prendere in mano il libro su questa avventura tipografica e scorrerel’elenco delle prestigiose pubblicazioni uscite dai torchi della Tipografiaper rendersi conto della maestria e della professionalità che da semprecontraddistinguono questa attività. Ma c’è un aspetto altrettanto importan-te: il legame forte con la comunità locale. La Tipografia Silvio Pellicoè un’autentica bottega artigiana, poiché esprime un alto valoresociale e culturale. “Grazie - ha detto la segretaria della CNA, rivolta aMauro e Anita - per la vostra passione e per questo progetto che guar-da soprattutto ai giovani”. L’ambizione è quella di avere istituito unpiccolo-grande Laboratorio Didattico della Stampa prontoad accogliere gli studenti delle scuole primarie e secondarie echiunque voglia conoscere le tecniche fondamentali dellastampa nonché le nozioni basilari della grafica.

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 13

Non possiamo e non dobbiamo dimenticareS. Messa per

i caduti in guerraNella chiesa di S. Maria in Montedoro,

domenica 28 giugno, alle ore 11,15 si è tenutal’annuale commemorazione e la S. Messa per icaduti in guerra e fatti di guerra. Il Sindaco,Luciano Cimarello ha tenuto la prolusionericordando i fatti salienti della vicenda della 1ª e2ª Guerra Mondiale e il contributo di tanti nostriconcittadini.

Lo storico Normando Onofri, anche lui, haripercorso figure e fatti della 1ª e 2ª GuerraMondiale ed ha ricordato come dopo la 1ªGuerra Mondiale la comunità civi le diMontefiascone deliberò di fare un Monumentoai Caduti in Guerra, quello che oggi ammiria-mo nel nostro prato giardino.

All’inizio della 2ª Guerra Mondiale, ha ricor-dato il Parroco Don Giuseppe Trapè, l’alloraVescovo di Montefiascone, Mons. GiovanniRosi, a nome di tutta la cittadinanza, fece unvoto alla nostra Santa Lucia Filippini. Sisarebbe fatto un monumento alla Santa seMontefiascone fosse stato indenne da tantibombardamenti e morti. Durante la guerra bom-bardamenti ci furono, ma in realtà non molti.Oltre ad abitazioni civili, fu bombardata laChiesa della Madonna del Riposo! Ci furonoanche morti... ma nel complesso si può dire cheMontefiascone a causa della guerra non hasubito molti dani in cose e persone. Santa LuciaFilippini ci ha protetto! Ed è per questo che ilnuovo Vescovo di Montefiascone, Mons.Luigi Boccadoro, all’inizio degli anni ‘60 volleportare a compimento il voto fatto dal suo pre-decessore e a nome di tutta la popolazioneriscoprì e fece restaurare la CriptaBramantesca della Cattedrale arricchendolacon grandi opere d’arte, particolarmente il gran-dioso Altare, e lì fu trasportato, con grande tri-pudio di popolo, come narrano le cronache, lapreziosissima urna e il corpo incorrotto dellanostra Santa Lucia.

Due guerre, un monumento ai Caduti e unmonumento a Santa Lucia. Sono l’espressionedell’anima civile e religiosa di Montefiascone.Due opere di grande valore, che sono ricordo,omaggio, fede cristiana ed esortazione allenuove generazioni a ricercare vie di pace e fra-tellanza. Ma anche 2 monumenti da “custodire”e non rovinare con atti vandalici.

Le autorità Civili e Militari, le Associazioni emolta gente hanno partecipato a questa cerimo-nia. A tutti un ringraziamento.

Un cordiale saluto a tutti voi in questa par-ticolare, emotiva giornata nella quale comme-moriamo solennemente i Caduti di tutte leguerre sia militari che civili. Ringrazio dellapresenza le associazioni combattentistichedelle forze armate, del volontariato, le autoritàpolitiche e religiose.

Tutte le generazioni si devono unire nelricordo della memoria per rendere omaggio aquanti hanno sacrificato la propria vita per l’u-nità prima, la libertà e la democrazia poi dellanostra Italia, di tutti noi.

Quest’anno ricadono due particolari esignificative ricorrenze: il centesimo anniver-sario dell’inizio della Grande Guerra perl’Italia entrata nel 1915, ed il settantesimoanniversario della fine della seconda guer-ra mondiale, conclusasi per il continenteeuropeo, e quindi anche per l’Italia, nelmaggio 1945.

La nostra memoria ci spinge verso i tantigiovani che cento anni fa hanno combattutosull’Isonzo, a Caporetto, sul Piave, fino adarrivare poi al trionfo di Vittorio Veneto nel1918. Molti di questi ragazzi che hanno datola propria vita per la Patria erano poco piùche diciottenni.

La nostra città ha contribuito nella GrandeGuerra con molti valorosi soldati che sonorimasti uccisi in battaglia a causa di esplosio-ni, o combattimenti, ma anche per le moltemalattie. Anche Montefiascone, come quasitutti i paesi d’Italia, ha contribuito con un gran-de sacrificio di sangue e di vite umane; i mon-tefiasconesi caduti nella Grande Guerra sonostati oltre 180, tra i quali figura il sindaco,Tenente Oreste Borghesi, a cui è intitolatauna via del paese, nato l’8 gennaio 1885 aMontefiascone e morto il 20 giugno 1918 aMirano Veneto in un ospedale da campomentre prestava servizio nel 7° artiglieria dafortezza.

Sono stati oltre 100 i montefiasconesimutilati o invalidi di guerra. Un nostro orgoglioe vanto, sono stati i molti nostri concittadiniche si sono distinti in azioni eroiche di com-battimento a cui sono state conferite medagliee riconoscimenti. Nello specifico ben 27 mon-tefiasconesi sono stati decorati con la meda-glia al valor militare ed addirittura 349 insignitidell’ordine di Cavalieri di Vittorio Veneto. Inparticolare, da menzionare è FurioMonticelli, Tenente Colonnello del sesto Rgt.Bersaglieri che è stato insignito di 3 medaglied’argento ed una Croce di guerra. Una dellemotivazioni della croce d’argento recita:“Comandante di battaglione, sprezzante del

pericolo, giungeva primo sulle trincee nemi-che, guidando poi vigorosamente le sue trup-pe alla conquista delle posizioni designate”.Monte Pecinka 1916. Inoltre anche GiuseppeContadini , tenente del 37esimo RgtArtiglieria da Campagna, insignito di duemedaglie di bronzo e della medaglia Croce diguerra ed infine anche della Medaglia d’ar-gento per la guerra d’Africa nel 1936. AncheMezzetti Angelo , tenente del 14esimoReggimento Ftr., fu insignito di una medagliad’argento e una medaglia di bronzo.

Quest’anno ricade anche il settantesimoanniversario della fine della seconda guerramondiale. Anche in questa guerra mondialegli italiani, con scarsi mezzi bellici a disposi-zione, hanno combattuto valorosamente resi-stendo in Russia, in Africa, nei Balcani, o sulfronte tedesco in modo eroico. Montefiasconeè stata coinvolta con tanti cittadini partiti per idiversi fronti e con i bombardamenti alleatiche hanno interessato la popolazione.

I caduti e i dispersi sono stati 61, mentre imutilati e gli invalidi 169.

Un particolare ricordo va ai nostri 3 parti-giani uccisi: Delio Ricci, Felice Dominici eSalvatore Paoletti. Il primo venne impiccatoil 20 maggio 1944 nella Selva del Lamone esuccessivamente insignito della medagliad’oro, a cui abbiamo dedicato anche una via.

Felice Dominici, ucciso anche lui il 20maggio 1944 alla Palanzana a Viterbo eSalvatore Paoletti deceduto il 6 giugno 1944a Montefiascone ucciso dalle truppe tede-sche.

Dobbiamo anche ricordare i bombarda-menti di Montefiascone, avvenuti 71 anni fadove perirono molti abitanti tra cui molti bam-bini.

Ricordiamo tutti questi uomini e donneche hanno dato la propria vita nelle due disa-strose guerre; il loro sacrificio deve essere diesempio per tutti noi e un monito anche per ilfuturo. Attualmente, con la globalizzazionemondiale, le tensioni tra i vari stati sfocianomolte volte in guerre, alcune conosciute e allaribalta nei mezzi di comunicazioni per interes-si economici, mentre moltissime, che sconvol-gono i paesi poveri del terzo mondo, sonopraticamente invisibili, ma generano migliaiadi morti e il conseguente dramma dei profu-ghi. Ecco, la morte di tutti i nostri concittadinidelle guerre deve spingerci a fare ancora dipiù, per un futuro in cui non ci siano più guer-re, per il bene dell’umanità.

Il SindacoLuciano Cimarello

IL DISCORSO DEL SINDACO

In questo mese di ago-sto, l’avis locale, ha pro-grammato vari eventi, sem-pre con l’obiettivo principe didivulgare la donazione delsangue e nel contempo diaumentare la propria pre-senza sul territorio per unasempre maggiore “vicinan-

za” con la Popolazione. Ma andiamo per ordine. I giorni dedicati alle donazioni sono quattro: lunedì 3, sabato 8,

lunedì 17 e domenica 23; il 17 si potrà donare anche il plasma, domeni-ca 23 donazioni tramite autoemoteca che sosterà in piazzale Roma.Saremo presenti, come sempre, nell’ambito della Fiera del Vino conuna nostra postazione, quest’anno però la postazione sarà in CorsoCavour. Ci sarà, e come farne a meno, la consueta LOTTERIA AVIS;

inutile dire che i biglietti devono essere acquistati, se no... poveri noi! Giovedì 6 si svolgerà la settima edizione di UNA CORSA PER LA

VITA, gara podistica in notturna, corsa inserita in un circuito di rilievoNazionale, dopo la corsa... musica con i GIÙ BANCO.

Domenica 23 celebreremo la 34ª FESTA SOCIALE; sempre dome-nica 23, alle ore 21 a piazzale Frigo, siamo orgogliosi di offrire allapopolazione un concerto della “Fanfara della Polizia di Stato”, laFanfara è composta da circa cinquanta musicisti ed è diretta dalMaestro Domenico LANZARA.

Poi dobbiamo sottolineare una particolare iniziativa, ovvero il CAN-TINONE PRO-AVIS lunedì 10, cena all’aperto “dedicata” dagli amici delCIRCOLO MF 80 all’avis, la cena è quella famosa e squisita del CANTI-NONE e... più saremo e meglio sarà; un sentito ringraziamento per lalodevole iniziativa.

Per l’aviso comunale MontefiasconeCarlo GIANVINCENZI

Inform

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 14

E’ giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm. 4,6)

Giusti Rosina1.7.29 - 16.07.15

27.01.5228.04.15

30.9.4521.4.15

Panichi Vincenzo19.7.35 - 9.07.15

Fiorucci Armida29.11.38 - 21.05.15

Carloni Iole18.05.38 - 4.07.15

Fumagalli Anna19.11.16 - 12.07.15

La signoraRosina avevaperduto il maritoBernardino circadue anni fa,esattamente il 26ottobre 2013, leigià stava pocobene. Tutta lavita è stata unamaestra coscen-ziosa, compren-siva e brava contanti suoi scola-retti.

Ne l l ’ u l t imoperiodo ha inse-gnato presso l’edificio scolastico di Montefiascone. Nonaveva figli propri, sostituiti da centinaia di bambini dellascuola. Andata in pensione s’è ammalata e nel 2012 haavuto un peggioramento progressivo che l’ha portata finoalla morte, avvenuta il 16 luglio 2015.

S’è preparata ricevendo Gesù Eucaristia ogni mese,fino a qualche giorno prima d’incontrarlo nella gioia delParadiso, dove ora vivrà per sempre con suo marito.

Vog l i amoringraziare lenumerose per-sone che in unp o m e r i g g i oafoso e climati-c a m e n t eavverso hannoc o m u n q u evoluto unirsi alnostro dolore erendere omag-gio a Vincenzo,un uomo cheha speso unaintera esisten-za instancabil-mente e giudiziosamente per il lavoro e la famiglia.

Anche le rocce si sgretolano e anche gli uominiapparentemente invincibili, dal braccio vigoroso e dalcuore impavido devono prima o poi arrendersi allanatura delle cose e delle persone.

Ci mancherai. La moglie e i figli

Mia sorella Armida se ne è andataimprovvisamente ed ha raggiunto lo sposoCosimo e la sua amata figlia Vania, che l’a-veva lasciata da poco.

La sua famiglia è sparita così presto! e leinon ha retto al grande dolore.

Vania ci aveva portato via il cuore ed orale sappiamo vicine. Tutti in famiglia siamovicino a loro ma le lacrime non bastano.

Solo ora mi rendo conto di quanto mimanchi.

Tua sorella Pina

Mamma e nonna unica,esempio di forza, coraggio e generosità.

Il tuo ricordo rimarrà sempreimpresso nei nostri cuori.

Uniti in vita e nella pace eternaFerruccia e Elio

L’amore è tutto, l’amore vince la morte.Ci siamo amati e abbiamo amato...

... amatevi...

A una donna come un fioresi è sbiancato il suo colore.

Era piena di energiaquando stava in compagnia.

Si era fatta una famigliaeducata a meraviglia.

Una cattolica ferventein ogni messa era presente.

Specialmente a Montedoroche per lei era un tesoro.

Un marito tanto gratopoco prima se ne è andato.

I suoi figli nel dolorepiangeranno i genitori.

A mamma Rosa gli è mancatala sua figlia tanto amata.

Il destino l’ha rapitasul più bello della vita.

A te cara Ferruccia in paradisoricordati di noi con un sorriso.

Vincenzo Severini

A Ferruccia Capotosto

Cara nonna Annetta, ti ricorderemo sempre con unsorriso solare, rassicurante, circondata dai tuoi amatifigli, nipoti e pronipoti. Il tuo abbraccio materno, i tuoiconsigli saggi e l’esempio che hai dato ci rende ricchi efieri di esserti stati accanto.

I tuoi famigliari

Il tuo “sorriso solare” ce l’avevi per i tuoi famigliari,ma anche per chi ti abitava vicino, soprattutto se avevabisogno del tuo aiuto. Ogni volta che ti venivo a trovareper portarti Gesù Eucaristia mi dicevi della bontà di miamadre Maria, tua amica del cuore e della quale spessomi facevi vedere la sua fotografia, insieme a quella dei

tuoi cari.G r a z i e

m a m m aAnna, pregaora per tutt inoi perché ungiorno pos-siamo riunircia te e insie-me goderedella gioiaeterna di DioPadre.

R E T T I F I C ARiguardo al sig. Giuseppe Finauri natoil 28.08.1914 (errato il 9.01.50) e mortoil 26.03.2015 (errato errato 14.04.15).Falisco puro sangue, anche se residen-te a Barzanò (Lecco), hai preferito ritor-nare alla tua terra falisca, dove già ripo-sa la tua sposa Pia Nunziati.Ora vivi eternamente in Dio.

Ci scusiamo, ma i dati avuti eranoerrati!?

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 15

Descrivere un libro è come parlare di una persona, c’è sempre un mistero, un piccoloparticolare che sfugge. Leggendo la seconda opera di Elettra De Maria rimane in boccalo stesso sapore, anzi ancora più intenso, che già lasciava il suo primo romanzo: il saporestesso della vita, cioè quel gioco strano che talora chiamiamo destino.

È la vita con le sue regole irregolari, spesso assurde che interessa l’autrice; è lacoscienza dell’io che turba e intrica Elettra, una curiosità antica che da sempre spingel’uomo ad essere uomo, vale a dire consapevole. Non esiste il presente nella vita, ma iltempo della vita, un intreccio di passato e futuro, ricordi che galleggiano dopo un naufra-gio e speranze, visioni, profezie impercettibili. Non esiste la realtà, se non la percezionedella realtà, unica e diversa per tutti.

Elettra, quindi, come ogni scrittore, parla di sé, del suo mondo, della assenza che vivee delle presenze che sente in quella dimensione realissima e fantastica che è da semprel’avventura umana. Troveremo, nelle pagine del romanzo, luoghi e personaggi, descrizio-ni e dialoghi, ma soprattutto assisteremo al pensiero nel suo farsi, alle riflessioni, alle sen-sazioni, ai percorsi invisibili e potenti dell’animo umano. Il pensiero ondeggia nella mentedella protagonista e l’autrice lo segue, lo carpisce, lo individua e lo trattiene.

Troveremo fatti, azioni, amore e funerali, ma soprattutto filosofia nel senso primocome domanda e stupore dell’essere che si conosce e s’interroga e particolari , piccolecontingenze che diventano simboli, metafore dell’esistere.

Conosceremo Laura, Michele, Oliviero, Donna Amalia e Giovanni, li vedremo in tra-sparenza, ascolteremo i dubbi e le conquiste della voce narrante.

Lo stile scorre limpido elegante nella sua nitida compostezza e sapienza, ma vivo conimprovvise escursioni nella libertà del parlato quotidiano.

Non ci resta che attendere dopo “Il volo della farfalla” e “Il volo dell’aquila” un altrolibro, un altro volo che si libererà sulle Ali del pensiero.

Sacco Egidi Paola

Il volo dell’aquiladi Elettra De Maria

L’anno scolastico è giunto al termine e possiamo dire che per gli alunnidelle classi terze della Scuola secondaria di I grado ‘A. Manzoni’ è stato par-ticolarmente interessante, grazie ad un progetto di scambio culturale orga-nizzato in seguito al contatto stabilito dalla Dirigente Scolastica Prof.ssaPaola Bugiotti tra l’Istituto Comprensivo ‘A. Molinaro’ di Montefiascone e“Den Classenke Legatskole” di Copenhagen.

Il progetto è stato ottimamente coordinato dalle insegnanti Prof.ssaBastoni Antonella e Prof.ssa Chiricotto Silvia.

Diciotto alunni delle classi terze sono partiti per Copenhagen per trascor-rere cinque giorni nella capitale danese, ospiti di famiglie di studenti dellastessa età. La conoscenza dei corrispondenti è iniziata nel mese di ottobreattraverso scambio di video e mails che hanno permesso a tutti i ragazzi diconoscere alcuni aspetti della Danimarca e di confrontare tradizioni e costu-mi dei due paesi.

L’accoglienza riservata agli alunni italiani è stata calorosa, raccontano iragazzi della Manzoni: “Un’intera classe danese ci ha accolto all’aeroportocomunicandoci immediatamente sentimenti di amicizia e ospitalità! Nei duegiorni successivi i ragazzi di Copenhagen, accompagnati come noi dai

docenti, ci hanno guidato alla scoperta della meravigliosa città, con il suocaratteristico e colorato porto, la sua interessante parte moderna, gli incan-tevoli parchi, le piste ciclabili e la famosa statua della Sirenetta, l’entusia-smante Tivoli con i giardini fioriti, le attrazioni di giochi incredibili, la RoundTower, il castello reale.

Il quarto giorno ci siamo tutti ritrovati a scuola per sperimentare, in parti-colare noi italiani, una lezione pratica di Food Lab: preparazione di piattidanesi e dolci italiani da degustare la sera insieme alle famiglie ospitantidurante la cerimonia conclusiva del progetto, in cui noi studenti italianiabbiamo regalato ai nostri corrispondenti delle simpatiche penne e degliopuscoli turistici di Montefiascone’.

Continuano i ragazzi: “Questa esperienza è stata entusiasmante, abbia-mo potuto apprezzare alcuni aspetti della società danese, educata ed effi-ciente, e abbiamo incontrato nuovi amici utilizzando la lingua inglese di cuiabbiamo realmente scoperto l’importanza e l’utilità. Ci siamo sentiti davverocittadini europei, fieri della nostra identità culturale ma pronti ad imparareanche dagli altri. Grazie alla nostra scuola e alle nostre famiglie che cihanno permesso di vivere questa avventura straordinaria”.

ISTITUTO COMPRENSIVO “ANNA MOLINARO” MONTEFIASCONE

Scambio linguistico-culturale Montefiascone-Copenhagen

COME PUOI?Come puoi, se hai guidatoper mano un bambino,come puoi, se hai guidatoi suoi occhi serenie fiduciosi, se hai ascoltatoil suo riso squillante,o ne hai asciugatococenti lacrime di dolore,e sognato sul piccolo capo

luminosi giornid’immensa felicità,tu, umile e potente,genio o dominatore,di vasti imperi,come puoi pensarea strumenti di morte,a eccidi brutali,a stragi dilaganti,ad armi dirompentiper annullare un tuo simile?Come puoi?... Come puoi?

Pensa al tenero fiore sbocciatodal tuo seme fecondoin uno slancio d’amoree fa che, crudele,nessuna falce maine recida lo stelo!Fa che il dì nuovo lo vedacrescere e rifiorirein nuovi germoglidall’alba al tramontodella sua vita umana!

Maria Teresa Vitali

Gent.mo Direttore,desidererei, se è possibile,che venga pubblicata su “LaVoce”, la poesia scrittaall’età di 90 anni, da MariaTeresa, un’amica a memolto cara e che così vorreiricordare.Sentitamente grazie.

Maria Luisa Moretti

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pag. 16 LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015

Il prossimo viaggio del Papa Francescoa Cuba e negli Stati Uniti

Un viaggio altamente significativo, in primo luogo perché uniscedue paesi recentemente pacificatisi tra di loro, principalmentegrazie all’attività diplomatica della Santa Sede, e che culminerà nellecelebrazioni dell’Incontro Mondiale delle Famiglie ePhiladelphia.

La partenza del Santo Padre per l’Avana è prevista dall’aeropor-to di Roma-Fiumicino, sabato 19 settembre 2015, alle ore 10,15.L’arrivo è previsto alle 16 ora locale presso l’aeroporto internazionale“Josè Marti” dell’Avana, con successiva cerimonia di benvenuto.

La giornata di domenica 20 settembre si aprirà con la SantaMessa a Plaza de la Revoluciòn a L’Avana (ore 9), mentre nelpomeriggio (ore 16) avrà luogo la visita di cortesia al Presidente delConsiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri della Repubblica, RaulCastro, al Palacio de la Revoluciòn.

Il pomeriggio procederà con la celebrazione dei Vespri con isacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi nella cattedrale deL’Avana (ore 17,15) e si concluderà con il saluto ai giovani delCentro Cultural Padre Félix Varela a L’Avana (ore 18,30).

La seconda giornata piena a Cuba, lunedì 21 settembre, preve-de la partenza in aereo da L’Avana alla volta di Holguin (ore 9,20),dove sarà celebrata la Santa Messa nella Plaza de la Revoluciòn(ore 10,30). Nel pomeriggio (ore 15,45), il Pontefice darà la benedi-zione alla città dalla Loma de la Cruz. Alle 16,45 la partenza perSantiago, dove alle 19, il Papa incontrerà i vescovi nel SeminarioSan Basilio Magno a Santiago. Chiuderà la giornata la preghiera allaVirgen de la Caridad, con i vescovi e il seguito papale nella Basilicaminore del Santuario della “Virgen de la Caridad del Cobre” aSantiago (ore 19,45).

L’ultima messa di Papa Francesco a Cuba sarà celebratamartedì 22 settembre, alle ore 8, nella Basilica minore delSantuario della “Virgen de la Carida del Cobre” a Santiago. Seguirà,alle 11, l’incontro con le famiglie nella cattedrale di Nostra Signoradell’Assunzione a Santiago, con successiva benedizione alla cittàdall’esterno della Cattedrale. La cerimonia di congedo all’aeroportodi Santiago avrà luogo alle ore 12,15.

La visita di Papa Francesco negli Stati Uniti avrà inizio alle ore16, quando il Pontefice atterrerà alla Andrews Air Force Base diWashington DC.

Mercoledì 23 settembre, alle ore 9,15, il Santo Padre saràaccolto nella cerimonia di benvenuto nel South Lawn della CasaBianca; subito dopo la visita di cortesia al presidente degli Stati Uniti,Barck Obama. Dopo aver incontrato i vescovi statunitensi nella cat-tedrale di San Matteo (ore 11,30), il Pontefice si recherà al santuarionazionale dell’Immacolata Concezione dove alle 16,15 avrà inizio lamessa di canonizzazione del beato Junipero Serra.

La mattinata di giovedì 24 settembre trascorrerà tra la visita alCongresso degli Stati Uniti (ore 9,20) e la visita al centro caritativodella parrocchia di San Patrick, dove il Papa incontrerà dei senzatet-to (ore 11). Alle ore 16, Francesco si congederà da Washington, peratterrare all’aeroporto JFK di New York alle 17. Primo appuntamentonella “Grande Mela” per il Santo Padre sarà la celebrazione deiVespri nella cattedrale di San Patrizio, alla presenza del clero, deireligiosi e delle religiose (ore 18,45).

La giornata di venerdì 25 settembre si aprirà con la visita e ildiscorso di Papa Francesco alle Nazioni Unite (ore 8,30), seguitoalle 11,30 dall’incontro interreligioso al Memorial di Ground Zero. Nelpomeriggio (ore 16), il Santo Padre visiterà la scuola “Nostra SignoraRegina degli Angeli” di Harlem, dove incontrerà bambini e famiglie diimmigrati. Chiuderà la visita newyorkese, la Santa Messa alMadison Square Garden (ore 18).

Papa Francesco giungerà poi all’aeroporto internazionale diPhiladelphia la mattina di sabato 26 settembre alle ore 9,30. Alle10,30 presiederà la Santa Messa, con vescovi, clero, religiosi e reli-giose della Pennsylvania, nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo.Alle 16,45 avrà luogo l’incontro per la libertà religiosa con la comu-nità ispanica ed altri immigrati nella Indipendence Mail. In serata (ore19,30), la festa con le famiglie e la veglia di preghiera al BenjaminFranklin Parkway.

Domenica 27 settembre, giornata finale della sua visita negliStati Uniti, il Papa incontrerà i vescovi ospiti dell’Incontro Mondialedelle Famiglie nel Seminario San Carlo Borromeo (ore 9,15). Alle 11,Francesco visiterà i detenuti nell’Istituto di Correzione Curran-Fromhold. Alle ore 16, il gran finale dell’Incontro Mondiale delleFamiglie, con la Santa Messa conclusiva nel Benjamin FranklinParkway. Alle 19, all’aeroporto di Philadelphia, il Santo Padre salu-terà i membri del Comitato Organizzatore dell’Incontro Mondiale;seguiranno la cerimonia di congedo (ore 19,45) e la partenza (ore20) per l’aeroporto di Roma-Ciampino.

Il Pontefice atterrerà infine allo scalo romano alle ore 10 dilunedì 28 settembre.

L’Islam è il Corano ed il Corano è l’Islam

Ancora attentati, ancora morti, ancora sangue innocente versato innome e per conto non della follia o del fanatismo, come credono inmolti in Occidente e specie in Europa, ma in nome e per conto diun progetto lucido, criminale e guerrafondaio: sottomettere inemici, gli infedeli, coloro che sono di religione diversa dall’i-slam e con loro punire chi li ospita, per qualsiasi motivo, o chicon loro stringe accordi. Pochi, però, sembrano rendersene conto. L’Europa, soprattutto, divi-sa in se stessa, tarda a dare una risposta, persa com’è ad elaboraredistinguo buonisti, ipocriti e farisaici, tra Islam moderato e nonmoderato, tradizionalista o modernista, dimenticando che esi-ste solo l’Islam e non altre ipotetiche o possibili sue sfaccetta-ture. E l’Islam è il Corano ed il Corano è l’Islam.Un islamico doc, come Magdi Cristiano Allam, convertito al cristia-nesimo, ci ha messo in guardia da fallaci distinguo rispetto all’Islam,col risultato di finire sotto inchiesta presso il Consiglio di disciplinadell’Ordine dei Giornalisti lombardo, con l’accusa tanto inventata,quanto ridicola, inesistente e, pertanto, subito rivelatasi infondata diislamofobia. E intanto loro, gli uomini del califfato con bandieraverde, continuano imperterriti a seminare morte e orrore, algrido “Non ti affliggere, Allah è con noi” (9,40), incitamento peraltro,tristemente noto alla storia più recente, perché anche Hitler, e le suetruppe invasero l’Europa al grido “Dio è con noi” (Mein Kampf).Il Giubileo indetto da Papa Francesco si avvicina a grandi passie non è più possibile sottovalutare o ignorare il pericolo. Occorrefare presto. È il Corano stesso a metterci in guardia, sol che non sivoglia restare nell’ignoranza o avere gli occhi foderati di prosciutto.È ormai nota agli specialisti la distinzione che esiste fra il Dar - al -Islam, ovvero le terre dove l’Islam già domina e il Dar - al - harb,ovvero quelle terre dove l’Islam ancora non ha preso il potere, maconta di raggiungere al più presto la conversione e la sottomissionedi tutti gli uomini: “Chi rinnega Dio dopo aver creduto in lui si per-derà, a meno che sia costretto a rinnegarlo, ma in cuor suo restisaldo nella fede” (16, 106).Così commenta questo versetto l’UCOII, l’Unione delle Comunitàislamiche italiane: “L’esegesi classica fa riferire questo versettoa quei primi mussulmani che furono costretti con maltrattamen-ti e minacce a rinnegare (a parole) la fede, pur mantenendolaben viva nel cuore. La portata generale del versetto si traducein un’autorizzazione alla takya (la dissimulazione) data dallalegge islamica, quando palesare la fede potrebbe essere grave-mente lesivo della vita, dell’incolumità personale o dellalibertà”.Dissimulare è dunque l’imperativo categorico, fingere ipocritamentedi condannare la violenza, ma predicandola e serbandola in cuorloro, fino al giorno tanto atteso. Riusciremo finalmente a prenderecoscienza del pericolo? C’è da augurarselo, prima che la mortesopraggiunga ed abbia il volto del califfato.

Giuseppe Bracchi

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 17

ASSASSINIO A SAN BARTOLOMEOdi Normando Onofri

La storia della malvagità umana racconta anche di parecchie uccisioni all’in-terno di chiese e proprio durante le celebrazioni delle sante messe. Famosaè la sacrilega tragedia avvenuta in Inghilterra nella cattedrale di Canterbury(1170), per zittire definitivamente l’arcivescovo Tommaso Becket. Il sommoDante, invece, ricorda e condanna l’assassinio di Enrico di Cornovaglia, fra-tello del re d’Inghilterra, avvenuto a Viterbo nella chiesa del Gesù proprio almomento dell’elevazione (1271). L’arcivescovo di S. Salvador, OscarRomero che recentemente è stato beatificato dalla Chiesa, subì la stessafine nel 1984. Anche Montefiascone è annoverabile tra le città dai sacrileghi omicidi.L’efferatezza dell’assassinio di cui s’intende riferire, forse per un falso sensodi pudore o vergogna, nonché per farne perdere la memoria, è stato lunga-mente taciuto dalla storiografia ufficiale cittadina.A raccontare il misfatto fu Mutio Polidori nelle “Croniche di Corneto”(Tarquinia) che riferisce il fattaccio nostrano avvenuto il primo ottobre 1636all’epoca del Vescovo Gasparo Cecchinelli. Quel giorno, il Gonfaloniere diMontefiascone, Mutio Scarinci, nonostante la sua alta autorità amministrati-va, serviva umilmente la Messa nella chiesa parrocchiale di San BartolomeoApostolo. La piccola chiesa era (ed è) situata all’interno di Borgariglia, sulladestra di chi entra la porta omonima.Al momento non s’è certi sul nome del sacerdote che officiava la SantaMessa ma tutto lascia supporre che fosse don Pietro Labaumo di Farneseche in quel periodo era il parroco incaricato. Il celebrante era giunto alPrefatio quando, improvvisamente, s’ebbe l’assalto verso l’altare di sei sog-getti mascherati che, ignorando il sacerdote, infierirono immediatamente sulGonfaloniere uccidendolo e dandosi poi velocemente alla fuga. Per tutta unaserie di ragioni che non conosciamo, gli assassini furono celermente indivi-duati nelle persone di don Fidentio Politi cappellano, don GiovanniGervasi suo segretario, Raffaello Balzimelli e Pasquale rispettivamentecameriere e staffiere, il Cap. Romeo Pennoni, nonché Tullio Politi, fratellodi don Fidentio. La morte violenta del Gonfaloniere Mutio Scarinci ebbe una vastissimaeco, sia per il fatto in sé sia per le cariche religiose e amministrative dellepersone coinvolte nell’assassinio. Quel delitto era tre volte sacrilego perchéavvenuto all’interno di una chiesa, cioè il sacro luogo della casa di Dio pro-prio durante la celebrazione della Santa Messa, perché la maggioranza deicongiurati vestiva materialmente e moralmente l’abito sacerdotale ed infineper il ruolo d’aiuto-celebrante che rivestiva l’ucciso in quel momento. Da ulti-mo, ma non meno importante, l’assassinato Mutio Scarinci rivestiva l’alto eprestigioso incarico di Capo della Comunità cittadina.

I veri motivi dell’assassinio non risultano chiari pertanto, in carenza di riferi-menti che si spera di poter reperire, rimane difficoltoso fare congetture. Soloa titolo d’ipotesi si possono genericamente ricondurre a quelli delle debolez-ze umane: intrallazzi, invidia, gelosie, ricchezze, amori, carriera.Il Vescovo Cecchinelli cercò di chiudere prontamente lo scandalo chiaman-do a risolverli il suo Vicario in Tarquinia Mons. Gaudentio, persona sicura-mente estranea all’ambiente montefiasconese. Poco tempo dopo, secondo ilcronista Polidori, costui avvertì il Vescovo di agire con estrema prudenza perevitare che il reato finisse con il cadere “contro di lui”. E’ probabile che l’av-vertimento si riferisse alla constatazione che in qualunque modo fosseroandate le cose, il Vescovo Cecchinelli, quale responsabile della diocesi,avrebbe potuto essere soggetto a critiche e maldicenze. Per questo motivo,nonché per le delicate implicazioni religiose, amministrative e penali dei sog-getti coinvolti, il dibattimento fu trasferito al Governatore di Viterbo. Neanche usando quella precauzione gli scaldali e le maldicenze cessarono.

Anzi s’ampliarono poiché in aggiunta a quanto avvenuto accadde anche chesia il congiurato segretario Gervasi sia il cameriere Balzinelli furono trovatimorti avvelenati. Inoltre, lo staffiere Pasquale ed un suo collega furono uccisia sprangate in testa facendo poi ufficialmente figurare l’accidentale caduta diun architrave della cisterna sulle loro teste. E’ poi riferito che “il Prelato”, cioèl’indiziato principale don Fidenzio Politi, a seguito di quest’evolversi dei fatti,impazzì di paura aspettandosi in qualunque momento una fine violenta dellasua vita. Egli fu prima trasferito a Corneto (Tarquinia) ma ovunque era ospi-tato, conventi o case private, “non trovava luogo”. La sua ultima dimoraconosciuta fu nella cittadina di Monteporzio ove sembrava impazzito deltutto, ma poi rinsavì forse per la speciale dieta a base di “sedici ovi per pastooltre altre vivande”. Ciò che appare anomalo in questa bruttissima storia èche nonostante il susseguirsi di quei gravi avvenimenti non sia stata trovatanei resoconti cittadini alcuna tangibile e dettagliata menzione dei fatti e degliimportanti personaggi coinvolti. A “fare le spese” di quell’assassinio, strana-mente, non furono le persone responsabili o conniventi ma solo la piccolacostruzione della chiesa di S. Bartolomeo Apostolo. Vediamo perché.La chiesa era Parrocchiale, vale a dire autonoma entità religiosa e ammini-strativa, con un proprio reddito sebbene non elevato. Prima conseguenza diquell’assassinio fu la decisione di sopprimere (1666) la piccola parrocchia diS. Bartolomeo inglobandone le prerogative e le relative rendite alla vicina edominante chiesa di Santa Margherita. La scusa ufficiale del nuovo vescovoCardinale Paluzio Albertoni Altieri fu di dover attuare le direttive del Conciliodi Trento -terminato oltre centoventi anni prima- sull’obbligatorietà d’istituiredei collegi ecclesiastici (Seminari) nelle diocesi. Per attenuare presso ifedeli l’abrogazione delprestigio parrocchiale,si realizzò, nella casacuriale adiacente lavecchia chiesetta di S.Bartolomeo, un piccoloSeminario composto disoli cinque elementi. Laconseguenza fu chequella piccola chiesadivenne i l naturaleluogo di raccoglimentoe preghiera quasi sola-mente di quello sparutogruppetto d’aspirantireligiosi e, con la perdi-ta dell ’aff luenza deifedeli, la costruzioneconobbe un rapidoperiodo di trascuratezzaed oblio. Nell ’anno1682 la chiesetta é defi-nita “profanata e ridottaad uso di granaio”,tanto che fu persinoautorizzata la venditadelle sue campane. Tutto cambiò pochi annidopo con l’arrivo delc a r d i n a l eM a r c ’ A n t o n i oBarbarigo quale vesco-vo di Montefiascone(1687-1706). Il nuovoPastore, costatò subitola carente preparazionedei pochi seminaristinonché la loro mancataformazione religiosa sugli elementi basilari per la predicazione della paroladel Signore. Ebbe inoltre sicura conoscenza del sacrilego assassinio avve-nuto all’interno della chiesa di S. Bartolomeo Apostolo, per cui velocementedecise cosa fare. Non solo determinò di impiantare un nuovo Seminariofacendolo in pratica partire da zero ma, senza fare mai fare alcun cenno almisfatto mortale, stabilì di abbattere la vecchia chiesa infangata dal delittofacendone costruire una nuova improntando anche propri capitali, ripartendodalle fondamenta e confermando la stessa denominazione. L’intero nuovocomplesso (Seminario e chiesa) si deve quasi totalmente al progetto dell’ar-chitetto Giovanni Maria Origoni. La posa della prima pietra della nuova chie-sa di S. Bartolomeo avvenne il 22 novembre 1693.

[email protected]

Chiesa di San Bartolomeo (particolare tratto da “Prospetto...”)

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 18

L’ambulatorio Infermieristico AEFFE informa...

Trattamento delle ostruzioni delle vie aeree da corpo estraneo nei bambini/lattantiIl riconoscimento precoce di una ostruzione

delle vie aeree è la chiave per una risoluzionepositiva di una emergenza purtroppo piuttostofrequente. È stato dimostrato che nel 90% dellemorti da inalazione di un corpo estraneo, è coin-volto un bambino minore di 5 anni di età. Nel65% dei casi (del restante 10%), è coinvolto,invece, un lattante.

Questi dati allarmanti devono portare ad unamaggiore attenzione nella prevenzione e nel tratta-mento della asfissia da corpo estraneo nei lattanti enei bambini. A provocare l’ostruzione nei lattanti, lamaggior parte delle volte è un liquido; nei bambini, lacausa è più frequentemente dovuta alla inalazione dipiccoli oggetti o di cibo. I segni nei bambini com-prendono l’improvvisa comparsa di difficoltà respira-torie associate a tosse, rigurgito o stridore (un suonoo un sibilo rumoroso e acuto). Questi segni e sintomipossono essere anche causati da infezioni (epiglotti-dite o un croup), che determinano edema delle vieaeree. Secondo le linee guida ILCOR-ERC 2010 sidistingue l’ostruzione delle vie aeree in base alla suagravità: difatti, può essere lieve oppure grave.

Ostruzione lieveIn caso di ostruzione lieve, può esservi un passag-gio d’aria sufficiente. Se il bambino è in grado di tos-sire, di piangere o di parlare, non interferire con isuoi sforzi; in questa situazione occorre astenersidall’eseguire le manovre di disostruzione, incorag-giare il bambino a tossire ed attivare il sistema diemergenza 118. Non mettere mai il bambino sotto-sopra, prendendolo per le caviglie. Questa manovrapeggiora le condizioni respiratorie del bambino, inquanto la massa intestinale va a premere sul dia-framma (avete mai provato a respirare a testa ingiù?).

Ostruzione graveQuando le vie aeree presentano segni di ostruzioneincompleta, ma con insufficiente passaggio d’aria ela vittima non riesce a parlare, a piangere o a tossi-re, e presenta una cianosi rapida ed ingravescente,occorre agire rapidamente per liberare le vie aeree.È, questa, una situazione drammatica che richiedeun rapido intervento del soccorritore.

Lattante cosciente� Sedersi con il lattante in grembo e spogliarlo.Adagiare il lattante in posizione prona, con la testaleggermente più in basso del torace. Il toracedovrebbe poggiare sull’avambraccio del soccorritore,che dovrebbe sostenere la testa e la mandibola dellattante con la mano. L’avambraccio va poggiato

sulla coscia, per sostenere il lattante, il soccorritoredovrebbe fare attenzione a non comprimere i tessutimolli della gola del lattante.� Somministrare fino a cinque energici colpi inter-scapolari. Porre la mano libera sul dorso del lattante,sostenendone il capo con il palmo della mano e gira-re il lattante in posizione supina, facendo attenzionealla testa e al collo. Tenere il lattante in posizionesupina, con l’avambraccio poggiato sulla coscia.Tenere la testa del lattante più in basso rispetto altronco.� Eseguire fino a cinque rapide compressioni toraci-che nello stesso punto in cui si esegue il massaggiocardiaco, appena al di sotto della linea intermamma-ria. Somministrare le compressioni toraciche ad unafrequenza di circa una al secondo, con l’obiettivo diprovocare un colpo di tosse artificiale, al fine diespellere il corpo estraneo.� Ripetere la sequenza, alternando pacche a com-pressioni, finché l’oggetto non viene rimosso oppurefinché il lattante perde conoscenza.

Lattante incoscienteSe il lattante diventa incosciente, adagiarlo su unasuperficie rigida e piana. Allertare il servizio di emer-genza, aprire le vie aeree e guardare se è presenteun oggetto in faringe. Rimuovere l’oggetto esclusiva-mente se questo è visibile. Non tentare l’esplorazio-ne alla cieca con le dita.Iniziare la RCP (Rianimazione Cardio Polmonare).Ogni volta che si aprono le vie aeree, guardare se èpresente un oggetto nella faringe. Se lo si vede esiete sicuri di rimuoverlo, fatelo. Dopo circa dueminuti (cinque cicli), attivare il servizio di emergenza.Se il lattante/bambino diventa incosciente eseguireRCP controllando prima delle insufflazioni se risultavisibile il corpo estraneo.

Bambino coscienteNel bambino cosciente, per risolvere il soffocamen-to, si può ricorrere alla manovra di Heimlich. Le com-pressioni addominali (manovra di Heimlich) nonsono consigliate nel lattante perché possono dan-neggiare il fegato, relativamente grande e non pro-tetto. Per eseguire le compressioni addominali in un bam-bino cosciente, procedere come segue:� Il soccorritore si mette in piedi, seduto o inginoc-chiato dietro la vittima ed avvolge le proprie bracciaintorno alla sua vita.� Il soccorritore prende il punto di repere, formandouna C con il pollice e l’indice di una mano. Le duedita devono collegare l’ombelico all’apofisi xifoide. Ilsoccorritore chiude l’altra mano a pugno, con il polli-

ce all’esterno delle dita chiuse e lo preme control’addome della vittima. Il soccorritore stacca la manoche ha composto la C ed afferra il pugno dell’altramano. � Il soccorritore esegue 5 compressioni vigorose, indirezione antero-posteriore e verso l’alto (movimentoa cucchiaio), finché l’oggetto non viene espulso.Ogni nuova compressione va eseguita con un movi-mento separato e distinto dalle altre. � Il soccorritore non tocca il processo xifoideo né imargini inferiori della cassa toracica (l’applicazionedi forze su queste strutture potrebbe causare lesionidegli organi interni) e continua la serie (5 spinte cia-scuna) fino a che il corpo estraneo viene espulso ola vittima perde coscienza.

Bambino incoscienteLe vittime di soffocamento possono essere inizial-mente coscienti e poi perdere coscienza. In unasimile evenienza, il soffocamento è la causa dellasintomatologia e si deve esaminare la faringe perindividuare un eventuale corpo estraneo. Se un soc-corritore singolo si trova a soccorrere un bambinoincosciente vittima di soffocamento, deve aprire levie aeree, rimuovere il corpo estraneo (se lo si vede)ed iniziare immediatamente la RCP. Dopo cinquecicli controllare se è presente un corpo estraneo. Sesi vede un oggetto, lo si può rimuovere con le dita.Se l’oggetto non è visibile, continuare la RCP.È assolutamente vietato passare le dita alla cieca,perché si può spingere il corpo estraneo in gola,aggravando l’ostruzione o ledendo l’area sopraglotti-ca. In altri casi, quando la vittima di soffocamento ècosciente già all’arrivo dei soccorritori e non è possi-bile sapere si si tratta di una ostruzione delle vieaeree, attivare il sistema di emergenza ed iniziare laRCP.

Queste sono delle informazioni che servono persensibilizzare al primo soccorso pediatrico e chepossono salvare la vita del bambino ma NONSOSTITUIRANNO MAI un corso teorico pratico eretraining successivi. Se siete interessati ad organiz-zare un evento formativo o una dimostrazione, con-tattateci. Nel prossimo numero parleremo dellaRianimazione Cardio Polmonare nel bambino/lattan-te.Gli infermieri dell’Ambulatorio InfermieristicoAEFFE assistono i loro clienti a domicilio o pres-so il Poliambulatorio in Via Giglio Vecchio 1/F(sotto la Farmacia di Zepponami) il martedì matti-na, mercoledì e venerdì pomeriggio anche perdare informazioni sanitarie. Assistono anche adomicilio previo appuntamento al n. 333.4711760.

“Montefiascone Ritrovata” è giunta alla seconda edizione dopo il successodello scorso anno che ha visto la presenza di oltre duemila visite in soli tre giornicon orario, tra l’altro, ridotto. Si terrà ancora nelle ospitali celle dell’ex carceremandamentale di Montefiascone, messo gentilmente a disposizione dalComune, da giovedì 20 agosto a lunedì 24.

È voluta e organizzata dall’Associazione Culturale Estrosidee con il patroci-nio e la partecipazione attiva dello stesso Comune, della BCC Roma, dellaBanca Cattolica Credito Valtellinese, della ditta ALO e tanti altri sponsor minori ela collaborazione del Comitato Festeggiamenti di San Bartolomeo.

L’inaugurazione avverrà giovedì 20 agosto, alle ore 18,30 alla presenzadelle autorità. La mostra sarà visitabile lo stesso giovedì fino alle ore 24, venerdìe sabato dalle 17 alle 24 mentre domenica doppia apertura al mattino 10-13 e ilpomeriggio e sera con lo stesso orario 17-24. Lunedì invece, in concomitanzacon i festeggiamenti in onore di San Bartolomeo con la tradizionale Fiera deiCanestri, l’apertura sarà anticipata alle ore 9 fino alle 12 mentre il pomeriggio esera dalle 17 alle 24; sarà ricca di contenuti svariando tra storia, arte, artigianatoe fantasia e carica anche di molte sorprese con lo scopo primario di valorizzarela città e spingere i cittadini verso un modo di fare cultura insolito ma molto effi-cace. In ogni cella, sono una quindicina, dell’ex carcere si avrà un percorsoespositivo tra fotografie, poster, poesie, quadri, dipinti, disegni, piante della città,ritratti, ceramiche, borse, cuscini, lavori in vimini, la Tipografia Silvio Pellico,manifesti, libri, biciclette, maglie iridate, olimpioniche e tricolori, ecc. molto accat-

tivante per carcare di soddisfare ogni esigenza per tutti quelli che amano la cittàfacendolo così attraverso un modo diverso.

Sabato 22 una sopresa. Saranno celebrate, in maniera più solenne possibi-le, i 60 anni della conquista della maglia iridata di Sante Ranucci e i 55 diquelle olimpioniche e tricolore di Livio Trapè. Come? Lo saprete presto. Iltutto nel cercare di “Ritrovare” Montefiascone e farla ritornare la “Perla dell’AltoLazio”. È possibile? Proviamoci!

“Montefiascone Ritrovata”

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015 pag. 19

La CONFAVI, ringrazia i 70 cacciatori che le hanno dato fiducia. Inquesto primo anno di attività la sezione CONFAVI di Montefiascone Vtha volto la sua attenzione alla tutela dei cacciatori e al rilancio dellaselvaggina. È proprio in questo primo anno che l’associazione CON-FAVI ha lanciato sul territorio ben 105 fagiani da riproduzione di 11mesi di vita, e ben 12 lepri da ripopolamento di circa un anno d’età,acquistati presso una struttura locale, catturati la mattina e subitorilanciati,per non creare stress o altri problemi agli animali. Con questosi sono riscontrati eccellenti risultati in termini di ripopolamento.L’associazione tiene a sottolineare che non attinge a nessun finanzia-mento provinciale, regionale o dell’atc, e nonostante questo riesce aportare avanti progetti ed iniziative.

Nel mese di febbraio è stato organizzato un pranzo presso il risto-

rante la COMMENDA, a tale proposito si vuole ringraziare tutti i parte-cipanti tesserati e non tesserati , che hanno capito l’importanza deinostri progetti. A questo evento è seguita una gara di tiro al piattelloamatoriale presso il campo di tiro dell'Acquarossa, a cui hanno parteci-pato 60 persone. Tutti i proventi delle manifestazioni sono stati investitinel lancio della selvaggina.

Occorre anche porre l’attenzione sull'alleanza NAZIONALE fatta daFedercaccia, Arcicaccia, Anu e Legambiente. È lecita questa cosa? Ènormale questa alleanza fra cacciatori e gli “anticaccia”? Secondo noi‘Gatta ci cova?! Dove è la fregatura? Non riteniamo normale questaalleanza a meno che risulti invece essere soltanto un accordo a disca-pito dei cacciatori tenuto in essere da un collante di nuova generazionedi nome EURO. Questa è la domanda che noi cacciatori rivolgiamoagli autori di questo apparentamento. Nonostante tutto, la nostra atti-vità, sul territorio verrà intensificata nei prossimi mesi, e speriamo che icacciatori di MONTEFIASCONE si rendano conto di chi manovra lepolitiche venatorie e ne prenda atto.

IL CIRCOLO CONFAVI DI MONTEFIASCONE (VT)

I volontari del settore antincendio boschivo dell’As.Vo.M. (Associazione VolontariMontefiascone) hanno effettuato sabato 4 e domenica 5 luglio il corso di formazioneA.i.b. da parte dell’I.n.s.f.o. (Istituto Nazionale Superiore Formazione Operativa) delladurata di 8 ore teoriche e di 8 ore pratiche come stabilito dalla legge.

Il docente è stato il Geologo dr. Marco Pezzotta, Funzionario del CorpoForestale dello Stato, Volontario di Protezione Civile e Docente I.n.s.f.o. insieme alpresidente I.n.s.f.o. Gianni Marchegiani. Ad effettuare il corso su tutto l’ampio setto-re dello spegnimento degli incendi sono stati venti volontari dell’associazione di prote-zione civile di Montefiascone. Nella giornata di sabato 4 luglio si è svolta la parte teori-ca nel Coc (Centro Operativo Comunale) di via Casti in cui sono state trattate leseguenti tematiche: le leggi di riferimento, gli incendi in Italia, l’analisi del rischio,la previsione e prevenzione, l’analisi degli scenari, l’acqua e gli additivi, le tecni-che di attacco a terra, il concorso aereo, le procedure operative, le attrezzature,le comunicazioni di squadra e l’uso dei d.p.i.

Invece nella seconda giornata presso la sede operativa dell’associazione si è pas-sati alla parte pratica del corso, in cui il dott. Pezzotta ed i volontari dell’As.Vo.M.hanno approfondito le procedure di intervento, l’utilizzo delle attrezzature (dagli attrezziai moduli a.i.b. in dotazione) fino ad effettuare alcune prove pratiche. Per questa ultimaazione i venti volontari sono stati divisi in diverse squadre ed hanno così effettuatoalcune prove di utilizzo di attrezzature (flabelli, rastrelli e pale) fino alle procedure diintervento di spegnimento di un fuoco.

Entrambe le giornate si sono concluse con un lauto pasto cucinato direttamentedalla “squadra cucina” dell’As.Vo.M. Il consiglio direttivo dell’associazione ringrazia perla professionalità e la disponibilità il dr. Marco Pezzotta e tutto l’Istituto NazionaleSuperiore di Formazione Operativa per la fattiva cooperazione e per il proseguo di unlungo e proficuo rapporto di collaborazione al fine di una maggior professionalità d’in-tervento degli operatori di protezione civile.

I volontari As.Vo.M., anche i nuovi iscritti, sono così pienamente abilitati, come sta-bilito dalla legge 81 del 2008, allo spegnimento degli incendi e all’utilizzo delle attrez-zature a.i.b. nel rispetto delle direttive sulla sicurezza sul lavoro.

Associazione VolontariMontefiascone

SEMPRE PIÙ CACCIATORI APPRODANO ALLA CONFAVI

Venia da la Germania ‘n gran signore,giranno pel monno a tutte l’ore;de vine sopraffine era gran jotto,Dèfucche se chiamaa sto signorotto.

Mezz’Italia ea già visitata,quanno riò da ste parte la brigata:saranno state sette cavaliere,come riccontaa ‘n vecchio barbiere.

C’ìa appresso ‘n servo, tanto affezionato,(da que se vede ‘l todesco organizzato)che l’incarico ci aea d’assaggiatorepe le vine che cercaa sto signore.

Martino, così ‘l servo se chiamaa,entraa ma le frasche e degustaae si ‘l vino giudicaa de valore,lo segnalaa subbito al signore:

“Est!” scriea sul muro, lì col gesso,ché a que le tempe questo era permesso.(Esso, pe scrie sopra le mure,artiste conosciute na essa pure).

A Orvieto rionno e poe a Bolsenae partonno da lì a pansa piena.Appena visto da lontano ‘l cuppolone,vennero su, verso Montefiascone.

“Qui sento puzza de bon vino!”subbito ‘sclamò ‘l servo Martino.Entrò ma na frasca del castelloe se fece caà del moscatello.

De sto vino fu tanto entusiasmato,che tre est scrisse dò era entrato.Appen Dèfucche riò col su’ caallo,entrò sparato dentro p’assaggiallo.

Magnò, ma più che altro beette ‘l vino,che giudicò daero sopraffino.Beette tutto ‘l giorno e altre ancora,continuanno a bee ad ogne ora;

ia beuto man quella sittimana,cinquanta litre da na damigiana!L’oste je dicea, pure col canto:“‘L vino adè schietto, ma si beete tanto,

potarebbe pure favve malee poe ve portaranno all’Ospitale”.Ma Dèfucche nun daa retta ma quell’oste,continuanno a bee senza soste.

Però ‘n giorno che uscìa dall’osteria,se sentì male e cascò su la via.Ma fece in tempo a fà testamento:disse che de morì era contento;

abbasta che la su’ tomba, lì vicino,na volta l’anno ‘nnaffiassero de vino,ché pure doppo morto e sotterrato,volìa sentì l’aroma del moscato.

Vincenzo Marenghi

La vera storia de Dèfucche

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LA VOCE - n° 8 - Agosto 2015pag. 20

Potete versare:--

o

o

sul c.c. n° 1853/76 Banca Cattolica - Gruppo bancario Credito Valtellinesesul c.c. n° 537 Banca di Credito Cooperativo di Roma - Agenzia 176 - Via Card. Salotti, 21 - Montefiascone (IBAN: IT30 L083 2773 1600000 00000537)inviare tramite conto corrente postale n. 12158010 intestato Parrocchia S. Margherita - 01027Montefiasconeconsegnare ad Angelo Menghini presso il negozio in Via S. Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostronome per essere inseriti nella rubrica “La Voce è grata ai suoi”.

PER COMODITÀ DEI LETTORI DE “LA VOCE”

Significativa festa dalle Benedettine

PAX!Lodato e adorato il Santissimo Sacramento

La Madre Priora, la Comunità Monastica e la Famiglia annunziano con gioia

che nell’anno della Vita Consacratagiovedì 20 agosto 2015 alle ore 17durante la Celebrazione Eucaristica

Suor Maria Teresa della Passione(Maria Teresa Cueva Rosillo)

sarà consacrata per sempre a Dio secondo le regole di San Benedettoe il carisma di Madre Mectilde de Bar

Vi invitiamo a condividere la nostra preghiera e la nostra gioia

Benedettine del Santissimo Sacramento

Monastero San Pietro - Montefiascone (VT)

Così l’annunziano le nostre Madri Benedettine, mettendo in risalto il perché di tale festa

Sr. Maria Teresa viene dell’Equator, ha una buona esperienza di vita che è sfociata nel Monastero delle Benedettine di Montefiascone dovevive e opera. Il 20 agosto sarà consacrata per sempre a Dio secondo la regola di S. Benedetto.A tutte le persone che stimano e conoscono bene Sr. Maria Teresa, espansiva e seria, diciamo di tener presente l’invito per condividere lapreghiera e la gioia di tutta la comunità monastica.

Ciao sono Michele Cappannella, insieme a mamma Elisa epapà Daniele, vi presento il piccolo Lorenzo nato il 19/04/2015.

Siamo due bambini fortunati, perché abbiamo quattro nonni, seibisnonni e tanti zii. Tutti insieme abbiamo festeggiato il suo battesi-mo, che è avvenuto il 27/06/2015.

Ciao a tuttiMichele

Il 10 luglio 2015,presso la Facoltàdell’Università di Viterbosi è laureato in econo-mia aziendale, riportan-do il voto di 103/110 ilsig. Michele Nunziati,che lo vediamo in foto-grafia con corona d’alloroe fascia di superlaureato,tenendo in mano la tesidiscussa.

Ci complimentiamocon lui, ma soprattuttogioiscono i nonni Elio eBenita, dal cielo Carlo eMaria, e sicuramentesoddisfatt i i genitoriFabrizio e Giuseppina ela sorella Ilaria, la fidan-zata Sofia e tutt i gl iamici.

Neo Laureato