Periodico d’informazione a cura della - Per Il Nostro PaeseForse, una delle poche cose belle di...

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Motta Visconti, 03/01/2005 Chiuso in redazione alle ore 9 Pag. 1 di 12 Periodico d’informazione a cura della ListaCivicaPerilNostroPaeseCentroSinistra @: [email protected] http://digilander.libero.it/listacivicapinp I l G r i l l o P a r l a n t e m o t t e s e Anno III n° 12 gennaio ’05 Direttore Responsabile Laura Cazzola Questo numero è stato scritto da: Stefania Aresi,Guglielmo Belloni, Carlo Bianchi, Bianca Bonfanti, Carlo Bonomi, Daniele Casarini, Laura Cazzola, Gianangelo Doveri,Cristiana Fusi, , Dante Gilardi, Luigi Marchesi, Luciano Nodari, Pierantonio Negri, Gianpiero Papa, Maria Piva, Giovanni Possi, Alberto Quaroni, Adriano Radaelli, Gianni Radici, Maria Sada, Gianni Schiavon, Ferruccio Torriani, Roberto Zanolin Redazione e sede legale: Via Don Casarico, 34 - Motta Visconti MI Registrazione: Tribunale di Pavia n° 578 del 28.01.2003 Stampa: Litografia Abbiatense snc. Via Ticino 49/51 - Abbiategrasso Distribuito gratuitamente Sommario: Questo Natale pag. 1 Scuole: Primo obiettivo raggiunto! pag. 2 “Centu”, una testimonianza ed un ricordo pag. 3 La Lega Nord e le due Simone pag. 4 Gioventù bruciata? Branco? Parliamone……. pag. 5 Piange il telefono……. colloquio con un cittadino adirato pag. 7 Abbiamo il diritto di governare il nostro territorio? pag. 8 Sportello Stranieri: intolleranza e disinformazione pag. 9 “Adulti in carriera”: strumentalizzazioni in corso pag. 10 Natale 2004: il nostro pensiero pag. 11 UESTO NATALE ha ch vivere. Q significato una delle tragedie più inaspettate ed indicibili e la natura e la storia umana, potessero immaginare di Questa sconosciuta cosa, lo tsunami, è entrata nelle nostre case portando dolore e morte, sgomento e impotenza. É però entrato, con ben altra forza nella vita di migliaia di villaggi e persone del sud-est asiatico: distruggendo, uccidendo, portando via, nel risucchio della sua sconvolgente onda, migliaia di vite e la vita stessa di quei posti. ggi il telegiornale ci racconta che una bimba inglese, ricordandosi di una lezione di geografia, è riuscita a salvare la vita a molte persone, preavvisandole. Fortunata lei, e fortunato chi le era vicino e, dalla sua conoscenza, ha avuto la vita salva. Noi, quasi tutti noi, che dormivamo nei nostri letti serenamente (magari un po’ invidiosi di qualche amico che trascorreva il Natale in quei posti) abbiamo avuto un risveglio colmo della nostra inaspettata ignoranza verso i segnali che la natura ci manda e di devastazione nel cuore. O Oggi, a una settimana di distanza, continuiamo a vivere quotidianamente lo stillicidio dei numeri e lo stillicidio della nostra coscienza che sa, è ben conscia, che il dopo tsunami sarà peggio dell’onda stessa. E’ scattata, ed è questa la sola cosa degna di questa vicenda, una solidarietà incredibile. La gente, forse perché anche tanti occidentali sono stati coinvolti da questo evento, è partita in una gara di sostegno e solidarietà senza precedenti che ha superato di gran lunga, l’impegno dei governi. Forse, una delle poche cose belle di questo mondo globalizzato: il sentirci tutti coinvolti; tutti importanti, anche con il nostro piccolo euro, per dare un segnale di fratellanza e di solidarietà. Quello che temiamo è il dopo: passata l’onda restano la fame, la distruzione, la malattia, l’abbandono. In questo senso deve andare il nostro impegno: cerchiamo di non dimenticare in fretta… Cerchiamo di ricordarci di questi nostri fratelli anche quando le immagini dei telegiornali passeranno ad altre notizie… Cerchiamo di ricordarci dei bambini che avranno diritto ad un futuro, esattamente come i nostri, apparentemente al sicuro nel nostro mondo fatto di videogiochi. ome amministratori abbiamo fatto un primo, piccolo gesto a nome di tutta la collettività mottese. Abbiamo donato il corrispettivo di un euro per ogni cittadino mottese, utilizzando il fondo di riserva del bilancio e destinandolo a Medici Senza Frontiere. A noi per primi, resta l’impegno di non dimenticarci di questi fratelli e di proseguire con l’impegno ad una solidarietà fattiva che li possa aiutare a ricostruire un futuro per la loro terra e per i loro figli. C Vi preghiamo, singolarmente, di fare altrettanto. Il grillo parlante mottese

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Periodico d’informazione a cura della

ListaCivicaPerilNostroPaeseCentroSinistra @: [email protected] http://digilander.libero.it/listacivicapinp

Il Grillo Parlante mottese Anno III n° 12

gennaio ’05 Direttore Responsabile

Laura Cazzola Questo numero è stato scritto da:

Stefania Aresi,Guglielmo Belloni, Carlo Bianchi, Bianca Bonfanti, Carlo Bonomi, Daniele Casarini,

Laura Cazzola, Gianangelo Doveri,Cristiana Fusi, , Dante Gilardi, Luigi Marchesi, Luciano Nodari, Pierantonio Negri, Gianpiero Papa, Maria Piva,

Giovanni Possi, Alberto Quaroni, Adriano Radaelli, Gianni Radici, Maria Sada, Gianni Schiavon,

Ferruccio Torriani, Roberto Zanolin

Redazione e sede legale: Via Don Casarico, 34 - Motta Visconti MI Registrazione: Tribunale di Pavia n° 578 del 28.01.2003 Stampa: Litografia Abbiatense snc. Via Ticino 49/51 - Abbiategrasso

Distribuito gratuitamente

Sommario:

Questo Natale pag. 1 Scuole: Primo obiettivo raggiunto! pag. 2 “Centu”, una testimonianza ed un ricordo pag. 3 La Lega Nord e le due Simone pag. 4 Gioventù bruciata? Branco? Parliamone……. pag. 5 Piange il telefono……. colloquio con un cittadino adirato pag. 7 Abbiamo il diritto di governare il nostro territorio? pag. 8 Sportello Stranieri: intolleranza e disinformazione pag. 9 “Adulti in carriera”: strumentalizzazioni in corso pag. 10 Natale 2004: il nostro pensiero pag. 11

UESTO NATALE hach

vivere. Q significato una delle tragedie più inaspettate ed indicibili

e la natura e la storia umana, potessero immaginare di

Questa sconosciuta cosa, lo tsunami, è entrata nelle nostre case portando dolore e morte, sgomento e impotenza. É però entrato, con ben altra forza nella vita di migliaia di villaggi e persone del sud-est asiatico: distruggendo, uccidendo, portando via, nel risucchio della sua sconvolgente onda, migliaia di vite e la vita stessa di quei posti.

ggi il telegiornale ci racconta che una bimba inglese, ricordandosi di una lezione di geografia, è riuscita a salvare la vita a molte persone, preavvisandole. Fortunata lei, e fortunato chi le era vicino e, dalla sua conoscenza, ha avuto la vita salva. Noi, quasi tutti noi, che dormivamo nei nostri letti serenamente

(magari un po’ invidiosi di qualche amico che trascorreva il Natale in quei posti) abbiamo avuto un risveglio colmo della nostra inaspettata ignoranza verso i segnali che la natura ci manda e di devastazione nel cuore.

OOggi, a una settimana di distanza, continuiamo a vivere quotidianamente lo stillicidio dei numeri e lo stillicidio della nostra coscienza che sa, è ben conscia, che il dopo tsunami sarà peggio dell’onda stessa. E’ scattata, ed è questa la sola cosa degna di questa vicenda, una solidarietà incredibile. La gente, forse perché anche tanti occidentali sono stati coinvolti da questo evento, è partita in una gara di sostegno e solidarietà senza precedenti che ha superato di gran lunga, l’impegno dei governi. Forse, una delle poche cose belle di questo mondo globalizzato: il sentirci tutti coinvolti; tutti importanti, anche con il nostro piccolo euro, per dare un segnale di fratellanza e di solidarietà. Quello che temiamo è il dopo: passata l’onda restano la fame, la distruzione, la malattia, l’abbandono. In questo senso deve andare il nostro impegno: cerchiamo di non dimenticare in fretta… Cerchiamo di ricordarci di questi nostri fratelli anche quando le immagini dei telegiornali passeranno ad altre notizie… Cerchiamo di ricordarci dei bambini che avranno diritto ad un futuro, esattamente come i nostri, apparentemente al sicuro nel nostro mondo fatto di videogiochi.

ome amministratori abbiamo fatto un primo, piccolo gesto a nome di tutta la collettività mottese. Abbiamo donato il corrispettivo di un euro per ogni cittadino mottese, utilizzando il fondo di riserva del bilancio e destinandolo a Medici Senza Frontiere.

A noi per primi, resta l’impegno di non dimenticarci di questi fratelli e di proseguire con l’impegno ad una solidarietà fattiva che li possa aiutare a ricostruire un futuro per la loro terra e per i loro figli.

C Vi preghiamo, singolarmente, di fare altrettanto.

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SCUOLE: PRIMO OBIETTIVO RAGGIUNTO. Approvato il progetto preliminare e adottata la variante al PRG per acquisire l’area.

ella seduta consiliare del 15 dicembre, la nostra maggioranza ha portato in approvazione il progetto preliminare delle scuole e la variante al PRG che consente di acquisire il terreno (circa 45.000 mq) perché il nuovo plesso possa sorgere. Lo avevamo dichiarato in campagna

elettorale: “Il nostro impegno e la nostra tensione verso le problematiche dei bambini e dei giovani sono state e saranno la parte più importante del nostro lavoro politico. In quest’ottica c’è sicuramente l’impegno di tipo urbanistico e strutturale che vede l’impossibilità di ritardare, anche di un solo giorno, l’inizio dei lavori per la costruzione del nuovo plesso scolastico” …e così abbiamo fatto.

N

Eccellente quindi il lavoro dei tecnici, sia interni che esterni al Comune, a cui va il nostro plauso ed il nostro ringraziamento. Necessarie alcune valutazioni politiche, in risposta a quanto detto e scritto dalle forze politiche di

ranza. minoa prima. “La voce azzurra”, su un suo volantino, riprende la notizia, ricordando, come del resto ha fatto durante il Consiglio il Consigliere De Giuli, che si tratta del progetto che ‘loro’ ci hanno lasciato in eredità. Non essendo nel nostro stile negare l’evidenza, ci teniamo a precisare

quanto segue. LIl progetto nasce ai tempi dell’amministrazione Vecchio, che dà l’incarico all’Ufficio Tecnico di studiare dove e come costruire il nuovo plesso scolastico. I progettisti pensano, studiano e producono un documento (sostanzialmente quello approvato ora), ma la Giunta nel frattempo si è dissolta e l’area su cui far sorgere le scuole ed il progetto generale vengono approvati dal Commissario Prefettizio. Il Commissario, ovviamente, lascia la fase amministrativa che deve produrre tutti gli atti per la realizzazione del plesso, alla responsabilità di chi sarà eletto a guidare il paese. Noi, una volta insediati, abbiamo fatto nostro il progetto dei tecnici con un’unica richiesta: quella che prevede che il lotto relativo alla scuola elementare comprenda, oltre la palestra, anche la mensa e le cucine, in modo tale che una volta terminata la costruzione, i ragazzi delle elementari possano essere trasferiti senza alcun problema logistico nei nuovi edifici. I forzisti dimenticano che il dove costruire le scall’opera, è stato uno dei motivi per cui la giunta Vecreciproco scambio di accuse, l’ex sindaco Vecchio e l’edi Vista. L’ex sindaco, infatti, accusava De Giuli “di vnuovo plesso scolastico dopo 18 mesi”, e ritenevprendere, perché orientato a “ritentare qualche scam2004). Dal canto suo, De Giuli, rispondeva alle critiche dla bontà delle sue primarie proposte di erigere il comPolisportivo, con relativo spostamento degli impianti (nod’investimento). Di tutto questo i Consiglieri di Forza Italia e “La voce azzche quel loro discutere senza mai approdare a nulla, hha stanziato fondi per la costruzione delle scuole, Mottaquindi, da qualsiasi possibilità di contributi.

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Il grillo

Planimetria nuovo plesso scolastico

uole, atto fondamentale per dar seguito chio è saltata. Ecco cosa si dicevano, in un

x assessore De Giuli, sulle pagine del Punto oler ridiscutere l’area di destinazione del a De Giuli recalcitrante sulle iniziative da bio di aree” (cfr. Punto di Vista febbraio

ella signora Vecchio in marzo, sottolineando plesso scolastico laddove sorge il Centro n si sa dove e con quale aggravio di spese

urra” non si ricordano, dimenticandosi anche a fatto sì che quando la Regione Lombardia si sia posizionata ben al 75° posto, esclusa,

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Di questa ‘eredità’, i queruli azzurri si dimenticano, così come del fatto che l’esigenza delle scuole nuove risale ad anni ed anni fa e che, con le loro amministrazioni, dal 1998 al 2004 sono riusciti a produrre solo parole e nient’altro. Segnaliamo, in ultimo, che le idee chiare all’interno del gruppo Noi per Motta, pare non ci siano neppure oggi se “provvidenziali” malanni impediscono al loro capogruppo consiliare di presenziare al Consiglio e di dire la sua in merito all’operazione nuove scuole e, sembra, sulla procedura per realizzarle.

econda considerazione. Il capogruppo del Centrodestra per Motta, coglie al volo un battibecco avuto con il nostro capogruppo, durante il Consiglio del 15, e sdegnoso abbandona la sala consiliare non prima di aver gridato che lui, sul progetto delle scuole, è favorevole. Strano,

quindi che il Consigliere Citro, a nome del Centrodestra per Motta, dichiari l’astensione sulla approvazione del progetto scuole.

S

Ci viene istintivo pensare che se alla Lega vengono i malanni, nel Centrodestra si preferiscono le uscite teatrali per non dover dimostrare le differenti posizioni all’interno del proprio gruppo. Resta la considerazione che alcuni consiglieri vivano in un mondo parallelo a quello reale. Se analizziamo infatti la dichiarazione di astensione del Consigliere Citro, che così vota perché preoccupato che la costruzione delle scuole ricada sulle tasche dei mottesi, ci domandiamo:

• stabilito che il governo, troppo impegnato a fingere di tagliare le tasse agli italiani, non dà contributi

• stabilito che la Regione non ce li dà per colpa di chi ha amministrato prima di noi, e che non è stato in grado di produrre un progetto finanziabile

• stabilito che le scuole (nido, materna, elementari e medie) non sono di competenza della Provincia e che quindi, da questa, non possono essere finanziate

da chi, secondo il Consigliere Citro, dovrebbero essere pagate, se non dagli stessi cittadini mottesi? Oppure preferisce non costruirle, lasciando i nostri ragazzi nelle attuali ed inadeguate strutture, salvo poi riempirsi la bocca di concetti sulla sicurezza che deve essere garantita? Rinnoviamo il nostro invito già rivolto al Consigliere Citro: se conosce qualche benefattore disposto a regalare contributi ai Mottesi, per la costruzione delle nuove scuole, ce lo segnali. Non aspettiamo altro.

UNA TESTIMONIANZA……. UN RICORDO

É venuto a mancare Innocente “Centu” Turri, sindaco di Motta dal 1951 al 1960. Lo ricordiamo con affetto, riproponendo una sua preziosa testimonianza su un fatto storico che ha segnato il recente passato del nostro paese: “……….da Binasco ci avevano informati che i tedeschi che s azionavano a Vigevano avevano ricevuto l’ordine dit raggiungere Lacchiarella: non sapevamo, però, se avevano deciso di passare da Abbiategrasso o da Bereguardo. La notte tra il 27 e il 28 aprile del 1945 io, Luigi Fusi, Angelo Brusati, Pietro Scotti, Angelo De Giovanni e altri partigiani, li aspettavamo al Passatempo; il Comandante Gigi Borgomaneri, Angelo Cavalli, Doveri detto “Fulmine”, Dino Turri ed altri, erano appostati all’altezza dell’odierna Via Rosselli. La colonna dei nazisti arrivò dalla parte del cimitero e quando fu poco più avanti, alcuni partigiani aprirono il fuoco. La terribile risposta dell’esercito invasore partì da un mezzo corazzato. Quella tragica notte, il primo ad essere colpito fu il Comandante Gigi Borgomaneri. Francesco Tacconi, che in quel momento era all’interno della sua abitazione, sentiti i lamen i del partigiano tferito, aprì la porta della sua casa, forse per soccorrerlo… La luce che proveniva dalla porta spalancata offrì un facile bersaglio all’esercito tedesco, che fece fuoco nuovamente, colpì ed uccise entrambi gli uomini.”

Innocente “Centu” Turri, della 137ma Brigata Garibaldi -Motta Visconti, 30.4.2001

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LA LEGA NORD PADANIA E LE DUE SIMONE

olte sono state le illazioni sul sequestro di Simona Torretta e Simona Pari. Molti hanno inteso fare volgari speculazioni sull’avvenimento e seminare sospetti. La

parlare ai Lega Nord Padania ha detto la sua sull’argomento. Con una serie di articoli, ha voluto lettori del Punto di Vista (Nov. 2004), di ciò che loro definiscono lo “strano rapimento” delle

due Simone.

M Elencando una serie di dati e notizie, si sono posti e pongono una sequela di domande alle quali, Franco Castoldi di “Un ponte per…..”, l’organizzazione presso la quale “lavorano” le due Simone ha ritenuto di rispondere fornendo informazioni utili per meglio definire la vicenda.

LA VICENDA DELLE SIMONE: DUE PERCHÉ ? Perché tanta stima, solidarietà ed affetto da parte di molti? Perché attacchi, menzogne ed insulti da parte della destra?

ispondendo a queste due domande si può spiegare tutta la vicenda che ha coinvolto le nostre due volontarie, dal punto di vista di come è stata vissuta in Italia.

Un pR

oco di storia per rinfrescarci la memoria. “Un Ponte per….” (allora si chiamava Un Ponte per Baghdad), nel 1991 inizia il proprio cammino di costruzione di un ponte di solidarietà tra il popolo pacifista italiano ed il popolo iracheno vittima della guerra. Da allora siamo stati sempre presenti nel paese con progetti di aiuto nel campo sanitario, dell’educazione, della potabilizzazione delle acque, di gemellaggio e scambio culturale. Siamo rimasti nel paese nei 13 lunghi anni di embargo, Simona Torretta era presente nel dicembre ’99 durante i violenti bombardamenti anglo-americani che colpirono Baghdad, abbiamo deciso di restare anche dopo l’occupazione del paese nel febbraio 2003, pur sapendo che la guerra e l’invasione avrebbero portato distruzione, violenza e terrore per tutti gli iracheni e gli stranieri presenti nel paese a qualsiasi titolo. Ma in tutti questi anni abbiamo anche lottato quì in Italia e nel mondo assieme a tante altre organizzazioni pacifiste, per la fine dell’embargo che colpiva la popolazione civile, per fermare la guerra, per il ritiro delle truppe di occupazione, per dare un futuro di libertà agli iracheni. Questi sono i semplici motivi per cui, dopo il rapimento delle due Simone e dei loro collaboratori iracheni Raad e Manaz, le piazze si sono riempite di gente che chiedeva il loro rilascio immediato, i comuni e le province hanno esposto le loro gigantografie con lo slogan “Liberiamo la pace”, noi dell’associazione abbiamo partecipato a decine di iniziative di solidarietà con la presenza di tutte le comunità religiose e con in prima fila le comunità islamiche in Italia. I nostri quattro volontari sono stati percepiti da tutta questa gente che si è mobilitata, non come degli eroi, ma come delle persone uguali a loro, dei pacifisti che erano in prima fila nella battaglia per la pace. Ecco perché i bambini delle scuole italiane hanno trepidato per le Simone ed hanno festeggiato nel momento della loro liberazione. Simona Torretta ha girato tante scuole in Italia quando lavorava al nostro ufficio di Roma occupandosi dei gemellaggi scolastici, Simona Pari in Iraq viveva con i bambini iracheni e teneva i contatti con le classi gemellate in Italia organizzando lo scambio di lettere e disegni. L’affetto di cui sono state circondate è motivato dal loro impegno e dalla loro coerenza: per millecinquecento euro netti al mese , stipendio certificato e pubblicato sul sito ufficiale di “Un Ponte per …” (www.unponteper.it) e ricavabile dai bilanci pubblicati a norma di legge, hanno deciso di dare una parte importante della loro vita per aiutare gli iracheni, in particolare i bambini iracheni su cui sono incentrati molti dei progetti realizzati dalle Simone.

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Due altre precisazioni per noi doverose: 1) la notizia sugli stipendi iperbolici dei nostri cooperanti non è mai stata pubblicata dal

Corriere della Sera per il semplice motivo che, non essendo vera, se quel giornale l’avesse pubblicata noi lo avremmo querelato, così come abbiamo fatto con altri giornali. Inoltre il corrispondente da Bagdad di allora del Corriere conosceva molto bene l’attività della nostra associazione e le stesse Simone, per cui non poteva in alcun modo scrivere quelle sciocchezze.

2) Non conosco l’attività in Iraq della o.n.g. Padana, per cui non posso esprimere giudizi in merito. Vorrei solo far notare come fino al mese di dicembre 2002 le o.n.g. italiane presenti in Iraq erano una sola (“Un Ponte per…”). Ad aprile 2003, non appena si è avuto sentore che dopo la guerra sarebbero arrivati cospicui finanziamenti per la ricostruzione, le o.n.g. italiane presenti nel paese erano già una decina. La maggior parte di queste o.n.g. si sono federate nel “Tavolo di solidarietà per l’Iraq” che impegnava fin dalla sua costituzione le associazioni aderenti a non ricevere finanziamenti dal governo italiano, essendo parte in causa nella guerra con la presenza delle proprie truppe di occupazione al seguito delle forze statunitensi e britanniche. Come certificato dal nostro bilancio quindi, non abbiamo mai ricevuto finanziamenti dal Ministero degli Affari Esteri né da altri enti del governo italiano.

ileggendo questo mio scritto, mi accorgo di avere risposto anche alla seconda questione: siamo stati così attaccati dalla destra proprio per la coerenza dimostrata prima, durante e dopo il sequestro.

Abbiamo continuato ad impegnarci per i valori in cui crediamo, la pace e la solidarietà tra i popoli in primo luogo.

R Ora viene la parte più difficile: continuare ad essere coerenti e non abbandonare gli iracheni, malgrado la nostra impossibilità di essere presenti direttamente con nostro personale nel paese senza mettere a repentaglio la loro vita. Non so se ci riusciremo, ma ci stiamo provando. Una nostra missione che comprendeva anche le Simone si è recata ad Amman nel mese di dicembre per incontrare esponenti delle organizzazioni umanitarie internazionali e coordinare gli interventi di aiuto alla popolazione irachena. Franco Castoldi di “Un Ponte per …”

“GIOVENTÙ BRUCIATA”? “BRANCO”? PAESE DA METTERE SOTTO CONTROLLO? Parliamone. Con franchezza, serenità ed il giusto spirito.

É sotto gli occhi di tutti: un bel gruppo di locali ragazzotti ‘bivacca’ (l’espressione può essere forte ma, crediamo, realistica) nelle nostre piazze e nelle nostre vie. Spesso disturba, schiamazza, fa danni.

Veniamo fortemente sollecitati dalle minoranze a mettere videocamere per il paese per individuare i colpevoli. Certo le videocamere possono essere un deterrente (se non le spaccano…). Abbiamo fatto dei calcoli: ce ne vorrebbero più di venti per coprire tutti i luoghi ‘sensibili’ che sono normalmente presi di mira. L’Amministrazione sta valutando dei preventivi, per sapere di ‘quanto’ si sta parlando ma, statene certi, sarà un costo enorme per le casse comunali. Ma non è solo questo il problema. Che il loro far ‘casino’ e danneggiare le proprietà comunali e dei privati dia sui nervi a tutti, a noi per primi, è fuori discussione. Soldi spesi per rimettere a posto ciò che è stato rotto, sporcato, devastato… rabbia da mangiare ad ogni relazione sui danni… Ma tutto questo perché? Per noia: almeno questa è la “giustificazione” più frequentemente usata.

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A nostro parere, questi ragazzi sono la diretta espressione del mondo adulto. Un mondo adulto vigliacco, incapace della sua genitorialità, del suo dovere morale di essere educatore autorevole e rispettato.

n mondo adulto che delega a terzi l’educazione (la scuola, l’amministrazione, l’oratorio, chiunque purché non si tratti di loro stessi) ma che nel momento in cui queste figure terze, rispetto alla famiglia, segnalano le difficoltà, il disagio, i “segnali”

che i ragazzi inviano a chi ha voglia di ascoltarli, hanno l’abitudine di negare l’evidenza (forse perché sarebbe ammissione del loro fallimento?) con il classico “Chi? Il mio ragazzo? Ma non scherziamo lui non c’entra! E non si permetta!”

URisultato: ragazzi che, pur sapendo di essere ‘colpevoli’, si vedono ‘coperti’ dalla famiglia e, in questo modo, vedono sempre più vacillare il limite del lecito e dell’illecito. Del resto, tanto degrado nel nostro paese (ma sia chiaro, non solo: meglio dire nella nostra società) deriva proprio dagli adulti. Chi sporca abbandonando rifiuti in ogni dove? Certi cittadini (che poi magari si lamentano delle tasse). Chi se ne frega delle regole da rispettare? Certi cittadini che, per non fare cento metri a piedi, lasciano la macchina ovunque; che non rispettano il codice della strada; che non rispettano i diversi, che usano la prepotenza (anche solo verbale) come regola di vita. Chi pensa che la persona ‘vincente’ è quella furba che se ne infischia delle regole? Certi cittadini. Chi dice “Chi se ne frega se la maestra ti ha sgridato perché ti sei comportato male”? Certi cittadini/genitori . E allora? Cosa pretendiamo da certi nostri figli, cresciuti da cotanti ‘educatori’? In una realtà sociale in cui la massima aspirazione di tanti ragazzi è l’apparire, il possedere (perché il mondo adulto ‘paga’ le sue colpe di assenza totale con l’acquistare oggetti); dove gli stessi adulti sono pronti a rinunciare a cose importanti pur di possedere l’ultimo modello di cellulare o di automobile: cosa vogliamo dai nostri ragazzi? Noi, in molti casi, li abbiamo ‘creati’ così. Una società falsa, che brucia tutto (prima di tutto le persone) senza dare spazio ai bisogni profondi degli esseri umani, non può che produrre ragazzi annoiati, soli e che usano le piccole violenze e le sopraffazioni come termine di ‘valore’. E allora? Bastano le telecamere? Basta trasformare il nostro paese in un posto ‘sotto controllo’ per risolvere il problema? Sì, certo la telecamera ci può consentire di scoprire il colpevole di qualche fattaccio; può consentirci, una volta scoperti gli autori di un atto vandalico, di chiedere i danni. Sono cose sacrosante ed è giusto il ‘castigo’ a fronte della colpa. Anche questo è ‘educare’. Ma non crediamo che basti. Vorremmo che ognuno di noi si rendesse conto che ‘educare’ vuole anche dire che tutta la nostra società si fa carico dei suoi figli e non li emargina o li bolla solo perché ‘cattivi’ ragazzi. Che ognuno di noi ritrova l’autorevolezza ed il coraggio di non piegarsi all’omertà; che educare è anche avere il coraggio di denunciare chi realmente commette degli illeciti e di non fare di tutta l’erba un fascio, sapendo comprendere la differenza tra il semplice far chiasso (chi di noi non l’ha fatto a quell’età? Chi alza la mano dice una bugia) e fare illeciti; che educare significa sapere capire ed ascoltare, prima che castigare. In questo senso vuole andare il nostro impegno morale, ancor prima che economico, di amministratori: cercare di mettere tutte le nostre energie e forze per provare a dare delle opportunità diverse a questi nostri ragazzi. E, anche, per cercare di aiutare quei genitori e quegli adulti che hanno voglia di mettersi ancora in gioco per dare un futuro diverso ai loro figli e al loro essere adulti ed educatori. Forse, per far questo, le telecamere non bastano: serve creare spazi per incontri ed attività che ci aiutino a far cambiare questi ragazzi nel profondo e non solo ad aver paura di essere ‘beccati’ da un occhio elettronico.

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PIANGE IL TELEFONO… Pronto ?… Parlo con la giunta cattocomunista?

Si. Noi siamo una coalizione di centrosinistra.

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Sono un cittadino indignato, e arrabbiato proprio con voi. Io vi ho votato perché faceste tutto quello che serve a Motta e ai mottesi, che erano stufi di vedere solo litigi e veleni mentre tutto andava a rotoli. Ora leggo sul giornale che perdete tempo a modificare e cambiare i regolamenti comunali, perché?

Perché quei regolamenti erano poco democratici, non lasciavano nessuna possibilità all’opposizione di intervenire nei vari momenti delle decisioni comuni, come per esempio le commissioni consiliari, addirittura non prevedevano nessun momento di confronto con

i cittadini non riconoscendo loro la possibilità di indire un referendum in materia importante quale l’urbanistica, o rendendo difficile perfino la presentazione una petizione, cioè una semplice richiesta collettiva. E allora? Io c’ero a quel consiglio comunale e ho visto le chiassate di quei signori: citano a sproposito leggi

e sentenze e non riconoscono un diritto nemmeno se ci sbattono contro il naso, che si arrangino, perché non fargli provare la stessa medicina?!

Perché essere democratici è proprio come essere incinta, se mi passa il paragone, o lo si è o non lo si è, non si può essere… solo un pochino incinta! Comunque stiamo lavorando alacremente, non sempre i risultati sono visibili subito, ma le assicuro che gli effetti del cambiamento li comincerete a vedere presto: il progetto preliminare per le nuove scuole è stato approvato, l’individuazione delle aree per le antenne è stata fatta, la manutenzione e il rifacimento delle strade iniziati e, visto che segue i lavori del Consiglio Comunale, potrà in futuro apprezzare la realizzazione del nostro programma. Si, certo, però siccome mancano i soldi voi aumentate l’ICI ai cittadini, già pesantemente tartassati. Ho

visto le bollette ricevute da miei amici con richieste pesantissime di arretrati di cinque anni. Quello che dice è in parte esatto ed in parte sbagliato: l’amministrazione comunale non ha aumentato le aliquote in vigore, ma l’Ufficio del Catasto sta aggiornando le rendite catastali e lei saprà che su quelle si calcola l’ICI. Ora, quando il catasto comunica ufficialmente al Comune le nuove rendite, questo deve automaticamente aggiornare le cartelle ICI, se non lo facesse sarebbe un illecito amministrativo, cioè un reato. Il problema, però, sta nel fatto che il Catasto, da dieci anni a questa parte, non ha mai comunicato agli interessati l’assegnazione definitiva della loro rendita catastale ed i cittadini hanno continuato, in buona fede, a pagare la loro rendita presunta. Oggi arrivano gli aggiornamenti dal Catasto e l’Ufficio Tributi è obbligato dalla legge a richiedere cinque anni di arretrati. Comunque i soldi mancano sempre per fare tutto quello che avete promesso nel programma, a cominciare

dalle scuole, se non aumentate l’ICI dove li prendete i danèè? Certo, il problema ‘soldi’ è un problema grosso… ma, come le dicevo prima, almeno nel 2005 non ci sarà nessun aumento dell’ICI. Ma vede… quello che , forse, la gente mal comprende sono altre situazioni. Il governo, ogni anno più pesantemente, taglia i trasferimenti delle nostre tasse a Regioni, Province e Comuni mentre, al contrario, ogni anno mette in capo a questi enti un numero sempre maggiore di competenze che, una volta, erano dello Stato. La “devolution” attuata da questo governo consiste nell’obbligare i Comuni, le Province e le Regioni a dare sempre più servizi ai cittadini senza, però, trasferire nelle loro casse i soldi necessari a mantenere questi servizi. Risultato: molti di questi taglieranno i servizi o dovranno aumentare il loro costo. Un’altra cosa è questo continuo interferire, attraverso la finanziaria e il patto di stabilità voluto dal governo, nelle scelte che, autonomamente, ogni comune ha il diritto di fare. Il blocco della spesa, per esempio, che ci obbliga a non spendere più del 10-11,5% di quello che si è speso nel triennio 2001/2003, includendo anche le spese per le opere pubbliche, è una decisione vergognosa che sta mettendo in crisi un sacco di enti pubblici. Così come l’essere costretti a non effettuare pagamenti, pur avendone la possibilità, per non essere considerati dei comuni ‘cattivi’ e venire penalizzati nel bilancio 2005. Vuol dire che Roma ladrona impedisce ai comuni di spendere i loro soldi anche quando li hanno?

Purtroppo sembra proprio che a Roma, chi ci governa, a tutto pensi tranne che a rispettare l’autonomia che ogni comune dovrebbe avere nel gestire il proprio bilancio ed il proprio territorio. Non le pare tragicomico che tutto questo accada, in modo sempre più pesante, da quando al governo ci sono quelli che urlavano contro ‘Roma ladrona’? Non le pare che il ponte sullo stretto di Messina sia un falso problema e che sarebbe più giusto che il governo aiutasse i comuni a dare servizi e strutture ai loro cittadini? Ritornando comunque al problema ‘soldi’, la nostra maggioranza ritiene che i Comuni debbano avere il coraggio di fare delle scelte importanti e, come vedrà non appena sarà pubblicato il prossimo bilancio previsionale del prossimo triennio, le scuole, non solo siamo riusciti a programmarle ma anche a provvedere al loro finanziamento. Speriamo solo che l’anno venturo, il governo non s’inventi qualche nuova ‘formuletta magica’ per mettere il suo nasone nei conti del nostro comune, e di tutti gli altri, impedendoci di governare nell’interesse dei nostri cittadini.

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PARLIAMO ANCORA DI ANTENNE: atto illecito o diritto a governare il nostro territorio?

el Consiglio Comunale del 29 novembre il gruppo consiliare “Noi per Motta” aveva posto all’ordine del giorno una mozione in cui si chiedeva alla maggioranza di annullare (nei fatti) la precedente delibera

in cui venivano identificate le aree su cui posizionare le antenne della telefonia mobile. Tralasciamo, per rispetto dei lettori, la lunghissima sequela di norme (sbagliate ed inconcludenti) che i consiglieri Redaelli, De Giuli ed Arsoni (mal consigliati da qualcuno) citavano a sostegno della illegittimità delle decisioni della maggioranza. Volevano che si riportasse la situazione ante delibera di identificazione delle aree quindi, in soldoni, assoluta libertà della aziende di telefonia di mettere le antenne dove vogliono in totale spregio al concetto di cautela per la salute umana ma anche, e forse soprattutto per i leghisti doc, in totale spregio al diritto del Comune di governare il proprio territorio pensando ai cittadini e non ai bilanci delle aziende di telefonia.

N

Tenete ben presente che se, per disgrazia dei mottesi, avessimo dato loro retta nel giro di breve tempo una bella antennona di 30 metri svetterebbe sopra le nostre teste da un giardino di un privato che abita lungo la Borgomaneri e a cui, evidentemente, interessava più l’affitto che la salute dei mottesi (tralasciando, ovviamente, l’estetica). Ciò premesso, e considerato che riteniamo assolutamente legittimo ciò che è stato deliberato a settembre, sentiamo il dovere di dover fare ancora una considerazione (assolutamente politica) su questa vicenda.

vero che, teoricamente, anche la passata amministrazione aveva pensato ad un terreno nei pressi del cimitero per lo spostamento dell’antenna TIM ma, ed è un ma fondamentale, la decisione di non

stabilire nel PRG quali fossero le zone idonee lasciava totalmente alla discrezionalità dei gestori della telefonia, di adeguarsi o meno a questa indicazione. Infatti, ora, le antenne si potranno posizionare solo ed esclusivamente dove abbiamo deciso in Consiglio Comunale. Ne consegue che:

É

le antenne nuove (nello specifico TIM e H3G) dovranno, se vorranno stare a Motta, posizionarsi in quelle aree e non potranno andare dai privati perché il PRG non lo consente. L’identificazione delle aree coniuga quindi, in modo assolutamente legittimo, il diritto alla salute e la gestione urbanistica del territorio con il diritto ad operare dei gestori.

l’identificazione di queste aree consentirà al Comune di aprire una trattativa anche con Omnitel e Wind (ora con l’antenna posizionata al centro sportivo a causa della scelta – a nostro parere – sciagurata, di Bertolazzi) per tentare di delocalizzare anche la loro struttura prima della fine del contratto e, comunque, di imporre loro di spostarsi alla fine dei nove anni.

le aree, che diventeranno di proprietà comunale, frutteranno al Comune, e non al privato, l’affitto e questo consentirà all’Amministrazione Comunale di avere denaro a disposizione per opere pubbliche. Se avessero governato loro i soldi sarebbero andati sul conto bancario dei privati ed i cittadini sarebbero stati beffati due volte.

Sentirci dire, come hanno fatto i consiglieri di minoranza, che queste scelte comporteranno maggiori costi per le aziende di telefonia lo definiremmo, per essere generosi, quanto meno spassoso. Che il Comune debba preoccuparsi dei costi di aziende private non crediamo rientri nei compiti istituzionali di un amministratore pubblico ma pare lo sia, invece, nella mente degli amministratori di centro-destra, così preoccupati di fare ponti d’oro e leggi ad hoc (come la famigerata e incostituzionale legge Gasparri) che tornano utili ai soci delle aziende e non ai cittadini che li hanno mandati a governare. Ultima considerazione: ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, gli ex amministratori del centro-destra hanno dimostrato di non conoscere neppure le norme minime che chi governa deve, obbligatoriamente, seguire. Ci hanno accusato di aver sperperato i soldi dell’incarico al professionista esterno che ha predisposto la delibera delle antenne: peccato davvero che non sappiano che una variante di PRG può essere firmata da un ingegnere o da un architetto e non da un geometra, come è il caso del responsabile del nostro Ufficio Tecnico. Era scelta obbligata, quindi, dare quell’incarico che la geometra Alberico ha condiviso e seguito passo passo in tutto il suo iter. Segnaliamo che, in data 29.12.2004, è pervenuta presso gli Uffici Comunali la comunicazione del ricorso al T.A.R. da parte della H3G, che rivendica il diritto di posizionare la propria antenna in via Borgomaneri. Da parte nostra, come Amministratori, difenderemo il diritto del Comune di gestire il proprio territorio, secondo gli interessi della collettività e non quelli delle aziende di telefonia e, se sarà necessario, affronteremo la causa per difendere questo sacrosanto principio.

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LO SPORTELLO STRANIERI: INTOLLERANZA E DISINFORMAZIONE

Motta Visconti, 03/01/2005 Chiuso in redazione alle ore 9 Pag. 9 di 12

a sparata a grossi caratteri che la Lega ha voluto fare utilizzando la pagina acquistata sul “Punto di Vista” ha, a dir poco, del grottesco.

Lo Sportello Stranieri a Motta è stato aperto e lo ribadiamo con orgoglio, grazie a questa maggioranza. É un progetto adottato dall’assemblea dei Sindaci del Piano di Zona dell’Abbiatense, a costo zero per le casse comunali, che ad ottobre 2004 è stato attivato anche ad Abbiategrasso e Gaggiano, che con Motta Visconti sono i paesi del distretto con il maggior numero di abitanti. Siamo orgogliosi di aver potuto, in questo modo, offrire un supporto ed un aiuto ai nostri ospiti, in termini di indirizzo per le pratiche burocratiche e per tutto ciò che permetta loro di vivere degnamente e, soprattutto, nel rispetto delle nostre leggi. Nessuno dovrebbe infatti dimenticare che noi, Italia, siamo il paese ospitante. Vogliamo e dobbiamo essere ospitali. Queste persone non rimarranno nei loro paesi solo perché non vengono accettati nei nostri. Se si riuscisse ad immaginare quali motivazioni possono spingere queste persone, intere famiglie, ad abbandonare la loro terra, le loro case ed i loro affetti ed ad affrontare difficoltà, insicurezza economica ed ostilità di ogni genere, forse riusciremmo anche ad essere un po’ meno “diffidenti ed intolleranti” .

SPORTELLO STRANIERI, ORA C’É

Dati del

distretto Abbiatense

Anno 2003

Comuni Totale Abitanti

Totale extra

comunitari %

Abbiategrasso 28.890 1.131 3,91%Albairate 4.279 128 2,99%Besate 1.808 28 1,55%Bubbiano 1652 dato non pervenutoCalvignasco 1.061 29 2,73%Cassinetta di Lugagnano 1.629 26 1,60%Cisliano 3.322 86 2,59%Gaggiano 8.265 191 2,31%Gudo Visconti 1.319 17 1,29%Morimondo 1.166 57 4,89%Motta Visconti 6.570 148 2,25%Ozzero 1.330 27 2,03%Rosate 5.111 140 2,74%Vermezzo 3.472 93 2,68%Zelo Surrigone 1.158 22 1,90%

Totale 71.032 2.123 2,36%

MIGRANTI

“I nostri emigranti partivano lasciando a casa tutto, affetto, storie, stanze, amore. I nuovi migratori partono lasciando a casa il fuoco acceso degli incendi appiccati dalle guerre, lasciano il bucato in fiamme. Portano per mano un figlio, un

genitore anziano, hanno salvato una camicia, un libro. Si muovono sulla superficie della terra come fanno le onde, che hanno un solo verso, solo andata. Partono con loro l’amore e tutto il tempo futuro, l’unico patrimonio da trasmettere ai figli.

Erri De Luca

L

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“ADULTI IN CARRIERA”: STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA IN CORSO

el primo numero de “ La Voce Azzurra”, foglio informativo di Forza Italia, appare un articolo titolato “Gli adulti in carriera sono stati sfrattati” a firma del Sig. R. Fraccia.

Motta Visconti, 03/01/2005 Chiuso in redazione alle ore 9 Pag. 10 di 12

Ritengo meriti una risposta chiarificatrice ed alcune considerazioni. NE’ vero che il Gruppo degli Adulti in carriera ha cambiato il luogo di incontro, ma strumentalizzare politicamente la soluzione, dallo stesso decisa ed adottata, definendola sfratto, mi sembra alquanto scorretto. Precedentemente a tale trasferimento, ci sono stati dei contatti, tra la sottoscritta, assessore alle politiche sociali, l’assessore allo sport e tempo libero ed alcune Signore rappresentanti il Gruppo. Durante il primo incontro, le rappresentanti hanno formulato sostanzialmente due richieste all’Amministrazione: l’uso gratuito del Centro Civico Comunale ed un contributo per il materiale necessario allo svolgimento delle loro attività.É stato detto loro che entrambe le concessioni non sarebbero state possibili se non si fosse provveduto a costituire un’associazione, una figura giuridica alla quale riconoscere tali benefici. In quel momento si stava prospettando la nascita della locale sezione AUSER Volontariato, la Vicus Campese che prevede, nel proprio statuto nazionale, un settore dedicato ai “laboratori culturali” . É stata quindi prospettata loro l’ipotesi della adesione a tale Associazione, che gli avrebbe evitato di doverne creare una ad hoc. Le rappresentanti del Gruppo non erano contrarie ed ammettevano, nel contempo, che anche la precedente amministrazione, ritenendo “irregolare” l’utilizzo del Centro Civico da parte delle 20 signore, aveva sollecitato la costituzione di una associazione. Ci lasciammo d’accordo di comunicarci qualsiasi decisione o novità emergesse da ambo le parti. Correttamente, avrebbero riferito le loro conclusioni, dopo aver parlato con il resto del Gruppo. Sette giorni più tardi, due rappresentanti del Gruppo sono state invitate all’incontro della costituenda sezione AUSER. In tale occasione, ci venne comunicato che ricamatrici e pittrici non avevano alcuna intenzione di “associarsi” all’AUSER, perché, da loro, ritenuta politicizzata. A questo punto io stessa mi offrii di individuare qualche altro statuto di Associazione che potesse fare al caso loro, che ho poi proposto in un successivo incontro, come, ad esempio, quello del Movimento Italiano Casalinghe o dell’Associazione di ricamo “Il Filo che conta”. Il neo-eletto presidente AUSER, dal canto suo, conscio delle loro difficoltà, si offrì di “accompagnarLe” nell’iter burocratico necessario all’espletamento delle pratiche. Dopo qualche giorno una delle due rappresentanti ha tenuto personalmente ad informarmi, e la ringrazio per la correttezza, che il Gruppo, dichiaratosi in maggioranza contrario a qualsiasi forma di associazionismo, aveva optato per l’oratorio S. Luigi. Questi i fatti ed ora le considerazioni: Il gruppo non si è voluto associare all’Auser perché da loro, a torto, ritenuta politicizzata. Scelta

legittima, ma il problema è sostanzialmente un altro e cioè la loro contrarietà ad iscriversi a qualsiasi tipo di associazione. Il progetto “Adulti in carriera”, iniziativa di carattere sperimentale (sei mesi), come espressamente definito e previsto nella delibera del 12/1998 dell’allora Amministrazione, aveva come scopo, sicuramente l’aggregazione, ma, come obiettivo finale, la costituzione di una Associazione autonomamente gestita. Ciò avrebbe reso possibile, sia la concessione dell’uso gratuito del Centro Civico, sia eventuali contributi da parte dell’Amministrazione. L’obiettivo non è stato mai raggiunto e quel che più conta ancora oggi “rifiutato”.

Il regolamento che norma l’utilizzo del Centro Civico Comunale e che prevede la concessione di utilizzo gratuito solo alle associazioni regolarmente iscritte all’albo è stato approvato in Consiglio Comunale anche dai rappresentanti forzisti. L’Amministrazione Comunale non può esimersi dall’agire nel rispetto di quanto in esso regolamentato.

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i piacerebbe credere, che quanto scritto dal Sig. Fraccia, firmatario dell’articolo summenzionato, fosse dovuto a mancanza di informazioni corrette, ma, di tutto quanto precedentemente detto, i suoi

rappresentanti politici, seduti ai banchi dell’opposizione, erano già stati ampiamente informati. Mi sorprende perciò che, il Sig. Fraccia, sicuramente a conoscenza delle norme che regolano il rapporto fra le Associazioni e l’Amministrazione Comunale, abbia voluto “lanciare” una sterile speculazione politica, “sfruttando” le esigenze di persone che di tutto avrebbero bisogno, tranne che di interessati “tutori” i quali, considerata la dichiarata refrattarietà a contaminazioni politiche degli “Adulti in carriera”, oltre a non essere sollecitati, dovrebbero essere non graditi.

Bianca Angela Bonfanti Assessore alle Politiche Sociali

Motta Visconti, 03/01/2005 Chiuso in redazione alle ore 9 Pag. 11 di 12

NATALE 2004: il nostro pensiero

finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete chiamati per avere in eredità la

benedizione. Infatti: hi vuole amare la vita e vedere giorni felici,

trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole d’inganno; eviti il male e faccia il bene, cerchi la sua pace e la segua, perché gli occhi del Signore sono sopra i giusti e le sue orecchie sono attente alle loro preghiere; ma il volto del Signore è contro coloro che fanno male. (1 Pietro 3,8-12)

uesto l’incipit del messaggio del Cardinale Dionigi Tettamanzi, nel suo discorso alla

città per la vigilia di S. Ambrogio 2004, a cui erano invitati tutti gli amministratori lombardi. Parole che dovrebbero colpire tutti, credenti e non credenti. Dirette anche a chi, avendo il ‘potere’ di amministrare dovrebbe sempre, ma proprio sempre, tenere ben presente il bisogno, il disagio, la disperazione degli emarginati: dei

rati, appunto. dispeiamo in un epoca, invece, dove tutti sono diventati cattolici e difendono crocifissi e

presepi, salvo poi negare tutti gli insegnamenti che il Cristo in croce, ha provato ad inviarci. Siamo certi che per essere cristiani non serva urlare. Anzi, siamo certi che un buon cristiano è colui che ogni giorno, con fatica, cerca di attuare gli insegnamenti del Vangelo, senza bisogno di ricordare a tutti che lui è un cattolico ma, al contrario, vivendo in semplicità e con coerenza il suo Credo.

on ci interessa commentare gli urli leghisti, che rivendicano il loro ‘cattolicesimo’ salvo

poi, proporre le taglie per scoprire i colpevoli di un delitto o gli ‘affondamenti’ delle barche dei clandestini e la difesa della grettezza, come se questa fosse un valore da difendere.

i rivolgiamo, in questa nostra preghiera laica, a tutti coloro che tentano di essere

davvero dei buoni cristiani. Se è indiscutibile che essere cristiani si coniuga con accettazione del diverso, ci chiediamo perché faccia tanta paura l’accettazione di tutto questo mondo di diseredati che approda sulla nostra terra, chiedendo solo lavoro, diritto di esistere,

tà della vita. digni tutti, a noi per primi, chiediamo di accettare queste diversità. Accettarla non

significa assolutamente rinunciare alla nostra identità. Anzi. Nel nostro ‘accogliere’ crediamo che attueremmo e dimostreremmo il nostro sentire, in modo profondo e forte: quell’insegnamento che non può limitarsi ( )

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Motta Visconti, 03/01/2005 Chiuso in redazione alle ore 9

Il grillo parla

a tenere un crocifisso in casa, per poi negarne il senso nei gesti quotidiani.

se è certo che lo Stato è luogo laico per eccellenza e che, da luogo laico, deve dare

asilo e pari diritti a tutti, è ovvio che sia importante all’interno di questo luogo che dà asilo a tutti, accettare le idee, la fede di tutti.

orse molti insegnanti non conoscono il senso profondo del Natale e quindi si limitano ad

imporre o a negare questo evento, fondamentale per il mondo cristiano. Siamo concordi che non è certo sostituendo qualche parola in una canzoncina che si evita di creare disagio in chi crede in una religione diversa o in chi non crede affatto. A noi piacerebbe che, forti del nostro sentire le radici che gran parte di noi accomunano, ci fosse spazio per accogliere anche le feste, le usanze, i credo e la laicità di tutti gli esseri umani, compresi quelli che hanno scelto di vivere nel nostro paese la loro esistenza travagliata. La scuola è luogo di tutti e deve rispettare tutti. La scuola pubblica è luogo laico, così come lo Stato (in alternativa ognuno ha il diritto di frequentare scuole confessionali) ed in questo luogo di tutti, in cui il diritto di tutti è sancito dalla Costituzione, gli insegnanti devono trasmettere conoscenza e la conoscenza passa anche nel riconoscere che al

mondo c’è anche chi la pensa diversamente da noi.

i piacerebbe che quando vi è una festa in cui l’occidente si riconosce, si parlasse in classe

del senso di quella festa e la si festeggiasse, così come vorremmo che la medesima cosa avvenisse quando si tratta del giorno che ricorda un evento importante per un’altra fede. Perché non far spiegare ad un bimbo mussulmano il perché ed il senso del Ramadan ai suoi compagni di classe? Perché non ricordare che in qualche parte del mondo ci sono bimbi che festeggiano altre feste, con significati (molto spesso) simili al nostro? O gli ebrei, con le loro feste e la loro fede, sono meno occidentali di noi? O i protestanti? O gli ortodossi?

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uesto non ci pare negare la nostra identità, che peraltro non è uguale per tutti neppure

tra noi ‘occidentali’ ma, semplicemente, saper ascoltare idee e valori diversi.

meno che il nostro credere non sia così labile ed insicuro, che il solo ascolto di

chi è diverso da noi, possa metterlo in crisi. Ma questo, sarebbe il fallimento del nostro credo e non la sua distruzione da parte di altri.

La redazione del Grillo augura a tutti, comunque la pensino, un 2005 carico di Pace, Fratellanza, Solidarietà e Impegno da dedicare sia alle piccole cose che circondano il nostro quotiper cercare di risolvere iche affliggono il vastissdiseredati.

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diano vivere, sia grandi problemi imo mondo dei