Periodico del C e n t r o sistemi informativi N u m e r o ... · cetto per le aziende della...

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In questo numero Lavorare insieme: valore fondamentale Un anno dei servizi di consulenza del CSI Mainframe: il ritorno La pianificazione per soddisfare i propri clienti/utenti L’Intranet visto dal CSI Informatica e polizia: e-policing Intranet, «La cosa» Il ritorno dei dati ai Comuni via Internet Formazione informatica in Ticino Centri di competenza nuova rubrica Dietro le quinte nuova rubrica Periodico del Centro sistemi informativi Numero 4 Dicembre 2000 www.ti.ch

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In questo numero

• Lavorare insieme: valore fondamentale

• Un anno dei servizi di consulenza del CSI

• Mainframe: il ritorno

• La pianificazione per soddisfare i propri clienti/utenti

• L’Intranet visto dal CSI

• Informatica e polizia: e-policing

• Intranet, «La cosa»

• Il ritorno dei dati ai Comuni via Internet

• Formazione informatica in Ticino

• Centri di competenza nuova rubrica

• Dietro le quinte nuova rubrica

Periodico del C e n t ro sistemi informativi

N u m e ro 4D i c e m b re 2000

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Da alcuni mesi è ormai instaurata lanuova Direzione del CSI, che ha ripre-so la gestione operativa del Centrodalle mani del direttore di divisioneSergio Morisoli e dal capo progetto«CCI e Informatica dello Stato», dott.Giovanni Taddei.La Direzione ha voluto darsi una for-ma non rigidamente gerarchica bensìcollegiale, come Consiglio di direzio-ne. Questa forma, per certi versi atipica inun ambito sia statale sia privato (ec-cetto per le aziende della cosiddettanew-economy), è stata adottata per-ché la natura del servizio prestato, dalCSI, richiede una forte componente dicollaborazione tra le diverse aree, fa-centi parte della struttura.L’informatica, per sua natura, è fattaper unire le persone e non per divi-derle, pertanto, la messa in pratica ditale assunto esige un approccio un po’diverso dalle solite forme organizzati-ve tipiche, dell’800 o del ‘900.L’evoluzione delle tecnologie, ha por-tato ad un aumento della complessitàdelle soluzionipropostee quindi sonodivenuti correnti dei discorsi di inter-dipendenza ed interdisciplinarietà. I progetti organizzativi, che compor-tano la necessità di informatizzazio-ne, devono essere gestiti da gruppi dipersone eterogenei, dove ogni parte-cipante porta con sé un bagaglio di co-noscenze diverse. Le soluzioni sonoper forza comuni e devono essere tro-vate sulla base di accordi.Il principio della responsabilità colle-giale e condivisa da tutta la Direzione,può basarsi solamente sulla forte vo-lontà di cooperare per trovare le solu-zioni migliori. La cooperazione e lacollegialità richiedono una forte dosedi autodisciplina e la capacità di co-municare correttamente. Per far in modo che questi principipossano funzionare nella pratica quo-tidiana, il Consiglio di direzione delCSI si è dotato di un regolamento cheè stato approvato dal Consiglio di Sta-to con risoluzione 3216 del 29 agosto

2000. Questo regolamento prevede al-cune regole del gioco che, in estremasintesi, sono le seguenti:– le decisioni vengono prese seguen-

do le regole della cosiddetta «con-currence» (si discute finché non siarriva insieme ad una soluzione chesoddisfi tutti). Tale principio, in ap-parenza, sembra cozzare con unalogica di efficienza. Sono da preve-dere discussioni chilometriche perogni trattanda? In realtà ciò non av-viene, ma è anche vero che tanto di-pende dalla capacità del singolo diporre in primo piano l’interesse co-mune e non di curare solo il proprio«orticello»,

– una volta presa la decisione, cia-scun membro si impegna attiva-mente per realizzarla.

Queste banali regolette, come accen-nato, presuppongono la condivisionedi alcuni «valori» di fondo, primo tratutti la capacità di stare e lavorare in-sieme.Una direzione con uno stile collegialeserve a ben poco se poi non riesce atrasmettere questa cultura alla strut-tura organizzativa che dirige. Se è ve-ro che per un’azienda è importante sa-pere qual è la sua missione, e da quiderivarne le strategie aziendali atte adar seguito correttamente alla mede-sima (vedi precedenti numeri di CSIn-forma), riteniamo altrettanto impor-tante fare un discorso sui valori cheun’azienda, sia essa pubblica o priva-ta, deve darsi. Proporre dei valori chesono più duraturi nel tempo che non lestrategie, non è un’invenzione del CSI.La letteratura accademica, prodottanell’ambito delle scienze economicheed organizzative, già da parecchi annisottolinea l’importanza di avere, perun’organizzazione, un sistema di va-lori. Esso, ancora più profondamentedi una strategia aziendale, sottolineadeterminate scelte di fondo e costitui-sce un «collante», per la vita stessa diun’azienda o di un’unità organizzati-va ben definita (come è il caso del CSI).L’esistenza di valori è, molto più che

Lavorare insieme:la pratica di un valore fondamentale

editoriale

lavisionestrategica dalla propria mis-sione aziendale, un prerequisito performare la cosiddetta «cultura azien-dale».Ciò premesso, il Consiglio di direzio-ne del CSI ha voluto dare un’impor-tanza particolare al valore dello «stareinsieme» all’interno dell’unità orga-nizzativa. Un concetto che riguardanon solo la Direzione stessa, bensìtutte le collaboratrici ed i collaborato-ri del CSI. Questo con lo scopo diaumentare la capacità di far fronte al-la nostra missione di servizio centra-le, che propone ed esegue quanto ne-cessario nell’ambito informatico, pergarantire all’utenza dell’Amministra-zione cantonale di dar seguito, nel mi-glior modo possibile, ai propri com-piti di servizio pubblico a beneficio ditutti i Cittadini.Per concretizzare questi concetti, ol-tre alla strategia dell’Informatica del-lo Stato ed al principio di Direzionecollegiale, si è proposto, all’internodel CSI, l’adozione di una sorta di «co-dice etico e comportamentale», chepossa essere una base comune pereseguire al meglio i compiti che ci so-no attribuiti. Tale «codice» non è unalegge né un regolamento, ma una se-rie di principi molto semplici (delleregole del buonsenso) che dovrebbe-ro, se adottate, facilitare la collabora-zione tra i vari attori del CSI ed anchefacilitare un approccio più vicino aibisogni dei nostri utenti. I principi so-no molto semplici e riguardano valoricome:– il rispetto reciproco– la capacità di autocritica– l’apertura alle idee degli altri– il rispetto delle decisioni concorda-

te.Sappiamo che questi principi, da soli,non costituiscono la soluzione a qual-siasiproblema,ma riteniamo che pos-sano essere di aiuto per far funzionaremeglio molte attività, sia a corto sia alungo termine.

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Verena VizzardiArea dei servizi

di consulenza

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La consulenza fornita si concretizza invarie forme:– Studi di fattibilità: documenti che

servono a capire ed a decidere se ecome, per un determinato proble-ma, procedere per una realizzazio-ne informatica.

– Selezioni di software: valutazionicomparative di prodotti già presen-ti sul mercato, con una precisa prio-rità data agli aspetti funzionali (cosaserve all’utente per dare un migliorservizio).

– Studi architetturali: valutazione ditecnologie atte a risolvere determi-nati problematiche, con lo scopo distabilire degli standard tecnologicida adottare per l’AC.

– Consulenza puntuale su problema-tiche di tipo infrastrutturale ed ap-plicativo.

– Supporto alla realizzazione.– Coordinamento di progetti.I campi d’azione, sui quali l’area si èconcentrata in quest’anno di vita, so-no molto legati ai diversi progetti diAmministrazione 2000 (A2000), manon solo. Esistono, infatti, molti altriprogetti al di fuori di A2000 (che puòcontare sull’intervento di molti con-sulenti esterni) che abbisognano di ri-sorse pronte a fornire la consulenzanecessaria, ad una loro corretta impo-stazione.

Tra i progetti A2000 che sono stati evengono seguiti, citiamo in partico-lare:– Amministrazione dei processi cen-

trali (APC): supporto nella fase d’a-nalisi.

– Intervento sociale (PIS): supportonella fase d’analisi e di valutazionedel software.

– Cancelleria 2000: scelta della piat-taforma tecnologica e supporto allosviluppo degli strumenti di work-

flow, che serviranno alla Cancelle-ria per la gestione di vari tipi di pra-tica.

– Internet/Intranet: supporto per lamessa a disposizione degli stru-menti necessari alla realizzazionedel sito http://www.ti.ch.

– Controlling di Stato: supporto allascelta dello strumento di BusinessIntelligence (BI) per l’AC. Lo stru-mento consentirà la gestione di cru-scotti di bordo per il Consiglio diStato e per le Divisioni.

– Movpop: studio di fattibilità per larealizzazione di un collegamentoCantone-Comuni, atto a migliorarela gestione della base dati centraliz-zata del movimento della popola-zione, in termini di velocità e messaa giorno delle informazioni.

– Gestione scuole: preparazione del

rapporto di programmazione perdare avvio al progetto per la gestio-ne dei docenti e per l’infrastrutturadi collegamento per le scuole diogni ordine.

Tra i progetti che non rientrano inA2000 citiamo:– Fisco: valutazione del pacchetto

NAPEDUV, prodotto applicato dalleamministrazioni delle contribuzio-ni dei cantoni di Zurigo e San Gallo.

– Circolazione: coordinamento delprogetto per l’aggiornamento del-l’infrastruttura tecnica della Sezio-ne della circolazione.

– Istituto assicurazioni sociali: studiodi una nuova soluzione per la ge-stione delle rendite e delle presta-zioni complementari.

– Gestione beni culturali ed ambien-

Un annodei servizi

di consulenzaVerena VizzardiArea dei servizi

di consulenza

Da circa un anno, presso il CSI, è attiva l’Area dei Servizi di consulenza, con lo scopo di essere di supporto all’utente dell’Amministrazione cantonale (AC) per ricercare e trovare le soluzioni informatiche ed organizzative,le più vicine possibili, alla realtà del servizio che lo Stato deve erogare.

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In piedi: Giorgio Gastaldello, Alain Scherrer, Verena Vizzardi (capo area), Da-niele Pedrioli, Angelo Benzoni, Flavio Bruschi; seduti: Nicola Cattaneo, Ennio Fa-labino, Gianna Fioroni, Christian Cattaneo. Non nella foto Andrea Forte.

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tali: studio per informatizzare l’in-ventario di questi beni.

– Ufficio dei registri: studio di fatti-bilità per migliorare l’automazionedella fatturazione e la gestione del-le tasse dei registri.

– Applicativo per le Commissioni tu-torie regionali: analisi e gestione delprogetto.

Tra i progetti architetturali vale lapena citare:– Scelta del database per l’implemen-

tazione del pacchetto SAP, che saràil sistema di base per la gestione deiprocessi centrali dell’AC (progettoAPC).

– Scelta degli strumenti di workflowper l’AC: sono stati selezionati duestrumenti, che possono essere im-plementati in funzione della tipolo-gia (più o meno complessa) dei flus-si da informatizzare.

– Scelta dell’architettura per la Ge-stione elettronica dei documenti(GED).

– Pianificazione strategica dei siste-mi applicativi: analisi della coper-tura attuale e rilevamento dei bi-sogni di tutta l’AC, svolta sulla basedegli orientamenti strategici dellediverse divisioni.

– Scelta dello strumento che permet-telacreazionedei«datawarehouse»:si tratta di definire la soluzione in-formatica adeguata per garantirel’estrazione, la trasformazione ed ilcaricamento dei dati memorizzatinei database transazionali, per po-terli portare nel «datawarehouse» emetterli conseguentementea dispo-sizione dell’AC in una forma più fa-cilmente accessibile (si parla per-tanto di ETL-Tools). Il progetto è

moltolegatoalprogettoA2000-Con-trolling di Stato, in cui gli strumentidi Business Intelligence (BI) opere-ranno sul «datawarehouse» per ali-mentare una serie di cruscotti dibordo.

Tra le altre attività, i Servizi di consu-lenza gestiscono anche il rapporto traCSI e Comuni, mettendo a disposizio-ne il supporto per collegare i Comuniall’AC e fornendo loro, già ora, variservizi (accesso ai dati della circola-zione, ai dati fiscali e a quelli delle as-sicurazioni sociali). Il collegamentocon i Comuni sarà in continua evolu-zione e quindi si prevede che, nel tem-po, potranno essere forniti ulterioriservizi.L’Area si occupa anche dell’informa-zione esterna ed interna sulle attivitàdel CSI ed in questa veste supervisio-na, ovviamente, il principale veicolodi informazione del CSI: la rivista«CSInforma». Inoltre, in collaborazio-ne con altri settori del CSI, viene for-nita una consulenza nella concezionee produzione degli stampati ad usodelle unità amministrative dello Sta-to.

La domanda di messa a disposizionedi nuovi sistemi informativi sta sa-lendo in modo vertiginoso e l’Area,partecipando alle fasi iniziali dei pro-getti, cerca di dare un supporto con-sulenziale, per garantirne la loro cor-retta impostazione, con un’attenzioneparticolare alla ricerca di soluzioninon dominate dagli aspetti tecnologici(approccio «technology driven») ben-sì orientate primariamente a soddi-sfare le esigenze dell’utente (approc-cio «business driven»). Tutto ciò in

I nostri recapiti:– Angelo Benzoni

relationship manager, 814 11 [email protected]

– Flavio Bruschi, marketing erelationship manager, 814 11 [email protected]

– Christian Cattaneo relationship manager, 814 11 [email protected]

– Ennio Falabino, pianificatorearchitetture, 814 11 [email protected]

– Gianna Fioroni relationship manager, 814 11 [email protected]

– Andrea Forte, pianificatore archi-tetture, 814 11 [email protected]

– Giorgio Gastaldello, apprendistamediamatico, 814 12 [email protected]

– Daniele Pedrioli relationship manager, 814 10 [email protected]

– Alain Scherrer relationship manager, 814 11 [email protected]

– Verena Vizzardi, capo area, 814 11 01, [email protected]

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linea con gli obiettivi del progettoA2000 «CCI e Informatica dello Stato»che prevedeva, tra le altre cose lacreazione di ruoli consulenziali al-l’interno della struttura del CSI. Lenostre persone sono a disposizionedegli utenti per trovare delle soluzio-ni alle loro problematiche funzionalie tecniche, nei limiti delle risorse as-segnate all’Area.

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Qualche tempo fa, con l’introduzionedelle prime reti di PC negli uffici (po-stazioni di lavoro che erano utilizzateprincipalmente con prodotti d’infor-matica leggera, quali elaboratori testie fogli di calcolo), fece una breve ap-parizione sul mercato un tipo di PCchiamato PC diskless, ovvero, unasorta d’evoluzione del classico termi-nale, che, essendo sostanzialmenteprivo di disco fisso, caricava gli appli-cativi e i programmi da un server cen-trale.Questo tipo di macchine non tardò amostrare i suoi limiti, dal momentoche i programmi da caricare diveniva-no sempre più pesanti, richiedevanomolta più memoria e risorse di rete diquanto disponibile.Si tornò pertanto ad installare negliuffici il classico PC, sempre più velo-ce, potente e soprattutto meno costo-so, a parità di prestazioni. I terminali«stupidi» vennero, pian piano, sosti-tuiti da programmi d’emulazione, chepermettevano di integrare nell’am-biente a finestre di un PC, tutte le fun-zionalità del terminale, con l’aggiuntadi facilitazioni quali, ad esempio, lefunzioni di «taglia e incolla».Fin qui niente di nuovo, a parte ilrisparmio di posto sulle scrivanie equalche problemino di gestione dellestampe: se l’accesso ai programmi, ri-siedenti sull’host in emulazione, av-veniva e avviene tuttora senza troppiproblemi,nonsipuò affermare la stes-sa cosa per la gestione delle stampe.Infatti, rimane un fattore, malgrado ivari software di conversione di proto-collo, che continua a dare notevoligrattacapi ai gestori di sistema.Alloraperché non sostituire tutte que-ste applicazioni host-based con appli-cazioni integrate più moderne?La questione non è semplice. Questeapplicazioni, in gran parte, rappre-sentamo il cuore di un’organizzazio-ne, detengono una mole di dati enor-me, presentano interconnessioni alivello di database con svariate appli-cazioni esterne, e ad ognuna di esse, si

devono fornire precisi dati in precisiistanti. Queste applicazioni sono state scrittegeneralmente vari anni fa con lin-guaggi quali, ad esempio, il COBOL, ilPL1, o l’Assembler: risulta pertantoeconomicamente improponibile laloro sostituzione o reingegnerizzazio-ne. Tuttavia, data l’anzianità del soft-ware e la necessità di snellire, in uncerto senso, anche l’utilizzo dei pro-grammi e facilitare l’utente nella con-sultazione, gestione e riutilizzazionedei dati, occorre trovare una solu-zione, anche solo transitoria, al pro-blema (soluzione transitoria perchésiamo sicuri che questo tipo d’appli-cazione non potrà resistere, ed è unastima, nei prossimi 20 anni, sicura-mente però dovrà resistere ancora peri prossimi 5-10).Torniamo al discorso dei terminali edei PC, che si faceva all’inizio: Inter-net, anche in questo caso, entra di pre-potenza nella questione; il nuovo PCdiskless si chiama network-pc, thinclient, windows based terminal oppu-re ancora e-pc; una sorta di versionededicata alla rete di un PC tradiziona-le (in questo caso il disco fisso è pre-sente e serve per il sistema operativoe per i programmi di office automa-tion, tutto il resto è fornito dalla rete).PC a basso costo quindi, ma altamenteperformanti, che basano il loro fun-zionamento sull’utilizzo di un brow-ser di navigazione (tipicamente Inter-net explorer o Netscape navigator)per l’accesso, oltre che ad Internet,anche a dati presenti sulle più svaria-te fonti, comprese le banche dati o leapplicazioni tipicamente Mainframe.

Quali sono le possibilità tecniche al riguardo?

Le modalità di accesso ai dati tramiteemulazione terminale

• Modalità Mapper 3270 Si tratta di un software installato su unweb server che genera pagine in for-mato HTML direttamente dal flussodati 3270, che viene scambiato dal-l’host al web server stesso. L’utente hala possibilità di visualizzare i dati tra-mite un browser richiamando unaspecifica URL, che punta ai dati in for-mato HTML, generati dal programmamapper (a sua volta richiamato trami-te interfaccia CGI). I vantaggi di que-sta soluzione sono notevoli a livello dirisultato: in sostanza i dati sono glistessi visionabili con un emulatore diterminale, ma a differenza di quest’ul-timo, essi sono in un formato esatta-mente identico ad una normale pagi-na web. Inoltre, grazie alla possibilitàintrinseca nel browser a livello di ge-stione della sicurezza, permette distabilire una connessione sicura conil server (autentificazione dell’utentee crittografazione dei dati). Uno deglisvantaggi principali consiste nellaperdita di alcune funzionalità tipiche3270 (gestione dei tasti funzione e ag-giornamenti real time delle videate).Vi è inoltre da considerare una legge-ra perdita di prestazione, dovuta allaconversione del flusso dati da 3270 aHTML.

Mainframe:il ritorno

Nicola NembriniArea dello sviluppo e dell’integrazione

applicativa

Dal terminale stupido al network PC:il cambiamento delle modalità d’accesso alle informazioni centrali

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• Modalità Java applet Con questa modalità un programmascritto in linguaggio Java viene sca-ricato sul PC dell’utente al momentodella chiamata da una pagina web.Questo sistema permette di stabilireuna connessione dinamica per la for-nitura dei dati, indipendentementedal protocollo utilizzato. Così facendotutte le funzionalità dell’emulazione3270 sono mantenute. È pertanto pos-sibile sviluppare applicativi, inseren-do applet java in normali documentiHTML, richiamabili dall’utente almomento della necessità di accederea dati su host. I dati possono esseretrattati e visualizzati in modo dinami-co,come pureè possibile emulare unacompleta finestra 3270. I vantaggi di questa soluzione sonodati dal fatto di permettere la com-pleta funzionalità di un’emulazione3270, compresi tasti funzione e ag-giornamentoreal timesenza richiede-resoftwareparticolari a livello utente.La connessione stabilita, è inoltre, bi-direzionale e multisessione. Anche inquesto caso la sicurezza è garantita,come già visto per la soluzione prece-dente.Un’evoluzioneaquestavariante è rap-presentata dalla possibilità di esegui-re delle applicazioni locali (program-mi in java installati direttamente sulclient), combinati con meccanismi didistribuzione di applet java, diret-tamente dalla rete. Così facendo èpossibile ridurre la frequenza e lagrandezza degli applet da scaricare,riservando questa attività unicamen-te per i dati.

Le interfacce ad oggetti Altre possibilità per l’accesso ai datihost sono offerte dall’utilizzo di inter-facce a oggetti, utilizzabili dagli svi-luppatoriin un qualsiasi linguaggio diprogrammazione che le supporti (adesempio Microsoft Access, Visual Ba-sic, Visual C++, Visual J++). Esse per-mettono di sviluppare applicativi confront end grafici, estremamente mo-derni. La più conosciuta e più diffusadi queste interfacce è senz’altro l’in-terfaccia ODBC (Open Database Con-nectivity), che permette il collega-mento con database di varia natura,tra i quali, ad esempio, per restare inambito mainframe, DB2.

Cosa si prospetta per il futuro?Come indicato inizialmente, l’intro-duzione dei network computer e del-le modalità applicative ad essi asso-ciabili, ha permesso di estendere emodernizzare l’utilizzo delle appli-cazioni tipicamente mainframe versouna nuova concezione della diffusio-ne dell’informazione. L’utilizzo dellatecnologia Internet rende inoltrepossibile la diffusione di servizi tipi-camente centrali, anche all’esternodella propria organizzazione, rag-giungendo quindi, oltre all’utente sulposto di lavoro, anche l’azienda pri-vata, il comune, il cittadino. Oggi occorre però essere estrema-mente prudenti nella diffusione aper-ta di determinati servizi informativi,soprattutto quando vengono trasmes-si dati confidenziali. Ecco che, a questo punto occorre in-serire nel contesto tecnico, l’aspetto

legato alla sicurezza, che risulta esse-re estremamente complesso, non so-lo in termini tecnici, ma soprattuttoin termini organizzativi. Sarà pertan-to compito del Centro sistemi infor-mativi di analizzare nel dettaglioqueste particolarità, prima di diffon-dere a ruota libera questi nuovi ser-vizi, riassunti oggi sotto il termine die-government.

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Il prossimo CSInformaappariràin inverno

Editore: Divisione delle risorse

Direttore responsabile: a. i. Sergio Morisoli

Comitato di redazione: Direttrice: Francesca TaborelliMembri: Franco Engeli, Nigel Gilbert, Nicola Nembrini, Silvano Petrini,Verena Vizzardi, Giancarlo Züger

Consulente editoriale: Flavio Bruschi

Recapito: Flavio BruschiArea dei servizi di consulenzaVia Carlo Salvioni 12a6500 Bellinzonatel. 814 11 03e-mail [email protected]

Alla redazione di questo numero hannocontribuito:Giorgio Battaglioni, Fabrizio Di Vittorio,Eugenio Corti, Franco Engeli, GiorgioGastaldello, Roberto Keller, Nigel Gilbert,Nicola Nembrini, Vincenzo Nembrini, Romano Piazzini, Marzio Rigoni, RaffaeleSpocci, Verena Vizzardi

Stampato su carta riciclata, rispettosa dell’ambiente

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La riorganizzazione ha modificatol’assetto organizzativo del CSI, tra-sformandolo da semplice centro dicalcolo elettronico ad un’azienda diservizi informativi al servizio dei pro-pri clienti (utenti). Nella sua nuova veste, il CSI dovrebbeessere in grado di operare come unavera azienda di servizio, con una cul-tura fortemente orientata al cliente.La continua evoluzione dell’informa-tica, le sempre maggiori esigenze di in-formatizzazione dell’Amministrazio-ne cantonale, con i progetti in corso edin fase di realizzazione, richiedono ungrosso impegno di pianificazione e diorganizzazione da parte di tutti e, inprimis, da parte del CSI.Anche il CSI, come del resto altrestrutture, è confrontato ad un sempremigliore utilizzo delle risorse dispo-nibili che, contrariamente a quantoalcuni possano ancora credere o pen-sare, non sono infinite.Nel corso dell’estate è iniziato uncomplesso progetto di studio e realiz-zazione denominato semplicistica-mente «Pianificazione», il cui scopo èproprio quello di migliorare l’orga-nizzazione dei processi e delle attivitàoperative del CSI.Gli obiettivi principali a medio termi-ne di tale progetto sono:• Permettere una visione aziendale

globale di tutte le attività, i progettie studi di fattibilità in corso e quelliprevisti.

• Favorire l’informazione sia all’in-terno sia all’esterno del CSI.

• Migliorare l’organizzazione e la ge-stione interna.

• Ridurre l’attività cosiddetta pom-pieristica.

• Iniziare a lavorare in modo proatti-vo e pianificato.

• Migliorarel’utilizzo delle risorse di-sponibili (umane e finanziarie).

• Determinare e giustificare un even-tuale fabbisogno di nuove risorse.

• Migliorare l’efficienza e l’efficacianella fornitura di servizi.

• Rispettareitermini di consegna pat-tuiti.

• Soddisfare i propri clienti (utenti).

Per soddisfare tali esigenze, il CSI haattivato un processo di pianificazioneaziendale ed uno di rivisitazione e de-finizione dei processi aziendali.La pianificazione aziendale consistenel consolidare in un unico punto, alivello di direzione del CSI, le pianifi-cazioni operative delle singole aree esottoaree, riguardanti tutte le attivitàe progetti in corso o previsti (internied esterni).È stata quindi istituita una nuova fun-zione aziendale a livello di Staff «Pia-nificazione e controllo» che, in unfuturo prossimo, potrebbe occuparsianche di qualità aziendale. In questo processo di pianificazione ècomunque importantissima ed essen-ziale la figura del cliente (utente), ed è quindi fondamentale instaurare unrapporto di tipo relazionale (collabo-rare insieme per riuscire), e non tran-sazionale (io virtualmente pago e tumi devi dare).La rivisitazione e definizione, consi-ste invece nella riformulazione di tut-ti i processi aziendali quali:• la gestione delle richieste,• la fornitura di componenti informa-

tiche hardware, software e di rete,• la gestione di progetti semplici e

complessi,• le attività di consulenza e supporto,• il servizio al cliente (utente).Per far questo è in corso di esecuzioneuna ridefinizione dei flussi e dei mez-zi (check-list, ecc.) operativi, una for-mazione dei propri collaboratori, unadefinizione di standard operativi etecnici, non più perfettamente ade-

guati alle continue nuove esigenze.Nel corso del mese di novembre, hacominciato ad essere operativa unaprima fase del progetto che consistenell’attivazione del processo che vadalla richiesta fino alla fornitura.In questa prima fase, in via transitoria,tutto il Consiglio di direzione è diret-tamente coinvolto nell’attività di ana-lisi e smistamento delle richieste (in-terne/esterne).Le fasi previste di «Process enginee-ring» del progetto sono:

1. Fase – Inizio agosto 2000• Analizzare le necessità della conta-

bilità analitica SAP.• Consolidare e completare la banca

dati per la gestione delle richieste.• Definire ed implementare i proces-

si e flussi operativi di base.• 1. pianificazione delle attività CSI.

2. Fase – Novembre 2000-marzo 2001• Analizzare, organizzare ed attivare

Service Desk.• Organizzare ed attivare una pianifi-

cazione finanziaria.• Analizzare gestione ordini (SAP) e

Tools operativi.• Revisionedei processieflussi azien-

dali.• Formazione dei collaboratori.

3. Fase – Inizio marzo 2001• Analisi, scelta ed implementazione

di eventuali tools operativi.• Consolidareprocessieflussidilavo-

ro. La fine di questo progetto è pre-vista nel primo semestre 2001.

Pianificazioneaziendale

Franco EngeliArea di produzione

ed erogazione dei servizi centrali

Gli sforzi organizzativi intrapresi dal CSI per migliorare il proprio servizio e la soddisfazione dei propri clienti (utenti).

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L’altro giorno un collega economistami diceva di trovarsi a disagio perché,nella sua università, tutti si occupanodi astratti problemi econometrici, emai di problemi concreti. Anzi, osten-tatamente li rifiutano, perché inquina-no la loro rigorosa specializzazione.Purtroppo un problema concreto nonè mai solo economico, sociologico, psi-cologico, estetico, ecologico, etico opolitico, ma tutte queste cose insieme.Per risolverlo bisogna utilizzare diver-si specialisti, esaminarlo da diverseangolature che vanno, poi, integratein un quadro unitario.Per questo occorre un capo che sinte-tizzi, nella sua mente, i disparati pun-ti di vista. Però non basta che egliascolti i pareri di tutti gli specialisti.Sono troppo slegati, scompagnati.Immaginate di fare un libro con nu-merose persone, ciascuna competentenel suo campo. Se vi mandano quelloche vogliono, il libro risulterà compo-sto da tanti pezzi con problemi e lin-

guaggi diversi.Un’accozzaglia illeggi-bile. Dovete farle lavorare insieme fin-ché ciascuno non si raccorda a tutti glialtri e tutti non imparano a funziona-re come un’orchestra. Allora ognunosuona il proprio strumento, ma il ri-sultato è musica.La vera protagonista di tutte le impre-se riuscite è perciò l’équipe. E l’équipedeve essere formata da gente con spe-cializzazioni, mentalità, punti di vistadiversi. Però deve avere la stessa metae deve mettere in comune tutto ciò chesa per arrivare a quello scopo.E deve essere «affiatata», cioè avereuno spirito di collaborazione, di ami-cizia. Guai se c’è uno che tiene le infor-mazioni per sé, o che mente, o che pen-sa solo al proprio interesse. Guai se c’èinvidia, rancore.Guai se si formano partiti, correnti incompetizione.Una stupenda équipe era quella for-mata da Enrico Fermi, quando ha sco-perto le reazioni nucleari. Tutti erano

amici, tutti lavoravano insieme; tutticonoscevano i risultati raggiunti. Percui ciascuno sapeva immediatamentecome andare avanti e come aiutare glialtri. Un esempio di équipe affiatatal’ho visto all’opera al Centro trapiantidi Roma, creato e diretto da RaffaelloCortesini. I chirurghi fanno gli espian-ti degli organi, poi operano, poi seguo-no il paziente finché non è dimesso. A turno presiedono la visita collettivaa cui partecipano gli altri specialisti.In questo modo ciascuno, pur conser-vando la propria competenza, ha unavisione completa dei problemi. Il risul-tato è una vera «orchestra terapeuti-ca». Nelle imprese, nei partiti, nell’e-sercito, c’è sempre un comitato in cui ipiù alti dirigenti si riuniscono per for-mulare insieme le strategie fondamen-tali. Questi comitati funzionano tantomeglio quanto più sono una vera équi-pe affiatata. Napoleone era riuscito arealizzarla con i suoi marescialli. Mapoteva farlo perché aveva tutti i pote-ri. Di solito, invece, i comitati sono in-fluenzati dalla politica, dagli interessie pieni di rivalità. Il capo, se vuol di-rigere questa armata Brancaleone, ècostretto a contare solo su un piccologruppo di fedelissimi con cui trascina-re gli altri. E queste regole valgono anche nellanostra vita quotidiana, in ufficio, inun negozio, in una scuola. È impos-sibile che tutti vadano d’accordo. Oc-corre un gruppo centrale che si spen-de, si prodiga. Che si fa carico degliinteressi comuni. Perfino in famigliaquello che conta è la sintonia, l’intesafra i coniugi. Quando esiste si supera-no tutte le difficoltà.

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Uno degli elementi portanti del progetto di A2000 «CCI e Informatica delloStato», è quello di acquisire, ad ogni livello, il concetto di «lavorare in gruppo».Lo spirito dello sforzo che al CSI si sta facendo è ben riflesso dall’articolo di Francesco Alberoni, pubblicato sul Corriere della Sera del 16 agosto scorso,che qui riproduciamo.

I piacevoli vantaggi di «fare squadra»,sul lavoro e nella vitadi Francesco Alberoni

La Direzionee la RedazioneauguranoBuone Feste

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Ognuno dei collaboratori ha a dispo-sizione un suo «spazio» privato e deglispazi pubblici condivisi con altri, coni quali collabora. Questi spazi sono or-ganizzati – da qualche parte all’in-terno dei sistemi informatici – sottoforma di cartelle. Non importa dove,basta che la locazione sia sicura edun-que accessibile soltanto alle personeautorizzate. Lavorando in questo modo, potrebbesorgere un problema perché, ognunodi noi, ha il suo personale modo di la-vorare con le proprie cartelle, con inomi dei documenti e con le tecnicheper differenziare, ad esempio, le ver-sioni di uno stesso documento, fino aquando ne viene stampato su carta la versione «definitiva» che, per inci-so, rimane tuttora la forma più comu-ne per pubblicare e passare informa-zione.Abbiamo tutti familiarità con i manua-li d’uso, con la necessità di documen-tare e tenere aggiornata l’informazio-ne, ma siamo altrettanto consapevolidella tentazione di non aggiornare maiil «mattone» che nessuno guarda. Così, come tanti gruppi di specialistiinformatici ed addetti al settore, ab-biamo seguito la strada aperta con latecnica del World Wide Web (il wwwche oggi quasi tutti conosciamo) nel1995 con Internet, ed abbiamo appli-cato gli stessi strumenti e la stessa «fi-losofia» di pubblicazione, su una rete«chiusa», a beneficio dei membri del-la comunità che la usa. Questa è dunque la derivazione della parolaIntranet (all’interno),rete chiu-sa ad un gruppo di persone, contrap-posta dunque ad Internet (tra tutti)che è una rete aperta. I benefici per gliinformatici sono innumerevoli, fraquesti vi è la facilità di organizzare,pubblicare e controllare i documentidi lavoro con chiavi di ricerca elettro-niche e «link» (collegamenti), cheportano dall’interno di un documentoad un’altra parte dello stesso docu-mento, ad un altro documento o, addi-rittura, a una fonte di documentidiversa, in qualche altro luogo di In-ternet. Non dimentichiamo poi la cre-

scente popolaritàdi Internet e delWeb, che applicataad Intranet, rendetutto più facile poi-ché, ci si muovenello stesso modoe con gli stessistrumenti.Non è dunque piùnecessario portar-si in giro i manua-li, oppure preoc-cuparsi che laversione in nostropossesso sia quellacorrente e valida:ora basta accendere un computer (PC,Mac, Workstation Unix o qualsiasi al-tro sistema in grado di accedere alWeb e di interpretarne il linguaggio),digitare l’indirizzo conosciuto e se-guire le istruzioni per arrivare all’in-formazione cercata, sistemi di sicu-rezza permettendo.Immagini, suoni, ed interattività so-no tutti disponibili e di gran moda…e l’informazione non si limita ai ma-nuali ma anche all’andamento deiprogetti, allo stato del budget, ecc.Qualsiasi informazione utile (e menoutile) può essere messa a disposizio-ne, in forma immediata ed attrattiva.Perché non unire a qualcosa di nonsempre gradevole, una bella formaper renderlo anche simpatico e prati-co da leggere?Gli strumenti per creare l’ambienteIntranet sono gli stessi usati per i sitiInternet, dal semplice uso di un for-mato «html» (hypertext markup lan-guage – inventato da un ingegnere delCERN) e disponibile, per esempio, an-che come formato di salvataggio in«Word», ai sofisticatissimi strumentimultimediali usati per promuoveresiti di grande prestigio (ne conosce-rete sicuramente qualcuno). Non di-mentichiamo però, che per un Intra-net il quale svolge il ruolo centrale dibiblioteca, l’efficacia maggiore è datadalla semplicità d’uso e dalla possibi-lità di reperimento dell’informazionericercata, non ha dunque bisogno di

attrarre ed acquisire nuovi clienti, madi servire nel miglior modo quelli chelo devono utilizzare ogni giorno, per ilproprio lavoro.Ovviamente, per raggiungere questiobiettivi ci vuole disciplina, strutturaed organizzazione, uniti all’immagi-nazioneeastrumentiadeguati.Ci vuo-le anche un responsabile per gestireverificare e pubblicare l’informazio-ne a disposizione. Questa figura chia-ve si chiama «webmaster»: egli è unospecialista, un incrocio tra artista, tec-nico ed organizzatore. È lui (o lei) chegestisce i diritti d’accesso al servizio,e le qualità del sito derivano dalle suecapacità professionali. Recentementesono nate nuove figure specialisticheanche nel ramo Intranet, come il Webartist, il designer, ecc., ma queste figu-re, almeno per ora, sono riservate astrutture molto più grandi della no-stra e con un Intranet più orientato albusiness.Il traguardo, nel prossimo futuro, do-vràesserelafusione delle tecniche delwww, per rendere l’accesso all’infor-mazione, indipendente dalla piatta-forma adoperata e indipendente dadove si trova l’informazione stessa.Questo significa che, sulle macchinedel futuro, non vi saranno più pro-grammi installati,ma soltanto un Webbrowser, dal quale faremo e vedremotutto quello che ci serve… Nel mondodelle IT, è il messaggio che conta, nonchi lo porta o da dove arriva...

Intranet CSI… Nigel GilbertArea dell’informatica

decentralizzatae del servizio utente

(InfoShop)Ormai da parecchio tempo, esiste la rete cantonale sulla quale viaggia tutta l’informazioneall’interno dell’Amministrazione cantonale (dati e voce).Essa è necessaria per allestire e mantenere i sistemi gestionali e permettere il passaggiodell’informazione, da una persona ad un’altra, tramite la posta elettronica o altri canali.

le nuove Aree

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Essorappresentalacontinuazionena-turale dell’e-government, ossia dellarelazione tra Stato e cittadino per iltramite del canale Internet.Con l’accesso alla rete da parte di unnumero sempre crescente d’utenti (fi-ne ’99, già il 23% della popolazionesvizzera), diviene strategicamente in-teressante investirvi, sia per gestire inmaniera più diretta la propria imma-gine, sia soprattutto per cercare di eli-minare, là dove possibile, la burocra-zia amministrativa, liberando risorseda ridistribuire nei settori più solleci-tati (emergenze, interventi gravi). Perla polizia, inoltre, l’e-policing ha unasua collocazione non trascurabilequale vettore di sicurezza soggettiva(o di prossimità), nella misura in cuil’apertura di uno sportello virtuale,direttamente nelle case dei cittadini,permetterà a chiunque, 24 ore al gior-no e ovunque si trovi, di ottenere in-formazioni complete e aggiornate o dicompiere piccole pratiche ammini-strative, senza doversi fisicamentespostare da casa, né correre il rischiodi essere costretto a lunghe attese aduno sportello di gendarmeria.Rimarrà comunque un servizio offer-to in più, un’alternativa al solito mododi fare,ilchenonimplicache tuttipos-sano, vogliano o debbano usufruirne.E rappresenta naturalmente una sfida– prima di tutto tecnica – in parte giàiniziata con l’apertura del sito di po-lizia (www.ti.ch/polizia), nell’aprilescorso, che proseguirà in collabora-zione con più partner (società di con-sulenza e altre polizie cantonali), e uncambiamento di mentalità (quanti sicollegheranno al sito e vi cercherannol’informazione desiderata, prima diessere tentati di mettere mano al te-lefono?).

Gli assi di sviluppoL’e-policing si sviluppa lungo quattroassi principali, ovvero quello dell’in-formazione (contatti, procedure, orga-nizzazione, prevenzione…) che miraa rendere più trasparente e più rag-giungibile l’organizzazione e a fornire

elementi al dialogo e al confrontoaperto, quello della comunicazione(comunicati stampa, avvisi di ricerca,condizioni del traffico…) che assicuraaggiornamenti tempestivi a tutti i pos-sibili utenti, quello di distribuzione(opuscoli, rendiconti statistici, for-mulari…) che garantisce un rapidoaccesso alla documentazione neces-saria, senza oneri di stampa per l’am-ministrazione pubblica. Infine quellodi transazione (denunce e segnalazio-ni on-line), che fornisce un canaled’interazione alternativo con la popo-lazione, più in particolare con gruppidi persone altrimenti restii a scoprir-si, oppure per i pagamenti (multe eprestazioni di polizia…), con evidentivantaggi anche economici sia per l’u-tente sia per l’Amministrazione.È difficile, al momento, anticiparequali potranno essere le facilitazioniofferte al cittadino, specie perché ilprogetto e-policing sta definendo,proprio in questi mesi, i suoi contenu-ti. Ci si può comunque sbilanciare sualcune possibili applicazioni.

Qualche esempio• Secondo alcune stime, il 90% dei

reati contro il patrimonio giunge aconoscenza della polizia, per il tra-mite di una denuncia. La percen-tuale è ancora più alta, se riferita aparticolari classi di delitti, come imaltrattamenti e gli abusi sessuali.Per casi di lieve entità finanziaria,tuttavia, o dove il pudore, l’onorepersonale, la vergogna, sopraffanno

il desiderio di giustizia, la polizia ri-mane totalmente ignara dell’acca-duto. Anche la sola segnalazione ditorti o abusi, via Internet, potrà rive-larsi un obiettivo realista, capace difornire un quadro più completo deldisagio sociale, in un contesto dovela percezione dell’autorità è ridottae dove si può eludere il confronto vi-sivo con il proprio interlocutore.

• Già ora sono disponibili in rete unaserie di documenti tematici, non so-lo per il cittadino accorto e interes-sato ai problemi della sicurezza edella riorganizzazione, ma ancheper la stampa in genere. Citiamo laproposta di modifica parziale dellaLegge sulla polizia, all’indirizzo delGran Consiglio, il Codice deontolo-gico della Polizia del Cantone Tici-no, il Rendiconto statistico sull’atti-vità di polizia 1999.

• Si può facilmente immaginare direndere disponibile agli utenti deltraffico le condizioni aggiornate,ogni pochi minuti, delle nostre stra-de, con informazioni su colonne,incidenti, lavori in corso, alfine dipermettere una pianificazione piùaccorta degli spostamenti, antici-pando in tal modo le cattive sor-prese.

Il mondo di Internet si sviluppa a rit-mi vertiginosi. È nostra intenzione se-guirne i progressi ed assicurarci il suosupporto, sfruttandone i vantaggi siaper noi sia per l’utente, dovunque ciòsi dimostrerà proficuo.

Romano Piazzini Comandante

della Polizia cantonale

Con la globalizzazione dei mezzi di comunicazione telematica anche i corpi di polizia,così come una varietà d’altri servizi delle amministrazioni pubbliche, hanno aperto una finestra virtuale sul mondo.È in questo contesto, aderente alla filosofia d’apertura che la Polizia cantonale persegue ormai da qualche anno nei confronti della popolazione e dei mezzi d’informazione, che s’inserisce il nuovo strumento dell’e-policing.

e-policinguno sportello virtuale

al servizio del cittadino

approfondimento

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Comunicazione Distribuzione

Transazione

Informazioneper un Ticinopiù sicuro e accogliente

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«L’Amministrazione cantonale è unarealtà che si sta trasformando, sia dalpunto di vista tecnologico-informati-co, e cioè le macchine, i programmi, larete, sia dal punto di vista delle risorseumane, e cioè le persone impegnatenell’ente pubblico, abituate a lavorarecon carta e penna, che si stanno indi-rizzando verso nuovi sistemi».

Questa la premessa alla quale tienemolto Roberto Keller, responsabileoperativo del gruppo che, nel grandecantiere Amministrazione 2000, sioccupa dei progetti Internet/Intranet/Extranet e Cancelleria 2000. Un grup-po molto affiatato costituito da: DariaRodoni-Turati, Coco Acquistapace,Milko Del Bove e da Mauro Pedrazzo-li, consulente del progetto Internet/Intranet. Guidati da Roberto Keller,formano una vera e propria squadrache, con entusiasmo, affronta le sfidelanciate dall’introduzione delle nuo-ve strategie comunicative all’internodell’Amministrazione. «Per quanto riguarda gli strumenti e lereti, in questo processo di trasforma-zione, siamo sulla buona strada –spiega Keller – grazie anche ai proget-ti del CSI, che tendono all’equipara-zione dell’hardware e del software».Esiste però un altro fattore altrettantodeterminante: «la grossa scommessadella gestione del cambiamento checoinvolge le persone. E, per quella cheè stata la nostra esperienza, possiamoaffermare di essere pure sulla buonastrada».Lo dimostrano i risultati cui è giuntal’intervista che la Cancelleria delloStato ha condotto sulla comunicazio-ne elettronica e sull’accesso all’infor-mazione. «All’interno dell’Amministrazione ab-biamo avuto un successo che, non solodefinirei insperato, quanto nemmenoimmaginato. Un successo che ci inco-raggia e che è la prova tangibile dicome, oggi, lo strumento della comu-nicazione elettronica si stia afferman-do».

Fatte le necessarie premesse, cerchia-mo di dare contorni più precisi alla«cosa» e di capire perché sia cosìimportante il servizio di posta elet-tronica.«All’interno dell’Amministrazione esi-ste una grande esigenza, da tutti e atutti i livelli sentita: passarsi le infor-mazioni.Quest’esigenzaèla molla checi ha spinti a pensare all’allestimentodi un sistema Intranet, cioè di una reteinterna per la quale la comunicazioneelettronica è fondamentale».

La «cosa» altro non è che Intranet.Chesignificato ha allestire un Intranet inquesta fase di trasformazione e inun’azienda molto particolare comel’Amministrazione cantonale?«Intranet dovrà diventare il sistemache permetterà di condividere l’infor-mazione in modo rapido, sicuro, il piùcompleto possibile e, soprattutto, conuna gestione semplice e razionale. Èinfatti fondamentale che chi allestisceil sistema informatico, sappia anchegestire l’attenzione dei suoi utenti, perriuscire ad indirizzarli rapidamenteall’informazione che cercano. Un con-cetto facile a dirsi ma difficile a farsi,perché deve valere sia per l’utenteesperto, sia per quello meno praticoche deve comunque intuire la stradada percorrere e, a poco a poco, giunge-re alla meta: la condivisione delleinformazioni.Qui comincia il Far West: ognuno puòinventare quello che vuole».

Cosa vuol dire condividere un’infor-mazione?«Significa saper mettere a disposizio-ne l’informazione, saper gestire in mo-do razionale la banca dati sulla qualel’informazione è posta, in modo taleche possa essere reperita in contestitemporali diversi. Significa anche riu-scire ad avvisare tutti i potenzialiutenti che l’informazione esiste e si tro-va in quel determinato luogo. Nondobbiamo dimenticare che in un siste-ma amministrativo pubblico non èdetto che tutti gli impiegati, ogni mat-tina,istintivamente, vadano a control-lare se siano arrivate nuove informa-zioni.Dobbiamo quindi applicare unadoppia strategia per avvisare gli uten-ti: sia facendo in modo che ogni matti-na controllino l’arrivo di nuove infor-mazioni, sia avvisandoli nel momentopuntuale in cui una determinata in-formazione è messa a disposizione».

Concretamente, come vi state muo-vendo per arrivare alla condivisionedell’informazione e in che modo colla-borate con il CSI?«La collaborazione con il CSI ha comeobiettivo quello di trovare le piatta-forme di lavoro tecnologico adeguateal livello dell’intera Amministrazione.Nel frattempo, noi, come gruppo di la-voro, stiamo pensando di portare unprimo prodotto su questa rete interna:la gestione della cosiddetta corrispon-denza di massa. Ossia, dare la possibi-lità al Consiglio di Stato, alla Cancel-leria in rappresentanza del ConsigliodiStato,alleDirezionideiDipartimen-ti, alle Divisioni e alle Sezioni diparti-mentali di mettere a disposizione sudeterminate banche dati, grosse mas-se di informazioni, oggi disponibili sucarta. Fascicoli, dossier, corrispon-denze voluminose potranno essereconsultati direttamente su questa ban-ca dati, per cercare e prendere tutte leinformazioni richieste».

Avv. Roberto Kellerresponsabile operativo

dei progetti di A2000: Internet/Intranet

e Cancelleria 2000Condividere, scambiare, semplificare, migliorare, risparmiare e perché no, anche «divertire».Come può una sola «cosa» riuscire a centrare tutti questi bersagli? Un titolo ermetico,e molto vago, dietro il quale invece si nasconde un progetto preciso e per nulla riservato ai soli iniziati. Ma, prima di svelare l’identità di questa «cosa», occorre delineare i contorni entro i quali s’inserisce. Occorre insomma una premessa.

La cosaapprofondimento

Intervista a cura di Francesca Taborelli

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Come pensate di realizzare questoprodotto?«L’idea che abbiamo portato avanti èmolto semplice. Si tratta di inviare une-mail per avvisare i gruppi interessa-ti, all’interno di una divisione, di unasezione, che quel fascicolo, quel dos-sier, ... è stato trasferito nella loro ban-ca dati riservata. Tecnicamente su unserver ci saranno delle cartelle cheospiteranno tutti questi documenti. Ilserver non è altro che un computermesso a disposizione dal CSI, che per-metterà a questi gruppi di arrivareall’informazione in modo facile, di es-sere identificati, e quindi di poter ac-cedere all’informazione. Per fare inmodo che questa ricerca si trasformiinun automatismo, inizialmente cerche-remo di facilitare l’operazione, met-tendo un link direttamente sul mail.Con un semplice clic tutti gli interes-sati arriveranno direttamente dove sitrova il documento».

Quali saranno i benefici del trafficodati e delle informazioni che viaggia-no sulla rete interna?«Primobeneficio: l’operazione di ricer-ca è molto semplice e richiede vera-mente poca fatica. Secondo: la sicurez-za di arrivare alla giusta destinazione.Terzo: se il mail è archiviato è possibi-le realizzare una piccola banca datipersonalizzata, all’interno del siste-ma. Quarto: l’identificazione per acce-dere alla banca dati, dove è depositato

il documento, permette anche di vede-re tutto quello che è già stato depo-sitato. Tutto questo naturalmentepresuppone la realizzazione di unaprima pagina attrattiva che permet-terà all’utente e quindi ai nostri colle-ghi, che lavorano nell’Amministrazio-ne, di vedere al primo colpo d’occhiocosa offre Intranet, il posto che gesti-sce e dà le informazioni in comune».

Abbiamo accennato ai primi passiconcreti per la realizzazione di unIntranet nell’Amministrazione can-tonale. Idealmente, come dovrebbeessere?«Intranet dovrebbe essere, come giàsiamo riusciti a realizzare con Inter-net, una federazione di stati indipen-denti ma tra loro collegati, con unacerta autonomia, che permetta elasti-cità e dinamismo, ma tenga anche le-gati ad un filo conduttore quelli che so-no gli interessi comuni. Con Intranetdovremo raggiungere lo stesso equi-librio tra l’elasticità creativa propriadi ogni singolo settore, e la schemati-cità di un sistema di collegamento e dicontrollo.Intranet potrebbe essere come unapiazza, ben protetta dalle mura citta-dine, dove si scambiano e si possonodepositare le informazioni. Una piaz-za,accessibiledaparecchiestradepos-sibilmente non tortuose, sulla qualereperire «qualcosa»: le informazioni.Questo qualcosa, nella sua costruzio-

ne, sta a metà strada tra una concezio-ne teutonica, quindi soltanto lavoro,rigidità e informazione specifica e unaconcezione latina, che può avere an-che aspetti giocosi. L’ideale sarebbequindi riuscire a mescolare, nella giu-sta proporzione, elementi ludici conquelli rigorosi. La nostra sfida saràproprio quella di presentare, nel modogiusto, tutte le informazioni sullapiazza e attraverso le strade, che ci sa-ranno messe a disposizione dal CSI.Non dobbiamo dimenticare che nellepiazze arrivano anche visitatori stra-nieri, alla ricerca informazioni. E quiinseriamo il concetto, difficile in sé, diExtranet».

Cerchiamo allora di spiegare questoExtranet«I visitatori esterni, dopo essere statiidentificati e aver ricevuto il permessoe magari anche dopo aver pagato undazio, potranno varcare le mura citta-dine e arrivare nella piazza per pren-dere determinate informazioni. Pensiamo ai parlamentari: ora sonoserviti da una banca dati su Internet,quindi la piazza fuori dalle mura del paese è accessibile a tutti; domaniavremo invece persone che, con iden-tificativi, potranno entrare nella no-stra piazza protetta dalle mura eprendere le informazioni. Stiamo ov-viamente parlando del futuro, masarà un passo molto importante per-ché permetterà un’interazione lavora-

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tiva tra esterno e interno. Il processo,graduale, porterà alla condivisionedella conoscenza amministrativa, checostituisce un vero e proprio punto diforza».

Il fatto di poter andare in piazza perscambiare informazioni costituirà unvantaggio solo per i «cittadini» del-l’Amministrazione o di tutti i cittadiniin generale?«Il vantaggio primario, molto concre-to, sarà per il contribuente: pagheràmeno per avere un lavoro di qualità aun prezzo migliore. L’informazione,grazie all’e-mail, passa in modo velo-ce, a costi irrisori, con tempi di reazio-ne immediati e annullando le distan-ze. Certo, questi sono vantaggi ancheper i cittadini dell’Amministrazione.Quindi vantaggi sia per l’interno siaper l’esterno e, soprattutto, per chi de-ve gestirsi il lavoro. Grazie all’Intranetabbiamo la possibilità di mettere a di-sposizione delle informazioni a bas-sissimo costo, di archiviarle in un uni-co posto, facilmente accessibile, senzaoccupare spazio. E anche in questo ca-so i benefici, non solo monetari, sonoimmediati: basti pensare alla mole didocumenti cartacei che la Cancelleriao le Direzioni di Dipartimenti spedi-scono quotidianamente. Con l’e-mailrisparmiamo forza, carta, francobolli,ma soprattutto miglioriamo la qualitàdel lavoro: le prestazioni aumentanomentre i costi diminuiscono».

Lei ha premesso l’importanza e la de-licatezza della gestione del cambia-mento, in relazione soprattutto allepersone coinvolte.«Sono coinvolte due categorie di per-sone: gli addetti ai lavori, cioè il Grup-po di Amministrazione 2000 respon-sabile del progetto Internet/ Extranet eInfo Cancelleria, che si occupa del-l’impostazione ideale ed il CSI, che èinvece il punto di riferimento per tuttoquanto riguarda gli aspetti tecnologi-ci. La seconda categoria, altrettantoimportante, è quella degli utenti, pres-so i quali la gestione di questo cambia-mento avviene in un modo diverso.Come utenti dobbiamo imparare tuttiad usare questi strumenti senza averepaura, fidandoci di quello che stiamofacendo, per arrivare ad acquisire si-curezza. Il processo di apprendimentoè continuo e l’uso di questo strumentoha una crescita esponenziale. Ed è unfenomeno già oggi ben visibile. L’a-spetto affascinante di questa tecnolo-gica è il concetto di base: chi entra sulsistema capisce sempre più in frettacome procedere. È un know-how qua-si filosofico che, una volta appreso,permette di passare dall’e-mail adaltri strumenti, anche più complessi,con sempre maggiore facilità e na-

turalezza. A breve, sempre secondo iparametri amministrativi, l’operazio-ne si estenderà a tutta l’Amministra-zione. Quello che stiamo cercando di fare è dicoinvolgere anche il Parlamento, diportare cioè, al suo interno, questacultura. È importante sottolineare co-me non basti la tecnologia, non bastila persona che cambia il modo di la-vorare, utilizzando i nuovi strumenti:occorre anche l’adattamento del siste-ma. Nel caso del Parlamento, occorrequindi che la specifica legislazione siamodificata, in modo tale da utilizzarequesti mezzi e diventare effettivamen-te operativi».

Idealmente state costruendo unapiazza, concretamente con quali osta-coli?«Il principale problema è l’organizza-zione dei server: ognuno può allestireuna propria Intranet, ma ci voglionodirettive precise per evitare che si creiil Far West, cui ho accennato all’inizio.Con tante piccole piazze, ognuna or-ganizzata in modo diverso, senzaporte e senza strade d’accesso ogniscambio di informazioni diventerebbeveramente difficile, se non impossibi-le. Se poi in ognuna di queste piazze, igruppi di persone che detengono le in-formazioni parlano linguaggi tra loroincompatibili, diventa troppo impe-gnativo creare delle interfacce, cioèdei sistemi di connessione efficaci edefficienti. Il rischio è che ogni piazza siisoli, richiudendosi su se stessa e sna-turando la principale funzione per laquale è stata creata. All’interno di unarealtà abbastanza grande come l’Am-ministrazione, con tali e tante esigen-ze, è quasi naturale che ognuno cerchidi partire per la propria strada senza

aspettare gli altri. L’importante è chenon vada troppo lontano, per non creare distanze incolmabili».

Questa nuova strategia della comuni-cazioneedell’informazione trasformaradicalmente, come abbiamo visto, ilmodo di lavorare. I nuovi strumenti adisposizione non solo dovranno esse-re accettati, ma soprattutto usati persfruttarne al meglio le potenzialità econcretizzare i vantaggi cui accenna-va prima.«Intranet è già più diffuso di quanto sipensi. Quando parliamo di Intranetpensiamo all’e-mail, a Outlook, ai ca-lendari, alle agende. Per chi li sta giàutilizzando, questi strumenti si dimo-strano veramente comodi. Pensiamoal vantaggio offerto dalla condivisio-ne di cartelle, che consente a più per-sone di lavorare su un documento con-temporaneamente. Queste sono giàtutte forme di Intranet. La sfida, percerti versi allettante, è di collegarequeste applicazioni alle piazze e chiu-dere il cerchio con un’interfaccia gra-fica attraente. Si potrà così entrarenelle singole parti di questi sistemi egestirle in base alle proprie necessità ecapacità. Una sfida non da poco, con-siderando anche il budget limitato dicui disponiamo».

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Il progetto Movimento della popola-zione ha, come noto, quale scopo,quello di disporre di un unico suppor-to informatico contenente i dati ana-graficidellepersoneresidentinel Can-tone. Per tale progetto, è stata adottatauna Legge speciale da parte del Parla-mento e la banca dati è ora a completadisposizione di tutti i servizi dell’Am-ministrazione. Ad inizio novembreessa è utilizzata da una sessantina diuffici dello Stato, corrispondenti a cir-ca 600 funzionari.Mentre è in corso la procedura diestensione dell’utilizzazione di MOV-POPall’interno dell’Amministrazionecantonale, ci si appresta ad avviare unnuovo progetto, il cui obiettivo princi-pale è di avvicinare i Comuni al Can-toneutilizzandoInternet.Questo nuo-vo progetto, denominato «Ritorno deidati ai Comuni», consentirà di rende-re più performante l’attuale servizio edi istituire una vera e propria corsiapreferenziale o privilegiata, per l’in-terscambio di informazioni tra i servi-zi cantonali e comunali.

La nuova soluzione consente di:• migliorare le procedure attuali, me-

diante l’automazione del controllodella qualità dei dati e i tempi di re-

gistrazione degli aggiornamenti deidati stessi;

• consultare la banca dati on-line peri Comuni;

• armonizzare i dati registrati pressogli Uffici controllo abitanti dei Co-muni, con la possibilità di acquisireeventuali informazioni mancantidall’Amministrazione cantonale at-traverso:– la trasmissione ai Comuni del nu-

mero di identificazione universa-le, attribuito dalla banca dati adogni persona registrata, per rico-noscere immediatamente e conprecisione l’individuo, indipen-dentemente dal cambiamento deidati personali o dal luogo dove co-stui tratta questa o quella praticaamministrativa;

– la messa a disposizione dei Comu-ni, su formulari elettronici stan-dard, di tutte le informazioni noncoerenti per rispetto alla situazio-ne rilevata dalla banca dati cen-trale;

– la comunicazione di informazionimancanti ai Comuni, per il trami-te dei vari servizi dell’Ammini-strazione cantonale, che dispon-gono di notizie in taluni casi piùaggiornate.

La realizzazione di questo progettoporterà certamente un valore aggiun-to importante, all’attuale servizio.Aprirà inoltre le porte alla creazionedi un vero e proprio nuovo sistema diinterscambio di informazioni, tra entilocali e Cantone, che potrà evidente-mente essere oggetto anche di ulterio-ri sviluppi.Il «Ritorno dei dati ai Comuni» è per-tanto un progetto che si fonda su unospirito di collaborazione tra ammini-strazioni comunali e cantonale, nel-l’ottica di sfruttare al meglio il grandepotenziale di risorse umane e tecni-che a tutti i livelli, nell’intento di to-gliere sempre più quegli ostacoli bu-rocratici che, troppo spesso, dividonoancora il Cantone dai Comuni a livel-lo amministrativo.Una prima azione in questa direzioneda parte dei servizi cantonali, potreb-be consistere nell’utilizzazione al me-glio delle informazioni che, già oggi,sono contenute nella banca dati delMovimento della popolazione, sgra-vando in tal modo, da subito, i Co-muni.

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Movimentodella popolazione

Giorgio Battaglioni,Direttore della Divisione

della giustizia e responsabile operativo

del progetto di A2000 –MOVPOP

Seconda tappa del progetto: «la trasmissione dei dati via Internet ai Comuni»

collaborazioni

Uffici comunali Ufficio Movpop Uffici cantonali

Controllo abitanti comune di ...

Consultazione dati (Data Base Movpop)

Consultazione dati (Data Base Movpop)

Fornitura dei dati (File Comune)

Fornitura eventuali aggiornamenti su supporto elettronico

Eventuali segnalazioni d’errore nei dati e file Movpoptrasmessi via Internet

Ufficio assegni familiari

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Formazione

La diffusione quasi capillare di elabo-ratori nelle aziende e nelle economiedomestiche del Cantone, porta a cre-dere che una formazione in informati-ca sia, ormai, quasi connaturata adognipersona,sin dalla prima infanzia.Si tende quasi a ritenere che l’infor-matica s’impari così come s’impara lalingua materna, addirittura che infor-matici si nasca. La realtà è ben diver-sa, se si fa astrazione dall’uso elemen-tare delle attrezzature informatiche, a cui ormai sembrano assoggettarsi,magari con il supporto di qualche cor-so organizzato dall’Associazione del-la terza età, anche i più anziani.Informatici, o comunque una qual-siasi delle diverse figure professiona-li più direttamente legate all’informa-tica, in effetti, non si nasce, ma sidiventa, così come è ancora per latotalità delle professioni svolte nel no-stro Cantone. Come, dove e quando èillustrato qui di seguito, con qualcheindispensabile semplificazione, vistoil rigoglio di offerte di formazione ininformatica presente nella realtà tici-nese, ma anche svizzera. Si può anziaffermare che proprio la varietà del-l’offerta, pubblica e privata, nel cam-po dell’informatica sia una delle ca-ratteristichedelsettoree,non sempre,questa varietà è peraltro indice di se-rietà. Per semplificare l’illustrazione,bisogna limitarsi allora alle formazio-

ni in informatica che danno luogo aun titolo riconosciuto dalla Confede-razione o dal Cantone.

Le formazioni di base:informatico e mediamaticoContrariamente a quanto capitava an-cora meno di dieci anni fa, quando sicredeva che una formazione in infor-matica si potesse conseguire solo alivello terziario, ossia dopo una qua-lunqueformazione di base,oggisi puòintraprendereunaformazione nel set-tore, subito dopo l’obbligo scolastico,dopo la scuola media, a quindici anni.Infatti, dal 1994 è regolamentato nellaConfederazione il tirocinio di infor-matico, di durata quadriennale, cheda allora è offerto nel Cantone nellaforma duale, ossia pratica in azienda eteoria a scuola. Le aziende autorizza-te a formare apprendisti informaticisono attualmente 98, tra cui anche ilCSI. La scuola che accoglie le appren-diste e gli apprendisti è la Scuola pro-fessionale artigianale e industriale(SPAI) di Locarno. Da un paio d’anni,nell’ambito di un progetto per la pro-mozione delle pari opportunità tradonne e uomini, è in atto un tirocinionella professione di informatico persole ragazze nella Scuola d’arti e me-stieri di Trevano, dove, assieme allateoria, viene svolta anche la pratica.Sono 13 le ragazze che hanno iniziatonel 1999, 22 nel 2000. Per dare un’ideaquantitativa della situazione, que-st’anno i nuovi contratti di tirocinio diinformatico sono 60 (comprese le 22informatiche di Trevano); complessi-vamente gli apprendisti informatici informazione nei quattro anni sono 160.Sempre a livello secondario II, al ter-minedell’obbligoscolastico,c’èlapos-sibilità di intraprendere il tirocinio dimediamatico, di durata triennale, cheintegra competenze in software, inhardware e in servizi, sempre in for-ma duale (pratica in azienda e teoria ascuola) sia pure un po’ particolare: ilprimo e il secondo anno, infatti, sisvolgono attualmente, per intero, neilaboratori della Swisscom a Giubia-sco, nei quali il tirocinio è stato avvia-to come novità a livello svizzero nel1997. I posti di tirocinio di mediamati-

co sono peraltro limitati, poiché fino-ra solo poche aziende, oltre a Swiss-com e allo Stato, li offrono. Attual-mente sono 30 i giovani e le giovani informazione, di cui 12 al primo anno.Al termine del tirocinio in queste dueprofessioni si consegue, superandol’esame finale, l’attestato federale dicapacità. Chi segue i corsi di maturitàprofessionale, come è spesso il casoper gli apprendisti in queste due pro-fessioni, e supera gli esami, ottienepure l’attestato federale di maturitàprofessionale tecnica, che consentel’ammissione diretta alle scuole pro-fessionali superiori.In aggiunta a queste due formazioni dibase, intrinseche all’informatica, vene sono altre più o meno direttamen-te imparentate, poiché in qualchemodo di supporto all’informatica operché largamente supportate dal-l’informatica, quali ad esempio il tele-matico (che installa le reti), l’agente inmanutenzionediapparecchi informa-tici, l’elettronico, l’elettronico multi-mediale. C’è pure, nel settore deiservizi, la possibilità di seguire il tiro-cinio di impiegato di commercio, nelramo professionale «Informatica esviluppo delle applicazioni».Beninteso si potrebbe poi fare un lun-go elenco di professioni, in praticaquasi tutte ormai, in cui l’informaticaassume un ruolo determinante per illoro svolgimento e dove, pertanto, lecompetenze in informatica sono qua-si altrettanto importanti di quelle spe-cifiche professionali.

Le formazioni scolastiche superiori:ingegnere informatico SUP e informatico di gestione SSDopo il tirocinio di informatico o dimediamatico, o in una professione af-fine, si può intraprendere, nel Canto-ne Ticino, una delle due formazioniscolastiche superiori, nella Scuolasuperiore di informatica di gestione(SSIG) di Bellinzona, a livello terzia-rio non universitario, e nella Scuolauniversitariaprofessionaledella Sviz-zera italiana (SUPSI), nel Dipartimen-to di informatica ed elettrotecnica(DIE) di Manno.Con la maturità professionale o con

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Informaticonon si nasce…

si diventa Vincenzo Nembrini Direttore

della Divisione della formazione

professionaleDove e quando nel Cantone Ticino

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l’attestato di capacità, se del caso inte-grato da esami, in una materia affineal curricolo di studi, si entra nellaScuola superiore di informatica di ge-stione di Bellinzona, che ha un ciclo distudi a tempo pieno (TP) della duratadi 5 semestri e un ciclo di studi paral-lelo all’attività professionale (PAP)della durata di 7 semestri, con l’ag-giunta di un semestre per il lavoro didiploma. Chi conclude gli studi a tem-po pieno o paralleli all’attività pro-fessionale e supera l’esame, ottiene iltitolo riconosciuto dalla Confedera-zione di informatico di gestione SS.Attualmente la SSIG è frequentata da75 allievi nel curricolo a tempo pienoe da 50 in quello parallelo all’attivitàprofessionale.Di livello ancora superiore, è la for-mazione che si può conseguire al Di-partimento di informatica ed elettro-nica della SUPSI a Manno, in un ciclodi studi della durata di tre anni, checontempla esami propedeutici al ter-mine del primo anno e si concludecon gli esami finali e un lavoro di di-ploma in una delle opzioni previste:sistemi informativi e informatica tec-nica. Chi supera gli esami finali ottie-ne il titolo, pure riconosciuto dallaConfederazione, di ingegnere infor-matico SUP, che sostituisce il prece-dente titolo di ingegnere informaticoSTS, ossia di Scuola tecnica superio-re. Gli allievi del ciclo di studi di infor-matica della SUPSI sono attualmente126, cui se ne aggiungono altri 9 diuna classe di transizione dalla matu-rità liceale verso la SUPSI.Da quest’anno il DIE della SUPSI offreanche uno studio postdiploma in in-formatica avanzata (Master in Advan-ced Computer Science), con la possi-bilità di conseguire il relativo titolo distudio pure riconosciuto dalla Confe-derazione.Anche a livello superiore si potrebbe-ro citare non pochi curricoli nei quali

le competenze da acquisire in infor-matica sono quasi altrettanto impor-tanti di quelle di uno studio specificonel settore, quali ad esempio gli studidi ingegnere elettrotecnico, pure alDIE, oppure quelli di comunicazionevisiva del Dipartimento di arte appli-cata della SUPSI, per ottenere il titolodi designer SUP, oppure quelli di eco-nomista aziendale del Dipartimentodi economia.

Le formazioni professionali superioriAccanto alle formazioni superiori dinatura prettamente scolastica, comequelle citate, ci sarebbe anche la pos-sibilità, frequentando corsi di pre-parazione accanto all’attività profes-sionale, di acquisire una formazionespecifica in informatica e, superandoi relativi esami professionali e profes-sionali superiori, di conseguire titoliprofessionali superiori pure ricono-sciuti dalla Confederazione, come iltitolo di informatico con attestato pro-fessionale federale o di informaticoaziendale diplomato. L’offerta delledue scuole sopra menzionate – SSIG eSUPSI-DIE – ha tuttavia tolto spazio,da qualche anno, all’organizzazionedi tali corsi. Accanto ai titoli riconosciuti dallaConfederazione, conviene citare an-cora il diploma cantonale di operatoremultimediale, che può essere conse-guito da coloro che seguono corsi adhoc di preparazione e affrontano consuccesso i relativi esami. Un corso sista concludendo proprio in queste set-timane.Vasta,comegià detto,è l’offerta di cor-si non finalizzati all’ottenimento di ti-toli riconosciuti dalla Confederazioneo dal Cantone. Fra questi converrà ci-tare, per la sua spendibilità sul pianonazionale, i corsi organizzati da varienti, in particolare dal Centro di per-fezionamento commerciale della So-cietà svizzera degli impiegati di com-

mercio di Lugano, per l’ottenimentodel certificato di utente d’informaticaSIZ (Schweizerisches Informatik-Zer-tifikat), oppure del successivo di Offi-ce-Supporter SIZ, o di PC/LAN-Sup-porter, ecc.; oppure i corsi, offerti davari enti privati, per ottenere l’Euro-pean Computer Driving Licence(ECDL), una sorta di certificato d’ac-quisizione di competenze standard,convenute sul piano europeo, certifi-cato promosso dalla Società svizzeradegli informatici e largamente accet-tato dalle aziende.

Per terminareL’offerta istituzionale di formazionein informatica nel Cantone Ticino, di-versamente a quanto si è anche cerca-to qua e là di lasciare intendere («ri-tardi nella formazione», «mancano1000 informatici», … erano i titoli diquest’estate), come si vede c’è, sia sot-to l’aspetto qualitativo sia sotto l’a-spetto quantitativo. C’è anche sottol’aspetto della tempestività. Il Canto-ne Ticino è stato uno dei primi canto-ni a introdurre il tirocinio di informa-tico, è stato il primo a introdurrequello di mediamatico, è ancora il pri-mo e l’unico a offrire un tirocinio ininformatica, in una scuola d’arti e me-stieri,a sole ragazze. A livello superio-re ha aperto sin dal 1986 il curricolo diingegnere in informatica STS e dal1993 quello di informatico di gestioneSS. Ha anche organizzato corsi in set-tori d’avanguardia, che collegano l’in-formatica alla comunicazione visiva,come i corsi di infografia, organizzatiper due anni di seguito e i cui assol-venti operano attualmente in tutto ilmondo. Non è dunque un caso se cer-te ditte attive nei servizi informaticirisiedono nel Cantone, ma è perchépossono far capo non a informatici na-ti, che si trovano dappertutto, bensì aquelli seriamente formati nelle scuolesecondarie e superiori del Cantone.

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Formazione di base(secondario II)

Tirocinio di informatico(a)In azienda e a scuola (SPAI Locarno)Durata: 4 anni

Tirocinio di informatica (solo donne)Scuola d’arti e mestieri di TrevanoDurata: 4 anni

Tirocinio di mediamatico(a)In azienda e a scuola (Giubiasco)Durata: 3 anni

Formazione superiore scolastica(terziario)

Informatico(a) di gestione SSSSIG di BellinzonaDurata:5semestri TP, 7 semestri PAP

Ingegnere in informatica SUPSUPSI-DIE, MannoDurata: 6 semestri

Formazione postdiploma

Master in Advanced Computer ScienceSUPSI-DIEDurata: 1 anno PAP

Sintesi delle possibilità di formazione specifica ufficiale (riconosciuta dalla Confederazione) offerte nel Cantone Ticino

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Versione 2 del progetto sulla misurazioneufficialeÈ entrata in funzione la versione 2 delprogetto sulla misurazione ufficiale,che tiene conto delle nuove esigenzedella Confederazione e delle osserva-zioni dei geometri revisori.I dati dei comuni di Gordevio, Maggiae Moghegno sono già stati inviati nel-la banca dati del Sistema d’informa-zione sul territorio, secondo le nuovenorme.Inoltre, anche se non in banca dati, so-no a disposizione i dati dei comuni diArbedo-Castione, Comano, Cureggia,Fescoggia, Gerra Gambarogno, Gior-nico, Gorduno, Piazzogna, San Naz-zaro, Sant’Abbondio, Vezio e Viganel-lo. (rs)

ProgettoSIT-DIGNell’ambito di un sistema d’informa-zione sul territorio, un aspetto moltoimportante è quello della visualizza-zione globale e della distribuzione deidati.Nell’Amministrazionecantonale mol-ti sono i dati legati al territorio che so-no elaborati e gestiti con modi, sistemie prodotti diversi. Ciò è imputabile alfatto che le esigenze di trattamento didati sul territorio, si sono presentatein tempi diversi e con sensibilità di-verse da parte degli utilizzatori e in si-tuazioni diversificate.Pur tenendo presente che una certastandardizzazione dei prodotti è indi-spensabile, per garantire una conti-nuità nel loro uso nell’interesse del-l’Amministrazione, la realtà, non solonostra, dimostra che più sistemi devo-no convivere. Rimane comunque l’e-sigenza, sempre più sentita da partedegli utilizzatori, di poter usufruire,nello svolgimento dei propri compiti,anche di dati gestiti da altri.Il progetto SIT-DIG (Sistema d’Infor-mazione sul Territorio -Distribuzionedell’Informazione Geografica) si pre-figge di creare un sistema nel quale

Sistema d’informazione del territorio — SIT

Centridicompetenza Sviluppo e integrazione applicativa

Raffaele Spocci, Fabrizio Di Vittorio, Marzio Rigoni

convergono i dati del territorio, che sidesiderano condividere e provenientidai diversi sistemi di gestione, perpermettere la visione combinata deidiversi livelli di dati e per distribuirliin modi diversi (figura 1). Il progetto èiniziato lo scorso mese di novembre ela fase sperimentale si concluderà en-tro il 30 settembre 2001. (rs)

SI-FORESTALa Sezione forestale (SF), per lo svol-gimento del proprio lavoro, necessitadi informazioni sul territorio.Dopo i lavori preparatori, avvenuti inestate, alla fine di ottobre di quest’an-no si è dato avvio alla realizzazionedel progetto SI-FORESTA: Sistemad’informazione sul territorio per l’e-conomia forestale, promosso dalla Se-zione forestale.Considerato che molti di questi datisono memorizzati nel Sistema d’in-formazione sul territorio dell’Ammi-nistrazione cantonale (SIT-TI), il fattod’appoggiarsi al sistema permetteràalla Sezione forestale una migliore epiù razionale utilizzazione delle in-formazioni. In quest’ottica è inoltreprevista anche la ripresa di dati che at-tualmente sono su supporto cartaceo.L’aspetto informatico è curato da Fa-

brizio Di Vittorio, mentre Pietro Stan-ga funge da capo progetto utente.Il sistema diventerà uno strumentoutile per i collaboratori SF, in quanto liaiuterà nello svolgimento di quei la-vori che necessitano la consultazione,l’estrazione o l’analisi di dati sul ter-ritorio, provenienti sia dalle diverseunità dell’Amministrazione, sia dal-l’esterno: carte nazionali, piani coro-grafici, misurazione ufficiale, pianiregolatori, modello digitale del terre-no, GEOSTAT… (fdv)

Il Piano direttorecantonale su WebLa Sezione della pianificazione urba-nistica (SPU), in base alla legge di ap-plicazione della legge federale sullapianificazione del territorio (LALPT23 maggio 1990), è tenuta ad allestiree ad aggiornare il Piano direttore can-tonale.Il Piano direttore in vigore si componedi tre volumi e più precisamente ilrapporto esplicativo e obiettivi piani-ficatori cantonali (Tomo 1), le schededi coordinamento (Tomo 2A) e le rap-presentazioni grafiche (Tomo 2B).Il continuo aggiornamento del Pianodirettore cantonale, implica una co-

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Figura 1: Combinazione dati delle carte PK 25 © 1997 con boschi di valore pro-tettivo.

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stante modifica degli incarti in essocontenutie la diffusione dell’informa-zione agli attori coinvolti, tramite in-vii postali.Operatori privati, singoli cittadini estudenti, inoltre, richiedono regolar-mente gli aggiornamenti.Ciò implica una continua ristampadegli incarti, che per motivi pianifica-tori sono stati aggiornati o aggiunti al-la documentazione di base.La Sezione della pianificazione urba-nistica (SPU), e per essa l’Ufficio delpianodirettore,vorrebbesnellire que-ste procedure, dotandosi di un siste-ma d’informazione veloce, sempreaggiornato e che possa raggiungere,in qualsiasi momento, gli interessati.Al momento, lo strumento che puòsoddisfare al meglio le attese dell’u-tente dell’Amministrazione è senz’al-tro Intranet (rete all’interno dell’Am-ministrazione).Per questo motivo sta prendendo av-vio, in questi giorni, un progetto cheha come obiettivo finale la pubbli-cazione su www delle schede del Pia-no direttore e della cartografia ad essecollegata (figure 2 e 3). Questo per ri-sparmiare quel tempo che i collabora-tori del Cantone spendono sia in co-municazioni di routine, sia permettere loro a disposizione, diretta-mente nell’ufficio, l’intero Piano di-rettore aggiornato. I documenti pos-sono poi essere facilmente stampatisulla propria stampante locale, o sem-plicemente consultati sul proprio PC,in ufficio.Visto poi che l’interesse ad accedere aqueste informazioni non è solo dei va-ri uffici dell’Amministrazione, si pen-sa naturalmente di offrire il servizioanche ai comuni, uffici privati, singo-li cittadini, ecc.Per questo motivo dovremmo passa-re, in un secondo tempo, su Internet,alfine di uscire dai confini ammini-strativi ed offrire le informazioni almondo intero. (mr)

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Figure 2 e 3: Esempi di rappresentazioni grafiche del Piano direttore cantonale.

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dietro le quinte

«Dietro le quinte» di questo trimestreè dedicata ai collaboratori del servizioRiscossione delle imposte comunali(RICO) e del servizio Mutazioni ana-grafiche dei contribuenti. Se è veroche Rico e Mutazioni lavorano «dietrole quinte» per molti degli utenti delCSI, è pur vero che i colleghi che vipresentiamo oggi risultano ben visibi-li e attivi per altre categorie d’utenti.Per i Comuni, gli Uffici di tassazione ealtre unità amministrative, le gentilisignore RICO e Mutazioni sono, infat-ti, ben conosciute e apprezzate per laqualità del loro lavoro.Le attività del servizio RICO permet-tono di riscuotere l’imposta comuna-le, per le persone fisiche e le personegiuridiche (imposta sul reddito e sul-la sostanza, imposta personale, dedu-zione dell’imposta parrocchiale, im-posta sull’utile e sul capitale, impostaimmobiliare), dei 215 Comuni ade-renti al servizio offerto dal CSI e diassisteregliaddetti comunali,nei rap-porti con la cittadinanza e nell’esple-tamento delle attività di competenza.L’obiettivo del servizio Mutazioni èquello di effettuare, in tempi brevi,tutte le registrazioni richieste, in mo-do da consentire un’elaborazione deidati efficace.

Un aggiornamento corretto e tempe-stivo riduce, infatti, i casi problemati-ci e antipatici (indirizzo insufficiente,gestione buste respinte, contribuentedeceduto ma non stralciato dalle liste,situazionediuncontribuente non cor-retta, ecc.) e consente di mantenereuna migliore immagine del serviziopubblico presso la cittadinanza. Perdare un ordine di grandezza dell’atti-vità svolta, basta citare che, nel 1999,sono state effettuate 79’244 mutazio-ni, equivalenti a circa un terzo del re-gistro totale dei contribuenti.In questa sommaria presentazione èd’obbligo segnalare la preziosa colla-borazione delle Cancellerie comunalinonché d’altri uffici statali (uffici cir-condariali di tassazione in primis),che risulta essenziale per consentireal CSI di gestire, tempestivamente, icambiamenti indicati ed assicurareun’elaborazione efficace dei dati.Nelle foto vi presentiamo con piacerele colleghe responsabili della RICO edelle Mutazioni.

Arrivi al CSI Petrini Silvano

dal 14.11.2000 Capo dell’Area dell’informaticadecentralizzata e del servizioutente (InfoShop)

Cattaneo Christiandal 1.10.2000 presso l’Area dei servizi di consulenza

Anfuso Elianadal 23.10.2000presso l’Area dell’informatica decentralizzata e del servizioutente (InfoShop)

PartenzeRossi Daisy

il 31 8.2000Nigel Gilbert

il 30.9.2000Buck Marco

il 30.10.2000Cattaneo Nicola

il 22.11.2000

collaboratori

Le squadre «RICO» e «Mutazioni» del CSI

Con questo numero di CSInforma s’inaugura la nuova rubrica «Dietro le quinte».L’obiettivo di questa pagina, che da oggi diverrà ricorrente, è quello di presentare la composizione delle varie «squadre» che operano all’interno del Centro sistemi informativi.

La «squadra» RICO: (da sinistra) Patrizia Melera-Morettini,Iride Anelli e Carla Apori

La «squadra» Mutazioni: (da sinistra) Gianna Genetelli,Viviana Scopel Mosca, Silvana Bazzana e Lorenza Trenta