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Circolare interna delle Parrocchie dell’Alta Val Sangone – anno IV – N. 4 Novembre 2012 Essere Chiesa oggi 1 H o appena terminato la sepoltura di Maria, 47 anni, nata e vissuta tetraplegica, orfana di mamma dalla fanciullezza, ospite di una comunità negli ultimi sette anni… Giulia ha tre bambini, si è separata dal marito alcuni anni fa dopo umiliazioni e violenze, non ha un lavoro fisso e l’ex marito non le passa nulla… Alì era venuto dal Marocco otto anni fa, aveva trovato lavoro e portato qui la famiglia. Ora la fabbrica ha chiuso, Alì ha rimandato moglie e figli al Paese e si prepara a raggiungerli: ma a fare che cosa, se là è peggio di qua?... I nomi sono inventati, ma i protagonisti no. Che cosa sarà il Natale per loro e per tantissimi come loro o anche peggio? C’è un fenomeno atmosferico che ci stupisce sem- pre, l’arcobaleno. Sta ancora tuonando, si intrave- dono ancora i lampi in lontananza, tutto gronda acqua. Ma spunta a un tratto questa fantasmagoria di colori: tornerà il sole, il maltempo è finito! È un messaggio di speranza. Il Natale è l’arcobaleno, l’“arco nel cielo” dicono i francesi: non siamo persi, Dio in Gesù è parte della nostra vita, della nostra storia, è uno di noi ! E “se Dio è con noi chi sarà contro di noi?”, esclama S. Paolo in Rom.8. Vero! Ma quelli di cui dicevamo sopra e tutti i po- veracci che popolano la terra, che percezione ne avranno? In questi giorni, dopo la lettera pastorale “Devi nascere di nuovo” (di cui alle pagine centrali del giornalino) l’arcivescovo ci ha indirizzato un secondo scritto “Non stranieri ma concittadini e fa- miliari di Dio”, datato 21 settembre 2012. In prima battuta si rivolge ai Rom e ai Sinti che vivono tra di noi “per esprimere”, scrive il vescovo, “a voi tutti la mia stima e il mio apprezzamento per ciascuno di voi, figli di popoli che hanno una lunga storia, verso i quali ho molto rispetto e ai quali intendo ricono- scere l’onore di un coraggio e di una sofferenza an- tichi… vorrei dirvi: abbiate fiducia!” Nella seconda parte della sua lettera il vescovo interpella i rappre- sentanti delle istituzioni politiche e civili : “non dite che son tempi difficili per tutti e non ci sono risorse, perché se oggi tanti sono più poveri per la crisi, in un certo senso, i Rom e i Sinti sono in crisi da sem- pre, anzi, da prima. Sono gli ultimi della catena”. Il vescovo infine si rivolge alla comunità cristiana in tutte le sue diverse confessioni (cattolici, ortodossi, protestanti) augurando e proponendo una fraterna sollecitudine per queste persone. Invita a guardare a loro con simpatia, con cuore aperto, a farsi loro prossimi, accompagnandoli “amichevolmente, fra- ternamente a trovar casa, ad avviarsi al lavoro, a su- perare le difficoltà per la scuola, a farsi curare quando è necessario, a condividere le gioie e i do- lori della vita”. A tutti gli uomini e le donne di buona volontà che abitano nel territorio della diocesi infine l’arcivescovo chiede di “non rassegnarsi a conside- rare il problema dei Rom e dei Sinti irrisolvibile”. Quella proposta alla diocesi dal suo pastore è una delle occasioni che ci vengono indicate per dar corpo a quella novità senza eguali, a quel lieto an- nuncio (vangelo) che è il Natale di Gesù: farci pros- simo, accogliere, aprire il cuore, metterci a dispo- sizione di chi ci è accanto. Il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è Uomo qui ed ora : a noi di testimoniarne la presenza con l’amore e col servizio. Oggi più che mai c’è sete di solidarietà, di condivisione, di amici- zia. Non tradiamo il mistero dell’Incarnazione ! Don Gianni Mondino GESÙ NASCE… OGGI… QUI… In questo anno della fede porgiamo a tutti i migliori auguri di Buon Natale Possiamo riscoprire la grandezza della chiamata del Signore alla figliolanza con Lui in Gesù e testimoniare nella carità fraterna la presenza tra noi del Figlio di Dio

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Circolare interna delle Parrocchiedell’Alta Val Sangone – anno IV – N. 4 Novembre 2012

Essere Chiesa oggi 1

Ho appena terminato la sepoltura di Maria, 47anni, nata e vissuta tetraplegica, orfana di

mamma dalla fanciullezza, ospite di una comunitànegli ultimi sette anni… Giulia ha tre bambini, si èseparata dal marito alcuni anni fa dopo umiliazionie violenze, non ha un lavoro fisso e l’ex marito nonle passa nulla… Alì era venuto dal Marocco otto annifa, aveva trovato lavoro e portato qui la famiglia. Orala fabbrica ha chiuso, Alì ha rimandato moglie e figlial Paese e si prepara a raggiungerli: ma a fare checosa, se là è peggio di qua?... I nomi sono inventati,ma i protagonisti no. Che cosa sarà il Natale perloro e per tantissimi come loro o anche peggio?C’è un fenomeno atmosferico che ci stupisce sem-pre, l’arcobaleno. Sta ancora tuonando, si intrave-dono ancora i lampi in lontananza, tutto grondaacqua. Ma spunta a un tratto questa fantasmagoriadi colori: tornerà il sole, il maltempo è finito! È unmessaggio di speranza. Il Natale è l’arcobaleno,l’“arco nel cielo” dicono i francesi: non siamo persi,Dio in Gesù è parte della nostra vita, della nostrastoria, è uno di noi ! E “se Dio è con noi chi saràcontro di noi?”, esclama S. Paolo in Rom.8.Vero! Ma quelli di cui dicevamo sopra e tutti i po-veracci che popolano la terra, che percezione neavranno? In questi giorni, dopo la lettera pastorale“Devi nascere di nuovo” (di cui alle pagine centralidel giornalino) l’arcivescovo ci ha indirizzato unsecondo scritto “Non stranieri ma concittadini e fa-miliari di Dio”, datato 21 settembre 2012. In primabattuta si rivolge ai Rom e ai Sinti che vivono tra dinoi “per esprimere”, scrive il vescovo, “a voi tutti lamia stima e il mio apprezzamento per ciascuno divoi, figli di popoli che hanno una lunga storia, versoi quali ho molto rispetto e ai quali intendo ricono-scere l’onore di un coraggio e di una sofferenza an-tichi… vorrei dirvi: abbiate fiducia!” Nella secondaparte della sua lettera il vescovo interpella i rappre-sentanti delle istituzioni politiche e civili : “non diteche son tempi difficili per tutti e non ci sono risorse,

perché se oggi tanti sono più poveri per la crisi, inun certo senso, i Rom e i Sinti sono in crisi da sem-pre, anzi, da prima. Sono gli ultimi della catena”.Il vescovo infine si rivolge alla comunità cristiana intutte le sue diverse confessioni (cattolici, ortodossi,protestanti) augurando e proponendo una fraternasollecitudine per queste persone. Invita a guardare aloro con simpatia, con cuore aperto, a farsi loroprossimi, accompagnandoli “amichevolmente, fra-ternamente a trovar casa, ad avviarsi al lavoro, a su-perare le difficoltà per la scuola, a farsi curarequando è necessario, a condividere le gioie e i do-lori della vita”. A tutti gli uomini e le donne di buonavolontà che abitano nel territorio della diocesi infinel’arcivescovo chiede di “non rassegnarsi a conside-rare il problema dei Rom e dei Sinti irrisolvibile”.Quella proposta alla diocesi dal suo pastore è unadelle occasioni che ci vengono indicate per darcorpo a quella novità senza eguali, a quel lieto an-nuncio (vangelo) che è il Natale di Gesù: farci pros-simo, accogliere, aprire il cuore, metterci a dispo-sizione di chi ci è accanto. Il Figlio di Dio si è fattouomo ed è Uomo qui ed ora: a noi di testimoniarnela presenza con l’amore e col servizio. Oggi più chemai c’è sete di solidarietà, di condivisione, di amici-zia. Non tradiamo il mistero dell’Incarnazione !

Don Gianni Mondino

GESÙ NASCE… OGGI… QUI…

In questoanno della fede porgiamo a tutti

i migliori auguri diBuon Natale

Possiamo riscoprire la grandezzadella chiamata del Signore allafigliolanza con Lui in Gesù e

testimoniare nella carità fraternala presenza tra noi del Figlio di Dio

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Essere Chiesa oggi2

L a Pa ro la a i Pa s to r i

L’11 ottobre scorso il papa, con una solenne ce-lebrazione, ha dato inizio ufficiale all’anno dellaFede; la data non è casuale ma sta a ricordarci che50 anni fa, l’11 ottobre 1962, Giovanni XXIII conil discorso di apertura dava inizio al Concilio Ecu-menico Vaticano II.Io sono nato nel 1964 e, sia perché all’epoca erotroppo piccolo sia perché la mia famiglia non eramolto praticante, non ho mai sentito parlare delConcilio se non qualche eco che ricordava la messacelebrata in latino. E quindi, 10 anni fa, quando hoiniziato gli studi teologici in cammino verso il diaco-nato, e nel piano di studi vidi una materia indicatacon “documenti del concilio vaticano II” mi chiesi:ma cos’è?E così, poco a poco, con l’aiuto del docente iniziaiad avventurarmi tra le righe di questo splendido mo-mento di Chiesa che il concilio è stato; compresi dasubito che non era una serie di scritti da aggiungerealla libreria ma un tempo che la storia ci consegnavaper dare corpo alla Chiesa nell’oggi della vita. Nonsono fogli di carta per dividere la Chiesa di una voltae quella di oggi ma parola di uomini, i vescovi, chefacevano Comunità attorno alla Parola, ispirati dallaParola, guidati dal Verbo Eterno. E che, guidati dalloSpirito di Dio ed in ascolto della voce dell’uomo,avevano lasciato, a volte faticosamente, i loro feudi,le loro Chiesuole che tutti portiamo nel cuore, peruscire e respirare aria di libertà.Ed oggi, il nostro papa Benedetto, in continuità conla storia della Chiesa che è annunciatrice della sto-ria della Salvezza, ripropone a noi tutti, di ritornareall’essenziale con lo stesso spirito di 50 anni fa; “Laporta della Fede che introduce alla vita di comu-nione con Dio e permette l’ingresso nella suaChiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltre-passare quella soglia quando la Parola di Dio vieneannunciata e il cuore si lascia plasmare dalla graziache trasforma”. Con queste parole il papa inizia ildocumento che indice l’anno della fede; con la Pa-rola di Dio che con la grazia plasma il cuore del-l’uomo la sua Chiesa si riapre all’incontro con Lui.Mi chiedo allora: anno della fede o anno nella fede?Mi chiedo cioè se quest’anno deve essere un annoin cui occuparmi della mia fede o, forse, ricomin-ciare a vivere nella fede? Devo continuare a seguiregli schemi che ho in testa e, soprattutto nel cuore,

con cui si può parlare della fede o, forse, rivedere lamia vita, la nostra vita calandola nella fede?Non credo esistano risposte ma almeno occasioni;oggi la vita di un uomo e di una donna può ridaresenso al tempo se si lascia interpellare con audaciaed ha l’umiltà di cercare Colui di cui avere fede. IlCardinal Martini, in una conferenza radiofonica,suggerì di riprendere il senso letterale della parolaavere fede: appoggiarsi!!Usiamo la celebrazione dell’anno della fede in con-tinuità con la storia di sempre della Chiesa, rivitaliz-zata dal Concilio, per lasciarci parlare ancora unavolta da quella Parola eterna che non è un libro mauna Persona che incontra personalmente ognunodi noi; ma che desidera incontrarci nella comunità:Io credo non ha senso se non all’interno di un Noicrediamo! Noi crediamo appoggiati a Cristo.

Gerardo

Anno della Fede o anno “nella” fede?

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3Essere Chiesa oggi

L a s c ia m o pa r la re la s c r itt u ra

MOSÈ1 / La sfida all’Egitto

Con l’inizio del libro dell’Esodo un nuovo oriz-zonte si impone per la storia della salvezza. In

terra d’Egitto l’antico clan patriarcale si è ormai tra-sformato in un popolo numeroso. Per prevenirepossibili tentazioni egemoniche, gli Egiziani ridu-cono gli Israeliti in una condizione di sempre più pe-sante schiavitù. Ma il grido di Israele non lasciainsensibile il suo Dio.Nonostante l’ordine del faraone di sopprimere ognineonato israelita maschio, una madre ebrea riescea salvare il suo piccolo affidandolo alla corrente delNilo: così il piccolo Mosè, salvato dalla figlia del fa-raone, cresce a corte e apprende le usanze egizie.Ma il sangue è sangue. Giunto alla giovinezza, com-promette la sua posizione a corte uccidendo un sor-vegliante egiziano cheangariava un israelita esi vede costretto a fug-gire nel deserto.Proprio qui il Signorelo viene a cercare peraffidargli l’incarico diliberare il suo popolo.In un roveto che ardesenza consumarsi gli simanifesta il Dio cheama senza mai esau-rirsi: il Dio di Abramo,di Isacco e di Giacobbegli chiede di essere suo strumento per condurreIsraele alla terra promessa. Inizia così la missionedella figura più significativa della storia di Israele.Da questo momento Mosè si trova al centro dellascena, al punto incandescente dello scontro tra lasignoria di Dio e il potere del faraone. I primi 15capitoli del libro dell’Esodo raccontano il braccio diferro tra Dio (che chiede la partenza del suo popolo)e il faraone (che si ostina a rifiutarla), un braccio diferro dietro cui si cela lo scontro su chi possa eser-citare a pieno titolo la signoria su Israele.Una serie di segni prodigiosi (le “piaghe”) affermanola superiorità di Dio mettendo in ridicolo una seriedi divinità egiziane (il Nilo, una serie di animali, …)e i sapienti del paese, ma non bastano a condurre ilfaraone alla resa. Infine, con la morte di tutti i pri-mogeniti egiziani, giunge l’atteso via libera. Ma an-cora una volta l’inseguimento da parte dell’esercito

egiziano sembra compromettere il cammino appenainiziato e la libertà appena acquisita. Nella notte diPasqua, presso il mar Rosso avviene il prodigio de-cisivo. Le acque che, divise, assicurano il passaggiodel popolo rappresentano la morte per l’imponenteesercito nemico. L’ostinazione del faraone e la suatirannia sono state sconfitte, il Signore ha donato lalibertà a Israele e, in tal modo, lo ha costituito po-polo a tutti gli effetti.All’interno di questo scontro, Mosè gioca il ruolo dibraccio operativo di Dio. La chiave del suo successo(sia nel susseguirsi delle piaghe, sia al momento delmiracolo del mare) sta nella piena corrispondenzatra il suo agire e quanto gli intima di volta in volta ilSignore. Non è Mosè a salvare Israele, ma è lui lo

strumento adeguato alservizio dei prodigi di-vini. Legge antica degliuomini di fede: ridi-mensionare il proprioio consente di lasciarespazio ai miracoli delSignore e di diventarneinaspettati strumenti.Emblematico della mis-sione di Mosè nei con-fronti del suo popolo èquanto compie il leadernel corso del miracolo

del mare (Es 14). Mentre il popolo vede solamenteil sopraggiungere dell’esercito egiziano, Mosè vedepiù in là e conduce il popolo a vedere la salvezza delSignore. Mentre il popolo è tentato di assecondarela volontà egiziana e di tornare sotto la passata si-gnoria del faraone, Mosè tiene aperto il futuro pro-spettato dal Signore. Mentre il popolo avverte tuttala sua paura dinanzi agli Egiziani, Mosè lo conduceall’unico timore necessario, il timore di Dio. SeIsraele quella notte poté vivere la sua Pasqua, fu per-ché Mosè vide il piano di Dio al di là degli ostacoliimmediati.Ebbe così inizio il lungo cammino di Israele verso laterra promessa, un cammino di cui Mosè fu ancoraprotagonista. Ma di questo parleremo la prossimavolta.

Don Germano Galvagno

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Essere Chiesa oggi

Vit a d e l le n o s t re Co m u n it à

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Èintitolata a “Gesù Maestro” ed è la terza Casa diSpiritualità della Diocesi di Torino. Sorge in un

angolo di Forno di Coazze, ai piedi dei monti, e nonpiù tardi dell’anno scorso ha compiuto i suoi primi50 anni. Storia e autore di questo grande complessosono noti ai più: costruito dal mai dimenticato donGiuseppe Viotti, allora parroco della borgata, perringraziare la Madonna della miracolosa – ma maiufficializzata – gua-rigione avvenuta il31 agosto 1947alla Grotta di Mas-sabièlle, a Lourdes.Con tenacia, deter-minazione e tantisacrifici, don Viotti,negli anni, arrivò aerigere tra quellemontagne, laddovec’era solo un am-masso di pietra, uncomplesso che oggiè sotto gli occhi ditutti: la Grotta, la cripta, la basilica, la via Crucisoltre il torrente Sangone e, appunto, la grande Casadi Spiritualità che dispone di una settantina di ca-mere. Un patrimonio, questo, non facile da gestire,ma da non disperdere e che chi è succeduto a donViotti ha cercato di valorizzare. Fino a pochi mesi faparroco di Forno nonché rettore del Santuario-Grotta era don Dino Morando. Oggi, a succedergli,c’è mons. Piero Delbosco, nominato dall’arcive-scovo Cesare Nosiglia responsabile delle tre Case diSpiritualità diocesane. La prima è Villa Lascaris, aPianezza, donata alla diocesi torinese dal marcheseLascaris. Nel 1968 per volontà dell'allora arcive-scovo di Torino, Card. Michele Pellegrino, diventaCasa di Spiritualità. Aperta tutto l’anno, accogliegruppi ecclesiali ed associazioni culturali presenti sulterritorio. La casa, 85 posti letto per 33 camere,rinnovata nella sua struttura e nell'organizzazione, èstata resa funzionale oltre che per le attività dioce-sane, per ritiri, corsi e convegni particolari da partedi gruppi, istituti, parrocchie e movimenti che nefacciano richiesta. La seconda è S. Ignazio, nel co-mune di Pessinetto, che sorge sopra Lanzo Tori-nese. È la Casa più antica, dove sono passati santi

del calibro di don Bosco e Giuseppe Cafasso. Puòospitare 130 persone nelle 85 camere ed è apertaper i partecipanti a incontri diocesani, corsi e eser-cizi spirituali nei tre mesi estivi. Infine c’è il com-plesso “Gesù Maestro” valsangonese in cerca di unfuturo. Da poco più di un mese vi abita don Delbo-sco, che è anche amministratore parrocchiale diForno di Coazze, la più piccola comunità della dio-

cesi con i suoi 26residenti. Più voltea settimana donDelbosco lasciaForno per recarsi aTorino, per seguiregli altri impegni inDiocesi. Non temequesto pendolari-smo e nemmenol’inverno alle porte,convinto che quan-to costruito da donViotti non vada di-sperso. La Casa di

Spiritualità, negli anni passati, ha accolto gruppireligiosi, anziani e famiglie con formule diverse.“L’obiettivo primario è trovare una comunità reli-giosa che si trasferisca quassù e gestisca il com-plesso – spiega – Una presenza fissa che curil’accoglienza tutto l’anno e dia ospitalità soprattuttoa gruppi organizzati con valenza religiosa. Ho giàrivolto la proposta ad alcune comunità religiose.Aspetto una risposta. Nonostante sia autunno e dapoco risieda qui, ho notato che c’è molto passag-gio, segno che questo Santuario è conosciuto eamato”.

Anita Zolfini

Forno di Coazze, Pessinetto e Pianezza.Le tre Case di Spiritualità della Diocesi

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5Essere Chiesa oggi

Vit a d e l le n o s t re Co m u n it à

La giornata Comunitaria ci ha visto ospiti dei localidel Maria Ausiliatrice, (cogliamo l’occasione per rin-graziare le suore che ci hanno accolto) ed è comin-ciata con i primi fiocchi di neve della stagione.Ma ci ha pensato Don Michele Roselli a scaldare inostri cuori con la sua relazione e la sua semplicità,parlandoci del Battesimo inteso come apertura allaFede, come un nuovo inizio ad un mondo divino,che nasce prima come Dono di Dio che come desi-derio nostro.Ai giorni nostri viviamo in un contesto di sfiducia,dove non si ha “tempo”, dove i nuovi mezzi di co-municazione fanno si che tutto ciò che è lontanosembra vicino, e tutto ciò che è vicino sembra lon-tano. Dobbiamo scoprire e riscoprire il valore delBattesimo, come fa un bambino quando si affacciaalla nuova vita fidandosi e abbandonandosi comple-tamente a mamma e papà, affidandoci a Dio comeLui si affida a noi.Nel corso della giornata don Michele ci ha chiesto didividerci in piccoli gruppi e di riflettere sui problemidelle nostre comunità parrocchiali, e di inviare adesse una lettera seguendo lo schema delle lettere diPaolo alle Chiese. Sono state compilate letteremolto interessanti, e per mancanza di spazio ripor-tiamo solo una lettera, che però è un po' la sintesidi tutto quanto è stato scritto dai vari gruppi di la-voro.

Lettera alla Comunità

Noi che veniamo da strade diverse e con vissuti di-versi, chiamati a collaborare nel nome del Signore,ci rivolgiamo alla comunità unita di Giaveno, Sala eValgioie.A voi Genitori per augurarvi di rafforzare la vostrafede per essere testimoni nei confronti dei vostrifigli,e voi Figli sappiate cogliere la forza dei sacra-menti e la grazia dello Spirito Santo per riconoscereed attuare le opportunità di cammino e di crescitache la comunità vi propone come il cammino delcatechismo e dei gruppi di dopocresima, il servizioda ministranti,i campi estivi e l’oratorio.Ringraziamo per l’opportunità ricevuta d’incon-trarci,che ci ha permesso di riflettere e di mettere afuoco le problematiche che la nostra Comunità vivein questo momento. Ringraziamo questa comunitàper la sua eterogeneità,in particolare per gli esempiconcreti ed umili dei più grandi che, nel silenzio delloro operato, offrono grandi servizi, per l’entusia-

smo, la solarità e l’innovatività dei ragazzi che, confreschezza e spontaneità, operano nelle varie atti-vità dando testimonianza di una fede che si tra-smette dai più grandi ai più piccoli. Ringraziamo dipoter contare sulla guida del parroco Don Gianniche ci permette di camminare insieme comeun’unica Chiesa. Esortiamoci ad essere più propo-sitivi e meno giudici severi, per un’accoglienza aifratelli più deboli, credenti e non, come si accoglieun amico che bussa alla nostra Porta, cercando dicrescere ogni giorno di più nell’apertura verso glialtri, nel servizio reciproco, non scoraggiamoci seapparentemente tutti i semi non portano frutto nel-l’immediato. Confidiamo nell'aiuto di Dio perché inostri sforzi siano da esempio nelle situazioni di di-visioni, ecclesiali e civili. La forza di tutto è proprionello stare con gli altri, condividendo e confron-tando questo Dono con tutti, consapevoli chel’amore di Dio guida sempre le nostre azioni, e checiò richiede un continuo lavoro di cuore, coscienzaed intelletto, ci sproni ad un unico impegno, la-sciando spazio a chiunque di poter sviluppare i pro-pri talenti e carismi, per testimoniare unitànell’amore. Prendiamoci cura degli affanni, delle dif-ficoltà, ma anche delle gioie di chi vive intorno anoi. Lasciamo che il Signore operi per noi, attra-verso di noi e con noi, per vivere sempre di più isuoi insegnamenti che lasciano pace e gioia nei no-stri cuori. Rimaniamo saldi in questi propositi e conla preghiera teniamo sempre accesa la speranza.

Grazie Don Michele a nome della Comunità peraverci ascoltato, per averci risposto con estremasemplicità, per i consigli che ci ha dato con natura-lezza. Grazie per la tua simpatia.

Irma e Marinello Armari

Battesimo Porta della Fede

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Essere Chiesa oggi6

Da molti mesi a questa parte il tema dominanteè la crisi economica che colpisce tutti, ma che

sta portando la fascia di popolazione meno abbientea situazioni spesso insostenibili. Si parla anche deicosiddetti “nuovi poveri” nuovi perché ritenuti sinoa ieri in una situazione più che sicura, da cui sonoprecipitati per la inattesa perdita della fonte di red-dito, del proprio lavoro o per fallimento delle loroimprese. Anche le classi più ricche, salvo rare ecce-zioni, lamentano di aver ridotto il tenore di vita.Le informazioni ed i commenti di autorevoli espertiche ci giungono da ogni parte danno tante spiega-zioni, ma sono spesso contradditori e in buona mi-sura hanno per unico scopo creare opinioni.Alcuni fatti sono comunque ben chiari: è ormai ri-conosciuto che l’attuale modello di sviluppo basatosulla continua espansione dei consumi e dello sfrut-tamento di risorse naturali non può sostenersi an-cora, pena crisi ancora peggiori. Per la prima volta nella storia, c’è la contempora-neità di diverse cause che rendono inapplicabili lesoluzioni adottate in passato. In primo luogo si af-facciano sulla scena mondiale nuovi paesi nostriconcorrenti sia nella produzione di beni, sia comedestinatari a buon diritto di una maggiore quota diricchezza. E’ noto che i paesi ricchi, abitati da menodi un quinto della popolazione terrestre, consumanoi quattro quinti delle risorse totali, ma ora anche ipiù poveri reclamano che lo squilibrio sia rimosso,e questo processo è solo agli inizi.Il consumo delle risorse naturali è cresciuto con l’in-dustrializzazione, ma ora sta cominciando a fare iconti con il loro prevedibile esaurimento. E non dob-biamo riferirci solo al petrolio, ma anche a quei beniche per abitudine consideriamo quasi inesauribiliquali l’acqua, i terreni fertili, la stessa aria, che nonpotendo consumare inquiniamo a tappe forzate.Ma a livello planetario, siamo davvero diventatimeno ricchi di ieri? E’ vero il contrario. L’estrazionedi materie prime continua a crescere, seppure aritmi rallentati. Il volume di merci prodotte non è di-minuito, semmai il problema è la sovracapacità pro-duttiva. Anche i beni primari, quelli destinati allanutrizione, alle cure mediche, all’istruzione sono di-sponibili in misura mai raggiunta in passato. Intantoperò un miliardo e più di esseri umani è sottoali-mentato e i paesi ricchi sono afflitti da malattie persovraalimentazione. I rifiuti e lo spreco di prodottialimentari costituiscono un problema denunciato

quotidianamente e presente anche in paesi appa-rentemente poveri.La contraddizione tra il livello di ricchezza prodottache non è affatto diminuita e la dichiarata situazionedi crisi generale ha molte spiegazioni: è rilevanteche in molti paesi arretrati la crisi sia anche dovutaa lotte per maggiore giustizia sociale e democrazia,che spesso sono guerre, ma anche solo sanzionieconomiche; tutto comporta serie distruzioni e man-cato godimento di grandi ricchezze.Nei paesi tradizionalmente evoluti e ricchi come ilnostro, lo stato di crisi percepito è dovuto alle pre-visioni poco favorevoli ed agli squilibri crescenti traceti ricchissimi e gli altri, quindi non solo al calo direddito nazionale che negli ultimi anni è comunqueavvenuto.Sono soprattutto le nuove generazioni a pagare iltributo del calo di prospettive, della perdita di postidi lavoro e della loro precarietà. E allora?Chiuderci nella sicurezza della nostra casa quandoall’esterno si scatena la tempesta è una immagineche ci richiama alla cura che ogni buon padre di fa-miglia deve avere verso i figli: la riteniamo espres-sione di senso di responsabilità e di amore, quindiuna virtù basilare. Quando poi alla nostra porta sibussa, ci viene implorato aiuto e soccorso, è giustorifiutarsi anche solo di ascoltare le invocazioni disconosciuti? E, avendone i mezzi, di prestare unconcreto aiuto? Nella vita sociale consideriamo un basilare elementodi civiltà intervenire per chi si trova in difficoltà. Sigiunge a ritenere doveroso il soccorso di chi si mettein pericolo anche per motivazioni futili. Per nostra cultura civica vorremmo che lo statopensi a tutti questi interventi, in modo il più possi-bile impersonale. Ma questo non è ciò che si chiedea noi cristiani.Dobbiamo occuparci direttamente e non per altritramiti dei bisognosi. Ci sono per primi i poveri, gliaffamati, che chiedono per se e per la famiglia.Spesso li incrociamo per strada: quante volte pro-viamo fastidio per la loro insistenza? O perché sem-brano reclamare un diritto? O semplicementeperché ci salutano e dovremmo rispondere?Quanti di questi disgraziati li teniamo volutamente adistanza come presunti colpevoli?“Ci hanno rubato il lavoro, rendono insicure le no-stre città, se possono ci deruberebbero di ogni cosa.E soprattutto, toccano la nostra tranquillità, violano

Crisi

A tt u a l it à

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7Essere Chiesa oggi

Nell’ultimo numero di “Essere Chiesa Oggi”, quellodi ottobre , veniva riportato l’invito del nostro Ar-

civescovo, Cesare Nosiglia, a riscoprire e rivivere, nel-l’anno che il Santo Padre ha indetto Anno della Fede,“il battesimo come porta della fede e della vita cri-stiana”. La nostra Comunità sta cercando modi, tempie percorsi per riscoprire e valorizzare il battesimo ; adesempio è stata organizzata una giornata comunitaria(28 ottobre u.s.) dedicata proprio all’approfondimentodel primo Sacramento e di cui un altro articolo vi offreuna sintesi.Noi però che ci occupiamo di pastorale battesimalecioè della preparazione dei genitori, padrini e madrineche battezzano bambini piccoli e neonati, ci siamo chie-sti come far riscoprire a coloro che hanno già battez-zato i figli ma da poco tempo, il senso del sacramento,specie in occasione del Natale ormai prossimo.Abbiamo pensato a un momento di incontro, per bam-bini da 0 a 6 anni , per i loro genitori, i nonni, fratellie sorelle… certo un momento serio, ma adatto a unpubblico di piccini che, si sa, fatica a stare zitto e fermoper troppo tempo, deve essere un qualcosa di gioioso,di festa, di amicizia.Ci siamo fatti aiutare da alcune insegnanti di scuoladell’infanzia, grandi esperte di come trattare con bam-bini così piccoli e , con il loro aiuto (cogliamo l’occa-sione per dire loro un grosso grazie) le idee hannopreso forma.Ecco allora la proposta: incontriamoci in chiesa,DOMENICA 23 DICEMBRE, alle ore 14,45 e, davantial presepe, rifletteremo sul significato del Natale. Gesùviene tra noi come vero e primo dono , non uno tra i

tanti pacchi regalo e strenne che metteremo sottol’albero ma IL DONO , per tutti, per sempre, perl’umanità.Direte voi: ma proprio la domenica prima di Natale?Con tutto quello che c’è da fare? E l’ultimo regalo dacomprare? E la spesa per il pranzo natalizio? Sì, siamo consapevoli di tutto ciò (e di altro ancora) mal’incontro vuole essere un qualcosa di “diverso”, diversodal Natale di sempre, magari un po’ consumistico, fret-toloso, tra vetrine e luci sfavillanti. Chissà che non siaun’occasione per fermarsi un attimo, per dedicarsi unpo’ di più ai nostri bambini, a noi come famiglia, a ri-scoprire che Natale vuol dire nascita, di Qualcuno chevuole essere “al centro” non solo di un presepe di sta-tuine in gesso, legno o plastica, ma al centro della festanelle nostre case e tra i nostri affetti. Che è quello che, al momento del Battesimo, ci impe-gniamo a fare: insegnare ai nostri figli che Gesù è ildono più grande…Non dimentichiamo che Natale è festa e per i bambiniè la festa più bella dell’anno; e allora concluderemo ilnostro pomeriggio con uno scambio di piccoli doni euna golosa merenda che ci permetterà di farci auguriveri e magari,chissà, scoprire diaver voglia di rive-dersi ancora!

Gli operatori dellapastorale battesimale

Vit a d e l le n o s t re Co m u n it à

TRA TANTI DONI … IL DONO!

la nostra privacy.”Intorno a noi ci sono altri tipi di povertà e di soffe-renza, o anche solo di disagio, come avviene permoltissimi giovani. Certo non è facile occuparcene,ma almeno far sentire di essere vicini contribuisce aridare fiducia ed incoraggiare a nuovi sforzi.Ci sono poi i poveri più lontani. Quelli ci dannomeno fastidio, soprattutto quando restano a casaloro, anzi, ci sono di grande utilità. Per loro racco-gliamo un po’ del nostro di più, o le cose vecchie edinutili. Dopo averlo mandato ci sentiamo la co-scienza a posto e il fastidio finisce lì. Questo non ècerto l’atteggiamento di chi opera fattivamente nelleorganizzazioni di carità, ma il contributo di moltis-simi di noi.

Dovremmo riflettere su tutti questi nostri compor-tamenti. A me sembra che un aspetto tra i menocristiani consista nel non vedere e non riconoscerecome nostro fratello chiunque incontriamo. Rico-noscergli innanzitutto la dignità di persona, di figliodi Dio, di nostro prossimo.Il vangelo di domenica scorsa citava Gesù che di-chiara essere primo comandamento l’amare Diocon tutto il cuore e poi l’amare il nostro prossimocome noi stessi. Come potremmo amare veramente Dio, essere tra-scendente, se non nel concreto attraverso i nostrifratelli, anche quelli più difficili da accettare?

Mauro Cipolla

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Essere Chiesa oggi8

M o m e n t i d i C h ie s a

Abbiamo visto nel numero precedente la presen-tazione della lettera Pastorale “Devi nascere di

nuovo” del nostro Arcivescovo, Cesare Nosiglia.Rimandiamo alla lettura di quell'articolo per ripor-tarci nello spirito della lettera.Dopo aver ricordato il significato del Sacramentodel Battesimo, il nostro Arcivescovo propone delleazioni per vivere concretamente la vita cristiana, etestimoniare il nostro credo e la nostra fede. Solocosì anche gli altri, i cosiddetti lontani, potranno ca-pire la bellezza della fede in Gesù Cristo, e viveremeglio la loro vita, da soli e nei confronti dei fratelli.Il primo pensiero va aglioperatori pastorali ed aicatechisti delle parroc-chie, ed alle famiglie,nelle quali innanzituttonasce e cresce la fede, esono i genitori, personeadulte, che iniziano i figlia questo cammino. Ma gli adulti devono es-sere formati, preparati esostenuti da una chiaraproposta di fede, e da unaccompagnamento nellacrescita e consolidamentodel cammino battesimale e post battesimale. E' quindi chi opera in Parrocchia, nella comunità,che deve essere pronto e preparato per dare rispo-sta concreta a questa esigenza. E' necessario peròun cambio di mentalità, di conversione della pasto-rale, in collaborazione anche con le altre realtà ec-clesiali del territorio: sappiamo infatti che i presbiterisono sempre meno, più oberati di lavoro, e la loroetà media aumenta. La comunità cristiana si deverendere conto che deve partecipare di più alla vitacomunitaria, da essa devono sorgere delle figure lai-che che si facciano carico di attività un tempo dele-gate al solo prete. Operando in Unità Pastorali siottimizza anche il lavoro, si possono formare figurespecializzate in vari settori, ad esempio la pastoraleprematrimoniale o quella prebattesimale. Oltre alle Parrocchie, ci sono altre realtà importantisul territorio: citiamo innanzitutto le comunità reli-giose, dono per tutti i battezzati con la loro testi-monianza di preghiera e fraternità, con il loroservizio educativo, pastorale, missionario.Un'altra realtà viva sono le associazioni e movimenti

di laici, che possono rappresentare una ricchezzaed uno stimolo al rinnovamento delle nostre comu-nità quando si inseriscono nella vita parrocchialecon spirito aperto alla comunione ed al servizio. Troviamo ancora le istituzioni educative, dagli asiliparrocchiali alle scuole di vari gradi e livelli: devonoessere sostenute perché, oltre al ruolo formativo cul-turale, svolgono un ruolo importante nell'educazioneumana e cristiana dei ragazzi e delle loro famiglie. All'interno di questo quadro di riferimento evange-lico ed ecclesiale va sviluppata la pastorale battesi-male trovando vie nuove di evangelizzazione per

raggiungere i molti geni-tori che sono sempre piùlontani dalla vita eccle-siale. Molti non chiedonopiù il battesimo per i figli,e molti di quelli che lochiedono non hanno piùmotivazioni profonde: èperciò questa un'occa-sione per riaccompa-gnarli nel camminodell'incontro con Gesù econ la sua Parola, con ilsuo Amore.

Nessuno deve essere rifiu-tato, anzi si presti particolare attenzione alle situa-zioni di disagio, di difficoltà, e anche di scelte diverseda quella del matrimonio sacramento. L'accoglienzacon spirito di verità e carità verso queste coppie, oanche genitori singoli, li aiuti a riflettere sulla propriavita e sul cammino da percorrere per parteciparepienamente alla comunità cristiana ed educare diconseguenza i figli per i quali chiedono il sacra-mento. Altra occasione è il momento della preparazione almatrimonio: nel corso prematrimoniale si sensibi-lizzino i fidanzati alla scelta del Battesimo per i futurifigli. E quando si presentano i genitori, vengano accolticon amore e li si guidi in un percorso di conoscenzadi Cristo, seguendo i loro tempi e senza imporsi, masostenendoli con accogliente amicizia, e ci si lasciinterpellare dalle loro domande, dai loro problemisulla fede e sulla Chiesa, dai nuovi problemi che il fi-glio pone, ad essi come coppia e anche dal punto divista pratico. Gli incontri prebattesimali possonocosì essere occasione di solidarietà e di amicizia tra

Lettera Pastorale

Battistero del Duomo di Siena

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Essere Chiesa oggi 9

M o m e n t i d i C h ie s a

le famiglie della comunità.Nella preparazione al battesimo diamo più spazioalla “Parola”che troviamo nel Vangelo e nella Bib-bia, piuttosto che alle nostre parole. La prepara-zione alla liturgia faccia poi comprendere che ilBattesimo è l'ingresso ufficiale del bimbo nellaChiesa, e quindi è opportuno che l'accoglienza av-venga nel corso dell'assemblea domenicale.La comunità sia poi di supporto e di accompagna-mento anche dopo il battesimo, creando occasioniperiodiche di incontro sereno e ricco di umanità, neiquali riflettere sul cammino percorso e su quello dapercorrere: possono essere celebrazioni liturgiche oincontri di approfondimento di temi educativi e re-ligiosi. Deve quindi cambiare la mentalità secondo cui ilBattesimo è un momento isolato, occasionale. La-sciamoci in questo aiutare dalle fasi dell'anno litur-gico: ogni anno infatti siamo chiamati a rinnovare lepromesse battesimali nella celebrazione della litur-gia della notte Pasquale.Sia quindi il Battesimo la guida della nostra vita: conesso abbiamo accettato di seguire il messaggio diGesù in ogni momento della nostra vita, accettandogli impegni e le rinunce che ciò comporta. Ma le ri-nunce sono da volgere “in positivo”: se si rinunciaal peccato si dice un forte “sì” all'amore verso Dioed il prossimo, il no all'egoismo diventa un “sì” aldono di sé ed alla solidarietà con i poveri ed i soffe-renti.Il battezzato lasci agire la vita divina dentro di sé,non viva più per se stesso, ma per Cristo attraversoi fratelli, santificando la propria vita con l'aiuto delloSpirito di Dio.Ogni buon cristiano è anche un onesto cittadino:opera perché la città di Dio nasca già nella cittàdegli uomini. E combatte in essa il peccato perso-nale e quello sociale, per edificare un mondo giu-sto, pacifico e solidale, combattendo i meccanismiperversi che hanno inquinato la politica, la finanza,l'economia, innescando una crisi mondiale senzaprecedenti perché hanno sostituito Dio con il po-tere e con il denaro, il proprio esclusivo interesse.Come credenti dobbiamo reagire fortemente a que-ste “leggi” presentate come ineluttabili, dobbiamomirare a costruire una società più umana e giusta,che non escluda nessuno e dove tutti possano met-tersi al servizio del bene comune.Uno dei primi problemi da risolvere, oltre alle formedi povertà conosciute, è la mancanza di lavoro, checoinvolge sempre più persone. Il lavoro è un dirittofondamentale di ogni uomo-cittadino, bisogna fare

ogni sforzo per mettere tutti in condizione di lavo-rare e sostenersi.Come credenti nel Dio della giustizia, difensore deipoveri e dei deboli, dobbiamo reagire, impegnan-doci in uno sforzo comune nell'ottica di privilegiareil bene di tutti su quello di pochi, basandoci sulla so-lidarietà e responsabilità dei comportamenti privatie pubblici. Salvaguardiamo i principi etici fondamentali, chemai vanno traditi o considerati secondari rispettoalle ragioni economiche e finanziarie: sono la cen-tralità di chi lavora, l'attenzione alla famiglia futurodella società, la cura dei più deboli ed emarginati.Diamo forza a relazioni più solidali tra le persone, aiservizi sociali, al volontariato sia religioso che laico,e affronteremo insieme i problemi della salute, dellavoro, della casa, dell'educazione, dell'ambiente, ba-sandoci sulle esigenze concrete delle persone.Per realizzare ciò impegniamoci come Chiesa Tori-nese su alcuni obiettivi comuni:- il rinnovamento delle comunità parrocchiali, chesiano “casa e scuola di comunione”, momento dicrescita e di preparazione attraverso la formazionee la preghiera, accoglienti e vicine a tutti ed in par-ticolare agli ultimi, agli emarginati, ai rifiutati- la convinzione che il Vangelo è forza propulsivaper una vita nuova, che si realizza anche sul pianoeconomico,politico e sociale, formando cristianiadulti credenti, e credibili testimoni della speranzadel Vangelo nel concreto della vita familiare e so-ciale, politica e lavorativaA tutto ciò ci deve portare il nostro Battesimo, portadella fede e della vita cristiana, presupposto per unimpegno a favore dell' “Uomo” nel quotidiano.Nella Diocesi sono previste iniziative particolari perl'Anno della Fede, che verranno man mano comu-nicate, ma sopra tutto vi sia la testimonianza di ognicristiano: soltanto attraverso uomini e donne toccatida Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini.Le beatitudini siano il manifesto programmatico delbattezzato chiamato a vivere come Gesù, il suo Mae-stro e Signore.

Filippo Giovanelli

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10 Essere Chiesa oggi

U n a C h ie s a c h e ce le b ra

La parola suffragio vuol dire opera spirituale, benespirituale offerto a Dio in favore dei morti. Fare

suffragi vuol dire offrire a Dio opere buone, preghiere,sacrifici, penitenze in favore dei morti perché siano li-berati al più presto dalle loro pene. Ad esempio: par-tecipare alla Messa per i morti vuol dire fare unsuffragio per essi, ossia cedere tutti i meriti che sihanno partecipando alla Messa per le anime del Pur-gatorio. Quando si parla di suffragio si intende suffra-gio per i morti. Però il suffragio non si fa per tutti imorti, ma solo per quelli che sono in Purgatorio. Leanime che sono in Paradiso sono beate, vivono pie-namente la vita di Dio e non hanno bisogno dei nostrisuffragi. Le anime trovate in peccato mortale sono al-l’inferno e per loro non c’è più speranza di salvezza, isuffragi per loro sono inutili. I nostri suffragi sono soloper il Purgatorio, per le anime che devono purificarsiper entrare in Paradiso. Esse devono scontare i pec-cati veniali e le pene dovute ai peccati gravi commessiin vita. Devono liberarsi da ogni colpa e da ogni pena.Le possiamo paragonare agli esiliati e ai carcerati.Esse soffrono finché non saranno completamente pu-rificate e sospirano Dio finché non vedono la sua lucee possono confidare solo in noi che possiamo aiutarlecon i nostri suffragi. Ercoli Attuoni che fu arcivescovodi Fermo, deceduto nel 1941, durante la sua vitascrisse in una sua pastorale di quando era fanciullo eandava a chiedere il ben dei morti. Non erano certo itempi odierni delle manifestazioni carnevalesche dellanotte di halloween. ( La cultura celtica è tutt’altracosa). All’epoca della fanciullezza del presule c’era po-vertà e lui ogni anno, il due di novembre, faceva il girodel paese per cercare il ben dei morti, ossia la caritàche si dava in suffragio dei morti. Le famiglie benprovviste in terra di Toscana preparavano il sacco digranoturco dietro l’uscio di casa e attendevano i po-veri, quasi sempre i ragazzi delle famiglie povere chefacevano il giro per avere farina di granoturco che al-lora era cibo comune. “Dio vi ricompensi”, dicevanoi ragazzi. E a sera nelle case povere si faceva e si man-giava la polenta. “Dolcetto, scherzetto”, dicono oggi iragazzini ben nutriti, vestiti e magari con l’ i Phone 5

in tasca, suonando i campanelli delle case. Perché nonprovare a andare contro tendenza e mettere qualchecrisantemo in meno nelle tombe dei morti, recitare unrosario in più, e fare la carità ai poveri? Pensare allavita eterna è il fondamento del cristianesimo. Lo reci-tiamo nel Credo la domenica in chiesa. La morte delcristiano è un evento di grazia, avendo Cristo, e perCristo, un valore e un significato positivo. Dal puntodi vista della fede, la morte è anche la fine del pelle-grinaggio terreno dell’uomo, è la fine del tempo dellagrazia e della misericordia che Dio gli offre per realiz-zare la sua vita terrena secondo il disegno divino e perdecidere del suo destino. I suffragi sono in primo luogola celebrazione del sacrificio eucaristico, poi le pre-ghiere, elemosine e le opere di misericordia, quali lavestizione dei morti, la veglia di preghiere, il corteo fu-nebre e la sepoltura. Scrive il card. Giacomo Biffi nelsuo libro fresco di stampa Proposta sintetica perl’Anno della fede: ”Il cristianesimo è un avvenimento:l’avvenimento del Figlio di Dio che si fa uomo, muorein croce, risorge; e ci coinvolge, se ci lasciamo coin-volgere, in questa vicenda di morte, di risurrezione, divita destinata a diventare una vita eterna”. Un in-tima comunione unisce coloro che sono già nell’eter-nità e quanti sono ancora pellegrini sulla terra.Nella comunione dei santi i defunti aiutano i vivi con la loro intercessione e noi, attraverso i suffragi, pos-siamo accellerare la loro “purificazione”. Molto chiarodeve essere il concetto che dare un offerta per offrireuna Messa non vuole mai dire appropriarsi di unaMessa. Dire “la mia Messa” è sbagliato perchè laMessa è di valore infinito e di tutti, sempre. Così puredire : “Oggi la Messa è per...”, ma oggi ricordiamonella Messa... Nel rito della Messa sono previsti duemomenti per ricordare i nostri defunti: nella preghieradei fedeli e nella Preghiera eucaristica. “La morte”- hadetto Papa Benedetto XVI, “apre alla vita, a quellaeterna, che non è un infinito doppione del tempo pre-sente, ma qualcosa di completamente nuovo”. L’im-mortalità a cui aspiriamo è la comunione con Dio.

Enrico Usseglio

I suffragi“La Chiesa… fin dai primi tempi della religionecristiana coltivò con grande pietà la memoriadei defunti e poiché Santo e Salutare è il pensierodi pregare per i defunti perché siano assolti dailoro peccati, ha offerto per loro anche suffragi”.(L.G.:50).

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PATRIARCATO ROMENO - Diocesi Ortodossa Romena dell’Italia

Parrocchia Ortodosso Romena

“San Teotimo vescovo di Tomas” Giaveno

11Essere Chiesa oggi

L a voce a g l i o r tod o s s i

Cari fratelli e sorelle,

ho pensato di scrivere in questo articolo, di una per-sona molto speciale che il nostro popolo romenoha soprannominato “Pavarotti dei Carpazi”. Il suonome è Costel Busuioc.Domenica 28 ottobre 2012 lo abbiamo avuto comeospite nella nostra Parrocchia alla Santa Liturgia, eci ha incantato con la sua voce cristallina.Vorrei raccontare in poche parole un riassunto dellasua vita personale e del suo cammino verso il Si-gnore e le vita spirituale.Costel Busuioc è nato a Iasi, capoluogo di una pro-vincia nel nord est della Romania, secondogenito inuna famiglia molto povera con otto bambini.All'età di 14 anni ha lasciato la scuola ed è andatovia di casa per cercare lavoro e per poter aiutare lasua famiglia. Ha lavorato come pastore sui montiCarpazi.Lì, essendo solo, nel cuore della montagna, Costelsi è avvicinato di più a Dio nella preghiera, e so-prattutto nel canto, che lui adorava. Tante volte hacorso dei pericoli a causa dei lupi e degli orsi checercavano di prendergli le pecore che aveva in cu-stodia.Però lui racconta che ponendo la sua fiducia nel Si-gnore è stato sempre salvato.Un episodio che potrebbe sembrare surreale è statoquando un orso è venuto verso le pecore. In quelmomento le pecore sono accorse a lui come da unsalvatore, e lui non sapendo come reagire, perchéera da solo, ha cominciato a pregare Dio. Il Signorelo ha aiutato, e grazie ai 10 cani che aveva con luiè riuscito a far andare via l'orso.Dopo l'esperienza come pastore che è durata un po'di anni, è stato assunto come domestico in una fami-glia benestante che lo ha rinforzato nel suo camminoverso la fede. Insieme a loro ha cominciato ad andareogni domenica in chiesa e a cantare nel coro durantela Messa. Lì hanno scoperto per la prima volta il suotalento e la sua passione per la musica.Negli anni successivi ha cantato in diverse chiese,poi si è sposato, ha avuto tre figli, e quando aspet-tavano il quarto ha deciso di andare a lavorare al-l'estero, in Spagna, perché i bisogni della suafamiglia erano aumentati ed era sempre più difficileandare avanti.Però anche lì, lontano dai suoi cari e dalla sua pa-tria, Costel ha sempre mantenuto vivo il suo legame

con la Chiesa ed il Signore, cantando in una chiesaortodossa di Madrid.Lì in Spagna nel 2008 ha partecipato ad un con-corso per talenti chiamato “Hijos del Babel”. Havinto questo concorso ed è diventato famoso e co-nosciuto in tutta la Spagna. Anche i mass mediadella Romania lo hanno fatto conoscere tramite di-versi servizi trasmessi.Nella sua breve carriera ha cantato con José Carreras,Placido Domingo, e in concerto con Julio Iglesias.Quello che mi ha impressionato è stato il fatto cheCostel Busuioc è rimasto fedele a Dio nonostante ilsuo successo, cosa che succede raramente, e ha ri-fiutato diverse proposte generose di denaro per can-tare generi musicali non compatibili con la Fede.Dopo la Messa ci ha incantato con un canto moltoconosciuto, l'”Ave Maria”.L'ho invitato davanti ai fedeli a raccontare perso-nalmente il suo cammino spirituale verso la Fede, elui ha iniziato così: “Vorrei fare la volontà di Dio tuttii giorni della mia vita, perché solo con lui sono fe-lice sia io che la mia famiglia”.Costel Busuioc può essere un esempio per tanti dinoi, che magari hanno un talento, ma non lo colti-vano. Dio può fare miracoli con ogni persona che fala sua volontà.Come dice il Signore nella Sacra Scrittura (Mt 6:33):

“Cercate prima il Regno e la Giustizia di Dio, e tuttequeste cose vi saranno date in più”.

AmenP. Livius Todirascu - Parroco

Per vedere e ascoltare in internet Costel Busuioc:www.youtube.com/watch?v=6tfjVq-RXqc&feature=relatedwww.youtube.com/watch?v=Pd9Q18goK5E&feature=relatedwww.youtube.com/watch?v=igBkOdeRL2A

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Essere Chiesa oggi12

Il passatoAll’inizio dell’opera c’è un sacerdote benefattore: ilCanonico Giacinto Pacchiotti. Con il testamento dell° ottobre 1884, dopo aver dotato il Comune di Gia-veno di un asilo infantile e delle scuole elementarimaschili, scriveva: “Istituisco nel capoluogo di Gia-veno una scuola Professionale Arti e Mestieri a fa-vore dei giovani di Giaveno.. “il suo eredeuniversale, comm, Francesco Molines, destinò unterreno di sua proprietà per il fabbricato e accessoridella scuola; curò la costru-zione dell’edificio e donò al-l’Istituto una rendita affinchéfosse fondato un collegio-convitto.Infine formulò uno Statuto incui veniva stabilito che l’am-ministrazione è affidata a unConsiglio composto di cinquemembri: il Sindaco di Gia-veno e quattro persone elettedal Consiglio Provinciale diTorino, dalla Camera diCommercio di Torino, dalConsiglio Comunale di Gia-veno e dal Consiglio Comu-nale di Torino.Lo Statuto venne approvatocon l’erezione in ente mo-rale. Il funzionamento del-l’istituzione prese l’avvio nel 1890.Attualmente l’Ente è stato trasformato in Fonda-zione “Istituto Professionale Pacchiotti” ONLUS,che ha un nuovo Consiglio d’Amministrazione,formato da cinque membri: il Sindaco di Giavenood un suo delegato e due rappresentanti indicati dalConsiglio Comunale, due rappresentanti della Casadi Carità Arti e Mestieri di Torino. La ComunitàMontana, dopo il suo accorpamento con la comu-nità Montana Val Susa, si è ritirata dalla Fonda-zione.

L’arrivo dei Fratelli delle Scuole CristianeLa prima convenzione con i Fratelli delle Scuole Cri-stiane della Provincia Religiosa di Torino è datata l°aprile 1936. Prevedeva un uso gratuito della pro-prietà con l’obbligo della manutenzione ordinaria estraordinaria. Durata: 30 anni. Venne rinnovata il31 ottobre 1960 per altri 30 anni.

In sintesi ecco l’attività dei Fratelli dal 1936 al 1990.Scolasticamente i Fratelli gestirono sia il Convitto(fino all’inizio degli anni ‘70), sia l’Istituto Tecnicoinferiore, che allora aveva la durata di quattro anni.Con le riforme scolastiche si arrivò prima all’Avvia-mento Commerciale e poi, dopo la sua soppres-sione, alla Scuola Media unica.Contemporaneamente fu presa una decisione in-novativa per la promozione umana e professionale,che rese un prezioso servizio alla Valsangone, dal-

l’immediato dopoguerra aglianni ‘60. Furono istituiti corsiserali e domenicali in vari am-biti professionali: disegnatori,meccanici, elettricisti, conta-bili. Migliaia di giovani e adultidi Giaveno e dei comuni delcircondario trovarono in que-sta iniziativa un trampolino dilancio per la propria afferma-zione nel mondo del lavoro.La presenza dei Fratelli èperò purtroppo terminatapoiché il loro Superiore hadovuto ritirare la Comunità acausa del venir meno del nu-mero minimo di membri,ossia tre, com’è previsto dalleregole che disciplinano gli isti-tuti religiosi.

La Cooperativa Giacinto Pacchiotti.Nel 1990 la Convenzione tra i Fratelli e l’Ente Pac-chiotti non venne più rinnovata. Si prospettò lachiusura dell’istituzione. A questo punto il DirettoreFratel Felice Proi e l’ex allievo don Luciano Allaislanciarono l’idea di fondare, insieme ad altri ex al-lievi e amici, una Cooperativa per ovviare alla chiu-sura e dare continuità all’istituzione. Una piccolaComunità di Fratelli rimase per assicurare il proprioapporto di educazione e di animazione, ma senzapiù l’onere della gestione.

Il Pacchiotti oggiLa realizzazione più importante è il rilancio del vec-chio progetto della formazione professionale, che èstato affidato alla Casa di Carità Arti e Mestieri diTorino. Riprende così, con ben maggior possibilitàdi affermazione, quanto era nelle finalità originarie

L’ISTITUTO PACCHIOTTI DI GIAVENO

M o m e n t i d i c h ie s a

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dell’Istituto e quanto già era stato avviato nei primidecenni dopo la guerra. I corsi di primo e di secondolivello attualmente approvati e finanziati dalla Re-gione Piemonte sono l’unica risposta, in Val San-gone, a una esigenza di qualificazione professionaledei giovani, da tutti riconosciuta come essenziale edinderogabile. Chiusa la Scuola Media Paritaria perscarsità di allievi, permangono tante altre realtàormai consolidate: Associazione Ex Allievi, Associa-zione Amici del Pacchiotti, Unione Sportiva La Salle,Amici della Montagna, Università della Terza Età.Un’opera di particolare rilevanza sociale è svolta dal-l’Associazione La Piazzetta, che, oltre ad avere ilcompito della manutenzione del parco e dei viali, im-pegna giovani a rischio di devianza o di emargina-zione in attività di colture agricole e floreali nei campie nelle serre dell’Istituto. La Piazzetta, inoltre, colla-bora con le scuole di Giaveno con lezioni ed eserci-tazioni didattiche, che si realizzano ancora nel-l’Istituto in un locale appositamente attrezzato.

Il Pacchiotti 2012 in sintesi- I corsi professionali della Casa di Carità Arti e

Mestieri;- le varie iniziative complementari sopra elencate;- l’Associazione “La Piazzetta”;- le classi dell’istituto Tecnico Commerciale Blaise

Pascal, adiacente al Pacchiotti, ospitate nel primopiano dell’immobile concesso in affitto alla Pro-vincia di Torino;

- una famiglia di cinque membri, sfrattata, accoltaa titolo gratuito su richiesta dei Servizi Sociali dellaComunità Montana.

LE RISORSE FINANZIARIEIl vecchio statuto non aveva precisato in modochiaro gli obblighi economici degli enti fondatori,per cui l’Ente morale fin dall’inizio si dibatté in graviproblemi di sopravvivenza. Solo a partire dagli anni’90, a seguito del parere di un legale, i fondatori so-stennero per qualche tempo l’Istituto con adeguaticontributi finalizzati a realizzare opere, non più pro-crastinabili, di manutenzione straordinaria. L’onerefinanziario, accettato evidentemente senza troppoentusiasmo, finì per rivelarsi un arma a doppio ta-glio. Infatti, uno dopo l’altro, si ritirarono dal Con-siglio d’Amministrazione. Nell’ordine: il Comune diTorino, la Camera di Commercio, la Provincia. Virimase soltanto il Comune di Giaveno fino all’in-gresso nella Fondazione della Casa di Carità e dellaComunità Montana Val Sangone. L’attuale statuto

ha previsto l’obbligo di contributi annuali, che nonsono tuttavia ancora sufficienti a coprire i costi delleopere necessarie a mantenere efficiente la proprietàimmobiliare e a sostenere i costi della manutenzionestraordinaria, in particolare al rifacimento della co-pertura dell’edificio principale.

SCIOGLIMENTO DELLA FONDAZIONELa persistente insufficienza delle risorse finanziarie haindotto la Fondazione a deliberarne lo scioglimento inosservanza all’art, 14 dello Statuto, che recita: In caso di scioglimento per qualunque causa, il pa-trimonio della Fondazione verrà integralmente de-voluto al Comune di Giaveno per un utilizzo, daparte del Comune medesimo, ai fini sociali indicatiall’articolo 2.Nell’ipotesi in cui il Comune di Giaveno non potesseo non volesse accettare il patrimonio della Fonda-zione per l’utilizzazione dello stesso ai fini socialisopra enunciati, il medesimo patrimonio verrà de-voluto alla Comunità Montana Val Sangone per unutilizzo, da parte della Comunità medesima, ai finisociali indicati all’articolo 2.Nell’ipotesi in cui anche la Comunità Montana ValSangone non potesse o non volesse accettare il pa-trimonio della Fondazione per l’utilizzazione dellostesso ai fini sociali sopra enunciati, il medesimo pa-trimonio verrà devoluto alla Casa di Carità Arti e Me-stieri, ente di formazione professionale riconosciutocon DPR 13.5.1971 n. 484, con sede in Torino,Corso Benedetto Brin n. 26, nei cui scopi statutaririentrano le finalità sociali indicate all’articolo 2.La Comunità Montana a suo tempo aveva comuni-cato di non avere interesse a succedere nella pro-prietà della Fondazione; così pure ha informato direcente la Casa di Carità. Il Comune di Giaveno,che in un primo tempo aveva deliberato di accet-tare la proprietà dell’Istituto, in seguito ha deciso dimantenere la sua presenza nel Consiglio d’Ammi-nistrazione e rifare lo Statuto, che prevede nel Con-sigli d’Amministrazione il Sindaco di Giaveno o unsuo rappresentante e 4 membri, 2 nominati dallamaggioranza e 2 dalla minoranza. Il testo dello Sta-tuto è stato inoltrato alla Regione, che dovrebbe ap-provarlo in tempi abbastanza brevi. Il nuovo assettodella Fondazione è quindi previsto per il correnteanno. Fino all’insediamento del nuovo Consiglio ri-mane in carica l’attuale per il disbrigo delle praticheurgenti. Don Luciano Allais

13Essere Chiesa oggi

M o m e n t i d i c h ie s a

Domenica 9 dicembre, ore 11,15, Parrocchia S.Lorenzo: S. Messa di saluto ai Fratelli dopo 77 anni dipermanenza a Giaveno.

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14 Essere Chiesa oggi

Momenti di Chiesa

Incontro EcumenicoNella nostra zona da più di dieci anno si volgonoincontri ecumenici tra le confessioni cristianepresenti in Valle. Inizialmente partecipavano cat-tolici e valdesi, ma da circa due anni si sonoaggiunti gli ortodossi, a seguito anche dell'arrivodi un prete che segue questa comunità.Oltre all'incontro che si tiene tutti gli anni inoccasione della Pentecoste, quest'anno le comu-nità cristiane si incontreranno giovedì 29

novembre sul tema :Getta il tuo pane sulle acqueperché lo ritroverai (Eccle 11,1)

Il pane da condividere, il pane su cui investire.Rifletteremo sulla condivisione del pane, cioèdella vita, da vari punti di vista, leggendo insiemealcuni brani della parola di Dio che sarannocommentati da incaricati delle tre comunità.Tutti i cristiani sono invitati a partecipare all'in-contro, che si terrà :

Giovedì 29 novembre alle ore 20.45presso l'Istituto Pacchiotti

In occasione della Settimana della Scuola promossadal 7 al 13 ottobre 2012 dall' arcidiocesi di Torino,

i bambini e le maestre dellaScuola dell’Infanzia Beata Ver-gine Consolata di Giaveno hannovoluto portare la loro gioia e laloro allegria in paese. Così gio-vedì 11 ottobre, dopo un mo-mento di preghiera nella cappelladella Scuola, si sono recati nelpiazzale della chiesa San Lo-renzo, dove ad accoglierli c’era ilparroco Don Gianni per il lanciodei palloncini con dentro i loromessaggi, i bambini in un grandegirotondo hanno voluto far festaalla loro scuola e con il loro entu-siasmo hanno attirato l’atten-

zione di tutti i passanti che si sono cosi fermati adosservare ammirati lo sguardo dei piccolini rivolto

in alto a guardare sparire anchel’ultimo palloncino. Il tutto si èconcluso con un grosso applausoe il ritorno a scuola soddisfatti efelici ma soprattutto più consape-voli di com’è bello poter andare aScuola.

Filastrocca della Scuola

filastrocca della scuolapiena di bimbi non è mai sola

tante cose puoi impararee con gli amici insieme giocare,mille bambini di mille nazioniinsieme vivono tante emozioni.

BAMBINI IN FESTASettimana della scuola: la Scuola un bene per tutti

“Il Ricerca-torio”, concorso d’arte per ragazzi

Si intitola il “Ricerca-torio” ed è un concorso d’arte soggettiva rivolto ai ragazzi e alle ragazze delle scuolemedie. La proposta arriva dalla parrocchia San Lorenzo di Giaveno: occasione per i giovanissimi di dar

prova della propria creatività. Tema del concorso, il tuffo, che potrà essere sviluppato, a scelta, sottoforma di racconto, poesia, disegno, cortometraggio, canzone o fotografia. C’è tempo fino al 24 novem-bre per consegnare le opere, esclusivamente presso l’oratorio “Semi di Speranza” di piazza San Lorenzo4 a Giaveno, il sabato dalle 14.30 alle 17.30. Non saranno ritenuti validi invii tramite email. Una giuriagiudicherà gli elaborati che saranno premiati il 15 dicembre; in palio per il primo classificato una moun-tain bike e ingressi gratuiti al cinema per il secondo e il terzo. Le opere, che dovranno essere titolate, do-vranno essere consegnate in forma anonima. La partecipazione è gratuita. Per dettagli sulle caratteristichedegli elaborati o altre informazioni: [email protected] ; [email protected] ;[email protected]; 338.9252138 (Alberto); 340.6724450 (Mario); 340.5779037 (Anna).

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15Essere Chiesa oggi

Anagrafe

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA23/09/12 TESSA VIRET Ermelinda

v. GIAI MINIET anni 9409/11/12 BELLANTONIO Maria Rosa

ved. PACCHIOTTI anni 7611/11/12 LETO Raffaele anni 85

PARROCCHIA S. MARIA DEL PINO DI COAZZE27/09/12 REGE Riccardo anni 8804/10/12 CENA Stanislao anni 8623/10/12 GUGLIELMINO Noemi anni 8828/10/12 CHAZALETTES Alfonso anni 7711/11/12 OLIVA Anna Giuseppina anni 48

PARROCCHIA S. GIOVANNI BATTISTA DI VALGIOIE02/10/12 MARITANO Agostino anni 8121/10/12 CISLAGHI Ercolina v. SETMANI anni 91

PARROCCHIA PONTE PIETRA E MADDALENA08/10/12 PORTIGLIATTI PRESA Cesarina anni 86

PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO03/09/12 VERSINO Elsa ved. RUFFINO anni 8704/09/12 DEARGO Marisa in MODA anni 7905/07/12 TONDA Cesarina

v. USSEGLIO LA VERNA anni 79MELA Luciana ved. PETER anni 89

06/09/12 GARIGLIO Dario anni 7007/09/12 MASOERO Enrico anni 7509/09/12 GALIMBERTI sr. Rita anni 9611/09/12 MARE Davide anni 56

12/09/12 CARRARO Anna Maria in BARBARO anni 8615/09/12 BRANDOL Maria anni 7716/09/12 AGNOLETTI Linda ved. RAPELLO anni 7518/09/12 FACENDA Rosanna in GIULIANO anni 5522/09/12 CUGNO Adele in OLIVA anni 6123/09/12 ZANINI Mario anni 9025/09/12 POGOLOTTI Costanzo anni 83

RINALDI Giulia in DE MARCHI anni 8127/09/12 BESSELVA Giovanni anni 8028/09/12 BURBERI Leontina v. CORAZZA anni 10205/10/12 BARONETTO Caterina anni 9014/10/12 BOITA Giuseppina ved. BASILETTI anni 9116/10/12 ROLANDO Giuseppa in RUFFINO anni 8918/10/12 USSEGLIO Anna Maria in VITTONE anni 82

NARDI Annunziata sr. Assunta anni 8524/10/12 OLLINO Nella Luigia ved.MAURINO anni 86

BUGNONE Mariain FERRAUD CIANDET anni 83GIOANA Oreste anni 90

26/10/12 TONDA ROCH Cesarina ved. REGE anni 84GIAI VIA Sergio anni 75

27/10/12 RUFFINATTI Laura anni 4730/10/12 DE CESARE Paolo anni 8202/11/12 TERZI Emilia ved. ROSSI anni 9004/11/12 POGOLOTTI Iolanda ved.VAI anni 9006/11/12 GIOVALE Secondino anni 7611/11/12 ROLANDO Margherita anni 8512/11/12 OLIVA Cesare Felice anni 76

OSTORERO Bianca anni 77

SONO TORNATI AllA CASA dEl PAdRE

PARROCCHIA S. GIOVANNI BATTISTA DI VALGIOIE23/09/12 USSEGLIO POLATERA Federico Tommaso

PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO30/09/12 TESSA Giorgia, IMPEDOVO Simone, COCCOGiosuè, CECCHIN Irene, BONA Giulia Vittoria, SAGLIA Sofia,FORTE Vittoria Anna, VALDONIO Federico, DE TOMMASOGinevra, GIORDA Maria Celeste, DIDONE’ Giordan Angelo,CORTESE Edoardo, CORTESE Alberto, MENEGHIN Alessandro

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA23/09/12 PLANO Lorenzo, PLANO Beatrice, PLANO

Francesco, AMPRINO Matteo, AMPRINO Gabriele30/09/12 GERMENA Giorgia18/11/12 PERCA Marius Iosif

PARROCCHIA PONTE PIETRA E MADDALENA02/09/12 LIUZZO Emanuele, FESTA Annamaria

09/09/12 PAVIOLO Chiara16/09/12 AGOSTINI Ginevra28/10/12 ALBANESE Stefano

PARROCCHIA S. MARIA DEL PINO DI COAZZE

12/09/12 FRANCHETTO Tommaso, MARITANO Sabrina, GAMBARDELLA Ylaria

16/09/12 POLLINI Virginia, AMMENDOLA Gabriele22/09/12 GUERRA Leonardo, LOVERA Giulio23/09/12 BARONETTO DOISE Cristian, CRISAFI Alessandro29/09/12 NAPOLITANO Marco30/09/12 VECCO Arianna, OSTORERO Diego07/10/12 RONCO Viola21/10/12 FERRAUD CIANDET Letizia04/11/12 LO DICO Laerte, BASILE Sofia,

MANGIONE Marco

SONO ENTRATI NEllA COMUNITà CON Il BATTESIMO:

PARROCCHIA S. MARIA DEL PINO DI COAZZE01/09/12 GERUSSI Diego – DONATI Simona02/09/12 PATRUNO Roberto – REALE Paola08/09/12 TESSA Roberto – DA CORREGGIO Daniela

PAULUZZO Giacomo – BLANDINO Letizia15/09/12 DONNA Marcello – GIACONE Elisa

SORRENTI Domenico – CONSIGLIO Veronica16/09/12 BURDESE Roberto – BATTEZZATI Cristina

PIAZZA Alessandro – LUCIANO Sarah23/09/12 CRISTIANO Paolo – PIANTAUDI Giuseppina11/10/12 PACILLI Marco – RIZZO Francesca Elena13/10/12 MARIOTTI Luca – BELLACOZZA Rosa27/10/12 FLORIANI Guido – SHELEST Nadia

PARROCCHIA S. GIACOMO DI SALA08/09/12 ORSI Emanuele – SCHIAVONE Stefania23/09/12 PONZETTI Paolo – BILLI Jessica

PARROCCHIA S. LORENZO DI GIAVENO09/06/12 SACCATO Roberto - LO BIANCO Roberta10/06/12 LOMBARDI Carlo – CLAROTTI Bruna07/07/12 CUBEDDU Fabio – ANELLI Federica04/08/12 FESTUCCIA Francesco Domenico – ROTUNNO Sara21/10/12 DE CARLO Paolo – GIARRATANA Esther Agnieszka

PARROCCHIA PONTE PIETRA E MADDALENA11/08/12 PORTIGLIATTI POMERI Alessandro – VACCHIERI Betty

SI SONO UNITI IN MATRIMONIO:

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16 Essere Chiesa oggi

I nostri appuntamenti

PARROCCHIA SAN LORENZO - GIAVENOVia Ospedale, 2 - tel. 011.9376127 - 338.8049972

Sabato 8 dicembre ore 11,15 Festa per gli anniversari di matrimonio.Segue per chi vuole pranzo insieme.

“Novena” del S. Natale :Martedì 18 dicembre ore 21 celebrazione penitenziale per i giovaniMercoledì 19 ore 21 Lectio divina BUFFA: sacerdote per confessioni ore 10-11,30.Giovedì 20 ore 21 canto delle ProfezieVenerdì 21 ore 21 celebrazione penitenziale per gli adulti Domenica 23 ore 14,45 incontro in chiesa per i genitori dei bimbi da 0 a 6 anni:

momento di festa e di preparazione al NataleLunedì 24 ore 18 S. Messa prefestiva

» 23 Veglia di preparazione» 24 S. Messa di mezzanotte

Mercoledì 31 dicembre ore 18 S.Messa prefestiva» 21 Veglia di preghiera» 22 Cena insieme: prenotarsi c/o ufficio parrocchiale

Venerdì 11 gennaio ore 21 incontro di formazione per tutte le catechiste.

Lunedì 14 gennaio Ripresa catechismo

Giovedì 17 gennaio ore 21 Gruppo liturgico.

La redazione del prossimo numero del giornalino sarà mercoledì 23 gennaio 2013, alle ore 21.00, in Parrocchia San Lorenzo, via ospedale 2.

ORARIO SANTE MESSE NELLA NOSTRA UNITÀ PASTORALE

PARROCCHIA SAN LORENZO MARTIRE - GIAVENO - via ospedale, 2 - Tel. 011.9376127 - 338.8049972• FESTIVE: 8.30 – 11,15 – 18 • PREFESTIVA: 18 • FERIALE con Lodi: 8 • MERCOLEDI: 8 – 20.30CAPPELLA SAN GIOVANNI BATTISTA frazione Buffa • FESTIVA: 8.30

PARROCCHIA SAN GIACOMO frazione Sala - Tel. 011.9375766• FESTIVA: 10 • PREFESTIVA: 18 • MARTEDI: 17.30

PARROCCHIA BEATA VERGINE CONSOLATA frazione Ponte Pietra - Tel. 011.9340644 • FESTIVA: 9.45 • GIOVEDI: 9

CHIESA SANTA MARIA MADDALENA frazione Maddalena - Tel. 011.9361083 • FESTIVA: 11

PARROCCHIA SANTA MARIA DEL PINO - Coazze - Via Torino 5 - Tel. 011.9349101 – Fax 011.9340956 - Cell. 339.5464431• FERIALI: 7.30 • FESTIVE in Parrocchia: 7 – 9 – 10.30 - 18 (invernale 17) • PREFESTIVE: 18 (invernale 17)• Confraternita: 8 • Freinetto : 10 • Cervelli : 11 • Indiritto : 11

SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DI LOURDES - Selvaggio - Tel. 011.9349671• PREFESTIVA: 17.30 • FESTIVA: 8 - 10.30 - 16.30 • FERIALE: 17.30

PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - Forno di Coazze - Tel. 011.9349828 - Fax 011.9339691• Alla Grotta: FESTIVA: 10.30 - 16 segue processione e benedizione Eucaristica• FERIALE: 15.30 Rosario ed alle 16 S. MESSA. Orari S. Messe feriali, telefonare al Santuario.

PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA - Valgioie - Tel. 011.9347046• PREFESTIVA: 18 • FESTIVA: 10 • GIOVEDÌ: 18

PARROCCHIA B. V. CONSOLATA - PONTE PIETRAFunzioni natalizie:Maddalena: 24 dicembre ore 21,30 S. Messa di Natale

25 dicembre ore 11,00

Ponte Pietra: 24 dicembre ore 22,15 veglia di preghiera animata dai ragazzi e bambini della parrocchia

ore 23,00 S. Messa seguita da rinfresco

25 dicembre ore 9,45 S. Messa di Natale

PARROCCHIA S. GIOVANNI BATTISTADI VALGIOIE

Domenica 2 dicembre ore 10celebrazione della Cresima

Lunedì 24 dicembre ore 21 sacerdote a disposizione per le Confessioniore 22,30 S. Messa della notte

Mercoledì 26 dicembre (S. Stefano)ore 10 S. Messa

APPUNTAMENTIDI UNITÀ PASTORALE

Giovedì 29 novembre ore 20,45 Pacchiotti:Incontro di preghiera ecumenicoVenerdì 7 dicembre ore 21 in cattedrale:l’Arcivescovo incontra i fidanzatiMartedì 22 gennaio ore 21 parrocchia SanLorenzo: incontro del Vescovo con i giovanioltre i 18 anni

ORARI FUNZIONI DI FINE ANNO, PARROCCHIA SAN GIACOMO - SALA7 dicembre: non c'è la S. Messa prefestiva

8 dicembre: S. Messa ore 10 e ore 18

9 dicembre: S. Messa ore 10

24 dicembre:S. Messa di mezzanotte alle ore 22

25 dicembre: S. Messa ore 10

31 dicembre: ore 18 S. Messa prefestiva

1 gennaio: ore 10 S. Messa

5 e 6 gennaio: orario normale