~!,OLITICHE SVILUPPO - Sito istituzionale del Comune di Noci · proiettando l'agricoltura italiana...
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ASSESSORATOzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Attività Produttive, Terziario, Commercio, Fiere e Mercati,
Filiera Agro Alimentare, Promozione del Territorio, Turismo.zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
COMUNE DI NOCI
Provincia di BARIzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Via Sansonetti,zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA15 -zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA70015 NOCl- Te/. 0804948219/225 Fax: 0804974460
e-mail: [email protected] Celi.: 338 3762322
pec: [email protected]/ia.it
Assessore all' Agricoltura della REGIONE PUGLIA
e Coordinatore della Commissione Politiche Agricole
Dott. Fabrizio NARDONI-} MAG. 2014
AOO NOCI06/0572014 - 0007661Protocollo: USCita
ALLA REGIONE PUGLIA
Direttore delle Politiche per lo Sviluppo Rurale
Via Lungomare N. Sauro n045/47 -70121 BARI
Dott. Gabriele PAPA PAGLIARDINI
uo. UffiCIO Protocollo
Oggetto: PAC 2014/2020 - Proposte dal territorio.
" REGIONE PUGLIA
~!,OLITICHE SVILUPPO RURALE
~_Il}!A~.~& )ARRIVO ~/
SANTOMAURO~- ---- - .-_.-Il sottoscritto Paolo D'ONGHIA, in qualità di Assessore del Comune di Noci (BA), letto diversi articoli
pubblicati su diverse riviste di settore (pubblicati su diversi giornali quali: Agricole, Informatore Agrario, Terra e
Vita, Informatore Zootecnico, etc.) in merito alla Programmazione del Nuovo PSR 2014/2020, propone quanto
segue:
preso atto che nel Comune di Noci (BA) l'attività agricola è tra i settori trainanti della nostra economia con
un fatturato annuo pari a circa 30 milioni di Euro (di cui oltre il 70% del fatturato è rappresentato dal settore
zootecnico con prevalente produzione di latte crudo ed in minima parte produzione di carne) e che, in quanto
settore primario se oppOltunamente salvaguardato anche dal punto di vista delle integrazioni al reddito rivenienti
dalla Nuova PAC 2014/2020, potrebbe sicuramente diventare un volano per la valorizzazione delle produzioni
locali già consolidate (latte crudo), ma anche per lo sviluppo dell'allevamento dei bovini da carne (a tal proposito
va evidenziato che la carne consumata annualmente in Puglia viene importata da filOri regione per circa il 90%)
con conseguente possibilità di incremento occupazionale;
visto che la riforma della PAC "verso il 2020", se pur migliorata rispetto al testo iniziale proposto dalla
Commissione europea, non tiene nella giusta considerazione le esigenze e la salvaguardia delle produzioni
zootecniche dell'allevamento bovino, che sono trainanti e fondamentali per l'agricoltura nazionale ed europea;
considerato che:
a) in Italia il fatturato dell'industria agroalimentare del settore della carne bovina si posiziona a16° posto, con
un valore finale generato dalla filiera di circa 14 miliardi, l'indotto che scaturisce dal settore zootecnico
permette il mantenimento di altre realtà produttive soprattutto per quanto riguarda le produzioni foraggere e
cerealicole;
b) l'impostazione della nuova PAC non prende in considerazione questi importanti aspetti e conferisce un
premio sull'estensione dell'azienda non tenendo conto della produzione animale. Tale politica risulta ancor
più grave per il nostro Paese che possiede una realtà produttiva zootecnica, con un alto livello di
innovazione e produttività, peraltro concentrato in aree geografiche limitate con poca disponibilità di terra;
c) l'intesa politica raggiunta a Bruxelles permette un ampio margine di manovra alle decisioni prese dai
singoli Stati Membri e questo può aiutare l'Italia a fare le giuste scelte per salvaguardare il settore
zootecnico, come colonna portante dell'agroalimentare italiano;
d) l'ampio margine di decisione del nostro Paese deve tenere in considerazione anche le scelte che stanno
adottando altri Paesi membri, nostri competitor per il settore zootecnico, che hanno già indirizzato ingenti
risorse e forti misure verso il settore delle produzioni animali;
premesso che:
a) sarà importante ottimizzare la spesa sulle tipologie di aziende e di produzioni che sono la vera spinta
produttiva del Paese concentrando le risorse sulle aziende orientate al mercato che investono e innovano,
proiettando l'agricoltura italiana verso il futuro e le sfide di un mercato globalizzato e sempre più
competitivo;
b) per il settore zootecnico appare fondamentale poter avere una convergenza interna il più graduale possibile,
in modo da non togliere alle aziende nazionali un importante sostegno al reddito che attualmente aiuta
sensibilmente a raggiungere una marginalità altrimenti inesistente. A livello nazionale, quindi, si dovrà
mantenere un aiuto differenziato per le realtà produttive zootecniche che non verrebbero altrimenti
valorizzate dalle scelte politiche della nuova PAC. A nostro avviso tale garanzia verrebbe sostenuta
dall'applicazione della cosiddetta "convergenza all'irlandese" di cui all'art.25, comma 4 del reg.to
1307/2013;
c) a tutto questo va aggiunto il difficile stato di crisi che il settore zootecnico sta vivendo da anni e la fOlie
concorrenza che subirà dalle altre fOlii aree produttive europee che sembrano già intenzionate a supportare
questi tipi di produzione;
d) la convergenza interna parziale, quindi, resta la strada da percorrere per la salvaguardia delle produzioni
zootecniche italiane che già subiranno un brusco ridimensionamento dato dalla diminuzione del budget a
disposizione;
e) l'altra scelta fondamentale per l'Italia, al fine del mantenimento del settore zootecnico, riguarda
l'applicazione del "greening", questo dovrebbe essere applicato proporzionalmente ai pagamenti di base
percepiti dalla singola azienda, come riportato nell'ali.43, comma 9, paragrafo 4 e 5;
f) vista la particolarità dell'allevamento intensivo nazionale caratterizzato anche da aziende con poca
disponibilità di terreno, si chiede che nell'attribuzione dei nuovi titoli nel 2015 non venga posto un limite
massimo al valore degli stessi. Nell 'ipotesi di eventuale limitazione è necessario prevedere una deroga per
gli allevamenti bovini da carne;
g) sempre per ciò che riguarda le scelte di carattere generale, lo scrivente è per una non applicazione del
"pagamento redistributivo" e per una semplificazione delle attuali modalità di concessione dei premi, un
ragionamento molto approfondito va operato sul limite minimo di pagamento di ogni singola domanda che
va assolutamente elevato e reso economicamente significativo;
h) per ciò che riguarda la definizione di "agricoltore attivo" si ritiene indispensabile, anche in questo caso,
attuare misure facilmente verificabili a livello amministrativo;
i) si ritiene indispensabile che nelle discussioni nazionali si consideri l'importanza economica e l'indotto che
il settore zootecnico garantisce ogni anno al Paese e le difficoltà strutturali e gestionali che deve affrontare
ogni giorno e che ne minano la sopravvivenza. Il settore zootecnico da carne risponde quindi pienamente ai
requisiti previsti dall'art. 52, il cui dettato modifica sostanzialmente i criteri adottati in passato per
l'appl icazione dell'ex art.68;
j) l'andamento della produzione, da un'analisi delle rilevazioni Istat, relative al censimento generale
dell'agricoltura, si nota come nel decennio 2000-2010 ci sia stato un forte calo del.J.enumero delle aziende
zootecniche (-25,4 %), soprattutto di quelle di piccole e piccolissime dimensioni, tale diminuzione non è
stata compensata dall'aumento del numero delle aziende maggiormente specializzazione di medie e grandi
dimensioni, evidenziato dalla continua diminuzione del numero di capi allevati (-5,7%), che si è
ulteriormente accentuata negli ultimi tre anni, l'impolianza quindi di un suppOlio da patie dello Stato
Italiano, con i premi dati nell'ambito dell'aiuto accoppiato, sarà strategica per mantenere/salvaguardare le
produzioni zootecniche nazionali;
k) la dimostrazione dell' impOlianza del settore zootecnico italiano si può evincere dalla tabella e dal grafico
sotto riportati che mostrano chiaramente come circa il 30% dell'intero fatturato nazionale dell'industria
dell'agroalimentare sia prodotto dalle produzioni animali, inoltre, si sottolinea che i comparti lattiero
caseario, dei salumi, delle carni bovine e di quelle avicole si posizionano in ordine al 1°,4°,6° e 7° posto.
INDUSTRIA ALIMENTARE -zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBAI FATTURATI DEI COMPARTI NEL PERIODO 2007-2012
Fatturato Fatturato Fatturato Fatturato Fatturato FatturatozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Comparti2007 2008 2009 2010 2011 2012 Var% Val"!. Var% Val"!.
(milioni di (milioni di (milioni (milioni (milioni (milioni 12/11 ii/iO 10/09 09/08
euro) euro) di euro) di euro) di euro) di euro)
Acque minerali 2.300 2.300 2.200 2.100 2.200 2.300 4,5 I 4,8 -45 -4,3
Alcoli e acquaviti 1.000 1.000 1.000 1.000 915 933 2,0 I -8,5 0,0 00
Alimentazione animale 6.050 6.500 5.100 6.650 1.555 1.140 24 136 -161 -123
Avicolo 5.300 5.300 5.320 5.300 5.600 5.150 2,1 5,7 -0,4 0,4
Bevande oassate 1.180 1.800 1.800 1.800 1.850 1.850 0,0 2,8 0,0 0,0
Birra 2.500 2.450 2.400 2.550 2.700 2.150 19 59 62 -2,0
Caffè 2.300 2.350 2.400 2.440 2.550 2.650 3,9 4,5 1,1 0,0
Carni bovine A~"! -;,~~1ifli1\ 5.920 5.900 5.900 5.900 5.900 5.900 00 00 00 00
Conserve veoetali 3.413 3.100 3.100 3.100 3.600 3.650 14 -2,7 0,0 00
Dolciario 10.813 11.290 11.528 12.051 12.114 13.062 21 55 45 21
Infanzia, dietetici e integratori alimentari 2.690 2.800 3.000 3.050 3.200 3.200 00 49 11 11
Ittici 1.256 1.306 1.387 1.420 1.460 1.480 14 28 24 62
Lattiero - Caseario 14.350 14.500 14.425 14.800 15.000 14.900 -01 14 26 -05
Molitorio 3.168 3.636 2.560 2.821 3.538 3.619 23 254 102 -29 6
Olio di oliva e di semi 4.300 4.200 4.000 4.200 4.000 4.200 5,0 -4,8 5,0 -4,8
Pane industriale 594 631 631 651 695 698 04 68 3,2 00
Pasta 3.130 4.600 4.444 4.362 4.501 4.605 23 32 -18 -34
Preparati 4a gamma freschi e prod. Iiofilizzati 890 940 970 1.000 1.020 1.050 2,9 2,0 3,1 3,2
Riso 910 1.200 1.050 1.030 1.126 1.060 -59 93 -19 -125
Salumi 1.554 1.518 1.601 1.928 1.951 1.989 0,5 0,3 4,3 0,3
Sostituti del pane 333 362 365 384 395 395 00 29 52 08
Succhi di frutta'Elab. 1.090 1.086 1.064 1.053 1.050 1.050 00 -03 -10 -2,0
Surgelati 3.980 4.040 4.061 4.126 4.200 4.260 14 18 16 05
Vino 10.900 10.900 10.600 10.700 10.500 10.080 -40 -19 09 -2,8
Zucchero 650 650 630 630 630 650 32 00 00 -3, 1
Varie 15.229 18.981 21.264 22.644 23.480 24.119 30 31 65 114
TOTALE 113.000 120.000 120.000 124.000 127.000 130.000 2,4 2,4 3,3 0,0
Le incidenze rcentuali 2012
Acque
1,8%
,Allimantazl'Dne animale
6,ook
_ca mi bovine
4,5%
3,3%
Succhi di fruttaJ'Elalb._0,8%
-caseario
11,5%
3,6%di oliva e di semi
3,2%
Pertanto, alla luce di quanto fin qui esposto ed in considerazione di tutte le argomentazioni sopra riportate, sia
in ordine alla perdita che subirà il settore a motivo dell'applicazione della ridistribuzione degli aiuti di base che
dell'impOlianza dimostrata dell'intero comparto in termini economici, strutturali, di impiego forza lavoro e
dell'indotto generato, è necessario che il sostanzioso importo dei circa 585 milioni di euro a disposizione per gli
aiuti accoppiati, considerando la doverosa scelta dell'Italia di conferire a tale premio una percentuale del 15% sul
budget nazionale, sia destinato per la maggior parte alle produzioni animali; di tale quota, si ritiene che per il
settore del bovino da came vengano attributi almenozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA210 milioni di Euro indispensabil i per garantire una
integrazione al reddito degli allevatori senza la quale il compaJio non potrà competere con il mercato estero con la
conseguenza di veder ridotto l'attuale tasso di auto approvvigionamento; infatti, la produzione nazionale, effettuata
per la maggior parte con bovini da ristallo provenienti da altri Paesi europei (Francia in primis), raggiunge amala
pena il 55% del nostro fabbisognozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA(nazionale) di cami bovine, per cui appare evidente che siano più che mai
necessari interventi che abbiano effetto immediato per "mantenere" la produzione esistente, considerando anche lo
sviluppo di altri progetti a medio e lungo termine che possano migliorare la filiera ma, in questo momento servono
interventi efficaci, mirati, semplici e che garantiscano un livello di "sicurezza alimentare" per i nostri consumatori,
senza dimenticare le conseguenze che in assenza di tali misure avrebbe l'intero comparto (livello occupazionale e
bilancia commerciale). Nello specifico, fermo restando quanto si stà programmando a livello nazionale per l'intero
comparto zootecnico, penso sia necessario concedere tale premio a:
• "Vitelloni maschi e femmine", capi bovini di età compresa tra i 12 e i 24 mesi: la concessione di tale
premio dovrebbe essere subordinata ad un periodo congruo di permanenza in stalla di almeno cinque mesi
per i soggetti non nati in Italia, condizione per favorire una caratterizzazione nazionale del prodotto; il
plafond di tale premio, per permettere di concedere un aiuto pari ad almeno 100-110 Euro/capo, dovrebbe
ammontare a circa 120 milioni di Euro, tenendo in considerazione i dati delle macellazioni della Banca
Dati Nazionale;
• Vacche nutrici da came iscritte ai libri genealogici e a duplice attitudine iscritte ai registri anagrafici per
ciascun vitello nato; tale premio non dovrebbe più prevedere una distinzione tra primipare e pluripare, ma
mantenere una differenziazione di importo tra quelle da came e quelle a duplice attitudine; si ritiene che
per garantire un adeguato sostegno al mantenimento di tale importante produzione nazionale, unica a
garantire un autoapprovvigionamento di razze da came, si debba riservare un conferimento totale di
almeno 60 milioni di euro;
• "Vitelli a carne bianca", capi bovini macellati entro l'ottavo mese di età, si tratta di un segmento
particolare della filiera italiana, altamente specializzato che ha vissuto un'intensa dinamica evolutiva
nell'ultimo decennio, sia a livello strutturale che congiunturale e che, in ogni caso, risulta fondamentale
mantenere in attività in quanto assorbe sul mercato nazionale gli esemplari maschi di vitelli bianco-neri
nati da vacche da latte che non potrebbero avere altri utili sbocchi commerciali (in quanto non
diversamente destinabili alla produzione di came rossa) ed un impoliante indotto nella filiera del vitello a
came bianca nato, allevato e macellato in Italia; inoltre, per le caratteristiche di allevamento attualmente
tale compalio è sostenuto principalmente da titoli speciali, destinati a sparire con la riforma, e i suoi
maggiori competitor Francia e Olanda stanno già mettendo a punto specifiche misure di sostegno (una
specifica scheda tecnica del settore è già stata trasmessa ai Suoi uffici lo scorso 19 marzo) e l'impOlio per
tale misura dovrebbe essere pari ad almeno 18/20 milioni di Euro.
Nel ringraziare per l'attenzione che si riserverà alla presente, si inviano cordiali saluti.
SINDACOzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
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